XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 20 maggio 2016

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 20 maggio 2016.

      Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Amendola, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Businarolo, Calabria, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catalano, Catania, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dell'Orco, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Duranti, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Massa, Merlo, Migliore, Orlando, Gianluca Pini, Pisicchio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rizzo, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scopelliti, Scotto, Tabacci, Velo, Vignali, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 18 maggio 2016 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          CRIVELLARI e NARDUOLO: «Dichiarazione di monumento nazionale della Casa Museo Matteotti in Fratta Polesine» (3838);
          NICCHI ed altri: «Disposizioni per la tutela delle scelte procreative delle donne e per la promozione del parto fisiologico» (3839);
          GEBHARD ed altri: «Modifiche all'articolo 13 del regio decreto-legge 14 aprile 1939, n.  636, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 luglio 1939, n.  1272, nonché alla legge 8 agosto 1995, n.  335, e altre disposizioni in materia di estensione del diritto ai trattamenti pensionistici di reversibilità ai conviventi di fatto» (3840);
          GAROFALO e CAUSIN: «Istituzione del servizio di assistenza e rimorchio per le imbarcazioni da diporto» (3841);
          RAMPI ed altri: «Delega al Governo per la disciplina delle attività musicali contemporanee popolari dal vivo» (3842).

      In data 19 maggio 2016 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
          CIVATI ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n.  309, in materia di depenalizzazione dell'uso personale di sostanze stupefacenti» (3843).

      Saranno stampate e distribuite.

Trasmissioni dal Senato.

      In data 18 maggio 2016 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza la seguente proposta di legge:
          S. 1289-B. – PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: «Modifiche allo Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n.  1, in materia di enti locali, di elettorato passivo alle elezioni regionali e di iniziativa legislativa popolare» (approvata, in seconda deliberazione, dal Senato, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera) (3224-B).

      In data 19 maggio 2016 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza le seguenti proposte di legge:
          S. 1349. – Senatori MARCUCCI ed altri: «Iniziative per preservare la memoria di Giacomo Matteotti» (approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato) (3844);

      S. 1458. – REALACCI ed altri; BRATTI ed altri; DE ROSA ed altri: «Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale» (approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (68-110-1945-B).

      Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

      La proposta di legge GIAMMANCO ed altri: «Norme in materia di videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia nonché presso le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio» (1037) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Gregorio Fontana.

      La proposta di legge FOSSATI ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n.  309, in materia di depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti, di misure alternative alla detenzione e di programmi di riduzione del danno» (3413) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Vargiu.

      La proposta di legge SEGONI ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 18 aprile 2016, n.  50, in materia di inserimento di clausole sociali nei bandi di gara e negli avvisi per affidamenti di contratti di concessione e di appalti nonché di appalti e concessioni riservati e altre disposizioni per l'aggiudicazione degli appalti di servizi speciali» (3791) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Scotto.

Modifica del titolo di proposte di legge.

      La proposta di legge n.  3744, d'iniziativa dei deputati BENEDETTI ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Disposizioni concernenti il limite del contenuto di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque superficiali e sotterranee e la diminuzione dell'immissione delle stesse nell'ambiente».

Ritiro di sottoscrizione a proposte di legge.

      Il deputato Capezzone ha comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alle proposte di legge:
          MARTI ed altri: «Istituzione di un fondo per il credito in favore degli italiani all'estero per lo sviluppo del commercio e dell'artigianato» (2845);
          MARTI ed altri: «Disposizioni fiscali e di semplificazione per favorire la costituzione delle società a responsabilità limitata, al fine di facilitare l'attività d'impresa produttiva, commerciale o artigiana» (2881).

      Il deputato Nesi ha comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alla proposta di legge:
          SBERNA ed altri: «Ripristino delle festività soppresse agli effetti civili» (3064).

      Il deputato Ferrara ha comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alla proposta di legge:
          D'ATTORRE ed altri: «Modifiche al decreto-legge 28 dicembre 2013, n.  149, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n.  13, nonché al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n.  361, e altre disposizioni in materia di deposito degli statuti dei partiti e movimenti politici e di condizioni per la partecipazione alle elezioni» (3733).

