XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 850 di giovedì 14 settembre 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

      (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Bonafede, Matteo Bragantini, Brunetta, Fedriga, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Galati, Guerra, La Russa, Lauricella, Locatelli, Mannino, Marazziti, Marcon, Antonio Martino, Mazziotti Di Celso, Pannarale, Pes, Pisicchio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Schullian, Sottanelli, Simone Valente e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centocinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione delle mozioni Carfagna, Lupi, Abrignani, Castiello, Cirielli, Chiarelli ed altri n. 1-01557, Brignone ed altri n. 1-01661, Silvia Giordano ed altri n. 1-01665, Gadda ed altri n. 1-01666, Vargiu ed altri n. 1-01667, Fossati ed altri n. 1-01669 e Vezzali ed altri n. 1-01689 concernenti iniziative in materia di raccolta e donazione dei farmaci non utilizzati (ore 9,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Carfagna, Lupi, Abrignani, Castiello, Cirielli, Chiarelli ed altri n. 1-01557, Brignone ed altri n. 1-01661, Silvia Giordano ed altri n. 1-01665, Gadda ed altri n. 1-01666, Vargiu ed altri n. 1-01667, Fossati ed altri n. 1-01669 e Vezzali ed altri n. 1-01689 concernenti iniziative in materia di raccolta e donazione dei farmaci non utilizzati (Vedi l'allegato A).

Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 17 luglio 2017, sono state presentate le mozioni Gadda ed altri n. 1-01666, Vargiu ed altri n. 1-01667, Fossati ed altri n. 1-01669 e Vezzali ed altri n. 1-01689, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. La rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Prima di esprimere il parere sulle singole mozioni, vorrei semplicemente utilizzare parte di questo tempo per dare conto di un problema sollevato nella discussione sulle linee generali, e credo anche nelle dichiarazioni di voto, che la necessità di queste mozioni è nata anche per un ritardo oggettivo da parte del Ministero della salute nell'adozione, che gli veniva data, di un decreto attuativo rispetto alla legge n. 166. Il tema, come i colleghi sanno bene, è un tema complesso, e il Ministero in questo periodo ha lavorato con una serie di soggetti importanti per arrivare ad una emanazione, che è ormai imminente, del decreto di adozione.

Alla luce di questo, le stesse mozioni, l'arricchimento e gli impegni, soprattutto, che sono stati chiesti al Governo sono stati oggetto proprio di un'attenta valutazione del testo per arrivare alla emanazione dello stesso decreto. In particolare, credo che da questo punto di vista ci sono solo alcune perplessità rispetto alle premesse di alcune mozioni che hanno affermato, in maniera del tutto impropria, che la legge n. 166 non è attutata, mentre invece è immediatamente operativa, per via del fatto che ci sono ulteriori disposizioni legislative e non semplicemente questo unico decreto. Questo, credo, è anche per correttezza parlamentare tra il Governo e quest'Aula, e, alla luce proprio di questo, mi pare del tutto evidente che noi siamo di fronte ad un argomento che è di interesse generale, non solo per contrastare una povertà vera, che avviene sull'utilizzo dei farmaci e soprattutto dell'uso della donazione di farmaci scaduti, e dentro questo, ad esempio, la mozione in particolare dei colleghi 5 Stelle si è invece concentrata sull'elemento del confezionamento dei farmaci.

Ricordo anche qui, semplicemente in maniera molto sintetica, che siamo di fronte ad una questione che ha già avuto nel corso del tempo, se si ritorna indietro sono quasi trent'anni, un'attenzione particolare sul confezionamento dei farmaci, e, proprio per questo, vorrei rassicurare anche qui i colleghi 5 Stelle che per il Ministero questo elemento continua ad essere molto attenzionato e, da questo punto di vista, in qualche modo si terrà conto nell'evoluzione complessiva. Con queste premesse molto sintetiche, per dare conto anche all'Aula un po' del contesto, si esprime un parere favorevole alla mozione Carfagna, tranne l'impegno numero 3, su cui si chiede una riformulazione: ad assumere ogni opportuna iniziativa di competenza nell'ottica di garantire una piena uniformità di varie tipologie di interventi umanitari, prendendo spunto dagli esempi forniti da modelli virtuosi già adottati in alcune realtà locali, tra cui quello partenopeo.

Sulla mozione Brignone, parere favorevole, tranne l'impegno 5, su cui si chiede una riformulazione, nel senso che venga preceduto dall'espressione: valutare la possibilità di. Sulla mozione Silvia Giordano parere favorevole su tutti gli impegni. Sulla mozione Gadda parere favorevole con una riformulazione al punto 4. L'ultimo periodo sia sostituito dal seguente: e li somministrano, fermo restando che tutte dispongano di personale sanitario. Sulla mozione dell'onorevole Vargiu il parere è favorevole, tranne l'impegno numero 5, ove il parere è favorevole se preceduto dall'espressione: valutare la possibilità di.

Sulla mozione Fossati il parere è favorevole, tranne all'impegno 2, su cui si chiede la riformulazione nel senso che venga preceduto dall'espressione: valutare la possibilità di. Sulla mozione dell'onorevole Vezzali il parere è favorevole su tutti gli impegni, tranne l'impegno numero 3, che si chiede di riformulare, facendolo precedere dall'espressione: valutare la possibilità di.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Amici. Do per scontato, come abbiamo fatto ieri, che sulle premesse, in questo caso, il parere del Governo è favorevole. Va bene?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli. Ne ha facoltà.

ORESTE PASTORELLI. Grazie, signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, ancora una volta siamo costretti a discutere mozioni che indirizzano il Governo a rispettare gli impegni presi. Oggi siamo chiamati a votare perché, ad oltre un anno dall'approvazione della buona legge contro gli sprechi alimentari, che contiene una norma con la quale si modifica la disciplina sui sistemi di raccolta di medicinali inutilizzati e sull'eventuale successivo impiego dei medesimi, il decreto attuativo di tale norma non è ancora stato emanato. La Ministra della Salute aveva 90 giorni dall'entrata in vigore della legge per rendere applicabile un provvedimento che aiuta famiglie e persone in difficoltà nell'accesso al diritto alla salute. Il tempo è abbondantemente scaduto e per colpa, ci auguriamo, di lentezze burocratiche ci troviamo di fronte a un nulla di fatto.

Questo è un provvedimento, a costo zero per la spesa pubblica, che darebbe senza dubbio una risposta, anche se parziale, a quei milioni di italiani che non riescono a curarsi perché non possono comprare o pagare il ticket per farmaci che non sono a totale carico del sistema sanitario nazionale. Mi chiedo e chiedo al Governo perché questo non sia ancora stato fatto e mi auguro che l'approvazione di queste mozioni serva a colmare rapidamente questa mancanza. Ovviamente, la componente socialista voterà a favore di tutte le mozioni che chiedono la pronta emanazione del decreto attuativo della Ministra della salute previsto dall'articolo 15 della legge n. 166 dello scorso anno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti.

PAOLA BINETTI. Questa è una di quelle mozioni semplici, che possono veramente raccogliere l'unanimità dell'Aula. Intervenire perché i farmaci non vadano sprecati è una di quelle cose che il buonsenso di tutti sente come proprie, e le sente perché le battaglie più grosse che noi stiamo cercando di sconfiggere in questo periodo sono la battaglia contro la povertà, la battaglia contro la malattia, la battaglia contro la solitudine, e stiamo cercando di farlo in una logica inclusiva, certamente che riguarda quelle fasce di persone che non hanno un accesso diretto all'assistenza sanitaria. Penso al grande popolo degli immigrati, ma penso anche a quei famosi undici milioni di italiani, che ci sono rimasti tutti sulla coscienza, che non si potevano curare per mancanza di mezzi. Fu un dato Istat. Sembra incredibile che in un sistema sanitario così avanzato e così straordinariamente illuminato come il nostro si possano creare situazioni di questo tipo. Per contro, abbiamo farmaci che si accumulano nelle micro farmacie domestiche che poi vengono buttati, e vengono anche buttati male, per cui aumentano il livello di inquinamento.

PRESIDENTE. Bisogna che concluda, onorevole Binetti. Purtroppo, lei ha un minuto e lo abbiamo ampiamente passato.

PAOLA BINETTI. Concludo dicendo che veramente il mio auspicio è che questa mozione non solo passi, ma che tutti gli impegni che vengono richiesti diventino davvero operativi, che non sia come acqua che scorre via, che le persone possano ottenere i farmaci di cui hanno bisogno nei tempi e nei momenti opportuni.

PRESIDENTE. Con rammarico, ma devo ringraziarla per il tempo impiegato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Menorello. Ne ha facoltà.

DOMENICO MENORELLO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, bene fa oggi la Camera a sollecitare il Governo ad emanare quel decreto previsto dall'articolo 15 della legge n. 166 del 2016 per le iniziative sociali di recupero dei farmaci. I deputati dei Civici e Innovatori per l'Italia non solo voteranno con convinzione le mozioni o parti di esse che contengono tale indirizzo, ma auspicano anche che il Governo licenzi finalmente la normativa attuativa, sapendo rispondere nel senso più ampio e aggiornato possibile alle più acute necessità sociali. Offriamo perciò un contributo in tal senso attirando l'attenzione sulle nuove emergenze sanitarie internazionali.

Fra i casi più preoccupanti vi è la situazione del Venezuela che è stato oggetto del recente accorato dibattito della Camera dello scorso 18 luglio, nel quale i gruppi parlamentari, pressoché all'unisono, hanno invocato fattivi interventi a favore della popolazione venezuelana. La carenza di medicine nel Paese è dell'85 per cento, dichiarava ancora il 27 gennaio il presidente della federazione farmaceutica del Venezuela, tant'è che il Parlamento, probabilmente in uno dei suoi ultimi atti, aveva dichiarato la crisi sanitaria umanitaria. La situazione sembra peggiorare giacché nelle cronache della stampa venezuelana del 7 settembre si legge che lo scarseggiare dei vaccini sta facendo temere per possibili epidemie di patologie che sembravano sradicate, al punto che in una settimana del corrente mese sono morti quattro bambini per difterite nel solo Ospedale di Maturìn. Molte Onlus si stanno mobilitando per questa emergenza proprio sul versante della raccolta di medicinali da inviare in Venezuela e in altri Paesi colpiti da tragedie simili. Il decreto del Governo che oggi la Camera sollecita dovrà allora, opportunamente e urgentemente, considerare e valorizzare anche questo meritorio e necessario orizzonte internazionale della solidarietà italiana.

PRESIDENTE. Avevano chiesto di parlare per dichiarazione di voto gli onorevoli Taglialatela e Gigli che però non vedo in Aula, si intende che vi abbiano rinunciato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vezzali. Ne ha facoltà.

MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie Presidente. Governo, colleghi, il nostro Paese sta attraversando un periodo di crisi economica importante che registra la crescita del numero dei poveri, delle persone sole, soprattutto anziane, di famiglie che si vedono costrette a fare rinunce, alcune delle quali investono anche la sfera della salute. Questo è un dato sul quale va fatta una riflessione soprattutto perché da anni parliamo dell'importanza della prevenzione senza essere riusciti finora ad incidere efficacemente sui tempi di attesa per le prestazioni in convenzione. Le statistiche recenti parlano di 12 milioni di persone considerate povere, circa un quinto della popolazione censita, di cui quasi 2 milioni di famiglie in povertà assoluta. Dunque, 5 milioni di individui che fanno fatica a sopravvivere. Ci sono persone in queste categorie, e non solo, che rinunciano alle cure dentistiche e che fanno a meno di indagini diagnostiche a pagamento e in non pochi casi optano per l'acquisto di farmaci equivalenti nella speranza di ottenere il medesimo risultato, ma a un costo inferiore.

A questo quadro di difficoltà si contrappone un enorme spreco di medicinali che emerge da un rapporto sui rifiuti urbani nel 2016 e che parla di 1.260 tonnellate di farmaci finiti nella spazzatura con un costo presunto per lo smaltimento che è vicino ai dieci milioni di euro. Le indagini evidenziano una percentuale di spreco vicina al 40 per cento del totale, con un valore di quasi 2 miliardi di euro che potrebbero invece essere più efficacemente investiti su servizi e interventi per la salute dei cittadini. È inutile discutere su un corretto uso delle prestazioni in convenzione e su come si potrebbe evitare di farsi prescrivere l'inutile. Ci sono migliaia di famiglie che hanno in casa medicamenti per ogni tipo di sintomo, da antibiotici, sciroppi, analgesici, pomate, che non vengono utilizzati, ma che ci si fa prescrivere per eccesso di prudenza o per ogni eventualità. Quella dotazione minima che ci fa stare tranquilli per avere una risposta pronta in caso di bisogno. Farmaci a cui siamo allergici, ma lo scopriamo solo dopo aver assunto la prima dose. Una confezione di 10 o 20 compresse che finisce per essere accantonata e alla quale si aggiunge la seconda di diversa composizione e di cui ne useremo solo un terzo per i pochi giorni di cura che ci viene prescritta. A questi farmaci specifici o ad ampio spettro, vanno aggiunti tutti quelli che curano patologie importanti, malattie croniche o disturbi acuti, e tutti quelli ad uso veterinario di cui dobbiamo disfarci perché scaduti, confezioni mai aperte che finiscono fra i rifiuti.

Un diritto alla salute che sottraiamo a chi ne ha veramente bisogno, uno spreco a carico della spesa sanitaria nazionale a cui tutti concorriamo salvo lamentarcene. In questo contesto si collocano le mozioni che stiamo discutendo e che ci apprestiamo a votare: la necessità di regolamentare cioè la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi. Norme introdotte con la legge n. 166 del 2016 che demandava però al Ministero della salute l'emanazione di un decreto che non c'è ancora. Un provvedimento che farebbe ordine in un contesto nel quale già esistono esempi virtuosi, come quello avviato in Campania, che potrebbe mettere in rete decine di associazioni e volontari con i donatori al fine di aiutare chi ne ha bisogno, assicurare i farmaci a chi non ha le risorse per acquistarli e valorizzare un patrimonio potenziale che altrimenti è destinato al macero. Donare farmaci è di utilità sociale solo se la donazione passa attraverso un controllo medico e se la conservazione degli stessi è fatta in modo corretto. Una buona educazione ed un corretto approccio a questa tematica consiglierebbe anche di evitare il ricorso alle automedicazioni, purtroppo abbastanza diffuse, che non rispondono a precisi protocolli o a reali esigenze del paziente.

Con queste mozioni abbiamo compreso che ci sono due realtà che potrebbero divenire complementari se solo fossimo capaci di fare una corretta informazione e se imparassimo a dare il giusto valore ad una quantità esagerata di pasticche di diverse dimensioni e colore, di fiale e pomate che contengono principi attivi utili, ma che troppo spesso gestiamo con superficialità perché non abbiamo realmente bisogno, mentre esistono persone a noi vicine che sono costrette a rinunciare a curarsi perché indigenti. Dovremmo trovare il giusto equilibrio e far funzionare le disposizioni esistenti così da valorizzare ciò che può essere una risposta e tagliare la spesa sia sanitaria, sia per i rifiuti. Annuncio, pertanto, il voto favorevole del gruppo Scelta Civica-Ala sulle mozioni condivise dal Governo.

PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brignone, che però non è in Aula, si intende che vi abbia rinunziato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie Presidente. Colleghi, prima di entrare nel merito della mozione che come gruppo della Lega abbiamo sottoscritto voglio partire da un dato importante, che sono appunto i numeri che sono stati dati dell'Istat ultimamente che hanno evidenziato una situazione che vive la nostra comunità a tinte fosche. Aumenta difatti la povertà sanitaria nel nostro Paese ovvero aumenta il numero di persone e di famiglie che non hanno abbastanza risorse a disposizione per poter acquistare quelli che sono farmaci da banco necessari. Ci riferiamo appunto gli antinfiammatori, antipiretici, ai prodotti contro la tosse e contro il raffreddore addirittura per pagare il ticket quando c'è. Complessivamente si stima che gli italiani poveri sono ormai aumentati notevolmente rispetto allo scorso anno, circa 500.000 in più. E proprio i costi di medicinali rappresentano per queste famiglie, per questa popolazione una voce pesante perché chiaramente è un bene di necessità fondamentale, ed è cresciuta fortemente quindi la richiesta di medicinali da parte di 1.663 enti assistenziali sostenuti appunto da Banco farmaceutico per un totale di 577.000 persone assistite. Quindi parliamo del 37 per cento in più rispetto al 2015, ma che rappresentano soltanto il 12 per cento dei poveri italiani. Quindi, i numeri che sono stati evidenziati dal rapporto del 2016 sulla povertà sanitaria indicano che dopo il calo registrato nell'anno precedente la povertà purtroppo continua ad aumentare e la mancanza di queste risorse va a penalizzare soprattutto la salute. In tre anni indica il rapporto del Banco farmaceutico la richiesta è salita del 16 per cento, ma queste difficoltà non riguardano soltanto quelle che sono le famiglie indigenti, quindi i più bisognosi, ma si stima che 12 milioni di italiani hanno dovuto limitare fortemente il numero di visite mediche, gli esami di accertamento, per motivazioni di tipo economico.

Importanti sono anche i numeri relativi ai medicinali che sono stati raccolti durante la giornata della raccolta del farmaco, un'iniziativa alla quale hanno aderito circa 3.681 farmacie. Quindi, una crescita rispetto a tre anni fa di circa il 10 per cento e complessivamente circa 354 mila le confezioni che sono state raccolte nelle farmacie.

Con la mozione che noi abbiamo sottoscritto vogliamo segnalare un'esperienza che è stata maturata in un contesto delicato, difficile e particolare che riguarda, appunto, la Campania, in modo particolare Napoli e tutta la provincia di Napoli. Si tratta di un'iniziativa che è stata denominata “farmaco per tutti”, nata da una geniale - lo diciamo - intuizione da parte dell'Arcidiocesi di Napoli e in modo particolare da parte del cardinale Crescenzio Sepe che, d'intesa con le associazioni e con i soggetti che operano sul territorio e soprattutto con l'ordine dei farmacisti della provincia di Napoli, il cui presidente, professore Vincenzo Santagata, è stato uno dei primi interlocutori e collaboratori più attivi proprio nella definizione di quello che doveva essere il perimetro di questa iniziativa, successivamente ha coinvolto Federfarma e ha incluso nel nucleo dell'organizzazione anche l'azienda sanitaria dell'ospedale Pausilipon, che è una delle realtà antiche più importanti e storiche della città partenopea.

In buona sostanza rispetto a tutte quelle che sono le altre iniziative che avvengono nel contesto nazionale, che sono sicuramente lodevoli e che maturano rispetto a questa difficoltà, quella di Napoli viene segnalata perché ha una peculiarità diversa rispetto alle altre. E qual è? Quella di essere in un'iniziativa - appunto, il banco farmaceutico - che non è un'iniziativa annuale ma è permanente, nel senso che è un'iniziativa che vale 365 giorni all'anno e, lo ripetiamo, è fondata sul volontariato e quindi svolge un'effettiva attività di recupero di quelli che sono i farmaci che sono rimasti inutilizzati, ad esempio perché le cure sono state interrotte perché purtroppo la persona curata è venuta a mancare e quindi sono farmaci validi, sono farmaci utili, che dai cittadini, dai gruppi e dalle stesse aziende vengono conferiti presso le singole farmacie che quindi mantengono sempre quotidianamente questa loro funzione di sportello. Una volta che viene raccolto il farmaco viene trasferito poi in questo centro di raccolta che opera all'interno di un'altra realtà importante, che è l'ospedale Annunziata, e qui i farmacisti volontari, facenti parte appunto dell'unione dei farmacisti cattolici, svolgono volontariamente - lo ripetiamo: quindi a titolo assolutamente gratuito - un'azione di verifica, di catalogazione e di controllo per quanto riguarda, appunto, l'ottima conservazione di questi farmaci.

