XVII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 80 di giovedì 19 settembre 2013
Pag. 1PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
La seduta comincia alle 11,05.
VALERIA VALENTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, Capezzone, Cirielli, Dellai, Di Lello, Ferranti, Fico, Formisano, Galan, Gebhard, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Leone, Mogherini, Pisicchio, Realacci, Schullian e Speranza sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,13).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Scalfarotto ed altri; Fiano ed altri; Brunetta ed altri: Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia (A.C. 245-280-1071-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 245-280-1071-A, di iniziativa dei deputati Scalfarotto ed altri; Fiano ed altri; Brunetta ed altri: Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia (A.C. 245-280-1071-A).
Avverto che la Commissione ha presentato il subemendamento 0.1.61.100, che è in distribuzione.
(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 245-280-1071-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 245-280-1071-A).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Onorevole Scalfarotto, prego.
IVAN SCALFAROTTO, Relatore. Signor Presidente, noi abbiamo – spero che si possa fare così, anche per brevità – soltanto due pareri favorevoli. Vuole che esprima i pareri uno alla volta ?
Pag. 2PRESIDENTE. Sì, la prego di esprimerli per ordine.
IVAN SCALFAROTTO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sui seguenti emendamenti: Pagano 1.30; Cirielli 1.5; Roccella 1.37; Molteni 1.3...
PRESIDENTE. L'emendamento Molteni 1.3 non era segnalato.
IVAN SCALFAROTTO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Molteni 1.4, 1.6, 1.7, 1.8, 1.53.
PRESIDENTE. L'emendamento Molteni 1.53 non è segnalato.
IVAN SCALFAROTTO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Businarolo 1.62 e sugli identici emendamenti Balduzzi 1.13 e Molteni 1.14.
PRESIDENTE. L'emendamento Molteni 1.14 non è segnalato.
IVAN SCALFAROTTO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti: Sisto 1.77, 1.78, 1.79. Il parere è altresì contrario sugli emendamenti Molteni 1.9, 1.10, 1.12, 1.11 e sugli identici emendamenti Pagano 1.32 e Molteni 1.41. Il parere è contrario sugli emendamenti Molteni 1.42 e 1.43.
La Commissione esprime, altresì, parere contrario sugli emendamenti Molteni 1.44, Molteni 1.45, Molteni 1.50, Cirielli 1.46, Molteni 1.51, Pagano 1.33, Businarolo 1.48, Molteni 1.47, Businarolo 1.49, Gigli 1.69, Molteni 1.58, Sisto 1.80, Sisto 1.81, Sisto 1.82, sugli identici emendamenti Pagano 1.34 e Molteni 1.52, Molteni 1.54, Molteni 1.55, Molteni 1.56, Molteni 1.57, Molteni 1.87, Molteni 1.59 e Molteni 1.60. La Commissione esprime parere favorevole sul suo subemendamento 0.1.61.100 e sull'emendamento Verini 1.61, come modificato dal subemendamento. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Costa 1.66, Pagano 1.40, Pagano 1.38, Pagano 1.39, Businarolo 1.70, Businarolo 1.71, Zan 1.83, Pagano 1.36, Molteni 1.63, Molteni 1.64, Molteni 1.85, Molteni 1.86, Businarolo 1.67, Businarolo 1.68, sugli identici emendamenti Zan 1.65 e Locatelli 1.88, Molteni 1.84, Balduzzi 1.72, Gitti 1.73, Gigli 1.74, Gigli 1.75, Gigli 1.76, Marzano 1.01. La Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Marzano 1.02. La Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Marzano 1.03.
PRESIDENTE. Tutti gli emendamenti a prima firma Gitti, Balduzzi e Gigli sono stati ritirati. Qual è il parere del Governo sugli emendamenti ?
MARIA CECILIA GUERRA, Viceministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, il Governo ha seguito con molta attenzione sia in Commissione che in Aula la discussione relativa a questo progetto di legge perché attribuisce al tema che questo progetto di legge affronta un grande rilievo.
Ha auspicato che assieme a tutti quelli che nelle Commissioni e in Aula hanno lavorato al provvedimento si arrivasse ad una valutazione ampiamente condivisa, pur nella consapevolezza che il tema intreccia sensibilità e visioni diverse. Dal momento che questa visione condivisa non è stata ottenuta e nel profondo rispetto dei lavori compiuti da questo Parlamento, il Governo si rimette all'Assemblea su tutti gli emendamenti proposti.
EDMONDO CIRIELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo ?
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, non ho capito il parere sui nostri emendamenti, non l'ho sentito, se può essere ripetuto sugli emendamenti a mia prima firma.
PRESIDENTE. A quali emendamenti fa riferimento ?
Pag. 3EDMONDO CIRIELLI. All'emendamento 1.2 da me presentato.
PRESIDENTE. Contrario.
EDMONDO CIRIELLI. Emendamento 1.5 da me presentato, a pagina 2 del fascicolo.
PRESIDENTE. Contrario.
EDMONDO CIRIELLI. Emendamento 1.46 da me presentato, a pagina 10.
PRESIDENTE. Contrario.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, i venti minuti...
PRESIDENTE. Non sono le 11,35. Può parlare al microfono, non ho capito cosa diceva.
SIMONE BALDELLI. Volevo verificare che fossero passati effettivamente i 20 minuti, perché credo che non siano ancora trascorsi.
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, dobbiamo sospendere, effettivamente.
DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, sull'ordine dei lavori. Visto che sono stati persi diversi giorni su questo provvedimento, chiederei alla Presidenza di approfittare delle pause quando magari non sono passati i venti minuti per anticipare gli interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. No, lo dice la parola stessa, questi interventi si fanno a fine seduta.
Sospendo la seduta. Riprenderemo i nostri lavori alle 11,35, con le dichiarazioni di voto.
La seduta, sospesa alle 11,25, è ripresa alle 11,35.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Molteni 1.1, Cirielli 1.2 e Pagano 1.30, sui quali il parere del relatore è contrario e il Governo si rimette all'Aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Signora Presidente e onorevoli colleghi...
PRESIDENTE. Per favore, colleghi ! Colleghi, per favore ! Prego, presidente Brunetta.
RENATO BRUNETTA. Io faccio tesoro delle sue raccomandazioni circa il silenzio, signora Presidente.
PRESIDENTE. È una cattiva abitudine di quest'Aula, lei lo sa.
RENATO BRUNETTA. Condivido fino in fondo la sua amarezza e il suo rammarico rispetto...
PRESIDENTE. Ecco, la pregherei però di cominciare il suo intervento.
RENATO BRUNETTA. Assolutamente sì. Signora Presidente, colleghi, il percorso di questa legge è iniziato sotto i migliori auspici, con piena condivisione dei principi: siamo contro ogni ingiusta ed odiosa discriminazione nei confronti di ogni persona e per qualsiasi motivo. Eravamo e siamo quindi disponibili ad un provvedimento che tuteli le comunità gay, lesbiche, transessuali e bisessuali da violenze, aggressioni e forme di bullismo come quelle che emergono purtroppo dalle cronache. Abbiamo presentato una proposta di legge che prevede un'aggravante agganciata all'articolo 61 del codice penale e quindi ai reati contro la persona, che agisce sia Pag. 4contro le discriminazioni dovute all'orientamento sessuale che a quelle dovute agli altri motivi personali previsti dal Trattato di Lisbona, una proposta che mira alla protezione più ampia possibile nei confronti di tutti i soggetti che possono subire discriminazioni, a partire naturalmente da omosessuali e transessuali.
Nei lavori in Commissione il nostro relatore ed il nostro capogruppo sono stati disponibili ad abbandonare questa impostazione per arrivare ad un compromesso. Abbiamo quindi accettato di partire dal testo presentato dall'onorevole Scalfarotto, che ha scelto di inserire omofobia e transfobia all'interno di una legge come la Mancino, configurandoli come autonoma fattispecie di reato.
La volontà di trovare un accordo noi l'abbiamo manifestata chiaramente in tutta la discussione e per tutto il percorso. Diamo atto anche al PD e all'onorevole Scalfarotto di aver fatto altrettanto, almeno fino a un certo punto. Dalla Commissione è uscito un testo di mediazione, su cui abbiamo dato il nostro consenso, nonostante ci fossero, all'interno del nostro gruppo, forti perplessità da parte di alcuni; perplessità per esempio sul reato di opinione e sulle possibili limitazioni per la libertà di espressione e di associazione, su cui la legge Mancino non offre sufficienti garanzie; perplessità sul margine eccessivo di interpretazione che si lascia al magistrato, data l'indeterminatezza della definizione di omofobia e transfobia. Ma eravamo disposti a superare questi dubbi, purché si approdasse ad una legge condivisa e purché da quest'Aula uscisse un chiaro e forte rifiuto di ogni discriminazione e violenza. Abbiamo dato parere contrario alle pregiudiziali.
Ma i nostri sforzi per raggiungere l'accordo sono stati vanificati dall'atteggiamento più recente del Partito Democratico per arrivare ad una legge di bandiera, una legge identitaria, ideologica, diretta non a tutti i cittadini, ma ai propri elettori. Al PD non importa che agli italiani arrivi un messaggio chiaro e unanime contro gli atteggiamenti omofobi, importa solo rivendicare il proprio ruolo, anche se questo può mettere a rischio la legge. Sappiamo già che ci saranno rivolte accuse di omofobia latente, che si cercherà di scaricare su di noi la rottura di un accordo, rottura che invece ha voluto e sta volendo – Dio non voglia – il Partito Democratico.
Ma noi non dobbiamo dimostrare nulla a nessuno. E al Paese e ai cittadini abbiamo già dimostrato come nei fatti abbiamo contrastato questi atteggiamenti odiosi. Il contrasto all'omofobia, infatti, c’è chi lo predica da anni e c’è chi lo ha praticato concretamente con atti, campagne e provvedimenti. È stato il nostro Governo a varare per la prima volta una campagna di comunicazione istituzionale contro l'omofobia per condannare comportamenti omofobici violenti e discriminatori.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
RENATO BRUNETTA. È stato il nostro Governo ad attuare provvedimenti espliciti, attraverso il Ministro Carfagna, su questi temi. Rivendichiamo con orgoglio questi risultati che mai nessuno prima di noi ha avuto la capacità di realizzare e che dimostrano la nostra consapevolezza di quanto sia necessario impegnarsi con azioni concrete e non con campagne di bandiera per arginare fenomeni odiosi e indegni di un Paese civile. Voglio, comunque, ricordare in maniera molto forte...
PRESIDENTE. Deve concludere.
RENATO BRUNETTA. ...che il testo licenziato – ho finito – dalla Commissione, prima dell'inserimento di ulteriori aggravanti che noi non condividiamo, era un testo condiviso quasi all'unanimità dalla Commissione stessa e che apriva la strada ad un consenso molto ampio all'interno dell'Assemblea.
Questo mio è un ultimo appello: miglioriamo insieme questo testo e raggiungiamo un consenso più ampio possibile di quest'Aula, altrimenti il nostro voto, ferma restando la libertà di coscienza di ciascuno dei nostri parlamentari, non potrà Pag. 5essere favorevole a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Speranza. Ne ha facoltà.
ROBERTO SPERANZA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, io penso che il dibattito che si è svolto in Commissione e anche in Aula su questo argomento sia un dibattito decisivo e rivendico con grande orgoglio, come parlamentare e non solo come capogruppo del Partito Democratico, un lavoro importante, che a partire da posizioni e culture politiche diverse ha portato, io penso, ad un testo avanzato e ad un testo che consente a tutti noi oggi di poter dire che non siamo di fronte ad un provvedimento perfetto, ma siamo senz'altro di fronte alla straordinaria occasione di un passo avanti nella civiltà del nostro Paese.
Sì, vorrei che su questo riflettessimo insieme per qualche istante: perché facciamo questo provvedimento ? Perché ce lo chiede il Parlamento europeo, che su questo evidenzia da tempo un ritardo del nostro Paese, perché in tutte le altre grandi democrazie d'Europa e del mondo esiste questo reato sull'omofobia e perché penso che ci sia una straordinaria necessità, e cioè di far fare un passo avanti, di rispondere ai tanti cittadini e alle tante cittadine del nostro Paese, che, su questo terreno, hanno subito ingiustizie.
E allora io voglio dire in premessa grazie a tutti quelli che hanno lavorato lungamente, a partire, appunto, da quelle culture politiche diverse, da quelle provenienze, da quei convincimenti personali, che, dal nostro punto di vista, sono una ricchezza straordinaria. Guardate, noi più di tutti abbiamo lavorato per la difesa dell'articolo 21 della Costituzione, per la difesa della libertà di opinione, per la difesa di quei principi che devono far parte, naturalmente e in maniera fondamentale, della nostra identità come Paese e come Parlamento.
Vorrei, però, fare un appello anch'io, con forza, perché è evidente che siamo a un passo da un risultato straordinario, e siamo a un passo da un risultato straordinario – soltanto a un passo e non siamo a un risultato straordinario – per una distanza che a me sembra così piccola rispetto al risultato così grande che potremmo raggiungere. Si sta rompendo, infatti, sull'articolo 3, sulle aggravanti della legge Mancino. Io lo dico non nel chiuso di una stanza, ma a testa alta, qui, nell'Aula del Parlamento italiano: come è possibile rompere su un tema così banale, così semplice, così di buon senso ? Noi diciamo una cosa e diciamo che se una persona fa violenza ad un'altra, e se questa è di colore o appartiene ad un'altra cultura o ad un'altra religione, c’è l'aggravante oggi in Italia, è previsto dalla legge Mancino; ebbene, come possiamo giustificare facendo una legge sull'omofobia, che questa stessa aggravante non c’è se invece siamo di fronte a una persona omosessuale ?
Lo dico in maniera ancora più chiara: se qualcuno picchia una persona di colore, c’è l'aggravante, se qualcuno, invece, picchia una persona omosessuale, non c’è l'aggravante. Per noi, questa è un'ingiustizia irricevibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e chiediamo al PdL e alle altre forze politiche di riflettere nel rispetto di quel lavoro straordinario che abbiamo fatto con la testa non a noi, ma con la testa a un Paese che ha una straordinaria opportunità di fare un grande passo avanti; non è questione di laici e cattolici, non è questione di sinistra di destra, è questione di una grande democrazia italiana che conquista un grande passo in avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).
Allora, rifletteteci, quanto è piccolo questo passaggio; noi chiediamo che l'aggravante possa esserci anche per quel tipo di reato e allora utilizziamo ancora tutto il tempo necessario. Si è fatto benissimo, ho apprezzato le personalità che hanno lavorato nel PdL, in Scelta Civica, in SEL, nel MoVimento 5 Stelle, nella Lega, in Fratelli d'Italia, in tutte le forze politiche; è stato un lavoro straordinario, non buttiamolo Pag. 6via. Questo è il messaggio del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signora Presidente, colleghi, abbiamo presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 1 e quindi del provvedimento, ma ci tenevo a chiarire – e poi gli emendamenti che abbiamo presentato lo dimostreranno – che, ovviamente, non riteniamo affatto di ignorare la gravità delle violenze commesse ai danni di tutti coloro che possono essere percepiti come diversi, tra cui, certamente, anche, non ignoriamo le violenze che sono accadute negli ultimi anni ai danni di omosessuali e di altre persone in virtù del proprio orientamento sessuale. Riteniamo, però, innanzitutto, che già oggi ci sarebbe l'opportunità di punire adeguatamente questi atti di miserabile violenza perché c’è una circostanza aggravante prevista dall'articolo 61 che parla, appunto, di motivi abietti o futili, e ci sono le misure di sicurezza previste dagli articoli 200 e seguenti del codice penale che potrebbero dare l'opportunità di punire in maniera severa. Tuttavia noi abbiamo presentato un emendamento che amplia la protezione a tutte le ipotesi di discriminazione; nell'articolo 61 del codice penale vogliamo inserire una nuova circostanza aggravante che si riferisce al nostro articolo 3, il sacrosanto articolo 3 della Costituzione, per tutelare tutte le discriminazioni. Infatti, vorrei dire all'onorevole Speranza che se è vergognoso che ci sia qualcuno che in maniera impunita possa picchiare un uomo di colore, se c’è un'aggravante per questo, per quale motivo poi non c’è un'aggravante perché una persona picchia una persona solo perché omosessuale; ma se uno picchia una persona solo perché è disabile perché non c’è un'aggravante ? Se uno picchia o discrimina uno che ha l'Aids, perché non c’è l'aggravante ? Se uno picchia o discrimina una persona che magari è affetta da nanismo, per quale motivo non c’è un'aggravante ? Allora io penso che in maniera più seria e non in maniera ideologica, animati da un furore non medievale, ma da un furore molto più vicino a noi sul piano storico, credo che sarebbe stato giusto, in questo momento, fare un salto in avanti. Anziché fare la lotta per le lobby pensando, magari, di pigliare qualche voto in più o una lotta per motivi ideologici, sarebbe stato bello che il Parlamento inserisse all'interno del codice penale una normativa di riferimento e di tutela contro tutte le discriminazioni.
Aggiungo, ed è l'ultima cosa, che c’è un altro fatto: noi siamo comunque disposti ad accettare un'aggravante nell'ipotesi di istigazione alla violenza e di violenza; pur non condividendola nel merito, certamente possiamo anche accettare questa idea.
Quello che non possiamo invece accettare è che si voglia punire anche l'ipotesi di discriminazione per l'orientamento sessuale, perché siamo preoccupati che questa discriminazione possa portare nel futuro a discriminare il credo religioso. Infatti, è inutile che ci inganniamo, sappiamo benissimo che i cristiani, così come gli islamici, ritengono dei peccatori coloro che sono omosessuali. Che vogliamo fare, li vogliamo arrestare quando lo diranno pubblicamente ? Oppure vogliamo arrestare coloro che un domani, associati in un partito, si batteranno per impedire il matrimonio, per esempio, dei gay, solo perché ritengono che sia sbagliato, o l'adozione dei bambini da parte dei gay ? Li vogliamo mettere in galera ? Li vogliamo processare ? Allora, io non penso che questo sia un modo di fare civile, che fa avanzare la nostra legislazione penale. Anzi, al contrario, è un grave arretramento di reati di opinione non degni dell'evoluzione del diritto penale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Signor Presidente, con il nostro emendamento cerchiamo di archiviare questo cattivo provvedimento. Pag. 7Stiamo concludendo a tappe forzate, sebbene fra mille stop and go, l'esame di un provvedimento inutile e pericoloso. Il momento di crisi che l'intero Paese sta attraversando avrebbe dovuto imporre altre priorità all'attenzione dell'Aula. Stupisce che questo Governo agevoli un'iniziativa parlamentare che sicuramente asseconda le richieste di qualche lobby, ma non la necessità dei cittadini comuni. Estendete con il vostro «provvedimento manifesto» l'applicazione della legge Mancino a questa nuova fattispecie di reato. Pensate di scoraggiare con sanzioni specialmente aggravate sopraffazioni fisiche o psicologiche nei confronti delle persone omosessuali, come se questi cittadini, come ogni altro cittadino, non fossero già protetti dalla legge. A noi sembra insensato accettare l'idea, presupposto di questo stravagante e pericoloso provvedimento, che uno schiaffone a me o a mia moglie pesi e valga meno di uno rifilato, che ne so, all'onorevole Scalfarotto o a Vladimir Luxuria, o a chi è manifestamente omosessuale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
E accanto al privilegio che andate a garantire il provvedimento ha una carica liberticida, sottovalutata e ancor peggio ignorata in modo strano sia dal mondo dell'informazione sia presso quegli ambienti impegnati sul fronte della difesa della libertà di pensiero e di opinione. E l'indeterminatezza, poi, delle fattispecie di reato esporranno il cittadino all'arbitrio del giudice. Prevedete la reclusione da sei mesi a quattro anni per chiunque partecipi o presti assistenza ad organizzazioni o associazioni aventi tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione. Tali formazioni sarebbero vietate e la pena per coloro che le promuove o dirige è la reclusione da uno a sei anni.
Domani, l'abbiamo già detto, chi avrà l'ardire di rivendicare la precedenza della famiglia naturale si potrebbe veder contestato l'incitamento alla discriminazione. Ma come fate a continuare a ripetere che comunque la libertà di espressione è garantita da questo vostro provvedimento ? Da un lato avete il coraggio di svuotare le carceri con depenalizzazioni e indulti mascherati, grazie alla vostra stravagante maggioranza composta da PD e PdL, quel PdL che oggi si sfila e non sostiene più questo provvedimento. Incredibile, il provvedimento è arrivato in Aula grazie al lavoro determinato del PdL e oggi si sfila all'ultimo momento, pensando in questa maniera di lavarsi la coscienza. Incredibile ! Veramente incredibile ! Bene, da una parte svuotate le carceri con gli indulti mascherati e dall'altra andate a punire la libertà di pensiero. Noi riteniamo che il falso problema di una surreale quanto truffaldina omofobia in Italia sia il cavallo di Troia nell'offensiva per impossessarsi delle prerogative della famiglia naturale, l'unica capace di tenere in piedi una società. Ci sarebbe da chiedersi come sia possibile che i tanti parlamentari presenti in Aula che menano vanto della propria formazione cattolica da un lato e, come dicevo prima, gli estremi difensori della libertà di pensiero dall'altro, non abbiano ravvisato il pericolo di un provvedimento maldestro, il cui esame abbiamo concluso a tappe forzate. Ebbene, è un provvedimento che a tutti gli effetti è il manifesto della vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, vorrei innanzitutto fugare qualche dubbio rispetto ad alcuni interventi che mi hanno preceduto.
Ho sentito con una certa disinvoltura parlare della surreale presenza di una campagna omofobica in Italia: è stato detto nell'ultimo intervento, è stato ripetuto anche in altre occasioni. L'omofobia si manifesta soprattutto quando non pronuncia l'oggetto della sua discriminazione, quando lo nega: infatti non solo per l'omofobia, ma anche per le discriminazioni antisemite il negazionismo è sempre stata l'arma più contundente di coloro i quali hanno prodotto le discriminazioni.
Noi oggi siamo di fronte ad una condizione nella quale una nostra rappresentante Pag. 8istituzionale, una consigliera comunale di Bologna – spero che qualcuno abbia letto la notizia –, Cathy La Torre, un'avvocata...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Per favore ! È veramente difficile riuscire a parlare in queste condizioni. Prego.
GENNARO MIGLIORE. Presidente, io parlo benissimo: semmai qualcuno ha difficoltà ad ascoltare perché non vuole. Cathy La Torre, dicevo, è una consigliera comunale di Bologna, avvocata, impegnata sulle questioni dei diritti civili. Ha avanzato una proposta, che è stata segnalata come una proposta di avanzamento e di civiltà: quella di non indicare il genere dei genitori; ed è pubblicamente – sul web, attraverso mezzi stampa, anche da parte di alcuni nostri colleghi, come il sempiterno e mai dimenticato Giovanardi, che sulla base delle sue esternazioni ha qualificato l'omofobia istituzionale all'interno della nostra narrazione italiana (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) – oggetto in questo momento di minacce alla sua integrità fisica. Non mi si dica che questa condizione avviene perché esiste una surreale campagna contro l'omofobia ! Cathy La Torre è attaccata perché è lesbica, prima ancora che perché ha proposto questa innovazione dal punto di vista istituzionale.
Vorrei quindi dire al collega Cirielli: diverso sarà lei ! Anzi, le dirò di più: diverso sono io, perché gli omosessuali non sono diversi ! Gli orientamenti sessuali sono pari di dignità e le identità di genere sono pari di dignità (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle) ! L'aver fatto riferimento ancora una volta ad una terminologia oscena, quando appunto abbiamo letto che «l'omosessualità è l'amore che non osa pronunciare il suo nome», rappresenta esattamente quella forma di negazione profonda di una coscienza: che non è che attribuisco ad una parte politica, perché a me non è sfuggito quello che ha fatto anche la Ministra Carfagna, come richiamava prima il collega Brunetta; ma il PdL, e il collega Brunetta lo dovrebbe sapere, è stato impegnato in prima persona ad affossare ogni proposta fino ad oggi, votando tutte le pregiudiziali di costituzionalità che negli anni scorsi si sono presentate.
Penso che da questo punto di vista l'appello al «vogliamoci bene» è anche un po’ offensivo rispetto a quest'Aula. Noi siamo stati eletti qui con un mandato preciso, rispetto a quelle che sono le nostre identità, che prescindono da quelle del Governo. Lo voglio dire anche facendo riferimento ad un principio di sovranità parlamentare: questa è un'iniziativa di legge parlamentare, non era inserita in nessun programma di Governo. Proprio lei, presidente Brunetta, che fa le pulci ogni qualvolta un Ministro indica magari la possibilità di un reddito di inserimento, chiedendo se era o no nelle dichiarazioni di Letta: perché, questa era nelle dichiarazioni di Letta ? Questa è un'iniziativa parlamentare; e come sa le iniziative parlamentari, anche nei più importanti passaggi della storia del nostro Paese – penso alle leggi sull'aborto, alla leggi sul divorzio –...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GENNARO MIGLIORE. ...sono passate – e concludo – con il contributo del Parlamento, anche quando c'erano maggioranze che a priori avrebbero dovuto avere un'ostilità.
Allora, al PD dico: quale accordo ? Abbiamo rinviato una, due, tre volte, non si può applaudire ancora una volta il tempo che passa ! Il tempo deve cessare e dobbiamo andare a votare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), perché altrimenti ogni volta che si farà un ulteriore rimando, sarà un favore non alla vostra alleanza, ma a quelli che non vogliono la legge.
Ci sono troppi intoppi, c’è anche l'intoppo del Senato; noi dobbiamo approvare questa legge e cercare di non peggiorarla – lo dico al relatore Scalfarotto – in nome di un accoglimento di istanze che provengono semplicemente per segnalare una bandierina.Pag. 9
Noi qui dobbiamo affermare un principio, che è quello che la di discriminazione omofobica e transfobica è un reato e come tale non dobbiamo dare nessuno spazio a chi la vuole proteggere all'interno di ambiti ristretti, che magari possono, in quel caso sì, favorire le lobby. Questo noi dobbiamo fare e dobbiamo ricordarcelo sempre (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
EDMONDO CIRIELLI. Chiedo di parlare per fatto personale, perché il collega Migliore non mi può offendere...
PRESIDENTE. Siamo in dichiarazione di voto...
EDMONDO CIRIELLI. ...perché io non sono diverso...
PRESIDENTE. A fine seduta. A fine seduta, siamo in dichiarazione di voto !
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Vita. Ne ha facoltà.
GIULIA DI VITA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per dire che mi unisco, davvero sinceramente e davvero di cuore, all'appello che ho appena sentito da parte del rappresentante del Partito Democratico.
Volevo dire al collega Brunetta che, se è vero, come lui stesso ha riconosciuto, che c’è stata ampia condivisione e c’è stato un ampio lavoro di mediazione, che noi abbiamo contestato e tutti quanti voi, soprattutto i colleghi del PD, sapete quanto noi l'abbiamo contestato, però, se lo stesso PDL riconosce il difficile lavoro di mediazione e di compromesso che è stato portato avanti dal Partito Democratico, io rivolgo un appello ai colleghi del PDL, della Lega e di Fratelli d'Italia: non vanificate tutti questi sforzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico). Abbiamo rimandato da vent'anni questa legge, che il Paese aspetta e di cui il Paese ha fortemente bisogno. Non vanificate tutti questi sforzi, smettetela con delle strumentalizzazioni che non hanno più ragione di esistere in un Paese che si definisce degno di una certa dignità nel 2013, un Paese civile al pari degli altri Paesi europei.
Mi vorrei anche unire alle parole che ho sentito dal collega di SEL. Se il Partito Democratico in questo difficile momento ha bisogno di sostegno, noi ci siamo, avete tutto il nostro appoggio (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà), avete il nostro sostegno incondizionato per difendere tutti quei diritti che fino ad oggi sono stati sempre trascurati, quasi ostacolati (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gitti. Ne ha facoltà.
GREGORIO GITTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il dibattito a cui stiamo assistendo è un dibattito civile, fondato sul rispetto delle reciproche posizioni e mi riferisco, in particolare, a tutti, nessuno escluso, gli interventi fino ad ora ascoltati.
Ci apprestiamo a votare un importante provvedimento, un provvedimento che possiamo definire certamente legato ad una tradizione di civiltà del diritto del nostro ordinamento e rispetto al quale tutte le forze politiche, nessuna esclusa, e persino il Governo, anche su aspetti così delicati, ha dato un fattivo e costruttivo aiuto.
Abbiamo lavorato molto a fondo, molto in profondità, a volte anche con qualche – come dire – passaggio dialettico e polemico, ma sempre costruttivo. Guardo, in particolare, il relatore, con il quale anche questa mattina ci siamo confrontati in modo vivace, ma sempre in buona fede e con la volontà di arrivare ad un accordo che possa avere il consenso più ampio di tutte le forze parlamentari.
Dico anche, con una certa soddisfazione, a nome del mio gruppo, che Scelta Civica è stata l'interprete più convinta della necessità di trovare un punto di caduta che possa contemperare, con equilibrio Pag. 10e saggezza – speriamo –, l'introduzione di una fattispecie di reato che aspettava da tempo una sanzione parlamentare, ma anche tutti i diritti di libertà di espressione e, quindi la confezione, la più accorta dal punto di vista giuridico, delle cosiddette scriminanti.
Abbiamo offerto – credo – oggi al Parlamento, alla valutazione dell'Aula una fattispecie che, non solo integra doverosamente il quadro della «legge Mancino», ma offre la sanzione e la tutela, non solo della libertà di espressione, ma anche della libertà di organizzazione delle cosiddette organizzazioni di tendenza che, sul piano culturale, sul piano della sussidiarietà delle attività sanitarie e formative, sul piano della testimonianza politica, sul piano dell'organizzazione sindacale, abbiano la possibilità di esercitare fino in fondo – ripeto – la libertà associativa e organizzativa.
Credo, dunque, che abbiamo un buon prodotto e mi auguro che il parere favorevole del relatore sul subemendamento, di cui poi parleremo più nel dettaglio, all'emendamento Verini, possa avere il favore e il consenso più ampio di quest'Aula – lo dico guardando anche il capogruppo Brunetta e ascoltando riecheggiare le sue parole di sano realismo – e un appoggio il più possibile ampio, anche da parte del PdL, sulla definizione della fattispecie di reato.
Questo provvedimento potrà essere migliorato, io credo anche dal punto di vista dell'aggravante, non solo con riferimento al provvedimento di cui parliamo, ma anche più in generale rispetto alla «legge Mancino» – parliamo, più in generale, della costruzione di questa legge – e ci potremo lavorare in futuro.
Io mi auguro che questo intento, testimoniato – ripeto – da un lavoro oscuro, ma molto approfondito e molto onesto, possa avere la sanzione anche dell'Aula. Ho ascoltato fino ad adesso parole di grande equilibrio e di grande saggezza e mi auguro che anche il voto possa conseguire a questi intenti e a queste dichiarazioni di voto, che hanno espresso un intendimento molto ampio e molto generale (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, condivido l'auspicio del collega Gitti e l'apprezzamento per il grande lavoro che loro hanno fatto. Volevo però dire ai colleghi del PD: quando voi invocate il principio di uguaglianza tra l'omosessuale e l'ebreo, l'omosessuale e il cittadino afroamericano, non dimenticate l'eguaglianza di chi non è né omosessuale, né afroamericano, come il bambino down, l'anziano, tutte le infinite categorie, le quali in questo Paese subiscono discriminazioni e anche quelli che sono come me, che non sono né down, né altro.
Questa aggravante non genera una violazione del principio di eguaglianza, non ci porta lontano dalla rivoluzione francese. Io spero di votare questo provvedimento, però questo è un problema che non potete evitare di porvi in coscienza (Applausi di deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Roccella. Ne ha facoltà per un minuto.
EUGENIA ROCCELLA. Signor Presidente, vorrei dire, innanzitutto al collega Migliore, che la pari dignità, quando parla di genitore 1 e di genitore 2, non è lo smantellamento della differenza sessuale e lo dico da femminista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, se mi permette prima vorrei ricordare all'onorevole Migliore che anche deputati ed esponenti della Lega ricevono minacce per le loro proposte di legge e per Pag. 11le loro attività parlamentari, magari da persone anche vicine alla vostra area politica, ma per questo non chiediamo di fare una legge che abbia una pena maggiore in relazione a quelli della Lega rispetto ad altri. Quindi, non utilizziamo delle situazioni vergognose, che ci sono per tutti gli esponenti che portano avanti battaglie politiche, in modo strumentale.
In secondo luogo, lasciando perdere la demagogia che ho sentito in quest'Aula, vorrei ricordare a tutti i colleghi cosa stiamo votando. Stiamo votando che chi propaganda idee fondate sulla superiorità legate all'omofobia avrà un'ammenda di 6 mila euro e una reclusione fino ad un anno e sei mesi. Voglio dire – e concludo, Presidente – e mi domando se un magistrato domani potrà condannare una persona che dice che la famiglia naturale, l'eterosessuale, è una cosa diversa e deve avere diritti diversi rispetto alla coppia omosessuale. Uno può condividerlo o no, ma tutti in quest'Aula siamo consapevoli che domani un magistrato potrà condannare una persona perché dice questo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). ..
PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, ho appreso così, oggi dall'onorevole Migliore, che il consigliere di Bologna, che si era espresso sui genitori 1 e genitori 2, era una signora lesbica. Io, francamente, ho attaccato quello che quella signora aveva detto senza sapere che essa lo fosse. Non vorrei che dopodomani chi come me continuerà a ritenere che parlare di genitore 1 e di genitore 2 sia una cosa assolutamente insulsa possa essere attaccato per avere nutrito sentimenti omofobi. È proprio questa la preoccupazione che nutriamo nei confronti di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia e di deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, un po’ il collega mi ha appena anticipato, perché non riuscivo a capire perché il collega Migliore faceva questo esempio. Sembrava quasi dire che chiunque domani, se ci fosse già questa legge, critica una proposta, che a mio avviso non è logica e non ha nessun fondamento, possa essere condannato per omofobia. Questa è una cosa veramente grave. Potremmo veramente con questa legge andare a comprimere in modo fortissimo la libertà di opinione. Io sono contrario al matrimonio tra omosessuali, io sono contrario che gli omosessuali possano avere e adottare dei figli, ma non per questo ritengo di dire una cosa aberrante e non per questo ritengo che il mio diritto di parola e di pensiero non possa essere tutelato.
Per questo motivo, ritengo che questo provvedimento sia sbagliato e per questo motivo ritengo che su questo primo emendamento deve essere espresso un voto favorevole, perché bisogna veramente andare a fare altre leggi e non certo a comprimere la libertà di opinione e di pensiero (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che è stato richiesto dal prescritto numero di deputati, ai sensi dell'articolo 49, comma 1, e 51, comma 2, del Regolamento, che tutte le votazioni relative al provvedimento in esame, ivi compresa la votazione sulle questioni pregiudiziali, abbiano luogo a scrutinio segreto. Tale richiesta è stata accolta dalla Presidenza.
Darò, quindi, lettura dei nomi dei deputati che hanno avanzato la richiesta di scrutinio segreto al fine di accertare la loro presenza in Aula.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Va fatto dopo, Presidente !
Pag. 12PRESIDENTE. Il Regolamento è chiaro a questo proposito. L'articolo 52, comma 2, prevede che non è necessario che la richiesta sia fatta per iscritto quando il deputato proponente domandi che il Presidente interroghi l'Assemblea o la Commissione per verificare se la sua richiesta sia appoggiata dal prescritto numero di deputati. Se un deputato che abbia sottoscritto una richiesta di votazione nominale o di votazione per scrutinio segreto non risulti presente quando si stia per procedere alla votazione, si intende ritirata la sua firma. Quindi, adesso dobbiamo fare questa verifica e poi, con l'aiuto degli assistenti parlamentari, mi auguro che riusciremo a monitorare la presenza dei colleghi in Aula.
ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo ?
ARCANGELO SANNICANDRO. Per un richiamo al Regolamento e proprio all'articolo 49 da lei citato poc'anzi.
PRESIDENTE. Io non ho citato l'articolo 49, comunque prego. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, io ritengo che in questo caso non sia consentita la votazione a scrutinio segreto. Lo dice esattamente e letteralmente l'articolo 49 del Regolamento, il quale afferma che le votazioni hanno luogo a scrutinio palese. Sono effettuate a scrutinio segreto le votazioni riguardanti le persone – è il caso della seduta di ieri, quando abbiamo nominato dei componenti dei vari organismi – nonché, quando ne venga fatta richiesta ai sensi dell'articolo 51 – quello al quale lei adesso stava facendo riferimento –, quelle che incidono sui principi e sui diritti di libertà di cui agli articoli 6, da 13 a 22 e da 24 a 27 della Costituzione, sui diritti della famiglia di cui agli articoli 29, 30 e 31, comma secondo, e sui diritti della persona umana di cui all'articolo 32, comma secondo, della Costituzione. Sono altresì effettuate a scrutinio segreto, sempre che ne venga fatta la richiesta, le votazioni sulle modifiche al Regolamento – vedi quanto è avvenuto in occasione della legge costituzionale sulla nomina del Comitato per le riforme costituzionali, anche se il voto segreto lì non è stato concesso – sull'istituzione di Commissioni parlamentari di inchiesta, sulle leggi ordinarie relative agli organi costituzionali dello Stato (Parlamento, Presidente della Repubblica, Governo, Corte costituzionale) e agli organi delle regioni, nonché sulle leggi elettorali. Non è consentito lo scrutinio segreto nelle votazioni concernenti la finanza pubblica, e così via. Nelle Commissioni invece hanno luogo a scrutinio segreto soltanto le votazioni riguardanti le persone.
