Allegato B
Seduta n. 329 del 27/5/2010


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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BOCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'Autorità di bacino del fiume Tevere, con delibera n. 85 del 29 ottobre 1999, ha approvato il piano straordinario diretto a rimuovere le situazioni a rischio molto elevato ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 11 giugno 1998 n. 180;
nel piano era ricompreso anche il comune di S. Anatolia di Narco, ed in particolare la zona per insediamenti produttivi di località Renare, classificata come R4 (zona ad elevato rischio idraulico conseguente ai potenziali fenomeni di esondazione del Fosso delle Scentelle);
a seguito della firma dell'accordo di programma quadro in materia di difesa del suolo tra la giunta regionale dell'Umbria ed il Governo, la regione comunicava in data 18 dicembre 2001 la concessione di un contributo di 3 miliardi di lire;
i lavori sono stati regolarmente eseguiti dal Comune e collaudati in data 18 marzo 2006. A seguito di economie sul ribasso d'asta, sono stati eseguiti ulteriori lavori di completamento, per i quali è stato emesso il certificato di regolare esecuzione in data 3 febbraio 2009;
la provincia di Perugia, in data 29 ottobre 2009, ha espresso parere favorevole ai fini idraulici ai sensi dell'articolo 43, comma 5, delle norme del Piano di assetto idrogeologico (P.A.I.) per la ridefinizione della zona perimetrata dal P.A.I. a rischio idraulico R4;
la regione Umbria, nel mese di aprile 2010, ha trasmesso all'autorità di bacino del fiume Tevere la nuova perimetrazione con i relativi pareri, a seguito dei lavori di messa in sicurezza;
gli uffici dell'Autorità di bacino non possono esprimere il parere vincolante di propria competenza in quanto il comitato tecnico dell'Autorità non è stato ancora nominato;


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la zona per insediamenti produttivi di località Renare è in pratica bloccata dal 1999, per l'impossibilità, in questi anni, di insediamento di nuove attività e di ampliamento di quelle già esistenti -:
se non si ritenga di nominare e insediare quanto prima il comitato tecnico dell'Autorità di bacino del fiume Tevere, anche in considerazione dell'importanza strategica che questo organismo riveste a livello nazionale.
(5-02963)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nel dossier Mare Monstrum 2009 si può leggere di una Basilicata al quartultimo posto nella classifica delle regioni italiane per capacità di servizi di depurazione e fognatura. Solo il 74 per cento del territorio regionale è coperto da una rete di depurazione e una parte di quel 74 per cento vive sicuramente situazioni problematiche;
a Castronuovo di Sant'Andrea, provincia di Potenza, nel mese di giugno 2009 vi furono numerose segnalazioni di cittadini che lamentavano un «odore nauseabondo e persistente» nelle vicinanze del centro abitato, precisamente alla confluenza tra il fosso della Manca e il fosso di Castronuovo;
nell'esposto del 19 giugno 2009 in merito a «Scarichi inquinanti e eventuali inadempienze degli organismi preposti alla vigilanza e al controllo», sottoscritto dal presidente del Comitato per l'emergenza democratica, dottoressa Vincenza Berardone, si legge che «il sottoscritto Comitato per l'Emergenza Democratica [...] ha disposto, a proprie spese, alcune analisi di campioni prelevati dalle acque di scarico dei suddetti corsi d'acqua». Il contenuto dell'esposto: «In seguito al sopralluogo effettuato dai sottoscritti, si è evidenziato come, nel suddetto corso d'acqua, vengano riversati, tramite condotta, i reflui provenienti, presumibilmente, dalla rete fognaria municipale. I risultati delle analisi suddette avvalorano la tesi che l'origine dei reflui sia di natura fognaria. Tale situazione, soprattutto nell'ipotesi di eccessive emissioni o precipitazioni atmosferiche, possono produrre il verificarsi di episodi di dispersione delle acque reflue con conseguenti gravi pericoli per l'igiene e la salute pubblica. Detta situazione è ancor più allarmante se si osservano le foto dell'allegato B; da esse si evince che le acque reflue corrono nell'alveo del corso d'acqua denominato fosso di Castronuovo, non impermeabilizzato, collettore di raccolta delle acque di gran parte del territorio comunale (affluente del torrente Serrapotamo), il cui contenuto quindi rientra con tutta probabilità nel ciclo di irrigazione degli orti posti a valle. Quel che più stupisce, inoltre, è che a detta dei cittadini questa situazione si trascina da tempo senza che, per quanto è dato sapere, le competenti autorità (ad esempio l'ARPA, agenzia regionale protezione ambientale) siano intervenute per porvi rimedio»;
le richieste contenute nell'esposto del comitato - inoltrate al comune di Castronuovo, al comando carabinieri tutela per l'ambiente, all'Acquedotto Lucano Spa, all'azienda sanitaria locale di Potenza, all'Ente parco nazionale del pollino C.T.A. e all'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Basilicata - si traducevano nell'accertamento, da parte di ognuno di tali enti e nell'ambito delle competenze di ciascuno, di eventuali illeciti amministrativi e/o penali e delle relative responsabilità, per mezzo dello svolgimento di indagini;
all'esposto è seguita unicamente una nota informativa dell'unità operativa di igiene e sanità pubblica dell'Asl di Potenza, a firma del dottor Furiati Francesco, del 29 giugno 2009 - indirizzata alla procura della Repubblica, al responsabile dell'Acquedotto Lucano, al presidente Autorità d'ambito territoriale ottimale di Basilicata, al Sindaco del Comune di Castronuovo S.A., all'ARPAB, all'amministrazione