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

          I Commissione (Affari costituzionali):
      S. 1289-B. – PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: «Modifiche allo Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n.  1, in materia di enti locali, di elettorato passivo alle elezioni regionali e di iniziativa legislativa popolare» (approvata, in seconda deliberazione, dal Senato con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera) (3224-B);
      BERNARDO ed altri: «Disciplina dell'attività di rappresentanza degli interessi particolari e istituzione del registro pubblico dei rappresentanti di interessi» (3758) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          VII Commissione (Cultura):
      ANDREA MAESTRI ed altri: «Modifica all'articolo 1, comma 979, della legge 28 dicembre 2015, n.  208, in materia di concessione della carta elettronica per lo sviluppo della cultura e la conoscenza del patrimonio culturale a tutti i residenti nel territorio nazionale che compiono diciotto anni nel 2016» (3802) Parere delle Commissioni I e V.

          VIII Commissione (Ambiente):
      S. 1458. – REALACCI ed altri; BRATTI ed altri; DE ROSA ed altri: «Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale» (approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (68-110-1945-B) Parere delle Commissioni I e V;
      SCOTTO ed altri: «Modifica dell'articolo 50 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n.  50, in materia di clausole sociali del bando di gara e degli avvisi per i contratti pubblici di concessione e di appalto» (3782) Parere delle Commissioni I, V, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
      CIVATI ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 18 aprile 2016, n.  50, in materia di rispetto della parità salariale tra uomo e donna nell'ambito degli appalti e delle concessioni delle pubbliche amministrazioni» (3794) Parere delle Commissioni I, V, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          X Commissione (Attività produttive):
      BENAMATI ed altri: «Delega al Governo per l'adozione del Piano nazionale per la trasformazione digitale dell'industria» (3747) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, IX (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
      RICCIATTI ed altri: «Disciplina dell'attività di ristorazione in abitazione privata» (3807) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

          XII Commissione (Affari sociali):
      GIGLI e SBERNA: «Disposizioni concernenti il diritto all'obiezione di coscienza per i farmacisti» (3805) Parere delle Commissioni I, II, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissioni dal Presidente del Senato.

      Il Presidente del Senato, con lettere in data 18 maggio 2016, ha comunicato che sono state approvate, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento del Senato, le seguenti risoluzioni della 2a Commissione (Giustizia):
          risoluzione sulla proposta di regolamento del Consiglio relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni in materia di regimi patrimoniali tra coniugi (COM(2016) 106 final) (atto Senato Doc. XVIII, n.  127), che è trasmessa alla II Commissione (Giustizia) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
          risoluzione sulla proposta di regolamento del Consiglio relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni in materia di effetti patrimoniali delle unioni registrate (COM(2016) 107 final) (atto Senato Doc. XVIII, n.  128), che è trasmessa alla II Commissione (Giustizia) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
          risoluzione sulla proposta di decisione del Consiglio che autorizza una cooperazione rafforzata nel settore della competenza, della legge applicabile, del riconoscimento e dell'esecuzione delle decisioni in materia di regimi patrimoniali delle coppie internazionali, con riferimento ai regimi patrimoniali tra coniugi e agli effetti patrimoniali delle unioni registrate (COM(2016) 108 final) (atto Senato Doc. XVIII, n.  129), che è trasmessa alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

      Il Presidente della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 13 maggio 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n.  20, la deliberazione n.  2/2016, con la quale la Sezione stessa ha approvato la relazione concernente la gestione amministrativa e finanziaria dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali.

      Questo documento è trasmesso alla II Commissione (Giustizia) e alla V Commissione (Bilancio).

      Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 17 maggio 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n.  259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), per l'esercizio 2014. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n.  259 del 1958 (Doc. XV, n.  389).

      Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

      Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 17 maggio 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n.  259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Autorità portuale di La Spezia, per l'esercizio 2014. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n.  259 del 1958 (Doc. XV, n. 390).

      Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal Ministero dell'economia e delle finanze.

      Il Ministero dell'economia e delle finanze ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, di pertinenza del centro di responsabilità «Dipartimento del tesoro», autorizzate, in data 18 aprile 2016, ai sensi dell'articolo 6, comma 14, del decreto-legge 6 luglio 2012, n.  95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.  135.

      Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministero della difesa.

      Il Ministero della difesa ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, in data 21 aprile 2016, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n.  279.

