XVII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 363 di giovedì 15 gennaio 2015
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI
La seduta comincia alle 10.
CATERINA PES, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
Sul processo verbale (ore 10,05).
ANGELO TOFALO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Immagino che chieda di parlare sul processo verbale. Ne ha facoltà.
ANGELO TOFALO. Signor Presidente, intervengo per chiarire il concetto espresso ieri. Io ieri sono intervenuto a fine seduta per sollecitare, come ha detto giustamente la segretaria, le interrogazioni a mia firma, anche quelle di altri colleghi, e per far sì che in Parlamento fosse messa agli atti una cosa. Mi fa piacere che sia proprio lei a presiedere oggi, perché poi, alla fine del mio intervento, lei ha detto: questa è una sua opinione, io non so se si riferiva alla cosa detta da me o al pensiero che ho espresso dopo; quindi magari dopo, Presidente, vorrei sentire anche in merito a questa cosa.
Ieri sono intervenuto per denunciare le parole espresse pubblicamente in una trasmissione televisiva in diretta, Ultim'ora, credo fosse Sky Tg24 – se ricordo bene, ma ero in un bar, mi è capitato di vederla all'improvviso –, del deputato e magistrato Stefano Dambruoso, anche questore anziano, proprio colui che diede lo schiaffo alla mia collega Loredana Lupo, il quale diceva in televisione una cosa gravissima. Mi fa piacere che oggi anche il procuratore Spataro ha rilasciato un'intervista in cui va a criticare questa cosa.
Ebbene, Stefano Dambruoso ha detto in diretta televisiva, mentre commentava la tragedia di Charlie Hebdo, che i servizi segreti italiani si possono spingere, quando serve, oltre il codice, oltre la legge. È una cosa pazzesca ed è una cosa gravissima che un deputato della Repubblica, un magistrato, dica queste cose in televisione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Allora, io vorrei pregare, senza fare sterili polemiche, chi non è della materia dell’intelligence... Può essere un magistrato – io non lo conosco – esperto in terrorismo; da quanto dicono le voci dei suoi stessi colleghi, una persona rude, manesca, che accetta cose strane. Lo abbiamo visto qui, abbiamo visto lo schiaffo in mondovisione, per cui non lo conosco, ma le parole parlano chiaro. Per cui le voci di corridoio mi dicono che è una persona abbastanza violenta, detto dai suoi stessi colleghi. Io non accetto queste cose, non posso accettarle.
Allora, vorrei invitare la Presidenza...
PRESIDENTE. Onorevole Tofalo, lei chiarisca il suo pensiero, lasciamo stare le voci di corridoio...
ANGELO TOFALO. Lo sto chiarendo. Ieri, dato il tempo, forse non l'ho spiegato bene. Noi – io personalmente come membro del Copasir – come MoVimento 5 Stelle, siamo d'accordo su una proposta di legge proprio avanzata dal collega Dambruoso, che sta studiando con la collega Giulia Sarti, che va nella direzione di una lotta concreta al terrorismo; però, una Pag. 2cosa sono i fatti e una cosa le parole, perché a me sembra che in materia di intelligence spesso si dicano cose come fa il nostro Premier: facciamo un’intelligence europea, poi sappiamo bene che ogni Governo pensa a casa sua, quindi è difficile coordinare un’intelligence europea, così come è difficile magari coordinare tutte le procure nazionali e la lotta al terrorismo.
Allora, vanno bene queste proposte, ma assolutamente è inaccettabile che in diretta televisiva si dia un messaggio a milioni di persone che va contro quello che è il lavoro che noi stiamo facendo in Parlamento. Quindi, io porterò questo argomento anche al Comitato, al Copasir, e magari solleciterò anche il collega Vitelli, che è una persona in gambissima e preparatissima, che sta al Copasir con me. Ribadisco: quando bisogna parlare in materia di intelligence, quando si parla di argomenti delicati come il terrorismo, come gli ostaggi, bisogna pesare ogni parola. In questa occasione, il collega Dambruoso ha fatto uno scivolone incredibile.
La nostra Repubblica già è stata sporcata negli anni da tante parole: i fatti sono pochi, ma tante le parole. Mi viene in mente Gladio, mi viene in mente l'Anello, mi vengono in mente i servizi deviati. Allora, abbiamo abituato il popolo italiano a pensare male di una parte fondamentale delle istituzioni.
Utilizzare uno shock reale, concreto, come l'attacco subito a Parigi, considerando che c’è anche una certa paura nella cittadinanza italiana, che non va nemmeno alimentata, ovviamente, ma va rassicurata per quello che possiamo... Non possiamo permetterci di dire queste cose, non possiamo permetterci di andare contro la democrazia. Perché io credo – e vorrei ribadire qui le parole e il mio stesso pensiero – che i giochi sporchi non sono ammissibili in democrazia. Questo lo dice Armando Spataro: i giochi sporchi offendono i servizi segreti, che devono agire entro i confini della legge. Quindi, rapimenti, torture e illegalità non sono utili, ma sono anzi controproducenti. Quindi, vorrei ribadire il totale distacco, la distanza da queste parole gravissime di un deputato della Repubblica. Io spero che venga qui a chiarire meglio il suo pensiero, magari come sto facendo io, e magari torni in televisione a rettificare quanto detto.
Infatti, posso testimoniare, perché li vado a visitare quotidianamente, che, per fortuna, in Italia abbiamo dei servizi segreti – che poi è un termine non tecnico, bisognerebbe parlare di servizi informativi per la sicurezza – costituiti da ragazzi veramente in gamba. Abbiamo ingegneri preparatissimi, abbiamo persone che parlano molteplici lingue, anche rare. Quindi, queste parole vanno ad offendere anche chi si trova quotidianamente in prima linea e svolge un lavoro importantissimo per la sicurezza del nostro Paese, per la sicurezza dei nostri cittadini, e si trova spesso anche oscurato, poi, da queste cose.
PRESIDENTE. Onorevole Tofalo, al pari di quanto le ho detto ieri, anche in assenza dell'onorevole Dambruoso, sono certo che avrete modo di confrontarvi su temi delicati – vedo che è presente l'onorevole Dambruoso – nelle sedi opportune. Però, è sempre opportuno il rispetto dei colleghi, in ogni caso.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, è un richiamo all'articolo 32, quello sul processo verbale. Credo sia importante stabilire come un deputato possa adempiere a quanto previsto al comma 2, che recita: «Quando sul processo verbale non vi sono osservazioni, esso si intende approvato». Credo che le osservazioni debbano venire da chi ha fatto gli interventi nella seduta precedente, nella seduta di cui stiamo leggendo il processo verbale.
Se è prevista – ed è in corso adesso – un'audizione importante nell'auletta dei gruppi, che coinvolge trasversalmente più Commissioni, la domanda che le faccio è: come un deputato può intervenire in questo caso sul processo verbale, quando, in realtà, sostanzialmente non è possibile per Pag. 3lui farlo, in quanto non potrebbe svolgere la sua attività, come in questo caso, nell'auletta dei gruppi o in un'altra Commissione convocata, magari dove addirittura abbiamo anche votazioni in corso ?
Per questo, le chiedo un chiarimento sul fatto che alcuni deputati, partecipando ai lavori attivi della Commissione, e quindi potendo svolgere il loro mandato parlamentare, esercitando anche, magari, un diritto di voto in Commissione, non possano esercitare un diritto, che è quello sancito dall'articolo 32, comma 2, del Regolamento, che prevede l'espressione di osservazioni sul processo verbale. Questo, secondo me, è un vulnus: o io non ho ben chiaro e non ho interpretato bene questo tipo di norma o chiedo dei chiarimenti alla Presidenza.
PRESIDENTE. La ringrazio. Lei solleva una questione a cui la Presidenza, ovviamente, dà risposta, nel senso che la questione, onorevole Crippa, che lei solleva si pone dal momento in cui vi è in Aula una fase in cui vi sono votazioni. La fase del processo verbale, quella del chiarimento del proprio pensiero, al momento, non è una fase di votazioni, a meno che poi non si giunga alla votazione della stessa approvazione del processo verbale, e quindi, al pari, per esempio, del preavviso dei cinque e venti minuti, le Commissioni possono svolgere, ovviamente, le loro sedute.
Avverto che, analogamente a quanto verificatosi, anche di recente, in occasioni come questa – ricordo, in particolare, da ultimo, le sedute del 7 e 13 aprile 2011, nonché la seduta del 15 dicembre 2011 – la Presidenza ha concesso cinque minuti al primo dei deputati che hanno chiesto di intervenire e un tempo molto inferiore, circa un minuto – ed è stato dato un minuto il 7 aprile e il 15 dicembre 2011, l'8 ottobre 2014 trenta secondi e il 13 aprile 2011 –, per gli interventi successivi.
SEBASTIANO BARBANTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, stavo rileggendo il resoconto stenografico di ieri e mi sono accorto che le mie parole potevano essere anche equivocate, in un discorso un po’ più ampio, che era quello della spoliazione dei poteri di questo nuovo pseudo Senato. Effettivamente, facendo riferimento all'articolo 54 della Costituzione, mi sembra di avere riportato lo stesso articolo in maniera abbastanza incompleta, e quindi avrei potuto generare dei fraintendimenti.
Per dovere di cronaca, l'articolo 54 della Costituzione recita: «Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi». La seconda parte, il secondo comma, che era quello in gran parte riportato e a cui si faceva riferimento per l'importanza che doveva rivestire il nuovo Senato, recita: «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche...
PRESIDENTE. Concluda.
SEBASTIANO BARBANTI. ... hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge».
CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Su che cosa ?
CARLO SIBILIA. Signor Presidente, vorrei tornare un attimo sulla questione dell'articolo 32, relativa agli interventi sul processo verbale, ponendo la seguente riflessione. Lei giustamente ha anche ricordato i precedenti, per cui al primo deputato che interviene sul processo verbale vengono garantiti cinque minuti per chiarire il proprio pensiero e agli altri, a seconda dei casi che ci sono stati – lei ha letto i precedenti –, si possono concedere un minuto o trenta secondi.
Pongo una questione che, secondo me, non è di secondaria rilevanza, ossia il fatto che in questo momento noi stiamo discutendo un provvedimento che ha a che fare con una modifica di quaranta articoli della Pag. 4Costituzione. Non vorrei esagerare paragonando questa Assemblea a un'Assemblea quasi costituente, ma quaranta articoli della Costituzione sono una parte consistente. Da questo punto di vista, immagino, capisco e comprendo anche il fatto che ci siano dei precedenti differenti, però abbiamo già indicato un problema di natura procedurale, perché se si vuole chiarire il proprio pensiero sulle riforme...
PRESIDENTE. Sintetizzi, onorevole Sibilia.
CARLO SIBILIA. Arrivo al punto.
PRESIDENTE. È evidente che anche in fase di riforma costituzionale si tratta sempre di processo verbale e sempre quelli sono i tempi. La ringrazio.
LUIGI GALLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Signor Presidente, ieri intervenivo affermando che questa riforma costituzionale risulta illegittima, perché in sostanza è un processo costituente che è scritto solo dalla maggioranza e, all'interno di questa trasformazione, a nessuna forza di opposizione è stata garantita la possibilità di modificare il disegno di legge costituzionale, la riforma di legge costituzionale.
In questo caso c’è da fare una sola rettifica: è vero che una forza di opposizione, dobbiamo capire quanto credibile, come Forza Italia, in parte sta votando alcune norme di questa riforma costituzionale, ma naturalmente anche questa scelta di questa forza di opposizione ha portato una spaccatura nella stessa forza. Quindi, possiamo dire che tutte...
PRESIDENTE. Grazie.
FRANCESCO D'UVA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, intanto ieri ho sbagliato la consecutio – e chiedo scusa ai colleghi –, perché mentre parlavo ho detto: «Fanno un confronto», invece intendevo: «Faranno un confronto», che è più corretto.
Poi, giusto per chiarire il concetto, alla fine io ringrazio la Presidenza per avermi dato la parola e spero che le cose possano andare in modo migliore in quest'Aula. A cosa mi riferivo ? Mi riferivo al fatto che in questo momento siamo vittime di ostracismo da parte della maggioranza. Infatti, se di tanto in tanto siamo tacciati di non fare altro che ostruzionismo, in questo caso stiamo veramente subendo un ostracismo, perché tutte le proposte emendative che noi presentiamo vengono puntualmente bocciate.
Noi stiamo soltanto chiedendo che questa riforma non venga fatta dal Governo, ma venga fatta dal Parlamento, e non soltanto come «pigia bottoni», ma che veramente si possa dare un contributo reale a questa riforma.
È una riforma molto importante. Si sta facendo questa riforma senza un Presidente della Repubblica e noi non riusciamo ad accettare questa cosa.
EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, a pagina 56 del resoconto stenografico vorrei che fosse cambiata la parola: «monocameralismo» con la parola: «monocameratismo», che rende meglio l'idea di quello che si porta avanti, insieme alla legge elettorale, con questo nuovo sistema costituzionale.
Mentre a pagina 91, la Presidenza mi aveva interrotto, vorrei completare il mio intervento, in modo che il seguito del mio discorso sia più chiaro: «(...) sotto la pietra tombale del voto con accompagnamento funebre di ululati, questa non è più una maggioranza parlamentare, ma si avvia a diventare una pia congregazione, se non addirittura una società corale, del tipo Pag. 5di quella che durante il fatidico ventennio» – e non è quello berlusconiano – «dava i suoi concerti nell'Aula di Montecitorio».
PRESIDENTE. Onorevole Cozzolino, ovviamente lei non può cambiare una parola che ha detto, lei può precisare meglio il suo pensiero.
SILVIA CHIMIENTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, anche io ieri sono intervenuta dicendo che, mentre noi siamo qui appunto da tre giorni a modificare, come se niente fosse, la Costituzione, fuori da questo Palazzo si sta tenendo un presidio permanente di precari della scuola, docenti e personale ATA. A questo proposito vorrei precisare che le associazioni che hanno organizzato questa manifestazione sono i «Precari Uniti Contro I Tagli-Roma», il «Coordinamento Precari Scuola Roma», il «Comitato Precari ATA Roma», i precari Cobas, i precari CUB e precari USI.
Vado a leggere dal volantino ufficiale del presidio permanente: il personale precario, docente e ATA, delle scuole Roma e provincia, ribadendo la più totale contrarietà alla riforma Renzi ed esprimendo soddisfazione rispetto al fatto che, nonostante il bombardamento mediatico, la «buona scuola» non sia stata accolta favorevolmente dal mondo della scuola e dai cittadini, intende ricordare al Governo che le assunzioni inserite demagogicamente nel piano scuola non sono un'elargizione di questo Esecutivo, ma un atto dovuto da tempo – oggi è reclamato con forza anche dalla Corte di giustizia europea –, che vanno realizzate immediatamente senza demansionamenti e spostamenti territoriali...
PRESIDENTE. La ringrazio, grazie mille.
RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, anch'io vorrei specificare e chiarire alcune mie parole dette durante l'Assemblea di ieri. Io sono intervenuto in varie occasioni su vari articoli. Purtroppo, la Presidente in alcune occasioni mi ha interrotto e ha sollevato il dubbio che le opinioni da me espresse fossero opinioni incostituzionali, perché avrebbero violato, a detta della Presidente, l'articolo 90.
Ora vorrei chiarire come questo sia assolutamente irragionevole, in quanto in questi giorni tutti i giornalisti, le testate televisive e i quotidiani stanno analizzando giustamente i nove anni di Presidenza di Giorgio Napolitano. Ora delle due l'una: se sono io incostituzionale, perché esprimo in quest'Aula pareri e giudizi sul comportamento di Napolitano, allora anche tutti...
PRESIDENTE. La ringrazio.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, ieri quando parlavo del glorioso partito fondato da Dell'Utri evidentemente era un'affermazione ironica.
Non era ironica, invece, la mia affermazione rivolta ai colleghi di Forza Italia, invitandoli a ribellarsi, in quanto reputo – e questa è una mia denuncia politica, Presidente – che il presidente Berlusconi stia in ogni modo provando a salvare i propri interessi, l'ex senatore Berlusconi, e sia anche disposto a sacrificare un partito.
Il nervosismo al quale ieri abbiamo assistito in Aula tra le fila di Forza Italia dimostra quanto evidentemente tale questione stia preponderante. Quindi, la prima parte era ironica, Presidente, la seconda un po’ meno.
Invito – e specifico meglio il mio pensiero – ulteriormente i colleghi di Forza Italia a ribellarsi, in quanto il patto del Pag. 6Nazareno, oltre a strozzare gli italiani, sta strozzando gli stessi componenti di Forza Italia.
FILIPPO GALLINELLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, io ieri sono intervenuto sull'emendamento Dieni 1.71, in cui si parlava degli articoli 29 e 32 della Costituzione.
Ora, forse non si è capito bene il mio pensiero, perché poi è stato ripetuto anche nel pomeriggio dall'onorevole Gigli, se non sbaglio, per quanto riguarda l'importanza che la seconda Camera possa esprimere un'opinione per quanto riguarda la famiglia, la società, la salute e le cure mediche. Quindi, tenevo a ribadire questo pensiero, per spiegarlo all'Aula, perché ho visto che poi l'emendamento è stato pure bocciato, quindi, forse, la mia spiegazione durante la discussione dell'emendamento non è stata chiara. Comunque, ecco, noi siamo a disposizione per andare avanti su questa strada.
CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, innanzitutto ringrazio la Presidenza per avermi fatto perdere la audizione di Katainen, e devo rimarcare questa cosa in quanto nell'audizione sono state convocate varie Commissioni, fra le quali la Bilancio, mi risulta anche Attività produttive e Commissione lavoro. Io, a causa di questa scelta della Presidenza, a sua discrezionalità, ho perso un'audizione secondo me importantissima, solo perché dovevo precisare un'opinione espressa ieri però la Presidenza poteva tranquillamente sospendere per poi riprendere pochi minuti dopo. Non succedeva assolutamente nulla.
Ecco come funziona qua la macchina burocratica: non ti permette di svolgere il lavoro al meglio. Si convoca l'Aula quando abbiamo ancora la Commissione. Già questo è assurdo. Io, però, volevo parlare dell'intervento di ieri che era relativo a un discorso sulla scuola pubblica e sugli stanziamenti che vengono dati invece a delle infrastrutture inutili quali la Brebemi. Io ho parlato di 300 milioni di euro, invece...
PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Cominardi, lei ha utilizzato il suo tempo più per lamentarsi che per chiarire.
FEDERICO D'INCÀ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO D'INCÀ. Presidente, allora continuerò io la lamentela dell'onorevole Cominardi perché giustamente...
PRESIDENTE. Lei dovrebbe chiarire il suo pensiero.
FEDERICO D'INCÀ. Certo, certo, ma stia sereno, Presidente, non si arrabbi.
PRESIDENTE. No, guardi, io questo hashtag glielo lascio volentieri.
FEDERICO D'INCÀ. Lo lasciamo correttamente al mondo intero. Intervengo semplicemente per dire che c'era comunque convocata un'audizione alla quale non ho potuto partecipare nella fase finale, nel momento della domanda del MoVimento 5 Stelle e dell'onorevole Cariello. Credo sia importante che la prossima volta che lei dovesse prendere in esame questa situazione convochi o comunque sospenda l'Aula per i minuti che possono essere interessanti.
All'interno del resoconto stenografico della seduta di ieri manca, nella penultima riga del mio intervento, prima delle parole: «dell'affermazione anche alle prossime regionali», la parola: «coerenza». Vorrei, quindi, che vi fosse l'introduzione della continuazione dell'affermazione della coerenza espressa ieri in Aula dalla Lega e da Forza Italia nella non volontà di presentarsi Pag. 7più insieme alle prossime regionali in Veneto e magari anche per la caduta della Lombardia.
PRESIDENTE. L'ipotesi è stata valutata dalla Presidenza ed è stato risposto in Aula.
ALBERTO ZOLEZZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Grazie Presidente, volevo completare il pensiero espresso ieri per dire perché non è possibile mandare persone non elette al Senato. Perché in Liguria non solo si costruisce la Gronda con 3 miliardi di euro e non si pagano i danni dell'alluvione (300 milioni di euro), ma si scopre oggi che nella ricostruzione e nel post alluvione alle Cinque Terre tutti i lavori di messa in sicurezza sono stati fatti addirittura per corrispondenza da uno studio di Carrara da dove i tecnici non si sono mai mossi per andare a certificare la sicurezza dei lavori del parcheggio di Monterosso. E questo è stato approvato chiaramente a livello politico regionale. E queste persone dovrebbero essere mandate al Senato. Il peggio del peggio è che i rifiuti politici pericolosi delle regioni dovrebbero venire al Senato a governare l'Italia.
MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente, sempre appunto riguardo al processo verbale. Ieri parlavo della possibile fluidità del Senato e della necessità di avere ulteriori norme da sottoporre effettivamente al Senato, quindi un processo bicamerale. Come ho già detto precedentemente, volevo specificare proprio questo tema. Quali norme ? Una delle norme fondamentali deve essere l'articolo 78 della Costituzione sullo stato di guerra, cioè la Camera, nella nuova riformulazione proposta dal Governo, può deliberare lo stato di guerra. Ciò è qualcosa di gravissimo; ci deve assolutamente essere un processo bicamerale in questa effettiva norma, anche perché con la legge elettorale che stanno spiegando e che stanno sviluppando al Senato ci sarebbe un premio di maggioranza che permetterebbe a soltanto un gruppo politico di dare la possibilità di entrare in guerra da parte dell'Italia. Richiedo effettivamente che venga rivalutato questo articolo. Lo vedremo poi più avanti anche nel seguito della discussione.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie Presidente, io volevo chiarire il mio pensiero di ieri. Io dicevo alla Presidente Boldrini che rischiava di rimanere invischiata in questo gioco tra PD e Forza Italia per le riforme costituzionali e la scelta del Presidente, come aveva precisato – e l'ho già ribadito ieri – la mia collega Sarti. Volevo precisare il fatto che comunque questa responsabilità della Presidente Boldrini di non fermare i lavori non esime comunque il PD dalle sue responsabilità. Io continuo a sperare perché, come si sa, la speranza è l'ultima a morire, che qualcuno all'interno del PD abbia la dignità di opporsi a queste riforme e di opporsi a questo metodo di lavorare. Infatti, abbiamo in ballo dei principi costituzionali che non sono nostri. Lo ribadisco, non sono di questo Parlamento e di queste persone che sono oggi qui in Aula, ma devono essere di tutto il popolo italiano, che dobbiamo rispettare e trattare con il rispetto dovuto.
E allora la precisazione era appunto questa: non si esime il PD dalle sue responsabilità che ha con Forza Italia, perché stanno lavorando insieme, nonostante facciano una bagarre fasulla...
PRESIDENTE. La ringrazio.
Pag. 8MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANLIO DI STEFANO. Grazie Presidente, volevo chiarire il concetto di ieri, perché in effetti rivedendomi ho capito che non era molto chiaro, ovvero relativamente al fatto che, se non c’è neanche la volontà di rispettare il mandato elettorale, figuriamoci la volontà di portare avanti le stesse idee per le quali hai magari speso una parola in quest'Aula.
Ieri, riferendomi a questo concetto, mi riferivo al fatto che durante la discussione c'erano stati diversi interventi di colleghi ai quali ho visto cambiare come minimo 4 o 5 spicchi all'interno di quest'Aula, quindi dal PD a SEL, da SEL al PD, da SEL a LED, da LED al gruppo Misto, dal gruppo Misto a «non so dove», dal MoVimento 5 Stelle ad altrove (perché no ?).
Se questa gente trova così facile cambiare posto e quindi cambiare i valori che l'hanno portata qua dentro, figuriamoci se può mai portare avanti le idee che magari ha sposato qualche giorno prima, firmando un atto che poi invece non ha più votato in Aula.
Questa è un po’ la sintesi della politica italiana: gente che dice una cosa e ne vota un'altra e un po’ il succo è questo.
PATRIZIA TERZONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PATRIZIA TERZONI. Grazie Presidente, anch'io vorrei un attimo intervenire su un intervento che ho fatto a fine seduta ieri e che ricorderà bene, visto che era presente anche lei: c’è una frase che vorrei modificare; è a pagina 104 del resoconto stenografico, nel terzultimo capoverso del mio intervento, in cui c’è scritto: «la mobilità di venti dirigenti perché dietro ad un'azienda»; vorrei togliere le parole «perché dietro ad un'azienda», lasciando «la mobilità di venti dirigenti, la testa di un'azienda, la sua mente, è fatta dalla dirigenza e non vorremmo che questo fosse solo l'inizio di una lunga serie».
PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Terzoni, la frase non si può modificare ma diciamo che lei ha chiarito il suo pensiero in questo senso.
FABIANA DADONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi davanti all'onorevole Dadone se si abbassano, per permetterci anche di vederla, oltre che di ascoltarla. Ne ha facoltà.
FABIANA DADONE. Grazie Presidente, molto gentile. Vorrei intervenire per specificare il mio pensiero di un intervento a pagina 15, nel quale ho informato la maggioranza del fatto che il senso di tutti quegli emendamenti relativi all'aumento delle competenze di questo nuovo Senato erano volti a mettere di fronte la maggioranza ad una scelta sul tipo di Senato che avrebbero voluto utilizzare.
Il problema è che però ho detto: «o un Senato di tipo tedesco o questa specie di Senato ibrido».
Ecco, non era questo esattamente quello che volevo dire, l'errore è stato dato dall'entusiasmo nell'argomentare le nostre motivazioni, che purtroppo però non hanno convinto la maggioranza, ma l'intento era dire: «o un Senato di tipo tedesco, quindi federale, oppure un monocameralismo punto e basta», perché un Senato ibrido loro già lo hanno scelto, di fatto, ed è un modello – anzi, non è un modello, lo abbiamo specificato in tutti i modi, perché è un unicum – ma è un sistema che già non regge. Questo è quanto.
CHIARA GAGNARLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CHIARA GAGNARLI. Grazie Presidente, solo per specificare che l'interrogazione da me sollecitata ieri riguarda l'edificio scolastico di Fratta Santa Caterina, Pag. 9nel comune di Cortona, che necessiterebbe di importanti interventi strutturali urgenti. Quindi chiedo chiarimenti al Ministro, se è a conoscenza della situazione.
PAOLO PARENTELA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO PARENTELA. Grazie Presidente, intervengo sul processo verbale in quanto ieri sera, quando ho fatto il mio intervento di fine seduta, ho sollecitato la risposta al un'interrogazione (mi riferisco alla n. 4-05621) e durante le mie affermazioni non ho precisato che i lavoratori che oggi stanno protestando in piazza Prefettura a Catanzaro e che rischiano appunto di perdere il loro posto di lavoro sono lavoratori che sono distribuiti nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza.
Ci tengo a ribadire che parliamo di 1.800 lavoratori e mentre noi parliamo di riforme la gente va in piazza per protestare affinché possa mantenere il proprio posto di lavoro.
Detto questo, mi auguro che il Governo risponda al più presto.
GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, innanzitutto volevo chiederle: avendo fatto due interventi, ho due minuti oppure li devo rettificare tutti e due ?
PRESIDENTE. No, onorevole Vacca, non ha due minuti.
GIANLUCA VACCA. Quindi, ho soltanto un minuto per rettificare entrambi ?
PRESIDENTE. Sì.
GIANLUCA VACCA. Va bene, allora rettifico soltanto un intervento. Quando ho citato il discorso della Presidente Boldrini, ovviamente, non avevo alcuna intenzione di essere ironico nei confronti della Presidenza, anzi, la mia intenzione era proprio quella di spronare, cercare di far capire alla Presidente Boldrini l'importanza del ruolo e della decisione che stava prendendo.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIANLUCA VACCA. Quindi, colgo l'occasione per rivolgere anche a lei, visto che fa parte dell'Ufficio di Presidenza, questo appello a cercare di ragionare sull'opportunità di accogliere le richieste che mezzo Parlamento sta rivolgendo alla Presidenza di sospendere la discussione delle riforme costituzionali in attesa dell'elezione del nuovo Presidente.
CARLA RUOCCO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLA RUOCCO. Grazie Presidente, rileggendo il testo del mio intervento, volevo precisare che: «in vita mia» – ho detto – «non ho mai visto tanta mancanza di coraggio». Volevo anche aggiungere: tanta viltà. Mi riferivo al fatto che non ho mai visto, se non in quest'Aula oggi, tanta mancanza di coraggio. Infatti, poi, ribadisco, voglio riprendere il discorso, che parlando anche fuori dall'Aula – quindi, in effetti, si capiva prima, però volevo precisarlo –, questa riforma non piace proprio a nessuno. Lo volevo ripetere due volte: proprio a nessuno.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CARLA RUOCCO. State votando qualcosa di orripilante e lo sapete benissimo, nel senso che, anche raccogliendo più impressioni fuori dell'Aula, comunque nessuno ne ha parlato in maniera encomiabile. State distruggendo una parte del Paese, che, poi, lascerete in eredità ai vostri figli sempre più sfasciata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.
Pag. 10PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, io ieri, durante il mio intervento, ho detto: «Siete venuti qui in Aula a portare una legge a vostra prima firma contro l'omofobia che noi abbiamo anche firmato e abbiamo chiesto di appoggiare. Abbiamo chiesto al PD di votarla e lo stesso PD, primo firmatario, si è rifiutato per squallidi accordi politici». Quello che non si è capito, perché mi ero lasciata prendere un attimo dalla passione per l'argomento, è che volevo dire a Scalfarotto – poi, lei mi ha bloccato, Presidente – che noi, ora come allora, siamo disposti ad appoggiare qualsiasi legge seria al riguardo e volevamo vedere, vogliamo vedere ancora adesso, se il PD questa volta almeno si farà vedere.
GIUSEPPE BRESCIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA. Grazie Presidente, io ieri sono intervenuto per sottolineare la connessione che esiste tra la forzatura della maggioranza che impone dei diktat al Presidente della Camera, che questa, poi, esegue, e il clima sfavorevole alle riforme costituzionali che si viene a costituire. Voglio chiarire il mio pensiero, portando, ad esempio, uno dei momenti più drammatici, se vogliamo, di questa legislatura, che è stata l'applicazione della «ghigliottina» da parte della Presidente Boldrini proprio durante la discussione del decreto «IMU-Bankitalia».
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE BRESCIA. In quell'occasione cosa avvenne ? Avvenne che l'allora Ministro per i rapporti con il Parlamento, Franceschini, e la Boldrini si chiusero in una stanza per mezz'ora, decisero ciò che si doveva fare in quest'Aula e, poi, fecero una Conferenza dei presidenti di gruppo farsa, in cui si fece finta di prendere una decisione, che, però, era già stata...
PRESIDENTE. La ringrazio.
STEFANO DAMBRUOSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, chiedo di intervenire per fatto personale e sarò veloce per questo, sono molto rapido. Ho letto sul verbale di ieri che sono stato chiamato in causa da un intervento di un rappresentante del MoVimento 5 Stelle. In questi giorni, Presidente, tengo a chiarire che sono stato chiamato a commentare una pluralità di episodi che sono accaduti, gravi, gravissimi, in Francia: su questi episodi c’è stata la necessità di ricordare perché in Italia il reato di apologia del reato, quindi, di supporto ideologico ai fatti di terrorismo, ancora non è stato mai praticato. Se esisteva, io ho detto sì, ho chiarito e ho informato che esiste, ma non è mai stato realmente praticato.
Oggi sappiamo che, in Francia, un comico satirico è stato arrestato per apologia di reato, e ho rammentato, sempre in queste informazioni che davo, che è importante che nei luoghi massimi delle istituzioni, in Parlamento, non vi siano sollecitazioni a forme di apologia, perché abbiamo sentito, in una circostanza chiara, un rappresentante del MoVimento 5 Stelle giustificare le azioni dell'ISIS contro azioni dell'America. Questo è un fatto grave e ho ribadito che tutto questo è grave (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Colleghi ! Non costringetemi... colleghi ! Allora ! Onorevole D'Incà, per favore ! Sta parlando un collega ! Non è che quando parlate voi stanno tutti in silenzio e quando parlano gli altri voi disturbate mentre parlano ! Onorevole Sibilia, se crede, prenderà la parola !
DALILA NESCI. Però ora ci fa parlare !
PRESIDENTE. Onorevole Nesci, stia buona. Fate il favore a voi stessi, prima Pag. 11che alla Presidenza, di tacere mentre parla un altro collega, poi avrete la parola. Prego, onorevole Dambruoso.
STEFANO DAMBRUOSO. Presidente, questo è il livello della nostra democrazia (Commenti dei deputati Di Battista e Manlio Di Stefano). Presidente ! Io vorrei...
PRESIDENTE. Basta ! Onorevole Di Stefano, la smetta ! Onorevole Di Stefano, la smetta, sta parlando un suo collega ! Anche in divergenza di opinioni, la invito a rispettarlo.
STEFANO DAMBRUOSO. Presidente, sempre sulle apologie di reato, mi è stato chiesto: i servizi segreti, in Italia, sono capaci di prevenire, così come invece, purtroppo, non è stato fatto nel recente fatto di Parigi ? Ho ricordato che i servizi del nostro Paese sono fra i migliori e che hanno delle garanzie funzionali che consentono loro fortunatamente di fare quello che viene chiamato dirty play, un gioco sporco, il che non vuol dire fare omicidi o torture ma vuol dire che per urgenza e per bloccare questi fanatici è necessario, per esempio, entrare in una casa o aprire un'auto, cosa che, se le facessimo noi, sarebbero reati, ma che, viceversa, fatti per la sicurezza del Paese sono fondamentali per garantire questo. Questo è quello che prevede la legge e di questo abbiamo parlato. Mi rendo conto che informare persone che sono poco a conoscenza di queste cose è importante. Sulle offese violente che ho ricevuto oggi e che continuo a ricevere dai rappresentanti del MoVimento 5 Stelle, rammento che oggi, sulle 5 milioni di copie vendute da Charlie Hebdo, sia in Francia che, con il Fatto Quotidiano, in Italia, c’è una frase bellissima: «Tutto è perdonato». Va bene tutto, perdoniamo tutto e non rammentiamo le azioni violente che ogni giorno, verbali e non, i rappresentanti del MoVimento 5 Stelle ci offrono (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa ?
CARLO SIBILIA. Sul Regolamento: articolo 32, comma 3.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Presidente, al di là della questione di merito, nella quale naturalmente non voglio entrare, visto che è un intervento sul Regolamento, sicuramente, al comma 3 dell'articolo 32, è concesso prendere la parola, quindi...
PRESIDENTE. E questo già è un passo avanti.
CARLO SIBILIA. Sì, qui ci siamo agitati con la Presidenza e io personalmente, quindi, andando a leggere in modo approfondito il Regolamento, mi sono reso conto che effettivamente non era il caso di fare un'obiezione in questo senso. La seconda parte dell'intervento del deputato Dambruoso, però, forse andava fatto a fine seduta, perché quello che è stato detto oggi dal deputato Tofalo andava detto a fine seduta come fatto personale. Ma questa è forse anche una mia interpretazione...
PRESIDENTE. Questa è una sua interpretazione.
CARLO SIBILIA. ... che lei potrebbe sicuramente poi chiarire, non ho dubbi. Più che altro, vorrei fare un'obiezione proprio sul verbale, perché a pagina 22 del resoconto stenografico, quando c’è l'intervento dell'onorevole Maurizio Bianconi, alla fine del suo intervento non vengono riportate alcune frasi che sono state chiaramente udite fuori microfono. Sono state chiaramente udite, quindi vorrei che vengano inserite all'interno del verbale. A questo punto chiederei di inserirle, se è possibile farlo. È un'obiezione di natura formale che sollevo, altrimenti, chiaramente non possiamo fare una valutazione del verbale così com’è, perché mancano delle cose al suo interno. Se vogliamo sospendere i lavori dell'Aula per consentire agli uffici di fare questo tipo di Pag. 12correzione, poi possiamo avere una valutazione completa del processo verbale.
Io mi rimetto alla sua decisione e le cito un precedente di quanto le sto dicendo, che è la seduta n. 456 di giovedì 31 marzo 2011, nel corso della quale si chiedeva la stessa cosa per quanto riguarda un intervento fuori microfono dell'allora Ministro La Russa. Quindi, le chiedo se fosse possibile fare questo tipo di correzione all'interno del verbale.
LOREDANA LUPO. Chiedo di parlare per un richiamo all'articolo 8 del Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LOREDANA LUPO. Siccome il dottor Dambruoso ha deciso di intervenire in questo momento sul processo verbale...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Lupo, ma la questione è già stata chiarita.
LOREDANA LUPO. No, solo tre secondi per dire che, siccome ha parlato di perdono e il perdono da parte mia lo ho avuto immediatamente, che non...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupo. A questo punto, se non vi sono obiezioni... che cosa succede ? Onorevole Sibilia, sulla questione che lei mi ha posto: il processo verbale riporta solo le deliberazioni e gli atti della Camera secondo quanto prevede l'articolo 11 del Regolamento; vi è in esso per prassi anche la mera menzione degli interventi che, peraltro, non è essenziale e potrebbe quindi finanche essere omessa. In nessun caso, il verbale riporta il contenuto degli interventi che risulta dal resoconto stenografico, che è altra cosa. Precisazioni riferite al suddetto contenuto non possono, pertanto, dare luogo a rettifiche o integrazioni nel processo verbale. A questo punto, se non vi sono altri interventi...
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare sul processo verbale.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Grazie Presidente, anche io intervengo sul processo verbale per l'intervento di ieri pomeriggio perché, a mio parere, è assolutamente necessario specificare il significato delle parole in cui affermavo che i consiglieri regionali, divenuti senatori, una volta saliti sul treno per andare a Roma, non avrebbero avuto il tempo, appena giunti a Roma, per svolgere le funzioni di senatore. Questo non spiega, ai cittadini o a chi vuole intendere il significato delle mie parole, le motivazioni. Il significato è: i senatori possono esprimere un parere in un numero di giorni ben definito, 15 o 30 al massimo, parere emendativo dei lavori della Camera che può esser valutato o meno dalla Camera.
Il significato è: i senatori non possono, se non con un piccolo potere di monito, incidere sui lavori dell'unica Camera legislativa, che rimane la Camera dei deputati.
CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Per precisare il suo pensiero immagino ?
CARLO SIBILIA. No, in realtà era perché lei stava approvando il processo verbale dicendo che non ci sono obiezioni. Io le ho fatto un riferimento a un precedente specifico che è quello della seduta...
PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, io le ho già spiegato che una cosa è il resoconto stenografico e una cosa è il processo verbale. Il verbale è un'altra cosa. Lei sta chiedendo una rettifica allo stenografico, non al verbale.
CARLO SIBILIA. Esatto. All'interno dello stenografico non è riportata quella frase che è stata udita da tutti i colleghi, ripeto, da parte dell'onorevole Maurizio Bianconi. Siccome io le sto facendo una obiezione sul processo verbale, che dobbiamo approvare, è una obiezione, il processo verbale, così com’è, non può essere approvato. Deve essere integrato. Quindi, o Pag. 13procediamo alla sospensione per l'integrazione oppure votiamo il processo verbale.
PRESIDENTE. Va bene, onorevole Sibilia, abbiamo verificato che, secondo il processo verbale e anche il resoconto stenografico, è tutto secondo la prassi. Quindi, a questo punto, se non vi sono obiezioni, il processo verbale si intende...
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Crippa che cosa c’è ?
DAVIDE CRIPPA. Innanzitutto volevo precisare il mio pensiero sul processo verbale perché...
PRESIDENTE. E questo è giusto.
DAVIDE CRIPPA. Bene, invito anche i colleghi che non l'hanno fatto, eventualmente, a portare avanti questa possibilità. Io ho fatto un richiamo al Regolamento in cui la Presidente Boldrini ha deciso, a metà del mio intervento, di stoppare e, pertanto, il mio pensiero è rimasto monco e, ahimè, in un minuto sarà dura esprimerlo ma ci provo. Nel momento in cui chiedevo alla Presidente Boldrini di valutare il fatto che il «milleproroghe» fosse un provvedimento non da discutere nei ritagli tra un panino e l'altro, all'interno della pausa riservata, in questo caso, dalle riforme costituzionali, questo secondo me era un tema importante.
Però vedo che la Presidente Boldrini a tale richiesta non ha voluto dare a seguito, neanche ai rilievi posti dalla Lega Nord in precedenza; pertanto, questa, secondo me, è una concessione dovuta. Io poi le chiedo, Presidente, al termine degli interventi sul processo verbale, che venga posto in votazione il processo verbale secondo i precedenti che il collega Sibilia ha citato in precedenza.
PRESIDENTE. Essendo stata posta formalmente una richiesta di votazione del processo verbale, a questo punto dovremmo procedere, dando la parola ad un deputato a favore e ad un deputato contro.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,55).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, decorre da questo momento il termine di preavviso di cinque minuti previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. C’è qualcuno che interviene a favore della proposta ? Prego, onorevole Sibilia. Lei interverrebbe contro il processo verbale, ovviamente ?
CARLO SIBILIA. Signor Presidente, intervengo contro l'approvazione del processo verbale chiaramente, con riferimento, per quanto ci riguarda, ad alcune delle frasi che sono state pronunciate, soprattutto di rilevanza politica, perché quando all'interno di un gruppo accadono certi episodi, non è mai piacevole, come giustamente riportava anche il Presidente, che poi all'interno del processo verbale infatti viene segnalato dal commento della Presidenza che vi sono stati dei malumori all'interno di un gruppo specifico. Un deputato di una forza politica, che non voglio dire quale sia, però possiamo semplicemente dire che è stata fondata da Dell'Utri, in modo tale che si capisca meglio, alla fine del suo intervento, a microfoni spenti, comunque, usava degli epiteti nei confronti possibilmente dei suoi colleghi ma non sappiamo se erano i suoi colleghi o gli altri, apostrofandoli con il termine «stronzi». Per me è anche un po’ problema ripeterlo, però volevo che...
PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, non serve a ripeterlo.
Pag. 14CARLO SIBILIA. Per segnalarlo all'interno del processo verbale; era solo per segnalarlo all'interno del processo verbale e, se va poi inserito, vorrei che questa fosse la modifica che poi andremo a votare. Naturalmente, era una delle tante parole che erano state citate, forse altre non sono neanche ripetibili, però, naturalmente, per noi è stato un episodio che diventa increscioso perché, in un'Aula del genere, è veramente un peccato dover stare ad ascoltare questo genere di situazioni, soprattutto quando un nostro collega si trova in difficoltà. Speriamo che non accada in altre situazioni; quello che stiamo facendo è una richiesta che deriva comunque da alcuni precedenti che hanno visto coinvolti anche il Vicepresidente della Camera Giachetti nel 2011, quando egli stesso aveva chiesto questa modifica di verbale, quindi pensiamo di essere all'interno delle procedure regolamentari e speriamo che questo processo verbale possa essere modificato così da consentire anche al gruppo del MoVimento 5 Stelle un'approvazione.
PRESIDENTE. Ci sono interventi a favore ? Prego, onorevole Rosato.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervenire sul processo verbale è una questione che indubbiamente si può fare per due motivi; il primo motivo è quello di mettere a verbale, rettificare e correggere alcune – può accadere – imperfezioni, che avvengono nel processo verbale, oppure precisare, come prevede il Regolamento, il proprio pensiero, alla luce di un evidente fraintendimento che è accaduto durante un dibattito, oppure si può fare per un motivo di ostruzionismo.
Le rettifiche che noi abbiamo sentito anche stamattina... peraltro, la pregherei, sebbene lei lo abbia già fatto, di spiegare, nella prossima occasione, che potrebbe accadere nei prossimi giorni, ai colleghi la differenza tra processo verbale e resoconto stenografico, in maniera da evitare fraintendimenti, perché, altrimenti, cadiamo nel ridicolo, oltre che fare male ostruzionismo. Questo può servire, appunto, per fare perdere un po’ di tempo ai lavori di questo Parlamento, Parlamento che ieri abbiamo impegnato con molte affermazioni, importanti e ridondanti, rispetto all'utilità e all'importanza di questo momento, connesso con il momento politico che attiene anche all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
Allora, rispetto a ciò, un atteggiamento ostruzionistico di questo tipo male si sposa con queste parole, con questi atteggiamenti e con queste richieste, che abbiamo sentito anche nella Conferenza dei Presidenti di gruppo, rivolte a sospendere questa discussione. Allora, io penso che bisogna tornare alla normalità dei rapporti, all'interno di questa discussione, perché noi possiamo, evidentemente, tornare a ragionare nel merito rispetto alla riforma della Costituzione. È una discussione su cui anche i colleghi del MoVimento 5 Stelle sanno che noi siamo stati disponibili – e questo lo abbiamo messo a verbale più volte, sia in Commissione sia in Aula – ad un dialogo nel merito.
Quindi, pregherei veramente che questo episodio possiamo considerarlo concluso, anche perché sembra un po’ curioso chiedere, da una parte, la disponibilità a concludere i lavori prima la sera, a lasciare spazi per i gruppi e, poi, fare perdere tempo a quest'Aula, con una pretestuosa discussione sul processo verbale.
Quindi, io credo, Presidente, che noi voteremo naturalmente a favore dell'approvazione del processo verbale, perché – ci mancherebbe altro – votare contro sarebbe semplicemente smentire il lavoro di chi ha redatto il processo verbale. Non ha nessun significato politico, oltre quello di smentire il lavoro degli uffici. Inoltre, perché riteniamo che ci siano veramente tanti modi per fare ostruzionismo e bisogna anche saperlo fare bene, se si vuole fare, e questo ostruzionismo non mi sembra sia fatto nel modo giusto.