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provinciale di Potenza e, per conoscenza, alla dottoressa Berardone Vincenza - in cui si confermava, in seguito a sopralluogo igienico-sanitario congiuntamente al Responsabile dell'U.T.C. del comune di Castronuovo S.A. Sig. Lopez Claudio e dell'agente di polizia municipale Sig. Arbia Aldo ed al tecnico della prevenzione Sig. De Pierro Rocco, la «presenza di uno scarico fognario a cielo aperto proveniente dal collettore fognario dei reflui urbani del Comune di Castronuovo S.A. I suddetti reflui scaricano direttamente nel fosso Castronuovo in C/da Camminarea, senza preventivo trattamento. Si apprezzano esalazioni moleste in tutta l'area.» Inoltre, si invitava l'ARPAB di Potenza ad «effettuare un campionamento urgente dei suddetti scarichi e a trasmetterne l'esito all'Ufficio scrivente», oltre a richiedere all'ente gestore della rete di «assicurare con urgenza il convogliamento degli scarichi e il rispetto di quanto disposto dal decreto legislativo 152 del 2006 - parte III. Tanto a tutela della pubblica salute e dell'igiene ambiente»;
in una video-intervista di Maurizio Bolognetti su Radio Radicale, del 23 maggio 2010 (http://www.radioradicale.it/scheda/304392/alla-ricerca-della-fogna-perduta), direttamente da Catronuovo Sant'Andrea, ad alcuni membri del Comitato per l'emergenza democratica - Paolo Pesce, Andrea Porfidio, Alessandro Di Sario, Pino Di Sario - e al presidente della Proloco Castronuovo Sant'Andrea, Romeo Graziano, emergono, oltre ai dettagli già individuati nei documenti, le seguenti rilevanti questioni:
a) ad oggi, a distanza di un anno dalla denuncia, sono pervenute alcune risposte, tuttavia «parziali e attendiste», solo di conferma delle analisi e dei dati già registrati (risposta di Asl, Arpab, Noe). Purtroppo tali risposte non hanno portato alla risoluzione del problema. L'acquedotto Lucano ha risposto di avere ereditato il problema dalla gestione precedente e di non avere le risorse necessarie, in termini economici, per avanzare qualche soluzione;
b) la condotta fognaria in questione può essere inserita tra le «opere incompiute»: era stato concepito un collettore generale a Senise, per le fogne dei comuni circostanti. Tuttavia, a quel collettore non sono state montate le tubature necessarie per collegare i vari paesi;
c) si tratta di un problema più ampio che non coinvolge solo Castronuovo S.A. ma tutti i comuni del comprensorio e per tale motivo necessita di una soluzione generale e organica (problema del collettamento delle acque reflue);
d) il fosso in questione è stato inserito nella legge Galasso, che sottopone tali aree a vincolo paesaggistico;
e) l'acqua inquinata confluisce nella diga di Monte Cotugno (Senise), utilizzata per scopi irrigui e per scopi potabili. Si ricorda che sulla diga è stata aperta un'indagine del Corpo forestale dello Stato, causa inquinamento delle acque;
f) Paolo Pesce, anche dottore in scienze forestali, ha espresso la sua preoccupazione per gli scarichi di queste acque direttamente nei campi coltivati;
g) si tratta di una situazione disagevole e dannosa per la salute pubblica e per il paesaggio: la fogna di Castronuovo Sant'Andrea, come altre reti fognarie, continua a scaricare a cielo aperto -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e di quale ne sia l'evoluzione o se intendano acquisire informazioni in proposito.
(5-02971)

