XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 342 di domenica 30 novembre 2014

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

      La seduta comincia alle 9.

      ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 28 novembre 2014.
      (È approvato).

TESTO AGGIORNATO AL 2 DICEMBRE 2014

Missioni.

Testo sostituito con l'errata corrige del 2 DICEMBRE 2014       PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bindi, Bobba, Boccia, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, Casero, Dambruoso, De Girolamo, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Faraone, Gregorio Fontana, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Lupi, Manciulli, Merlo, Meta, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Rampelli, Realacci, Domenico Rossi, Sanga, Sani, Scotto, Speranza, Velo, Vignali e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
      I deputati in missione sono complessivamente cinquantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
      Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
      PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bindi, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, Casero, Dambruoso, De Girolamo, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Faraone, Gregorio Fontana, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Lupi, Manciulli, Merlo, Meta, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Rampelli, Realacci, Domenico Rossi, Sanga, Sani, Scotto, Speranza, Velo, Vignali e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
      I deputati in missione sono complessivamente cinquantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
      Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche
(ore 9,05).

      PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015) (A.C. 2679-bis-A).

      PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n.  2679-bis-A: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015).
      Ricordo che nella seduta di ieri l'Assemblea ha approvato con distinte votazioni gli articoli 1, 2 e 3, sui quali il Governo ha posto la questione di fiducia.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2679-bis-A)

      PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2679-bis-A).
      L'onorevole Caparini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n.  9/2679-bis-A/53.

      DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, vorrei illustrare il mio ordine del giorno n.  9/2679-bis-A/53, oltre che altri ordini del giorno di cui sono cofirmatario.
      Il primo è quello riguardante lo stanziamento a favore dell'editoria: dell'editoria no profit, dell'editoria che è pluralismo nel nostro Paese e che viene gravemente Pag. 2minacciata dai tagli che questo Governo ha fatto, in quanto la posta di bilancio per l'anno 2013 era di 57 milioni di euro; con i successivi tagli è diventata di 20 milioni di euro. E già quest'anno hanno chiuso in dodici mesi 32 testate, quindi la situazione diventa drammatica anche dal punto di vista occupazionale, evidentemente non solo dal punto di vista del pluralismo dell'informazione; e quindi col mio ordine del giorno intendo sottoporre all'attenzione dei colleghi, e soprattutto all'attenzione del Governo che ha la possibilità di intervenire...

      PRESIDENTE. Scusi, onorevole Caparini. Gentilmente, il banco del Governo dev'essere lasciato libero. Grazie.

      DAVIDE CAPARINI. ...che ha la possibilità di intervenire, di rimpinguare questo fondo al fine di garantire la continuità imprenditoriale, e quindi la conseguente continuità occupazionale e il pluralismo per le tante testate; tenendo presente che anche la Federazione dei piccoli editori ha segnalato che nel caso la posta rimanesse quella che è purtroppo attualmente, ovvero i 20 milioni di euro, sono oltre 300 le testate a rischio per il prossimo anno.
      È una situazione che è veramente drammatica, e che è da associare ad un'altra situazione che noi segnaliamo in un altro ordine del giorno di cui sono cofirmatario, in cui sottolineiamo come, per quanto riguarda il comparto dell'emittenza locale, sia per quanto riguarda le Tv sia per quanto riguarda le radio, che sappiamo essere un presidio del pluralismo dell'informazione a livello locale che forniscono oltre che un servizio pubblico che lo Stato stesso, oltre che la Corte costituzionale, ha riconosciuto attraverso delle agevolazioni e il finanziamento proprio a fronte del servizio che rendono alla collettività, ecco, queste testate, queste emittenti locali sono a rischio, a rischio di vita per vari motivi. Primo fra tutti l'assoluta indeterminatezza della fonte normativa, in quanto di anno in anno vengono cambiati, e anche a volte in modo radicale, quelli che sono i parametri su cui poi realizzare l'impresa, fare impresa; perché – ricordiamolo – oltre ad essere testate editoriali, sia parlando di carta stampata sia parlando di radiotv, sono imprese, con lavoratrici e lavoratori che devono fare una programmazione, hanno dei budget, hanno un mercato molto agguerrito dove devono concorrere.
      Voi capite bene che l'indeterminatezza alla quale voi li state assoggettando sia dal punto di vista della quantità di contributi, che è impossibile definire di anno in anno ed è anche impossibile prevedere, sia dal punto di vista normativo, fa sì che, di fatto, nel nostro Paese sia impossibile fare impresa e prevedere uno sviluppo futuro. Quindi, la nostra richiesta, la mia richiesta, è quella di intervenire puntualmente, di dare una continuità, una solidità anche dal punto di vista contributivo, anche dal punto di vista normativo, in modo tale che il pluralismo nel nostro Paese continui ad essere salvaguardato, come in passato è stato.

      PRESIDENTE. L'onorevole Marcolin ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n.  9/2679-bis-A/48.

      MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, sono qui, con il mio ordine del giorno, a parlare di esodati. Tanto si dice e tanto si fa, ma poche cose vengono proprio fatte dal Governo. Soprattutto, non vi è una data certa per risolvere questo problema, che è stato creato da una legge scellerata, sulla quale abbiamo coinvolto il popolo con un referendum, e speriamo che presto questa legge venga abrogata, proprio per dare risposta a tante persone. Cito alcuni dati: con riferimento alla prima salvaguardia sono state certificate 64.374 posizioni, a fronte di 65 mila beneficiari, e sono state liquidate 41.060 prestazioni.
      Scarsi sono i numeri relativi alla seconda salvaguardia, dove su 35 mila posizioni da tutelare, per effetto della riduzione disposta con la sesta salvaguardia, le pensioni certificate sono state solo 16.920. Tutto questo report denuncia proprio che la questione dei lavoratori esodati è tutt'altro che un capitolo chiuso; restano, Pag. 3infatti, ancora esclusi dalle varie misure di salvaguardia, ad esempio, i lavoratori collocati in mobilità in caso di fallimento dell'impresa che maturino i requisiti entro trentasei mesi dalla fine del periodo di mobilità, il personale ferroviario e marittimo, i cosiddetti quindicenni già soggetti rientranti nelle deroghe di cui all'articolo 2, comma 3, lettera a), del decreto legislativo n.  503 del 1992.
      Il rappresentante del Governo, nella persona del sottosegretario Bobba, nella seduta di Commissione del 24 giugno scorso, durante l'esame parlamentare del provvedimento relativo alla sesta salvaguardia, aveva preannunziato soluzioni strutturali e definitive nella legge di stabilità. Nulla al riguardo, invece, contiene il provvedimento in esame, a testimonianza delle false promesse di questa maggioranza governativa e della mancata volontà di assumersi la responsabilità politica della vicenda.
      Quindi, noi, con questo ordine del giorno, vorremmo impegnare il Governo ad una data certa, perché entro tre mesi dall'entrata in vigore di questa legge venga data soluzione a questo problema annoso, di cui tutti parlano, ma in merito al quale nessuno ha il coraggio di dare una svolta definitiva.

      PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n.  9/2679-bis-A/67.

      STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno vorremmo incentrare l'attenzione su quelle che sono state, purtroppo, alcune calamità naturali che hanno investito il nostro Paese. Infatti, con il disegno di legge che verrà votato qui, oggi, sulla formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, vediamo che la legge di stabilità interviene, tra l'altro, sulle misure adottate in seguito al terremoto registrato in Emilia nel maggio 2012.
      Purtroppo, come dicevo, altre calamità naturali hanno investito il nostro Paese negli ultimi mesi in regioni come la Liguria, il Piemonte, la Lombardia, la stessa Emilia-Romagna, la Toscana, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, provocando vittime, devastazione, disperazione e tutta una serie di fermi e di danneggiamenti alle attività economiche e produttive. Il Governo, purtroppo, vediamo che, al di là delle promesse, ha adottato, al momento, solo alcuni provvedimenti minimi per venire incontro alla drammatica situazione degli operatori che hanno perso tutto e non sono in grado, al momento, di ricominciare.
      Provvedimenti minimi che prevedono solo la sospensione dei versamenti tributari fino al 20 dicembre del 2014 e solo limitatamente ad una ristretta lista di comuni colpiti da questi eventi calamitosi. A nostro modo di vedere, occorre adottare delle misure efficaci per permettere alle attività produttive operanti in queste aree di potersi riorganizzare, fungendo poi da traino per la ripresa delle intere aree di cui fanno parte.
      Quindi, con questo ordine del giorno vogliamo mettere in evidenza che il Governo non ha ancora dato delle risposte concrete e reali a tutte quelle situazioni di calamità naturale, di danneggiamenti e di problematiche che ne sono derivate, soprattutto per quanto riguarda le attività produttive delle nostre imprese che sono state costrette a chiudere, oppure sono state gravemente danneggiate e non hanno potuto continuare nel pieno della loro attività.
      A nostro modo di vedere, serve che il Governo ampli queste misure e dia delle risposte concrete a tutte le imprese e a tutte le aree che sono state colpite dagli eventi calamitosi. Con questo ordine del giorno noi vorremmo istituire delle zone franche per una durata di cinque anni che prevedano per tutte le persone fisiche e giuridiche residenti su tali territori l'esenzione dai versamenti fiscali e contributivi e la cancellazione di tutte le cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione, nonché semplificazione di adempimenti burocratici, compresa l'esenzione dalla presentazione del DURC per tutte le finalità per le quali tale documento è richiesto.Pag. 4
      Quindi, noi vorremmo che veramente questo ordine del giorno venisse valutato e venisse approvato dal Governo in quanto ci sembra una misura assolutamente necessaria e di equità sociale. Non si chiede nulla di particolare; si chiede appunto che chi purtroppo è stato colpito da una calamità naturale e non è più nelle condizioni di poter andare avanti come prima venga appunto esentato per cinque anni dalle imposte e da alcuni degli adempimenti burocratici più gravosi che appunto come il DURC impediscono il normale svolgimento dell'attività, qualora non fossero stati pagati i contributi previdenziali o alcune imposte sui redditi; contributi previdenziali e imposte sui redditi che ovviamente queste persone e queste aziende non possono più pagare per via degli eventi calamitosi che sono successi.
      Questo è sicuramente un ordine del giorno di buonsenso. Mi auguro che il Governo ne prenda atto e che ci dia un parere favorevole in quanto va in un'unica direzione, ossia quella di ristabilire quanto meno una giustizia sociale e un'equa ripartizione di quelli che sono i carichi tributari per chi è stato sfortunatamente colpito da questi eventi.

      PRESIDENTE. L'onorevole Prataviera ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n.  9/2679-bis-A/49.

      EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, anche se volevo illustrarne un altro, comunque mi adatterò alla sua volontà. Il provvedimento che stiamo esaminando, la legge di stabilità, reca una copertura al cosiddetto Jobs Act di circa 2 miliardi di euro. Perché dico circa ? Perché il Ministro Poletti, di concerto con il presidente della Commissione lavoro, Damiano, durante la scorsa settimana nel corso dell'esame del provvedimento della legge delega al lavoro, cosiddetto Jobs Act, ha annunciato che sarà necessario rimpinguare questa copertura di 2 miliardi di euro di altri 4 o 500 milioni; maggiori risorse che sono necessarie, a detta di due esponenti, uno di Governo e uno della maggioranza che sostiene questo Governo, per rimpinguare i fondi relativi agli ammortizzatori sociali perché ovviamente questi 2 miliardi di euro sono insufficienti per coprire sia il costo del lavoro che i nuovi ammortizzatori sociali che sono contenuti all'interno della riforma del lavoro.
      Noi già in Commissione, poi l'abbiamo fatto anche in Aula, abbiamo incalzato più volte il Governo chiedendo quali siano veramente le ripartizioni di questi 2 miliardi di euro, dato che non ci è stato possibile entrare nel merito di una possibile ripartizione di questo importo per le singole voci e per tutti gli obiettivi che si preannunciavano e si preannunciano, dal momento che questo provvedimento del Jobs Act è stato deliberato da quest'Aula e ora è al Senato ed ha, appunto, una copertura che, a nostra detta, è assolutamente insufficiente per raggiungere gli obiettivi che uno strumento di così ampia portata, soprattutto di una portata mediatica così importante, ha avuto.
      Le aspettative che si sono propagate dall'esterno di quest'Aula e i riflessi che si sono avuti sono stati importanti con questi 2 miliardi di euro. Noi avremmo voluto quanto meno capire quante di queste risorse sarebbero state impiegate per ogni singolo obiettivo contenuto nel disegno di legge delega e «venduto» agli occhi dell'opinione pubblica come Jobs Act.
      Noi abbiamo messo in luce anche la contraddizione in termini: nonostante sia in qualche modo anche apprezzabile l'evoluzione della materia degli ammortizzatori sociali in questo Paese, senza un'adeguata copertura non politica, perché quella è stata ovviamente dimostrata, ma senza una copertura economica non si riescono a raggiungere gli obiettivi tanto attesi e soprattutto dichiarati.
      Noi con questo ordine del giorno abbiamo voluto darvi una possibilità, la possibilità di dire quello che non è stato detto durante l'esame in Aula e durante l'esame in Commissione durante i confronti anche informali con molti di voi, ossia stabilire che i nuovi ammortizzatori sociali per i fruitori non siano inferiori rispetto a quanto già la legislazione vigente garantisce Pag. 5a chi, ex lavoratore, lavoratore in stand by, definiamolo così, si trova ad affrontare uno dei momenti più gravi e più difficili della propria vita che, senza l'ammortizzatore sociale, non può non solo garantire una sussistenza alla propria famiglia, a se stesso, ai debiti che ha contratto, insomma garantirsi la dignità quanto meno di persona inserita in un contesto sociale; ma non può nemmeno, senza sostegno economico adeguato, cercare di investire nella propria persona, di migliorarsi. Voi sapete perfettamente che la nostra logica è quella della meritocrazia, non quella dell'assistenzialismo. Uno degli obiettivi che gli ammortizzatori sociali dovrebbe avere, che è il plafond che si dovrebbe dare alle persone che appunto sono in una condizione di difficoltà, dovrebbe essere anche quello di dargli la possibilità...

      PRESIDENTE. Ha cinquanta secondi ancora, onorevole Prataviera.

      EMANUELE PRATAVIERA. Terminerò a malincuore. Uno degli strumenti che appunto noi vorremmo cercare di garantire anche attraverso un sostegno economico certo e indispensabile è quello che la persona si possa rimettere in gioco e, come diceva pochi anni fa l'ex Ministro del lavoro, Elsa Fornero, non dimostrarsi choosy. Allora, per passare dalle parole ai fatti, servono delle garanzie, delle garanzie che non sono state accettate con i nostri emendamenti e con le nostre discussioni al Jobs Act e non sono stati accettati con i nostri emendamenti e le nostre discussioni a questa legge di stabilità, ma quanto meno chiediamo che ci sia un'opinione convergente su questa materia...

      PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Prataviera.

      EMANUELE PRATAVIERA. ...accettando il nostro ordine del giorno.

      PRESIDENTE. L'onorevole Marguerettaz ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n.  9/2679-bis-A/62.

      RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Signor Presidente, tra le luci e le ombre di questa legge di stabilità, questo ordine del giorno è chiaro che cerca di portare l'attenzione su quella che noi riteniamo essere una delle ombre. Parliamo di quello che era l'articolo 19 di questa legge, con il quale si vanno ad eliminare i benefici fiscali previsti fin dal 1998 per l'acquisto di gasolio e GPL da riscaldamento domestico per le zone montane. Su questo, credo, che il Governo dovrebbe proprio fare uno sforzo per ritornare, almeno nel passaggio al Senato, su questa decisione, perché è davvero una decisione iniqua e, se mi permettete, anche antipatica, perché va a gravare su uno di quelli che sono dei beni di prima necessità: riscaldarsi e riscaldarsi in montagna in particolare è chiaro che è un bene di prima necessità e ha già ad oggi un costo piuttosto oneroso. È un provvedimento che andrebbe ad interessare, naturalmente negativamente, 5.300 comuni in Italia con un aggravio di spesa per le famiglie che si stima intorno ai 260 euro, e per le imprese, ad esempio, le imprese alberghiere, potrebbe addirittura aggravarsi di una cifra intorno ai 20 mila euro.
      Voi capite bene che in tempi difficili quali noi attraversiamo e quali attraversano in modo particolare le famiglie e le imprese, questa ulteriore batosta potrebbe essere per molte di loro davvero letale. Ne abbiamo discusso in Commissione. Io avevo sottoscritto, insieme a diversi colleghi, tra l'altro di tutti gli schieramenti politici, un emendamento tendente appunto ad eliminare questa decisione. Ci è stato chiesto di ritirarlo e così è stato fatto, con un mezzo impegno – dico mezzo perché non era poi così esplicito – di ritornare sulla materia nel passaggio al Senato.
      Noi, anche in accordo con il senatore della Valle D'Aosta, ieri abbiamo votato, come sempre, l'ennesima fiducia a questo Governo. Credo sia la trentaduesima, se non vado errato. Ma, come dicevo, in accordo con il senatore abbiamo anche deciso che quando ci sarà il passaggio della legge di stabilità al Senato ci riserviamo Pag. 6poi di valutare l'atteggiamento da tenere nei confronti del Governo, anche proprio sulla base della decisione che prenderà inerente a questo punto.
      Approfitto anche per dire che, tra l'altro, la nostra regione, la Valle D'Aosta – domani siamo al 1o dicembre 2014 – è ancora in attesa di chiudere il Patto di stabilità 2014. Questa è una cosa che credo gridi vendetta...

      PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Marguerettaz. I colleghi che stanno dietro l'oratore, grazie...

      RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. È una cosa davvero inqualificabile perché, se noi immaginiamo che il bilancio della mia regione autonoma, da molti considerata ricca e privilegiata, è passato da un miliardo e 600 milioni di euro del 2010 ai 974 milioni di euro del 2015, voi capite bene, con tutte le competenze che fortunatamente la nostra autonomia ci dà, la difficoltà che abbiamo già di gestire le cose. Se, poi, nel gestire le cose dobbiamo anche affiancare la difficoltà nel programmare, data appunto dalla non chiusura del Patto di stabilità 2014, vi rendete conto di quale situazione di difficoltà sta attraversando la mia regione.
      Mi auguro, quindi, che questo ordine del giorno venga accettato, ma il problema non è l'ordine del giorno, bensì la sostanza alla quale io mi auguro il Governo vorrà dare corso nel passaggio della legge di stabilità al Senato.

      PRESIDENTE. Informo che gli ordini del giorno Rigoni n.  9/2679-bis-A/8, Valiante n.  9/2679-bis-A/228 e Albini n.  9/2679-bis-A/269 sono stati ritirati dai presentatori. Avverto, altresì, che è in distribuzione la versione corretta dell'ordine del giorno Dellai n.  9/2679-bis-A/9.
      Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati ?

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo accoglie gli ordini del giorno Morassut n.  9/2679-bis-A/1 e Schullian n.  9/2679-bis-A/2, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Gebhard n.  9/2679-bis-A/3, Alfreider n.  9/2679-bis-A/4, Catalano n.  9/2679-bis-A/5, Boccadutri n.  9/2679-bis-A/6 e Cirielli n.  9/2679-bis-A/7.
      Il Governo accoglie gli ordini del giorno Dellai n.  9/2679-bis-A/9 (versione corretta) e Minardo n.  9/2679-bis-A/10, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Di Lello n.  9/2679-bis-A/11 e Di Gioia n.  9/2679-bis-A/12. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Senaldi n.  9/2679-bis-A/13, Paolo Rossi n.  9/2679-bis-A/14, Bergonzi n.  9/2679-bis-A/15, Bazoli n.  9/2679-bis-A/16, Fragomeli n.  9/2679-bis-A/17 e Costantino n.  9/2679-bis-A/18, mentre accoglie l'ordine del giorno Daniele Farina n.  9/2679-bis-A/19, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole: «a garantire» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di garantire».
      Il Governo accoglie l'ordine del giorno Palazzotto n.  9/2679-bis-A/20 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine al giorno Duranti n.  9/2679-bis-A/21. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Ferrara n.  9/2679-bis-A/22 e Giancarlo Giordano n.  9/2679-bis-A/23 ed accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Zaratti n.  9/2679-bis-A/24 e Pellegrino n.  9/2679-bis-A/25. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Scotto n.  9/2679-bis-A/26, purché sia riformulato all'inizio del dispositivo sostituendo le parole «a porre in essere» con le seguenti: «a considerare». Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Ricciatti n.  9/2679-bis-A/27 ed accoglie l'ordine del giorno Pannarale n.  9/2679-bis-A/28. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Placido n.  9/2679-bis-A/29 ed accoglie l'ordine del giorno Nicchi 9/2679-bis-A/30. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Franco Bordo n.  9/2679-bis-A/31, purché il dispositivo sia riformulato sostituendolo nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare la possibilità di mantenere», e prosegue come dal testo. Il Governo accoglie l'ordine del Pag. 7giorno Zaccagnini n.  9/2679-bis-A/32 ed accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Airaudo n.  9/2679-bis-A/33 e Piras n.  9/2679-bis-A/34. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Quaranta n.  9/2679-bis-A/35, purché sia riformulato all'inizio del dispositivo nel modo seguente: «a valutare la possibilità di», e seguono gli impegni come da testo. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Matarrelli n.  9/2679-bis-A/36 ed accoglie l'ordine del giorno Marcon n.  9/2679-bis-A/37, purché sia riformulato aggiungendo al termine del dispositivo, quindi dopo le parole «Joint Strike Fighter», la frase contenuta nella risoluzione a cui si fa riferimento e che viene precedentemente citata, quindi la seguente frase: «tenendo conto dei ritorni economici e di carattere industriale da esso derivanti», la stessa frase che viene citata dai proponenti. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fratoianni n.  9/2679-bis-A/38. Il Governo, inoltre, accoglie gli ordini del giorno Paglia n.  9/2679-bis-A/39 e Sannicandro n.  9/2679-bis-A/40 ed accoglie l'ordine del giorno Kronbichler n.  9/2679-bis-A/41, purché sia riformulato all'inizio del dispositivo nel modo seguente: «impegna il Governo affinché per quanto di competenza» perché c’è un problema di rapporti con la competenza regionale. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Melilla n.  9/2679-bis-A/42, Carrescia n.  9/2679-bis-A/43, Naccarato n.  9/2679-bis-A/44 e Tullo n.  9/2679-bis-A/45. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Sanga n.  9/2679-bis-A/46, Mura n.  9/2679-bis-A/47, Marcolin n.  9/2679-bis-A/48 e Prataviera n.  9/2679-bis-A/49. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Bossi n.  9/2679-bis-A/50 ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Grimoldi n.  9/2679-bis-A/51. Inoltre, il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Rondini n.  9/2679-bis-A/52 ed accoglie l'ordine del giorno Caparini n.  9/2679-bis-A/53. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Molteni n.  9/2679-bis-A/54, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Matteo Bragantini n.  9/2679-bis-A/55. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Allasia n.  9/2679-bis-A/56 e Simonetti n.  9/2679-bis-A/57 ed esprime parere contrario sull'ordine del giorno Gianluca Pini n.  9/2679-bis-A/58. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Guidesi n.  9/2679-bis-A/59 e Giancarlo Giorgetti n.  9/2679-bis-A/60, mentre accoglie l'ordine del giorno Invernizzi n.  9/2679-bis-A/61, purché sia riformulato inserendo all'inizio dell'impegno: «a valutare l'opportunità di prevedere» e poi segue come dal testo. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Marguerettaz n.  9/2679-bis-A/62 e Busin n.  9/2679-bis-A/63 ed accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Caon n.  9/2679-bis-A/64 e Attaguile n.  9/2679-bis-A/65.
      L'ordine del giorno Fedriga n.  9/2679-bis-A/66 è accolto.
      Sull'ordine del giorno Borghesi n.  9/2679-bis-A/67 il parere è contrario.
      L'ordine del giorno Basso n.  9/2679-bis-A/68 è accolto se i proponenti accettano di inserire all'inizio del dispositivo la seguente espressione: «a valutare la possibilità di».
      Gli ordini del giorno Santerini n.  9/2679-bis-A/69 e Fauttilli n.  9/2679-bis-A/70 sono accolti.
      L'ordine del giorno Caruso n.  9/2679-bis-A/71 è accolto come raccomandazione.
      L'ordine del giorno Fitzgerald Nissoli n.  9/2679-bis-A/72 è accolto.
      Gli ordini del giorno Sberna n.  9/2679-bis-A/73 e Marazziti n.  9/2679-bis-A/74 sono accolti come raccomandazione.
      L'ordine del giorno Gigli n.  9/2679-bis-A/75 è accolto se i proponenti accettano di riformulare il dispositivo nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare la possibilità di».
      Gli ordini del giorno Binetti n.  9/2679-bis-A/76 e Totaro n.  9/2679-bis-A/77 sono accolti.
      Sugli ordini del giorno Corsaro n.  9/2679-bis-A/78, Giorgia Meloni n.  9/2679-bis-A/79 e Taglialatela n.  9/2679-bis-A/80 il parere è contrario.
      L'ordine del giorno Nastri n.  9/2679-bis-A/81 è accolto come raccomandazione.Pag. 8
      Sull'ordine del giorno La Russa n.  9/2679-bis-A/82 il parere è contrario.
      Gli ordini del giorno Maietta n.  9/2679-bis-A/83 e Rampelli n.  9/2679-bis-A/84 sono accolti.
      L'ordine del giorno Tinagli n.  9/2679-bis-A/85 è accolto come raccomandazione.
      L'ordine del giorno Falcone n.  9/2679-bis-A/86 è accolto.
      L'ordine del giorno Librandi n.  9/2679-bis-A/87 è accolto come raccomandazione.
      L'ordine del giorno Galgano n.  9/2679-bis-A/88 è accolto.
      L'ordine del giorno D'Agostino n.  9/2679-bis-A/89 è accolto come raccomandazione.
      L'ordine del giorno Antimo Cesaro n.  9/2679-bis-A/90 è accolto come raccomandazione.
      L'ordine del giorno Vezzali n.  9/2679-bis-A/91 è accolto.
      Sull'ordine del giorno Vargiu n.  9/2679-bis-A/92 il parere è contrario.
      Gli ordini del giorno Matarrese n.  9/2679-bis-A/93, Molea n.  9/2679-bis-A/94, Dadone n.  9/2679-bis-A/95, Fraccaro n.  9/2679-bis-A/96 sono accolti.
      L'ordine del giorno Nuti n.  9/2679-bis-A/97 è accolto solo nella parte dispositiva, perché nelle premesse ci sono cose che il Governo non condivide.

      PRESIDENTE. Dunque, si propone una riformulazione sopprimendo le premesse.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. L'ordine del giorno Dieni n.  9/2679-bis-A/98 è accolto solo se i proponenti accettano di riformulare l'inizio della parte dispositiva nel modo seguente: «a valutare l'opportunità di adottare iniziative» e via dicendo.
      L'ordine del giorno Lombardi n.  9/2679-bis-A/99 è accolto se i proponenti accettano di riformulare l'inizio del dispositivo nel modo seguente: «a valutare l'opportunità di adottare» e via dicendo. Gli ordini del giorno Toninelli n.  9/2679-bis-A/100, D'Ambrosio n.  9/2679-bis-A/101, Cozzolino n.  9/2679-bis-A/102 sono accolti.
      L'ordine del giorno Agostinelli n.  9/2679-bis-A/103 è accolto, purché i proponenti accettino di riformulare l'inizio del dispositivo nel modo seguente: «a valutare la possibilità di introdurre l'esenzione del pagamento».
      Sull'ordine del giorno Colletti n.  9/2679-bis-A/104 il parere è contrario.
      L'ordine del giorno Ferraresi n.  9/2679-bis-A/105 è accolto.
      Sugli ordini del giorno Sarti n.  9/2679-bis-A/106 e Bonafede n.  9/2679-bis-A/107 il parere è contrario.
      L'ordine del giorno Businarolo n.  9/2679-bis-A/108 è accolto.
      Sull'ordine del giorno Turco n.  9/2679-bis-A/109 il parere è contrario.
      L'ordine del giorno Del Grosso n.  9/2679-bis-A/110 è accolto.
      Sull'ordine del giorno Sibilia n.  9/2679-bis-A/111 il parere è contrario.
      L'ordine del giorno Spadoni n.  9/2679-bis-A/112 è accolto.
      Sull'ordine del giorno Scagliusi n.  9/2679-bis-A/113 il parere è contrario.
      L'ordine del giorno Manlio Di Stefano n.  9/2679-bis-A/114 è accolto.
      L'ordine del giorno Basilio n.  9/2679-bis-A/115 è accolto se i proponenti accettano di riformulare l'inizio del dispositivo nel modo seguente: «a valutare la possibilità di autorizzare».
      Sull'ordine del giorno Artini n.  9/2679-bis-A/116 il parere è contrario.
      L'ordine del giorno Spessotto n.  9/2679-bis-A/117 è accolto.
      L'ordine del giorno Sorial n.  9/2679-bis-A/118 è accolto purché nella premessa si sostituiscano le parole «ritenute insufficienti» con la seguente: «viste».
      Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Castelli n.  9/2679-bis-A/119, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Currò n.  9/2679-bis-A/120. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Caso n.  9/2679-bis-A/121, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Brugnerotto n.  9/2679-bis-A/122. Il Governo accoglie gli ordini del giorno D'Incà n.  9/2679-bis-A/123, Cariello n.  9/2679-bis-A/124 e Cancelleri n.  9/2679-bis-A/125, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pesco n.  9/2679-bis-A/126. Il Governo Pag. 9accoglie l'ordine del giorno Ruocco n.  9/2679-bis-A/127, mentre accoglie l'ordine del giorno Villarosa n.  9/2679-bis-A/128, purché riformulato inserendo all'inizio della parte dispositiva le parole «a valutare la possibilità di». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Pisano n.  9/2679-bis-A/129, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Barbanti n.  9/2679-bis-A/130 e Battelli n.  9/2679-bis-A/131. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Di Benedetto n.  9/2679-bis-A/132, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno D'Uva n.  9/2679-bis-A/133. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Vacca n.  9/2679-bis-A/134, purché riformulato cancellando nel dispositivo ciò che segue le parole «della tassa di iscrizione». Il Governo accoglie gli ordini del giorno Marzana n.  9/2679-bis-A/135, Luigi Gallo n.  9/2679-bis-A/136 e Simone Valente n.  9/2679-bis-A/137, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Brescia n.  9/2679-bis-A/138. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Zolezzi n.  9/2679-bis-A/139, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Busto n.  9/2679-bis-A/140. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Micillo n.  9/2679-bis-A/141, mentre accoglie l'ordine del giorno Mannino n.  9/2679-bis-A/142. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno De Rosa n.  9/2679-bis-A/143, mentre accoglie gli ordini del giorno Terzoni n.  9/2679-bis-A/144, Segoni n.  9/2679-bis-A/145 e Vignaroli n.  9/2679-bis-A/146 ed accoglie l'ordine del giorno Daga n.  9/2679-bis-A/147, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a valutare la possibilità di introdurre la proroga» e via dicendo. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n.  9/2679-bis-A/148, mentre accoglie l'ordine del giorno Dell'Orco n.  9/2679-bis-A/149, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a valutare la possibilità di incrementare» e via dicendo. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Nicola Bianchi n.  9/2679-bis-A/150, mentre accoglie gli ordini del giorno De Lorenzis n.  9/2679-bis-A/151 e Liuzzi n.  9/2679-bis-A/152. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n.  9/2679-bis-A/153. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Della Valle n.  9/2679-bis-A/154, purché riformulato inserendo all'inizio del dispositivo le parole «a valutare l'opportunità di» e segue la parte impegnativa come è nel testo. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Vallascas n.  9/2679-bis-A/155, mentre accoglie l'ordine del giorno Da Villa n.  9/2679-bis-A/156, purché riformulato inserendo all'inizio della parte dispositiva le parole «a valutare la possibilità di». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Crippa n.  9/2679-bis-A/157, purché riformulato inserendo all'inizio della parte dispositiva le parole «a valutare la possibilità di», e poi si eliminano le parole «entro 60 giorni dall'approvazione della Legge di Stabilità 2015». Quindi, il testo diventa: «a valutare la possibilità di riattribuire ai comuni» e via dicendo.
      Il Governo accoglie l'ordine del giorno Fantinati n.  9/2679-bis-A/158, mentre accoglie l'ordine del giorno Rostellato n.  9/2679-bis-A/159, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a valutare la possibilità di assumere» e via dicendo. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rizzetto n.  9/2679-bis-A/160, mentre accoglie l'ordine del giorno Baldassarre n.  9/2679-bis-A/161, purché riformulato inserendo all'inizio della parte dispositiva le parole «a valutare la possibilità di» e, nel secondo capoverso del dispositivo, di nuovo, inserendo le parole «a valutare la possibilità di».
      Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Chimienti n.  9/2679-bis-A/162.
      Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Ciprini n.  9/2679-bis-A/163. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Bechis n.  9/2679-bis-A/164 e Cominardi n.  9/2679-bis-A/165. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Tripiedi n.  9/2679-bis-A/166, a condizione che si eliminino dal dispositivo le ultime righe dopo le parole Pag. 10«previsti a legislazione vigente», cancellando tutto ciò che viene dopo. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Baroni n.  9/2679-bis-A/167, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cecconi n.  9/2679-bis-A/168. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Silvia Giordano n.  9/2679-bis-A/169, Di Vita n.  9/2679-bis-A/170 e Grillo n.  9/2679-bis-A/171. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Lorefice n.  9/2679-bis-A/172, a condizione che sia riformulato inserendo all'inizio del dispositivo, al posto di: «ad adottare ulteriori iniziative normative volte a: garantire» le parole: «a valutare l'opportunità di: garantire». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Dall'Osso n.  9/2679-bis-A/173, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mantero n.  9/2679-bis-A/174. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Nesci e n.  9/2679-bis-A/175 e Colonnese n.  9/2679-bis-A/176. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Petraroli n.  9/2679-bis-A/177, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gallinella n.  9/2679-bis-A/178. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno L'Abbate n.  9/2679-bis-A/179, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lupo n.  9/2679-bis-A/180. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Parentela n.  9/2679-bis-A/181, mentre accoglie gli ordini del giorno Benedetti n.  9/2679-bis-A/182, Massimiliano Bernini n.  9/2679-bis-A/183, Gagnarli n.  9/2679-bis-A/184 e Carinelli n.  9/2679-bis-A/185. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Grande n.  9/2679-bis-A/186, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole: «a rendere permanente» con le seguenti: «a valutare la possibilità di rendere permanente». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Rizzo n.  9/2679-bis-A/187. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Corda n.  9/2679-bis-A/188, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole: «ad assumere» con le seguenti: «a valutare la possibilità di assumere». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Prodani n.  9/2679-bis-A/189. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Frusone n.  9/2679-bis-A/190, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole: «ad adottare» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di adottare». Il Governo accoglie gli ordini del giorno Paolo Bernini n.  9/2679-bis-A/191, Mucci n.  9/2679-bis-A/192, Di Battista n.  9/2679-bis-A/193, Tofalo n.  9/2679-bis-A/194, Luigi Di Maio n.  9/2679-bis-A/195, Pinna n.  9/2679-bis-A/196, Fico n.  9/2679-bis-A/197 e Alberti n.  9/2679-bis-A/198. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno D'Alia n.  9/2679-bis-A/199, mentre accoglie l'ordine del giorno Adornato n.  9/2679-bis-A/200. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Castricone n.  9/2679-bis-A/201, mentre accoglie gli ordini del giorno Sereni n.  9/2679-bis-A/202 e Marco Meloni n.  9/2679-bis-A/203. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Guerra n.  9/2679-bis-A/204, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole iniziali con le seguenti: «a valutare la necessità di destinare adeguate risorse», cancellando quel riferimento specifico alla dimensione delle risorse stesse. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Fassina n.  9/2679-bis-A/205, a condizione che nella premessa sia eliminato l'ultimo periodo e nel dispositivo, dopo le parole «2016 e 2017» siano sostituite le parole «una parte» con le seguenti «la parte eventualmente eccedente rispetto al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica», a cui segue sempre: «dei proventi relativi alla vendita di partecipazioni...» infine, qualche riga sotto nel dispositivo, dopo le parole «anche mediante» siano sostituite le parole «il coinvolgimento» con le seguenti: «l'autonomo concorso». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Misiani n.  9/2679-bis-A/206. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rampi n.  9/2679-bis-A/207, a condizione che il dispositivo sia riformulato, eliminando le cifre precise, ovvero sostituendo le parole prima di «per l'anno 2015» con le seguenti: «a disporre un adeguato sostegno finanziario».
      Il Governo accoglie gli ordini del giorno Becattini n.  9/2679-bis-A/208, Incerti n.  9/Pag. 112679-bis-A/209 e Argentin n.  9/2679-bis-A/210. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Damiano n.  9/2679-bis-A/211, purché sia riformulato nel senso di scrivere: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Boccuzzi n.  9/2679-bis-A/212, purché sia riformulato nel senso di inserire all'inizio: «a valutare la possibilità di intervenire» e di sopprimere, dopo le parole: «n.  67 del 2011», le parole: «, volta ad ampliare i criteri per il riconoscimento di detti benefici». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Coscia n.  9/2679-bis-A/213, purché sia riformulato nel senso di sostituire le parole: «delle sue accresciute funzioni istituzionali» con le seguenti: «delle accresciute funzioni istituzionali dell'INVALSI» e di sopprimere le parole che seguono. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ghizzoni n.  9/2679-bis-A/214. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Malpezzi n.  9/2679-bis-A/215, Blazina n.  9/2679-bis-A/216 e D'Ottavio n.  9/2679-bis-A/217. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Malisani n.  9/2679-bis-A/218, purché sia riformulato nel senso di sostituire dopo le parole: «a valutare l'opportunità di reperire le risorse necessarie», da: «a ripristinare» fino alla fine dell'impegno con le seguenti: «al sostegno del settore dello spettacolo». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Manzi n.  9/2679-bis-A/219. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Rocchi n.  9/2679-bis-A/220 e Carocci n.  9/2679-bis-A/221. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Gianni Farina n.  9/2679-bis-A/222, purché sia riformulato nel senso di sostituire all'inizio le parole: «di reintegrare» con le seguenti: «di rispondere alle obiettive esigenze», di sopprimere il preciso riferimento al capitolo 3153 della Tabella 6 del bilancio del MAECI e, infine, nell'ultima parte del dispositivo, di sostituire le parole: «a valutare l'esigenza» con le seguenti: «a valutare l'opportunità». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Porta n.  9/2679-bis-A/223. Il Governo accoglie gli ordini del giorno La Marca n.  9/2679-bis-A/224 e Fedi n.  9/2679-bis-A/225. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Morani n.  9/2679-bis-A/226. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Tartaglione n.  9/2679-bis-A/227, purché sia riformulato nel senso di sopprimere, nella prima parte dispositiva, le parole da: «per omogeneità di materia» fino a: «sia aggiunta». L'ordine del giorno Valiante n.  9/2679-bis-A/228 risulta ritirato.