Quindi, Presidente, io spero che i lavori oggi proseguano con il ritmo che ci siamo dati e con l'attenzione e l'importanza per la materia che stiamo discutendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Scotto ?
ARTURO SCOTTO. Presidente, sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Onorevole Scotto, stiamo facendo dichiarazioni di voto sul processo verbale.
ARTURO SCOTTO. Allora, dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Però, le dichiarazioni di voto sono una a favore e una contro e sono state già esaurite. Quindi, se siamo d'accordo, io procederei con la votazione. Poi, se ci sono altri interventi li prendiamo in considerazione successivamente.
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa, presidente Brunetta ? Al pari di quanto già detto...
RENATO BRUNETTA. Presidente, sul processo verbale.
PRESIDENTE. Sul processo verbale ? Però, siamo già in fase di votazione.
RENATO BRUNETTA. No, Presidente...
PRESIDENTE. Prego. Su che cosa intende intervenire ? Non ho capito...
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, ho ascoltato con grande attenzione l'intervento del collega Rosato, che condivido pienamente.
Voglio ricordare, però, al collega Rosato l'uso che fece il Partito Democratico...
PRESIDENTE. Onorevole Brunetta, le chiedo scusa...
RENATO BRUNETTA. ... con ormai in testa...
PRESIDENTE. Onorevole Brunetta, le chiedo scusa...
RENATO BRUNETTA. ... il suo rappresentante Giachetti nella passata legislatura (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
ALESSANDRO DI BATTISTA. No, no, no !
PRESIDENTE. Onorevole Brunetta, le chiedo scusa ! Grazie, onorevole Brunetta. Le chiedo scusa, onorevole Brunetta: io non ho dato la parola al presidente Scotto proprio perché siamo in una fase di dichiarazioni di voto.
Quindi, procediamo al voto con una precisazione. Colleghi, la Presidenza intende fare una precisazione in ordine al voto che stiamo per fare. Ci sono ragioni politiche per cui voi questo voto lo chiedete e la Presidenza ha il dovere di porre la questione in votazione. Si è fatta una dichiarazione a favore e una dichiarazione contro. È bene precisare, per una questione di correttezza, anche procedurale, che il processo verbale attiene alle fasi procedurali della giornata e il resoconto stenografico ai contenuti. Il resoconto stenografico, nel riportare i contenuti, correttamente riporta in fisionomia la parola «commenti». Quindi, anche in questo senso, c’è una questione politica, c’è una richiesta, la Presidenza la pone in votazione, ma non c’è nessuna violazione rispetto alla correttezza formale del procedimento.
Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, il processo verbale della seduta di mercoledì 14 gennaio 2015.
Romano, Nizzi, Guerini, Corsaro...
(È approvato).
La Camera approva per 259 voti di differenza.
Pag. 16Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Bindi, Michele Bordo, Bratti, Brunetta, Caparini, Dambruoso, De Menech, Di Lello, Epifani, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Manciulli, Marotta, Meta, Pisicchio, Portas, Rampelli, Realacci, Sanga, Scalfarotto, Scotto, Sisto, Speranza, Tabacci, Turco e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale: S. 1429 – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 2613-A); e degli abbinati progetti di legge costituzionale: D'iniziativa popolare; D'iniziativa popolare; Vignali; Cirielli; Cirielli; Cirielli; Causi; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Giachetti; Scotto; Francesco Sanna; Peluffo ed altri; Lenzi; Lauricella ed altri; Bressa e De Menech; Caparini ed altri; Caparini ed altri; Vaccaro; Laffranco e Bianconi; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Giancarlo Giorgetti ed altri; Giancarlo Giorgetti ed altri; La Russa ed altri; Abrignani ed altri; Toninelli ed altri; Gianluca Pini; Laffranco e Bianconi; Ginefra ed altri; Giorgia Meloni ed altri; Migliore ed altri; D'iniziativa del Governo; Bonafede e Villarosa; Pierdomenico Martino; Brambilla; Giancarlo Giorgetti ed altri; Cirielli e Giorgia Meloni; Valiante; Quaranta ed altri; Lacquaniti ed altri; Civati ed altri; Bossi; Lauricella e Simoni; Dadone ed altri; Giorgis ed altri; La Russa ed altri; Rubinato ed altri; D'iniziativa del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna; Matteo Bragantini ed altri; Civati; Francesco Sanna ed altri (A.C. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458, 2462, 2499) (ore 11,05).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, n. 2613-A: Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione; e degli abbinati progetti di legge costituzionale nn. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458, 2462, 2499.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Dieni 1.77.
Avverto che, prima dell'inizio della seduta, sono stati ritirati dai presentatori gli identici emendamenti Blazina 2.108 e Plangger 2.109.
(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 2613-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo dunque l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).Pag. 17
Dobbiamo quindi passare all'emendamento Toninelli 1.99.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,06).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi, decorre da questo momento il termine di preavviso di venti minuti previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 2613-A)
ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, io ovviamente non voglio riaprire una discussione però ho ascoltato con molta attenzione le parole dell'onorevole Rosato e voglio interloquire con lui. Come avranno visto i colleghi, noi non abbiamo partecipato all'ostruzionismo sul processo verbale. Non diamo un giudizio politico rispetto ad una scelta che rispettiamo, però vogliamo fare una considerazione politica. Caro onorevole Rosato, l'ostruzionismo è uno strumento estremo nelle mani dell'opposizione, nel momento in cui la maggioranza sceglie di non ascoltare ragioni fondate, che sono state poste in più occasioni e in più luoghi, rispetto alla scelta di procedere dritti sulle riforme costituzionali, senza ascoltare parole sagge che sono venute anche da coloro che sostengono il processo delle riforme costituzionali.
PRESIDENTE. Onorevole Scotto...
ARTURO SCOTTO. Se vogliamo fare – e concludo – un lavoro ordinato, noi abbiamo chiesto una riflessione. Riflettete ! È il momento di farlo, per evitare che questo dibattito divenga un'altra cosa e alluda ad altre questioni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Presidente Brunetta, su che cosa ?
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, mi riferisco a quanto detto dal collega Rosato. La mia parte politica, che sostiene questo processo di riforma, aveva fatto rilevare nella Conferenza dei presidenti di gruppo l'irragionevolezza di anteporre la votazione sulla riforma costituzionale, ma anche la riforma elettorale, all'elezione del Presidente della Repubblica, spiegando con molta chiarezza che questa anteposizione non avrebbe giovato al processo di riforma a cui noi siamo determinati e di cui siamo convinti.
Ma, proprio per questo, non vogliamo che vi siano fraintendimenti o incidenti di percorso che possano bloccare questo processo di riforma, strumentalizzandolo, usandolo prima dell'elezione del Presidente della Repubblica. Pertanto, non capiamo, non capisco, la stigmatizzazione che il collega Rosato ha fatto della procedura «ostruzionistica», che è legittima, come ben sappiamo, anche perché, forse, il collega Rosato dovrebbe ricordarsi l'ostruzionismo che fece il suo partito, con a capo il bravissimo Giachetti, nella passata legislatura, usando proprio la tecnicalità dell'ostruzionismo sul processo verbale.
Per cui, non è possibile che la legge, quando la si impone, sia accettabile, e, quando la si subisce, non sia accettabile. La legge è la legge, il Regolamento è il Regolamento: basta ipocrisia, basta ipocrisia da parte di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ! Per cui, che il processo di riforma vada avanti, Pag. 18vada avanti con il massimo del dibattito possibile, con il massimo della libertà, senza violenze e senza costrizioni, soprattutto da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
Il Governo dovrebbe astenersi rispetto a tutto questo. Noi confermiamo la nostra volontà riguardo alle riforme, noi confermiamo la nostra volontà di dare al Paese una nuova legge elettorale e una nuova forma di bicameralismo imperfetto, non paritario, però senza subire violenze da parte di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
ANDREA CECCONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA CECCONI. Signor Presidente, volevo un attimo ripercorrere quello che è stato l'iter di questa riforma in Commissione o in Aula. Tutti i gruppi di opposizione...
PRESIDENTE. Onorevole Cecconi, lei sta intervenendo...
ANDREA CECCONI. Sull'ordine dei lavori, Presidente. Tutti i gruppi di opposizione...
PRESIDENTE. Onorevole Di Battista, stia tranquillo, stia al suo posto.
ANDREA CECCONI. ... sia in Commissione sia in Aula credo che abbiano dimostrato di svolgere un ruolo responsabile nei confronti dei cittadini e nei confronti di questo Paese, per portare a compimento una discussione su una legge di riforma costituzionale nel miglior modo possibile.
Ora, io non accetto da parte del Partito Democratico di insinuare che, in questo momento, in quest'Aula, le opposizioni stiano facendo ostruzionismo, quando il Partito Democratico ha infilato la riforma costituzionale nel periodo natalizio proprio per andare a contingentare i tempi oggi, nel mese di gennaio, sulla riforma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E questo già è inaccettabile quando si parla di riforme costituzionali !
Non accetto che mi si venga a dire, oggi, che noi facciamo ostruzionismo, quando ieri, sulle dimissioni del Capo dello Stato, tutte le opposizioni, e anche parte della maggioranza relativa, hanno sollevato l'inopportunità di continuare a discutere di una riforma costituzionale senza il garante della Costituzione. Quello che è inopportuno, in questo momento, è il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
Sono loro che non mettono in condizione questo Parlamento di lavorare serenamente. Ora, che si metta in discussione che si faccia qualche intervento sul processo verbale mi sembra una cosa che non può essere assolutamente accettata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Noi stiamo facendo un lavoro corretto e responsabile sul merito di questa riforma e prego il Partito Democratico di non esagerare e di non provare assolutamente a raffigurare le opposizioni come un pericolo o un rischio per il proseguimento dei lavori di questo Parlamento; lo state mettendo in pericolo voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, è difficile, chiedo scusa ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, non qualificare come ostruzionismo quello che stanno facendo loro. È un caso da manuale: tanti interventi sul processo verbale, che in realtà non hanno nulla a che fare con il processo verbale; quindi mi pare difficile negare l'evidenza.
Piuttosto consiglierei ai colleghi di riflettere sull'intervento dell'onorevole Brunetta. Perché ? L'ostruzionismo è uno strumento che andrebbe usato in condizioni estreme: è uno strumento legittimo, non è Pag. 19che bisogna vergognarsi di dire: facciamo ostruzionismo. L'ostruzionismo è uno strumento legittimo, in circostanze di particolare gravità. Quando l'ostruzionismo però diventa lo strumento normale di esercitare il ruolo di opposizione, mirando... Come si fa nei processi: i mafiosi nei processi mirano a non arrivare alla sentenza, a tirarla in lunga fin quando arriva la prescrizione. Quando si fa una tattica parlamentare, la quale mira non a modificare il provvedimento, neanche a bocciarlo con un voto del Parlamento, ma ad evitare che si arrivi al voto, questa è una cosa ammissibile, ma in circostanze molto gravi, molto speciali, molto particolari. Quando diventa il metro normale di fare l'opposizione, è evidente che questo genera delle reazioni, che possono andare fino per esempio ad una riforma regolamentare.
Detto questo, però, se c’è un'occasione delle tante in cui avete fatto ostruzionismo in cui avete un certo fumus rationis, una certa giustificazione o apparenza di giustificazione, è questa, perché in effetti mentre è vero che tradizionalmente la Camera ha sempre continuato i lavori in pendenza dell'elezione del Presidente della Repubblica, e quindi non si giustifica una sospensione dei lavori di due settimane, è anche vero che non ha mai discusso una riforma costituzionale in pendenza dei lavori, per cui forse non la sospensione dei lavori, ma un cambiamento dell'ordine del giorno che mettesse a tema non le riforme costituzionali, ma altre questioni meno brucianti, sarebbe forse stato opportuno e avrebbe potuto darci la possibilità di un proseguimento più sereno dei lavori parlamentari.
Infine, mi domando: sarebbe un vulnus grave al Regolamento, non all'interpretazione corrente del Regolamento, ma sarebbe un vulnus grave del Regolamento se noi rimandassimo tutte le dichiarazioni che riguardano non l'approvazione del processo verbale, ma la precisazione delle posizioni espresse nel corso della seduta, al termine della seduta precedente invece che all'inizio della seduta ? In questo modo ognuno potrebbe rifare, se lo crede, il proprio intervento, precisando quello che ritiene opportuno precisare, ma visto che l'intervento non è riportato nel processo verbale, questo non verrebbe ad influire sull'approvazione del processo verbale.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, quello di Buttiglione è il caso classico di autostruzionismo, e io che non sto facendo un ostruzionismo spinto, ma che considero inutili questi lavori in assenza del Presidente della Repubblica, perché tanto lo sappiamo che, insomma, alla fine questi lavori devono andare piano per forza, mi chiedo: qui stiamo discutendo, Presidente, delle riforme costituzionali, cioè di una nuova Costituzione. Qual è il criterio in base al quale il Ministro delle riforme preferisce stare al Senato per la legge elettorale e non stare alla Camera per la riforma della nostra Carta costituzionale ? Lasciando due ottimi sottosegretari; ma insomma, visto che il Governo si è voluto intestare le riforme costituzionali, non le sembra che dovremmo non dico pretendere, ma aspettarci che il Ministro Boschi venga qui a rendere con la sua presenza più importanti questi lavori così profondi e penetranti ?
La ringrazio, e la pregherei di informare di questo intervento il Ministro col nostro desiderio, mio perlomeno, di averla qui tra di noi.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole La Russa. Mi hanno chiesto la parola l'onorevole Fedriga ed altri colleghi, però in questa fase sto dando la parola ad un rappresentante per gruppo, perché è una fase sull'ordine dei lavori. Poi cominceremo con gli interventi sull'emendamento.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 20DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, articolo 8 del Regolamento. Lei ha consentito al collega Buttiglione di esprimere delle parole, a mio avviso, disdicevoli. Però, purtroppo, una volta che vengono rivolte verso il MoVimento 5 Stelle, l'Aula cara del Partito Democratico sta zitta. Avete sentito cosa è riuscito a dire ? «Come fanno i mafiosi ai processi», rivolgendosi a chi oggi cerca di fare un'attività parlamentare di ostruzionismo. Lo ha sentito Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Perché non ho sentito la sua replica, che doveva prendere le distanze da questa situazione ! È una vergogna, soprattutto da chi, come il collega Buttiglione, faceva parte dell'Unione di Centro, UdC nel quale fu eletto ovviamente Cuffaro, condannato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. E a noi viene a parlare di queste cose (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Presidente, lei deve prendere una posizione, altrimenti io credo che ci sia una mancanza di rispetto gravissima delle minoranze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Crippa. Io non ho sentito nel caso specifico il passaggio in questione (Commenti del deputato Crippa). Ho capito, onorevole Crippa, lei non è che fa il verbale della seduta e non è che, quando lei viene qui, può pretendere alcunché. Io le posso dire che non ho ascoltato, nello specifico, il passaggio. Non trovo mai dignitose e credo che le mancanze di rispetto tra colleghi di quest'Aula vadano sempre censurate, al pari di come, in questo caso, sarebbe stato da fare nei confronti dell'onorevole Buttiglione, anche di altri casi in cui molti altri lo hanno fatto nei confronti di altri gruppi (Commenti del deputato Crippa). E la chiudiamo qua, basta, onorevole Crippa.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, esco dalla polemica, però chiedo alla Presidenza di prendere atto delle parole di una parte della maggioranza espresse dall'onorevole Buttiglione e da una parte di quelle forze politiche, come Forza Italia, che appoggiano questa riforma. Evidentemente la situazione, emersa ieri nella Conferenza dei presidenti di gruppo, ha avuto un'evoluzione rispetto alla posizione di alcuni gruppi parlamentari: evidentemente la situazione oggi si è modificata.
Quindi, la Presidenza valuti di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo, perché mi sembrano estremamente responsabili le posizioni espresse per il buon andamento di questi lavori, e valuti anche la precedenza – magari seguendo il consiglio che il gruppo della Lega Nord aveva avanzato ieri – nel senso di anticipare l'elezione del Presidente della Repubblica per riuscire così a fare, nei tempi più congeniali anche alla maggioranza, l'approvazione della legge sulla riforma costituzionale, ma al contempo, anticipando a questa, la votazione sul Presidente della Repubblica stesso. Penso che la Presidenza debba e sia obbligata a prendere atto delle posizioni emerse oggi nell'Aula.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fedriga, la Presidenza prende atto della sua osservazione e la inoltrerà alla Presidenza della Camera. È ovvio che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha affrontato, già nella giornata di ieri, proprio questo specifico tema che lei ha sollevato.
DANIELE CAPEZZONE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, articolo 8 del Regolamento, tre velocissime considerazioni. La prima signor Presidente – mi rivolgo ai colleghi della maggioranza reagendo a ciò che è stato detto in questa fase – mi è capitato ieri di citare quello storico intervento di Benedetto in Croce in Assemblea costituente, nel marzo del 1947...
Pag. 21PRESIDENTE. Presidente Capezzone, però, lei, di fatto, sta intervenendo per un richiamo al Regolamento...
DANIELE CAPEZZONE. Sì, esattamente.
PRESIDENTE. ... diversamente, quando poi entreremo nel merito del testo, avrà facoltà di intervenire.
DANIELE CAPEZZONE. Certamente, se lei ha la gentilezza di ascoltare, forse...
PRESIDENTE. Ci mancherebbe !
DANIELE CAPEZZONE. Come dicevo, mi è capitato ieri di citare – e reagisco a ciò che è stato detto in questa fase dai colleghi della maggioranza – quello storico intervento di Benedetto Croce nel marzo del 1947, che si concludeva con «Veni, creator spiritus». Quello è lo spirito di un'Assemblea costituente ! Se io fossi un parlamentare della maggioranza oggi, mi interrogherei: state creando quell'atmosfera o un'altra atmosfera ? È intelligente avere...
PRESIDENTE. Presidente Capezzone...
DANIELE CAPEZZONE. Sto concludendo, signor Presidente, la prego. Secondo punto. Mi permetta di ringraziare il presidente Brunetta per ciò che ha detto sul tema...
PRESIDENTE. Presidente Capezzone, continuiamo a non attenerci al Regolamento, non mi metta in difficoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Terza e ultima questione – questo è davvero un richiamo al Regolamento – dopo avere ringraziato il presidente Brunetta, però una piccola precisazione, rispetto a quello che il presidente Brunetta ha detto.
C’è una differenza tra quello che hanno fatto...
PRESIDENTE. La ringrazio, presidente Capezzone. Io non posso farle fare nell'ambito di un intervento per richiamo al Regolamento una precisazione a quanto detto dal presidente Brunetta.
Torniamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 1.99. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Dichiaro il voto contrario di Forza Italia.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, a questo punto, visto che alcuni esponenti della maggioranza, nonché alcuni garanti del patto del Nazareno, lo hanno segnalato, nonostante ieri una disamina del collega Brunetta sui costi e benefici e sulla opportunità di andare avanti con le riforme costituzionali all'interno di quest'Aula, noi chiederemmo adesso una votazione per la sospensione dei lavori dell'Aula, in maniera tale che, a questo punto, la questione venga messa in votazione, nero su bianco, e i colleghi possano esprimersi sul fatto se continuare con le riforme costituzionali nel momento di vacanza, totalmente assurda dal punto di vista della politica...
PRESIDENTE. Onorevole Crippa, abbia pazienza. Per capirci, siamo entrati nella fase relativa alla votazione dell'emendamento. Sull'ordine dei lavori e sulla programmazione dei lavori si è espressa la Conferenza dei capigruppo. Quindi, o lei fa una richiesta puntuale...
DAVIDE CRIPPA. Le sto facendo una richiesta puntuale di messa in votazione di una sospensione dei lavori per le problematiche che le stavo adesso...
PRESIDENTE. Abbia pazienza, non è una richiesta puntuale. Se lei vuole fare una richiesta puntuale, valuti, la formuli, quando la formulerà la metteremo eventualmente in votazione.Pag. 22
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Esprimo il voto contrario a questo emendamento. Ma intervengo anche per completare il concetto. Desidero ringraziare davvero il presidente Brunetta per ciò che ha detto a tutela di tutti i parlamentari e, dentro questo, di tutti i parlamentari di Forza Italia: di quelli che sono, diversamente da me, convinti di questo testo, e di quelli che, come me, come tanti altri, non sono affatto convinti di questo testo e si battono per migliorarlo.
Una sola differenza rispetto a ciò che ha detto il collega Brunetta. C’è una differenza tra quello che hanno fatto questa mattina i colleghi del MoVimento 5 Stelle e quello che fece, da gran professionista, con enorme bravura, il presidente Giachetti nella scorsa legislatura, quando, non essendo in Parlamento, avevo modo di seguirvi da Radio Radicale. L'ostruzionismo sul processo verbale questa mattina è durato solo 70 minuti, mentre nella scorsa legislatura, essendo il presidente Giachetti un grande professionista, durava dalle due ore e mezzo alle tre ore e un quarto (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, intervengo solo per rimarcare all'Aula che il mio gruppo continua con l'ostruzionismo all'ostruzionismo facendo sistematicamente intervenire la collega Centemero, che fa il suo dovere, con la quale non ho nessun motivo di risentimento, dicendo che vota in modo contrario, impedendo così a noi di Forza Italia, che non siamo pochi – non siamo tutti, ma non siamo neanche pochi –, di poter esprimere mai un concetto che vada al di là di un minuto.
Ribadisco che questa è una lesione del diritto di espressione dei deputati in questo Parlamento ed è un escamotage indegno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole della Lega Nord a questo emendamento.
ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Su che cosa ?
ARCANGELO SANNICANDRO. Sull'articolo 24 del Regolamento.
PRESIDENTE. La programmazione dei lavori. Prego, onorevole Sannicandro.
ARCANGELO SANNICANDRO. L'articolo 24 del Regolamento stabilisce che il calendario dei lavori viene deciso dalla Conferenza dei Capigruppo con il consenso dei presidenti di gruppi la cui consistenza numerica sia complessivamente pari almeno ai tre quarti dei componenti la Camera, ossia 472 deputati.
Come sta avvenendo fuori, ammesso e non concesso che, quando fu deciso ciò, c'erano 472 voti, allo stato attuale appare evidente che i 472 voti non ci sono, perché molti partiti stanno dicendo: guardate, poiché è avvenuto un fatto nuovo, che per noi è importante, noi dobbiamo sospendere questo dibattito e fare altro. È chiaro, l'ha detto l'onorevole Brunetta, l'ha detto l'onorevole Bianconi, l'ha detto Capezzone, l'ha detto il MoVimento 5 Stelle. E, sostanzialmente, poi i colleghi del MoVimento 5 Stelle hanno anche chiesto formalmente che la seduta fosse sospesa ai sensi dell'articolo 40 del Regolamento, andando, quindi, ad altra data per la discussione di questo argomento.Pag. 23
Il Regolamento dice che bastano dieci deputati perché ciò si possa chiedere formalmente. Perciò, noi ci associamo alla richiesta e comunque la facciamo nostra e proponiamo che formalmente si dibatta se dobbiamo rimanere a discutere di questo o dobbiamo rinviare.
Lei ha già risposto dicendo che ne parlerà con la Presidente Boldrini. Io mi permetto di dire che non c’è bisogno di attendere la Boldrini, perché questo è un fatto che accade in questo momento quando l'Aula la presiede lei. La decisione, quindi, va presa da lei. Questo da un punto di vista formale, ma da un punto di vista sostanziale è evidente che qui c’è una larga maggioranza di deputati la quale ritiene che non sia opportuno procedere, indipendentemente dalle questioni giuridiche. Allora, vogliamo dare voce a questa parte di quest'Aula ? E vogliamo verificare questa parte dell'Aula che consenso dà a questa proposta ? Questo è il punto.
PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, la Conferenza dei presidenti di gruppo ha deliberato su questo e l'Assemblea può decidere del corso della seduta, ma non della programmazione dei lavori, che è competenza della Conferenza dei presidenti di gruppo.
Se ci sono richieste sull'ordine dei lavori della seduta, la Presidenza ha il dovere di prenderne atto e, nel caso, di porle in votazione, ma non su un richiamo al Regolamento o in questo senso, perché la Conferenza dei presidenti di gruppo ha deciso nella piena legittimità (Commenti del deputato Sannicandro). È così, onorevole Sannicandro, legga tutto l'articolo 24.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, lei ha ragione, su questo motivo di sospensione si è già pronunciata la Conferenza dei presidenti di gruppo. Io le propongo una questione diversa. Il gruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale ha un impegno fissato per questa mattina – chiedo la cortesia dell'Aula – che riguarda la valutazione della situazione attuale venutasi a creare dopo le dimissioni del Presidente della Repubblica. Io chiedo che sia sospesa la seduta per consentirci questa riunione. Se i gruppi non fossero d'accordo, chiedo che sia messa in votazione questa richiesta formulata, come lei dice, in maniera adeguata.
PRESIDENTE. Presidente La Russa, mi pare di capire che da parte sua ci sia una richiesta formale di sospensione della seduta. Possiamo capire per quanto tempo ? Almeno abbiamo una richiesta formulata in un certo modo.
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, il tempo di una discussione che riguarda le dimissioni del Presidente della Repubblica. Certo, può durare otto ore o dodici ore. Dipende se ci sarà ostruzionismo all'interno del mio gruppo o no, insomma.
PRESIDENTE. Presidente La Russa, apprezziamo tutti quanti la simpatia, però se devo porre – e questa è una questione più seria – in votazione una richiesta di sospensione, al pari di come ho detto all'onorevole Crippa in precedenza, io devo avere una richiesta di sospensione, di rinvio, puntuale e precisa, dopo la quale io do la parola ad un oratore a favore e a un oratore contro e la poniamo in votazione.
IGNAZIO LA RUSSA. Fino alle ore 17, grazie.
PRESIDENTE. Va bene. Dopodiché, si intende, anche per una questione di correttezza, di linearità, ma anche di serietà dei nostri lavori, che non è che ogni dieci minuti poniamo in votazione una richiesta di sospensione. Colleghi, richiamo, quindi, la vostra attenzione: c’è una richiesta di sospensione dei lavori formulata dall'onorevole La Russa fino alle ore 17.
Do la parola a un oratore a favore e a un oratore contro, dopodiché la porrò in Pag. 24votazione. Approvata la quale, si sospende la seduta; respinta la quale, la seduta continua. Però, poi io non metterò in votazione altre richieste di sospensione, per capirci. Quindi, è inutile che le reiteriamo.
Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Guidesi. Prego, ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, faccio riferimento a quanto detto alla Conferenza dei presidenti di gruppo dalla Presidente, onorevole Boldrini, la quale riferiva comunque che, vista la situazione, qualsivoglia esigenza da parte dei gruppi poteva essere valutata nel momento in cui c'era da discutere ovviamente del futuro Presidente della Repubblica.
Pertanto, noi siamo favorevoli, ma siamo favorevoli soprattutto in funzione di quanto riferito dalla Presidente alla Conferenza dei presidenti di gruppo.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Guidesi, giusto per precisione: ieri c’è stata una richiesta, tant’è vero che la chiusura della seduta è stata anticipata.
Questa richiesta giunge improvvisa e, quindi, la Presidenza ha dato seguito a questa richiesta formale con gli interventi di un oratore a favore e di un oratore contro.
Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.
DORINA BIANCHI. Signor Presidente, proprio in relazione a quello che è stato stabilito ieri in Conferenza dei presidenti di gruppo, io credo che sia invece opportuno continuare i lavori e non vedo la motivazione per l'interruzione dei lavori in questo momento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di sospensione avanzata dall'onorevole La Russa: chi vota a favore vota a favore della richiesta di sospensione fino alle 17, chi vota contro ovviamente è per la prosecuzione dei lavori.
Dichiaro aperta la votazione.
Bossa, Carra, Giammanco, Buttiglione, Incerti, Fabbri, Mantero, Pisano, Artini, Lorefice.
(È respinta).
La Camera respinge per 147 voti di differenza.
MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, vorrei un chiarimento in base agli articoli 8, 24 e 25 del Regolamento: lei ha detto che non porrà in votazione nessun'altra richiesta di sospensione da parte degli altri gruppi. In base a quale articolo ella ha detto questo, nell'esercizio dei suoi poteri derivanti dall'articolo 8 e per l'argomento derivante dagli articoli 24 e 25 ?
Vorrei capire in base a quale ragionamento, se altri gruppi hanno necessità di chiedere una sospensione, lei non la mette in votazione, devo capire.
PRESIDENTE. Proprio per il principio del ne bis in idem, è evidente che altre richieste di sospensione vengono assorbite da questa, salvo che non vi siano ovviamente fatti nuovi o circostanze d'Aula.
FABIO RAMPELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, intervengo intanto per ribadire che su ogni emendamento presentato Fratelli d'Italia voterà a favore. Questo lo abbiamo già detto, quindi non sto qui ad intrattenervi per spiegarne le ragioni, perché sono ormai – penso – abbondantemente note.
Tuttavia, vorrei anche dirle, in base al richiamo al Regolamento fatto dal collega Bianconi, all'articolo 8 in particolare, che la nostra richiesta di sospensione dei lavori era ancorata ad una convocazione del gruppo, fatta anche sulla scorta delle dichiarazioni Pag. 25della Presidente Boldrini rese ieri in Conferenza dei presidenti di gruppo.
I gruppi hanno il diritto, ma penso che abbiano il dovere di esaminare una situazione così nuova: il Parlamento può anche ignorarla, ma non è che si possono conculcare i diritti da parte di ciascun gruppo parlamentare di affrontare la questione delle dimissioni del Capo dello Stato e l'opportunità di proseguire nel calendario ordinario, facendo finta di nulla oppure assumere le conseguenze del caso e modificare il proprio atteggiamento d'Aula.
Vorrei ricordarle che, andando avanti con l'attuale calendario, non essendo state sconvocate le Commissioni, le uniche disponibilità in termini di fascia oraria cadrebbero, in buona sostanza, nelle ore notturne. Quindi, insomma, penso che sia indispensabile – non so se bisogna convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo al riguardo – mettere d'accordo tutti i gruppi e consentire che, in determinati orari di determinati giorni, possano celebrarsi i confronti interni per consentire che ogni parlamentare dica quello che ha in mente ed esprima il proprio giudizio.
Questo per dirle, primo, che sono sinceramente sconcertato della mancata disponibilità rispetto alla richiesta di Fratelli d'Italia di sospendere la seduta, perché è perfettamente distonica rispetto alle dichiarazioni del Presidente Boldrini di ieri; secondo, che la richiesta di sospensione per quello che ci riguarda è stata avanzata in virtù di una necessità di convocazione del gruppo, peraltro già espletata, ma se ci fossero altre richieste di sospensione dei lavori, con altre motivazioni, non vedo come lei o chi al suo posto possa evitare di mettere in discussione, con un intervento a favore e un intervento contro e, quindi, in votazione un'ulteriore richiesta di sospensione. La nostra richiesta era per un'esigenza specifica, che può essere tranquillamente differente rispetto a quella di qualunque altro gruppo.
Infine, sempre ricordando che l'intervento è per ribadire il nostro voto contrario su questo emendamento, mi pare di poter constatare che la maionese è impazzita, che la situazione rispetto a ieri è cambiata in maniera radicale: non è cambiato soltanto il clima, ma sono cambiati anche gli equilibri. Rispetto alla Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, comunque, pur in presenza di posizioni da parte di gruppi di maggioranza e da parte di Forza Italia, in particolare – che, come sappiamo, ha dato da sempre, fin dal principio, la sua disponibilità a lavorare con la maggioranza sulle riforme –, penso che quelle posizioni, pur manifestate in maniera critica ieri siano rientrate, in virtù di un tentativo di mantenere un quadro di equilibrio, di disponibilità e di serenità. Se oggi vengono formalizzate – lo abbiamo ascoltato in due interventi in quest'Aula qualche minuto fa –, evidentemente, si è modificata la decisione di ieri nella Conferenza dei presidenti di gruppo e penso che la Presidenza di turno non possa fare a meno di sollecitare la Presidente Boldrini a convocare urgentemente una nuova Conferenza dei presidenti di gruppo.
Infine, vorrei ricordare, Presidente Baldelli e, se possibile, per il suo tramite, vorrei ricordarlo alla Presidente Boldrini, che ieri mi pareva ci fosse stato anche un impegno ad una consultazione da parte della Presidente della Camera con il Presidente del Consiglio Renzi rispetto all'andamento dei lavori e alla possibilità di «parcheggiare» per pochi giorni, fino all'elezione del Capo dello Stato, il dibattito e le votazioni sulla riforma costituzionale. Non abbiamo avuto riscontri da questo punto di vista: sarebbe, penso, utile che qualcuno, comunque, ci dicesse se questo incontro, se questa consultazione vi è stata e quali sono stati, evidentemente, i riscontri.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rampelli. Quanto alla richiesta di sospensione avanzata dall'onorevole La Russa, io ero nel dovere di porla in votazione, in quanto lui ha espresso una volontà puntuale di porla in votazione per una riunione di gruppo, ancorché fino alle 17. È evidente che è dovere della Presidenza evitare che ci sia una sequenza di voti che Pag. 26vengono, ovviamente, assorbiti dalla stessa richiesta.
GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, intervengo per un richiamo all'articolo 8. In riferimento alla Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, la questione da chiarire, nelle parole della Presidente rispetto alla flessibilità e alla possibilità che i gruppi si possano riunire in modo che i lavori possano essere sospesi, è se questa possibilità e disponibilità da parte della Presidenza c’è ancora e, nel momento in cui ci fosse ancora, cosa di cui non dubito, quando e quanto tempo è a disposizione per i gruppi. Per cui, credo che l'invito a convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo immediata sia assolutamente legittimo e logico.
PRESIDENTE. Onorevole Guidesi, ovviamente la Presidenza ha precisato che è possibile venire incontro alle esigenze dei gruppi, a patto che ci sia un ordinato svolgimento dei lavori. È ovvio che questo attiene a un equilibrio – diciamo così – nella posizione di certe questioni.
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa, presidente Brunetta ?
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, proprio in ragione dell'ordinato svolgimento dei lavori, anche io faccio riferimento all'impegno preso dalla Presidente Boldrini ieri, in Conferenza dei capigruppo.
Siccome ho intenzione di convocare il mio gruppo parlamentare nei prossimi giorni proprio per discutere e monitorare il dibattito attorno alle candidature e alla votazione del nuovo Presidente della Repubblica, vorrei che lei gentilmente si facesse tramite nei confronti della Presidente Boldrini per capire come intenda la Presidente Boldrini dare attuazione al suo impegno, che era stato esplicitato ieri alla fine della Conferenza dei capigruppo, cioè quello di consentire all'interno del calendario, che ieri era stato confermato anche con il nostro consenso, tutto il tempo necessario ai gruppi affinché si potessero riunire per discutere sull'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
Siccome ho intenzione di convocare una serie di riunioni, anche con altri gruppi parlamentari, del gruppo di forza Italia, nei prossimi giorni, (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie) proprio per monitorare il dibattito attorno all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, ho bisogno di capire gli spazi che la Presidente Boldrini all'interno del suo impegno intende lasciare ai gruppi per questa sacrosanta attività istituzionale preparatoria alla votazione.
La ringrazio, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. La ringrazio io, presidente Brunetta, ricordo che già ieri sera la seduta è terminata anticipatamente proprio per permettere a un gruppo di riunirsi.
Ho molte richieste di intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.
STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, intervengo sul merito e sul metodo di questo emendamento, che è emblematico un po’ di tutta la riforma.
Noi esprimeremo voto favorevole su questo emendamento, che riguarda il tema dei rapporti tra Senato e Unione europea, perché, vede, questo è un emendamento emblematico di come si è svolta la discussione, tutta interna alla maggioranza.
Vede, a noi è arrivato un testo dal Senato che prevedeva che appunto il Senato avesse alcuni poteri rispetto ai rapporti Pag. 27con l'Unione europea. Poi questo testo è stato modificato in Commissione con una nuova riformulazione, tutta scritta all'interno della maggioranza. Oggi ci troveremo con una nuova formulazione della Commissione, anche questa mai discussa da nessuna parte, sempre all'interno della maggioranza, il che dimostra che la maggioranza per prima non ha le idee chiare sulla riforma che sta portando avanti. Il succo finale, comunque, è che il Senato non avrà più alcun potere nemmeno in tema di rapporti con l'Unione europea.
Allora, perché dico questo ? Perché in quest'Aula, poco fa, ho sentito richiami all'ostruzionismo da parte dell'onorevole Rosato. Ho sentito correttamente da parte sua, Presidente, ribadire il tema della serietà dei lavori di quest'Aula. Allora, siccome ho sentito anche ieri alcuni interventi di membri del Partito Democratico, che evidentemente non sanno...
PRESIDENTE. Mi perdoni, collega Quaranta. Chiedo in particolare ai colleghi del suo gruppo... colleghi, per favore, sta parlando un collega, peraltro del vostro gruppo.
Prego, Onorevole Quaranta.
STEFANO QUARANTA. Siccome anche ieri sono intervenuti parlamentari deputati del Partito Democratico che, non avendo presenziato, non facendone parte, alle sedute della Commissione affari costituzionali, vorrei ricordare brevemente come si sono svolti i lavori fino ad oggi, per lasciar giudicare a ogni deputato se il metodo costituente che stiamo adottando è quello corretto. Fin dalla Commissione, le opposizioni hanno presentato pochi e qualificati emendamenti per consentire una discussione libera e tranquilla. Fin dalla Commissione, la maggioranza ha tentato di impedire la discussione, prima proponendoci di discutere della Costituzione senza seguire l'ordine degli articoli, poi accantonando articoli ed emendamenti, infine rinviando all'Aula la discussione su interi articoli e chiedendo, anche a deputati di maggioranza, di ritirare i loro emendamenti per poi discutere in Aula. Finalmente arriviamo in Aula e la riforma viene collocata tra Natale e la ripresa dei lavori a gennaio, in modo che i tempi siano contingentati. Oggi ci ritroviamo a discutere con l'assenza totale del Ministro, che peraltro, in Commissione, ha avuto la grazia di intervenire tre volte su diverse settimane e mesi di discussione; e le discussioni di merito non si stanno facendo, perché noi poniamo dei temi e nessuno, o quasi nessuno, tranne l'onorevole Buttiglione e ogni tanto l'onorevole Sanna, ha la cortesia di risponderci. Allora io chiedo all'onorevole Rosato, che è intervenuto prima, se secondo lui questo è il metodo costituente, se questo è il modo di approvare quaranta articoli della Costituzione. Le richieste che noi facciamo non sono né pretestuose né per impedire le riforme, ma stiamo parlando della nostra Costituzione e vorremmo poter discutere ! Non abbiamo potuto farlo in Commissione, chiediamo di farlo in quest'Aula. Ed è una vergogna che oggi si facciano queste cose in assenza del Presidente della Repubblica e con un clima che, è evidente a tutti, non è un clima costituente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, io ho troppa stima dell'intelligenza dell'onorevole Stefano Quaranta per pensare che creda nelle cose che ha detto.
STEFANO QUARANTA. Sì, le credo !
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, riferisca all'onorevole Quaranta che se le crede vuol dire che è in malafede.
STEFANO QUARANTA. No, no.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Io esprimo il mio parere. Tu Pag. 28hai espresso il tuo, io esprimo il mio (Commenti dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie). Adesso vedrai ! Adesso vedrai, non mi faccio offendere gratuitamente (Commenti dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie) ! Mi dispiace. Hai offeso personalmente la conduzione...
PRESIDENTE. Onorevole Fiano !
STEFANO QUARANTA. Ho detto che abbiamo discusso su interi articoli...
PRESIDENTE. Onorevole Fiano ! Onorevole Quaranta !
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Ritiro la parola malafede. Ritiro la parola malafede (Commenti dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie) ! Presidente...
PRESIDENTE. Onorevole Fiano ! Onorevole Fiano, abbia pazienza un secondo ! Vede che questo suscita... colleghi, abbiate pazienza. Colleghi, per favore, siamo ancora nell'Aula del Parlamento, né al mercato né altrove. Quindi, vi prego, basta ! Colleghi ! Non costringetemi a richiamarvi. Basta, per favore ! Onorevole Scotto, mi dia una mano a tenere i colleghi del suo gruppo. Per favore, onorevole Fiano, vada avanti con il suo intervento.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, mi scuso formalmente con il collega Quaranta. Non volevo offendere, ho sbagliato ad utilizzare la parola «malafede» (Commenti dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore non siamo allo stadio !
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Confermo quello che ho detto all'inizio...
PRESIDENTE. Onorevole Fiano, mi attenda un istante. Allora, colleghi, io non intendo tollerare urla da stadio ! Questo non è uno stadio, questo è il Parlamento italiano ! Per favore, finché siamo nel Parlamento italiano, evitiamo questo clima da stadio. Per favore ! L'onorevole Fiano si è appena scusato con l'onorevole Quaranta, ha il diritto di fare il suo intervento così come gli altri che si iscrivono a parlare hanno il diritto di intervenire in quest'Aula. Prego, onorevole Fiano.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, confermo le scuse. Preso dalla foga volevo dire una cosa: io mi batterò, qualsiasi Costituzione noi approveremo, perché l'onorevole Quaranta e tutti gli altri 629 colleghi di questa Camera abbiano sempre il diritto di criticare il sottoscritto, un altro partito o la conduzione di una Commissione. Non volevo dire questo.
Voglio dire però, scusate, per rientrare nei termini della nostra discussione, in Commissione noi abbiamo discusso, e molto: abbiamo fatto 51 ore di dibattito; 14 sedute solo sugli emendamenti e tralascio la parte di discussione generale; sono stati discussi tutti i 1.176 emendamenti presentati; sono state fatte 10 sedute di audizioni e 50 sono stati i colleghi auditi.
Poi il collega Quaranta ha fatto un esempio ed è quello che mi ha fatto, facendomi sbagliare perché sono stato io dalla parte del torto, scattare l'idea di dovermi contrapporre formalmente alla sua opinione. Ha detto, sull'emendamento che riferisce ai poteri di intervento del Senato sulle materie europee, che non si è fatta discussione sulla riformulazione. Io mi scuso con l'onorevole Quaranta però, per il suo tramite Presidente, vorrei dire che non sono questi i fatti, scusi. I relatori hanno presentato un emendamento non una riformulazione, tant’è vero che, c’è stata la discussione sull'emendamento 1.900 che voteremo, i colleghi dell'opposizione hanno presentato a quell'emendamento cinque subemendamenti. Se non ci fosse stata la presentazione di un emendamento Pag. 29e quindi la discussione che è obbligatoria alla presentazione di questo emendamento nel Comitato dei nove, non ci sarebbe stata la discussione. Ci sono cinque subemendamenti, dopo la presentazione entro i termini dei subemendamenti, i relatori hanno espresso i pareri e il Comitato dei nove, alla presenza del collega, hanno espresso i pareri anche sui subemendamenti.
Quindi io, ovviamente ritirando quella parte del mio intervento, voglio dire: la contrapposizione in democrazia è salutare. L'unica cosa è che io non sono d'accordo nel dire che lo spazio per la contrapposizione non ci sia stato. I termini di numero di ore di discussione di questa riforma costituzionale, sia per quello che riguarda la Commissione sia per quello che riguarda i termini previsti per l'Aula, sono maggiori di qualsiasi altra discussione che c’è stata nella storia parlamentare sulle riforme costituzionali.
La contrapposizione è il sale della democrazia, avete ragione a contrapporvi ma contrapponiamoci sul merito perché sul metodo, nella discussione che abbiamo tenuto insieme, e io sono il primo a difendere il diritto di contrapporsi, non c’è stato nessun vulnus allo spazio della discussione e della contrapposizione democratica.
COSIMO LATRONICO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, io credo che il metodo sia ugualmente importante come i contenuti, anzi è un presupposto dei contenuti e anche il clima, si parla di spirito e considerato che non è un conclave quello che stiamo svolgendo ma è il sistema delle relazioni per cui io continuo a ritenere, come ha detto poc'anzi il mio capogruppo, presidente Brunetta, che sarebbe stato saggio, utile evitare di strumentalizzare la Costituzione e l'utile confronto di merito che dovrebbe esserci in Aula – perché quello che c’è stato in Commissione non è sufficiente – per creare una reale valutazione, un dialogo costruttivo. Sono tante le questioni controverse attorno a questo testo costituzionale. Per cui io credo che saremmo ancora in tempo per valutare la possibilità di una articolazione dei nostri lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI. Intanto sull'emendamento volevo capire, per motivare il perché del nostro voto favorevole; noi riteniamo che eliminando dal testo «nei casi e secondo le modalità stabilite dalla Costituzione» si va semplicemente a fare una pulizia del testo in quanto già nell'articolo 70 sono previsti quali sono i casi e le modalità per cui il Senato interviene sulle leggi. Dunque non vedo il perché si dia un parere negativo ad un emendamento semplicissimo che fa una pulizia del testo, ricordando che la Costituzione debba essere la più asciutta possibile perché non deve essere ridondante perché sennò si fa un testo pesante e illegibile.
Per quanto riguarda le problematiche sollevate dal collega Quaranta, io ricordo che, intanto non sono state 59 ore che abbiamo discusso veramente sugli emendamenti perché nelle 59 ore sono state messe moltissime delle pause tecniche che dovevano durare cinque minuti e sono durate 15 minuti, mezz'ore e ore.