Ad oggi sono circa 150 le farmacie della città di Napoli e della provincia che hanno aderito a questa iniziativa e questo per noi - e soprattutto per me, che vengo da quei territori - è un pregio assoluto perché ha portato ad un risparmio di circa un milione e mezzo di euro su quello che è il servizio sanitario nazionale. Quindi, è un'esperienza fortemente lodevole che va appunto fortemente valorizzata, il tutto nell'obiettivo che lo Stato, e quindi l'associazionismo, il mondo del volontariato, gli ordini professionali e la Chiesa presenti sul territorio, debbano promuovere e continuare a promuovere questo grande sforzo e noi dobbiamo dare tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno.

È in quest'ottica che, a nostro avviso, come già abbiamo fatto notare durante il corso del dibattito che ha visto l'approvazione della legge n. 116 del 2016, inserire all'articolo 15 una questione come quella della raccolta e della donazione dei farmaci avrebbe sicuramente meritato un capitolo a parte. Perché? Perché bisogna ricordare che nel testo la questione della donazione dei farmaci è stata inserita soltanto in un articolo e ciò è avvenuto nel corso dell'esame degli emendamenti che sono stati presentati in Commissione. Quindi, c'è stata sicuramente poca attenzione su una questione delicata che, torno a dire, è una questione che va affrontata e che va fortemente sostenuta.

Infatti, il comma 1-bis, introdotto dalla legge n. 116 del 2016, demanda ad un successivo decreto del Ministero della salute, che avrebbe dovuto essere predisposto entro 90 giorni dall'entrata in vigore di questa legge, ma naturalmente, purtroppo per i continui ritardi a cui questo Governo ormai ci ha abituato, non ci risulta al momento che il Ministero della salute abbia approvato il decreto previsto, che dovrebbe disciplinare quanto sopra richiamato. Dunque, si è penalizzata una compiuta normativa sul compresso della raccolta e della distribuzione dei farmaci non utilizzabili.

Per questo, come è stato anche indicato negli impegni della mozione che abbiamo sottoscritto, appare indifferibile la necessità che si predispongano al più presto interventi per dare seguito a questo dettato normativo di cui alla legge n. 166 del 2016, affinché sia emanato il decreto ministeriale necessario proprio al fine di individuare concretamente il sistema di raccolta e di donazione dei farmaci non utilizzati, prevedendo dunque una reale e decisa attuazione al diritto alla salute anche nei confronti - lo ripetiamo - di quella parte della popolazione che vive purtroppo in uno stato di indigenza e che in tal modo si vedrebbe in qualche modo riconosciuta la possibilità di poter accedere, in maniera tranquilla e in maniera semplice, a quelli che sono i medicinali che sono necessari per le proprie cure, essendo appunto medicinali che riguardano la salute. Quindi, stiamo cercando di affrontare un problema che riguarda la salute dei cittadini e - lo ripetiamo - non solo appunto delle popolazioni indigenti, visto il numero notevole ormai di difficoltà che vive il nostro Paese, che vivono i cittadini e che vivono gli italiani, i quali oggi non riescono più nemmeno ad organizzarsi per andare a fare un semplice esame per i costi che ci sono. Per cui l'iniziativa che hanno messo in campo la Campania e Napoli in questo momento è un'iniziativa che va valorizzata e che va sostenuta - ripetiamo - perché è un'iniziativa quotidiana rispetto alle altre che ci sono a livello nazionale, ma che comunque sono iniziative che hanno - come dire - una sequenza annuale. A Napoli e in provincia di Napoli questa iniziativa si svolge tutti i giorni grazie a questa coscienza forte che è venuta fuori dal mondo della chiesa, dal mondo cattolico, dalle istituzioni, dal volontariato e dall'ordine dei farmacisti, che permette a queste popolazioni indigenti di poter risolvere un problema importante che riguarda - lo ripetiamo - il bene primario di un cittadino, per l'appunto la difesa e la tutela della salute (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,32).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

(Ripresa dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Grazie, Presidente. Noi interveniamo su un punto oggi nella discussione e nella votazione delle mozioni che fortunatamente fa parte di un contesto che attraverso l'approvazione della legge n. 166 del 2016 si è mosso in modo positivo. È il contesto di un Paese in cui le associazioni di volontariato, le ex, la rete Onlus, perché nel frattempo le abbiamo abrogato e abbiamo cambiato lo status di questi enti del terzo settore ma la sostanza è la stessa, si sono mosse. Noi abbiamo decine di esperienze realizzate nel Paese che hanno aumentato la loro intensità e c'è un clima diffuso di attenzione, vuoi per motivi di carattere ambientale dato il flusso delle merci che si riesce a salvare dallo spreco e dal degrado che costituiscono un peso minore per l'ambiente, vuoi di carattere solidaristico, perché è chiaro che riuscire a utilizzare prodotti importanti, tutti i prodotti alimentari, i prodotti farmaceutici ed altro, per intervenire a favore degli strati più deboli, più fragili e bisognosi della popolazione è un fatto che non basta ma alimenta un circuito di solidarietà importante e solleva una parte della popolazione dalla povertà.

Dentro questo contesto dobbiamo, però, dare una sveglia al Governo in questo caso e la sveglia sta nel contenuto principale delle mozioni che oggi discutiamo, cioè la necessità di approvare il decreto rapidamente, di emanare il decreto rapidamente in modo che possa consentire a tutte queste forze che si stanno già mobilitando, in accordo con gli enti pubblici territoriali, di lavorare in un quadro di certezze, in un quadro il più possibile sburocratizzato e in quadro il più possibile efficace.

Questo è il senso a cui noi ci associamo, anche perché viviamo in un contesto in cui, giorno dopo giorno e settimana dopo settimana, si aggrava il quadro del rapporto tra i cittadini di questo Paese e il Sistema sanitario nazionale, non perché il Sistema sanitario nazionale sia un sistema che vive una sua inefficienza grave. Certo, ci sono luci ed ombre, come sempre, ma il nostro è un sistema, che, se non venisse continuamente definanziato, saprebbe assicurare una sufficiente e qualche volta eccellente risposta ai bisogni di salute della popolazione.

Il problema è un altro. È il fatto di definanziarlo e di non curare la necessità degli investimenti in capitale, in capitale umano, di cui il sistema avrebbe bisogno; la pratica dei ticket e il costo dei ticket sono meccanismi che messi insieme producono un allontanamento dei cittadini dal sistema.

Noi abbiamo dei dati paurosi in questo senso e altri colleghi l'hanno ricordato: 13 milioni di italiani sono in difficoltà nel pagare le prestazioni sanitarie: 8 milioni di italiani hanno dovuto utilizzare il loro risparmio o indebitarsi per poter praticare delle cure; 2 milioni di italiani sono entrati nell'area di povertà a causa delle spese sanitarie sostenute, quando succede che un congiunto o un familiare abbisognano di interventi sanitari o socio-sanitari, pensiamo agli interventi relativi alla non autosufficienza. E, l'ultimo dato drammatico, 12 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi perché non più nella condizione economica di poterlo fare.

Questo il quadro su cui ci stiamo muovendo. Quindi, la sveglia in questo senso al Governo, è una sveglia allarmata e non riguarda in questo caso un fatto, “piccolo”, lo dico tra virgolette, ma deve essere un evento sentinella, per muovere - lo vedremo nella legge di bilancio - una politica diversa, che rimetta al centro il diritto alla salute dei cittadini e consenta al sistema, ormai fermo nel suo rinnovamento, nel rinnovamento di personale, nel rinnovamento tecnologico e nel rinnovamento strutturale, di ripartire. Noi abbiamo bisogno che il Sistema sanitario nazionale possa rapidamente ripartire.

In questo contesto e con questo auspicio, una sola parola sulla questione “ambientale”, tra virgolette. Io ho letto dei numeri, li analizzammo anche quando approvammo la legge n. 166. Dice ISPRA un dato riguardo riguardante 1.968 comuni - e, quindi, soltanto il 24,5 per cento dei comuni italiani - indicano una quantità di rifiuti farmaceutici di circa 1.270 tonnellate, dei quali 92,4 tonnellate di farmaci scaduti pericolosi e 1.178 tonnellate di farmaci scaduti non pericolosi. Io immagino che noi dovremmo fare, per dare l'idea della visibile quantità, dovremmo fare una ricostruzione grafica e magari digitale di quanti sono 1.278 tonnellate. moltiplicate probabilmente per quattro. appunto perché è il 23 per cento del campione di farmaci inutilizzati.

Si tratta, cioè, di prodotti preziosi inutilizzati e inutilizzati per un'inefficienza del sistema. E non è solo la nostra legge, che non è ancora pienamente attuata per i ritardi, ma è anche quello che manca. Io penso agli sforzi che abbiamo fatto, che questo Parlamento ha fatto e anche che questo Governo ha fatto nelle finanziarie passate, per imporre in qualche modo alle case farmaceutiche il confezionamento monodose, per imporre una distribuzione che tenga conto della personalizzazione dell'uso del farmaco da parte dei pazienti. Sarebbe ragionevolmente semplice e giustamente oneroso, non eccessivamente oneroso, riuscire a organizzare la produzione, il confezionamento e la distribuzione del farmaco, per raggiungere una maggiore appropriatezza ambientale, nell'uso dei farmaci da parte della popolazione.

Ci vorrebbe poco, anche se qualche fastidio nel cambiare l'organizzazione aziendale. E noi, di fronte a un settore come quello dell'impresa farmaceutica, dobbiamo essere forti dal punto di vista dell'autorità pubblica, perché non è un problema fiscale, non è un problema di incentivi: è un problema ambientale ed è un problema di appropriatezza sanitaria. Questo è il prossimo passo a cui siamo chiamati. Le leggi ci sono già, gli orientamenti legislativi ci sono già. Devono diventare stringenti e soprattutto devono essere attuati. Naturalmente il nostro plauso a gran parte delle mozioni che sono state presentate (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.

ANTONIO MAROTTA. Grazie Presidente. Preannuncio che voteremo a favore della mozione da noi sottoscritta e delle altre su cui il Governo ha espresso parere favorevole, in materia di raccolta e donazione dei farmaci non utilizzati.

Vorrei innanzitutto fare una premessa di carattere generale, per poi inquadrare in questa premessa l'argomento che siamo trattando.

Il diritto alla salute è previsto dall'articolo 32 della Costituzione come diritto fondamentale dell'individuo, ma viene altresì esteso alla collettività nel suo insieme. Inoltre, sempre con riferimento all'articolo 32, è di estrema importanza sottolineare come la parte finale del primo comma recita che la Repubblica deve garantire cure gratuite agli indigenti, in riferimento ad una funzione essenziale dello Stato, ovvero quella di fornire prestazioni mediche gratuite nei confronti dei soggetti meno abbienti. L'intervento sociale si colloca, pertanto, in funzione della tutela della persona in tutti i suoi aspetti. Dal principio solidarista deriva, inoltre, il dovere finalizzato ad assicurare uno sviluppo pieno dell'intera compagine sociale, in modo da attuare il valore dell'uguaglianza e realizzare in modo compiuto il programma costituzionale in favore dei soggetti più deboli.

Infatti, l'articolo 2 della Costituzione promuove la solidarietà economica e sociale nei confronti delle persone al fine di tutelare, salvaguardare ed eliminare proprio quelle barriere economiche sociali, che limitano l'accesso delle persone alla fruizione dei beni primari, tra cui, appunto, la salute delle persone. Sono articoli, quindi, che introducono nel nostro ordinamento l'affermazione dei diritti fondamentali, che devono essere attuati nel migliore dei modi da parte dello Stato, per superare le problematiche come quella relativa alla povertà, di cui diremo di qui a un momento.

In tale contesto è alla luce del richiamato dettato costituzionale, si inserisce appunto la mozione al nostro esame, che è relativa alla raccolta e donazione dei farmaci non utilizzati dai cittadini. Quindi, con riferimento al principio sicuramente universale di solidarietà sociale, è fondamentale aiutare i soggetti indigenti a procurarsi farmaci in modo gratuito, per poter curarsi nel modo più congruo. Le nuove povertà derivanti dalla grave crisi economico-finanziaria, che ha colpito così gravemente il nostro Paese e di cui ora finalmente si vedono i primi segnali positivi di ripresa, costituiscono senza dubbio un ostacolo all'accesso alle terapie come dimostrato dal rapporto dell'Aifa. Infatti, tale studio rivela come rispetto al 2015, cioè nel 2016, la povertà sanitaria in Italia registra un forte aumento. Nel 2016 è cresciuta infatti dell'8,3 per cento la richiesta dei medicinali. In tre anni, inoltre la richiesta dei farmici è salita del 16 per cento, a fronte di un costante aumento degli indigenti assistiti. Le difficoltà non riguardano solo i poveri. Oltre 12 milioni di italiani e 5 milioni di famiglie hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami e gli accertamenti per motivazioni di tipo economico.

Pertanto, a fronte di questa situazione ed in attuazione, come detto, del dovere di solidarietà sociale, diventa fondamentale per il legislatore dare seguito al dettato normativo, di cui alla legge n. 166 del 2016. Tale legge regola organicamente, e in parte innova, la materia della distribuzione gratuita di beni essenziali per finalità solidaristiche.

L'obiettivo della legge è quello di realizzare un circolo virtuoso per le esigenze di tutela dei diritti fondamentali delle persone quali il diritto alla salute. Pertanto, la citata legge riduce in modo consistente il divario che esiste oggi tra la povertà e lo spreco. Infatti, come rilevato dalle premesse della mozione, il decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, stabilisce all'articolo 157 che si approntino, tramite un decreto, misure dirette a predisporre idonei sistemi di raccolta per i medicinali inutilizzati o scaduti. Ma il medesimo articolo 157 prevede anche la possibilità di utilizzare, da parte di organizzazioni senza fine di lucro, medicinali non utilizzati chiaramente e correttamente conservati ed ancora validi. È fondamentale pertanto garantire al cittadino la possibilità di recuperare e donare i medicinali non utilizzati, al fine di contrastare la povertà e di aiutare, in nome della solidarietà, le persone che non sono in condizioni economiche di procurarsi i farmaci.

Invero, risulta importante, oltre a salvaguardare il diritto alla salute del cittadino, porre l'attenzione nei confronti della solidarietà sociale e socio-assistenziale nei confronti di persone più sfortunate che non hanno la possibilità di curarsi nel modo dovuto. Compito dello Stato è quindi quello di assicurare tutti quegli interventi necessari per poter affrontare nel modo dovuto il contrasto alla povertà, che, come detto, non permette alla famiglia di curarsi in modo più opportuno e più consono. Contrastare lo spreco dei farmaci e porre le basi per un loro proficuo riutilizzo, soprattutto nei confronti delle fasce più povere della popolazione, costituisce pertanto un dovere fondamentale per lo Stato, da attuarsi nel migliore dei modi, in funzione, come detto, dei principi costituzionali a cui abbiamo fatto in premessa riferimento. Rendere efficiente ed efficace il sistema della distribuzione dei farmaci in modo gratuito diventa pertanto un elemento fondamentale, anche per la sostenibilità del nostro welfare. Occorre quindi favorire la distribuzione dei farmaci gratuiti in modo da assicurare il dovere di solidarietà nei confronti dei soggetti più deboli, che, proprio in questo particolare momento storico, stanno affrontando, a seguito di una grave crisi economica e finanziaria che, ripeto, ha colpito il nostro Paese, prove difficilissime. Pertanto, gli strumenti come la legge n. 166 richiamata e la sua concreta attuazione diventano un veicolo fondamentale per contrastare lo stato di indigenza di quella parte della popolazione che non ha la possibilità di accedere ai medicinali necessari per le proprie cure.

In virtù dei principi costituzionali, quindi, si attua quello spirito umanitario e solidaristico nei confronti della popolazione meno abbiente del Paese che vive in condizioni di disagio sociale, in particolare in alcune regioni - e qui facciamo espresso riferimento alla Campania e non solo - e su tutto il territorio nazionale. Nel ribadire il nostro voto favorevole, desidero pertanto sollecitare il Governo, che comunque ha operato in modo sempre positivo e costruttivo, ad attuare in modo definitivo la legge n. 166 del 2016; una legge di grande civiltà, che contiene le misure più opportune per definire un quadro sistematico che consenta di arrivare ad un'unità ed uniformità di indirizzo valida su tutto il territorio nazionale, che permetta di sviluppare programmi umanitari nei confronti delle fasce più deboli e più disagiate della nostra popolazione. Pertanto confidiamo nell'opera del Governo, che ha dimostrato in questa legislatura grande sensibilità per contrastare la problematica della povertà, al fine di definire in modo certo un quadro normativo che deve portare a superare le disfunzioni ancora presenti nel nostro ordinamento per affermare un pieno diritto alla salute di tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA. Presidente, colleghi, vorrei invitare quest'Aula a riflettere su qualche dato per meglio comprendere il contesto all'interno del quale si inserisce l'iniziativa che Forza Italia intende promuovere e sottoporre all'attenzione di quest'Aula con la presentazione della mozione oggi in discussione.

In Italia sono 4.700.000 circa le persone che vivono in condizioni di povertà assoluta, e a questo si devono aggiungere gli oltre 10 milioni di italiani che versano in condizioni di povertà relativa. E quando parliamo di povertà assoluta o relativa parliamo di condizioni di disagio tali, di fragilità tali da rendere difficile se non impossibile soddisfare i bisogni fondamentali. A queste persone mancano i beni primari per condurre un'esistenza dignitosa, e questo purtroppo significa anche, nonostante in Italia vi sia il Servizio sanitario nazionale, non avere la possibilità di curarsi in maniera adeguata. Chi vive in questa situazione di estremo disagio conduce un'esistenza di privazioni e non si può neanche comprare i farmaci che il medico gli prescrive per potersi curare. I dati del settimo rapporto Censis al riguardo sono spaventosi: gli italiani in difficoltà nel pagare le prestazioni sanitarie che non sono riusciti ad ottenere dal Servizio sanitario nazionale sono circa 13 milioni; 8 milioni hanno invece dovuto utilizzare i loro risparmi o purtroppo indebitarsi per poter praticare delle cure; 2 milioni sono gli italiani entrati nell'area di povertà proprio per le spese sostenute per far fronte a cure mediche per loro stessi o per i loro familiari; 12 milioni di italiani - questo forse è il dato più raccapricciante - hanno rinunciato a curarsi perché non avevano i soldi per farlo.

Ancora, secondo i dati forniti dal Banco farmaceutico, nel 2016 la richiesta di medicinali da parte degli enti caritatevoli è cresciuta dell'8,3 per cento, e le persone aiutate da tali enti sono state circa 600 mila, con un incremento del 37 per cento rispetto all'anno precedente. Allora, di fronte a tutto questo, è chiaro che è compito delle istituzioni mettere in campo iniziative organiche, di sistema, per alleviare le sofferenze delle fasce più deboli della popolazione, anche attraverso misure di sostegno al reddito che abbiano come finalità la fuoriuscita dallo stato di necessità e l'inclusione all'interno del mercato del lavoro. Ma nel frattempo abbiamo il dovere di fare presto, di fare del nostro meglio per provare a migliorare la qualità della vita di queste persone, mettendo in campo iniziative efficaci volte a garantire loro il diritto alla salute. Allora in questo quadro non si possono che accogliere con favore determinate iniziative nate dall'impegno dei singoli sul territorio, iniziative che sono degne di nota, degni di lode, e che dovrebbero essere prese ad esempio e replicate su tutto il territorio nazionale.