      PRESIDENTE. È stato ritirato anche l'ordine del giorno Morani n.  9/2679-bis-A/226, su cui il Governo aveva espresso parere contrario.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Tidei n.  9/2679-bis-A/229, Galperti n.  9/2679-bis-A/230 e Piccione n.  9/2679-bis-A/231. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zan n.  9/2679-bis-A/232. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Piazzoni n.  9/2679-bis-A/233, purché sia riformulato nel senso di sostituire integralmente la parte impegnativa con la seguente frase: «ad intervenire sulla regolazione delle associazioni e fusioni delle amministrazioni locali, in modo da eliminare le penalizzazioni oggi connesse all'esercizio della funzione di comune capofila».
      Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lavagno 9/2679-bis-A/234. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Di Salvo 9/2679-bis-A/235. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Miccoli 9/2679-bis-A/236. Il Governo invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Martelli 9/2679-bis-A/237, perché è formulato come un emendamento. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Fossati 9/2679-bis-A/238, purché riformulato, cioè se il proponente accetta di aggiungere, nella parte dispositiva, all'ultimo capoverso, dopo le parole «a verificare», scrivere «nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica», poi segue «la possibilità di...». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Patriarca 9/2679-bis-A/239, purché riformulato, cioè se i proponenti accettano di scrivere, dopo le parole «ma anche», Pag. 12«valutare l'opportunità di predisporre». Il Governo accoglie gli ordini del giorno Lenzi 9/2679-bis-A/240, Miotto 9/2679-bis-A/241, Capone 9/2679-bis-A/242, D'Incecco 9/2679-bis-A/243 e Beni 9/2679-bis-A/244. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Casati 9/2679-bis-A/245, purché riformulato, cioè se i proponenti accettano di togliere dal dispositivo le parole che seguono «l'Unione Italiana Ciechi», poi cancellare «nella misura già accordata...» e così via. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Carnevali 9/2679-bis-A/246. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Nicoletti 9/2679-bis-A/247, purché riformulato, cioè se il proponente accetta di premettere «a valutare l'opportunità di prevedere» e poi di cancellare le parole «e regolamentare». Il Governo accoglie gli ordini del giorno D'Arienzo 9/2679-bis-A/248 e Narduolo 9/2679-bis-A/249. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Garavini 9/2679-bis-A/250, purché riformulato, cioè se i proponenti accettano di scrivere all'inizio «impegna il Governo a valutare la possibilità di» e poi, nell'ultima parte del dispositivo, «nonché a valutare la possibilità di ripristinare la gratuità». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ventricelli 9/2679-bis-A/251. Il Governo invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Marchetti 9/2679-bis-A/252. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Terrosi 9/2679-bis-A/253, purché riformulato, cioè se i proponenti accettano la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di operare perché, nell'ambito dell'eventuale introduzione della cosiddetta local tax, sia adeguatamente compensato, attraverso il Fondo di solidarietà, il venir meno del gettito derivante dall'IMU immobili ad uso produttivo». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lodolini 9/2679-bis-A/254. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Realacci 9/2679-bis-A/255. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Burtone 9/2679-bis-A/256, purché riformulato, cioè se il proponente accetta di scrivere, all'inizio della parte impegnativa, alla lettera a): «verificare la possibilità di procedere in tempi brevi al riparto» e segue il testo così com’è. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Cardinale 9/2679-bis-A/257, purché riformulato, cioè se i proponenti accettano di togliere, all'inizio della parte impegnativa, «entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge» e invece accettano di scrivere «a valutare l'opportunità di autorizzare l'Aran». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Martella 9/2679-bis-A/258. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Anzaldi 9/2679-bis-A/259, purché riformulato, cioè se il proponente accetta di scrivere «impegna il Governo ad attivare», togliendo «entro 60 giorni» e segue «un tavolo di confronto».
      Il Governo accoglie gli ordini del giorno Bonomo n.  9/2679-bis-A/260, Battaglia n.  9/2679-bis-A/261 e Paris n.  9/2679-bis-A/262. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Tino Iannuzzi n.  9/2679-bis-A/263, a condizione che il dispositivo sia riformulato scrivendo le parole: «impegna il Governo a valutare la possibilità di inserire». Il Governo accoglie gli ordini del giorno Mariani n.  9/2679-bis-A/264, Braga n.  9/2679-bis-A/265, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Manfredi n.  9/2679-bis-A/266, perché riguarda materia IVA, comunitaria. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Arlotti n.  9/2679-bis-A/267 e Cenni n.  9/2679-bis-A/268.

      PRESIDENTE. L'ordine del giorno Albini n.  9/2679-bis-A/269 è stato ritirato.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Moscatt n.  9/2679-bis-A/270 e accoglie gli ordini del giorno Mongiello n.  9/2679-bis-A/271, Borghi n.  9/2679-bis-A/272, Fabrizio Di Stefano n.  9/2679-bis-A/273, Russo n.  9/2679-bis-A/274, Latronico n.  9/2679-bis-A/275, Altieri n.  9/2679-bis-A/276, Marti n.  9/2679-bis-A/277 e Palese n.  9/2679-bis-A/278. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Occhiuto n.  9/2679-bis-A/279 a condizione che sia riformulato. Il Governo è favorevole alla prima parte dell'impegno, ma non è favorevole alla seconda parte, quella parte che dice: «a valutare inoltre l'opportunità di sopprimere (...)».

Pag. 13

      PRESIDENTE. Quindi abbiamo una proposta di riformulazione.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Esatto, esatto il Governo propone di sopprimere la seconda parte dell'impegno. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Riccardo Gallo n.  9/2679-bis-A/280, Faenzi n.  9/2679-bis-A/281 e Distaso n.  9/2679-bis-A/282. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Sisto n.  9/2679-bis-A/283 a condizione che il proponente accetti di riformulare l'ordine del giorno, inserendo le parole: «a valutare la possibilità di intraprendere».

      PRESIDENTE. Colleghi, potete abbassare un attimo il tono della voce ?

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno De Menech n.  9/2679-bis-A/284 e accoglie gli ordini del giorno Zappulla n.  9/2679-bis-A/285, Piccoli Nardelli n.  9/2679-bis-A/286, Scuvera n.  9/2679-bis-A/287, Sottanelli n.  9/2679-bis-A/288, Misuraca n.  9/2679-bis-A/289 e Garofalo n.  9/2679-bis-A/290. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Piso n.  9/2679-bis-A/291 e Piccone n.  9/2679-bis-A/292. Sull'ordine del giorno Vignali n.  9/2679-bis-A/293, il proponente mi aveva consegnato una alternativa di testo che però non vedo e sulla quale io sarei d'accordo. Però non vedo questa alternativa e il testo è rimasto quello che era in origine, in questo caso inviterei al ritiro, se invece...

      PRESIDENTE. Proviamo a fare così, signor Viceministro, legga lei questa riformulazione che propone ai presentatori.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Propongo questa riformulazione: «La Camera, premesso che: nel corso del dibattito sul provvedimento in esame il Governo ha preannunciato la prossima presentazione di una legge di riordino della materia, impegna il Governo a valutare l'opportunità dello spostamento dei pagamenti riferiti all'articolo 1, comma 251, del decreto-legge n.  296 del 27 dicembre 2006, anche in riferimento ai contenziosi in atto». Su questo testo il parere del Governo sarebbe favorevole.

      PRESIDENTE. Bene, quindi questa sarebbe la riformulazione, grazie.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Alli n.  9/2679-bis-A/294 a condizione che sia riformulato inserendo dopo la parola: «risorse», le parole: «adeguate.». Cioè togliendo il riferimento puntuale alla quantità di risorse. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Roccella n.  9/2679-bis-A/295 a condizione che sia riformulato scrivendo, nella parte dell'impegno, dopo la parola: «modificare», le parole: «compatibilmente con le regole comunitarie e in accordo con le regioni interessate», continuando poi con: «il trattamento IVA». Perché si tratta di IVA e quindi queste due condizioni si devono verificare.
      Sull'ordine del giorno Scopelliti n.  9/2679-bis-A/296 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno Pizzolante n.  9/2679-bis-A/297 è accolto. Sull'ordine del giorno Bosco n.  9/2679-bis-A/298 il parere è favorevole, a condizione che i proponenti accettino di inserire nel dispositivo, dopo le parole «della sua applicazione» le seguenti: «a valutare la possibilità di introdurre».
      Sull'ordine del giorno Sammarco n.  9/2679-bis-A/299 il parere sarebbe favorevole se i proponenti accettassero la seguente riformulazione: «a valutare la necessità, per i soggetti non interessati dall'eliminazione dalla base imponibile dell'IRAP del costo del lavoro stabile, di introdurre in un prossimo provvedimento l'innalzamento della franchigia IRAP.»; e quindi togliere le parole «dagli attuali euro 10.500 ad euro 20.000».
      L'ordine del giorno Dorina Bianchi n.  9/2679-bis-A/300 è accolto. Sull'ordine del giorno Pagano n.  9/2679-bis-A/301 il parere è contrario. L'ordine del giorno Saltamartini n.  9/2679-bis-A/302 è accolto Pag. 14se i proponenti accettano due proposte di riformulazione: all'inizio, scrivere «a valutare l'opportunità di prorogare»; e poi, accettano di togliere le ultime righe, dalle parole «a rivedere» fino «a soglie». Gli ordini del giorno Quartapelle Procopio n.  9/2679-bis-A/303 e Gribaudo n.  9/2679-bis-A/304 sono accolti.
      L'ordine del giorno Cani n.  9/2679-bis-A/305 è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno Marrocu n.  9/2679-bis-A/306 è accolto.

      PRESIDENTE. Sta bene. La ringrazio, signor Viceministro.
      Comunico che gli ordini del giorno Miccoli n.  9/2679-bis-A/236, Martelli n.  9/2679-bis-A/237, Marchetti n.  9/2679-bis-A/252 e Moscatt n.  9/2679-bis-A/270 sono stati ritirati.

      CINZIA MARIA FONTANA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      CINZIA MARIA FONTANA. Signor Presidente, il gruppo Partito Democratico accoglie le raccomandazioni e le riformulazioni di tutti gli ordini del giorno presentati dalle colleghe e dai colleghi del gruppo e non chiediamo di metterli in votazione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

      PRESIDENTE. Benissimo, questo ci aiuterà nel lavoro.

      ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ROCCO PALESE. Signor Presidente, anche il gruppo Forza Italia non chiede di porre in votazione tutti gli ordini del giorno accolti e sono accolte tutte le formulazioni.

      MARIANO RABINO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARIANO RABINO. Signor Presidente, la stessa cosa vale per il gruppo di Scelta Civica (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

      PRESIDENTE. Meraviglioso. Andiamo avanti.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Morassut n.  9/2679-bis-A/1 e Schullian n.  9/2679-bis-A/2, accolti dal Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Gebhard n.  9/2679-bis-A/3, Alfreider n.  9/2679-bis-A/4, Catalano n.  9/2679-bis-A/5, Boccadutri n.  9/2679-bis-A/6 e Cirielli n.  9/2679-bis-A/7, accolti dal Governo come raccomandazione.
      L'ordine del giorno Rigoni n.  9/2679-bis-A/8 è stato ritirato.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Dellai n.  9/2679-bis-A/9 e Minardo n.  9/2679-bis-A/10, accolti dal Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Lello n.  9/2679-bis-A/11, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Di Gioia n.  9/2679-bis-A/12, accolto dal Governo come raccomandazione.

      LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, un secondo soltanto per chiedere al signor Viceministro, dal momento che c'era un accordo chiaro in Commissione, di potere togliere la raccomandazione e, quindi, accogliere il mio ordine del giorno n.  9/2679-bis-A/12.

      PRESIDENTE. Signor Viceministro, c’è una richiesta di accoglimento pieno dell'ordine del giorno Di Gioia n.  9/2679-bis-A/12 e non come raccomandazione.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Va bene, signor Presidente.

      PRESIDENTE. Sta bene, allora è accettato.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del Pag. 15giorno Senaldi n.  9/2679-bis-A/13, accolto dal Governo.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Paolo Rossi n.  9/2679-bis-A/14, accolto dal Governo.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bergonzi n.  9/2679-bis-A/15, accolto dal Governo.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bazoli n.  9/2679-bis-A/16, accolto dal Governo.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fragomeli n.  9/2679-bis-A/17, accolto dal Governo.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Costantino n.  9/2679-bis-A/18, accolto dal Governo.
      Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Daniele Farina n.  9/2679-bis-A/19, accolto dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Palazzotto n.  9/2679-bis-A/20, accolto dal Governo.
      Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Duranti n.  9/2679-bis-A/21, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

      DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, ovviamente chiederemo di mettere ai voti questo ordine del giorno. Il fatto che non sia stato accolto dal Governo, che appunto il Governo abbia espresso parere contrario, aumenta le preoccupazioni che abbiamo in merito all'immediata atto operatività del Fondo per le missioni internazionali, che viene per l'appunto incrementato di 850 milioni di euro.
      Questa volta, a differenza delle altre, ci sono fondi disponibili, già disponibili senza ulteriori passaggi dalle Commissioni di merito e senza il voto del Parlamento: 850 milioni in più per le missioni internazionali, a fronte invece di un incremento per la cooperazione internazionale di soli 30 milioni di euro. Chiedevamo, con questo ordine del giorno, di non superare il Fondo utilizzato l'anno scorso per le missioni internazionali, e di inserire i fondi, le risorse rimanenti sul Fondo per la cooperazione internazionale: ancora una volta, la tendenza è la stessa !
      Esprimendo parere contrario a questo ordine del giorno, ci dite, dite al Parlamento che non solo il Fondo per le missioni sarà incrementato, ma che probabilmente questo incremento di fondi potrà essere utilizzato per nuove avventure militari; noi temiamo in Iraq e in Libia, viste le ultime dichiarazioni del Ministro degli affari esteri. È per questo che speravamo che accoglieste almeno come raccomandazione questo ordine del giorno. Non lo avete fatto: è una scelta fortemente politica, chiediamo di metterlo ai voti.

      PRESIDENTE. Sta bene.
      Informo che anche che l'ordine del giorno Manfredi n.  9/2679-bis-A/266 è stato ritirato.
      Passiamo ai voti.
      Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duranti n.  9/2679-bis-A/21, con parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Centemero, Berlinghieri, Malisani, Cicchitto, Damiano, Ferranti...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     412            
            Votanti     394            
            Astenuti       18            
            Maggioranza     198            
                Hanno votato       69                
                Hanno votato no     325.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 16

      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ferrara n.  9/2679-bis-A/22, accolto dal Governo.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giancarlo Giordano n.  9/2679-bis-A/23, accolto dal Governo.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zaratti n.  9/2679-bis-A/24, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pellegrino n.  9/2679-bis-A/25, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Scotto n.  9/2679-bis-A/26, accolto dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ricciatti n.  9/2679-bis-A/27, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ricciatti n.  9/2679-bis-A/27, con parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Brandolin, Gregori, Ciracì, Fantinati...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     418            
            Votanti     362            
            Astenuti       56            
            Maggioranza     182            
                Hanno votato       34                
                Hanno votato no     328.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (I deputati Ermini e Manfredi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

      Onorevole Pannarale, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n.  2679-bis-A/28, accolto dal Governo ? Onorevole Pannarale, se lei parla poi bisogna metterlo ai voti.

      ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente. Sono costretta a dire che l'approvazione di questo ordine del giorno da parte del Governo sa di amaro e sa di beffa. È l'ordine del giorno su «quota 96»...

      PRESIDENTE. Per favore, lasciamo liberi i banchi del Governo ! Per favore !

      ANNALISA PANNARALE. Una storia, dall'inizio di questa legislatura, di promesse false, di rinvii e di bugie. Ancora una volta, anche in questa legge di stabilità, la vicenda di «quota 96» è stata completamente espunta da un Governo che è completamente sordo alle esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici. Avreste potuto attingere, e ve lo diciamo ancora una volta, dai risparmi del sistema previdenziale.
      Siete riusciti a far detestare a questi lavoratori e a queste lavoratrici un lavoro che amavano, un lavoro rispetto al quale avevano passione. Siete riusciti, soprattutto, a mantenere in uno stato di precarietà tanti giovani preparati, professionalmente molto più aggiornati, per la vostra incapacità e per la vostra inettitudine.
      Vi sono due punti nel nostro ordine del giorno, e lo voglio ricordare a questo Governo, perché non ci importa, in realtà, che lo approviate: ci importa che finalmente facciate qualcosa. Non soltanto vi chiediamo di inserire questa vicenda nel primo provvedimento utile, ma, soprattutto, vi chiediamo di fornirci, finalmente, i dati definitivi, perché ormai metà di questi lavoratori e lavoratrici, che avevano già maturato i loro requisiti, sono già andati praticamente in quiescenza, chi con la legge n.  104, chi con la salvaguardia, chi perché ha maturato nel frattempo.
      Quella famosa cifra di 4 mila si è notevolmente ridotta. Nonostante questo, ancora una volta, questa vicenda è stata sconfitta dalla vostra incapacità. Mettiamo ai voti l'ordine del giorno perché rimanga Pag. 17un segno di questa vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Airaudo. Ne ha facoltà.

      GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, intervengo per sottolineare questa vicenda. Questo Parlamento, questa Camera ha un debito d'onore con quelle lavoratrici e quei lavoratori. Credo che sia la terza volta che approviamo un ordine del giorno, credo che sia la quarta volta che ci impegniamo a dire che risolveremo questo problema.
      Il Presidente del Consiglio aveva promesso di risolverlo il 31 agosto scorso, entro il 31 agosto, prima dell'anno scolastico ! Sta finendo il primo quadrimestre ! Siete di nuovo in ritardo, avete lasciato soli dei lavoratori che potevano avere una soluzione e potevano creare posti di lavoro veri, non come quelli che scegliete, da ciliegia in ciliegia, finti e precari, di cui vi vantate (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

      ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, per preannunziare che Forza Italia voterà a favore di questo ordine del giorno. Siamo di fronte a dei lavoratori del comparto scuola, a degli insegnanti, la famosa «quota 96», la cui situazione è pendente da tantissimo tempo. Voglio ricordare che all'interno della Camera dei deputati, in Commissione, nel mese di luglio, è stato approvato, e poi purtroppo eliminato al Senato, un emendamento che sanava questa situazione.
      Infatti, voglio ricordare che gli insegnanti possono andare in pensione solo un giorno all'anno, che è il 1o settembre. Quindi, questi esodati della scuola non hanno potuto beneficiare dei diritti a cui avevano diritto nel momento in cui, nel 2012, entrò in vigore la riforma Fornero.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

      EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, per annunciare che anche noi, che anche io aggiungerò la mia firma a questo ordine del giorno – lo condividiamo pienamente – e per ricordare anche ai colleghi di SEL, ma, soprattutto, al Governo, che, oltre ad avere dialogato più volte su questo tema, abbiamo proposto emendamenti al Jobs Act e anche a questa legge di stabilità, che sono stati sempre rigettati. Quindi, condividiamo in pieno questa battaglia proposta da SEL.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

      MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, solo per aggiungere la firma a questo ordine del giorno.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

      BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, per annunciare che anche il Nuovo Centrodestra voterà a favore dell'ordine del giorno.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

      MARCO RONDINI. Signor Presidente, solo per annunciare che aggiungo la mia firma a questo ordine del giorno.

      PRESIDENTE. Prendo atto che anche l'onorevole Caparini aggiunge la sua firma all'ordine del giorno Pannarale n.  9/2679-bis-A/28.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.

      GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, per dire ancora una volta e per sottolineare quale brutta figura questo Governo ha fatto con questa vicenda. Addirittura Pag. 18questa figuraccia è costata le dimissioni al vicepresidente del PD in Commissione cultura che si era impegnato con quelle persone, così come aveva fatto tutto il Parlamento. Ora siamo davanti all'ennesima presa in giro...

      PRESIDENTE. Colleghi, abbassiamo per favore il tono della voce.

      GIUSEPPE BRESCIA. ...il Governo che accoglie un ordine del giorno con il quale si impegna nuovamente a risolvere questa questione. Nel frattempo, queste persone fuori aspettano che arrivi un provvedimento serio e vero che risolva una volta per tutte una faccenda che decide la loro vita di fatto. Quindi, anche noi sottoscriviamo e voteremo favorevolmente questo ordine del giorno.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

      ANGELO CERA. Signor Presidente, io credo che l'ordine del giorno è successivo anche all'approvazione, in alcuni provvedimenti precedenti, della legge che riguardava «quota 96» e anche, all'interno di «quota 96», il recupero del sistema contributivo per coloro i quali in «quota 96» erano andati in pensione. Per cui è un ritorno all'indietro: c’è una votazione della Camera che ha votato in maniera inequivocabile attraverso l'approvazione in Commissione e in Aula di quella legge; ciò è il fallimento nostro rispetto ai contabili dello Stato che, ancora una volta, hanno detto «no» !

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.

      MAINO MARCHI. Signor Presidente, solo per ribadire alcune scelte fondamentali che abbiamo fatto nel lavoro di Commissione. C'erano diversi problemi aperti e ci sono diversi problemi aperti sulle pensioni. Abbiamo deciso di affrontarne uno sul quale c'erano stati vari pronunciamenti in passato e anche l'inserimento all'interno di un precedente provvedimento qui alla Camera e poi eliminato al Senato, che è quello relativo alle penalizzazioni per quei lavoratori con 42 anni di servizio o 41 per le donne che avessero meno di 62 anni di età. Quella questione viene completamente risolta e, per quanto riguarda le altre, tra cui questa, si è detto: all'interno del processo sulla buona scuola vediamo di affrontarle – e l'ordine del giorno va in questa direzione – perché, tra l'altro, in quel processo potrà esserci anche un utilizzo eventualmente non direttamente in classe di questi lavoratori e di questi insegnanti, ma soprattutto può esserci un contesto più favorevole per affrontare e risolvere definitivamente questo problema.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon.  Ne ha facoltà.

      GIULIO MARCON. Signor Presidente, ricordo all'onorevole Marchi che, intervenendo in Commissione Bilancio, il Viceministro Morando ha detto espressamente che i fondi per «quota 96» non saranno presi dai fondi del piano per la buona scuola, ma nell'ambito delle iniziative correlate e concorrenti al piano della buona scuola. Quindi, siamo ancora nel quadro della aleatorietà, delle promesse e degli annunci. È la quarta volta che il Governo dice che questo problema sarà risolto; per la quarta volta, siamo ad ascoltare altri annunci, annunci che producono altri annunci. Qui siamo veramente alla presa in giro e non dobbiamo prendere in giro i lavoratori e le lavoratrici che soffrono da tanto tempo questa situazione. Basta con gli annunci e approvate il provvedimento !

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pannarale n.  9/2679-bis-A/28, con il parere favorevole del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

Pag. 19

      Folino, Ruocco...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     432            
            Votanti     430            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     216            
                Hanno votato     427                
                Hanno votato no         3.

      La Camera approva (Vedi votazioni).

      (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

      DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, mi scusi ma nella votazione precedente mi è sfuggito un passaggio: il Governo ha espresso parere contrario e poi dai banchi del Governo...

      PRESIDENTE. No, onorevole Crippa, il Governo ha espresso un parere favorevole.

      DAVIDE CRIPPA. Allora, mi ero perso quel passaggio.

      PRESIDENTE. L'onorevole Pannarale ha chiesto che fosse comunque votato con il parere favorevole del Governo e lo abbiamo messo ai voti.

      DAVIDE CRIPPA. Perfetto, grazie.

      PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Placido n.  9/2679-bis-A/29, accolto dal Governo come raccomandazione.

      ANTONIO PLACIDO. Signor Presidente, anche a questo proposito siamo grosso modo nella stessa condizione ed è abbastanza scandaloso che tutto quanto il Parlamento esprima un orientamento identico e che per la terza o la quarta volta il Governo inventi soluzioni dilatorie.
      Questa vicenda è quella che ha a che vedere con un altro dei cosiddetti errori contenuti nella legge Fornero, quella dei macchinisti, del personale viaggiante delle Ferrovie. Vanno in pensione a 67 anni, l'età più avanzata di tutta quanta l'Europa e hanno un'aspettativa di vita di 64,5 anni, a fronte di una media italiana di 82 anni. Sarebbe stato possibile, con i risparmi realizzati per effetto della legge Fornero, che l'ufficio statistico dell'INPS quantifica in quattro volte quelli contabilizzati, 80 miliardi circa, invece dei 22 nel decennio 2012-2021, metter mano alla soluzione di questo problema. Non lo si fa e si ricorre alla strada, che ancora una volta inganna ed illude i lavoratori, dell'accoglimento come raccomandazione.
      Noi siamo perché il provvedimento venga adottato quanto prima dal Governo e siamo perché la si finisca con questa tecnica – lo diceva prima il collega Marcon – della produzione di annuncio a mezzo di annuncio, si potrebbe dire parafrasando un noto testo di un grande economista di questo Paese.

      PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Placido, prendo atto, quindi, che lei non accetta l'accoglimento come raccomandazione.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Airaudo. Onorevole Airaudo, se le do la parola, poi non le posso più dare la parola sul suo ordine del giorno. Lo dico perché è previsto dal Regolamento. Prego, ne ha facoltà.

      GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, mi era noto, però la ringrazio. Ci risiamo, come su quota 96 anche qui abbiamo tutti dichiarato, a partire dal Governo Monti, che questo errore materiale andava sanato. Sono anni che queste lavoratrici e questi lavoratori aspettano. Nel frattempo, guidano i nostri treni su delle ferrovie che hanno anche problemi più volte riscontrati di sicurezza.
      Ci si vanta in molte trasmissioni televisive e in molte riunioni di questa Camera di conoscere bene il problema, di essere saliti grazie ai macchinisti nella cabina Pag. 20con il conduttore unico, ma nel frattempo questo errore noi non lo stiamo risolvendo. Un'altra volta questo Governo non sa fare neanche i piccoli passi, quelli di giustizia, quelli che ricostruiscono un rapporto tra il cittadino e lo Stato, sanare l'errore, assumersi la responsabilità, mettere in sicurezza le ferrovie, garantire un diritto acquisito. Non siete capaci neanche di risolvere gli errori che non avete creato voi. Risolvetelo ! Questi lavoratori aspettano, votate questo ordine del giorno, ma soprattutto fate un provvedimento ieri non domani.

      EMANUELE PRATAVIERA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, intervengo per annunciare la mia firma a questo più che condivisibile ordine del giorno.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

      WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, intervengo per preannunciare il voto favorevole del gruppo MoVimento 5 Stelle. Devo dire che fa bene l'onorevole Placido a non accettare qualcosa che ormai è diventata una vera e propria farsa. Ricordiamo, colleghi, che in seno alla manovra Fornero – questo per quanto riguarda i macchinisti delle Ferrovie dello Stato, tanto per essere chiari – sembra che vi sia stato un mero errore da parte dell'Esecutivo dell'epoca, rispetto ad un articolo, su di un comma.
      Ora, io ricordo a tutta l'Aula che durante la legge di stabilità dello scorso anno l'allora Viceministro Fassina, che mi pare sia ancora un iscritto al Partito Democratico e, quindi, fondamentalmente al partito che va a raccomandare di fatto e non ad accettare in fondo questo ordine del giorno, una volta che si andava evidentemente a quantificare quanto poteva essere la spesa, si impegnò a risolvere formalmente e in maniera strutturale, sia il problema del precedente, quindi «quota 96», ma soprattutto il problema dei macchinisti delle Ferrovie dello Stato che ogni giorno da quasi due anni i deputati ed i colleghi ascoltano incessantemente.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Placido n.  9/2679-bis-A/29, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Fanucci, Lainati...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     421            
            Votanti     420            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     211            
                Hanno votato     136                
                Hanno votato no     284.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Quartapelle Procopio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Nicchi n.  9/2679-bis-A/30, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Franco Bordo n.  9/2679-bis-A/31, accettato dal Governo, purché riformulato.

      FRANCO BORDO. Signor Presidente, posso risentire la riformulazione, per favore ?

      PRESIDENTE. Signor Viceministro, ci rilegge la riformulazione ?

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, Pag. 21all'inizio del dispositivo inserire le seguenti parole: «a valutare la possibilità di mantenere».

      PRESIDENTE. Grazie. Va bene ? Mi sembra di no. Prego, onorevole Franco Bordo.

      FRANCO BORDO. Deve essere un impegno chiaro perché la ricerca nel settore agricoltura ha bisogno, signor Viceministro, di mantenere tutte le professionalità acquisite. Nell'INEA, anche se andiamo verso un processo di razionalizzazione degli istituti della ricerca italiana in questo settore, sono maturate delle professionalità che, purtroppo, sono state ampiamente sfruttate con dei contratti a tempo determinato che durano da anni. Se non c’è un impegno chiaro in questo senso nel volerle portare all'interno del processo di razionalizzazione, io penso che l'impegno non sia sufficiente nella valutazione. Deve essere chiaro che, invece, tutto il comparto INEA, tutti i lavoratori, vengano transitati nel processo di razionalizzazione. Poi sarà il commissario, chi gestirà il nuovo consiglio per la ricerca nell'agricoltura nazionale che deciderà come riorganizzare il lavoro. Non deve farlo in sede primaria la legge, come avevamo anche contestato appunto con la questione delle riduzioni delle sedi territoriali. Ridurre del 50 per cento le sedi territoriali e non impegnarsi in modo chiaro per portare tutti i lavoratori nel nuovo consiglio nazionale per la ricerca in agricoltura sottende a un disegno di dismissione del nostro impianto di ricerca.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

      MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, solo per annunciare il voto favorevole a questo ordine del giorno da parte del MoVimento 5 Stelle.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Franco Bordo n.  9/2679-bis-A/31, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Di Gioia, Damiano, Ferranti...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     440            
            Votanti     438            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     220            
                Hanno votato     124                
                Hanno votato no     314.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zaccagnini n.  9/2679-bis-A/32, accettato dal Governo.
      Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Airaudo n.  9/2679-bis-A/33, accolto dal Governo come raccomandazione.

      FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. Signor Presidente, no, non accettiamo e insistiamo per la votazione perché qui c’è un punto centrale che riguarda le iniziative del Governo. Stiamo parlando di un piano per l'occupazione di fronte ad un Paese che proprio i dati dell'altro giorno ci dicono essere tornato indietro al 1977 con il 13,2 per cento di disoccupazione; e questo Governo che cosa fa ? Propone il Jobs Act che sostanzialmente, anziché muovere nella direzione giusta le leve per creare occupazione in questo Paese, riduce diritti e tutele per le lavoratrici e i lavoratori e crea una disparità tra le lavoratrici e i lavoratori.
      Noi chiediamo, invece, un provvedimento straordinario, necessario in questa fase per creare lavoro e buona occupazione che vuole dire mettere mano a quelli che sono i disastri in questo Paese e farli diventare una vera occasione di lavoro. Pag. 22Penso al dissesto idrogeologico, alla messa in sicurezza dei territori e quant'altro. Pertanto, chiediamo a quest'Aula un provvedimento ad hoc per sperimentare nuovo lavoro e nuova occupazione.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Airaudo n.  9/2679-bis-A/33, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Folino...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti e votanti     440            
            Maggioranza     221            
                Hanno votato     116                
                Hanno votato no     324.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Piras n.  9/2679-bis-A/34, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Quaranta n.  9/2679-bis-A/35, accettato dal Governo, purché riformulato.

      STEFANO QUARANTA. Può essere ripetuta la riformulazione ?

      PRESIDENTE. Colleghi, adesso lo consento. Tuttavia, poiché ci sono almeno 150 riformulazioni e abbiamo impiegato mezz'ora all'inizio per leggerle, vi pregherei di evitare di chiederlo. Prego, signor Viceministro, ci può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno Quaranta n.  9/2679-bis-A/35 ?

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. All'inizio del dispositivo aggiungere le parole: «a valutare la possibilità di» e poi segue il testo esattamente così come.

      PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Quaranta n.  9/2679-bis-A/35, accettato dal Governo, purché riformulato.

      STEFANO QUARANTA. Per i colleghi, qui ci stiamo riferendo ai fatti dell'alluvione di Genova che seguono ad un'altra pesantissima alluvione avvenuta nel 2011. Ora, quest'alluvione non solo ha provocato vittime e danni ingentissimi ma è tuttora un problema per il territorio genovese e ligure. Cito un solo dato: nella provincia di Genova sono state censite una cosa come 4.000 frane in atto e circa 8.000 nel territorio ligure.
      Noi in questo ordine del giorno non abbiamo chiesto interventi mirabolanti: abbiamo semplicemente chiesto che fossero finanziati gli interventi più urgenti, che si disponesse il rinvio dei pagamenti contratti con la Cassa depositi e prestiti che mi sembra un provvedimento di buonsenso e che si escludessero dal Patto di stabilità tutti gli interventi necessari per fare gli investimenti che mettono in sicurezza il territorio.
      Ora, se di fronte ad una situazione grave come quella del territorio genovese e ligure, anziché dire un «sì» enorme rispetto a tali richieste, si dice « a valutare di» io davvero non riesco più a capire in che Paese siamo, se siamo ancora un Paese civile oppure no (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Colleghi, normalmente noi salutiamo le scolaresche ma, visto che è domenica e hanno la pazienza di seguire i nostri lavori, salutiamo i volontari delle Pubbliche Assistenze di Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

      ANGELO CERA. Giusto per non dimenticare che all'inizio di settembre anche il sud è stato, come si suol dire, alluvionato: sei giorni di intensissima pioggia, morti sul Gargano. Non è una città, è un Pag. 23promontorio, grande quanto una regione. Ricordiamoci, lo ripeto al Governo, anche e soprattutto del sud.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Quaranta n.  9/2679-bis-A/35, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Saltamartini, Damiano, Colaninno, Ferranti...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     439            
            Votanti     438            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     220            
                Hanno votato sì     133                
                Hanno votato no     305.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Matarrelli n.  9/2679-bis-A/36, accettato dal Governo.
      Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Marcon n.  9/2679-bis-A/37, accettato dal Governo, purché riformulato.

      GIULIO MARCON. Signor Presidente, accettiamo la riformulazione però chiediamo che venga messo ai voti e vorrei spiegare perché: questo è un ordine del giorno che riprende una mozione approvata da questa Camera dei deputati, a prima firma dell'onorevole Scanu, che chiede il dimezzamento del finanziamento, dello stanziamento per il programma dei cacciabombardieri F-35.
      La mozione è stata approvata il 24 settembre. Siccome in questi due mesi praticamente quasi sempre quando ci sono stati dei comunicati stampa del Ministero della difesa, della Ministra Pinotti, e si è fatto riferimento alle mozioni approvate il 24 settembre, non si è citato mai che c’è una mozione, ovvero quella dell'onorevole Scanu, che chiede il dimezzamento della spesa per gli F-35, noi con questo ordine del giorno vogliamo ricordare al Governo che c’è un impegno che ha preso con quella mozione e chiediamo che lo stesso Governo, entro poco tempo o con l'estensione del Libro bianco della Difesa o, al massimo, con il DEF, ci dica come intenda dare attuazione a quella mozione.
      Cioè, dopo ormai molte settimane, dopo due mesi, noi diamo tempo altri due o tre mesi al Governo perché ci dica come intenda realizzare quell'obiettivo del dimezzamento della spesa per gli F-35 e ci dica quale è il piano per dare attuazione a quell'intendimento e a quell'impegno che il Governo ha preso con il Parlamento e che la Camera ha votato con una mozione.
      Quindi, ringraziamo il Governo per aver accettato questo ordine del giorno, per averlo riformulato e noi accettiamo questa formulazione nuova che ha dato e speriamo che sia un rinnovato impegno, e anche un ricordo alla Ministra Pinotti, perché dia attuazione a quanto la Camera ha predisposto.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

      MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, la battaglia sugli F-35 è una battaglia che sapete benissimo condividiamo e la riformulazione che è stata proposta dal Governo in effetti ricalca un po’ la mozione Scanu, alla quale poi l'ordine del giorno si riferisce. Speriamo che non sia l'ennesimo, diciamo, tranello per continuare su quel programma che costa agli italiani milioni, anzi miliardi di euro e potrebbe risanare tanti problemi. Noi voteremo favorevolmente ma chiediamo veramente che il Governo una volta tanto cessi questo progetto che non è assolutamente conveniente da qualunque punto di vista.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scanu. Ne ha facoltà.

Pag. 24

      GIAN PIERO SCANU. Signor Presidente, naturalmente il Governo ha già parlato per il tramite di un parere. Qualora fosse necessario, però, vorrei sottolineare il passaggio importante di stamane: la manifestazione piena di coerenza da parte del Governo, senza per questo negare l'importanza dell'ordine del giorno presentato dal collega Marcon.
      Noi siamo tutti convinti, il gruppo del Partito Democratico è assolutamente certo, che quella mozione che abbiamo approvato qualche mese fa, come è giusto e doveroso che sia, sarà rispettata integralmente.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà. Però, colleghi, se possibile non mi fate ripetere quattordici volte la stessa cosa, basta prenotarsi prima.

      ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, vorrei aggiungere che credo che sia veramente importante che il Governo cominci a dare segnali rispetto ad una politica di disarmo e smilitarizzazione che vada incontro alle necessità ed alle esigenze dei cittadini, ridistribuendo quelle risorse verso altre cose, verso il dissesto idrogeologico, verso la creazione di posti di lavoro. Vorrei anche sottolineare all'Aula, che è ora qui riunita, dei fatti importanti che stanno avvenendo in Europa dal punto di vista appunto della pace, per cercare di andare verso una riappacificazione riguardo a questioni molto importanti nella zona euro-mediterranea. In particolare, il riconoscimento della Palestina, riconoscimento che è avvenuto da parte del Governo e del Parlamento svedese, da parte di quello inglese e da parte di quello spagnolo. Lo sta riconoscendo e ne sta discutendo anche la Francia. Colleghi, veramente, eleviamo la coscienza, cerchiamo di fare qualcosa che vada in direzione di una riappacificazione di questa zona, che ci vede veramente vicini, ci vede coinvolti, siamo al centro di questa zona che è in una situazione veramente da guerra civile su tutti i fronti. Non si riesce più a controllare la Libia. Diamo un segnale, diamo il riconoscimento alla Palestina. È il momento di abbattere questo muro, è il momento di abbattere i muri della guerra per ricreare le condizioni di pace. Lo si può fare e l'Italia non può traccheggiare, non può più non prendersi la responsabilità di questo atto. Quindi chiedo al più presto che all'interno del Partito Democratico si faccia una forte discussione sul disarmo, sulla smilitarizzazione, sulla redistribuzione di queste risorse da altre parti e sul riconoscimento, con un atto simbolico ma importantissimo, dello Stato della Palestina. Grazie, Presidente, restiamo umani.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

      PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, solo un'osservazione a lei come Presidente. Qui dal mio gruppo ho la richiesta per intervenire sulla situazione politica in Giappone, i motociclisti brasiliani e poi i raccoglitori... sennò qua parliamo di tutto lo scibile umano su ogni ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

      PRESIDENTE. Quindi, non ho capito, onorevole Grimoldi, qual è il problema ?

      PAOLO GRIMOLDI. L'invito è alla Presidenza, di attenersi al contenuto dell'ordine del giorno.

      PRESIDENTE. La Presidenza ha ascoltato e ritiene che ognuno abbia diritto di argomentare sulla materia di cui ci stiamo occupando come crede, fino a prova del contrario.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà. Onorevole Buttiglione, mica apriremo un dibattito adesso su questo ?

      ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, solo per dire che io voterò convintamente questo ordine del giorno perché il Governo si assume la responsabilità di Pag. 25dirmi che la sicurezza dell'Italia sarà garantita anche in queste condizioni, perché altrimenti io sento rumori di sciabole alla frontiera dell'Ucraina, sento che si parla di aumentare le spese europee per la difesa per garantire contro possibili aggressioni dall'est i Paesi della frontiera est dell'Unione europea, sento rumore di esplosioni, di attentati, di morti in Libia, sento il Ministro degli esteri italiano che dice che l'Italia forse dovrà essere coinvolta militarmente in Libia. Vorrei che l'Italia avesse uno strumento militare adeguato per garantire la sicurezza dei cittadini italiani.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare, sull'ordine dei lavori.

      PRESIDENTE. Le darò la parola sull'ordine dei lavori dopo che abbiamo votato, perché siamo in fase di voto (Commenti del deputato Fedriga). Le darò la parola dopo che abbiamo votato: vuole insegnare a me quello che devo fare ? Non credo, onorevole Fedriga, no ? Bene.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcon n.  9/2679-bis-4/37, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Vitelli, Baroni...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     439            
            Votanti     410            
            Astenuti       29            
            Maggioranza     206            
                Hanno votato     386                
                Hanno votato no       24.

      La Camera approva (Vedi votazioni).

      (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

      Ha facoltà di parlare, onorevole Fedriga.

      MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, riguardo a quanto è avvenuto prima, mi dispiace che non mi abbia voluto dare la parola, perché voleva essere anche un richiamo al Regolamento.
      Io mi auguro che quanto lei ha dichiarato, ovvero ognuno argomenta come vuole, sia un precedente che varrà in tutte le discussioni e sono convinto che non sentiremo mai più dalla Presidenza: si attenga all'argomento. Infatti, se adesso la regola è che ognuno dice quello che vuole su ogni ordine del giorno e parla di qualsiasi argomento, ne prendiamo atto e ne siamo contenti. Prendiamo atto di questa posizione della Presidenza, però non è che altrimenti, delle volte, quando si sente una cosa che forse aggrada a qualcuno, si può parlare, e quando si parla di altro, invece, il deputato viene sempre richiamato ad attenersi all'argomento.
      Infatti mi domando cosa c'entri a proposito degli F35 parlare del riconoscimento dello Stato della Palestina. Se lei me lo riesce a spiegare in modo razionale ci crederò, altrimenti ognuno parlerà di quello che vuole ogni volta che prende la parola in quest'Aula.

      PRESIDENTE. Bene, innanzitutto non c’è bisogno di rompere il microfono, onorevole Fedriga, possiamo fare le cose anche con più calma. Detto questo, le sto semplicemente dicendo che io ho dato la parola all'onorevole Zaccagnini sull'ordine del giorno e ho ritenuto che le argomentazioni, all'interno delle quali vi era anche un ragionamento sulla questione della Palestina, fossero attinenti. Ma lo stabilisce il Presidente, non è che c’è una legge divina ! Io penso che si sia attenuto all'argomento e abbia, sull'argomento, argomentato come liberamente ciascuno di voi ha la possibilità di fare.
      È chiaro che, se il Presidente ritiene che si vada fuori argomento, richiama all'argomento. Quando lei sarà Presidente, sicuramente sarà molto più bravo di me a chiedere che le persone si Pag. 26attengano all'argomento. È una valutazione soggettiva del Presidente, capisce ? Non lo stabilisce lei.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fratoianni n.  9/2679-bis-A/38, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Paglia n.  9/2679-bis-A/39 e Sannicandro n.  9/2679-bis-A/40, accettati dal Governo.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Kronbichler n.  9/2679-bis-A/41, accettato dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Melilla n.  9/2679-bis-A/42, Carrescia n.  9/2679-bis-A/43, Naccarato n.  9/2679-bis-A/44 e Tullo n.  9/2679-bis-A/45, accolti dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Sanga n.  9/2679-bis-A/46, Mura n.  9/2679-bis-A/47, Marcolin n.  9/2679-bis-A/48 e Prataviera n.  9/2679-bis-A/49, accettati dal Governo.
      Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bossi n.  9/2679-bis-A/50, non accettato dal Governo.

      ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, qui stiamo all'interno di una logica che vorrebbe vedere i territori protagonisti e mi spiego meglio. La vostra proposta di assunzioni all'interno del progetto «la buona scuola» prevede la stabilizzazione di almeno 155 mila insegnanti, provenienti dalle graduatorie ad esaurimento. Le successive assunzioni dovrebbero avvenire attraverso l'indizione di concorsi.
      È vero che all'attualità i concorsi sono nazionali e questo produce una serie di particolarità che portano, oltre che a delle diseconomie, anche a delle disorganizzazioni, a cui i territori del nord costantemente, all'inizio di ogni scolastico, sono soggetti.
      Mi riferisco, per esempio, a quello che avviene all'inserimento a pettine piuttosto che in coda di tutti gli insegnanti che produce una sorta di migrazione turistica dal sud verso il nord per poi avere il ritorno, dal nord verso il sud, di tutti quegli insegnanti che vengono solo a prendere il posto di lavoro e il relativo stipendio e invece poi cercano di riavvicinarsi a casa con delle scuse più o meno precise, affinché possano avere sì lo stipendio, ma certamente non lavorare, creando delle disfunzioni al settore scolastico, soprattutto agli alunni dei territori che noi qui rappresentiamo. L'ordine del giorno quindi prevede sostanzialmente di stabilire delle procedure di graduatorie regionali fatte da concorsi regionali affinché il criterio della residenza possa essere uno dei prerequisiti per l'accesso ai concorsi stessi. Infatti io trovo particolarmente vergognoso che persone, che non sono residenti in determinati territori, vengano a prendere il posto di lavoro in quei territori per poi, ovviamente, dopo quindici giorni allontanarsi da questi, per ritornare vicino al loro posto di residenza, lasciando scoperte tutte quelle cattedre e scoperti tutti quei giorni di insegnamento per i nostri alunni.
      Quindi, l'ordine del giorno Bossi n.  9/2679-bis-A/50, di cui sono cofirmatario, stabilisce che le procedure dei futuri nuovi concorsi siano curate dagli uffici scolastici provinciali, che procederanno alla formazione di graduatorie a livello regionale, distinte per ciascun ordine e per ciascuna classe di specializzazione. Noi troviamo che questa sia una norma, oltre che di carattere regolamentare, anche di carattere di giustizia sociale e di giustizia territoriale.
      Noi abbiamo già ampliato questo dibattito in sede di Commissione, sia in Commissione cultura che in V Commissione, durante la procedura di valutazione della legge di stabilità. I criteri che noi abbiamo sempre adottato sono stati, tra l'altro, oggetto di legge nella scorsa legislatura, perché presentammo un emendamento relativo all'assunzione di tutte le graduatorie ad esaurimento con l'inserimento a pettine e non in coda. Purtroppo Pag. 27il sistema borbonico dello Stato centralista ha cassato questa norma e ha fatto sì che tutti possono trasferirsi in altre province. Infatti, poi c’è ovviamente la scelta delle province migliori da parte dell'insegnante per potersi accasare all'interno della scuola pubblica e – guarda caso – le mete più scelte sono sempre le mete del nord, sono le mete dei nostri territori, i quali si vedono costantemente, ogni anno scolastico, privati di un'organizzazione stabile.
      Noi chiediamo, quindi, al Governo di rivedere questa valutazione contraria all'ordine del giorno, per poter far sì che ci sia una giustizia sociale per i territori della Padania.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bossi n.  9/2679-bis-A/50, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Zoggia.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     440            
            Votanti     438            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     220            
                Hanno votato       80                
                Hanno votato no     358.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n.  9/2679-bis-A/51, accolto dal Governo come raccomandazione.

      PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, io chiedo il voto, invece, per un semplice motivo: perché con il mio ordine del giorno sostanzialmente, preso atto del fatto che si possono utilizzare i fondi europei fino all'85 per cento per la realizzazione delle opere, stiamo parlando di una delle aree più densamente popolate d'Italia, nella fattispecie la quarta, e l'unica dove non arriva una rete metropolitana.
      Trovo singolare che il Governo mi abbia risposto nei giorni scorsi che i prolungamenti delle metropolitane hanno come priorità il quartiere di Figino rispetto alla terza città della Lombardia e alla quarta area più densamente popolata e chiedo il voto, visto che a chiacchiere tutte le forze politiche dei miei territori dicono di essere a favore. Il risultato, invece, è sempre quello che non arrivano le risorse necessarie neanche per procedere allo studio di fattibilità. Quindi voglio che l'ordine del giorno si voti per vedere quali sono i partiti favorevoli e quelli contrari.
      Escluderò, a differenza dell'onorevole Zaccagnini, di parlare dei motociclisti brasiliani, che però sono una piaga, perché se ci fosse la metropolitana lascerebbero la moto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

      PRESIDENTE. Mi rendo conto. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n.  9/2679-bis-A/51, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Palma, Greco.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     443            
            Votanti     388            
            Astenuti       55            
            Maggioranza     195            
                Hanno votato       49                
                Hanno votato no     339.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n.  9/2679-bis-A/52, su cui vi è il parere contrario del Governo.

Pag. 28

      MARCO RONDINI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno noi interveniamo sui criteri da adottare per l'accesso al cosiddetto bonus bebé perché, seppure il vostro provvedimento affronta la necessità di introdurre disposizioni volte al sostegno della famiglia e finalizzate al rilancio della crescita demografica nel nostro Paese, pecca, nella sua struttura e formulazione, di un approccio errato al problema, estendendo la misura, oltre che a tutti i cittadini italiani e comunitari, anche a tutti i cittadini extracomunitari. In tal modo, la misura introdotta da voi si depotenzia rispetto ai suoi reali obiettivi e si trasforma in una disposizione di totale natura assistenzialista. Se la ratio della disposizione era finalizzata al contrasto della crisi demografica, doveva essere formulata non soltanto come sostegno per le famiglie disagiate, ma come riconoscimento del valore e dell'importanza di tornare a fare figli in questo Paese.
      Una misura finalizzata alla crescita demografica deve essere limitata ai cittadini italiani e comunitari e agli stranieri extracomunitari che abbiano perlomeno dimostrato di volere, attraverso un processo di integrazione, progettare come scelta di vita la permanenza nel territorio del nostro Paese. Noi chiedevamo, in sostanza, di introdurre, nei futuri provvedimenti a sostegno della famiglia e della natalità, un criterio volto ad individuare tra i beneficiari, oltre ai cittadini italiani e comunitari, i cittadini extracomunitari che abbiano dimostrato realmente di volersi integrare, avendo acquisito, secondo i parametri di valutazione fissati dall'accordo di integrazione, di cui all'articolo 4-bis del decreto legislativo n.  286 del 1998 sull'immigrazione, un punteggio pari ad almeno 30 punti. Infatti è evidente che altrimenti la platea dei beneficiari includerà in buona misura le famiglie di stranieri extracomunitari; di più: che non hanno manifestato magari neanche la volontà di volersi veramente integrare.
      È un ordine del giorno di buon senso, che serve anche a disinnescare quelle tensioni che si creano a causa del fatto che gli interventi sul sociale vedono sempre prima e nei primi posti assegnati questi interventi agli extracomunitari.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rondini n.  9/2679-bis-A/52, su cui vi è il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Murer, Di Lello, Di Gioia, Dell'Aringa ?
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     438            
            Votanti     437            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     219            
                Hanno votato       24                
                Hanno votato no     413.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (I deputati Terzoni e Aiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n.  9/2679-bis-A/53, accettato dal Governo.
      Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Molteni n.  9/2679-bis-A/54, accolto dal Governo come raccomandazione.

      NICOLA MOLTENI. No signor Presidente, non accetto che l'ordine del giorno venga accolto come raccomandazione, perché credo che questo sia un ordine del giorno importante, su cui o c’è un impegno serio del Governo oppure una semplice ed inutile raccomandazione non serve assolutamente a nulla.
      Con questo ordine del giorno noi chiediamo al Governo di rivedere e di ritirare immediatamente il piano di smantellamento che è stato la settimana scorsa presentato ai sindacati delle forze di polizia, Pag. 29inerente alla chiusura di 267 presidi di sicurezza. Mi riferisco in modo particolare alla chiusura dei presidi della polizia postale, della polizia ferroviaria e della polizia di frontiera, servizi assolutamente fondamentali e necessari per poter fronteggiare l'allarme sicurezza che sempre più sta prendendo piede nel Paese, tant’è che gli ultimi dati che sono stati presentati dal Ministero dell'interno – quindi non dalla Lega o altro, ma sono dati ufficiali del Ministero dell'interno – dicono che i reati e in modo particolare i reati di maggiore allarme sociale sono in netto aumento.
      Se la politica del Governo è quella di fronteggiare l'aumento dei reati smantellando i presidi di sicurezza, credo che questa sia la conferma che questo Governo non ha assolutamente a cuore il tema della sicurezza e dell'ordine pubblico dei cittadini, bensì va nella direzione esattamente opposta che è quella di smantellare gli unici e pochi presidi di sicurezza.
      Questo va a fare il paio con l'altra vergognosa menzogna che il Governo continua a raccontare ai cittadini italiani – in modo particolare il Ministro Alfano – tale per cui si dice che il blocco delle indennità e degli stipendi delle forze dell'ordine è stato sbloccato. Nulla di più falso, nulla di più errato, perché non c’è lo sblocco, non c’è nessunissimo sblocco e, soprattutto, non ci sono le risorse per adeguare gli automatismi stipendiali alle forze dell'ordine. Vogliamo recuperare risorse, vogliamo recuperare uomini e mezzi ? Una soluzione c’è, ed è quella che è stata proposta e avanzata da alcuni sindacati di Polizia: quella della razionalizzazione e dell'unificazione delle sette forze dell'ordine presenti sul territorio. Siamo l'unico Paese al mondo che ha cinque forze dell'ordine nazionali e due provinciali. Volete recuperare risorse, volete recuperare uomini e mezzi ? La proposta è questa e non certamente quella di smantellare, lo ripeto, i presidi di sicurezza che garantiscono ordine pubblico e sicurezza ai cittadini.
      Per quanto riguarda il voto, chi voterà a favore dell'ordine del giorno voterà per avere più sicurezza e per dare maggiore dignità alle forze dell'ordine, chi voterà contro si assumerà la responsabilità, davanti ai cittadini, di smantellare quei pochi e significativi presidi di sicurezza che ancora ci sono.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

      EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, innanzitutto intervengo per aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno che è più che condivisibile ed è più che condiviso, nei giornali, ovviamente locali, del mio territorio, anche da parlamentari della maggioranza che si sono spesi, appunto, in funzione della sicurezza del territorio, che si sono spesi contro le scelte che sono state annunciate da parte del dipartimento di Polizia diretto, ovviamente, dal Ministero dell'interno, suo braccio strategico, che ha proposto una ridefinizione sulla base, di fatto, della richiesta del Ministero dell'interno stesso, quindi del Ministro Alfano, di razionalizzare.
      Quest'ultimo è un termine molto negativo quando si parla di sicurezza perché, di fatto, è una razionalizzazione che non consegue a una nuova dislocazione di forze dell'ordine andando, magari, a sopprimere delle inefficienze, ma va, di fatto, semplicemente a tagliare presidi nel territorio, a tagliare personale impiegato nel territorio, a togliere auto e pattuglie dal territorio, a togliere, quindi, presidi di sicurezza vicino a casa nostra. Ciò ovunque, ovviamente, nel territorio nazionale, non facendo una distinzione tra Nord e Sud, ma andando comunque a operare con una logica e con un criterio che è razionale, e quindi lineare, e non entra nel merito delle difficoltà di ogni singolo territorio. Non entra nel merito delle criticità e delle conseguenze che l'abolizione di una caserma, piuttosto che di un presidio di Polizia stradale, piuttosto che di un presidio di Polizia ferroviaria o postale, ha in quel territorio.
      Io vengo dal nord-est, da una zona balneare a forte vocazione turistica durante Pag. 30i mesi estivi e a forte vocazione di attraversamento dall'est Europa durante i periodi invernali; nelle pagine dei giornali, tutti i giorni, compreso oggi, si legge di rapine, di condizioni di sicurezza gravi, si legge di condizioni precarie su cui, come dicevo in premessa di questo mio intervento, anche grossa parte della maggioranza, esponenti politici tra l'altro non di secondo rilievo come il vicepresidente del gruppo del PD di quest'Aula, Andrea Martella, si sta spendendo in prima persona, a parole, dice, insieme alla collega Moretto, per tutelare in particolare il presidio di Portogruaro, chiedendo l'audizione del Ministro Alfano in Commissione affari costituzionali. Vedremo se avverrà, i tempi ormai sono corti, entro il 9 dicembre.
      Quindi, con questo ordine del giorno si dice tranquillamente – senza nessun tipo di speculazione politica, tra l'altro, come ha spiegato lo stesso collega Molteni – di entrare nel merito e di cementificare una volontà del Governo di andare a favore della sicurezza dei cittadini e non contro, di andare a tutelare i presidi che lavorano e di andare a sopprimere magari i presidi che producono poco in termini di efficienza, andando a garantire, casomai, maggiori risorse umane e anche economiche a quei presidi che sono in deficienza.
      Credo che sia un ordine del giorno più che condivisibile. Quindi, oltre ad annunciare anche la mia firma su questo ordine del giorno, chiederei una grossa riflessione a chi continua a pontificare sui giornali e a smentire anche il nostro dissenso, a livello locale, come parlamentari del territorio, mettendo in risalto, mettendo in luce le contraddizioni tra quello che si dice e quello che si fa in quest'Aula. Quindi, auspico che si possa condividere quest'ordine del giorno, che è assolutamente di buonsenso e va nella direzione che tutti pubblicamente auspichiamo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piras. Ne ha facoltà.

      MICHELE PIRAS. Signor Presidente, noi voteremo a favore di quest'ordine del giorno, ma ci tengo a sottolineare che voteremo a favore muovendo da ragioni assolutamente diverse da quelle proposte dalla Lega. Vorrei ricordare che in quest'Aula, prima della pausa estiva, venne votato un impegno in una mozione, da questo Parlamento, per il quale si sarebbero dovuti sbloccare gli stipendi dei lavoratori delle Forze armate a partire dal 1o gennaio del 2015, e questo, in questa legge di stabilità, non accade (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Noi non crediamo, tuttavia, che il centro di questo problema sia la propaganda e la demagogia sicuritaria della Lega; non crediamo che il problema siano gli immigrati; noi crediamo che la questione dei lavoratori delle Forze armate, in questo momento, faccia parte di una più complessiva questione sociale, che riguarda tutti i lavoratori di questo Paese, in primo luogo i lavoratori del settore pubblico, che vedono il loro contratto bloccato dal 2010. E anche gli anni – nelle discussione politiche –, il tempo e lo spazio in cui sono state realizzate queste decisioni hanno un peso: nel 2010 il Governo era il Governo di Silvio Berlusconi, il Ministro della difesa era Ignazio La Russa, il Ministro dell'interno era Roberto Maroni. Per cui, non si viene qui, oggi, a fare propaganda e a fare demagogia quando quelle decisioni sono state prese quando si governava (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

      EMANUELE FIANO. La ringrazio Presidente. Innanzitutto, ho sentito con piacere parlare il collega Molteni, prima. Se è giusto interrogarsi sulla natura della razionalizzazione delle dislocazioni delle sedi delle Polizie in questo Paese, è anche giusto ricordare a chi, come il collega Molteni – ovviamente lo faccio rivolgendomi a lei, Presidente –, ha dato il suo parere favorevole alla legge di stabilità Pag. 312009 (meno 263 milioni di euro per la sicurezza), alla legge di stabilità del 2010 (meno 283 milioni di euro per il comparto sicurezza), alla legge di stabilità Tremonti-Berlusconi...

      EMANUELE PRATAVIERA. Vergognati !

      PRESIDENTE. Per favore, colleghi !

      EMANUELE FIANO. Meno 492 milioni di euro per il comparto sicurezza, per un totale, in quei tre anni di finanziarie – sulle quali l'onorevole Molteni ha votato a favore –, di 1 miliardo 100 milioni di euro, oltre a un altro miliardo di euro, esattamente, di tagli dovuti ai blocchi stipendiali che i Governi e le finanziarie che voi votavate hanno bloccato al personale del comparto sicurezza, che noi abbiamo sbloccato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !
      Quindi onorevole Molteni – lo dico con il suo tramite Presidente –, siccome lei è una persona onesta e stimabile, onorevole Molteni...

      PRESIDENTE. Sì, ma deve rivolgersi a me.

      EMANUELE FIANO. Ho detto «per il suo tramite», Presidente. Onorevole Molteni, si faccia una domanda: la necessità di razionalizzazione delle sedi delle forze dell'ordine, per cui è giusto che ogni deputato, in quest'Aula, faccia delle domande al Ministro Alfano quando il 15 dicembre, da noi invitato, verrà in Commissione affari costituzionali a spiegare il piano, non sarà mica dovuta ai 2 miliardi e mezzo di tagli che in quattro anni di vostre finanziarie abbiamo inferto a quel comparto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? Non sarà mica forse per questo ? Dico a lei, Presidente – mi scuso –, e per il suo tramite chiedo ai colleghi anche di SEL: non è forse che il miliardo che questo Governo ha recuperato per lo sblocco dei tetti salariali dei comparti sicurezza e difesa, siccome era una spesa corrente già prevista, non lo vedete nella legge di stabilità (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ?

      PRESIDENTE. Colleghi, per favore, lasciamo concludere l'onorevole Fiano.

      EMANUELE FIANO. Presidente, facciamo una scommessa: a gennaio veniamo qui con il cedolino di una delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto sicurezza dello Stato e vediamo se abbiamo ragione noi, che, dopo cinque anni di blocco voluto dal centrodestra, abbiamo sbloccato i tetti salariali, o se ha ragione la propaganda del partito di Salvini-Le Pen (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisi. Calma, calma, c’è un elenco, quindi arriveremo a tutti. Ne ha facoltà.

      MASSIMO PARISI. Signor Presidente, intervengo per chiedere di poter apporre la mia firma su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

      PRESIDENTE. Sta bene.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nizzi. Ne ha facoltà.

      SETTIMO NIZZI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno, e anche per dire che se i rappresentanti del Governo...

      PRESIDENTE. Scusi, onorevole Nizzi. Onorevole Ghizzoni, gentilmente bisogna lasciare... Ho capito: siamo nell'Aula di Montecitorio, stiamo facendo la legge di stabilità, e i colleghi hanno diritto di essere ascoltati dal Governo come tutti gli altri.
      Bene. Prego, onorevole Nizzi.

      SETTIMO NIZZI. Se il rappresentante del Governo, piuttosto che affidarsi a tweet o ad altri strumenti di propaganda politica, Pag. 32avesse realmente messo mano alla razionalizzazione nelle forze dell'ordine, e dato risposte di sicurezza ai cittadini, forse l'Italia sarebbe andata un po’ meglio. Chissà perché si tende sempre a rappresentare il lavoro fatto dai precedenti Governi come quelli che hanno fatto il male, come dei diavoli, ciò che fa il diavolo.
      Io dico che questo Governo, che è in carica ormai da oltre un anno e mezzo, cosa ha fatto realmente ? Se avesse voluto far le cose concrete, avremmo avuto risultati: gli unici risultati sono una diminuzione dei posti in termini di occupazione, un aumento vertiginoso delle tasse, per le quali i cittadini italiani non riescono più realmente a sopravvivere. E allora, piuttosto che fare propaganda, fate cose concrete, razionalizzate realmente, piuttosto che chiudere sedi periferiche dove l'unico baluardo per la sicurezza dei nostri cittadini è rimasta magari quella piccola caserma dei carabinieri che voi volete chiudere.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

      PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, con molta pacatezza, perché la questione è seria, e con la premessa che questo ordine del giorno non c'entra niente con lo sblocco stipendiale: i blocchi dei contratti del personale delle forze dell'ordine erano inseriti nel decreto-legge n.  78 del 2011, Presidente, e con successive proroghe questo blocco è stato confermato fino al 31 dicembre 2014. Sulla legge di stabilità, al comma 3 dell'articolo 21 permane soltanto il blocco per il personale non contrattualizzato, che nel caso delle forze dell'ordine riguarda gli ufficiali di alto grado: quindi dal 1o gennaio il blocco non c’è più. Le risorse che i colleghi della Lega giustamente chiedono con affanno non possono essere nella legge di stabilità, in quanto sono sul bilancio a legislazione vigente per il triennio 2015-2017. Avevamo affrontato questo discorso in Commissione, pensavo che si fosse chiarito; c’è qualcuno che forse non ha ascoltato la conclusione di questa vicenda, e perciò era necessaria questa precisazione.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcolin.  Ne ha facoltà.

      MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, vorrei chiarire una cosa: il concetto che «dirseli» è diverso da «darseli», perché dire quanti soldi si mettono a disposizione per tutte le varie cose è un concetto, darli è un altro.
      Siccome i soldi magari non ci sono, allora proporrei per le forze dell'ordine – anziché implementare tutti quei capitoli di spesa che vanno verso Mare nostrum o verso tutte quelle situazioni che noi non abbiamo certo la voglia di sponsorizzare – di recuperare lì i fondi per le nostre forze dell'ordine, che devono tutelare i nostri cittadini.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Romele. Ne ha facoltà.
      Onorevole Romele, lei parla al telefono o parla al microfono ? Basta che decide !

      GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, volevo sottoscrivere anch'io questo ordine del giorno, per lo stesso spirito.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lombardi. Ne ha facoltà.
      Scusi, onorevole Lombardi. Onorevole Lainati ! Onorevole Lainati... Grazie.

      ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, volevo sottolineare e ricordare, per suo tramite, al collega Fiano che la maggioranza variabile che ha sostenuto gli ultimi Governi, a partire dal 2010 in poi – il 2010 è l'anno in cui si è avuto il blocco dei tetti stipendiali – era, nella sua varianza, costantemente sostenuta dal PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, avrebbe potuto, negli anni, sbloccare...
      Solo che in occasione di ogni legge di stabilità fa comodo fare il proprio comizietto, dicendo «anche quest'anno stanziamo x milioni di euro», salvo poi non dire che, provvedimento dopo provvedimento, Pag. 33quegli x milioni di euro vengono depauperati, e gli uomini e le donne della sicurezza ben lo sanno questo, perché questi x milioni di euro, che ad ogni legge di stabilità sembra vengano miracolosamente sbloccati dal Governo di turno, di cui il PD è sempre azionista di maggioranza, alla fine non vanno mai nelle tasche di chi effettivamente lavora nella sicurezza.
      Un'altra cosa: Alfano viene il 17 dicembre, non il 15, e perché noi del MoVimento 5 Stelle, andando a leggere la ridicola bozza di riforma che ha presentato sui giornali, abbiamo chiesto che venga nelle Commissioni competenti a fare il suo lavoro di Ministro, illustrando questa mirabolante riforma, che, certo, andandola a guardare così, vagamente, non si capisce che tipo di risparmi comporti, visto che, citando un esempio, il comparto della Polizia postale viene completamente distrutto e questo non porterà un centesimo di risparmio nelle casse dello Stato.
      Infatti – forse Alfano non lo sa – sui costi della Polizia postale, quelli del personale sono a carico del Ministero dell'interno, e tali rimarranno; i costi delle strutture, delle attrezzature e così via sono a carico delle Poste Italiane per una convenzione che sussiste, e quindi non una lira verrà dalla cancellazione di queste sedi. Se questa è la riforma, siamo in attesa di vedere quali altre mirabolanti sorprese ci riserverà questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molteni n.  9/2679-bis-A/54, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Fedriga, Gigli, Di Battista, Capodicasa, Moretto, Boccuzzi...
      Dichiaro chiusa la votazione. Onorevole Prataviera, che facciamo ?
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     426            
            Votanti     424            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     213            
                Hanno votato     119                
                Hanno votato no     305.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Matteo Bragantini n.  9/2679-bis-A/55, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

      MATTEO BRAGANTINI. Onorevole Presidente, veramente credo che il Governo dovrebbe rivedere il parere su questo ordine del giorno. È un ordine del giorno di buonsenso, che dice, semplicemente, invece di dare i soldi ai richiedenti asilo, quando – ricordiamolo – hanno ottenuto la qualifica di aventi diritto all'asilo solo l'8 per cento di quelli che hanno fatto richiesta, e ha fatto richiesta neanche un decimo di quelli che sono arrivati con Mare Nostrum, li diamo alle forze dell'ordine per quanto riguarda l'aumento sia degli straordinari sia dei benefit, sia, soprattutto, per quanto riguarda le strutture e le dotazioni di sicurezza individuali e collettive.
      Non riesco a capire perché voler continuamente sprecare soldi per persone che non ne hanno diritto, quando queste persone, immediatamente, appena presentano la domanda e si vede che non hanno i requisiti, si dovrebbero prendere e mandare nel loro Paese di origine, e immediatamente si risparmierebbero molti soldi.
      Se è un problema di accoglienza, perché nel loro Paese di origine vi sono alcune problematiche, vuole dire che hanno il diritto all'asilo, ma, se non ce l'hanno, come dimostrano i dati che ci arrivano dal Ministero, devono essere immediatamente espulsi, magari utilizzando anche gli aerei militari di addestramento, così risparmiamo un po’ di soldi e riusciamo veramente a far fare l'addestramento ai nostri piloti e a non sprecare Pag. 34risorse. Non riesco a capire il vostro accanimento verso le forze dell'ordine.
      Stanno aumentando tutti i reati, state chiudendo ulteriori presidi sul territorio. Neanche a febbraio è stata fatta l'interrogazione del sottoscritto al Ministro e ci è stato risposto che è solo un'ipotesi campata in aria. Vedrete che non ci sono queste problematiche. Io penso alla soppressione di molte sedi della polizia postale, che poi non ha neanche un risparmio di spesa. Perché ? Per un motivo molto semplice: avere un addetto in una sede invece che in un'altra, come costo di tecnologia, è uguale. C’è un aumento dei costi perché le professionalità di queste persone – penso agli addetti che ci sono a Verona e nelle altre province del Veneto – devono essere trasferite tutte a Venezia. Dunque, ci sarà un aumento di esborso dei soldi da parte dello Stato perché ci saranno tutte le indennità di trasferimento di queste persone.
      Dunque, voi state veramente facendo una cosa sbagliata, una cosa che non sta né in cielo, né in terra, contando un'altra piccola problematica: perché chiediamo maggiori risorse per le forze dell'ordine anche per quanto riguarda i benefit e le indennità ? Io penso, ritornando alla polizia postale...

      PRESIDENTE. Scusi, onorevole Bragantini. Onorevole Fiano, gentilmente...

      MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, non si ferma neanche ad ascoltarla. Deve farsi rispettare di più dai colleghi del PD.
      Dicevo che gli addetti alla polizia postale non hanno neanche un supporto psicologico e delle tempistiche per andare a svolgere altri ruoli, perché io penso che un addetto che deve passare le ore della giornata a seguire dei siti per cercare dei reati, reati atroci contro bambini e donne, abbia bisogno di un supporto psicologico. Ho parlato con queste persone e veramente è difficoltoso il loro lavoro, necessario e utile; ci sono stati già dei casi di suicidi di alcune persone e voi, invece di premiarli e di dare loro la possibilità di avere una vita serena, create ancora più disagio, trasferendoli in sedi sempre più distanti senza alcun motivo economico perché – come dicevo prima – una postazione Internet, avercela a Verona, in una questura di Verona, o a Venezia, come costo per lo Stato, è uguale.
      Dunque, voi state avendo un accanimento contro le forze dell'ordine, volete veramente depotenziare il morale e volete far sì che i difensori dei cittadini siano sempre meno o sempre meno motivati e per questo motivo ci sarà sempre più insicurezza. Nello stesso tempo, state facendo venire sempre più disperati, con più diritti dei cittadini residenti in Italia da più tempo, creando anche un allarme sociale e una tensione sul territorio, e si creeranno ancora più danni sul nostro tessuto sociale e sulle nostre città.
      Dunque, veramente chiedo che venga rivisto questo ordine del giorno che è solo una raccomandazione, che chiede di «valutare l'opportunità di», non ha un impegno preciso e, dunque, per questo motivo chiedo al Governo di rivedere il parere; altrimenti, chiedo a tutti i colleghi di valutare la possibilità di votare a favore dell'ordine del giorno Matteo Bragantini n.  9/2679-bis-A/55.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matteo Bragantini n.  9/2679-bis-A/55, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Luciano Agostini, Battelli...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     444            
            Votanti     443            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     222            
                Hanno votato     103                
                Hanno votato no     340.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Do ora la parola al Viceministro perché – come ricorderete – in apertura ha fatto Pag. 35una serie di richieste di invito al ritiro di ordini del giorno, ma credo che invece su uno si sia sbagliato e, quindi, gli diamo la parola per correggere il parere.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Grazie, signor Presidente. Mi scuso con l'onorevole Manfredi. Ho commesso un errore: sull'ordine del giorno Manfredi n.  9/2679-bis-A/266 il parere era favorevole e, invece, con un parere contrario ho indotto l'onorevole Manfredi al ritiro del suo ordine del giorno.
      Quindi, il parere è favorevole. L'ordine del giorno è accolto e spero che l'onorevole Manfredi accetti di evitare di ritirarlo.

      PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Allasia n.  9/2679-bis-A/56 e Simonetti n.  9/2679-bis-A/57, accolti dal Governo.
      Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n.  9/2679-bis-A/58, con il parere contrario del Governo.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n.  9/2679-bis-A/58, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Onorevole De Lorenzis, Vicepresidente Sereni, onorevole Pisicchio...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     447            
            Votanti     388            
            Astenuti       59            
            Maggioranza     195            
                Hanno votato       53                
                Hanno votato no     335.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Il deputato Bray ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Guidesi n.  9/2679-bis-A/59 e Giancarlo Giorgetti n.  9/2679-bis-A/60, sui quali con il Governo ha espresso parere favorevole.
      Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Invernizzi n.  9/2679-bis-A/61, accettato dal Governo, purché riformulato.

      CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, guardi, non riesco a capire la riformulazione, perché affermare genericamente «a valutare l'opportunità» significa sostanzialmente fare quello che noi vi chiediamo già con l'ordine del giorno.
      Già in questo ordine del giorno noi vi chiediamo di valutare l'opportunità di accettare di implementare le zone franche urbane, anche quelle zone depresse del nord Italia, e mai come in questo momento, in seguito anche ad alcune decisioni di politica estera adottate dal Governo in carica – mi riferisco ovviamente all'embargo nei confronti della Russia e, quindi, al contro embargo e a tutti i problemi che questo sta generando a parecchi settori economici del nord Italia – vi chiediamo adesso di valutare l'opportunità di inserire queste zone franche urbane anche nei territori del nord Italia.
      Oggi, infatti, non chiediamo niente di diverso di quello che già avviene, per esempio, in Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, oltre che nel territorio di comuni della provincia di Carbonia-Iglesias e nelle regioni Molise, Abruzzo e Basilicata.
      Quindi, signor Viceministro, va benissimo che voi valutiate l'opportunità, ma potreste già valutare adesso l'opportunità di far sì che le zone franche urbane – che, ripeto, non è nulla di così assurdo – possano essere istituite anche per quelle zone del nord Italia dichiarate depresse.
      Quindi, a noi interesserebbe sapere se già oggi il Governo ritiene che sia opportuno per questi distretti che sono in gravissima crisi economica non valutare Pag. 36chissà un domani, dopodomani, fra una settimana, fra due mesi, dopo Natale, se sia necessario o meno magari adottare tutti quegli sgravi dal punto di vista fiscale e previdenziale che potrebbero dare un concreto aiuto; noi chiediamo di valutarlo adesso.
      Ciò anche perché, signor Viceministro, guardi, noi siamo già rimasti scottati da quello che è successo, per esempio, con il rigassificatore di Porto Viro, rispetto al quale un ordine del giorno accettato proprio qui in quest'Aula poi è stato tranquillamente smentito, invece, in sede di Commissione poche settimane fa. Pertanto, già sappiamo che il valore dell'ordine del giorno è fino ad un certo punto – lo sappiamo tutti e, per carità, è inutile adesso aprire un dibattito sul valore effettivo degli ordini del giorno – ma su una cosa così chiediamo veramente al Governo di non dirci «valuteremo l'opportunità», ma di dirci oggi: «sì, è una cosa che effettivamente si potrebbe fare», oppure «no, guardate, noi non stiamo qui neanche a prendere in giro né voi né i distretti economici del nord, tanto le zone franche urbane nel nord Italia non ci saranno; ci sono e permangono solo nel sud Italia».
      Per quanto riguarda gli imprenditori del nord e tutti coloro, pertanto, che vivono questo momento di crisi che, come ripeto, è dovuto anche a scelte di politica adottate dal Governo, beh, probabilmente ci sarà qualcos'altro, vale a dire speriamo nella fortuna o speriamo nella vostra capacità di muovervi autonomamente sui mercati internazionali perché da questo Governo non vi verrà data nessuna mano.

