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organi d'informazione (la Repubblica del 5 ottobre 2010 edizione di Palermo e Striscia la notizia del 4 ottobre 2010) riportano la notizia secondo la quale alcuni beni confiscati alla mafia e assegnati dal comune di Palermo a due cooperative e alla fondazione Padre Puglisi, sarebbero finiti di fatto nella disponibilità di soggetti legati alle cosche mafiose;
più precisamente, la fondazione Padre Puglisi e le associazioni «Solaria» e «Live Europe», tutte gestite da don Golesano, assegnatarie di appartamenti e magazzini, annoveravano sino ad ottobre 2008 tra i soci, personaggi come Roberta Bontade (figlia di Giovanni Bontade noto mafioso), Stefano Marcianò imparentato con il boss Francesco Maggiore) e tale Giuseppe Provenzano, prestanome del boss Matteo Messina Denaro;
il 16 ottobre 2008, una nota riservata della prefettura di Palermo indirizzata al comune di Palermo, denunciava la presenza di tali personaggi nella compagine sociale delle predette associazioni e suggeriva al comune di Palermo di procedere alla revoca delle assegnazioni;
è stato accertato, secondo quanto riportato dalla stampa, che il giorno dopo la iscrizione al protocollo del comune della nota della prefettura, furono cambiati tutti i soci «sospetti»;
l'amministrazione comunale, ignorando la modifica, provvedeva quindi a revocare tutte le assegnazioni dei beni confiscati alle predette associazioni, esponendosi, purtroppo, al ricorso di don Golesano e dei suoi amministratori che, fidando proprio sul cambiamento dell'assetto societario, riusciva ad ottenere una pronuncia favorevole dal Tribunale amministrativo regionale della Sicilia che ordinava al comune di restituire i beni revocati;
la fuga di notizie dopo appena 24 ore dall'assunzione a protocollo della nota prefettizia, è stata determinata, ad avviso degli interpellanti, da infiltrati mafiosi nell'amministrazione comunale -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti e per quali motivi, all'epoca delle assegnazione dei beni alle associazioni gestite da don Golesano, la prefettura di Palermo non accertò preventivamente la composizione delle compagini sociali;
quali iniziative intenda adottare per accertare la sospetta infiltrazione mafiosa nell'amministrazione comunale di Palermo e le responsabilità politiche e amministrative nella incredibile vicenda che vede, purtroppo, coinvolto il nome di un martire della lotta alla mafia come Don Puglisi, nel nome del quale don Golesano gestiva le predette associazioni.
(2-00844) «Bocchino, Lo Presti».
il posto di polizia ferroviaria di Castelfranco Veneto (TV), attualmente consta di n. 9 dipendenti, compreso il comandante, di cui n. 2 dipendenti in aspettativa che con tutta probabilità non rientreranno;
a maggio del 2011 resteranno in 6 poiché il vice comandante dovrà andare in pensione per limiti di età, mentre il comandante ha già raggiunto i presupposti per la pensione e in qualsiasi momento può andare via;
se questo accadesse si ritroverebbero in 5 unità, pochi per resistere alla paventata chiusura del posto Polfer da parte del Ministero dell'interno, che richiede un minimo di 7 unità;
si potrebbe incrementare in modo sufficiente con l'invio di almeno n. 2-3 unità operative da attingere dalle liste di attesa per questo ufficio;
a tal proposito si precisa che la stazione di Castelfranco Veneto, per la sua importanza e logistica, è fra le 116 stazioni di media importanza «Centostazioni», perciò considerata dalle Ferrovie dello Stato una stazione molto, rilevante per la sua mole di viaggiatori e studenti, nonché quale snodo ferroviario che consente il passaggio giornalmente di circa 170-180 treni, di cui circa 50-60 merci provenienti da ogni parte, liberando così quasi tutto il traffico merci che gravava prima sulla tratta Padova-Mestre-Treviso;