PRESIDENTE. Concluda.
MATTEO BRAGANTINI. Poi, la discussione su moltissimi emendamenti è stata fatta solo contro un muro silente della maggioranza. Perché noi abbiamo argomentato e su moltissimi argomenti non c’è stata data nessuna risposta tant’è vero che il Governo è intervenuto per cinque volte, forse, dicendo semplicemente: «ne abbiamo già discusso al Senato». Dunque con una mancanza istituzionale alla Camera dei deputati.
Pag. 30PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Signor Presidente, l'emendamento pretende di cancellare e sopprimere le parole «nei casi e secondo modalità stabilite dalla Costituzione». Si dà il caso però che il testo che si intende emendare sia «il Parlamento si riunisce in seduta comune dei membri delle due Camere nei soli casi stabiliti dalla Costituzione». Bene, votiamo questo emendamento, se passa questo emendamento cosa ne rimane ? «Il Parlamento si riunisce in seduta comune dei membri delle due Camere» soli, questo è il risultato finale dell'emendamento proposto da Toninelli, Agostinelli, Alberti, Artini, Baldassarre, Barbanti, Baroni, Basilio, eccetera.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, articolo 37 del Regolamento. Io sollecito lei a portare le istanze provenienti da diversi deputati di quest'Aula anche nella seduta odierna. Più volte è stata richiesta – capisco che la risposta della Presidenza sarà: ci sono altri membri del Governo – la presenza del Ministro per le riforme, stiamo parlando della più importante riforma costituzionale degli ultimi tempi e il Ministro che ha la delega non si degna neanche di venire in quest'Aula perché deve andare a parlare della riforma elettorale nell'altro ramo del Parlamento. Adesso noi le chiediamo formalmente – capisco che il Regolamento è rispettato perché c’è la presenza di due sottosegretari – di chiedere al Governo di mandare il Ministro per le riforme. Oltre agli schiaffi che non le opposizioni ma questo Parlamento sta prendendo per le posizioni di chiusura totale verso un passaggio delicato che stiamo facendo in questa legislatura, che lo schiaffo arrivi anche dal Governo e il Ministro non sia presente durante questa seduta ritengo sia inaccettabile. Quindi mi auguro che perlomeno la sensibilità e la responsabilità istituzionale da parte dell'Esecutivo ci sia e chiedo che il Ministro Boschi venga ad ascoltare e perlomeno abbia la dignità di ascoltare anche le istanze che in quest'Aula vengono presentate per la discussione sulle riforme istituzionali.
PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, ovviamente lei ha posto la questione in termini molto corretti e, come tale, ha anche implicitamente risposto alla possibilità che la seduta prosegua, atteso che lei solleva una questione politica su cui poi si eserciterà la sensibilità del Governo stesso. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Signor Presidente, sono preoccupato, al di là delle parole di Fiano. Questa Repubblica sembra ormai non più fondata sulla Costituzione, che il Partito Democratico sta stracciando con diversi sodali, ma sul ricatto. Una Repubblica fondata sul ricatto incrociato: inquisiti, condannati che si ricattano a vicenda, che si ricattano attraverso i giornali, i decreti con condoni fiscali e salvacondotti penali, con emendamenti governativi in un piano anticorruzione che diventa un pizzino, e sapete perché è fondata sul ricatto ? Perché sapete che se alcune pedine cadono, se ne portano via altre. Siete una torre stabile ma fragile, per questo rappresentate il vero muro di omertà di questo Paese. Siete massi che mantengono nel pantano questo Paese. In questi giorni arriva la notizia di qualche minima variazione, o meglio, specifica sui vincoli, sul deficit e sul debito della Commissione Juncker, a condizione di fare le riforme. Qualcuno scodinzolerà e dirà di avere ottenuto la flessibilità, io dico che è l'ennesimo ricatto della trojka per un Paese come l'Italia che non è più libero di decidere nulla. Ma ad una cosa il Governo e quindi in questo caso i sottosegretari io chiedo di rispondere: quello che voi chiamate adesso, in quest'Aula, la riforma della Costituzione fa parte del pacchetto Pag. 31che chiede Bruxelles, delle riforme che ci concedono flessibilità ?
Questa è una risposta che ci dovete, perché io non riesco a dimenticare le parole di Monti di qualche anno fa, che dichiarava – testuali parole –: «Abbiamo bisogno delle crisi per fare passi avanti. Non dobbiamo sorprenderci che l'Europa abbia bisogno di crisi e di gravi crisi per fare i passi avanti. I passi avanti dell'Europa sono per definizione cessioni di parte della sovranità nazionale ad un livello comunitario». Ed ancora: «è chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini ad una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto visibile e conclamata. Mario Monti».
Voi dovete chiarire al popolo italiano se questa è una riforma che facciamo, non solo sotto il ricatto di piduisti, sotto il ricatto di una forza politica fondata da un uomo condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, sotto il ricatto di evasori fiscali, di truffatori, ma anche sotto il ricatto europeo di poteri internazionali, finanziari ed economici, se questo è l'ennesimo esempio di cessione di sovranità. Chiedo che il Governo, in questo caso rappresentato dai sottosegretari, dia almeno una risposta in questo dibattito, perché ieri il suo silenzio è stato assordante. Se non sono nella possibilità di conoscere la risposta, mi associo a Fedriga e allora chiediamo che vengano i Ministri e i sottosegretari che la risposta la conoscono. Io voglio sapere se voi siete i curatori fallimentari del nostro Paese o rispondete ancora al popolo sovrano.
Nonostante tutto, io ho ancora fiducia e non posso credere che la totalità dei deputati del PD, che sono in Aula alla mia destra, siano invischiati nei peggiori compromessi; molti in Forza Italia stanno trovando il coraggio di smarcarsi e non è possibile che questo coraggio non l'abbia alcun deputato del PD. Io non capisco perché la totalità dei deputati del PD deve scegliere di affondare, di affogare nel fango che gli altri hanno voluto intorno a loro, perché devono macchiarsi di favoreggiare i peggiori reati, perché tutti devono passare alla storia come la classe politica più ricattata e compromessa al mondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Uno scatto d'orgoglio, io che sarò ingenuo, me l'aspetto ancora da qualche deputato del PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Signor Presidente, non voterò a favore di questo emendamento, ma per motivi diversi, e non voterò a favore di questo emendamento perché ritengo che non sia assolutamente accettabile continuare in un dibattito che collega in maniera così pesante la più importante fra le riforme, che è la riforma della Costituzione, e l'elezione della carica istituzionale più importante della nostra Repubblica, che è quella di Presidente della Repubblica.
Questo collegamento, che più d'uno sta facendo tra queste due vicende così straordinariamente importanti per la nostra nazione, non è accettabile. Io credo che su questo, sì per davvero su questo, ci si dovrebbe confrontare in quest'Aula, non sul contenuto di alcuni emendamenti, ma soltanto su questa vicenda politica straordinariamente importante e assolutamente grave.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piras. Ne ha facoltà.
MICHELE PIRAS. Signor Presidente, invece io voterò convintamente per questo emendamento, perché credo, come l'onorevole Quaranta, che questo emendamento sia paradigmatico delle relazioni del Senato che stiamo andando a costruire e che non ci piace. Ma già che voi – chi l'ha proposto e chi lo sostiene – ce lo proponete come il Senato delle regioni e dei comuni, non comprendo per quale ragione Pag. 32una Repubblica come la nostra, che è fondata sulle regioni, che è fondata sulle specificità comunali, che è fondata su tante nazionalità che arricchiscono e pluralizzano l'identità complessiva di questo Paese non debba avere alcuna relazione con l'Unione europea.
Se è un Senato delle regioni e dei comuni, che sia anche un Senato che opera un raccordo tra gli enti costitutivi dello Stato e l'Unione europea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Onorevole Capezzone, a noi risulta che lei è già intervenuto, ma a memoria della Presidenza, se non sbaglio, lei era intervenuto per un richiamo al Regolamento, se non sbaglio.
DANIELE CAPEZZONE. Assolutamente sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Quindi, può parlare. Prego.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Presidente. Intervengo per una riflessione sul punto nel quale, a mio avviso, ci troviamo. Da 36 ore, tanti colleghi di diverse appartenenze, ciascuno con il proprio linguaggio, con la propria cultura, stanno e stiamo ponendo un punto istituzionale e giuridico delicatissimo e cioè: è giusto procedere con una riforma costituzionale, al di là del merito, in assenza del supremo garante della Costituzione ? È una questione giuridica delicatissima, su cui c’è una mensola di saggi scritti e su cui tanti giuristi sono andati in corsia di emergenza.
Qui, il Partito Democratico ha scelto di andare, invece, in corsia di sorpasso. Traetene, però, le conseguenze politiche. Ora, correre, correre, correre, e il bel risultato è che siamo qui da due ore, con zero voti, con un clima deteriorato alla vigilia dell'elezione del Presidente della Repubblica, con una divisione totale su una riforma che avrebbe dovuto, nelle vostre intenzioni, essere corale...
PRESIDENTE. Concluda.
DANIELE CAPEZZONE. ... con un clima ancora più deteriorato rispetto alla Presidenza della Repubblica.
Io credo che questo sia il momento – siamo persone che conoscono la politica e concludo Presidente – di dire alla maggioranza che è giunto il momento di una vostra riflessione politica. La fretta, la prepotenza e la disattenzione alle questioni istituzionali e costituzionali sono tre cattive consigliere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.
CELESTE COSTANTINO. Grazie, Presidente. Io intervengo solamente – e mi dispiace che non ci sia l'onorevole Fiano in Aula, anche se non mi rivolgo solo a lui e potrebbe tranquillamente rispondermi anche il nostro presidente di Commissione, Sisto – perché voglio essere smentita, voglio essere smentita formalmente, per capire se quello che sto per dire è vero o non è vero.
Voglio sapere se è vero che non abbiamo iniziato il lavoro in Commissione su questo provvedimento dall'articolo 1, ma abbiamo dovuto seguire una numerazione assolutamente improvvisata perché la maggioranza aveva dei problemi e non riusciva a mettersi d'accordo sull'articolo 1. Voglio sapere se è vero o non è vero che abbiamo dovuto accantonare interi articoli, perché la maggioranza non riusciva a mettersi d'accordo. Voglio sapere se è vero o non è vero che è stato chiesto di ritirare degli emendamenti in Commissione per ripresentarli in Aula, perché non era possibile sciogliere quei nodi politici all'interno della Commissione.
PRESIDENTE. Concluda.
CELESTE COSTANTINO. Allora, io voglio essere smentita su questo, perché se non è così, se non è così, allora non è vero Pag. 33che non stiamo trattando questo provvedimento come un decreto-legge. Invece, questo sta avvenendo.
PRESIDENTE. La ringrazio...
CELESTE COSTANTINO. Noi stiamo trattando la riforma costituzionale come un decreto-legge e quegli emendamenti, che sono stati ritirati, non si stanno discutendo perché la maggioranza non sta interloquendo con le opposizioni, così come non è avvenuto neanche in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Presidente Buttiglione, per cortesia... Prego.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Intervengo molto rapidamente. Io devo dare atto al collega Quaranta e alla collega Costantino di essere sempre stati, come posso dire, non solo presenti ma anche molto partecipi al dibattito in Commissione. Mi spiace che quella che è una critica di merito possa essere scambiata come una critica sul metodo, perché non c’è dubbio che i lavori in Commissione si sono svolti in modo assolutamente corretto ed è assolutamente fisiologico che si possa accantonare una parte del provvedimento per poi passare ad un'altra, se questo significa un più accurato approfondimento di taluni nodi e di taluni temi, come è avvenuto in Commissione sotto gli occhi di noi tutti, nessuno escluso.
Quindi, mi sembra che la critica che il collega Quaranta ha rivolto vada ridimensionata (e ne ho parlato anche con lui). Cioè, non siamo di fronte ad una critica dei lavori di Commissione, ma alla presa d'atto che, su un provvedimento così complesso, articolato e difficile, è indubbio che si possano creare dei nodi che possono eventualmente essere sciolti, giustamente, nell'unico luogo dove si scrivono le leggi, che è l'Aula.
Quindi, se questa è la necessità di rivendicare nell'Aula un dibattito, questo mi sembra un corretto approccio alla delicatezza del provvedimento. Se si tratta, come non è, di prendere atto che in Commissione è mancato qualche cosa, questa mi sembra che sia una critica, per quello che ci siamo detti, che non trova ospitalità in quest'Aula. Quindi, mi sembra che, da questo punto di vista, in adesione a quanto ha detto il collega Fiano, si possa dare atto che il lavoro in Commissione è stato svolto quantitativamente e qualitativamente, ma che le leggi si scrivono, come è giusto che sia, nell'Aula del Parlamento.
DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo in qualità di relatore di minoranza, per ricordare come sia cosa falsa il dire che le opposizioni hanno esercitato attività ostruzionistiche anche all'interno della Commissione. Per quanto riguarda il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle, in Commissione sono stati presentati 350 emendamenti, tutti di contenuto. L'emendamento di cui stiamo discutendo è un altro emendamento di contenuto, insieme agli altri 500 emendamenti. Volevo ricordare a chi ci ascolta, non tanto a quest'Aula, perché è inutile parlare con quest'Aula, a chi questa riforma l'ha scritta, che si tratta di una riforma che va a toccare quasi quaranta articoli della Costituzione. In Commissione, il Governo è stato perennemente silente, perennemente silente. Delle circa centocinquanta ore che si sarebbero potute utilizzare nel dibattito e nelle votazioni di Commissione, ne sono state utilizzate circa quaranta. E questo perché, laddove c'erano dei punti controversi all'interno della maggioranza, si interrompevano i lavori della Commissione: quaranta ore su centocinquanta. Questi sono fatti, tutto il resto sono chiacchiere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
Pag. 34ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo per dire due cose. Noi voteremo contro questo emendamento, non perché non ne comprendiamo le ragioni – successivamente verranno altri emendamenti nei quali queste ragioni saranno espresse in modo diverso – ma perché riteniamo che quelle ragioni vadano espresse in modo differente e anche forse in un luogo differente, non in questa fase del procedimento, ma in un luogo successivo, quando affronteremo in modo più organico questa materia. Colgo l'occasione per dire che l'Europa non è quel mostro arcigno che qualche intervento dei miei amici del MoVimento 5 Stelle ha evocato; non ci impone una sovranità che viene dall'esterno. Non spetta a me difendere il Presidente Monti, ma quello che Monti voleva dire nel testo citato è una cosa banale: gli europei si convinceranno rispetto alle cessioni di sovranità nazionale all'Europa quando si renderanno conto che, nel mondo di oggi, le sovranità nazionali degli Stati europei di oggi non servono, perché non è possibile esercitarle, poiché per esercitare sovranità, quindi per poter guidare i destini del proprio popolo, occorrono delle dimensioni continentali. L'epoca nostra è l'epoca della politica continentale. Quei popoli che non si danno strutture politiche continentali sono destinati a perire. Ricordatevi l'Italia del Rinascimento, il Paese più bello, più civile, più colto, più ricco del mondo di allora, che precipita, che crolla nell'arco di pochi decenni, regalandoci tre secoli – ripeto: tre secoli – di arretratezza e di sottosviluppo. Perché ? Perché altri Paesi risolvono il problema della dimensione nazionale della politica e l'Italia no. Oggi o l'Europa risolve il problema della dimensione continentale della politica, dandosi vera unità politica, oppure è condannata. Tutte le disfunzioni dell'Europa, della quale io sono critico in modo diverso, ma tanto quanto quelli che più la criticano qui, non derivano dal fatto che c’è troppa Europa. Non si superano tornando indietro agli Stati nazionali, quelli che facevano le guerre in Europa, ma si superano in avanti, con una sovranità politica europea. Questo è il tema vero che sta anche sotto questa riforma costituzionale. Ammodernare l'Italia significa renderci capaci di esercitare la nostra sovranità non da soli, ma insieme con quella degli altri Paesi europei, non cedendo sovranità – non mi piace questa espressione – ma acquistando sovranità vera come europei, perché l'unica dimensione nella quale si esercita sovranità, capacità di decidere sul destino, oggi è quella continentale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signor Presidente, non è giusto discutere di revisione del Senato quando non si sa ancora come sarà la prima Camera, questa, a causa della legge elettorale in discussione al Senato. I giuristi parlerebbero del velo di ignoranza, principio base della giustizia procedurale. Come è possibile cambiare il Senato senza sapere se una adeguata rappresentatività sarà garantita alla Camera dei deputati ? L’«omicidio» del Senato, che si sta cercando di compiere, può provocare il deragliamento del sistema parlamentare italiano e il rafforzamento di un Governo minoritario tra gli elettori e ipermaggioritario qui alla Camera.
Usciamo dalla contingenza ! Vi faccio una domanda, cari colleghi: se Berlusconi negli anni passati avesse avuto a suo tempo questa autostrada, che fine avrebbe fatto l'Italia ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.
FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, intervengo ovviamente sul tema delle riforme e, tramite lei, vorrei anche chiarire un concetto che ho sentito espresso dal collega Buttiglione. Io non so se vuole prendere in giro qualcuno, non lo so; però le riforme chi ce le chiede ? Ce le chiede l'Europa ? Ce le chiede la Commissione, secondo lui, in questa visione sovranazionale ? Io non ci casco, noi non ci Pag. 35cadiamo, perché io vorrei ricordare al collega Buttiglione, ma l'avrà sentito proprio a tu per tu, che Monti disse che la Commissione può fare delle cose perché è lontana e al riparo dal processo elettorale. Noi non ci stiamo a questo tipo di atteggiamento, le vogliamo decidere noi, vogliono decidere i cittadini e dobbiamo riprenderci la sovranità; e questo Parlamento purtroppo, con la scusa «ce lo chiede l'Europa»... che poi, quest'espressione geografica, parliamo dell'Unione europea che è ben altra cosa dell'Europa; non siamo d'accordo. E quindi mi dispiace, ma noi dobbiamo qui col nostro giudizio insieme ai cittadini cambiare le cose, e non perché ce lo chiede qualcun altro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Signor Presidente, io credo che su materie che hanno un qualche punto in contatto noi abbiamo già avuto discussioni, e forse converrebbe anche ogni tanto guardarci indietro; nel senso che noi abbiamo ultimato da non molto tempo una discussione che ha riguardato le province: tutti noi abbiamo una provincia di appartenenza, qualcuno una città metropolitana. Anche lì abbiamo introdotto un sistema elettorale di secondo livello. Se noi ci guardiamo indietro forse capiremo anche, visto il disastro che si è determinato e il disastro che si determinerà, che forse su alcune materie, piuttosto che le certezze sbandierate, varrebbe più un approfondimento e una discussione che non tutte le direttive che arrivano dal Governo o che sono convinzioni di questo o di quel gruppo parlamentare hanno bontà; anzi in quel caso – ma ci torneremo nel corso di queste lunghe discussioni – abbiamo compiuto un mezzo disastro in forma di legge, sul quale saremo poi costretti a ritornare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.
LARA RICCIATTI. Signor Presidente, nel tema dei rapporti fra il Senato e l'Unione europea il collega Buttiglione parte dal presupposto che, annunciando il suo voto contrario, sostiene il fatto che i Governi nazionali debbano cedere sovranità rispetto alla costruzione dell'Unione europea. Mi vorrei semplicemente permettere di ricordare per suo tramite al collega Buttiglione che è finita l'epoca e l'era delle deleghe in bianco, perché io penso che gli italiani tutti si siano stancati di cedere sovranità all'Europa, che si basa e si costruisce sul Fiscal compact. Allora, avrebbe molto più senso e sarebbe molto più coraggioso andare a cedere una sovranità all'Europa che parla di diritti dei popoli, che fa suoi tutti i figli dei migranti e tutte quelle morti lì.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 12,20)
LARA RICCIATTI. Allora, ci sono due tipi di Europa, e di fatto con questo emendamento noi andiamo, per l'ennesima volta, a sganciare le istituzioni repubblicane dall'Unione europea, facendo sì che non sia prerogativa e diritto del Senato neanche preoccuparsi dei rapporti che abbiamo dall'Unione europea. Quindi, da un lato, ci facciamo portatori e portatrici di interessi europei, e andiamo predicando quanto il nostro Paese sia fortemente europeo e si stringa intorno anche ai lutti, l'ultimo in termini di cronologia, quello che è successo a Parigi, rispetto a quello che accade in Europa; però poi non permettiamo neanche a questo nuovo Senato di farsi interprete e portatore dei rapporti con l'Unione europea.
TRIFONE ALTIERI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TRIFONE ALTIERI. Signor Presidente, voterò contro questo emendamento come detto anche nei giorni passati, perché riteniamo che l'abolizione vera del Senato sia l'eliminazione e non la creazione di Pag. 36un'altra Camera e, quindi, mantenimento del bicameralismo. Però, Presidente, approfitto del suo arrivo per chiederle: in quest'Aula, è stato chiesto da parte di diversi gruppi di poter avere tempo per discutere all'interno dei nostri gruppi, così come lei stessa aveva detto ieri, riguardo all'elezione del Presidente della Repubblica.
Il calendario dei lavori serrati e la convocazione delle Commissioni non ci consentono questa discussione importantissima all'interno dei nostri gruppi. Quindi, approfitto della sua presenza per chiederle come si intenda organizzare i lavori parlamentari – vi è stata anche la richiesta del gruppo di Fratelli d'Italia, che aveva un incontro proprio questa mattina, che, per la coincidenza con i lavori dell'Aula, non può tenere –, e quindi come possiamo organizzare i lavori per dare a tutti i gruppi e a tutti i deputati la possibilità di discutere di questo importantissimo momento per il Parlamento che è l'elezione del Presidente della Repubblica.
PRESIDENTE. Allora, facciamo chiarezza su questo punto. Ieri vi è stata la Conferenza dei presidenti di gruppo, che ha riconfermato il calendario che era già stato delineato ed approvato. All'interno della discussione, io mi sono resa disponibile per venire incontro alle richieste dei gruppi per parlare delle questioni importanti che sono all'ordine del giorno, tant’è che ieri abbiamo interrotto un'ora prima, questa mattina abbiamo iniziato alle ore 10 e domani non si vota.
Detto questo, riconfermo la mia disponibilità: è evidente che vorrei avere notizie dai gruppi in tempo utile per poter valutare, ed è anche altrettanto evidente che la richiesta non possa stravolgere l'andamento dei lavori, che sono stati riconfermati ieri in Conferenza dei presidenti di gruppo. Quindi, non può essere che stravolga, ma vi è tutta la mia disponibilità, nell'ambito della compatibilità con i lavori, a concedere il tempo per poter consentire ai gruppi di riunirsi.
Cortesia vuole che i gruppi me lo facciano sapere in tempo utile perché io possa valutare anche la compatibilità con i lavori d'Aula. Penso che questo chiarisca: non riaprirò la discussione su questo, perché è stato ampiamente discusso prima. Quindi, mi è stato richiesto di fare un chiarimento, il chiarimento ve lo sto dando, e dunque, se i gruppi intendono avere dei tempi, abbiano la cortesia di farmelo presente prima, così che noi riusciremo a organizzarci in modo tale da mantenere la tabella di marcia, pur non negando ai gruppi la possibilità di approfondire, come richiesto in Conferenza dei presidenti di gruppo.
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Presidente Brunetta, ho una lista di interventi. Se è su questo punto, come dicevo, non vorrei aprire un dibattito. Prego, sull'ordine dei lavori, ma non su questo punto, però, presidente Brunetta.
RENATO BRUNETTA. Noi abbiamo approvato, signora Presidente, un calendario. Questo calendario lo avevamo approvato, per la verità, prima delle dimissioni del Presidente della Repubblica e lo abbiamo confermato – le do atto – dopo le dimissioni del Presidente della Repubblica. È chiaro che le dimissioni del Presidente della Repubblica abbiano comportato – ma lei lo ha ricordato con grandissima correttezza – un'esigenza di riflessione e di dibattito all'interno dei gruppi.
Oggi, questa mattina, in sua assenza, ho esplicitato che è mia intenzione convocare, nei prossimi giorni, in continuità, il mio gruppo parlamentare, proprio per seguire il dibattito non solo sulla riforma costituzionale, ma sui criteri di scelta e di valutazione del nuovo Presidente della Repubblica, per avere anche, con gli altri gruppi parlamentari, utili incontri, al fine di verificare idee comuni e un sentire comune, nel senso dell'unità della nazione, in previsione dell'elezione del Presidente della Repubblica.Pag. 37
Pertanto, signora Presidente, il calendario, che lei giustamente ha ricordato e che noi, di fatto, abbiamo riconfermato, va riletto alla luce di questa esigenza dei gruppi parlamentari di discutere e di valutare l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, proprio come la Costituzione prevede.
Pertanto bisogna contemperare due esigenze: da un lato, la conferma del calendario, dall'altro, l'esigenza dei gruppi parlamentari di avere continue riunioni, proprio per aggiornare il proprio dibattito al proprio interno in ragione dell'elezione del Presidente della Repubblica, che è un fatto nuovo che è intervenuto rispetto al calendario precostituito.
Pertanto io le farò avere – ma glielo posso annunciare fin d'ora – il calendario che intendo perfezionare per quanto riguarda il mio gruppo. Però le dico fin d'ora che saranno riunioni continuative del mio gruppo proprio per discutere, anche con gli altri gruppi parlamentari, sull'elezione del Presidente della Repubblica.
Quindi, le chiedo di rivedere e riaggiornare, nella compatibilità dei tempi e nella compatibilità del calendario, il calendario che abbiamo ieri confermato. Questo è un lavoro di sintesi che si deve realizzare. Altrimenti, signora Presidente, il rischio è che l'inutilità dei lavori di questa mattina, tre ore senza alcuna votazione, si riproduca anche nelle prossime ore: o si trova una soluzione di equilibrio all'interno dei lavori parlamentari, altrimenti il rischio è che si rovini quel clima positivo di coesione costituente, che fino a ieri si era realizzato.
La richiesta che faccio è che il Governo non intervenga in questa sua decisione, perché il Governo non c'entra con la definizione dei tempi e dei lavori del Parlamento, soprattutto per quanto riguarda la riforma costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Presidente Brunetta, come ho detto, tra ieri e oggi, dopo il nostro incontro nella Conferenza dei presidenti di gruppo, non è successo nulla di nuovo: sapevamo già delle dimissioni del Capo dello Stato, abbiamo riconfermato il calendario e lei era d'accordo. Dunque, io ritengo che verrò incontro, come ho detto, alle esigenze dei gruppi compatibilmente con il rispetto di quel calendario, che è stato già riconfermato anche da lei.
ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, a noi sembra evidente dalle parole dell'onorevole Brunetta – che ovviamente credo di provare ad interpretare – che qualcosa è cambiato rispetto a ieri. Non entro nel merito delle questioni interne ai singoli gruppi parlamentari, non è mia competenza e non mi permetterei mai, ma è del tutto evidente che, a questo punto, di fronte a queste richieste, sarebbe opportuno riconvocare una Conferenza dei presidenti di gruppo e discutere alla luce delle novità, che anche nel corso del dibattito di questa mattina si sono determinate nell'Aula. Il motivo è molto semplice. L'ipotesi – e concludo – di riunioni continuative nel corso dei prossimi giorni sull'elezione del nuovo Capo dello Stato è un'ipotesi molto concreta ed è un'esigenza comune di molti gruppi, soprattutto dei gruppi dell'opposizione. Ciò non può essere sottovalutato e questo inevitabilmente determina, per così dire, una novità che va valutata attentamente dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo solo per rimarcare, intanto, quanto detto dal presidente Scotto: fatti politici nuovi avvengono quest'oggi proprio per le dichiarazioni del presidente Brunetta, che evidentemente Pag. 38cambiano la geografia che si era individuata nella seduta della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri.
Inoltre le faccio presente che i principali leader dei maggiori partiti presenti in quest'Aula non fanno parte di questo Parlamento, dal Presidente del Consiglio Renzi che non è parlamentare, al nostro leader Matteo Salvini che non è parlamentare, a Grillo che non è parlamentare, al leader di Sinistra Ecologia Libertà che non è parlamentare, a Berlusconi che non è parlamentare. Quindi, è chiaro che l'attività di confronto all'interno delle forze politiche non può restringersi all'interno di quest'Aula. Per questo, la invitiamo ad una riflessione per ampliare veramente i tempi a disposizione delle forze politiche, perché credo che la responsabilità che abbiamo nell'eleggere la prima carica dello Stato non possa essere messa a disposizione di chi, invece, vuole utilizzare l'attività di quest'Aula per convenienze di propaganda politica.
È una responsabilità che dobbiamo sentire un po’ tutti nostra e faccio appello a lei, Presidente, perché possa risolvere la questione nel migliore dei modi, mettendo in prima linea le esigenze del Paese e non quelle di una maggioranza che è maggioranza temporanea, ma non rappresenta tutto il Paese, oltretutto, basta vedere quante persone, sono andate a votare nell'ultima tornata elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Grazie Presidente. Io intervengo a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle per associarmi alle richieste che sono state fatte dagli altri gruppi di opposizione.
Noi capiamo perfettamente il suo momento di difficoltà, perché sfido qualunque Presidente della Camera a doversi rapportare con due elezioni del Presidente della Repubblica, insomma non è una cosa che accade tutti i giorni. Abbiamo anche apprezzato il fatto che, comunque, nella scorsa Conferenza dei presidenti di gruppo lei stessa aveva segnalato variazioni all'interno del calendario nel momento in cui ci sono le dimissioni della più alta carica dello Stato.
Chiaramente non c’è incompatibilità con il Regolamento rispetto a quello che stiamo facendo: lo abbiamo detto, sicuramente non c’è dal punto di vista regolamentare. Però, dal punto di vista politico il problema si pone, e come ! Come è stato detto anche da altri colleghi, effettivamente se c’è un gruppo, qualsiasi esso sia – magari in questo momento è il capogruppo Brunetta che esprime delle considerazioni differenti, che noi all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri non abbiamo ascoltato –, che dice che potrebbe essere in seduta permanente oppure svolgere più riunioni continuate – lo stesso potremmo dire noi, lo stesso potrebbe dire SEL –, quale sarebbe la consistenza con la quale ci approcceremmo, a questo punto, ad un processo di modifica di 40 articoli della Costituzione ?
Insomma, l'appello è alla sua sensibilità, naturalmente, e alla serietà politica con la quale bisogna approcciarsi ad una modifica costituzionale. Quindi, la nostra necessità è di rivedere le posizioni della Conferenza dei presidenti di gruppo e possibilmente ricostituire un calendario o capire quali possono essere le tempistiche fornite per riunirci e capire come affrontare questa grave situazione di mancanza del Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
FABIO RAMPELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Grazie Presidente. Io, intanto, come già ho fatto ieri, sottolineo questa sua sensibilità personale e la ringrazio davvero sia per come ha condotto la Conferenza dei presidenti di Pag. 39gruppo ieri sia per come sta conducendo l'Aula in questi momenti, che non sono esattamente facilissimi.
Però, vorrei anche dirle che un conto è la sensibilità personale e un conto è la sensibilità istituzionale. Sono due cose distinte e separate, se preferisce complementari, ma penso che io non debba chiedere il permesso a nessuno per riunire il gruppo parlamentare prima dell'elezione del Capo dello Stato. Non deve e non può in alcun modo essere interpretata come una sorta di concessione, è un diritto sacrosanto non solo dei presidenti dei gruppi, ma di ogni deputato facente parte di un gruppo parlamentare. Le condizioni attuali del calendario sono oggettivamente impossibili, non hanno alcuna compatibilità con la possibilità di convocazione di un gruppo parlamentare, pur nell'importante scadenza delle elezioni del Capo dello Stato. Infatti, se un gruppo parlamentare non si consulta sulle elezioni del Capo dello Stato, mi piacerebbe sapere che cosa ci stiamo a fare qui.
Quindi, in questo caso il problema non è chiedere a lei il permesso di riunire il gruppo parlamentare, quindi di anticipare di un'oretta la chiusura della discussione come è avvenuto ieri, perché dalle 21,30 alle 20,30 mi pare del tutto evidente che fosse impossibile procedere ad alcuna consultazione. Io penso che il problema sia evidentemente ed oggettivamente quello di rivedere il calendario, anche – sottolineo, anche – alla luce delle mutate condizioni politiche che abbiamo potuto apprezzare nella giornata di oggi, in particolare attraverso l'intervento del presidente del gruppo di Forza Italia Brunetta, ma anche con altri interventi che non le saranno sfuggiti e che certamente il presidente Baldelli poco fa le avrà illustrato e le avrà comunicato.
Quindi, evidentemente c’è una condizione diversa. Delle due l'una, o si modifica il calendario oppure, se non si modifica il calendario, sic stantibus rebus, si riconvoca la Conferenza dei presidenti di gruppo, si constata che la maggioranza prevista dal Regolamento, che era ieri presente nella Conferenza dei presidenti di gruppo, non c’è più e si ricalendarizza, in modo tale da consentire ai gruppi non di venirle a chiedere il permesso per celebrare una riunione del gruppo, ma per collocarla di qui ai prossimi giorni, perché non è possibile dire che domani non ci sono votazioni.
Domani comunque ci sono delle discussioni sulle linee generali su delle mozioni delicatissime e importantissime e la prossima settimana si lavorerà da lunedì a venerdì, quindi senza consentire ai deputati di rimanere nel proprio collegio a consultare elettori, militanti, simpatizzanti e quadri dirigenti. Anche quella è una mansione che ci è comunque preposta perché non è questa un'argomentazione sufficientemente comprensibile ed efficace. Abbiamo il diritto e il dovere, aggiungo, di stabilire, all'interno dei prossimi giorni, quali giorni saranno destinati alla consultazione dei gruppi parlamentari.
Detto questo, Presidente, io spero e mi auguro che la maggioranza dismetta la propria arroganza perché è un comportamento davvero incomprensibile. E, senza alcuna polemica, a mio giudizio l'arroganza maggiore la sta esprimendo il Presidente del Consiglio Renzi. Noi, come Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, ma penso che molti parlamentari e molti gruppi la pensano come me, non intendiamo arrivare all'elezione del Capo dello Stato in quest'Aula a Camere riunite ricevendo pizzini, né da Renzi, né da chicchessia. Vogliamo una discussione libera e aperta per partecipare e se possibile contribuire alla designazione e all'indicazione di un Capo dello Stato, successore di Giorgio Napolitano, che risponda ai requisiti più volte declamati, ma quotidianamente smentiti, di autorevolezza, neutralità ed indipendenza, esattamente come ciascuno teoricamente si augura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).
ANGELO CERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su cosa, deputato ?
Pag. 40ANGELO CERA. Naturalmente parlo a titolo personale.
PRESIDENTE. Sta parlando sull'emendamento ?
ANGELO CERA. Sull'emendamento e comunque sulla discussione che abbiamo tenuto finora, Presidente: sull'ordine dei lavori. Presidente, io voglio apparire uno che parla alla luna. In questo caso vorrei che la luna sia quella piena, quella dell'intelligenza che una maggioranza deve avere in questo momento. Noi stiamo riformando la Costituzione e, contestualmente, noi andiamo ad eleggere un nuovo Presidente della Repubblica. Non mi dispiacerebbe – e lo dico agli amici che ancora si ostinano ad avere o a creare un muro contro muro – per esempio capire come la pensa o come la potrebbe pensare il nuovo Presidente della Repubblica su ciò che noi in queste ore andiamo a modificare. Per cui, siccome ci siamo abituati – e chiudo, Presidente – agli interventi fatti in maniera saggia dal precedente, io credo che un momento di attenzione possa far decantare una situazione che potrebbe portarci ad un'elezione di un Presidente condiviso e aiutarci per i passaggi successivi.
ANTONIO DISTASO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO DISTASO. Grazie Presidente, quando ho chiesto di parlare lei non aveva ancora espresso il chiarimento, che io ho apprezzato, sul prosieguo dei nostri lavori.
PRESIDENTE. Mi scusi, io penso che il suo gruppo abbia già parlato sull'ordine dei lavori.
ANTONIO DISTASO. Ma vorrei aggiungere qualcosa, se possibile, a titolo personale.
PRESIDENTE. Sì, però sull'emendamento, la prego, deputato. Torniamo all'emendamento, sia gentile. Io vedo il suo nome iscritto sull'emendamento Toninelli 1.99.
ANTONIO DISTASO. Sì, l'emendamento Toninelli 1.99 è chiarissimo. Intervengo per esprimere il mio voto contrario, ma, nel contempo, per richiamare una questione che credo sia essenziale. Ieri si sia è aperto un dibattito, e non poteva essere diversamente, dopo le dimissioni del Presidente della Repubblica. Però, se vogliamo procedere con un atteggiamento che ricordi quantomeno lo spirito costituzionale, io credo che non dovremmo procedere con l'impostazione di una legge ordinaria. Noi abbiamo due sottosegretari che io rispetto, che hanno una delega importante, ma in assenza del Ministro titolare per le riforme non credo che si possa continuare ad affrontare nel merito gli argomenti che stiamo trattando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente, ovviamente nell'attesa che lei faccia la dovuta ed idonea sintesi rispetto alle sollecitazioni che sono giunte dalle forze politiche di opposizione, io credo che, per rimanere sul tema dell'emendamento, è evidente che, per non rischiare di svilire un dibattito tanto alto e tanto importante, il dibattito relativo alla riforma costituzionale, la presenza – come è stato più volte detto e più volte ripetuto dai colleghi – da parte del Ministro Boschi, proprio per mantenere alto, completo ed esaustivo il dibattito su questa riforma costituzionale, diventi inevitabilmente conditio sine qua non per affrontare meglio il dibattito stesso.
Io credo che da parte delle forze politiche di opposizione sia stato mantenuto un comportamento di assoluta pacatezza e serietà, proprio per il tema che viene trattato.
La moral suasion che noi facciamo nei confronti del Presidente della Camera è che, nella denegata ipotesi in cui non Pag. 41dovesse essere concesso quanto da parte delle forze politiche di opposizione è stato richiesto, la presenza del Ministro Boschi diventi assolutamente necessaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
STEFANO BORGHESI. Grazie Presidente, intervengo per sottolineare anche da parte mia il fatto che qui si sta cercando di modificare la Costituzione, quindi non si sta giocando.
Tutto quello che è successo fino adesso e che è stato ricordato anche da alcuni dei miei colleghi, a partire da quanto è successo appunto in Commissione, per passare poi a quanto è successo fino ad oggi qui in Aula, con – purtroppo lo vediamo anche oggi qui – l'assenza del Ministro Boschi, purtroppo non ci fa propendere per una discussione serena, una discussione corretta, una discussione seria come dovrebbe essere quella di una riforma costituzionale.
Quindi, premesso ciò, voglio entrare nel merito dell'emendamento che stiamo trattando, il Toninelli 1.99, portando il mio parere positivo a questo emendamento, in quanto risulta essere assolutamente ridondante la parte che appunto è stata inserita in questa parte dell'articolo 1.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Busin. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Grazie Presidente, io penso che questo emendamento ci consenta di fare luce su quella che è stata la modalità con cui si è intervenuti sulla riforma di questa importante parte del testo costituzionale, cioè la fretta e la mancanza di una ponderazione, che ci ha fatto scrivere delle cose ridondanti come questa, che vogliamo eliminare con l'emendamento Toninelli 1.99 e che quindi sono completamente estranee a quella che deve essere la modalità con cui viene scritto un testo costituzionale, che deve caratterizzarsi per l'essenzialità.
Un tema come quello che si vuole disciplinare nell'articolo 55 con questa frase inutile è già ben disciplinato nell'articolo 70, quindi non se ne vede l'utilità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente, l'emendamento in oggetto prevede la cancellazione della frase che escluderebbe, quindi, la possibilità legislativa del Senato. Quindi è un tema sostanziale, un tema importante, che invoca molta riflessione, proprio perché la critica che Lega Nord fa al testo proposto dal Governo è quella di mantenere in vita una Camera, quella del Senato, senza dare ad essa una possibilità di parola, di parola da un punto di vista ovviamente costituzionale; toglie molte parti alla possibilità delle regioni di intervenire e non dà risposte certe e chiare su ruoli fondamentali che i senatori dovrebbero avere.
Ecco quindi che la presenza del Governo a spiegare le tesi che stanno alla base del testo è indispensabile per poter proseguire proficuamente in un dibattito serio sugli emendamenti stessi, a cui lei sempre ci richiama per intervenire.
PRESIDENTE. Concluda.
ROBERTO SIMONETTI. Quindi concludo chiedendo nuovamente a lei di intervenire presso il Governo affinché il Ministro Boschi possa essere qui presente e non essere a fare...
PRESIDENTE. Mi è chiaro, grazie deputato.
Saluto gli studenti dell'Istituto comprensivo Giovanni XXIII di Castel Morrone (Caserta), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Grazie, Presidente, volevo sottolinearle e lasciarle come contributo Pag. 42che, oltre che parlare, attraverso le riunioni di gruppo, tra di noi, sulla questione del Presidente della Repubblica, io le sollecito anche la necessità, visto che siamo...
PRESIDENTE. Siamo sull'emendamento Toninelli 1.99.
PAOLO GRIMOLDI. Sì, sì, uso questo tempo per sottolinearle la mia opinione e le sollecitazioni personali. Siamo anche espressione di un territorio di elettori che, inevitabilmente, chiedono delle risposte. Io le sottolineo che, con le dimissioni del Presidente della Repubblica, personalmente, ho anche delle difficoltà a rispondere e ad incontrare gli elettori, visto il calendario serrato dei lavori.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO GRIMOLDI. Quindi, oltre che parlare tra parlamentari e tra gruppi, le sottolineo che democrazia vorrebbe che gli eletti del popolo possano dare delle risposte ai propri territori, cosa che, al momento, fisicamente, materialmente e geograficamente è impossibile fare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente, indubbiamente, intervengo per ribadire il concetto sull'emendamento Toninelli 1.99. Ribadiamo che necessariamente le Camere devono essere distinte, ma su questo emendamento, in cui si richiede espressamente che venga tolta una parte ben precisa e, cioè, l'espressione «nei casi e secondo modalità stabilite dalla Costituzione», si fa in modo tale che il Senato rappresenti istituzioni, concorra alla funzione legislativa ed eserciti funzioni di raccordo fra lo Stato e gli altri enti costitutivi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
STEFANO ALLASIA. La discussione già da ieri si è protratta per lungo tempo per far capire ai relatori per la maggioranza e alla maggioranza stessa il buon esito di questi emendamenti, nell'eventualità che la Camera li approvasse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caon. Ne ha facoltà.
ROBERTO CAON. Signor Presidente, questo è un emendamento di buonsenso, che fa sì che il Senato non venga così composto solo pagare dei senatori che vengono a farsi un giretto a Roma, ma che possano esattamente legiferare per quella parte del Paese e per quei territori in maniera autonoma. Tirar via esattamente l'espressione del Senato su queste cose basilari, come la scuola – che noi tenevamo tanto che fosse in senso più federale –, mi sembra veramente andare esattamente nella direzione contraria rispetto a quello che, poi, gli esponenti di sinistra ed anche del centrodestra, quando sono in televisione, dicono di voler fare, cioè quel famoso federalismo che noi abbiamo sempre detto che sarebbe una riforma molto interessante per agganciare i migliori Paesi che abbiamo in Europa, come la Germania.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO CAON. Se noi non prendiamo esempio da questi Paesi, facciamo esattamente il contrario e penso – non penso, sono sicuro – che andiamo nella direzione contraria rispetto a quello di cui lo Stato dovrebbe occuparsi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente, colgo l'occasione dell'intervento breve su questo emendamento anche per invitarla nuovamente a verificare la possibilità di scelta di buonsenso di sospendere l'esame Pag. 43di questo delicatissimo provvedimento, ma, nelle more di questa decisione, di valutare non solo i tempi necessari alle riunioni dei gruppi, ma, evidentemente, anche delle fazioni, delle correnti all'interno dei gruppi, perché saranno quelle, poi, alla fine, che determineranno il vero risultato politico, che sarà l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Detto ciò, come hanno già segnalato alcuni miei colleghi, questo emendamento non è tanto più impattante su quella che è la norma complessiva, però dà il segno della misura di quanto sia pasticciata la riforma, perché richiamare all'interno di una modifica della Costituzione i dettami stesse della Costituzione è il segnale di quanta confusione sia regnata all'interno del testo. È ultroneo, come si suol dire tecnicamente, quindi, sarebbe assolutamente da approvare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Sanna. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SANNA. Signor Presidente, proviamo a fare un tuffo nel merito dell'emendamento e proviamo a dire perché bisogna votare contro.
Il disegno di legge si intitola «Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario»: se noi accettassimo e approvassimo l'emendamento Toninelli 1.99, cassando dal testo dell'articolo 55 nuovo della Costituzione l'espressione «nei casi e secondo modalità stabilite dalla Costituzione», noi avremmo tendenzialmente entrambe le Camere che fanno le stesse cose e, quindi, non staremmo superando il bicameralismo paritario.