      PRESIDENTE. Deduco che non accetta la riformulazione e, quindi, passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Invernizzi n.  9/2679-bis-A/61, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Matteo Bragantini, Damiano, Agostini...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     454            
            Votanti     393            
            Astenuti       61            
            Maggioranza     197            
                Hanno votato       50                
                Hanno votato no     343.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Marguerettaz n.  9/2679-bis-A/62 e Busin n.  9/2679-bis-A/63, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Caon n.  9/2679-bis-A/64 e Attaguile n.  9/2679-bis-A/65, accolti dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fedriga n.  9/2679-bis-A/66, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
      Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n.  9/2679-bis-A/67, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

      STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, siamo alquanto allibiti dal parere contrario del Governo rispetto a questo ordine del giorno che non voleva altro che cercare di andare incontro a tutte quelle imprese che hanno subito purtroppo delle alluvioni, dei terremoti o delle calamità naturali. Io ricordo che ci sono diversi imprenditori che non possono più purtroppo continuare con la loro attività a causa appunto di queste calamità naturali e con questo ordine del giorno non si andava altro che a chiedere che appunto venissero esentati dai versamenti fiscali e contributivi, che vi fosse la cancellazione di tutte le cartelle di pagamento emesse da agenti della riscossione e che vi fossero delle semplificazioni di adempimenti burocratici, compresa l'esenzione dalla presentazione del DURC.Pag. 37
      Io credo che in un Paese normale, in un Paese civile, chi è stato colpito da calamità naturali, come quelle che si sono verificate negli ultimi mesi e negli ultimi anni in diverse zone di questo Paese, dovrebbe essere tutelato da un Governo e da una maggioranza che dovrebbero quantomeno garantire il prosieguo o il recupero di un'attività che è andata persa a causa appunto di queste calamità naturali. Purtroppo prendiamo atto che non è così. Non è così, non solo per quanto riguarda la sospensione delle imposte, ma non è così anche per quanto riguarda – e questo, dal nostro punto di vista, è assolutamente vergognoso – la cancellazione delle cartelle di pagamento che questa gente non può pagare, appunto non perché non vuole pagare, ma perché non è nelle condizioni di pagare. E raggiungiamo addirittura il grottesco quando il Governo dice di no addirittura a semplificazioni burocratiche come quella della presentazione del Documento unico di regolarità contributiva (DURC), in quanto la regolarità contributiva questi soggetti non la possono avere, non per colpa loro o per volontà loro, ma perché appunto sono stati colpiti da questi eventi.
      Sottolineo, quindi, che questo parere è assolutamente un parere vergognoso per quello che ci riguarda e questo Governo ancora una volta in più non ha messo in campo nessuna misura che vada a difendere chi purtroppo è stato colpito da questi eventi calamitosi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

      PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Lega Nord e Autonomie ha esaurito i tempi previsti nel contingentamento (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Colleghi, questo applauso possiamo tenercelo anche perché, se ne farà richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un aumento dei tempi pari ad un terzo di quello assegnato (Commenti del deputato Molteni). Onorevole Molteni, un po’ di ironia, su ! A questo punto, passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n.  9/2679-bis-A/67, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Ruocco, Turco, Tancredi, Manfredi, Piccoli Nardelli, Luciano Agostini...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     449            
            Votanti     385            
            Astenuti       64            
            Maggioranza     193            
                Hanno votato       50                
                Hanno votato no     335.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Basso n.  9/2679-bis-A/68, accettato dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Santerini n.  9/2679-bis-A/69 e Fauttilli n.  9/2679-bis-A/70, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caruso n.  9/2679-bis-A/71, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fitzgerald Nissoli n.  9/2679-bis-A/72, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Sberna n.  9/2679-bis-A/73 e Marazziti n.  9/2679-bis-A/74, accolti dal Governo come raccomandazione.
      Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Gigli n.  9/2679-bis-A/75, accolto dal Governo, purché riformulato.

      GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, anche questo ordine del giorno ha a che Pag. 38vedere con il sistema previdenziale, anch'esso ha che fare con un'anomalia riconosciuta peraltro dall'allora Ministro del welfare, un'anomalia sulla quale già lo scorso anno era stato presentato un ordine del giorno che impegnava il Governo a fare qualcosa.
      Si tratta di lavoratori che hanno pagato regolarmente i contributi loro spettanti e che adesso dovrebbero pagare una seconda volta per quanto riguarda il ricongiungimento affinché possano avere diritto a tutto quello che hanno maturato per quanto riguarda la pensione. Noi accettiamo questa riformulazione ma l'accettiamo solo con l'auspicio che possa essere riconsiderato un provvedimento di sanatoria peraltro non oneroso durante il passaggio al Senato, come auspicato – lo si vede dalle firme che hanno sottoscritto questo ordine del giorno – da tutte le forze di questa maggioranza e da parecchie delle forze di opposizione. Si tratterebbe di un atto di giustizia per il quale mi sento di fare un caldo invito al Governo a riconsiderare la materia durante il passaggio al Senato.

      PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Binetti n.  9/2679-bis-A/76 e Totaro n.  9/2679-bis-A/77 sui quali il Governo ha espresso un parere favorevole.
      Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Corsaro n.  9/2679-bis-A/78 , non accettato dal Governo.

      FABIO RAMPELLI. Sull'ordine del giorno a firma Corsaro ?

      PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno Corsaro n.  9/2679-bis-A/78 , sul quale vi è una richiesta di ritiro oppure parere contrario.

      FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, insisto per la votazione.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Corsaro n.  9/2679-bis-A/78, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Damiano... Ferranti... Luciano Agostini... Montroni... Vitelli...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     447            
            Votanti     389            
            Astenuti       58            
            Maggioranza     195            
                Hanno votato       53                
                Hanno votato no     336.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giorgia Meloni n.  9/2679-bis-A/79, non accettato dal Governo.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giorgia Meloni n.  9/2679-bis-A/79, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Malisani... Montroni... Capodicasa... Battelli... Capone... Ferranti...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     445            
            Votanti     442            
            Astenuti         3            
            Maggioranza     222            
                Hanno votato     109                
                Hanno votato no     333.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Taglialatela n.  9/2679-bis-A/80, col parere contrario del Governo.
      Passiamo ai voti.Pag. 39
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Taglialatela n.  9/2679-bis-A/80, non accettato dal Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Gigli, Gasparini, Capodicasa, Zardini, Monchiero, Fratoianni...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti e votanti     452            
            Maggioranza     227            
                Hanno votato sì     114                
                Hanno votato no     338.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nastri n.  9/2679-bis-A/81, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno La Russa n.  9/2679-bis-A/82, col parere contrario del Governo.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Russa n.  9/2679-bis-A/82, non accettato dal Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Colletti, D'Agostino, Ricciatti, Formisano...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     453            
            Votanti     377            
            Astenuti       76            
            Maggioranza     189            
                Hanno votato sì       57                
                Hanno votato no     320.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Maietta n.  9/2679-bis-A/83, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rampelli n.  9/2679-bis-A/84, col parere favorevole del Governo.
      Onorevole Tinagli, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n.  9/2679-bis-A/85, accolto dal Governo come raccomandazione ?

      IRENE TINAGLI. Signor Presidente, va bene.

      PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Falcone n.  9/2679-bis-A/86, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Librandi n.  9/2679-bis-A/87, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Galgano n.  9/2679-bis-A/88, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Agostino n.  9/2679-bis-A/89, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Antimo Cesaro n.  9/2679-bis-A/90, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vezzali n.  9/2679-bis-A/91, accettato dal Governo.
      Onorevole Vargiu, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n.  9/2679-bis-A/92, col parere contrario del Governo ?

      PIERPAOLO VARGIU. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 40

      PIERPAOLO VARGIU. Signor Presidente, io vorrei brevemente illustrare il contenuto dell'ordine del giorno e, nei pochi minuti dell'intervento, dare il tempo al Governo magari di rileggerselo, nel senso che l'ordine del giorno sostanzialmente riprende i risultati di una inchiesta che è stata fatta dalla VII Commissione cultura della Camera dei deputati sul livello della istruzione in Italia e sul livello della dispersione scolastica. Evidenzia che purtroppo la regione da cui io provengo, la Sardegna, è la regione che ha il più elevato tasso di dispersione scolastica e il più elevato tasso di abbandono e il più elevato tasso di risposta alla scolarizzazione di basso livello con un numero elevatissimo di ragazzi che non arrivano al titolo di studio di scuola media superiore.
      La Commissione cultura della Camera, presentando nei giorni scorsi il risultato della sua inchiesta insieme con il Ministro dell'istruzione, propone al Governo, e in particolare alla Presidenza del Consiglio, la possibilità di valutare l'istituzione di una unità di crisi che si occupi specificamente di verificare i livelli di scolarizzazione in tutta Italia e di intervenire nella lotta alla dispersione scolastica, nella convinzione – che ovviamente è condivisa e diffusa – che i tassi di scolarizzazione siano un elemento di fondamentale importanza per lo sviluppo economico dei territori e delle regioni.
      In altre parole, è evidente che più elevato è il tasso di scolarizzazione, più elevato è il livello culturale delle regioni – in particolare di quelle fragili dal punto di vista economico – e migliori sono le prospettive di inversione di un trend economico negativo dei territori. Per cui l'ordine del giorno mi sembra che in realtà non sia tale da mettere in imbarazzo il Governo perché semplicemente ripercorre un'indicazione che la Commissione cultura stessa ha dato che è quella dell'istituzione di una unità di crisi che consenta di valorizzare in maniera importante il problema perché noi siamo convinti che il livello di istruzione nelle regioni italiane sia una leva fondamentale per lo sviluppo economico del Paese e per il rilancio dell'economia delle regioni.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, mi rivolgo al presentatore per dire che la ragione del parere contrario era semplicemente l'introduzione di questa finalità, che detta così sinceramente mi sembra troppo impegnativa per il Governo nazionale nel caso di una regione a statuto speciale, perché c’è scritto «per ridisegnare l'intero sistema educativo sardo». Se lei formulasse l'ordine del giorno in modo tale che...

      PRESIDENTE. Ad ogni modo dovrebbe fare lei la proposta di riformulazione, l'onorevole Vargiu non può fare altro che accogliere una sua riformulazione.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Certamente sì, ma era solo per spiegare perché avevo dato il parere contrario. Se l'ordine del giorno non contenesse questa frase e fosse la costruzione dell'unità di crisi e poi anche monitorando i finanziamenti europei, andrebbe bene. Quindi se lei accoglie la proposta di togliere «per ridisegnare l'intero sistema educativo sardo» il parere diventa pacificamente favorevole.

      PRESIDENTE. Onorevole Vargiu, lei accoglie questa proposta di riformulazione ? Bene. Onorevole Palmieri, lei non può più intervenire. Lo sottoscrive, bene. Allora a questo punto, così come riformulato dal Governo, non poniamo in votazione l'ordine del giorno Vargiu n.  9/2679-bis-A/92, accolto, con questa riformulazione, dal Governo.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Matarrese n.  9/2679-bis-Pag. 41A/93, Molea n.  9/2679-bis-A/94, Dadone n.  9/2679-bis-A/95 e Fraccaro n.  9/2679-bis-A/96, accettati dal Governo.
      Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Nuti n.   9/2679-bis-A/97, Dieni n.  9/2679-bis-A/98 e Lombardi n.  9/2679-bis-A/99, accettati dal Governo, purché riformulati.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Toninelli n.  9/2679-bis-A/100, D'Ambrosio n.  9/2679-bis-A/101 e Cozzolino n.  9/2679-bis-A/102, accettati dal Governo.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Agostinelli n.  9/2679-bis-A/103, accettato dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Colletti n.  9/2679-bis-A/104, col parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colletti n.  9/2679-bis-A/104, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Malisani, Dambruoso, Richetti...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     456            
            Votanti     454            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     228            
                Hanno votato     125                
                Hanno votato no     329.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ferraresi n.  9/2679-bis-A/105, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sarti n.  9/2679-bis-A/106, col parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sarti n.  9/2679-bis-A/106, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Malisani, Massa, Piccoli Nardelli, Di Salvo...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti e votanti     454            
            Maggioranza     228            
                Hanno votato     125                
                Hanno votato no     329.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bonafede n.  9/2679-bis-A/107, col parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bonafede n.  9/2679-bis-A/107.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Di Gioia, D'Agostino, Biasotti, Montroni, Di Lello, Manfredi, Donati...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     452            
            Votanti     437            
            Astenuti       15            
            Maggioranza     219            
                Hanno votato     110                
                Hanno votato no     327.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 42

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Businarolo n.  9/2679-bis-A/108, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Turco n.  9/2679-bis-A/109, col parere contrario del Governo. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale...

      PRESIDENTE. Revochiamo la votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.

      FRANCESCO CARIELLO. Signor Presidente, vorrei intervenire per dichiarazione di voto, per spiegare un attimo di cosa si tratta.
      Quest'ordine del giorno nasce da un nostro emendamento alla legge di stabilità, che in prima battuta era stato dichiarato inammissibile; poi il Governo ha ritenuto opportuno presentare un suo emendamento, accogliendo e facendo proprio l'argomento incluso nel nostro emendamento.
      In breve, noi cosa volevamo ? Intanto la segnalazione nasceva da una denuncia resa pubblica e comunque trasmessa anche dalla trasmissione Report – che tutti penso abbiano visto – e noi cercavamo di sistemare un problema. Il problema è che, per le cause di importo inferiore a 1.033 euro, lo Stato garantisce il pagamento di tutte le spese di notifica e di tutte le spese processuali, in modo tale da permettere al cittadino, che non possa permettersi quest'onere di notifica e tutti gli oneri delle spese connesse alla pratica, di evitare magari di intentare una causa o comunque di difendersi.
      Quindi era un diritto, una tutela, garantita anche dalla nostra Costituzione. Cosa è successo negli anni ? Le multinazionali o comunque le grandi imprese ne hanno usufruito e hanno fatto proprio questo diritto, abusando dello stesso e, quindi, chiedendo allo Stato il pagamento di tutte le spese per quelle notifiche di importo inferiore ai 1.033 euro. Parliamo, cioè, di tutti quei contenziosi per pagamenti di canoni per telefonia o altri canoni di TV private. Quindi, in generale, questo è diventato un abuso, un eccesso di un diritto, ma di cui non ha usufruito il cittadino, ma più che altro le multinazionali.
      Il nostro intento era quello di assicurare questo diritto e assicurare che questo diritto continuasse ad essere utilizzato dai cittadini. E semplicemente chiedevamo, quindi, che l'istante fosse un singolo cittadino, piuttosto che in un'impresa o un'azienda. Il Governo ha deciso di eliminare del tutto questo diritto, togliendolo quindi sia al cittadino semplice, alla persona fisica, che all'azienda, per evitare semplicemente, per così dire, di fare gravare sulla spesa pubblica questo diritto. Ma in realtà stiamo privando il cittadino semplice, e quindi la persona fisica, di un diritto già acquisito in passato.
      Il nostro intento, con questo ordine del giorno, è di cercare di impegnare il Governo in una rivisitazione della stessa norma e, magari, cogliere l'opportunità della seconda lettura al Senato per accogliere la nostra proposta emendativa originaria e, quindi, rivedere un po’ la norma, non nel senso di una eliminazione totale del diritto, ma di assicurare questo diritto solo alla persona fisica, solo nel caso in cui l'istante sia una persona fisica.
      Io auspico che il Governo riveda il parere o magari dia una motivazione valida per il respingimento di quest'ordine del giorno e faccio fare una riflessione anche alla maggioranza, perché l'Aula lo accolga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Turco n.  9/2679-bis-A/109, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Monchiero, Di Lello, Carbone... abbiamo votato tutti ?Pag. 43
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     453            
            Votanti     452            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     227            
                Hanno votato     105                
                Hanno votato no     347.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Del Grosso n.  9/2679-bis-A/110, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
      Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Sibilia n.  9/2679-bis-A/111, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

      CARLO SIBILIA. Signor Presidente, questo ordine del giorno, il numero 9/2679-bis-A/111, praticamente vuole porre in essere un ragionamento, innanzitutto quello di far pensare e far capire ai cittadini che questa manovra, la legge di stabilità, che oggi, in questi giorni viene approvata, è una manovra che tutti sappiamo benissimo essere molto recessiva. Ciò purtroppo significa tagli e spese aggiuntive per i cittadini. Questi tagli orizzontali e queste spese aggiuntive peseranno inevitabilmente sugli enti locali, che poi devono reagire come hanno fatto nel caso dell'istituzione della tassa TASI. Io ricordo che, però, chi ha la fortuna di vivere in comuni amministrati dal MoVimento 5 Stelle non paga questa tassa. Ad esempio, ad Assemini il sindaco del MoVimento 5 Stelle è riuscito a non far pagare la TASI ai cittadini e questa è una grande vittoria, così come anche quello di Ragusa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E noi viviamo di queste piccole vittorie tutti i giorni, che veramente incidono sulla vita dei cittadini.
      Tutto questo per dire che naturalmente questa manovra, come dicevamo, porterà comunque ad erodere i risparmi dei cittadini, che dovranno spendere più soldi per poter soddisfare i loro bisogni, perché aumenteranno le tasse...

      PRESIDENTE. Scusi, onorevole Sibilia. Colleghi, vi prego di liberare i banchi del Governo. Prego, onorevole Sibilia.

      CARLO SIBILIA. Sicuramente le famiglie avranno sempre meno potere d'acquisto e quando si vanno ad erodere i propri risparmi, avendo meno soldi, sicuramente si hanno meno possibilità di soddisfare i propri bisogni, ma non per questo i bisogni spariscono. Spariscono i soldi, ma non spariscono i bisogni.
      Allora, questo ordine del giorno vuole semplicemente agevolare l'economia di prossimità, rafforzare il senso di comunità, dare il supporto alle famiglie e incentivare lo sviluppo e la solidarietà reciproca, attraverso gli enti locali, che dovrebbero avere la facoltà di integrare nei propri bilanci buoni locali emessi da associazioni senza scopo di lucro.
      Cos’è un buono locale emesso da associazioni senza scopo di lucro ? È una cosa come questa. Questo è un piccolo esempio di buono locale emesso da associazioni senza scopo di lucro che può essere accettato all'interno di uno specifico circuito di economia locale. Sostanzialmente immaginiamo di andare a fare la spesa da un fruttivendolo e pagare, invece di 10 euro, 8 euro e due buoni di spesa locale, 8 euro più due cheque, in questo caso, perché questo è il nome di questo buono locale. Poi immaginiamo che quel fruttivendolo prenda quei due cheque e li reinserisca nel circuito produttivo dell'economia locale se vuole andare, per esempio, a cambiare una gomma forata della propria auto. Invece di pagare 45 euro, pagherà 43 euro e due cheque.
      Noi così stiamo riattivando l'economia locale. Ovviamente la cosa più bella da fare sarebbe che gli enti locali potessero effettivamente promuovere questo tipo di attività. In che modo ? Definendo ogni anno una percentuale con la quale poter accettare il pagamento delle tasse, delle tariffe e dei tributi locali, in base ai servizi Pag. 44a domanda individuale o anche a canoni per utilizzazione del patrimonio comunale, attraverso questo tipo di moneta. Questa moneta, questo buono di spesa locale, che naturalmente non è una moneta, è di proprietà del portatore, è distribuito gratuitamente, non ha scopo di lucro e non crea debito, che è una cosa fondamentale.
      Ciò naturalmente è possibile anche in base alle disposizioni del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n.  267, e quindi non ha nessun impedimento legislativo.
      Ci chiediamo se questo non possa essere un primo passo per ridonare il senso di comunità e far ripartire la piccola economia di prossimità. Lo chiediamo al Governo e speriamo che possa cambiare idea su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sibilia n.  9/2679-bis-A/111, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     455            
            Votanti     425            
            Astenuti       30            
            Maggioranza     213            
                Hanno votato       66                
                Hanno votato no     359.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Il deputato Tripiedi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spadoni n.  9/2679-bis-A/112, su cui vi è il parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Scagliusi n.  9/2679-bis-A/113, su cui vi è il parere contrario del Governo.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scagliusi n.  9/2679-bis-A/113.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Scotto, Matteo Bragantini, Minnucci, Terzoni ?
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     457            
            Votanti     452            
            Astenuti         5            
            Maggioranza     227            
                Hanno votato     94                
                Hanno votato no     358.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Pellegrino ha segnalato di essersi astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Manlio Di Stefano n.  9/2679-bis-A/114, su cui vi è il parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Basilio n.  9/2679-bis-A/115, accolto dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Artini n.  9/2679-bis-A/116, su cui vi è il parere contrario del Governo.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Artini n.  9/2679-bis-A/116, con parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

Pag. 45

      Fratoianni, Malisani, Nizzi ?
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     462            
            Votanti     456            
            Astenuti         6            
            Maggioranza     229            
                Hanno votato       99                
                Hanno votato no     357.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita a votare).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spessotto n.  9/2679-bis-A/117, su cui vi è il parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sorial n.  9/2679-bis-A/118, accolto dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Castelli n.  9/2679-bis-A/119, su cui vi è il parere contrario del Governo.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castelli n.  9/2679-bis-A/119, con parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Bossa, Di Lello, Pisicchio, Carbone ?
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     460            
            Votanti     458            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     230            
                Hanno votato     125                
                Hanno votato no     333.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Currò n.  9/2679-bis-A/120, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caso n.  9/2679-bis-A/121, su cui vi è il parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brugnerotto n.  9/2679-bis-A/122, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Incà n.  9/2679-bis-A/123, su cui vi è il parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cariello n.  n.  9/2679-bis-A/124, su cui vi è il parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cancelleri n.  9/2679-bis-A/125, su cui vi è il parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pesco n.  9/2679-bis-A/126, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ruocco n.  9/2679-bis-A/127, su cui vi è il parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Villarosa n.  9/2679-bis-A/128, accolto dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pisano n.  9/2679-bis-A/129, su cui vi è il parere contrario del Governo.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pisano n.  9/2679-bis-A/129.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Bossa, Dadone, Simoni, Bini ?
      Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 46
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     467            
            Votanti     454            
            Astenuti       13            
            Maggioranza     228            
                Hanno votato       90                
                Hanno votato no     364.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Barbanti n.  9/2679-bis-A/130, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Battelli n.  9/2679-bis-A/131, accolto dal Governo come raccomandazione.

      GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, per quanto riguarda questo ordine del giorno, vorrei chiedere al Governo se potesse modificare il parere espresso, non accettarlo come raccomandazione, ma accettare l'impegno perché...

      PRESIDENTE. Ricordo al Governo che stiamo parlando dell'ordine del giorno Battelli n.  9/2679-bis-A/131.

      GIUSEPPE BRESCIA. Dato che accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione, lascia intendere che il Governo comunque si vuole muovere verso quella direzione e dato che questo impegno non comporterà neanche oneri per lo Stato, quindi, a costo zero, ma restituirà un minimo di sovranità in più al popolo italiano, chiedo che il Governo assuma un impegno un po’ più vincolante.

      PRESIDENTE. Il Governo ?

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, prima di dare il parere ho fatto una verifica ovviamente con l'Agenzia delle entrate. Ci sono problemi tecnici ad accettare un impegno formale per fare subito questa operazione. Per questo l'ho accettato come raccomandazione perché l'indirizzo è accolto dal Governo, ma non sono in grado di definire un impegno che abbia una scadenza immediata. Per questa ragione ho proposto di accoglierlo come raccomandazione. Se, in alternativa, i proponenti volessero accettare la riformulazione: «a valutare la possibilità di», questa possibilità noi la stiamo valutando e abbiamo intenzione di andare in questa direzione, ma più di così non posso accogliere, perché sarebbe poco serio da parte mia.

      PRESIDENTE. Quindi, onorevole Brescia, mi pare di capire che lei accetta la riformulazione del Governo: «a valutare l'opportunità di». Quindi, in questo caso il parere del Governo è favorevole e non accolto come raccomandazione. Bene, prendo atto che accetta la riformulazione e non insiste per la votazione.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Benedetto n.  9/2679-bis-A/132, accolto dal Governo.
      Passiamo all'ordine del giorno D'Uva n.  9/2679-bis-A/133. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione del loro ordine del giorno accolto dal Governo come raccomandazione.

      FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, ringrazio il Governo per aver accolto questo ordine del giorno come raccomandazione, ma vorrei che facesse uno sforzo in più e lo accogliesse del tutto, se possibile. Questo è dovuto al fatto – giusto per capire di cosa stiamo parlando – che stiamo parlando della precarizzazione dei ricercatori. Di fatto, nella legge di stabilità è stata eliminata una lettera che si chiama lettera b); eliminando questa semplice lettera si è fatto in modo di incentivare l'assunzione di ricercatori soltanto a tempo determinato. Invece, se fosse rimasto com'era prima, ovvero se si fosse lasciata quella lettera b), ci sarebbe stata l'assunzione per ogni professore anche di ricercatori di tipo B, ovvero di quelli che al termine del primo periodo di ricerca possono, se abilitati con l'abilitazione scientifica nazionale, diventare professori. Pag. 47Quindi, in qualche modo si riesce a garantire il turnover nelle università. Pertanto, capisco che il Governo non possa fare un passo indietro con un ordine del giorno, però sarebbe importante far capire a questi ricercatori, al mondo della ricerca in Italia e a tutte le persone che vogliono investire in questo mondo, che non devono per forza andarsene in Inghilterra o andarsene in Germania per continuare a fare i ricercatori, ma che è possibile avere una carriera accademica anche in Italia. Per questo chiedo al Governo, cortesemente, di rivalutare la posizione su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Il Governo ?

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, io ho accolto questo ordine del giorno come raccomandazione, perché un impegno tassativo formale non sono in grado di prenderlo per molte ragioni che riguardano anche gli effetti emulativi all'interno della pubblica amministrazione in materia di assunzioni. Naturalmente, proprio perché ho proposto di accoglierlo come raccomandazione, se il proponente volesse accogliere una proposta di riformulazione nel senso di inserire: «a valutare la possibilità di assumere», è chiaro che il parere potrebbe essere favorevole immediatamente, ma solo con quella riformulazione.

      PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accettano la riformulazione e insistono per la votazione dell'ordine del giorno D'Uva n.  9/2679-bis-A/133.
      Passiamo ai voti
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Uva n.  9/2679-bis-A/133, con parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Di Lello, Ragosta, Berlinghieri...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     458            
            Votanti     455            
            Astenuti         3            
            Maggioranza     228            
                Hanno votato     109                
                Hanno votato no     346.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vacca n.  9/2679-bis-A/134, accolto dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Marzana n.  9/2679-bis-A/135, Luigi Gallo n.  9/2679-bis-A/136 e Simone Valente n.  9/2679-bis-A/137, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brescia n.  9/2679-bis-A/138, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zolezzi n.  9/2679-bis-A/139, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Busto n.  9/2679-bis-A/140, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

      ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, con l'ordine del giorno Busto n.  9/2679-bis-A/140 si chiede di fare qualcosa che, dal punto di vista normativo, non è così lineare, però invito a ragionarci, perché, in pratica, la gestione dell'amianto è molto complessa. Una delle criticità è che l'amianto, ad oggi, continua a praticare un importante turismo: viene portato in Austria, in Germania, in molte nazioni estere, con costi di trasporto e rischi durante il trasporto molto importanti. Per cui, il fatto di renderlo un rifiuto cancerogeno che non possa valicare i confini regionali è, a mio parere, uno dei modi per impegnare Pag. 48ciascuna regione ad individuare un sito di stoccaggio definitivo, che al momento è comunque una pratica – purtroppo l'unica – accettabile, per metterlo in sicurezza, altrimenti è inutile pensare all'amianto e incontrare magari le vittime di questa gravissima tragedia senza impegni, a mio parere, relativamente semplici. Una discarica di amianto regionale da un milione di tonnellate, per intenderci, ha lo stesso volume di questo palazzo, di Montecitorio, quindi non è così difficile che una regione individui un sito del genere, che chiaramente deve essere individuato con grande correttezza. Dobbiamo fare cose utili qui dentro, perché altrimenti, davvero, potremmo utilizzarlo come discarica di amianto.

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

      SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, per quanto riguarda questo argomento, non possiamo pensare che sia un argomento da approfondire soltanto quando ci sono le sentenze oppure per piccoli anelli della catena. Io penso che quest'ordine del giorno debba essere sottoscritto, tant’è che lo sottoscrivo. Ritengo che si debbano veramente fare delle attività legislative serie, in maniera tale che la filiera sia davvero, dall'inizio alla fine, portata a termine. Il problema dell'amianto non è un problema di oggi, è un problema che ormai ci portiamo da decenni, e ce lo porteremo per i decenni successivi. Quindi, chiedo veramente attenzione da parte dei colleghi della maggioranza e di tenere veramente in considerazione questo argomento. Ci chiediamo come mai dal Governo venga dato parere contrario a un semplice ordine del giorno, quindi a un semplice impegno. Chiedo veramente al Governo di rivedere la sua posizione e anche ai colleghi.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione...

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Chiedo scusa, non me ne ero accorto. Revoco l'indizione della votazione. Prego, Viceministro.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Presidente, intervengo rapidissimamente, solo per far notare ai colleghi – confermando il parere contrario – che nell'emendamento c’è scritto – creiamo un altro problema – che l'amianto non può superare i confini regionali. Fare una discarica in ogni regione, probabilmente è una scelta perfetta, ma perché non lo proponete così ? Qui c’è scritto che l'amianto non può superare i confini regionali: il Governo può dire «sì» a una cosa del genere ? Scusate, francamente non so come commentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

      ALBERTO ZOLEZZI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, davvero è un tema tecnico, non voglio fare nessun tipo di strumentalizzazione. Così come i rifiuti solidi urbani non potevano valicare i confini regionali, anche per l'amianto questo sarebbe l'unico modo per spingere a regolarizzarsi, perché altrimenti è inutile. Anzi, ringrazio il Governo, che ha accettato l'ordine del giorno precedente sulla defiscalizzazione. Non voglio dire che non ci sia sensibilità su questo tema, però è semplicemente una strategia per cercare di andare verso il miglioramento della questione. Ho fatto l'esempio, prima, del volume dalla discarica, perché non parliamo di cose impossibili. È un suggerimento, poi ne potremo riparlare.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busto n.  9/2679-bis-A/140, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

Pag. 49

      Bargero, D'Uva, Dell'Aringa, Grassi...
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     460            
            Votanti     458            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     230            
                Hanno votato     101                
                Hanno votato no     357.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (I deputati Albanella e Vezzali hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Micillo n.  9/2679-bis-A/141, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n.  9/2679-bis-A/142, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
      Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno De Rosa n.  9/2679-bis-A/143, accolto dal Governo come raccomandazione.

      MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, assolutamente non accetto la raccomandazione, ma le spiego anche il perché. Qui stiamo parlando sempre degli oneri di urbanizzazione utilizzati dai comuni per la spesa corrente. Allora, facciamo un po’ di nomi, perché questa possibilità, che ha gettato le basi per l'assalto al territorio, alla deturpazione del paesaggio, al peggioramento della qualità urbana, è partita dal Governo Prodi, poi siamo passati al Ministro Bassanini, del Governo Amato, e al II Governo Berlusconi, che hanno portato avanti questa idea di utilizzare questi oneri di urbanizzazione per poter pagare queste spese correnti ai comuni. I comuni cosa hanno fatto ? Hanno venduto il loro territorio per poter fare cassa, perché, poi, lo Stato centrale si tiene sempre più soldi per la mantenere l'apparato e gli enti locali fanno sempre più fatica a tirare avanti e dare servizi ai cittadini.
      Di cosa stiamo parlando ? Qui, all'interno del disegno di legge di stabilità, Marchi del PD, perché dobbiamo fare i nomi e cognomi, ha proposto un emendamento, a quanto mi risulta, per prorogare ancora l'utilizzo degli oneri di urbanizzazione. Veramente siamo al ridicolo, per le questioni che abbiamo sempre detto: non siete coerenti per niente. Marchi ha firmato una proposta di legge, a prima firma Causi, che prevede che gli oneri di urbanizzazione non li utilizziamo per la spesa corrente dei comuni, ma li usiamo solo per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria, che sono quelle per cui erano destinati in origine.
      Ci vuole un po’ di più di coerenza, perché anche il PD, che l'ha portato avanti, perché questo emendamento l'ha votato la maggioranza, mi deve spiegare il perché abbiamo un disegno di legge, che sta portando avanti il Governo, che chiede la stessa cosa, perché abbiamo proposte di legge, di tutti i gruppi politici, che portano avanti la stessa questione. Mi chiedo come si faccia ad accettarlo solo come raccomandazione quando l'ordine del giorno è già blando, già fa ridere così com’è, ed è una sofferenza averlo dovuto presentare così, doveva essere addirittura un emendamento alla legge a dire che non si potevano utilizzare. Adesso dire che diventa una raccomandazione, per me, è veramente ridicolo.
      Adesso, per fare sempre nomi e cognomi, mi chiedo Realacci come voterà, mi chiedo Chiara Braga come voterà, mi chiedo tutti quelli del gruppo Globe come voteranno, perché, comunque, cementificare ha una sua azione sui cambiamenti climatici. Prendiamoci la responsabilità, e vediamo chi sta portando avanti questioni di lobby, perché poi sono le lobby dei cementificatori, oppure chi vuole portare avanti, veramente, queste proposte, perché se abbiamo dei disegni di legge vostri, del Governo, non nostri, che dicono la cosa opposta (Applausi dei deputati del gruppo Pag. 50MoVimento 5 Stelle), io questo lo devo prendere come raccomandazione, neanche come impegno ? Stiamo veramente al paradosso, all'assurdo !

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

      SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, prendendo spunto da quello che diceva l'onorevole De Rosa, noi ci dobbiamo interrogare perché sebbene tutti i Ministri continuino a parlare di stop al consumo di suolo. Noi abbiamo incardinato una legge importante, sappiamo che in questo disegno di legge di stabilità gli oneri di urbanizzazione vengono destinati alla spesa corrente, quando, invece, sappiamo bene che il loro scopo doveva essere un altro.
      Chiediamo che sia evidente che l'impegno del Governo per le prossime leggi possa essere in quella direzione, e quindi la raccomandazione ci sembra veramente blanda. Ma, soprattutto, vogliamo un impegno concreto del Governo che queste leggi vengano portate avanti, non solo come titoli di spot elettorali, ma anche proprio come attività legislativa chiara e concreta. Veramente, interrogo il Ministro, e spero che mi stia ad ascoltare, anche perché le Commissioni agricoltura e ambiente su questo si stanno impegnando moltissimo. Che venga accolto questo ordine del giorno, e mi auguro che i miei colleghi, delle varie Commissioni, si interroghino anche su questo ordine del giorno, e votino a favore. Io lo sottoscrivo.

      PRESIDENTE. Onorevole Cera, non le posso dare la parola perché lei è già intervenuto due volte e, quindi, non può più parlare.
      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Rosa n.  9/2679-bis-A/143.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Rosa n.  9/2679-bis-A/143, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Andrea Romano...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     448            
            Votanti     441            
            Astenuti         7            
            Maggioranza     221            
                Hanno votato     104                
                Hanno votato no     337.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Terzoni n.  2679-bis-A/144, Segoni n.  2679-bis-A/145 e Vignaroli n.  2679-bis-A/146, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Daga n.  9/2679-bis-A/147, accolto dal Governo purché riformulato.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n.  2679-bis-A/148, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
      Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dell'Orco n.  9/2679-bis-A/149, accolto dal Governo purché riformulato.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dell'Orco n.  9/2679-bis-A/149, non accettato dal Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

Pag. 51

      Ascani, Ginefra, Carfagna...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti e votanti     450            
            Maggioranza     226            
                Hanno votato     119                
                Hanno votato no     331.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e la deputata Vezzali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nicola Bianchi n.  9/2679-bis-A/150, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno De Lorenzis n.  9/2679-bis-A/151 e Liuzzi n.  9/2679-bis-A/152, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n.  9/2679-bis-A/153, non accettato dal Governo.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n.  9/2679-bis-A/153, non accettato dal Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Bolognesi, Lavagno, Caparini... Mi dispiace, onorevole Agostino, ma è arrivato il...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti e votanti     456            
            Maggioranza     229            
                Hanno votato       89                
                Hanno votato no     367.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Della Valle n.  9/2679-bis-A/154, accolto dal Governo purché riformulato.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vallascas n.  9/2679-bis-A/155, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Da Villa n.  9/2679-bis-A/156, accettato dal Governo purché riformulato.
      Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Crippa n.  9/2679-bis-A/157, accettato dal Governo purché riformulato.

      DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, questo tema riguarda tutti i comuni delle regioni alpine, che hanno visto sottrarsi nel corso del tempo l'IMU sulle centrali idroelettriche. Pensi che è un tema su cui c’è già stato un impegno preso al Senato da parte del Governo precedente, ma sostenuto dalla medesima maggioranza. Noi oggi qui credo che non possiamo non fare una richiesta. Magari i tempi certi credo che in un ordine del giorno probabilmente sono un po’ troppo vincolanti, visto che nemmeno nei decreti attuativi, quando ci sono, vengono rispettati, quindi immaginarsi in un ordine del giorno...
      Noi qui chiedevamo che fosse possibile per gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, e quindi vado a specificare il caso: quelli dei comuni che hanno le centrali idroelettriche sui propri territori, che ad un certo punto si sono visti sottrarre da parte dello Stato italiano il gettito derivante da quella che è l'IMU attuale.
      Allora, molti dei colleghi delle zone alpine, e mi riferisco anche al collega Borghi, della zona del VCO, e i sindaci del Verbano-Cusio-Ossola hanno più volte fatto dei comunicati per sottolineare la necessità di ritrasferire l'IMU derivante Pag. 52dalle centrali idroelettriche ai comuni, e non destinarlo, come è attualmente, allo Stato italiano.
      Ci è stato detto che quello che noi avevamo proposto era un emendamento privo di copertura. Noi ci si chiede, a un certo momento, se rubo una mela, nel momento in cui questa mi deve essere restituita, non è che causa minor gettito, perché, in realtà, causa minor gettito anche a quei comuni a cui l'avete sottratta indebitamente qualche anno fa durante la riforma Monti.
      Noi qui vi stiamo chiedendo tempi certi, perché un ordine del giorno era già stato approvato al Senato, e quindi la riformulazione «a valutare l'opportunità» assolutamente non ci va bene. Possiamo, al massimo, accettare di togliere i tempi, perché a noi servono delle azioni concrete per restituire l'IMU sulle centrali idroelettriche ai comuni che oggi ospitano queste centrali sui propri territori.
      Questo perché sono comuni che hanno già altre difficoltà, quindi sono comuni montani svantaggiati, sono comuni dove, per andare a scuola, ci vuole magari un'ora e mezza di bus, dove quell'ora e mezza di bus, alla fine, è comunque un costo a carico del bilancio comunale, dove, alla fine, per andare del medico, si devono fare comunque più di tre quarti d'ora di macchina.
      Sono comuni dove vi è un certo tipo di disagio abitativo: per riuscire a vivere in un comune montano vi sono delle difficoltà. Se avete anche sottratto delle risorse in passato, su questo tema, a quei comuni lì che hanno già queste difficoltà, allora credo che o andate incontro al totale abbandono dei comuni montani o, altrimenti, vi dovete prendere un attimino un po’ più a cuore questo ordine del giorno e votarlo favorevolmente.
      Quindi, chiedo al Governo di fare uno sforzo: posso, da parte mia, togliere il concetto dei 60 giorni, ma non posso accettare la riformulazione «a valutare l'opportunità», perché questa formulazione è già stata inserita nell'ordine del giorno, accolto al Senato, firmato dai senatori Piccoli, Marin, Zanettin, Dalla Tor, Conte e Chiavaroli, in sede di conversione del decreto-legge 21 maggio 2013, n.  54, recante interventi urgenti in materia di IMU.
      Quindi, vi è già stata la previsione di un «a valutare l'opportunità». Qui vogliamo qualcosa di più chiaro, perché è passato più di un anno e mezzo e non avete fatto nulla in merito.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n.  9/2679-bis-A/157, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Fratoianni, Simoni, D'Agostino, Richetti... tolga la pallina, onorevole Minnucci.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     457            
            Votanti     451            
            Astenuti         6            
            Maggioranza     226            
                  Hanno votato     112                
                Hanno votato no     339.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fantinati n.   9/2679-bis-A/158, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rostellato n.  9/2679-bis-A/159, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del Pag. 53giorno Rizzetto n.  9/2679-bis-A/160, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baldassarre n.  9/2679-bis-A/161, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
      Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Chimienti n.  9/2679-bis-A/162, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

      SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Il problema più grave che affligge la scuola italiana è quello della precarietà diffusa del corpo insegnante e del personale scolastico. Questa è una vera e propria piaga, che ha conseguenze estremamente negative, non soltanto per i lavoratori, ma anche e soprattutto per gli studenti, che, di anno in anno, hanno a che fare con insegnanti sempre nuovi e diversi.
      La qualità della didattica e la progettualità che sta dietro a ogni intervento didattico ne risultano fortemente compromessi. Adesso, incalzato da una sentenza della Corte di giustizia europea che si è pronunciata lo scorso 26 novembre sull'illiceità della proroga dei contratti a tempo determinato dei docenti italiani, il Governo ha annunziato di voler procedere nell'anno 2015 alla stabilizzazione di 148 mila precari delle graduatorie ad esaurimento, stanziando un miliardo nel 2015. Una misura sacrosanta, per carità, ma decidere, tuttavia, di privilegiare una sola categoria di precari a discapito di tutte le altre, altrettanto meritevoli, è un'ingiustizia.
      È l'ennesimo atto che tende a dividere la categoria dei docenti e ad alimentare la guerra tra poveri. Quindi, noi riteniamo che anche i docenti della seconda fascia di istituto abbiano pari diritto ad essere assunti, non solo perché la sentenza del 26 novembre ha riguardato anche loro. Garantendo la stabilizzazione solo agli iscritti delle graduatorie ad esaurimento, si consuma infatti una vera e propria disparità di trattamento.
      Voglio ricordare che attualmente risultano provvisti di abilitazione o in procinto di acquisirla altri 166 mila docenti, di cui 55 mila diplomati magistrati...

      PRESIDENTE. Onorevole Sanga, gentilmente possiamo lasciare il banco del Governo ? Onorevole Sanga ! Prego, onorevole Chimienti.

      SILVIA CHIMIENTI. 69 mila abilitati con i Pas, 10.500 abilitati con il primo ciclo del TFA, 22.500 abilitati con il secondo ciclo di TFA e 8.900 laureati in scienze della formazione primaria che hanno conseguito la laurea dopo il 2010-2011.
      Questi docenti sono stati formati dallo Stato e, nella gran parte dei casi, hanno già acquisito un'esperienza pluriennale di insegnamento, tuttavia non vengono considerati dal Governo al fine della stabilizzazione.
      In data 26 novembre 2014, la terza sezione della Corte di giustizia europea ha pronunciato una sentenza in merito alla conformità alla direttiva 1999/70/CE e alla clausola 5, punto 1, dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato della normativa italiana in tema di precariato scolastico.
      La terza sezione della Corte ha dichiarato che «la clausola 5 (...) deve essere interpretata nel senso che osta a una normativa nazionale (...) che autorizzi, in attesa dell'espletamento delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili (...) senza indicare tempi certi per l'espletamento di dette procedure concorsuali (...)».
      Quindi, questa pronuncia aprirà ovviamente una serie di procedimenti giudiziari nei confronti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
      Quindi, noi con questo ordine del giorno cerchiamo di sanare un po’ questa situazione di abuso e chiediamo di assumere ogni iniziativa utile affinché, a decorrere dall'anno scolastico 2016- 2017, almeno i posti liberati annualmente dalle effettive cessazioni di servizio siano destinati Pag. 54all'assunzione di docenti iscritti nella seconda fascia delle graduatorie d'istituto, ovviamente laddove le graduatorie ad esaurimento risultino esaurite.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chimienti n.  9/2679-bis-A/162, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Lavagno.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     453            
            Votanti     438            
            Astenuti       15            
            Maggioranza     220            
                Hanno votato     116                
                Hanno votato no     322.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e la deputata Sgambato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

      Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Ciprini n.  9/2679-bis-A/163, con il parere contrario del Governo.

      TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, questo ordine del giorno riguarda il principio del «silenzio-assenso» per il conferimento automatico del TFR alla previdenza complementare. In particolare, l'articolo 6 prevede, in via sperimentale, che i lavoratori dipendenti del settore privato, esclusi i lavoratori domestici e i lavoratori del settore agricolo, che abbiano un rapporto di lavoro in essere da almeno sei mesi presso il medesimo datore di lavoro, possano richiedere di percepire in busta paga, come parte integrativa della retribuzione, le quote maturande del trattamento di fine rapporto anche nel caso di quote già destinate a forme di previdenza complementare.
      L'articolo 8, comma 7, lettera b), del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n.  252, attraverso il principio del cosiddetto «silenzio-assenso», prevede il conferimento automatico del TFR alla previdenza complementare nel caso in cui il lavoratore non manifesti il diniego a tale conferimento.
      Ai sensi di tale norma il consenso «è irrevocabile».
      A causa dell'applicazione dell'istituto del silenzio assenso, le piccole e medie imprese fino a quarantanove dipendenti non possono avere la disponibilità delle somme di denaro accantonate quale TFR dei propri dipendenti né avere quella liquidità che viene utilizzata dall'impresa come autofinanziamento della propria attività.
      Con questo ordine del giorno, si intende impegnare il Governo a rendere revocabile il consenso, al fine di consentire al lavoratore di destinare il TFR, maturando a favore del proprio datore di lavoro ovvero a favore del Fondo di tesoreria INPS, ai quali si applica la disciplina dell'articolo 2120 del codice civile sia per quanto riguarda le modalità di calcolo che per il regime delle anticipazioni.

      PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciprini n.  9/2679-bis-A/163, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      D'Agostino, Paris, Berlinghieri, Pisicchio... Bisogna che qualcuno vada in supporto dell'onorevole Pisicchio, per favore. L'onorevole Pisicchio ha votato.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti e votanti     456            
            Maggioranza     229            
                Hanno votato     106                
                Hanno votato no     350.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 55

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bechis n.  9/2679-bis-A/164, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Cominardi n.  9/2679-bis-A/165, accolto dal Governo come raccomandazione.

      CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, anche se il Governo accoglie l'ordine del giorno come raccomandazione, mi piacerebbe avere un impegno in più, perché di questa tematica abbiamo discusso più volte in Commissione e in Aula e riguarda ormai l'annoso problema del personale delle Ferrovie dello Stato, in particolare del personale viaggiante, macchinisti, manovratori e quant'altro. Ciò anche perché si tratta di un errore formale e materiale ammesso da tutti della riforma Fornero, all'articolo 24, ed è un problema da risolvere nell'immediato. Io posso anche accettare l'accoglimento come raccomandazione, però vorrei un impegno concreto. Non vorrei che questi ordini del giorno poi non abbiano alcun tipo di valenza, perché quanti ordini del giorno sono stati accolti e quanti poi in definitiva sono diventati legge dello Stato o qualcosa di concreto ? Quindi, mi piacerebbe, nonostante l'accoglimento come raccomandazione, avere una discussione o comunque una parola in Aula da parte del rappresentante del Governo che dica che l'accoglimento come raccomandazione non è solo qualcosa di formale, una promessa, ma è un impegno vero sulla parola, ma sulla parola di persona che sa che può mantenere quello che dice.

      DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Onorevole Tripiedi, vuole intervenire su questo o sul suo ordine del giorno ?

      DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, questo è il secondo ordine del giorno che viene accolto. Noi speriamo che il Governo abbia a cuore questo problema, che è il problema che tutto il Parlamento...

      PRESIDENTE. Scusi, onorevole Tripiedi, io vorrei capire una cosa: l'onorevole Cominardi insiste o no per la votazione del suo ordine del giorno accolto come raccomandazione ? Se l'onorevole Cominardi non insiste, lei non può parlare perché non c’è oggetto di votazione. Prendo atto che l'onorevole Tripiedi sottoscrive l'ordine del giorno Cominardi n.  9/2679-bis-A/165.
      Prendo atto, dunque, che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cominardi n.  9/2679-bis-A/165, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Adesso, se lei vuole, può intervenire sull'ordine del giorno a sua firma n.  9/2679-bis-A/166, sul quale è stata proposta una riformulazione.

      DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, posso sapere qual è la riformulazione ?

      PRESIDENTE. Viceministro, sia gentile, la riformulazione dell'ordine del giorno Tripiedi n.  9/2679-bis-A/166. Colleghi !

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, ho proposto al proponente di accogliere l'ordine del giorno se il proponente medesimo accetta di terminare la parte impegnativa a «previsti a legislazione vigente», togliendo le ultime righe, laddove ci si impegnerebbe, se venisse accettato, all'allargamento ad altre categorie di lavoratori.

      PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Tripiedi, adesso ci dica se accoglie la riformulazione.

      DAVIDE TRIPIEDI. No, io volevo fare riflettere il Governo perché qua si chiede semplicemente di mettere in pratica quella risoluzione che abbiamo votato in Commissione. In altre parole, non si chiede nient'altro, Viceministro, io glielo chiedo veramente con enorme rispetto perché non si vuole svalutare il lavoro che è stato fatto in Commissione. Io chiederei una riflessione perché noi chiediamo semplicemente Pag. 56di fare attenzione a quelle categorie che non sono menzionate dal decreto-legge che dà la possibilità a determinate categorie di lavoratori di andare in prepensionamento tre anni prima. Abbiamo fatto un lavoro in Commissione e dispiacerebbe che il Viceministro non ci desse parere favorevole su un ordine del giorno così. Chiedo, quindi, veramente una riflessione da parte del Governo e chiedo che venga accolto così com’è, per dare senso ai lavori che si fanno in Commissione.

      PRESIDENTE. Va bene. Il Governo non intende cambiare il parere e, quindi, passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tripiedi n.  9/2679-bis-A/166, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. No, lei ha parlato. Scusi, onorevole Tripiedi, lei ha fatto la dichiarazione di voto non è che possiamo parlare tre volte. Prego.

      DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, non ho detto che non lo accettavo. Accetto l'ordine del giorno così com’è, però non vorrei neanche...

      PRESIDENTE. Bene, allora revoco la votazione e l'ordine del giorno Tripiedi n.  9/2679-bis-A/166 è accolto così come riformulato.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Baroni n.  9/2679-bis-A/167, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cecconi n.  9/2679-bis-A/168, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Silvia Giordano n.  9/2679-bis-A/169, Di Vita n.  9/2679-bis-A/170 e Grillo n.  9/2679-bis-A/171, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
      Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Lorefice n.  9/2679-bis-A/172, accettato dal Governo, purché riformulato.

      MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, questo ordine del giorno riguarda il problema degli emodanneggiati, un problema che abbiamo molto a cuore e che abbiamo cercato di portare avanti per arrivare ad una risoluzione con tutti i mezzi legislativi che noi abbiamo avuto a disposizione. Avremmo voluto, quindi, un po’ di condivisione su questo problema. Purtroppo, così non è stato perché il problema a detta del Governo è sempre uno: sono le risorse economiche. E per mancanza di risorse economiche si è arrivati per esempio a proposte come quella che viene definita equo risarcimento. Nel caso specifico, 100 mila euro per gli emodanneggiati e 20 mila euro per i danneggiati da vaccino, imponendo quasi ai malati l'obbligo, possiamo così definirlo, di accettare questa transazione. Nel caso specifico, però, l'ordine del giorno riguarda gli indennizzi previsti dalla legge n.  210 del 1992. Noi abbiamo presentato diversi emendamenti in Commissione bilancio e il Viceministro lo sa. E quello che abbiamo cercato di far notare è che di fronte ad un debito maturato dallo Stato nei confronti delle regioni, le uniche vittime rimangono sempre e solo i malati. A maggior ragione, però, il problema si pone per alcune regioni come la Calabria. Perché ? Perché non hanno avuto la possibilità economica di anticipare questi arretrati e il provvedimento in questione non tiene conto della Calabria e di altre regioni nella sua stessa situazione.
      Pertanto, il nostro dubbio qual è ? È che la riformulazione che è stata data a questo nostro ordine del giorno vada proprio in questa direzione, cioè di voler trascurare ancora una volta questo problema. Siccome, quindi, come credo il Viceministro ci potrebbe dare atto, nel corso dei lavori della Commissione c’è stata anche una sorta di apertura, dicendo Pag. 57che magari al Senato si sarebbe potuto approfondire questo problema, noi rivolgiamo al Viceministro la seguente richiesta.
      Chiediamo di dimostrare l'apertura anche in questo modo, accettando l'ordine del giorno così come noi l'abbiamo proposto, perché è un provvedimento che dobbiamo ai malati innanzitutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Se ho capito bene lei non accetta la riformulazione, praticamente. Sta bene.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

      DALILA NESCI. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno Lorefice n.  9/2679-bis-A/172. Abbiamo sperato che il Governo nella persona del Viceministro potesse accettare favorevolmente l'ordine del giorno così com'era ma proprio per non lasciare nessun altro alibi a questo Governo accettiamo la riformulazione, ricordando che agli emodanneggiati calabresi...

      PRESIDENTE. Onorevole Nesci, non mi metta in difficoltà: lo deve accettare il presentatore e lei non può parlare... Allora abbiamo capito, la riformulazione viene accettata.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dall'Osso n.  9/2679-bis-A/173, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mantero n.  9/2679-bis-A/174, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nesci n.  9/2679-bis-A/175, accettato dal Governo.

      DALILA NESCI. Ma non posso dire una parola ?

      PRESIDENTE. Lei prende la parola se dobbiamo metterlo in votazione, onorevole Nesci, perché, se l'ordine del giorno è accolto, non c’è oggetto del contendere.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Colonnese n.  9/2679-bis-A/176 , col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Petraroli n.  9/2679-bis-A/177, col parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Petraroli n.  9/2679-bis-A/177, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Nizzi... Brescia... Bombassei...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     455            
            Votanti     454            
            Astenuti         1            
            Maggioranza     228            
                Hanno votato     115                
                Hanno votato no     339.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

      Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Gallinella n.  9/2679-bis-A/178, accolto dal Governo come raccomandazione.

      FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, torniamo per la terza o la quarta volta a parlare di una tassa aggiuntiva che è stata messa nella legge di stabilità dello scorso anno, che è un balzello per i piccoli agricoltori che sono costretti a tenere i documenti ai fini IVA, quindi chiediamo la soppressione di un comma. Questo ordine del giorno era già stato accettato da Padoan a marzo di quest'anno così com’è stato scritto. Noi ci abbiamo riprovato e non capiamo perché adesso è stato accolto come raccomandazione. Quindi chiediamo Pag. 58che almeno l'impegno che è già stato preso venga mantenuto nella sua essenza senza una deminutio. Pertanto chiedo al Governo se possa intervenire sopprimendo il concetto di riformulazione, altrimenti lo porrò in votazione così com’è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

      PRESIDENTE. Quindi deduco che non si accetta l'accoglimento come raccomandazione. Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gallinella n.  9/2679-bis-A/178, con il parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Saltamartini... Frusone...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     451            
            Votanti     434            
            Astenuti       17            
            Maggioranza     218            
                Hanno votato     113                
                Hanno votato no     321.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno L'Abbate n.  9/2679-bis-A/179, col parere contrario del Governo.

      GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, intervengo perché francamente non capisco il motivo del parere contrario del Governo, dato che si tratta di un ordine del giorno che, alla fine, impegna il Governo a valutare l'opportunità di estendere anche alle imprese agricole gli sgravi fiscali in merito alla contribuzione sulle assunzioni.
      Quindi, il motivo per cui il Governo è discriminante nei confronti del settore primario non si capisce, un settore che è dilaniato da tutti i problemi che ha avuto nell'ultimo anno dovuti al dissesto idrogeologico, dovuti alle alluvioni, agli smottamenti che ci sono stati, perdite di raccolto, con mosca olearia e xylella che hanno fatto perdere il raccolto e si tratta di un settore che è in crisi. Io sfido il Governo a trovare una sola coltura che riesca a garantire un reddito alle imprese agricole e allora magari ha ragione anche a non dare aiuti a questo settore che è fondamentale e che è tra l'altro uno degli unici settori che ha visto una crescita anche in campo occupazionale.
      Quindi, non vediamo veramente il motivo per cui il Governo dia parere contrario, ripeto, ad un ordine del giorno che non è neanche così stringente ma lascia anche un po’ di margine di intervento al Governo dato che impegna «a valutare l'opportunità di». Spero che il Governo si ravveda, quindi chiedo al Viceministro se cambia eventualmente il parere e accetti questo ordine del giorno.

      PRESIDENTE. Mi pare che il Viceministro non cambi parere quindi passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno L'Abbate n.  9/2679-bis-A/179, col parere contrario del Governo.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Monchiero, Tripiedi, Oliverio...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     450            
            Votanti     448            
            Astenuti         2            
            Maggioranza     225            
                Hanno votato sì     127                
                Hanno votato no     321.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lupo n.  9/2679-bis-A/180, accolto dal Governo come raccomandazione.Pag. 59
      Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Parentela n.  9/2679-bis-A/181, col parere contrario del Governo.
      Passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Parentela n.  9/2679-bis-A/181.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      D'Agostino...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     447            
            Votanti     429            
            Astenuti       18            
            Maggioranza     215            
                Hanno votato sì     110                
                Hanno votato no     319.

      La Camera respinge (Vedi votazioni).

      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Benedetti n.  9/2679-bis-A/182, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Massimiliano Bernini n.  9/2679-bis-A/183, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gagnarli n.  9/2679-bis-A/184, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carinelli n.  9/2679-bis-A/185, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grande n.  9/2679-bis-A/186, accettato dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rizzo n.  9/2679-bis-A/187, col parere favorevole del Governo.
      Onorevole Corda, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n.  n.  9/2679-bis-A/188, accettato dal Governo, purché riformulato ? Onorevole Zolezzi ?

      ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, l'ho sottoscritto anche io e spiego velocemente che riguarda la produzione dei fanghi, un problema di difficile gestione dal punto di vista chimico per cui spingere verso la produzione di detersivi più naturali e più biologici ed è sicuramente un tema importante che in modo molto semplice potrebbe ridurre i rischi della gestione fanghi che ha portato addirittura a dei decessi, vedi il caso di Adria, e quindi in maniera semplice e commercialmente praticabile spingere in questo senso. Accettiamo la riformulazione, però sollecitiamo il Governo davvero in questo senso perché così in maniera semplice si spinge verso una sostenibilità ambientale.

      PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prodani n.  9/2679-bis-A/189, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Frusone n.  9/2679-bis-A/190, accettato dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Paolo Bernini n.  9/2679-bis-A/191, Mucci n.  9/2679-bis-A/192, Di Battista n.  9/2679-bis-A/193, Tofalo n.  9/2679-bis-A/194, Luigi Di Maio n.  9/2679-bis-A/195, Pinna n.  9/2679-bis-A/196, Fico n.  9/2679-bis-A/197 e, Alberti n.  9/2679-bis-A/198, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Alia n.  9/2679-bis-A/199, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Adornato n.  9/2679-bis-A/200, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del Pag. 60giorno Castricone n.  9/2679-bis-A/201, accolto dal Governo come raccomandazione.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Sereni n.  9/2679-bis-A/202 e Marco Meloni n.  9/2679-bis-A/203, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Guerra n.  9/2679-bis-A/204, accettato dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fassina n.  9/2679-bis-A/205, accettato dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Misiani n.  9/2679-bis-A/206, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rampi n.  9/2679-bis-A/207, accettato dal Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Becattini n.  9/2679-bis-A/208, Incerti n.  9/2679-bis-A/209 e Argentin n.  9/2679-bis-A/210, col parere favorevole del Governo.
      Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Damiano n.  9/2679-bis-A/211, Boccuzzi n.  9/2679-bis-A/212 e Coscia n.  9/2679-bis-A/213, accettati dal Governo, purché riformulati.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ghizzoni n.  9/2679-bis-A/214, accolto dal Governo come raccomandazione...

      MANUELA GHIZZONI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Onorevole Ghizzoni si è alzato il delegato d'Aula del suo gruppo per comunicarci che erano accolte tutte le raccomandazioni. Prego.

      MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, vorrei chiedere al Governo – non c’è stato modo di valutarlo con la Presidenza – se può valutare l'opportunità di trasformare l'accoglimento totale dell'impegno dell'ordine del giorno.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, va bene, è accolto.

      PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Malpezzi n.  9/2679-bis-A/215, Blazina n.  9/2679-bis-A/216 e D'Ottavio n.  9/2679-bis-A/217, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Malisani n.  9/2679-bis-A/218, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Manzi n.  9/2679-bis-A/219, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Rocchi n.  9/2679-bis-A/220 e Carocci n.  9/2679-bis-A/221, accolti dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gianni Farina n.  9/2679-bis-A/222, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Porta n.  9/2679-bis-A/223, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno La Marca n.  9/2679-bis-A/224 e Fedi n.  9/2679-bis-A/225, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione Pag. 61dell'ordine del giorno Tartaglione n.  9/2679-bis-A/227, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Tidei n.  9/2679-bis-A/229, Galperti n.  9/2679-bis-A/230 e Piccione n.  9/2679-bis-A/231, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zan n.  9/2679-bis-A/232, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Piazzoni n.  9/2679-bis-A/233, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lavagno n.  9/2679-bis-A/234, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Salvo n.  9/2679-bis-A/235, con il parere favorevole del Governo. Ricordo che gli ordini del giorno Miccoli n.  9/2679-bis-A/236 e Martelli n.  9/2679-bis-A/237 sono stati ritirati. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Fossati 9/2679-bis-A/238 e Patriarca n.  9/2679-bis-A/239, con il parere favorevole del Governo, purché riformulati. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Lenzi n.  9/2679-bis-A/240, Miotto n.  9/2679-bis-A/241, Capone n.  9/2679-bis-A/242, D'Incecco n.  9/2679-bis-A/243 e Beni n. 9/2679-bis-A/244, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Casati n.  9/2679-bis-A/245, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carnevali n.  9/2679-bis-A/246, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nicoletti n.  9/2679-bis-A/247, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno D'Arienzo n.  9/2679-bis-A/248 e Narduolo n.  9/2679-bis-A/249, con il parere favorevole del Governo. L'ordine del giorno Garavini n.  9/2679-bis-A/250 è accettato con riformulazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ventricelli n.  9/2679-bis-A/251, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Terrosi n.  9/2679-bis-A/253, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lodolini n.  9/2679-bis-A/254, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Realacci n.  9/2679-bis-A/255, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Burtone n.  9/2679-bis-A/256 e Cardinale n.  9/2679-bis-A/257, con il parere favorevole del Governo, purché riformulati. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Martella n.  9/2679-bis-A/258, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Anzaldi n.  9/2679-bis-A/259, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Bonomo n.  9/2679-bis-A/260, Battaglia n.  9/2679-bis-A/261 e Paris n.  9/2679-bis-A/262, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tino Iannuzzi n.  9/2679-bis-A/263, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Mariani n.  9/2679-bis-A/Pag. 62264, Braga n.  9/2679-bis-A/265 e Manfredi n.  9/2679-bis-A/266, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Arlotti n.  9/2679-bis-A/267 e Cenni n.  9/2679-bis-A/268, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Mongiello n.  9/2679-bis-A/271, Borghi n.  9/2679-bis-A/272, Fabrizio Di Stefano n.  9/2679-bis-A/273, Russo n.  9/2679-bis-A/274, Latronico n.  9/2679-bis-A/275, Altieri n.  9/2679-bis-A/276, Marti n.  9/2679-bis-A/277 e Palese n.  9/2679-bis-A/278, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Occhiuto n.  9/2679-bis-A/279, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Riccardo Gallo n.  9/2679-bis-A/280, Faenzi n.  9/2679-bis-A/281 e Distaso n.  9/2679-bis-A/282, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sisto n.  9/2679-bis-A/283, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Menech n.  9/2679-bis-A/284, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Zappulla n.  9/2679-bis-A/285, Piccoli Nardelli n.  9/2679-bis-A/286, Scuvera n.  9/2679-bis-A/287, Sottanelli n.  9/2679-bis-A/288, Misuraca n.  9/2679-bis-A/289 e Garofalo n.  9/2679-bis-A/290, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Piso n.  9/2679-bis-A/291...

      DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, ma sull'ordine del giorno Manfredi n.  9/2679-bis-A/266 noi avevamo segnato che il parere era contrario e mi era stato anche detto che l'avevano ritirato.

      PRESIDENTE. Onorevole Crippa, forse non mi ha seguito, l'abbiamo già affrontato con il Viceministro. C'era un invito al ritiro, altrimenti il parere era contrario, il Viceministro ha preso la parola in Aula per dire che si era sbagliato e quindi aveva indotto al ritiro il collega Manfredi... ci siamo intesi ? Quindi il collega lo aveva ritirato in funzione della richiesta del Governo, però il rappresentante del Governo si è sbagliato nel dare il parere.
      Quindi, dicevamo, prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Piso n.  9/2679-bis-A/291 e Piccone n.  9/2679-bis-A/292, accolti dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Vignali n.  9/2679-bis-A/293, Alli n.  9/2679-bis-A/294 e Roccella n.  9/2679-bis-A/295, con il parere favorevole del Governo, purché riformulati. Sull'ordine del giorno Scopelliti n.  9/2679-bis-A/296 c’è un invito al ritiro...

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze Signor Presidente, su questo ordine del giorno il parere potrebbe essere favorevole se i proponenti accettassero nell'impegno di scrivere, dopo la parola «falcidiabili», «, escludendo l'IVA,». In quel caso, il parere potrebbe essere favorevole.

      PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pizzolante n.  9/2679-bis-A/297, con il parere Pag. 63favorevole del Governo. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Bosco n.  9/2679-bis-A/298 e Sammarco n.  9/2679-bis-A/299, con il parere favorevole del Governo, purché riformulati. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dorina Bianchi n.  9/2679-bis-A/300, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che il presentatore ritira l'ordine del giorno Pagano n.  9/2679-bis-A/301, sul quale il parere del Governo è contrario. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Saltamartini n.  9/2679-bis-A/302, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Quartapelle Procopio n.  9/2679-bis-A/303 e Gribaudo n.  9/2679-bis-A/304, con il parere favorevole del Governo. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cani n.  9/2679-bis-A/305, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marrocu n.  9/2679-bis-A/306, con il parere favorevole del Governo.
      È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2679-bis-A)

      PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
      Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.

      MAURO GUERRA, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Mi scusi, un attimo solo, onorevole Di Gioia. Che problema abbiamo, onorevole Guerra ?

      MAURO GUERRA, Relatore per la maggioranza. Presidente, prima di passare alle dichiarazioni di voto, c’è necessità di fare riferimento al fatto che, nel corso dell'esame del disegno di legge di bilancio, sono stati approvati dall'Assemblea gli emendamenti Tab. 1.110...

      PRESIDENTE. Scusi, onorevole Guerra, questo lo faremo dopo. Prima svolgiamo le dichiarazioni di voto finale e prima del voto ci darà questa informazione.
      Ha facoltà di parlare l'onorevole Di Gioia per dichiarazione di voto.

      LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, signor Viceministro, debbo dire...

      PRESIDENTE. Onorevole Di Gioia, lo so, deve avere pazienza, abbiamo avuto una mattinata lunga di votazioni ed è abbastanza normale che i colleghi...magari, se il deflusso avvenisse con un po’ di silenzio, non sarebbe male ! Grazie.

      LELLO DI GIOIA. Devo dire, con molta onestà intellettuale, che questa legge di stabilità, non è una grande legge di stabilità: è una buona legge di stabilità. Lo dico con sincerità, come ho sottolineato nella dichiarazione in discussione sulle linee generali, nel momento in cui ho affermato che il Governo, nei giorni passati e nei mesi passati, è venuto qui in Aula a dirci con chiarezza che il Paese era in recessione e, quindi, si avviava anche ad una stagnazione. Ci ha detto che l'indebitamento netto comunque non era più quello previsto, ci ha detto che la crescita di questo Paese era una crescita ovviamente molto più bassa di quella programmata.
      E qui, con altrettanta onestà, sottolineo la non brillantezza di questa legge di stabilità, pur se in essa vi sono degli elementi importanti – e mi avvio rapidamente ad enuclearli – come, per esempio, la riduzione del cuneo fiscale, gli interventi che vanno relativamente sull'equità. Una cosa importante per esempio è la riattivazione del fondo sulla non autosufficienza, fondo che era stato totalmente eliminato...

Pag. 64

      PRESIDENTE. Colleghi, per favore...scusi, onorevole Di Gioia.

      LELLO DI GIOIA. Non c’è problema, Presidente, posso parlare anche così, la ringrazio per la sua gentilezza.

      PRESIDENTE. Non c’è problema per lei, ma magari c’è per chi tenta di ascoltare.

      LELLO DI GIOIA. La ringrazio per la sua gentilezza, ma posso parlare anche con questo «sottofondo musicale». Citavo la riattivazione della non autosufficienza, ciò che il Governo precedente ha totalmente eliminato. Poi vi sono la possibilità di intervenire sugli asili nido e le questioni che riguardano, in modo particolare, gli interventi sulle ristrutturazioni, che sono stati prorogati. In buona sostanza, si tratta di pezzi di intervento che ci possono dire – e ci fanno dire – che questa legge di stabilità è una buona legge di stabilità. Il Paese, però, ha bisogno di crescita.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 13,10)

      LELLO DI GIOIA. Noi abbiamo approvato nei giorni passati provvedimenti importanti, come quello sulla modifica del mercato del lavoro, che noi come socialisti – come socialisti – abbiamo definito, abbiamo costruito. Abbiamo, in buona sostanza, negli anni Settanta posto all'attenzione di questa Camera l'approvazione della legge n.  300, cioè lo Statuto dei lavoratori. Eppure, abbiamo detto che c'era bisogno di modificarla.
      Però io credo che la questione del lavoro, la questione della possibilità di aumentare gli occupati in questo Paese, pur avendo visto questo trend dei 100 mila occupati – poi bisognerà fare un'analisi dettagliata di come e quando sono occupati –, non passi semplicemente attraverso una riforma sic et simpliciter del mercato del lavoro.
      Passa attraverso l'attivazione di politiche attive forti, che riguardano la crescita e lo sviluppo di questo Paese. E su questo mi voglio soffermare per dire, per esempio, che non ci è ancora data la possibilità di discutere di quelli che possono essere gli interventi di politica industriale. In buona sostanza, questo Paese non ha ancora oggi una politica industriale, quindi un piano di politica industriale.
      Ci è data la possibilità di discutere come è possibile attrarre gli investimenti stranieri per fare in modo che il Paese cresca, per fare in modo che il Paese riattivi un circuito di attrazione e, quindi, di credibilità, sia per ciò che riguarda gli investimenti esterni sia per ciò che riguarda gli investimenti interni e per ciò che riguarda soprattutto i cittadini.
      Certo, vi è in questa legge di stabilità un dato positivo che io credo debba essere poi trasformato, riverificato, discusso in quello che potrà essere un sistema di riduzione fiscale complessivo. E mi riferisco ai famosi 80 euro. Vi è questo dato positivo. Qualcuno credeva che non potesse essere stabilizzato, invece è stato stabilizzato. Ma non è semplicemente questo il dato che determina la possibilità di aumentare i consumi all'interno di questo Paese. C’è bisogno che i cittadini italiani abbiano fiducia nel Paese e, quindi, c’è bisogno di una riforma fiscale complessiva, che rapidamente deve essere messa alla nostra attenzione perché possa essere approvata e possa, quindi, dare ai cittadini la possibilità di crederci.
      Come, d'altronde, un altro fatto positivo che abbiamo discusso in Commissione è la questione del bonus bebè. Anche in questo caso siamo intervenuti. Abbiamo detto con chiarezza che vi era sperequazione e abbiamo, quindi, fatto in modo che questo bonus bebè fosse aumentato per quelle categorie con fasce di redditi molto più basse.
      Ma c’è qualcosa che io credo che il Governo debba incominciare a prendere in considerazione. L'ho detto in fase di discussione sulle linee generali e lo voglio ripetere con altrettanta onestà e anche con grande forza. Ma come è possibile tassare al 20 per cento i fondi pensione ? Signor Viceministro, lei sa che questo crea difficoltà. Pag. 65Ma non crea semplicemente difficoltà a quelli che possono essere gli investimenti e la fiducia dei cittadini nel Paese. Crea difficoltà anche a coloro i quali andranno in pensione con il sistema contributivo. Infatti, lei sa benissimo che coloro i quali andranno in pensione con il sistema contributivo percepiranno una percentuale del 65 per cento, cioè 700, 750 euro mensili.
      Ed è importante che ci sia un secondo pilastro forte. È importante, quindi, che non si vada a tassare il secondo pilastro. È importante che questo secondo pilastro sia rafforzato e, quindi, dia certezza anche di avere una pensione complementare per coloro i quali vanno in pensione con il sistema contributivo.
      Ma non è semplicemente questo. Guardi, signor Viceministro, in questo Paese circolano 200 miliardi di euro. Certo, per il 70 per cento sono investiti all'estero e per il 30 per cento qui in Italia. Ma se noi utilizziamo questo elemento, cioè l'elemento di tassazione, noi avremmo il 100 per cento di investimenti all'estero. E abbiamo verificato che in quei Paesi dove vengono adesso utilizzati i fondi pensione oggi vi è una crescita importante, come, per esempio, in Gran Bretagna.
      E avevamo proposto una discussione seria, forte, per dire che vi era la possibilità di utilizzare circa 12 miliardi di euro in infrastrutture, in sviluppo tecnologico, in buona sostanza in quei settori che creano crescita e quindi occupazione.
      Io mi auguro che al Senato rivedrete questa norma, come mi auguro che rivedrete anche la norma sul TFR: non è possibile, anche se è a tempo determinato e anche se è facoltativo. Questa norma determina difficoltà per le piccole e medie imprese, ma nello stesso tempo interviene anche sul secondo pilastro della previdenza.
      Mi auguro che ci sia ravvedimento da parte del Governo, un ravvedimento che può determinare quelle condizioni perché si possa investire in Italia e perché questo Paese cresca, insieme ad una politica industriale che riguarda sicuramente le grandi aziende, ma che può riguardare, per esempio, la grande portualità, la grande logistica, insomma, in buona sostanza, tutti quegli elementi necessari perché questo Paese si possa porre nella condizione di essere competitivo con gli altri Paesi europei.
      Io concludo nel dire, pur avendo iniziato il mio intervento dicendo che questa non è una splendida legge di stabilità, che i socialisti la voteranno. La voteranno perché sono convinti di dare un contributo forte, in quest'aula, per fare le riforme strutturali e per fare in modo che il Paese cresca e quindi dare le opportunità per l'occupazione e per lo sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Misto – PSI – PLI).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