      Questo decreto è trasmesso alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

      La Commissione europea, in data 18 e 19 maggio 2016, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
          Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio concernente le opzioni per un sistema di certificazione ecologica per i prodotti della pesca e dell'acquacoltura (COM(2016) 263 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e XIII (Agricoltura);
          Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio-Relazione 2016 sui progressi compiuti nella lotta alla tratta di esseri umani a norma dell'articolo 20 della direttiva 2011/36/UE concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime (COM(2016) 267 final), che è assegnata in sede primaria alla II Commissione (Giustizia);
          Raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dell'Italia (COM(2016) 332 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
          Rettifica del regolamento delegato della Commissione, del 4 febbraio 2016, che precisa ulteriormente le circostanze in cui è necessaria l'esclusione dall'applicazione dei poteri di svalutazione o conversione ai sensi dell'articolo 44, paragrafo 3, della direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento (C(2016) 2637 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze).

      Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 19 maggio 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n.  234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
      Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
      Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro (COM(2016) 248 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento.

Trasmissione dal difensore civico della regione Toscana.

      Il difensore civico della regione Toscana, con lettera in data 10 maggio 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n.  127, la relazione sull'attività svolta dallo stesso difensore civico nell'anno 2015 (Doc. CXXVIII, n.  43).

      Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali).

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Elementi ed iniziative di competenza in merito ad una manifestazione di CasaPound prevista a Roma per il 21 maggio 2016 – 2-01375

A)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
          a seguito degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 l'organizzazione neofascista italiana CasaPound ha indetto per il 21 maggio 2016 una «mobilitazione di tutti gli uomini liberi in difesa dei confini, delle tradizioni e dell'identità per fermare il terrore e le forze malate che cinicamente lo alimentano». Lo dichiara in una nota del 15 novembre 2015 il leader del movimento Gianluca Iannone, che spiega anche come il corteo europeo di svolgerà in contemporanea a Parigi, Atene e Madrid;
          nella suddetta manifestazione – convocata in occasione dell'anniversario della morte di Dominique Venner (ideologo francese di estrema destra) – convoglieranno diverse organizzazioni dell'estrema destra europea. Roma, decorata con la medaglia d'oro al valor militare per la guerra di Liberazione, che ha subito l'eccidio delle Fosse Ardeatine, sarà teatro di un avvenimento di tale matrice, che rischia di offrire inutili tensioni ai suoi cittadini e l'ennesimo oltraggio alla sua storia;
          molti manifesti apparsi nella capitale confermano l'imminente svolgersi del corteo la cui partenza è prevista alle ore 10 da Piazza Vittorio, nel quartiere Esquilino. Il luogo scelto già prefigura a parere degli interpellanti l'intento provocatorio e xenofobo della manifestazione: esso, infatti, per Roma è un simbolo di accoglienza e integrazione, un territorio ove risiedono migliaia di immigrati;
          a Roma e nel Lazio, di recente, si sono verificati blitz e incursioni di carattere omofobo, ad opera di organizzazioni neofasciste, in sedi associative e di partito, a seguito dell'approvazione del provvedimento sulle unioni civili;
          anche in via Acqua Bullicante, al Prenestino, il 14 maggio 2016 si sono generate tensioni tra i militanti di CasaPound e i cosiddetti «antagonisti» –:
          se sia a conoscenza della suddetta manifestazione e dell'eventuale autorizzazione concessa dalla questura di Roma;
          se risultino specifiche precauzioni poste in essere dalla stessa questura e, in tal caso, se le ritenga sufficienti a garantire l'ordine pubblico, considerato anche il contestuale svolgimento della campagna elettorale per le elezioni amministrative.
(2-01375) «Miccoli, Terrosi, Andrea Romano, Beni, Culotta, Bonaccorsi, Verini, Blazina, Causi, Garavini, Murer, Amato, Montroni, Romanini, Gnecchi, Fossati, Chaouki, Malisani, Zampa, Lavagno, Carra, Stella Bianchi, Patrizia Maestri, Minnucci, Albini, Naccarato, Tidei, Gasparini, Giacobbe, Mognato, Venittelli, Carloni, Carnevali, Guerra, Roberta Agostini, Zan, Scuvera, Laforgia, Capozzolo, Marchetti, Albanella, Manzi, Di Salvo, Giorgio Piccolo, Iacono».