Per questo motivo, non bisogna votare a favore dell'emendamento Toninelli 1.99.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, Presidente. Il merito dell'emendamento di cui stiamo discutendo ci dice esattamente qual è il modo in cui stiamo facendo questa discussione, cioè una discussione assolutamente blindata, in cui le opposizioni si sono trovate a presentare emendamenti spesso in contraddizione tra di loro per provare a mettere in discussione l'intero impianto della riforma o a cercare addirittura di migliorare una riforma che riteniamo pessima, ma che, almeno su alcune cose, come su questo emendamento, può affermare un principio di miglioramento e di garanzia per un Senato che, così com’è l'avete pensato, non serve a niente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.99, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Capua, Bianconi, Oliverio, Mura, Paola Bragantini, Piepoli, Palmizio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato sì 128
Hanno votato no 357.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo all'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione e ai subemendamenti ad esso riferiti. Invito i relatori ed il rappresentante Governo ad esprimere i pareri.
Prego, presidente Sisto.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente, sui subemendamenti relativi all'emendamento Pag. 441.900 (Nuova formulazione) della Commissione, i pareri tutti sono identici: invito al ritiro altrimenti parere contrario.
PRESIDENTE. Scusi, non ho capito.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Relativamente ai subemendamenti riferiti all'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione, i pareri sono identici: invito al ritiro ovvero parere contrario. Per tutti i subemendamenti.
PRESIDENTE. Il Governo ?
IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, a nome del Governo, il parere è conforme a quello espresso dai relatori per la maggioranza. Naturalmente, sull'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai relatori di minoranza. Il relatore di minoranza della Lega Nord, Bragantini ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, sull'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione il parere è contrario.
PRESIDENTE. Sui subemendamenti ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere su tutti i subemendamenti è favorevole.
PRESIDENTE. Prego, relatore Toninelli.
DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento della Commissione 1.900 (Nuova formulazione) il parere è contrario. Su tutti i subemendamenti il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Relatore Quaranta, prego.
STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Sull'emendamento 1.900 della Commissione (Nuova formulazione) il parere è contrario. Su tutti i subemendamenti il parere è favorevole.
GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Ieri lei non stava presiedendo, però c’è stato un precedente. Visti gli iscritti a parlare che ci sono anche su questo emendamento, prima di iniziare la discussione non pensa sia utile magari sospendere l'Aula adesso ?
PRESIDENTE. Onorevole Guidesi, penso che noi dovremmo invece continuare con gli interventi su questo emendamento, non ne abbiamo moltissimi. Quindi, direi che possiamo farcela.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente, annuncio il voto contrario della Lega Nord e Autonomie sull'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente, intervengo, come abbiamo già fatto in precedenza, per dare a questo dibattito, che è ovviamente un dibattito importante, il dibattito sulla riforma costituzionale, sul testo per eccellenza, con degli emendamenti che non vogliono avere una funzione dilatoria rispetto al dibattito che si sta svolgendo su questa riforma, ma sono emendamenti ovviamente di merito, che mirano a migliorare una riforma costituzionale che dovrebbe essere la riforma che rimarrà, poi, per anni nella storia di questo Paese.
Quindi, io credo che questi emendamenti debbano essere soppesati e valutati Pag. 45con maggiore attenzione, non solo da parte del Parlamento e delle forze politiche di maggioranza, ma anche da parte del Governo, rispetto al quale insistiamo nel chiedere la presenza del Ministro per le riforme istituzionali.
PRESIDENTE. Per chiarezza per l'Aula, siccome abbiamo elencato più subemendamenti, noi ora siamo sul subemendamento Dadone 0.1.900.1, dunque il primo dei subemendamenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente, solo per ribadire il voto favorevole della Lega Nord su questo subemendamento, in quanto riteniamo che sia migliorativo dell'emendamento presentato dalla Commissione.
Al di là di questo, comunque mi preme sottolineare come questa riforma costituzionale sia stata trattata – mi ripeto – partendo dalla Commissione e arrivando sino ad oggi qui in Aula, in maniera assolutamente non consona per quanto riguarda, appunto, l'importanza della riforma che questa maggioranza sta cercando di «imporci» con dei tempi e con dei modi che sono assolutamente inusuali.
Al di là di questo, riteniamo che i subemendamenti che sono stati presentati vadano quantomeno a migliorare un testo che assolutamente noi riteniamo essere negativo, un testo che è stato fatto troppo in fretta e in una maniera che non ha potuto coinvolgere le opposizioni...
PRESIDENTE. Concluda.
STEFANO BORGHESI. ... come tutti noi ritenevamo essere doveroso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.
CELESTE COSTANTINO. Grazie, Presidente, intervengo per dichiarazione di voto per dire che noi voteremo a favore di questo subemendamento che, evidentemente, ha un valore esclusivamente e squisitamente linguistico, ma abbiamo capito che per la riforma le parole sono veramente importanti.
Quindi, questo subemendamento, come gli altri che verranno dopo, interviene su un emendamento che è stato formulato dalla Commissione, che non fa altro che togliere ancora una volta potere al Senato, questo famoso di Senato delle autonomie, così come ci è stato descritto dal Governo. Ma in questo caso è ancora più grave rispetto a quello che abbiamo valutato finora, perché se prima parlavamo di materie che erano inerenti alla prima parte della Costituzione, su questo emendamento noi vedremo – lo facciamo a partire da questi subemendamenti – come addirittura viene messo in discussione anche il ruolo che si deve avere con l'Unione europea, perché fa parte dello stesso comma. Allora, noi su questo daremo voto favorevole, come al resto dei subemendamenti, e ci ripromettiamo di intervenire in maniera più accurata su quello che invece è l'emendamento che è stato presentato dalla Commissione, l'emendamento 1.900.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pannarale. Ne ha facoltà.
ANNALISA PANNARALE. Presidente, sempre per ribadire anche il mio voto favorevole a questo subemendamento, così come agli altri, che prova ad arginare il carattere peggiorativo che ha invece la riformulazione proposta dalla Commissione, perché asseconda una scelta assolutamente incomprensibile, cioè quella di mantenere una Camera spogliandola di qualunque funzione e di qualunque competenza.
Allora, continuiamo a chiederci che senso abbia il mantenimento di un Senato che in realtà non ha alcuna competenza specifica ed esclusiva, in questo caso, in materia di recepimento del diritto dell'Unione europea, una materia rispetto alla quale peraltro il nostro Paese continua ad essere in una dimensione di grande arretratezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.
DALILA NESCI. Grazie, Presidente, diciamo che tutti questi emendamenti che stiamo tentando di discutere all'interno di quest'Aula sappiamo che comunque quindi dentro non avranno un grosso riscontro. Sarebbe forse necessario dare piena attuazione al principio di trasparenza e della democrazia. Se forse, magari tutti quanti i cittadini fuori da queste Aule potessero ascoltare questo dibattito, questa discussione all'interno dell'Aula della Camera dei deputati, forse sarebbe molto più utili.
In questo senso sarebbe anche opportuno che lei, Presidente, si facesse in qualche modo promotrice magari anche di una diretta televisiva, perché no ? Non è possibile continuare un dibattito parlamentare senza la presenza, come abbiamo più volte ribadito, di un Presidente della Repubblica, ma di un facente funzioni, il Presidente Grasso, un Presidente che il MoVimento 5 Stelle non voleva neanche come Presidente del Senato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), il Presidente degli emendamenti canguro, delle ghigliottine, così come lei, purtroppo, Presidente Boldrini, che anche in eventi passati non è stata garante né del Regolamento, né della democrazia all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Quindi, per noi è veramente difficile poter fare interventi anche nel merito, quando sappiamo che qui dentro non c’è alcun riscontro, questo è veramente triste per tutti noi e, ripeto, se fosse possibile considerare le proposte fatte dai gruppi parlamentari precedentemente, sarebbe per tutti più utile.
Quindi, Presidente, ancora una volta noi ci appelliamo a lei, perché comunque lei è lì, è seduta in quel posto, dovrebbe rappresentare il Regolamento ed è giusto che noi ogni volta la richiamiamo alle sue responsabilità. Non ci rassegniamo al fatto che qui dentro qualsiasi attività venga posta in essere anche dall'opposizione non serva a nulla, quindi gentilmente, Presidente, si faccia veramente garante dei diritti di tutti, ma soprattutto dei cittadini là fuori, che non possono e non devono avere un Parlamento che in realtà non è in grado di offrire dei contributi sensibili a queste riforme costituzionali, perché di fatto avete già scelto come portare avanti questi lavori.
Questo è un Paese strano e l'abbiamo detto più volte, è un Paese dove, per poter sentire il sottosegretario Scalfarotto parlare, bisogna entrare nei banchi del Governo; voi ci avete costretto più volte ad azioni forti, così come quando avete scoperto che esiste il tetto di Montecitorio solo quando noi del MoVimento 5 Stelle ci siamo saliti su.
Ci siamo saliti su, siamo saliti sopra quel tetto ai tempi del Governo Letta, che oggi è seduto in quest'Aula, quando volevate mettere mano all'articolo 138. Ora ci riprovate. Cosa dobbiamo fare di più per far parlare il mondo di questo scempio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.
RICCARDO FRACCARO. Grazie, Presidente. Vede, il problema qui è che ci sono troppe truffe semantiche, che da anni sono state portate avanti; anche con i senatori, anche con il nuovo Senato stiamo assistendo alle truffe semantiche, perché dire che il Senato così fatto rappresenti realmente le istituzioni territoriali è una farsa.
È chiaro: se uno si limita semplicemente a leggere il testo che avete depositato qui alla Camera in questo momento, potrebbe anche dedurre che una qualche rappresentanza sia prevista, ma noi, che non ci limitiamo a leggere le carte che voi separate, ma guardiamo il disegno complessivamente, ci rendiamo conto che, dal combinato disposto con la legge elettorale, il Senato in realtà, nelle materie che interessano veramente le regioni, come anche gli atti dell'Unione europea, non ha realmente nessuna possibilità di incidere Pag. 47concretamente. Diventa semplicemente un dopolavoro dove trovarsi, esprimere delle opinioni...
PRESIDENTE. Concluda, per favore, onorevole Fraccaro. Concluda, grazie.
RICCARDO FRACCARO. Sì, grazie, Presidente. Diventa un luogo dove esprimere delle opinioni che potranno essere ovviamente superate dalla Camera semplicemente con la maggioranza assoluta.
PRESIDENTE. La ringrazio. Attenetevi ai tempi, colleghi, per favore. È sgradevole togliere la parola.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Busin. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Presidente, ribadisco che questa modifica del testo, che è del tutto condivisibile – e noi non faremo mancare il nostro voto favorevole – poteva essere evitata se una riforma importante come quella della Costituzione fosse stata affrontata, non solo con tempi diversi, ma anche con un atteggiamento e uno spirito diverso.
Qui è stata messa sul piatto del baratto politico addirittura la riforma costituzionale. I risultati sono questi: un testo non solo sbagliato, che produrrà degli effetti sbagliati, ma anche scritto male, scritto in fretta e in un modo non chiaramente comprensibile.
Siamo proprio all'evidenziazione del risultato completamente negativo raggiunto da questo Governo, che ha avuto il coraggio di oltraggiare le istituzioni, mettendo addirittura una riforma costituzionale sul piatto dello scambio politico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.
STEFANO QUARANTA. Grazie, Presidente. È del tutto evidente che questo è un emendamento strumentale e che, in qualche modo, serve soprattutto a segnalare un disagio perché, vede, mentre ieri noi abbiamo cercato di aumentare i poteri del Senato, oggi noi stiamo cercando di fare un'altra operazione. Una delle poche competenze che questa maggioranza aveva dato al Senato era quella appunto di tenere i rapporti con l'Unione europea e di verificarne anche la bontà e l'efficacia degli atti. Ora, siccome è la stessa maggioranza che aveva dato questo potere al Senato che, man mano, con i passaggi in Commissione e adesso in Aula, vuole togliere anche questo, il punto è chiaramente strumentale da parte nostra, ma la domanda resta: a cosa serve questo Senato ? A me farebbe piacere che, prima della fine della giornata, il Ministro Boschi venisse a spiegarcelo così ci mettiamo tutti l'anima in pace.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.
ROBERTA LOMBARDI. Grazie, Presidente. Mi ricollego all'intervento del collega Quaranta proprio per andare a stigmatizzare anch'io l'evidenza che, nell'ambito dei raggiri che questa maggioranza sta operando nei confronti del Parlamento e quindi all'ennesima umiliazione della funzione legislativa di quest'Aula, la stessa maggioranza sta facendo questo gioco delle tre carte, inserendo e togliendo, attenuando ed intensificando funzioni a questo pseudo Senato.
Questo è il gioco preferito del PD, che fa opposizione a se stesso – d'altronde non c’è migliore oppositore del PD che il PD stesso –, però ripetiamo che è un'umiliazione nei confronti di una modifica così profonda della nostra Carta costituzionale, che quest'Aula non avrebbe meritato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Nel subemendamento si vanno a sostituire le parole: «l'esercizio della funzione» con le parole: «alla funzione».Pag. 48
Sembra poco come emendamento ma, invece, è sostanziale, perché un conto è esercitare delle funzioni e un conto è possedere delle funzioni.
Mi pare, quindi, che se noi andiamo a creare una Camera che esercita delle funzioni che non le sono proprie, significa praticamente andare a limitare l'azione di questa sede legislativa. Quindi, è un emendamento importante su cui chiedo all'Aula di votare favorevolmente, proprio perché dà una competenza e una funzione propria a una Camera e non un esercizio di funzione di altri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. L'abbiamo detto più volte, ma vogliamo ripeterlo: se l'obiettivo primario del Governo era quello di sopprimere il Senato, innanzitutto per esigenze di risparmio, si sarebbe allora più coerentemente potuto optare per la soluzione monocamerale, evitando il pasticcio a cui ci stiamo apprestando.
E vorrei al proposito dire che in Europa vi sono solide democrazie in cui c’è una sola Assemblea legislativa. Penso alla Danimarca, alla Finlandia, alla Grecia, alla Svezia, alla Norvegia, al Portogallo. Invece, noi ci stiamo avventurando in un'operazione che procurerà il deragliamento del sistema parlamentare italiano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. L'Aula di Montecitorio dovrebbe servire per discutere e trovare un punto di contatto. Abbiamo provato in Commissione, come diceva il mio collega Toninelli, presentando pochi emendamenti rispetto al Senato. Non c’è stato verso. Anche in Aula eravamo tentati di presentare migliaia di emendamenti, perché in Commissione non c'era stata discussione. Il nostro senso di responsabilità ce ne ha fatti presentare relativamente pochi, perché 400, 500 emendamenti possono sembrare tanti ma, su una riforma di quaranta articoli della Costituzione, sono circa dieci emendamenti ad articolo.
Quindi, non potete accusarci di fare ostruzionismo. Noi cerchiamo di dialogare, di discutere nel merito degli emendamenti. E anche la presentazione di subemendamenti serve per questo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.
PAOLO GRIMOLDI. Grazie, Presidente. Io le sottolineo che sul territorio ci sono sindaci, amministratori, di tutte le forze politiche, a cominciare da quelle della maggioranza e del Partito Democratico, che denunciano il disastro assoluto su quelli che erano i servizi e le competenze degli enti province, enti per i quali si sono abolite le elezioni democratiche, facendoli diventare enti di secondo livello e che oggi sono in una situazione di disastro assoluto.
Ora, alla luce della situazione delle province, con il sistema che è stato approvato, oggi veramente vogliamo andare verso la strada di un Senato che non sia più appannaggio della democrazia ma eletto da eletti, togliendo spazi di democrazia, ma soprattutto con delle competenze non esclusive e, quindi, senza più certezze, replicando il disastro che è stato fatto per le province ? Io qualche domanda me la farei.
Se non volete ascoltare le opposizioni...
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
PAOLO GRIMOLDI. ... prendete atto di quello che dicono i vostri amministratori, i vostri sindaci...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grimoldi.
Prendo atto che il deputato Sannicandro, che aveva chiesto di parlare per dichiarazioni di voto a titolo personale, non è presente in Aula.Pag. 49
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dadone. Ne ha facoltà.
FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. Qui il problema è il giochino delle tre carte, a cui sta giocando la maggioranza, come ha sottolineato molto bene prima la mia collega Lombardi. Un po’ si vogliono dare apparentemente delle competenze al Senato, in parte gliele si vogliono togliere, poi gliele si vogliono modificare, con qualche truffa semantica. Il problema è che questo Senato – e ve lo stiamo dicendo da giorni – così come è composto è totalmente inutile, perché è vero che ha determinate competenze ma, dall'altro lato, può semplicemente esprimere pareri che questa Camera potrà superare a maggioranza assoluta.
Questo cosa significa da solo ? Poco o nulla. Invece in combinato disposto con la legge elettorale che si sta discutendo nell'altro ramo del Parlamento, che vede impegnatissima l'ormai qui totalmente assente Ministro Boschi, crea di fatto uno strapotere nelle mani di un unico partito, che verrebbe ad ottenere il premio di maggioranza, quindi la maggioranza in una Camera, che può surclassare tutta l'opinione espressa dall'altro ramo del Parlamento. Allora che senso ha ? Sarebbe meglio eliminarlo immediatamente, andiamo davanti al Senato, ci mettiamo una barra di legno e chiudiamo le porte. È chiuso il Senato, fine. Avrebbe più senso di questo pastrocchio...
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Grazie Presidente, anche io volevo intervenire nel merito di questo emendamento che, per quanto ci riguarda, veramente mette in imbarazzo questa che è una riforma costituzionale assolutamente non condivisa. Naturalmente, il punto centrale è sempre lo stesso: come faranno i cooptati senatori – perché non saranno eletti, saranno cooptati dalle regioni – senza un vincolo di mandato, ad esprimersi su qualsiasi sia la tematica posta in essere per la loro discussione. Se un senatore sarà espressione di una regione, verrà eletto per fare gli interessi della regione. Quando sarà cooptato al Senato di chi farà gli interessi ? Quale sarà il punto che favoreggerà invece di un altro. Cosa favorirà invece di un altro punto. Allora, noi pensiamo che, se vogliamo veramente fare questo tipo di modifica, bisogna avere un vincolo di mandato per i senatori, cosa che in questo momento non è prevista all'interno di questo testo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Grazie Presidente, noi ci troviamo ancora una volta a fare una discussione finta, nel senso che il merito di questo emendamento è evidente che in quest'Aula non importa a nessuno. In una discussione svogliata e disattenta continuiamo una sterile contrapposizione tra la maggioranza silenziosa e le opposizioni che provano a far valere le proprie ragioni o anche soltanto a chiedere la legittimità e la dignità di uno spazio come il Parlamento a discutere liberamente della riforma della Costituzione. Tutto questo a pochi giorni dall'inizio delle votazioni sul Presidente della Repubblica, proprio per preparare il clima alla scelta condivisa di un Presidente della Repubblica che sia rappresentativo di tutti. Questo non è accettabile. Noi vi chiediamo ancora una volta di tornare indietro e, come abbiamo fatto anche nei confronti della Presidenza, a dare l'opportunità ai gruppi di discutere e di confrontarsi, perché il nuovo Presidente della Repubblica aiuti un clima diverso per questa legislatura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.
Pag. 50DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, ci tenevo a intervenire su questo emendamento in quanto ovviamente segnala come la fretta di redazione di queste riforme costituzionali renda necessarie limature di testo. Quello che volevo riportare all'Aula, visto che il collega Fiano ha parlato ampiamente anche dei tempi congrui per poter dibattere nel merito, è che ci sono state cinquanta ore in Commissione; cinquanta ore per quaranta articoli vuol dire un'ora e un quarto. Un'ora e un quarto divisi, più o meno, per dieci gruppi, ahimè, fa neanche sette minuti e mezzo ad articolo per ciascun gruppo. Se questo è un tempo congruo – io un po’ da ingegnere i numeri in qualche modo li tratto – ho paura a dire che sette minuti e mezzo per una riforma costituzionale, per ogni gruppo parlamentare, siano un tempo sufficiente per affrontare la riforma della Costituzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie Presidente, si è diffusa propagandisticamente nell'opinione pubblica la convinzione che con questo progetto si sia posto fine all'immobilismo istituzionale e a quel vuoto di riforme nel quale sarebbe precipitato il Paese negli ultimi trenta anni, ma non è così. Le riforme sbagliate sono state fatte, riforme approvate da maggioranze di Governo su input degli Esecutivi, a tappe forzate, comprimendo a piè sospinto il confronto parlamentare, quello sostanzialmente che sta accadendo ora.
Questa riforma va criticata perché non puntuale né circoscritta nei suoi contenuti: coinvolge ambiti costituzionali variegati ed estesi, con ricadute deformanti sull'eventuale referendum costituzionale. I cittadini si troveranno di fronte una drastica alternativa: prendere tutto o respingere in blocco. Una scelta forzata e una torsione plebiscitaria estranee alla natura dell'articolo 138, che sarà la successiva manifestazione della farsa di questo confronto parlamentare che si sta svolgendo in Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Presidente, intervengo a titolo personale e voterò a favore di questo emendamento. Un emendamento che mette in risalto tutta la contraddittorietà del provvedimento che stiamo esaminando. Un provvedimento pasticciato, un provvedimento che non risolve il problema fondamentale sul quale stiamo cercando di intervenire per riformare la nostra Costituzione, ovvero dare maggiore capacità di rappresentanza e di funzionalità del sistema costituzionale, per garantire, da una parte, una maggiore partecipazione democratica e una maggiore capacità di rappresentanza delle opinioni e del sentire del Paese, dall'altra, una maggiore efficienza nell'elaborazione del processo legislativo. Quindi, penso che questo emendamento metta in evidenza con grande forza questo elemento. Per questo, lo voterò.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gasparini. Ne ha facoltà.
DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Presidente, devo dire che il dibattito mi lascia molto perplessa, perché vi è una difesa del Senato, al di là del fatto che stiamo discutendo il superamento del bicameralismo, e poi nel dibattito non si accetta quello che è un documento che ci arriva dal Senato dopo mesi di discussione.
Da questo punto di vista, vi è una sorta di contraddizione sui ruoli. Mi si rafforza l'idea che abbiamo scelto la strada giusta, quella del superamento del bicameralismo, di un Senato che ha precise competenze per quanto riguarda gli enti territoriali, e questo emendamento della Commissione, a mio avviso, cerca di chiarire che il Senato, per quanto riguarda le politiche europee, ha la competenza precisa di condividere con la Camera quei provvedimenti che hanno ricadute sulle politiche che riguardano le autonomie locali.Pag. 51
Questo mi sembra fare chiarezza, fermo restando che, così come è l'impianto, il Senato può sempre richiamare leggi che la Camera approverà per dare un contributo e chiedere anche delle modifiche. Quindi, sono per respingere i subemendamenti e confermare l'emendamento della Commissione, perché fa chiarezza di quel ruolo che il nuovo Senato dovrà avere in rappresentanza dei territori, e per questo, essendo rappresentante di territori e istituzioni, deve essere di secondo livello.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Piras. Ne ha facoltà.
MICHELE PIRAS. Io, invece, in realtà penso che questa sia una pessima riforma, che questa riforma, fra la democrazia di prossimità e il centralismo, scelga decisamente la seconda strada. Noi abbiamo, da una parte, la riforma del Titolo V, che, di fatto, svuota le autonomie locali di loro prerogative, dall'altra, abbiamo un Senato che, nei fatti, si pretende che sia delle regioni e dei comuni, ma, nei fatti, non ha alcuna prerogativa e alcuna funzione. Allora io penso che sarebbe stato meglio, per onestà nei confronti del popolo che rappresentiamo, abolire questo Senato, e invece rafforzare l'elemento delle autonomie, l'elemento delle regioni, che sono anche la massima rappresentazione che abbiamo della pluralità culturale, della pluralità sociale, della pluralità geografica, della pluralità economica e persino della pluralità linguistica di questo Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. In questo dibattito ci sono molte cose che mi hanno sconcertato, ma nulla a confronto di quello che ha detto l'onorevole Gasparini poc'anzi. Ci ha detto che noi avremmo dovuto, sostanzialmente, ratificare la riforma del Senato che ci è arrivata, appunto, dal Senato, senza alcun contributo, e avremmo dovuto accettare democraticamente quel parere.
La conclusione di questo ragionamento, per assurdo, sarebbe che sarebbe necessario eliminare la Camera dei deputati piuttosto che il Senato. Io non la penso così: io penso che al Senato sia stato fatto un pessimo lavoro e che un pessimo lavoro sia la proposta nel complesso che è arrivata in discussione in quest'Aula. Noi abbiamo non soltanto il diritto, ma credo che abbiamo il dovere di cercare di modificare in modo sostanziale quella proposta. Un Senato che non è eletto dai cittadini, le cui competenze non sono chiare.
Un Senato che, fondamentalmente, non diventa un elemento di innovazione rispetto al processo democratico, ma ne diventa un impedimento. Per questo credo sia doveroso da parte della Camera incidere e bocciare questo tipo di proposta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.1.900.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Greco, Colletti, Lainati, Piepoli, Palma, Burtone, Gutgeld, Lavagno, D'Attorre, D'Incà, Zardini, Beni, Gnecchi, L'Abbate...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 440
Votanti 439
Astenuti 1
Maggioranza 220
Hanno votato sì 118
Hanno votato no 321.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Siccome sono le 13,30 puntuali, ora sospendiamo i lavori che riprenderanno alle ore 15.
La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Amici, Bindi, Boccia, Michele Bordo, Bratti, Brunetta, Catania, De Girolamo, Dellai, Fedriga, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Guerra, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sisto, Speranza, Tabacci e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori (ore 15,07).
PRESIDENTE. Avverto che è stata immediatamente convocata una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo al piano Aula. La seduta è, pertanto, sospesa e riprenderà al termine di tale riunione.
La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 16,30.
Si riprende la discussione del disegno di legge costituzionale n. 2613-A.
(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 2613-A)
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto il subemendamento Dadone 0.1.900.1.
Passiamo alla votazione del subemendamento Dadone 0.1.900.2.
Non ho iscritti in dichiarazione di voto su questo subemendamento. Chiedo ai colleghi di prendere posto, perché non avendo iscritti a parlare... C’è qualcuno che chiede di intervenire in dichiarazione di voto sul subemendamento Dadone 0.1.900.2 (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Non sto parlando solo con voi, sto parlando anche con altri dell'emiciclo.
ROCCO PALESE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signor Presidente, ho chiesto la parola solo ed esclusivamente sull'ordine dei lavori, perché c’è necessità, dopo la Conferenza dei presidenti di gruppo, veramente, di far tornare i colleghi al proprio posto in maniera più ordinata. Quindi, le chiedo una piccolissima sospensione di tre minuti.
PRESIDENTE. No, no, onorevole Palese, una sospensione no. Le prometto che la prima votazione, come sempre, quando si riprendono i lavori dell'Aula, rimarrà aperta il tempo sufficiente perché chi vorrà votare potrà farlo; però non parliamo proprio di altre sospensioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Grazie, Presidente, intervengo per dire che voterò contro questo subemendamento che è stato presentato, pur apprezzando la motivazione con la quale esso è stato formulato, perché credo che ci consenta, in qualche modo, di rientrare immediatamente nella parte più significativa del ragionamento, che è quello relativo alle funzioni che vengono affidate alla seconda Camera, e ci consente soprattutto di far luce sul fatto che questa riforma non consegue l'obiettivo che si era prefissata, che è oggettivamente un obiettivo che non poteva non Pag. 53essere condiviso, perché il superamento del bicameralismo perfetto era ed è certamente un obiettivo da perseguire, poiché oggi l'iter di formazione delle leggi in Italia dura talmente a lungo da non consentire di procedere alla formazione di leggi in tempi coerenti con la velocità della società di oggi e con i problemi che i cittadini hanno.
Ecco perché questo sarebbe stato un obiettivo – ed è un obiettivo – assolutamente giusto e assolutamente condivisibile. Il problema qual è ? Che questo tipo di riforma non riesce, magari, nonostante tutte le migliori intenzioni, a conseguire questo tipo di obiettivo, perché, in realtà, il complessivo iter di formazione delle leggi che consegue alla ripartizione delle funzioni tra Camera e Senato secondo il disegno della legge, in realtà, è un procedimento di formazione delle leggi assolutamente complicato, assolutamente farraginoso, particolarmente differenziato tra leggi ordinarie, leggi paritarie, procedure aggravate, procedure particolari per il bilancio.
E una delle conseguenze più probabili è che, non io, che non ho la cultura giuridica per poterlo dire, ma coloro che magari ce l'hanno, hanno già sottolineando come ne potrà facilmente derivare un nuovo, cospicuo, importante contenzioso dinanzi alla Corte costituzionale, esattamente, per essere puntuali, come è avvenuto a seguito della riforma del Titolo V che il centrosinistra votò con soltanto quattro voti di scarto alcune legislature or sono, quella riforma del Titolo V che oggi tutti, non soltanto noi, si affannano a dire che deve essere assolutamente modificata perché ha procurato un disagio formidabile del rapporto tra Stato e regioni ed ha appunto portato a un importante contenzioso dinanzi alla Corte costituzionale. Ecco che, dunque, ci troviamo in presenza di un nuovo bicameralismo, sia pure imperfetto, che mi permetto di definire assolutamente confuso e privo dunque della capacità di superare i problemi che erano conseguenza del vecchio bicameralismo.
In più, con la situazione che si verrebbe a verificare a seguito di questa riforma, laddove tutti i passaggi venissero espletati e laddove magari i cittadini dovessero approvare con referendum, se chiesto, questo tipo di riforma, saremmo in presenza di un ibrido che non consentirà a nessuno di dire né che c’è stato un rafforzamento dei poteri da parte dello Stato centrale e men che meno di una importante operazione di natura federalista, con ciò smentendo le mille parole che si sono sentite in quest'Aula in questa e nella precedente legislatura sulla necessità di andare verso un forte decentramento, se non addirittura, come alcune forze hanno fatto e in teoria anche noi, in parte, verso un'importante opera di natura federalista. Ecco che, dunque questo tipo di situazione oggi ci imporrebbe una riflessione importante, non per stoppare un'importante riforma costituzionale, nonostante la protervia con cui il Presidente del Consiglio pretende di approvare purchessia la riforma, ma per fare una riflessione seria sul come correggere, quindi non sprecando il lavoro fatto ma andando a correggere, innanzitutto, lo ripeto, il procedimento di formazione delle leggi. Ciò perché, quando poi i cittadini italiani scopriranno che per fare le leggi ci vorranno ancora uno o due anni per la complessità del procedimento stesso, si domanderanno non solo perché si è fatto questo, ma perché la parte maggioritaria di questo Parlamento ha insistito per farlo in termini così rapidi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.
CELESTE COSTANTINO. Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole di Sinistra Ecologia Libertà su questo subemendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Presidente, noi continuiamo ad affrontare questa discussione, come sul subemendamento precedente, Pag. 54in modo tale che la stessa presentazione di questi subemendamenti e degli emendamenti dimostra la volontà delle opposizioni di provare ad interloquire su una forma di bicameralismo, quindi sulla proposta che la maggioranza e questo Governo fanno per rendere questo bicameralismo un minimo più efficiente e non un bicameralismo pasticciato come quello che qui ci proponete. Allora, se questo Senato deve resistere e deve essere messo in campo, noi chiediamo che almeno abbia delle competenze, abbia delle funzioni su temi centrali come quelli che stiamo affrontando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Presidente, questo subemendamento, come quello che l'ha preceduto e quelli che lo seguiranno, può apparire in qualche modo pleonastico, non particolarmente rilevante ai fini della discussione – è già stato detto che è un emendamento di forma –, tuttavia, all'interno di un dibattito in cui la maggioranza chiede di rendere il Senato un orpello e un elemento puramente formale all'interno delle istituzioni, credo assuma un decoro inusuale persino un emendamento che si limita a proporre una discussione formale a quest'Aula, come si è detto, sulla lingua. D'altra parte – ne approfitto, ma poi su questo credo che sarebbe il caso di tornare e in parte ci siamo già tornati –, in un sistema istituzionale complessivamente inteso qualsiasi elemento istituzione che non abbia un ruolo preciso è pericoloso. È pericoloso introdurre in un ordinamento un luogo in cui esiste dibattito ed esistono persone in qualche modo incaricate di un ruolo ma senza che le loro attribuzioni siano precise e senza che si capisca quale sia la loro funzione nell'equilibrio complessivo delle istituzioni.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paglia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.
MARISA NICCHI. Grazie Presidente, per rimarcare, nel sostenere questo emendamento, il nostro spirito costruttivo per predisporre, per contribuire ad un rinnovamento, ad una riforma così importante che ci vede responsabili nella riduzione del danno, perché è chiaro che noi abbiamo un'altra idea della riforma del Senato, ma di fronte alla tenacia, alla pervicacia della maggioranza di tenere in piedi un progetto che preveda un simulacro di organo senza funzioni e imprecisato allora è meglio – e noi a questo ci apprestiamo – contribuire a dare un senso, a dare una funzione che altrimenti rischia di essere negata e quindi di essere una riforma dannosa. E voglio ricordare che si tratta della sacra Costituzione italiana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Questo subemendamento mi consente di ripetere qualcosa che ho già accennato ieri: ma il Governo si sta preoccupando della lingua italiana ? Si sta preoccupando della lingua italiana, come fecero i costituenti ? Voglio ricordare a tutti che, da un punto di vista letterario, la Costituzione italiana deliberata il 27 dicembre del 1947 è uno dei migliori testi letterari per comprensione, per leggibilità, leggibilità superato forse solo da Lettera a una professoressa di Don Lorenzo Milani, ed è il parere unanime di tutti i linguisti italiani, da Tullio De Mauro ad altri. Quindi lo ripeto, l'ho chiesto ieri o l'altro ieri, e lo chiedo adesso al rappresentante del Governo: questa preoccupazione ce l'ha il Governo ? E se ce l'ha, si sta attrezzando ? C’è un comitato di redazione che avete approntato ? C’è qualche scrittore ? Qualche linguista che avete interpellato o che interpellerete ? È una domanda formale che io vi rivolgo, e sulla base di questo...
PRESIDENTE. Grazie onorevole Sannicandro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.
Pag. 55 STEFANO QUARANTA. Grazie Presidente, per ricordare che questa parte dei rapporti tra l'Unione europea e il Senato è già stata modificata diverse volte dalla maggioranza, la quale aveva assegnato inizialmente questo potere al Senato ed ora man mano, con i vari passaggi prima in Commissione e ora in Aula, lo sta togliendo. Questo, secondo me, è indice di un fatto: che quando si fanno le riforme con un eccesso di fretta, soprattutto quando si tratta della Carta costituzionale, si rischia di fare dei pasticci che poi implicitamente la stessa maggioranza ammette di aver fatto.
Ora siamo al paradosso di aver costituito un Senato ex novo che prima non c'era, quindi non togliendo poteri al vecchio Senato, ma avendone creato uno nuovo, originale, fatto di sindaci e consiglieri regionali, che però non ha nessun potere esclusivo. Ora, io mi chiedo quale sia la logica e la razionalità di aver creato una cosa nuova che non ha potere esclusivo su nulla, e che qualcuno ce lo spieghi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie signora Presidente, anche io, confermando il voto favorevole su questo subemendamento, voglio ricordare che la Costituzione italiana è un patto politico, ma anche morale, tra il popolo e le istituzioni, fra i cittadini e lo Stato, e la nostra Costituzione certo che si può modificare, il tema è come si modifica e come si tiene conto complessivamente del sistema istituzionale, quindi come si tiene conto complessivamente – lo dico al Governo – di quello che sta succedendo in questa Aula e di quello che sta succedendo al Senato.
Noi pensiamo, vi ribadisco e torno sul punto, che bisognerebbe evitare di fare un pasticcio, non è consentito a nessuno, neanche a chi si autodefinisce «padre costituente», di determinare un pasticcio sulla Costituzione italiana, e quindi bisognerebbe fermarsi per provare a riflettere e capire complessivamente il sistema istituzionale che stiamo creando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi su una circostanza. Si dice che il bicameralismo perfetto, attraverso il meccanismo della navette, abbia creato dei gravissimi appesantimenti al procedimento legislativo. Vi do dei numeri: nella XVI legislatura sono stati approvati solo 3 disegni di legge con quattro letture, 75 disegni di legge con tre letture e 301 disegni di leggi con appena due letture, cioè, su 391 disegni di legge, il 96 per cento ha avuto solo due o tre letture. Quindi, non capiamo questo accanimento nei confronti di questo meccanismo, che invece ha indotto una riflessione e la necessità, laddove sia ravvisato, di correggere degli errori che erano stati fatti nella prima Camera che aveva approvato la legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Presidente, solo per apprezzare e sottolineare, affinché sia apprezzato da tutta l'Aula lo sforzo che alcuni di noi fino a qualche ora fa, tutta l'opposizione, ci sta mettendo nel cercare di far rinsavire una maggioranza che ha troppe certezze, viste le esperienze passate e visto il modo con cui ha già messo mano a intere parti della Costituzione, su cui oggi deve rimettere mano per quanto male ha fatto in precedenza qualche anno fa. Ed è questo forse un punto ignoto, la sicurezza e la certezza di far bene, quasi a voler dire: sappiamo tutto noi. Se proprio lo sapete così bene, fateci la cortesia di spiegarcelo, perché se stiamo sbagliando noi, forse potreste convincerci del contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Piras. Ne ha facoltà.
MICHELE PIRAS. Presidente, intervengo perché francamente io l'intestardimento Pag. 56sulla prosecuzione di questo dibattito davvero non riesco a capirlo. Noi stiamo discutendo della riforma costituzionale alla Camera, della riforma elettorale al Senato in un momento nel quale all'esterno di quest'Aula i cittadini e l'opinione pubblica stanno pensando ad altro. In principal modo stanno pensando all'elezione del Presidente della Repubblica, in questo clima di distrazione di massa noi stiamo discutendo – mi perdoneranno i colleghi della Lega se faccio questo parallelo eretico – del Corano e della sharia, cioè stiamo discutendo della Costituzione e delle regole che regolano la convivenza politica e il sistema politico italiano, nella piena distrazione dell'opinione pubblica e in assenza del Presidente della Repubblica. Io credo che questo sia un fatto grave, e non capisco veramente un intestardimento che al massimo ci porterà ad arrivare a sospendere i lavori sull'articolo 2.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.
LARA RICCIATTI. Signora Presidente, la riflessione che vorrei fare, come ribadito dalle mie colleghe e dai miei colleghi nell'annunciare il sostegno del gruppo Sinistra Ecologia Libertà a questo subemendamento, è molto semplice, cioè cosa andremo a raccontare alle cittadine e ai cittadini che magari in maniera distratta in questo momento stanno seguendo altro, anche tematiche di politica nazionale piuttosto che internazionale. Di fatto si sta manomettendo la Costituzione, obbligando le minoranze e le opposizioni a confrontarsi con un muro di gomma dove tutto rimbalza. Passi che rimbalzi la provocazione, seppure politica, ma state facendo rimbalzare e cadere a terra, a morte anche tutte le proposte costruttive che stiamo avanzando e soprattutto tutte le domande e gli interrogativi che in quest'Aula state facendo restare disattesi. Abbiamo fatto delle domande, stiamo chiedendo un'interlocuzione a colleghe e colleghi della maggioranza e ai componenti del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, da alcuni giorni, e non sappiamo per quanti ancora, quest'Aula è impegnata, assorbendoci tutti nel compito di fare i nipotini costituenti, essendo il ruolo dei padri già stato sottratto qualche generazione fa da chi è venuto prima di noi.
Ma – come l'evoluzione di questo dibattito dimostra – l'operazione di modifica della Costituzione cammina di pari passo con le informazioni che provengono dall'esterno, di carattere politico o di carattere sociale. Grande impatto ha sullo svolgimento di questo processo di lavoro in Aula, per esempio, la circostanza delle dimissioni del Presidente della Repubblica e della necessità che le forze politiche provino ad individuare il candidato da proporre di qui a quindici giorni, quando il Parlamento sarà convocato in seduta comune. Prendo spunto per rilevare che, proprio in ordine a questo tema, questa mattina è uscita un'agenzia di stampa, secondo la quale sembrerebbe che i gruppi parlamentari di SEL e del MoVimento 5 Stelle siano intenzionati ad avanzare la candidatura di Romano Prodi come prossimo Presidente della Repubblica.
L'altra circostanza, che certamente incide sul clima, sull'ambiente e sull'attualità nella quale ci troviamo ad operare, è la vicenda dell'attacco terroristico di Parigi della scorsa settimana che ha mosso tali e tante emozioni dall'indurre – anche questa, onorevole Presidente, è notizia di questi giorni – la Oxford University Press, ovvero la casa editoriale di riferimento della prestigiosa facoltà britannica, a invitare editori ed insegnanti a bandire dai propri testi di comunicazione per i bambini la figura di Peppa Pig, la simpatica maialina che affascina, con le sue vicende quotidiane, la storia dei nostri bimbi perché l'utilizzo di Peppa Pig sarebbe a rischio di infastidire i bambini ebrei o musulmani. Ora, dopo aver superato una prima forma di sconcerto, ho invece ragionevolmente apprezzato la capacità con Pag. 57la quale la nostra Consulta, sapendo precorrere i tempi, ha voluto così urgentemente annullare il porcellum, non già – come pensavamo noi – per la scorrettezza della modalità di indicazione dei parlamentari, ma per il nome, che certamente avrebbe infastidito qualche elettore ebreo o musulmano, per andare di pari passo con le indicazioni dell'università di Oxford.
Quindi, mi chiedo, tornando al motivo di attualità, nel mentre certamente le salumerie disseminate sul nostro territorio si apprestano a cambiare la loro insegna in «punti di vendita di carni non universalmente apprezzate», se non sia il caso di invitare, per la stessa forma di attenzione, di rispetto e di cortesia per le diverse sensibilità religiose, gli amici di SEL e del MoVimento 5 Stelle a rinunciare alla loro idea di proporre la candidatura di Romano Prodi, il cui soprannome – come è noto – è «Mortadella».
PRESIDENTE. Onorevole Corsaro, la richiamo a un dibattito nel merito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. Qui vorrei fare un ragionamento in un minuto, che non riguarda esattamente l'emendamento, ma il concetto.
Non capisco l'ostinazione con la quale il Governo – e non faccio una questione se ci sia o meno il Ministro o il Presidente del Consiglio – persevera a dimostrare, non si sa a chi, che il Governo deve fare e farà questa riforma, giocoforza, contro tutti e senza Presidenti della Repubblica.
Non siamo a giocare a chi fa più Clark Kent o Superman o Nembo Kid. Siamo a fare un altro gioco.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MAURIZIO BIANCONI. Questo è un invito. Potete – e concludo subito – dire a Renzi che nessuno di noi dirà che non ha fatto le riforme se usa un pochino, invece dei muscoli, il cervello.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, Presidente. Questo subemendamento non è particolarmente credibile laddove si scrive che «il Governo assicura che la posizione rappresentata dall'Italia nelle sedi decisionali sia coerente con gli indirizzi». L'assicurazione è già qualcosa di particolarmente forte e non applicabile.
Tuttavia, quello che non è superabile è l'espressione: «nel caso in cui il Governo non abbia potuto attenersi agli indirizzi». Ora, ciascun Governo può sempre attenersi agli indirizzi e, quindi, avrebbe un significato se si leggesse: «nel caso in cui il Governo non abbia voluto attenersi agli indirizzi delle Camere».
Non solo. «Il Presidente del Consiglio dei ministri riferisce tempestivamente ai competenti organi parlamentari». Quali organi parlamentari ? Sarà al Parlamento, al Senato o alla Camera ?
Quindi, è incongruo, scritto male e non ha senso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, se l'obiettivo prioritario era sopprimere il Senato per esigenze di risparmio, come è stato anche ampiamente motivato dallo stesso Premier, sarebbe stato più coerente optare per la soluzione monocamerale, sulla scia dei modelli di altre democrazie europee. Tutto sarebbe stato più coerente e chiaro. In particolare, la debolezza degli istituti di raccordo fra i livelli di Governo porterebbe a ritenere necessaria una Camera territoriale di compensazione, sul modello del Bundesrat.
Ma oggi gli squilibri che investono il sistema sono altri e di altra natura. Riguardano, in particolare, i rischi di concentrazione del potere politico nelle mani dell'Esecutivo. Questa riforma cosa fa ? Crea un Senato ibrido e debole, rafforza l'Esecutivo, con un accentramento delle Pag. 58competenze concorrenti, e inserisce una corsia preferenziale e certa per i disegni di legge del Governo. Dall'abuso della decretazione d'urgenza si passa alla costituzionalizzazione dei suoi effetti, attraverso la disciplina di un procedimento legislativo dominato dagli Esecutivi, semplificato nei tempi e blindato nei contenuti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.1.900.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Prego i colleghi di prendere posto.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tartaglione, Rizzetto. L'onorevole Buttiglione non riesce a votare; ecco, adesso sì. Rizzetto ancora non riesce. Pesco; Pesco è posto, Rizzetto anche. Greco, Marroni. Non vedo altre mani alzate. Labriola, Furnari. Arriva De Lorenzis. Chi è che è in panne ? Lenzi, provi...hanno votato tutti i colleghi ? Non vedo mani alzate...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 460
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato sì 125
Hanno votato no 335).
(Il deputato Cova ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione del subemendamento Dadone 0.1.900.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Grazie, Presidente. Questa serie di subemendamenti, Presidente, ha un senso politico chiaro.
Il senso politico è quello di contestare l'emendamento della Commissione, che va a limitare ulteriormente i già limitatissimi, se non inutili, poteri del Senato che esce dalla riforma del Governo.