      FABIO RAMPELLI. Signora Presidente, colleghi deputati, ci troviamo per l'ennesima volta di fronte ad un provvedimento deludente, nei primi mesi di questo Governo a conduzione renziana e quindi capitanato ufficialmente dal maggior partito di sinistra che esista in Italia.
      Abbiamo pensato che ci fosse comunque bisogno di carburare, che fosse indispensabile riorganizzare sommessamente e direi quasi in maniera autocritica le prime questioni che si sottoponevano all'ordine del giorno, senza particolari guizzi, senza creatività, senza poter in qualche maniera anche rispondere positivamente agli impegni rispetto alla necessità dell'Italia di essere modernizzata, di avere una legislazione più snella, di avere un sistema fiscale più equo, di puntare finalmente, diversamente da quel che prevede l'Europa, sulla crescita e sullo sviluppo, invece che solo e soltanto sul rigore.
      Ormai il tempo è passato, ce n’è stato abbastanza per poter esprimere un giudizio e non lo diciamo soltanto noi che dall'opposizione, giustamente, siamo severi quel che è necessario per garantire una dialettica maggioranza-opposizione che renda credibile la democrazia, ma lo dicono i cittadini, lo dicono coloro i quali protestano ed «accolgono» il Presidente Pag. 66del Consiglio, ogni qual volta si reca nelle varie città italiane ed in particolare nelle città del sud, che ormai è letteralmente sull'orlo della disperazione; lo dicono le categorie, cioè quelle realtà che una volta venivano definite corpi intermedi, che sono dotate anche di centri studi e che sono nelle condizioni non di avere una suggestione rispetto alla percezione dei provvedimenti emanati dal Governo, ma che effettivamente sono in grado di misurare la ricaduta di questi provvedimenti e quindi la coerenza delle intenzioni del Governo rispetto ai risultati che si palesano all'orizzonte.
      Bene, una buona parte d'Italia si trova nelle condizioni di iniziare a raffreddare il proprio giudizio nei confronti di quello che era un enfant prodige della politica italiana o che, comunque, era giudicato tale; questa sorta di luna di miele, anzitempo, si è, di fatto, interrotta; nella maggioranza politica che sostiene il Governo Renzi, la sinistra comincia a sfilacciarsi – e non è soltanto la nota vicenda che abbiamo attraversato pochi giorni fa sulla cosiddetta riforma del lavoro – ci sono tante troppe puntualizzazioni, ci sono nel rapporto tra Partito Democratico e tutto ciò che è alla sinistra del Partito Democratico, quindi, da un punto di vista parlamentare, SEL, ma da un punto di vista sociale la FIOM di Landini piuttosto che tutto quel mondo diffuso che svolge un'opera certamente più silenziosa che in passato di opposizione al Governo, ma che ha radicato ormai questa opposizione che difficilmente può evolvere in qualcosa di diverso.
      C’è all'interno dello stesso Partito Democratico una dialettica che è uscita fuori dal limite di guardia, che non è più soltanto il giusto confronto democratico, legittimo all'interno di uno stesso movimento, ma che comincia a diventare qualcosa che assomiglia più diffusamente ad una vera e propria scissione; c’è nella parte restante della maggioranza parlamentare che sostiene il Governo Renzi, anch'essa pronta a puntualizzare e a ingaggiare battaglie. Non è soltanto il caso di Alfano e della sua clamorosa compagine che si sfila al Nuovo Centrodestra, pur sostenendo un Presidente del Consiglio decisamente e marcatamente di sinistra, ciò vale anche per quelle forze politiche che hanno fatto della ripresa economica una bandiera e che si trovano di fronte a una legge di stabilità, a una legge finanziaria dove la crescita e lo sviluppo restano la chimera di ieri, un obiettivo irraggiungibile. E lo è anche nei confronti di quella forza politica, anch'essa appartenente all'area del centrodestra che, almeno sulle cosiddette regole del gioco, cioè sul processo riformatore, aveva garantito una collaborazione più che una desistenza; anche sotto questo aspetto, mi pare che siano stati fatti dei passi indietro.
      Il quadro dunque da un punto di vista politico è tutt'altro che rassicurante ed è poco rassicurante nella misura in cui tutti gli obiettivi principali, quelli concreti su cui ci si era fortemente spesi e su cui ci si era guadagnati una credibilità e un consenso ampio e diffuso in giro per l'Italia, sono falliti. Basti pensare anche, appunto, a questa legge di stabilità. Intanto, all'odiosa norma che crea l'automatismo sulla copertura. Come si fa ? Ma io mi chiedo, anche da un punto di vista del gentlemen agreement, del rapporto corretto con l'Aula, con i gruppi, siano essi di maggioranza che di opposizione, come si fa a fare una legge finanziaria senza, in buona sostanza, mostrare le poste di copertura dei provvedimenti che si intendono mettere in campo ? Cioè facendolo in modo del tutto parziale e di fatto dicendo: se poi non ci riusciamo, per esempio a garantire il taglio della spesa pubblica...non so da quanti decenni se ne parli del taglio della spesa pubblica e non so neanche che fine abbiano fatto le famigerate tabelle della cosiddetta revisione della spesa, la chiamo in italiano ancora una volta e a dispetto del Presidente del Consiglio che, invece, ormai, è chiaramente piegato alla logica anglosassone, tanto da intitolare i suoi provvedimenti in lingua inglese, invece che in lingua italiana. La revisione della spesa ha prodotto anch'essa delle notizie che sono tutt'altro che certe in relazione a quanto si possa mettere in Pag. 67campo, di quanto si possa disporre in seguito ai tagli relativi soprattutto agli sprechi su cui si è annodata la Repubblica italiana negli ultimi decenni.
      Non si sa. E siccome non si sa e siccome una legge di stabilità, in qualche maniera, deve stare in piedi, si dice che se non si troveranno queste coperture, comunque, automaticamente, aumenterà l'IVA, aumenteranno le accise principali, in particolare quella sui carburanti. Ancora una volta la sinistra dimostra di essere così affezionata all'uso del carburante da trazione da, in buona sostanza, usarlo come se fosse un bancomat.
      Come se fosse un bancomat ! Abbiamo le accise più pesanti sulla benzina. Oltretutto, abbiamo un Paese che dal punto di vista delle infrastrutture si sostiene principalmente, purtroppo, sul sistema viario autostradale, sul quale transitano le merci.
      Quindi, tale sistema è il veicolo principale del trasporto per le imprese che esportano; continuiamo, però, ad avere le tariffe tra le più alte del mondo occidentale, per quello che attiene ai carburanti. Non c’è, dunque, la capacità di capire che per far ripartire l'economia bisogna essere seri, bisogna investire – e bisogna farlo con grande convinzione – sulla produzione, su questa sorta di parola impronunciabile che è stata quasi dimenticata nel corso degli ultimi decenni e che, di fatto, richiama l'economia reale, quindi richiama alle proprie responsabilità quei Governi, quella classe dirigente che non è soltanto di tipo politico – e concludo, Presidente –, ma è una classe dirigente complessivamente intesa, come gli organismi dello Stato, le istituzioni più importanti, i grandi enti del parastato, le Agenzie, il mondo accademico, i manager, pubblici e privati.
      Questo mondo si è fatto letteralmente fagocitare dall'economia finanziaria, ha disinvestito sull'economia reale e ha perso quasi l'abitudine a recepire ciò di cui c’è bisogno in Italia per fare ripartire l'economia. L'ultima battuta che voglio fare è sul Mezzogiorno: se non si va incontro al sistema della decontribuzione, se non si agevolano con zero tasse le nuove assunzioni, se non si fa un piano Marshall sul Sud d'Italia, noi non riusciremo a riagganciare la ripresa. Non lo possiamo fare ! Dobbiamo, in buona sostanza, sforzarci, a dispetto di chi magari ritiene che le ricchezze debbano essere mantenute in una sola parte del Paese e a dispetto di chi ritiene, appunto, che la ripresa possa ancora passare per quella parte dell'Italia che è agganciata al Nord Europa. Ma noi, invece, dobbiamo fare come la Germania dell'Ovest quando investì sulla Germania dell'Est, quando di fatto innescò un circuito virtuoso che poi l'ha fatta diventare, dopo pochi decenni, una grande potenza occidentale, oltre che il cuore dell'Europa. Per queste ragioni, per questa delusione ampiamente manifestata nel corso di questo dibattito, Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale voterà contro questo provvedimento.

      PRESIDENTE. La ringrazio deputato Rampelli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Buttiglione. Ne ha facoltà.

      ROCCO BUTTIGLIONE. Presidente, il mio gruppo parlamentare voterà a favore di questo provvedimento. Ieri, l'onorevole Gigli, in sede di discussione sulla fiducia, ha dato una serie di indicazioni sul nostro parere riguardo a diversi punti importanti di questo documento: non entrerò in dettaglio, non ripeterò quanto da lui già detto. Noi siamo grati al Governo per l'attenzione con cui ha ascoltato le nostre osservazioni, per quello che riguarda i temi del sostegno alla famiglia, soprattutto delle famiglie numerose, i temi della libertà della scuola, i temi del sostegno ai poveri e agli emarginati. Siamo lieti e grati della sua cortesia, non siamo del tutto soddisfatti dell'accoglimento che le nostre richieste hanno avuto. Si poteva fare di più, si doveva fare di più. In modo particolare, voglio segnalare qui un problema strutturale: sta emergendo in questo Paese, come effetto della crisi economica ma anche come effetto di tendenza di carattere demografico, sociale ed economico di lungo periodo, quindi non solo legato alla Pag. 68crisi, un grave problema di povertà e di povertà estrema.
      Rispetto a questo, poco abbiamo fatto, poca è la consapevolezza da parte della classe politica in generale delle dimensioni del problema, anche se gli studi in materia si sono moltiplicati in questi ultimi anni, e alcuni sono di ottima fattura, quindi, abbiamo un certo patrimonio conoscitivo. Abbiamo bisogno per il futuro di impostare, con serietà, il tema di quello che Papa Francesco chiamerebbe un «pronto soccorso». E su questo devo fare un'osservazione che riguarda i miei colleghi della Lega: io non ho condiviso i loro attacchi contro gli extracomunitari e contro l'immigrazione in Italia, e sono orgoglioso della campagna che abbiamo condotto nel Mediterraneo, salvando in mare decine di migliaia di vite umane. Tuttavia, devo dire, che non è privo di senso il loro appello al fatto che esistono in Italia tante persone le quali rischiano di affogare, non nei flutti del Mediterraneo, ma nell'indifferenza, nell'incapacità di sostegno e nella mancanza di solidarietà da parte di tutta la comunità nazionale. Questi hanno il diritto di domandarsi: come mai verso di noi c’è meno attenzione, meno cura, meno passione, meno sostegno, di quello che, giustamente, c’è verso quelli che vengono ai nostri lidi perseguitati, venendo dall'altro lato del Mediterraneo ? Questo credo che sia un problema sul quale bisogna che tutti noi facciamo una riflessione accurata, ma non è questo il tema del mio intervento di oggi.
      Io voglio, oggi, fare alcune considerazioni di carattere più generale. La prima, merita apprezzamento e sostegno la decisione del Governo di stare all'interno dei parametri europei. Merita apprezzamento e sostegno, perché gli ammonimenti della Commissione europea sono come, avete presente quei cartelli con su scritto «attenti al cane» che si trovano, a volte, sui cancelli delle ville di campagna ? Noi ci fermiamo, non perché abbiamo paura del cartello, ci fermiamo perché abbiamo paura del cane. Allora, la Commissione europea è il cartello, i mercati sono il cane. Quando un Paese ha i livelli di indebitamento come i nostri, e continua ad indebitarsi, i mercati non gli danno più fiducia.
      Ai miei colleghi che usano parlare contro la dittatura dei mercati, vorrei ricordare che i mercati siamo noi, sono i risparmiatori italiani, voi stessi, che, davanti ad un indebitamento eccessivo dello Stato, non comprate più i titoli di Stato, e il risultato è la bancarotta dello Stato. Quello dell'equilibrio della finanza pubblica è un problema che tutti dovremmo avere presente, a volte sento interventi che prescindono da questo problema. Invece no, è il primo problema che noi abbiamo: evitare la bancarotta, attirare investimenti. Chi viene investire in un Paese di cui si può prevedere, come una possibilità reale, il fallimento a breve ? Nessuno. La stabilità è la prima condizione dello sviluppo, e sono grato al Ministro Padoan di aver tenuto ferma la barra anche quando all'interno della maggioranza qualcuno avrebbe voluto portarlo a smarginare.
      Il secondo motivo per cui è bene avere fatto questa scelta è che in Europa tutto è discutibile, e la politica europea dell'austerità deve essere ridiscussa, e, in realtà, al di là delle facciate, è in fase di ridiscussione. Tuttavia, a quella discussione partecipi con una voce autorevole, soltanto se mostri che sai mantenere la parola data, e non sei uno che va alla ricerca di facili scorciatoie per guadagnare consenso, aumentando la spesa pubblica, poi il consenso non dura, quel consenso si disperde rapidamente e al suo posto subentra soltanto disillusione e rabbia. Devo dire, e questo è un successo del Presidente del Consiglio e del Ministro dell'economia, che alcune cose, in questo dialogo, sono state ottenute.
      Questo disegno di legge di stabilità è, in qualche modo, una scommessa, una scommessa che ha l'avallo della Commissione europea: Le cifre in essa contenute sono credibili, a condizione che noi facciamo le riforme abbiamo promesso di fare. Non abbiamo formalmente adottato il sistema dei contractual arrangements o delle partnership for growth and jobs, che pure faremmo bene ad adottare. È pure un Pag. 69errore della Presidenza italiana non avere spinto questi temi per arrivare ad una formale conclusione su di essi, come peraltro la Presidenza Van Rompuy aveva promesso all'inizio dell'anno.
      E tuttavia, un qualche tipo di scambio di questo genere lo abbiamo fatto, perché c’è stata una valutazione politica che altra precedente Commissione non si era azzardata a fare. Non si può dire che la Commissione Juncker si sia tenuta soltanto su di una valutazione contabile: in questa valutazione contabile è entrato un elemento di fiducia nell'Italia. Questo credo che dobbiamo dirlo, e credo che di questo abbiamo motivo di essere grati.
      Certo, molto ancora resta da fare in questo ambito: guardiamo al Piano Juncker con grande speranza ma anche già con qualche disillusione, perché le voci che arrivano da Bruxelles ci dicono che mentre la struttura tecnica che noi avevamo auspicato viene di fatto adottata, le quantità di investimenti che vengono inserite sono molto limitate, perché si va a cercare di rastrellare quello che si può dentro un bilancio dell'Unione che non ha margini.
      Io voglio riproporre qui al Governo la domanda: ma insistiamo per attingere all'ESM ! Ma che sta a farci lì l'ESM ? Lo European stability mechanism è pieno di soldi, soldi che non verranno utilizzati perché le nostre difese contro la speculazione sono diverse e passano attraverso la Banca centrale europea. Lì ci sono risorse che potrebbero utilmente essere messe al servizio dello sviluppo dell'Europa, perché la realtà è che abbiamo bisogno di investimenti: abbiamo bisogno di investimenti pubblici. Non per ragioni keynesiane: abbiamo bisogno di investimenti pubblici perché senza investimenti pubblici non avremmo investimento privato ! Se noi facessimo un vero investimento pubblico in una rete di telecomunicazioni europee, in Italia in particolare, noi apriremmo enormi possibilità di investimento privato; ma il privato quell'investimento non lo può fare da solo, e se lo Stato non va avanti il privato non può venire dietro.
      La rete delle telecomunicazioni, la rete dell'energia, la rete logistica e le piattaforme logistiche sono tre grandi aree nelle quali c’è un'enorme necessità di investimento pubblico come traino di investimento privato. E questi sono tutti temi di grande importanza nazionale, ma anche di rilievo europeo, perché quando uno Stato membro attiva una rete di telecomunicazioni efficiente, facilita l'arrivo ai suoi consumatori per tutti gli operatori che vivono interno dell'Unione. Su questo io credo che dobbiamo fare una ulteriore campagna.
      Vedo alcuni segnali positivi: deboli, devo dire, ma qualche segnale positivo sul tema della diminuzione del carico fiscale. Soprattutto la diminuzione del carico fiscale alle imprese, e andrebbe mirata ancora meglio la diminuzione del carico fiscale alle imprese che creano lavoro, che fanno ricerca, innovazione, sviluppo.

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      ROCCO BUTTIGLIONE. Vedo qualche segnale positivo sulla ricerca. Credo che stiamo faticosamente imboccando il giusto cammino.
      Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, questa Italia è un grande Paese, ha enormi energie, enormi risorse. Abbiamo tutte le possibilità di uscire dalla crisi: abbiamo solo bisogno di fiducia in noi stessi, capacità di accettare i necessari sacrifici, ma anche di un po’ di buona politica, e un poco di concordia nazionale nel perseguire il bene comune del Paese. La responsabilità è nostra: nessuno può togliercela. Cerchiamo di usarla nel modo migliore (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Roberto Simonetti. Ne ha facoltà.

      ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, siamo alle dichiarazioni di voto finale della legge di stabilità e di bilancio, dopo una due giorni fatta da tre fiducie consecutive: così per continuare a dimostrare in maniera plastica quanto sia alta la democraticità di questo Governo.Pag. 70
      Una valutazione certamente negativa del provvedimento, che certifica ad ampi scorci le reali intenzioni di Renzi verso il mondo delle autonomie e dei territori. Una finanziaria che scrive nero su bianco quella che io considero una delle peggiori pagine del centralismo nazionale, dello statalismo più oscuro che purtroppo avanza sempre più da quando la Lega Nord non è al governo del Paese. Una previsione di bilancio intrisa di vessazioni politiche, economiche, istituzionali contro le autonomie, contro le comunità locali e le regioni: soprattutto quelle del Nord, quelle virtuose della Padania che qui noi vogliamo rappresentare.
      È palpabile come, provvedimento dopo provvedimento, il pendolo della storia ora viri sempre di più verso Roma e non verso le periferie, verso il neocentralismo voluto dal Partito Democratico e dal suo massimo rappresentante, frutto della sottomissione del Governo alle politiche macroeconomiche europee, figlie di una Europa senz'anima che ha partorito il Fiscal compact, la rigidità di bilancio, l'austerità come fine.
      Un'Europa nata senza una costruzione democratica, da cui Renzi ha bene attinto le modalità pragmatiche per la sua ascesa al potere. Una legge di stabilità che nasce sulle ceneri di previsioni macroeconomiche completamente sbagliate da parte del Governo, fatte ad inizio dell'anno, su cui sono intervenute, appunto, le indicazioni e le raccomandazioni della Commissione europea.
      Stime errate su inflazione, disoccupazione, crescita, e di conseguenza sulle finanze pubbliche. Avete accettato la previsione del 2,6 per cento di rapporto deficit/PIL, che ha portato ad un ulteriore ingessamento della spesa pubblica per ulteriori 4,5 miliardi di euro, andando ad eliminare il Fondo per la riduzione della pressione fiscale, che era di 3,3 miliardi, e ciò significa, quindi, una tassazione maggiore di tale importo, e l'aumento della platea dell'inversione contabile dell'IVA, coperta, in caso di infrazione comunitaria, con la solita clausola di salvaguardia dell'aumento delle accise su benzina, tabacchi e quant'altro.
      Sentiremo elogiare – lo abbiamo già in parte sentito – dalla maggioranza questa manovra, lo hanno già anche fatto anche ieri i colleghi del PD in sede di discussione sulle linee generali, per la stabilizzazione degli 80 euro in favore dei lavoratori dipendenti, per la deduzione del costo del lavoro dall'IRAP per le assunzioni a tempo indeterminato, per la buona scuola, che, tra l'altro, spende 3 miliardi a decorrere dal 2016 per stabilizzare 150 mila insegnanti in un periodo storico in cui tutto si dovrebbe fare tranne che aumentare la spesa pubblica, tranne che aumentare il comparto dei dipendenti pubblici.
      Ma a noi, sicuramente, non diranno mai che tutte queste iniziative, alcune vicine all'inutilità, se considerate in riferimento all'incremento dei consumi e del prodotto interno che genereranno, saranno pagate da politiche economiche scellerate, fatte di tagli agli enti locali, alle regioni, di aumento della pressione fiscale diretta e indiretta, di aumento del debito pubblico, di recupero fiscale alle imprese in tema di IRAP, perché, se in questo provvedimento, da una parte, il Governo introduce la deducibilità per chi assume, e saranno solo poche grandi aziende, le grandi imprese che possono assumere, per tutte le altre imprese, soprattutto per quelle piccole e medie, che costituiscono la spina dorsale dell'economia nazionale, soprattutto per tutte quelle imprese del Nord, si cancella la riduzione della stessa aliquota IRAP prevista con il decreto n.  66 di inizio anno, con una pretesa retroattiva. Alla faccia dello Statuto del contribuente !
      Un po’ di dati li voglio dare per riassumere questa legge di stabilità: 14 miliardi, 14 miliardi di tagli agli enti locali nel 2015, 4 alle regioni, 1 alle province, 1,2 ai comuni, a cui si devono aggiungere i tagli previsti dal decreto n.  66 di Renzi per 2 miliardi e dal decreto n.  95 di Monti per altri 6 miliardi. Di più, queste cifre aumenteranno per la quota della legge di stabilità nel 2016 per 7,2 miliardi e di 8,2 miliardi nel 2017.Pag. 71
      E non diteci che l'allentamento del Patto di stabilità per i comuni sia un'iniziativa credibile: tanto togliete di trasferimenti per spese correnti e tanto concedete di maggiore spesa agli enti locali. Questo cosa significherà ? Significherà, inevitabilmente, che i tesoretti che i sindaci hanno nei loro conti per riuscire a dare impulso all'economia locale verranno inevitabilmente spesi per la spesa corrente, per dare i servizi che non riescono più ad elargire per i tagli che voi fate loro, e pertanto il volano della spesa in conto capitale, di investimenti, propedeutica a far da volano all'economia, non vi sarà, mentre lo Stato riduce, in tutto questo cataclisma per gli enti locali, la propria spesa ministeriale per soli 2 miliardi di euro, obbligando le regioni, tra l'altro, all'applicazione del pareggio di bilancio già dal 2015, mentre lo Stato se lo porta al 2017.
      Quindi, è proprio vero che si chiedono regole agli altri, ma lo Stato, le regole che chiede agli altri, di certo per se stesso non le vuole mantenere. Tutto è finalizzato alla distruzione del tessuto sociale territoriale, per riuscire a ingigantire ciò che non può più essere gigante, che è lo Stato centrale. Un tessuto sociale territoriale, quindi, martorizzato.
      Volete concretizzare di fatto un omicidio perfetto da parte dello Stato centrale nei confronti delle autonomie locali, che dovranno così aumentare la loro pressione fiscale se vorranno sopravvivere. Renzi ride sempre in televisione, però ci sono i sindaci e i cittadini che purtroppo dovranno piangere dopo questa legge di stabilità.
      Di più: sempre a danno delle autonomie, prorogate la tesoreria unica per i comuni e assoggettate alla stessa anche le camere di commercio, tra l'altro svuotate di competenza perché le centralizzate al MISE, con la conseguenza di minori investimenti per lo sviluppo dell'imprenditoria locale. Colpite le casseforti dei risparmi dei cittadini, le fondazioni bancarie, che sempre più in questi ultimi anni si sostituiscono agli enti locali per il sostegno alle politiche sociali, culturali e sportive.
      Di fatto, aumentate la tassazione sugli utili ricevuti, portando l'aliquota al 27,5 per cento di un imponibile, che passa dal 5 al 77,74 per cento delle somme ricevute dagli enti no profit, un salasso ridicolo, ridicolo che sarà però tutto a danno del mondo associativo che vedrà minori trasferimenti da parte delle fondazioni stesse.
      Per non parlare poi delle clausole di salvaguardia, che prevedono per il 2016 l'aumento dell'IVA, sia agevolata che ordinaria, dal 10 al 12 per cento e dal 22 al 24 per cento, per arrivare a regime al 13 e al 25,5 per cento; un quarto dell'imponibile andrà in imposta sul valore aggiunto. Questa è la via migliore per aumentare l'evasione fiscale ed ammazzare la domanda interna.
      Una presa in giro di finto e penoso buonismo è quella della proposta del TFR in busta paga, un danno secco a chi vi accederà. I lavoratori si vedranno aumentare la tassazione degli importi, in quanto questi verranno assoggettati all'aliquota marginale. Tali somme faranno cumulo ai fini ISEE, con le conseguenze di venire esclusi dai benefici previsti in determinate leggi e, in più, vengono aumentate le aliquote a danno dei lavoratori, con il passaggio dall'11,50 al 20 per cento per la tassazione dei fondi pensione e vengono anche aumentate le aliquote per le rivalutazioni del TFR, quindi a danno delle imprese medesime.
      La macabra ciliegina sulla torta, a cui neanche Visco o il presidente Amato riuscirono ad arrivare, è la tassazione sui proventi assicurativi in caso di morte. Renzi, che ride, si è inventato pure una tassa sulla morte ed ovviamente viste le griglie economiche adottate per tutte le agevolazioni previste nella legge di stabilità, siamo facili profeti a dire che queste andranno a beneficiare sopratutto gli stranieri, caro Buttiglione – altro che famiglie numerose italiane ! –, e per alcuni casi, come per il Fondo per le famiglie numerose, esclusivamente gli immigrati, a cui tengono molto il PD e l'NCD e anche Buttiglione, tanto che hanno speso miliardi per andare a prenderli in Africa.Pag. 72
      Quindi, voglio dire che ci sono anche altre numerose «spese-prezzemolo», quelle a cui questo Parlamento non riesce mai a dire di no: 110 milioni all'anno per Roma capitale, 100 milioni per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili, la cui utilità è finalizzata esclusivamente a chi prenderà l'indennità – non certo per lo Stato – 80 milioni per i buchi di bilancio sanitario del Molise, 190 milioni per il Fondo immigrati, mentre per il Fondo alluvionati trovate una ridicola somma di 60 milioni. Solo nel territorio da cui provengo io – Presidente, un secondo e finisco – ce ne servirebbero almeno 20; è una vergogna !
      Avete cancellato i costi standard, i fabbisogni standard, avete cancellato il federalismo fiscale, discriminate sostanzialmente tutti i territori.
      Per sintetizzare, questa è una stabilità che umilia i territori, che umilia le virtuosità e premia gli sprechi, una stabilità che ha più spese, più entrate, meno investimenti e più deficit.
      Proprio per tutti questi motivi, la Lega Nord voterà convintamente contro questo progetto di legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Librandi. Ne ha facoltà.

      GIANFRANCO LIBRANDI. Grazie Presidente, illustrissimo Viceministro, onorevoli colleghi, la legge di stabilità per il 2015 rappresenta un momento di svolta decisivo per l'Italia. Dopo gli anni difficili e complessi del risanamento e del consolidamento dei conti pubblici – di cui ancora oggi dobbiamo ringraziare gli italiani per lo sforzo fiscale sostenuto – è finalmente arrivata la fase in cui le scelte di politica economica, pur senza derogare ai vincoli di bilancio, iniziano a orientarsi decisamente verso una prospettiva di crescita e competitività.
      C’è una misura in questa legge di stabilità, che da sola vale il voto favorevole: è l'intervento sul costo del lavoro, con la riduzione della componente lavoro dalla base imponibile IRAP per circa 5 miliardi annui e la decontribuzione per i neoassunti per 2 miliardi circa. È una boccata di ossigeno importante per le imprese italiane, i cui effetti saranno positivi negli anni a venire, soprattutto se le imprese scommetteranno sul futuro e trasformeranno una parte del risparmio fiscale in assunzioni e investimenti.
      Il taglio dell'IRAP per il 2015 produrrà però effetti sul saldo d'imposta che le imprese avvertiranno solo nel 2016. La decisione del Governo di rinunciare al taglio dell'IRAP per il 2014, che avevamo approvato prima dell'estate, ha purtroppo rappresentato un rallentamento del percorso di alleggerimento fiscale per le imprese. Sul punto, Scelta Civica ha più volte espresso lealmente la sua contrarietà.
      La crisi economica merita risposte già nell'immediato, non tra un anno. Non è mai positivo quando si emanano norme fiscali retroattive, in deroga allo statuto del contribuente, perché si diffonde un segnale di incertezza regolatoria e fiscale che depotenzia l'attrattiva dell'Italia e rischia di spaventare gli investitori, soprattutto quelli stranieri, meno abituati ai percorsi tortuosi della nostra politica.
      Non possiamo correre il rischio che le riforme che oggi emaniamo – l'IRAP, il Jobs Act, le regole dello «sblocca Italia» – siano percepite come instabili o potenzialmente soggette a modifiche. Siamo condannati ad essere seri, è finito il tempo delle frasi a effetto, degli stop and go, degli annunci senza conseguenze pratiche.
      La stabilizzazione del bonus IRPEF da 80 euro e l'introduzione del bonus bebè per i genitori a reddito basso provano a stimolare i consumi, per riattivare una domanda stagnante.
      Come già per l'anno che volge al termine, ciò avverrà solo se gli italiani percepiranno il futuro con fiducia. E la fiducia – cari colleghi – non nasce in virtù dei soli messaggi di ottimismo che la politica e le istituzioni possono diffondere nell'opinione pubblica, come s'illudeva un suo illustre predecessore.
      La fiducia crescerà se il nostro lavoro per la modernizzazione del Paese sarà Pag. 73credibile, coerente e concreto. Sulla riduzione delle tasse, occorre che imprese e famiglie percepiscano che siamo solo all'inizio di un percorso. Appena approveremo definitivamente questa legge di stabilità, dovremmo avere la sana consapevolezza che essa è un punto di partenza e non di arrivo, perché l'economia mondiale corre più rapidamente di quanto pensiamo.
      I margini di recupero di risorse – grazie all'azione di spending review – sono ancora molto elevati, ma si deve avere il coraggio di sfidare chi di sprechi pubblici vive e prospera, in troppi settori della società italiana. Un'idea, tra le tante che possiamo lanciare: il taglio di un punto percentuale all'anno per le prime tre aliquote IRPEF, da qui al 2018; anziché 23-27-38 per cento, avremmo a fine legislatura 20-24-35 per cento.
      Sarebbe la vera rivoluzione liberale, lasciare più soldi nelle tasche degli italiani, centinaia di euro al mese in più. Ma per realizzare una misura come questa, o per tagliare drasticamente la tassazione sui redditi di impresa come ha fatto il Regno Unito o come sta facendo la Spagna, abbiamo bisogno di una riduzione della spesa pubblica di almeno 20 miliardi di euro. Sembrano tanti, ma valgono in percentuale molto meno di quanto i padri di famiglia stanno comprimendo le spese familiari in questi anni di difficoltà. Altri Paesi, come la Gran Bretagna appunto, hanno realizzato tagli di queste dimensioni.
      Con Scelta Civica stiamo conducendo una battaglia serrata contro la vicenda indegna dei vitalizi degli ex consiglieri regionali: continueremo fino a raggiungere l'obiettivo, che è anzitutto di valore etico. Ma nessuno si può illudere che da questo intervento o dalla vendita di qualche auto blu arriveranno i miliardi di euro di risparmi necessari ad una reale riduzione del carico fiscale. Bisogna intervenire sui grandi comparti di spesa, anche quando questi sono politicamente sensibili e «rumorosi».
      Nella vicenda dei 4 miliardi di euro di risparmi sanitari chiesti alle regioni, la politica italiana ha mostrato il peggio di sé. Sappiamo tutti che negli ultimi quindici anni la spesa sanitaria regionale è cresciuta ben oltre le sue reali esigenze, finendo per diventare la longa manus del malaffare di certa cattiva politica.
      Gli italiani hanno capito e non si sono prestati al gioco delle lamentazioni. Vigileremo ora perché le regioni mostrino responsabilità e rispetto per lo stato di crisi economica che stiamo attraversando. Chi cederà alla tentazione di alzare le tasse, anziché razionalizzare la spesa, se ne assumerà la responsabilità politica ed amministrativa.
      Torno ad alcuni punti del provvedimento. Accogliamo favorevolmente la dote aggiuntiva di 220 milioni di euro in tre anni all'Agenzia ICE per la promozione del made in Italy, i 400 milioni di euro in più per gli ammortizzatori sociali, il maggiore sostegno alla ricerca di base, il rifinanziamento della nuova legge «Sabatini», sui cui Scelta Civica si batte con costanza da tempo. Salutiamo con favore il credito d'imposta per le spese di ricerca e sviluppo, ridotto nella portata, ma esteso a tutte le imprese, non solo alle piccole. Abbiamo aperto una discussione in Commissione, e auspichiamo che prosegua al Senato, sull'opportunità di non limitarlo alle sole spese incrementali, cioè agli investimenti in ricerca e sviluppo che superano la media dell'ultimo triennio, ma ad una quota più consistente. Ancora, la riduzione dell'IVA sui libri elettronici al 4 per cento. Quest'ultima è una misura di risparmio e di promozione dell'innovazione tecnologica, cui noi abbiamo creduto fin da subito. C’è chi segnala l'ipotesi di una procedura di infrazione della Commissione europea sul tema. Da sinceri europeisti, diciamo che l'eventuale procedura sarebbe miope e poco lungimirante. Chiediamo, pertanto, al Governo di aprire un tavolo di confronto con Bruxelles, perché giunga il via libera per l'equiparazione dei libri elettronici con quelli cartacei. Mostriamo ai troppi profeti di sventura nostrani, gli antieuropeisti mantenuti dai soldi del Parlamento europeo, come il neo Pag. 74bomber del Milan, che l'Europa si migliora con il dialogo e la buona politica, non con le urla e l'odio.
      A questo proposito, penso che una classe dirigente responsabile debba affrontare le paure degli italiani, quelle razionali e quelle irrazionali, cercando di dare risposte, non aizzando gli italiani contro gli stranieri. L'immigrazione è un banco di prova decisivo, non solo per l'efficienza delle politiche di Governo, ma anche per la qualità dei nostri rapporti con l'opinione pubblica italiana. Sull'immigrazione ci vuole una battaglia di verità, contro le menzogne. Ci vuole un'alleanza tra i buoni italiani e i buoni immigrati, contro tutti i disonesti stranieri e italiani, contro i criminali, contro i razzisti, contro gli intolleranti. La buona politica deve saper parlare, ad esempio, alle 500 mila imprese create e gestite da immigrati nel nostro Paese, con un valore di 85 miliardi di euro e un gettito fiscale di 7,6 miliardi di euro all'anno. Imprenditori e lavoratori che pagano le pensioni ai nostri anziani, anche e soprattutto a quelli del nord Italia, che sono di più di quelli del sud. Tra quanto gli immigrati danno al nostro Paese e quanto ricevono, l'Italia ne guadagna circa 3,9 miliardi di euro, secondo un recente studio. È un patrimonio di impegno, voglia di fare, creatività e spirito d'impresa che noi italiani dovremmo apprezzare. Ancora, quando parliamo di invasione di stranieri, ricordiamoci sempre che ci sono anche molte delle 830 mila badanti che si occupano di oltre un milione di italiani non autosufficienti, il quadruplo dei ricoverati nelle strutture pubbliche.
      Torno al merito della stabilità. Sul TFR in busta paga si è trovata una mediazione accettabile, che aumenta la libertà di scelta del lavoratore senza penalizzare eccessivamente le aziende. Ma sul tema occorre essere chiari con gli italiani: rinunciare al risparmio futuro per un po’ di reddito corrente in più, peraltro tassato con l'aliquota marginale IRPEF, non è sempre un buon affare. Si alimenta in qualcuno l'illusione di godere di uno stipendio più alto, ma è un effetto che svanisce presto. I bassi salari dei lavoratori italiani cresceranno solo se ripartirà la produttività, cioè se gli imprenditori faranno la loro parte investendo di più, perché possono farlo, e se i lavoratori condivideranno il progetto di aumentare l'efficienza. Se si vince, si vince insieme (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon.  Ne ha facoltà.

