Allegato B
Seduta n. 600 dell'8/3/2012


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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
Legambiente e il Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche, hanno recentemente presentato il dossier «Armi chimiche: un'eredità ancora pericolosa».
dal dossier è emerso che sono oltre 30 mila gli ordigni inabissati nel sud del mare Adriatico, di cui 10 mila solo nel porto di Molfetta e di fronte a Torre Gavetone, a nord di Bari; 13 mila i proiettili e 438 i barili contenenti sostanze tossiche inabissati nel golfo di Napoli; 4.300 le bombe all'iprite e 84 tonnellate di testate all'arsenico nel mare davanti a Pesaro. E poi laboratori e depositi di armi chimiche della Chemical City in provincia di Viterbo, l'industria bellica nella Valle del Sacco a Colleferro e migliaia di «bomblet» (derivati dall'apertura delle bombe a grappolo) sganciati dagli aerei Nato sui fondali marini del basso Adriatico durante la guerra del Kosovo. E poi il Porto di Monfalcone e la Sardegna;
per quanto riguarda la bonifica e la gestione dei siti contaminati, al Ministero della difesa spetta solo la competenza per le aree militari al momento della bonifica;
il colonnello Antonello Massaro, direttore dell'Nbc, centro che fruisce dal 2009 di un finanziamento annuo di 1.200.000 euro per la propria attività ha dichiarato che la Convenzione di Parigi prevede che ogni Stato si impegni a distruggere e smaltire le armi chimiche sul suo territorio e quelle abbandonate sul territorio di altri Paesi, ma qui entra in gioco un discorso di policy nazionale e «per il momento, la policy del Ministero degli affari esteri è che l'Italia gestisca da sé gli ordigni presenti sul suo territorio»;
la questione diventa ancor più problematica quando si parla di bonifica dei siti non militari, di cui non si conosce l'effettivo responsabile;
un'indagine condotta dall'Ispra sulle conseguenze ambientali dell'abbandono delle armi chimiche in mare, condotta nel golfo di Manfredonia, ha rilevato nei pesci alterazioni del dna e degli enzimi epatici, presenza di arsenico nei muscoli e nel fegato superiori alla norma, ulcere riconducibili al contatto con l'iprite, sui cui contenitori i pesci vivono e si fanno la tana -:
se e come il Governo stia affrontando la gestione e la bonifica dei siti contaminati dagli ordigni inabissati in aree militari;
se il Governo non ritenga di dover dare spiegazioni circa il caso del lago di Vico e della Chemical City, il centro di ricerca e produzione di armi chimiche voluto da Mussolini e attivo fin dagli anni Settanta che ha visto terminare nel 2000 le operazioni di bonifica dei serbatoi da parte del Ministero della difesa e che sebbene i militari hanno dichiarato che l'arsenico è un elemento di origine naturale non riconducibile né nell'iprite né nel fosforo e che quindi la fonte della contaminazione del lago va ricercata altrove, di fatto entro l'anno inizieranno i lavori di bonifica del lago, che erano già stati programmati in previsione della dismissione del sito considerato che il direttore dell'Nbc ha confermato già la presenza dei fondi necessari;
come il Ministro responsabile della gestione e della bonifica dei siti contaminati


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in aree non militari intenda provvedere nell'immediato al fine di arginare i gravissimi pericoli ambientali derivanti dagli ordigni che continuano a rilasciare i loro veleni.
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