Interrogazione a risposta scritta:

SCILIPOTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 20 febbraio 2009, a Nairobi in Kenya, più di 140 Paesi del consiglio direttivo del programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) hanno raggiunto un


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accordo storico per mettere al bando una sostanza altamente inquinante e neurotossica, il mercurio metallico;
si tratta di un accordo storico, raggiunto dopo sette anni di sforzi diplomatici, che consentirà di sviluppare nuove strategie per tutelare la salute di milioni di persone, soprattutto dei bimbi ancora non nati e dei neonati, che sono più suscettibili ai danni prodotti da questa tossina;
il primo incontro per questi negoziati si terrà dal 6 all'11 giugno 2010 a Stoccolma;
in Italia sono ancora in uso le otturazioni dentali in amalgama, contenenti una percentuale del 50 per cento di mercurio metallico, sebbene vietate per i bambini sotto ai sei anni, per i nefropatici e per le donne in gravidanza;
il mercurio dentale rappresenta di gran lunga la più grande fonte di inquinamento da mercurio delle acque reflue e una crescente fonte di inquinamento atmosferico;
è noto, infatti, che le otturazioni in amalgama rilasciano costantemente vapori di mercurio e ioni di metalli, compreso il mercurio, che raggiungono il flusso delle acque attraverso i liquidi biologici umani e contaminano l'ambiente entrando anche nella catena alimentare;
la maggior parte degli studi dentistici, peraltro, non è dotata di separatori specifici per l'amalgama, strumenti progettati proprio per prevenire la contaminazione ambientale derivante dagli scarti dell'amalgama;
la cremazione di portatori di amalgame rappresenta un fattore di rischio molto elevato per la contaminazione atmosferica da mercurio dell'ambiente al punto che nel Regno Unito esistono strette limitazioni al riguardo;
uno studio dell'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (EPA) ha calcolato nel 2004 che si trova più mercurio nella bocca degli esseri umani che in tutti i prodotti insieme presenti negli Stati Uniti;
l'amalgama dentale, dunque, è considerato un prodotto altamente pericoloso per l'ambiente e anche un rifiuto speciale solo quando è fuori dalla bocca del paziente, anche se numerosissimi studi suggeriscono gravi effetti per la salute, mettendo in correlazione l'uso di questo materiale con l'insorgenza di malattie neurologiche, autoimmunitarie e con la sensibilizzazione ad agenti chimici;
esistono sul mercato numerose alternative sicuramente meno tossiche, più biocompatibili ed esteticamente efficienti, per garantire un corretto trattamento odontoiatrico delle carie, cioè compositi e ceramiche;
la Svezia, la Norvegia e la Danimarca hanno già vietato l'uso delle otturazioni dentali al mercurio sulla base di serie preoccupazioni per l'ambiente -:
se il Ministro interrogato farà proprie queste preoccupazioni ai negoziati di Stoccolma, promuovendo una messa al bando anche del mercurio odontoiatrico senza riserve.
(4-07377)