Ora, io spero che non mi si dica fra poco che c’è un precedente, perché questa risposta l'ho già ascoltata parecchie volte. Io so che esistono anche le prassi costituzionali, ma appunto perché si chiamano prassi devono avere dietro le loro spalle una ripetizione di episodi tali da consolidarsi in una situazione che possa definirsi prassi costituzionale. È come nel campo extra costituzionale sugli usi e consuetudini nella gerarchia delle fonti. Sappiamo bene che in Italia prima c’è la legge costituzionale, poi c’è la legge ordinaria e poi in fondo gli usi e le consuetudini, però, poiché questa è materia un pochino labile, c’è la raccolta degli usi e consuetudini.
Allora, io anticipo una obiezione: non mi si dica che c’è una prassi o che c’è un precedente, perché chiedo che, una volta per tutte, ci dicano dove queste prassi e questi precedenti sono consultabili, in maniera tale che ognuno di noi si possa regolare in modo consapevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Quindi questo è l'articolo 49. L'articolo 51 invece, che è stato pure da lei citato, è stato citato perché ci vogliono trenta deputati a sostegno del voto segreto.
PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, questa questione è stata comunque superata, Pag. 13perché adesso mi è pervenuta la richiesta di tre gruppi parlamentari, PdL, Lega Nord e Autonomie e Fratelli d'Italia, e quindi non c’è più bisogno neanche di fare l'appello.
ARCANGELO SANNICANDRO. Quindi, praticamente, lei conferma che siamo appunto nell'ambito degli articoli 49 e 51, proprio perché vi sono tre gruppi parlamentari la cui consistenza supera i 30 deputati. Quindi, l'ambito entro cui dobbiamo discutere e dovreste prendere la decisione è, appunto, l'articolo 49, che non consente il voto segreto in questa materia, salvo qualche fantomatico precedente, di cui vorrei conoscere la natura.
PRESIDENTE. In merito alla questione da lei sollevata, il provvedimento, nell'introdurre nuove condotte penalmente rilevanti nell'ambito di una fattispecie di reato, incide, nel senso chiarito dalla Giunta per il Regolamento nelle sedute del 7 febbraio e del 7 marzo 2002, sul principio di legalità di cui all'articolo 25 della Costituzione, richiamato dall'articolo 49 del Regolamento tra le materie sottoponibili a scrutinio segreto.
Quindi, lo scrutinio segreto è pertanto ammesso su tutte le votazioni relative al provvedimento in esame, ad eccezione di quelle sulle seguenti proposte emendative: Pagano 1.36, Businarolo 1.67, Marzano 1.02 e Marzano 1.03.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Molteni 1.1, Cirielli 1.2 e Pagano 1.30, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cicchitto, Cancelleri, Catania, Ventricelli, Paris, Boccuzzi, Galan, Cimmino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 507
Votanti 468
Astenuti 39
Maggioranza 235
Voti favorevoli 73
Voti contrari 395
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Sisto ha segnalato che si è erroneamente astenuto).
Avverto che l'articolo aggiuntivo Marzano 1.01 è stato ritirato dalla presentatrice.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cirielli 1.5, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, come avevo detto nel mio primo intervento, a conferma che noi siamo contro tutte le discriminazioni, anzi, vogliamo una copertura completa, che è quella che, peraltro, è indicata dalla nostra norma fondamentale, dalla Corte costituzionale, dall'articolo 3 precisamente, vorremmo che l'articolo 3 venisse pienamente attuato nelle sue prescrizioni, introducendo un'aggravante specifica, peraltro con un aumento fino alla metà della pena.
Peraltro, vogliamo non solo, come ho già detto prima, una copertura totale contro tutte le discriminazioni, ma anche una copertura contro ogni tipo di reato, non solo quelli di violenza o di istigazione alla violenza o quelli finalizzati alla discriminazione.
Ogni tipo di reato, se è commesso con finalità discriminatorie, è giusto che abbia una pena maggiore. Riteniamo con questo di dimostrare una maggiore apertura di altri che, evidentemente, svolgono battaglie politiche non per arrivare al contrasto dei fenomeni criminali, ma semplicemente per farne una battaglia ideologica. È un modo sbagliato, a nostro modo di vedere, di apprezzare le cose. Confermo, come ho detto prima – se poi si avrà l'amabilità di Pag. 14verificare, perché l'ho detto ieri e l'ho detto oggi con molta attenzione – che noi siamo contro tutti i delinquenti che commettono reati perché nella loro mente malata apprezzano come «diversi» delle persone. Perché il punto è proprio questo: chi apprezza come diverso una persona e per questo lo stigmatizza con insulti, con contatti, ha una mente malata e va punito severamente. Ne approfitto per dirle, Presidente, che lei non deve consentire di farmi offendere. Inoltre se non avrò le scuse per quello che falsamente mi è stato attribuito, chiederò all'Ufficio di Presidenza di esaminare gli insulti che mi sono stati proferiti in Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento 1.5, del collega Cirielli, che riprende un po’ anche un emendamento che noi abbiamo presentato e che non voteremo perché non è tra quelli segnalati. Si tratta dell'emendamento in cui – e questo è il salto di qualità nel dibattito e nella volontà di poter affrontare anche da parte della Lega un tema complesso e complicato come questo – si presenta la possibilità di poter introdurre il tema non del reato, della fattispecie autonoma di reato, come il testo e l'emendamento Scalfarotto prevedono. Nel testo tra l'altro si tratta di fattispecie autonoma – e lo vedremo poi successivamente – aggravata anche dall'aggravante speciale sempre della legge «Mancino». Con questo emendamento noi avevamo introdotto l'aggravante comune, l'aggravante ex articolo 61, pur non ritenendo necessario ed opportuno questo tipo di intervento, ma considerandolo l'elemento di confronto e di dialogo che noi volevamo aprire. Purtroppo da parte del relatore, da parte della maggioranza, non vi è stata alcuna disponibilità e ci troviamo oggi, noi della Lega, a tenere un atteggiamento che rimane coerente. È coerente oggi, era coerente nel 2009, è stato coerente nel 2011 quando, insieme agli amici del PdL e insieme agli amici dell'UdC, votammo le pregiudiziali di costituzionalità. Oggi vediamo che il quadro politico è cambiato. A me spiace per il collega Brunetta. Io voglio ricordare agli amici del PdL che nel 2009 e nel 2011 votarono con la Lega le questioni di pregiudizialità non sul reato, ma sull'aggravante. Voglio ricordare agli amici del PdL che avevano come relatore il collega Leone. Voglio ricordare agli amici del PdL che se oggi noi arriviamo a dibattere, a portare in Aula questo tema, è per responsabilità anche del PdL che oggi si sfila (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Voglio ricordare al collega Brunetta che l'emendamento che abbiamo votato precedentemente, sul quale il PdL si è astenuto, chiedeva la soppressione dell'articolato tutto, e abbiamo poi sentito dire da parte del PdL che voteranno contro. Non mi sembra un atteggiamento lineare. Così come chiamo in causa alcuni colleghi di Scelta Civica, l'atteggiamento di Scelta Civica: voglio far presente a coloro i quali ci stanno ascoltando che nel Comitato dei nove è stato approvato l'emendamento che aggiunge al reato anche l'aggravante, grazie al voto determinante di Scelta Civica, del partito di Monti, del partito di Casini, del partito dell’Avvenire, che scrivono determinate cose sul reato di omofobia e poi i loro rappresentanti in Parlamento fanno esattamente il contrario. La Lega – lo ribadisco al collega Speranza e al collega Migliore – crede che tutti i diritti civili e individuali vadano tutelati a prescindere, e che ogni forma di violenza, qualunque essa sia, vada condannata. Non possiamo determinare violenze di serie A e violenze di serie B. Nel momento in cui noi andiamo a codificare o a etichettare violenze più gravi e violenze meno gravi, noi andiamo a svilire il concetto stesso di tutela dalle violenze.
Ed è per questo che noi coerentemente voteremo contro. Io invito i colleghi, io do per scontato che molti dei colleghi che oggi andranno a votare questo testo non lo hanno neppure letto, ed è per questo che noi nei nostri interventi ricorderemo quale sarà la formulazione giuridica di quello Pag. 15che io ritengo essere un vero e proprio mostro giuridico. Ci sono insigni colleghi giuristi all'interno di quest'Aula, e io mi auguro che ci si renda conto che il diritto penale ha alcune regole. Il diritto penale del fatto prevede che i fatti penalmente sanzionati devono essere certi, devono essere determinati, devono essere tipizzati. Bisogna non lasciare a quella magistratura – che ieri abbiamo sentito ancora il presidente Berlusconi attaccare – un potere discrezionale, una arbitrarietà interpretativa di questa norma che rischia di fare più danni che altro.
È una norma pericolosa, è una norma dannosa, e io invito veramente tutti i colleghi con spirito di responsabilità a prendere atto della norma e del provvedimento che andremo, anzi che andrete ad approvare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gitti. Ne ha facoltà.
GREGORIO GITTI. Signor Presidente, noto con vivo compiacimento che il collega Molteni ha sottolineato il ruolo centrale di Scelta Civica nel lavoro che è stato fatto – io credo – con equilibrio e intelligenza sia in Commissione che nel Comitato dei nove (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). Gli sono molto grato, anche perché per il collega Molteni ho una simpatia non solo umana, ma politica e giuridica, e gli perdono alcune intemperanze, perché in Commissione ci si confronta con grande pacatezza e con grande sapienza giuridica, parlo evidentemente delle competenze e delle conoscenze del collega Molteni. Poi capisco che l'Aula possa evidentemente surriscaldare e disegnare anche il confine di un'arena politica.
Sono molto grato per questo riconoscimento pubblico. Scelta Civica è orgogliosa di rappresentare tutte le organizzazioni che hanno avuto, attraverso Scelta Civica, voce per il rispetto della libertà di espressione e di organizzazione. Sono anche grato del fatto di rappresentare anche quell'ampio mondo cattolico: il collega ha citato l’Avvenire, che mi sembra un organo non di tipo politico, ma che è rappresentativo di un'area importante nel Paese e che ha avuto evidentemente un ruolo nel dibattito. Credo che tutte queste voci abbiano contribuito a un ottimo risultato. Grazie per i complimenti al mio gruppo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, ritengo doveroso questo intervento anche per chiarire la mia posizione, visto che c’è stata una chiara difformità nel primo voto, ed il sottoscritto – non penso solo io – ha avuto modo di votare in maniera diversa. Chiarire ritengo che sia indispensabile, e partirei esattamente da quello che ha dichiarato il capogruppo del PD, l'onorevole Speranza quando ha detto, cito testualmente: «chi picchia un uomo di colore è condannato, chi invece picchia un omosessuale no».
Mi pare di poter dire che la fattispecie su cui stiamo discutendo è esattamente diversa, opposta direi. Per noi è incostituzionale questa legge, oltre che profondamente ingiusta, perché lede il reato di opinione e, nel solco della legge Mancino, riteniamo che non ci possano essere – almeno parlo per quanto mi riguarda – elementi di mediazione, perché l'Italia non ha bisogno di un'altra legge che limiti quella forma essenziale dell'esistenza civile che è la libertà. Se passasse questa legge, infatti, passerebbe un assurdo reato di opinione che conferirebbe immediatamente un enorme potere poliziesco di discriminare a discrezione.
Al tribunale rivoluzionario della Francia giacobina bastava la delazione anonima di uno solo per poter arrestare il malcapitato di turno, praticamente sempre poi inviandolo alla ghigliottina: non era un abuso, era cosa perfettamente legale. Rispondeva alla logica rivoluzionaria. Il cittadino incarnava la vox populi che poi oracolava secondo la vox Dei e quindi, per Pag. 16definizione, non poteva sbagliare. Non poteva fallire ! E, oggi, chi sono gli agenti della rivoluzione ? Ritengo che, essendo questa una legge liberticida, bisogna spiegare bene questo passaggio. L'omofobia che cos’è ? Certamente un reato turpissimo. Non abbiamo più bisogno di ripeterlo perché siamo tutti d'accordo. Però da oggi rischia di coincidere, solo secondo il parere di una lobby, sì, di una lobby, la lobby gay. Perché, chi è l'unico che può andare a denunciare un altro rispetto a qualsiasi forma che viene ritenuta di discriminazione ? Solo un omosessuale. Non tutti gli omosessuali. Non certamente l'omosessuale tranquillo, sereno, di cui siamo onorati di averlo come amico personale. No ! Chi denunzierà sarà l'omosessuale ideologizzato. Costui è nelle condizioni su questa materia delicata di poter dire chi è che lo ha discriminato rispetto a chi, invece, non lo ha fatto. E quindi qualsiasi sua denuncia basterebbe e avanzerebbe e non avrebbe bisogno di nessun'altra cosa per andare a sentenza e a condanna. Mi si dirà: ma c’è un giudice che potrebbe stabilire tutto questo. Ebbene, ma io provo a farvi immaginare: mettetevi nei panni di chi è stato accusato di una qualsiasi forma di questo reato di opinione e poi deve andare davanti ad un giudice a sostenere spese e stress che dureranno anni per essere giudicato solo ed esclusivamente per un reato di opinione. Ritengo che da questo punto di vista non ci debbano essere dubbi sul fatto che la libera espressione è fondamentale; e secondo «I giuristi per la Vita». Con questa legge potrebbe essere condannato chi predica la morale sessuale cristiana nei luoghi religiosi; chi insegnasse la morale sessuale naturale nelle scuole; chi facesse propaganda contro il gay pride; chi organizzasse raccolta firme contro l'omosessualismo militante; chi escludesse l'adozione di bambini da parte delle coppie omosessuali; chi sollecitasse le autorità e i parlamentari ad approvare norme contro le devianze sessuali.
Ditemi voi se è normale che si rischi questo ! Ditemi voi se questa è una legge che merita di essere approvata ! Ditemi voi se abbiamo oggi il coraggio di dire che questa non è una legge contro il reato di opinione. Non ci sono dubbi, non ci possono essere bavagli di sorta, a maggior ragione per il nostro partito che ha un'antica tradizione, confermata ieri nel discorso pronunciato dal nostro leader. Il PdL-FI ha un'antica tradizione che va esattamente nella direzione opposta. La libertà per noi non è un optional (Applausi dei deputati dei gruppi Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie).
DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, molto brevemente, per un richiamo al Regolamento sull'articolo 49. Un problema che non è ovviamente da ascrivere a questa Presidenza ma che ad ogni legislatura si ripropone, ovvero la garanzia del voto segreto, in quanto i colleghi l'avranno visto che anche nella prima votazione di questa nuova legislatura, purtroppo, i colleghi che si sono astenuti non hanno avuto la garanzia del Regolamento al voto segreto. Quindi, sappiamo benissimo che è una questione meramente tecnica ma credo che sia una questione che prima o poi dovrà essere affrontata.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Caparini, e credo che questa questione debba essere oggetto di approfondimento. Magari il suo gruppo può anche avanzare questa richiesta alla Giunta per il Regolamento che sta elaborando una riforma del Regolamento, perché l'attuale Regolamento della Camera non ci consente di fare diversamente. Quindi, se lei vuole procedere in questo senso, darà un contributo a ottimizzare il procedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, vorrei solo fare riferimento a quanto detto Pag. 17dal collega Molteni prima. È evidente che, quando si riferisce al nostro gruppo, si riferisce a quelli di noi che erano presenti anche nella precedente legislatura e che, quindi, nella precedente legislatura hanno votato in modo diverso.
Al collega Molteni – e quindi anche ribadendolo all'Aula – io voglio dire che, mentre siamo totalmente contrari alla violenza in qualunque forma, in qualunque modalità, in qualunque situazione o circostanza, chiunque riguardi questa violenza, nello stesso tempo noi ci riteniamo profondi sostenitori della libertà di opinione, di azione e di organizzazione. Questo aspetto della tutela della libertà di opinione, di organizzazione e di intervento è stato profondamente tenuto presente nell'emendamento di cui ha parlato il collega Gitti. Certamente di quell'emendamento noi conserviamo tutte le perplessità relative all'aggravante, che costituiscono per noi, a tutt'oggi, in questo momento e in questa fase, un elemento di grande perplessità, anche nei confronti del voto finale della legge. Questo per la semplice ragione che riteniamo che ci siano dei diritti che vadano tutelati sempre e comunque e nello stesso tempo, accanto a questi diritti però, non vadano create fattispecie diverse.
Vale per tutti l'esempio che faceva prima il collega Migliore dell'assessore di Bologna, per cui noi abbiamo difeso il diritto a chiamare «madre» e «padre» di tutti i bambini di Bologna, a prescindere dal fatto che l'assessore avesse una condizione sessuale di un tipo o di un altro.
PRESIDENTE. Concluda.
PAOLA BINETTI. Questo diritto e questa lotta al pregiudizio, che è pregiudizio di un tipo o che è pregiudizio dell'altro, noi lo segnaleremo sempre.
All'amico che segnalava prima come il giornale dei cattolici Avvenire prende posizione a favore di certe rappresentazioni dei nostri vissuti, segnalo proprio oggi su Avvenire un bellissimo articolo, nel quale si dimostra – e si portano numeri e cifre – che gli italiani non sono un popolo omofobo. Gli italiani sono un popolo...
PRESIDENTE. Onorevole Binetti, concluda per favore.
PAOLA BINETTI. Ho già concluso, signora Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà, per un minuto.
ANDREA ROMANO. Signora Presidente, volevo accompagnare l'intervento della collega Binetti, che ha usato giustamente e propriamente il termine «noi» per specificare, anche rispondendo al collega Molteni, che Scelta Civica, a differenza di altri partiti, non chiede patenti di ortodossia né religiosa né antireligiosa, ma rispetta, nel pieno spirito dell'articolo 21, la qualità delle opinioni, soprattutto su temi come questi, soprattutto su temi come questi. Quindi, la collega Binetti faceva evidentemente riferimento a deputati del nostro gruppo che erano presenti nella passata legislatura e che avevano votato come avevano votato su questi argomenti. Scelta Civica su questo emendamento esprime parere contrario naturalmente e sosterrà, come avremo modo di ripetere, quell'emendamento, che presto andremo a discutere, nel quale viene rispettato pienamente il nostro impegno a favore della libertà di opinione, perché siamo convinti che questa legge, anche grazie al nostro lavoro, rispetti completamente la libertà di opinione e non ponga nessun pericolo da questo punto di vista (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Signora Presidente, solo per un auspicio: mi farebbe piacere se, alla lettera ricevuta da Chaty La Torre, del comune di Bologna, lettera di minacce in cui si dice che i deviati sessuali non possono occupare le istituzioni e si fa riferimento al suo essere lesbica, mi farebbe Pag. 18piacere se l'onorevole Binetti prendesse una posizione pubblica contro quella lettera in cui si dice che i deviati sessuali non possono occupare le istituzioni. Mi sembrerebbe un grande atto di libertà e di rispetto delle idee, a proposito di rispetto delle idee (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione segreta mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 1.5, su cui ricordo il parere contrario della Commissione e su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Nesi, Catania, Orfini, Ribaldo, Dellai, Gnecchi, Carbone, Dorina Bianchi ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 509
Votanti 508
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato sì 101
Hanno votato no 407).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Roccella 1.37.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Signor Presidente, questo emendamento riporta al testo della proposta di legge Brunetta-Carfagna, con cui avevamo presentato la nostra proposta, ossia la proposta del PdL per il contrasto all'omofobia. È una proposta che ha diversi vantaggi rispetto a quella che è frutto dell'accordo mancato in Commissione. Non configura un reato di opinione e, quindi, penso anche al collega Gitti, ai colleghi di Scelta Civica, che sembrano essere così sensibili a questa questione, io li sollecito a una riflessione in merito. Non configura alcun rischio di reato di opinione e, quindi, non c’è bisogno di emendamenti correttivi, di tentativi di correggere una legge che è difficile correggere e che secondo me è impossibile correggere sotto questo profilo, come la «legge Mancino». Offre una tutela allargata, cioè non solo all'orientamento sessuale, ma a tutti i motivi di possibile discriminazione indicati appunto dal Trattato di Lisbona, quindi era una proposta ampia, che tutelava, soprattutto ovviamente a partire dall'orientamento sessuale, anche però altre possibilità di discriminazioni.
Soprattutto, è molto diversa dall'aggravante che è stata voluta poi dal PD e per cui il PD ha rotto l'accordo raggiunto in Commissione; e vorrei dire al collega Speranza che dice che è un piccolo passo votare anche l'aggravante: ma l'aggravante della «legge Mancino» è un'aggravante legata ad ogni possibile reato. Il collega Speranza ha fatto l'esempio del pugno, ma non è questo l'esempio. Se il collega Speranza vuole legare alla violenza e agli atti di violenza l'aggravante, allora deve votare questo emendamento, perché l'aggravante della «legge Mancino» è legata a tutti i possibili reati: furti, scippi, truffe, che, ai danni di un omosessuale, comportano l'aggravante. E non solo, ma l'aggravante della «legge Mancino» porta con sé una serie di azioni di tipo repressivo. Se si legge la «legge Mancino», si vede che c’è l'articolo 5 (perquisizioni e sequestri), che dice: quando si procede per un reato aggravato ai sensi dell'articolo 3, eccetera, l'autorità giudiziaria dispone la perquisizione dell'immobile rispetto al quale sussistono concreti elementi, eccetera. Quindi, leggiamo bene la legge Mancino, che è difficile da correggere se abbiamo a cuore la libertà di espressione e di associazione, la possibilità della società civile di organizzarsi, di incidere, di parlare e di esprimersi. Torniamo – questo è il mio appello – alla «legge Brunetta-Carfagna», che è efficace per il contrasto all'omofobia, ma Pag. 19non ha alcuna di queste controindicazioni (Applausi di deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, noi crediamo che non serviva il reato, non serviva una fattispecie autonoma di reato estensiva della «legge Mancino», che è una legge che noi abbiamo, sin dagli albori, sin dal 1993, criticato e contestato in quanto legge liberticida e antidemocratica. Riprendendo quelle che sono state le considerazioni fatte dal collega Pagano prima, crediamo che non serva un'aggravante, non serve l'aggravante speciale della legge Mancino, all'articolo 3, rispetto al quale vi sarà poi un emendamento da parte del rappresentante di gruppo del PD, Verini.
Non serviva nemmeno a noi un'aggravante comune ai sensi dell'articolo 61, però per non dimostrare la totale chiusura rispetto ad un tema che è il tema della tutela dei diritti civili – che, lo ripeto, vanno tutelati a prescindere, e lo dico in modo chiaro e invocabile: la Lega condanna ogni forma di violenza, ogni forma di discriminazione nei confronti di chiunque, siano essi omosessuali, siano essi disabili, siano essi uomini, donne, le discriminazioni e le violenze vanno condannate in modo chiaro e doveroso – abbiamo ritenuto opportuno – e questo è stato il passaggio in più che la Lega ha voluto fare rispetto al passato – renderci disponibili al confronto e al dialogo sulla aggravante comune ex articolo 61. Ci avete sbattuto la porta in faccia, il relatore non ha mai avuto la disponibilità di sedersi seriamente intorno al tavolo per poter discutere quella che, tra l'altro, era stata la proposta di legge della collega Concia nella precedente legislatura, per cui noi voteremo favorevolmente all'emendamento Roccella 1.37, che tra l'altro riprende, e conchiudo, Presidente, la proposta di legge che era stata presentata a suo tempo dal presidente di gruppo del PdL, onorevole Brunetta. Ci chiediamo e mi chiedo il motivo per cui il PdL aveva presentato, all'epoca, una proposta di legge, richiamando anche il Trattato di Lisbona, presenta la proposta di legge sulla aggravante e poi si ritrova a votare e a sostenere, con un proprio relatore, il reato di omofobia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paola Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signora Presidente, ovviamente ribadendo la nostra contrarietà all'aggravante, vorrei rispondere alla collega Di Salvo che mi ha chiamato in causa poco fa e dirle che sono totalmente d'accordo con lei. Guai se noi dovessimo, in qualche modo, lasciar pensare che una persona, perché ha un diverso orientamento sessuale, non possa occupare un posto pubblico e non possa esprimere la sua opinione. Questa è una delle aberrazioni mentali che è nel costrutto positivo di questa legge, quando la si presenta ad una opinione pubblica.
Noi difendiamo la libertà di tutti. Quando io dico che intendo difendere la mia libertà di opinione senza essere tacciata di omofobia, ma nello stesso tempo dico che voglio difendere la sua libertà di opinione e poi sul piano del confronto politico, liberamente, direi civilmente, ognuno di noi rappresenta le sue posizioni, in un clima di ascolto e di rispetto reciproco.
Comunque, grazie per la puntualizzazione, perché sono d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Roccella 1.37, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bargero, Ventricelli, Malpezzi, Boccuzzi, Rizzetto, Stumpo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 510
Maggioranza 256
Voti favorevoli 111
Voti contrari 399).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 1.6 con il parere contrario del relatore e su cui il Governo si rimette all'Aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signora Presidente, con questo emendamento andiamo a riprendere sommariamente quelle che sono state le considerazioni fatte dalla I Commissione, Affari costituzionali e dal collega Sisto che in modo ineccepibile, e da un punto di vista giuridico, e da un punto di vista costituzionale, ha posto, in merito all'applicazione, o meglio, in merito alla riformulazione della legge Mancino con l'estensione della discriminazione per motivi fondati su omofobia e transfobia, una richiesta di miglior chiarimento rispetto all'istigazione da un lato e all'incitamento dall'altro lato.
Voglio ricordare che il parere formulato dalla Commissione affari costituzionali è stato un parere pesante, parere completamente snobbato dalla Commissione giustizia, completamente snobbato dal relatore e non preso in considerazione da parte del Comitato dei nove; parere in cui vi sono due condizioni pesantissime, due osservazioni altrettanto pesanti che vanno nella direzione di meglio specificare la fattispecie dell'istigazione da un lato e dell'incitamento dall'altro lato. Quindi, questo è uno dei tanti emendamenti che chiedono di poter chiarire in cosa consiste e come si manifesta da un lato l'incitamento e dall'altro lato l'istigazione, fermo restando che noi crediamo e riteniamo che le forme di discriminazione e di violenza, qualunque esse siano, trovino già negli strumenti giuridici e penali a disposizione del nostro ordinamento le fattispecie idonee a sanzionare ed a punire condotte che discriminano da un lato o che esercitano atti di violenza dall'altro lato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signora Presidente, io vorrei innanzitutto prendere le distanze da qualsiasi atteggiamento di tipo ideologico di qualsivoglia genere, perché non sono preoccupato dell'ideologia o della scelta politica che sono sottese alla norma di cui ci stiamo occupando. Sono preoccupatissimo dello strumento giuridico che è stato scelto per difendere comunque un diritto, perché lo strumento giuridico scelto, Presidente, è uno strumento che fa del messaggio ideologico l'unico obiettivo, senza nessuna attenzione a dei profili di grave compromissione del sistema giuridico penale che questa scelta potrebbe comportare. Ho ascoltato dal presidente Speranza parole quali: il messaggio che dobbiamo dare, il segnale che dobbiamo dare. Questo può andare bene forse per determinate situazioni, ma quando si tratta di norme penali l'unico segnale che bisogna dare è il rispetto del sistema penale, dei principi costituzionali (Applausi di deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) ! Su questo non ci sono transazioni e la posizione del PdL è chiarissima.
Io non dimentico – e rammento all'Aula – che la proposta di legge a firma Brunetta, Carfagna, Prestigiacomo è stata tra le prime ad essere sensibile a questo problema. Che nessuno si sogni di capovolgere il tavolo e scambiare una lotta per una norma penale corretta con una lotta ideologica (Applausi di deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) ! Questo non ve lo consentiamo !
Noi siamo per la tutela di qualsivoglia diritto meritevole di essere tutelato, o Pag. 21meglio, che il Parlamento ritenga degno di essere tutelato. Su questo non si discute. Ma a voi sembra possibile che nel microsistema patologico disegnato da questo progetto, che sta per diventare votabile, vi sia un'aggravante che rende procedibile d'ufficio tutti i reati che abbiano un contenuto quale quello della legge ? Noi avremo la diffamazione procedibile d'ufficio. Un mostro ! Un mostro ! E in nome di che ? Di una bandierina che deve essere messa a tutti i costi.
Io vi prego, perché sono ben distante e da certe posizioni ideologiche, anche al nostro interno, e da certe posizioni estremiste di chi in questa Camera ha la legge dei numeri, ma i numeri debbono fare i conti con la coscienza. Quando io introduco una norma che è di inciviltà giuridica, ma che si propone di tutelare indiscriminatamente, e quindi in violazione dell'articolo 3 della Costituzione, una categoria rispetto ad un'altra, non è un problema di ideologia, di messaggi, di Paese, è un problema di cittadini, perché noi mettiamo nelle mani di qualsiasi pubblico ministero, anche il migliore del mondo – perché sono convinto che soltanto una piccola parte andrebbe, in qualche maniera, rimproverata su certe condotte –, e della polizia giudiziaria la procedibilità d'ufficio di una serie di condotte che nella normalità e per tutte le altre categorie non lo sono.
Io vi invito, ma veramente, caldamente, a riflettere su questo sistema, e a modificarlo, e a leggerlo secondo la fisiologia del sistema penale. Qui l'aggravante indiscriminata costituisce un virus che innestiamo nel sistema, con delle conseguenze che soltanto chi, come me, ha avuto l'occasione di stare sui marciapiedi giudiziari sa quanto possono essere pericolose !
Quindi, ciascuno di noi, quando deve premere quel pulsante, sappia bene che una cosa è la tutela dei diritti, altra cosa l'introduzione di una norma penale corretta. E quando, come in questo emendamento, la Commissione affari costituzionali con voto unanime, dopo un accordo di nottate (Applausi di deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente), ha raggiunto un testo diverso da quello che poi è stato portato in Aula, questo costituisce la dimostrazione – e lo dico con grande senso di responsabilità – che pur di raggiungere il risultato ideologico, si sono violate anche le regole del Parlamento.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FRANCESCO PAOLO SISTO. E questo – Presidente, ho finito – non è certamente un tema che possa essere avallato: il PdL è per il rispetto dei diritti, per il rispetto delle regole, per il rispetto della democrazia parlamentare (Applausi di deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, con questo emendamento si rende più chiara la legge cosiddetta Mancino, in modo che non ci sia possibilità di utilizzarla per colpire le idee e le opinioni; e dunque, semplicemente, per evitare che ci sia una legge come nel periodo fascista, in cui erano vigenti molte leggi che davano la possibilità ai magistrati, al potere costituito, di condannare o di fermare le opinioni di molte persone. È un modo per esplicitare meglio cosa si possa definire come reato; e non semplicemente dando la possibilità, perché uno è antipatico o simpatico o di un'altra parte politica, di condannarlo e privarlo della sua libertà di opinione.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MATTEO BRAGANTINI. Dunque, se uno legge bene, l'emendamento non stravolge l'impianto, ma semplicemente definisce in modo più equilibrato e concreto questa legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante...Pag. 22
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà. Magari segnalatelo anche un po’ prima, però.
CRISTIAN INVERNIZZI. Ha ragione: chiedo scusa, signora Presidente.
PRESIDENTE. Devo revocare l'indicazione della votazione, allora... Prego.
CRISTIAN INVERNIZZI. Posso ? Grazie.
PRESIDENTE. Però sarebbe veramente meglio dirlo prima, altrimenti incappiamo in questi inconvenienti.
CRISTIAN INVERNIZZI. Ho già chiesto scusa, Presidente.
PRESIDENTE. Prego, prego, ha facoltà di parlare.
CRISTIAN INVERNIZZI. Spero che basti una volta, se no... Grazie. Rinnovo le scuse per aver distratto l'Aula con... Però, un minuto...
Signor Presidente, secondo me veramente quello che c’è dietro a questa provvedimento lo conosciamo tutti: è un punto politico, che deve essere posto da parte del PD e da parte di SEL, perché poche settimane fa l'altra parte della maggioranza ha vinto sul tema dell'IMU, e adesso voi avete bisogno di riscaldare il vostro elettorato dicendo che comunque le larghe intese portano anche questo. Qui voi avete una stragrande maggioranza dovuta alla legge con la quale siamo andati al voto, ma l'unica speranza è che quando poi questo provvedimento andrà al Senato, visto che lì le dimensioni tra le varie forze sono diverse, ci sarà magari la possibilità di entrare effettivamente nel merito di un provvedimento che è sotto tutti gli aspetti liberticida.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 1.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Deputati Russo, Paris...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Voti favorevoli 110
Voti contrari 399).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 1.8, sul quale il parere del relatore è contrario e il Governo si rimette all'Aula
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, semplicemente per richiamare, sposando e condividendo integralmente le parole del presidente della Commissione affari costituzionali Sisto, che anche questo emendamento va esattamente nella direzione dell'emendamento precedente, richiama in modo puntuale e specifico quelle che sono state le condizioni e le osservazioni poste, tra l'altro in modo assolutamente unanime da parte di tutte le forze politiche presenti nella I Commissione, quindi tutte le forze politiche hanno ritenuto opportuno, con riferimento sia all'istigazione che all'incitamento, chiarire l'ambito di applicazione attraverso le fasi contenute all'interno dell'emendamento, proprio perché l'obiettivo e lo scopo di questo emendamento, come dell'emendamento precedente e degli emendamenti successivi presentati dai colleghi del PdL, è chiaro, cioè quello di definire in modo inequivocabile e pacifico l'ambito e il perimetro giuridico di applicazione di questa norma, proprio per Pag. 23evitare che l'applicazione dell'istigazione e dell'incitamento possa limitare il diritto e la libertà di espressione sanciti dalla Carta costituzionale.
Invito ancora tutti i colleghi a leggere non solo la proposta di legge che oggi è stata presentata ma la proposta di legge così come va ad integrare la legge Mancino, vi renderete conto dal punto di vista squisitamente giuridico, rispetto ad una legge che sarà poi oggetto di applicazione in modo totalmente discrezionale e arbitrario da parte dei giudici, che questa norma ha un perimetro normativo indeterminato, eccessivamente ampio e che rischia di limitare fortemente il principio di libertà di espressione di ogni singolo individuo, ferma restando – lo ribadisco ancora Presidente e lo ribadirò per tutti gli interventi – che la Lega condanna in maniera sacrosanta e doverosa qualunque atto e qualunque forma di discriminazione o di violenza nei confronti di chiunque.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, non riesco a capire perché picchiare un omosessuale sarebbe un'aggravante mentre picchiare me, che sono solo un essere umano senza particolari e selettive distinzioni o qualificazioni sessuali, sarebbe meno grave. Picchiare qualcuno è reato, punto, basta o dovrebbe bastare. Questo non lo dico io Presidente e non lo dice neanche il gruppo della Lega Nord e non lo scrive nemmeno sull’Avvenire, che ho sentito citare prima, qualche fanatico cattolico, ma è pubblicato sul Corriere della Sera da un illustre giornalista, che si chiama Ostellino, che pone le nostre stesse riflessioni all'opinione pubblica tramite questo importante mezzo di informazione. Va avanti Ostellino dicendo che questo tipo di legge potrebbe creare degli inquietanti precedenti.
Invito quindi quest'Aula a votare e a riscoprire il buonsenso delle norme che dobbiamo approvare e abbondare l'ideologia oppure qualche facile «bacino elettorale».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, io sono veramente imbarazzata per la discussione che sta avvenendo qui, non so se l'Aula sta ascoltando le parole di alcuni onorevoli qui presenti. Io vorrei segnalarvi veramente la gravità di questa serie di emendamenti – ce ne sono tantissimi, tutti uguali – volti a sostituire le parole «istigazione», «incitamento» all'odio e alla violenza con le parole «aperto», «univoco», «concreto», «palese» incitamento all'odio e alla violenza.