Questo Senato – lo abbiamo già ripetuto, ma è importante ribadirlo – ha semplicemente un potere di monito nei confronti della Camera, che diventa l'effettivo problema istituzionale, perché è colei che accentra tutti i poteri legislativi e della funzione legislativa e non ha una seconda Camera a limitarli con una seconda lettura, con un bicameralismo.
L'emendamento della Commissione che cosa fa ? Va a toccare l'articolo 1 della riforma nella parte in cui è scritto che il Senato esercita funzioni di raccordo tra lo Stato, gli enti costitutivi della Repubblica e tra questi ultimi e l'Unione europea. Che cosa significa questo ? Sembra una modifica meramente lessicale e letterale, in realtà è una modifica di contenuto importante, perché cambiare dall'esercitare una funzione al concorrere a esercitare è evidente che trasla anche questa funzione, anche questo potere in capo alla Camera e, concorrendo, il Senato può parteciparvi.
Siamo anche dell'idea evidentemente che si tratta di poco più di una norma di principio rimasta inattuata anche nell'attuale assetto istituzionale, perché, dopo due anni che io mi trovo in questo Parlamento e dopo due anni che tutti i colleghi si trovano in questo Parlamento, piacerebbe domandare – e lo faccio prima a me stesso – come sia avvenuta l'attività di coordinamento e di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e l'Unione europea. Di fatto non c’è stata e mi permetto di descrivere la debolezza dell'Italia in ambito europeo e, in particolare, nella fase di formazione della normativa europea, la cosiddetta fase ascendente. Mi permetto di farlo, Presidente, perché ho partecipato al Comitato ristretto nominato dalla Presidente Boldrini all'interno della Giunta per il Regolamento lo scorso anno. Questo Comitato ha trattato anche la materia della fase ascendente. Ebbene, Presidente, l'Italia è il Paese dei ventotto più debole, addirittura Pag. 59non presente nella fase di formazione della normativa europea, che poi a cascata va a toccare tutti gli Stati membri dell'Unione europea.
Il MoVimento 5 Stelle ha presentato delle richieste, delle proposte di modifica della normativa, anche inserite nel Regolamento, nelle quali, ad esempio, il Ministro che va a sedere in quell'ufficio, luogo della Commissione europea o del Consiglio europeo, deve portare le istanze del proprio Paese, istanze che devono essere sottoposte ad un vaglio vincolante del Parlamento. E sa cosa succede oggi ? Succede che i nostri rappresentanti governativi, che vanno in quei consessi in cui le leggi si formano e che noi subiamo esclusivamente passivamente, o non ci sono o litigano fra di loro con i membri del Ministero degli affari esteri e non portano le istanze del nostro Paese. Ciò significa che l'Italia è nulla nella fase della formazione delle leggi. Noi non portiamo le istanze, le capacità, le competenze, l'italianità in Europa nella formazione delle leggi. Le leggi europee, le normative europee, non hanno neppure uno spicchio dell'Italia, e questo perché la politica italiana è debole, la politica italiana è litigiosa.
Noi diciamo che togliere l'esclusività al Senato di una funzione di raccordo tra lo Stato italiano e, quindi, l'ordinamento italiano e quello europeo significa annacquarlo ulteriormente e significa andare avanti con la situazione di fatto attuale, in cui, cioè, l'Italia è un Paese passivo che con le leggi europee o di delegazione europea riceve – ripeto – passivamente la normativa che altri Paesi più intelligenti, preparati e attaccati alla propria nazione scrivono; la riceve passivamente e con un timbro le ratifica. Allora, diciamo che l'Italia deve essere più forte e deve avere voce in capitolo in Europa, che l'italianità, la nostra competenza, le nostre intelligenze devono essere portate nella fase di costruzione delle leggi europee, che poi ritornano nel nostro Paese e debbono essere attuate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, preannunzio il voto contrario di Forza Italia a questo subemendamento, così come a tutti gli altri subemendamenti all'emendamento 1.900 della Commissione. Interverremo successivamente, per spiegare le motivazioni della nostra contrarietà, anche sull'emendamento 1.900 della Commissione, proprio quando passeremo alla votazione di quest'ultimo.
Ringrazio, però, l'onorevole Longo dell'intervento molto puntuale e preciso che ha fatto prima, proprio per spiegare una delle ragioni che ci vedono contrari a questi subemendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Presidente, soltanto per dichiarare il voto favorevole su questo subemendamento di Sinistra Ecologia Libertà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.
LARA RICCIATTI. Presidente, per dare il benvenuto alla Ministra Boschi, che, dopo giorni di discussione, ha deciso di venire ad ascoltare la nostra discussione, con l'auspicio che lei vorrà interloquire e, magari, provare a dare delle risposte alle domande che da giorni tutte le opposizioni di quest'Aula stanno ponendo, con la speranza di provare ad aprire quella famosa interlocuzione che aspettiamo da tempo, prima in Commissione e in questi giorni in Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Presidente, onorevoli colleghi, solo per dire che l'efficacia Pag. 60della nostra azione in sede europea non ha nulla a che fare con l'attribuzione al Senato di una particolare facoltà di controllo e di indirizzo per l'azione del Governo, e per dire che noi abbiamo una legislazione molto avanzata in tale materia; una legislazione che è stata copiata da qualche Paese europeo e che ci viene invidiata da altri Paesi europei; una legislazione la quale prevede l'esistenza di un comitato di coordinamento fra i Ministeri che deve stabilire le priorità della politica europea dell'Italia, in modo che sia possibile avviare quella trattativa in sede ascendente con tutti gli altri Paesi la quale prepara i Consigli dei ministri nei quali si arriva, poi, a definire la posizione europea e ad approvare, eventualmente, le direttive europee o i regolamenti.
È una legislazione la quale prevede anche l'esistenza di un tavolo tecnico il quale sostenga questa attività di coordinamento, perché in Europa – ha ragione il collega che ha parlato prima di me – il coordinamento è tutto, la capacità di coordinamento è tutto. Se non hai le priorità, non combini nulla. Per di più, la legge prevede che il Parlamento abbia pieno diritto di controllo sulla fase ascendente, possa chiamare i Ministri competenti a rendere conto prima che si arrivi a decisioni, possa dare loro istruzioni su quello che devono dire e fare in sede europea, abbia diritto ad acquisire tutta la documentazione che permette ragionevolmente di dare queste istruzioni, possa perfino, similmente a quello che avviene in Germania, porre un vincolo al Ministro, dicendogli: «tu non puoi votare in modo definitivo senza avere il nostro assenso preventivo, cioè, se tu non riesci ad ottenere l'obiettivo contrattuale che noi ti indichiamo, l'obiettivo di trattativa che noi ti indichiamo, tu torni e noi vediamo se la situazione è tale che dobbiamo accettare comunque il risultato a cui sei arrivato oppure se dobbiamo comunque esprimere un voto contrario».
Da questo punto di vista, mi pare ingiusto il rimprovero che è stato fatto. Certo, se il collega avesse posto un altro problema, e cioè: posto che abbiamo una buona legislazione in materia, come mai questa legislazione viene applicata in modo così frammentario e inadeguato, tanto è vero che solo di recente, con questo Governo, abbiamo cominciato a vedere alcuni aspetti di attuazione, che rimane ancora del tutto largamente insoddisfacente ?
Se avesse impostato la questione in questi termini, sarei stato interamente d'accordo con lui, ma la colpa, se questo non avviene, è dei Governi, ma è anche del Parlamento, perché siamo noi che non usiamo pienamente fino in fondo – almeno, non abbiamo usato pienamente fino in fondo – le facoltà che la legge da noi stessi fatta ci attribuisce. Questo per rendere testimonianza alla verità delle cose.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Approfitto della presenza della Ministra per rinnovare l'invito al Governo a spiegarci per quale motivo non abbia affiancato la Commissione e oggi la Camera di un gruppo di esperti in lingua italiana, così come accadde nell'Assemblea costituente. Il semplice raffronto tra come la Costituzione italiana ce l'hanno tramandata da un punto di vista letterario e come noi l'abbiamo maltrattata nel 2001, nel 2006 e nel 2014 credo che renda impellente un recupero sotto questo profilo.
Faccio un esempio pratico. Ho tra le mani la Costituzione del 1948 e prendo ad esempio una parte dell'articolo più famoso: «la sovranità appartiene al popolo». Il verbo «appartiene» non è che si trova qui così: si scrisse «appartiene» dopo avere escluso la sovranità «emana» dal popolo, perché sembrava un olezzo di profumeria oppure «deriva» dal popolo, perché non dava proprio il senso della pregnanza, dell'appartenenza della sovranità al popolo. Alla fine, dopo tanti altri sinonimi scartati, si arrivò ad «appartiene». Potrei così continuare per ogni articolo, per dimostrare lo sforzo che i linguisti al servizio dei costituenti fecero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.
RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, ne approfitto anch'io per salutare e per ringraziare della sua presenza la Ministra Boschi. Grazie per degnarci della sua presenza. Sa noi, in queste ore, in questi giorni, durante la sua assenza, abbiamo cercato di salvare la Carta costituzionale da questa indegna riforma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Presidente, attraverso di lei, vorrei ringraziare anche il Ministro per vestirsi di nero oggi in Aula, perché ha ragione: è un giorno di lutto, ma non perché si è dimesso il Presidente Napolitano, non per questo, ma perché state stuprando la Costituzione italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Grazie per vestirsi di nero...
PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, onorevole Fraccaro.
RICCARDO FRACCARO. ... oggi è un giorno di lutto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piras. Ne ha facoltà.
MICHELE PIRAS. Presidente, penso che il grande difetto di questa discussione sia il fatto che non ci sono le condizioni nel Paese per discutere. Non si è fatta, nella fase che ha proceduto l'avvio dell'iter del cambiamento della Costituzione, una discussione come quella che avvenne all'uscita dalla Seconda guerra mondiale in sede di definizione della Costituzione che fin qui abbiamo conosciuto. Perché le Costituzioni si fanno avendo in mente una società futura, avendo in mente che cosa sarà la nostra società tra vent'anni. Mi pare proprio che cambiare una Costituzione in questa maniera, senza ragionare delle prospettive del Paese, sia il primo grave difetto di una discussione che assolutamente non sta coinvolgendo nessuno, tanto meno all'esterno di quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, anch'io, tramite lei, mi rivolgo alla Ministra che ovviamente era in Senato durante la discussione della legge elettorale, quindi siamo ben contenti di averla finalmente qui. Le chiedo se sia possibile avere motivazioni riguardo la configurazione di questo nuovo Senato, debole nei poteri e senza modelli equivalenti, al quale mancano i contrappesi degli altri modelli europei. Ma se lo ha scelto il Governo ci sarà pure un motivo e sarebbe utile comprenderne la particolare specificità. E chiedo se, inoltre, fosse possibile avere chiarimenti sull'accentramento delle materie concorrenti.
Può scegliere lei, Ministro, se farli in uno o più interventi questi chiarimenti. E se non vuole intervenire per nulla, sarebbe forse più coerente abbandonare direttamente i banchi del Governo, dopo aver motivato il fatto che, appunto, il Governo non vuole intervenire. Ma, visto che il disegno di legge proposto è del Governo, ci sarebbe una contraddizione palese in campo e, comunque, sarebbe benvenuta una sua motivazione, Ministro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indico...
LUIGI GALLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà. Se lo dite un attimo prima, sarebbe pure meglio.
LUIGI GALLO. Grazie Presidente, avevo alzato la mano già quando è intervenuto il deputato Zaccagnini. Voglio approfittare della presenza del Ministro, perché nel dibattito parlamentare di questa Pag. 62mattina avevo chiesto a quelli che erano presenti come rappresentanti del Governo di avere una risposta ad una domanda: se questa riforma costituzionale, anche questa riforma costituzionale, appartiene al pacchetto di riforme che ci chiede la Commissione europea, o che ci chiede l'Europa. Vorremmo capire, qualora la risposta fosse affermativa, il motivo per cui l'Europa ci chiede una riforma così sostanziale della Carta costituzionale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.1.900.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Capua, Amendola... Luciano Agostini acrobaticamente è riuscito... ci sono altri che non riescono a votare ? Buttiglione provi... è a posto... De Rosa sta arrivando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 455
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 333).
(Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione del subemendamento Dadone 0.1.900.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.
STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, inevitabilmente mi rivolgo a lei, Ministro, nel senso che lei sa – perché ha seguito i lavori della Commissione – che, nel tentativo di interlocuzione che c’è stato da parte nostra, non ci sono mai state motivazioni pretestuose, ma sempre il desiderio di confrontarci e di capire il senso della vostra proposta. Noi abbiamo accettato e ci siamo messi nell'ordine di idee che questa riforma ha come obiettivo il superamento del bicameralismo perfetto e noi condividiamo questo obiettivo. La nostra preoccupazione è la coerenza della riforma che ci state proponendo. Io penso anche che vi siano tanti modi di superare il bicameralismo perfetto, non ne esiste uno giusto e tutti gli altri sbagliati, quindi parto dal presupposto e dall'idea che noi ne abbiamo uno e voi legittimamente potete averne un altro.
Però ora siamo all'articolo 1, che è quello che pone il tema delle funzioni delle Camere. Sono due giorni che io e i miei colleghi ci stiamo sforzando di capire qual è il senso di questo Senato e le spiego brevemente perché. Perché voi inventate un nuovo modello di Senato, avreste potuto tenere il vecchio, elettivo, e togliergli delle funzioni o diversificare le funzioni rispetto a quelle della Camera. Avreste potuto farlo, invece avete scelto di creare un sistema nuovo, originale e anche complesso, che mette insieme sindaci e consiglieri regionali, il cui funzionamento non è facilmente comprensibile, però avete deciso di farlo. Ora però questo Senato non ha una funzione, una, che sia esclusiva: svolge compiti che sono già anche della Camera. Vorrei capire qual è il ragionamento che ci sta dietro, qual è la coerenza, qual è il senso di fare una cosa nuova e complessa, che non ha nessuna funzione esclusiva.
Badate bene che io non sono neanche scandalizzato dal fatto che sia un Senato di secondo grado. Esistono, in Germania c’è, ma in Germania il Senato di secondo grado, proprio perché rappresenta le istituzioni territoriali, ha dei poteri anche esclusivi. Può porre il veto su tutta una serie di materie, se le conseguenze inficiano gli interessi dei länder o delle regioni.
Allora io vorrei che lei, gentilmente, ci spiegasse – e lo dico senza alcuna ironia e con la massima serietà – perché avete Pag. 63deciso questo modello, che non consente agli elettori di esprimersi, che consentirà probabilmente un controllo debole, perché in genere quando una Camera è formata da nominati, è difficile che possa svolgere un grande controllo rispetto a persone che, invece, sono state elette dai cittadini e che, inoltre, non ha nessuna funzione esclusiva. Allora, se lei mi spiega qual è il senso di questo Senato, noi ci metteremo il cuore in pace, potremo decidere se essere favorevoli o contrari, ma almeno avremo capito perché avete fatto questa riforma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.
CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, chiaramente gli interrogativi che sono stati posti dal collega Quaranta sono quelli che stiamo proponendo da giorni e, quindi, speriamo che il Ministro intervenga e possa fare luce su tutte le ombre che investono quest'articolo.
Nello specifico di questo subemendamento, questo è uno di quelli che meglio esplicita la funzione che, invece, vorremmo avesse il Senato, seguendo la coerenza del modello che ci è stato proposto dal Governo. Infatti, in questo subemendamento, si dice che il Senato è titolare delle funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e tra questi ultimi e l'Unione europea. Ci sembra che questo sia il minimo rispetto ad un Senato che è stato dichiarato delle autonomie e che, quindi, dovrebbe avere esattamente questa funzione. Quindi, qui viene detto in maniera esplicita che è l'organismo titolato a fare questa operazione di raccordo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gasparini. Ne ha facoltà.
DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Presidente, riprendo la parola su questo tema anch'io, anche perché mi pare che, attorno al tema del Senato, si è molto discusso, almeno in Commissione. Certo, è una novità e un'esperienza tutta italiana, anche perché noi in questo Senato prevediamo la presenza dei comuni.
In una audizione fatta in Commissione è emerso con forza il fatto che l'Italia ha sicuramente una storia delle autonomie locali molto forte rispetto alla storia regionale. Da questo punto di vista, noi avremo delle rappresentanze di enti e di soggetti che hanno alcuni un potere legislativo, altri un potere amministrativo. Quindi, io credo sia giusto che questo Senato abbia il compito di gestire e cogestire le politiche territoriali e abbia il compito di coordinare quelle che sono, di fatto, funzioni che riguardano le politiche territoriali.
Certo, io credo che le funzioni che sono state messe in capo, rispetto anche a quello che la nuova Costituzione va ad indicare, sono funzioni coerenti anche con il fatto che questo è un Senato di secondo livello e che, di fatto, siamo di fronte ad una scelta di un monocameralismo, cioè la Camera è il soggetto che determina le politiche e il Senato concorre a definire le politiche che riguardano gli enti locali e il territorio.
Quindi, io credo che questa sia una scelta certo innovativa, certo coraggiosa, ma che mi auguro possa essere fatta propria da tutti gli amministratori locali come modo di provare ad essere enti locali, regioni, ma nello stesso tempo anche Stato, insieme a quello che è l'organo politico che rappresenta gli italiani, che è la Camera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il tempestivo deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Chiedo scusa, Presidente. Io vorrei sottolineare a questa Camera, ancora una volta, la dissociazione che in qualche modo c’è tra quello che succede dentro questo Palazzo e quello che succede fuori. Si è aperta una fase nuova, che in questa legislatura si ripropone per la seconda volta, cioè la fase che Pag. 64porta all'elezione del Presidente della Repubblica e noi qui dentro facciamo una discussione, mentre fuori, nel Paese – basta sintonizzarsi su qualunque canale televisivo per vederlo – il dibattito è da tutt'altra parte e si sta occupando di altro.
Questo è il motivo per cui noi avevamo chiesto che si interrompessero i lavori e che si potesse fare una discussione e questa cosa, in qualche modo, è un oltraggio non solo alle opposizioni e al diritto delle opposizioni di poter fare una discussione serena sulla riforma della Costituzione, ma è anche un problema per i deputati della maggioranza, che sono qui, in silenzio, a guardare i loro schermi dei computer per vedere qual è il totonomi sul Quirinale, senza che questo Parlamento possa fare una discussione vera su chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.1.900.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mantero, Buttiglione, Coppola, Paglia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 454
Votanti 453
Astenuti 1
Maggioranza 227
Hanno votato sì 120
Hanno votato no 333).
(Il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione del subemendamento Dadone 0.1.900.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Grazie Presidente. Questa serie di subemendamenti ha il fine di ridare o di dare un po’ di competenze in più ad un Senato rimasto privo di qualsivoglia utilità. E questa premessa mi permette, con la presenza del Ministro, di porle due quesiti. In particolare, il primo quesito è: con questa riforma, qual è la forma di Stato che intendete realizzare ? In altre parole, create un Senato che definite essere come una rappresentazione delle istituzioni territoriali e, allo stesso momento, togliete al Senato qualsiasi potere effettivo di rappresentanza. Infatti, sappiamo che i senatori non sono la rappresentazione dei governi dei territori delle regioni, bensì sono la rappresentazione della politica regionale. Oltre a questo, cosa fate ? Andate, rispetto alla situazione costituzionale attuale, a togliere delle competenze al Senato, cioè dite una cosa, ne fate un'altra e tornate sui vostri passi. Io non ho capito se intendete, con questa riforma, arrivare ad uno Stato più centrale di quello che è attualmente oppure è una riforma che porta ad una visione più federale dello Stato, avendo voi definito i senatori rappresentanti delle istituzioni territoriali.
Altra cosa che le chiedo, Ministro, è se, prima, durante e dopo aver scritto questa riforma della Costituzione, avete portato avanti un'analisi, uno studio di fattibilità. Infatti, io mi permetto, signora Ministro, di prendere il testo relativo al procedimento legislativo. Poi, lo andremo ad affrontare, ma ne prendo atto perché è strettamente collegato alle funzioni limitate che voi assegnate al Senato. Ecco, con una visione semplice di questo procedimento legislativo, mio figlio che ha 4 anni di età mi direbbe: papà, è un po’ incasinato, c’è un po’ di caos qui dentro. Quindi, io le chiedo, signor Ministro, se lo studio di fattibilità l'avete fatto perché lo studio di fattibilità vi permetteva, vi avrebbe permesso e vi permetterà di capire se le vostre idee possono avere o meno un'ipotesi di realizzabilità. Dalla mia analisi, dall'analisi che ha fatto il MoVimento 5 Stelle e penso da un'analisi critica ed intellettualmente libera che i tecnici hanno Pag. 65fatto della vostra riforma, esce una maggiore farraginosità dell’iter legis, del procedimento legislativo, perché quattro procedure per la formazione delle leggi sono molto peggio di quelle che ci sono attualmente. Attenderei una risposta e la ringrazio molto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, solo per preannunziare il voto favorevole di SEL su questo subemendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, signor Ministro, mi consenta di insistere. Io sto cercando di introdurre l'argomento della purezza linguistica del nostro testo costituzionale, di quello che stiamo varando. Ma non c’è soltanto la questione di un linguaggio puro e nitido, c’è anche la necessità di coordinare le norme. Non vi posso illustrare in un minuto quello che voglio dire. Vi invito semplicemente a leggere l'articolo 51 della Costituzione e, se siete capaci, a coordinarlo con l'articolo 55, così come lo dovremmo modificare, laddove dice che le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza. Faccio presente che l'articolo 51 non è toccato da questa controriforma e che il contenuto dell'una mal si sposa con il contenuto dell'altra norma. Mi limito soltanto a dire questo. E insisto perché il Ministro, se è possibile, mi spieghi per quale motivo non ha fornito quell'ausilio di tecnici linguistici di cui il Parlamento ha certamente bisogno, soprattutto dopo la lettura di questa controriforma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Grazie Presidente, certo che è molto difficile questa discussione, spezzettata in interventi di un minuto, io ci provo.
Vi ricordate ? Questa mattina avevamo introdotto una riflessione, che riguardava una delle riforme che abbiamo attuato in tempi recenti, che era quella delle province.
Ecco, sarebbe forse il caso che ci si fermasse un attimo a pensare, ad alcuni mesi dalla sua approvazione, se ben facemmo o male abbiamo fatto, perché credo che tutti, dicevo, hanno una provincia o un'area metropolitana o una città metropolitana, e le problematiche di quella riforma si stanno manifestando in tutta la loro evidenza, con risultati molto diversi, per ora, da quelli che abbiamo discusso in quest'Aula.
Certo, qualcuno mi dirà: bisogna aspettare due anni, dovremo vedere, dovremo fare una valutazione.
Però, vi consiglio di guardare un pochino più a breve, perché, fra i beni amministrati dalla provincia ed i servizi, ve ne sono alcuni di grande importanza per i cittadini e che rischiano passaggi molto negativi ed inefficienze evidenti. Poi qualcuno se ne dovrà assumere la responsabilità.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Farina.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. Mi rivolgo – tramite lei ovviamente – alla Ministra Boschi, che, finalmente, vediamo in quest'Aula, e dico che, per mettere mano alla Carta costituzionale, alla Carta fondamentale, bisognerebbe essere in grado di favorire un clima, per così dire, costituente; bisognerebbe essere in grado di favorire un minimo di concordia nazionale. Bisognerebbe essere in grado, insomma, di definire un'atmosfera Pag. 66diversa, di definire un rapporto diverso, a cominciare da un dialogo diverso tra chi oggi governa e chi sta all'opposizione.
E, invece, si mette mano, volete mettere mano alla Carta costituzionale, comprimendo il confronto parlamentare e non dando neppure la possibilità alle opposizioni di dialogare con la maggioranza. Sono giorni che chiediamo ai partiti di maggioranza ed adesso a lei di confrontarsi, di rispondere alle nostre domande. Eppure, neppure questo, neppure questo ci volete concedere.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Duranti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.
STEFANO QUARANTA. Grazie Presidente. Siccome l'onorevole Gasparini ha avuto la cortesia e la gentilezza di interloquire ed io penso che queste Aule servano esattamente a questo, vorrei appunto interloquire con lei, visto che non ho avuto altre risposte.
Onorevole Gasparini, la cosa che lei dice, che è anche di buonsenso e cioè che questa Camera potrebbe svolgere un ruolo di coordinamento, a me sembra un po’ poco, perché nel nostro Paese esiste già una cosa che si chiama Conferenza Stato-regioni, che ha esattamente il compito di mettere in relazione lo Stato con le autonomie e gli enti locali.
Ora, se questo Governo ci propone una nuova Costituzione, 40 articoli nuovi, per fare una cosa che sostanzialmente è la Conferenza Stato-regioni, io ho qualche perplessità ed insisto: è possibile fare una riforma che preveda un Senato delle autonomie, perché c’è in altri Paesi, ma, dove c’è, questi Senati hanno dei poteri specifici, perché, se si sceglie che le autonomie sono una specificità da valorizzare, tanto che si dà loro il governo di una Camera, questa Camera deve servire a qualcosa. Altrimenti non serve a nulla e si crea confusione ed anziché aumentare l'efficienza la diminuisce.
Piuttosto, è meglio abolirlo il Senato: fate il monocameralismo, è più efficiente, Ministro.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Quaranta. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Grazie Presidente. Intervengo per fare due ringraziamenti: il primo è proprio all'onorevole Gasparini, che ha rotto il silenzio catacombale in cui è precipitata la maggioranza di fronte a riforme di cui forse un po’ si vergogna, diciamo. Il secondo, invece, è al Ministro, che giustamente ed un po’ doverosamente deve saltare da quest'Aula a quella del Senato per seguire un'altra riforma, quella elettorale.
Ed è proprio questo il segno del fatto che si stanno facendo troppe cose insieme, per cui o si insegue un duplice obiettivo – ma si sa: chi troppo vuole, nulla stringe – o si cerca un incidente per dimostrare che il Parlamento non è in grado di affrontare i lavori di riforma che dovrebbero o pretenderebbero di essere seri, che in realtà costringono i Ministri a fare i globetrotter.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dadone. Ne ha facoltà.
FABIANA DADONE. Grazie Presidente, il Ministro Boschi è appena arrivata, pertanto può godere con noi dello spirito costituente che si respira in quest'Aula, ossia un dibattito acceso, partecipato da parte di tutti, in particolar modo da parte del Governo, seppure alcune opposizioni ritengano che il Governo non dovrebbe proprio prendervi parte e, sotto un certo punto di vista, hanno ragione. Il problema è che il Governo in questo caso si è fatto promotore di una riforma che richiederebbe una fase costituente e che questo Governo, in particolar modo nella persona del Ministro Boschi, si trova a saltellare tra una Camera e l'altra perché ha pensato bene di fare in contemporanea due leggi che sono un pelino fondamentali per uno Pag. 67Stato e che sarebbero la legge elettorale e, dall'altro lato, lo stravolgimento della Carta costituzionale. Ora sono all'incirca quattro giorni che, con una costanza di dodici ore al giorno, noi discutiamo sulla vostra scelta di «non modello» di Senato. Pertanto, visto che, invece, noi vogliamo il Governo attivo all'interno di questo dibattito, chiederei di spiegarci che razza di modello è questo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI. Queste riforme dovrebbero avere un effetto dirompente e migliorativo delle istituzioni. Dunque, se una Camera fosse effettivamente rappresentativa e garantisse il pluralismo e gli equilibri, allora anche la riduzione del Senato ad una funzione quasi irrilevante o simbolica o, addirittura, la sua cancellazione potrebbero non avere effetti dirompenti sul sistema. Ritengo che, invece, mantenere questa necessità di equilibrio sia un'esigenza condivisibile da tutti. Oggi, tuttavia, non c’è una caratterizzazione in questo senso della Camera alla quale si attribuisca un ruolo primario, anzi è esattamente l'opposto. È una Camera ipermaggioritaria per il premio della legge elettorale ma anche per la funzione, attribuita alle elezioni, non di rappresentare i cittadini ma di investire il Governo, con riferimento al fatto di conoscere, come si dice, la sera delle elezioni chi vince, ma, a questo punto, facciamolo la sera prima. Comunque, c’è un passaggio da una democrazia rappresentativa ad una democrazia di investitura con logica ipermaggioritaria, seguita da un dominio del Governo sul Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Franco Bordo... ma allora voi lo fate apposta ? Ne ha facoltà.
FRANCO BORDO. Solo qualche volta, Presidente. Signora Ministra, solo il recupero della consapevolezza della necessità di guardare tutte le riforme del complessivo sistema istituzionale può portare a soluzioni democraticamente accettabili. Può portare anche ad altre soluzioni ma, se mi permette, io sto dalla parte di quelle democraticamente accettabili perché, altrimenti, si mette in discussione, come di fatto sta succedendo con questa proposta, il nucleo del sistema costituzionale ai limiti dell'ammissibilità del ricorso ai procedimenti di revisione. Noi sappiamo – ce lo ha detto anche la Corte – che ci sono principi che non sono modificabili neppure con l'unanimità dei consociati. Io penso sia il caso di fermarsi, colleghi parlamentari, Governo, e, come anche precedentemente abbiamo avuto il parere del Presidente della Repubblica in carica, mi piacerebbe poter avere anche il parere del prossimo Presidente della Repubblica su questa importante riforma.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, il subemendamento Dadone 0.1.900.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cani... Agostini Luciano... Buttiglione... Bolognesi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 452
Astenuti 1
Maggioranza 227
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 331).
(I deputati Vazio e Aiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione del subemendamento Dadone 0.1.900.3.Pag. 68
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.
LARA RICCIATTI. Grazie, signora Presidente, intervengo per preannunziare il voto favorevole su questo subemendamento del gruppo Sinistra Ecologia Libertà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, l'imperatore Giustiniano fu celebrato come giurista nella Divina Commedia, perché, con il suo codice giustinianeo – dice Dante Alighieri –, tolse il troppo e il vano dalla legislazione. È un compito molto attuale che il nostro Parlamento dovrebbe realizzare. Ma c’è un altro maestro: don Lorenzo Milani faceva fare ai suoi alunni un esercizio, quello di togliere dai testi le parole inutili, il troppo e il vano.
Se voi faceste questo esercizio, stasera, domani, con i vostri figli, a proposito dell'articolo 55, così come viene riformulato, vedreste che i vostri figli, superato il primo imbarazzo, sarebbero certamente in grado di scrivere un testo migliore e più fedele alla realtà. Faccio un esempio pratico: «Il Senato concorre alla funzione legislativa». Certo, inteso questo termine in modo generico, ha un suo significato; se, poi, andiamo a vedere l'articolo relativo veramente ai compiti del Senato...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ARCANGELO SANNICANDRO. ... vediamo che non si tratta di un Senato in un sistema monocamerale, ma di un Senato che partecipa alla funzione legislativa per alcune materie e, poi, è un opinionista per il resto.
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
ARCANGELO SANNICANDRO. Quindi, dire «concorre» è usare un'espressione generica proprio di chi è povero di lessico. Ma possiamo continuare nel prossimo intervento ad analizzare linguisticamente ancora questo articolo 55, nella speranza che il Ministro ci aiuti in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Grazie Presidente, io non ho lo spessore del collega Sannicandro e, quindi, lascerò in pace l'imperatore Giustiniano. Mi limiterò ad una prosecuzione del ragionamento che tentavo di fare, in quanto noi abbiamo da poco operato una riforma di enti pubblici territoriali di rango costituzionale, cioè, le province, che avrebbero dovuto far risparmiare – perché questo è stato presentato agli italiani – un miliardo e mezzo di euro. Come è e come non è, a distanza di pochi mesi, questo risparmio sembra essersi ridotto a 37 milioni di euro. La differenza è gigantesca, i disservizi sono giganteschi, la vaghezza della riforma è sotto gli occhi di tutti tant’è vero che nessuno dei primi cittadini che dovrebbe assumere il ruolo di sindaco, che hanno assunto il ruolo di sindaco di città metropolitana lo vuole fare. Nel prosieguo di questa discussione, approfondiremo la materia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pannarale. Ne ha facoltà.
ANNALISA PANNARALE. Grazie Presidente, a chi poco fa ci raccontava che ci vuole molto coraggio e molta capacità innovativa per scegliere di puntare ad un monocameralismo, vogliamo chiedere perché, in effetti, non abbiamo avuto sufficientemente coraggio per dedicarci ad un'impostazione davvero monocameralista, perché abbiamo lasciato un Senato e abbiamo, però, rimosso quelli che sono due punti fondamentali di ogni assetto Pag. 69democratico rispetto ad una Camera parlamentare: il primo, l'elezione diretta dei parlamentari da parte dei cittadini; il secondo, una distribuzione che sia chiara e puntuale delle competenze. Noi abbiamo eliminato il passaggio elettivo, abbiamo eliminato delle competenze che siano specifiche ed esclusive, tuttavia, abbiamo lasciato una Camera che non ha più poteri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, è evidente che questa riforma del Senato tende unicamente a centrare un obiettivo, ossia quello di assicurare una minore partecipazione da parte dei cittadini alla decisione del bene comune.
È infatti inaccettabile che il Senato, seppur trasformato nelle sue competenze, possa essere non eletto direttamente dal popolo italiano. Penso che questo contrasti anche pesantemente con le norme costituzionali, dove è specificato in modo inequivocabile che la sovranità appartiene al popolo. Anche vedendo le esperienze riformatrici di questo Parlamento e di questo Governo, sulle quali il Presidente Renzi si è espresso, pensando alla riforma delle province, possiamo affermare che si tratta di un'esperienza riformatrice del tutto fallimentare. Non vorrei che quell'esempio negativo, che è stato focalizzato sulle province, diventasse appunto la grande riforma del Senato che voi volete mettere in atto adesso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.1.900.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gandolfi, Pilozzi, Bargero, Vitelli, D'Attorre, Sannicandro, Invernizzi, Fantinati, Speranza.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 328).
(La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Berlinghieri. Ne ha facoltà.
MARINA BERLINGHIERI. Presidente, intervengo per preannunciare il voto favorevole del gruppo del PD all'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione, in quanto volto a chiarire, nel nuovo testo dell'articolo 55 della Costituzione, che il Senato non esercita in via esclusiva o prioritaria le funzioni del Parlamento in materia europea ma vi concorre, ferma restando la funzione generale di indirizzo e controllo che la Camera può esercitare anche in questa materia.
Devo tuttavia sottolineare che il testo dell'articolo 55, malgrado questa ulteriore modifica, mantiene due elementi di potenziale criticità. Anzitutto, non si enuncia un chiaro criterio di ripartizione dei poteri delle due Camere in materia europea, coerente con la loro differente posizione costituzionale. C’è il rischio, infatti, che il Senato, nel nuovo assetto costituzionale, pur non rappresentando la nazione ma i soli enti regionali e locali, intervenga in modo ipertrofico su atti e documenti dell'Unione europea, anche in modo non coerente con gli indirizzi definiti dalla Camera, indebolendo in questo modo la posizione del Paese nei negoziati europei. Meglio sarebbe stato limitare espressamente l'intervento del Senato alle sole materie di competenza regionale e locale.Pag. 70
In secondo luogo, la nuova formulazione dell'articolo 55, quinto comma, potrebbe indurre a considerare, non in punta di diritto ma di fatto, che l'intervento del Parlamento in materia europea sia affidato prevalentemente al Senato. Nelle Costituzioni di quasi tutti i Paesi con sistema parlamentare bicamerale si è proceduto, invece, ad introdurre norme molto chiare e articolate in merito alle funzioni di entrambe le Camere in materia europea, differenziandole, ove appropriato, in base al rispettivo ruolo costituzionale. Ne sono un esempio la Legge fondamentale tedesca e la Costituzione francese. Sarebbe dunque stato preferibile che anche l'Italia, Paese fondatore e attento al fenomeno europeo, disciplinasse in modo più chiaro, nella sua Costituzione, le competenze europee delle due Camere. Proprio a questo scopo, avevamo presentato l'emendamento Michele Bordo 1.207, che sarà precluso dall'approvazione dell'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione.
Concludo così richiamando l'opportunità che il Governo ed i relatori ribadiscano oggi, anche per fugare in futuro qualsiasi incertezza interpretativa, che la Camera eserciterà funzioni generali di indirizzo e controllo in materia europea mentre il Senato concorrerà per i profili di interesse regionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Galgano. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Grazie Presidente. Noi ci associamo alle parole della deputata Berlinghieri, non comprendiamo perché il Governo e la I Commissione non abbiano preso in considerazione il nostro emendamento che chiarisce, come avviene in tutti gli altri Paesi europei, quale è il ruolo delle due Camere in relazione alla formazione della normativa in fase ascendente in Europa. Quindi, noi dichiariamo il nostro voto favorevole all'emendamento perché comunque rispetto al testo della Commissione rappresenta un passo avanti, però chiediamo al Governo di riconsiderare la questione nel momento in cui si esaminerà l'articolo 10.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.
DORINA BIANCHI. Grazie Presidente. Il gruppo Area Popolare dà parere favorevole a questo emendamento proprio confermando come poi ci sia stato all'interno della Commissione un confronto sia tra i vari gruppi, nel corso dell’iter parlamentare, sia con il Governo. Siamo convinti che ci sia stato un miglioramento rispetto al testo iniziale, indubbiamente concordiamo sulla possibilità che qualche ambiguità che può sussistere sia cambiata nel corso dell’iter legislativo e anche dal confronto che c’è stato stamattina in Commissione il Governo ha dato comunque la disponibilità a rivedere, in relazione all'articolo 70, gli ambiti e le modalità attraverso i quali il Senato partecipa alle decisioni dirette alla formazione e attuazione degli atti normativi delle politiche dell'Unione europea. Noi naturalmente in questo senso continueremo a lavorare insieme al Governo perché tutte le ambiguità che, come hanno posto all'attenzione i vari gruppi parlamentari, siano tolte da questa importante legge costituzionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, nel preannunciare il voto favorevole di Forza Italia su questo emendamento della Commissione 1.900 (Nuova formulazione), voglio chiarire alcuni punti. Innanzitutto che questo emendamento è stato frutto di un ampio dibattito che è avvenuto proprio in Commissione per cercare una sintesi, una sintesi emendativa ovviamente, rispetto al testo che ci è pervenuto dal Senato, testo che ovviamente risultava poco chiaro nella definizione di quelle che debbono essere le reali funzioni nell'ambito della funzione legislativa e del raccordo tra il Senato, che quindi rappresenta gli enti territoriali – regioni ed enti locali – e l'Unione europea.Pag. 71
Quindi, è stato fatto un lavoro molto puntuale, è stato sostituito al termine «esercita» la funzione legislativa il termine «concorre» proprio alla luce di quella che è la delineazione del ruolo e delle funzioni che il Senato ha all'interno dell'articolo 1 di questo disegno di legge di riforma costituzionale. Ricordiamo, infatti, che si tratta di un tema molto delicato e molto sensibile.
Il nostro voto favorevole è legato appunto al fatto che sono stati migliorati alcuni aspetti; rimangono indubbiamente alcune criticità soprattutto nelle modalità e sulle materie in cui il Senato attua la propria funzione, sia nel dare pareri, sia nel partecipare propriamente agli atti normativi sia in fase ascendente che in fase discendente rispetto all'Unione europea. Ricordo che appunto nella fase discendente si concorre anche attraverso veri e propri atti normativi, quindi io credo che sia estremamente importante, non in questo luogo, non in questo articolo, ma laddove si parla proprio dell'articolo 10 della riforma e ovviamente in quella che è la modifica dell'articolo 70 della Costituzione vigente, pensare a chiarire bene un qualcosa che potrebbe ingenerare delle difficoltà alla luce anche della comparazione con altri sistemi costituzionali europei. Penso ad esempio alla costituzione tedesca o alla costituzione francese, laddove, soprattutto nella costituzione tedesca, dove non c’è appunto un bicameralismo perfetto ma c’è un bicameralismo differenziato, col quadro che noi stiamo andando a differenziare c’è proprio la delineazione e la delimitazione specifica delle materie in cui, nel nostro caso il Senato, possa interagire in questa fase di raccordo tra gli enti territoriali e il Senato, quindi con la propria potestà sia legislativa sia di dare pareri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, solo per segnalare un problema. «Il Senato della Repubblica concorre» va bene per gli atti normativi, che poi verranno regolati all'articolo 10 con una procedura speciale. Nulla quaestio. E gli atti di indirizzo ? Quando Camera e Senato danno atti di indirizzo contraddittori, cosa possibile con il nuovo sistema elettorale al Senato e alla Camera, perché il Senato, rappresentando in modo più forte le autonomie territoriali, su certi temi può trovarsi ad essere in disaccordo, che si fa ? Qual è la modalità attraverso la quale Camera e Senato concorrono ? Tanto più che nella fase ascendente le Camere hanno poteri forti nel dare indirizzo. Credo che, quando torneremo su questo all'articolo 10, bisognerà dire qualcosa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli.. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Signora Presidente, molto brevemente, perché è già stato detto tutto. Anch'io, come sottoscrittrice dell'emendamento, ho difficoltà a capire perché il nostro emendamento nella funzione e definizione originaria non sia stato accolto. Voteremo comunque a favore della nuova riformulazione perché comunque è un passo avanti rispetto al testo originario, però – e lo ha sottolineato con il suo intervento l'onorevole Buttiglione – ci vuole chiarezza quando definiamo le leggi. Allora rischiamo appunto di creare una situazione in cui, in situazioni di conflitto, non sappiamo cosa fare. Mi auguro anch'io che la discussione nel merito venga ripresa in occasione della discussione dell'articolo 10, ma è chiarissimo, o deve essere chiarissimo, che le funzioni generali di indirizzo e controllo competono alla Camera, lasciando eventualmente al Senato tutta la parte che si riferisce alle regioni. Però abbiamo questa preoccupazione, che si ingeneri un momento di confusione e di non chiarezza che poi dovremo risolvere. Spero che il Governo riconsideri la situazione in occasione della discussione e della votazione dell'articolo 10.
Pag. 72PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.
STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, vorrei ringraziare, in particolare, le deputate che sono intervenute. In particolare la deputata Berlinghieri, il cui intervento io sottoscrivo al 90 per cento. Non sottoscrivo solo il fatto che poi voti a favore dell'emendamento della Commissione, però pone un tema giusto, che è lo stesso tema che abbiamo cercato di sollevare noi, cioè il ruolo del Senato rispetto all'Unione europea in rappresentanza delle regioni e rispetto al rapporto che ci deve essere fra Senato e gli enti locali.
Ora, siccome l'onorevole Berlinghieri ha detto cose condivisibili, soprattutto sulla base delle esperienze degli altri Paesi – ha citato il modello tedesco, il modello francese –, questo dimostra come anche i nostri interventi, che avevano preceduto quello dell'onorevole del Partito Democratico, non erano affatto pretestuosi e dimostra una cosa, cioè che se questi temi li trattassimo tutti insieme, con il giusto approfondimento e senza la fretta, invece, che sta imponendo questa discussione, arriveremmo forse tutti insieme a licenziare un testo migliore, perché i temi che sono stati sollevati sono temi reali, di cui bisognerebbe discutere in maniera approfondita.
Quindi, torno a dire che noi fin dall'inizio ci siamo messi in un'ottica di contributo positivo. Vedo finalmente che una serie di punti e di questioni, che noi abbiamo sollevato, vengono raccolti anche da altri. Torno a chiedere: Ministro, ma perché bisogna fare la riforma di 40 articoli della Costituzione in questo modo, quando quasi nessuno è convinto della riforma che si sta votando ? Ieri, quando lei non c'era – e con questo concludo – praticamente sono intervenuti esponenti di tutti i partiti di maggioranza, non di minoranza, e ognuno di loro ha detto: «Questo non mi convince, questo è stato frutto di un compromesso, questa roba qui andrebbe rivista».
Allora, se dobbiamo votare una riforma che non convince nessuno e di cui nessuno dice che è perfettamente convinto, rispetto alla quale le opposizioni si sentono escluse perché non hanno potuto intervenire nel merito e farla insieme a voi, dove è la necessità di fare questa riforma ? Dove è la necessità di non potersi prendere altri dieci giorni in più ? È solo questo che chiedo, davvero in maniera molto tranquilla e pacata, sperando di ricevere una risposta di buon senso per il buon funzionamento di quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pannarale. Ne ha facoltà.
ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente. A noi dispiace molto che i precedenti subemendamenti non abbiano avuto l'ascolto necessario perché si aprisse, finalmente, un'interlocuzione positiva e costruttiva con la maggioranza rispetto a un punto assolutamente fondamentale, al quale non state dando risposta: se questo Senato non ha funzioni specifiche ed esclusive, perché lasciarlo ? E, invece, se questo Senato deve diventare una Camera delle regioni e delle autonomie, perché sottrarre a regioni e autonomie qualunque tipo di pienezza di poteri nelle materie concorrenti così come nel recepimento del diritto dell'Unione europea ?