Mi riferisco all'iniziativa “Un farmaco per tutti”, che a Napoli ha dato vita ad un'importante raccolta di medicinali destinati altrimenti a diventare rifiuti; medicinali che, invece di finire nella spazzatura, sono serviti a curare persone spesso bisognose ed indigenti. Sono quasi due anni che nel capoluogo campano e in provincia è attivo questo progetto, nato su iniziativa del cardinale Crescenzio Sepe e grazie alla lungimiranza dell'Ordine dei farmacisti della provincia di Napoli e del suo presidente, Vincenzo Santagada, di Federfarma e dell'azienda ospedaliera Santobono-Pausilipon. Il progetto ha come finalità l'utilizzo di farmaci le cui confezioni siano integre, ma anche di prodotti diversi dai farmaci, come dispositivi medico-chirurgici o integratori non ancora scaduti, provenienti da donazione spontanea da parte dei cittadini e delle aziende farmaceutiche. Il tutto per finalità umanitarie e di assistenza socio-sanitaria. I farmaci raccolti all'interno delle farmacie che si sono rese disponibili in questi due anni, previa catalogazione presso la struttura messa a disposizione dell'ospedale dell'Annunziata vengono poi smistati ai vari enti assistenziali che hanno aderito all'iniziativa. L'iniziativa “Un farmaco per tutti” si distingue per essere permanente (è possibile donare e raccogliere farmaci ogni giorno) e per essere fondata sul totale volontariato. Rappresenta un'esperienza virtuosa che costituisce l'espressione più autentica del principio di sussidiarietà nella forma più corretta del rapporto di collaborazione tra pubblico e privato. In neanche due anni (è stata promossa a dicembre del 2015) sono oltre 150 le farmacie di Napoli e della provincia che hanno aderito al progetto, raccogliendo e distribuendo oltre 70.000 confezioni di farmaci o dispositivi medico-chirurgici destinati a fasce di disagio e di difficoltà economica.

La distribuzione attenta e mirata di questi farmaci, tra le altre cose, pensate, ha permesso al Servizio sanitario nazionale di risparmiare qualcosa come 1 milione di euro.

Colleghi, quanto avviene a Napoli su base volontaria, dal dicembre 2015, ha di fatto anche precorso i tempi, perché ha anticipato la legge a cui più colleghi hanno fatto riferimento, la n. 166 del 2016, che contiene disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione dei prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi, adottata anche con la finalità di favorire il recupero e la donazione di prodotti farmaceutici.

Ma se i cittadini, i cittadini di Napoli e provincia, in particolare, hanno anticipato il legislatore, il Governo purtroppo sta dando risposte tardive, allungando inspiegabilmente i tempi, anche se accogliamo ovviamente con favore l'annuncio dato in apertura di seduta dal sottosegretario Amici, che prevede la pubblicazione immediata del decreto legislativo di attuazione della legge citata. Manca ancora, infatti, l'approvazione del decreto legislativo che dovrebbe introdurre una normativa compiuta, completa sul complesso della raccolta e della distribuzione dei farmaci non utilizzati.

La mozione che Forza Italia ha presentato in quest'Aula, che stiamo per votare e che mi auguro venga approvata con largo consenso - accogliamo il parere favorevole del Governo e anche la riformulazione proposta - prova a sopperire proprio a questa mancanza e impegna il Governo ad assumere ogni opportuna iniziativa volta a dare seguito al dettato normativo di cui alla legge n. 166 del 2016, affinché sia emanato al più presto il decreto ministeriale che ancora manca; ad assumere ogni opportuna iniziativa, anche attraverso la completa attuazione delle normative vigenti, che garantisca a tutti il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione; ma invitiamo anche il Governo a verificare se un modello di raccolta e di distribuzione farmaceutica per fini sociali basato sul totale volontariato, come quello che è stato adottato a Napoli sin dal 2015, sia replicabile anche su scala nazionale.

Io credo che quella di oggi sia una piccola, grande opportunità per fare qualcosa di concreto per le fasce più disagiate della nostra popolazione, per le fasce deboli della nostra popolazione, prendendo spunto da un'esperienza virtuosa che può e che deve rappresentare un modello di riferimento per tutto il territorio nazionale. Ci auguriamo e siamo, anzi, soddisfatti del fatto che il Governo abbia voluto raccogliere le nostre sollecitazioni, che abbia inteso e che abbia annunciato di volere emanare al più presto il decreto attuativo della legge n. 166, ma, soprattutto, auspichiamo davvero che un'iniziativa concreta come quella proposta dall'arcivescovo di Napoli e dall'ordine dei farmacisti napoletani, con il suo presidente Vincenzo Santagada, possa essere estesa senza ulteriori ritardi in tutta Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare in particolare il Governo per le rassicurazioni date, che, se vere - che dire? -, meglio tardi che mai! È vero che noi abbiamo puntato in particolare, nella nostra mozione, sul confezionamento dei farmaci e la ringrazio, anche qui, per le rassicurazioni date sul fatto che il Governo ci sta lavorando, però cerchiamo di stringere, perché, d'altronde, a dicembre fanno tre anni che noi, con un nostro emendamento in legge di stabilità, abbiamo approvato quell'emendamento sulla monodose. D'altronde, in tre anni, per quanto il Governo ci stia lavorando, non si è visto niente. Quindi, cerchiamo di dare un limite di tempo a questa approvazione e a questa attuazione.

L'uso consapevole delle risorse e la riduzione di ogni tipo di spreco rappresentano sempre più una necessità. La mancata emanazione del decreto sulla donazione dei medicinali, previsto dalla legge approvata all'unanimità quasi un anno fa, non è accettabile in un Paese dove aumenta la povertà sanitaria, ovvero il numero di persone e famiglie che non hanno abbastanza risorse a disposizione per acquistare i farmaci da banco necessari - antinfiammatori, antipiretici, prodotti contro la tosse e il raffreddore - o per pagare il ticket, quando c'è.

Secondo l'ultimo rapporto Istat, pubblicato il 17 luglio 2017, complessivamente gli italiani poveri non diminuiscono, anzi, per le famiglie con tre e più figli minori la povertà aumenta in maniera drammatica, passando dal 18,3 per cento al 26,8. La fotografia dell'Istat è desolante: nel 2016, infatti, si stima siano ancora un milione e 619 mila le famiglie residenti in condizioni di povertà assoluta, per un totale di 4.742.000 persone, segno che la situazione economica del Paese stenta a migliorare, tant'è che l'incidenza di povertà assoluta sul totale delle famiglie è pari al 6,3 per cento.

La risposta ai problemi sanitari di tutte queste persone si è indebolita negli ultimi anni anche a causa dei continui tagli di spesa che hanno colpito il comparto sanitario. Ai tagli al finanziamento del Servizio sanitario nazionale hanno dovuto fare fronte le famiglie, la cui spesa per acquisto di prestazioni sanitarie e farmaceutiche appare in continua crescita. La spesa sanitaria complessiva pro capite finanziata direttamente dalle famiglie è pari a 560 euro.

In questo contesto, il rapporto ODF del 2016 torna a porre al centro dell'attenzione pubblica un tema troppo spesso sottovalutato: quello della povertà sanitaria, ovvero la condizione in cui versano migliaia di uomini e donne che, per le più varie ragioni, non riescono a trovare risposta alle proprie esigenze mediche nell'ambito del Servizio sanitario nazionale.

La mancata gratuità di alcuni farmaci necessari, a partire da quelli da banco, espone le persone indigenti all'elevata probabilità di rinunciare ad una serie di cure, allungando i tempi di guarigione o compromettendo la propria salute. È necessario agire perché queste persone possano avere diritto a tutti i tipi di medicinali in maniera controllata e corretta.

Al tempo stesso, non accenna a diminuire il fenomeno dello spreco dei medicinali e, secondo quanto emerge dal rapporto sui rifiuti urbani dell'Ispra del 2016, sono migliaia le tonnellate di farmaci scaduti che finiscono nei rifiuti delle famiglie e tale spreco comporta importanti conseguenze negative anche sull'ambiente, a causa dello smaltimento di tonnellate di medicinali definiti dalla vigente normativa rifiuti sanitari, soggetti a procedure di raccolta e smaltimento molto rigorose. I farmaci, infatti, non possono essere smaltiti in discarica, perché, uniti ad altri rifiuti, potrebbero dare luogo ad emanazioni tossiche, inquinando il percolato. Inoltre, la presenza di antibiotici nei rifiuti potrebbe favorire la selezione di ceppi di microbi e virus molto pericolosi.

Uno studio del British Medical Journal - scrive l'ANAAO - affronta il problema del confezionamento di farmaci costosi, come quelli oncologici, distribuiti in fiale contenenti una quantità di principio attivo superiore a quella necessaria, quindi necessariamente sprecata, e calcola che il 10 per cento del volume dei farmaci erogati finirà nel cestino: quindi, l'equivalente di 1,6 miliardi di euro nel cestino.

Tra le cause dello spreco dei farmaci c'è senz'altro l'inappropriatezza prescrittiva; infatti, secondo il rapporto OsMed 12, nel 2015, il consumo di antibiotici è diminuito del 2,7 per cento, ma il loro impiego inappropriato supera il 30 per cento nelle condizioni cliniche degli adulti prese in esame (infezioni acute non complicate delle basse vie urinarie e delle vie respiratorie). Una metodologia adottata per le patologie croniche da Belgio, Paesi Bassi, Regno Unito e Svizzera è la medication review, che impegna il farmacista in uno “sconfezionamento” dei farmaci e in un loro successivo riconfezionamento in blister. Ciò permetterebbe di raggiungere due risultati straordinariamente positivi: in primo luogo, l'appropriatezza prescrittiva e, in più, l'enorme riduzione dello spreco di farmaci perché si azzererebbero i residui di confezioni inutilizzate.

L'abuso di farmaci non è correlato solo all'ambito ospedaliero o domestico, ma riguarda anche l'uso, ad esempio, degli antibiotici in veterinaria, che dovrebbe essere limitato al trattamento delle patologie e non esteso alla prevenzione o alla profilassi di gruppo o di allevamento e, parimenti, anche per i farmaci veterinari dovrebbe essere comunque garantito e sollecitato un utilizzo più appropriato, nonché forme di donazione per i medicinali non utilizzati. Anche su questo abbiamo già impegnato il Governo con una nostra mozione, aspettiamo i risultati.

Appare necessario che l'Italia introduca disposizioni normative efficaci sul confezionamento dei farmaci, sia ad uso umano sia ad uso veterinario, così da evitare una vendita di medicinali che non sia commisurata alla necessità terapeutica. È chiaro che per il trasferimento di tali medicinali non utilizzati è necessario un sistema efficiente di tracciabilità dei lotti dei medicinali ricevuti e distribuiti, nonché un rigoroso procedimento di qualificazione degli operatori soggetti coinvolti, così da evitare qualsiasi traffico o commercio non conforme e rischioso per la salute dei beneficiari.

In tal senso, l'atteso decreto del Ministero della salute, come previsto dalla legge n. 166 del 2016, appare necessario e non ulteriormente procrastinabile.

Le disposizioni concernenti la donazione dei medicinali non utilizzati sottendono, quindi, diverse questioni e problematiche, non solo specificatamente riferibili alla solidarietà sociale, ma anche alla tutela della salute ambientale, nonché alla correlata economicità del sistema sanitario, la cui spesa si contraddistingue per un'esponenziale e inappropriata crescita della spesa farmaceutica, da un lato, e per una sperequazione tra le popolazioni diversamente abbienti. Sperequazioni che uno Stato civile ha comunque il dovere di superare non già e non solo attraverso la cosiddetta filantropia, ma con misure dirette a garantire sia il reddito sia l'accesso a tutte le cure necessarie e appropriate.

Evitare lo spreco dei farmaci appare, dunque, necessario per garantire una salute più equa e più appropriata per tutti i cittadini e in tal senso è importante in primis garantire una capillare informazione ed educazione sull'uso appropriato dei medicinali attraverso il contributo e la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti, medici prescrittori, industrie farmaceutiche, farmacie e consumatori, nonché attraverso campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica: tutti.

Ma va benissimo la donazione dei farmaci, anzi, come abbiamo già detto, dovremmo anche muoverci, visto il ritardo del Governo, ma dobbiamo avere ben chiaro in mente che questo è un di più. Il vero dovere dello Stato è garantire realmente l'accesso alle cure a tutti i cittadini e non tagliare i fondi al Servizio sanitario nazionale e poi cercare di lavarsi la faccia con la donazione dei farmaci, che ben venga, ma è sempre un di più.

Detto questo, Presidente, e concludo, noi voteremo favorevolmente su tutte le mozioni, così come riformulate dal Governo, ad eccezione della mozione a prima firma Vargiu, di cui voteremo favorevolmente sia le premesse sia l'impegno, ad eccezione di due impegni, il 3 e il 7, che vorremmo votare separatamente per astenerci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA. Grazie, Presidente. La discussione di queste mozioni avviene in una giornata importante per moltissime associazioni di volontariato e per le imprese che hanno consentito, attraverso la loro scelta responsabile, di fare vivere giorno per giorno la legge n. 166 del 2016, cosiddetta “antisprechi”.

Oggi siamo ad un anno esatto dall'entrata in vigore di un provvedimento approvato a larghissima maggioranza da questo Parlamento e, soprattutto, condiviso nei contenuti da chi ogni giorno lo mette in pratica; ringrazio ulteriormente i colleghi che un anno fa hanno lavorato in modo costruttivo per arrivare all'approvazione di questo provvedimento e che oggi, in modo molto responsabile, condividono questo percorso.

I risultati ci sono, con percentuali a due cifre; ciascuno di noi, nei propri territori e attraverso le esperienze di moltissime associazioni, potrà testimoniare questo fatto. Una società attenta ai bisogni presenti e futuri dei propri cittadini guarda al contrasto allo spreco come a un'opportunità che interessa tutti gli ambiti del vivere.

Mangiamo, ci vestiamo, acquistiamo beni e consumiamo spesso in eccesso; allo stesso tempo, molte persone non hanno questa opportunità e le disuguaglianze che contraddistinguono la nostra società sono anche legate, purtroppo, all'accessibilità a beni e servizi, come la possibilità di curarsi in modo adeguato o il diritto a un'alimentazione sana ed equilibrata, che sono due elementi imprescindibili e molto collegati tra di loro.

Molti dei provvedimenti approvati in questa legislatura corrispondono all'esigenza di declinare in maniera differente un modello economico e di welfare che negli anni ha mostrato le sue criticità. La legge sull'agricoltura sociale, il “dopo di noi”, il reddito di inclusione, i bandi sport e periferie e la legge n. 166 agevolano il rapporto tra pubblico e privato in una logica di vera sussidiarietà, in grado di mettere al centro la dignità e l'autonomia delle persone.

Cari colleghi, non è un modo per lavarsi la coscienza; è un modo per rispondere e per mettere in circolo le risorse migliori di questa società. “Povertà” è una parola complessa. Ci sono nuove povertà e bisogni nascosti che fanno fatica ad emergere: povertà legata a bisogni primari dietro cui si cela spesso anche solitudine, emarginazione; povertà culturale, e i numeri non sono sufficienti a esprimere la sofferenza che queste persone provano ogni giorno.

Le mozioni oggi in discussione pongono all'attenzione del Parlamento e del Governo molte questioni importanti, legate all'impatto economico e ambientale di comportamenti non virtuosi. La diffusione di una cultura anti-spreco investe ciascuno nella sua responsabilità, il cittadino nel cosiddetto spreco domestico e nelle modalità di acquisto e consumo e certamente questioni come l'inappropriatezza prescrittiva, il contenimento della spesa pubblica, soprattutto nel settore sanitario, le confezioni eccessivamente grandi piuttosto che le monodosi, sono causa di grande spreco di farmaci, ed è davvero importante che il Governo abbia assunto con convinzione un impegno in questa direzione.

La prevenzione, che si realizza pienamente attraverso un percorso educativo e informativo, è un elemento imprescindibile nel contrasto agli sprechi e molto in questo anno è stato fatto - dobbiamo tenerne conto - grazie, ad esempio, al tavolo di coordinamento che proprio la legge n. 166 ha istituito, al percorso formativo che il Ministero della salute ha avviato con diversi ordini professionali proprio per formare il personale, ossia le persone che poi mettono in pratica ogni giorno questa legge; a questi si aggiungono i diversi progetti e i bandi messi in campo dal Ministero dell'agricoltura, dal Ministero dell'ambiente e dal Ministero dell'istruzione nelle scuole.

Le leggi hanno, purtroppo, talvolta il triste destino di rimanere carta, se non trovano applicazione. Non è il caso della legge n. 166, che funziona, e i numeri oggi lo testimoniano. L'Italia è il primo Paese europeo a essersi dotato di una legge organica per il recupero e la donazione per solidarietà sociale nell'intera filiera economica di cibo e di farmaci.

La salute è connessa anche ad un'alimentazione sana ed equilibrata: pensiamo alle tantissime decine e centinaia di bambini che ogni mattina non riescono ad accedere a una colazione sana ed equilibrata; avviene nelle nostre famiglie, avviene anche in Italia, e non soltanto in Paesi lontani. Fino a un anno fa, la donazione era vissuta dalle imprese come una scelta costosa, appesantita dalla burocrazia. Questo modello è alle spalle, perché la legge n. 166 coordina disposizioni civilistiche e fiscali e il rispetto delle corrette prassi igienico-sanitarie, già immediatamente applicabili fin dall'entrata in vigore della legge, il 14 settembre 2016. Alla base della sua diffusione e dei numeri c'è proprio l'immediata operatività delle disposizioni fondamentali rimaste per troppi anni sulla carta.

Ma veniamo al punto, al cuore vero di questo tema: non sprecare significa costruire un modello certamente in grado di coniugare la sostenibilità economica e ambientale presente e futura del sistema, ma la nostra priorità oggi è l'impatto sociale, è la risposta a quel bisogno sociale. Chiediamo al Governo di chiudere il cerchio di questo percorso positivo, attivato con l'emanazione del decreto attuativo sulla donazione del farmaco, per dare maggiore vigore a chi già oggi dona senza beneficiare delle agevolazioni e semplificazioni burocratiche introdotte dalla legge n. 166. Il Banco farmaceutico, per citare semplicemente un caso, ma oggi ne abbiamo ascoltati molti altri, ha ricevuto nei primi otto mesi del 2016, attraverso il sistema delle donazioni aziendali, 1,2 milioni di confezioni integre, che hanno riempito gli scaffali delle associazioni di volontariato, pur in assenza di questo decreto, e questo significa che quel decreto consentirà a queste associazioni di lavorare e impegnarsi con maggiore intenzione.

L'impegno assunto oggi dal Governo, grazie alla mozione del Partito Democratico, nasce, in realtà, da un attento confronto con le tantissime associazioni di volontariato e con le imprese impegnate sul recupero e la donazione del farmaco per solidarietà sociale. Impegni puntuali, che consentiranno alle donazioni di entrare a pieno titolo nelle politiche aziendali, che hanno bisogno in questo momento di semplificazione burocratica e, soprattutto, di chiarezza.

È importante che il decreto contenga alcune questioni dirimenti, fondamentali: innanzitutto, assicurare che la legge n. 166 non venga confusa con la legge n. 244 del 2007, che hanno ambiti di applicazione differenti. È necessario aggiornare la banca dati centrale con la causale donazione, perché questo garantirà la tracciabilità e anche la sicurezza di tipo fiscale e la sicurezza del fruitore finale di questo servizio, ma, soprattutto, il criterio di proporzionalità nei confronti del terzo settore, definito dalla legge n. 155 del 2003, la “legge del buon samaritano”, che ha consentito in questi anni alle donazioni di svilupparsi e su cui si fondano, appunto, le donazioni.

Bisogna definire con chiarezza che cosa è “eccedenza farmaceutica”, perché definire significa dare la direzione giusta ai donatori.

Il decreto deve, inoltre, contemplare la complessità che le associazioni di volontariato hanno.

Ci sono delle associazioni che distribuiscono confezioni integre, ma ci sono anche associazioni che somministrano il farmaco e rispondono a un bisogno di cura alle tantissime persone che oggi rinunciano, purtroppo, a curarsi perché non ce la fanno. Sprecare, cari colleghi, non conviene a nessuno, recuperare è un bene per tutti, recuperare è un bene per la comunità. Oggi, insieme, facciamo un ulteriore passo in avanti. Facciamo un ulteriore passo in avanti e colgo questa occasione per ringraziare ulteriormente le associazioni, le imprese, i volontari, i cittadini che in questo anno hanno preso una legge, la legge n. 166, e hanno fatto cultura, l'hanno sperimentata, hanno aperto nuove frontiere prima impensabili. Questa legge tutto sommato ci dice intanto che la politica ha un senso, perché la politica ha osservato un bisogno, ha ascoltato le associazioni di volontariato, ha chiesto “ditemi che cosa fate e come potreste farlo meglio”. Quindi oggi facciamo un ulteriore passo in avanti. Con questi impegni consentiremo le donazioni in campo farmaceutico che non sono un dato irrilevante, non è un elemento residuale. Mettere in condizione il mondo delle imprese, il mondo delle associazioni di volontariato, significa dare vero senso e corpo alla parola sussidiarietà, al senso di comunità di cui oggi abbiamo tanto bisogno. Per questi motivi, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico alla mozione del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Carfagna, Lupi, Abrignani, Castiello, Cirielli, Chiarelli ed altri n. 1-01557, come riformulata su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Brignone ed altri n. 1-01661, come riformulata su richiesta del Governo, e per quanto non assorbita dalla votazione precedente, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Silvia Giordano ed altri n. 1-01665, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gadda ed altri n. 1-01666, come riformulata su richiesta del Governo, e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione della mozione Vargiu ed altri n. 1-01667.

Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, la mozione nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi 3° e 7° del dispositivo; a seguire, congiuntamente i capoversi 3° e 7° del dispositivo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vargiu ed altri n. 1-01667, come riformulata su richiesta del Governo, e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, ad eccezione dei capoversi 3° e 7° del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vargiu ed altri n. 1-01667, limitatamente ai capoversi 3° e 7° del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fossati ed altri n. 1-01669, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vezzali ed altri n. 1-01689, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 361 - D'iniziativa dei senatori: Ranucci e Puglisi: Modifiche al decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242, in materia di limiti al rinnovo dei mandati degli organi del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e delle federazioni sportive nazionali, e al decreto legislativo 27 febbraio 2017, n. 43, in materia di limiti al rinnovo delle cariche nel Comitato italiano paralimpico (CIP), nelle federazioni sportive paralimpiche, nelle discipline sportive paralimpiche e negli enti di promozione sportiva paralimpici (Approvata dal Senato) (A.C. 3960-A) (ore 10,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 3960-A: Modifiche al decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242, in materia di limiti al rinnovo dei mandati degli organi del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e delle federazioni sportive nazionali, e al decreto legislativo 27 febbraio 2017, n. 43, in materia di limiti al rinnovo delle cariche nel Comitato italiano paralimpico (CIP), nelle federazioni sportive paralimpiche, nelle discipline sportive paralimpiche e negli enti di promozione sportiva paralimpici.

Ricordo che, nella seduta del 17 luglio 2017, si è conclusa la discussione sulle linee generali e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica mentre la relatrice vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 3960-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3960-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

Non vorrei interferire con le vostre libere decisioni, ma vedo che, mano a mano uscite dall'Aula ma stiamo per votare. Vorrei semplicemente dire che ci sono gli emendamenti agli articoli e non ci sono le mozioni con le dichiarazioni di voto. È solo una informazione di servizio che do.

Dunque, la parola alla relatrice. Prego.

MARIA COSCIA, Relatrice. Grazie, Presidente. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 1.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCA LOTTI, Ministro per lo Sport. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Deduco, relatrice, che il parere è contrario anche sull'articolo aggiuntivo. Quindi, parere contrario su tutte le proposte emendative, compreso l'articolo aggiuntivo. Sta bene.

Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo 01.038 Centemero.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vezzali. Ne ha facoltà.

MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente. Ministro, colleghi, sono favorevole su questa proposta emendativa della collega Centemero riguardo alla posizione che esprime sulla parità di genere che ci accingiamo a votare. L'introduzione della dicitura: “promuovendo le pari opportunità tra donne e uomini”, come voluto dalla relatrice, ha sul piano simbolico una forza che non corrisponde però all'incisività che dovremmo chiedere su questo provvedimento, visto che parliamo di un mondo, quello della dirigenza sportiva, che ha ben oltre il 90 per cento di rappresentanza maschile. La mia posizione è alquanto scomoda e rappresenta comunque un'eccezione, visto che sono membro del consiglio federale della mia disciplina sportiva e quindi di fatto, pur unica donna eletta, ci sono. Ritengo anche che pretendere di imporre percentuali del o vicine al 40 per cento o indicare un terzo o altre proporzioni di quote rischia di metterci nelle condizioni di non ottenere nessun tipo di rappresentanza.

Una soluzione intermedia di buonsenso fra il non introdurre alcun vincolo e volere troppo l'ho riscontrata nella formulazione della proposta emendativa della collega Centemero, che propone la dicitura: lo statuto prevede inoltre l'adozione di criteri che assicurino l'equilibrio fra i generi e nel rispetto del principio della parità di genere. L'italiano, mi insegnate, ha un senso e l'espressione “promuovendo” - non me ne voglia la relatrice - è più debole di: “lo statuto prevede” - che ha senso compiuto - e nel rispetto della parità di genere, come scrive la collega Centemero.

In conclusione, se si vuole promuovere la parità di genere non ci dovrebbe essere bisogno di regole scritte ma di un approccio culturale che, evidentemente, lo sport deve ancora acquisire (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Presidente, intervengo in maniera molto rapida per annunciare il voto favorevole del gruppo della Lega Nord su questa proposta emendativa, anche perché noi riteniamo che nel testo sia sì inserita la dicitura: “promuovendo la parità tra uomini e donne”, però ritengo che questa dicitura non sia sufficiente in quanto poi, calata nel mondo concreto dello sport, bisogna capire in che modo poi la parità tra uomini e donne possa essere rispettata partendo, appunto, da una situazione che vede le donne assolutamente svantaggiate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento e per chiedere a colleghi e colleghe di votarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Grazie, Presidente. L'argomento è ovviamente di grande interesse e anche di rilievo costituzionale. Io credo, però, che tutti quanti dobbiamo capire esattamente come funzionano gli organi del CONI e come vengono espressi, perché gli organi del CONI, in particolare la giunta, sono espressione di fatto delle federazioni sportive associate. Se nelle federazioni sportive associate non ci sono presidenti donna, non ci sono componenti dei consigli direttivi donna, è materialmente impossibile che, negli organi direttivi del CONI, possano essere eletti componenti donna, perché della giunta di fatto fanno parte per quota dei presidenti di federazione.

Quindi, con questa proposta di legge - e devo dire che il nostro contributo è stato positivo in tal senso - si fa un primo passo verso questo adeguamento. Saranno poi gli statuti e le modalità organizzative per l'elezione delle giunte del CONI che dovranno in qualche modo recepire lo spirito e permettere effettivamente la pari opportunità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO CAPELLI. Grazie, Presidente vorrei sottoscrivere l'emendamento. Intervengo per annunciare la sottoscrizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simone Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE. Grazie Presidente. Noi approviamo lo spirito di quest'emendamento, che comunque vuole andare in una direzione ben precisa, su cui spesso la politica si sta muovendo anche nel mondo dello sport. Rimangono però dei dubbi sul voler imporre solo in una determinata sede la parità di genere. È un po' quello che diceva anche il collega Giorgetti, che noi condividiamo. Infatti, forse, il mondo dello sport dovrebbe fare un ragionamento più complessivo. Più che mettere delle regole stringenti e imporre una parità di genere, dovrebbe iniziare veramente a tutelare le sportive, tutte le donne che praticano sport, quindi parlo sia delle atlete, ragazze e bambine, che praticano lo sport a livello di base, ma anche delle atlete che gareggiano a livello professionistico.

Su questo punto, che penso che sia un punto centrale che possa interessare moltissime persone, vi ricordo che proprio il MoVimento 5 Stelle qualche settimana fa aveva rivolto al Governo un'interpellanza urgente, per chiedere che fossero inserite più tutele per tutte le professioniste donne, che devono gareggiare e devono praticare sport a livello professionistico, ma che non hanno tutele, per esempio, la maternità. Ci sono sportive donne che vanno in maternità e, a causa della maternità, rischiano di perdere il lavoro, di essere licenziate e, quindi, non possono più competere, non possono più continuare a svolgere la propria attività. Quindi, c'è una discriminazione, in questo, tra le atlete donne e gli atleti uomini. Questo è un punto che molte federazioni sportive non hanno affrontato o non vogliono affrontare e che, in realtà, andrebbe sciolto. Quindi, al di là di imporre delle norme e imporre delle regole, forse bisognerebbe iniziare un po' più a sensibilizzare le federazioni sportive su quanto le donne possono avere un ruolo centrale anche nello sport (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Coccia. Ne ha facoltà.

LAURA COCCIA. Grazie Presidente. Intervengo per dire che, in realtà, in Commissione c'è stato un lungo dibattito su questo tema, che è stato affrontato in maniera ampia ed esaustiva ed ha portato ad un emendamento della relatrice, che è stato approvato in Commissione. Quindi, c'è già nel testo un riferimento ampio e valido alla parità di genere. Ma ringrazio i colleghi per avere affrontato il tema. Io è dal 2014 che ho presentato una proposta di legge sulla parità di genere nel professionismo sportivo, una proposta di legge che è calendarizzata in Commissione. Ci stiamo lavorando da diverso tempo, quindi, credo che in questo luogo e in questo testo di legge sia assolutamente esauriente l'emendamento che è stato approvato e il testo che ci troviamo a votare. Infatti, come veniva ricordato prima dai colleghi della Lega, il fatto che ci siano 45 presidenti uomini di federazione su 45, evidentemente, è sintomo e simbolo di ciò che è il mondo dello sport a livello dirigenziale. Ma questo non può assolutamente farci nascondere dietro un dito il fatto che stiamo parlando spesso di cariche elettive. Quindi, non possiamo e non vogliamo andare contro assolutamente quelli che sono i diritti delle donne, ma abbiamo fatto un lavoro che, in questo senso, non fa altro che andare a rafforzare e a creare un gradino, dal quale non si potrà più tornare indietro, grazie al quale le donne potranno avere più diritti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roberta Agostini. Ne ha facoltà.

ROBERTA AGOSTINI. Grazie Presidente. È solo per dire che noi voteremo a favore dell'emendamento in oggetto. Abbiamo anche noi, come gruppo, presentato emendamenti che arriveranno in seguito proprio sullo stesso tema. Io vorrei solo ricordare all'Aula che noi, nel 2014, abbiamo approvato attraverso una mozione il recepimento della Carta europea dei diritti delle donne nello sport. Quindi, una formulazione più vincolante, che preveda la presenza delle donne all'interno delle federazioni sportive, va proprio nel senso anche degli obiettivi indicati da quella Carta. Quindi, noi preferiremmo una definizione più vincolante, così come, appunto, indicata nell'emendamento e negli emendamenti successivi, proprio perché la situazione è di forte disparità e una formulazione più vincolante aiuterebbe a raggiungere quegli obiettivi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente. Intervengo per chiarire e mettere in luce come quest'emendamento vuole rendere cogente, sostanzialmente, vuole rendere effettivo, il fatto che all'interno del CONI - visto che molti di voi credo non sappiano come funzioni quest'organo -sia effettiva la rappresentanza e la parità tra donne e uomini. Quindi, il testo che voi avete scritto è un testo piuttosto blando, è un testo di indirizzo. Ma io credo e ritengo necessario, proprio a partire da quelle che sono le qualità e le competenze di tante donne nel mondo sportivo, che questa parità, non sia semplicemente e blandamente affermata, ma diventi cogente all'interno della struttura del CONI.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 01.038 Centemero, parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Colleghi, è chiaro che questo è il primo voto che aspetto coloro che escono e rientrano. Dopodiché si procede con le votazioni di questo provvedimento e chi esce, giustamente…

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Siamo all'articolo premissivo 01.037 Fossati.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Grazie Presidente. Questa proposta emendativa, posizionato per tecnica normativa prima dell'articolato, interviene sul punto, che io credo sia uno dei due punti centrali del provvedimento. E vorrebbe inquadrare questa questione - è la questione cioè del limite dei mandati, in questo caso alla presidenza e agli organismi dirigenti del Comitato olimpico nazionale, non delle federazioni sportive - in un ragionamento un attimo più generale, anche per dare un po' senso a una cosa, che di senso ne ha di più debole nel provvedimento che discutiamo oggi.

Cosa intendo dire? Intendo dire che io non riesco a capire ancora la motivazione per il quale noi modifichiamo la legge attuale in vigore e consegniamo la possibilità per il presidente del CONI e per gli organismi dirigenti del CONI di aumentare i mandati da due a tre. Io cercherei di motivarla, cercherei di dare appunto un senso maggiore a quest'operazione, che altrimenti non riesco a concepire e non riesco a comprendere. E sarebbe una ghiotta occasione, perché sarebbe l'occasione di sanare alcune anomalie profonde.

Guardate, che questo Parlamento prima o poi dovrà affrontare, perché noi viviamo in una differenza tra la situazione italiana e quella di tutti, sostanzialmente tutti, gli altri Paesi d'Europa e anche degli altri Paesi del mondo. Cioè, noi siamo l'unico Paese - credo insieme all'Azerbaijan, o qualcosa del genere - che considera il Comitato olimpico nazionale un ente pubblico. Questo è stato, nella storia delle relazioni tra il Comitato olimpico nazionale italiano e il Comitato olimpico internazionale, un problema, perché nello statuto del Comitato olimpico internazionale c'è una prescrizione rigida: il Comitato olimpico internazionale deve garantire la sua autonomia dai Governi; lo sport è libero e autonomo.

Noi facemmo questa scelta nel 1942, cioè in pieno, anche se in difficoltà, regime fascista, e non l'abbiamo sostanzialmente più cambiata per settant'anni. Ma il punto è un altro, perché, anche non contestando - cosa che risulta difficile - questa struttura, cioè l'idea che il Comitato olimpico nazionale debba essere un ente pubblico, dovremmo in qualche modo sanare la seconda anomalia, cioè che è affidato un tema importante, una funzione importante per l'educazione, per la salute e per la vita dei cittadini, cioè la promozione dello sport, senza mandato, sulla base di una formula che più generica non si può: noi affidiamo al CONI la promozione dello sport, non definendo com'è lo sport e non sottoponendo al Comitato olimpico internazionale - perché non lo sottoponiamo neanche al Parlamento, non lo sottoponiamo alla discussione pubblica - quali dovrebbero essere gli obiettivi, quali dovrebbero essere le cose, le attività da mettere in atto da parte del Comitato olimpico nazionale.

Sia chiaro, io non sto attaccando il Comitato olimpico, perché il Comitato olimpico fa tanto da questo punto di vista, ma è abbastanza incredibile e paradossale che un ente pubblico non abbia gli indirizzi, debba lavorare senza sapere cosa vuole il Parlamento del Paese su un tema così centrale come quello dello sport.

Allora, l'emendamento dice: almeno un atto di indirizzo, un atto di indirizzo biennale a cui il Comitato olimpico nazionale debba fare riferimento; e almeno una verifica che il Parlamento possa fare ogni due anni, che potrebbero sì, in casi eccezionali, motivare il fatto che noi cambiamo la legge e, per ottenere dei risultati, diamo la possibilità al presidente del CONI di fare un terzo mandato, per una continuità che è il Paese che gli chiede.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Fossati.

FILIPPO FOSSATI. Questa potrebbe essere una motivazione, altre è difficile trovarle, ma di altre motivazioni ne parleremo nel corso del dibattito. Credo che sarebbe stata un'operazione importante, non capisco perché il Governo e la maggioranza non l'hanno accolta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Presidente, ringrazio il collega Fossati per aver introdotto un argomento che ritengo centrale nella nostra discussione. Sulla durata dei mandati del presidente del CONI ci sono altri emendamenti; io volevo intervenire sulla natura e sulle funzioni del CONI, perché aggiungerei un ulteriore elemento di valutazione: il CONI è un ente pubblico, le federazioni sono riconosciute come associazioni private e la promozione dello sport in realtà la fanno le federazioni sportive, non tanto il CONI.

Il problema di fondo qual è? Lo sa bene il Ministro Lotti, cioè che il CONI e, a cascata, le federazioni ricevono cospicui finanziamenti pubblici, oltre 420 milioni di euro all'anno; queste risorse pubbliche vengono gestite, come ha osservato sostanzialmente il collega Fossati, con la vigilanza del Ministro dello sport, ma senza indirizzo da parte del Ministro dello sport o da parte di coloro che in qualche modo forniscono le risorse.

È importante sottolineare - e lo voglio fare qui - che quelle risorse che finanziano il CONI e le federazioni sportive sono risorse pubbliche e devono essere gestite con la trasparenza, la prudenza e la diligenza necessarie in tema di risorse pubbliche e non di risorse private. Questo è un argomento fondamentale nell'economia della gestione dell'azione sportiva e della promozione sportiva.

Chiudo dicendo che c'è poi il tema - su cui credo molti colleghi che si occupano dell'istruzione dovrebbe essere sensibili - della promozione dello sport nella scuola, perché la promozione dello sport nella scuola lo svolge il CONI, lo dovrebbe svolgere anche il Ministero dell'istruzione, ma la domanda che pongo in questo momento è questa: il Ministero dell'istruzione lo svolge o ha appaltato totalmente la promozione nelle scuole al CONI? Può essere una cosa giusta, può essere una cosa non giusta, ma penso che questo sia un altro argomento su cui si dovrebbe discutere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simone Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE. Presidente, qui si sta tirando fuori un tema centrale, perché riguarda la governance dello sport italiano. Voglio far presente a tutti che almeno, in questi cinque anni di legislatura, abbiamo visto come il Governo abbia indietreggiato rispetto al CONI, si sia fatto da parte, per lasciare appunto al CONI e al presidente del CONI tutta la gestione del mondo sportivo. Questo l'abbiamo visto quando l'ex Premier Renzi ha tenuto per sé la delega allo sport, quindi, in pratica, disinteressandosi, non dando una figura di riferimento per tutto il mondo sportivo, ma anche per noi parlamentari, quindi lasciando al CONI tutta la gestione dell'attività. L'abbiamo visto per parecchio tempo, fino a quando poi il nuovo Governo ha deciso di nominare un Ministro dello sport. Però, il punto è che la vigilanza sul CONI e sulle federazioni non è mai avvenuta effettivamente.

Come gruppo politico abbiamo segnalato in tantissimi atti parlamentari come nelle federazioni sportive ci siano state diverse irregolarità, ci siano state diverse problematiche rispetto all'utilizzo di fondi pubblici, dove nessuno è mai intervenuto, nessuno si è mai esposto, né a livello politico né a livello di CONI.

È qui che è mancata una vera vigilanza del Governo, che dovrebbe dire al CONI: guarda, ogni anno ti do 400 milioni di euro, quindi tu devi a tua volta vigilare su quello che fanno le federazioni sportive, premesso sempre che il tema delle federazioni sportive come enti di diritto privato andrebbe affrontato, perché in questo ibrido c'è sicuramente una problematica di chi deve decidere, chi deve gestire e chi deve dire cosa. È un problema che andrebbe affrontato e secondo me si poteva fare anche in sede parlamentare, eventualmente con un progetto di legge più approfondito, più allargato e non solo rivolto a garantire ulteriori mandati al presidente del CONI e ai presidenti di federazione.

Penso che il Governo in primis debba dare un indirizzo preciso sulle politiche sportive e debba farlo a lungo termine. Deve partire innanzitutto dallo sport di base e dalla scuola, quindi un indirizzo per avere effettivamente una programmazione che in primis miri a garantire la salute di tutti i cittadini italiani, che miri a garantire la crescita sociale e sportiva dei nostri ragazzi e che miri, infine - a chi poi ci arriverà -, ad avere degli atleti professionisti che possano gareggiare in campo internazionale, che quindi siano seguiti dal CONI e dalle federazioni sportive.

Questo indirizzo del Governo è sempre mancato e secondo me ha causato molti problemi, determinando una chiusura totale del mondo sportivo, un'autoreferenzialità del mondo sportivo in cui si è chiuso, in cui ha gestito da sé tutte le attività, senza mai nessuno che sia riuscito a sollevare le criticità.

Devo dire che questo emendamento non mi convince, perché nella prima parte si parla di un indirizzo che il Governo dovrebbe dare. Questo, come ho già detto, posso condividerlo, però voglio ricordare che, in realtà, già nel 2011, con un decreto ministeriale, si istituì il Tangos, il tavolo per la governance dello sport, un tavolo di massimi esperti del mondo sportivo, che doveva elaborare delle linee guida del Governo, dello Stato, che poi il CONI e le federazioni dovevano applicare.