la Polfer di Castelfranco è impegnata inoltre nella vigilanza di numerose linee, stazioni e scali F.S. e precisamante; linea F.S. Vicenza-Treviso, che comprende le stazioni di Albaredo-S. Martino di Lupari-Tombolo-Cittadella-Fontaniva-Carmignano di Brenta-San Pietro in Gu; linea F.S, Bassano-Padova, che comprende le stazioni di Bassano-Rosà-Rossano Veneto-Cittadella-Villa del Conte-Fratte; linea F.S. Camposampiero-Montebelluna che comprende dall'ingresso della stazione di Montebelluna, le stazioni di Fanzoro-Castelfranco Veneto, fino al segnale di protezione a Camposampiero, in attesa della nuova fermata a Loreggia; linea F.S. Mestre-Trento che comprende le stazioni di Trebaseleghe di nuova realizzazione-Piombino Dese-Resana-Castelfranco Veneto-Castello di Godego-Cassola-Bassano-Pove-Solagna-S. Nazario-Carpanè Valstagna-S. Marino-Cismon del Grappa-Primolano e fino al confine con la regione Trentino Alto Adige;
come si può notare, rientrano nella competenza del suddetto ufficio, le stazioni di Cittadella e Bassano: la prima risulta una delle prime stazioni per il carico e lo scarico di treni merci in tonnellaggio a livello regionale, mentre la stazione di Bassano è ai primi posti per numero di viaggiatori, studenti e pendolari verso Venezia, coprendo un grande bacino d'utenza;
la Polfer di Castelfranco Veneto risulta essere il primo ufficio della polizia istituito in Castelfranco Veneto, subito dopo la seconda guerra mondiale e ancor prima come milizia ferroviaria;
i compiti della Polfer sono la prevenzione e repressione reati in corsa treno, stazioni e scali F.S., nonché tutto quello che riguarda la regolarità dell'esercizio ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 753 del 1980;
chiudere la Polfer di Castelfranco Veneto significa meno controllo del territorio, e praticamente libero arbitrio da parte di piccole bande di minori extracomunitari che già a fatica si riesce per il momento ad allontanare;
le stazioni, come si sa, sono luogo di incontro e crocevia per qualsiasi malaffare;
il personale del posto di polizia ferroviaria di Castelfranco Veneto è inoltre impegnato per le scorte ai treni regionali e euro star city nell'ambito regionale e non;
talune volte personale del suddetto ufficio viene sacrificato per sopperire alle problematiche di altri uffici, tanto da dover chiudere e così perdere un po' alla volta il controllo del territorio;
in futuro il traffico ferroviario in Castelfranco Veneto sarà sempre più incrementato tanto che la regione Veneto con la metropolitana di superficie e la nuova istituenda stazione dei bus vicino a quella dei treni (gomma-rotaia) accentuerà il flusso di viaggiatori in modo esponenziale in arrivo e partenza da questo scalo F.S. -:
quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato relativamente alla permanenza, o meglio al potenziamento, del posto di polizia ferroviaria di Castelfranco Veneto (TV).
(2-00845) «Luciano Dussin, Reguzzoni».
si è svolto, il 24 settembre 2010, presso il dipartimento della pubblica sicurezza un incontro tra l'amministrazione ed i rappresentanti sindacali di categoria per discutere della bozza di decreto concernente la soppressione del commissariato di polizia di «Chiaiano»;
durante l'incontro i rappresentanti dell'amministrazione della P.S. hanno evidenziato l'intenzione di procedere alla chiusura del commissariato di P.S. Chiaiano, lasciando presso la medesima sede alcuni alloggi per il personale della polizia di Stato, ed un ufficio denunce che dovrebbe coprire la fascia oraria 8/20;
come denunciano i rappresentanti del sindacato autonomo «Autonomi di Polizia», il commissariato venne aperto a causa delle organizzazioni criminali che agivano ed agiscono in quella zona tant'è che pochi anni orsono il già posto di polizia «cambiò» in Commissariato ed il personale ebbe un incremento della forza organica;
la richiesta avanzata dal questore di Napoli, a giudizio dell'interrogante e degli Autonomi di Polizia, lascia perplessi;
lo Stato, rappresentato in quella porzione di territorio dal commissariato di Polizia e dai suoi uomini, deve essere sempre presente a tutela dei cittadini onesti di Chiaiano e dintorni che da anni devono convivere con la piaga della camorra;
l'interrogante e gli Autonomi di Polizia ritengono che la chiusura del commissariato di Chiaiano appaia come un segno di abbandono da parte dello Stato nei confronti dei cittadini, pertanto ritengono che sia doveroso da parte del dipartimento della pubblica sicurezza. di rivedere la posizione assunta -:
quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato affinché le problematiche descritte in premessa vengano risolte.