Cosa comporterebbe l'aggiunta di queste specifiche ? In pratica, comporterebbe che, per essere sanzionati, non basterà più incitare all'odio o alla violenza contro gli omosessuali, o i transessuali, ma occorrerà farlo in maniera espressa ed aperta, come se esistessero dei modi di istigare alla violenza più soft, che quindi resterebbero impuniti, e dei modi invece più appariscenti, più teatrali, più sguaiati, che meriterebbero – questi sì – di essere puniti. È un messaggio gravissimo con conseguenze devastanti. Non solo: chiunque sia a conoscenza delle nozioni più basilari del lessico giuridico, sa bene che aggiungere delle specifiche e dei termini in più in un articolo di legge comporta un restringimento delle ipotesi di applicazione in concreto dell'articolo stesso. Quindi, le persone che hanno firmato questi emendamenti hanno il chiaro intento di rendere praticamente impunita qualsiasi condotta che istighi all'odio o alla violenza nei confronti degli omosessuali. La gente deve saperlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Spero vivamente che i vostri figli non vengano mai a dirvi che sono omosessuali perché potreste pentirvi amaramente di aver proposto questi emendamenti indegni (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera Ne ha facoltà.
Pag. 24 EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, sono anch'io allibito per la discussione di stamane e, soprattutto e anche, per il tenore generale che è emerso da questo ultimo intervento.
Io rispondo da giovane, un giovane che peraltro sta per diventare papà, quindi mi auguro di avere un figlio che abbia il coraggio di vivere la propria vita come vuole e come meglio desidera. Proprio perché sono giovane e proprio perché sto diventando papà, vorrei ricordare delle parole, che non dico io, ma un'associazione: «L'ambiente in cui crescono oggi in Italia i giovani con tendenza omosessuale in genere non è omofobo. Parlare oggi di odio generale nei confronti degli omosessuali e di emergenza omofobia – come spesso appare sui media e sulla bocca di chi chiede la legge sull'omofobia – a nostro avviso, non centra il vero problema e ignora la solitudine esistenziale del giovane, aggravandola, e spingendolo a credere che gli altri siano tutti contro di lui». Questo lo dice l'AGAPO, che è l'associazione genitori e amici di persone omosessuali.
Anch'io sono amico di persone omosessuali, che hanno paura che entri in vigore questa legge proprio per gli effetti che potrebbe avere e perché – è bene ricordarlo – questa è una legge che arma chiunque voglia combattere, dal punto di vista ideologico e politico, persone che pensano e hanno il coraggio di esprimere le proprie idee e che hanno il coraggio di combattere per il loro futuro...
PRESIDENTE. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Vita. Ne ha facoltà.
GIULIA DI VITA. Signor Presidente, io volevo semplicemente fare una domanda: perché la gravità dell'esistenza stessa delle aggravanti nella «legge Mancino» viene rilevata adesso e non è stata rilevata negli ultimi 38 anni ? Guarda caso, ci si accorge di questa esistenza dell'aggravante stessa della «legge Mancino» adesso, che vogliamo semplicemente estendere una legge che già esiste ad una nuova categoria di persone, una minoranza che tutt'oggi non viene tutelata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, i colleghi del mio gruppo hanno spiegato per filo e per segno qual è la nostra posizione, che io ovviamente condivido. Voglio però dire due cose, a titolo personale ovviamente. La prima è che in quest'Aula ho sentito più volte, nel dibattito di questi giorni, che questa legge è una priorità del Paese. La priorità del Paese – ed è bene che se lo ricordi anche il Governo – è la questione del lavoro e della disoccupazione. Questa non è la priorità oggi del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). La seconda considerazione che voglio fare in maniera trasparente – come più volte è stato evidenziato anche il termine di trasparenza in quest'Aula – è che trasparentemente, quando si vivono le campagne elettorali, ci sono alcuni colleghi di quest'Aula che oggi voteranno favorevolmente questa legge, che sbandierano i valori cattolici e i valori etici e morali.
Questi oggi voteranno a favore di un provvedimento che non è coerente con quanto loro dicono in campagna elettorale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, io vorrei ringraziare il collega Fedriga per avere citato il dotto, referente articolo dell'intellettuale Ostellino. Un motivo in più per votare difformemente dal voto della Lega, considerato da chi provengono queste parole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, Pag. 25il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, intervengo per ribadire che noi siamo contro la violenza in tutte le sue forme e con tutte le persone ed è già stato detto più di una volta. Più di una volta abbiamo detto che bisognerebbe tutelare tutte le diversità, anche fisiche, anche di persone e anche di partito, perché se uno fa un'aggressione contro un altro esponente di un altro partito non è tutelato come se la fa verso una persona che ha altri orientamenti sessuali e questo a nostro avviso è sbagliato.
Ma, soprattutto occorre andare a fermare un obbrobrio di un provvedimento che va a dare la possibilità di fermare le persone che hanno un'idea differente dalla maggioranza. Noi siamo per la libertà di pensiero, noi combattiamo perché tutti possano esprimere la propria opinione, anche se non la condividiamo, e per questo noi faremo una battaglia dura su questo provvedimento, perché lo riteniamo veramente un passo indietro di questo Stato che, invece di andare a tutelare la libertà di opinione, dà la possibilità di fermare i propri avversari politici con la magistratura e li ferma perché la «legge Mancino» impedisce anche l'attività politica per chi è condannato per quella «legge Mancino».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caon. Ne ha facoltà.
ROBERTO CAON. Signor Presidente, io mi appello alla sinistra, perché loro hanno una parola che ha le fondamenta proprio nella loro ideologia ed è la parola «compagno». Non capisco perché io non devo essere compagno a qualcun altro o quel qualcun altro non deve essere compagno a me. Questa è la differenza. Le classi le inventate voi.
Io sono rimasto orfano a quattro anni e mezzo. Chiederò una legge perché non avendo avuto il papà quando andavo fuori forse ero meno protetto di qualcun altro. Cioè, dove portate voi l'Italia ? Dove volete portarla creando classi su classi ? Classi su classi !
Veramente è demenziale il vostro modo di pensare e il vostro pensiero, perché le differenze si tolgono con la cultura e non con le leggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, io volevo dire, in particolar modo ai deputati della Lega, che io sono omosessuale e per questo non sono mai stato picchiato, offeso, discriminato, deriso. Ma, ci sono molti e moltissimi ragazzi e ragazze, e non solo in questo Paese, che vengono picchiati, uccisi e discriminati solo ed esclusivamente per il fatto di essere omosessuali (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).
Dunque, è inutile che continuate a ribadire una menzogna. La «legge Mancino», che esiste da 38 anni, è stata introdotta per proteggere delle categorie che in questo Paese subiscono delle discriminazioni, delle violenze e dell'odio solo per il fatto di appartenere a minoranza religiose ed etniche e si vuole, in questo Parlamento, estenderlo anche ai reati di omofobia e transfobia.
È una legge che esiste da 38 anni per cui il reato introdotto, la fattispecie introdotta, è la motivazione che spinge all'omicidio, alla violenza, alla discriminazione. Non è la violenza in quanto tale ma è la motivazione di essere omosessuali che spinge molta gente a esercitare violenza e discriminazione verso queste persone (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).
Mi pare che questo sia abbastanza chiaro e spero che lo possano comprendere anche i colleghi della Lega (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Signor Presidente, io non sottovaluto affatto le parole che ha detto adesso l'onorevole Zan e so benissimo che gli omosessuali possono essere discriminati e picchiati e che ci sono casi che tutti possiamo leggere, ma il problema è il veicolo che noi scegliamo per fare una legge di tutela.
Rovescerei la domanda che ha fatto la collega del MoVimento 5 Stelle, quando dice: perché non volete estendere la «legge Mancino» agli omosessuali ? Allora, perché non vogliamo estendere la «legge Mancino» anche a tutti i soggetti che sono a possibile rischio di discriminazione ? Perché non la possiamo estendere ai disabili, agli obesi, alle persone che hanno problemi mentali e così via ?
Il problema era cercare un veicolo, un modo, per tutelare tutte le persone che sono discriminate. Lo vediamo dai casi di cronaca, che non riguardano soltanto gli omosessuali. Perché non potevamo trovare una modalità di proteggere tutte le forme di discriminazione ?
Io vorrei fare questa domanda e poi vorrei dire all'altro collega del MoVimento 5 Stelle, che ha detto parole così liquidatorie nei confronti di Ostellino, che il disprezzo degli intellettuali in Italia ha una storia precisa e risale al fascismo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie e di deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, innanzitutto vorrei specificare che l'obesità è una malattia, l'essere gay no, l'essere omosessuale no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e non si può continuare a metterli sullo stesso identico piano.
Vorrei dire un'altra cosa in risposta al rappresentante della Lega: se un editorialista viene picchiato, succede per quello che fa. Per carità, è comunque condannabile, ma è picchiato per quello che fa e non per quello che semplicemente è ed è questo il problema di tutti gli omosessuali, gay, lesbiche, trans, bisessuali. È questo il problema. La differenza è: se uno viene picchiato per quello che semplicemente è o se uno viene picchiato per quello che fa. Sono entrambi condannabili, ma è molto più grave, perché una persona non può essere picchiata solo per quello che è e non può nascondersi e non può continuare a vivere in questo modo, nascondendosi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, prendo atto dall'ultimo intervento che, quindi, se uno è malato lo si può picchiare liberamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Detto questo, io presenterò un emendamento a tutela di quello che scrive Ostellino per inserire anche le sue idee sotto il cappello protettivo della «legge Mancino», perché, se ancor prima di leggere quello che lui dice, viene giudicato come non degno di essere preso in considerazione, penso che questa già sia una discriminazione.
A me ha colpito del testo di Ostellino un passaggio che dice: l'omosessualità non è un diritto, è qualcosa di più, è un dato di fatto, è uno spicchio della realtà, è un aspetto della libertà sessuale. Trasformarla dunque in un diritto giuridicamente protetto non ha senso, dato che è già costituzionalmente tutelata, ma di più il costume secolarizzato e generalizzato ne sconsiglia l'avversione. Ad una persona normale, di normale buon senso – e concludo – non verrebbe mai in mente, nel mondo in cui viviamo, non dico di Pag. 27picchiare, ma neppure di insultare e discriminare un omosessuale. La smania legislativa – concludo, Presidente – non realizza la democrazia, ma né è la patologia che distrugge le libertà personali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Il deputato Costa, che aveva chiesto di parlare, vi rinunzia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, con riferimento all'ultimo intervento dell'onorevole Zan, ritengo di poter dire questo: in Italia, come ebbi già modo di dire in sede di discussione sulle linee generali, forse vi è un atteggiamento molto più tollerante che in altri Paesi. Citai il rapporto del Pew Research Center e citai i dati, non sospetti, della SWG.
Oggi vi sono due pagine su Avvenire che ricordano proprio questo. Invece, se vogliamo applicare la «legge Mancino-Reale» come strumento di protezione dalla violenza, allora io invito ad estenderla ad una categoria, che è sicuramente molto più sotto attacco oggi, che è quella delle donne. Inseriamo, allora, la protezione delle donne nella «legge Mancino-Reale», visto che sono estremamente aggredite, estremamente oltraggiate, estremamente discriminate !
Qualcuno ha detto che le malattie sono un'altra cosa: anche la malattia è qualcosa che ha a che fare con la costituzione della persona. I down in questo Paese sono stati oltraggiati e talvolta fatti oggetto di violenza in maniera certamente superiore a quello che è stato fatto con gli omosessuali. Inseriamo anche i down nella «legge Mancino-Reale».
Questo strumento di tutela delle categorie omosessuali è uno strumento sbagliato in radice (Applausi di deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, volevo rispondere al collega Zan dicendo che apprezziamo il fatto che adesso vi sentiate tutti in diritto di additare la Lega e di dare lezione come se noi non capissimo quello di cui si sta parlando.
Ripetiamo che chi colpisce un omosessuale semplicemente per la sua tendenza sessuale è chiaramente un criminale. Questo è chiarissimo e su questo siamo tutti d'accordo. Ma chiedo a voi: siete veramente convinti che questa proposta di legge, questo provvedimento, realizzi quello che voi avete in mente, e quindi la protezione degli omosessuali, oppure è qualcosa, come noi crediamo, che ha insiti dei rischi anche per altre questioni ?
La Lega è disposta a mettersi al tavolo con chiunque; voi non ci avete neanche voluto ascoltare, perché immaginarsi se, da quella parte lì, qualcuno pensa di parlare con quelli della Lega, vista l'immagine che avete di noi.
Noi ripetiamo: per la Lega chi colpisce un omosessuale solo per la sua tendenza sessuale è un criminale. Secondo noi questa proposta di legge, però, non arriva all'obiettivo e nasconde al suo interno tutta una serie di rischi che vi invitiamo a valutare. Una volta fatto, mettiamoci a un tavolo e facciamo qualcosa che effettivamente possa tutelare gli omosessuali e che non sia soltanto un punto politico, che voi sapete perfettamente che spenderete, perché tanto al Senato non riuscirete a portarlo a casa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Busin. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire che noi contestiamo quelli che sono i presupposti di questo provvedimento, cioè che sia di tutta evidenza che l'omosessualità in Italia è discriminata e che l'omosessuale è soggetto a particolare violenza da parte della società. Questo non è assolutamente di tutta evidenza e noi lo contestiamo. Noi pensiamo, come ha detto il collega Gigli, che l'Italia sia un Paese tollerante.Pag. 28
Abbiamo esempi di omosessuali ai vertici delle istituzioni e delle grandi aziende, abbiamo esempi di omosessuali che hanno avuto un percorso assolutamente lineare, nel loro sviluppo personale, all'interno della società italiana. Invece, siamo persuasi del fatto che questo è un provvedimento che surrettiziamente vuole introdurre il matrimonio gay, l'adozione gay, e che quindi parte da presupposti falsi dal punto vista ideologico, che noi contestiamo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Vi sono altri due interventi, dopo i quali vi sarà la votazione dell'emendamento in esame e la sospensione della seduta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, in passato le persone omosessuali sono state, di volta in volta, considerate e trattate come peccatrici e moralmente disordinate dalla religione, devianti e criminali dalla legge, malate dalla medicina, immature o perverse dalla psicoanalisi. Anche per questo molte di loro hanno costruito una sofisticata cultura dell'indivisibilità.
Oggi lesbiche e gay chiedono di vivere alla luce del sole, con gli stessi diritti e doveri di tutti i cittadini. Molti Governi occidentali, e non, hanno ascoltato questa richiesta, passando così, come direbbe la filosofa Martha Nussbaum, dalla politica del disgusto alla politica dell'umanità. Qui dentro vi sono due parti: chi fa politica del disgusto e chi ha scelto di fare politica dell'umanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà. Avverto che è l'ultimo intervento.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, devo confessarvi una situazione personale di grande preoccupazione, perché vedo che qui si stanno scontrando due ragioni, mentre il lavoro che abbiamo fatto fino ad ora in Commissione è stato quello di capire le ragioni l'uno dell'altro.
Qual è la ragione di quelli che propongono questa legge ? Gli omosessuali in Italia sono una categoria che è stata perseguitata, che è stata vista male e che chiede maggiore accettazione sociale. Io personalmente penso che la legge sia impostata male, ma non importa. Credo che un segno di maggiore accettazione sociale possa e debba essere dato, sia un elemento importante per la pace civile di questo Paese.
Dall'altro lato, si fa osservare che questo non può avvenire nelle forme del privilegio e che si rischia di entrare su di una via, quella dell’affirmative action: risarcimento per torti subiti nel passato, dando privilegi nel presente. Non è una buona via, gli americani ci hanno provato e gli è andata male. Se noi tentassimo di capire gli uni le ragioni degli altri, ripristinando il clima che c’è stato nel lavoro in Commissione, forse una via d'uscita la troviamo. Se opponiamo agli uni le ragioni degli altri, spacchiamo il Paese.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ROCCO BUTTIGLIONE. E chiunque vinca, sarà esposto alla possibilità di perdere tutto una volta che a vincere saranno gli altri.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 1.8, con il parere contrario della Commissione e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carbone, Ventricelli, Brunetta, Marazziti...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 29
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Voti favorevoli 100
Voti contrari 393).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, so che i tempi a disposizione della Lega sono finiti. Le chiederei quindi la possibilità di ampliarli.
PRESIDENTE. Va bene.
A questo punto ritengo che si possano sospendere i lavori, che riprenderemo alle ore 15.
Sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Dambruoso, Dellai, Ferranti, Fico, Fontanelli, Fraccaro, Galan, Gebhard, La Russa, Giorgia Meloni, Meta, Migliore, Realacci, Speranza e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 245-280-1071-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 245-280-1071-A: Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Molteni 1.8.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Businarolo 1.62, su cui vi è il parere contrario della Commissione e il Governo si rimette all'Aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI. Signor Presidente, questo emendamento prevede sostanzialmente la soppressione della sanzione della multa nel corpo del testo della «legge Reale» e, quindi, della legge dentro la quale noi abbiamo immaginato di inserire il reato dell'omofobia.
Quindi, è una proposta che sostanzialmente si propone di attenuare le conseguenze sanzionatorie che sono oggi previste per tutte le ipotesi di reato che prevede oggi la «legge Reale», quindi reati fondati sulla discriminazione e reati che prevedono la propaganda di idee fondate sulla superiorità, sull'odio razziale o etnico, ovvero istigano a commettere o commettono atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
L'idea che tutte queste condotte debbano essere sostanzialmente punite con una sanzione detentiva e non sia consentita, invece, la possibilità per i giudici, in relazione alla gravità della fattispecie e alla tipologia della condotta, che viene presa in considerazione, di applicare a questo tipo di condotte, magari più lievi, Pag. 30che pure rientrano nella fattispecie prevista dalla «legge Reale» e, quindi, nella fattispecie che prevede la condanna di queste condotte di discriminazione, una sanzione più lieve, e cioè la sanzione della multa, quindi non della reclusione, ma una sanzione puramente pecuniaria, noi riteniamo sia un aggravamento che non consente di graduare adeguatamente le sanzioni penali alla gravità della condotta.
Quindi ci pare sia un emendamento non accoglibile; tanto più che questa sanzione è stata introdotta proprio in modifica della «legge Reale» nel 2006, allorché si fece una revisione sostanziale del quadro e dell'apparato sanzionatorio e delle fattispecie previste dalla «legge Reale-Mancino» proprio perché ci si era resi conto che c'era una sostanziale, un'eccessiva previsione sanzionatoria a carico di queste condotte e non c'era la possibilità di graduare adeguatamente le sanzioni in relazione a queste tipologie di condotte.
Quindi, ritornare oggi su una ipotesi di questo genere e, quindi, tornare indietro rispetto anche a una discussione che è stata fatta nel corso del 2006, allorché si decise di introdurre questa nuova fattispecie, questa nuova tipologia sanzionatoria in relazione a queste condotte, noi riteniamo che sia assolutamente non giustificabile e non adeguato.
Tanto più che stiamo ragionando di inserire dentro la «legge Mancino» una nuova fattispecie di reato anche in relazione alla quale noi riteniamo che sia opportuno mantenere in capo ai giudici e, quindi, in capo agli organi giudicanti che sono chiamati a decidere di queste condotte, la possibilità di una sanzione graduata in relazione alla gravità delle condotte. Quindi noi riteniamo che questo emendamento non sia accoglibile e, pertanto, chiediamo all'Aula di respingerlo perché ci pare non adeguato anche all'impostazione che abbiamo dato a questa proposta di legge che, invece, punta a mantenere inalterato l'apparato sanzionatorio a carico delle condotte discriminatorie anche in relazione alle nuove fattispecie che noi intendiamo introdurre in questa norma che già c’è e che credo noi riteniamo preveda al momento un apparato sanzionatorio largamente condivisibile, equilibrato, ragionevole e, quindi, da non mettere in discussione per non aprire un nuovo capitolo di contrapposizione politica sul quale riteniamo non sia il caso oggi di aprire una finestra.
PRESIDENTE. Pregherei i colleghi che stanno rientrando in Aula di farlo in modo più tranquillo, in maniera che chi parla possa farlo serenamente e chi ascolta e vuole ascoltare possa farlo altrettanto serenamente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Signor Presidente, credo che quest'Aula abbia più volte avuto modo di intendere come il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà sia molto distante da certe ipotesi punitive e giustizialiste che normalmente il gruppo dei colleghi a 5 Stelle profonde in vari provvedimenti.
Pur tuttavia credo che il nostro dibattito, anche nella mattinata, abbia avuto un elemento di inquinamento: qui si è parlato dell'applicazione della «legge Mancino» senza un chiaro riferimento sull'estensione effettiva di questa applicazione. Infatti se avessimo, come dire, esplicitato maggiormente, forse ci saremmo resi tutti conto che la «legge Mancino» è una delle meno applicate in Italia. Lo è oggi e temo lo sarà in futuro e tutta questa preoccupazione che questa mattina si è espressa sulle sue caratteristiche liberticide è fondata dal punto di vista teorico ma, dal punto di vista sostanziale, ahimè, così non è. Ma è presto spiegato il perché. La «legge Mancino» non è una legge normale. È una legge che agisce sulla «legge Reale» e, come tale, è a tutti gli effetti post-emergenziale. Cosa significa questo ? Molti colleghi credo converranno con me che è una legge di riserva dello Stato. Si applica soltanto laddove esistono fenomeni effettivamente emergenziali che mettono in pericolo la sicurezza dello Stato. Altrimenti è una legge che è destinata a rimanere nei cassetti, tant’è vero – ripeto Pag. 31– che i casi di sua applicazione sono veramente minuti, distribuiti assai poco in giro per il Paese, con grande timidezza delle procure della Repubblica. Allora io credo che quando si parla di gradualità, perché accogliamo le ipotesi della multa invece dell'anno e sei mesi di carcere, stiamo ragionando di una gradualità che non esiste nella concretezza giurisprudenziale e, quindi, il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà, che ha una profonda avversione culturale alla «legge Reale» e alla «legge Mancino», avendo pur tuttavia scelto, per questo provvedimento, questa strada, di riformulazione della «legge Mancino», voterà a favore dell'emendamento dei colleghi del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 1.62, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carbone... Cassano... Paris... Calabrò... Abrignani... Catania... Gregori... Bechis... Bini... Mantero... Barbanti... Moretti... Melilli... L'Abbate... Bargero... Galan...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 415
Maggioranza 208
Voti favorevoli 114
Voti contrari 301
(La Camera respinge – Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sisto 1.77.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, interverrò per pochi minuti su questo emendamento, perché è l'emendamento che ripropone la condizione che la Commissione affari costituzionali aveva posto per una semplice ragione. Devo dire e ribadisco, a riprova della fisiologia del percorso seguito, che la condizione non è nata tout court dal dibattito, ma è stata frutto di un lungo accordo e di una lunga discussione condivisa da tutte le forze politiche, per cui la condizione, che proponeva anche una formula, è il frutto proprio dell'intesa di tutte le forze politiche, un'intesa che poi stranamente non è stata recepita nella Commissione giustizia ed oggi il testo in Aula viene senza la condizione posta dalla I Commissione, condivisa da tutti i partiti. Questo dà un'idea della scarsa affidabilità degli accordi che vengono condotti nelle Commissioni e mi dispiace molto, perché devo dire che è la prima volta che accade che un accordo su un testo poi venga, da un'altra parte del Partito Democratico, non recepito.
Ma mi dispiace perché la preoccupazione maggiore più rilevante è che il reato di opinione non diventi reato di istigazione. Questo è un dato fondamentale perché la formula attuale, senza la chiarezza in ordine ad una condotta di espressa, aperta ed inequivoca istigazione, lascerebbe la possibilità ad un interprete appena appena disattento – e quando dico disattento ho detto poco – di scambiare una condotta di istigazione con una condotta da reato di opinione.
E questo sarebbe, ovviamente, molto grave. Chiedo all'Aula e chiedo ai singoli: vogliamo davvero consentire che questo new deal, questa necessità di proteggere una categoria trasformi o possa trasformare, che è peggio, la chance di trasformare, un reato di istigazione in un reato di opinione o dire che noi non lo vogliamo fare, con un avverbio, quale può essere «apertamente», «inequivocamente», «esplicitamente» ? Non può che significare offrire all'utente, al pubblico ministero e al cittadino la certezza che se istiga è una condotta penalmente rilevante, se, invece, esprime la sua opinione reato non è. Io credo che questo emendamento sia un emendamento di chiarezza che nella Pag. 32fattispecie penale fa bene soltanto a chi purtroppo qualche volta deve ingiustamente subire il processo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, se in passato la pietra dello scandalo era la devianza omosessuale, ciò che oggi preoccupa e spaventa fino alla violenza è proprio la normalità omosessuale, la sua possibilità di realizzazione affettiva. Per una ragione o per l'altra, insomma, l'omosessualità finisce sempre per evocare il contrappunto distorto dell'omofobia. E così come esistono tante omosessualità, esistono tante varianti dell'omofobia: quella privata, quella politica, quella religiosa, quella da strada, da salotto, emotive, cognitive, suadenti, rabbiose. Le stesse persone omosessuali possono soffrirne. Si chiama omofobia interiorizzata e produce insicurezza, scarsa autostima, difficoltà relazionali. Talora, come sappiamo, può portare al suicidio. Pensiamo che il problema da capire e possibilmente da curare non sia, come per buona parte del secolo scorso si è creduto, l'omosessualità, bensì l'omofobia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, per esprimere il voto favorevole da parte del gruppo della Lega Nord e Autonomie sull'emendamento Sisto che, da un lato riprende l'emendamento precedentemente presentato dal gruppo della Lega Nord, e, dall'altro lato, riprende una delle due condizioni che erano state poste in modo legittimo dalla Commissione affari costituzionali. Come giustamente ricordava il collega Sisto, le due condizioni, le due osservazioni che sono state poste dalla Commissione affari costituzionali sono state approvate e manifestate dalla volontà di tutte le forze politiche. Noi non ci scandalizziamo, collega Sisto, che l'accordo che il PdL aveva fatto con il PD sul testo sia stato disatteso. Ci stupiamo del fatto che da parte del PdL ci sia stata un'apertura di credito su un testo fortemente peggiorativo rispetto ai dibattiti che erano stati svolti nelle precedenti legislature della previsione della fattispecie autonoma di reato.
Mi fa piacere ascoltare le parole del collega Sisto che riportano la centralità del dibattito su quello che è e deve essere il confine tra l'istigazione da un lato e la libertà di espressione dall'altro al fine di non tarpare un diritto costituzionalmente garantito dalla nostra Carta costituzionale. La Lega Nord, come ribadisco, tiene questa posizione oggi, l'ha avuta nel 2009, l'ha avuta nel 2011. Non abbiamo avuto atteggiamenti tentennanti, ondeggiamenti nelle posizioni. Rimaniamo coerenti sulla necessità del fatto che vanno condannate le discriminazioni, qualunque esse siano e a qualunque soggetto esse siano rivolte, e invito ancora l'Aula a fare grande attenzione rispetto al testo che va ad approvare, che rischia di dare un potere discrezionale e interpretativo eccessivo esattamente a quella magistratura rispetto alla quale ieri il presidente Berlusconi ancora chiedeva se si tratta di un ordine o di un potere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Signor Presidente, qui siamo nel campo di una nidiata di sei, sette emendamenti che sono gli emendamenti dell'avverbio.
Io ricordo quel «consapevolmente» di cui abbiamo discusso in quest'Aula rispetto all'articolo 416-ter (la riforma del voto di scambio politico-mafioso) e quanti lutti ha prodotto quella discussione. Perché è una «nidiata» di emendamenti in cui un avverbio serve, in realtà, a limitare l'efficacia della legge, a rendere più confusa l'interpretazione, non chiara: e, quindi, abbiamo un «apertamente istiga», un «espressamente istiga», un «inequivocabilmente Pag. 33istiga», un «concretamente, in modo non equivoco e attraverso riscontri individualizzanti», abbiamo «il concreto, univoco e palese incitamento», eccetera, eccetera.
Allora, è chiaro che, se questo è il mezzo attraverso il quale si vuole far passare lo svuotamento della norma, attraverso la tutela dei reati di opinione, la strada è sbagliata – è una strada, tra l'altro, che ritroviamo in molti provvedimenti, ne ricordavo uno, ma ce ne sono tanti altri –, è una strada che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà non intende percorrere: e, quindi, senza poi più intervenire, se sono segnalati altri emendamenti dell'avverbio, voteremo in maniera contraria (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Businarolo. Ne ha facoltà.
FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, solo per chiarezza. Il MoVimento 5 Stelle non era sicuramente favorevole all'introduzione dell'avverbio «apertamente», soprattutto perché è contrario al principio di determinatezza che, come sappiamo, è fondamentale nel diritto penale e, poi, anche per una questione di decadenza, perché, a caduta, comunque, va a coinvolgere i processi pendenti. Questo era quanto dovevo e l'ho detto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, semplicemente per ricordare, in primo luogo, al collega Farina che il termine «consapevolmente» ha determinato un voto unanime di tutta l'Aula del Parlamento sul testo del voto di scambio e l'ha votato anche il suo gruppo.
In secondo luogo, alla collega Businarolo, che evidenzia come si possa cambiare la fattispecie e possa incidere sui processi in corso, chiederei di andare a leggere l'emendamento Verini, così come subemendato dal testo Gitti, e poi mi dice che pasticcio nascerà sui processi in corso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, riallacciandomi a quanto detto dalla collega Businarolo rispondo al collega Costa, spiegandogli concretamente che andremo a esprimere la nostra contrarietà eventuale direttamente quando si voterà l'emendamento Verini, così come subemendato; quello sarà il momento di discussione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 1.77, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ventricelli, Paris, Pilozzi, Giacomelli, Tidei. Aspettiamo l'onorevole Giorgetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Voti favorevoli 87
Voti contrari 372
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo all'emendamento Sisto 1.78.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, molto brevemente, si tratterà di riprendere lo stesso tema dell'emendamento precedente, ma, poiché si tratta di una responsabilità che l'Aula, ovviamente, si assume con un voto, a me non resta che rammentare come, non specificando la Pag. 34tipologia dell'istigazione, si corre il rischio di trasformare l'istigazione in un reato di opinione.
Se questo è quello che consapevolmente, non dando il via libera a questo tipo di emendamenti, si vuole fare, l'Aula ovviamente se ne assume la responsabilità, anche con riferimento a quello che potrà essere il dibattito successivo nell'altro ramo del Parlamento.
È chiaro che qui siamo di fronte al tentativo, non dando il via libera a questo emendamento, di alimentare una confusione che assolutamente è nociva per il diritto penale.
Insisto pertanto per il voto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per confermare il voto favorevole da parte del gruppo della Lega su questo emendamento, che richiama evidentemente gli emendamenti che sono stati presentati precedentemente e serve a riportare al diritto.
Voglio ricordare, probabilmente qualcuno non se ne è accorto, che noi stiamo riscrivendo una norma di natura penale, una norma speciale di natura penale, e come tutte le norme penali, come viene insegnato, deve rispettare alcuni principi, che sono il principio di determinatezza, il principio di tipizzazione e il principio di tassatività, in modo tale che il perimetro giuridico in cui noi andiamo ad applicare questa norma – una norma, lo ripetiamo, liberticida e antidemocratica, ovvero la «legge Mancino» – sia chiaro e definito, proprio per far sì che questo tipo di normativa non vada a scadere nella violazione del reato di opinione.
È per questo che l'emendamento che è stato formulato, parimenti agli emendamenti precedenti, va esattamente nella direzione di chiarire meglio l'istigazione e l'incitamento, proprio per evitare che la discrezionalità, l'arbitrarietà e la capacità interpretativa dei magistrati possano darne una visione distorta. È per questo che confermo il voto positivo da parte del gruppo della Lega.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 1.78, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Madia, Gregori, Abrignani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Voti favorevoli 88
Voti contrari 376
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sisto 1.79.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, sono un po’ preoccupato – devo dire, e mi scuso per l'insistenza su questo tipo di approccio, ma il tema è rilevante per evitare che il reato di istigazione possa diventare di opinione –, non ho ancora sentito alcuno che chiarisca che nella formulazione della legge non è compreso il reato di opinione, perché questa potrebbe essere l'unica giustificazione, sotto il profilo dei lavori preparatori, che potrebbe essere addotta al rifiuto di un avverbio esplicativo.
Qui deve essere ben chiaro: se dobbiamo fare riferimento all'interpretazione letterale, «istigare» non può voler dire «pensare». Odiare qualcuno profondamente non può mai essere un'istigazione. L'istigazione esige che espressamente il soggetto invogli, inviti qualcuno a commettere un reato. Questo deve essere ben chiaro. Il silenzio in ordine a questa Pag. 35lettura mi induce a ritenere che insistere sull'approvazione di questo emendamento non sia ultroneo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, vorrei ribadire, perché forse non è stato sufficientemente chiaro, che il parere della Commissione affari costituzionali che recepisce le due condizioni che sono state poi tramutate negli emendamenti che stiamo, adesso, votando, è stato approvato da tutte le forze politiche presenti in quest'Aula, ivi comprese quelle forze politiche che oggi e adesso stanno votando contro.
Quindi, io invito al senso di responsabilità e al senso, soprattutto, di coerenza tutte quelle forze politiche che hanno condiviso in Commissione la necessità di specificare meglio l'istigazione e l'incitamento rispetto a un voto che sta andando nella direzione opposta.
Probabilmente la coerenza non regna sovrana nelle forze politiche che stanno approvando questo testo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, io faccio un appello ai colleghi, che sono anche aiutati dal voto segreto. Io capisco che alcune forzature fatte da alcune forze politiche impediscano liberamente di votare un emendamento, che semplicemente è razionale e che va ad evitare distorsioni della norma stessa.
Dico questo anche ai colleghi che tengono particolarmente a questa norma. Vi faccio un esempio: se ci fossero solamente uno o due casi in tutto il Paese nei quali il magistrato interpretasse male la legge e venisse condannato un cittadino semplicemente per avere espresso un'opinione, decadrebbe tutta la norma, si cambierebbe immediatamente e, dunque, i vostri obiettivi non sarebbero raggiunti, anche a tutela della norma in sé che vada a colpire realmente che istiga al reato e non invece chi semplicemente manifesta il proprio pensiero.
PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, do prima la parola per una dichiarazione di voto a nome del gruppo all'onorevole Silvia Giordano e poi la darò a lei a titolo personale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, a mio avviso, l'unica cosa che rende veramente poco chiaro il provvedimento è la mancanza di definizione di omofobia e transfobia, e non il cercare di dare una «quantità» all'omofobia.
Il problema è che qui l'unica cosa che la persona non può capire, una volta che sarà approvato – spero – questo provvedimento, perché manca, è la definizione. Invece, qui stiamo ancora continuando a perdere tempo cercando di capire fino a che punto e fino a quando il comportamento così aperto, così esplicito e così palese può essere considerato omofobo. Andiamo a chiarire la legge lì nei punti essenziali dove bisogna chiarirli.
Quindi, faccio anche un appello: cerchiamo di inserire e di approvare gli emendamenti che prevedano la definizione di omofobia e transfobia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, onestamente, veramente, non capisco molti colleghi. Abbiamo fatto un'ottima discussione, su questo punto, anche in Commissione affari costituzionali: tutti abbiamo ritenuto che era meglio esplicitare in maniera più presente, più corretta, il termine «istigazione», dunque di mettere almeno la formula «inequivocabilmente istiga» o «apertamente», per evitare appunto che venisse fatta confusione Pag. 36tra una semplice espressione delle proprie idee – che possono essere opinabili o meno – e un'istigazione a commettere un reato, dunque ad andare contro la legge.
Eravamo tutti d'accordo e abbiamo passato anche qualche ora per trovare la formula migliore. Si è trovata e adesso non si vuole più fare questo passaggio, che semplicemente va a migliorare il testo, va a migliorare la legge, perché non possa essere utilizzata in modo improprio, in modo che nessuno – presumo e auspico – voglia utilizzare approvando questo provvedimento, cioè levando libertà di opinione e di idee.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.
FRANCO BORDO. Signor Presidente, gli italiani, come i nostri giudici, sanno benissimo cosa vuol dire istigare: non è esprimere il proprio pensiero. Basta guardarsi il dizionario o i dizionari, e tutti citano: incitare qualcuno a compiere azioni negative e a commettere reati. Basta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 1.79, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carrescia, Madia, Polverini, Agostini, Placido, Amato, Di Salvo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Voti favorevoli 92
Voti contrari 379
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pagano 1.32 e Molteni 1.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, ritengo che stia per accadere una vera e propria sperequazione delle posizioni: questa proposta di legge, infatti, crea le condizioni per una vera e propria differenza. Avremo un dato paradossale, cioè rispetto ad una parità, che in questo momento esiste, tra le due posizioni, la posizione eterosessuale e quella omosessuale, nel momento stesso in cui passerà questa legge, ci ritroveremo ad essere assolutamente squilibrati: da una parte, infatti, si potrà continuare a fare pubblica propaganda e attività in favore delle proprie idee e dei propri progetti, persino nelle scuole; dall'altra parte, quella degli eterosessuali, associazioni in difesa della morale naturale non potranno più fare nessuna propaganda o attività pubblica in difesa della normalità sessuale, pena l'essere condannati per odio sessuale o per discriminazione sessuofoba.