Questo tavolo è stato avviato per pochissimo tempo, ormai da anni non viene istituito, e anche su questo vorrei chiedere al Ministro Lotti a che punto siamo, visto che proprio lei in Commissione cultura al Senato, durante l'esposizione delle linee guida del suo Dicastero, aveva detto che avrebbe riattivato il Tangos, questo tavolo tecnico di indirizzo. Allora, Ministro, a che punto siamo?

Ormai siamo a fine legislatura, se aspettiamo ancora un po', questo tavolo rimane lì e continuiamo a delegare al CONI tutte le attività. Quindi, seppure io condivida il principio di questa prima parte, non posso avallarlo perché esiste già un tavolo.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Simone Valente.

SIMONE VALENTE. La seconda parte, invece, riguarda il presidente del CONI - e chiudo, Presidente -, in cui si garantisce un ulteriore mandato: questo è il fulcro di tutta questa legge che approfondiremo con gli altri emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Grazie, signor Presidente. Visto che i colleghi che mi hanno preceduto hanno sollecitato la mia attenzione in relazione al discorso che hanno fatto non tanto sulla composizione del CONI, quanto sul tema delle linee di indirizzo e delle politiche sportive in relazione al tema dell'istruzione, voglio sottolineare una cosa importante, come ha già detto l'onorevole Giancarlo Giorgetti, con cui concordo sostanzialmente: appaltare completamente al CONI la gestione, le linee di indirizzo per quanto riguarda la formazione sportiva nel campo sportivo dei nostri studenti io credo che sia un errore.

Credo che all'interno delle istituzioni scolastiche del nostro Paese esistano risorse, anche in abbondanza; risorse e competenze tali da poter dar vita, all'interno del nostro sistema scolastico, ad una gestione autonoma, ad una gestione che preveda - tante volte lo abbiamo sollecitato - la creazione di centri sportivi scolastici, ad esempio, in cui i ragazzi - con le risorse che dispongono le nostre scuole avete assunto tanti di quegli insegnanti che metà bastano, quindi ne abbiamo in abbondanza - possano trovare davvero degli ambienti in cui crescere, in cui crescere sereni, in cui poter praticare lo sport, uno sport che da non agonistico può, poi, diventare all'interno delle diverse società anche agonistico. Ma io credo che quello che succede all'interno delle scuole debba essere di competenza della scuola, inserito oltretutto in un progetto educativo e formativo per il quale credo che il sistema d'istruzione scolastico abbia le risorse. Quindi, io credo che il MIUR dovrebbe avere una parte più rilevante rispetto all'interlocuzione con il CONI, al quale abbiamo appaltato sostanzialmente tutto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sbrollini. Ne ha facoltà.

DANIELA SBROLLINI. Grazie, Presidente. Intanto, vorrei ricordare che questo provvedimento, ovviamente, riguarda il rinnovo dei mandati del CONI e delle federazioni, però giustamente è stato sollevato dal collega Giorgetti, dalla collega Centemero, da altri colleghi, un tema vero, quello dello sport di base, dello sport che io chiamo di cittadinanza.

Vorrei ricordare, però, che in questo senso, visto che molti colleghi che sono intervenuti fanno parte proprio della Commissione cultura e istruzione, questo già è in atto grazie alla legge n. 107, perché l'organico è già stato potenziato con l'ingresso anche di molti docenti che sono specializzati nel settore e sono in atto già da quest'anno sperimentazioni, addirittura scuole medie ad indirizzo sportivo, che vanno già in questa direzione. Quindi, è giusto parlare dell'argomento, però vorrei ricordare che non partiamo dall'anno zero: c'è già un lavoro avviato grazie alla legge n. 107 e, soprattutto, grazie anche ad una nuova sensibilità che si sta sviluppando all'interno del mondo della scuola.

Quindi, io voglio ringraziare, anche qui, il Ministro Lotti e il Ministro Fedeli proprio perché stiamo andando in questa direzione: cioè quella di dare uno sport vero di cittadinanza. Quindi la promozione dello sport di base è un discorso molto serio, che è già presente anche in molte proposte di legge che oggi sono già in discussione nelle Commissioni competenti e che potrebbero vedere la luce, grazie all'impegno del Ministro Lotti e della Ministra Fedeli, già entro questa legislatura.

Quindi, è giusto sollevare il tema, ma anche dire che è già avviato in maniera corretta in molte scuole italiane grazie alla sensibilità dei docenti, anche grazie ad una nuova sensibilità delle famiglie.

MARIA COSCIA, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA COSCIA, Relatrice. Grazie, Presidente. Non c'è dubbio che il tema sollevato dal collega Fossati con questo emendamento sia molto importante e molto serio, ma voglio anche ricordare al collega - lo sa bene - che finalmente, avendo il Ministero dello sport, penso che ci siamo messi in grado, come Stato, di svolgere questo compito fondamentale che il collega giustamente sottolineava, cioè quello di fare un piano nazionale e di dare degli indirizzi al CONI, e non solo al CONI.

Ma, appunto, come veniva detto negli altri interventi, qui si tratta di un testo che si riferisce al numero dei mandati ed è un testo che nasce per iniziativa parlamentare, cioè arriva dal Senato, quindi con un certo tipo di impostazione. Tra l'altro, credo che abbiamo fatto un buon lavoro qui alla Camera anche per chiarire in modo netto alcune delle perplessità che si erano registrate soprattutto sulla norma transitoria, e non solo sulla norma transitoria, con un lavoro molto approfondito che abbiamo fatto in Commissione.

Per cui, io chiederei al collega Fossati di presentare un ordine del giorno e di ritirare l'emendamento in modo da impegnare il Governo a continuare ad andare nella giusta direzione. Il collega sa che, se non ritira l'emendamento, non può presentare l'ordine del giorno. Per cui veramente chiedo al collega, proprio per andare nella direzione che lui giustamente sottolinea, di ritirarlo e di presentare un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Nell'esprimere, ovviamente, la nostra contrarietà a questo emendamento, io vorrei ricordare alla collega che ha parlato precedentemente dei presunti benefici degli interventi normativi della “buona scuola” per quanto riguarda l'inserimento dell'attività fisica, dell'educazione motoria nelle scuole, in particolare nella scuola primaria e nella scuola dell'infanzia, che non è cambiato assolutamente nulla, che non è stato fatto nulla dalla “buona scuola”.

Questo è ovviamente un altro argomento usato in maniera propagandistica, una delle tante belle parole che erano contenute nella legge n. 107, ma che, di fatto, si sono tradotte in un nulla di fatto, perché l'educazione motoria, quindi l'attività fisica, nelle nostre scuole, nelle scuole dell'infanzia e nelle scuole primarie, continua ad essere svolta attraverso i famosi progetti con il CONI.

Noi abbiamo proposto tantissime volte, invece, di inserirla come materia curricolare, di inserire una nuova classe di concorso, per fare in modo che diventasse veramente un'attività obbligatoria per i nostri bambini, cosa che, invece, ancora è ben lungi dall'essere realizzata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brandolin. Ne ha facoltà.

GIORGIO BRANDOLIN. Grazie, Presidente. Mi ero iscritto prima perché, ovviamente, l'argomento è stimolante per uno come me che, da trentacinque anni, fa il dirigente sportivo sul territorio, sulla concretezza, sulle difficoltà del territorio. Sentivo prima parlare di dirigenti: vi chiedo se sapete che abbiamo la difficoltà a trovare dirigenti, non femmine, ma anche maschi, per portare avanti la nostra attività. Primo.

Secondo argomento: la legge istitutiva del CONI è stata modificata due volte, lo ricordo a tutti: con la “legge Melandri”, prima, e con la “legge Tremonti”, poi, che ha istituito la CONI Servizi, di cui nessuno qui ha parlato, che è la Spa che prende i soldi che il Governo, che noi diamo, che è sottoposta al controllo ovviamente della giustizia ordinaria…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GIORGIO BRANDOLIN. …e anche della Corte dei conti. Infine…

PRESIDENTE. Grazie. Onorevole, deve concludere, non è una scelta del Presidente.

GIORGIO BRANDOLIN. Parlerò dopo.

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Malpezzi. Ne ha facoltà.

SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Grazie, Presidente. Solo una precisazione, perché è stato detto che qualcuno ha presentato una proposta di legge sull'istituzione di una classe di concorso specifica per l'insegnamento dell'educazione motoria.

Io ricordo che nella scuola primaria le docenti che oggi escono dalla formazione per poter insegnare alla scuola primaria sono abilitate ad insegnare tutte le discipline competenti la scuola primaria. Dopodiché, la legge n. 107 ha allargato la possibilità di utilizzare l'organico potenziato a discrezionalità di tutti i collegi dei docenti, che sono chiamati a fare le scelte. Sono i collegi dei docenti che scelgono, visto che, per la maggior parte, le scuole italiane sono in comprensivi e, quindi, c'è la possibilità di scambio. Quindi, c'è un'autonomia verso la quale noi continueremo a spingere per migliorare e non per delegare sicuramente.

PRESIDENTE. Devo solo verificare, perché c'è stato un invito della relatrice all'onorevole Fossati. Procedo con la messa in votazione dell'emendamento, onorevole Fossati?

FILIPPO FOSSATI. Questo emendamento mette in relazione la…

PRESIDENTE. No, onorevole Fossati, le chiedo scusa, non posso riaprire la discussione.

FILIPPO FOSSATI. O “sì” o “no”.

PRESIDENTE. È un “sì” o un “no” perché, se lo metto in votazione, non si può…

FILIPPO FOSSATI. Benissimo, “no” e dopo motivo.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fossati. Quindi, “no” vuol dire che lo mettiamo in votazione? Bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 01.037 Fossati, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

Ci siamo? No, colleghi, però così non può funzionare. Se ci sono altri 500 colleghi che restano in Aula, o restate in Aula anche voi oppure non votate, non si può fare così. Lo dico adesso per le prossime votazioni.

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1 Simone Valente.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simone Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente. Ed ecco che arriviamo al vero punto, il fulcro di tutta questa legge, il vero motivo per cui questo Parlamento sta approvando questo testo di legge, ovvero consentire al presidente del CONI in carica, quindi Giovanni Malagò, di fare un ulteriore mandato. Vi ricordo che sono già previsti massimo due mandati per il presidente del CONI e degli organi federali; con questa legge, invece, aumentiamo la possibilità di continuare. Perché noi ci opponiamo a questa norma? Perché, semplicemente, noi crediamo fortemente, anche per i principi che noi ci siamo dati come movimento politico, nel principio di rotazione, di ricambio generazionale, di innovazione che spesso una persona nuova può portare. E questo lo dico anche differenziando, perché ci sono, in realtà, federazioni sportive con presidenti che sono lì da molti anni, ma che continuano a fare molto bene.

Ma ci sono tantissime federazioni sportive che, in realtà, hanno presidenti che sono in carica da 15, 20 o 30 anni e che continuano a restare in un circuito chiuso autoreferenziale in cui non c'è nessuna innovazione, in cui, in realtà, neanche i risultati sportivi arrivano, ed ecco che non c'è assolutamente, in quei casi, un ricambio generazionale. Proprio per questo noi ci opponiamo a questo testo di legge e a questa norma. Peraltro, noi ci siamo confrontati moltissimo in Commissione, ma anche con i diretti interessati, con il CONI, con le federazioni sportive, e, da un certo punto di vista, possiamo anche capire le loro posizioni. Una posizione che viene spesso sollevata è quella del peso anche politico-sportivo che si ha a livello internazionale.

Però io dico che, se prendiamo l'esempio della candidatura di Roma 2024, dove il presidente del CONI, Malagò, ha portato avanti la candidatura, e lo ha fatto non stando in quel ruolo lì da 10 o 15 anni, ma lo ha fatto standoci da pochi anni. Questo per dire cosa? Che, in realtà, se un evento internazionale lo si vuole portare in Italia e c'è anche l'avallo del Governo, si può fare anche se non si sta su una poltrona da presidente del CONI o presidente di federazione per 15 o 20 anni. Quindi, forse bisognerebbe, in realtà, avere una progettualità a livello governativo, a livello statale, su che direzione, su che tornei internazionali vogliamo portare in Italia, avere un accordo con le federazioni e con il CONI, un unico progetto, e portarlo avanti a prescindere dalle persone che siedono alla presidenza del CONI o di una federazione.

Potrei citare centinaia di casi di presidenti che sono in carica da tantissimi anni, e non parlo solo dei presidenti nazionali, ma anche degli organi territoriali, dove, in realtà, poi vedremo, anche con i prossimi emendamenti, la politica, soprattutto a livello territoriale, usa lo sport, usa le federazioni come bacino di voti, soprattutto in campagna elettorale. Allora, io presidente di federazione posso gestire le associazioni, posso farmi campagna elettorale, ed ecco lì che allora, in tutto questo marasma di cariche, poltrone e stipendi, la domanda che faccio ancora una volta in quest'Aula è: quand'è che si parla di sport praticato, quand'è che difendiamo i nostri giovani, quand'è che garantiamo un progetto di crescita sportiva e sociale per i nostri giovani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Aggiungo anche che il Partito Democratico deve smetterla di raccontare falsità a tutti gli insegnanti, a tutti i ragazzi che ogni giorno vanno a scuola, perché sono cinque anni che parlate di educazione fisica nella scuola primaria, sono cinque anni che cercate, in qualche modo, di far capire, soprattutto ai diplomati ISEF, ai laureati in scienze motorie, che ci sarà una prospettiva, ma la vostra riforma della legge n. 107 ha causato solo danni, non ha previsto l'inserimento di nessun insegnante di educazione fisica, e continuate ad andare avanti con i vostri progetti e progettini cofinanziati dal CONI, e faccio riferimento a Sport di Classe, in cui la qualità della didattica, sì, viene leggermente innalzata, ma non c'è un insegnante di educazione fisica qualificato che possa avere un progetto con i ragazzi per cinque o anche più anni, ed è questo che noi vogliamo continuare a inserire nella scuola, inserire nel nostro progetto…

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONE VALENTE. …che è un progetto di sport e di visione a lungo termine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Capisco che per una classe politica che è abituata a stare da 20 o 30 anni attaccata alla poltrona o, magari, che aspira a stare 20 o 30 anni attaccata a una poltrona sia difficile capire quanto possa essere benefico porre dei limiti a determinati mandati, e non posso non rilevare l'ipocrisia di questa legge, che, quando nel titolo parla di limiti ai mandati e alle cariche del Comitato olimpico italiano, poi, in realtà, non fa che aumentare, fare una norma ad personam per l'attuale presidente, per permettergli, appunto, di allungare di un altro mandato la propria carica. Ecco, questa è l'ennesima dimostrazione di come qua spesso si facciano leggi soltanto nell'interesse di una parte o nell'interesse di qualcuno, e non nell'interesse generale. Questo è uno degli emendamenti, a nostro avviso, più importanti, è una delle parti più critiche di questa legge, cioè la previsione che si possa allungare di un altro mandato…

PRESIDENTE. Grazie.

GIANLUCA VACCA. …per il presidente attuale la presidenza del CONI.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.

GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Gli argomenti, quando si tocca la questione dello sport, sono estremamente tanti, anche perché è una questione che si affronta troppo poco, e la si affronta oggi e il reale motivo per cui l'affrontiamo, è stato detto precedentemente, è il dare la possibilità all'attuale presidente del CONI di rifare il presidente. Questa è la base di partenza di questa legge, non c'è altro motivo per cui questa legge è stata presentata. Allora, noi oggi dovremmo riflettere, se l'obiettivo è questo, su quali obiettivi ha ottenuto l'attuale presidente del CONI durante il suo mandato, se sui territori sono migliorati gli impianti sportivi, se è migliorata la trasparenza dal punto di vista della gestione delle federazioni del CONI stesso, anche della CONI Servizi citata prima.

Queste sono le domande a cui noi vorremmo vere risposte, perché, se la legge va verso quell'obiettivo, qualcuno di voi della maggioranza dovrebbe spiegarci per quale motivo è ritenuta fondamentale l'attuale presidenza del CONI anche rispetto al futuro. Vorrei ricordare a tutti, credo che tutti sui territori vivano situazioni particolari, ma, rispetto allo sport, l'estrema mancanza di impianti sportivi che c'è. Noi possiamo finanziare investimenti sulla formazione sportiva, sui corsi scolastici, ma mancano gli impianti sportivi, e poi ci sono alcune federazioni che, al posto di finanziare lo sport di base, finanziano, magari, le società professionistiche. Anche questa è una riflessione che bisognerebbe aprire.

Ma stando qui, noi vogliamo semplicemente sapere per quale motivo la maggioranza ritiene che l'attuale Presidenza del Coni debba continuare. Sono sei mesi, forse molto di più, che chiediamo un'audizione in Commissione bilancio, come testimonia nella nostra richiesta il presidente Boccia, dell'ex Comitato Roma 2024. Qualcuno dovrà pur spiegarci dove hanno speso i soldi per promuovere la candidatura delle Olimpiadi a Roma 2024, al di là di come sia andata quella candidatura, poi ritirata, ma qualcuno verrà a dirci dove hanno speso quei soldi pubblici e quei soldi di tutti che magari potevano andare a finire agli impianti sportivi sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Noi oggi parliamo della presidenza del Coni, ma ci dimentichiamo dei tanti - ha ragione Brandolin - dirigenti sportivi sul territorio che oggi mancano, nonostante la passione e nonostante la voglia di fare sport soprattutto per i settori giovanili anche perché, diciamocelo chiaramente, c'è l'Agenzia delle entrate che, al posto di andare a controllare i conti di Coni servizi e dei Comitati olimpici, va tutti i giorni a rompere le balle alle associazioni sportive dilettantistiche (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)

PRESIDENTE. Onorevole Guidesi, troviamo una formula un pochino più compatibile.

GUIDO GUIDESI. Questa cosa è inaccettabile! È inaccettabile che uno che vuole fare del volontariato sia limitato perché si ritiene che, con il suo volontariato, mettendoci addirittura dei soldi, attraverso quelle operazioni, faccia del nero. Anche su questo, bisognerà pur riflettere. Per cui, qualcuno ci deve spiegare per quale motivo si va verso la riconferma dell'attuale presidente del Coni, quali obiettivi ha ottenuto e soprattutto se la trasparenza e il controllo valgono solo ed esclusivamente per chi fa volontariato e per chi ci mette anche dei soldi, ma non vale per qualcuno molto, molto più potente e con tanti rapporti internazionali Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Mi sembra che questo dibattito, al di là del testo, stia presentando molti aspetti assolutamente interessanti e molte questioni che vengono poste sono condivisibili, ci sarà modo di intervenire.

Io però sto al punto perché bisogna stare al punto. Questo articolo riguarda le federazioni sportive nazionali; situazione attuale: le federazioni sportive nazionali, i gruppi dirigenti e i presidenti non hanno limite di mandato, possono stare in carica per sempre. L'articolo in questione pone un limite. Noi poi possiamo essere critici, lo saremo, potremo emendarlo, eccetera, ma sopprimerlo vorrebbe dire rimanere alla situazione stante e quindi io sono per non sopprimerlo. Su questo emendamento, come gruppo, voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO DI BATTISTA. Al Parlamento e all'Italia intera il MoVimento 5 Stelle dice la verità: il Ministro Lotti non soltanto è amico dei vertici di Consip (Commenti), per il quale è indagato, ma è molto, molto amico di Malagò. Fa parte dello stesso…

PRESIDENTE. Onorevole Di Battista, no guardi. Ascolti il Presidente: stiamo parlando del CONI, lei interviene a titolo personale e argomenta sul CONI. Va bene? Se no, io le tolgo la parola, molto semplicemente.

ALESSANDRO DI BATTISTA. Argomento sul CONI e sul Ministro Lotti.

PRESIDENTE. No, lei argomenta sul CONI.

ALESSANDRO DI BATTISTA. Non si può. Posso dire, Presidente, che il Ministro Lotti fa parte dello stesso apparato di potere di Malagò e che secondo il MoVimento 5 Stelle lo devono premiare per il lavoro sporco che ha fatto in questi anni; lo posso dire questo? Posso dire che Malagò e Lotti fanno parte di questo apparato di potere che ha distrutto l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Per favore! Per favore!