Noi siamo un Paese che ha recepito le direttive non soltanto con un'estrema lentezza, nel corso degli anni, ma anche in maniera sbagliata. Allora, forse, una riflessione maggiore su questo ci avrebbe consentito di cominciare ad avere più forza nella stessa fase ascendente, cioè quella che precede l'adozione delle stesse direttive.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Intanto voglio ringraziare i colleghi che mi hanno Pag. 73preceduto. Io ho un'opinione leggermente diversa rispetto ad alcuni degli spunti che qui ho sentito. In particolare, mi riferisco, per il suo tramite, Presidente, al collega Quaranta, perché io ritengo – e sto parlando, ovviamente, come relatore per la maggioranza sul provvedimento, Presidente – che la formulazione dell'articolo 1, la lettura comparata prima del comma 4 e poi del comma 5, che dicono rispettivamente: «La Camera dei deputati è titolare del rapporto di fiducia con il Governo ed esercita la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo (...)» e «Il Senato della Repubblica rappresenta le istituzioni territoriali. Concorre» – ora leggo il testo dell'emendamento che stiamo per votare – «all'esercizio della funzione legislativa» – quindi, una Camera è titolare della funzione legislativa e l'altra concorre all'esercizio della funzione legislativa – «nei casi e secondo le modalità stabilite dalla Costituzione (...)», renda chiari i dubbi che anche la mia collega Berlinghieri, qui a nome del Partito Democratico ha espresso.
I dubbi che qui ha espresso la collega – e mi dispiace che il collega Quaranta non possa sentire – sono del tutto legittimi. Sono dubbi che le mie colleghe hanno esplicitato con grande chiarezza, tanto è vero che la discussione in Commissione è partita dall'analisi di tre emendamenti, sostanzialmente due identici, entrambi frutto della discussione svolta nella Commissione (non nella nostra Commissione, ma nella XIV Commissione). E sulla base della riflessione che abbiamo voluto prolungare, quindi chiedendo che quegli emendamenti venissero ripresentati in Aula, i relatori hanno supposto che questa nuova formulazione chiarisse, senza ogni altro ulteriore dubbio, che l'esercizio delle funzioni legislative, anche nei campi qui citati, si differenzia nella lettura comparata del comma 4 e del comma 5 dell'articolo 1.
L'articolo 1 rimanda, poi, alle modalità stabilite dalla Costituzione, cioè a quell'articolo 70 di cui all'articolo 10 del provvedimento che stiamo esaminando, a cui facevano riferimento sia l'onorevole Bianchi che l'onorevole Centemero, parlando delle funzioni legislative. Noi verificheremo: mi pare che sia stata chiesta un'ulteriore riflessione che riguarda quello che effettivamente è descritto nella modalità di esplicazione della funzione legislativa in quell'articolo.
Lo valuteremo con attenzione – non so dire, oggi, se questo porterà a ulteriori cambiamenti – ma io mi sento di voler difendere il fatto che la lettura che abbiamo fatto adesso, comparata, dei due differenti verbi che utilizziamo per la Camera dei deputati e per il Senato nell'esercizio, per la prima, di funzione primaria e, per l'altro, di concorso nella funzione legislativa, chiarisca, secondo la mia opinione e secondo l'opinione dei relatori che presentano l'emendamento 1.900 (Nuova formulazione), senza ulteriore dubbio, questo punto.
Mi riferisco, infine, all'ultimo intervento, che diceva: «Peccato che non si siano accolti i subemendamenti». Secondo noi, i subemendamenti complicavano, non chiarivano affatto, la scrittura dell'emendamento, però credo che vada rispettato il parere di analisi del testo, che, in italiano, a me sembra, nel rispetto dei dubbi che sono stati sollevati, del tutto chiaro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Prendo atto che qualche preoccupazione linguistica comincia a serpeggiare. Mi preme sottolineare che il testo che si sta proponendo alla votazione peggiora linguisticamente quello che c'era prima, perché prima era scritto così, soggetto, predicato e complemento: «Il Senato concorre alla funzione legislativa». Semplice, leggibile, comprensibile ! Adesso che cosa si scrive ? «Il Senato concorre all'esercizio della funzione legislativa». E questo sarebbe un miglioramento linguistico ?
Infatti, da un punto di vista del contenuto, ne ho parlato nei 60 secondi precedenti: è chiaro che non ci siamo e non Pag. 74corrisponde al contenuto dell'articolo 70 della Costituzione, non corrisponde proprio, è chiaro. Ma, da un punto di vista meramente linguistico, era scritto: «(...) concorre alla funzione legislativa». Noi miglioriamo il testo linguisticamente dicendo: «(...) concorre all'esercizio della funzione legislativa». Ma che stiamo a scherzare ? Ecco perché, cara Ministro, lei, che è fiorentina, ci aiuti: risciacquiamo questo testo nell'Arno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Potremmo rimanere ancora, Sannicandro, con il Canto VI del Paradiso e dire: «Or qui t'ammira in ciò ch'io ti replico», ma non era questo l'oggetto dell'intervento. Io, al di là delle discussioni, non oziose, che sono state portate avanti nel corso degli ultimi minuti e ritenendo, in accordo con quanto già detto dall'onorevole Centemero, dall'onorevole Dorina Bianchi e dal collega Buttiglione, che sarà comunque necessaria una migliore ed ulteriore precisazione in sede di redazione dell'articolo 10, andando a precisare meglio quali sono i temi – e, a mio avviso, devono essere, ovviamente, di natura regionale – sui quali il Senato concorre all'esercizio della funzione legislativa, credo che il punto, per così dire, da chiarire veramente – ma ne parleremo in occasione dell'articolo 2 – sia, in realtà, un altro, sia il presupposto che regge tutto questo.
Il Senato della Repubblica, cioè, rappresenta le istituzioni territoriali. È questo, io credo, il punto sul quale vada poi operata una riflessione, perché è chiaro che noi possiamo pensare alla funzione legislativa o all'esercizio della funzione legislativa nelle materie di natura regionale, se, effettivamente, il Senato rappresenta le istituzioni territoriali.
Se il Senato, invece, le rappresenta poco, credo che questo, come diremo appresso, finirà per porre nuovi problemi di contenzioso anche con riferimento al permanere della terza Camera, come la chiamiamo, che è la Conferenza Stato-Regioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Grazie Presidente, io volevo informare il Ministro di un qualcosa che ho appena appreso e che certamente lei sa e che, penso, abbia un'assoluta rilevanza. Il suo Ministero, signora Ministro, il 17 dicembre ha assegnato l'appalto, bandito sempre dal suo Ministero nel mese di novembre, mese nel quale la Commissione affari costituzionali stava iniziando i propri lavori sulla riforma costituzionale. Ha commissionato quell'appalto per una cifra di 63 mila euro ad un istituto, per fare che cosa ? Per fare degli studi giuridici di approfondimento sulla forma di Stato e sulla forma di Governo e, di riflesso, sulla legge elettorale. Ebbene Ministro, il suo Ministero ha assegnato pochi giorni fa alla facoltà di scienze politiche dell'Università La Sapienza questo appalto. Io le faccio due semplicissime domande. La prima, se avete già avuto delle informazioni degli studi e degli approfondimenti degli illustri professori della «Sapienza».
Seconda, una cosa che ripeto probabilmente anche un bimbo della scuola materna potrebbe capire come nesso logico e consequenziale, se magari non fosse più logico, razionale e semplice, induttivamente parlando, commissionare questo bello studino di 63 mila euro che avete dato dalla Sapienza quell'attimino prima di scrivere una riforma un po’ farraginosa, un pochettino complicata, un pochettino distruttiva della Costituzione, prima magari di fare la riforma stessa. Magari con questi studi dei signori professori dell'Università della Sapienza vi si accendeva qualche lampadina o qualche piccolo faretto che vi avrebbero portato su una strada differente.
Ecco due semplici domande da un umile cittadino. Spero in questo caso, per suo tramite, ovviamente, Presidente, che il Ministro o il sottosegretario possano dare una risposta. Grazie Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie Presidente, la prima domanda che mi ponevo, subito dopo l'intervento del collega Toninelli, era davvero quale speranza aveva che il Ministro, in qualche modo, gli rispondesse perché, comunque il Ministro, e il Governo in generale, non hanno mai, e sottolineo mai, dato una risposta né in Commissione, né qui in Aula, a nessuno. L'unica volta che si è degnata di dare una risposta il Ministro, è stato quando il MoVimento 5 Stelle sollevava questo piccolissimo problema, forse politico, di questo Parlamento macchiato dal «porcellum» che voi avete fatto, da destra a sinistra. Addirittura si avventura nel toccare la Carta costituzionale, si avventura all'interno di una stanza, non nel Parlamento, perché i cittadini fuori dovrebbero sapere che oggi qui stiamo facendo «fuffa» stiamo perdendo tempo, stiamo prendendo in giro i cittadini, stiamo spendendo soldi grazie a voi, grazie ai voi, e ai vostri padroni che si rinchiudono nelle vostre stanze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, Presidente, io su questa cosa voglio dirlo chiaramente: il MoVimento 5 Stelle non è contro le riforme costituzionali, il MoVimento 5 Stelle è contro le riforme al chiuso, fatte da delinquenti.
PRESIDENTE. Onorevole D'Ambrosio, proprio all'ultima ...parola !
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Grazie Presidente, io a titolo personale volevo ringraziare pubblicamente il mio collega Sannicandro e anche qualche altro collega che in quest'Aula non si sono esercitati nelle citazioni colte, per puro diletto, ma per tentare, benché costretto in un minuto, perché questi sono i tempi della discussione sulla riforma della Costituzione a cui questo Governo e questa maggioranza ci hanno imposto, di elevare il dibattito di quest'Aula.
Se noi oggi siamo in grado di leggere gli atti dei lavori della Commissione dell'Assemblea costituente, e di poter discutere del livello di quel dibattito e degli interventi di grandi intellettuali politici, dirigenti, che hanno scritto questa Carta costituzionale, un giorno, i nostri posteri che saranno chiamati a giudicare il lavoro di quest'Aula parlamentare, quando prenderanno gli atti dei lavori di quest'Aula parlamentare, forse troveranno sollievo nel sentire gli interventi del collega Sannicandro, e si chiederanno come mai nessuno è intervenuto a discutere la Costituzione nella maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno. Ne ha facoltà.
FRANCO BRUNO. Presidente, a me pare che l'emendamento riduca oggettivamente troppo le pur minime funzioni che si vogliono assegnare a questo nuovo Senato della Repubblica. In sostanza, si dà via la titolarità che c'era prima, che c'era sia nel testo licenziato dal Senato, sia nella prima stesura del testo della Commissione. La titolarità delle funzioni di raccordo tra lo Stato e gli enti costitutivi della Repubblica, quindi, tra regioni e comuni, viene, di fatto, con quest'emendamento sottratta completamente alla seconda Camera e viene sostanzialmente ricondotta alla Camera dei deputati. Credo che sia oggettivamente difficile spiegare che si vuole costruire un luogo istituzionale di rappresentanza di regioni e comuni e poi toglierli anche la titolarità del rapporto che questi enti devono avere con lo Stato. Insomma, secondo me, è eccessivo quello che la Commissione ha fatto. Non me la sento di votare quest'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Presidente, premesso che io voterò contro questo emendamento, Pag. 76devo però, a mio parere, dire che concorrere alla funzione è cosa diversa da concorrere all'esercizio della funzione. Quindi, non è un difetto linguistico, è un contenuto diverso: si «concorre alla funzione», quando la funzione appartiene ad entrambi; invece si «concorre all'esercizio», quando una delle Camere, il Senato, è servente all'esercizio della funzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.
RICCARDO FRACCARO. Presidente, cerco di attirare l'attenzione dell'Aula, perché è emersa dal dibattito una cosa che mi sembra abbastanza grave, perché configura l'uso improprio di denaro pubblico, se fosse vera. È stato detto in quest'Aula che lo Stato italiano sta spendendo più di 60 mila euro per affidare a «La Sapienza» – dopo che ha vinto un bando pubblico – una ricerca sulle forme di Stato e di Governo per permettere a quest'Aula di affrontare le riforme in maniera più consapevole possibile.
Noi stiamo votando un testo, mentre gli altri stanno facendo ricerche se questo testo sia corretto o meno, senza avere la nozione di quel risultato, senza aspettare quel risultato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Stiamo affrontando una riforma, mentre gli altri si stanno godendo 63 mila euro di soldi pubblici, senza attendere alcun risultato. Lei, Ministro, deve dare un po’ di spiegazioni a quest'Aula, perché siamo stufi che voi buttiate i soldi pubblici così indebitamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Presidente, vorrei dire alla Ministra Boschi che sicuramente noi comprendiamo le ragioni che spingono il Governo a portare avanti questo disegno di legge costituzionale. Naturalmente non le condividiamo, e la pregherei di mettersi anche nei nostri panni. Noi siamo andati insieme a delle elezioni e, a proposito delle riforme costituzionali, condividevamo un'impostazione molto diversa. Il superamento del bicameralismo perfetto non vedeva assolutamente un esito come quello che ci viene proposto. Oggi ci troviamo nella situazione paradossale, Ministra Boschi, di operare, «l'omicidio politico» di una delle due Camere e, quindi, la riduzione del Parlamento alla Camera dei deputati e, nello stesso tempo, prevediamo l'elezione della Camera dei deputati, non affidando al popolo la sovranità di scegliere i parlamentari...
PRESIDENTE. Onorevole Melilla...
GIANNI MELILLA. ... ma addirittura con cento collegi in cui i partiti imporranno cento capilista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.
FABIANA DADONE. Presidente, forse è un po’ sfuggita all'Aula la segnalazione fatta sia dal collega Toninelli che da Fraccaro. Io, però, a differenza del mio collega Fraccaro, non sono tanto preoccupata dei soldi quanto del senso con cui fate le cose.
Se questo Parlamento fosse un'azienda sarebbe andata in crisi. Voi prima assegnate dei prospetti, date un testo a degli studiosi e chiedete di dirvi quali saranno gli effetti, però nel frattempo approvate il testo. Ma con che diamine di logica si fanno le cose ? Ma che senso ha fare una cosa così ? Prima si capiscono gli effetti, poi semmai si decide di approvare il testo o di modificarlo. È il senso con cui si fanno le audizioni. Si fanno venire i costituzionalisti, gli si stringe la mano... Chiedo scusa, Presidente, richiedo anche la sua attenzione. Chiedo scusa al collega Rosato, ma ci tengo...
PRESIDENTE. Mi scusi, ha ragione, ma stavamo verificando una questione. Ha ragione. Siccome il tempo era finito, lei può recuperare.
Pag. 77FABIANA DADONE. Posso recuperare i secondi ?
PRESIDENTE. Sì, sì, può recuperare.
FABIANA DADONE. È esattamente come quando si fanno le audizioni. Vengono i costituzionalisti, li si ascolta, si annuisce; i costituzionalisti dicono che questo testo, così come è fatto, è un testo zoppo e che bisogna fare un sacco di modifiche. Voi intanto vi abboccolate i capelli, vi guardate le unghie, scrivete sui fogli e, di fatto, queste modifiche vanno a finire nel nulla.
Ministro Boschi, ma veramente ? Ma che senso ha fare una cosa del genere ? È come quando si esaminano i decreti e il Governo non ci fa pervenire le valutazioni di impatto della regolamentazione e noi chiediamo.... Adesso, però, se il Ministro risponde al telefono... Abbia pazienza...
PRESIDENTE. Onorevole Dadone, adesso però deve concludere. Il Governo ha comunque ascoltato il suo intervento. Prego, onorevole Dadone.
FABIANA DADONE. Guardi, tanto per parlare di fronte a un Governo che parla al cellulare con non so chi, me ne frego di parlare con questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente. Mi scuso con l'onorevole per non aver seguito il suo intervento nella parte finale. Ero, però, al telefono con Palazzo Chigi e sospendo un attimo la discussione che stiamo affrontando sulle riforme costituzionali per annunciare all'Aula una notizia che credo farà piacere a tutti noi, ossia che Greta e Vanessa sono state liberate e torneranno presto a casa (Generali applausi cui si associano i membri del Governo).
PRESIDENTE. Credo che questo applauso sia l'espressione di un'emozione forte di tutta l'Aula, di tutte le forze che qui siedono e ringrazio la Ministra Boschi per aver condiviso con la Camera questa bella, bellissima notizia, che ci ha fatto tutti molto felici.
Riprendiamo i lavori. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. In estrema sintesi, annuncio il voto contrario della Lega Nord all'emendamento in esame.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Visto l'importante annuncio del Governo, io chiedo (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico)... Presidente, le chiedo anche che i membri della maggioranza abbiano un po’ di rispetto per gli interventi di un collega. Visto l'importante annuncio, io chiedo formalmente che venga utilizzata almeno una parte del tempo a disposizione perché i deputati di quest'Aula possano intervenire sull'argomento. Non può essere il Governo che sospende la discussione autonomamente e porta delle comunicazioni che riguardano la sicurezza di alcuni nostri cittadini, che riguardano l'operazione del Governo in situazioni di allarme terrorismo in tutto l'Occidente. Quindi, chiediamo di potere, in modo assolutamente (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico)...
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi ! L'onorevole Fedriga sta ponendo una questione sull'ordine dei lavori, mi sembra del tutto rispettabile. Fatelo concludere.
MASSIMILIANO FEDRIGA. E, quindi, chiedo la possibilità perlomeno di un intervento Pag. 78per gruppo. Ogni gruppo sceglierà liberamente come utilizzare il tempo a sua disposizione.
PRESIDENTE. Va bene, onorevole Fedriga. La Presidenza sarebbe per accogliere la proposta dell'onorevole Fedriga di un intervento per gruppo di cinque minuti.
CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Interviene su questo ? Prego, ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Grazie Presidente, anche il gruppo del MoVimento 5 Stelle si unisce alla gioia per la liberazione comunque delle due...
PRESIDENTE. No, scusi, onorevole Sibilia, decidiamo se...
CARLO SIBILIA. No, questo non è l'intervento, scusatemi...
PRESIDENTE. Va bene. Mi faccia capire, però, a che titolo sta intervenendo.
CARLO SIBILIA. Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, volevo capire.
CARLO SIBILIA. Volevo aggiungere anche una proposta all'intervento. Ho fatto semplicemente un'introduzione per far capire bene di cosa stessi parlando. Ci aggiungiamo anche alla proposta del gruppo della Lega e, in più, visto che l'evento è straordinario e ci colpisce in maniera molto positiva, da membro della Commissione affari esteri e da membro delegato d'Aula del MoVimento 5 Stelle esprimo anche una certa gioia e una contentezza per questo annuncio.
Vorrei, inoltre, che venisse il Ministro Gentiloni immediatamente per un'informativa urgente per farci capire come sono andati i fatti perché secondo noi è una questione di rilevanza internazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) in questo momento particolare per il Paese. Sottoponiamo, quindi, questa richiesta alla Presidenza.
PRESIDENTE. Va bene. Allora, andiamo per ordine. Noi eravamo in fase di dichiarazioni di voto sull'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione. Avete giustamente notato che non è il Governo che può sospendere una discussione. È chiaro che il Ministro intendeva dire che parlava di un argomento diverso rispetto a quello all'ordine del giorno della seduta.
Allora, io vi proporrei questo: se ci sono altri iscritti a parlare sull'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione, sospendiamo questa discussione. Se ce ne sono molti, però, perché se ce n’è uno solo facciamo l'ultimo intervento. Io ho solo un iscritto a parlare sull'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione. Allora, va bene, ci sono invece molti iscritti a parlare sull'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione e, quindi, lo sospendiamo momentaneamente e consentiamo, per cinque minuti massimo, un intervento per gruppo sulla notizia che ha dato la Ministra Boschi. Dopodiché, non è possibile immaginare che nell'immediato ci sia un'informativa del Governo su questo. Ovviamente, la Presidenza si farà carico di sottoporre al Governo anche questa richiesta.
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, in questi casi si sospende e si chiede al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale di venire a riferire. Questo è fondamentale.
PRESIDENTE. Onorevole Brunetta, mi scusi...
RENATO BRUNETTA. Fondamentale, questo è fondamentale ! Infatti, non è solo Pag. 79la liberazione delle nostre due connazionali, ma le implicazioni in termini di politica estera che questo comporta in un momento come questo. Io le sto chiedendo, signora Presidente, che venga il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale a riferire in Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie) !
PRESIDENTE. Dunque, se la richiesta è, come io ho inteso dal primo intervento sull'ordine dei lavori del deputato Fedriga, un breve intervento per ciascun gruppo, la Presidenza accede a questo, altrimenti non c’è nessuna motivazione per la sospensione. Guardate, non c’è nessuna motivazione per la sospensione. Raccolgo l'esigenza che trasmetteremo al Governo – c’è qui anche il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento – di avere, quando sarà possibile, un'informativa del Ministro Gentiloni. Delle due l'una. Non possiamo sospendere la seduta perché non c’è nessun motivo per sospenderla. Se volete do la parola ad un componente per gruppo sull'avvenuta liberazione delle due nostre ragazze, sulla quale abbiamo poco fa dimostrato il massimo di coesione, e, poi, ritorniamo all'ordine del giorno, torniamo all'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, inaspettatamente per darle ragione. Credo che non si possa sospendere, ma credo che sia legittima la richiesta di sentire il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che si aggiunge ai cinque minuti che lei ha doverosamente indicato siano a disposizione dei gruppi, perché c’è stato un intervento del Ministro che ha in qualche modo aperto un piccolo dibattito.
La risposta alla richiesta non sia demandata a chissà quando, ma nel corso della seduta – le chiedo – lei ci dia contezza della risposta del Governo, perché è corretto che lei non può saperlo subito, ma è altrettanto corretto immaginare di avere una risposta in tempi brevi.
PRESIDENTE. Chi chiede di intervenire sulla bella informazione, sulla notizia che ci ha dato il Ministro Boschi, è pregato di chiedere la parola.
GUGLIELMO PICCHI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUGLIELMO PICCHI. Grazie Presidente, siamo assolutamente contenti del fatto che Greta e Vanessa siano state liberate. Certamente per fare un intervento serio e compiuto sarebbe stato meglio avere da parte del Governo, nella figura del Ministro degli esteri, qualche chiarimento ulteriore sulle modalità con cui è avvenuto questo rilascio.
PRESIDENTE. Scusi onorevole Picchi: colleghi, un po’ di silenzio non guasterebbe. Stiamo facendo un giro di interventi su un tema importante: per favore, chi non è interessato esca un attimo e lasci che i colleghi parlino con tranquillità. Prego, onorevole Picchi.
GUGLIELMO PICCHI. Dicevo come l'informativa da parte del Governo sarebbe assolutamente necessaria per poter commentare compiutamente questo fatto, che ci rallegra, ma che pone anche una serie di interrogativi.
Noi abbiamo da sempre dimostrato che i nostri cooperanti vanno ad operare in aree di crisi e si distinguono sempre per la capacità e l'umanità di dare aiuto alle popolazioni in difficoltà. Tuttavia dobbiamo far presente come coloro che si recano all'estero e poi vengono rapiti comportano anche un onere pecuniario per la liberazione.Pag. 80
Allora sarebbe importante sapere, come è avvenuto in altri casi, quanto abbiamo dovuto pagare per una inavvedutezza da parte di queste due ragazze, perché insomma è facile fare le manifestazioni in Italia, predicare la cooperazione e la solidarietà internazionale e poi recarsi in aree dove il pericolo di essere rapiti e quindi di rischiare la propria vita è notevole.
Quindi sarebbe utile che il Governo ci dicesse che cosa ci è costata questa liberazione, pur rallegrandoci della buona notizia che sono state liberate.
E chiederemmo che il Governo però si adoperasse, con lo stesso impegno con cui si è adoperato per Greta e Vanessa, anche per padre Dall'Oglio, che ricordo che dal 29 luglio dell'anno scorso è sparito in Siria, non ne abbiamo notizia. A differenza delle due ragazze era là a svolgere una missione umanitaria seria e convinta e vorremmo quindi che il Governo si occupasse anche di padre Dall'Oglio.
Ho lasciato per ultimo, ma non per minore importanza, che finalmente si riesca a riportare a casa anche due soldati italiani che, per eseguire degli ordini, si trovano da tre anni in attesa di un'imputazione che ancora non è arrivata da parte dei tribunali indiani, ossia i nostri due marò.
È vero che uno dei due è qui in Italia, però lo è non perché il nostro Governo si sia impegnato a riportarlo, ma per una sfortunata situazione di salute che sta vivendo.
Pertanto, Governo, noi siamo contenti che queste due ragazze siano state liberate.
Vogliamo che il Governo sensibilizzi l'opinione pubblica sul fatto che non si può andare a scherzare in certe aree geografiche del mondo in un momento così delicato di instabilità politica, in cui conflitti all'interno del mondo islamico stanno producendo una grave instabilità e le conseguenze avvengono in tutta Europa; e lo stesso impegno che è stato dimostrato per le due ragazze deve essere anche dimostrato per padre Dall'Oglio e per i due marò.
Rimane il fatto che per noi è importante avere il Ministro degli affari esteri che viene a riferire in Aula perché almeno potremmo avere contezza di ciò che è avvenuto, di quale trattativa c’è stata perché è giusto trattare, è giusto riportare le persone però siamo anche in una guerra con Daesh e siamo in guerra con l'ISIS e, quindi, ci dobbiamo porre il problema serio e politico se sia opportuno andare a trattare con i terroristi.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Picchi. Colgo l'occasione al termine di questo intervento per chiedere ai colleghi che interverranno il massimo di cautela. Stiamo trattando comunque di un tema abbastanza delicato, quindi vorrei chiedere a tutti quanti di evitare di aggiungere elementi di cui non abbiamo alcuna contezza. Ovviamente abbiamo registrato la richiesta di un'informativa da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.
MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente, come è stato detto anche precedentemente, anche il MoVimento 5 Stelle si associa alla contentezza per la liberazione di Greta e Vanessa. Chiaramente è una liberazione riguardo alla quale vorremmo capire anche in che modo sia avvenuta, quali sono stati i dettagli del negoziato e in che modo la Farnesina ha agito per riuscire a far sì che Greta e Vanessa fossero liberate dai ribelli.
La bellissima notizia fa sì che anche noi ci uniamo alla richiesta di sentire Gentiloni affinché venga a riferire in Aula sui dettagli del negoziato. Ci sembra abbastanza precoce parlare adesso di un evento che al momento non è stato ancora confermato, neanche dalla Farnesina. Quindi, in poche parole, quello che è accaduto oggi in Aula è che eravamo nel mezzo della discussione di un emendamento e, ad un certo punto, la Ministra ha dato questa informazione e si è bloccato tutto. Ripeto che non ci sono state ancora delle dichiarazioni da parte della Farnesina.Pag. 81
Ripetiamo il nostro impegno cioè la nostra richiesta di far sì che il Ministro Gentiloni venga a riferire in Aula sui dettagli di questo negoziato e chiaramente auspichiamo di avere maggiori informazioni il prima possibile, ribadendo chiaramente il fatto che è assolutamente una notizia positiva che Greta e Vanessa, che sono state rapite a luglio dello scorso anno, per quelle che sono le prime notizie che abbiamo, siano state liberate dai ribelli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.
VINCENZO AMENDOLA. Cara Presidente, colleghe e colleghi, proprio ieri in Commissione esteri abbiamo fatto una discussione di due ore e mezza con Domenico Quirico – ricordo e ringrazio tutti i commissari – per un momento drammatico della sua storia. Lo stesso abbiamo vissuto nel silenzio per Vanessa e per Greta perché sapevamo che il silenzio della Commissione, del Parlamento e il silenzio di chi lavorava al Ministero degli affari esteri e alla Presidenza del Consiglio erano fondamentali per riportare anzitutto due nostre italiane qui a casa. Il silenzio ha significato anche sofferenza perché sapevamo quella storia e sappiamo anche la storia di padre Dall'Oglio che speriamo di riavere qui. La sofferenza e il silenzio oggi però, non voglio creare polemiche, innanzitutto è gioia per due persone, per due ragazze di venti e ventuno anni che tornano dalle loro famiglie e tornano qui in Italia. Anzitutto la gioia semplice, serena.
So benissimo che nella coscienza di ognuno di noi sulla storia della Siria (200 mila morti e 3 milioni di profughi, un Paese distrutto) hanno pesato, in questo tempo di silenzio su Domenico Quirico come su Vanessa e Greta, tante domande: è giusto andare lì ? È giusto portare aiuto a chi è dentro una guerra fratricida ? È giusto che lo facciano ragazze di vent'anni ?
Io onestamente so che questa domanda è nella coscienza di tutti noi, lo è stata fino a questo momento di gioia, però so che nella coscienza di ognuno di noi, di fronte ai morti, di fronte alla distruzione, non si può pensare di guardare a questo mondo così e che quelle ragazze, di fronte a questo mondo e a quelle sofferenze, volevano andare lì ad aiutare i bambini, chi è indifeso, dal frutto di una guerra che non ha causato. Ed io, di fronte a quella scelta e di fronte alla gioia oggi annunciata dal Ministro qui in Aula, dico che è evidente che dovremo discutere con il Ministro, è evidente che dovremo discutere con il Governo e dovremo discutere tutti noi per fare quello di cui c’è bisogno per fermare quel macello, quella tragedia, quella guerra, come quelle due ragazze hanno voluto fare, anche rischiando in prima persona. Ma, oggi, innanzitutto, di fronte a questa notizia, bentornate a casa a Greta, a Vanessa, bentornate in Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà, Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, onorevole Presidente, è difficile sfuggire ai toni della retorica, in certi momenti, e devo dire che in qualche circostanza ci è sembrato che la stessa echeggiasse un po’ troppo, ma voglio dire che sommiamo naturalmente il nostro favorevole apprezzamento per la notizia che il Ministro Boschi ha voluto dare a quest'Aula e vogliamo condividere la giusta, sacrosanta e legittima fase di sollievo che immaginiamo, in questo momento, stiano vivendo le famiglie delle due ragazze.
Non vogliamo, però, sul solco di una retorica è un po’ troppo enfatica, che rischia, se esagerata di cadere nell'ipocrisia, sottacere oggi, che le sappiamo finalmente salve, che le due ragazze hanno esposto loro stesse e, per i coinvolgimenti che di qui ad un attimo mi appresto a chiedere all'onorevole Ministro, lo Stato italiano intero ad una situazione di rischio e di difficoltà, sapendo perfettamente fin dall'inizio e, quindi, coscientemente, determinando una loro volontaria presenza Pag. 82in un Paese in gravi condizioni, con pesanti presenze di terrorismo, le cui implicazioni internazionali è inutile che vengano sollecitate proprio in questi giorni, alla luce di ciò che è accaduto la scorsa settimana in Francia.
Devo dire che la volontarietà con la quale queste due ragazze ed altre persone emule di queste due ragazze hanno manifestato la scelta di andare in territori di questo genere è stata, purtroppo, spesso, accompagnata anche da una non gratificante serie di espressioni nei confronti dell'Italia e del mondo occidentale di cui l'Italia fa parte.
E, allora, esaurita la fase di legittima soddisfazione per un risultato che è stato dovuto probabilmente ad un pizzico di fortuna in più, ma, certamente, lo voglio riconoscere, anche ad un impegno delle istituzioni e del Governo italiano, che è parso in questo senso, casualmente, inversamente proporzionale all'impegno che è stato sin qui mostrato per riportare a casa i due fucilieri della Marina, io credo che sia assolutamente necessario che, per completezza di informazione, il Ministro Boschi ci dica se è in grado di escludere che da qualunque fonte di finanziamento pubblica, sia formale che informale, sia stato speso un centesimo di denaro pubblico per riportare le due ragazze a casa.
Dico questo, perché voglio sommessamente ricordare che questo è un Paese che alla lotta al terrorismo, nazionale in quel caso, pagò un tributo di sangue e di vite proprio per non piegarsi mai alla logica del ricatto dei rapitori. E credo che questo Parlamento ne abbia viste e vissute sulla propria pelle di circostanze che testimoniano ciò che sto dicendo.
E voglio ricordare al Ministro che questo è un Paese che pone il blocco ai patrimoni delle famiglie i cui membri siano soggetti a rapimento da parte della criminalità generale, quindi credo, a maggior ragione, che in questo momento, in cui salutiamo, ripeto, con soddisfazione, la fine di questa vicenda, sia ragionevole pretendere che il Governo ci informi se qualcuno è stato trattato in modo difforme da altri, sia nel presente che nel passato. Nel caso, ci si dica perché; e nel caso ci si dia dimensione di quanti soldi pubblici sono stati spesi e che cosa si intende fare perché le famiglie delle due ragazze restituiscano quei fondi allo Stato e in che modo il Governo intende applicare delle norme, perché sappiano, d'ora in avanti, tutti quelli che vogliono andare nei Paesi a grave rischio di terrorismo, che qualunque conseguenza dovrà ricadere sulle proprie capacità patrimoniali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alli. Ne ha facoltà.
PAOLO ALLI. Presidente, anche a nome di Area Popolare, manifestiamo la nostra soddisfazione per questo esito annunciato dal Ministro Boschi poco fa, e ovviamente siamo vicini a queste giovani ragazze che rientreranno in Italia. Sono d'accordo con la prima parte dell'intervento del collega Amendola, quando sottolineava la necessità di avere sempre una grande prudenza in questi casi e come la saggezza e la prudenza abbiano consentito una soluzione positiva, che auspichiamo possa esserci anche in altri casi. È stato citato padre Dall'Oglio – i marò sono una cosa un po’ diversa –, ma comunque, certamente tutte le situazioni nelle quali i nostri cittadini si trovano in difficoltà richiedono anzitutto grande prudenza da parte di chi è protagonista principale della vita pubblica, quindi anche a noi presenti in quest'Aula è chiesta questa prudenza. Certo, la situazione complessiva di questo rapimento e della successiva liberazione è certamente complessa, strana e presenta anche qualche aspetto inquietante, se è vero quello che leggo da una notizia d'agenzia appena pubblicata, che riferisce di un rabbioso e immediato commento dello Stato islamico alla notizia della liberazione che sarebbe venuta per mano dei rivali del fronte al-Nusra. Quindi, leggo messaggi del tipo: questi cani del fronte al-Nusra rilasciano le donne crociate italiane e uccidono i simpatizzanti dello Stato islamico. Sono situazioni che, se sono vere, dicono di una grande complessità di quanto sta avvenendo all'interno di Pag. 83questo mondo islamico e, quindi, a maggior ragione, richiedono grande prudenza.
Quindi, anche noi concordiamo e condividiamo che il Ministro Gentiloni debba venire in Aula a riferire, perché solo quando avremo tutte le informazioni potremo entrare nel merito di un giudizio chiaro su quanto accaduto. Però, il ministro Gentiloni venga in Aula quando e come riterrà e soprattutto quando avrà informazioni adeguate, perché non penso che a pochi minuti dall'annuncio della liberazione ci possa essere un quadro sufficientemente chiaro per giustificare un'informativa.
Un'ultima considerazione, Presidente, me la permetta: mi auguro che alcuni interventi che ho sentito qui, che invocavano sospensioni, l'intervento di Gentiloni eccetera, non siano biecamente e banalmente destinate a fare un po’ di ulteriore ostruzionismo rispetto ai nostri lavori, perché sarebbe molto triste che persone, anche di grande intelligenza, utilizzassero anche un fatto così bello e positivo per il nostro Paese per guadagnare qualche minuto in questa discussione (Applausi dei deputati dei gruppi Area popolare e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marazziti. Ne ha facoltà.
MARIO MARAZZITI. Presidente, credo che di fronte alle buone notizie – e questa è una buona notizia, anche una buona notizia costruita con saggezza, con una trattativa evidentemente difficile da parte del nostro Governo, con una conclusione felice, dopo che quel video aveva inquietato e addolorato tutti noi, ma un video che evidentemente e probabilmente faceva parte della necessità di essere certi che Vanessa e Greta fossero ancora in vita –, di fronte a una notizia felice, penso che bisogna essere semplicemente felici e felici assieme alle loro famiglie.
Chi parla, noi, il nostro gruppo Per l'Italia, Democrazia solidale, Centro Democratico, abbiamo al nostro interno persone, come il sottoscritto, che prima di essere in questo Parlamento hanno partecipato più volte con la comunità di Sant'Egidio al tentativo di successo di liberare ostaggi. Il silenzio, l'assenza di esibizionismo è una condizione indispensabile per avere successo e purtroppo noi abbiamo avuto anche casi di parziale successo e di dolorosi insuccessi come quando tanto era pubblico quando con successo fu libero di nuovo il giornalista Daniele Mastrogiacomo ma i suoi uomini, amici, collaboratori afghani furono trucidati.
Allora io credo che noi dobbiamo avere grande fiducia e dire al Governo che siamo molto soddisfatti di questa soluzione positiva. Dobbiamo dire che siamo preoccupati perché l'assenza di notizie per padre Dall'Oglio rimane, l'assenza di notizie per il vescovo Paul Yazigi e per il vescovo Gregorios Ibrahim di Aleppo rapiti ormai da quasi due anni rimane e perché dobbiamo provare a costruire soluzioni per fermare quel carnaio da cui tanto dell'insicurezza mondiale dipende.
Per questo sono rimasto un po’ negativamente stupito dai tentativi di mettere in discussione questo evento positivo da parte di alcuni membri dell'opposizione, perché mi è sembrato fortemente strumentale. Chi parla è andato in Siria dopo l'inizio della guerra per provare a lavorare a una soluzione politica perché è una soluzione politica e non militare quella che serve. Queste due ragazze, Vanessa e Greta, con la loro freschezza, coraggio, forse anche ingenuità, fanno parte dell'Italia migliore. Questa Italia lavora per una soluzione politica, per fermare non con una soluzione militare quella crisi.
Devo dire, e concludo, che questo evento positivo non chiede che vengano rivelati i dettagli, non chiede che venga indebolita la capacità dell'Italia di intervenire in quelle aree di crisi. Ieri era stato molto chiaro con Domenico Quirico come la Siria sia stata e sia il laboratorio di gran parte di un grande progetto di destabilizzazione mondiale che si chiama califfato, dove il male ha molta forza. Allora concludo dicendo che spero che questo esempio positivo rafforzi la necessità di un lavoro per una soluzione politica partendo anche da quella città di Aleppo che ha Pag. 84perso due vescovi, con la proposta di salvare Aleppo fatta da Andrea Riccardi e rilanciata dal Piano ONU di Staffan De Mistura e che questo possa essere l'inizio di una inversione di tendenza e di una pace in quell'area. Bentornate Greta e Vanessa (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia-Centro Democratico, Scelta Civica per l'Italia, Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente, ovviamente apprendiamo anche noi dalle parole del Ministro Boschi le notizie, anche abbastanza frammentarie, che giungono circa la liberazione di Greta e Vanessa. Evidentemente il primo pensiero non può che andare alle famiglie delle due ragazze per le ovvie motivazioni che ne possono derivare. Evidentemente noi non abbiamo mai né condiviso né tanto meno giustificato le motivazioni che hanno portato Greta e Vanessa in questa missione umanitaria e pseudo mondialista, che le ha portate in terre particolarmente difficili e complicate. È evidente che valutazioni e riflessioni non possono spingersi oltre la semplice notizia, ancora ripeto abbastanza frammentaria che abbiamo avuto, ma è evidente che si imporrà alla attenzione, al dibattito e sarà il Governo evidentemente a darne notizia.
Io credo invece che sia importante che venga data notizia e informazione, anche in maniera estremamente dettagliata, riguardo a una fattispecie di questa liberazione, che non potrà non essere oggetto di valutazione e di riflessione da parte delle forze politiche rispetto all'atteggiamento e al comportamento tenuto dal Governo. Mi riferisco al fatto che – ovviamente sono informazioni che vanno prese in modo elastico – viene riferito che parrebbe che siano stati spesi dei denari pubblici, vi è un tweet che parla di circa 12 milioni di dollari pagati dal Governo italiano per la liberazione di Greta e Vanessa, evidentemente soldi che sarebbero stati dati a coloro i quali probabilmente si sono macchiati di questo rapimento. Io credo che questo fatto, se confermato e se accertato, ovvero che il Governo italiano abbia intercorso una trattativa con dei terroristi, un fatto estremamente grave, un fatto rispetto al quale il Ministro Gentiloni e/o il Governo dovranno evidentemente riferire a questo Parlamento, ma dovranno evidente riferire anche al Paese.
Questa vicenda porta alcune riflessioni di carattere generale rispetto non solo a quanto sta accadendo fuori dai confini italiani, ad esempio in Siria, alle atrocità rispetto alle quali l'opinione pubblica diffonde quotidianamente immagini legate alla violenza del terrorismo islamico. Ciò non accade purtroppo solo ed esclusivamente fuori dai territori e confini del nostro Paese, ma sta accadendo anche in Europa, con potenziali e paventati rischi anche al nostro Paese.
Io credo che questa vicenda debba imporre al Governo, alle forze politiche di maggioranza una riflessione ulteriore rispetto ai fenomeni legati al terrorismo, avendo noi il coraggio di definire queste forme di violenza non semplicemente forme di terrorismo, ma dando la definizione corretta: forme di terrorismo islamico. Ed è soprattutto legato a quanto anche le cronache di questi giorni stanno rivelando i rischi che il nostro Paese sta correndo. È proprio di questi giorni l'apertura da parte della procura di Roma di un'inchiesta a carico di dieci fondamentalisti islamici implicati in vari reati legati al terrorismo internazionale legato al nostro territorio.
Pertanto, Presidente, noi apprendiamo questa notizia, voglio fugare, nei confronti di chi ha alimentato dei sospetti, che questi interventi venissero fatti unicamente con finalità dilatorie rispetto alla continuazione del dibattito sulla riforma costituzionale, io credo che fosse giusto e corretto che il Parlamento mostrasse vicinanza rispetto ad una notizia sicuramente positiva, ponendo dei dubbi e delle domande a cui solo ed esclusivamente il Governo potrà dare risposta. Credo che 12 milioni di dollari, se effettivamente fosse vero che siano stati pagati per la liberazione Pag. 85di queste due concittadine, se confermato sia un fatto estremamente grave a cui il Governo evidentemente deve dare delle risposte esaustive.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dambruoso. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO. Presidente, anche noi del movimento politico Scelta Civica siamo evidentemente qui per rappresentare una condivisione con tutte le manifestazioni di gioia e positività che sono state espresse sino ad adesso. Evidentemente il nostro pensiero va prima alle famiglie che hanno immediatamente potuto gioire, dopo un lunghissimo periodo di ansie, e il nostro apprezzamento va sicuramente anche all'operato del Governo prima ancora che ai servizi segreti, che ancora una volta hanno dimostrato professionalità e capacità di riportare a casa i nostri cittadini in situazioni simili. Credo che il silenzio e la discrezione, che sono requisiti di professionalità necessari in questa casi, siano stati osservati nella maniera professionale e che è opportuno e auspichiamo che rimangano una caratteristica anche della gestione per la liberazione, auspichiamo al più presto, di padre Dall'Oglio.
Il lavoro professionale e discreto dei nostri servizi sta continuando in questo senso. Ci troviamo di fronte non a gruppi terroristici ma a veri e propri predoni del deserto, a veri e propri banditi che sarebbero tali anche in altre zone del mondo. Non è facile misurarsi con questo tipo di criminalità in luoghi dove c’è davvero poco da perdere da parte loro.
Ebbene, riportare a casa due vite così, espressione di risorse davvero positive non solo del nostro Paese ma di un mondo che da quelle parti – e non da questi predoni – e da chi nei pressi dei luoghi dove vivono questi predoni invoca invece un cambiamento così radicale e così violento del mondo occidentale e dei valori del mondo occidentale e che non riesce, invece, a valorizzare ed apprezzare la positività e le energie positive di chi, in così giovane età, va da in quelle zone per portare, spontaneamente e senza fini di lucro, un aiuto, è una di quelle miopie a cui, purtroppo, il mondo cosiddetto «musulmano radicale» ci ha abituato.
Al di là di affermazione che potremmo definire anche noi, come qualcuno ha già detto, retoriche, ci interessa poco fare considerazioni oggi sulle modalità della liberazione. Non è oggi il giorno per fare questo tipo di analisi né per fare eventuali attività di valutazione polemiche o critiche sull'eventuale spesa di denaro. Questi soldi ci hanno consentito, comunque, di riportare a casa due giovani vite. Non vorremmo essere stati qui a fare considerazioni e riflessioni se, invece, tutto questo non fosse accaduto.
Quindi, oggi noi vogliamo ribadire, prevalentemente e quasi esclusivamente, una nostra emozione gioiosa di felicità, che va ad unirsi senz'altro alle famiglie e a tutte le persone che hanno voluto bene, in tutto questo anno e mezzo, a queste ragazze. Quindi, retoriche a parte, analisi critiche a parte, esprimiamo, prevalentemente ed esclusivamente, un atteggiamento positivo del nostro gruppo verso questo tipo di condotta, che è davvero un fatto positivo che dobbiamo gestire in termini di positività (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, signora Presidente. Io non so quanto il mio Paese abbia speso, quanto sia costata all'Italia la liberazione di Greta e Vanessa e sinceramente mi interessa poco. Io sono orgoglioso di un Paese che è disposto a spendere qualunque cifra per salvare qualsiasi vita umana (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) di chi è andato in zone di conflitto ad alleviare le sofferenze di un intero popolo che in questo momento soffre. Voglio, in questo momento, ringraziare l'apparato della Farnesina, ringraziare gli uomini e i servitori dello Stato che hanno lavorato duramente per ottenere questo risultato.