(4-08899)
è trascorso un anno esatto dal tragico 1o ottobre del 2009 data in cui si è manifestato il violento e disastroso evento calamitoso che ha colpito la provincia di Messina con la frana che ha parzialmente distrutto la cittadina di Giampilieri e recato numerosi danni nei paesi limitrofi di Scaletta Zanclea, Molino e Altolia;
da subito ed ininterrottamente fino al 31 maggio 2010 i vigili del fuoco sono stati
i primi ad intervenire in forze e gli ultimi ad andare via dai luoghi colpiti dalla calamità;
il contributo profuso dalla componente fondamentale del soccorso tecnico urgente, grazie alla professionalità manifestata e allo spirito di abnegazione di cui i vigili del fuoco sono portatori sani, ha contribuito in maniera determinante a salvare nei primi momenti numerose vite umane e, nel corso delle settimane successive, a ripristinare le condizioni di sicurezza in quei territori devastati dall'acqua e dal fango oltreché dai gravi dissesti idrogeologici che si sono manifestati nel mese di febbraio;
ancora una volta i vigili del fuoco hanno ricevuto plausi ed encomi dalla popolazione che hanno caratterizzato tutto il periodo di permanenza del personale in quelle zone fino alla conclusione dell'emergenza;
di contro, e con grosso rammarico da parte dei vigili del fuoco, la risposta ricevuta dalle pubbliche amministrazioni non è stata altrettanto soddisfacente;
infatti, la mancata erogazione dei fondi necessari al pagamento delle prestazioni rese ha fatto scaturire nei confronti del personale intervenuto da tutte le province d'Italia, ma soprattutto dal personale che presta servizio nei comandi siciliani, un forte malcontento;
i vigili del fuoco, per l'emergenza di cui sopra, vantano crediti che vanno dai 500 agli oltre 10 mila euro;
a causa della non precisa individuazione di responsabilità e di competenze, la Confsal vigili del fuoco ha scritto al Ministro interrogato, al presidente della regione Sicilia ed ai vertici dell'amministrazione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco una richiesta di chiarimenti circa le cause che hanno determinato ad oggi il mancato pagamento dei crediti vantati dal personale intervenuto ininterrottamente dal 1o ottobre 2009 al 31 marzo 2010;
con una nota datata 10 agosto 2010, il Capo dipartimento della protezione civile con una nota indirizzata al presidente della regione Sicilia ed alla Confsal ha evidenziato che il 20 novembre 2010 ha provveduto ad effettuare il trasferimento della somma di 20 milioni di euro e il 7 luglio 2010 il trasferimento di un'ulteriore somma di 10 milioni di euro finalizzate, ai sensi degli articoli 1, comma 7, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 ottobre 2009, n. 3815, e 9, comma 2, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 aprile 2010, n. 3865, a rimborsare le spese sostenute nelle fasi di prima emergenza, ivi comprese, fra le altre, quelle relative alle prestazioni di lavoro straordinario effettuato dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
secondo quanto si è appreso nel corso di incontri intercorsi tra la rappresentanza dei vigili del fuoco ed il Governo regionale siciliano ed anche riferito verbalmente tramite i contatti telefonici intercorsi tra i rappresentanti della Confsal e la segreteria del presidente Lombardo, sembrerebbe che queste risorse non siano disponibili -:
quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per risolvere le problematiche esposte in premessa.
(4-08904)