ALESSANDRO DI BATTISTA. Posso dire che continueranno ad aumentare qualche poltrona, magari a Malagò la prossima presidenza del CONI, ma stanno perdendo di vista il Paese? Lo posso dire questo o no, Presidente?

PRESIDENTE. Lo sta dicendo e concluda.

ALESSANDRO DI BATTISTA. Questa è una critica politica che facciamo e l'Italia intera deve sapere che tipo di osceno apparato esiste in Italia, del quale fanno parte Malagò e il Ministro Lotti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.8 Centemero.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente. Questo, come il precedente emendamento, riguarda il tema della parità tra donne e uomini all'interno degli organi direttivi delle federazioni sportive del CONI. Ancora una volta io voglio richiamare l'attenzione del Ministro allo sport perché voi avete scritto, avete inserito “promuovendo le pari opportunità tra donne e uomini”. Ok, diamo vita a una promozione, che è un qualcosa di estremamente blando, ma non significa il fatto che all'interno degli organi direttivi del CONI e delle diverse federazioni noi abbiamo effettivamente una parità.

Noi abbiamo chiesto non la parità, ma l'equilibrio di genere, l'equilibrio tra donne e uomini. Io credo che sia estremamente importante. Abbiamo visto come la legge che abbiamo approvato quando eravamo al Governo, la “legge Golfo-Mosca” che riguarda appunto l'equilibrio di genere all'interno dei consigli di amministrazione, ha avuto un effetto estremamente positivo per le aziende. Noi chiediamo la stessa cosa, lo stesso principio applicabile anche all'interno delle federazioni sportive e degli organi direttivi. E non trinceriamoci dietro la scusa che non ci sono sufficienti donne, che non ci sono sufficienti donne preparate e competenti, perché ci sono, sono tantissime le sportive, sono tantissime le donne che possono ricoprire incarichi dirigenziali all'interno del CONI, esattamente come abbiamo dimostrato dal 2012 ad oggi che ci sono tantissime donne che occupano posizioni straordinarie e sono bravissime all'interno dei consigli di amministrazione delle aziende. Quindi, credo sia importante che, nel nostro Paese, si faccia un salto in avanti culturale per permettere, per dare davvero pari opportunità alle donne che sono le più laureate, hanno le maggiori competenze e che possono davvero contribuire alla vita politica economica e sociale del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà. Io però vi prego, per favore, di avvisarmi prima; gentilmente di prenotarvi per intervenire.

MARA MUCCI. Presidente, solo per dire che la nostra legislazione è puntellata di norme caldamente raccomandate e anche io condivido con la collega Centemero che la dicitura “promuovere le pari opportunità tra donne e uomini” non sia sufficiente. Certo, questo emendamento è migliorativo rispetto al testo. Preferivo il primo emendamento Centemero presentato, che però non è stato approvato, quindi sottoscrivo questo emendamento e invito l'Aula anche a votarlo.

ADRIANA GALGANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADRIANA GALGANO. Sottoscrivo l'emendamento, grazie Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Centemero, con il parere contrario della Commissione e del Governo

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.3 Simone Valente.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simone Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE. Grazie Presidente. Contino sul discorso che avevo iniziato precedentemente, per dire che in realtà noi vorremmo proporre un limite, che non è quello di tre mandati, ma è di due, perché pensiamo che un arco di dieci anni possa garantire ampiamente una programmazione al presidente del CONI e ai presidenti di federazione di tutte le attività sportive, compresa anche la candidatura eventualmente a eventi internazionali molto importanti per il nostro Paese. Quindi, invito tutti a riflettere su come in questo preciso momento storico sia importante dare un segnale di questo tipo.

Non penso che possa essere una norma che possa valere all'infinito, però io penso che in questo momento, visti i precedenti, visti gli anni con cui in realtà i presidenti federali, alcuni presidenti federali e alcuni presidenti del CONI hanno trattato la macchina sportiva, possa essere un segnale che come politica possiamo dare, che possa essere accolto positivamente dal mondo sportivo, quello di base, quello che ha anche tanti dipendenti che ogni giorno lavorano negli uffici delle federazioni del CONI e che vorrebbero forse un rinnovamento un po' più frequente, con una nuova classe dirigente che possa entrare nel mondo sportivo.

Qualcuno ha citato la classe dirigente. Io dico che è vero che alcune federazioni hanno la difficoltà a trovare nuovi dirigenti che, a volte anche gratuitamente, possano svolgere l'attività e, a volte, invece, siano anche pagati. Però, devo dire che, se non c'è una progettualità anche in questo caso del Governo e dello Stato a creare una classe dirigente sportiva competente che possa inserirsi nelle federazioni, allora non si va da nessuna parte. E mi chiedo, come mi sono chiesto già in tutti questi anni, come mai noi abbiamo delle facoltà universitarie, che siano di scienze motorie o che siano di economia, dove si organizzano dei corsi di laurea triennali, magistrali e dei master dove si creano delle professionalità che, però, non trovano mai sbocco nelle federazioni sportive e non trovano mai sbocco in tante società sportive.

Allora, dovremmo iniziare ad utilizzare queste risorse e anche a creare le condizioni per le società sportive e per le federazioni sportive per assumere eventualmente queste figure e creare un progetto politico con le università, con la scuola dello sport del CONI, che può essere considerata un'eccellenza, e con il CNR, dove ci sono dei ricercatori che veramente tirano fuori dei risultati incredibili e che potrebbero essere una prospettiva interessantissima anche nello sport.

Dovremmo fare tutto questo, consapevoli che la macchina sportiva è un'industria che il Paese deve iniziare a prendere in considerazione, perché crea tantissimi posti di lavoro e, quindi, può anche avere un peso politico a livello internazionale e può soprattutto dare beneficio sociale al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.14 Nicchi e 1.15 Borghesi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stefano Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Qui siamo a uno dei punti qualificanti della proposta di legge che è in discussione. Dal nostro punto di vista non possiamo non ammettere che il testo che ci è arrivato dal Senato sia stato indubbiamente modificato su alcuni aspetti, e di questo dobbiamo rendere atto alla presidente Nardelli, alla relatrice e anche ai partiti di maggioranza di avere aperto una discussione, una discussione vera su tanti aspetti di questo testo, taluni importanti e taluni un po' meno.

Però, non possiamo ritenerci soddisfatti soprattutto - soprattutto - per quanto riguarda la continuità del limite dei tre mandati che ci ha sempre visti assolutamente a sfavore, in quanto, se la proposta di legge, come la maggioranza ha più volte dichiarato, doveva essere fatta per favorire un ricambio e un rinnovamento nel mondo dello sport, dal nostro punto di vista il limite dei tre mandati blocca ancora per un tempo troppo lungo questa capacità di rinnovamento, non permettendo, quindi, a tutte le energie positive che sono presenti in questo mondo di dare un contributo benefico.

Il fatto di continuare su questa strada purtroppo avrà una conseguenza, che sarà quella di bloccare il sistema attuale ancora per almeno otto anni e riteniamo che il mondo dello sport, partendo dal CONI per scendere alle federazioni e a tutti gli sportivi stessi, non possa permettersi un'ulteriore cristallizzazione e fossilizzazione dell'attuale sistema di potere per un tempo così lungo.

Quindi, noi abbiamo sempre dato la nostra disponibilità ad un confronto vero, un confronto che effettivamente c'è stato in Commissione, ma su questo punto, che riteniamo qualificante, non possiamo che sottolineare la nostra ferma contrarietà, non per un discorso ad personam ma proprio per un discorso che vada a toccare l'intero sistema del mondo sportivo di questo Paese.

Chi ha parlato prima di me lo ha ricordato bene: da troppi anni questo sistema è stato fossilizzato. Addirittura, per i presidenti di federazione non era previsto nessun limite di mandato, mentre per il presidente del CONI era già previsto un limite di due mandati e non si capisce perché, in un'ottica di rinnovamento, questo limite debba essere innalzato per un altro mandato.

Vorrei ricordare che è stata una battaglia della Lega Nord, in primis in Commissione, quella di eliminare la possibilità delle norme transitorie di concedere un ulteriore mandato al presidente del CONI (e, quindi, sarebbero diventati quattro i mandati). Purtroppo, però, è insufficiente, perché parlare di rinnovamento e tenere il sistema bloccato per altri 12 anni o parlare di rinnovamento e tenere il sistema bloccato per altri otto anni è evidentemente una contraddizione che non possiamo accettare.

Quindi, con questo nostro emendamento dichiariamo esplicitamente che il rinnovamento potrebbe essere fatto sin da subito. Quindi, invito la maggioranza, per l'ultima volta ancora, a ripensarci, perché questo è un elemento qualificante del provvedimento. Permettendo il limite dei due mandati, allora si potrebbe parlare davvero di rinnovamento e di aria nuova e potremmo dare davvero libero sfogo a tutte le energie positive che sono state soffocate in questi anni nel mondo dello sport.

Purtroppo, invece, se come temo il nostro emendamento non verrà accolto dovremo assistere alla continuazione dello status quo per altri otto anni e questo, dal nostro punto di vista, è oggettivamente inaccettabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Nell'annunciare che noi voteremo favorevolmente su questo emendamento, che comunque è in linea con quello anche da noi proposto e con quanto da noi appunto proposto più volte, io voglio prendere spunto da un intervento precedente del collega Fossati, che mi sembra abbia detto che, approvando l'emendamento soppressivo dell'articolo 1, si sarebbe di fatto abolita qualsiasi previsione di limite di mandati per gli organi del CONI, per il presidente e per la giunta nazionale.

Ebbene, mi sembra che forse il collega si sia un po' confuso, perché l'articolo 1 riguarda, appunto, soltanto il presidente e la giunta nazionale del CONI che attualmente hanno un limite di mandati (due mandati, appunto). Con questa proposta di legge che stiamo discutendo oggi, all'articolo 1, noi invece estendiamo a tre il limite dei mandati proprio per permettere comunque all'attuale presidente del CONI, Malagò, di svolgere un altro mandato. Quindi, la norma è evidentemente ad personam, “ad caricam”, “ad poltronam” (chiamatela come volete).

Tutto quello che riguarda, invece, le federazioni e i limiti dei mandati per le cariche federali, delle federazioni, che attualmente non sono previsti, è contenuto nell'articolo 2, che ancora non stiamo discutendo. Quindi, dovrei invitare i colleghi ad essere un po' più attenti quando si discutono le proposte di legge e a leggere meglio gli emendamenti e le proposte e magari anche a leggersi i dossier, gli ottimi dossier che la Camera fa nei quali è spiegata bene la normativa di cui stiamo discutendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Presidente, io capisco bene il mio pensiero che è il seguente. Questa proposta di legge ha due aspetti, interviene su due punti e su due fattispecie di legge diverse.

Sulla questione delle federazioni innova, perché, rispetto ad una legge che non si esprime sul limite dei mandati, fissa un limite. Poi interviene in quest'articolo sul limite dei mandati, che riguardano il presidente e gli organismi dirigenti del CONI. Ha ragione in questo l'onorevole che mi ha preceduto nell'intervento. Io rifuggo e non sentirete da questo gruppo una personalizzazione del ragionamento sulla persona o sulle persone del Ministro o del presidente del CONI, Giovanni Malagò.

Io cerco di capire e noi cercheremo di capire qual è la ratio, quale può essere la ratio di questo provvedimento. Io ho capito, spero di avere capito, che non si tratta di un giudizio sulla persona - perché noi facciamo le leggi non sulle persone, ma su situazioni astratte, naturalmente - e capisco che su quest'articolo la legge viene innovata. La legge attuale dice che i mandati sono due, otto anni. Con questo provvedimento noi portiamo questi mandati a tre.

Io ricordo il dibattito in Senato. Era orientato da un fatto preciso: c'era la previsione e la speranza che venissero assegnate le Olimpiadi del 2024 all'Italia e a Roma. E il ragionamento era che, almeno quello che io ho capito nel dibattito, se un presidente del CONI è in carica ora, quando si fa la battaglia, quando si preparano i dossier, quando si fa il comitato promotore, quando si va all'estero a presentare la candidatura, ha senso che, nel momento poi in cui le Olimpiadi ci sono, questo presidente non sia a capo, se è stato bravo nella macchina? È più utile per lo sport italiano e per il Paese che in quel caso ci sia una continuità nella direzione? Ecco, io sarei d'accordo su questo.

Mi spingo a dire questo con qualche perplessità, perché poi - voglio dire - nella politica spesso noi sappiamo che chi prepara e chi istruisce i dossier sulle opere pubbliche, invece che sulle grandi riforme, poi non è colui che le gestisce. Ma potrei essere d'accordo.

Quello che non condivido profondamente di questa legge è che, invece, non si danno spiegazioni. Si costruisce una norma astratta, che varrà anche quando non c'è nessun motivo al mondo per allungare il numero dei mandati da due a tre. E viene costantemente rifiutato, negli emendamenti che abbiamo presentato, ogni vincolo e ogni mediazione.

Per questo io non ho potuto accettare il ritiro dell'emendamento prima, perché mi sembrava ragionevole. Vuoi fare un terzo mandato? Se fai un terzo mandato, è perché devi rispondere a degli indirizzi del Parlamento, che te l'ha chiesto. Con l'emendamento successivo, diremo un'altra cosa: vuoi fare un terzo mandato? Be', insomma, se vuoi fare un terzo mandato, ci sia un parere vincolante del Ministro.

Il Ministro non interviene sulla nomina del presidente del CONI ed è giusto, perché il CONI, in questa strana cosa per cui è ente pubblico, ma è anche membro del CIO, deve garantire un'autonomia nell'elezione della propria governance. Bene, questo vale per i due mandati statutari, ma, se ne vuoi fare un terzo, un parere del Ministro vigilante ci dovrebbe essere.

Ecco, vedo, rifuggendo da ogni valutazione di carattere personale, che si è voluto fare una scelta, che rifiuta ogni vincolo e ogni esplicitazione delle motivazioni per cui si fa. Allora, se ci fosse stato questo, avremmo avuto un altro già atteggiamento. È una norma astratta, che senza nessuna motivazione di merito, cambia la legge e porta i mandati da due a tre, senza giudicare se il secondo mandato che è operativo abbia funzionato o no. Io penso che abbia funzionato e anche Malagò è stato eletto grazie a questo, perché Petrucci ha concluso un lungo mandato per via del limite di legge.

Quindi, c'è un paradosso in questa vicenda: la legge ha dimostrato di funzionare bene, di avere assicurato un ricambio. Ecco, in questa forma, la proposta dell'articolato è assolutamente sbagliata e, quindi, voteremo gli emendamenti che vogliono riportare a due i mandati del CONI.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Colleghi, rappresentante del Governo, siamo un po' perplessi, da questo punto di vista, sull'attuale proposta di legge per una serie di ragioni, che vado rapidamente a enucleare, ovviamente dichiarando il voto favorevole su questo emendamento.

In particolare, siccome la politica italiana spesso e volentieri si è fatta un po' tirare la giacchetta in lungo e in largo, nel corso di decenni di storia repubblicana, sarebbe auspicabile, con l'avvento di un Governo che ha sbandierato il proprio desiderio di mostrare discontinuità rispetto a quelle abitudini, che per tutti gli organi in qualche modo legati allo Stato e al Governo si facesse una valutazione, per quello che attiene al management, alle presidenze, alle giunte, ai direttivi, agli amministratori delegati, alla governance. Si stabilisca qual è il tempo congruo per costruire una stagione di governo ed essere giudicati, prima che la mannaia della scadenza possa colpire, appunto, il vertice di un tale organismo.

Non ci sarebbe stato nulla di male se l'avessimo fatto non soltanto sul Comitato olimpico nazionale italiano, ma su tutti questi enti che coadiuvano l'azione del Governo, nei settori specifici e nelle aree tematiche, anche le più complesse. Ce ne sono sicuramente di più complesse di questa.

Ora invece che - prima problematica e primo ravviso di burrasca - si venga solo a parlare del CONI è un fatto del tutto anomalo, che poteva essere legato a una questione di carattere del tutto eccezionale, nel caso in cui - e qui il MoVimento 5 Stelle ci ha messo lo zampino - l'Italia fosse stata candidata a ospitare i Giochi olimpici. Nel qual caso, il fattore continuità avrebbe sicuramente dato maggiore stabilità e maggiore garanzia di governo dei processi, nella gestione di un evento comunque complesso e altisonante, di natura ed evidenza internazionale con tutte le sue complessità. Sarebbe stato complicato o, comunque, non necessariamente conveniente fare un avvicendamento in corso d'opera, con alle porte la gestione dei giochi olimpici.

Ma se questo non c'è più, se questo dato, questo fattore, cessa di esistere, si deve tornare nell'ordinaria amministrazione e, quindi, alla domanda di cui all'articolo precedente. Quanto è giudicato da questo Governo il tempo congruo per poter amministrare un ente che lo coadiuva in un determinato settore? E questo vale per il CONI e vale per tutti gli altri enti.

Quindi, che noi oggi qui, come è capitato in altre circostanze per leggi ancora meno importanti di questa e ancora più puntuali, talvolta addirittura di natura territoriale, siamo a impegnare il lavoro di 630 deputati, per un unico fatto specifico, che comunque è contemplato in maniera parziale, io lo ritengo comunque un dato assolutamente anomalo e non giustificato.

In più vorrei capire - e concludo, Presidente -, se proprio bisogna mettere le mani sulla governance del CONI, qual è la prospettiva nella quale il CONI è chiamato a muoversi nella sua autonomia, per carità, insieme alle linee programmatiche del Governo sul settore sportivo, che solo per quota parte sono rappresentate dal CONI.

PRESIDENTE. Concluda.

FABIO RAMPELLI. Siccome il Presidente ha scampanellato, io mi fermo qui. Nel prossimo emendamento, però, andrò avanti, perché ci sono delle evidenti anomalie nella gestione del CONI, che non sono necessariamente così intestabili al presidente attuale, Giovanni Malagò, a cui mi lega amicizia, persona stimata, di grande professionalità. Ma ci sono delle buche nel sistema e queste buche vanno comunque sanate e riparate, perché sono di fronte a tutti e forse sarebbe stato opportuno legarle a questo provvedimento, per fare almeno un provvedimento quadro sulla materia specifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simone Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente, intervengo perché il dibattito sta stimolando alcune riflessioni. Io in quest'Aula non mi capacito di come ci possa essere ancora una miopia di visione nell'approvare alcune leggi. Infatti, alcuni ragionamenti che legano la candidatura di Roma 2024 al mandato del presidente Malagò, secondo me, riferiscono di una visione totalmente miope, che dovrebbe essere al di fuori di quest'Aula perché, se noi facciamo una legge, la dobbiamo fare con un tempo di riflessione molto ampio e soprattutto con uno studio degli impatti che ci saranno a lungo termine. Infatti, non esiste che facciamo una legge oggi e nella prossima legislatura o dopo un anno dobbiamo andare a modificarla, a seconda delle convenienze e a seconda delle pressioni che riceviamo dall'esterno.

È una follia ragionare in questa maniera! È una follia collegare le due cose, peraltro collegare un evento, quello di “Roma 2024”, che ha visto notevoli problemi; e su questo segnalo anche l'esposto all'Anac del MoVimento 5 Stelle. Quindi, invito tutti a fare una riflessione a lungo termine e non a seconda delle convenienze del momento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.14 Nicchi e 1.15 Borghesi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.100 Fossati.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Presidente, ribadisco il punto, anche per rispondere all'onorevole Rampelli: credo che ormai, in questo senso, il CONI non faccia differenza rispetto ad altri interventi che riguardano le governance di enti pubblici e anche di enti privati. Otto anni sono un periodo congruo per costruire dei progetti di gestione da parte di un gruppo dirigente, che deve avere la capacità - ed è questa una forza - di assicurare, dopo otto anni, un buon ricambio, che garantisca le continuità o le rotture, se il corpo sociale, se la base del movimento lo ritenga.