Noi oggi possiamo esprimere la felicità, perché Greta e Vanessa tornano a casa, Pag. 86tornano in Italia, tornano dalle loro famiglie, a cui rivolgiamo un caloroso abbraccio. Lo possiamo fare proprio perché dobbiamo andare orgogliosi di persone come Greta e Vanessa, di persone come padre Dell'Oglio, di come tanti italiani che mettono a rischio la propria vita per andare lì, in luoghi come la Siria, luoghi dimenticati dove non è facile decidere di andare per aiutare e per salvare vite umane, per alleviare le sofferenze di un popolo intero che oggi è ostaggio di quei barbari tagliatori di gole che hanno tenuto in ostaggio Greta e Vanessa.
Quindi, oggi non c’è altro da aggiungere. Io penso che noi dobbiamo essere tutti felici che questo risultato sia stato ottenuto dal nostro Paese e dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e sapere che con Greta e Vanessa abbiamo ottenuto un grande risultato ma che in Siria, come veniva ricordato, c’è una guerra che ha già prodotto 200 mila morti e che noi dovremmo avere la capacità, con la politica e con diplomazia, di riscattare non solo Greta e Vanessa ma di riscattare il popolo siriano da quella guerra terribile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, Presidente. È già stato detto: di fronte a delle tragedie o degli eventi tragici che si concludono con un esito felice non si può che essere felici. Siamo contenti due volte, sono contenta due volte, soprattutto dopo avere ascoltato ieri, in Commissione affari esteri – lo ha già raccontato il collega Amendola –, il racconto del giornalista Quirico. È stata una riunione interessantissima, ma, soprattutto dopo avere ascoltato lui, sento che dobbiamo tutti quanti gioire per questa conclusione felice di questo evento tragico.
Sono contenta per Greta, sono contenta per Vanessa (tra l'altro, una delle due è una cittadina della mia provincia). Non ho moltissimo da aggiungere, ma voglio sottolineare due cose. La prima: la generosità di queste ragazze. Qualcuno ha parlato, anche in quest'Aula, di irresponsabilità; io, invece, voglio sottolineare la generosità di Vanessa e di Greta, che è una generosità tipica delle giovani generazioni generose, e anche il loro coraggio, che si è visto in quel brevissimo video di alcuni giorni fa.
Spero anche che lo stesso metodo utilizzato, metodo che ha portato ad una conclusione felice, per portare a casa Vanessa e Greta sia utilizzato per portare a casa padre Dall'Oglio, i due vescovi di Aleppo e tutte le persone che rischiano o che rischieranno in situazioni analoghe.
È stato chiesto qui al Governo di venire a raccontarci le trattative per capire i dettagli. Scusate, non prendiamoci in giro: sono contenta che venga il Governo, che venga il Ministro a discutere di questo tema, ma racconteranno il raccontabile, perché noi non dobbiamo indebolire la capacità di intervenire dello Stato in queste tragiche situazioni.
Qualcuno ha detto che non dobbiamo mai piegarci alla logica del ricatto. Io rispondo a questa affermazione con un'altra affermazione: non dobbiamo vergognarci di essere umani. Abbiamo usato questa frase ai tempi del sequestro Dozier, ci siamo comportati in modo coerente con questo principio, purtroppo senza esito, o senza esito positivo, ai tempi del sequestro Moro.
Per noi l'umanità è un principio, un valore eterno, e in qualsiasi situazione noi ci ispiriamo a questo principio per guidare i nostri comportamenti e chiediamo che il Governo lo faccia in tutte queste situazioni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).
PRESIDENTE. Si è concluso qui il giro di interventi che avevamo concordato. Nel frattempo, siamo in contatto con il Ministro degli affari esteri, che ci sta dando le sue disponibilità, anche per la giornata di domani. Vediamo se riusciamo a renderle compatibili con il nostro calendario d'Aula.
Torniamo all'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione.Pag. 87
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni, ma in questo momento non lo vedo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Mi ricollego a quanto aveva richiesto al Ministro il mio collega Toninelli, perché, durante i lavori di Commissione, avevamo trovato sul sito del Ministero il commissionamento di questo studio sull'impatto o, comunque, il confronto con le diverse strutture di Stato dell'Europa. Ecco, noi abbiamo sollecitato il Ministro a risponderci, perché in questa struttura che viene data da questa riforma non ci è sembrato di vedere uno schema ben preciso o, comunque, ci è sembrato di vedere una certa schizofrenia tra uno Stato centralista e uno Stato federalista.
Rinnovo il sollecito al Ministro a rispondere in merito a questo studio, che avrebbe potuto fare prima di affrontare la riforma, e non, magari, alla prima lettura della Camera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Liuzzi. Ne ha facoltà.
MIRELLA LIUZZI. Presidente, spesso, in questa discussione, sono tornate le parole «Assemblea costituente» che nel 1947 scrisse proprio questa Costituzione. Quello lo ricordiamo un po’ tutti come, sicuramente, un momento solenne dove è stata dettata la Costituzione che ci guida e che ci portava via da quel ventennio fascista senza libertà.
Invece, che cosa ricorderanno di oggi quelli che verranno dopo di noi ? Ricorderanno un Governo che vuole modificare la Costituzione grazie ad un patto esterno, il patto del Nazareno. Ricorderanno un Governo che ha modificato la Costituzione senza il garante della Costituzione, senza il Presidente della Repubblica, e ha continuato, nonostante le opposizioni abbiano portato avanti tutta una serie di argomentazioni che non si possono ignorare.
Allo stesso tempo, il Governo però è silente, sia sugli interrogativi che vengono qui esposti, sia, come hanno ricordato i miei colleghi, su studi ad hoc che, però, non vengono presentati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Grazie Presidente, io vorrei sollecitare veramente, con tutte le mie facoltà possibili, un intervento del Ministro che chiarisca questa questione che abbiamo sollevato. Pare che sia stato affidato un appalto all'università la Sapienza di Roma per un valore di 63 mila euro, un appalto che serve a studiare l'impatto, o comunque i sistemi costituzionali degli altri Paesi europei, nel mentre abbiamo in corso una riforma che già sarà attuativa, prima della fine di quello studio.
Quindi cerchiamo di capire che cosa sta succedendo. Noi paghiamo 63 mila euro ad una università, appaltando uno studio su come poter fare la riforma costituzionale, ma in realtà già stiamo analizzando un testo. Quindi, delle due l'una: o ritiriamo i 63 mila euro dello studio dell'università e teniamo questa buona come riforma, oppure attendiamo che finiscano quello studio questi esperti e, quanto meno, ne prendiamo in considerazione le conseguenze. La prego, Ministro, di farci capire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente. Questo emendamento della Commissione non fa chiarezza, anzi all'inizio volevano farlo passare quasi che fosse una riformulazione di alcuni emendamenti. Invece va a ridurre ancora di più i poteri del Senato. Noi, come abbiamo già detto, rispetto ai poteri del Senato, volevamo attribuirgli tutte quelle competenze perché ritenevamo, e riteniamo, che fossero di Pag. 88esclusiva competenza delle regioni. Invece voi state facendo una riforma centralista e contro il federalismo. Spiegherà meglio il mio collega Simonetti il perché di questo discorso.
Poi volevo consigliare il Ministro, da lì si vede quanto si pesano le parole. Quando un Ministro o un componente del Governo non capisce che venire in Aula e usare «sospendo la discussione», per comunicare – benissimo – un evento importante, è di una gravità inaudita. Lei poteva chiedere di poter intervenire su altro argomento...
PRESIDENTE. Mi dispiace ha finito il tempo...
MATTEO BRAGANTINI. ...e il Presidente della Camera...
PRESIDENTE. Onorevole Matteo Bragantini...
MATTEO BRAGANTINI. ...è collegato all'emendamento....
PRESIDENTE. Onorevole Matteo Bragantini, ha finito il suo tempo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente, l'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione non può che andare nell'ottica di una nostra bocciatura, perché va a diminuire ancora di più il potere del Senato; quel poco potere che il Senato ha, con questo emendamento della Commissione, va a diminuire. Perché le dico questo, Ministro ? Perché voi cancellate le parole «ed esercita» e le sostituite con «all'esercizio della funzione». Mi spiego meglio: prima il testo uscito dal Senato, prevedeva che il Senato concorresse alla funzione legislativa, mentre con l'emendamento si dice che concorre «all'esercizio della funzione». Ciò significa che il Senato non ha la proprietà della funzione, ma solo l'esercizio di una funzione di cui sono titolari altri: sarà della Camera. Quindi, sarà un esercizio di una supplenza di una funzione.
Pertanto con questo andate, davvero, a diminuire le già esili competenze del Senato, perché se si esercita una funzione, ma non la si ha, significa che la funzione non è propria.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Simonetti. Mi risultano ora iscritte, a titolo personale, le onorevoli Dieni e Ruocco (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevole Fraccaro, lei ha già parlato su questo emendamento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
RICCARDO FRACCARO. No, ha riaperto la discussione !
PRESIDENTE. No, scusatemi, non possiamo fare il gioco delle tre carte. Adesso, prima che lei parli per richiamo al Regolamento, l'intervento della Ministra Boschi non può avere riaperto il dibattito in generale perché su questo noi abbiamo concordato e, scusatemi, non prendiamoci in giro fra di noi. Voi potete fare tutti gli interventi a titolo personale che volete, però noi abbiamo concordato, al termine di una serie di interventi sull'ordine dei lavori, che a seguito della comunicazione della Ministra facevamo un intervento per gruppo di cinque minuti. Abbiamo quindi considerato l'intervento della Ministra estraneo alla materia di cui ci stiamo occupando. Ora voi potete continuare a fare gli interventi sull'ordine dei lavori, però non ci può essere quella interpretazione del Regolamento, mi dispiace.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, su questo punto è evidente che noi abbiamo poi acconsentito ovviamente a fare parlare i gruppi per cinque minuti, ma nel momento in cui lei ha dato la parola alla Pag. 89Ministra Boschi, la Ministra Boschi ha dovuto in qualche modo segnalare che interrompeva la discussione. Per cui lei le ha dato la parola perché interveniva sull'emendamento che era in votazione, perché...
PRESIDENTE. No, basta, onorevole Crippa, non è così.
DAVIDE CRIPPA. Allora doveva verificare all'interno...
PRESIDENTE. No, mi dispiace, la Presidenza ha dato la parola alla Ministra Boschi non sull'oggetto che noi stavamo trattando, tant’è (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). ...
DAVIDE CRIPPA. Non lo sapeva !
PRESIDENTE. La Presidenza lo sapeva, era stata informata dell'oggetto (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... No, No ! Onorevole Crippa, questa è l'interpretazione della Presidenza, mi dispiace non darò ad altri la parola (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non avrete la parola per richiamo al Regolamento. Mi dispiace, non potete chiedere la parola per richiamo al Regolamento, perché l'interpretazione del Regolamento che vi ho appena dato è un'interpretazione corretta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, sull'emendamento l'onorevole Dieni (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ne ha facoltà.
FEDERICA DIENI. Signor Presidente, mi associo alle richieste dei miei colleghi, perché è assurdo, che a settembre c'erano già i dossier fatti dal centro studi della Camera, quindi a costo zero. Abbiamo audito esperti e, al tempo stesso, viene appaltato a La Sapienza con questo bando un ulteriore studio, per un totale di 63 mila euro, quando anche il costo ci sembra spropositato, perché 63 mila euro servono per pagare tantissimi studi, non un unico studio, perché il costo è eccessivo.
Quindi, ci chiediamo a che cosa serva questo tipo di appalto, a che cosa serva avere questi dossier in più quando la riforma è in atto e comunque sta procedendo in questo senso. E, al tempo stesso, ci chiediamo se qualcuno in particolare, con questo sistema degli appalti, stia garantendo un introito a favore di qualcun altro e chi sia questo qualcun altro.
PRESIDENTE. L'onorevole Dieni non ha usato tutto il suo minuto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.
CARLA RUOCCO. Grazie Presidente, veramente si sta mettendo a durissima prova la pazienza di quest'Aula (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
CARLA RUOCCO. Certo, probabilmente siete abituati a fare le belle statuine, noi no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Vorremmo fare qualcosa e avere un senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
PRESIDENTE. Avanti, colleghi...
CARLA RUOCCO. Abbiamo chiesto alla Ministra di rispondere ad una precisa domanda ! Sono 63 mila euro degli italiani ! Poiché non ce li mette la Ministra di tasca sua, deve spiegare alla gente, che sta morendo di fame qui fuori, che uso fa di questi soldi, dal momento che noi stiamo approvando una riforma già bella impacchettata, mentre qualcun altro, pagato, la sta studiando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Noi non lo ammettiamo questo schifo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
Pag. 90PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castelli. Ne ha facoltà.
LAURA CASTELLI. Grazie Presidente, io veramente non capisco qual è la funzione del Ministro qua in Aula.
Forse sarebbe bene ricordarle che la sua attività non è venire qua e far vedere la sua borsa nuova alle sue colleghe, ma è quella di rispondere alle domande che vengono fatte in questo Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...
PRESIDENTE. Onorevole Castelli, abbia rispetto del Ministro e di tutto questo Parlamento. Onorevole Castelli, lei ha preso la parola sull'emendamento 1.900, stia al tema dell'emendamento.
LAURA CASTELLI. Io sto al tema, ma in questo caso non si tratta di usare o non usare certi termini, in questo caso il rispetto e la maleducazione vanno a braccetto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). La Ministra.... Scusi, io non riesco a parlare.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Colleghi !
LAURA CASTELLI. La Ministra viene profumatamente pagata per rispondere dentro quest'Aula alle domande che le vengono fatte e allora risponda, risponda ! E se si sente ferita, ha solo da cambiare mestiere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Onorevole Castelli, il Ministro, così come tutti i membri del Governo, interviene quando ritiene. Quindi, la Ministra ascolta e, se riterrà, interverrà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nesci. Ne ha facoltà.
DALILA NESCI. Presidente, lo capisco che voi avete un Presidente del Consiglio che dice che le famiglie si stanno arricchendo e, quindi, un appalto di 63 mila euro per uno studio sull'impatto di queste riforme costituzionali per voi non è nulla. Lo capiamo. Invece, a questo punto, se spendiamo tanti soldi per questo appalto, perché non retribuiamo quei cittadini che ci stanno seguendo ora tramite la diretta web della Camera molto più attivamente di un Ministro che non dice nemmeno una parola sulle riforme (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.
MANLIO DI STEFANO. Ragazzi, calma e ritmo, calma e ritmo; le parole del 2015 di Renzi: calma e ritmo. Tutto a posto. L'Italia è un Paese in cui le famiglie si arricchiscono, stiamo bene, state regalando 60 mila euro alle università per gli studi e non se ne faranno niente e i grillini, come sempre, impazziscono per nulla.
Stiamo tutti bene, qui ci sono almeno 600 famiglie che si stanno arricchendo. Buon per loro. Ma perché vi preoccupate per gli altri italiani ? I grillini sempre lì a gufare, sempre lì a tirare i piedi a Renzi. Tranquilli, prima o poi a tirargli i piedi ci penseranno gli italiani, perché si renderanno conto che le belle statuine non sono soltanto ai banchi del Governo, ma sono anche sedute alle nostre spalle e attorno a noi. E ci penseranno gli italiani a mandarli a casa, perché, d'altronde, qui o a casa, sareste egualmente inutili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie Presidente. Io volevo ricordare all'onorevole Boschi che su questa riforma costituzionale non si mette la fiducia. Quindi, o interviene per giustificare gli atteggiamenti della maggioranza e le posizioni del Governo Pag. 91o, altrimenti, la sua presenza, come quella delle salme presenti in quest'Aula, è inutile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Del Grosso. Ne ha facoltà.
DANIELE DEL GROSSO. Grazie Presidente. Svolgerò un intervento davvero brevissimo. Io chiedo al Ministro Boschi – lo faccio con assoluta calma – di intervenire, perché quest'Aula ha bisogno di parlare con il proprio Governo. Se il Governo è presente qui, è perché ci deve delle risposte. Noi non stiamo chiedendo nulla di più. A volte lo facciamo con toni calmi, a volte ci scaldiamo un po’, ma questa cosa è dovuta, perché una risposta non la dobbiamo negare a nessuno e soprattutto ai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà. Ha iniziato il gioco del «dove sto, dove non sto»... Prego, onorevole La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA. Non è che è un gioco, è che il numero delle persone che stanno qui, anche per ciascun gruppo – per il mio solo io –, a volte supera le due unità e allora facciamo a turno.
Però, Presidente, io credo che questi ultimi interventi potrebbero convincerla ad accedere alla richiesta che abbiamo fatto – diversi tra noi – di sospendere i lavori in questa fase. Io ho sentito i colleghi del MoVimento 5 Stelle intervenire con argomenti per la verità assolutamente impropri, colleghi, perché non credo che dopo aver insistito per avere qui il Ministro le dobbiamo fare domande che esulino dalle riforme. Ma capisco il clima. Mi pare che è del tutto inutile proseguire ad affrontare un tema così rilevante, come le riforme costituzionali, in un momento come questo, che in qualche modo dà l'alibi perfetto a chi, come noi, non vuole farla questa riforma in questa maniera.
Voglio dire, l'ostruzionismo oggi è assolutamente giustificato dal fatto che stiamo lavorando in assenza del Presidente della Repubblica. Allora, non lamentatevi se poi vengono fuori argomenti un po’ speciosi e un po’ privi di garbo come quelli che ho appena sentito, magari assolutamente strumentali. Se vogliamo che quest'Aula, specie in un momento in cui discute la Carta costituzionale, abbia quel decoro a cui dite di tenere, beh, facciamo questi lavori quando si devono fare e non in un momento come questo che nobilita qualunque tipo di ostruzionismo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente, se ho capito bene, dalla notizia che è stata data in quest'Aula mi pare di capire che sia in corso l'affido di uno studio sulle possibili conseguenze della riforma costituzionale che noi, anzi voi, state proponendo e che verosimilmente andrete ad approvare. A parte che io non credo che i padri costituenti per un euro o per 60 o per 5 milioni si siano affidati l'ultima volta a degli studi. Forse avevano competenze sufficienti e passione politica sufficiente a scrivere la Costituzione che ci è stata tramandata. Soprattutto, però, credo che le osservazioni che adesso faceva anche l'onorevole La Russa siano assolutamente giustificate. Una sola cosa ci deve essere detta: se persino il Governo non è convinto e non sa ad oggi a cosa porterà questa riforma al punto tale da dover chiedere uno studio esterno per valutarne gli impatti, forse sarebbe opportuno, non dico fermarsi per sempre, ma quantomeno prendersi queste due settimane che l'opposizione ha chiesto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fantinati. Ne ha facoltà.
MATTIA FANTINATI. Grazie Presidente. Se fino a qualche giorno fa era inopportuno andare avanti, io credo che ora...
Pag. 92PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Fantinati, bisogna che abbassiamo il volume delle chiacchiere intergruppo, grazie. Prego.
MATTIA FANTINATI. ... sia veramente doveroso fermarsi qui. Proprio per rispetto della Costituzione stessa che stiamo modificando e proprio per rispetto delle minoranze. Non c’è un arbitro della partita, in quanto il Presidente della Repubblica si è dimesso. Presidente, lei sicuramente non sta tutelando le minoranze. E, allora, mi chiedo: vogliamo veramente continuare in questo modo ? Questa, Ministro, usando le sue parole, è davvero una svolta autoritaria, per come stiamo proseguendo le cose.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Benedetto. Ne ha facoltà.
CHIARA DI BENEDETTO. Grazie Presidente. Mi rivolgo a lei per rivolgermi indirettamente al Ministro Boschi perché, Ministro, forse qua non è chiaro il punto. Le domande che le stiamo rivolgendo circa l'utilizzo di questi soldi, che ricordiamo sono soldi dei cittadini, non è che gliele stiamo rivolgendo così giusto perché ci piace ribadire molte volte lo stesso concetto, ma perché sono le domande che le rivolgerebbero le persone che stanno al di fuori di questo Palazzo e che vedono che un rappresentante del Governo, che è un dipendente dei cittadini, non svolge il suo lavoro correttamente e non risponde alle domande che i cittadini gli vorrebbero porre. In questo momento lei sta venendo meno al lavoro per cui è stata mandata prima in Parlamento e poi nominata nel Governo Renzi. Dovrebbe avere un minimo di dignità e rispondere alle domande che i cittadini italiani le stanno rivolgendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.
GIULIA GRILLO. Grazie Presidente. Io mi ricollego all'intervento del deputato La Russa e anche alle parole del vicesegretario Guerini che ieri sera in televisione ha detto e ha dichiarato, davanti a milioni di telespettatori, che mantenere un clima di serenità, quindi un clima di collaborazione con i colleghi, è importante per prepararsi all'elezione del Presidente della Repubblica. Allora, Presidente Sereni e Ministro Boschi, invito entrambe le vostre figure al senso di responsabilità che tante volte avete invocato. Vi invito a usarlo e ad usarlo nella maniera opportuna e, quindi, a valutare, in primo luogo, se sia il caso ora, visto che comunque due ore non vi cambiano assolutamente niente e visti gli animi come si sono surriscaldati, di sospendere la seduta.
Se ciò non dovesse essere, Ministro, io le chiedo gentilmente, senza alcun tipo di astio, ma solo nella speranza che voglia accogliere questo invito, di valutare la possibilità di rispondere, anche così, senza essere stata preparata prima, ma giusto per fornirci una sua informazione riguardo a questo studio e a cosa intendete fare con questo studio, visto che probabilmente finiremo prima lo studio della riforma.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Grillo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, a me viene un po’ da sorridere, perché forse degli studi, visto che non siete stati all'altezza di fare una legge delega sul lavoro fatta come si deve, studi di fattibilità in questo caso intendo, perché il jobs act. .. adesso non voglio divagare, però ha un senso, perché stiamo parlando di studi e qua ci rimarranno decine, anzi milioni di lavoratori italiani. Per la legge di stabilità vale lo stesso discorso.
Ma voi gli studi li fate per quale ragione ? Qua si parla di dare 60 mila euro così, a babbo morto. Quando ci sono state le audizioni, quando c’è un Servizio studi della Camera e quando gli studi li abbiamo Pag. 93avuti anche in audizione per quanto riguarda sempre il jobs act, c'erano degli autorevoli professori che vi consigliavano di non andare in quella direzione.
Allora gli studi li fate per fare i regalini a qualche amico di qualche università o per quale altra ragione ? Oppure perché voi non siete all'altezza ?
Allora se voi siete all'altezza ed avete le argomentazioni, visto che è qui di fronte a noi – e mi sto rivolgendo proprio al Ministro Boschi – che parli, visto che è stata parlamentare e quindi ... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Grazie onorevole Cominardi.
ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Lei onorevole Buttiglione su questo emendamento non se lo ricorda più, ma ha già parlato molto tempo fa.
ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Allora prego, ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, io ho un vago ricordo del Regolamento, ma mi sembra che dica che quando si vuole cambiare l'ordine del giorno occorre seguire una procedura definita. Ora noi abbiamo cambiato l'ordine del giorno e l'ordine del giorno non recita più: «il provvedimento di riforma costituzionale» e via dicendo, l'ordine del giorno recita: «contratto...»
PRESIDENTE. Va bene, grazie onorevole Buttiglione, però questo non è un richiamo al Regolamento.
ROCCO BUTTIGLIONE. No, un momento, perché lei sta violando in questo momento il Regolamento ed i diritti della maggioranza. Lo dico non per attaccarla, per difenderla: sentire che qualcuno l'accusa adesso di violare i diritti della minoranza è, oltre che offensivo nei suoi confronti, francamente ridicolo.
PRESIDENTE. Va bene, grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie Presidente, volevo rivolgermi anch'io al Ministro per chiedere spiegazioni. Abbiamo più o meno la stessa età, quindi parliamo in modo abbastanza diretto: io non dormirei la notte avendo sulle spalle una riforma costituzionale, anche sapendo di aver fatto le cose tutte con i crismi del caso.
Allora mi chiedo: o ci dà una spiegazione, dimostrandoci che ha piena conoscenza di quello che si sta facendo e ci tranquillizza su alcuni passaggi su cui abbiamo espresso delle problematicità evidenti, oppure mi viene da pensare che non sappia bene che cosa stiamo facendo.
Allora visto che penso che sia il primo caso, io mi aspetterei veramente un suo intervento che ci spieghi che cosa sta succedendo e a cosa andiamo incontro con questa riforma costituzionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.
MARA MUCCI. Grazie Presidente, io volevo soltanto dire che rispetto le posizioni politiche di tutti ed apprezzo anche il fatto che i miei colleghi spesso si spingano, anche probabilmente con finalità positive nei suoi confronti, affinché lei faccia rispettare il Regolamento, che comunque garantisce tutti e garantisce soprattutto le opposizioni, perché questo deve fare un Regolamento e comprendo anche il fatto che loro critichino l'intervento che, secondo la loro opinione chiaramente, dovrebbe riaprire i termini del dibattito.
Io concordo anche sul fatto che questa riforma non è una riforma che sia il Pag. 94massimo di quello che potevamo aspettarci e che non esce da un dibattito completo e che, Ministro, in questo, in quanto parte del Governo, abbia anche le sue responsabilità ed anzi io vorrei – mi piacerebbe sentire anche la sua voce – che ci spiegasse alcuni passaggi che ci sono comunque abbastanza oscuri.
Però non accetto che la si critichi per una borsa o per il fatto di essere una bella donna (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.
DANIELE PESCO. Grazie Presidente, quest'Aula o almeno questa parte del Parlamento, della Camera, ha chiesto informazioni molto semplici riferite ad una consulenza, una consulenza forse molto importante perché il costo, 60 mila euro, fa pensare ad una consulenza molto importante: 60 mila euro per studiare meglio una riforma, la riforma costituzionale che stiamo discutendo. Ebbene, perché prima non aspettare lo studio semmai e poi procedere con la riforma ? E invece no: stiamo discutendo una riforma costituzionale così importante anche senza questo studio. Quindi, forse vuol dire che non era così importante. Quindi vuol dire forse che 60 mila euro dati per questa consulenza erano un po’ troppi. Ebbene, signora Ministro, perché non ci vuole rispondere ? Ci bastano solo poche informazioni utili per farci capire cosa è successo e a chi sono andati questi soldi, e in che modo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Terzoni. Ne ha facoltà.
PATRIZIA TERZONI. Grazie Presidente, sono stata un attimo qui ad osservare quello che è accaduto e mi ha fatto riflettere l'intervento del collega di SEL.
Onestamente ammettiamo che questo studio serva, però, se serve, visto che è stato dato in appalto, significa che c’è un motivo per cui è stato dato e cioè che il Governo vuole avere un ulteriore parere dato che forse i dossier della Camera non gli sono sembrati buoni, gli interventi, le audizioni in Commissione non gli sono sembrati ottimi, e quindi vuole far elaborare questo ulteriore studio. Ora, mi domando: se da questo studio risulterà un parere negativo, che cosa faremo noi qui, che cosa succederà al Senato ? Questo mette in difficoltà, credo, non solo la minoranza, ma anche la maggioranza, perché, se questo studio sarà negativo, la maggioranza, Renzi, come dovrà rispondere agli italiani ? Io mi domando come faccia poi anche la signora Boschi a rispondere agli italiani se questo studio sarà negativo. Quindi, forse è bene interrompere subito questi lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tofalo. Ne ha facoltà.
ANGELO TOFALO. Grazie Presidente. Speravo che con l'arrivo in Aula della Ministra Boschi qualcosa cambiasse. Purtroppo stiamo parlando della Costituzione, la Ministra tace, ma io vedo attorno a me il solito mercato, persone distratte, gruppetti, chi ride, chi scherza, chi dorme, e va bene così. Tutto ciò, come già hanno detto alcuni miei colleghi, senza una figura garante, il Presidente della Repubblica. Eppure oggi voglio dire una cosa positiva al PD. L'unica gioia di oggi l'ho avuta in Commissione difesa per opera di un deputato, al quale voglio fare pubblicamente i complimenti, mi riferisco all'onorevole Scanu, che ha duramente espresso dei concetti scomodi relativi alla vita interna del suo partito, esprimendo seri dubbi su una azione lobbistica in Commissione difesa, e l'ho dovuto vedere anche attaccato e zittito da altri colleghi del PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) Ogni tanto qualcuno con gli attributi esce. Complimenti a lei, onorevole Scanu.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Frusone. Ne ha facoltà.
Pag. 95LUCA FRUSONE. Grazie Presidente. Ministro, io capisco un po’ i toni dei miei colleghi, anche alcune volte arrabbiati, forti, ma purtroppo, portando ad esempio quello che ha appena detto il mio collega Tofalo, il problema è che noi ormai non riusciamo proprio, nemmeno con la bontà, tutta la bontà che possiamo metterci, a credervi. Ad esempio, circa il discorso o l'atto di cui parlava il mio collega Tofalo, si parla di acquisire nuove navi, perché dalle informazioni che ci provenivano dal suo Governo dovevamo dismettere all'incirca 51 navi e quindi questo giustifica decine di miliardi di spesa. Il problema però è che la Corte dei conti in questo caso dice che noi non dismettiamo 51 navi – la Corte dei conti ! – dice che a malapena arriviamo a 25. Quindi, di fronte a queste bugie noi non vi possiamo credere, e non possiamo credere nemmeno a questo studio, a questi soldi che spendiamo in questa maniera assurda. Quindi, capite anche perché siamo così arrabbiati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, in un'attività di progettazione solitamente uno chiede una consulenza prima di iniziare a redigere il progetto definitivo finale. Pertanto se qualcuno ha ritenuto (Commenti)...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore...
DAVIDE CRIPPA. Chiedo al collega Brandolini, se poi vuole intervenire, di farlo una volta successiva...
PRESIDENTE. Poi non si riconosce la voce...
DAVIDE CRIPPA. Esatto, ha uno stampo unico...
PRESIDENTE. Onorevole Crippa, continui.
DAVIDE CRIPPA. Io volevo segnalare come nei progetti solitamente, quando si chiede una consulenza si aspetti l'esito della consulenza prima di arrivare a consegnare il progetto definitivo di un'opera. Quindi, se io, in questo caso sto progettando delle modifiche costituzionali e ho avviato delle operazioni di consultazione tramite degli esperti, per capire che impatto possono avere determinati tipi di modifiche, io credo sia importante aspettare. Allora, vorremo capire come mai non ci sia questo nesso tra la consulenza e il fatto che, se la richiedo, ci sia una necessità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.900 (Nuova formulazione) della Commissione, con il parere favorevole del Governo, e con il parere contrario dei relatori di minoranza
Dichiaro aperta la votazione. Prego i colleghi di affrettarsi al posto.
(Segue la votazione).
Tidei, Lavagno, Peluffo, Buttiglione, Di Salvo, Ciracì, Businarolo...Frusone, Buttiglione...c’è un problema con il sistema, abbiate pazienza, stiamo cercando di sbloccare le postazioni, non dipende dalle singole...provate, però, per vedere se per caso si risolve il problema...anche Greco e Tidei non si riesce a sbloccare...Di Salvo non si riesce a sbloccare...Greco, Tidei, Buttiglione...è a posto, Frusone anche, li ci sono altri che non riescono a votare ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 431
Votanti 428
Astenuti 3
Maggioranza 215
Hanno votato sì 317
Hanno votato no 111).
(Il deputato Buttiglione ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).
Pag. 96 Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.900 (Nuova formulazione), della Commissione, risultano preclusi gli identici emendamenti Michele Bordo 1.207, Calgaro 1.208, nonché l'emendamento Bianconi 1.204.
Passiamo pertanto alla votazione dell'emendamento Toninelli 1.100.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Salvo, di nuovo, Fanucci, Fusilli, Paola Bragantini...ci sono altri che non hanno... ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 417
Astenuti 13
Maggioranza 209
Hanno votato sì 97
Hanno votato no 320).
Passiamo all'emendamento Quaranta 1.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà. Onorevole Zaratti, la informo che mi risultano tre minuti dal suo gruppo.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente, è sempre molto gentile. Quando siamo partiti con questa riforma, uno dei punti fondamentali era il fatto che il Senato doveva essere abolito. Di fatto, l'unica riforma è l'abolizione dei cittadini, i quali non possono partecipare a scegliere i loro rappresentanti.
Una delle cose che appare più chiara è proprio la palese contraddizione tra il Senato delle autonomie che si vuole realizzare e un testo che, invece, riduce drasticamente le autonomie regionali. Infatti, è evidente che la vicenda delle legislazione concorrente è risolta con questo testo assegnando tutto il potere allo Stato centrale. Si propone la costituzione di un Senato delle autonomie, peraltro svuotato di competenze reali, a fronte di un sistematico smantellamento appunto del sistema delle autonomie locali.
Siamo palesemente di fronte a un neocentralismo dello Stato. Noi pensiamo che su questi temi sarebbero stati necessari una discussione più approfondita e un confronto più sereno; un confronto che poteva permettere a tutti i deputati e a tutti i gruppi di esprimere il loro pensiero per arrivare ad una riforma che davvero cogliesse quelle che sono le necessità del Paese.
Così non è stato, si è voluto forzare costantemente in termini di tempi il dibattito, c’è stata un'invadenza eccessiva da parte del Governo rispetto alla volontà e alla potestà del Parlamento, invece di intervenire in materia costituzionale.
Anche quest'ultima vicenda dello studio commissionato, al di là della vicenda dei costi e del fatto che lo studio non è stato poi utilizzato prima dell'approvazione della legge, sta ad indicare il fatto che il Governo, in modo assolutamente improprio, ha commissionato questo tipo di lavoro. Sarebbe spettato alla Commissione, sarebbe spettato al Parlamento, alla Camera, semmai, vedere la necessità di svolgere questo tipo di lavoro.
Noi crediamo, invece, che le autonomie siano un valore fondamentale, in grado di consentire una maggiore partecipazione dei cittadini. Crediamo che la partecipazione sia l'elemento centrale della riforma che avremmo dovuto mettere in campo. Non è stato, un'occasione persa, siamo ancora in tempo per rimediare i guasti che si vogliono produrre.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia.
Pag. 97PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.
ROBERTO CAON. Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole da parte del gruppo della Lega Nord.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Signora Presidente, diciamo che accogliere questo emendamento significherebbe dare al Senato della Repubblica, o comunque a quello che viene gabellato come Senato delle autonomie, una delle sue funzioni proprie, cioè essere Camera di compensazione fra le diverse esigenze e soprattutto terminale prioritario degli interessi degli enti locali nei confronti dello Stato centrale.
Io sposo a pieno quanto prima detto dal collega di SEL, perché effettivamente, la riforma che voi state votando – riforma alla quale avete dato tutta questa importanza al punto tale da superare anche la mancata presenza di un Presidente della Repubblica –, se non vede al proprio interno previsioni di questo tipo, è una riforma marcatamente centralista, che riporta indietro un dibattito politico fondamentale all'interno del nostro Stato quanto meno di venticinque anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie Presidente, il MoVimento 5 Stelle voterà favorevolmente questo emendamento però chiaramente questo ci sembra al momento piuttosto riduttivo perché continuiamo a tentare in qualche modo di dirlo in tutti i modi, forse alcune volte i toni si alzano anche per questo, perché il modo forse migliore per stemperare i toni e per evitare magari che si arrivi a conclusioni un po’ più agitate, un po’ meno lucide sarebbe quella del dialogo. E invece in quest’ Aula, continuiamo a ripeterlo da mesi, c’è tutto tranne che il dialogo. Quest’ Aula da mesi, ed è questo che vogliamo sottolineare, dimostra la sconfitta del metodo della Repubblica parlamentare. Oramai ne dobbiamo prenderne atto: siamo soltanto dei « personaggi in cerca d'autore» che devono eseguire le volontà di un patto, un patto del quale non sappiamo nulla e nemmeno voi sapete nulla, un patto che a volte cerchiamo in qualche modo di capire, e del quale veniamo a capire qualcosa. Addirittura sentiamo voi che fate parte di questo patto... qualcuno ci dice, come ci dicevano ieri, che si dovrebbe istituire in qualche modo una Commissione di inchiesta su questo patto.
Allora forse questo patto c’è e in questo patto si vuole costruire la riforma costituzionale, si vuole ritoccare in qualche modo pesantemente la nostra Costituzione. Ma il MoVimento 5 Stelle non è contro le riforme costituzionali, e continuiamo a ripeterlo anche a chi magari fa il cazzaro e va in televisione a dire che il MoVimento 5 Stelle vuole bloccare queste riforme. No, il MoVimento 5 Stelle le vuole fare le riforme ma le vuole fare in trasparenza, le vuole fare con i cittadini. Tra parentesi oltre allo studio voglio far presente che il Governo ha la possibilità, tramite il proprio sito Internet, di potere in qualche modo consultare i cittadini e capire realmente quali sono le priorità, tramite un piccolo referendum on line consultivo. Io sono convinto che i cittadini ci diranno sicuramente che l'abolizione del Senato, «la finta abolizione del Senato» perché questo lo dobbiamo dire anche i cittadini, sia sicuramente fra le priorità di questi. È più importante la finta abolizione del Senato rispetto magari agli aiuti nei confronti della piccola e media impresa, è più importante quello rispetto magari ai tagli reali che vanno fatti nella pubblica amministrazione, tagli che voi avevate promesso e rispetto ai quali, invece, come ad esempio sulle province, avete ancora una volta imbrogliato i cittadini. La Corte dei conti, non il MoVimento 5 Stelle, dice realmente quali sono Pag. 98stati i soldi risparmiati e comunque parla di una possibile progressione in aumento dei costi delle province.
Allora io mi chiedo: di che cosa stiamo parlando ? Immaginate di avere oggi qui sugli spalti i cittadini, ma che cosa direbbero ? Direbbero che stiamo affrontando realmente i problemi loro ? Direbbero che domani abrogando, ma in realtà nominando nel nuovo Senato...perché i partiti si nominano i nuovi senatori, nelle cui mani mettiamo la nostra democrazia, perché ne basteranno 51 per bloccare tutta una serie di funzioni dello Stato. Noi in questo modo risolviamo i problemi dei cittadini ? Capisco che per il nostro Presidente del Consiglio, l'ha detto addirittura in Europa, le famiglie degli italiani si stiano arricchendo. Effettivamente quegli 80 euro lordi hanno cambiato la nostra economia, basta andare da qualsiasi commerciante, da qualsiasi negoziante, in qualsiasi centro di vendita o di ingrosso per capire che la nostra economia effettivamente sta crescendo. Signori, ma di quale pianeta stiamo parlando ? E forse in questo senso capisco anche il silenzio del Governo perché effettivamente anche l'indecenza ha un limite ed i cittadini, lo stanno dimostrando, sono stanchi di questa indecenza. Per questo vi dico: i cittadini italiani vi aspettano al varco e vi assicuro che a quel varco pagherete tutte le colpe delle quali vi state macchiando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente. La modifica del Titolo V della seconda parte della Costituzione avvenuta nel 2001, fatta dalla sinistra, aveva alcuni elementi che caratterizzavano una spiccata vocazione di carattere autonomista e di applicazione del principio di sussidiarietà.
Uno di questi aspetti riguardava la cancellazione rispetto al testo previgente, rispetto alla modifica del 2001, cancellazione, fatta appunto con la modifica del titolo V, di un concetto, che era un concetto presente nella Carta costituzionale e poi tolto, quello dell'interesse nazionale, che invece viene riportato all'interno di questa modifica costituzionale e che rappresenta evidentemente un arretramento culturale e politico da parte della sinistra che nuovamente si piega alle logiche di tutela dell'interesse nazionale rispetto alle logiche del principio di affermazione di sussidiarietà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, con l'emendamento si va a dare una competenza in più al Senato che, una volta, quando si parlava appunto di modifica costituzionale, si chiedeva di poterlo nominare almeno il Senato delle regioni, invece adesso con la clausola di supremazia e con il combinato disposto dell'articolo 117 le regioni non avranno più competenze, neanche più quelle concorrenti perché tutto passa in via esclusiva al livello statale. Con questo emendamento si va a dare la possibilità di effettuare un controllo di merito sulle leggi regionali da parte del Senato in teoria delle autonomie, ritenute dal Governo in contrasto con gli interessi nazionali. Questo ridarebbe una sorta di dignità autonomistica a questa riforma costituzionale che tutto ha tranne la valorizzazione delle identità locali, delle identità regionali e delle autonomie locali. Il combinato disposto dell'articolo 117, delle funzioni del Senato, delle leggi di stabilità che puniscono economicamente i territori fa sì che questo sia il Governo più centralista degli ultimi sessant'anni della Repubblica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, rinnovo l'invito al Ministro a illustrarci il perché dello studio che il suo Pag. 99collega Scalfarotto ha detto in Commissione essere finalizzato a capire l'impatto di questa riforma, anche perché ci è sembrata, almeno da quello che abbiamo capito, una riforma in senso federalista perché abbiamo un Senato delle autonomie e cerchiamo di dare delle funzioni per tutelare le autonomie. Quello che continuiamo a chiederci – e che necessita di una sua risposta, perché in Commissione purtroppo è venuta poche volte e non ha avuto modo di risponderci nel merito, lo si può fare qui davanti ai colleghi deputati, che rimarranno anche dopo questa riforma – è che forma di Stato si vuole dare a questo Paese, perché già abbiamo corso sulla riforma delle province e adesso iniziamo a vedere gli effetti di una riforma fatta in fretta e furia. Quindi caos normativo non solo di competenze.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, anch'io per sottolineare il fatto che questa riforma è un evidente passo indietro. Questo è un emendamento che andrebbe a migliorare, anche se non sensibilmente, la situazione comunque in maniera, secondo noi, abbastanza significativa, in quanto tutta l'impostazione di questa riforma prevede un ulteriore accentramento e quindi vi è la chiara volontà centralista, manifestata da questo Governo e da questa maggioranza, di cancellare tutto quanto di federalismo è presente nella nostra Costituzione. Con questo emendamento, qualora venisse approvato, si ridarebbe comunque una dignità e un senso al nuovo Senato, che potrebbe mettere l'ultima parola in caso di contenzioso fra le leggi regionali e le valutazioni dello Stato centrale; quindi noi riteniamo che con l'approvazione di questo emendamento possa almeno essere fatto un piccolo passo avanti contro il centralismo e a favore delle autonomie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, vede, nel 2013, quando l'allora sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio arriva al Governo come Ministro, una delle cose che gli abbiamo maggiormente sentito dire durante i primi giorni del suo insediamento è stata la priorità che lui avrebbe dato all'attuazione del federalismo fiscale.
Cosa normale per chiunque abbia fatto un'esperienza, piccola o grande che sia, da amministratore locale. Di quel passaggio poi non si vede niente e dopo arriva un sindaco alla Presidenza del Consiglio e ci si aspetta che veramente vengano pragmatizzate le parole del Ministro. Invece, è esattamente il contrario. Dunque, noi sosteniamo questo emendamento perché questa riforma è la dimostrazione che voi,...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Guidesi...
GUIDO GUIDESI. ...con la riforma costituzionale che state mettendo in atto, portate il Paese indietro di trent'anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.
STEFANO QUARANTA. Grazie, Presidente. Come è noto, noi partivamo da un'altra idea di Senato, il Senato delle garanzie, che semplicemente differenziasse le funzioni di Camera e Senato. Però, avendo l'ambizione di fare un lavoro serio, anche prendendo come testo base quello del Governo, abbiamo cercato di capire quali funzioni potevamo dare al Senato delle autonomie. Ora, una delle funzioni classiche che un Senato delle autonomie può avere è, appunto, quella del controllo sulle leggi regionali, ovviamente questo proprio nello spirito, che si diceva anche in alcuni interventi, di raccordo tra il Senato e le autonomie locali. Il tema del controllo delle leggi, perché alcuni interessi, appunto previsti dalle leggi regionali, non vadano ad intaccare l'interesse nazionale o quello di altre regioni, è uno degli elementi fondamentali per il buon funzionamento di un sistema.Pag. 100
Mi permetta di ringraziare i colleghi della Lega Nord che hanno colto lo spirito di questo emendamento a cui, a mio giudizio, avrebbe dovuto pensare il Governo, in un'idea di Senato delle autonomie. Mi spiace, invece, che non sia nemmeno possibile un'interlocuzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Alla fine di questi nostri lavori riuscirò, credo alla fine dell'esame del provvedimento, ad esprimere compiutamente il pensiero che sto cercando da stamattina di esplicare completamente, che riguarda il caso delle province. Perché continuo ad insistere su questo ? Perché qui ci sono diverse similitudini con quello che noi stiamo facendo, a partire dal fatto che questa legislatura, la XVII, va facendo legislazione in entrambe le materie, riforma istituzionale del Senato e riforma delle province. Infatti, il sistema elettorale che le fini menti – me per primo, per carità – di cui è disseminata questa Camera, hanno escogitato, è un sistema, in entrambi i casi, di doppio livello. I risultati li abbiamo visti di recente. È un risultato, credo, su cui entreremo nel merito e su cui credo bisognerebbe fare un'analisi. Anche se molti di noi hanno cercato di nascondere quello che è successo, credo che ai cittadini non sia sfuggito il tema che, francamente, è molto, molto negativo se non vergognoso.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 1.27, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tartaglione, Fusilli, Di Salvo. Onorevole Di Salvo, è a posto ? Per capire... sì, aspettiamo che entriate nei banchi. Bonomo, Zardini. Fitzgerald Nissoli ha votato. Mauri. Ci sono altri che devono votare ? No, non vedo mani alzate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 409
Votanti 405
Astenuti 4
Maggioranza 203
Hanno votato sì 107
Hanno votato no 298).