Insigni giuristi ci stanno spiegando – bisognerebbe leggerle, queste cose – che di fatto questo è uno «psicoreato» e l'ha spiegato anche poco fa bene l'onorevole Sisto, presidente della Commissione affari costituzionali: di fatto è un vero e proprio «movente intimo», quello che si viene a realizzare. Da qui, l'inquirente che dovrebbe scandagliare il «movente intimo» del presunto colpevole, per capire se realmente si è in presenza di un reato o meno. Una vera e propria psicopolizia o psicomagistrato che rievocherebbe Orwell: se ricordate bene – è un libro che abbiamo letto tutti – in 1984 si parlava di «campi di rieducazione per coloro che erano sessualmente meno uguali degli altri».
E allora, se non è questa la libertà di opinione e di espressione, se non è questa ad essere minacciata, di che cosa stiamo parlando ? Il nostro ordinamento giuridico punisce già, senza distinzioni, ogni aggressione all'integrità e alla dignità della persona e in più prevede le aggravanti per i motivi abbietti. L'omosessuale è garantito Pag. 37oggi in quanto persona, senza distinzioni e privilegi, e quindi non ha bisogno di una discriminazione giuridica.
In concreto, questa proposta di legge è fatta ad hoc per qualcuno, per delle lobby, a favore di influenti lobby, che promuovono la rivoluzione sessuale allo scopo di dare una giustificazione giuridica alla loro attività, ed è uno strumento per reprimere coloro che vi si oppongono pacificamente e democraticamente.
In Aula il PD, SEL, 5 Stelle stanno a tranquillizzare e a dire: ma no ! Ma cosa state dicendo ? Questi sono casi teorici, ma cosa state immaginando, in trent'anni non è mai accaduta un'applicazione della legge Mancino perché dovrebbe cominciare adesso ? Ma io vi rispondo: e allora perché non avete accettato gli emendamenti proposti dall'onorevole Sisto ? L'onorevole Sisto di fatto poneva le condizioni, attraverso dei paletti chiari, per far sì che il reato di istigazione venisse ad essere delimitato: non è stata la sua proposta, signor Presidente, è stata la proposta di un'intera Commissione la Commissione Affari costituzionali e quella Commissione era composta da SEL, era composta dal Partito Democratico, era composta dal MoVimento 5 Stelle, era composta dalla Lega, era composta dal PdL, e all'unanimità hanno detto quello che è logico, quello che appartiene alla logica delle cose e cioé che la proposta di legge andava cambiata pena la incostituzionalità della stessa. Eppure, siete qui a contraddire voi stessi ! Con ipocrisia rinnegate voi stessi.
E allora, ditemi: perché dobbiamo dire che questa è una legge che sta partendo bene ? Mi rivolgo soprattutto al mio gruppo, per prendere piena coscienza: questa è una legge geneticamente nata male e che sta nascendo in maniera liberticida ! Non ci sono le condizioni minime per il rispetto dell'uomo e della persona ! Da qui la necessità di mettere dei paletti chiari, dei paletti che servono a dire, non tanto oggi, ma all'opinione pubblica, come stanno le cose; perché che sia chiaro: la foglia di fico del PdL non c’è ! Questa legge liberticida non avrà mai il nostro avallo ! Nel nostro DNA è scritto questo ed è chiaro che la responsabilità di quello che state facendo ve la assumerete voi: questa legge, nei termini in cui si sta realizzando, ve la assumerete solo voi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ALESSANDRO PAGANO. Ed è una responsabilità non solo politica, non solo umana e sociale, ma anche giuridica. Essa è palesemente incostituzionale e vi ritornerà indietro, inesorabile come non mai (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
Onorevole Molteni, solo per sua informazione: il tempo aggiuntivo è stato già dato. Siamo sotto i dieci minuti, che dovrebbero essere quelli dedicati alla dichiarazione di voto finale. Ovviamente nella prassi, come lei sa, saranno integrati, perché sia possibile svolgere una dichiarazione di voto finale; gliel'ho detto ai fini della gestione dei tempi, semplicemente per comunicarle qual è la situazione. Prego.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per preannunciare il voto favorevole da parte del gruppo della Lega Nord e per rivolgermi al relatore e alle forze politiche che stanno sostenendo questo provvedimento.
Questa è una chiara forzatura da parte vostra, state «mostrando i muscoli», avete voluto mostrare i muscoli, non vi siete accontentati del reato, non vi siete accontentati dell'aggravante comune, avete preteso e voluto l'aggravante speciale ovviamente perché vi siete trovati nella difficoltà di dovervi coprire a sinistra rispetto alle polemiche che stavano montando nei confronti del relatore e del Partito Democratico; questa vostra forzatura sarà la «morte politica» di questo provvedimento perché il Senato smonterà questo testo e questa legge non avrà mai la luce (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.
FEDERICA DIENI. Signor Presidente, soltanto per fare chiarezza, noi del MoVimento 5 Stelle nella Commissione affari costituzionali non abbiamo mai detto né votato a favore dell'inserimento della parola «apertamente» o «manifestamente», quindi proprio per questo chiediamo al presidente Sisto di raccontare comunque le cose in maniera reale perché realmente questo è stato frutto dell'accordo della maggioranza e non dell'unanimità della Commissione. Ricordo che la maggioranza, composta dal PD e dal PdL, non riusciva a trovare l'accordo su questa parola, noi siamo contrari proprio perché sviliamo ancora di più la portata di questo provvedimento e quindi per queste ragioni chiediamo che questa parola venga stralciata con questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, vorrei contestare che ci sia il pericolo di introdurre un reato di opinione se non si inseriscono quegli avverbi. Faccio presente che nel nostro codice penale esistono già degli articoli similari e nessuno si è mai permesso di sostenere che si tratti di reati d'opinione. Abbiamo il 414 per esempio, che è l'istigazione a delinquere, poi abbiamo anche il 414-bis, istigazione a pratiche di pedofilia e pedopornografia, leggo semplicemente l’incipit: «chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati è punito, per il solo fatto dell'istigazione» ad anni x se si tratta di delitti e ad anni y se si tratta di contravvenzioni eccetera. Alla stessa pena soggiace anche chi pubblicamente fa l'apologia di uno o più delitti. Poi, passando all'articolo 414-bis in materia di pedofilia, salvo che il fatto non costituisca più grave reato, chiunque, con qualsiasi mezzo o con qualsiasi forma di espressione, pubblicamente istiga a commettere in danno di minori, eccetera.
Ora, la cosa curiosa è che tutti gli avverbi qui introdotti sotto forma di emendamenti tutto dicono tranne che «pubblicamente», perché nel 414 e nel 414-bis c’è l'avverbio «pubblicamente» perché appunto è una connotazione del rilievo penalistico del comportamento della persona. Qui noi abbiamo «apertamente istiga», «espressamente istiga», «inequivocabilmente istiga», cioè se noi vediamo sono avverbi che non sono neanche sinonimi perché attengano a sfaccettature diverse del linguaggio. Il contrario di espressamente non è certo pubblicamente, il contrario di inequivocabilmente non è certo pubblicamente e poi continuando, e siccome non si tratta di sinonimi, mi meraviglio che non sia stato inserito, sia pure provocatoriamente, un emendamento che dicesse: prima della parola «istiga», aggiungere «apertamente», «espressamente», «inequivocabilmente», «concretamente», «in modo non equivoco» e via discorrendo.
Ora, la verità è che noi attraverso questi emendamenti, legittimamente se volete ma non certo in modo tale che noi non lo comprendiamo, si sta tentando in ogni caso di ridurre la portata della legge, che è molto semplice e non giustifica, ripeto, se veramente ne siamo convinti, questi espedienti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pagano 1.32, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Polverini, Brunetta, Paris, Folino, Roberta Agostini, Abrignani, Verini, Rostan, Binetti, Palazzotto, Gadda, Miotto, Di Salvo...Pag. 39
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Voti favorevoli 89
Voti contrari 387
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 1.46, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dambruoso, Folino, Latronico, Milanato, Gribaudo, Bernini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Voti favorevoli 86
Voti contrari 391
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscito a votare).
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pagano 1.33, con il parere contrario della Commissione e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Bianconi, porti rispetto alla Presidenza... Cicchitto, Villecco Calipari, Leva, Gnecchi, Fedi, Ferrari... Hanno votato tutti ? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Voti favorevoli 87
Voti contrari 389
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Businarolo 1.48.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Businarolo. Ne ha facoltà.
FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, con il mio emendamento 1.48 chiediamo che le parole «omofobia» e «transfobia» vengano sostituite dai termini «orientamento sessuale» e «identità di genere». Parlare di omofobia e transfobia restringe infatti il campo applicativo della legge ai soli soggetti autori di un reato. È necessario introdurre norme che riconoscano i soggetti, in essa, da tutelare, e quale miglior modo per farlo se non affidandosi a definizioni già presenti nell'ordinamento legislativo italiano, quali «l'orientamento sessuale» e «identità di genere», termini giuridicamente riconosciuti anche dalla giurisprudenza. Tali definizioni sono contenute nell'European Union Agency e anche all'interno della Convenzione di Istanbul, recentemente ratificata da questo Parlamento.
Un altro problema connesso all'uso della parola «omofobia» e a quella «transfobia» sta nel fatto che queste, prive di una definizione espressamente tassativa, risultano di difficile interpretazione per un giudice. Si consideri che la questione è stata sollevata proprio da chi, con le pregiudiziali di costituzionalità, ha sostenuto la decadenza della proposta di legge. L'assurdità sta proprio in questo: l'aver voluto a tutti i costi svuotare il testo di contenuti fondamentali, tanto da offrire dei seri dubbi di costituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Vogliamo che sia chiaro. Questa strada tortuosa potrebbe avere dei costi che la comunità LGBT rischia di pagare per una mera mancanza di volontà politica. Quindi, il nostro è un appello a tutti, e in Pag. 40particolare ai 220 firmatari della proposta di legge n. 245, e chiediamo di appoggiare questo emendamento che introduce nuovamente i termini «orientamento sessuale» e «identità di genere» in sostituzione dei termini «omofobia» e «transfobia», rispettando così un impegno già preso apponendo le vostre firme ed evitando di approvare una norma vuota, priva dei requisiti necessari di tassatività e di determinatezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, anche io mi ricollego a ciò che è stato appena detto dalla collega Businarolo. I termini «orientamento sessuale» e «identità di genere» sono contenuti nella normativa giuridica europea, in tutti i protocolli e nel Trattato di Lisbona. Per cui, questi due termini sono giuridicamente accettati dalla giurisprudenza europea e, pertanto, mettere reati motivati da «orientamento sessuale» ed «identità di genere» è più congruo sotto il profilo giuridico anziché l'uso di termini, sicuramente ormai accettati e conosciuti da tutti, come «omofobia» e «transfobia», ma giuridicamente meno adatti per una norma come quella della «legge Mancino». Per cui, non capiamo come in Commissione giustizia soprattutto il PdL, sull'identità di genere, abbia posto un veto che noi riteniamo assolutamente sconcertante e non capiamo perché sia stato posto questo veto. Pertanto, chiediamo all'Aula di inserire questi due termini, che sarebbero più appropriati per una legge siffatta (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.
GIULIA DI VITA. Signor Presidente, come spiegato dalla collega Businarolo e adesso dal collega Zan, invito chi ha rappresentato le pregiudiziali due giorni fa, ovvero Lega, Fratelli d'Italia e PdL, visto che l'argomentazione di punta era proprio il fatto che omofobia e transfobia sono concetti troppo indeterminati. Benissimo, adesso avete un emendamento che, come è stato egregiamente spiegato, risolve questo problema. Quindi, sarebbe quanto meno stupido non approvare questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà). Mi rivolgo adesso al PD: come ho detto prima, noi ci siamo, l'emendamento è pronto, spetta adesso a voi approvare questo emendamento, che tra l'altro ricalca esattamente la proposta originaria che voi del PD ci avete chiesto di firmare e noi l'abbiamo fatto (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 1.48, con il parere contrario della Commissione e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carrescia, Lavagno, Malpezzi, Ribaudo, Causi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Voti favorevoli 159
Voti contrari 316
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 1.49, con il parere contrario della Commissione e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tripiedi, Frusone, Milanato, Rampi, Invernizzi, Garavini, Bargero...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Voti favorevoli 148
Voti contrari 333
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sisto 1.80.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marzano. Ne ha facoltà.
MICHELA MARZANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in questo emendamento e nei successivi si torna ancora una volta su questa serie di espressioni accanto ad incitamento, incitamento aperto, incitamento espresso, incitamento inequivocabile, nello scopo unico di cercare di restringere questa legge, la «legge Mancino». Il problema di un incitamento aperto si pone solo ora, cioè per tantissimi anni non si è posto, quando si trattava semplicemente di evitare che ci fossero incitamenti all'odio o alla violenza per altri motivi rispetto a quelli legati al sesso, all'orientamento sessuale e all'identità di genere. Questo tentativo di restringere la «legge Mancino», proprio perché in questo momento abbiamo a che fare con un allargamento nei confronti delle persone omosessuali e dei trans, mostra bene che c’è ancora il tentativo da parte di alcuni di far passare l'idea che esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B. Da un lato, ci sarebbero gli eterosessuali, normali, adeguati, degni, secondo le norme generalmente più diffuse, dall'altro lato, ci sarebbero i cittadini di serie B, cioè gli omosessuali e i trans, anormali, inadatti, indegni, quasi adatti per citare Peter Høeg nel suo romanzo, in cui parlava proprio della tendenza a emarginare, a discriminare e a violentare tutti coloro che non si conformano a determinate norme.
Ciononostante, si continua a non volersi rendere conto del fatto che l'Italia è in ritardo. Oggi, in Aula, non si sta discutendo un progetto di legge «rivoluzionario», non si sta discutendo del matrimonio gay, non si sta discutendo nemmeno di unioni civili. Si sta solo discutendo di una proposta di legge che in nessun altro Stato europeo vedrebbe persone pronte a rimettere in discussione. In Francia, in Inghilterra, in Germania, sono anni che nessuno più si pone il problema di sapere se vi è una restrizione o meno della libertà di espressione e di opinione di fronte a insulti e ad atti di violenza che riguardano queste persone.
Anche questi emendamenti vanno, secondo me, nel senso di un Paese che non riconosce uno stato di vergogna nel quale siamo. Non sono più gli omosessuali o i transessuali che si devono vergognare di quello che sono, che si devono vergognare e devono avere paura perché, quando escono per strada, mano nella mano, e si baciano, possono essere insultati. La vergogna è da un'altra parte e oggi il compito di questo Parlamento, di quest'Aula, è quello di correggere e di mostrare dove deve essere la vergogna. La paura di chi non vuole accettare questa necessità, il necessario cambiamento, la necessaria correzione di qualcosa in cui, rispetto a tutti gli altri Paesi, l'Italia è spesso l'ultima della classe – ma lo è soprattutto in termini di diritti, ed è questo che si deve correggere –, la necessaria correzione di questa vergogna viene contestata.
Si dice che si ha paura di non potersi più esprimere liberamente. Signor Presidente, credo che vi sia un problema di profonda incultura e ignoranza. L'espressione delle opinioni è libera, ce lo hanno insegnato, ce lo insegna Voltaire. Io stessa sarei pronta a morire per difendere la libertà di espressione, ma l'incitamento – non vi è bisogno che sia aperto, esplicito – all'odio e alla violenza non è più libera espressione di opinione. L'incitamento all'odio comincia con l’hate speech, come dicono gli anglosassoni, ma forse, anche qui, ci vorrebbe un po’ di cultura per integrare anche gli elementi culturali che Pag. 42hanno permesso di andare avanti negli altri Presi. Quando si incita, non si dicono solo cose: si fanno cose, è un atto linguistico diverso.
Chi continua a pretendere che vi potrebbe essere una restrizione della libertà di espressione non sa, non vuole sapere, ignora che vi è una differenza a livello di atto linguistico. L’«apertamente», l’«esplicitamente», tutto ciò va a restringere la libertà dell'esistenza di determinate persone, la libertà di potere essere quello che sono, di potere rivendicare la propria dignità, di poter passeggiare mano nella mano, di potersi baciare liberamente. Oggi sta a questo Parlamento correggere una situazione vergognosa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, i toni indubbiamente pacati della collega che mi ha preceduto, della collega Marzano, sono apprezzabili, ma credo che bisogna dare a tutti la possibilità di dire la propria senza una demagogia che mi sembra non appartenga né a chi parla né al partito che rappresento.
Ho già chiarito che il problema è che in questa materia lo scivolamento tra reato di opinione e reato di istigazione è estremamente facile. Ecco la necessità di una maggiore specificità dell'espressione «istigazione», che deriva – mi scuso se è questa la derivazione – da un problema meramente tecnico, di tecnica normativa, senza dietrologie, senza avere alcun tipo di difficoltà che possa essere meno che mai ideologica.
Bisogna convincersi che scrivere una legge non è fare ideologia: è scrivere una legge. Sono cose profondamente diverse (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, mi inchino e rispetto, ovviamente, l'intervento della collega Marzano, però voglio far presente che, al di là delle belle parole, che possono, ovviamente, essere condivise e condivisibili o non condivise, rimane il fatto che noi oggi non stiamo scrivendo un trattato di filosofia. Noi stiamo applicando, estendendo e integrando una legge penale.
Per cui, io credo che, nel momento in cui il testo della «legge Mancino», così come integrata, prevede la reclusione fino ad un anno e sei mesi per chi propaganda idee oppure istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati sull'omofobia, oppure si prevede la reclusione, il carcere da sei mesi a quattro anni per chi istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione, questi sono i dati di natura giuridica che noi oggi andiamo ad applicare.
Ed è simpatico, è divertente che noi oggi andiamo a prevedere il carcere, a prevedere fino ad un anno e sei mesi o fino a quattro anni di carcere, e ciò viene fatto da quelle forze politiche che fino a due mesi fa con riferimento allo «svuotacarceri» (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) venivano ad insegnarci, dicendo «Ci sono troppi reati. Si prevede troppo carcere. Poverini i detenuti che sono in carcere. Depenalizziamo». Questa è la coerenza e l'ipocrisia che regna in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie e di deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 1.80, con il parere contrario della Commissione e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Totaro, Cesa, Madia, Caso, Cassano, Brandolin, Gregori, Mura... onorevole Cassano, adesso arriverà qualcuno ad aiutarla... anche Brandolin... Abbiamo votato tutti ? Gigli...Pag. 43
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Voti favorevoli 95
Voti contrari 381
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 1.81, con il parere contrario della Commissione e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Valente, Cesa, Lavagno... Cesa è riuscito... Roberta Agostini, Rizzetto... Abbiamo votato tutti ?
Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Voti favorevoli 96
Voti contrari 379
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sisto 1.82
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per rammentare che l'espressione «inequivoca», che qui è rappresentata, è una tipica espressione del diritto penale – come tanti colleghi potranno confermare – che serve proprio a dare l'esatta idea di come una istigazione inequivoca – e richiamo quindi quanto previsto nell'articolo 56 –, ha proprio la capacità di evitare ogni fraintendimento tra una ipotetica condotta di, diciamo, opinione e una condotta invece, che è quella punita, di istigazione. Il tema è sempre quello. Mi auguro che ci possa essere maggiore chiarezza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 1.82, con il parere contrario della Commissione e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Moretti... è riuscita... Colonnese, Della Valle, Giammanco... Della Valle non riesce... ha votato. Abbiamo votato tutti ? Valente... Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Voti favorevoli 95
Voti contrari 379
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pagano 1.34 e Molteni 1.52.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, velocemente, l'articolo 1, lettera b), cosa prevede ? Prevede la reclusione da sei mesi a quattro anni per chi istiga a commettere atti di provocazione per motivi fondati sull'omofobia. Prevedere quattro anni di carcere per un reato d'opinione, per una libera espressione del pensiero o per una critica io francamente credo che sia un'esagerazione rispetto alla quale non vogliamo ovviamente assecondare il nostro voto. Per cui chiediamo il voto sulla soppressione della lettera b).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pagano 1.34 e Molteni 1.52, con il parere contrario della Commissione e sui quali il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Kronbichler, Grassi, Tripiedi, Albanella, Marguerettaz, Fiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Voti favorevoli 94
Voti contrari 382
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione del subemendamento della Commissione 0.1.61.100.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gitti. Ne ha facoltà.
GREGORIO GITTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intendo richiamare il cuore del lavoro che il gruppo di Scelta Civica ha attuato nell'ambito sia della Commissione che del Comitato dei nove. Il punto è cruciale e delicato nell'ambito dell’iter di approvazione di questo provvedimento. Per il mio gruppo il voto favorevole dell'Aula su questo subemendamento è un crocevia politico e, conseguentemente, tecnico per quanto riguarda l'approccio e la disposizione del nostro voto. Il subemendamento ha in chiaro di coniugare e di riequilibrare diritti e libertà paritariamente tutelate dalla Costituzione.
Siamo favorevoli a questa innovazione legislativa a condizione che permangano non zone di franchigia, come da qualche parte polemicamente e del tutto infondatamente viene obiettato, ma a condizione che esistano precise garanzie, precise scriminanti per quanto concerne l'esercizio di diritti che sono tutelati dalla Costituzione. La libertà di espressione, così come la libertà di organizzazione, debbono essere contemperate sullo stesso piano – ripeto – non come franchigie ma come deroghe del tutto paritetiche sul piano della tutela dei diritti e delle libertà costituzionali.
Da questo punto di vista, dal punto di vista tecnico cioè a dire, scendendo quindi e declinando dal livello politico della nostra posizione, abbiamo immaginato di utilizzare una formula che ha già avuto fortuna nell'ambito dell'ordinamento, della legislazione, non solo laburistica, e che ha avuto il vaglio della Corte costituzionale laddove abbiamo indicato che, nell'ambito della libertà di organizzazione, debbano essere riconosciute le organizzazioni e le imprese che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale; nell'ambito della sussidiarietà, le attività di tipo sanitario, di istruzione e formazione così come di religione e di culto.
Questa espressione ha una dignità – ripeto – ordinamentale ed un vaglio di natura costituzionale. Mi sembra che sia la migliore espressione che abbiamo potuto convenire nell'ambito del Comitato dei nove tra le forze politiche che hanno espresso la maggiore convinzione e sensibilità nei confronti del provvedimento.
Chiedo, dunque, un impegno particolare e un'attenzione peculiare da parte di tutti i gruppi parlamentari perché questo subemendamento possa essere riconosciuto, apprezzato e votato. Da questo voto Scelta Civica ricaverà elementi per poter orientare il proprio successivo voto sul provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà.
IVAN SCALFAROTTO, Relatore. Signor Presidente, poiché il subemendamento è stato lavorato in Commissione questa mattina, abbiamo dato parere favorevole. Volevo soltanto aggiungere qualche parola. L'approvazione di questo subemendamento e la sottoposizione all'Aula sono l'ultimo atto di un lavoro che è durato alcuni mesi, che è stato un lavoro di grande ascolto soprattutto, un tentativo di cercare di fare una norma, quella di cui stiamo discutendo quest'oggi, che rappresentasse non la norma di una parte o di un'altra, ma che rappresentasse davvero un momento di crescita per questo Paese. Noi sappiamo bene – questo è sotto gli occhi di tutti, e credo che non sia discusso da nessuno – che i casi di omofobia e di transfobia, l'intolleranza, l'odio, la discriminazione nei confronti delle persone omosessuali e transessuali sono all'ordine del giorno, e che di questa legge si sente Pag. 45il bisogno da molti anni. Sono vent'anni che si prova ad arrivare ad una legge che introduce in fondo un semplice principio, che è quello che l'odio non deve avere cittadinanza nel nostro Paese. Non è un principio di destra, non è un principio di sinistra. Che cosa abbiamo fatto ? Abbiamo cercato una legge che è una legge antica, che addirittura affonda le sue radici negli anni Settanta, ma poi, nella sua versione attuale, è una legge del 1993, che conosciamo tutti molto bene. È una legge che è stata testata dai tribunali, è stata utilizzata con grande prudenza, non si è mai prestata ad abusi. E quindi volevamo utilizzare questa norma per fare sì che – dato che la norma punisce già antisemitismo, xenofobia, razzismo, poiché l'omofobia e la transfobia sono un fenomeno del tutto assimilabile a questi altri – anche per essi si potesse utilizzare uno strumento conosciuto.
Allora abbiamo cercato di agire con grande ascolto, rassicurando tutte le parti: da un lato facendo in modo che si introducesse questa nuova fattispecie di omofobia e transfobia alla pari con la xenofobia, il razzismo e l'antisemitismo.
Noi non stiamo allargando. Perché si dice: «Volete proprio utilizzare la Mancino, tutta la Mancino» ? Perché se c’è un fenomeno di discriminazione non possiamo evidentemente discriminare tra discriminazioni. Se quella è la legge, quella legge si applica. Ma del resto, però, noi sappiamo che stiamo parlando di una norma penale, come qualcuno ha detto prima, e quindi siamo andati con i piedi di piombo. Io oggi ho sentito che qualcuno dice: perché non mettiamo apertamente, inequivocamente ? Per un semplice motivo: perché la legge Mancino nasce con la parola «incitamento». La parola «istigazione», di cui oggi discutiamo e che vorrebbe essere modificata, viene introdotta nel 2006 dalla legge n. 85, cosiddetta Castelli-Lussana. Quindi è la Lega Nord che individua la parola «istigazione» come la parola giusta e noi ci siamo attenuti a quella parola.
E così l'emendamento Verini 1.61, che poi discuteremo, è un emendamento che non vuole cancellare le differenze di opinioni. Io sull'omofobia e sulla transfobia ho delle opinioni fortissime. Non è che adesso, poiché cerco l'ascolto, io sono d'accordo con tutto quello che ho sentito in quest'aula. Molte cose che ho sentito in quest'aula mi hanno fatto, vi dirò la verità, non dirò ribollire il sangue però insomma le ho... sentite. Eppure, so che certamente la differenza di opinioni non va regolamentata con una norma penale. Allora, per questo noi stiamo introducendo una norma di garanzia, che spiega nient'altro che quello che ci dice l'articolo 21 della Costituzione. Come diceva la collega Marzano, richiamando Voltaire: non sono d'accordo su niente di quello che dici, ma darei la vita perché tu continui a poterlo dire. E questa norma che introduciamo con questo emendamento, insieme all'aggravante, consente proprio di tenere insieme due esigenze che sono ugualmente importanti: quella di proteggere le persone omosessuali e transessuali dalla discriminazione, dall'odio e dalla violenza – e stia bene attento chi dice: meglio nessuna legge che una cattiva legge, perché una legge è indispensabile per quello che succede in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) – e dall'altro lato rassicurare chiunque che in questo Paese nessuno vuole andare a chiarire differenze di opinioni con una norma penale. Non è questo che vogliamo fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, io sono convinto – e l'ho detto ieri in sede di voto sulla pregiudiziale – che in questa materia le bandiere non servano a niente e soprattutto il volere insistere a rotta di collo su un testo blindato e deciso a priori creerà un freno a mano per la prosecuzione dell'iter di questo provvedimento oltre questo ramo del Parlamento. Probabilmente ci sarà una soddisfazione immediata sul testo. E devo dire che io non Pag. 46sono neanche d'accordo con certi isterismi o certi fanatismi che si mettono di traverso all'approvazione di questo provvedimento.
Però, devo dire, delle contraddizioni palesi emergono. Una contraddizione evidente, lampante: quella della mancata approvazione degli emendamenti della I Commissione, che contrasta palesemente con il parere favorevole sul subemendamento Gitti e sull'emendamento Verini. Io vi devo dire che questi due emendamenti non ledono la Mancino, non la toccano la Mancino, ma la disossano, soprattutto quello di Gitti. È un emendamento subdolo, è un emendamento che dal punto di vista giuridico creerà una notevole dose di equivoci. E non ci dite che non incide sui processi in corso.
Noi abbiamo presentato un emendamento che è un emendamento chiaro, un emendamento lineare, l'emendamento Costa 1.66, finalizzato semplicemente a salvaguardare la libertà di espressione e abbiamo agganciato a questo emendamento quello che ha approvato come condizione la I Commissione. Io mi chiedo come sia possibile che tutti coloro che tifano per la Mancino, che vogliono l'aggravante della Mancino, possano approvare oggi una norma che viene subemendata attraverso un'aggiunta disorganica di una parte che recita: «ovvero anche se assunte ».
Addirittura l'italiano non fila. È una situazione veramente di «rattoppo» di una norma, probabilmente per acquisire qualche voto qua e là. Io sono per la garanzia della libertà di espressione e, quindi, il mio «no» su questa norma è perché è equivoca, è pasticciata. La penso diversamente rispetto al gruppo MoVimento 5 Stelle e rispetto al gruppo Sinistra Ecologia Libertà che vorrebbero cancellarla perché ritengono che tutto quello che c'era da dire era già scritto nella Mancino e non deve essere soggetto a interpretazione da parte del legislatore. Tuttavia, non comprendo davvero come possano approvare questa norma coloro che ci hanno detto fino ad oggi che la Mancino deve essere rispettata nella fattispecie e nell'aggravante. Infatti, veramente questo crea un equivoco giuridico notevole.
Noi in Commissione abbiamo dato una prima apertura di credito, abbiamo votato la fattispecie autonoma di reato e ci è costato molto. Ci è costato molto anche in termini di dibattito nel gruppo perché abbiamo fatto dei passi notevoli in avanti. Pensate che nella scorsa legislatura non era passata qua in Aula l'aggravante comune, non l'aggravante della Mancino. Quindi, non abbiamo fatto uno scalino arrivando all'aggravante della Mancino, ne abbiamo fatti dieci, approvando la fattispecie autonoma di reato. Questo era per arrivare ad un consenso generale. Ebbene, in questo caso non si è voluto raggiungere il consenso generale, si è voluta piantare una bandiera, si è voluto rispondere a determinate associazioni che stanno col fiato sul collo di molti parlamentari e forse anche del relatore.
Noi vogliamo una norma che stia in piedi dal punto di vista etico, dal punto di vista morale, ma anche dal punto di vista giuridico. Per questo, noi voteremo contro questo subemendamento e gli emendamenti Verini, uno e due. E chiediamo ancora, prima del voto, che ci si possa riunire un attimo per sostituire al Verini-Gitti l'emendamento Costa 1.66 che abbiamo presentato noi. Sarebbe un segnale importante. Lo dico all'onorevole Speranza che prima ha chiesto di aprire un dibattito su questa legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Businarolo. Ne ha facoltà.
FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, giusto per chiarire all'Aula cosa stiamo votando. Sostanzialmente all'emendamento Verini 1.61 c’è questo subemendamento che, a maggioranza è stato approvato dalla Commissione, che introduce, alla fine della prima parte, un capoverso che dice: «ovvero anche se assunti all'interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di Pag. 47religione o di culto relative all'attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni». Noi voteremo contro questo subemendamento per due motivi. Uno perché è altamente discriminante. È una questione rilevante, come ha detto proprio l'onorevole Gitti in Commissione. In Commissione ha detto che noi vogliamo introdurre questo subemendamento perché noi vogliamo avere la possibilità, quando assumiamo le persone, magari per delle scuole cattoliche, di selezionare le persone per incarichi di lavoro, ma valutando anche, non il loro orientamento sessuale, ma se hanno fatto parte di associazioni, se sono gay-friendly. Ecco, secondo noi è discriminatoria questa posizione, soprattutto nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che sono omosessuali, che sono gay, lesbiche e transessuali. Voteremo contrario, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, io volevo veramente sollecitare i colleghi a prestare davvero una grande attenzione su questo emendamento. Un emendamento che per come è scritto è davvero pericoloso. Questo emendamento non risolve i problemi, ma li crea.
Stiamo parlando di un subemendamento – forse, non tutti i colleghi lo hanno letto attentamente, perché con tanti emendamenti è difficile porre attenzione su tutto – che sostiene che si sospende ogni forma di condanna a istigazione alla discriminazione e all'odio all'interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione e di culto. Praticamente, stiamo avallando ciò e su questo non solo tutto il mondo LGBT è in subbuglio fuori da qui, ma anche i movimenti per i diritti civili continuano a sottoscrivere petizioni affinché i parlamentari non votino questo subemendamento.
E, francamente, mi dispiace che il collega Scalfarotto sostenga questo subemendamento e mi dispiace altrettanto che il collega Gitti l'abbia posto come un veto rispetto all'approvazione della legge. L'Italia è piena di leggi che non sono buone leggi, non ne dobbiamo aggiungere un'altra. La legge contro l'omofobia deve essere approvata per tutelare delle minoranze rispetto alla violenza e all'odio, non può esser approvata con dei salvacondotto.
Questo subemendamento cosa dice ? Dice che proponiamo surrettiziamente a omofobi e razzisti di turno di iscriversi a organizzazioni politiche o culturali per avere un salvacondotto. Io scongiuro l'approvazione di questo subemendamento per arrivare ad una legge dignitosa contro l'omofobia. Non possiamo approvare una legge contro l'omofobia, colleghi, introducendo surrettiziamente un subemendamento che è omofobo e razzista e che estende anche alle altre fattispecie protette dalla legge Mancino questo pericolo. Per cui, è un appello accorato che io faccio, affinché questo subemendamento non venga approvato dall'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, questa proposta emendativa sappiamo bene che dovrebbe essere avversata da una forza politica come il PD, che si dichiara costituzionale, che dichiara che si dovrebbe seguire l'articolo 3 della Costituzione e l'uguaglianza dei cittadini. Sappiamo, però, che sarà votato favorevolmente per un compromesso vergognoso e al ribasso con altre forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Forse, non ci rendiamo conto che questa proposta emendativa è palesemente anticostituzionale: e ci stiamo abituando fin troppo a derogare alla Costituzione in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Pag. 48PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire – abbiamo lavorato – semplicemente per associarmi a quanto già detto con grande coerenza e anche, devo dire, con grande coraggio, dal relatore Scalfarotto. È un lavoro davvero difficile, io la dico così. Ero parlamentare anche dal 2008 al 2013, quando la sola introduzione del reato di omofobia in questo Parlamento, e quindi nel nostro ordinamento, non superò neanche il primo scoglio della costituzionalità.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
WALTER VERINI. Oggi quest'Aula può licenziare una norma che introduce il reato di omofobia, che prevede un'aggravante per chi istiga e commette atti di violenza anche in nome di queste vergognose pratiche e contiene anche delle garanzie a tutela dell'espressione, garanzie a tutela di espressioni singole e di organizzazioni dentro il diritto vigente e dentro i principi della Costituzione.
PRESIDENTE. Deve concludere.
WALTER VERINI. Per questi motivi, io invito tutto il Parlamento a capire di non perdere questa occasione e di aiutare ad avvicinare le posizioni, votando il subemendamento, che integra l'emendamento del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Onorevole Costa, mi scusi, avrei bisogno di capire se il suo era un semplice auspicio o una richiesta formale, quando ha parlato di una sospensione. Perché se è una richiesta formale, la deve avanzare il delegato d'Aula, se, invece, è un suo auspicio, lo prendiamo come tale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, veramente vorrei rivolgere un appello accorato perché questa mediazione, così viene definita, in realtà può svuotare definitivamente alcuni dei capisaldi di questa legge Mancino in relazione, anche, alle altre fattispecie che riguardano i reati d'odio e gli hate speech. Voglio ricordare che qui è esplicitamente detto: all'interno di organizzazioni politiche, e noi sappiamo quali sono queste: Militia Christi, Forza Nuova, e poi voglio sottolineare l'importanza che ha questo provvedimento nel momento in cui esclude le organizzazioni di carattere sanitario. Non ho capito cosa vuol dire «attività di carattere sanitario» in relazione alla legge Mancino, forse si riferisce alla discriminazione di malati sieropositivi piuttosto che all'inseminazione per persone omosessuali. Di che cosa stiamo parlando in relazione alla sanità ?
PRESIDENTE. Onorevole Migliore, concluda.
GENNARO MIGLIORE. Questo è un diritto che non può essere messo in nessun modo in discussione. State attenti che state violando tutta la Costituzione, non solamente...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Migliore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI. Signor Presidente, credo che sia opportuno ridimensionare un po’ le preoccupazioni sull'interpretazione che viene data di questo subemendamento. Questo subemendamento si limita ad integrare l'emendamento Verini che è una proposta emendativa che cerca semplicemente di rassicurare sul fatto che, con questa norma, non si intende minimamente mettere in discussione la libertà di opinione che tante volte è stata evocata in quest'Aula, oggi, in questa discussione. È un elemento che completa la nostra proposta emendativa che, appunto, punta Pag. 49ad evitare che ci siano rischi da questo punto di vista semplicemente dicendo che non costituiscono discriminazione, ai fini e ai sensi di questa legge, solo, ai fini e ai sensi di questa legge, le condotte interne a quelle organizzazioni, lo ripeto, interne; non quelle che si rivolgono all'esterno...
PRESIDENTE. Onorevole Bazoli, concluda.
ALFREDO BAZOLI. Condotte che devono essere conformi al diritto vigente e al dettato costituzionale; quindi, nessuna preoccupazione.