Questo è il punto per il quale noi siamo contrari ad una legge che sposti l'attuale limite - perché esiste su questo punto, oggi, un limite di legge che ha funzionato - assicurando un quadriennio in più al CONI.

Onorevole Valente, la disponibilità non era miope, è perché c'è una disponibilità a dire le cose come stanno. Se ci fosse un motivo, se ci fosse una condizione per cui da quel movimento, da quel mondo, venisse una richiesta di assicurare una continuità di governance, a certi patti, ma non regolati dalla legge, con delle regole che valgono erga omnes e valgono per il tempo futuro, per sempre, potremmo essere anche disponibili. Abbiamo provato con l'emendamento che dice: se c'è un orientamento del Governo che chiede al CONI di fare cose nei prossimi vent'anni, può darsi che sia il Governo stesso ad avere l'interesse che la governance del CONI vada avanti. Qui c'è un'altra fattispecie: se viene dal movimento questa necessità, allora però al terzo mandato che sia il Governo a dare un parere, perché la regola è due e, di fronte ad una richiesta, il Governo si deve esprimere. Abbiamo il giudizio negativo del Governo, non so perché; c'è un'ostilità a porre questo tema, allora sbaglia il Governo, perché, essendo ostile a questi interventi e dicendo “no” a tutte queste possibilità che si aprono in modo serio, alimenta le perplessità che nel dibattito poi ci sono, cioè alimenta il giudizio che non si tratti di una regolamentazione che guarda alla politica ma che sia regolata anche da particolari simpatie. Noi non vogliamo entrare in questo ragionamento, quindi continuiamo su questa strada: no all'impianto, sì a delle aperture che potrebbero migliorare il testo di legge.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Fossati, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.02 Borghesi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Presidente, con questo articolo aggiuntivo poniamo l'accento su una questione altrettanto dirimente come quella dei due mandati, ossia quella del palese conflitto di interesse che esiste all'interno dell'elezione della giunta nazionale del CONI. Come tutti voi sapete, infatti, la giunta nazionale del CONI è eletta tramite le federazioni sportive dei territori. Quindi, essendo il CONI l'ente che di fatto ha il controllo sulle federazioni sottostanti, ed essendo il CONI l'ente che può devolvere e concedere finanziamenti alle federazioni, risulta quanto mai implicita ed evidente la pressione che i vertici del CONI possono fare sulle federazioni stesse in sede di rielezione.

Quindi, dal nostro punto di vista, questo meccanismo andrebbe assolutamente cancellato, andrebbe cambiato radicalmente. Una proposta poteva essere quella di allargare la base elettorale, in maniera tale che questo potere ricattatorio da parte dei vertici del CONI non venisse più esercitato; un'altra ipotesi è appunto quella presente nella proposta emendativa che stiamo discutendo oggi, però il dato di fatto è questo: un sistema così composto, con questi meccanismi di elezione, non ha fatto altro che perpetrare quello che è lo status quo del potere del presidente attuale.

Quindi, alla luce di questo, noi riteniamo che un buon provvedimento, che voglia davvero portare un rinnovamento e voglia davvero portare linfa nuova al mondo dello sport, dovrebbe appunto mettere mano a questo meccanismo, a questa stortura, che di fatto è un'arma di ricatto per chi oggi già comanda, ed è un'arma per una rielezione che purtroppo nel corso degli anni abbiamo visto e che di sicuro non ha fatto il bene di questo mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Presidente, penso che questo emendamento metta esattamente il dito nella piaga. Il problema qual è? È che il CONI dovrebbe vigilare sulle federazioni, il CONI è quello che, ricevendo i soldi dallo Stato, distribuisce i finanziamenti ai presidenti federali, e i presidenti federali sono coloro che eleggono il presidente del CONI, che dovrebbe vigilarli. Capite che c'è un conflitto di interessi evidente, palese e plateale.

Già la legge “Melandri” ha cercato in qualche modo di trovare dei sistemi, allargando agli atleti e ai tecnici, per superare questo modo di operare in palese conflitto. Io penso che il Ministro Lotti, se vuole veramente riformare lo sport, deve cominciare a immaginare un sistema che elimini in radice quella che è veramente la causa di tutti i mali: non può essere il vigilato ad eleggere il vigilante, altrimenti il vigilante tante volte magari chiude gli occhi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Presidente, voglio dire che sono d'accordo con il problema sollevato dall'onorevole Borghesi, perché è il punto su cui ragionavamo all'inizio: è una filiera che non funziona, è un sistema che non può continuare con efficienza.

C'è un ruolo del Governo, del Paese e del Parlamento e c'è un ruolo di un ente che, ripeto, nella stragrande maggioranza, nella totalità dei Paesi del mondo è un ente di diritto privato, perché è un ente autonomo, perché lo sport deve essere, per la Carta olimpica, autonomo dai Governi. Quindi, noi continuiamo con questa anomalia.

Dov'è che, però, il punto mi costringe all'astensione? È proprio questo: non è pensabile che il Comitato olimpico sia nominato dai Governi. Noi dovremmo fare un'altra cosa: dovremmo smetterla di avere il Comitato olimpico come ente pubblico - questo è il punto - e regolarsi, nei rapporti tra Governo-Parlamento e Comitato olimpico, con tutti gli strumenti con cui si lega un ente importante, importantissimo, per le funzioni al Governo: le convenzioni, i protocolli, gli accordi. Questo succede nel mondo e dovrebbe succedere anche in Italia.

Io penso che la prossima legislatura questo tema se lo dovrà porre con grande attenzione. Intanto il nostro gruppo si astiene su questo punto, riconoscendo il valore, ma la non congruità, a nostro avviso, della proposta che si vorrebbe utilizzare per sbloccare questa situazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Borghesi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01 Simone Valente.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simone Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente. Questa, seppur misura forse marginale per tutte le questioni che abbiamo sollevato, vuole essere un piccolo tassello per aumentare anche l'indipendenza e la vigilanza sui conti del CONI, visto che, come abbiamo già detto, utilizza moltissimi fondi pubblici. Per questo noi prevediamo una maggiore indipendenza dei revisori dei conti attraverso la non possibilità di essere rinominati e, quindi, una rotazione che darebbe forse anche un cambio maggiore anche sotto questo aspetto di vigilanza, che per noi è importantissimo proprio perché si tratta di fondi pubblici.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3960-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARIA COSCIA, Relatrice. Grazie, Presidente. Parere contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCA LOTTI, Ministro per lo Sport. Conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.77 Borghesi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento e con il seguente vogliamo porre rimedio ad una problematica che si è vista anche durante l'elezione recente del presidente del CONI, in quanto vorremmo evitare che il rinnovo delle federazioni avvenga prima dell'elezione del Consiglio nazionale del CONI. Quindi, abbiamo assistito a situazioni ormai cristallizzate e fossilizzate che non hanno permesso il rinnovo di federazioni, che, quindi, ancora da scadute, hanno partecipato al rinnovo invece del Consiglio nazionale del CONI. Attraverso questo emendamento e attraverso l'emendamento seguente vorremmo porre fine a questa situazione e, quindi, quanto meno, rendere il meccanismo un pochino più intelligente ed un pochino più normalizzato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.77 Borghesi, con il parere contrario della relatrice e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.79 Borghesi, con il parere contrario della relatrice e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'emendamento 2.7 Simone Valente.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simone Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente. Con questo emendamento vogliamo introdurre nuovamente la nostra proposta di prevedere due mandati per i presidenti federali e gli enti di promozione sportiva, ma, soprattutto, vogliamo togliere la norma transitoria che è stata inserita all'articolo 6, comma 4, ovvero quella che prevede un ulteriore mandato ai presidenti che, attualmente in carica, ne hanno già svolti due. Questo potrebbe essere chiamato un articolo “salva presidenti”, proprio perché si vuole garantire, non si sa per quale motivo, una continuità a chi è già stato tantissimi anni. Io continuo a dire tantissimi anni, però vi voglio anche portare alcuni dati che dimostrano questo, perché ci sono presidenti federali che sono in carica anche da quindici, venti o trent'anni. E qui faccio alcuni esempi: posso citare il presidente della Federazione bocce, che è stato in carica dal 1993 al 2017, i presidenti della FISAC, della FIC e della FCI, che sono stati in carica dal 2005, il presidente della FIN, che è in carica dal 2000, il presidente della Federazione italiana pesca sportiva, che è in carica dal 2001, il presidente della Federazione italiana tiro a volo, che è in carica dal 1993, il presente della FITARCO, che è in carica dal 2001. Insomma, ci sono tantissimi casi di presidenti che sono da tantissimi anni nel proprio ruolo: alcuni possono sicuramente avere svolto un ottimo mandato, e questo va detto, però proprio per il principio che noi portavamo avanti di rotazione, di ricambio generazionale, di innovazione sarebbe, in realtà, giusto eliminare questa possibilità per chi ha già fatto due mandati ed è attualmente in carica di farne un ulteriore. Quindi, invito tutta l'Aula a ragionare su questo soprattutto, al di là dei due mandati e, quindi, a votare a favore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione. No, annullo l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Presidente, intervengo per una precisazione importante, perché con questi emendamenti si pongono temi assolutamente rilevanti, che verranno ripresi anche da emendamenti successivi di altre forze, ma si fa un'operazione, cioè si vanno a introdurre delle modifiche all'articolato andando ad abrogare alcuni passi del provvedimento, a partire dal punto che per noi è dirimente, cioè il punto della promozione delle pari opportunità di genere dentro la governance del CONI. Quindi, si introducono elementi giusti, comunque discutibili, qualche volta molto giusti, sempre premettendo e facendo un'operazione sbagliata, e questo ci costringe ad astenerci su tutti gli emendamenti a questo articolo del MoVimento 5 Stelle e dell'onorevole Valente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.100 Simone Valente.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simone Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente. Solo per specificare che sulla parità di genere ho già espresso il mio pensiero e penso che siano altre le strade che soprattutto le federazioni e il CONI debbano intraprendere. Su questo emendamento noi vogliamo inserire dei limiti stringenti per le elezioni dei presidenti e per le candidature, perché abbiamo visto, ancora una volta, che ci sono state situazioni totalmente inopportune, totalmente spiacevoli, per cui, ad esempio, abbiamo avuto per tanto tempo presidenti federali, quindi a capo di una federazione nazionale, con delle condanne. E, allora, senza entrare nel merito, nel caso specifico di queste persone, dico che, se non altro eticamente o, comunque, per una questione anche di immagine che diamo ai nostri ragazzi e ai tesserati, queste persone non potrebbero assolutamente ricoprire quel ruolo e dovrebbero intervenire gli enti predisposti a vigilare, in primis il CONI, e poi anche il Governo, con, ovviamente, i poteri che gli sono consentiti.

Questo è un primo punto. Il secondo punto è il rapporto che c'è tra sport e politica. Ho già accennato in precedenza come spesso le federazioni siano state usate e siano usate attualmente come bacino elettorale, come posizioni, come poltrone: un politico, un parlamentare o un qualsiasi politico che ricopre una carica poi trova, alla fine del suo mandato, sfogo nel mondo sportivo, perché, magari ha un amico che lo nomina o ha una serie di persone che permettono l'elezione. Ci sono stati alcuni casi, addirittura, di senatori che sono presidenti federali, abbiamo avuto senatori che, addirittura, nel mondo sportivo sono riusciti ad avere tre o quattro cariche contemporaneamente. Abbiamo avuto alcuni esempi, che anche i miei colleghi citeranno, riguardo a membri del Governo che si sono inseriti nella classe politica.

Ecco, noi vogliamo separare completamente e rendere indipendente lo sport dalla politica, perché, se poi chi fa le leggi è quello che poi le leggi se le vede applicate o se quello che fa le leggi, e quindi finanzia il mondo sportivo, è quello che riceve i finanziamenti, c'è un palese conflitto di interessi che non può essere più accettato.

La seconda parte è quella delle incompatibilità, perché non è possibile che ci siano delle persone che ricoprono o ricoprivano delle cariche nel CONI o in CONI Servizi ed erano contemporaneamente presidenti di federazione. Il discorso è lo stesso di prima.

Allora, eliminiamo tutte queste incompatibilità, iniziamo a parlare di conflitto di interessi, iniziamo anche a lasciare spazio a quella nuova classe dirigente di cui si parlava prima, lasciando delle cariche libere, invece di consentire, come sempre, alla politica di occuparle e occuparsi di tutto il mondo sportivo. E, ancora una volta, la domanda è: ma quand'è che poi si parla di sport (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. In merito a questa proposta dell'onorevole Valente, volevo concentrare un attimino l'attenzione su una incompatibilità - alcune sono manifeste, le ha richiamate il collega Valente - che, invece, in qualche modo, viene tranquillamente sorvolata, e che, invece, a me sembra abbastanza, anche in questo caso, lampante. È l'incompatibilità che dovrebbe intercorrere tra presidente di federazione sportiva e carica di consigliere in seno a CONI Servizi Spa.

Come ha ricordato il collega Fossati precedentemente, a un certo punto si è pensato di distinguere quella che è la dimensione di politica e organizzazione sportiva del CONI rispetto alla dimensione organizzativa patrimoniale e finanziaria, cioè la gestione del patrimonio e la gestione di tutta la dimensione finanziaria, ivi compreso, chiaramente, il ricevimento dei contributi da parte dello Stato e poi la distribuzione alle federazioni sportive.

Ecco, la CONI Servizi Spa è una società per azioni detenuta dal Ministero dall'Economia, e quindi è un organo strumentale esattamente volto alla gestione dell'aspetto economico-patrimoniale. Non si capisce perché debbano far parte del consiglio di amministrazione della CONI Servizi Spa i presidenti di federazione sportiva, cioè proprio coloro che poi da CONI Servizi Spa ricevono i servizi e ricevono i contributi.

Ora, che debba essere una legge dello Stato a stabilire queste incompatibilità sembra eccessivo, però, purtroppo, colleghi e Ministro Lotti, evidentemente al CONI non ci ha pensato nessuno che nello statuto della CONI Servizi Spa o nella normale prassi dovrebbe essere evitata questa incompatibilità di fatto. Ecco, noi non abbiamo fatto emendamenti su questo; devo dire la verità, ci è sfuggito questo aspetto. Ringrazio il collega Valente, che, in mezzo a tutte le altre incompatibilità, ne ha evidenziata una che, ribadisco, con un minimo di persuasione morale, potrebbe essere introdotta per le nomine a venire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. L'emendamento 2.100 è firmato dai colleghi Valente, Di Benedetto, Vacca, Gallo, D'Uva, Marzana e Brescia. Ricordo questi onorevoli colleghi sbandierare e sbattere ripetutamente il testo della Costituzione con frasi encomiastiche nei confronti di questo testo nobile e urlando anche quando non occorreva urlare. Ma, evidentemente, questa lettura è stata superficiale o, comunque, è stata superata nei fatti.

Ancora una volta noi troviamo in questo emendamento, non come ha detto l'onorevole Simone Valente un impedimento per il caso di condanne, ma che proprio loro anche che abbiamo riportato condanne anche in primo grado per delitti contro la pubblica amministrazione. Allora, i colleghi sanno evidentemente che secondo la Carta costituzionale non c'è possibilità di sostenere nessuna responsabilità penale perché c'è il principio di presunzione di non colpevolezza che in realtà, oggi, è diventato costituzionalmente un principio di presunzione di innocenza, perché i trattati internazionali di valore costituzionale così stabiliscono. Ma dicono “ma è così, è un dato di opportunità”. Ora con la questione dell'opportunità superare quelle che sono le soglie, per me insuperabili, di un dettato costituzionale, mi pare un'avventura. Essi sono quindi, a mio parere, lo dico con il massimo rispetto, degli adolescenti ancora, politicamente ovviamente, e secondo l'etimo dell'adolescenza devono ancora nutrirsi e nutrirsi a fondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente. Io inviterei il collega mi ha preceduto a leggere magari i documenti, soprattutto quando non conosce la materia, perché quello che è proposto in questo emendamento è quanto già contenuto nel codice deontologico del Coni che già prevede la sospensione immediata di tutti quanti quelli che ricoprono degli incarichi, anche federali, nel caso di condanna in primo grado per reati contro la pubblica amministrazione. Che succede però (qua si vede l'ipocrisia vostra perché fate le norme, fate soltanto bandiere, che poi non vengono applicate, quando si tratta di renderle leggi in realtà poi vi rifiutate di trasformarle in leggi)? Questo codice deontologico non viene recepito dalle federazioni che quindi spesso non lo applicano. Malagò stesso, in un caso negli ultimi anni, ha ammesso che non poteva intervenire nel caso di una federazione come la FIP, federazione pattinaggio, che ha quasi da trent'anni lo stesso presidente che è stato per un periodo condannato in primo grado con interdizione dai pubblici uffici e continuava a fare il presidente.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GIANLUCA VACCA. Non poteva intervenire perché non c'erano strumenti normativi. Ovviamente non era vero e con questo emendamento noi risolveremo il problema alla radice (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. Ci tenevo a portare all'interno di quest'Aula la questione legata all'incompatibilità rispetto ad alcune cariche politiche, perché è un tema che ha toccato la Giunta per le elezioni in questo anno e di cui ovviamente il Partito Democratico ha ritenuto di non prendere in considerazione l'incompatibilità legata ad alcune cariche delle federazioni. Ad esempio, un Ministro per gli affari regionali, Enrico Costa, che era presidente della Federazione italiana pallapugno. Fino a pochi minuti fa parlavamo dei soldi trasferiti dallo Stato al Coni e alle federazioni, è evidente che in questo modo un Ministro abbia un potere di attrarre a sé risorse, cosa che potete fare tutti andando a vedere e a commisurare il numero di atleti della federazione pallapugno e i soldi arrivati negli ultimi anni. Su questo punto c'è da analizzare bene i numeri e capire effettivamente che questi conflitti di interessi devono essere dipanati solo per il bene dello sport (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente. Ho chiesto di parlare solo perché questo Parlamento merita un po' di rispetto: l'avvocato Longo parlava di norma dello Stato, che è cosa ben diversa da un codice deontologico che non ha neanche la dignità del regolamento e valuta le opportunità. Quindi, non si può criticare la valutazione di adolescenza su certe materie da parte di chi interviene. Qui queste cose dovrebbero essere basiche, non frutto di precisazioni in fondo anche spiacevoli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.103 Simone Valente.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente. In stretta contiguità e continuità con quanto detto dal collega Longo, mi preme osservare come sia costume di quest'Aula, ahimè, di non tenere nella debita considerazione i principi costituzionali. È una brutta abitudine che dovremmo imparare a perdere, soprattutto evitando che la violazione della Costituzione possa diventare un modo per ottenere obiettivi puramente politici e magari tendenti ad un consenso fatuo.

Voglio essere ancora più chiaro: è evidente che un'incompatibilità che si fondi su una affermazione di responsabilità penale ferma al primo grado, non solo collide con la presunzione di non colpevolezza, mi piace chiamarla così, di matrice costituzionale, ma crea una controbbligazione, cioè crea la possibilità del sistema giudiziario, mediante un'aggressione assolutamente inconsistente, qual è una sentenza di primo grado rispetto alla necessità, alla possibilità, di un gravame nella doppia forma dell'appello e del ricorso per Cassazione, di raggiungere obiettivi politici. Questo è il vero problema. Noi non dobbiamo fare in modo che la giustizia o il giudiziario diventi un modo per aggredire quello che giudiziario non è, indipendentemente da un sistema di giudicato della sentenza. È soltanto il dato certo dal punto vista giudiziario che può legittimare delle conseguenze.

