Allegato B
Seduta n. 575 del 24/1/2012


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INTERNO

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
nell'anno 2009, il vice prefetto vicario della prefettura di Foggia dottor Michele Di Bari, ricopriva l'incarico di commissario della Croce rossa italiana, comitato provinciale di Foggia;
nell'anno 2009 il comitato provinciale della Croce rossa italiana, della provincia


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di Foggia è soggetto gestore, con convenzione di affidamento diretto, da parte della prefettura della gestione del centro di accoglienza richiedenti asilo (CDA-CARA) di Borgo Mezzanone sito in provincia di Foggia;
la prefettura di Foggia in data 19 gennaio 2009 procedeva alla pubblicazione dell'evidenza pubblica di affidamento triennale del servizio di gestione del centro di accoglienza richiedenti asilo (CDA-CARA) di Borgo Mezzanone sito in provincia di Foggia;
il presidente della commissione di aggiudicazione di suddetta gara risulta essere il vice prefetto vicario della prefettura di Foggia dottor Michele Di Bari;
alla gara partecipano oltre al comitato provinciale di Foggia della Croce rossa italiana, il consorzio Connecting People, la cooperativa Albatros 1973, Consorzio cooperative sociali SISIFO, Arciconfraternita del S.S. Sacramento e di S. Trifone, Consorzio cooperative sociali Opus, Cooperativa Auxilum, Eriches 29;
la prefettura di Foggia in data 2 dicembre 2009 procedeva alla redazione dell'apposita graduatoria con aggiudicazione definitiva, ex articolo 11 del decreto legislativo n. 163 del 2006, a favore del consorzio Connecting People, mentre il comitato provinciale della Croce rossa italiana di Foggia risultava secondo in graduatoria;
a seguito dell'aggiudicazione della gara, la prefettura ritardava la stipula del contratto di gestione del centro che avveniva solo in data 28 gennaio 2010;
a seguito della procedura di aggiudicazione, il comitato provinciale della Croce rossa italiana di Foggia, ha presentato ricorso amministrativo al fine di pervenire all'annullamento di detta procedura di aggiudicazione gara;
in data 10 febbraio 2010 il T.A.R. Puglia, sezione di Bari, con ordinanza n. 111, rigettava l'istanza di sospensione dei provvedimenti impugnati dalla Croce rossa italiana, cosicché il 23 febbraio il Consorzio Connecting people subentrava nella gestione del centro di Borgo Mezzanone;
dal 19 gennaio 2009 al 23 febbraio 2010, le attività di gestione del centro continuavano ad essere svolte dal comitato provinciale della Croce rossa italiana di Foggia secondo i parametri individuati nella convenzione di gestione diretta precedentemente sottoscritta con la stessa prefettura di Foggia;
a seguito dell'insediamento nella gestione del centro di accoglienza richiedenti asilo, il consorzio Connecting People ha ricevuto numerose ispezioni da parte della prefettura di Foggia dalle quali non è emersa alcuna disfunzione o inadempienze nella gestione del centro;
nel marzo del 2010 il commissario straordinario della Croce rossa italiana, avvocato Francesco Rocca, con ordinanza commissariale n. 99, «considerata la situazione di potenziale conflitto di interessi del dott. Michele Di Bari» procedeva alla sostituzione dello stesso avocando a sé l'incarico;
a seguito di un lungo contenzioso amministrativo, il Consiglio di Stato in data 21 dicembre 2011 con sentenza dichiarava l'inefficacia del contratto stipulato tra la prefettura di Foggia ed il consorzio Connecting People;
la prefettura di Foggia, in ottemperanza alla suddetta sentenza del Consiglio di Stato, deve provvedere alla aggiudicazione definitiva e al subentro nel contratto del Comitato provinciale della Croce rossa italiana di Foggia, previa verifica dell'insussistenza a carico della stessa Croce rossa di Foggia di ogni eventuale impedimento alla stipula;
la prefettura di Foggia, nei giorni scorsi, ha proceduto alla aggiudicazione definitiva ed al subentro nella gestione come specificamente prevista dalla sentenza del Consiglio di Stato;