PRESIDENTE. La ringrazio, Onorevole Bazoli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Signor Presidente, penso che non solo a me e non solo a noi stiano arrivando le telefonate di tutto il mondo LGTB, penso anche agli altri (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle) ! Calma, con calma, non ho ancora finito di parlare, calma ! Evidentemente a voi non vi telefonano, fatevi delle domande ! Fatevi delle domande, lo ripeto (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle) e soprattutto vi assumete la responsabilità, anzi, il Parlamento si assumerebbe la responsabilità di votare una proposta emendativa che modifica il senso della legge Mancino tutta, perché riguarderebbe non solo quelle persone, riguarderebbe le organizzazioni di natura politica, sindacale, culturale, la sanità e l'istruzione ! Penso che dobbiamo pensarci bene e rispondere al telefono ! Auspicherei che rispondeste al telefono !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, devo dire che rimango allibito dal dibattito di oggi in quest'Aula quando parliamo di una legge che è già in vigore da molto tempo e che non ha impedito, per esempio, in questi anni, in un ventennio, agli esponenti della Lega di esprimere a vario titolo opinioni, anche legittime, rispetto alla presenza o meno degli immigrati nel nostro Paese che pure sono minoranze tutelate da questa legge. Non capisco perché, allora, solo quando si parla degli omosessuali, in questo Paese devono essere messi tutti questi pregiudizi davanti a una discussione che dovrebbe essere, invece, naturale e tranquilla per un Paese civile. Allora, questa proposta emendativa rischia di mettere in discussione l'intero impianto della legge Mancino e non solo non tutelare gli omosessuali e i trans in questo Paese, ma rischia anche di rimettere in discussione quello che era stato acclarato e permettere anche a forze neofasciste nel nostro Paese di tornare liberamente, come organizzazione politica, a discriminare e a istigare all'odio razziale. Questo è il rischio che si corre con questa proposta emendativa e vorrei che tutti ci rendessimo conto di quanto stiamo votando e del danno che rischiamo di fare per i nostri pregiudizi !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.
FRANCO BORDO. Signor Presidente, sì, è proprio come diceva l'onorevole Palazzotto. Vorrei ricordare a tutti noi come potremo ancora andare tranquillamente alle iniziative, ad esempio, dell'ANPI per contestare i presidi e le organizzazioni nazifasciste, perché è questo che avverrà. Infatti, l'istigazione e la proliferazione delle idee fasciste qui la tollerate di fatto: sì, la tollerate, di fatto. Ad esempio, l'istigazione al razzismo dentro gli stadi: passerà anche questo, perché si apre una voragine con questo subemendamento: non soltanto si va a disarmare il dispositivo che oggi è in discussione, per cui il Pag. 50provvedimento è contro l'omofobia, ma anche quanto già con reticenza la legge Mancino sta andando a reprimere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.
GIULIA GRILLO. Signor Presidente, gentili colleghi, abbiamo discusso ampiamente di questo subemendamento e mi sembra evidente che ci sono delle interpretazioni completamente opposte. Quindi, volendo uscire un attimo dalle logiche di appartenenza, purtroppo, anche ideologiche, avete chiesto il voto segreto e allora veramente, ve lo dico, perché sono preoccupata e anche un po’ mi vergogno per la figura che stiamo facendo: sfruttiamo il voto segreto e votiamo contro questo subemendamento, che veramente ci mette in imbarazzo davanti a tutta Europa, dalla quale non possiamo prendere solo lezioni di fiscalità, ma dobbiamo prendere anche lezioni di civiltà (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà) !
Quindi, vi chiedo veramente con il cuore di votare in maniera intelligente e in maniera civile e avanzata contro questo subemendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Molteni, lei non può parlare, è già intervenuto.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, trenta secondi.
PRESIDENTE. Non si tratta di trenta secondi. Onorevole Molteni, è già intervenuto, non le posso dare la parola. Onorevole Molteni, ascolti la Presidenza. Ci sono altri colleghi del suo gruppo che possono intervenire, ma lei non può intervenire perché è già intervenuto in questo dibattito, su questo subemendamento.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, avevo rinunciato...
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Molteni, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per pochissimi secondi unicamente per annunciare il voto favorevole della Lega al subemendamento Gitti, che rimane probabilmente l'unica, piccola, minima goccia di buon senso all'interno di questo provvedimento. È una scriminante necessaria, è una scriminante opportuna e le argomentazioni che sono state portate tanto dal MoVimento 5 Stelle da un lato quanto dagli amici di SEL dall'altro lato ci hanno ulteriormente convinto della bontà del subemendamento Gitti, sul quale noi voteremo favorevolmente.
PRESIDENTE. La ringrazio e mi scuso ancora con lei, onorevole Molteni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, dal nostro punto di vista la follia di questo subemendamento è oggettiva, è chiara a tutti ed è chiara soprattutto ai colleghi del PD. Noi di questo ne siamo fermamente convinti, perché una norma che finisce con l'incentivare l'associazionismo per sviluppare concetti razzisti o comportamenti che noi stiamo sanzionando è una norma che è folle, che non ha nulla a che vedere con l'ordinamento nemmeno della preistoria.
Qui stiamo facendo un passo avanti e ne stiamo facendo cento indietro. Se è vergognoso il subemendamento, è ancora più vergognoso il comportamento che in quest'Aula sta tenendo il PD su questo subemendamento ed è assurdo e contraddittorio rispetto a tutto quello che hanno detto i deputati del PD in questa giornata e che noi avevamo anche condiviso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Airaudo. Ne ha facoltà.
GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, sommessamente e guardando agli uomini e alle donne che con una libera scelta ci chiedono di essere tutelati, questo Parlamento, mentre vota, deve pensare a loro. Noi dobbiamo, tutti insieme, garantire la tutela a chi ci chiede di essere tutelato, a chi non lo è stato fino ad oggi: solo questo ci deve ispirare e per questo va respinto questo subemendamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, a me sembra che questo subemendamento sia il risultato di un vero tentativo, da parte degli uni, di ascoltare le ragioni degli altri e che qualifichi non una scriminante, ma definisca la fattispecie di reato.
Il reato non è un reato d'opinione, il reato è un reato di odio: l'incitamento all'odio e alla violenza è punito. La discussione sull'omosessualità continua: se uno pensa che sia naturale o innaturale, biologica, lodevole, non lodevole, è una cosa che continua, perché l'opinione è libera; contemporaneamente, è assurdo che uno vada a gridare «Viva il Milan» a casa dell'Inter: ci sono delle realtà le quali hanno loro legittime idee, non estese all'incitamento all'odio, le quali vanno rispettate anche nella loro organizzazione interna.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROCCO BUTTIGLIONE. Per questo mi sembra un elemento qualificante, se non vogliamo istituire una verità di Stato e una nuova ideologia, cosa che ha sempre un forte potenziale totalitario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Benedetto. Ne ha facoltà.
CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, nel comunicare all'Aula il mio sconcerto per quanto sta accadendo in questo momento, volevo per un'ultima volta invitare tutti i colleghi del PD, e nello specifico il collega Scalfarotto, a votare secondo coscienza e a sfruttare il voto segreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.
MATTEO DALL'OSSO. Signor Presidente, vorrei leggervi una dichiarazione rilasciata proprio poco fa, in particolar modo rivolta ad una parte di questo emiciclo. Sono le dichiarazioni del presidente dell'Arcigay della mia città, Bologna: «Con grande preoccupazione seguiamo in queste ore il dibattito alla Camera sulla legge contro l'omo-transfobia. Nell'emendamento a firma PD, che avrebbe dovuto estendere le aggravanti della Mancino, compare oggi un subemendamento irricevibile, che definisce persone, ruoli, luoghi di immunità rispetto a questa norma: un'eventualità gravissima che tiene espressamente vivo il principio della discriminazione,...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MATTEO DALL'OSSO. ... esponendo tra l'altro la scuola e i luoghi della formazione a questa sciagura, anziché cogliere l'occasione di proiettare l'Italia verso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Dall'Osso.
MATTEO DALL'OSSO. È la dichiarazione !
Pag. 52 PRESIDENTE. Lo so. Deve concludere, però, onorevole Dall'Osso. Grazie.
L'onorevole Giglio, che aveva chiesto di parlare, vi rinunzia.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.61.100 della Commissione, su cui il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Roberta Agostini, Borghi, Dellai, Marguerettaz, Invernizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Voti favorevoli 256
Voti contrari 228
La Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia – Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Verini 1.61, sul quale la Commissione ha espresso parere favorevole e il Governo si è rimesso all'Aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Signor Presidente, solo per chiedere che su questo emendamento avvenga una votazione per parti separate.
PRESIDENTE. La richiesta di votazione per parti separate dell'emendamento Verini 1.61, nel senso – presumo, onorevole Farina, mi dica se esprimo il suo pensiero – di votare separatamente la parte principale e quella consequenziale, può essere accolta, ciò in quanto, come previsto dall'articolo 87, comma 4, del Regolamento, ciascuna delle due parti di cui la proposta emendativa in oggetto si compone ha autonomo valore normativo.
Avverto che la parte consequenziale, essendo riferita al comma 2, sarà posta in votazione dopo l'emendamento Businarolo 1.68, a pagina 23 del fascicolo.
L'onorevole Turco che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto vi rinunzia.
Passiamo ai voti...
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente !
PRESIDENTE. La votazione era praticamente aperta... Prego, onorevole Sisto.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, mi sono permesso di alzare il braccio con largo anticipo, mi rendo conto che guardare a destra per qualcuno può essere un po’ difficile...
PRESIDENTE. Per me no, onorevole Sisto, io guardo ovunque, stia tranquillo, soprattutto quando presiedo.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Scherzavo, me lo consentirà con il garbo che le riconosco.
Signor Presidente, volevo esprimere, in ordine a questa prima parte dell'emendamento Verini, la contrarietà del partito che rappresento e mio personale, con riferimento all'emendamento 1.66 successivo, a firma del collega Costa e anche di chi parla, e chiarisco le ragioni che rendono questo emendamento assolutamente insufficiente sul piano tecnico a rappresentare il tentativo di distinguere il reato di opinione da quello di istigazione.
Possono leggere con molta facilità tutti i colleghi al punto 4 che: «Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all'odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente».
Io mi chiedo, tecnicamente, cosa voglia dire istigare all'odio, cioè se un sentimento può essere un reato, se la mera istigazione può essere ritenuta come capace di essere Pag. 53diversa dall'opinione, ma soprattutto le condotte conformi al diritto vigente, cosa significa il richiamo a condotte lecite e dire che le condotte lecite non possono essere assolutamente istigazione.
Mi sembra che l'emendamento sia assolutamente e tecnicamente insufficiente, carente e legittima le nostre preoccupazioni sulla mancanza di chiarezza sulla differenza fra reato di opinione e istigazione. Su questo equivoco noi non ci staremo mai (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Romano. Ne ha facoltà.
ANDREA ROMANO. Signor Presidente, l'emendamento in questione, che discutiamo adesso, a maggior ragione dopo l'approvazione del subemendamento che abbiamo appena approvato, ha l'obiettivo di migliorare ulteriormente il provvedimento di legge che è giusto, tempestivo ed equilibrato.
Con questa modifica infatti ci si propone di evitare qualunque confusione tra la libera espressione di idee e convincimenti personali, nel pieno rispetto dell'articolo 21 della Costituzione, e la realizzazione di atti di discriminazione o di istigazione alla violenza contro le persone omosessuali e transessuali.
È una modifica alla quale ha contribuito attivamente il lavoro dei colleghi di Scelta Civica, come ha ricordato prima di me il collega Gitti. È un partito il nostro nel quale, a differenza di altri partiti, non si chiede alcuna patente di ortodossia confessionale o di militanza laicista, ma nel quale vige uno spirito di pieno pluralismo delle idee e di rispetto dei convincimenti personali, che, soprattutto su temi come questi, deve essere la cifra di qualunque forza politica matura e democratica.
Colleghi, questo provvedimento, giusto e tempestivo, non può essere in alcun modo confuso con la vittoria di una fazione ideologica su un'altra fazione ideologica, ma come la risposta, matura per l'appunto, di un Parlamento che rappresenta tutta la Nazione.
L'emendamento in questione introduce una modifica, che toglie qualunque argomento a chi ritiene che questo provvedimento sia una minaccia alla libertà di espressione, o a coloro che usano l'argomento della libertà di espressione – l'abbiamo sentito molte volte quest'oggi – solo come un alibi per attaccare un provvedimento che deve essere considerato, per l'appunto, giusto, tempestivo ed equilibrato.
Intorno al tema della lotta all'omofobia, abbiamo sentito parlare in questi giorni, anche fuori da questo Parlamento, di propaganda di lobby gay, di cavalli di troia subdoli e pericolosi per lo stravolgimento dell'ordine naturale delle cose, della concessione del diritto a fare propaganda a stili di vita omosessuali. Non si tratta di niente di tutto questo: la legge che oggi discutiamo, più concretamente, colma una lacuna gravissima nella civiltà giuridica italiana e affronta con saggezza ed equilibrio un tema nuovo che, da troppo tempo, attendeva di essere affrontato nella nostra legislazione, ma soprattutto – voglio sottolineare – avvicina il nostro Paese all'Europa anche nel campo dei diritti civili, perché l'europeizzazione dell'Italia – e lasciatelo dire a un membro di Scelta Civica – non si fa solo mettendo a posto i conti dello Stato o risanando la finanza pubblica, ma anche avvicinando il nostro sistema di diritti agli standard ormai in uso in gran parte d'Europa sul tema dei diritti civili.
In gran parte d'Europa, le discriminazioni contro gli omosessuali e i transessuali sono punite con appositi strumenti legislativi, come quello che oggi discutiamo. È una modifica importante, per l'appunto, nella quale si riflette bene lo spirito di collaborazione che si è realizzato tra forze politiche diverse intorno a un provvedimento che – va ripetuto ancora una volta – non può essere confuso con l'obiettivo di una crociata ideologica, né tanto meno può essere avversato con le armi retoriche dell'ideologia.Pag. 54
L'innovazione che ci apprestiamo a realizzare nella nostra legislazione ha anche un altro aspetto che merita di essere sottolineato, un aspetto che riguarda la nostra intenzione di rendere la nostra società non solo più aperta e tollerante, ma anche più dinamica e più accogliente verso il talento, perché riconoscere, rispettare e integrare le diversità è un elemento fondamentale dello sviluppo. Viviamo infatti in un mondo in cui il sistema economico si regge anche sulle forme di creatività individuale, e dunque anche sull'innovazione, sulla capacità degli individui di esprimere il meglio di se stessi e di dare un contributo originale alla società che li circonda.
Ma questo può avvenire solo in contesti capaci di stimolare e accettare le varie forme di espressione e di libertà individuale, contesti quindi che devono essere capaci di valutare e valorizzare le persone per il loro contributo di idee e di competenze, e non solo per la persona che scelgono di avere accanto nella vita. Una società in grado di accettare le diversità è una società che sa motivare e gratificare i propri cittadini, che sa guadagnarsi il loro rispetto e la loro partecipazione sociale, civile ed economica e, dunque, è una società che cresce, che innova e che prospera.
Come ha scritto la nostra collega Irene Tinagli, che oggi tra l'altro è assente per motivi di maternità e che si è impegnata molto, pubblicamente, su questi temi, la competizione globale per l'attrazione di talenti non può che essere vinta da società aperte e tolleranti, perché le persone più istruite, più brillanti e creative sceglieranno di vivere in società dove sono libere di essere se stesse fino in fondo.
Ma vi è stato chi ha detto, con molta più autorevolezza del sottoscritto, che l'ostentazione in pubblico di atteggiamenti di irrisione nei confronti di omosessuali è inammissibile in società democraticamente adulte e che, quindi, è inaccettabile il persistere di discriminazioni e comportamenti ostili nei confronti delle persone con orientamenti sessuali diversi.
Queste che ho citato – e concludo – sono parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, venute in occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia nel maggio del 2011.
PRESIDENTE. Onorevole Romano, deve concludere.
ANDREA ROMANO. Sono parole che facciamo nostre, sostenendo una legge che rappresenta un grande passo avanti per la cultura della tolleranza nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, questo è l'emendamento vergogna che, in un'ottica ricattatoria, rende bene l'idea del paradosso che stiamo vivendo oggi in quest'Aula.
Come hanno avuto modo di evidenziare gli avvocati penalisti e civilisti, Dimitri Lioi e Paolo Patanè, che è anche l'ex presidente di Arcigay, in ogni Stato democratico la tutela dei diritti fondamentali delle persone può essere garantita solo bilanciando la libertà di espressione o di opinione con la protezione dei diritti di libertà e di autodeterminazione delle persone.
Ciò è stato sancito, oltre che dal buonsenso, da una fondamentale sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del febbraio 2012, che ha condannato un gruppo di persone per istigazione all'odio e alla violenza nei confronti delle persone omosessuali, dal momento che la libertà di espressione – ha ribadito la Corte – si riconnette a particolari doveri di responsabilità e le sue restrizioni sono legittime qualora tutelino la reputazione e i diritti altrui. Questo emendamento ignora il meccanismo del bilanciamento di cui parla la Corte e anzi addirittura lo scardina, ponendo al di sopra di tutto la tutela di un presunto e vacuo pluralismo delle idee. Noi non possiamo accettarlo. Si sta elevando al rango di legge una logica perversa che la Corte europea dei diritti Pag. 55dell'uomo ha dichiarato illegittima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scalfarotto: lei come relatore ovviamente ha già espresso il parere. Intende intervenire a nome del gruppo presumo. Ne ha facoltà.
IVAN SCALFAROTTO. Sì signor Presidente, intervengo soltanto, ancora una volta, per chiarire la funzione di questo emendamento, che un po’ li assorbe tutti. Io ho sentito anche l'onorevole Sisto ritornare sul tema della libertà di pensiero. Io lo voglio dire davvero una volta per tutte: qui la libertà di pensiero non c’è nessuna intenzione di comprimerla in nessun modo. Noi vogliamo fare con questa legge dell'Italia un Paese più civile, non un Paese meno civile, e un Paese nel quale non c’è libertà di pensiero non è un Paese civile. Quindi questa legge smentirebbe se stessa dalla nascita se noi provassimo soltanto a pensare di comprimere i diritti e le prerogative dei cittadini ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione.
Quindi parliamo di una norma che vuole sostanzialmente tranquillizzare sul fatto che nessuno sarà perseguito per le proprie opinioni. Guardate, io confermo, non lo dice una persona priva di opinioni, io – qualcun altro lo ha già detto in quest'Aula – sono omosessuale e io sono un omosessuale che vorrebbe vivere in un Paese nel quale la dignità degli omosessuali non richiede ore e ore di discussione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia). Io penso che questa legge dovrebbe essere approvata in pochi minuti ed anzi si sarebbe dovuta approvare vent'anni fa. Questo è quello che mi preoccupa, però voglio dire che quello che stiamo evidentemente facendo è semplicemente cercare di stabilire un principio base che è quello – ripeto – nella differenza delle opinioni che nessuno può essere perseguito penalmente per quelle opinioni. Nel subemendamento che abbiamo approvato prima e che entra di pieno diritto nella parte di emendamento che votiamo adesso che cosa facciamo ? Io ho sentito dire da qualcuno: legittimiamo il razzismo, l'antisemitismo e quant'altro. Ma non è affatto vero.
Noi abbiamo una norma che dice: ai sensi della presente legge. Quindi l'emendamento si riferisce solo alla «legge Mancino». Se ci sono norme che stabiliscono per esempio divieto di discriminazione sui luoghi di lavoro quella norma resta tale e quale. Non è che qui stiamo creando una scriminante di ordine generale, quindi ai sensi della presente legge. Stiamo parlando di condotte che devono essere conformi al diritto vigente. Stiamo parlando di principi rilevanti da un punto di vista costituzionale. Ma benedetto Iddio, vi chiedo, cari colleghi: dov’è il problema ? Stiamo semplicemente introducendo – ripeto – una specificazione di un principio costituzionale e lo facciamo al fine di introdurre nel nostro ordinamento l'intera «legge Mancino» per le cause e i motivi di omofobia e di transfobia, con dignità pari all'antisemitismo, al razzismo, alla xenofobia. Per la prima volta il Parlamento italiano – mi auguro con una sola voce – dice a questo Paese che questa classe politica, che questa classe dirigente, con una sola voce, come un solo uomo e una sola donna, dice al Paese che l'odio non ha cittadinanza in questo nostro Paese, nella libertà di ciascuno. Lo ripeto: sono contrario a quello che dici, ma darò la vita per continuare a far sì che tu possa continuare a dirlo. Questo è il nostro emendamento. Allora colleghi, non abbiate paura di approvare una legge che favorisce la libertà di pensiero, perché la forza delle nostre idee, la forza della parità, la forza della pari dignità, sta proprio nella libertà che diamo agli altri di esprimere idee che noi riteniamo sbagliate (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia). Questo è il punto.
E allora, se abbiamo il coraggio, votiamo questo emendamento e votiamo questa legge, perché questo non deve assorbire il diritto degli omosessuali che sono stati picchiati, discriminati, violentati Pag. 56(Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).
E se qualcuno, per non votare questo emendamento, consentirà che gli omosessuali continuino ad essere picchiati e discriminati, se ne assume l'intera responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia – Congratulazioni) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, vorrei ricordare al collega Scalfarotto e a tutta l'Aula che in questa legislatura noi abbiamo iniziato questa avventura della legge contro l'omofobia sottoscrivendo una proposta di legge che ha visto la sottoscrizione di più di 200 deputati; una proposta di legge che ha avuto più sottoscrizioni, forse, in tutta la storia repubblicana; una proposta di legge contro l'omofobia che chiedeva, semplicemente, l'estensione della «legge Mancino», così come è oggi legge dello Stato, ai reati motivati da omofobia e transfobia.
Chiedevamo questo, non chiedevamo la luna. Intanto voglio ricordare che, se siamo in ritardo nella discussione della proposta di legge, oggi, non è certo per colpa nostra, ma per colpa di chi continua e ha continuato a rinviare la discussione per cercare un accordo a tutti i costi all'interno di questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).
Un accordo a tutti i costi non per salvare e per difendere le persone omosessuali e transessuali, come si vuole far credere, ma per cercare un accordo politico dentro le larghe intese (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle), sapendo che in questo Parlamento vi è, vi era e vi è anche oggi una larga maggioranza per approvare una buona legge contro l'omofobia.
Allora noi, semplicemente, siamo intervenuti per dire che una legge contro l'omofobia va fatta. Vi è un problema enorme in questo Paese: molti milioni di cittadini, oggi, non sono tutelati e sono sottoposti a discriminazioni e a potenziali discriminazioni, ma quell'emendamento che è stato introdotto per tenere unito un pezzo di questo Governo è un «emendamento vergogna», e questo io lo ribadisco (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle), perché, quando ci troveremo ad applicare la «legge Mancino», quell'emendamento introdurrà delle eccezioni per delle organizzazioni che professano il razzismo e l'omofobia, su cui il giudice non avrà spazio di applicabilità.
E allora, cari colleghi, noi siamo qui, all'interno di questo Parlamento, per trovare la migliore legge possibile, ma non possiamo accettare che, in nome di veti o di pregiudiziali che vengono poste qui dentro, si arrivi all'approvazione di una brutta legge, perché una brutta legge rimarrà e sarà negativa per le persone che, invece, hanno bisogno di tutela.
Per cui, il mio appello accorato è che adesso si continui con la discussione e l'approvazione di un buon testo, ma al Senato quell'emendamento dovrà essere assolutamente rivisto e cambiato, perché quell'emendamento è vergognoso (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, vorrei chiarire innanzitutto – ringrazio il collega Scalfarotto di darmi questa possibilità – che, da parte del Popolo della Libertà, non vi è alcuna volontà di non fare proprie le esigenze di tutela di chi, magari, per tanto tempo, forse troppo, a seconda delle prospettive – io penso troppo – non ha avuto quello che, magari, l'ordinamento avrebbe potuto offrire. Però – è questa la deriva pericolosa del suo intervento – non si può certamente, sulla scorta dell'ideologia e della sensibilità, travolgere i principi normativi.Pag. 57
Io su questo vorrei che ci fosse grande chiarezza, perché l'empatia, l'impeto, la capacità, l'affabulazione, tutto quello che ci consente di applaudire un intervento, poi deve fare i conti non con la sensibilità interna di ciascuno di noi, ma con la necessità che tutto questo venga tradotto in modo corretto sul piano normativo e che non ci siano, in nome di questa empatia e di forse troppi anni di mancanza di tutela, degli eccessi di tutela che possono diventare abusi. E l’incipit di questo emendamento Verini, suddiviso opportunamente in due parti, lascia trasparire, nella seconda parte, quello che non esito a definire un vero e proprio mostro giuridico, che si vorrebbe far passare in quest'Aula sulla scorta di una emotività che invece deve essere tramutata in rigore e, se possibile, in una algida razionalità che consenta di chiederci se quella è una norma che può avere ospitalità nel sistema penale.
Lo dico subito: a voi sembra possibile che la diffamazione possa diventare, se riguarda gli omosessuali, procedibile d'ufficio ? Cioè che se io insulto un parlamentare o un cittadino, quel cittadino mi debba querelare perché possa attivarsi un processo e questo invece nei confronti di questa categoria diventerebbe procedibile d'ufficio ? Un bavaglio insopportabile ! Chi avrà più il coraggio di criticare, di dire un qualche cosa, ipotetico, nei confronti, non degli omosessuali, ma di qualsiasi categoria si trovasse protetta in questo modo sconsiderato sul piano giuridico ? Io vi prego di riflettere su questo: sulla spinta di questa empatia, noi stiamo introducendo nel nostro sistema un mostro, un dato assolutamente irrazionale sul piano giuridico, della tipicità, delle tradizioni, delle abitudini, della giurisprudenza, e per che cosa ? Perché per tanti anni non si è pensato a qualcuno che aveva titolo ad essere tutelato.
Io credo che questo, Presidente, debba essere rappresentato a chiare lettere, perché ne rimanga traccia, e perché chi vota quell'aggravante se ne assuma le responsabilità fino in fondo. Io non la voterò mai, ma non perché non voglio tutelare quello che correttamente con grande enfasi il collega Scalfarotto rappresenta all'Aula, nel tentativo di far digerire questa insanità giuridica sulla scorta dell'empatia e dell'emotività. Noi dobbiamo sostituire a tutto questo un semplice ragionamento, diceva bene il collega di SEL, «una buona legge». Ma una buona legge non è una legge che soddisfa chi la presenta o talune associazioni; è quella che consente a ciascun cittadino di vivere tranquillamente al riparo da abusi di carattere penale che potrebbero essere irreparabili. Attenzione: l'articolo 6, comma 1 – controllatelo, perché io do i dati per verificarlo – della «legge Mancino» rende procedibili d'ufficio tutti i reati a cui è applicabile l'aggravante. Se a voi sembra che questo sia civile, sia corretto, se questo tipo di situazione voi la ritenete compatibile, bene, io credo che non avete proprio la capacità – come non ce l'ho io –, di capire come si possa sacrificare a questo principio un istituto così importante. Io affido pertanto all'Aula questo messaggio, per usare una parola del presidente Speranza, ma un messaggio diverso: non è un messaggio di empatia, è un messaggio di rispetto rigoroso delle regole del sistema (Applausi di deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Per chiarezza devo chiedere scusa all'Aula perché lei, onorevole Sisto – e non è colpa sua, è colpa mia, che avevo smarrito la questione nell'incedere degli interventi – aveva già parlato su questo emendamento e per mia responsabilità non ho seguito la linea e quindi non avrebbe potuto parlare. È giusto che l'Aula lo sappia e che io chieda scusa all'Aula per questo. Ora abbiamo degli interventi a titolo personale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo di personale, l'onorevole Turco. Ne ha facoltà.
TANCREDI TURCO. Signor Presidente, io voglio soffermarmi sui termini «condotte conformi al diritto vigente» che è un inciso dell'emendamento 1.61, che forse costituisce il punto più pericoloso dell'intero impianto emendativo. Innanzitutto Pag. 58per «norme di diritto vigente» non devono intendersi solo le leggi penali, ma anche le leggi civili che disciplinano il termine «discriminazione», oltre a tutti i regolamenti regionali. Dunque, con l'approvazione di questo emendamento chiunque potrà legittimamente impedire il riconoscimento di diritti o di tutele in materia di etnia, religione o orientamento sessuale, qualora questa sua condotta impeditiva sia conforme al diritto vigente, così come interpretato dagli organi dello Stato.
Come evidenziano i già citati avvocato penalista Dimitri Lioi e avvocato civilista Paola Patanè, già citati dalla collega Chimienti, questo riferimento rafforza e fortifica la posizione di chi si oppone a qualsiasi innovazione normativa, di chi vuole cristallizzare il dato normativo attuale, mancante di qualunque tutela nei confronti delle persone LGBT e di qualunque slancio innovativo...
PRESIDENTE. Concluda.
TANCREDI TURCO. Concludo... che sarebbe appunto protetto proprio dal fatto che una legge della Repubblica glielo consentirà. All'interno di una legge che dovrebbe tutelare delle discriminazioni omofobe e transofobe tutto ciò risulta inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.
GIULIA DI VITA. Signor Presidente, io sono semplicemente inorridita dall'ipocrisia del comizio dell'onorevole Scalfarotto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e lo spiego molto semplicemente. Lui dice che avrebbe voluto evitare di perdere tutto questo tempo e mettere su tutto questo teatrino. Benissimo, lo avrebbe potuto fare se avesse deciso di portare avanti la sua proposta di legge, firmata dal PD, dal MoVimento 5 Stelle e da SEL, ovvero la netta maggioranza di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
Gli applausi e le congratulazioni che vi fate tra di voi, colleghi del PD, sono in maniera molto esplicita smentite dalle vostre stesse associazioni, associazioni LGBT di area PD che vi chiedono, vi pregano di non votare questo emendamento. Allora io per l'ultima volta ve lo chiedo: approfittate del voto segreto, rispondete ai vostri elettori e non ai vostri alleati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Signor Presidente, non mi ero iscritto per parlare a titolo personale né mi ero iscritto, ma approfitto di questi 30 secondi. L'emendamento Verini era pleonastico, ma se ne poteva discutere con grande tranquillità. Era composto di due parti: una sulle aggravanti, per la quale avevamo un accordo, e l'altra era stata il frutto di un'altra negoziazione. Questa altra negoziazione svuota di fatto quello che diamo con una mano. Con una mano introduciamo il reato di omofobia e con l'altra mano allontaniamo questo reato dalla sua reale applicazione.
Dopo non discuteremo della seconda parte dell'emendamento Verini, discuteremo un altro emendamento che introdurrà le aggravanti. Però io credo che non ci sia che una cosa da fare per salvare questa legge, il buon senso di questa legge e la libertà di parola di tutti ed è bocciare l'emendamento, cioè votare contro questo emendamento per come rimane.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Bernini. Ne ha facoltà.
PAOLO BERNINI. Signor Presidente, vorrei fare un esempio pratico. Daniele ha 15 anni, gli piace il calcio, è cattolico e anche gay. Ascolta un calciatore famoso Pag. 59che lo apostrofa come «frocio», gettando un'ombra di non poco conto sulla sua autostima. Poi magari in chiesa si sente dire dalla persona a cui affida la sua anima che quelli come lui sono destinati alle fiamme eterne e magari al Tg ascolta qualche politico che lo etichetta come un malato di mente.
Nel frattempo i compagni di classe di Daniele hanno sentito le stesse identiche cose sui media e si sentono autorizzati a prendersela con il loro compagno di classe, lo emarginano, lo dileggiano, lo fanno sentire completamente solo, fino a quando Daniele si affaccia dalla finestra della sua stanza, si chiede che senso ha tutto quel dolore a quell'età e decide di fare un salto giù, nel vuoto.
Vi sembra che stia esagerando ? È quello che succede a molti adolescenti che fanno questo tipo di scelta, perché non ce la fanno più a vivere in un mondo che li odia, prima di ogni altra cosa, proprio a parole. Di chi è la colpa di questi suicidi ? Di attori sociali come quelli summenzionati, che con le loro dichiarazioni alimentano una campagna di odio collettivo...
PRESIDENTE. Concluda.
PAOLO BERNINI. Concludo. Secondo voi questi attori sociali non andrebbero fermati ? Le parole feriscono più delle pietre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Prima di dare la parola a titolo personale all'onorevole Colletti, avverto che i gruppi SEL e PdL hanno esaurito i tempi previsti dal contingentamento. La Presidenza, essendone stata avanzata richiesta, come da prassi, concederà anche a tali gruppi un tempo aggiuntivo rispetto a quello originariamente assegnato.
Avverto altresì che l'articolo aggiuntivo Marzano 1.03 è stato ritirato dalla presentatrice.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, ciò che è inaccettabile del discorso del deputato Scalfarotto è che si mostri la propria omosessualità come un feticcio a meri fini elettorali e propagandistici e questo non può essere accettato (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico – Dai banchi dei deputati del gruppo Partito Democratico si grida: Vergogna ! Sei omofobo !).
Signor Presidente, non sento più quello che sto dicendo...
PRESIDENTE. Vada avanti...
ANDREA COLLETTI. ... né quello che sta dicendo lei...
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi ! Colleghi, colleghi... onorevole Miccoli... colleghi, colleghi, colleghi...
ANDREA COLLETTI. Presidente, esiste il richiamo secondo il Regolamento...
PRESIDENTE. Onorevole Colletti, lei attenda per favore. Colleghi ! Prego !
ANDREA COLLETTI. La tutela degli omosessuali e transessuali deve essere patrimonio di tutti non solo di chi qui dentro si professa omosessuale. L'ipocrisia del discorso del deputato Scalfarotto è palese: vota a favore di un emendamento che rovina la legge e cerca di salvarsi la faccia all'esterno con la sua prolusione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bobba. Ne ha facoltà.
LUIGI BOBBA. Signor Presidente, anzitutto voglio esprimere una piena solidarietà all'onorevole Scalfarotto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia) e soprattutto mi riconosco nelle sue parole e nell'equilibrio con cui ha gestito il percorso non facile di costruzione di questo testo unificato e, in particolare, di questo emendamento. Gli Pag. 60va riconosciuto perché ha dato capacità di fare un lavoro parlamentare equilibrato e in grado di portare veramente alla meta questa proposta di legge. In secondo luogo vorrei ricordare agli esponenti del MoVimento 5 Stelle che fino all'altro ieri hanno chiesto l'abolizione del voto segreto per un'altra fattispecie (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... adesso invece vogliono che lo sfruttiamo. C’è qualcosa che non va.
ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. A quale articolo del Regolamento ?
ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, all'articolo 8. Nella gestione dell'Assemblea esiste anche il richiamo ai deputati che non permettono a coloro che parlano di poter esprimere le proprie opinioni qui dentro. Quindi il mio intervento è un invito alla Presidenza a richiamare nominalmente coloro che contravvengono a tale disposizione. Inoltre dovrebbe essere teoricamente detratto dal tempo a me assegnato quello in cui sono stato interrotto indecentemente dai deputati del PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Onorevole Colletti, a parte il fatto che la Presidenza ha ripetutamente richiamato e la Presidenza, nel richiamare, valuta anche come l'Assemblea viene sollecitata, considera tutto. Seconda questione, il suo tempo è stato interrotto finché non ha ripreso la parola. Se vuole può venire a controllarlo e con ciò l'argomento è chiuso. Onorevole Rosato ? Non intende più intervenire. A questo punto ho (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà)... Ho un elenco di iscritti a parlare. Datemi la possibilità di farlo. Dovevo verificare perché c'era una richiesta di intervento per richiamo al Regolamento da parte dell'onorevole Rosato che l'ha ritirata. Ritorniamo al dibattito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI. Signor Presidente, semplicemente sembrava che stesse passando ad altro. Ho chiesto la parola perché vorrei dire una cosa molto rapidamente, e la voglio dire per suo tramite all'onorevole Colletti. Noi abbiamo contestato duramente l'emendamento approvato poco fa in Aula con il contributo del Partito Democratico e di Scelta Civica. Lo consideriamo un emendamento pericoloso, molto grave, che nei fatti rischia di svuotare una legge per noi molto importante. E continuiamo a rivendicare il diritto in quest'Aula e fuori (continueremo a farlo fuori da quest'Aula) di esprimere un giudizio anche molto duro talvolta su scelte che non condividiamo. Tuttavia voglio dire che credo che l'argomento che l'onorevole Colletti ha utilizzato nei confronti dell'onorevole Scalfarotto sia inaccettabile, che sia un errore.
Lo dico davvero senza polemica ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, con cui molte volte ci troviamo a votare insieme: cerchiamo di massimizzare gli effetti e l'efficacia della nostra opposizione evitando argomenti e modalità che spesso e volentieri rischiano di farci perdere qualche posizione e qualche voto, invece di farcelo guadagnare; lo dico in merito e per l'efficacia di battaglie che spesso conduciamo anche insieme (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin... Rinuncia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, il testo che propongono suona in questi termini (leggo testualmente): «Non costituiscono discriminazione» e lo leggo lentamente perché bisogna entrare nella logica e capire «né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e la manifestazione Pag. 61di convincimenti ed opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all'odio e alla violenza né alle condotte conformi al diritto vigente». Capire cosa salvaguarda questa clausola non è semplice, dobbiamo essere onesti tutti. Escludere dal concetto di discriminazione infatti le «condotte conformi al diritto vigente» è una tautologia. Se il diritto vigente e anche quello che verrà fuori dall'approvazione...