Questa moda di dare ai gradi intermedi un valore quasi di giudicato, si accompagna, Presidente, ad un altro pessimo fenomeno del nostro Paese la condanna mediatica, per cui anche una sola informazione di garanzia o la notizia di una indagine o di una immagine che possa essere turbata da una vicenda giudiziaria, diventa un motivo di opportunità, tra virgolette, di doverosità mediatica, per abbandonare tutto quello che magari si è costruito in tanti anni. Su questo noi dovremmo riflettere e spingere per un sistema che renda più certa la giustizia, magari più rapida, magari più efficiente, ma evitare che a una giustizia inefficiente, paralizzata, difficile, molto spesso politicizzata, risponda poi un effetto intermedio definitivo sulle vite dei cittadini. Questo è un segnale chiaro e forte che io affido all'Aula: se noi continuiamo a dire che un qualsiasi segnale giudiziario è un motivo di opportunità per dismettere delle attività che magari possono avere avuto un costrutto, un percorso, difficile, importante, pieno di legittimità, tenuto conto che questi accertamenti non hanno nessun carattere di definitività, noi andiamo incontro, ancora una volta, a una politica debole, a una struttura debole, a fronte di un sistema giudiziario che si sentirà sempre più forte, autonomo, capace di esprimere un potere indipendentemente da una norma costituzionale che prevede ancora una volta - scusate se la Costituzione è stata capace molti anni fa di guardare avanti - che i magistrati siano soggetti soltanto alla legge. Questa previsione io credo che debba essere tesaurizzata e insieme alla presunzione di non colpevolezza ci debba portare tutti, nell'interesse della capacità di governare in modo indipendente (un'altra delle caratteristiche del Parlamento e dalla politica), a fare in modo che ad una giustizia pronta, efficiente, capace, a giudici indipendenti che siano messi nelle condizioni di scrivere le sentenze davvero, senza lacci e lacciuoli (altra patologia di questi gli ultimi anni), corrisponda una politica forte che debba rispondere del proprio operato soltanto in presenza delle garanzie costituzionali. È un emendamento che da questo punto di vista non recepisce questo dato fondamentale, ovviamente noi voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.103 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.102 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.105 Nicchi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Murer. Ne ha facoltà.

DELIA MURER. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi vogliamo rendere più stringente il testo e quindi proponiamo, sempre riguardo alla questione della presenza delle donne, che nessun genere possa essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento. Quindi, pensiamo che il testo, che parla di promuovere le pari opportunità, sia troppo generico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.105 Nicchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.106 Centemero. Se nessuno chiede di intervenire…

ELENA CENTEMERO. Presidente…

PRESIDENTE. Onorevole Centemero, però non so se… Non ci siamo intesi.

PIERO LONGO. Era ovvio! Era ovvio!

PRESIDENTE. Onorevole Longo, la prego di stare sereno.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Grazie, signor Presidente. Anche con questo emendamento, in linea con gli altri che abbiamo presentato sulla parità di genere, chiediamo, ancora una volta, di rendere più stringente la norma. La parola “promuovere” è molto blanda e lo ripetiamo ancora una volta. Io mi rivolgo ancora una volta al Ministro dello sport e chiediamo, invece, che ci sia un principio molto chiaro che è quello del rispetto della parità di genere che, oltretutto, è un principio anche sancito dalla nostra Costituzione nell'articolo 51.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Murer. Ne ha facoltà.

DELIA MURER. Grazie, Presidente. Certo, noi preferivamo il nostro emendamento, però voteremo a favore su questo che, comunque, è migliore del testo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

ADRIANA GALGANO. Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.106 Centemero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.107 Nicchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.84 Bossa e 2.86 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.108 Fossati.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Presidente, ho già detto: zero la normativa attuale e tre è meglio di zero. Si definisce così un limite alla presidenza delle federazioni sportive. Noi pensiamo che, in ossequio a quello che è ormai un dato strutturale delle attività degli enti pubblici e degli enti privati, otto anni sarebbero ampiamente un limite di tempo in cui si costruiscono i progetti e otto anni è anche un tempo ragionevole per evitare la cristallizzazione delle rendite e dei poteri dentro gli organismi pubblici e privati. Quindi, questo impianto di legge fa un passo in avanti ma si rifiuta di fare i passi decisivi e, quindi, c'è una contrarietà e, quindi, l'emendamento precedente.

Ma la cosa che stupisce e che addolora è come mai non si accetti anche la ragionevolezza del condizionare il terzo mandato a un qualche vincolo, a un qualche limite o a una qualche opportunità. Anche perché questo è anche nella legge attuale. Attenzione, la legge attuale dice: potete fare quanti mandati vi pare, ma dopo il secondo mandato dovete avere una maggioranza un po' qualificata, il 55 per cento. Ed ha un senso, perché ci deve essere un motivo, se si dice a un presidente di continuare a stare, perché non è normale. Ci deve essere, ecco, perlomeno un consenso, che legittima un dato abbastanza anomalo nel proseguimento del mandato oltre un periodo lungo. Questo che, se ne volete tre, be', ma il terzo almeno limitatelo all'avere una maggioranza molto ampia nel corpo elettorale. Ci viene detto di no. Noi siamo abbastanza increduli, ma ovviamente vogliamo che questo emendamento sia votato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.108 Fossati, parere contrario della relatrice e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Emendamento 2.88 Borghesi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Per chi voglia veramente un rinnovamento del mondo della dirigenza sportiva, secondo me, siamo arrivati al punto cruciale. Paradossalmente il punto è più cruciale, rispetto al limite dei mandati, al quorum e quant'altro.

È la questione relativa alle deleghe che possono essere conferite in occasione delle assemblee elettive. Il metodo delle deleghe è lo strumento più efficiente ed efficace che hanno i presidenti uscenti, per in qualche modo perpetuare il proprio potere. Perché? Perché, controllando la struttura, la struttura organizzativa delle federazioni, in particolare per le federazioni con un numero di associati rilevante, la possibilità di controllare la struttura organizzativa, di fatto, in modo capillare permette il controllo, la collezione e il recupero delle deleghe da parte degli associati. Cosicché alle assemblee magari intervengono in cento, che hanno in mano le deleghe che rappresentano 10 mila associati, che naturalmente non sanno nulla di quello che avviene sostanzialmente nell'assemblea e hanno dato in mano, spesso in bianco, il loro voto a chi nella struttura magari professionalmente lavora e che dipende dal presidente in carica.

Per questo motivo noi pensiamo che, come nelle società popolari e cooperative si è introdotto un limite alle deleghe, anche in questo caso la democrazia nell'ambito delle assemblee si possa esplicitare con la partecipazione effettiva degli associati. Naturalmente non si può eliminare totalmente l'istituto della delega, perché oggettivamente, se un presidente dell'associazione sportiva di Trapani non può recarsi a Pescara per l'assemblea nazionale, è giusto che dia la delega a qualcuno. Però, questo numero deve essere limitato, deve essere quasi un caso eccezionale.

Per questo motivo noi abbiamo proposto una serie di emendamenti per ridurre il numero delle deleghe conferibili (cinque, due o una), In realtà, è evidente che noi riteniamo cruciale non l'applicazione di una normativa, perché, a introdurre - e ribadisco qui quello che ho detto prima - e mettere in una legge dello Stato dei numeri relativi alle deleghe delle federazioni sportive, mi scappa da ridere.

Però pensiamo che lo strumento idoneo sia quello di un ordine del giorno che naturalmente, se condiviso, possa permettere in qualche modo di costituire un indirizzo, una linea guida, di comportamento al CONI, per limitare quello che è uno strumento che oggi di fatto è utilizzato e che è il vero motivo per cui ci ritroviamo i presidenti che durano in carica venti o trent'anni. Infatti, controllando la struttura organizzativa delle loro federazioni, sono capacissimi di raccoglie le deleghe, mentre coloro che li sfidano, non avendo a disposizione né dipendenti né strutture, queste deleghe non sono in grado di raccogliere.

Io invito il relatore e il Ministro a dirmi se condividono quest'impostazione e come valutano l'ordine del giorno, così almeno io valuto se ritirare gli emendamenti oppure insistere con la votazione.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.88 Borghesi, parere contrario della relatrice e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

Lei intende intervenire Ministro? Prego. Colleghi, revoco la votazione, perché ha chiesto di parlare il Ministro, chiedo scusa.

LUCA LOTTI, Ministro per lo Sport. Grazie Presidente, accolgo la proposta dell'onorevole Giancarlo Giorgetti e sono disponibile a discutere dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Bene, allora mi pare di capire che è ritirato l'emendamento 2.88 Borghesi e che l'emendamento 2.89 Borghesi è ritirato anch'esso, ovviamente e giustamente.

Siamo all'emendamento 2.109 Abrignani.

IGNAZIO ABRIGNANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO ABRIGNANI. Lo ritiro.

PRESIDENTE. Molte bene e quindi siamo al 2.104 Borghesi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Grazie Presidente. Con quest'emendamento vogliamo sottolineare un aspetto che è fondamentale. L'articolo 117 della Costituzione, infatti, inserisce l'ordinamento sportivo tra le competenze concorrenti. Quest'aspetto è stato assolutamente trascurato nella stesura di questo provvedimento, quindi, attraverso questo nostro emendamento, noi vorremmo riportare il fatto che la Costituzione, per forza di cose, deve essere rispettata. E quindi: gli statuti delle federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive associate dovrebbero essere sottoposti al parere obbligatorio della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le ragioni e le province autonome. Quindi, niente di più se non il rispetto dell'articolo 117 della Costituzione.

PRESIDENTE. Grazie. Devo dare un avviso, che dovevo dare già precedentemente, che la Lega Nord ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. La Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo, pari ad un terzo di quello originariamente previsto, di cui un pezzettino è stato già utilizzato dall'onorevole Borghesi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.104 Borghesi, parere contrario della relatrice e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3960-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARIA COSCIA, Relatrice. Grazie Presidente, parere contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.1 Bossa e 3.100 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Centemero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 Nicchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.103 Nicchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3960-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARIA COSCIA, Relatrice. Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Nicchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Bossa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3960-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3960-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARIA COSCIA, Relatrice. Presidente, parere contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.15 Simone Valente, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Bossa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo all'emendamento 6.4 Fossati. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Data anche l'ora, è l'ultimo intervento che faccio sugli emendamenti.

MAURIZIO BIANCONI. Bravo!

PRESIDENTE. Onorevole Bianconi!

FILIPPO FOSSATI. L'onorevole Bianconi lo faceva anche in consiglio regionale.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Fossati, non accetti provocazioni.

FILIPPO FOSSATI. Il tema, però, è questo: questo è un altro punto brutto della legge. Noi abbiamo migliorato rispetto al Senato: il Senato dava come norma transitoria due mandati in più a chi fosse, al momento dell'approvazione della legge, nella condizione di essere arrivato al limite, cioè il limite di tre mandati. In sostanza, noi diciamo: ne hai tre, quindi poi arrivare, caro presidente di federazione, fino a dodici anni di mandato, e con questa norma transitoria diciamo che, se ne hai fatti già dodici, ne stai facendo dodici, potrai arrivare a sedici. Sedici anni: una vita!

Io non capisco perché, mi sembra un punto che non ha logica. Le obiezioni dicono che c'è ormai una prassi, che ci sono degli organismi che hanno l'abitudine a tempi lunghi, ma non esiste sedici anni: da dodici a sedici è un qualche cosa che a me sembra clamorosamente eccessivo e ha anche il sapore di limitare l'efficacia di tutto quello che abbiamo scritto nei capitoli precedenti. Ma anche qui c'era un'apertura: ma se dobbiamo fare questa cosa eccezionale, francamente difficilmente spiegabile, deve essere limitata da un consenso enorme, cioè in quella federazione noi dobbiamo essere sicuri che si sta scegliendo per motivi che non sono quelli di una rendita di posizione di chi sta al potere già da dodici anni. Dobbiamo dare questo esempio di trasparenza, di logicità e di efficacia: allora, limitiamolo ai due terzi dell'elettorato. Non c'è stata apertura e questo è un fatto sbagliato, che getta una luce brutta sull'intero testo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.4 Fossati, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.11 Nicchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.14 Fossati, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3960-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/3960-A/1 Borghesi, parere favorevole con questa riformulazione: nell'impegno, dopo le parole “discipline sportive associate”, si conclude così: “al fine di valutare la possibilità di introdurre un'ulteriore limitazione al numero massimo di deleghe”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3960-A/2 Nesi, n. 9/3960-A/3 Centemero, n. 9/3960-A/4 Palese e n. 9/3960-A/5 Prodani, parere favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3960-A/6 Brignone, parere contrario.

PRESIDENTE. Devo sapere dall'onorevole Borghesi se accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3960-A/1: va bene? Quindi, è accolto. Così vale per gli ordini del giorno n. 9/3960-A/2 Nesi, n. 9/3960-A/3 Centemero, n. 9/3960-A/4 Palese e n. 9/3960-A/5 Prodani, che sono accolti.

L'ordine del giorno n. 9/3960-A/6 Brignone non è accolto, quindi, deduco che lo mettiamo ai voti.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3960-A/6 Brignone, con il parere contrario del Governo.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Secondo le intese intercorse, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà per le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale nella seduta di martedì 19 settembre, a partire dalle ore 15.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Crivellari. Ne ha facoltà.

DIEGO CRIVELLARI. Grazie, Presidente. È morto a Rovigo, lo scorso mese di agosto, Gian Antonio Cibotto, scrittore, poeta, giornalista, critico letterario. Di formazione cattolica e antifascista è stato uno spirito libero soprattutto, un grande ed originale cantore del Veneto e, in particolare, della sua terra: il Polesine e il delta del Po. Una voce limpida, un intellettuale profondo, che ha segnato con la propria costante e diversificata presenza la cultura del secondo Novecento.

Nato nel 1925, è stato l'autore di volumi importanti: dalle Cronache dell'alluvione, insuperata narrazione della grande catastrofe del Polesine del 1951, lodata a suo tempo da Eugenio Montale, alla Coda del parroco, a Scano Boa, diventato, poi, film, e molti altri.

Di lui hanno scritto le voci più significative della nostra cultura: da Cecchi a Pancrazi, da Bo a De Benedetti. Fu per molti anni critico letterario de il Gazzettino; riaprì e diresse il Teatro Goldoni a Venezia. Per la sua opera, Cibotto ha ricevuto prestigiosi premi letterari, come il “Marzotto” e il “Comisso” e ha fondato alcuni tra i principali premi letterari italiani, tra cui il “Campiello”.

Nel dopoguerra è stato il primo a riscoprire e rilanciare l'opera del Ruzante e a recuperare la lingua pavana, il teatro veneto, una ricchissima e spesso non adeguatamente conosciuta tradizione culturale. Il Ministro Franceschini lo ha ricordato con queste parole: Cronache dell'alluvione e Scano Boa resteranno tra le più belle opere degli scrittori padani.

Ora Cibotto starà già risalendo l'argine del Delta verso Luzzara e a metà strada incontrerà Zavattini. Così, finalmente, lui e Za potranno sedersi in cima alla discesa d'erba che guarda la golena a parlare, con calma, del loro fiume e della loro terra (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

      Venerdì 15 settembre 2017, alle 10:

      Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 13,05.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

      Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

      nella votazione n. 1 i deputati Molea e Gribaudo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

      nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 4 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

      nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 8 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

      nella votazione n. 9 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito a votare;

      nella votazione n. 9 il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni nn. 9 e 10 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni nn. 10 e 35 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 11 i deputati Pes e Romanini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni nn. 11 e 12 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni nn. 11, 12 e 13 i deputati Gianluca Pini e Rampelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

      nelle votazioni nn. 12 e dalla n. 17 alla n. 23 la deputata Venittelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni nn. 12 e 13 il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni n. 13 e dalla n. 30 alla n. 35 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 15 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 20 la deputata Antezza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 19 il deputato Cominardi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 21 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 22 il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni dalla n. 29 alla n. 35 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni nn. 35 e 36 il deputato Menorello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni nn. 30, 31, 33, 34, 35, 36, 37 e dalla n. 38 alla n. 43 la deputata Mongiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 52 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 53 il deputato Mantero ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

      nella votazione n. 54 il deputato Tofalo ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Moz. Carfagna e a. 1-1557 rif. 346 346 0 174 346 0 96 Appr.
2 Nominale Moz. Brignone e a. 1-1661 rif. 366 365 1 183 365 0 95 Appr.
3 Nominale Moz. Giordano S. e a. 1-1665 374 373 1 187 372 1 95 Appr.
4 Nominale Moz. Gadda e a. 1-1666 rif. 374 373 1 187 373 0 95 Appr.
5 Nominale Moz. Vargiu e a. 1-1667 rif. I p. 384 383 1 192 383 0 93 Appr.
6 Nominale Moz. Vargiu e a. 1-1667 II p. 384 321 63 161 320 1 93 Appr.
7 Nominale Moz. Fossati e a. 1-1669 rif. 384 384 0 193 383 1 93 Appr.
8 Nominale Moz. Vezzali e a. 1-1689 rif. 388 386 2 194 386 0 93 Appr.
9 Nominale Pdl 3960-A - em. prem. 01.038 371 306 65 154 104 202 91 Resp.
10 Nominale em. prem. 01.037 386 385 1 193 58 327 91 Resp.
11 Nominale em. 1.1 372 369 3 185 104 265 91 Resp.
12 Nominale em. 1.8 384 301 83 151 108 193 91 Resp.
13 Nominale em. 1.3 383 379 4 190 130 249 91 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.14, 1.15 371 369 2 185 125 244 90 Resp.
15 Nominale em. 1.100 363 344 19 173 36 308 90 Resp.
16 Nominale articolo 1 366 356 10 179 263 93 90 Appr.
17 Nominale art. agg. 1.02 380 342 38 172 27 315 89 Resp.
18 Nominale art. agg. 1.01 380 316 64 159 113 203 89 Resp.
19 Nominale em. 2.77 373 370 3 186 62 308 89 Resp.
20 Nominale em. 2.79 377 303 74 152 62 241 89 Resp.
21 Nominale em. 2.7 376 319 57 160 79 240 89 Resp.
22 Nominale em. 2.4 371 314 57 158 76 238 89 Resp.
23 Nominale em. 2.101 387 326 61 164 75 251 89 Resp.
24 Nominale em. 2.100 378 319 59 160 74 245 90 Resp.
25 Nominale em. 2.103 383 330 53 166 76 254 90 Resp.
26 Nominale em. 2.102 380 327 53 164 75 252 90 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 2.8 381 334 47 168 79 255 90 Resp.
28 Nominale em. 2.5 381 332 49 167 74 258 90 Resp.
29 Nominale em. 2.11 377 327 50 164 71 256 90 Resp.
30 Nominale em. 2.6 383 332 51 167 77 255 90 Resp.
31 Nominale em. 2.105 382 381 1 191 85 296 90 Resp.
32 Nominale em. 2.106 377 377 0 189 97 280 90 Resp.
33 Nominale em. 2.107 379 376 3 189 87 289 90 Resp.
34 Nominale em. 2.84, 2.86 376 376 0 189 131 245 90 Resp.
35 Nominale em. 2.108 365 289 76 145 56 233 90 Resp.
36 Nominale em. 2.104 362 342 20 172 30 312 90 Resp.
37 Nominale articolo 2 360 329 31 165 239 90 90 Appr.
38 Nominale em. 3.1, 3.100 357 356 1 179 152 204 90 Resp.
39 Nominale em. 3.101 358 358 0 180 86 272 90 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 3.102 360 360 0 181 134 226 90 Resp.
41 Nominale em. 3.103 360 360 0 181 33 327 90 Resp.
42 Nominale articolo 3 363 361 2 181 238 123 90 Appr.
43 Nominale em. 4.1 363 360 3 181 81 279 90 Resp.
44 Nominale em. 4.100 360 359 1 180 131 228 90 Resp.
45 Nominale em. 4.2 362 361 1 181 125 236 90 Resp.
46 Nominale articolo 4 367 364 3 183 243 121 90 Appr.
47 Nominale articolo 5 366 363 3 182 268 95 90 Appr.
48 Nominale em. 6.100 355 355 0 178 137 218 90 Resp.
49 Nominale em. 6.15 363 362 1 182 123 239 89 Resp.
50 Nominale em. 6.1 366 365 1 183 124 241 89 Resp.
51 Nominale em. 6.4 347 271 76 136 44 227 89 Resp.
52 Nominale em. 6.11 333 332 1 167 118 214 89 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 55)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 6.14 341 267 74 134 44 223 89 Resp.
54 Nominale articolo 6 345 343 2 172 227 116 89 Appr.
55 Nominale odg 9/3960-A/6 327 233 94 117 43 190 89 Resp.