      GIULIO MARCON. Grazie Presidente, signori del Governo, colleghi e colleghe, intanto vorrei iniziare ringraziando il presidente Francesco Boccia, il relatore Mauro Guerra per il lavoro fatto in Commissione bilancio in questi giorni, un lavoro fatto direi bene che ha permesso anche alle opposizioni di esercitare il loro ruolo in modo efficace.
      Intanto vorrei dire che Sinistra Ecologia Libertà voterà contro il disegno di legge di stabilità e di bilancio perché riteniamo che non serva al Paese, che non crei lavoro e che non ci faccia uscire dalla crisi.
      Non è una manovra espansiva e, a leggerlo bene, ce lo dice candidamente anche il DEF. Di espansivo in questa manovra ci sono solo altre misure propagandistiche, altri spot e altri annunci a manetta del Premier Renzi.
      Non è una manovra che crea lavoro, ma si limita a far risparmiare gli imprenditori sul costo del lavoro e sui contratti con sempre meno tutele e meno diritti.
      Non è una manovra dalla parte del lavoro, ma dalla parte delle imprese. L'IRAP viene tagliata anche alle imprese che licenziano e delocalizzano. E non è un caso che Squinzi abbia detto che la manovra e il Jobs Act gli piacciono moltissimo e che l'ex direttore di Confindustria nonché attuale collega Giampaolo Galli l'abbia definita straordinaria. I superlativi si sprecano. Sì, è straordinaria ma lo è straordinaria per la Confindustria.
      E non è una manovra dove ci sono investimenti pubblici, ma solo la chimerica speranza di investimenti privati, trainati – si spera – da sgravi e decontribuzioni.Pag. 75
      Non è una manovra che difende i diritti, ma che li indebolisce tagliando, con i minori trasferimenti agli enti locali, i servizi pubblici e sociali.
      Non è una manovra a favore del Mezzogiorno. Si tolgono alle regioni del sud ben 3,5 miliardi dei fondi europei per assicurare la copertura delle altre misure previste da questa legge.
      Non è una manovra che redistribuisce, ma che con una mano dà e con l'altra toglie. Con una dà – solo ad alcuni, e non ai più poveri – gli 80 euro e i bonus bebè. Con l'altra toglie: con l'aumento delle tasse su TFR e fondi pensione e con l'aumento delle tariffe locali a causa dei tagli.
      Non è una manovra che fa ripartire l'economia, ma è una manovra recessiva e restrittiva che non alimenta la domanda e deprime i consumi.
      D'altronde, non lo diciamo noi, lo dice il DEF, che l'impatto macroeconomico delle principali misure per il 2015 che sono collegate alla manovra è praticamente nullo: lo 0,1 di crescita del PIL dagli 80 euro e altrettanto poco dal Jobs Act. E queste sono le previsioni che sappiamo sono sempre più ottimistiche rispetto alla realtà.
      Questa è una manovra che continua ad essere poggiata sui quattro pilastri dell'ideologia neoliberista di questi anni: taglio della spesa pubblica, privatizzazioni, precarizzazione del lavoro, investimenti privati, cioè il mercato. È quello che si sta facendo purtroppo anche in Europa.
      E non è un caso che Renzi – in buona compagnia con Mario Monti – abbia benedetto (quasi fosse un suo risultato) il piano Juncker. Quel piano è un'autentica bufala: 315 miliardi di fantomatici investimenti di cui il 95 per cento sono investimenti privati che dovrebbero arrivare grazie ad una leva finanziaria azzardata e fantasiosa. Tali investimenti non arriveranno mai.
      Si conta ancora sul mercato per uscire dalla crisi, ma è il mercato – deregolato e selvaggio, senza alcuna cura dell'interesse pubblico – che ci ha portato a questa crisi: è questa ideologia del mercato che purtroppo sottende anche il disegno di legge di stabilità. Non ci sono investimenti pubblici, non c’è politica industriale, non ci sono politiche attive del lavoro, non c’è una politica della domanda trainata dalla programmazione e dall'intervento pubblico.
      Ma, d'altronde, dov’è il lavoro in questa manovra ? Per chi perde il lavoro, per gli ammortizzatori sociali si stanziano 2 miliardi e 200 milioni, molto meno dei 3 miliardi e 700 milioni che servono. Stanziate 3,5 miliardi per la decontribuzione, che sono soldi sottratti al Mezzogiorno, sapendo che in gran parte quei fondi non serviranno a creare nuovi posti di lavoro, ma saranno usati opportunisticamente dalle imprese per sostituire ai vecchi contratti quelli nuovi più convenienti.
      Aumentate gli oneri per i lavoratori delle partite IVA. Spacciate per misure del lavoro anche gli sgravi IRAP alle imprese che intascheranno il bottino, senza reinvestirlo. Almeno potevate dare gli sgravi selettivi, solo alle imprese che investono, che creano occupazione, puntano sulla ricerca, ma non lo avete voluto fare.
      Inoltre – lo abbiamo già ricordato questa mattina – in questo disegno di legge di stabilità, il Governo ed il PD hanno quasi sempre votato anche contro le misure, pure quelle specifiche, a favore dei lavoratori.
      Il PD ha votato contro i lavoratori della scuola di «quota 96», puniti da un errore della Fornero: con ipocrisia il Governo ha promesso per la quarta volta che se ne occuperà. Il PD ha votato contro i macchinisti dei treni, anche loro puniti da un clamoroso errore della manovra Fornero: anche pochi milioni di spesa sono troppi per il Governo. Il PD ha votato contro le lavoratrici che dal 2015 non potranno più andare in pensione con il regime di «opzione donna».
      Renzi ha detto ieri che gli imprenditori sono degli eroi. Alcuni lo sono: non certo quelli che delocalizzano e non pagano le tasse, ma quelli che invece non pagano il pizzo e non pagano le tangenti, quelli che pagano con la vita la resistenza alla mafia, che mettono l'impresa al primo posto, Pag. 76prima ancora dei loro interessi personali (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
      Ma quando comincerete a chiamare eroi – che per noi solo persone normali – i lavoratori che con i loro sacrifici, con salari da 1.200 euro al mese, con le riduzioni degli stipendi, senza più articolo 18 e senza tutele, con i contratti di solidarietà, con la cassa integrazione permettono alle imprese di sopravvivere ? Quand’è che chiamerete eroi anche quelle persone normali, come i macchinisti dei treni che, a 67 anni, devono guidare un treno a 350 chilometri l'ora e a cui avete impedito di andare in pensione ? O quando chiamerete eroi anche quelle persone normali, come le maestre di «quota 96» che, dopo quaranta anni, in classe con bambini di sette-otto anni, non possono andare in pensione, perché voi, anche questa volta, avete votato contro la soluzione di questa ingiustizia ?
      Vedete, con questa manovra, voi tagliate i diritti: tagliate 6 miliardi ad enti locali e regioni. E sapete che questo vorrà dire tagli alla sanità, al trasporto pubblico locale, ai servizi sociali. Date – ma solo per un anno – più soldi al Fondo per la non autosufficienza, ma prendete i soldi al nuovo fondo per la famiglia. È il gioco delle tre carte. E i fondi per le politiche sociali sono al lumicino. Portate i fondi del servizio civile a 65 milioni di euro: ricordo che erano 105 milioni con il Governo Letta e 300 milioni con Prodi. Mai così pochi soldi dal 2001 ad oggi. Ed il PD, in Commissione bilancio, ha votato inspiegabilmente contro l'aumento dei fondi del servizio civile. E la Caritas, le ACLI, le ispettorie salesiane – raccolte nella Consulta per gli enti per il servizio civile – hanno detto a Renzi, che vuole fare il servizio civile universale, questo: «Renzi, prendi in giro l'Italia». Siamo d'accordo con la Caritas e i salesiani.
      Per l'ambiente ci sono i soliti fondi al MOSE, alla TAV e alle grandi opere, ma le briciole per la difesa del suolo, la lotta al dissesto idrogeologico e le piccole opere. Niente per la scuola, pochissimo.
      Tagliate dappertutto ma non la spesa militare. Nonostante il piagnisteo della Ministra Pinotti, il budget della difesa rimane intoccato. E il PD, durante l'esame del disegno di legge di stabilità, ha votato contro se stesso. Avevamo proposto, come Sinistra Ecologia, Libertà, il dimezzamento della spesa per gli F-35, in attuazione della mozione parlamentare del PD del 24 settembre scorso, a prima firma Scanu, che chiedeva proprio questo, ma non c’è stato niente da fare. Il PD ha votato nel disegno di legge di stabilità contro la mozione parlamentare del PD del 24 settembre. E questa sarebbe la coerenza ?
      Voi dite che la coerenza ce l'avete e il Premier Renzi, il 22 novembre scorso, ha citato nella sua lettera a la Repubblica, appunto qualche giorno fa, anche i «padri nobili» – «padri nobili», perché erano tutti uomini, non c'era una donna – il suo pantheon ispiratore delle politiche attuali: Gandhi, Langer, Berlinguer, Dossetti, Calamandrei e altri. Ma ci chiediamo: cosa c'entra Gandhi con gli F-35 ? E cosa c'entra Langer con la TAV, le trivellazioni in Adriatico e lo «sblocca Italia» ? Cosa c'entra il Berlinguer del comizio davanti ai cancelli della FIAT con la cancellazione dell'articolo 18 ? E cosa c'entrano Piero Calamandrei e Giuseppe Dossetti, con i suoi Comitati per la Costituzione, con una riforma costituzionale che cancella la rappresentanza ed i diritti e riduce le Camere ad un'assemblea di nominati ?
      Questo disegno di legge di stabilità non ci fa uscire dalla crisi. Ha tante misure estemporanee, alcuni spot e, soprattutto, non si prende la strada giusta: si continua sempre sulla strada sbagliata di una politica recessiva e restrittiva.
      Invece di queste misure appiccicaticce, sarebbe stato meglio sforare il rapporto deficit-PIL – tanto dovremo farlo lo stesso il prossimo anno – e concentrare, come ha proposto il presidente Boccia, 50 miliardi di risorse pubbliche in un piano shock di investimenti pubblici e di sostegno ai redditi per far ripartire domanda e consumi. Si tratterebbe di fare Pag. 77un piano del lavoro, un piano degli investimenti pubblici, come SEL ha proposto in più di un'occasione.

      PRESIDENTE. La invito a concludere.

      GIULIO MARCON. Invece continuiamo con la strada sbagliata, e concludo. Renzi ha sedotto molti: la Confindustria, qualche giornalista, transmigranti di altri partiti, un po’ di poteri forti, ma ancora non è riuscito a sedurre l'economia, l'economia proprio non lo segue. È come dire che il Premier ha un problema con la realtà che gli resiste: e, d'altronde, la realtà è sempre refrattaria agli annunci e agli spot, è difficile ingannarla. L'economia italiana continua a peggiorare, la disoccupazione a crescere, il PIL ha sempre il segno «meno». Mi dispiace, ma l'ultima volta che il PIL ha avuto il segno «più» c'era il Governo Letta.
      Renzi dovrebbe tornare a fare i conti con un principio di realtà e a cambiare rotta: quella del lavoro, dello sviluppo e dei diritti. Renzi ha un'idea confusa della sinistra, dove ci sono insieme le carezze di Confindustria e un populismo di governo. Per noi, la sinistra si coniuga con le ragioni del lavoro. No staremo sempre da quella parte: lì ci sono i nostri eroi, che sono solo persone normali, persone che chiedono giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). E li ci sono le ragioni di una prospettiva di cambiamento democratico, lì ci sono le ragioni per la ricostruzione di una coalizione dei diritti e del lavoro, che faccia davvero ripartire il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Tancredi. Ne ha facoltà.

      PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente, ci tengo anche io, in premessa, a ringraziare il presidente Boccia, il mio collega Guerra, così come i rappresentanti del Governo che hanno seguito l'iter della legge di stabilità, in primo luogo il Viceministro Morando, il sottosegretario Baretta e il sottosegretario Casero. Come è stato riconosciuto anche dalle opposizioni, si è svolto un dibattito ordinato e ogni gruppo ha avuto la possibilità di esprimere le proprie idee e di dare il proprio contributo.
      Noi eravamo soddisfatti di molte misure contenute in questa legge di stabilità già nell'impianto che è arrivato qui in Parlamento, naturalmente con tante riserve e tante cose da migliorare. Pensiamo di aver fatto un buon lavoro nell'iter parlamentare e rivendichiamo il merito di molte misure che sono state messe in norma, pensiamo che si possa ancora migliorare molto e che ci sia ancora tanto da fare e speriamo che parte di questo lavoro sia fatto nell'iter al Senato.
      Ricordo che fino a qualche mese fa il diktat sulla bocca di tutti, la soluzione per sbloccare la crisi dell'economia reale in Italia era l'abbattimento del cuneo fiscale. Ebbene, questa norma che esce dal Parlamento, questa legge di stabilità che esce dal Parlamento, abbassa il cuneo fiscale in un modo che non ha precedenti nella storia degli ultimi anni della legislazione italiana.
      Voglio ricordare che viene messo a regime il bonus di 80 euro, si sono fatti tanti discorsi anche da parte nostra e anche da parte nostra c’è qualche riserva sull'equità della distribuzione del bonus, ma non si può negare che si tratta di un ampliamento del reddito disponibile e quindi anche della capacità di acquisto per 10 milioni di famiglie italiane, per 10 milioni di lavoratori italiani, una platea enorme.
      Così come noi abbiamo salutato con grande favore la detrazione della parte lavoro dall'Irap che è una battaglia che fa parte del nostro patrimonio politico e culturale di questi anni e che si realizza finalmente con questa legge di stabilità.
      Così come, in direzione della possibilità di assunzione e della facilità del rapporto tra datore di lavoro e lavoratore, va la decontribuzione per i nuovi assunti per tre anni a tempo indeterminato. Sono d'accordo con il collega Librandi che diceva Pag. 78poco fa che queste norme non sono sufficienti se non c’è un vero impulso alla produttività dei fattori e in particolare la produttività per ore lavorate. A questo proposito voglio dire, Presidente, anche che c’è una cosa che non ci piace in questa legge di stabilità ed è l'abbassamento ad un livello troppo basso e troppo esiguo – oggi rimangono soltanto 200 milioni di euro – del fondo per la contrattazione di secondo livello. Noi pensiamo che lì vi sia uno dei punti e dei fattori che possono aumentare la produttività, cioè il premio nella contrattazione decentrata della produttività all'interno dei contratti. Io penso che anche questo in Senato, e c’è stato l'impegno del Viceministro Morando, spero che venga raggiunto, ma qui bisogna fare uno sforzo forte perché è chiaro che noi mettiamo in campo una normativa agevolativa importante ma non può essere sufficiente se poi non c’è uno sblocco davvero e vero della domanda, innanzitutto, ma poi della produttività dei fattori.
      C’è un nuovo regime dei minimi, implementato da questa legge di stabilità, sugli autonomi e sui professionisti. È un passo avanti, non possiamo dire che sia un passo indietro rispetto al vecchio «forfettone». Ci sono delle novità importanti e positive. Ci sono anche delle piccole discrasie che penalizzano alcune categorie che dovremo andare a migliorare, ma di questo parlerò, ed è oggetto anche dell'ordine del giorno presentato dall'onorevole Saltamartini e approvato poco fa nel dibattito in Aula.
      C’è – e lo ribadisco qui formalmente, dato che è importante, anche se è già stato detto in Commissione ed è stato detto durante il dibattito sugli ordini del giorno – lo sblocco stipendiale per le forze dell'ordine, per il comparto delle forze dell'ordine. C’è, esiste, perché tutti i blocchi terminavano il 31 dicembre 2014. Ci sono 900 milioni di euro aggiuntivi sul bilancio a legislazione vigente, che naturalmente sono sul bilancio e non sulla legge di stabilità perché lo sblocco è vigente dal 1o gennaio 2015. Resiste un unico blocco stipendiale contrattuale, che è quello inserito, appunto, al comma 3 dell'articolo 21 del disegno di legge di stabilità, che riguarda soltanto il personale non contrattualizzato e parliamo, nel caso delle forze dell'ordine, degli alti ufficiali dei vari corpi delle Forze armate, appunto.
      C’è un finanziamento importante – ed è altra cosa che ci piace – delle infrastrutture e molte di quelle che sono finanziate sono quelle che venivano programmate all'interno dello «sblocca Italia». Così come, d'altronde, è stata intestata a un nostro Ministro questa iniziativa, troviamo importante anche, a riequilibrio della famiglia rispetto al bonus degli 80 euro, il bonus bebè, che andrà a premiare tutte le famiglie di reddito medio-basso che avranno un nuovo nato per tre anni, per i primi tre anni di vita. Una norma importante che è introdotta nella legge di stabilità e che è stata l'oggetto anche del lavoro nostro in Commissione. L'abbiamo migliorata e siamo passati dal reddito personale al reddito ISEE, che tiene conto fortemente della componente familiare e dei carichi e degli sgravi legati alla famiglia e ai figli.
      Allo stesso modo in Parlamento, grazie al nostro Fondo sulla famiglia, grazie al nostro Fondo appostato sulla famiglia, abbiamo agevolato il rifinanziamento del Fondo per le non autosufficienze, che pure riguarda la famiglia, perché riguarda tante famiglie italiane che sono gravate dalla presenza di un familiare non autosufficiente. Pensiamo, però, che questo problema vada, con calma e con la normativa ordinaria, riportato all'interno del Fondo sanitario nazionale, perché sono il Fondo sanitario nazionale e il Fondo sociale che devono ordinariamente occuparsi di queste situazioni, senza trattarle con il regime di straordinarietà.
      Con lo stesso Fondo, fortemente voluto dal Nuovo Centrodestra, si rifinanzia, per 100 milioni di euro, il sistema degli asili nido territoriale. Si tratta di un'altra importante misura sulla famiglia, così come i 45 milioni per le famiglie numerose, con più di tre figli, che sono meno fortunate nel reddito, cioè le famiglie povere che hanno un numero di figli superiore a tre. Anche questa è stata una norma fortemente Pag. 79voluta da noi, che si è resa possibile grazie al Fondo famiglia introdotto nel disegno di legge di stabilità che, poi, nei lavori parlamentari, appunto, abbiamo destinato a queste emergenze. Per finire, l'ultima delle norme inserite, che vanno a valere appunto su questo Fondo famiglia, è quella che rifinanzia il Fondo indigenti. È un'altra misura importante e la giornata di ieri è stata significativa anche in questo senso. Allo stesso modo rivendichiamo, anche se è un emendamento della collega Gnecchi ma a cui abbiamo fortemente e convintamente aderito, l'intervento sulle pensioni, per sanare l'errore creato dalla «legge Fornero» sulle cosiddette «penalizzazioni» per i giorni di assenza.
      Quindi, è un impianto, insieme a tante altre norme di dettaglio, che noi troviamo positivo, fortemente positivo e che può dare un impulso. Non è tutto, perché la crescita non si può realizzare solo con le norme di carattere finanziario. A queste bisogna abbinare le famose riforme, di cui ci parla anche l'Europa, che ha espresso fiducia nel percorso che stiamo intraprendendo. Noi crediamo che, appunto, le riforme siano queste, cioè quelle che abbiamo messo in campo sul lavoro, sulla giustizia, sulle industrie e sulle infrastrutture.
      Così come voglio, infine, riassumere quello che in Senato ci siamo impegnati a migliorare, insieme al Governo, e noi vigileremo perché questo impegno del Governo si mantenga.
      Sui minimi e sul regime IRAP, dobbiamo fare qualcosa perché l'ingiusto aumento della tassazione retroattiva al 3,9 dell'IRAP, con il nuovo regime dei minimi, nel combinato disposto, penalizza fortemente alcune categorie, in particolar modo mi riferisco alle nuove professioni. Così come bisogna fare qualcosa sull'accordo regioni e province che non abbiamo trattato in questo passaggio alla Camera. Infine, per quanto riguarda una nostra proposta forte, un'altra nostra proposta e norma che appartiene alla nostra cultura politica (c'era un nostro emendamento che è stato ritirato, perché si è detto che si trattava al Senato), la tassazione municipale, la tassazione sulla casa, in particolare, noi vogliamo arrivare ad una tassazione semplificata e meno pesante sulla casa e una tassazione municipale più ordinata e più semplificata. Su questo, si è impegnato il Governo; ci auguriamo che, nei lavori al Senato, questo obiettivo venga raggiunto (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.

      RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, onorevoli colleghi, noi ieri non abbiamo dato la fiducia al suo Governo, Presidente Renzi, Presidente Renzi che non c’è, che non c’è mai in questo Parlamento, che non c’è nei luoghi dell'Italia in cui si soffre. Che non è andato a Genova, signor Presidente del Consiglio, che non è andato in Emilia, che va solo dove ci sono gli applausi e che non viene in Parlamento, che non viene in Parlamento nel momento in cui si approva o si dovrebbe approvare la legge più importante della legislatura, la legge di stabilità, e questo la dice lunga, signor Presidente del Consiglio che non c’è, sul suo rispetto verso le istituzioni. E oggi noi voteremo contro questa legge di stabilità. Forza Italia dice risolutamente di «no» a una legge di stabilità pessima, perfetta espressione di chi ha il coraggio di proporla, sostenuto da una maggioranza senza legittimità democratica e costituzionale. Noi ci permettiamo, abbiamo il dovere di permetterci, prima ancora di contestare le cifre e i dati della legge che oggi è sottoposta al voto della Camera, di fornire un numero che marchia il suo Governo e la sua maggioranza, Presidente Renzi che non c’è. Il numero è 148, glielo sillabo: «cen-to-qua-ran-tot-to», tanti sono i deputati che la coalizione di sinistra ha ottenuto, espropriando, secondo la Corte costituzionale, il popolo italiano della sua sovranità. Il Presidente del Consiglio non può pretendere, in una situazione di gravissima emergenza che esigerebbe l'umiltà della coesione nazionale, di definire chi si Pag. 80oppone gufo o rosicone, e poi di governare il Paese a colpi di maggioranza, a colpi di fiducia, abusando della presenza di tanti deputati oggettivamente abusivi. Il nostro, dunque, è un giudizio drammaticamente negativo, che si somma ad un giudizio negativo su questa legge, la peggiore di sempre nel momento economico peggiore della nostra storia repubblicana, tanto più che oggi siamo qui a votare un provvedimento per cui il suo Governo, signor Presidente che non c’è, venerdì ha ricevuto un «rinvio a giudizio» dall'Europa, quell'Europa che, in questo semestre, ha avuto la sua, come dire, non irresistibile Presidenza. E siamo subito al merito. Con la sua opinion, con il suo parere, sulla legge di stabilità, infatti, la Commissione europea ha bocciato la politica economica del suo Governo, Presidente Renzi, definita «a rischio di non conformità con il Patto di stabilità e crescita», e ha ribadito di essere ancora «in attesa del programma di riforme strutturali annunciato dall'Esecutivo». Con due brevi frasi, la Commissione ha stigmatizzato il suo Governo: conti in disordine e politica degli annunci. Due brevi frasi da cui emerge un giudizio netto e duro. Due brevi frasi da cui trarre due gravi conclusioni. La politica economica del Governo italiano ha prodotto diffidenza da parte degli osservatori internazionali e incertezza nel Paese. Diffidenza e incertezza che non potranno che tradursi in un giudizio di sfiducia da parte dei mercati. E si fanno sempre più insistenti le voci di tempesta finanziaria in arrivo sul debito sovrano del nostro Paese.
      L'Italia che, anche in virtù del semestre di Presidenza dell'UE, avrebbe dovuto assumere un ruolo traente, dinamico e di leadership, in realtà è stata messa sotto osservazione da parte della Commissione europea, sotto tutela e sottoposta a feroci critiche.
      Lei, Presidente Renzi, che voleva garantire la certezza della crescita in Italia, in realtà sta producendo solo recessione e deflazione, nella totale incertezza del futuro. Il «rinvio a giudizio» da parte dell'Europa, conseguenza della politica economica sbagliata del suo Governo, pone il nostro Paese in una condizione di subalternità, ci toglie autonomia, ci toglie libertà, restringe la nostra sovranità nazionale. Bel risultato, signor Presidente del Consiglio che non c’è.
      Eppure, quello di venerdì è, in ordine di tempo, solo l'ultimo passaggio di un percorso sbagliato che inizia da lontano, che inizia da quando questo Governo si è insediato, il 22 febbraio 2014. Un percorso di politica economica sbagliata che inizia con la presentazione del Documento di economia e finanza, l'8 aprile 2014, con cui si preparava il terreno al famigerato bonus degli 80 euro e cominciava lo scasso dei conti pubblici italiani. Un percorso sbagliato che comincia con il rinvio, con il DEF di aprile, del pareggio di bilancio dal 2015 al 2016, richiesta respinta dal Consiglio europeo dell'8 luglio 2014, che raccomandava, invece, un rafforzamento delle misure di bilancio già per il 2014: altro che rinvio al 2016 !
      Per tutta risposta, nella nota di aggiornamento al DEF, approvata in Consiglio dei ministri il 30 settembre 2014, e con la legge di stabilità, presentata il 15 ottobre 2014, che oggi votiamo in prima lettura in questa Camera, il suo Governo ha ritenuto opportuno di spostare ancora avanti di un anno, al 2017, il pareggio di bilancio. Il suo Governo, Presidente, doveva cambiare verso all'Europa, invece non ha cambiato un bel nulla.
      Un Governo che si accontenta dell'aglietto del piano Juncker degli investimenti, un imbroglio finalizzato a coprire, come una ridicola foglia di fico, l'egoismo egemonico tedesco e i tragici errori di politica economica nella gestione della crisi della Commissione europea dal 2008 a oggi. Il solito imbroglio europeo, insomma, di cui, però, lei, Presidente Renzi che non c’è, e il suo Ministro dell'economia e delle finanze, Presidenti di turno dell'Unione europea, vi dite soddisfatti, contenti voi...
      La vera risposta per superare la crisi dell'eurozona, onorevoli colleghi, è e resta una sola: la reflazione in Germania, vale a dire per la Germania rilancio della domanda interna; stimolo a consumi e investimenti; Pag. 81aumento dei salari; aumento dell'inflazione fino al suo livello fisiologico del 2 per cento, con conseguente aumento dei rendimenti dei titoli del debito pubblico tedesco e con conseguente svalutazione dell'euro, troppo forte nei confronti delle altre monete.
      Di questo lei avrebbe dovuto farsi promotore in Europa, Presidente. Altro che parlare di Telemaco ! La realtà, Presidente del Consiglio che non c’è, signor Presidente Renzi, ha la testa dura, la realtà ha la testa dura. Il bonus degli 80 euro non ha per nulla rilanciato i consumi; le imprese continuano a non investire e a fuggire dall'Italia; la disoccupazione è ai massimi storici nella storia del nostro Paese. Non è travisando i fatti che si aumenta il prestigio dell'Esecutivo italiano e della sua politica economica. Non è inventandosi 120 mila nuovi posti di lavoro che non esistono, signor Presidente del Consiglio, – oggi Ricolfi lo ha spiegato molto bene – che si imbroglia l'Italia. Molto meglio dire le cose come stanno ed essere così credibili; piuttosto che creare bolle, sarebbe meglio dire raccontare balle, signor Presidente del Consiglio che non c’è. In questo lei è bravissimo, signor Presidente Renzi. Ma in questo momento l'Italia ha bisogno di tutto, tranne che di falsificazione della realtà. Ha bisogno di tutto, meno che di un Governo senza senso della responsabilità storica, senza sensibilità democratica, che finora ha regalato solo slide, chiacchiere e illusioni.
      Vede, signor Presidente del Consiglio che non c’è, non è minacciando colpi di maggioranza, non è minacciando riforme costituzionali e riforme elettorali a colpi di maggioranza che si risolvono i problemi del Paese. Vede, il vulnus dei 148 deputati abusivi si poteva risolvere con l'equilibrio del fare le riforme insieme, quello che è stato chiamato il «patto del Nazareno». Bene, quando lei dice che si fa come vuole lei sul patto del Nazareno, tanto sulla riforma del bicameralismo quanto sul piano della riforma elettorale, lei riproduce la ferita istituzionale gravissima dei 148 parlamentari abusivi.
      Non è a colpi di maggioranza, signor Presidente del Consiglio, che si riforma la Costituzione. Non è a colpi di maggioranza che si fa una nuova legge elettorale, sanando, per modo di dire, la ferita dei 148.
      Vede, signor Presidente del Consiglio che non c’è, lei può fare anche tre fiducie consecutive sulla legge di stabilità, salvo poi non venire alla seduta finale; lei può fare 30 o 40 fiducie, ma non ha la fiducia del Paese: lo abbiamo visto con le ultime elezioni in Emilia.
      E su questa realtà, dura per lei, signor Presidente del Consiglio che non c’è, questo Paese deve essere chiamato al più presto ad esprimersi e si esprimerà contro di lei, signor Presidente del Consiglio che non c’è (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente – Congratulazioni).

      PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

      GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signora Presidente, come dice Gianni Rodari, nel paese della bugia, la verità è una malattia, e noi siamo malati cronici di verità, è una recidiva, non basta una secchiata di ghiaccio, perché ogni anno in quest'Aula in legge di stabilità sbugiardiamo i vostri annunci ed i vostri slogan televisivi. Ne avete dette di tutti i colori: questa legge di stabilità riduce le tasse di 18 miliardi di euro; destiniamo 80 euro ai lavoratori dipendenti, abbassiamo l'IRAP, favoriamo il tempo indeterminato, facciamo un investimento sul futuro. Mentite ! Questo è quello che raccontate, e sarà ciò che verrà recitato dopo il mio intervento dal deputato Marchi del PD. Ma è vero, secondo voi ?
      Da quando, a febbraio 2013, #Matteo ha rasserenato Letta ed ha affondato il Paese, la disoccupazione è ulteriormente aumentata, siamo ormai al 13,2 per cento, rispetto al 13 per cento di 10 mesi fa. Da quando c’è Renzi.
      Negli ultimi nove mesi le imprese che hanno portato i libri in tribunale sono 11.103, 3.002 solamente nel terzo trimestre Pag. 82dell'anno, con un aumento del 13 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013.
      In media sono fallite 61 imprese ogni giorno, più di due imprese ogni ora. Da quando c’è Renzi. Dite 18 miliardi in meno ma nel DEF che avete scritto voi è calcolata una pressione fiscale che aumenta, ancora sopra il 43 per cento del PIL anche nei prossimi anni. E gli investimenti rispetto al PIL rimangono all'1,5 per cento. Da quando c’è Renzi.
      Noi dobbiamo ricordare agli italiani come questo Governo li ha presi in giro, e perché la situazione per colpa loro precipita. Quella del TFR, per esempio, è un'operazione che conviene soprattutto allo Stato. L'anticipo, infatti, sarà tassato con l'aliquota marginale IRPEF e non con la tassazione classica, quindi farà lievitare imposte e indicatore ISEE per i cittadini.
      Avete inserito come copertura l'evasione fiscale, voi che, come vedremo fra poco, sapete solo condonare agli evasori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dov’è finito il riassetto delle partecipate ? Dal bonus 80 euro restano fuori incapienti, pensionati e partite IVA. Resta la cattiva abitudine delle clausole di salvaguardia. Non arrivano i tagli previsti e se non arrivano aumenterà l'IVA dal 22 al 25,5 per cento, 12 miliardi nel 2015 e 19 nel 2017, 21 nel 2018, che farete pagare ai cittadini italiani. Senza dimenticare la clausola sul reverse charge che riguarda le accise. Ed intanto per tutto ciò, per le missioni militari, spendete 1,7 miliardi di euro, il triplo dell'aiuto che date alle famiglie. E naturalmente non mancano neanche quest'anno le famose «marchette»: ci sono 100 milioni per gli LSU, 10 milioni per Radio Radicale, ma c’è anche di peggio. Mercoledì sera, l'ultima sera di votazione sulla legge di stabilità, spunta la vergognosa «marchetta»: un emendamento del Governo che esonerava le navi italiane in acque internazionali dal pagamento della ritenuta del 30 per cento. In fretta e furia sia PD che Forza Italia vogliono presentarlo, senza però nemmeno dare il tempo per subemendarlo. Strano ? Assolutamente no: è un vero e proprio condono, un salvagente, per la società Italia Marittima, multata per 60 milioni di euro dalla Guardia di finanza che ha contestato alla compagnia triestina il pagamento dell'imposta.
      Raccontiamo questa follia: il 16 gennaio scorso le Fiamme Gialle hanno iniziato una serie di controlli durata fino al recente ottobre, contestando alla fine un'errata applicazione della cosiddetta tonnage tax. Italia Marittima ha subito interessato Confitarma, che a sua volta si è rivolta al Ministero competente, ma comunque sia si sarebbe passato per l'Agenzia delle entrate. Così...Presidente, non è abbastanza importante ?... Grazie.
      Così qualche settimana fa il presidente di Italia Marittima, Pierluigi Maneschi, ricatta subito dei parlamentari del PD che si mobilitano. Ma chi è questo Pierluigi Maneschi ? È semplicemente un signore che riesce a mobilitare parlamentari del PD perché riescano sempre a sanare questa sua situazione fiscale. È uno che ha semplicemente ottenuto una concessione novantennale di 37 mila metri quadrati nell'area del Porto Vecchio, per un canone di 296 euro l'anno, contro un canone ordinario che la Corte dei conti ha stimato in 430 mila euro, ipotizzando un danno erariale di 2,3 milioni di euro. Pensavate non lo scoprissimo, da mercoledì a oggi siano riusciti a scoprirlo. Toscano, livornese, con fortissimi interessi anche nel porto di Taranto e pronto a tutto per difendere i propri interessi. Un lobbista. E così capiamo che non basta vietare l'accesso ai lobbisti in Parlamento per evitare che questi accedano a uffici e telefoni dei deputati e che, quindi, si accaparrino i soldi dei contribuenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
      Siamo riusciti a ristabilire, Presidente, lei lo sa molto bene, la legalità dentro questi palazzi dopo aver fatto in modo di tenere fuori i lobbisti dalle Aule parlamentari, dato che li avevamo visti l'anno scorso contrattare, mendicare in giacca e cravatta con i deputati del PD situazioni e norme per risanare i loro interessi. Mentre voi rendete conto agli interessi di questi lobbisti che vi hanno portato qui, noi rendiamo conto ai cittadini che incontriamo Pag. 83e che conosciamo nella vita quotidiana, ed è solo grazie alle nostre storie personali che conosciamo personalmente i problemi che affliggono gli italiani.
      Per questo, mentre voi fate un beneficio fiscale a Pierluigi Maneschi e alle altre sue società, noi proponiamo un taglio dell'imposizione fiscale sui cittadini comuni, attraverso la nostra finanziaria buona che in queste Aule ha fatto la storia. Quindi come dei follower qualunque la settimana dopo... onorevole Marazziti... Presidente...

      PRESIDENTE. Continui, deputato Sorial.

      GIRGIS GIORGIO SORIAL. Presidente, se mi fa la cortesia di richiamare i colleghi che disturbano.
      Quindi, con la nostra finanziaria buona, come dei follower qualunque, una settimana dopo di noi pure Forza Italia, SEL e Minority PD hanno presentato la loro finanziaria.
      Voi usate quasi 10 miliardi di euro per gli 80 euro che vanno pure a chi vive dignitosamente e non fanno ripartire i consumi. Noi li utilizziamo per coprire il reddito di cittadinanza; voi rimodulare 5 miliardi di IRAP che vanno ad avvantaggiare solo le grandi imprese e le multinazionali, noi usiamo 3,5 miliardi di euro per azzerare l'IRAP alle microimprese. Voi erogate marchette a destra e a manca, 100 milioni di euro agli LSU; e mi ascolti molto bene, Presidente, perché con questa norma prendono in giro anche lei. Lei aveva stralciato questa norma degli LSU dall'articolato della legge di stabilità, mentre lei non guarda e la stralcia, loro la rimettono all'interno delle tabelle che così è più difficile da vedere e prendono in giro anche lei, si indigni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Noi usiamo quegli stessi 100 milioni di euro per potenziare il 5 per mille a favore della ricerca e della solidarietà.
      Renzi impone 1,2 miliardi di euro di tagli orizzontali ai comuni, noi troviamo e recuperiamo 1 miliardo di euro dai tagli che si fanno alle auto di servizio nel Servizio sanitario nazionale, auto che vengono utilizzate per scarrozzare a destra e sinistra i dirigenti delle ASL che, come ben sapete, sono nominati da voi. Strangolate ulteriormente gli italiani proprietari di case con la fantomatica local tax, dopo il pasticcio che avete fatto su IMU e Tasi. Noi invece chiediamo 200 milioni di euro di IMU alle piattaforme petrolifere. Vi scontate dalle tasse le erogazioni liberali che fate ai vostri partiti, un pizzo ai partiti che vi volete pure detrarre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ognuno di voi destina al partito, a livello nazionale e locale, una quota dello stipendio parlamentare che varia dai 2.500 ai 3.500 euro al mese ! Tutti i deputati, tutti i senatori, tutti gli europarlamentari, i consiglieri regionali e così via... solo voi del PD siete 307, se calcoliamo una media di 3 mila euro al mese, fanno 921 mila euro al mese. Che voi regalate ai partiti dai soldi dei contribuenti. Undici milioni di euro all'anno. Se dovete darli al partito, piuttosto dateli al Fondo per le piccole e medie imprese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Oltre, naturalmente ai finanziamenti che non avete abolito. Noi abbiamo rinunciato a 42 milioni di euro di fondi pubblici e abbiamo già restituito 8 milioni di euro dei nostri stipendi alle piccole e medie imprese.
      Perché non lo fate, quando chiedete sacrifici ai cittadini ? Dimostriamo quotidianamente, in queste Aule, di avere responsabilità e consapevolezza di tutto ciò che facciamo. Ogni scelta della politica riguarda noi, tutti noi cittadini comuni. Non abbiamo mai mollato un istante, siamo stati in Commissione giorno e notte, come tanti altri di noi. Siamo ragazzi dai 25 ai 40 anni, cittadini arrivati da diverse regioni, con diverse storie personali che abbiamo all'interno di questo Parlamento. Ed è così che, mentre voi discutete degli emendamenti dei lobbisti noi discutiamo degli emendamenti che servono a risanare una situazione per i malati gravi e gravissimi che non trovano l'ossigeno per andare avanti. Mentre voi continuate con i lobbisti !
      Chi vi ha spiegato cos’è l'IRAP e come si deve abolire è chi ha perso la propria Pag. 84azienda e si è visto dallo Stato pignorare la casa perché non riusciva a pagare le tasse. Siamo noi, mentre voi parlate di lobbisti, chi di noi, con massima onestà, ha combattuto contro gli sprechi e chi, come noi, i più giovani di noi, insegna quotidianamente, con passione e preparazione, a chi da anni ha fatto della politica la propria professione.

      PRESIDENTE. Concluda.

      GIRGIS GIORGIO SORIAL. Concludo, Presidente. Abbiamo chi stava in fabbrica ed ora combatte per i diritti di tutti i lavoratori. E se per la foga dell'intervento magari sbaglia l'accento, voi gli rompete le scatole, ma nel cuore è vero, come i segni della fatica che porta dentro. Chi viene dalla montagna difende l'ambiente ed il territorio come se fosse la propria famiglia. Siamo cittadini comuni. E mi rivolgo ai cittadini fuori: noi lo stiamo facendo; tutte queste norme toccano voi, quindi ora tocca a voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle espongono cartelli recanti la scritta: «Noi con i cittadini – Renzi con le lobbies») !

      PRESIDENTE. Potete togliere questi cartelli, colleghi ? Per favore ! Intervengano i commessi a togliere i cartelli (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente). Grazie. Togliete questi cartelli, in Aula non sono ammessi i cartelli. Per favore, grazie. Se per favore i commessi possono intervenire per togliere i cartelli (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente).
      Continuiamo con i lavori. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maino Marchi. Ne ha facoltà.