PRESIDENTE. Deve concludere.
ALESSANDRO PAGANO. Concludo Presidente, credo che sia utile al dibattito complessivo. Se il diritto complessivo quindi è quello che verrà fuori dall'approvazione...
PRESIDENTE. Non è che gli altri non siano utili, onorevole Pagano.
ALESSANDRO PAGANO. ... di questa legge, a che cosa devono essere conformi le condotte ? Il resto – e ci richiamiamo alla libera espressione e manifestazione di convincimento – è estremamente generico. Allora io mi appello agli amici di Scelta Civica: se compromesso avete fatto e se accordo avete fatto, siete sicuri che...
PRESIDENTE. Concluda onorevole Pagano.
ALESSANDRO PAGANO. ... questa cosa regge e reggerà ? Ho concluso: questo è quindi l'invito alla riflessione vera, perché ritengo che così come è stata impostata la cosa non regge assolutamente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale, l'onorevole Di Gioia, che ha complessivamente un minuto e mezzo: mi affido alla sua capacità di distribuire il tempo che rimane nel migliore dei modi. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. È a titolo personale, signor Presidente.
PRESIDENTE. Allora ha un minuto.
LELLO DI GIOIA. Sì va bene, non è un problema. Intervengo soltanto perché io ritengo che sia giusto rispettare l'istituzione, le istituzioni e soprattutto i colleghi. Pur non condividendo questo emendamento – noi l'abbiamo sottolineato con l'intervento di Pia Locatelli, con grande forza e con grande determinazione, perché siamo profondamente convinti che questo emendamento sia sbagliato – credo che vada da parte nostra, dal gruppo socialista, al collega Scalfarotto tutta la nostra stima. Soprattutto abbiamo apprezzato l'impegno con cui si è speso in questa battaglia, per far passare una legge importante e va da parte nostra tutta la solidarietà a lui, per ciò che sta facendo e per come sta distribuendo le sue qualità e anche la sua sensibilità.
Credo che sia opportuno – e concludo – che non si verifichi più in quest'Aula la possibilità di potere additare colleghi semplicemente perché si possa realmente avere fuori qualche piccolo consenso che molte volte, come si diceva, si tramuta in dissenso e non in consenso. Grazie Scalfarotto per quello che stai facendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, dopo tanto parlare forse si è perso per strada il filo conduttore del percorso che ha fatto questa norma. Il PD aveva presentato una proposta di legge che noi avevamo considerato buona. Ora, nel corso dei lavori della Commissione, il PD si è piegato a logiche filogovernative ed ha deciso di tornare indietro su diversi punti. Allora su questo io faccio una constatazione e dico: c’è poco da venire a fare comizi, da urlare o da venire a testa alta. Se avete dovuto fare dei passi indietro, c’è da venire qui col capo cosparso di cenere e fare quello che siete costretti a fare, senza fare la morale a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).Pag. 62
In secondo luogo – è un appello che faccio – la coscienza non deve piegarsi a logiche governative. C’è la possibilità di votare secondo coscienza: facciamolo tutti insieme (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale, l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Signor Presidente, solo per esprimere la mia preoccupazione che questo emendamento, teso a mettere qualche argine ai possibili profili di rischio per la libertà di espressione, non sia sufficiente – sono convinta che il difetto sta nel manico, cioè nella «legge Mancino» – se anche in quest'Aula, per esempio nella discussione sulle linee generali, l'interpretazione che è stata data del concetto di omofobia, è un'interpretazione da reato di opinione. E anche in alcune trasmissioni, esponenti di associazioni gay hanno esplicitamente difeso il reato di opinione. Qui dentro è stato detto, per esempio, ma è solo un brevissimo esempio perché ho un minuto. La mia opinione è che le obiezioni che si sollevano all'introduzione del reato di omofobia e transfobia si basino banalmente sull'omofobia e la transfobia. Sono le opinioni il problema. Non credo che, quindi, possiamo correggere la «legge Mancino» con un emendamento così blando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, io volevo ricordare al collega di SEL che mi ha preceduto, a proposito di errori, che magari la prossima volta in campagna elettorale, invece di fare una coalizione basata sul nulla, se l'aveste fatta su un programma elettorale condiviso, forse oggi in quest'Aula le maggioranze sarebbero diverse e gli elettori e i cittadini tutti avrebbero ben altri risultati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, soltanto perché il penultimo intervento ancora parla di opinioni o reato di opinione. Vorrei soltanto ricordare, da giurista, che il reato che stiamo introducendo riguarda l'istigazione a commettere o il commettere atti di discriminazione, atti di violenza e di provocazione alla violenza. Questo è il reato che stiamo introducendo. Quindi prego tutti – per carità ognuno può dire la sua – a cercare di non confondere continuamente le acque, perché questo credo che non sia giusto per il lavoro in Commissione che si è svolto, e non sia giusto per i relatori. Mi riferisco anche al relatore Leone che, sebbene abbia lasciato il mandato, ha lavorato per il testo che è in Aula, che assolutamente non riguarda le opinioni. E con l'emendamento che stiamo per votare si vuole sostanzialmente ribadire che si vuole dare atto della legittimazione e del pluralismo delle idee.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, questo è un emendamento pasticciato che non risolve i problemi. È semplicemente frutto di uno scambio tra il Partito Democratico e Scelta Civica per barattare, da un lato l'aggravante, dall'altra questa norma equivoca che non garantirà sicuramente la libertà di espressione. PD e Scelta Civica hanno voluto questa norma, la portino avanti. Noi voteremo contro e cercheremo anche di motivare le nostre ragioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulla prima Pag. 63parte dell'emendamento Verini 1.61, come modificato a seguito dell'approvazione del subemendamento 0.1.61.100 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Avverto che, a seguito dell'approvazione della prima parte dell'emendamento Verini 1.61, come modificato a seguito dell'approvazione del subemendamento 0.1.61.100 della Commissione, risulteranno assorbite o precluse le seguenti proposte emendative: Costa 1.66, in quanto reca una scriminante di contenuto sostanzialmente analogo, Pagano 1.40 e Pagano 1.38, limitatamente al riferimento alla manifestazione di opinione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Paris, Dellai, Gregori, Folino, Della Valle, Gentiloni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 427
Votanti 426
Astenuti 1
Maggioranza 214
Voti favorevoli 267
Voti contrari 159
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Il deputato Bonafede ha segnalato di essersi erroneamente astenuto).
ENRICO COSTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, prima lei ha anticipato l'assorbimento, comunque, dell'emendamento Costa 1.66, in quanto costituente scriminante o esimente al pari dell'emendamento che abbiamo or ora approvato. Beh, c’è una bella differenza, perché l'emendamento a firma degli onorevoli Costa e Sisto è una scriminante, è un'esimente, mentre quello precedente è un'interpretazione autentica del concetto di discriminazione all'interno della norma. A livello penale c’è una differenza enorme. Quindi, non si può ritenere l'uno assorbito dall'altro.
PRESIDENTE. Come ho già chiarito, l'emendamento Costa 1.66 risulta assorbito dall'approvazione della prima parte dell'emendamento Verini 1.61. Entrambe le proposte emendative – sto cercando di spiegarle, onorevole Costa – recano una scriminante relativa ai reati di cui all'articolo 3 della legge n. 654 del 1975 di contenuto sostanzialmente analogo. La prima proposta emendativa reca, tuttavia, una formulazione più generica ed ampia rispetto alla seconda, che, quindi, necessariamente vi è ricompresa. Pertanto, una volta approvato l'emendamento Verini 1.61, l'emendamento Costa 1.66, vertente sulla stessa materia, ma dal contenuto più circoscritto, non può essere posto in votazione in quanto assorbito dal primo. In ogni caso, non sono compatibili. Quindi, automaticamente, dall'approvazione del primo viene preclusa la votazione sul secondo.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Sisto, se è sullo stesso argomento la Presidenza ha già risposto, quindi l'argomento si ritiene concluso.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, stavo cercando di intervenire alzando il braccio – mi rendo conto che non è facile vedere il mio braccio – prima che lei prendesse la parola. Vorrei segnalare un argomento diverso da quello che lei ha appena segnalato con il suo provvedimento e che afferisce – poi, valuti lei l'ammissibilità sulla scorta della qualità dell'argomentazione che mi accingo a formulare – alla presenza nell'emendamento Verini 1.61 di due passaggi che sono completamente diversi rispetto all'emendamento Costa 1.66: l'istigazione all'odio, Pag. 64che non è un reato – odiare non è reato – e le parole «condotte conformi al diritto vigente».
Nell'emendamento a firma degli onorevoli Costa e Sisto, nella seconda parte, si dice espressamente che «non è considerato atto di discriminazione o di istigazione alla discriminazione la mera espressione od opinione che riguardi la religione o l'identità sessuale». Quindi, è l'emendamento Costa 1.66 che comprende, a tutto voler concedere, l'istigazione all'odio e le condotte conformi ed esprime un'espressione molto più ampia, perché la mera espressione od opinione, quindi, non limitata dall'istigazione all'odio e dalle condotte conformi al diritto vigente, costituisce comunque scriminante.
Le affido queste argomentazioni, perché possano formare oggetto della sua valutazione, insistendo perché l'emendamento Costa 1.66, più ampio dell'emendamento Verini 1.61, possa essere votato.
PRESIDENTE. Onorevole Sisto, proprio perché non vogliamo lasciare nulla di intentato – colleghi, vi prego di avere pazienza –, sospendo per cinque minuti la seduta per fare un'ulteriore verifica da parte della Presidenza, che è quella titolata a stabilire la questione e, poi, ritorniamo in Aula. Quindi, alle 17,50 rientriamo in Aula.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 17,50.
La seduta, sospesa alle 17,45, è ripresa alle 17,50.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Avrei piacere che ci fossero l'onorevole Costa o l'onorevole Sisto ai quali dovrei dare una risposta. Intanto, avviso l'Aula che la Presidenza ha approfondito e riveduto, in parte, la propria decisione. Se magari ci riuscissimo, sarebbe utile proseguire. Per i colleghi che stanno entrando, ricordo che il tema era la decisione della Presidenza circa la preclusione dell'emendamento Costa 1.66, seguito dall'approvazione della prima parte dell'emendamento Verini 1.61.
Bene, onorevole Sisto, la Presidenza, sulla base anche delle sue considerazioni e delle considerazioni dell'onorevole Costa, ha riesaminato la questione e sia pure non risultino sovrapponibili, o meglio, nonostante risultino parzialmente sovrapponibili, la Presidenza ha deciso, dopo aver chiesto anche un parere alla presidente della Commissione, che la prima parte dell'emendamento Costa 1.66, sino alle parole: «all'identità sessuale», cioè il primo periodo, può esser sottoposto a votazione mentre rimane preclusa la votazione sul secondo periodo, da: «Non è considerato (...)» fino a «l'identità sessuale» perché, ovviamente, il testo già approvato è in contrasto con questa parte e quindi questa parte non può essere messa in votazione perché la decisione presa prima la supera.
Quindi, per ricapitolare, e affinché sia chiaro anche agli onorevoli Costa, Sisto e a tutta l'Aula, avendo rivisto la formulazione e ascoltato il parere della presidente della Commissione, che è coincidente con quello della Presidenza, porremo in votazione l'emendamento Costa 1.66, così come ho chiarito.
Onorevole Ferranti, prego.
DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, prendo atto delle sue parole; in realtà l'emendamento Costa 1.66 non è completamente sovrapponibile all'emendamento Verini 1.61 e, nella prima parte che lei ha indicato, si pone come causa di non punibilità per alcune condotte, mentre, con riferimento all'emendamento che abbiamo approvato, si tratta sostanzialmente di un'interpretazione autentica.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Costa 1.66.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, effettivamente questa interpretazione è equilibrata; infatti la seconda parte del nostro emendamento va ad interpretare il concetto di discriminazione e quindi sì, Pag. 65questa seconda parte è realmente sovrapponibile al testo dell'emendamento che è stato approvato in precedenza. Bene, questo emendamento che noi abbiamo presentato, però, va valutato complessivamente. Devo dire che era stato predisposto proprio perché ci fosse una figura di scriminante. Dal punto di vista penalistico, in sostanza, erano individuati alcuni comportamenti che, pur rientrando astrattamente nell'alveo della norma principale della fattispecie di reato, dovevano, per determinati ragioni specificate nell'emendamento, essere escluse dalla punibilità. Questo secondo noi era il modo di procedere più giusto dal punto di vista giuridico. Si è preferito, invece, attraverso l'aggancio tra due proposte emendative, quella di Verini e quella di Gitti, arrivare non tanto ad una norma equilibrata, ma ad un accordo politico fatto in modo un po’ raffazzonato.
Ciò se si pensa che in Commissione, tra l'emendamento Verini e quello Gitti, si è partiti da un «ovvero», una disgiuntiva, e a questo ovvero è stato aggiunto anche un «anche se». Ora, non si riusciranno a capire i comportamenti e le condotte previste da Gitti, cioè se saranno ricomprese e riagganciabili a quello di Verini o se saranno condotte alternative. Questo sarà lasciato sicuramente all'interprete, sarà lasciato al magistrato. Ci saranno mille eccezioni sui processi in corso. Lo dico a tutti coloro che magari hanno dei processi in corso come persone offese o come parti civili relative alla Mancino, perché è chiaro che l'emendamento che avete approvato prima rientra nell'alveo della Mancino e va ad agganciarsi a tutto questo. Noi avevamo chiesto due cose: o di aggiungere un concetto con «apertamente» o «univocamente», o comunque un qualche cosa che rafforzasse semplicemente l'indagine dell'interprete sulla valenza della norma e sulla condotta – e questo mi pare che non avrebbe assolutamente inciso sui processi in corso –, oppure questo emendamento, che è dotato di una forza scriminante. Andare a fare ciò semplicemente attraverso una norma di interpretazione alla quale ne è agganciata un'altra tutt'altro che omogenea creerà veramente molti problemi. Sono convinto anche di una cosa, che aver fatto questo significa avere inchiodato la legge. Ho visto tanti abbracci e tante esultanze oggi. Sicuramente sarà un atto importante per gli archivi di questo ramo del Parlamento, ma sono convinto che al Senato questo provvedimento verrà non soltanto vivisezionato ma sarà oggetto di palesi e pesanti modifiche. Mi chiedo: non sarebbe stato meglio, forse, accedere a qualche modifica più equilibrata, a raggiungere un consenso politico più ampio che reggesse anche all'urto del Senato ? Ebbene, avete preferito piantare una bandiera. Ma mi permetta di dire ancora una cosa, Presidente. Io, in Commissione, ho votato convintamente la norma relativa alla fattispecie autonoma di reato; mi sono state cambiate le carte in tavola usciti dalla Commissione. Io penso che probabilmente, dovessi tornare indietro, un'apertura di credito nei confronti dei colleghi di maggioranza del Partito Democratico non verrebbe ripetuta sotto questo profilo. Ne risponderò sicuramente ai miei colleghi di gruppo, che mi hanno dato fiducia nei rapporti, ma probabilmente anche il nostro atteggiamento, da domani, in Commissione giustizia, muterà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, cercherò di essere il più breve possibile e parlerò del merito di questo emendamento collegandomi però a quanto successo precedentemente, cioè al fatto che quest'Aula, così come questa società e questo mondo in cui viviamo, ha costretto ancora una volta una persona diversa rispetto all'omologazione di un sistema a dover dire palesemente le sue scelte sessuali. Io credo che sia vergognoso ed indegno che il collega Scalfarotto abbia dovuto pronunciare parole che non hanno nulla di così sconcio o scabroso ma che comunque fanno parte del suo essere e della sua...
Pag. 66PRESIDENTE. Onorevole Argentin, aiuti la Presidenza, cerchiamo di stare sull'emendamento.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, arrivo all'emendamento, dicendo che è assolutamente fasullo immaginare... Però, mi lasci dire solo una cosa, Presidente. Questa mattina si è parlato continuamente del fatto che per i gay, per gli ebrei, per altri o per gli stessi disabili dovevano esserci delle tutele o delle garanzie. Io vorrei capire per quale motivo associate le diversità cercando di tutelarle quando ognuno è se stesso e ogni individuo deve poter esprimere i suoi limiti in modo diverso. Questa è la vera strumentalizzazione. Questa è la vera demagogia.
Per quanto riguarda l'emendamento Verini 1.61, Presidente, le dico onestamente: questa legge la dobbiamo portare a casa; e questo emendamento, condiviso o meno che sia, deve concedere pari opportunità a chi le rivendica e deve trovare una tutela normativa. Che sia questa, anche accettata con dei compromessi, non ha il senso di dare dei compromessi partitici, ma dei compromessi politici che permettano ai soggetti che vivono situazioni, ripeto, di diversità, e quindi non di disagio... Perché, fatecelo dire, altrimenti continuiamo a dire che siamo tutti uguali, e poi alla fine non è vero per niente: allora, ve lo diciamo noi che non è vero per niente ! Siamo tutti diversi, ognuno dall'altro. E quindi anche chi porta avanti una legge o una prospettiva per la rivendicazione di un diritto e di una tutela, non deve esprimere se stesso nel modo in cui è stato costretto il collega Scalfarotto, che ha ben altre cose da insegnare e sulle quali poterci dare indicazioni per un vivere comune migliore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balduzzi. Ne ha facoltà.
RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, intervengo anzitutto per manifestare adesione alla decisione della Presidenza, di considerare ammissibile, e quindi ammissibile alla votazione, il primo periodo dell'emendamento Costa 1.66, costituendo tecnicamente una scriminante, mentre l'emendamento Verini 1.61, così come il secondo periodo dell'emendamento Costa 1.66, definisce semplicemente riduttivamente la fattispecie, ma non costituisce scriminante. Quindi questo fa sì che, pur essendovi degli intrecci fra i due disposti, di per sé l'emendamento, anche a mio parere, sia assolutamente da porre in votazione.
Volevo poi approfittare per rassicurare, per quanto di mia conoscenza, i colleghi relativamente alle disarmonie messe in rilievo dall'intervento dell'onorevole Costa. Quell’«ovvero anche se assunte», che è il nesso tra l'originario emendamento Verini 1.61 e il subemendamento, non è fonte di problemi interpretativi per quanto riguarda la disgiuntiva «ovvero»: è semmai discutibile sotto il profilo dell'eleganza lessicale per via di quell’«anche se», ma questo non toglie nulla dal punto di vista della sostanza normativa; tanto più se – lo ricordo all'onorevole Costa, naturalmente – si va a vedere da dove nasce quel subemendamento, che è l'introduzione di un precedente emendamento 1.72, a firma mia e del collega Gigli, per la parte finale, che i colleghi che hanno operato l'inserimento (Gitti) hanno dovuto legare tra di loro. Quindi, dal punto di vista tecnico è qualche cosa che semmai può essere lessicalmente lievemente disarmonico, ma non è assolutamente fonte di problematiche interpretative.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, così come chiarito riguardo alla parte riammessa dalla valutazione della Presidenza, sull'emendamento Costa 1.66, con il parere contrario della Commissione, mentre il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Epifani, Chiarelli, Ventricelli, Dellai, Tripiedi, Dambruoso, Ferrari, Bergamini, Lorefice...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 413
Maggioranza 207
Voti favorevoli 54
Voti contrari 359
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pagano 1.38, per la parte non assorbita – che è la stragrande maggioranza – dalla precedente votazione dell'emendamento Verini, in particolare la parte assorbita è al punto 4), «la manifestazione di opinione». Questa parte è assorbita, quindi non viene posta in votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, io desideravo fare una puntualizzazione, è inutile riprendere l'argomento del mio emendamento perché larghe parti di esso sono state già riprese nel ragionamento di poco fa fatto da Costa, però io devo rilevare un aspetto politico che secondo me è interessante, e finora nessuno lo ha fatto.
L'onorevole Scalfarotto, nel suo appassionato intervento di poc'anzi in discussione dell'emendamento 1.61 parlava di «mesi di lavoro e di ascolto». Mi si consentirà di dire che tutto avete fatto tranne che ascoltare e vorrei spiegare un attimo che cos’è accaduto durante l’iter parlamentare. Primo: nel corso della seduta notturna in Commissione non è stata data la possibilità di dibattere per ben due volte gli emendamenti presentati, la seconda volta addirittura è stata presentata una proposta di contingentamento che ha strozzato il dibattito. Secondo: anche per la discussione in seduta notturna in Aula c’è stata un'ennesima anomalia; c'era bisogno di farlo di notte il 5 agosto ? Terzo: non sono state recuperate le osservazioni della Commissione affari costituzionali, di cui abbiamo parlato in lungo e in largo, fatto gravissimo che inficerà questa legge. Quarto: anche questo dibattito in Aula, con un contingentamento ridottissimo (novanta minuti soltanto per tutto il gruppo del PdL e in proporzione a tutti gli altri) sta dimostrando che un argomento così importante è stato asciugato per approvarlo il prima possibile. Eppure l'argomento avrebbe meritato un dibattito ampio per le sensibilità diverse avvertite; il confronto avrebbe prodotto una crescita. Tutto questo all'interno di una logica che tutto si può definire tranne che di «ascolto».
C’è stata la volontà pervicace di un gruppo forte, l'avete dimostrato da un punto di vista politico, una lobby che vi sta dietro, forte al punto che qui, quando si citano alcuni personaggi, c’è silenzio in Aula per sentire cosa dicono. Questo è stato l'andazzo dei lavori.
Io penso invece, onorevole Scalfarotto, che sia stato molto più pregnante la sua affermazione del 26 agosto sul sito dell’Espresso (e l'ho ammirata per la chiarezza del suo intervento). In esso – qui mi rivolgo agli amici di Scelta Civica e anche al nostro partito – lei è stato di una chiarezza esemplare, perché ha detto sostanzialmente due cose: la prima è che, stante la difficoltà di questa legge (la romanzo un po’ per sintetizzare un po’ l'intervento) era indispensabile la partecipazione di tutti perché è una legge complessa – io aggiungo, lo dico io, incostituzionale e illiberale. Ecco perché si è cercato a tutti i costi l'accordo, costi quel che costi, con i moderati. Noi del PdL non siamo caduti nel tranello, Scelta Civica evidentemente sì.
Il secondo aspetto è ancora più interessante: quando Scalfarotto risponde espressamente, a fronte di una domanda ben precisa «questa è una legge insoddisfacente», dice di «no» e lo spiega bene, con onestà intellettuale. Ha detto esattamente il contrario e cioé, dopo questa legge arriveranno leggi su genitore 1 e genitore 2, nozze gay, adozioni gay e via di questo passo.Pag. 68
Questo è il percorso che tutti coloro che in questo momento ci stanno ascoltando, non soltanto in quest'Aula ma anche nel Paese intero, più di quelli che noi possiamo immaginare, devono capire al fine poi, nella seconda puntata, nel secondo tempo di questa partita virtuale di calcio, di poter fare qualcosa di utile per ristabilire la verità e per far capire realmente quali sono gli obiettivi concreti di questo progetto ideologico: il progetto rivoluzionario gender.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balduzzi. Ne ha facoltà.
RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, prendo la parola perché un passaggio dell'intervento testè svolto mi ha molto colpito, nel senso che io, fino a questo momento, ero convinto che lo sforzo che è stato fatto da molti dei deputati e delle deputate di dare un senso forte all'essere in una società pluralista – e, quindi, del cercare insieme quella soluzione comune, meno lontana da quella base che, inevitabilmente, in una società pluralista, è la base costituzionale e la base su cui si può fondare una convivenza civile – corrispondesse ad una buona nozione di pluralismo perché ce ne può essere anche un'altra, quella, secondo cui il pluralismo è semplicemente prendere atto della diversità e poi lasciare al voto e ai numeri le conseguenze.
Sono rimasto – lo dico non come argomento retorico – molto stupito nell'apprendere che, a giudizio di un parlamentare, verso cui va comunque la mia stima, questo atteggiamento sarebbe cadere in un tranello. Io questo, Presidente, non lo accetto proprio. Se stare in una società pluralista e cercare insieme ciò che ci può unire è cadere in un tranello, credo che questo non corrisponda al mio modo di sentire e voglio sperare anche al modo di sentire di buona parte di questa Assemblea. Soltanto questo, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Signor Presidente, volevo ricordare ai colleghi che temono il cosiddetto «piano inclinato», cioè che ora votiamo una legge, che è una legge sulle discriminazioni, ma domani può essere una legge sui matrimoni gay, sulle adozioni e così via, che le forze politiche, le forze sociali e i cittadini devono governare i processi, non esserne governati, quindi noi oggi stiamo votando, attraverso questi emendamenti, una visione, una visione di un Paese civile...
PRESIDENTE. Onorevole Santerini, le chiedo scusa. Devo ribadire anche a lei che stiamo parlando di un emendamento specifico. Se riapriamo un dibattito di carattere generale a titolo personale poi... Quindi, la pregherei di concludere parlando dell'emendamento. Lo dico anche perché ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto anche l'onorevole Binetti che segue, così si prepara sull'emendamento.
MILENA SANTERINI. Quindi, questo accordo PD-Scelta Civica non è affatto un accordo al ribasso, ma è esattamente di mettere un punto sull'aspetto discriminatorio a cui mettere un freno, senza necessariamente arrivare ad altre conclusioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, se, da una parte, anch'io conservo il dubbio che questa legge possa, a sua volta, essere l'occasione di un «piano inclinato», così come peraltro è successo nelle legislature in Europa in tanti altri Paesi, nello stesso tempo, però, per rispondere alla sollecitazione degli amici del PdL, direi che, per questo stesso motivo, mi sarei aspettata una presenza massiccia, continuata, convinta e costante in tutte quante le operazioni Pag. 69di voto. Mentre invece vedo che lì a destra praticamente si è totalmente svuotata...
PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Binetti. Le avevo chiesto per favore di intervenire sul merito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, mi sembra, quanto meno, irrispettoso nei nostri confronti, ma soprattutto nei confronti dei cittadini italiani che, in un momento in cui si vota una legge che il Paese e le persone aspettano da vent'anni, un intero gruppo politico, il PdL, sia assente...
PRESIDENTE. Onorevole Chimienti, la prego. Non le sto togliendo la parola, ma la sto pregando esattamente di fare quello che ho chiesto di fare agli altri che l'hanno preceduta.
Non stiamo commentando le presenze o le assenze di qualcuno, ma stiamo intervenendo sull'emendamento Pagano 1.38. Se lei interviene per dichiarazione di voto a titolo personale su questo, io continuo a darle la parola, altrimenti gliela tolgo. Grazie.
SILVIA CHIMIENTI. Va bene, era solo un cenno alla serietà e all'interesse con cui si conducono i lavori in quest'Aula. In ogni caso, questi emendamenti all'interno di questo dibattito, che sta andando ormai nella direzione di tutelare la «libertà di insulto», sono per noi particolarmente preoccupanti, perché vanno a disciplinare l'organizzazione degli istituti scolastici e universitari e l'attività di ricerca. Ebbene, quindi si vorrebbe arrivare a sostenere che proprio nelle scuole e nelle università, i luoghi in cui formeremo i cittadini di domani, espressioni come «i gay sono malati» oppure «l'omosessualità è contro natura» non costituiranno in alcun modo atti di discriminazione. Noi riteniamo che il contenuto di questo emendamento vada denunciato pubblicamente, proprio perché la scuola e i luoghi come l'università sono i luoghi per eccellenza dell'inclusione e dell'integrazione e dovrebbero formare cittadini liberi, consapevoli e rispettosi della dignità dell'essere umano e non persone barricate dietro un ottuso e cieco formalismo, come molti qui presenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Onorevole Chimienti, le chiedo scusa, le ho detto che il suo intervento era a titolo personale, invece lei ha cinque minuti. Lei ha la possibilità di parlare cinque minuti per il gruppo, io le ho dato un'indicazione sbagliata, dicendo che il suo intervento era a titolo personale. Quindi, se intende farlo può concludere il suo intervento.
SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, concludo qui.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Signor Presidente, intervengo soltanto per dire che la collega avrebbe censurato, in nome del politicamente corretto e in nome di questa legge, che per carità non prevede reati di opinione, Lacan, Freud e un'ampia scuola psicanalitica e non solo, che dice cose scorrettisime da questo punto di vista. Io credo che noi dobbiamo insegnare prima di tutto la libertà di pensiero e la capacità di pensare con la propria testa ai nostri figli e non i divieti di espressione e i limiti, tutto in nome del politicamente corretto. L'onorevole Ferranti ci tiene tanto a dire che non è una legge sul reato di opinione, ma sull'istigazione e sulla discriminazione. Questo lo sappiamo, abbiamo il testo sotto mano, ma allora perché sull'emendamento Verini stiamo discutendo da un'ora proprio di questo ?
PRESIDENTE. No, veramente stiamo discutendo dell'emendamento Pagano 1.38. L'emendamento Verini l'abbiamo già approvato. La ringrazio onorevole Roccella.
Pag. 70 PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pagano 1.38, per la parte non assorbita, con il parere contrario della Commissione, su cui il Governo si rimette alla Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ventricelli, Bressa, Zoggia, Fossati, Paris, Dellai...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 430
Maggioranza 216
Voti favorevoli 64
Voti contrari 366
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pagano 1.39, con il parere contrario della Commissione, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ventricelli, Misiani, Marazziti, Bargero, Epifani, Folino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 431
Maggioranza 216
Voti favorevoli 61
Voti contrari 370
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 1.70, con il parere contrario della Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Abbiamo votato tutti ? Paris Chaouki, Ventricelli, Colonnese, Della Valle, Agostinelli... Colonnese ancora non riesce a votare... Chaouki ancora non riesce e neanche il segretario Epifani... ecco... Mi pare che abbiamo votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 433
Maggioranza 217
Voti favorevoli 120
Voti contrari 313
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Businarolo 1.71.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turco. Ne ha facoltà.
TANCREDI TURCO. Signor Presidente, vorrei semplicemente illustrare questo emendamento che non ha altro fine e scopo se non quello di dare una definizione dei termini omofobia e transfobia. Il MoVimento 5 Stelle ha il dovere, con i suoi emendamenti, di far presente che sarebbe stato preferibile rimanere con la dizione originaria riguardante l'orientamento sessuale e l'identità di genere. Va però detto che i termini omofobia e transfobia possono, sulla scorta di un'approfondita analisi, reggere alle temute censure di incostituzionalità per asserite genericità e indeterminatezza della loro portata semantica e del loro significato. Per superare queste censure occorre definire i due termini in maniera precisa e dettagliata, e questo è il senso di questo emendamento. Una legge penale interna che si richiami a definizioni o espressioni fatte proprie dagli atti di diritto internazionale, se pur non vincolanti, che ora citerò, acquisterebbe un coefficiente di pregnanza definitoria Pag. 71tale da poter reggere ad asserite censure di incostituzionalità. Mi preme quindi riportare ed elencare questi atti: la raccomandazione n. 1635 del 2003 dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa in materia di persone lesbiche e gay nello sport (i paragrafi 6, 7, 8 e 10 citano espressamente il termine omofobia e lo paragonano al razzismo); la risoluzione del Parlamento europeo del 18 gennaio 2006; la raccomandazione n. 211 del 2007 del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa, sulla libertà di assemblea e di espressione per le persone LGBT (al quinto paragrafo vi è un esplicito riferimento al fenomeno dell'omofobia); la raccomandazione n. 5 del 2010 del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa (il quarto paragrafo delle premesse richiama i fenomeni secolari di omofobia e di transfobia e ne fornisce anche una definizione sotto forma di elenco); la risoluzione n. 1728 del 2010 dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa sulla discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere (il paragrafo 8 menziona l'omofobia e la violenza omofobica); il Report annuale dell'Alto commissariato ONU per i diritti umani presentato all'Assemblea generale dell'ONU, sessione per i diritti umani del 2011 ( ai paragrafi da 20 a 23 si fa più volte riferimento alla violenza omofobica o transfobica); infine, le Linee guida per la promozione e la tutela del godimento dei diritti umani da parte delle persone LGBT del Consiglio dei Ministri per gli affari esteri del Consiglio d'Europa del 24 giugno 2013 (al paragrafo 24 si parla della violenza LGBTfobica, mentre al paragrafo 25 si fa riferimento alla violenza transfobica). In definitiva, questi riferimenti puntuali e mai generici, contenuti in atti normativi non vincolanti, ma di sicura presa per le legislazioni nazionali, contribuiscono in maniera decisiva a rendere le nozioni di omofobia e di transfobia internazionalmente riconosciute, ben determinate e precise, tali da poter essere assimilate anche da parte della nostra legislazione interna.
La questione riguardante un loro presunto grado di imprecisione e indeterminatezza ai fini dell'applicazione della legge penale, perciò, si restringe sempre più con il crescere dell'elenco di tali atti internazionali, finendo per assumere sempre meno una valenza tecnica e sempre più un coefficiente di volontà, o meglio di mancanza di volontà politica, nell'includere i termini più idonei che sono, e restano comunque, «orientamento sessuale» e «identità di genere» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 1.71, con il parere contrario della Commissione e su cui il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Brandolin...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Voti favorevoli 124
Voti contrari 304
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zan 1.83, con il parere contrario della Commissione e su cui il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Folino, Murer, Ferro, Paris, Gregori, Gribaudo, Censore...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 429
Votanti 427
Astenuti 2
Maggioranza 214
Voti favorevoli 120
Voti contrari 307
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pagano 1.36, con il parere contrario della Commissione e su cui il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gregori, Ribaudo, Paris, Gribaudo, Ventricelli, Malisani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 435
Votanti 433
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato sì 56
Hanno votato no 377.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Cominardi ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Businarolo 1.67.
Avverto che anche tale proposta emendativa, ad una più attenta valutazione, è sottoponibile a scrutinio segreto. Quindi verrà votata a scrutinio segreto, con il parere contrario del relatore e su cui il Governo si rimette all'Aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Businarolo. Ne ha facoltà.
FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, questo emendamento è inerente alla rieducazione del condannato come pena accessoria. È un emendamento di civiltà. Dobbiamo chiederci che tipo di società vogliamo costruire per gli italiani e le future generazioni. Il MoVimento 5 Stelle, pur riconoscendo la gravità di un reato quale quello legato all'omotransfobia, con questo emendamento vuole dare un segnale chiaro.
L'intento non è soltanto punire penalmente chi commette atti di violenza nei confronti della comunità LGBT, ma quello di costruire, progettare, una società fondata sul rispetto della pluralità e non sull'odio. L'omotransfobia, oltre ad essere una condotta penale, che va normata adeguatamente, è anche una paura irrazionale. Noi abbiamo il dovere come legislatori di permettere al detenuto di sviluppare una nuova sensibilità e conoscenza di queste tematiche attraverso il lavoro di volontariato presso associazioni di tutela delle persone omosessuali, bisessuali, transessuali e transgender. Il MoVimento 5 Stelle ha più volte dibattuto questo punto focale già presente nella proposta di legge n. 245 firmata da più di duecentoventi deputati, che si sono dimostrati però sordi nei confronti della progettualità di una società che preveda strumenti idonei quali questo tipo di pena accessoria. Ci chiediamo, quindi, quale sia la volontà politica di questa maggioranza, oltre ad avere svuotato il testo iniziale dei termini più idonei come «orientamento sessuale» e «identità di genere» rendendo le persone LGBT dei semplici reati di omofobia e transfobia svilendo il riconoscimento giuridico dell'individuo. Spagna, Honduras, Sudafrica, Brasile, Germania, Olanda, Uruguay sono alcuni dei Paesi che hanno adottato politiche adeguate, volte a costruire una società futura nel rispetto dei diritti umani, come cita il report annuale dell'Alto commissariato ONU dei diritti umani. Ci sono Stati che interagiscono anche sul livello scolastico in ambito LGBT.
Cari colleghi, e mi rivolgo in particolare ai firmatari del testo iniziale della proposta n. 245, avete il dovere civico e morale di appoggiare un emendamento costruttivo, plurale, volto alla pedagogia della tematica che punta al cuore della società nel senso più umano del termine. Il vostro ruolo è essenziale, non siate pedine di questa scacchiera politica. Siate consapevoli e coscienti che la società omofoba e transfobica non cambierà con la semplice reclusione. La cambieremo soltanto con la conoscenza, con la cultura della diversità, Pag. 73con l'esempio anche vostro di voler edificare un testo realmente proiettato verso i diritti umani e universali dell'individuo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Signor Presidente, lo faccio con estrema brevità. Onorevole Businarolo, voi avete come MoVimento 5 Stelle l'attenzione a proporre emendamenti di questo tipo su ogni provvedimento di carattere penale. Noi abbiamo votato praticamente tutto quello che è stato proposto, però «un'attività non retribuita in favore della collettività» da svolgersi al termine dell'espiazione della pena: al termine dell'espiazione della pena, secondo me, neanche in «Arcipelago Gulag» succede (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ! Cioè si estingue la pena e poi non è che c’è qualcos'altro. Quindi noi votiamo contro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 1.67, con il parere contrario dalla Commissione, e su cui il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Paris... Ventricelli... Brunetta... Dellai... Ricciatti... Catania... Segoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 427
Maggioranza 214
Voti favorevoli 90
Voti contrari 337
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Rosato ha segnalato che non è riuscito a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Businarolo 1.68.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, questo emendamento è per noi di vitale importanza. Potremmo dire che è l'architrave su cui si deve necessariamente fondare una vera legge contro l'omofobia e la transfobia secondo il parere unanime delle associazioni LGBT, che sono i veri interlocutori che il MoVimento 5 Stelle ha ascoltato nella stesura degli emendamenti durante l'esame della legge.