(I deputati Boccuzzi e Cimbro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.209.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Colleghi, con questo emendamento torniamo su alcune tematiche che sono già state poste in precedenza e che, purtroppo, sono state bocciate dal voto dell'Aula. Ma non demordiamo e, dunque, in altri termini proponiamo una serie di modifiche che riteniamo indispensabili per il nuovo assetto costituzionale. In particolare, con questo emendamento prevediamo che esplicitamente sia prevista la concorrenza del Senato nella legislazione che riguarda i casi e i modi della libertà personale, del domicilio e delle comunicazioni.
Si tratta di libertà e diritti fondamentali non solo della persona, ma propri di uno Stato democratico e liberale. Proprio per la natura di queste materie, riteniamo che la legislazione debba essere frutto della massima ponderazione possibile, e dunque del lavoro e della riflessione di entrambe le Camere, quando parliamo di tutela della libertà personale, della possibilità Pag. 101che tale tutela possa essere compressa a determinate condizioni, e cioè a fronte di un atto motivato dell'autorità giudiziaria.
Quindi, parliamo anche di potere della magistratura, parliamo di provvedimenti di polizia, di diritti della persona che viene sottoposta a restrizione della libertà e di carcerazione preventiva: principi e temi che sono sovente oggetto dell'attività del legislatore, anche più volte in un ristretto spazio temporale. Pensiamo, ad esempio, a tutte le leggi o alle proposte di legge che in una legislatura sono depositate e esaminate dal Parlamento a seguito dell'iniziativa di uno o più parlamentari o a seguito dell'iniziativa del Governo.
Leggi che, in molti casi, hanno suscitato forti contrapposizioni politiche nelle Aule parlamentari, polemiche mediatiche e iniziative di mobilitazione di settori della società civile; proposte di legge, anche governative, che, dopo un lungo e tormentato iter parlamentare, alla fine non sono state approvate.
A fronte di questo quadro, che tutti conosciamo bene, sembra abbastanza scontato che l'iter di approvazione di un atto normativo su tali materie debba prevedere un percorso che sia il più possibile articolato e che consenta di valutare con attenzione le possibili criticità di un testo grazie all'esame di due organi diversi, in particolare in tema di libertà personale, di rapporto tra persone e magistratura, in tema di tutela dai maltrattamenti di chi è sottoposto a restrizione della libertà personale.
Si deve cercare di evitare, nei limiti del possibile, ovviamente, che una legge possa essere approvata sull'onda emotiva, sulla base di una forte istanza che riguardi una sola parte politica, e che non è detto che corrisponda alle istanze generali della società. Per dirlo chiaramente, dobbiamo non eliminare, perché, purtroppo, non possiamo farlo, ma trovare almeno un parziale contrappeso all'eventualità che l'approvazione di un disegno di legge che riguarda la limitazione della libertà personale, del domicilio e delle comunicazioni possa essere imposta con il nuovo meccanismo del cosiddetto «voto bloccato», che è già stato inserito in questo disegno di legge di riforma costituzionale, ma che pure è previsto nella bozza di riforma del Regolamento della Camera dei deputati, che, insieme alla legge elettorale che state approvando o che approverete a breve al Senato, non permetterà a questo Parlamento di funzionare, ma lo farà essere succube del Governo, dell'azione del Governo, in particolare del Primo Ministro. Quindi, la libertà di coscienza, la libertà personale di azione di un deputato non vi sarà più. Pensateci prima di votare questa riforma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Presidente, preannunzio il voto contrario di Forza Italia a questo emendamento, così come a una serie di emendamenti successivi, presentati dal MoVimento 5 Stelle, che fanno riferimento all'ampliamento della possibilità che il nuovo Senato della Repubblica concorra alla funzione legislativa in una serie di materie che sono relative ai diritti e ai doveri dei cittadini così come contenuti nel Titolo I della Costituzione.
Faccio riferimento alla libertà personale, alla libertà del domicilio, delle comunicazioni, alla tutela delle minoranze, alla libertà religiosa e così via. Il voto è contrario proprio perché l'emendamento va a snaturare la funzione e il ruolo del Senato così come delineato nell'articolo 1. Sappiamo che si tratta di un nuovo Senato, un Senato legato alle realtà territoriali, e che, quindi, non può avere concorrenza e competenza in relazione a quelle che sono, invece, delle scelte politiche che hanno a che fare con la Camera dei deputati.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.209, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 102
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ferrara, Grassi, Villecco Calipari, D'Attorre, Coppola, Mariastella Bianchi, Lavagno, Malpezzi, Fitzgerald Nissoli... mi pare che ci siamo. Arriva anche Sisto, facciamo votare il presidente Sisto. Onorevole Sisto, ci fa un gesto, se riesce a votare, perché da qui non vediamo ? Sisto, ha votato ? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato sì 107
Hanno votato no 296).
(I deputati Cani e Cardinale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.210.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, intervengo brevemente. Questo emendamento e i successivi vanno ad attribuire a questo nuovo Senato, perché non è stato abolito, delle funzioni in più, perché le regioni devono comunque, in un Senato delle regioni, quantomeno, poter incidere in maniera maggiore, anche perché se no, il Senato si trasforma in una brutta copia della Conferenza Stato-regioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, come ho detto prima, su tutti gli emendamenti Cozzolino 1.210, 1.211, 1.212, 1.213, 1.214, 1.215, 1.216, 1.217 e 1.218, annunzio il voto contrario di Forza Italia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.210, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tartaglione, Colletti, Grassi, Leva, Palazzotto, Piras, Vella, Cani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 407
Votanti 406
Astenuti 1
Maggioranza 204
Hanno votato sì 110
Hanno votato no 296).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.211.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, colleghi, intervengo su questo emendamento perché attribuiamo al Senato la funzione concorrente in materia di tutela delle minoranze linguistiche e le modalità di esercizio della libertà religiose che ha suscitato un dibattito in quest'Aula. Il tema della libertà religiosa è fondamentale all'interno di uno Stato di diritto e anche all'interno di uno Stato democratico. Diviene ancora più fondamentale in un momento, come quello attuale, che vede una popolazione italiana sempre più multietnica e culturalmente composita per la presenza sul nostro territorio di cittadini stranieri in Italia ormai da molti anni, di persone straniere che hanno ottenuto la cittadinanza italiana e dei cosiddetti nuovi italiani.Pag. 103
Se poi il nostro Paese rimane a fortissima maggioranza cattolica, in aumento è il numero dei cittadini italiani e stranieri che professano religioni diverse dalla nostra, una libertà religiosa che costituisce ovviamente uno dei capisaldi della nostra Carta costituzionale, nella parte dedicata ai principi fondamentali. Infatti l'ultimo comma dell'articolo 8 della Costituzione demanda alla legge ordinaria la regolamentazione dei rapporti tra lo Stato e le confessioni religiose presenti nel nostro Paese.
Riteniamo che a tale intervento normativo debbano partecipare in forma totalmente paritaria sia Camera che Senato, dando vita ad un procedimento di formazione identico a quello attualmente in vigore. Siamo convinti che sia la migliore soluzione procedere in questo senso, per due motivi. Il primo consiste nel fatto che, per quanto riguarda la legislazione afferente il principio di libertà religiosa, è fondamentale che vi sia la massima ponderazione possibile ed anche un eventuale sistema di bilanciamento e di contrappesi tra le due Camere.
Nel nostro Paese, per fortuna, la libertà religiosa è da sempre riconosciuta ed attuata, ma in linea di principio, a nostro avviso, è bene che un tema simile non sia rimesso esclusivamente all'azione di una maggioranza politica, eletta con una sola elezione, in una sola Camera, ma sia rimessa alla votazione di un'altra Camera, ove potrebbe esserci una maggioranza diversa e, se vi fosse la stessa maggioranza della prima Camera, si tratterebbe di una maggioranza eletta, formatasi attraverso procedimenti diversi.
Altro motivo per il quale riteniamo che in tema di legislazione sulla libertà religiosa il Senato debba svolgere un ruolo da protagonista, è dovuto al fatto che questo tema ha una forte incidenza su vari territori dei quali si compone il nostro Stato. In questo senso è importante che una Camera, come il nuovo Senato, espressione di regioni ed enti locali, possa svolgere un ruolo paritario rispetto a quello della Camera. È importante, anche alla luce della ripartizione interna tra le varie regioni, per quanto riguarda la rappresentanza Senato reale, perché le regioni dov’è più forte la presenza e l'incidenza di persone che professano religioni diverse da quella cattolica – penso a Lombardia, Veneto e Piemonte – sono quelle che eleggono un numero di senatori molto superiore in proporzione, rispetto alla rappresentanza riconosciuta ad altre regioni.
Quindi, su questo tema, spero che nei prossimi articoli, se questo emendamento non vi va bene, quantomeno ci sia un dibattito in merito a questi temi fondamentali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Presidente, intervengo semplicemente per annunciare il voto favorevole della Lega Nord a questo emendamento, pur non condividendo una parte delle premesse enunciate dal collega del MoVimento 5 Stelle che mi ha anticipato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.
FEDERICA DIENI. Presidente, con questo emendamento noi continuiamo a cercare di estendere le competenze legislative del Senato, quindi, in questo caso anche a tutte quelle materie relative alle minoranze linguistiche e, quindi, alla loro tutela e alle modalità di esercizio delle libertà religiose. Questo perché riteniamo che non sia sufficiente l'approvazione, la discussione e la valutazione da parte di un'unica Camera, quella politica, quindi la Camera dei deputati, ma sia opportuno Pag. 104che comunque vi sia un periodo di riflessione maggiore e, quindi, di condivisione di intenti con il Senato.
Questo per fare in modo che, comunque, decisioni prese in merito possano essere quelle volte a tutelare le minoranze linguistiche e la libertà religiosa nel miglior modo possibile e, quindi, senza lasciare arbitrariamente la valutazione da parte dell'unica Camera politica che, appunto, risulterebbe la Camera dei deputati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lupo. Ne ha facoltà.
LOREDANA LUPO. Presidente, mi scusi, in realtà intervengo sull'ordine dei lavori, perché vorrei fare un appello alla Presidenza, affinché sia possibile effettuare una piccola pausa, anche di 10-15 minuti, in quanto io sono interessata a seguire il provvedimento, però, come è evidente, non sono nelle condizioni fisiche di continuare per lungo tempo ed avrei bisogno di almeno 10-15 minuti.
PRESIDENTE. Va bene, adesso finiamo l'esame di quest'emendamento e poi eventualmente faremo una pausa tecnica. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Presidente, anche noi riteniamo fondamentale il coinvolgimento del Senato della Repubblica e dei rappresentanti quindi delle regioni, per quanto riguarda la gestione di questioni che hanno un forte radicamento regionale in Italia. Basti pensare che minoranze linguistiche sono ben identificate in alcune regioni, in questo caso soprattutto nel nord Italia. Penso al Friuli Venezia Giulia e alla Valle d'Aosta e ad alcune zone anche del Piemonte. Così come segnaliamo anche l'importanza della gestione dell'esercizio della libertà religiosa per quanto riguarda soprattutto coloro che professano una fede diversa da quella cattolica. Anche in questo caso in Italia la storia ci ha insegnato, appunto, che vi sono delle comunità religiose, che hanno ormai un radicamento storico in alcune regioni, Piemonte, Puglia e alcune zone anche della Sicilia, che pertanto hanno l'assoluta necessità di vedere rappresentate le proprie prerogative all'interno del Senato della Repubblica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà, per un minuto.
MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente. Non funziona il microfono...
PRESIDENTE. Non c’è la luce, ma funziona.
MATTEO BRAGANTINI. Mi scuso. Spero che non venga conteggiato nei miei tempi questo imprevisto.
Per quanto riguarda questo emendamento, come per i successivi, noi riteniamo che su libertà importanti dei cittadini non sia semplicemente la Camera che debba decidere. Infatti, la Camera, con un partito di maggioranza relativa del 30 per cento, che debba decidere su tematiche così importanti come le minoranze linguistiche e la libertà religiosa a noi sembra veramente un'assurdità.
Un appello al Partito Democratico. Non pensate di essere sempre maggioranza. Se in futuro ci sarà un partito con il 25 per cento e voi avete il 24 per cento, il partito con il 25 per cento con la vostra legge elettorale avrà la maggioranza assoluta di questa Camera. Dunque, dare tutte competenze relative ai diritti civili dei nostri cittadini a un singolo partito è pericolosissimo.
Per questo motivo noi riteniamo che ci sia la possibilità, almeno su queste tematiche, di una legislazione concorrente tra Camera e Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.
Pag. 105 ALESSANDRO DI BATTISTA. Grazie Presidente. Vorrei rileggere questo emendamento che stiamo discutendo oggi. «Il Senato della Repubblica concorre nella funzione legislativa altresì nelle materie inerenti alla tutela delle minoranze linguistiche e alle modalità di esercizio della libertà religiosa».
Il cuore della nostra azione politica è quello di tentare il più possibile di assegnare ulteriori competenze al Senato della Repubblica, al Senato delle autonomie, in quanto lo riteniamo estremamente pericoloso e anche che questa maggioranza sia forse coraggiosa o incosciente nel far approvare una legge come l'Italicum. Infatti, non sta scritto da nessuna parte che avrà la maggioranza anche alla prossima elezione politica.
Quindi, l'idea di poter aggiungere competenze a questo Senato permette di svincolarci dal rischio che un unico partito, in virtù della legge elettorale in discussione attualmente in Senato, possa avere un potere esagerato all'interno della Camera dei deputati. Questo è il cuore della nostra battaglia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente. Il tema è delicato e importante proprio per i motivi che sono già anche enunciati dai colleghi. Però è chiaro che le materie inerenti alle minoranze linguistiche e all'esercizio della libertà religiosa non possono non impattare sulle identità locali, sulle realtà locali e sulle realtà regionali, le quali, quindi, a nostro avviso, devono avere la competenza, essendo queste unicamente rappresentate, per quel poco, all'interno del Senato, e devono essere messe in grado di avere funzioni che possono far loro decidere nel tema che gli è proprio, che è quello della gestione dei territori anche in una logica di identità, quella delle minoranze linguistiche, e anche di identità religiosa. Ci sono molte regioni che stanno lavorando in funzione di una salvaguardia inerente la realizzazione...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Simonetti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente. Il nostro interessamento su questo emendamento e sul complesso di tutti gli emendamenti analoghi è dovuto al fatto che abbiamo valutato di sostenere questi emendamenti perché riteniamo che, come si suol dire nel proverbio popolare secondo cui la gatta frettolosa fece i gattini ciechi, la nostra visione sia quella di capire se effettivamente non era la gatta stessa cieca. Perciò dobbiamo fare la valutazione che chi ha fatto questa riforma effettivamente non sia accecato totalmente da una smania di protagonismo globale, cercando di portare a compimento una riforma che sta distruggendo uno dei capisaldi di questa Repubblica, che sono le regioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente, anche questo emendamento, come i precedenti e come altri che verranno presentati successivamente, va nella direzione di attribuire alcune competenze, che, a nostro avviso, sono competenze fondamentali e non secondarie, al futuro Senato della autonomie. Questo proprio perché oggi gran parte o una buona parte delle funzioni relative alle modalità di esercizio del culto, che si può ovviamente esplicare in modi diversi, appartiene già ad una competenza regionale, ad esempio per quanto riguarda le modalità di definizione, da un punto di vista urbanistico, dei luoghi di culto sul territorio. Ed è un bene, a mio avviso, che le regioni possano intervenire. Evidentemente questa funzione non viene sottratta alla competenza regionale, ma proprio perché viene esercitata a difesa delle prerogative territoriali risulterebbe cosa buona e giusta e probabilmente anche logica rendere il Senato compartecipe di questa funzione.
Pag. 106PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
STEFANO BORGHESI. Grazie Presidente, intervengo anch'io per sottolineare come queste competenze, che riguardano le minoranze linguistiche e le modalità di esercizio delle diverse religioni, siano competenze assolutamente importanti. Quindi, con questo emendamento, se venissero assegnate anche al nuovo Senato che si vuole andare a creare, non farebbero altro che migliorare una situazione che oggi ci appare, così com’è scritta da questa riforma, assolutamente negativa e assolutamente pessima. Riteniamo che, come per quanto riguarda gli emendamenti precedenti, anche queste due competenze, se attribuite al Senato, andrebbero a migliorare, seppur leggermente, una riforma che non vede altro che un accentramento dei poteri su una Camera, non vede altro che l'accentramento dei poteri di questo Stato a discapito dei territori e delle autonomie locali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.211, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fanucci, Patriarca, Grassi, Lavagno, Alfreider, Grande, Rizzo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 401
Votanti 399
Astenuti 2
Maggioranza 200
Hanno votato sì 108
Hanno votato no 291).
Allora, facciamo una pausa tecnica fino alle ore 20,45. Riprendiamo i lavori alle ore 20,45. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 20,30, è ripresa alle 20,45.
PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato, da ultimo, respinto l'emendamento Cozzolino 1.211.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.212.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, per annunciare il voto contrario di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Intervengo brevemente per ribadire come questa serie di emendamenti vada a dare nuove competenze, o meglio maggiori competenze a questo Senato, che dovrebbe essere delle autonomie. In questo caso qui aggiungiamo la funzione legislativa nelle materie relative ai modi e ai termini del preavviso necessario per l'esercizio della riunione in luogo pubblico, quindi è sulla libertà di riunione in luogo pubblico, che dovrebbe riguardare anche le regioni.
Quindi, invito i deputati a votare favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, le chiedo solo una verifica, perché mi giungono voci – però vorrei avere conferma se fosse vero – che la Commissione difesa è in corso. Se così fosse, ovviamente, chiediamo di sconvocarla per aspettare che i deputati possano arrivare in Aula.
PRESIDENTE. Ovviamente sì, ma a me non risulta, perché vedo qui i colleghi Pag. 107della Commissione difesa che mi stanno dicendo questo. In ogni caso chiedo agli uffici di verificare che questo non sia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.
ALAN FERRARI. Grazie Presidente, io esprimo, a nome del Partito Democratico, il voto contrario a questo emendamento ed agli altri emendamenti che tendono ad aggiungere delle funzioni al Senato, e lo dico perché il quinto comma dell'articolo 55, e l'articolo 55 nella sua complessità è una disposizione che definisce le funzioni di questa nuova Camera, e queste funzioni sono definite secondo una logica, di cui abbiamo molto a lungo discusso ancor più in Commissione – dove il dibattito è stato molto puntuale su tutte le parti che riguardano questo comma – che in quest'Aula.
Io voglio ricordare che più di una volta il Partito Democratico ha ribadito che questa riforma non è fine a se stessa, ma è fortemente motivata a rendere l'assetto istituzionale e quindi il funzionamento delle istituzioni di questo Paese più adeguato, al fine di rendere più competitivo il nostro Paese, perché se siamo più che consapevoli che il nostro Paese è capace di fare le leggi quanto gli altri grandi Paesi con cui condividiamo il gruppo del primato del mondo, in realtà ciò che ci dice che siamo chiaramente in fondo in questa classifica tra i Paesi più importanti del mondo è la capacità di funzionare del nostro assetto istituzionale.
Allora, in questa logica, il fatto di aver creato un Senato delle autonomie, che abbia al proprio interno meno funzioni rispetto a prima, e quindi chiude una volta per tutte una delle questioni che hanno per decenni riempito i dibattiti sul bicameralismo perfetto, ma aggiunge delle funzioni, che tra l'altro sono oggetto degli emendamenti successivi, ad esempio di maggiore cooperazione e di relazione tra i livelli istituzionali di questo Paese, le relazioni tra questi e più in generale con l'Europa ed alcune funzioni specifiche, come quelle della valutazione dell'impatto delle politiche, io credo che dia merito esattamente a questo, cioè al fatto che noi, attraverso questa riforma, vogliamo raggiungere quell'obiettivo, e cioè quello di rendere il nostro assetto istituzionale molto più capace di rispondere alle esigenze di un Paese che ha bisogno di crescere e di progredire nella libertà dei cittadini e dove per libertà intendo anche il fatto che ad un cittadino debba rispondere un servizio pubblico che sia più che dignitoso ed al livello degli standard europei ed internazionali.
Credo che molti, anche con toni differenti tra le minoranze, ci hanno accusato di incoerenza, cioè ci hanno detto sostanzialmente che il progetto che abbiamo al nostro interno presenta delle incoerenze: ci hanno accusato di costruire un assetto istituzionale non adeguato a modernizzare il Paese e non adeguato a produrre sviluppo che, in realtà, abbiamo definito come obiettivo. Riguardo queste accuse, proprio attraverso l'esempio del tema della valutazione, su cui tornerò più in generale magari sugli emendamenti successivi, e per come è scritto questo comma, tale esempio sia paradigmatico e ci dica sostanzialmente che chi di accuse di incoerenza ferisce poi di accuse di incoerenza perisce (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.212, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Pilozzi... Zoggia... Rizzetto... Fraccaro... Dorina Bianchi... Roberta Agostini... Verini... Sberna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 342
Maggioranza 172
Hanno votato sì 82
Hanno votato no 260).
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo ovviamente prima che lei metta in discussione le dichiarazioni di voto sul successivo emendamento perché risulta – e chiedo a lei conferma – che coloro che hanno chiesto di parlare sul prossimo emendamento siano più di 90, e dunque è palese che i tempi non permetterebbero di rispettare il rigido e immutabile calendario previsto dalla maggioranza dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, di chiusura dei lavori alle ore 22. Quindi, come moltissimi precedenti, già avvenuti in quest'Aula, le chiedo a questo punto di sospendere la seduta, in quanto è impossibile che alle 22 concludiamo i nostri lavori e facciamo il voto successivo, e riprendiamo alla successiva seduta esattamente come previsto dal calendario.
ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Presidente, anche Forza Italia si associa a quanto poco fa espresso dal collega Fedriga.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, anche noi ci associamo, anche perché, avendo fatto richiesta di parola diverse persone su questo emendamento, volevamo sapere anche globalmente quanti sono perché, a mio avviso, anche rispetto alla timeline prevista dalla Presidente Boldrini alle 22, ci sono 65 minuti che ci aspettano, quindi credo al massimo 65 interventi a titolo personale. Da qui la necessità di programmare i lavori, e quindi di comprendere. Visto che non è possibile rimandare, una volta iniziate le dichiarazioni di voto, l'espressione del voto finale, noi chiediamo a questo punto che venga tutto differito ad altra seduta.
FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente. Anche noi ci associamo alla richiesta dell'onorevole Fedriga che è basata sul buon senso e su una calendarizzazione dei tempi di dibattito su questo emendamento che sono evidenti. Non si può riuscire, ovviamente, ad espletare l'insieme degli interventi entro l'ora prevista per la chiusura della seduta e per questo anche noi chiediamo la sospensione della seduta.
CATERINA BINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CATERINA BINI. Grazie Presidente. Noi ovviamente abbiamo massima fiducia nella Presidenza e nell'interpretazione che la Presidenza vorrà dare su questa importante decisione. Da questo punto di vista, quindi, ci rimettiamo alla scelta che lei vorrà fare senza fare forzature.
Una riflessione, però, la vogliamo fare: ci sembra assolutamente strumentale questa discussione per cui noi ora avremmo modo di poter lavorare un'altra ora come era previsto dal calendario dei lavori, come avremmo potuto fare oggi in altre occasioni; così come strumentali sono state oggi più volte le richieste di sospensione o interventi per far perdere tempo a questa Aula.
Noi riteniamo, invece, che ci sarebbe stato modo – e che ci sia modo – di poter lavorare un'ora ancora in modo serio, discutendo nel merito delle questioni importanti di cui abbiamo da discutere. Visto che si dice che c’è tanta voglia di discutere e di interloquire, c’è un'ora di tempo per poterlo fare in modo serio.
Dal nostro punto di vista, quindi, dobbiamo rimanere qui fino alle ore 22 come Pag. 109il programma dei lavori ha stabilito. Però, ci affidiamo ovviamente alla sua decisione.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bini. Io mi sento di dire che abbiamo appena fatto una pausa tecnica. Avevamo tutti concordato un calendario che concludesse i lavori alle 22 e non c’è niente di strano se, anziché alle 22, chiudiamo qualche minuto prima.
Però, non mi sento di sospendere i lavori, a meno che non vogliate votare su questo argomento. Vi propongo di arrivare magari alle 21,30 per poi sospendere; quindi, sospendere mezz'ora prima dell'orario previsto, ma proseguire i nostri lavori, perché onestamente, con la pausa tecnica di un quarto d'ora fa e avendo esaminato, dopo la pausa tecnica, un solo emendamento dopo la discussione che abbiamo fatto in Conferenza dei presidenti di gruppo, con un minimo di elasticità da parte di tutti, penso che possiamo ancora lavorare per una mezz'ora.
Se non ci sono altri interventi, proseguirei in questa direzione.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, comprendiamo la sua proposta delle 21,30, ma credo che esuli un po’ dalla nostra richiesta. Nel senso che, essendoci degli iscritti a parlare, noi le riportiamo un problema tecnico. Lei ci dà una risposta di approccio politico e di condivisione. Per carità: va tutto bene. Però, nel momento in cui noi le facciamo presente che vi sono dei problemi di tempistiche legati al fatto che comunque andremmo ben oltre le 22 (perché stiamo parlando di uno scenario che prevede almeno le 22,45 se non le 23), al riguardo noi stiamo dicendo che l'Aula teoricamente oggi è programmata per le 22.
È già successo in passato che i lavori venissero rimandati ad altra seduta. Cito proprio la settimana scorsa un precedente con la Presidente Boldrini dove abbiamo rimandato una votazione con lo scrutinio segreto su un emendamento che era stato spacchettato interamente alla seduta del giorno dopo.
Allora, su questo punto, noi chiediamo di avere più o meno lo stesso atteggiamento.
PRESIDENTE. Onorevole Crippa, se voi chiedete di votare su questo, io lo sottopongo al voto dell'Aula. Però, il precedente che lei ha citato era leggermente diverso: stavamo parlando di un emendamento che aveva tre votazioni e non una sola. Parliamo di un emendamento che aveva una votazione segreta, quindi si trattava di materia piuttosto delicata, ed eravamo al termine effettivamente di una giornata abbastanza complessa.
Noi oggi abbiamo iniziato i lavori alle 17, abbiamo discusso per quasi un'ora e forse qualcosa di più su un tema diverso e non possiamo in realtà fare una previsione. Il calcolo che voi fate è ovviamente teorico perché noi non possiamo in realtà prevedere la durata di tutti gli interventi degli iscritti a parlare che voi avete citato, perché molti sono a titolo personale, possono essere al massimo di un minuto e possono anche durare teoricamente di meno.
Allora, io la metto sul piano politico, perché, se sul piano politico possiamo convenire che facciamo ancora un po’ di lavoro e terminiamo alle 21,30, penso che valga la pena per tutti provare a venirci incontro, altrimenti devo sottoporre al voto dell'Aula questa proposta, con un intervento a favore e un intervento contro.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, solo per chiarire. La ringrazio per la disponibilità, però vorrei sottolineare all'Aula un fatto, nel senso che lei ha un'esperienza d'Aula più approfondita della mia e sa che più volte in passato, se si prevedeva, come è facilmente prevedibile dal numero degli iscritti, che il voto Pag. 110avrebbe sforato i tempi previsti, si rimandava ad altra seduta. La sua risposta è che non sappiamo quanto potrebbero parlare. Benissimo, allora mi domando perché in questa legislatura, più volte, quando gruppi di opposizione facevano ostruzionismo sul voto finale parlando dieci minuti a testa, è stato detto che non si sarebbe votato prima di una certa ora perché, considerando il numero degli iscritti, prima di quell'ora nessuno avrebbe finito le dichiarazioni voto finale.
Quindi, mi domando se i calcoli possono essere fatti soltanto quando sono utili alla maggioranza per non far rimanere qui i parlamentari tutta la notte o se i calcoli si fanno anche quando l'opposizione iscrive un numero considerevole di parlamentari in dichiarazione di voto sull'emendamento ed è palese, è chiarissimo, essendo poi gli interventi a titolo personale di un minuto, che si sforerebbero le ore 22 previste in modo rigido dal calendario, rigidissimo, scelto dalla maggioranza.
Lo ripeto, ringraziandola per la sua disponibilità, faccio presente che si tratta di un problema procedurale. Cioè, i calcoli valgono solo quando c’è da dire che i parlamentari di maggioranza non devono rimanere qui la notte o i calcoli valgono anche quando i parlamentari dell'opposizione chiedono di sospendere in quanto i tempi sarebbero palesemente sforati ?
ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Presidente, viste le considerazioni che sono state espresse e anche la sua proposta, ritengo che si possa procedere a fare quest'ulteriore proposta che sto formulando, cioè quella di esaminare il prossimo emendamento e, alla fine della votazione del prossimo emendamento, sospendere.
MARIANO RABINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIANO RABINO. Presidente, Scelta Civica sottoscrive parola per parola l'intervento della collega del Partito Democratico. Nell'affidarci alla sua decisione, dopo aver sentito la sua proposta, ci riconosciamo pienamente nella stessa, che ci sembra saggia e ragionevole.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rabino. Siccome non sono affezionata necessariamente alle mie interpretazione della politica – non del Regolamento, perché quello ancora meno –, sono disponibile ad accogliere la proposta dell'onorevole Palese, quindi aprire la discussione sul prossimo emendamento con l'impegno a chiudere al termine del prossimo voto.
Se siamo tutti d'accordo, passiamo all'emendamento Cozzolino 1.213.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Presidente, annuncio il voto contrario di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Presidente, intervengo per dire che sono d'accordo con la collega Centemero (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà, ma prendo atto che non intende più intervenire.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Presidente, intervengo per dire che noi siamo d'accordo con questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.
Pag. 111MATTEO BRAGANTINI. Presidente, noi siamo favorevoli, come Lega Nord, a questo emendamento, in quanto riguarda sempre le libertà fondamentali dei cittadini, e riteniamo che anche il Senato debba esprimersi su queste grandi tematiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.
ALAN FERRARI. Presidente, vorrei utilizzare questi minuti per parlare ancora nel merito di questo emendamento e, più in generale, di questo blocco di emendamenti che riguardano, come dicevamo prima, il comma 5 dell'articolo 55 della Costituzione, cioè quello che definisce le funzioni del nuovo Senato.
Concentro l'attenzione su un aspetto, che è quello che prima richiamavo come l'aspetto esclusivo delle funzioni affidate al Senato, ovvero quello della valutazione dell'impatto delle politiche pubbliche. E non lo cito a caso, lo cito perché questo è l'esito di un dibattito lungo che abbiamo sostenuto in Commissione, dove si è deciso che per rispondere ad una esigenza che è una esigenza condivisa da questo Paese ampiamente, e ovviamente da questa maggioranza e, con lei, il Governo, di superare il bicameralismo perfetto, si è deciso di superare il bicameralismo perfetto tuttavia affidando al Senato una funzione in particolare in modo esclusivo, di fatto, che è quella della valutazione dell'impatto delle politiche pubbliche.
Cioè noi abbiamo ereditato dal Senato un testo che teneva insieme due concetti molto diversi: il controllo e la valutazione e attraverso un confronto siamo riusciti a sciogliere questo nodo mantenendo solo il tema della valutazione, perché controllo e valutazione sono due concetti molto diversi. Cioè, mentre il controllo verifica che gli atti rispondano alle norme, in realtà la valutazione verifica i risultati che si ottengono. Peraltro la valutazione delle politiche ci consente anche di andare a verificare, nel percorso che ci porta a raggiungere risultati, che cosa è accaduto; c’è un elemento conoscitivo, cioè di conoscenza di quello che accade nella realtà, molto utile anche a reindirizzare e a rivedere le politiche in un Paese come questo, in cui c’è un atteggiamento legislativo schizofrenico, e in cui fatta una legge si pensa che di questa legge, senza nemmeno valutare l'impatto che ha avuto, se ne possa fare un'altra sperando, quasi alla cieca, che abbia un risultato differente.
L'aver affidato al Senato questo compito credo che sia un elemento di grande novità perché non ha eguali in Europa e ha come riferimento un caso di eccellenza mondiale che è quello del Government Accountability Office, del GAO degli Stati Uniti ovvero di un organismo affidato al Congresso in cui si effettua la valutazione delle politiche.
Allora, noi che abbiamo scelto di superare il bicameralismo perfetto, di creare un Senato di fatto delle autonomie, che nel dispiegarsi dei propri lavori imparerà a svolgere una funzione inedita in questo Paese, e io mi auguro che dopo la prima legislatura sarà in grado di dirci come meglio modificare il funzionamento, noi che abbiamo fatto questa scelta, abbiamo deciso di abbinare a tale scelta una funzione importante che consenta a questo Paese una volta per tutte di superare l'esclusivo approccio giuridico e di includere quegli approcci più, a mio avviso, attinenti a quello che accade nella realtà, e cioè un approccio econometrico, un approccio di misurazione di quali sono gli effetti.
Bene, io penso che questo sia un esempio davvero paradigmatico – anche questo – e cioè un esempio che ci dice che in molti punti questa riforma contiene elementi di coerenza con l'obiettivo che ci siamo dati, e che non si è dato una notte, svegliandosi all'improvviso, anzi la mattina presto, svegliandosi all'improvviso questo Governo, ma si è dato tutto il Partito Democratico, assumendo come un dato inevitabile il fatto che questo Paese dovesse andare avanti e che in questa legislatura Pag. 112era inevitabile portare avanti questa riforma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.
FEDERICA DIENI. Grazie Presidente, questo emendamento fa parte sempre della serie di emendamenti che abbiamo predisposto ai fini di aumentare le competenze del Senato. Si è capito benissimo che noi non condividiamo la riforma, non condividiamo il modo in cui questa viene fatta e non condividiamo neanche il fatto che appunto non si raggiunge il monocameralismo, ma una sorta di bicameralismo imperfetto che non porta alcun beneficio al Paese.
Noi in questo caso sentiamo tantissimo questo emendamento, perché è indice di democrazia che le competenze del Senato vengano estese anche a quelle materie relative ai modi e ai termini del preavviso necessario per l'esercizio della riunione in luogo pubblico. Bene, sappiamo benissimo che ci sono sempre dei casi in cui per la polizia o comunque per motivi di sicurezza è stata negata la possibilità di fare riunioni in luogo pubblico.
Quindi riteniamo che questa materia possa essere di competenza non soltanto della Camera dei deputati come organo politico, ma estendere anche all'organo rappresentativo delle autonomie territoriali, che è il Senato, quindi in questo caso vi chiediamo di votare favorevolmente a questo emendamento, che adesso siamo pronti a votare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Costantino. Ne ha facoltà.
CELESTE COSTANTINO. Presidente, per esprimere il mio entusiasmo, perché dopo due giorni finalmente abbiamo sentito un componente del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) che finalmente ci ha dato una risposta su cosa vorrebbe essere questo Senato. Abbiamo scoperto che ha, badate bene, una competenza esclusiva di fatto, questo è quello che è riuscito a partorire questo Governo, una competenza esclusiva di fatto che non ha eguali in Europa. E fatevela una domanda se non ha eguali in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), perché questo ibrido che ci avete presentato e sul quale finalmente alle 21,15 siamo riusciti ad avere un minimo di risposta probabilmente, se non ha eguali in Europa e non siete stati in due giorni capaci di dirci e spiegarci, se non per una competenza di fatto, per una consulenza che dovrebbe dare il Senato sull'impatto, magari lo stesso impatto che doveva dare La Sapienza sulla riforma, guardate un po’ cosa ci state facendo votare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Presidente, collega, stiamo discutendo e dovremmo finire alle 22. Prendo atto dal collega del PD che questa riforma viene fatta, proviamo e vediamo se funziona e alla prossima legislatura, se non ha funzionato, la andiamo a correggere, quindi dalle sue stesse parole si ritiene che questa riforma è una prova, un tentativo, una soluzione all'italiana, dove cascano i ponti non progettati bene. Questa riforma andava progettata, infatti la Ministra ha commissionato uno studio che finirà ad ottobre di quest'anno, quindi avremmo potuto aspettare questo studio, visto che professoroni, come dice Renzi, non si fidano e hanno dato questo studio ai professori dell'università La Sapienza. Quindi, comprendo che questa riforma è fatta tanto per fare, noi facciamo la riforma, facciano i compitini per l'Europa e magari a marzo ci fanno lo sconto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pannarale. Ne ha facoltà.
Pag. 113ANNALISA PANNARALE. Presidente, è difficile non intervenire perché devo dire che dopo cinque giorni di brusio, afasia, distrazione diffusa della maggioranza, finalmente la maggioranza, a questa tarda ora, ci ha detto che ha voglia di discutere, di dialogare e di confrontarsi. Allora, finalmente noi potremo avere risposte ad una serie di domande, perché ad esempio state smantellando la democrazia rappresentativa, perché state cancellando il pluralismo dalla Costituzione in questo Paese, perché state eliminando la forma di Stato e di Governo di questa Repubblica, perché, come diceva prima l'onorevole Ferrari, con orgoglio state superando il bicameralismo perfetto e state però mantenendo una Camera che non ha più alcun tipo di potere di funzione e sulla quale i cittadini non hanno più neanche diritto di voto. Noi saremmo disposti a restare qui tutta la notte, e non a finire alle 22 per avere finalmente risposte a queste domande.
ANDREA CECCONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA CECCONI. Presidente, un chiarimento, perché mi è arrivata comunicazione tra i colleghi che il Ministro Gentiloni venga domani alle 13 a riferire in Aula e che i gruppi sono stati informati. Io, in qualità di capogruppo, non ho ricevuto nessuna informazione, per ora.
Certamente l'informativa è una cosa importante, ma sappiamo benissimo tutti che forse ricevere questa comunicazione con un discreto anticipo, prima che alcuni colleghi fossero già partiti per andare a casa, sarebbe stato più consono. Farla immediatamente, nella giornata di domani, è certamente motivo per un ringraziamento che rivolgo nei confronti del Ministro, che è così celere a venire in Aula; però, ovviamente, va a stravolgere, visto che è stata chiesta oggi. C’è il calendario dei lavori di domani, visto che nella Conferenza dei presidenti di gruppo non si è ovviamente parlato di calendario dei lavori.
Diciamo che forse per togliere un po’ di ipocrisia su tutta questa questione, sarebbe stato il caso di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo (Commenti), visto che il calendario non si può modificare di un'ora e, dopo due giorni di Conferenze dei presidenti di gruppo, non c’è stata la possibilità di modificare neanche mezza giornata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e bisogna chiedere alla Presidenza anche il permesso per fare una riunione di gruppo, per due ore, mentre si sta aspettando di eleggere il Presidente della Repubblica.
Che Gentiloni decida, senza che nessuno lo sappia, di venire domani, piuttosto che lunedì o martedì, francamente mi lascia piuttosto indispettito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Se lei mi consente, onorevole Cecconi, le rispondo subito dopo la votazione, perché per un mio errore si sono concluse le dichiarazioni di voto e non ho posto in votazione l'emendamento.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.213, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Invernizzi, Dellai. Ci sono altri che non riescono a votare ? Tartaglione, Sorial, Crippa. Sorial è riuscito a votare. Ci sono altri ? No, mi pare che abbiano votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 368
Maggioranza 185
Hanno votato sì 100
Hanno votato no 268).
Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di lunedì 19 gennaio, a partire dalle ore 15,30.
Allora, io devo una risposta al collega Cecconi. Sì, l'informazione è vera, nel senso che noi ci siamo attivati, come voi sapevate, perché, su richiesta dei vari gruppi, abbiamo chiesto subito la disponibilità al Ministro Gentiloni, il quale ci ha dato la disponibilità per le ore 13 di domani. Io credo che questa disponibilità debba essere apprezzata. Purtroppo – e questo, diciamo, è il nostro limite e il nostro difetto, per cui me ne scuso pubblicamente con il gruppo del MoVimento 5 Stelle – gli uffici hanno telefonato alla sede del gruppo e non hanno ricevuto risposta.
DAVIDE CRIPPA. Certo, eravamo qui ! Siamo in Aula !
PRESIDENTE. Lo so, avete ragione. È stato un disguido. Avete ragione. Tutti i gruppi sono stati avvisati telefonicamente presso le loro sedi e, non avendo ricevuto risposta, gli uffici avrebbero, a maggiore ragione, dovuto cercarvi e dirvelo. Purtroppo, noi lo abbiamo saputo adesso.
Quindi, non possiamo che scusarci. Io mi scuso, come Presidenza, a nome anche dell'amministrazione e degli uffici.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, io capisco e accetto le sue scuse, ma rimango imbarazzato. Rimango imbarazzato perché, se uno non trova dall'altra parte della cornetta qualcuno, ha davanti soltanto cento deputati e due delegati d'Aula a cui, eventualmente, un messaggero potrebbe fare pervenire la notizia che domani Gentiloni abbia deciso di venire.
Ma forse questa è un'architettura di un pensiero troppo complessa ? No ! Penso proprio di no. Per cui veramente queste scuse mi sembrano un po’ rigide e faccio fatica anche a condividerle in pieno, fino allo spirito.
Insomma, non vorrei fare della dietrologia, e per questo adesso interrompo il mio intervento, però mi sembra veramente penoso che almeno non venga neanche fatta una comunicazione verbale, visto che veniamo in Ufficio di Presidenza spessissimo e vi è sempre un dialogo con gli uffici in maniera costante. Se questa comunicazione non riceve una risposta telefonica, quanto meno il passo successivo è andare dalla persona che, casualmente, ho davanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Onorevole Crippa, lei ha perfettamente ragione. Siccome, però, siamo nell'era della trasparenza, avrei potuto non dirlo pubblicamente al microfono, ma è esattamente quello che è successo, e spero che le nostre scuse, le mie scuse, siano accolte come sincere.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Venerdì 16 gennaio 2015, alle 9,30:
1. – Svolgimento di interpellanze urgenti.
(ore 13)
2. – Informativa urgente del Governo sulla liberazione delle due volontarie italiane rapite in Siria nel luglio 2014.
3. – Discussione sulle linee generali delle mozioni Palazzotto ed altri n. 1-00675, Rizzo ed altri n. 1-00625, Locatelli ed altri n. 1-00627 e Gianluca Pini ed altri n. 1-00699 concernenti iniziative per il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Pag. 1154. – Discussione sulle linee generali delle mozioni Grande ed altri n. 1-00383, Zaratti ed altri n. 1-00708 e Tidei ed altri n. 1-00712 concernenti iniziative relative all'impatto ambientale della centrale termoelettrica a carbone di Civitavecchia.
5. – Discussione sulle linee generali delle mozioni Sandra Savino e Palese n. 1-00540, Prodani, Pellegrino ed altri n. 1-00047, Fedriga ed altri n. 1-00704 e Gigli e Dellai n. 1-00705 concernenti iniziative per l'istituzione di zone franche urbane in Friuli Venezia Giulia.
6. – Discussione sulle linee generali delle mozioni Fedriga ed altri n. 1-00607 e Pesco ed altri n. 1-00709 concernenti iniziative per la sospensione dell'applicazione degli studi di settore.
7. – Discussione sulle linee generali delle mozioni Mantero ed altri n. 1-00594, Binetti ed altri n. 1-00702, Rondini ed altri n. 1-00703, Nicchi ed altri n. 1-00706, Palese n. 1-00707 e Garavini ed altri n. 1-00710 concernenti iniziative per il contrasto del gioco d'azzardo.
8. – Discussione sulle linee generali delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-00666, Kronbichler ed altri n. 1-00700, Borghesi ed altri n. 1-00701 e Gallinella ed altri n. 1-00711 concernenti iniziative in sede europea volte a richiedere le dimissioni del Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
La seduta termina alle 21,25.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Ddl cost. 2613-A e abb. – em. 1.99 | 485 | 485 | 243 | 128 | 357 | 58 | Resp. | |
2 | Nom. | subem. 0.1.900.1 | 440 | 439 | 1 | 220 | 118 | 321 | 59 | Resp. |
3 | Nom. | subem. 0.1.900.2 | 461 | 460 | 1 | 231 | 125 | 335 | 72 | Resp. |
4 | Nom. | subem. 0.1.900.4 | 456 | 455 | 1 | 228 | 122 | 333 | 67 | Resp. |
5 | Nom. | subem. 0.1.900.5 | 454 | 453 | 1 | 227 | 120 | 333 | 67 | Resp. |
6 | Nom. | subem. 0.1.900.6 | 453 | 452 | 1 | 227 | 121 | 331 | 66 | Resp. |
7 | Nom. | subem. 0.1.900.3 | 451 | 450 | 1 | 226 | 122 | 328 | 65 | Resp. |
8 | Nom. | em. 1.900 n.f. | 431 | 428 | 3 | 215 | 317 | 111 | 63 | Appr. |
9 | Nom. | em. 1.100 | 430 | 417 | 13 | 209 | 97 | 320 | 63 | Resp. |
10 | Nom. | em. 1.27 | 409 | 405 | 4 | 203 | 107 | 298 | 62 | Resp. |
11 | Nom. | em. 1.209 | 403 | 403 | 202 | 107 | 296 | 62 | Resp. | |
12 | Nom. | em. 1.210 | 407 | 406 | 1 | 204 | 110 | 296 | 62 | Resp. |
13 | Nom. | em. 1.211 | 401 | 399 | 2 | 200 | 108 | 291 | 62 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 15) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 1.212 | 342 | 342 | 172 | 82 | 260 | 62 | Resp. | |
15 | Nom. | em. 1.213 | 368 | 368 | 185 | 100 | 268 | 61 | Resp. |