      MAINO MARCHI. Presidente, colleghi deputati, rappresentanti del Governo, ringrazio il presidente Boccia, il relatore Guerra, il Governo e tutti i colleghi per il lavoro fatto.
      Una cosa è del tutto chiara in questa legge di stabilità che stiamo per approvare: la scelta di tagliare, ridurre, il cuneo fiscale, cioè di diminuire le tasse su lavoro e imprese. Un taglio di 18 miliardi. Sì, 18 miliardi ! Dieci con il bonus fiscale, 5,6 sull'IRAP, quasi uno con l'espansione del regime forfettario per i lavoratori autonomi e circa 1,7 per gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Questa scelta è poi collegata a un impianto della legge di stabilità idoneo a finanziare le principali riforme che il Governo sta portando avanti, con questa impostazione utile per il confronto, in sede europea, per far valere le nostre ragioni e per cambiare le politiche europee, a partire dai 300 miliardi di euro per gli investimenti. Perché intervenire con così ampiezza sul cuneo fiscale, cioè sulla differenza tra il costo del lavoro per le imprese e quanto, invece, percepisce il lavoratore ? Perché il cuneo fiscale è più alto di altri Paesi europei delle nostre dimensioni, in particolare di quello tedesco. Lo superiamo soprattutto per l'IRAP, ed è un handicap per la nostra competitività. Ed è proprio sull'IRAP che si interviene pesantemente, eliminando il costo del lavoro a tempo indeterminato dalla base imponibile. Lavoro stabile in aziende stabili. Non si è mai vista un'operazione confrontabile con questa, solo limature, soprattutto da chi diceva di voler eliminare l'IRAP, onorevole Brunetta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Così come è rilevante l'espansione del cosiddetto «forfettone». In questa misura vi sono anche contraddizioni, che noi stessi abbiamo rilevato e che il Governo si è impegnato a modificare al Senato intervenendo sulle franchigie e sui minimi. E poi, meno tasse per i lavoratori, rendendo strutturale il bonus fiscale di 80 euro.
      È la misura su cui si sono concentrate le critiche delle opposizioni, in particolare del MoVimento 5 Stelle, ma anche di Forza Italia. Non mi soffermo più di tanto su chi dice che non si riduce la pressione fiscale, perché il bonus viene calcolato come maggiore spesa. La sostanza è che la busta paga è più pesante, e siccome gli 80 euro non glieli dà l'impresa, vuol dire che Pag. 85è lo Stato che ne prende meno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma, soprattutto, abbiamo avuto tanti emendamenti del MoVimento 5 Stelle per ridurre, o azzerare, il bonus di 80 euro, e abbiamo sentito parlare dai beneficiari degli 80 euro come se fossero dei benestanti quasi dei ricchi, ma chi sono realmente ? Sono lavoratori dipendenti, con un reddito tra 8.000 e 24.000 euro, cioè quella parte d'Italia che ha tenuto su il Paese con il suo lavoro, che ha pagato tutte le tasse, e ha sempre fatto sacrifici in questi anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma si sono mai chiesti i colleghi del MoVimento 5 Stelle quante indennità – non scontrini, indennità ! – dovrebbero restituire per andare sotto i 24 mila euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? Si tratta di una legge di stabilità che si collega alle riforme quindi, a partire da quella fiscale. Anche il credito d'imposta, l’ecobonus, e le nuove norme sui buoni pasto tagliano le tasse su lavoro e imprese, mentre gli aumenti riguardano solo le rendite finanziarie. E si fa un deciso passo avanti sulla lotta all'evasione fiscale con misure come il reverse charge e lo split payment, misure utili per un consistente recupero di evasione dell'IVA. Altre misure relative all'adempimento volontario, agli obblighi di comunicazione della anagrafe tributaria, e l'annunciata riforma della local tax, determinano uno stretto rapporto tra riforme fiscali e disegno di legge stabilità. E così è per il lavoro. Non affermiamo solo nel Jobs Act che il lavoro a tempo indeterminato è quello che va privilegiato, seguono i fatti, e i fatti sono di eliminare il costo dall'IRAP (solo per questa tipologia del lavoro), e gli sgravi contributivi per tre anni per le nuove assunzioni a tempo indeterminato che si faranno nel 2015. Stiamo perseguendo, con determinazione, l'obiettivo, da tempo della sinistra, di far costare meno il lavoro stabile rispetto quello flessibile, 2 miliardi, più 200 milioni di euro, aggiunti in Commissione, sia per il 2015, che per il 2016, per gli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro. Non ci sono mai state tante risorse, negli ultimi cinque anni, nel disegno di legge di stabilità, a cui si aggiungono 700 milioni già stanziati. Siamo molto vicini a ciò che serve per realizzare le politiche previste dalla legge delega sul lavoro. Le scelte in Commissione a favore dei lavoratori dell'amianto, l'eliminazione della penalizzazioni per le pensioni fino al 2017, i tetti per le pensioni più alte sono altri tasselli che collegano la legge di stabilità e politiche del lavoro. Un miliardo di euro nel 2015, e tre miliardi dal 2016, per il progetto la buona scuola, 50 milioni di euro per l'efficienza sistema giudiziario, e dieci per il pacchetto riforma della giustizia, eliminazione del Patto di stabilità interno per le regioni e allentamento di quasi il 70 per cento per gli enti locali, sono tutte cose importanti in sé, ma essenziali anche per la competitività del sistema Italia.
      E a proposto d'impatto tra riforme e PIL, mi limito a sottolineare che l'ufficio parlamentare di bilancio ha considerato sufficientemente prudente la previsione del Governo per il 2015, e che, per gli anni successivi, altri previsori non le hanno considerate, cosa che il Governo ha, invece, giustamente fatto. L'Italia che fa queste riforme – non riforme imprecisate, queste ! – è la condizione per dare forza alla nostra battaglia in Europa, per cambiare le politiche europee nel segno della crescita. Se ci limitassimo a sbattere i pugni sul tavolo, come qualcuno suggerisce, quei pugni ci tornerebbero indietro in faccia e nello stomaco (Commenti del deputato D'Incà). Con la nostra serietà, invece, stiamo facendo passare una legge di stabilità, che è espansiva rispetto alla legislazione vigente, e che utilizza la flessibilità dentro le regole europee, con il via libera della Commissione europea. Scelte di altra natura, per l'Italia, sarebbero state velleitarie. Poi, siamo i primi a sapere che i cambiamenti in Europa devono andare ben oltre la flessibilità. Ricordo, inoltre, i 500 milioni di euro aggiuntivi per le famiglie. Così come sono stati destinati in Commissione si tengono insieme sostegno alle famiglie, politiche sociali, politiche per i servizi e contrasto della povertà.Pag. 86
      E non sono irrilevanti 2 miliardi in più per la sanità. Come si finanzia l'insieme di queste misure ? Con l'aumento dell'indebitamento netto – dal 2,2 per cento a legislazione vigente si va al 2,6 per cento – poi con le misure di lotta all'evasione fiscale e poi con la spending review, che non è scomparsa. Vi sono misure puntuali che riguardano Presidenza del Consiglio e otto Ministeri, compresa la difesa. Non basta, ma si è iniziato, e le clausole di salvaguardia sono una sfida per procedere con forza, per poi poterle superare.
      La pagina per noi più difficile riguarda i tagli a regioni e enti locali: un taglio certo pesante, che si aggiunge a quello degli anni scorsi. L'intesa con l'ANCI, recepita in Commissione, rende meno duro il taglio per i comuni, compresa la questione che riguarda gli oneri, non giusta tanto in sé, ma indispensabile in questo quadro. Siamo certi che il Governo saprà fare intese simili con UPI e regioni, da tradurre nel testo che sarà all'esame del Senato. Su altri aspetti vi è l'impegno di cambiamenti al Senato, come sui fondi pensione, editoria e altro, dopo che qui abbiamo modificato le norme sui patronati.
      Il lavoro in Commissione ha permesso di rafforzare anche le politiche industriali con il rifinanziamento della legge Sabatini, le risorse per il made in Italy e per l'Agenzia spaziale. Lo stesso vale anche per gli investimenti, sia per affrontare le emergenze da calamità naturali, che passano da 140 a 200 milioni – non sono 60 in tutto –, che per una migliore gestione dei fondi di coesione, essenziali soprattutto per il Mezzogiorno, perché sappiamo che, se non cresce il Mezzogiorno, non cresce l'Italia.
      Concludo su due questioni. Sono inaccettabili le speculazioni politiche sulle detrazioni per le erogazioni liberali ai partiti. Non vi è nulla di nuovo e non ci sono proroghe (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti del deputato D'Incà). È un'interpretazione autentica per il passato, il presente e il futuro, per evitarne altre alquanto cervellotiche, che considererebbero alcuni eletti a contratto con il loro partito. Siamo tutti liberi, e per questo le nostre sono erogazioni liberali esattamente come le analoghe degli altri cittadini.
      Infine, stiamo approvando questa legge di stabilità in un contesto politico complesso. Domenica ci sono state le elezioni regionali in due regioni, con un'altissima astensione dal voto. Per un emiliano come me, non ho timore a dirlo, è stato non un campanello d'allarme, ma come una sbadilata in faccia. A quegli elettori che sono rimasti a casa voglio dire che qui vi è un partito, il Partito Democratico, che, pur con le sue contraddizioni e un forte dibattito interno, è impegnato sul fronte delle riforme costituzionali, istituzionali ed elettorali per una democrazia che funzioni meglio, ed è impegnato per dare più forza a ciò che è al primo posto nella nostra Costituzione: il lavoro. Il lavoro dipendente, il lavoro autonomo, il lavoro delle imprese. Solo favorendo nuove opportunità di lavoro e ridando al lavoro la centralità che merita l'Italia può farcela. La legge di stabilità va in questa direzione; perciò, avrà il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

      PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 2679-bis-A)

      PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
      (Così rimane stabilito).

      Ha chiesto di intervenire per una precisazione il relatore per la maggioranza, deputato Mauro Guerra. Prego, deputato Guerra, ne ha facoltà.

      MAURO GUERRA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, solo per Pag. 87ricordare che, nel corso dell'esame del disegno di legge di bilancio, sono stati approvati dall'Assemblea due emendamenti, gli emendamenti Tab. 1.100 e Tab. 1.101 del Governo, volti ad evidenziare sul bilancio dello Stato gli effetti delle coperture a valere sugli accantonamenti del fondo speciale di parte corrente di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, introdotte durante la conversione in legge dei decreti legge n.  132 del 2014 e n.  133 del 2014.
      Per effetto dell'approvazione di questi emendamenti, devono intendersi, quindi, modificati in riduzione gli importi degli accantonamenti della tabella A del disegno di legge di stabilità relativi al Ministero dell'economia e delle finanze e al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per un ammontare corrispondente alle riduzioni disposte dalle predette proposte emendative, pari, rispettivamente, a 381.500 euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017 e a 384 mila euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, nonché il «totale accantonamenti» della medesima tabella A, che risulta conseguentemente modificato.

      PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.
      (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2679-bis-A)

      PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
      Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n.  2679-bis-A, di cui si è testé concluso l'esame.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Cassano, Labriola, Gregori, Plangger, Busto...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:
          «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)» (2679-bis-A):

            Presenti     435            
            Votanti     432            
            Astenuti         3            
            Maggioranza     217            
                Hanno votato     324                
                Hanno votato no     108.

      La Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Nuovo Centrodestra e Scelta Civica per l'Italia – Vedi votazioni).

      Colleghi, adesso sospendiamo la seduta al fine della presentazione della Nota di variazione che sarà trasmessa alla Commissione bilancio per l'esame di cui all'articolo 120, comma 7, del Regolamento e ricordo che subito dopo la sospensione della seduta è convocata la Conferenza dei presidenti dei gruppi presso la biblioteca del Presidente.

Per un richiamo al Regolamento (ore 14,58).

      DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Per un richiamo al Regolamento ?

      PRESIDENTE. Sì, Presidente, grazie.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CRIPPA. All'articolo 8. Siccome è successo pochi giorni fa che alcuni nostri colleghi siano stati espulsi dall'Aula per aver preso in mano il telefono e «intimato» un filmato che poi possono aver realizzato o no, volevo segnalare che in questo caso il Ministro Alfano ha filmato i colleghi di SEL in diretta facendo delle foto e nessuno in qualche modo ha sancito nessun tipo di obiezione (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
      Io ci tengo a precisarle...

Pag. 88

      PRESIDENTE. Io da qui non mi sono accorta che il Ministro abbia fatto questo...

      DAVIDE CRIPPA. Lei, Presidente, stava leggendo, quindi...

      PRESIDENTE. Comunque, onorevole, io confermo il divieto.

      DAVIDE CRIPPA. Io le chiedo, se è possibile, di visionare i filmati e, se del caso, anche di segnalare la questione. Intanto la ringrazio.

      PRESIDENTE. Deputato Crippa, io non mi sono accorta, ma confermo il divieto di fare foto e filmare in quest'Aula, per chiunque.

      ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, apprendiamo questa notizia dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, tant’è che c'eravamo messi in posa... Grazie, Ministro.

      PRESIDENTE. A questo punto, la seduta è sospesa e riprenderà alle ore 16.

      La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 16,15.

Missioni.

Testo sostituito con errata corrige volante       PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, Casero, D'Ambrosio, De Girolamo, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Fico, Gregorio Fontana, Giacomelli, Gozi, Lotti, Manciulli, Merlo, Meta, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Rampelli, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scotto, Speranza e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
      I deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
      PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, Casero, D'Ambrosio, De Girolamo, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Fico, Gregorio Fontana, Giacomelli, Gozi, Lotti, Manciulli, Merlo, Meta, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Rampelli, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scotto, Speranza e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
      I deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017 (A.C. 2680-A); Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (A.C. 2680-bis) (ore 16,17).

      PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017 e della relativa Nota di variazioni.
      Avverto che in data odierna il Governo ha presentato la Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (Vedi l'allegato A) di cui la V Commissione (Bilancio) ha concluso l'esame di cui all'articolo 120, comma 7, del Regolamento.

(Esame della Nota di variazioni – A.C. 2680-bis)

      PRESIDENTE. Passiamo quindi, colleghi, all'esame della Nota di variazioni. Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza sul disegno di legge di bilancio, il deputato Paolo Tancredi.

      PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente, il Governo ha trasmesso la Nota di variazioni che modifica le previsioni di entrate e di spesa del bilancio. La Nota di variazioni reca quindi modifiche al quadro riassuntivo e dalla stessa Nota di variazioni risulta che il disegno di legge di stabilità, come modificato dagli emendamenti approvati da questo ramo del Parlamento, determina nell'anno 2015 incrementi sul versante delle entrate e riduzioni sul versante della spesa. La nota è stata approvata in Commissione.

Pag. 89

      PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo.

      PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signora Presidente, il Consiglio dei Ministri ha approvato la Nota di variazioni e il Governo ha dato parere favorevole alle variazioni anche in Commissione bilancio.

(Votazione della Nota di variazioni – A.C. 2680-bis)

      PRESIDENTE. Non essendovi richieste di intervento per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
      Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 (A.C. 2680-bis).
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Folino, Lavagno, Allasia, Capodicasa, Ferranti, Mucci..., credo che la deputata Mucci non riesca a trovare la tessera, allora devo chiudere la votazione, mi dispiace.
      Dichiaro chiusa la votazione.
      Comunico il risultato della votazione:

            Presenti     400            
            Votanti     397            
            Astenuti         3            
            Maggioranza     199            
                Hanno votato     309                
                Hanno votato no     88.

      La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2680-A)

      PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno riferiti al disegno di legge di bilancio (Vedi l'allegato A – A.C. 2680-A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

      PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Vignali n.  9/2680-A/1, a condizione che l'impegno sia riformulato nel modo seguente: dopo le parole: «in quest'ottica», aggiungere le parole: «a valutare l'opportunità di» e il resto segue. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Roberta Agostini n.  9/2680-A/2.

      PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vignali n.  9/2680-A/1, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
      Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Roberta Agostini n.  9/2680-A/2, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
      È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2680-A)

      PRESIDENTE. Non vi sono interventi per dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 2680-A)

      PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
      (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2680-A)

      PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.Pag. 90
      Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n.  2680-A, e relativa Nota di variazioni, di cui si è testé concluso l'esame.
      Dichiaro aperta la votazione.
      (Segue la votazione).

      Folino, Bossa, Dell'Aringa, Baretta, Burtone, Pilozzi, Terzoni...
      Dichiaro chiusa la votazione.
      «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017» (2680-A):

            Presenti     404            
            Votanti     401            
            Astenuti         3            
            Maggioranza     201            
                Hanno votato     309                
                Hanno votato no       92.

      La Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Vedi votazioni).

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.

      PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, i lavori della prossima settimana sono stati così rimodulati:

      Martedì 2 dicembre (a partire dalle ore 16)

      Discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica:
          n.  2276 – Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Turchia sulla lotta ai reati gravi, in particolare contro il terrorismo e la criminalità organizzata, fatto a Roma l'8 maggio 2012 (Approvato dal Senato) (previo esame della questione sospensiva presentata);
          n.  2279 – Protocollo di modifica alla Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati uniti messicani per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, dell'8 luglio 1991, fatto a Città del Messico il 23 giugno 2011 (Approvato dal Senato);
          n.  2577 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America finalizzato a migliorare la compliance fiscale internazionale e ad applicare la normativa F.A.T.C.A. (Foreign Account Tax Compliance Act), con Allegati, fatto a Roma il 10 gennaio 2014, nonché disposizioni concernenti gli adempimenti delle istituzioni finanziarie italiane ai fini dell'attuazione dello scambio automatico di informazioni derivanti dal predetto Accordo e da accordi tra l'Italia e altri Stati esteri.

      Mercoledì 3 (ore 11 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 4 dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 5 dicembre) (con votazioni)

      Seguito dell'esame delle mozioni:
          Paolo Nicolò Romano ed altri n. 1-00515, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00657, Caparini ed altri n. 1-00658, Bergamini e Palese n. 1-00663 e Quaranta ed altri n. 1-00664 concernenti iniziative volte alla separazione societaria della infrastruttura della rete di telecomunicazione e alla definizione del relativo modello di governance;
          Di Gioia, Morassut, Di Salvo ed altri n. 1-00602, Prataviera ed altri n. 1-00639 e Ciprini ed altri n. 1-00650 concernenti iniziative per l'impiego di parte del risparmio previdenziale per interventi a sostegno dell'economia.

      Seguito dell'esame della proposta di legge n.  631-B – Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure Pag. 91cautelari personali. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n.  354, in materia di visita a persone affette da handicap in situazione di gravità, e al decreto legislativo 23 febbraio 2006, n.  109, in materia di illeciti disciplinari e relative sanzioni (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato).

      Seguito dell'esame delle mozioni Caparini ed altri n. 1-00592, Vargiu ed altri n. 1-00668, Brunetta e Palese n. 1-00672 e Fratoianni ed altri n. 1-00674 in materia di esenzione dal pagamento e di disdetta del canone Rai.

      Seguito dell'esame della Relazione sul semestre di presidenza italiana dell'Unione europea e sulla lotta alla criminalità mafiosa su base europea ed extraeuropea (Doc. XXIII, n.  2).

      Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:
          n.  2276 – Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Turchia sulla lotta ai reati gravi, in particolare contro il terrorismo e la criminalità organizzata, fatto a Roma l'8 maggio 2012 (Approvato dal Senato);
          n.  2279 – Protocollo di modifica alla Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati uniti messicani per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, dell'8 luglio 1991, fatto a Città del Messico il 23 giugno 2011 (Approvato dal Senato);
          n.  2577 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America finalizzato a migliorare la compliance fiscale internazionale e ad applicare la normativa F.A.T.C.A. (Foreign Account Tax Compliance Act), con Allegati, fatto a Roma il 10 gennaio 2014, nonché disposizioni concernenti gli adempimenti delle istituzioni finanziarie italiane ai fini dell'attuazione dello scambio automatico di informazioni derivanti dal predetto Accordo e da accordi tra l'Italia e altri Stati esteri.

      Seguito dell'esame delle mozioni Nicoletti ed altri n. 1-00603, Santerini ed altri n. 1-00604, Manlio Di Stefano ed altri n. 1-00605, Palazzotto ed altri n. 1-00616, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00617, Matteo Bragantini ed altri n. 1-00618, Brunetta ed altri n. 1-00619 e Rampelli ed altri n. 1-00654 concernenti iniziative in materia di diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, con particolare riferimento alla revisione del regolamento dell'Unione europea noto come «Dublino III».

      Esame della mozione De Girolamo ed altri n. 1-00653 concernente interventi a favore del Mezzogiorno.

      Mercoledì 3 dicembre, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) con la presenza del Presidente del Consiglio dei ministri.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

      PRESIDENTE. Comunico che, con lettera in data odierna, il vicepresidente vicario del gruppo MoVimento 5 Stelle ha comunicato che i deputati Massimo Artini e Paola Pinna cessano di far parte del medesimo gruppo. I predetti deputati si intendono conseguentemente iscritti al gruppo Misto (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 16,25).

      PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      PAOLA BINETTI. Presidente, colleghi, intervengo da un lato per chiedere e sollecitare la risposta ad una mia interrogazione Pag. 92sui recenti fatti che si sono verificati in collegamento con la campagna di vaccinazioni e, dall'altro, per chiedere la presenza in Aula con urgenza del Ministro della salute perché si faccia chiarezza sul problema, che si sta rivelando particolarmente inquietante per fasce fragili come gli anziani o altri soggetti a rischio i quali davanti ad un'informativa che esce si trovano sottoposti ad una sorta di esperienza concreta di quello che è l'insuccesso, legato al decesso delle persone che muoiono, e affinché si possa avere una rassicurazione che in qualche modo tenda a negare un collegamento diretto tra la vaccinazione e poi l'evento avverso. Credo che sia urgente che il Ministro venga in Aula e, al di là delle dichiarazioni fatte alla stampa, risponda direttamente al Parlamento su ciò che effettivamente si sta verificando.

      MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MANLIO DI STEFANO. Grazie Presidente, solo per sollecitare la risposta ad alcune interrogazioni a risposta scritta: la n. 4-06963, la n. 4-06181 e la n. 4-06098. Vorrei semplicemente farle notare che queste interrogazioni come tutte, in realtà, avrebbero motivo di esistere per avere delle risposte in tempo utile. Siccome alcune sono, ad esempio, sullo speronamento della barca degli attivisti di Greenpeace, sul Ministero degli affari esteri che ha fatto un concorso per i diplomatici che pare essere totalmente fuori da ogni norma, se il Governo non risponde mai – abbiamo interrogazioni del 2013 – diventa senza senso fare interrogazioni. Però allora che ce lo comunicassero: eliminiamo questo istituto delle interrogazioni e ce ne andiamo tutti a casa felici ma, se ci sono, sarebbe gradito anche avere risposta.

      MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente, per segnalare che ieri a Vezzano sul Crostolo in provincia di Reggio Emilia è stato arrestato un uomo ventitreenne che per un periodo aveva minacciato, fatto violenza sulla sua ex-donna e, proprio perché aveva fatto anche violenze su di lei, ieri è stato arrestato. Questo giusto per prendere spunto al fine di ribadire il fatto che ancora stiamo aspettando le linee guida per il piano antiviolenza, che ancora stiamo aspettando un primo Ministro delle pari opportunità e che stiamo aspettando tutto questo da troppo tempo. Quindi questo è un altro sollecito che faccio.

      PRESIDENTE. La ringrazio deputata Spadoni di tenere alta l'attenzione su questo tema in quest'Aula.

      DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, anch'io tengo a richiedere con urgenza una risposta all'interrogazione scritta n. 4-06011 che riguarda sostanzialmente le concessioni alla società GTECH SpA come concessionaria dei giochi d'azzardo. Da voci di stampa riportate da alcuni autorevoli quotidiani, ne viene data quasi per certa la migrazione della sede legale in Gran Bretagna. Questo per una concessionaria dello Stato italiano credo non sia ammissibile, considerato che tutta l'operazione è viziata da un'economicità di base finalizzata a pagare meno tasse all'estero. Tenuto conto che è una concessionaria dello Stato, noi ci interrogavamo su quali fossero i meccanismi che vogliono mettere in atto i Ministeri interrogati al fine di arrivare a chiarire quale sia la posizione del Governo su questa faccenda. Noi riteniamo assolutamente ingiustificabile il fatto che una concessionaria dello Stato, per queste tipologie di giochi soprattutto, debba andare a pagare meno tasse all'estero, visto che già oggi è una piaga sociale e quindi, di per sé, pagare meno tasse vorrebbe dire portare ancora meno soldi all'interno delle casse dello Stato. Per Pag. 93tali attività, inoltre, vengono anche stanziati 50 milioni di euro nel disegno di legge di stabilità approvato adesso. Quindi secondo me, al di là del velo di ipocrisia che vediamo all'interno di questo disegno di legge di stabilità, noi vorremmo delle risposte concrete per capire dove stiamo andando.

      DANIELE DEL GROSSO. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, io, in realtà, mi ero prenotato per lo stesso problema che hanno molti dei miei colleghi, con riferimento alle molte interrogazioni che noi presentiamo: spesso, ne presentiamo anche tante di interrogazioni, ma non ricevono risposta. Abbiamo delle interrogazioni presentate da inizio legislatura, hanno visto passare due Premier: noi non riusciamo a capire per quale motivo accade ciò. Magari, molte interrogazioni sono anche importanti, perché ci vengono chieste dai cittadini, noi le buttiamo giù, le presentiamo, intasiamo, magari, anche le caselle di posta degli uffici preposti, però non riceviamo mai alcuna risposta. Quindi, è un sollecito che mi sento di fare a nome di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle e speriamo, quanto meno, di ricevere le risposte alle prime interrogazioni del 2013.

      PRESIDENTE. Deputato Del Grosso, di fatto, lei solleva, insieme agli altri colleghi, una questione che deve essere presa in considerazione anche dalla Presidenza. Quindi, io mi impegno a sollecitare una risposta in merito alle interrogazioni che, da troppo tempo, sono lì disattese. Quindi, sarà mia cura dare seguito a questa richiesta.

      EMANUELE SCAGLIUSI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      EMANUELE SCAGLIUSI. Signor Presidente, sono qui a sollecitare la risposta ad un'interrogazione a risposta orale, la n. 3-01163, che ho depositato sulla situazione delle adozioni internazionali in Congo. Questa interrogazione è stata assegnata alla Presidenza del Consiglio, quindi dovrebbe rispondermi il sottosegretario Delrio direttamente in Aula. Quindi, auspico che questa risposta arrivi in tempi brevi, perché si tratta di una situazione – quella delle adozioni internazionali in Congo – che va affrontata in modo rapido. Ci sono molte famiglie che aspettano ancora delle risposte precise.

      PRESIDENTE. È tra gli iscritti a parlare il deputato De Lorenzis. È in Aula ? Non parla ? Voleva intervenire, deputato De Lorenzis ? È iscritto tra i vari interventi. No ? Va bene.

      ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      ROCCO PALESE. Signora Presidente, intervengo per ribadire – il mio gruppo l'ha fatto già per iscritto con una nota ufficiale alla Presidente della Camera – la necessità urgentissima di far venire per un'informativa il Ministro della salute, così come pure ha sollecitato la collega Binetti, perché abbiamo avuto un altro caso di decesso a Terni, il tredicesimo, sulla situazione delle vaccinazioni. Ciò anche per l'allarme enorme che sta destando nel Paese.

      PRESIDENTE. Sì, sono al corrente di questa richiesta. È presente anche il sottosegretario Scalfarotto: immagino che ci farà sapere quanto prima la disponibilità della Ministra o di qualcuno del Governo a riferire in merito a questo.

      DALILA NESCI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DALILA NESCI. Presidente, oggi è stato approvato il mio ordine del giorno, in cui Pag. 94si specifica che non può essere nominato commissario ad acta per il rientro del debito sanitario chi risulta essere incompatibile in quanto in conflitto d'interessi nell'ambito sanitario e colui che, magari, ha già avuto tre incarichi dirigenziali esterni nelle strutture sanitarie pubbliche.
      Devo chiarire un punto politico: per noi resta in capo al governatore regionale la responsabilità politica della riorganizzazione della sanità. Questo è un argomento molto attuale anche in Calabria perché presto verrà proclamato il nuovo presidente della regione, Oliverio, e noi non prestiamo il fianco al processo di svuotamento della sovranità popolare, in base al quale, con la scusa dei dissesti, dei rientri e delle emergenze, i rappresentanti politici perderanno progressivamente le loro responsabilità.
      Quindi, noi ci tenevamo a specificare che rimane ancora aperta la definizione della linea di demarcazione di poteri in ambito sanitario fra commissario e governatore, ma ci teniamo che sia il governatore della regione ad avere in capo a sé sempre la responsabilità politica piena per le scelte relative alla riorganizzazione sanitaria e che al commissario rimanga la responsabilità contabile in generale, quella burocratica, affinché si facciano quadrare i conti e possa intervenire sulla regolarità degli atti.

      DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      DAVIDE TRIPIEDI. Grazie Presidente, vorrei fare anche io appello a lei in merito all'interrogazione a risposta scritta n. 4-05683, concernente la cassa integrazione in deroga per i lavoratori che, dopo tanto tempo, non riescono ad avere accesso a questa cassa integrazione. E mi scrive Michele: «Volevo sapere se avevi notizie sulla interrogazione parlamentare che avevamo sottoscritto. Siamo disperati, attendiamo vostre notizie». Presidente, qui si sta parlando della carne viva delle persone che non riescono ad andare avanti perché non riescono ad accedere alla cassa integrazione.
      Abbiamo presentato una interrogazione proprio per sapere se il Governo aveva intenzione di dare quei soldi a quelle persone, atteso che, da sei, sette mesi, nonostante abbiano tutti i documenti in regola per accedere alla cassa integrazione, l'INPS non la eroga. Ho anche sottoscritto un ordine del giorno, a prima firma Polverini, per accelerare l'erogazione della cassa integrazione.
      Quindi, chiedo gentilmente, tramite lei, Presidente, se può sollecitare il Ministro a rispondere a questa interrogazione perché ce lo chiede direttamente un cittadino che veramente fa fatica ad andare avanti e non ce la fa più.

      MARCO MICCOLI. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARCO MICCOLI. Grazie Presidente, solo per segnalare che a pochi passi da qui, in un palazzo che tutti ben conosciamo, quello che ospita i nostri uffici – a Palazzo Marini – è in corso un'occupazione da parte dei lavoratori che, a seguito della rescissione dei contratti di quei palazzi che la Camera ha effettuato con la proprietà, questa ha emesso 426 lettere di licenziamento e l'apertura della procedura di mobilità. Quei lavoratori, inoltre, da ottobre non percepiscono lo stipendio a causa di un blocco delle proprietà della Milano 90 a seguito del mancato pagamento dell'IVA.
      È una situazione di disperazione; vorrei segnalare che questa nel Lazio è la maggior vertenza che abbiamo in corso, è una delle più grandi d'Italia, appunto 426 lavoratori che affronteranno le feste natalizie addirittura senza stipendio. Io faccio appello a lei, Presidente, e alla sua sensibilità: considerato il fatto giustissimo che noi abbiamo operato una scelta, quella dei tagli per risparmiare i soldi dei cittadini, è anche vero che non lo possiamo fare solo a discapito di quei lavoratori che hanno tutto il diritto di avere un posto di lavoro e di proseguire a lavorare.
      Peraltro, se andiamo incontro ad una riorganizzazione, anche qui faccio appello Pag. 95alla sua sensibilità: si faccia di tutto affinché questa riorganizzazione, se ha bisogno di servizi, possa adoperare il lavoro, appunto, di questi lavoratori che percepiscono in media mille euro al mese e che hanno mediamente un'età anche per certi versi complicata e difficile per quanto riguarda la ricollocazione. Stanno occupando e sarebbe un bel segnale dire loro in questo momento che ci stiamo occupando anche del loro futuro e della loro occupazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

      PRESIDENTE. Deputato Miccoli io la ringrazio per aver ricordato a questa Aula il problema dei lavoratori della Milano 90. Lei sa che – ce ne stiamo occupando in Ufficio di Presidenza – ci è chiaro il problema dei dipendenti; ci stiamo adoperando per trovare ogni possibile soluzione. Certo, non è una facile soluzione. Sa pure che si sta aprendo il tavolo presso la regione Lazio, anche quello da noi sollecitato, quindi stiamo seguendo con molta attenzione la vicenda e stiamo cercando di trovare una soluzione che ponga al primo posto questo tema occupazionale.
      Quindi, la prego anche di veicolare questo messaggio, e spero che lo possa fare, e per suo tramite mandarlo ai lavoratori della Milano 90. Grazie.
      Adesso aveva chiesto di intervenire il deputato Colletti...no ? Non interviene ? Colletti lei è iscritto tra coloro che hanno chiesto di intervenire. Prego.

      ANDREA COLLETTI. Avevo capito Brunetti e quindi mi sarei potuto sentire offeso se avesse cambiato una...

      PRESIDENTE. C’è una certa differenza tra i due nomi.

      ANDREA COLLETTI. Si, anche di altezza.

      PRESIDENTE. La prego, queste sono battute da evitare.

      ANDREA COLLETTI. Scusi. Ad ogni modo le volevo far presente, ma di sicuro lo saprà, che io ed altri membri della Commissione giustizia e della Commissione affari sociali, le abbiamo inviato una lettera nella quale le chiedevamo conto di una proposta di legge incardinata in Commissione affari sociali e vertente sulla responsabilità professionale dei medici.
      Siccome riteniamo che tale proposta, andando a incidere prevalentemente su aspetti di diritto penale e di diritto civile debba essere trattata in Commissione giustizia o, per lo meno, in entrambe le Commissioni in sede referente, le vorrei chiedere lumi, cioè se ha preso posizione attraverso un'interlocuzione con il presidente della Commissione affari sociali Vargiu.

      PRESIDENTE. Deputato Colletti, io ho risposto ieri a questa lettera e, comunque, in merito al conflitto sono le Commissioni a sollevarlo, non i singoli deputati. Comunque, io le ho inviato la lettera in cui le fornisco spiegazioni e credo che le sia arrivata stamattina. Comunque, controlli.

      MARIALUCIA LOREFICE. Chiedo di parlare.

      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

      MARIALUCIA LOREFICE. Grazie Presidente. Cosa potrebbe volere un genitore per il proprio figlio ? Vederlo crescere, studiare e, magari, crearsi una sua famiglia. Un genitore accompagna il proprio figlio in queste tappe della vita e lo fa ogni giorno con gesti quotidiani e quasi scontati, quale può essere accompagnarlo a scuola. Questo aveva fatto la mamma del piccolo Andrea. Come ogni mattina lo accompagnava davanti alla scuola di Santa Croce Camerina, ma Andrea a scuola non è mai entrato: è stato trovato morto vicino ad un mulino abbandonato, a quattro chilometri di distanza.
      La vita a volte è strana e trovare un senso a quello che accade diventa impossibile e inaccettabile ed è inaccettabile e contro natura per un genitore perdere il proprio figlio. Di fronte a certe tragedie ogni parola potrebbe essere vana e superflua. Noi ci stringiamo al dolore della famiglia Stival, la famiglia del piccolo Pag. 96Andrea. Vorremmo trovare le parole giuste, ma nessuna parola sarà mai adeguata di fronte a cose che di giusto non hanno niente. Ci auguriamo solo che il piccolo Andrea possa avere giustizia, che il piccolo Andrea possa aiutare la sua famiglia a sopportare il dolore e che dal dolore la famiglia Stival possa trarre quell'energia positiva che aiuti loro a guardare ciò che li circonda ancora con amore e coraggio, proprio come solo i bambini sanno fare (Applausi).

      PRESIDENTE. Deputata Lorefice, anche la Presidenza si unisce e dà un segno di vicinanza alla famiglia del piccolo scomparso.

Ordine del giorno della prossima seduta.

      PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

      Martedì 2 dicembre 2014, alle 16:

      Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
          S. 1241 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Turchia sulla lotta ai reati gravi, in particolare contro il terrorismo e la criminalità organizzata, fatto a Roma l'8 maggio 2012 (Approvato dal Senato) (C. 2276).
      – Relatore: Manciulli.
          S. 1243 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica alla Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati uniti messicani per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, dell'8 luglio 1991, fatto a Città del Messico il 23 giugno 2011 (Approvato del Senato) (C. 2279).
      – Relatore: Fitzgerald Nissoli.
          Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America finalizzato a migliorare la compliance fiscale internazionale e ad applicare la normativa F.A.T.C.A. (Foreign Account Tax Compliance Act), con Allegati, fatto a Roma il 10 gennaio 2014, nonché disposizioni concernenti gli adempimenti delle istituzioni finanziarie italiane ai fini dell'attuazione dello scambio automatico di informazioni derivanti dal predetto Accordo e da accordi tra l'Italia e altri Stati esteri (C. 2577).
      – Relatori: Amendola, per la III Commissione; Sanga, per la VI Commissione.

      La seduta termina alle 16,45.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE  ELENCO  N.  1  DI  4  (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O  G  G  E  T  T  O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Odg 9/2679-bis-A/21 412 394 18 198 69 325 37 Resp.
2 Nom. odg 9/2679-bis-A/27 418 362 56 182 34 328 36 Resp.
3 Nom. odg 9/2679-bis-A/28 432 430 2 216 427 3 36 Appr.
4 Nom. odg 9/2679-bis-A/29 421 420 1 211 136 284 35 Resp.
5 Nom. odg 9/2679-bis-A/31 440 438 2 220 124 314 34 Resp.
6 Nom. odg 9/2679-bis-A/33 440 440 221 116 324 34 Resp.
7 Nom. odg 9/2679-bis-A/35 439 438 1 220 133 305 34 Resp.
8 Nom. odg 9/2679-bis-A/37 439 410 29 206 386 24 34 Appr.
9 Nom. odg 9/2679-bis-A/50 440 438 2 220 80 358 34 Resp.
10 Nom. odg 9/2679-bis-A/51 443 388 55 195 49 339 33 Resp.
11 Nom. odg 9/2679-bis-A/52 438 437 1 219 24 413 33 Resp.
12 Nom. odg 9/2679-bis-A/54 426 424 2 213 119 305 33 Resp.
13 Nom. odg 9/2679-bis-A/55 444 443 1 222 103 340 33 Resp.

F  =  Voto favorevole (in votazione palese). – C  =  Voto contrario (in votazione palese). – V  =  Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A  =  Astensione. – M =  Deputato in missione. – T  =  Presidente di turno. – P  =  Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X  =  Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE  ELENCO  N.  2  DI  4  (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O  G  G  E  T  T  O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/2679-bis-A/58 447 388 59 195 53 335 33 Resp.
15 Nom. odg 9/2679-bis-A/61 454 393 61 197 50 343 32 Resp.
16 Nom. odg 9/2679-bis-A/67 449 385 64 193 50 335 32 Resp.
17 Nom. odg 9/2679-bis-A/78 447 389 58 195 53 336 32 Resp.
18 Nom. odg 9/2679-bis-A/79 445 442 3 222 109 333 32 Resp.
19 Nom. odg 9/2679-bis-A/80 452 452 227 114 338 32 Resp.
20 Nom. odg 9/2679-bis-A/82 453 377 76 189 57 320 32 Resp.
21 Nom. odg 9/2679-bis-A/104 456 454 2 228 125 329 31 Resp.
22 Nom. odg 9/2679-bis-A/106 454 454 228 125 329 31 Resp.
23 Nom. odg 9/2679-bis-A/107 452 437 15 219 110 327 31 Resp.
24 Nom. odg 9/2679-bis-A/109 453 452 1 227 105 347 31 Resp.
25 Nom. odg 9/2679-bis-A/111 455 425 30 213 66 359 31 Resp.
26 Nom. odg 9/2679-bis-A/113 457 452 5 227 94 358 31 Resp.


INDICE  ELENCO  N.  3  DI  4  (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O  G  G  E  T  T  O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/2679-bis-A/116 462 456 6 229 99 357 31 Resp.
28 Nom. odg 9/2679-bis-A/119 460 458 2 230 125 333 31 Resp.
29 Nom. odg 9/2679-bis-A/129 467 454 13 228 90 364 31 Resp.
30 Nom. odg 9/2679-bis-A/131 458 455 3 228 109 346 30 Resp.
31 Nom. odg 9/2679-bis-A/140 460 458 2 230 101 357 30 Resp.
32 Nom. odg 9/2679-bis-A/143 448 441 7 221 104 337 30 Resp.
33 Nom. odg 9/2679-bis-A/149 450 450 226 119 331 30 Resp.
34 Nom. odg 9/2679-bis-A/153 456 456 229 89 367 30 Resp.
35 Nom. odg 9/2679-bis-A/157 457 451 6 226 112 339 30 Resp.
36 Nom. odg 9/2679-bis-A/162 453 438 15 220 116 322 30 Resp.
37 Nom. odg 9/2679-bis-A/163 456 456 229 106 350 30 Resp.
38 Nom. odg 9/2679-bis-A/177 455 454 1 228 115 339 30 Resp.
39 Nom. odg 9/2679-bis-A/178 451 434 17 218 113 321 30 Resp.
INDICE  ELENCO  N.  4  DI  4  (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 44)
Votazione O  G  G  E  T  T  O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/2679-bis-A/179 450 448 2 225 127 321 30 Resp.
41 Nom. odg 9/2679-bis-A/181 447 429 18 215 110 319 30 Resp.
42 Nom. Ddl 2679-bis-A – voto finale 435 432 3 217 324 108 26 Appr.
43 Nom. Ddl 2680-bis – Nota di variazioni 400 397 3 199 309 88 41 Appr.
44 Nom. Ddl 2680-A – voto finale 404 401 3 201 309 92 41 Appr.