La «legge Mancino-Reale» del 1993, che andiamo ad integrare con questo emendamento, prevede all'articolo 3 che i reati commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso vengano puniti con una pena aumentata fino alla metà. Con l'emendamento in questione noi chiediamo semplicemente che a questo elenco di motivi vengano aggiunti la discriminazione e l'odio motivati da omofobia e transfobia e che dunque la circostanza aggravante sia estesa anche ai reati commessi per motivi discriminatori fondati sull'orientamento sessuale, un proposito che era già contenuto nella proposta di legge n. 245, sottoscritta da ben 220 deputati ed ora inspiegabilmente scomparso dal testo base.
Il nuovo testo, così com’è stato licenziato dalla Commissione giustizia nella sua attuale versione, senza l'aggravante, stabilirebbe infatti che tra le minoranze oggettivamente colpite da violenza di matrice discriminatoria ce n’è una che viene tutelata meno delle altre, un messaggio gravissimo ed anticostituzionale, che viola in modo palese l'articolo 3 della nostra Carta e che sì, in questo caso meriterebbe che si votasse la pregiudiziale di costituzionalità. Chi voterà contro questo emendamento, dopo averlo già fatto in Commissione, dovrà quindi ammettere di fronte a quest'Aula e al Paese che ritiene la minoranza omosessuale e trans meno meritevole di Pag. 74protezione rispetto a tutte le altre, già tutelate dalla «legge Mancino» attraverso la citata previsione dell'aggravante.
Durante la discussione sulle linee generali, ma anche oggi, sono stati palesati timori infondati circa la messa in pericolo della libertà di opinione da parte di una legge che includesse nel suo articolato l'aggravante, ma non si è spiegato per quale motivo la «legge Mancino» violerebbe questa libertà solo se applicata ai reati commessi sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere e non invece in tutti gli altri casi. Risulta evidente che la scomparsa dell'aggravante sia figlia dell'ennesimo compromesso tra PD e PdL. E allora, con questo voto chiederemo davvero che per una volta, trattandosi di diritti civili, sia la vostra coscienza individuale a prevalere sulle insane logiche delle larghe intese, per evitare che la legge, come molti provvedimenti fin qui approvati dal Governo, sia una semplice scatola vuota, magari ben infiocchettata, ma tristemente vuota (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 1.68, con parere contrario della Commissione mentre il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Paris... Giacomelli... Schirò Planeta... Gitti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 434
Maggioranza 218
Voti favorevoli 119
Voti contrari 315
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione della seconda parte dell'emendamento Verini 1.61.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, mi pare che questo sia un voto fondamentale nell'ambito di questo provvedimento, perché è il voto che porta il nostro Paese ad avere una disciplina giuridica della materia assolutamente diversa rispetto agli altri Paesi d'Europa. Infatti è vero che in Europa c’è una tutela in molti Paesi, però laddove c’è la tutela attraverso una fattispecie di reato, non c’è l'aggravante; laddove c’è l'aggravante, non c’è la fattispecie autonoma di reato. Noi abbiamo aderito a questa linea ed abbiamo approfondito il tema della fattispecie di reato, e ci è costato molto. Oggi, per volerne fare una bandiera, arriviamo ad aggravare questa norma.
Arriviamo a stabilire, tanto per fare un esempio, che una diffamazione nei confronti di un soggetto omosessuale procede d'ufficio e, soprattutto, la querela è irrevocabile. Nei confronti di tutta un'altra serie di soggetti, la querela è revocabile e per procedere è necessaria la condizione di procedibilità. Noi abbiamo chiesto una cosa e non c’è stata concessa. Abbiamo chiesto che se proprio aggravante doveva essere, fosse almeno quell'aggravante sulla quale il dibattito si era incentrato nella scorsa legislatura. Un'aggravante che ricomprendesse tutta una serie di reati, ma non, ad esempio, quelli contro l'onore. Non, ad esempio, quei reati per i quali è prevista la procedibilità a querela.
Andatevi a vedere l'articolo 6 della «legge Mancino» e nell'articolo 6 della «legge Mancino» troverete tutti gli appesantimenti normativi che derivano dall'approvazione di questa aggravante. Questo è il punto che ha rafforzato il nostro dissenso su questo testo. Abbiamo cercato con tutta una serie di accorgimenti e di proposte di mediazione di arrivare ad un'intesa. Io mi chiedo con quale spirito i colleghi di Scelta Civica, all'interno dei quali moltissimi nella scorsa legislatura avevano evidenziato delle tesi addirittura Pag. 75negative nei confronti dell'aggravante comune, possano votare questo testo. Io sono favorevole a una tutela nei confronti delle discriminazioni, a una tutela nei confronti degli atti di odio e dell'istigazione all'odio. È evidente, però, che le norme devono essere sistematiche ed equilibrate all'interno del nostro sistema, e questa norma è una norma che nel nostro sistema ha una lucetta rossa, una lucetta rossa perché si vuole dare una tutela che è totalmente asistematica.
Io ho invitato, con vari interventi, come hanno fatto anche colleghi del mio gruppo, a cercare di trovare una mediazione. Sono contrario agli integralismi contro questa legge. L'ho detto in molti casi e mi sono assunto le responsabilità, anche nell'ambito della Commissione. Però è bene anche che questa legge non venga agitata come una bandiera da portare avanti – poi per non approvare, perché poi non si approverà così facendo – di fronte a certe associazioni che chiedono soltanto l'approfondimento parlamentare. Io penso che le priorità in questa fase nel nostro Paese siano altre, però è giusto discutere di queste cose. È fondamentale anche discutere di diritti civili. È bene farlo, però, in modo equilibrato. Questo non c’è stato in questa fase e l'emendamento che andiamo ad approvare ora ne è la totale, assoluta, chiara e trasparente dimostrazione.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, desidero informarvi che si trova in visita presso la Camera dei deputati e sta assistendo ai nostri lavori una delegazione della Camera dei rappresentanti giapponese guidata dal presidente della Commissione affari costituzionali, Koichi Takemasa. A loro il saluto della Presidenza e dell'Assemblea. Grazie (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, per ribadire il «no» convinto della Lega Nord all'emendamento Verini 1.61. È un «no» sull'aggravante speciale della «legge Mancino». È un «no» alla fattispecie autonoma di reato che siete andati ad introdurre. Da parte nostra c'era la disponibilità al confronto sull'aggravante comune ex articolo 61. Avete chiuso la porta in faccia ad ogni tipo di confronto e ad ogni tipo di dibattito. Sono tre giorni che stiamo discutendo in questo Parlamento della legge sull'omofobia. Il dibattito sui diritti civili individuali rappresenta sicuramente un'opportunità di questo Paese e di questo Parlamento, ma io credo che oggi il Paese reale, il Paese che soffre, il Paese rispetto al quale ancora oggi il dibattito sull'IVA è stato rinviato in Consiglio dei ministri, il Paese reale, le imprese, le aziende vi ringraziano e ringraziano questo Parlamento per aver dedicato settantadue ore del proprio tempo a discutere su un problema serio, ma che non rappresenta sicuramente la priorità del nostro Paese e del Nord del Paese in modo particolare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, io credo che sia facile presagire che questa aggravante, che costituisce una scelta davvero molto pesante da parte di chi si occupa di giustizia, non potrà essere confermata dal Senato. Lo dico con molta chiarezza e con molta consapevolezza, perché basterà leggere – e qualcuno dovrebbe farlo – il testo della «legge Reale-Mancino», agli articoli 6 e 7, e tutto quello che, poi, riviene di speciale e di specifico rispetto a questa legge, per capire che non è possibile estendere tout court, senza alcuna riflessione, un'aggravante del genere ad una casistica che non ha niente a che spartire con quell'aggravante. Ma che dobbiamo fare ? L'ideologia prevale sul buonsenso e sul senso della legge (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulla seconda parte dell'emendamento Verini 1.61, con il Pag. 76parere favorevole della Commissione mentre il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gribaudo, Fregolent, Ventricelli, Fossati... Abbiamo votato tutti ? Palazzotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 433
Maggioranza 217
Voti favorevoli 354
Voti contrari 79 .
La Camera approva (Vedi votazioni).
Avverto che, a seguito dell'approvazione della seconda parte dell'emendamento Verini 1.61, risultano assorbiti gli identici emendamenti Zan 1.65 e Locatelli 1.88.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gregori, Gribaudo, Murer, Bellanova, Brunetta, Pesco... Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 434
Votanti 324
Astenuti 110
Maggioranza 163
Voti favorevoli 244
Voti contrari 80.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Il deputato Pesco ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Marzano 1.02, con il parere favorevole della Commissione mentre il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gribaudo, Bragantini... Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 431
Votanti 429
Astenuti 2
Maggioranza 215
Hanno votato sì 365
Hanno votato no 64.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame degli ordini del giorno – A.C. 245-280-1071-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 245-280-1071-A).
Colleghi, se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MARIA CECILIA GUERRA, Viceministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sui primi dieci ordini del giorno perché, anche nel caso in cui i dispositivi fossero accettabili da parte del Governo, non lo sono i presupposti espressi nelle motivazioni. Il Governo esprime, invece, parere positivo sull'ordine del giorno Marzano n. 9/245-A/11.
PRESIDENTE. A questo punto passiamo al voto sugli ordini del giorno.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Molteni n. 9/245-A/1.
Onorevole Molteni, sempre per l'economia dei lavori le ricordo che al suo gruppo sono rimasti 4 minuti per tutti gli ordini del giorno. La volevo informare di questo, siccome sono quasi tutti del gruppo della Lega Nord.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, questo ordine del giorno si inserisce all'interno del dibattito e delle posizioni che abbiamo assunto durante tutto il dibattito nell'Aula. Vogliamo e chiediamo con questo ordine del giorno, rispetto al quale ci auguriamo che il Governo possa cambiare il proprio parere, che venga riconosciuta quella libertà di pensiero, di opinione e anche di critica, perché no, che sono principi e valori fondanti della nostra Carta costituzionale. Riteniamo, evidentemente, e mi dispiace che il collega Zan non condivida la tutela dei principi costituzionali sanciti nella nostra Carta costituzionale, che con questa legge si vada a creare un vero e proprio reato di opinione che limita, chiude e uccide qualunque possibilità di libera manifestazione del pensiero. Tant’è che ci richiamiamo all'articolo 21 della Carta costituzionale che a nostro avviso rimane uno di quegli articoli che questa norma, insieme all'articolo 3 sul principio di uguaglianza, viola e mina fortemente.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Molteni insiste per la votazione dell'ordine del giorno n. 9/245-A/1, su cui il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molteni n. 9/245-A/1, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Misiani, Stumpo, Di Vita...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 419
Votanti 418
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato sì 63
Hanno votato no 355.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Buonanno n. 9/245-A/2, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ventricelli, Gribaudo, Gregori, Rizzetto, Grillo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 421
Votanti 418
Astenuti 3
Maggioranza 210
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 396.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/245-A/3, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cova, Frusone, Dellai, Della Valle...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 432
Votanti 431
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato sì 19
Hanno votato no 412.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/245-A/4, non accettato dal Governo.
MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, intanto volevo dire ai colleghi che è stato appena bocciato un ordine del giorno che impegnava il Governo ad assumere iniziative per agire sul piano principale Pag. 78formativo e culturale, comprese le istituzioni scolastiche, per combattere ogni forma di discriminazione. Dunque, non mi sembrava un ordine del giorno così negativo. Con quello che ho presentato io, per quanto riguarda la parte dell'impegno, si chiede semplicemente di assumere con urgenza provvedimenti normativi atti a garantire l'espressione della libertà di opinione e della libertà religiosa, principi fondamentali della Costituzione. Ciò perché se questo provvedimento non è contro il diritto di opinione e la libertà di pensiero, che è tutelata da Costituzioni e da tantissimi altri Trattati, anche internazionali, un impegno simile, con il quale si dice semplicemente di fare ulteriori provvedimenti per far sì che questa libertà di opinione, qualsiasi siano le opinioni, possa essere tutelata...
PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, devo toglierle la parola, perché la Lega ha esaurito tutti i tempi a disposizione, compreso il tempo aggiuntivo.
MATTEO BRAGANTINI. Ma su una tematica così importante, almeno tre secondi per illustrare la libertà di opinione.
PRESIDENTE. Lo so, mi rendo conto. Dura lex, sed lex, onorevole Bragantini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/245-A/4, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ventricelli, Cristian Iannuzzi, Gelmini, Tidei, Gregori, Bressa, Costantino, Paola Bragantini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 431
Votanti 430
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato sì 25
Hanno votato no 405.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/245-A/5.
EMANUELE PRATAVIERA. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Prataviera, il suo gruppo ha concluso purtroppo i tempi, non posso darle la parola.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, a titolo personale.
PRESIDENTE. A titolo personale senz'altro. Ne ha facoltà, per un minuto.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, ci tenevo personalmente a spiegare il contenuto di questo ordine del giorno, perché con questo provvedimento si vuole mortificare la diversità di opinione attraverso l'introduzione del reato di opinione e andando così a ledere l'articolo 21 della Costituzione. In più, la pena prevista è addirittura la privazione della libertà personale con la reclusione. Quindi, noi chiederemo di impegnare il Governo a valutare gli effetti applicativi delle norme citate in premessa al fine di valutare l'opportunità di assumere ulteriori provvedimenti normativi atti a modificare le norme previste, quindi la Reale e la Mancino, affinché siano previste solo pene pecuniarie dell'ammenda o della multa con esclusione delle pene edittali della privazione della libertà.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/245-A/5, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Segoni, Ventricelli, Gregori, Madia...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 79
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 434
Votanti 431
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato sì 19
Hanno votato no 412.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rondini n. 9/245-A/6, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Paris, Brunetta, Gribaudo, Leva, Garavini, Guidesi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 430
Maggioranza 216
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 408.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/245-A/7, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Paris, Ventricelli, Guidesi, Ginefra...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 432
Votanti 429
Astenuti 3
Maggioranza 215
Hanno votato sì 20
Hanno votato no 409.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/245-A/8, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 428
Votanti 426
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato sì 20
Hanno votato no 406.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/245-A/9, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cecconi, Rostan...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 432
Votanti 429
Astenuti 3
Maggioranza 215
Hanno votato sì 20
Hanno votato no 409.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/245-A/10, non accettato dal Governo.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, innanzitutto per chiedere al Governo di fare un'attenta rilettura dell'ordine del giorno per una riformulazione, anche perché la classica frase sugli ordini del giorno in base alla quale un ordine del giorno non si nega mai a nessuno, in questo Pag. 80contesto, in questo progetto di legge si è negato totalmente al nostro gruppo; infatti, non solo il nostro gruppo in questo provvedimento è stato discriminato totalmente con le nostre proposte emendative e con gli ordini del giorno, ma sono stati discriminati anche gli italiani, poiché non si è potuto parlare dei problemi reali del Paese in quest'ultima settimana per dover parlare di una questione assai a voi cara.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/245-A/10, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 429
Votanti 427
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 405.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marzano n. 9/245-A/11, accettato dal Governo.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, prima di entrare nella fase di voto finale, quindi nelle dichiarazioni di voto, invito la Presidenza a tener presente gli accordi presi e votati nella Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, in base ai quali entro le ore 20 questa seduta dovrebbe chiudersi. È chiaramente palese che se i gruppi faranno le dichiarazioni di voto, entro quei tempi sarà impossibile starci, anzi si sforerà di parecchio tempo, quindi invito la Presidenza a garantire il rispetto di quanto deciso nella Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri.
PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, proprio perché parliamo di rispetto delle regole, ovviamente la prima regola è il contingentamento, quindi la Presidenza deve fare una valutazione sui tempi in relazione ai tempi rimasti ai gruppi per poter fare le dichiarazioni di voto, questo dice il Regolamento. In base al resoconto dei tempi rimasti, i tempi complessivi sono di 51 minuti, che è esattamente il tempo che manca alle ore 20.
Le vorrei altresì dire, onorevole Fedriga, che ovviamente la Presidenza, proprio perché alla Lega per esempio non è rimasto il tempo, come da prassi sicuramente consentirà di fare la sua dichiarazione di voto, ancorché arrivando alle 20,05, però le vorrei dire che io il conto lo devo fare sulla base dei tempi che sono rimasti, come è del tutto evidente, e non sulla base (Commenti del deputato Pagano)... onorevole Pagano, se ha qualche problema possiamo risolverlo. Quindi è chiaro che il computo deve essere fatto sulla base del contingentamento, il contingentamento dice che sommando i tempi che rimangono ai vari gruppi e, a questo riguardo, potrei anche dirle, onorevole Fedriga, che a me alcuni gruppi hanno già comunicato di rinunciare alla loro dichiarazione di voto, quindi potrei dire che potremmo finire addirittura prima. Pertanto, con tutta serenità posso accingermi a lanciare le dichiarazioni di voto per la semplice ragione che stiamo dentro i termini che sono stati stabiliti.
(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 245-280-1071-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, abbiamo aspettato questa legge per Pag. 81vent'anni ed esprimendo un giudizio complessivo su questa proposta di riforma i socialisti voteranno a favore di questa legge, che alle discriminazioni già previste dalla «legge Mancino» aggiunge quelle motivate da omofobia e transfobia e, coerentemente, estende l'aggravante alle nuove discriminazioni.
Noi avremmo voluto una legge migliore certamente, ma siamo consapevoli che il meglio è nemico del bene o anche solo del mezzo bene. Stiamo facendo un passo avanti, ne vorremmo fare due o tre o molti di più, ma è un passo nella giusta direzione.
Questa, colleghe e colleghi, non è una legge delle persone omosessuali o transessuali né una legge di una parte politica, è una legge che appartiene a tutta la collettività, una legge per contrastare i crimini di odio basati sull'orientamento sessuale e identità di genere e a favore della libertà delle persone omosessuali e trans di vivere senza essere offesi.
Ne hanno diritto. Quindi, noi socialisti votiamo a favore di questa legge e ringraziamo il collega Scalfarotto per il lavoro che ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)–Liberali per l'Italia (PLI)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marguerettaz. Ne ha facoltà.
RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Signor Presidente, quanto tempo ho a disposizione ?
PRESIDENTE. Il suo gruppo ha esaurito il tempo a sua disposizione. Sicuramente, farò in modo, anche compatibilmente con le questioni che sto mettendo insieme, di darle il tempo di fare una dichiarazione di voto normale. Se lei riesce a contenersi in 7, 8 minuti sarebbe meglio.
RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Signor Presidente, vorrei tornare là dove è partita tutta questa discussione. Questa discussione è partita con la cronaca di un caso truce, quello di Matthew Shepard, che, in tutti noi, ha suscitato un senso di orrore, di sgomento e di raccapriccio.
Però, vorrei ricordare anche altri casi, non per aggiungere orrore ad orrore, ma perché utili a sviluppare il nostro pensiero. Vorrei ricordare, ad esempio, Andrea Severi a cui alcuni ragazzi hanno dato fuoco per divertirsi, come hanno confessato, e perché era un barbone, o quell'altro giovane picchiato perché, appartenendo alla stessa categoria, dormiva su una panchina. Vorrei ricordare quella ragazza di 19 anni alla quale alcuni balordi hanno tagliato i lobi delle orecchie perché era una prostituta, o quel ragazzo down deriso, presso a sberle e a calci, i cui aguzzini hanno postato su Internet il filmato nella categoria «video divertenti».
Ora ho due domande da pormi e da porvi: quale sentimento proviamo di fronte a tutti questi fatti di cronaca ? Un senso comune – io penso – di disgusto, di ripugnanza e di aberrazione, e questo senso comune è proprio ciò che il legislatore aveva colto, fino ad oggi almeno, con l'articolo 61 del codice penale, che prevedeva l'aggravante per motivi abietti, che il diritto definisce come quei motivi turpi e ignobili che rivelano nella gente un tale grado di perversità da destare un profondo senso di ripugnanza in ogni persona di media moralità. Tra questi motivi abietti rientrano certamente quelli che riguardano le violenze contro le persone omosessuali.
Allora, la seconda domanda è: che bisogno c’è di differenziare, di fare una legge ad hoc per l'omofobia ? È come se questo Parlamento, tra quei fatti di cronaca che citavo, si mettesse a fare una graduatoria e una classifica: ad alcuni «sì» e ad altri «no». Questo non ha semplicemente senso. E perché espressamente gli omosessuali ? È presto detto: perché le altre categorie, i barboni, le prostitute e i ragazzi down, per citarne alcuni, queste categorie, contrariamente agli omosessuali, difficilmente riusciranno ad abbandonare, chi la propria panchina, chi il proprio viale di periferia, chi l'istituto Pag. 82che lo sostiene, per scalare invece il mondo della cultura, della politica, dell'economia e della finanza.
Non è vero, come diceva credo l'onorevole Farina, che da oggi non ci saranno più figli di un Dio minore. Forse, non lo saranno più gli omosessuali, ma lo rimarranno tutti quegli altri, prima fra tutti, proprio quella famiglia, quella riconosciuta dalla Costituzione che, da sempre, da troppo, attende, purtroppo invano, politiche adeguate.
Dunque, questo Parlamento si appresta a votare una legge di fatto discriminatoria. Come affermava il filosofo del diritto francese Michel Villey ciascuno dei cosiddetti diritti dell'uomo è la negazione di altri diritti dell'uomo e, se esercitato separatamente, com’è il nostro caso, genera ingiustizie. Ma perché allora non fermarci a quei motivi abietti del codice penale ? Noi crediamo per un motivo molto semplice: gli obiettivi veri di questa legge, gli obiettivi veri sono molto, ma molto diversi dal suo contenuto. Non è questione di mese più, mese meno nella pena, di emendamento, o meno, di aggravante, o meno: l'obiettivo di questa legge è chiaro, è ideologico e culturale.
Da oggi lo Stato italiano riconosce una cittadinanza particolare ad una categoria di cittadini, identificata da cosa ? Dal suo orientamento sessuale. Sotto questo profilo questa legge rappresenta di per sé una vittoria per la lobby gay. Ma il secondo vero obiettivo è approvare questa legge perché questa è una legge che definirei propedeutica. Cito un'intervista rilasciata proprio dall'onorevole Scalfarotto, non per gusto di polemica, ma perché a mio avviso molto indicativa, ad un settimanale. Alla domanda del giornalista: «Ma questo dibattito non allontana quello sui matrimoni gay ?» L'onorevole risponde: «Io direi che lo precede, perché sono due cose diverse e l'una viene logicamente prima dell'altra». Mi chiedo, e ci chiediamo: perché l'una, cioè quella che stiamo votando, viene logicamente prima dell'altra ? Perché con l'inserimento del reato di discriminazione sarà molto più difficile, per non dire impossibile, negare agli omosessuali quello che, ad avviso di molti, non tutti ma molti fra loro, è il diritto al matrimonio e all'adozione. Sono certo della buona fede di quanti, come lo stesso relatore dimissionario, onorevole Leone, si sono detti favorevoli a questa legge ma contrari al matrimonio gay, ma mi chiedo se, dopo l'approvazione di questa legge, saranno ancora possibili le motivazioni contrarie. Mi chiedo se saremo ancora in grado di differenziare quello che è un diritto da quello che è un desiderio, quello che è cultura da quello che è natura, senza per questo essere catalogati come omofobi e quindi soggetti alle pene della presente legge.
Mi avvio alla conclusione, Presidente. Questa era, nonostante il subemendamento l'abbia parzialmente migliorata, e rimane, una legge non chiara, che lascerà alla mano del giudice tracciare i confini tra la libertà di opinione e la discriminazione. È una legge dunque subdola e non chiara, della quale non si avvertiva davvero l'urgenza, soprattutto in questi tempi. Annuncio quindi il voto contrario della Lega Nord e della componente delle Autonomie, alla quale mi onoro di appartenere, verso una legge che è davvero ideologica, discriminatoria, subdola e quindi pericolosa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, cari colleghi, il voto di oggi su questa legge è un momento importante per la nostra democrazia, nonostante quell'orribile emendamento che sospende gli effetti della legge all'interno delle organizzazioni politiche e religiose. Ci sono state su questa legge vere e proprie campagne di stampa, con un giornale in prima linea, che volevano insinuare e hanno sostenuto il pericolo che si starebbe realizzando un attentato alla libertà di opinione. Abbiamo sentito tanti opinionisti, anche qui tanti colleghi in quest'Aula, ma anche teorici di uno pseudo liberalismo che dicevano che, Pag. 83per carità, il rispetto è dovuto ad ognuno, però deve essere salvata almeno la libertà di opinione. Ma chi di voi, cari colleghi, pensa veramente che la libertà di opinione consista nell'ingiuriare le persone omosessuali, nel colpirle nella loro più intima dignità, dicendo che loro sono persone malate, che sono contro natura, che sono degli appestati, che sono esclusi dall'ordine naturale, che non sono inclusi nella famiglia tradizionale ? Questo abbiamo sentito in questi anni come libertà di opinione, ma guardate che non sempre la tradizione porta con sé cose buone. Se l'umanità avesse sempre preservato la tradizione non si sarebbe abolita la schiavitù, non ci sarebbe stato il voto alle donne, non ci sarebbero stati quei progressi civili che in alcuni il Paese hanno dato piena inclusione e cittadinanza a tutte le persone (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
Guardate il dibattito intorno a questa legge ha fatto leva sulla paura, la paura di non essere più liberi di insultare, proprio la paura che è l'elemento che nutre l'omofobia stessa, che contiene la parola paura, fobia.
La politica deve fare molta autocritica su questa vicenda, lo dicemmo anche tempo fa. Non possiamo dimenticare che molti qui dentro hanno usato in modo cinico e spregiudicato l'omofobia per ragioni di natura elettoralistica, perché hanno calpestato la dignità della persona per sollecitare i bassi istinti facendo leva sulla parte più immatura del Paese.
Come non ricordare affermazioni come quella dell'onorevole Binetti, che oggi qui ha detto anche delle cose importanti, ma che in passato disse che l'omosessualità è una devianza della personalità; oppure le parole del senatore Giovanardi «Vedere due donne che si baciano è come vedere far pipì in strada»; oppure dell'onorevole Buttiglione «Moralmente l'omosessualità è sbagliata rispetto a quello che è il vero bene delle persone». Il senatore Gasparri nel 2011 «Vendola dovrebbe tacere: critica l'altrui bunga bunga e intanto non c’è nulla di male, ma almeno avviene con donne». E poi, mi dispiace che non ci sia l'onorevole Bossi, perché io chiedo anche a quelli della Lega Nord: ma era proprio necessaria quella battuta a quel sindaco del suo partito a cui non piacerebbero le donne ? E se anche fosse ? Faremo anche una legge per lui. Ci battiamo anche per lui. E guardate che ormai questo culto del «celodurismo» è diventato davvero patetico. Non se ne può più, francamente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !
Si può ritenere che tutto questo appartenga alla normalità, che sia ineluttabile, che sia una parte integrante della nostra convivenza civile. No, cari colleghi, non è così ! Nessuno di noi oggi potrebbe tacere di fronte alle offese e alla discriminazione di chi è parte di una minoranza religiosa o razziale. Allora, non deve essere così neanche nei confronti di chi oggi ha un diverso orientamento sessuale e un'identità di genere ! Questo Paese deve fare un passo in avanti da un punto di vista culturale. Non è più possibile che le persone omosessuali continuino ad essere l'elemento su cui scagliarsi con offese e ingiurie.
Eppure in quest'Aula dovrebbero echeggiare i fatti di cronaca recente, le aggressioni, le violenze, i suicidi, le azioni di bullismo, le analisi e le inchieste su un fenomeno che si manifesta in forme aggressive e violente, ma che spesso mina in silenzio la libertà e la dignità, soprattutto di giovani. Dovrebbero parlare in quest'Aula i tanti ragazzi e le tante ragazze che partecipano ai progetti delle associazioni e imparano cosa sia la diversità e il rispetto dell'altro. Dovrebbe parlare quel mondo fatto di associazioni di volontariato che spesso in solitudine e senza il sostegno delle istituzioni si prodigano nel fare campagne informative e di sensibilizzazione e nel fornire aiuto e assistenza chi ne ha bisogno. Dovrebbero parlare tutti coloro che sono vittime di discriminazioni a scuola, sul lavoro, in famiglia, coloro che vengono offesi e discriminati solo per la loro condizione personale.
Una legge da sola non basta a combattere un fenomeno, soprattutto una legge che non è perfetta, dopo quello che è stato Pag. 84approvato qui. Ma intanto crea degli strumenti nuovi per intervenire. Una legge crea una diversa percezione del problema, crea una diversa cultura, aiuta a definire e a circoscrivere un perimetro oltre il quale non è consentito andare. Ci deve essere un limite.
Abbiamo il dovere di costruire, Presidente, una società in cui essere gay sia considerato come è, una variante naturale del comportamento umano, tanto quanto lo è l'eterosessualità. Abbiamo il dovere di mettere fuori dalla porta l'odio e la discriminazione. I Paesi europei ai nostri confini hanno adottato leggi che vanno in questa direzione. Noi siamo fermi al vuoto normativo. Oggi forse c’è un cambiamento, anche se timido e incompleto. È ora di colmarlo questo vuoto normativo, senza ipocrisie e senza alzare barriere ideologiche. Abbiamo il preciso dovere, come Parlamento, di dare risposte. Noi di SEL abbiamo sempre combattuto affinché sui diritti civili non ci fossero mediazioni di partito, perché sui diritti civili e sulla pelle delle persone non ci possono essere mediazioni di partito; sull'economia forse, ma non sui diritti delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
Ed è per questo che noi ci asterremo su questa legge, ma ci asterremo per una ragione: per tenere aperta una possibilità, per tenere aperta un'interlocuzione, per cercare di migliorare questa legge al Senato. Certo, se fossimo stati dinanzi a una sola Camera noi avremmo probabilmente, a fatica, votato a favore, per non lasciare questo Paese senza la possibilità, anche minima, di contrastare l'omofobia che colpisce oggi tantissime persone.
Ma la nostra astensione, Presidente, vuole segnalare la nostra ferma convinzione di essere ancora in tempo per migliorare questa legge al Senato, per togliere quell'orribile emendamento che, oltre a essere inutile, è dannoso e non fa onore a questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
Il nostro senso di responsabilità ci invita – e invita tutti voi – a comunque continuare questa battaglia, perché il nostro voto di astensione non è un mancato senso di responsabilità, ma, al contrario, noi vogliamo tenere aperta questa possibilità per dare finalmente a questo Paese una buona legge contro l'omofobia (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gitti. Ne ha facoltà.
GREGORIO GITTI. Il voto di Scelta Civica è un voto favorevole; favorevole sulla legge, sui principi che la legge inserisce nell'ordinamento. È un voto che dà valore anche a un lavoro che il nostro gruppo, con determinazione e convinzione, ha fatto per rendere la fattispecie di reato equilibrata rispetto a diritti e a libertà costituzionalmente tutelate.
Non accetto e rifiuto con forza le strumentalizzazioni che ho ascoltato con sorpresa e con rammarico da parte del gruppo di SEL, così come ho ascoltato con sorpresa ricostruzioni del tutto fantasiose e giuridicamente infondate da colleghi – con cui abbiamo peraltro lavorato con lealtà e spirito costruttivo – del MoVimento 5 Stelle.
Rifiuto con forza la definizione secondo cui il subemendamento che Scelta Civica ha proposto sia una norma che salva la manifestazione di opinioni o, addirittura, espressioni che possono costituire istigazione all'odio razziale, alla violenza da parte di iscritti di organizzazioni di tendenza. Non è così: la lettura della legge non consente a nessuno di porre in essere atti o condotte che possono essere qualificati come istigazione all'odio razziale, etnico o alla violenza omofobica. Non è vero, non è una norma che contravviene al principio...
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, alla sinistra e alla destra dell'onorevole Gitti... Colleghi, onorevole Righetti, onorevole Ghizzoni, se consentiamo di concludere l'intervento all'onorevole Gitti facciamo una cosa utile. Grazie.
Pag. 85 GREGORIO GITTI. Il subemendamento non contravviene al principio di uguaglianza e di parità di trattamento, anche nei confronti della sanzione penale. Non è dunque un subemendamento che può essere tacciato di incostituzionalità o di irragionevolezza, anzi la formula che abbiamo utilizzato con riferimento alla qualificazione della natura di queste organizzazioni ha già superato il vaglio della Corte costituzionale. Basterebbe avere confidenza e conoscenza di un normale repertorio della Consulta per meditare con maggiore prudenza espressioni – ripeto – del tutto provocatorie e polemiche, che non vorrei rimbalzate su siti di disinformazione o, peggio, su articolesse e su strumentali dichiarazioni sui media domani.
Valuteremo da un punto di vista politico ma anche tecnico quali possono essere – ripeto – i margini di una leale dialettica parlamentare e quelle che, invece, sono attribuzioni che possono sfiorare anche il tema della diffamazione nei confronti di un lavoro che è sempre stato fatto con onestà e con trasparenza.
Un'ultima parola sul tema dell'aggravante: Scelta Civica ha accettato, nell'ambito di un accordo politico (vorrei comunque sottolineare la maggioranza che ha votato questo provvedimento, una maggioranza che ha un suo significato), da questo punto di vista Scelta Civica ha accolto un accordo politico che tiene insieme un pacchetto di norme: non solo la norma sulla fattispecie ma anche la norma sull'aggravante.
Credo di poter annunciare a nome del nostro gruppo, ma credo anche a nome di alcuni colleghi del Partito Democratico che probabilmente, fuori dal contesto di questo provvedimento, ci possa essere un ripensamento più generale sulla «legge Mancino» e sulla densità e opportunità di questa aggravante. Ma, ribadisco, è un discorso volto al futuro, che ha bisogno di una riflessione e di un'ulteriore meditazione. Per ora ci fermiamo qui ed esprimiamo con la nostra soddisfazione – ribadisco – il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, è essenziale premettere che il Popolo della libertà aveva una sua proposta di legge su questa materia. E la proposta di legge era firmata, come primo firmatario, dal presidente del gruppo, l'onorevole Brunetta. Cofirmataria era l'onorevole Carfagna, Ministro delle pari opportunità, che sempre ha cercato di avvicinare le parti contrapposte nella scorsa legislatura. Quindi questo serve a sgombrare il campo dagli equivoci, sgombrare il campo dal vociare di chi sostiene che il Popolo della libertà è «a prescindere», è pregiudizialmente contrario ad un intervento normativo su questa materia. Quindi «sì» all'affermazione dei diritti civili ma «sì» anche ad identificare quelle che sono le criticità, quelli che sono i problemi da risolvere, quelli che sono gli interessi protetti, come si dice nel gergo penale, e affrontare queste situazioni con delle risposte che siano risposte adeguate. Abbiamo pensato che fosse una risposta adeguata la proposta di legge del presidente Brunetta. Abbiamo cambiato opinione perché l'onorevole Scalfarotto aveva presentato un testo molto più radicale e abbiamo pensato che si potesse e si dovesse trovare una mediazione. Abbiamo aderito a questa mediazione, passando dall'ipotesi aggravante all'ipotesi addirittura della fattispecie autonoma di reato. Ricordo che, in Commissione, l'onorevole Pagano presentò centocinquanta emendamenti. Ebbene, il gruppo non si fece carico di quegli emendamenti, non li segnalò e tenne ferma la barra verso una soluzione di mediazione. Ebbene, non fu facile per noi. Ci fu un dibattito interno. Un grande partito ha diverse sensibilità, ha diversi percorsi che hanno portato i vari esponenti a convergere in quest'Aula parlamentare. Noi pensavamo che potesse essere rispettato questo Pag. 86nostro passo in avanti. Ci era fatto stato fatto credere che fosse un passo in avanti che potesse reggere. Ebbene, non era così.