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in data 15 luglio 2010 il TAR del Lazio, con la sentenza n. 32649, ha escluso la possibilità per la Croce rossa italiana di sottostare a procedure di evidenza pubblica con altri soggetti avendo essa la capacità giuridica di assumere la veste di parte in un rapporto instaurato con altro soggetto pubblico, ma solo a mezzo delle convenzioni all'uopo previste dal suo statuto, nelle quali non può ritenersi che possa rientrare anche l'appalto di servizi, potendo il rapporto convenzionale configurarsi in vari modi, ma non come appalto di servizi, postulante una natura imprenditoriale della stessa estranea alla Croce rossa (che non ha scopo di lucro ed ignora il rischio di impresa);
la suddetta decisione del TAR Lazio è stata impugnata dalla Croce rossa italiana, ma è stata pienamente confermata dal Consiglio di Stato, sez. III, il 9 agosto 2011, n. 4720;
nella succitata sentenza, depositata dal Consiglio di Stato in data 9 agosto 2011, il Consiglio di Stato ha avuto modo di precisare che: «...lo statuto vigente della C.R.I., approvato con D.P.C.M. 6 maggio 2005, n. 97 (atto normativo di livello regolamentare, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della 400/1988) all'articolo 2, comma 1, prevede un istituto diverso dal contratto di appalto quale strumento della collaborazione della C.R.I. con le pubbliche amministrazioni, per l'espletamento dei servizi sociali, assistenziali e sanitari. Ciò che lo statuto preclude, insomma, non è la partecipazione alle gare in sé e per sé, ma la stipulazione di contratti di appalto» -:
se quanto esposto in premessa corrisponda al vero;
se non ritenga che rappresenti un palese conflitto di interesse la posizione del vice prefetto vicario dottor Michele Di Bari, che pur ricoprendo l'incarico di commissario del comitato provinciale della Croce rossa italiana, presiedeva la commissione di aggiudicazione per la gestione triennale del centro di accoglienza richiedenti asilo (CDA-CARA) di Borgo Mezzanone;
con quali iniziative e controlli intenda approfondire tali conflitti di interesse e per evitare che in futuro possano essere riproducibili tali situazioni di intrecci tra prestazioni di servizi e organismi di controllo sugli stessi;
se non ritenga che, a seguito della sentenza n. 32649 del TAR del 15 luglio 2010 e del conseguente pronunciamento del Consiglio di Stato, la prefettura di Foggia non avrebbe potuto procedere alla stipula del contratto di appalto in favore della Croce rossa italiana, per la gestione triennale del centro di accoglienza richiedenti asilo (CDA-CARA) di Borgo Mezzanone;
se non ritenga, in considerazione di quanto illustrato in premessa e dell'ulteriore contenzioso che potrebbe scaturire a carico della prefettura di Foggia di promuovere iniziative volte a verificare la correttezza delle procedure di gara e di aggiudicazione;
se non ritenga di promuovere iniziative per giungere ad una nuova procedura di gara per l'affidamento del servizio di gestione del centro di accoglienza richiedenti asilo (CDA-CARA) di Borgo Mezzanone sito in provincia di Foggia.
(2-01331)
«Berretta, Antonino Russo».

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

II Commissione:

RIA, RAO e D'IPPOLITO VITALE. - Al Ministro dell'interno.- Per sapere - premesso che:
l'usura è tornata ad essere un'emergenza, alimentata da una crisi economica che costringe alla chiusura 50 aziende al giorno e che ha bruciato, nel 2011, 130 mila posti di lavoro: a denunciare le dimensioni del fenomeno è «Le mani della criminalità sulle imprese», un rapporto di Sos


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Impresa-Confesercenti, associazione voluta dai commercianti per resistere al pizzo, all'usura, al racket;
le cifre che emergono dallo studio tracciano il profilo di un business in crescita; mentre il resto dell'economia soffre la crisi di liquidità e le piccole imprese non riescono ad ottenere i finanziamenti delle banche, la «Mafia Spa» (come è stata denominata dal Rapporto) può contare su 65 miliardi cash, messi a disposizione dei clan per conquistare nuove fette di mercato;
gli investimenti spaziano dai settori più tradizionali (l'edilizia dove confluisce il 42 per cento delle risorse mafiose, o il commercio che ne assorbe il 14,3) ai più innovativi (il 2 per cento va alla sanità, il 3,9 nelle agenzie di intermediazione);
gli usurai sono circa 40 mila (dodici anni fa erano 25 mila) e 200 mila commercianti, oltre il 19 per cento del totale, hanno avuto a che fare con loro, contribuendo a portare nelle tasche dei clan 40 miliardi di euro l'anno;
la mappa del crimine e dell'illegalità si allarga di giorno in giorno e conquista territori prima considerati «puliti»: la precedenza va sempre alle regioni del Sud, ma il business della mafia è sempre più presente al Nord e al Centro (ne è un esempio l'evoluzione del crimine a Roma nell'ultimo anno) -:
quali urgenti ed incisive misure intenda adottare, al fine di contrastare questo gravissimo fenomeno che produce esclusivamente effetti distorsivi sull'economia.
(5-05991)

Interrogazioni a risposta scritta:

BITONCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
organi di stampa nazionali riportano la notizia in base alla quale con l'approvazione del decreto legislativo in materia di revisione delle circoscrizioni giudiziarie verranno notevolmente ridotti gli uffici di giudice di pace, così come previsto dall'articolo 1 dello stesso decreto che individua, peraltro, in una apposita tabella, le sedi che verranno meno;
l'eliminazione di questi uffici si pone la finalità di razionalizzare in modo più efficace la struttura giudiziaria, anche in una ottica di efficientamento dei costi di gestione oggi sostenuti per garantire il servizio;
l'ufficio del giudice di pace di Cittadella, che esercita la sua giurisdizione su 10 comuni con una popolazione complessiva di circa 81.500 abitanti, nonostante le carenze di personale amministrativo, garantisce l'apertura al pubblico sei giorni alla settimana. Nel corso degli anni l'incremento dell'attività è stato notevolissimo: si è passati dalle 228 cause civili iscritte a ruolo del 1995 alle 760 del 2011, con picchi di oltre 1000 negli anni dal 2005 al 2009. Anche in ambito penale si registra un aumento del numero delle cause, dalle 87 iscritte a ruolo nel 2008 alle attuali 113 dell'anno appena concluso;
l'eventuale eliminazione uffici come questo, operazione che i comuni interessati potrebbero evitare solo accollandosi le spese di funzionamento degli stessi, e l'accorpamento con sedi giudiziarie più grandi, potrebbe tuttavia causare una riduzione del livello dei servizi oggi utilizzato dal cittadino, costretto a impiegare risorse economiche e temporali maggiori per usufruire del servizio che non consiste solamente nella ricezione degli atti e nello svolgimento dell'attività giudiziaria, ma anche nel fornire tutte le istruzioni necessarie ad attivare una procedura giudiziaria, oltre quelle di carattere generale riguardanti la difesa dei propri diritti -:
quali orientamenti intenda esprimere il Governo in merito e se, in ragione di una riduzione che non consideri le sedi territoriali più efficienti, quale la sede di Cittadella, non ritenga opportuno valutare prioritariamente il solo accorpamento delle sedi del giudice di pace che vengono utilizzate parzialmente generando così spreco di denaro pubblico.
(4-14603)


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TORRISI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi il territorio della Sicilia ha visto una serie di manifestazioni di protesta legate allo sciopero organizzato dai cosiddetti movimenti «forza d'urto» e «dei forconi». I manifestanti hanno agito anche attraverso blocchi stradali, non solo lungo le principali arterie viarie statali, ma anche nelle strade secondarie e, in diversi casi, anche in strade urbane. Come nel caso di Paternò, città di cinquantamila abitanti in provincia di Catania, dove i diversi presidi di manifestanti hanno bloccato per giorni, e senza alcuna interruzione, ogni via di accesso da e verso il centro abitato, non consentendo il passaggio veicolare dei cittadini che dovevano spostarsi per recarsi al lavoro o per altri motivi, e chiedendo agli stessi addirittura le motivazioni per cui stavano andando fuori città. In questi casi, si è assistito a forme coercitive da parte dei manifestanti verso la popolazione, la quale ha dovuto subire impotente, e senza alcun aiuto esterno, la volontà dei manifestanti. Gli stessi cittadini di Paternò hanno osservato, tra l'altro, che tra i manifestanti che hanno creato i blocchi, erano presenti persone non appartenenti alle categorie di coloro che hanno aderito allo sciopero, e addirittura soggetti infiltrati con precedenti penali. Oltre alla violenza psicologica con la quale i cittadini si sono visti «ostaggio» all'interno della propria città, a giudizio dell'interrogante «sequestrati» nella loro libertà di movimento e nelle mani di pochi individui, il blocco del transito di tutti i mezzi di trasporto ha generato gravi disagi allo svolgimento delle attività quotidiane;
tutto si è bloccato, la normale vita dei cittadini ha subito una battuta d'arresto come mai si era visto, con danni e ripercussioni anche sull'economia. Oltre al blocco delle attività lavorative, sono mancati gli approvvigionamenti dei carburanti, dei generi alimentari e di altri beni, e in molti casi la chiusura delle attività di esercizi commerciali è stata obbligata; pertanto, la manifestazione è degenerata, ad avviso dell'interrogante, in forme in cui il limite tra il lecito e l'illecito è stato più volte superato, e dove gli altrui diritti alla libertà personale e collettiva sono stati violati. Fermo restando che, le motivazioni generali dello sciopero indetto possano essere state valide, le forme di manifestazioni attuate hanno rischiato di mettere a repentaglio lo stesso ordine pubblico con pericoli per la sicurezza -:
quali siano i motivi per cui in tale situazione di forti disagi e pericoli per la popolazione non sono state adottate tutte le misure necessarie per riportare la situazione alla normalità, e perché i cittadini oggetto di azioni, anche illegali, sono stati lasciati in balia degli eventi dettati dai suddetti manifestanti.
(4-14613)