Le tentazioni di voler soddisfare mondi diversi, assolutamente legittime, hanno prevalso ed hanno fatto vacillare, fino a far crollare, quel percorso e quel progetto che si era portato avanti. Ebbene, oggi viene fuori una legge che non è la risposta agli interessi protetti che si cercava di tutelare. Oggi viene fuori un manifesto ed è un manifesto – lo ripeto – che sarà utile forse per gli archivi di questo ramo del Parlamento, ma è un manifesto che non vedrà mai la luce normativamente. Non vedrà mai la luce perché, per avere l'aggravante, si è svenduta la convinzione su alcune norme all'accordo con un altro partito, con Scelta Civica, che sicuramente non era favorevole inizialmente al percorso. Ne è venuta fuori una norma convulsa, arzigogolata, complessa, di difficile interpretazione, che finirà nei tribunali ad essere eccepita da tutte le difese, per poter cercare di trovare una via d'uscita.
Noi avevamo semplicemente fatto delle proposte chirurgiche, delle proposte tra l'altro avallate anche dal Partito Democratico in Commissione affari costituzionali. Ebbene, per questa ragione, perché si sono traditi quelli che erano i patti, si è tradita la nostra fiducia, che avevamo confermato, votando contro la pregiudiziale, perché noi siamo convinti che questa norma non sia incostituzionale, l'abbiamo detto e lo ribadiamo, ma siamo convinti però che sia una norma impraticabile, che sia una norma asistematica, che sia una norma che risponde in modo troppo plateale e demagogico rispetto ad un problema che doveva essere affrontato in termini diversi. Ebbene, agli amici di Scelta Civica dico che hanno digerito un'aggravante impraticabile in cambio di una norma arzigogolata, inutile; hanno votato questo provvedimento e voteranno questo provvedimento favorendo forse le convenienze e le loro convinzioni originarie.
Noi lasciamo ancora la porta aperta al Senato, perché noi guardiamo ai fatti. Siamo per un diritto penale della condotta e non un diritto penale del movente, che va ad indagare, con difficili indagini, quelle che sono le motivazioni reali di un atto. Noi colpiamo chi sbaglia, ma vogliamo che questa azione e queste norme siano norme direttamente percepibili. Per questo il nostro sarà un voto contrario. L'auspicio è che il Senato corregga queste norme. Siamo convinti che se il Senato arriverà a correggerle, a limarle, a perfezionarle, nella linea minima che noi abbiamo già suggerito, e nessuno ci ha dato risposta...
PRESIDENTE. Concluda onorevole.
ENRICO COSTA. ... siamo convinti che se il testo tornerà con queste limature in quest'Aula, ci sarà un ampio consenso (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, finalmente, dopo la lunga pausa di riflessione concessa al relatore Scalfarotto, così come affermato durante la Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, siamo arrivati ad un punto, che purtroppo però non è affatto il punto sperato. Siamo tutti consapevoli del fatto che quella in discussione oggi in Aula non è una legge qualunque, né ordinaria né straordinaria. Non stiamo parlando di numeri, di tagli, di rinvii, di rilanci: è altro. Oggi quest'Aula è chiamata a pronunciarsi su un tema che tocca la pelle e i sentimenti delle persone. Oggi sul piatto ci sono secoli di dolore, lacerazioni, persecuzioni, morti, disperazioni, derisioni, rifiuti. È su questo che la Camera dovrà deliberare. Ciò che emergerà da questo emiciclo costituirà un indicatore chiaro del grado di civiltà nel quale si trova il nostro Paese e la nostra comunità. Già nel codice di Giustiniano, quello dell'omosessualità divenne il reato punito con la morte per rogo e quello è solo uno dei numerosissimi elenchi che cadenzano una Pag. 87storia fondata sulla discriminazione e sulla persecuzione, come quelle condotte dalla Chiesa cattolica e dal braccio secolare, che mandò a morte masse di persone perché diverse, devianti, deviate, un male da estirpare alla radice.
Chiesa che per voce di Papa Giovanni Paolo II ha avuto la capacità e la forza tardiva di chiedere scusa per molti dei crimini commessi. Tra questi crimini ovviamente non rientravano quelli compiuti contro gli omosessuali. Avvicinandoci al mondo contemporaneo, nell'Ottocento, con il positivismo, l'omosessualità viene posta sotto la voce di malattia. La conseguenza di questo abominio scientifico fu che migliaia di omosessuali vennero rinchiusi nei manicomi. In Italia la dittatura fascista mandava gli omosessuali al confino, sradicati, allontanati, nascosti. È solo a partire dalla fine degli anni ’60 che in Europa furono cancellate le leggi antigay ad opera dei Governi socialdemocratici...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Giordano. Colleghi, è possibile abbassare leggermente il tono della voce ? Grazie.
SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. La comunità scientifica farà definitivamente marcia indietro rispetto agli errori compiuti il 17 maggio 1990. Il 17, quando l'Organizzazione mondiale della sanità cancellerà l'omosessualità dall'elenco delle malattie mentali dandone una nuova definizione, una variante del comportamento umano e una caratteristica della personalità. Dunque, l'omosessualità è un'identità «ascritta», quindi non si sceglie. Sta alla persona prenderne atto e decidere se viverla serenamente o negarsi e reprimersi come suggerisce il Vaticano quando invita gli omosessuali a vivere in castità. Tutti i punti fin qui espressi esemplificano in modo chiaro, netto e incontrovertibile il fatto che l'omofobia sia uno dei tanti volti con i quali si manifesta il razzismo. Ed è proprio in ragione di ciò che l'estensione della «legge Mancino» a questo reato, senza vigliacchi cavilli salva questo o quello, è assolutamente necessaria.
Quello della libertà e diversità di opinione è stato un argomento utilizzato con insistenza, anche in quest'Aula. Premesso il fatto che, se qualcuno non lo ricordasse, la libertà di opinione nel nostro Paese è saldamente tutelata dal pilastro dell'articolo 21 della Costituzione, vogliamo qui rammentare che nel testo originario della proposta di legge da noi firmato non esiste nessun vulnus alla libertà di opinione. Si è detto che, se fosse passata quella prima versione, la legge avrebbe criminalizzato chi dissentiva dal matrimonio gay e dalle adozioni per le coppie omosessuali. Ma questa proposta di legge, come ognuno può vedere se non offuscato da pregiudizi, non parla affatto di questo. Soltanto che a molti fa comodo non guardare al contenuto perché in realtà l'obiettivo dei benpensanti di ogni parte e colore è semplicemente quello di bloccare del tutto l’iter e metterci una bella pietra tombale sopra.
Oltre a questa parte, in Parlamento ne siede anche un'altra, che esprime la maggioranza, la quale si sta orientando a votare la legge stessa in una logica compromissoria al ribasso. Signor Presidente, stiamo al mercato fatto sulla pelle degli altri e così, per salvare il salvabile, ma in realtà non si salverebbe proprio nulla, si vuole approvare questa proposta di legge e al contempo dare la possibilità al clero, agli psicologi, agli scienziati di area cattolica di introdurre la modica quantità di omofobia, garantita in base a una concezione deviata di pluralismo delle idee. Ci chiediamo se andando avanti di questo passo le forze politiche qui presenti non sarebbero persino in grado di essere talmente disinvolte da introdurre modifiche circa la quantità di antisemitismo o di razzismo. Si tratta ovviamente di un paradosso quello che qui adottiamo, ma è un paradosso reso necessario dalle proposte, emendamenti e richieste paradossali con le quali siamo stati costretti a confrontarci. Il paradosso inaccettabile di una legge nata per tutelare la comunità LGBT dalla violenza omofoba che, alla fine della fiera, scusate del mercato, finisce per legittimarla, sia pure in modica quantità.Pag. 88
La realtà, signor Presidente, è che la libertà di opinione che qui si vuole tutelare è quella di poter continuare a dire che gli omosessuali sono malati, che l'omosessualità è una devianza, che gay, lesbiche e trans non sono normali, che milioni di cittadini sono contro natura. Voi avete il diritto di legiferare, è vero, ma non avete il diritto di giudicare né di distribuire patenti di normalità e naturalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La verità è che volete tutelare la libertà di insulto, di ingiuria e di dileggio nei confronti delle comunità LGBT, tutelando posizioni reazionarie o andando a solleticare gli istinti più beceri.
Al PD, che si è chiuso in un vicolo cieco con le sue stesse mani, che si è autocongelato, chiediamo perché ci abbia chiesto di apporre le nostre firme sulla loro proposta di legge se poi l'opera di mediazione non è stata condotta con i firmatari, ma con gli esponenti del PdL i quali hanno imposto una logica al ribasso alla quale i democratici hanno ceduto con un'arrendevolezza ovviamente non meritevole di rispetto.
Signori e signore del PD, come ci si sente a farsi dettare l'agenda anche sui diritti ? Dov’è finito il solenne impegno elettorale che vi siete presi solo pochi mesi fa sui diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali ? Già su economia, fisco, giustizia, l'agenda la detta il condannato Berlusconi, ma se nemmeno sui diritti della persona riuscite a tenere ferma la barra, vi chiediamo espressamente di dire a noi, ai vostri elettori e ai cittadini tutti cosa resta della vostra credibilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se non riuscite nemmeno ad approfittare delle maggioranze trasversali che sui singoli punti può offrire questo Parlamento, allora, davvero non capiamo e ci chiediamo quale utilità possa avere stringere un accordo con un partner così inaffidabile.
Molti partiti e parlamentari qui dentro si riempiono la bocca con la parola «libertà», usata per tutti i fini, per ogni occasione e per ogni evenienza, ma meglio sarebbe dire per ogni convenienza. Ebbene, la questione omosessuale rappresenta un asse portante del tasso di libertà e civiltà di una nazione. Per noi, libertà significa consentire alle persone di vivere secondo le proprie inclinazioni, secondo le proprie personalità e sensibilità, garantendo il diritto costituzionale all'identità. Voi, invece, volete imporre la vostra visione del mondo, il vostro modello di vita, il peccato come reato e la religione imposta per legge.
Noi riteniamo che garantire il diritto all'identità per la comunità LGBT italiana sia la strada maestra per allargare le libertà a tutti coloro i quali ne abbiano il diritto e per farci vivere in un Paese che può finalmente diventare un esempio da seguire nel mondo libero. Ci siamo dovuti sentir dire che, su 107, è impossibile che non ci sia neanche un gay: la verità è che i gay tra di noi ci sono, ma non si esprimono, perché noi siamo gruppo omofobo. Noi omofobi. Noi. Noi siamo così omofobi, che abbiamo voluto mantenere vivo per tutto l'iter della legge quel rapporto, che tra l'altro molti di noi hanno da anni, con le associazioni LGBT; abbiamo discusso, studiato, parlato, per capire come raggiungere al meglio il nostro obiettivo: considerare un reato l'omofobia senza se e senza ma.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SILVIA GIORDANO. E da loro portavoce vi dico: sono lesbica, gay, bisessuale e transessuale e questa legge non mi rappresenta, ma ancor di più non mi tutela.
Caro Ivan, mi dispiace dovere affermare, in tutta onestà, che l’iter di questa legge è stato portato avanti con un'ingenuità al limite del fanciullesco. Ma davvero pensavi che questo contenitore vuoto di ipocrisia di cui facciamo parte avrebbe lasciato che venisse partorita una legge giusta ? Signor Presidente, è doveroso per noi tutti, come parlamentari e come cittadini, chiedere perdono qui, pubblicamente, per non aver capito e non aver fatto abbastanza per tutte quelle vite spezzate o costrette ad attraversare ogni grado di sofferenza solo in ragione di quello che sono o di quello che provano.Pag. 89
Annunciamo la nostra astensione dal voto perché, sebbene avete almeno deciso di dare la grazia al popolo italiano di aggiungere l'aggravante – unico motivo, peraltro, per cui non votiamo contro –, riteniamo, comunque, che sia una legge farsa, frutto del compromesso, dell'inciucio e della mancanza di rispetto nei confronti di chi una legge seria l'aspetta davvero, di chi in una legge seria, come poteva essere quella originaria, ci aveva posto le speranze.
PRESIDENTE. Deve concludere.
SILVIA GIORDANO. Perché – e qui concludo, signor Presidente –, al di là di mille scuse, cavilli, se, ma e però, è di questo che stiamo parlando: di cuore, di affetti e di sentimenti. Perché un bacio e un abbraccio non hanno e non faranno mai del male a nessuno, ma, anzi, fanno parte di quegli aspetti che contribuiscono a renderci più umani.
Concludo sul serio. Noi tutto questo vogliamo renderlo evidente, senza fini di spettacolarizzazione o di esitazione, ma siamo per togliere il velo e fraternamente dimostrare che non c’è davvero nulla di cui avere paura. E noi, signor Presidente, non abbiamo paura ((Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle che si alzano in piedi ed espongono cartelli, alcuni recanti le scritte: «Non giudicate e non sarete giudicati», «Più diritti meno larghe intese», «Diritti immolati sull'altare dell'inciucio» – Deputati del gruppo MoVimento 5 stelle si scambiano un bacio).
PRESIDENTE. Colleghi, abbiate pazienza, levate i cartelli. Colleghi del MoVimento 5 Stelle, vi prego di levare i cartelli, senza che io sia obbligato a farli levare dai commessi. Presidente Nuti, se adesso ha finito di baciare il collega, se gentilmente fa togliere i cartelli. (I deputati del MoVimento 5 stelle rimuovono i cartelli). La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pollastrini. Ne ha facoltà.
BARBARA POLLASTRINI. Signor Presidente...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia !
BARBARA POLLASTRINI. Credo che nella politica, come vediamo anche ora, come nella vita, sentimento e razionalità siano una miscela quasi inestricabile. Noi l'abbiamo vissuto anche nel confronto che c’è stato in queste giornate. Io personalmente, lo voglio ribadire, anche a nome del mio gruppo, ho un rispetto...
PRESIDENTE. Colleghi del MoVimento 5 Stelle, quando interveniva il vostro rappresentante ho chiesto agli altri di fare silenzio, quindi, pregherei, adesso, voi di avere rispetto di chi sta parlando.
BARBARA POLLASTRINI. La ringrazio, signor Presidente. Personalmente, come dicevo, ho un rispetto profondo, davvero profondo, per le convinzioni dei singoli colleghi e chiedo con una certa umiltà, ma anche con qualche fierezza, lo stesso rispetto per il mio gruppo. Nessuno, io credo, possa ritenere di avere e rappresentare la verità assoluta; il conflitto che spinge al progresso e alla perfezione, attraversa il mondo ed è infinito, costante; il punto è sapere da che parte stare e con chi stare. Oggi, io credo di poter dire che viene riconosciuto il reato di incitamento all'odio contro gay e transessuali, e viene introdotta una aggravante su questo punto specifico. Questo è un dato di realtà se voteremo «sì», noi voteremo «sì» e si approverà questo testo.
Oltre trent'anni fa questo Parlamento, oltre trent'anni fa, lo ribadisco, questo Parlamento iniziava a discuterne. Adesso, possiamo consegnare una legge al Senato; badate, il nostro è un «sì» meditato e convinto; confermo ancora la volontà di dialogare e ascoltare e di migliorare il testo che uscirà oggi e di correggere ciò che ci sarà da correggere al Senato, in particolare a precisare, limare quell'emendamento che fa discutere e ha fatto discutere. Noi volevamo ed eravamo a un passo da un'intesa molto più larga, si Pag. 90partiva dal testo dei relatori Scalfarotto e Leone che anch'io voglio ringraziare. Tuttavia, l'intento era, fin dal primo momento, ed è, partendo da lì, di allargarci ai contributi di tutti gruppi; noi stiamo parlando di diritti umani, di valore e dignità della persona cioè di temi che hanno, per definizione, una rilevanza costituzionale e che nascono e vivono nell'incontro e nell'iniziativa del Parlamento, di tutto il Parlamento ! Ora io so che ci distanziano punti per ognuno importanti, ma vorrei che l'impegno della ricerca di un lavoro comune non vada sprecato in una logica di muro contro muro. Il rischio non è solo quello di rafforzare il testo al Senato, ma, come ha detto qualcuno, di negare quel testo al Senato, di negare un traguardo.
Lo dico oggi, quando il Papa nella sua preziosità ha detto: «gay e divorziate e divorziati la Chiesa non li condanni», ebbene noi, oggi, vogliamo dire che questa istituzione non dando uno sbocco concreto e migliorabile potrebbe, anche se non lo dichiara, condannare il principio di uguaglianza, sancito nell'articolo 3 della Costituzione, ma da attuare compiutamente; non una categoria, come ha detto qualcuno, non una parte, ma potrebbe condannare un principio di uguaglianza, di dignità, di diritti delle persone.
Guardate, noi stiamo parlando di un pezzo della nostra storia, la storia non è cancellabile per nessuno, la storia ci attraversa, non possiamo dimenticare la tragedia del Novecento e in quella tragedia, in quella ferita, insieme agli ebrei, c'erano gli zingari ! Per questo noi vorremmo una legge di cittadinanza per i bambini stranieri che nascono in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); e c'erano gli ebrei ! La storia è parte di noi e la storia in modo diverso attraversa il nostro presente, non lo attraversa solo in Italia, lo attraversa in Russia, lo attraversa in India, in intere parti del mondo dei diritti umani e di questo stiamo parlando.
La perfezione è difficile da raggiungere, ma se continuiamo in questa ricerca di dialogo, di ascolto, di messa insieme delle culture, noi possiamo riuscire a dare, non a noi, ma a chi ci vede fuori di qui, a famiglie, a persone, a ragazzi, una speranza. Allora, per chiudere io dico: oggi portiamo a casa questo risultato, e il nostro «sì», lo ripeto, è un «sì» che tende a migliorarlo, è un «sì» che tende ancora una volta ad ascoltare e dialogare. Rispettiamoci. Chiedo rispetto, così come do ascolto a chi, come il presidente della mia Commissione, la I Commissione, Sisto, dice che dobbiamo lavorare di più sulla libertà di espressione. Ma noi sappiamo distinguere fra reato di opinione e reato di incitamento all'odio, di persecuzione, di discriminazione odiosa nelle fabbriche e nelle scuole, nella derisione che nessuno vede. Sappiamo distinguere, ma dico a tutti i gruppi, anche al MoVimento 5 Stelle – anche se ha pensato di irriderci – e agli amici di SEL: insieme continuiamo a lavorare, perché questo si aspettano da noi. Questo si aspettano fuori di qui. Io penso che a partire da ciò che abbiamo fatto un traguardo si possa raggiungere, e penso che questo non sia il successo, mai come ora, di una parte, ma il successo di una speranza, di un principio di convivenza, di umanità. In fondo noi lo facciamo un po’ per una parola: per un atto d'amore in più (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale in dissenso al gruppo, l'onorevole Galan. Ne ha facoltà.
Colleghi, vorrei avvisarvi che dopo la prossima votazione vi sarà un'altra votazione, come previsto dall'ordine del giorno. Quindi, vi pregherei di rimanere in Aula. Si tratta di pochi minuti.
Prego, onorevole Galan.
GIANCARLO GALAN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, peccato mi verrebbe da dire. E dico peccato perché troppi ideologismi, troppi personalismi, troppe rigidità hanno caratterizzato e dominato questa giornata. Troppi avvocati, forse. Non siamo riusciti neppure a togliere il dubbio che stessimo introducendo nell'ordinamento un nuovo reato di opinione. Pag. 91E consentitemi anche di dire agli amici del Partito Democratico che trovo stupefacente la loro condotta odierna. Partito di maggioranza relativa, che una legge elettorale rende dominante, assoluta, in questa Aula avrebbe un dovere, quello di tenere unita la maggioranza di cui fa parte, anzi possibilmente quello di ampliare il consenso. Non l'ha fatto, avete scontentato tutti. Peccato, quindi, potevamo scrivere una pagina migliore dal punto di vista legislativo (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
Però, mi domando, e domando a voi: si può dire di no ad una legittima richiesta che proviene da tanti, tantissimi settori dell'opinione pubblica ? Possiamo mettere una pietra su una richiesta che tutti noi intimamente riteniamo giusta ? Possiamo dire di no a quello che sentiamo essere doveroso anche nei confronti di una legislazione europea molto più avanzata ? No, non possiamo, o almeno io non posso, ed è per questo che da questo scranno allocato all'estrema destra dell'Aula parlamentare giungerà un voto favorevole all'introduzione di questa norma nell'ordinamento italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni la Presidenza si intende autorizzata...
ROCCO BUTTIGLIONE. No, Presidente, avevo chiesto di intervenire...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Buttiglione, lei voleva parlare sull'ordine dei lavori.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, io ho chiesto tempestivamente la parola per una dichiarazione di voto individuale.
PRESIDENTE. Avevo capito che volesse intervenire sull'ordine dei lavori, per questo stavo procedendo. Prego, onorevole Buttiglione, ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. L'ho chiesto tempestivamente e quindi credo di averne diritto. Anche il collega Gigli ha fatto analoga richiesta. Signor Presidente, devo dire all'onorevole Zan che non ho cambiato in nulla le mie idee riguardo alla omosessualità: continuo a pensare che l'omosessualità sia moralmente sbagliata, e continuo a pensare che i diritti di chi non la pensa come me debbano essere tutelati, perché pensare che tu sbagli non significa né odiarti né disprezzarti. Penso che sia sbagliata, voglio tutelare i diritti degli omosessuali. Se voglio veramente bene a una persona e penso che sbagli, glielo devo dire e ho diritto di dirlo.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROCCO BUTTIGLIONE. Se voto questa legge, è perché penso che essa contrasti la violenza contro gli omosessuali, ma non imponga per legge né l'approvazione morale dell'omosessualità, né la rinuncia alla difesa della famiglia tradizionale.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Buttiglione.
ROCCO BUTTIGLIONE. Un minuto.
PRESIDENTE. No, onorevole Buttiglione, le spiego: sono finiti anche i tempi a titolo personale. Il suo gruppo ha terminato i tempi: sto facendo quindi qualcosa che va ovviamente nell'economia e nell'equilibrio del dibattito, però lei non mi metta nelle condizioni... Quindi la prego di concludere.
ROCCO BUTTIGLIONE. E allora lo faccia.
Se voto questa legge, è perché voglio dare un riconoscimento che qui noi abbiamo cercato di ascoltare le vostre ragioni, e voi avete cercato di ascoltare le nostre: in particolare mi rivolgo all'onorevole Scalfarotto. È un metodo giusto. La legge non mi piace, ma se continueremo con questo metodo credo che faremo cose Pag. 92buone. E voglio dire che si può (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia)...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Buttiglione.
Onorevole Gigli, ovviamente vale per lei la stessa cosa: le posso dare giusto il tempo per una battuta. Onorevole Gigli, non mi metta... La ringrazio.
(Coordinamento formale – A.C. 245-280-1071-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 245-280-1071-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione finale segreta, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 245-280-1071-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cesa, Gribaudo, Ventricelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia» (245-280-1071-A):
Presenti 393
Votanti 285
Astenuti 108
Maggioranza 143
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 57
La Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà – Vedi Votazioni).
Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Gianluca Pini (Doc. IV-quater, n. 1).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del seguente documento: Relazione della Giunta per le autorizzazioni su una richiesta di deliberazione in materia d'insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Gianluca Pini.
(Esame – Doc. IV-quater, n. 1)
PRESIDENTE. La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dal deputato Gianluca Pini nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 dalla Costituzione.
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Danilo Leva.
DANILO LEVA, Relatore. Signor Presidente, mi rimetto integralmente alla relazione scritta, già depositata agli atti.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Domenico Rossi. Ne ha facoltà.
DOMENICO ROSSI. Signor Presidente, concordo con il relatore.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
Passiamo ai voti.Pag. 93
Indìco la votazione sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al doc. IV-quater, n. 1 concernono opinioni espresse dal deputato Gianluca Pini nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Grassi, Lotti, Damiano, Silvia Giordano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 379
Votanti 375
Astenuti 4
Maggioranza 188
Hanno votato sì 374
Hanno votato no 1.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Il deputato Damiano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
In morte dell'onorevole Edilio Petrocelli.
PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Edilio Petrocelli, già membro della Camera dei deputati dalla IX alla XI legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Sull'ordine dei lavori (ore 20,05).
PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, ovviamente l'argomento su cui voglio intervenire non ha nulla a che vedere con il dibattito di questi giorni ma riguarda la discarica che si sta cercando di costruire, la discarica vicino a Roma, la cosiddetta discarica del Divino Amore, che si costruirà accanto a uno di quelli che sono i luoghi più cari ai romani, quindi quello è uno dei luoghi in cui è più facile che si raccolgano anche pellegrini che vengono da diverse parti d'Italia e soprattutto è un luogo che costituisce anche una grossa casa di convegni e di convivenze, luogo dove si svolgono dibattiti molto numerosi, eccetera.
Io ho presentato un'interrogazione in questo senso, un'interrogazione rivolta al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, un'interrogazione rivolta al Ministro della salute e un'interrogazione rivolta al Ministro per i beni e le attività beni culturali, è la stessa interrogazione rivolta a tre Ministri diversi perché penso che questo argomento tocchi tutti e tre questi aspetti.
Allora io vorrei soltanto sollecitare questo dibattito, perché la scadenza formale e ufficiale è il 30 settembre e penso che Roma si meriti maggiore rispetto, la dignità della città, la dignità del luogo, pur conoscendo quella che è la complessità dei temi che riguardano la gestione dei rifiuti. Bene per la gestione dei rifiuti, però noi non vorremmo che venisse inquinato quello che è uno dei luoghi simbolo e uno dei luoghi sacri di Roma.
ROBERTO RAMPI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, per un breve ricordo di un grandissimo artista italiano che è scomparso ieri sera, Agostino Bonalumi, che 78 anni fa era nato a Vimercate, che è la città da cui provengo, lo ricordo per questo, indegnamente, ho avuto anche l'onore di conoscerlo alcuni anni fa. Buonalumi è stato uno dei più grandi artisti italiani dagli anni del primo Novecento e, insieme a figure come Fontana e Manzoni, è stato l'inauguratore di un grande movimento artistico milanese che ha introdotto forme Pag. 94nuove nell'arte, portando l'arte a incontrare la scultura e a fare entrare la luce e le ombre nel pensiero artistico.
Bonalumi era anche un grandissimo intellettuale che in uno scritto, che voglio ricordare in quest'Aula, del ’76, si preoccupava di come la società stava andando parcellizandosi e di come questo era un problema e di come il ruolo degli artisti non doveva essere un ruolo ancellare o marginale, ma doveva essere il ruolo pieno di tutti i cittadini.
Io credo che noi abbiamo bisogno in questo Paese di intellettuali veri e onesti come Agostino Bonalumi e credo che sia importante che un'Aula come questa lo ricordi per la sua grandezza e per tutto quello che ha dato a questo Paese e all'arte nel mondo (Applausi).
LUCA FRUSONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA FRUSONE. Signor Presidente, anzitutto ci tengo a precisare che volevo fare questo intervento ieri, ma in Aula eravamo rimasti solo io e lei.
PRESIDENTE. Neanche io, onorevole Frusone, quindi...
LUCA FRUSONE. Trentuno anni fa il mondo ha aperto gli occhi di fronte ad una catastrofe inimmaginabile, un genocidio per troppo tempo dimenticato. Userò le parole di chi lo ha visto per primo per descriverlo: avremmo potuto accettare di trovare le tracce di qualche omicidio, una dozzina di persone uccise nel fervore della battaglia; ma nelle case c'erano donne stese con le gonne sollevate fino alla vita e le gambe aperte, bambini con la gola squarciata, file di ragazzi ai quali avevano sparato alle spalle dopo averli allineati lungo un muro. C'erano neonati, tutti anneriti perché erano stati uccisi più di ventiquattro ore prima e i loro corpicini erano già in stato di decomposizione. Una donna era distesa sulla schiena, con il vestito strappato e la testa di una bambina che spuntava sotto il suo corpo. Un'altra bambina era stesa sulla strada come una bambola gettata via, con il vestitino bianco macchiato di fango e polvere. Non avrà avuto più di tre anni. La parte posteriore della testa era stata portata via dalla pallottola che le avevano sparato al cervello. Una delle donne stringeva a sé un minuscolo neonato.
La pallottola, attraversandole il petto, aveva ucciso anche il bambino. Qualcuno le aveva squarciato la pancia in lungo e in largo, forse per uccidere un altro bambino non ancora nato. Aveva gli occhi spalancati, il volto scuro, pietrificato dall'orrore.
Purtroppo, per motivi di tempo, non posso descrivere per intero quello che ha visto uno dei primi reporter nei campi di Sabra e Shatila, genocidio sempre dimenticato, messo in un angolo, come se i morti avessero meno, o più valore, a seconda delle bandiere.
Oggi voglio ricordare quella data con delle parole che non sono mie: «una volta furono gli ebrei a conoscere la diaspora: vennero cacciati dal Medio Oriente e dispersi nel mondo, adesso lo sono invece i palestinesi. Io affermo, ancora una volta, che i palestinesi hanno diritto sacrosanto ad una patria e ad una terra, come l'hanno avuta gli israeliti. Io sono stato nel Libano, ho visitato i cimiteri di Shatila e Sabra. È una cosa che angoscia vedere questo cimitero, dove sono sepolte le vittime di quel massacro orrendo. Io sono con loro, che manifestano per la pace».
Bene, Presidente Pertini, a trent'anni dalle sue parole, è in questo giorno di memoria che ci uniamo a lei con chi manifesta per dichiarare pace a tutte le guerre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO FICO. Signor Presidente, oggi è il compleanno di Giancarlo Siani, giornalista de Il Mattino di Napoli ammazzato dalla camorra. Con grande piacere e onore, mi faceva contentezza vera ricordarlo in quest'Aula e spero che tutto Pag. 95il giornalismo italiano, ogni giorno di più, si ricordi di Giancarlo Siani, quando scrive i suoi articoli, nella ricerca della verità, dell'onestà intellettuale e del percorso che fa grandi gli uomini semplici. Grazie, Giancarlo, per l'esempio che hai dato a tutti noi, che è contributo costante nella vita quotidiana di ognuno di noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, le turpi vicende, oggetto di indagini giudiziarie e relative al Monte dei Paschi di Siena, oggi si ripercuotono selvaggiamente sulle pelle dei lavoratori di quella banca. Le ormai note indagini sono nate dalla distorsione degli interessi imprenditoriali del Monte dei Paschi verso gli interessi di quella o di quella congrega, di quel partito o del partito della casta.
Questo è il tritacarne dove i conti delle banche saltano; questo è il luogo dove i lavoratori ci rimettono le penne e fanno il capro espiatorio delle colpe e delle nefandezze dei vertici.
Mentre i lavoratori vengono fatti fuori, apprendiamo dai giornali che il Monte dei Paschi di Siena è in crisi e diventa il campo di battaglia delle logge massoniche senesi.
Che dice di tutto ciò il PD che, da sempre, è il patron del Monte dei Paschi di Siena ? Quindi, io faccio un appello al presidente di calendarizzare immediatamente la proposta di legge sulla Commissione d'inchiesta fatta dal Movimento 5 Stelle per far sì che non siano sempre i soliti e i più deboli a pagare le nefandezze dei vertici del Monte dei Paschi di Siena.
Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo.
MARCO DA VILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO DA VILLA. Signor Presidente, l'inizio di questa settimana è stato caratterizzato dall'attenzione dell'opinione pubblica sul recupero della Costa Concordia. Il mio intervento è per sollecitare la risposta a due atti di sindacato ispettivo, uno in particolare che riguarda il passaggio delle grandi navi per il canale della Giudecca di Venezia. Vorrei anche ricordare a questa Aula che il 21 settembre passeranno ben dodici grandi navi; è la prima volta che capita nella storia della navigazione a Venezia. Dodici grandi navi attraverseranno, ovviamente in momenti diversi, il canale della Giudecca. È per questo che chiedo una sollecita risposta all'atto n. 561 e anche al n. 521, riguardante la soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Venezia.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Venerdì 20 settembre 2013, alle 9:
Svolgimento di interpellanze urgenti.
La seduta termina alle 20,15.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Segr | TU 245 e ab-A - em. 1.1, 1.2, 1.30 | 507 | 468 | 39 | 235 | 73 | 395 | 44 | Resp. |
2 | Segr | em. 1.5 | 509 | 508 | 1 | 255 | 101 | 407 | 44 | Resp. |
3 | Segr | em. 1.37 | 510 | 510 | 256 | 111 | 399 | 44 | Resp. | |
4 | Segr | em. 1.6 | 509 | 509 | 255 | 110 | 399 | 44 | Resp. | |
5 | Segr | em. 1.8 | 493 | 493 | 247 | 100 | 393 | 43 | Resp. | |
6 | Segr | em. 1.62 | 415 | 415 | 208 | 114 | 301 | 56 | Resp. | |
7 | Segr | em. 1.77 | 459 | 459 | 230 | 87 | 372 | 53 | Resp. | |
8 | Segr | em. 1.78 | 464 | 464 | 233 | 88 | 376 | 53 | Resp. | |
9 | Segr | em. 1.79 | 471 | 471 | 236 | 92 | 379 | 53 | Resp. | |
10 | Segr | em. 1.32 | 476 | 476 | 239 | 89 | 387 | 52 | Resp. | |
11 | Segr | em. 1.46 | 477 | 477 | 239 | 86 | 391 | 53 | Resp. | |
12 | Segr | em. 1.33 | 476 | 476 | 239 | 87 | 389 | 52 | Resp. | |
13 | Segr | em. 1.48 | 475 | 475 | 238 | 159 | 316 | 52 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Segr | em. 1.49 | 481 | 481 | 241 | 148 | 333 | 52 | Resp. | |
15 | Segr | em. 1.80 | 476 | 476 | 239 | 95 | 381 | 51 | Resp. | |
16 | Segr | em. 1.81 | 475 | 475 | 238 | 96 | 379 | 51 | Resp. | |
17 | Segr | em. 1.82 | 474 | 474 | 238 | 95 | 379 | 51 | Resp. | |
18 | Segr | em. 1.34, 1.52 | 476 | 476 | 239 | 94 | 382 | 51 | Resp. | |
19 | Segr | subem. 0.1.61.100 | 484 | 484 | 243 | 256 | 228 | 48 | Appr. | |
20 | Segr | em. 1.61 p. I | 427 | 426 | 1 | 214 | 267 | 159 | 48 | Appr. |
21 | Segr | em. 1.66 | 413 | 413 | 207 | 54 | 359 | 47 | Resp. | |
22 | Segr | em. 1.38 | 430 | 430 | 216 | 64 | 366 | 47 | Resp. | |
23 | Segr | em. 1.39 | 431 | 431 | 216 | 61 | 370 | 48 | Resp. | |
24 | Segr | em. 1.70 | 433 | 433 | 217 | 120 | 313 | 48 | Resp. | |
25 | Segr | em. 1.71 | 428 | 428 | 215 | 124 | 304 | 48 | Resp. | |
26 | Segr | em. 1.83 | 429 | 427 | 2 | 214 | 120 | 307 | 47 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 1.36 | 435 | 433 | 2 | 217 | 56 | 377 | 47 | Resp. |
28 | Segr | em. 1.67 | 427 | 427 | 214 | 90 | 337 | 47 | Resp. | |
29 | Segr | em. 1.68 | 434 | 434 | 218 | 119 | 315 | 47 | Resp. | |
30 | Segr | em. 1.61 p. II | 433 | 433 | 217 | 354 | 79 | 47 | Appr. | |
31 | Segr | articolo 1 | 434 | 324 | 110 | 163 | 244 | 80 | 47 | Appr. |
32 | Nom. | articolo agg. 1.02 | 431 | 429 | 2 | 215 | 365 | 64 | 47 | Appr. |
33 | Nom. | odg 9/245 e abb.-A/1 | 419 | 418 | 1 | 210 | 63 | 355 | 47 | Resp. |
34 | Nom. | odg 9/245 e abb.-A/2 | 421 | 418 | 3 | 210 | 22 | 396 | 47 | Resp. |
35 | Nom. | odg 9/245 e abb.-A/3 | 432 | 431 | 1 | 216 | 19 | 412 | 47 | Resp. |
36 | Nom. | odg 9/245 e abb.-A/4 | 431 | 430 | 1 | 216 | 25 | 405 | 47 | Resp. |
37 | Nom. | odg 9/245 e abb.-A/5 | 434 | 431 | 3 | 216 | 19 | 412 | 47 | Resp. |
38 | Nom. | odg 9/245 e abb.-A/6 | 430 | 430 | 216 | 22 | 408 | 47 | Resp. | |
39 | Nom. | odg 9/245 e abb.-A/7 | 432 | 429 | 3 | 215 | 20 | 409 | 47 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 44) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | odg 9/245 e abb.-A/8 | 428 | 426 | 2 | 214 | 20 | 406 | 47 | Resp. |
41 | Nom. | odg 9/245 e abb.-A/9 | 432 | 429 | 3 | 215 | 20 | 409 | 47 | Resp. |
42 | Nom. | odg 9/245 e abb.-A/10 | 429 | 427 | 2 | 214 | 22 | 405 | 47 | Resp. |
43 | Segr | TU 245 e abb.-A - voto finale | 393 | 285 | 108 | 143 | 228 | 57 | 47 | Appr. |
44 | Nom. | Doc. IV-quater, n.1 | 379 | 375 | 4 | 188 | 374 | 1 | 47 | Appr. |