Chiarimenti ed iniziative di competenza circa l'attività del fondo di investimento Atlante, con particolare riferimento ai possibili rischi per i risparmiatori – 2-01377

B)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
          il Fondo Atlante è costituito come fondo di investimento alternativo chiuso riservato ed è gestito da una società privata la Quaestio Capital Management SGR S.p.A. che gestisce i fondi della società Quaestio Investments S.A. di diritto lussemburghese. La società Quaestio Investments è detenuta al 100 per cento da Quaestio Holdings S.A. e quest'ultima, a sua volta, è detenuta da Fondazione Cariplo per il 37,65 per cento Locke S.r.l. per il 22 per cento, Cassa Italiana di Previdenza ed Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti per il 18 per cento, Direzione Generale Opere Don Bosco per il 15,60 per cento e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì per il 6,75 per cento;
          Cassa Depositi e Prestiti partecipa al Fondo Atlante con 500 milioni di euro, nonostante un risultato netto negativo nel 2015 di ben 900 milioni di euro, risultato dovuto principalmente alla perdita di circa 8,8 miliardi di euro conseguita nell'esercizio 2015 da Eni di cui Cassa Depositi e Prestiti detiene il 25,76 per cento delle azioni. Si precisa che Cassa Depositi e Prestiti gestisce 252 miliardi di euro di risparmio postale dei cittadini italiani e, visto il risultato netto negativo di 900 milioni di euro, sarebbe opportuno riflettere attentamente ad un intervento nel Fondo Atlante con ulteriori 500 milioni di euro, investimento di certo poco sicuro, visto che si tratta di garanzie su aumenti di capitale di banche in difficoltà e gestione dei crediti in sofferenza degli istituti di credito;
          l'investimento pubblico, per il tramite della Società per gestione di attività e Cassa Depositi e Prestiti, sembrerebbe essere pari a circa 1,2 miliardi di euro. Altresì è doveroso richiamare l'intervento di 240 milioni di euro nel Fondo Atlante anche del gruppo Poste italiane, per il tramite della società Poste Vita S.p.A. Si ricorda che la società Poste Vita S.p.A. è partecipata al 100 per cento da Poste italiane S.p.A. che, a sua volta, è detenuta per il 60 per cento dai Ministero dell'economia e delle finanze;
          la Società per la Gestione di Attività S.G.A. S.p.A., costituita in occasione del salvataggio del Banco di Napoli nel 1997, allo scopo di recuperare i relativi crediti in sofferenza, è stata acquisita dal Ministero dell'economia e delle finanze a fronte del trasferimento delle azioni della società ad un corrispettivo non superiore a 600 mila euro;
          si apprende che la Società per la Gestione di Attività al 31 dicembre 2014 disponeva di 484 milioni di euro tra cassa e disponibilità liquide e di ulteriori 238 milioni di euro di crediti;
          da fonti stampa si apprende che la Società per la Gestione di Attività parteciperà al Fondo Atlante preposto a garantire gli aumenti di capitale di banche in difficoltà ed a rilevare crediti in sofferenza degli istituti di credito;
          il Fondo Atlante ha sottoscritto il 92 per cento dell'aumento di capitale deliberato dalla Banca Popolare di Vicenza (BPVI) pari a 1,35 miliardi di euro (il valore complessivo dell'aumento di capitale è pari a 1,5 miliardi di euro). Si precisa che sulla gestione della Banca popolare di Vicenza pendono diverse interrogazioni, esposti e denunce riguardanti presunte irregolarità sia da parte del management della banca, sia dagli organi di vigilanza Consob e Banca d'Italia, L'aumento di capitale deliberato sulla base detta normativa europea in materia di coefficienti prudenziali ha di fatto permesso la cessione del pacchetto di controllo della banca a un pool di investitori che hanno così ottenuto, grazie alla crisi di liquidità generata dall'applicazione delle norme «Basilea III» imposte dalla Banca centrale europea, con pregiudizi per l'economia locale e del relativo tessuto sociale vicentino. Si evidenzia che lo stesso Penati abbia difatti affermato «posso prenderla, posso venderla, posso fonderla, posso spaccarla, posso fare una nuova Ipo magari a un prezzo più alto, posso fare una scissione degli npl magari con qualche altra banca»;
          sulla gestione del portafoglio delle sofferenze si concentrano i maggiori rischi del Fondo Atlante:
              la sede lussemburghese a parere degli interroganti non garantisce sufficiente trasparenza per un controllo sugli effettivi investitori, e sulla gestione dei portafogli: in un contesto italiano dove le infiltrazioni mafiose nel sistema bancario sono ormai diventate una certezza (seppur risulta ancora da comprovare in taluni casi la rilevanza penale), diventa sempre più complicato, per la Direzione investigativa antimafia, il tracciamento e il controllo dei capitali di origine criminale. È altamente probabile difatti, se non inevitabile, che tali capitali proveranno a inserirsi nel ricco mercato degli NPL, dove con una semplice S.r.l. potranno puntare a utili elevatissimi, oltre che ad avere una opportunità irripetibile per soggiogare e ricattare eventuali debitori secondo le proprie esigenze e finalità, fin anche delinquere per loro conto, in cambio di dilazioni o stralci degli importi dovuti: è comprovata l'esperienza della criminalità organizzata in tema di coercizione e usura;
              i 4,25 miliardi di euro raccolti dal Fondo Atlante (già diventati 2,9 dopo l'aumento capitale della BPVI), potranno coprire solo una minima parte delle sofferenze del sistema bancario italiano. «La questione aperta è quante sofferenze sarà in grado di smobilitare Atlante con le risorse che ha a disposizione. Il moltiplicatore potrebbe essere rilevante, secondo il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, almeno 50 miliardi, un quattro del totale» (La Repubblica, 18 aprile 2016): effetto «moltiplicatore» che è stato inibito/ridotto alle 15 principali banche italiane passate sotto la vigilanza della Banca centrale europea grazie all'applicazione del CETI, che ha generato una contrazione della creazione di moneta bancaria risultata devastante, creando di fatto la crisi di liquidità odierna (unitamente a truffe come la manipolazione del tasso Euribor del 2005/2008 e il moltiplicarsi di contratti derivati sempre più spesso oggetto di indagini della magistratura ordinaria e della Corte dei Conti, che hanno sottratto ingentissime risorse in termini di liquidità della pubblica amministrazione e dei cittadini italiani), che ha portato alla impossibilità di rimborsare i prestiti contratti da società produttive e famiglie. Moltiplicatore che, in seguito all'aumento di capitale di Banca popolare di Vicenza, impedisce per gli interpellanti al Fondo Atlante di sperare di arrivare ai 50 miliardi previsti dal Ministro Padoan, che comunque risultano insufficienti a frenare gli effetti della contrazione della liquidità su accennata. Di fatto, il Fondo Atlante servirà per gli interpellanti solo a evitare l'applicazione della direttiva Bank Recovery and Resolution (BRRD) come avvenuto per il cosiddetto «Salvabanche», ma simulandone in tutto e per tutto gli effetti, in quanto, senza alcuna possibilità di scelta, coloro che avevano investito in Banca Popolare di Vicenza si ritrovano, a giudizio degli interpellanti, con perdite e svalutazioni ingentissime e una politica bancaria totalmente estranea a quella a cui avevano aderito, propria di una banca popolare;
          a conferma del collegamento tra attività bancarie e attività fraudolente, fonti di stampa hanno ad esempio ampiamente riportato il caso dell'ex giudice Antonio Lollo, che interveniva ad «accomodare» le pratiche di recupero e cessione crediti: «Concluso a Perugia, nel corso dell'incidente probatorio svoltosi davanti al gip Lidia Brutti, l'esame da parte dei pm di Antonio Lollo. L'ormai ex giudice, ritenuto al centro di un sistema corruttivo costruito attorno ai fallimenti disposti dal Tribunale di Latina, ha ammesso ancora di ricevere mazzette dai professionisti che nominava, negando però di aver minacciato i curatori Luciano Lodo e Alberto Polonio e che la moglie e la suocera fossero parte degli affari illeciti. (...) Dagli atti d'indagine emerge intanto che i presunti aderenti al sistema corruttivo sembra stessero pensando anche a concordare le nomine degli avvocati, come specifica la Mobile in un'informativa inviata a Perugia. Il 17 marzo scorso, poco prima degli arresti, gli investigatori hanno intercettato una conversazione tra Lollo, la moglie Antonia Lusena e il commercialista Raffaele Ranucci. I tre parlavano delle indagini in corso, di cui avevano avuto notizia certa dopo la perquisizione subita dall'indagato Marco Viola»;
          la cessione delle sofferenze, come si è detto, non è una soluzione. I 200 miliardi di euro di sofferenze, con un valore contabile del 40 per cento (80 miliardi di euro), se venissero acquistate al 20 per cento (all'incirca il valore adottato da Ministero dell'economia e delle finanze e dalla Banca centrale europea per lo pseudo «salvabanche»), porterebbero nelle casse delle banche cedenti 40 miliardi di euro. Il patron di Quaestio ha però lasciato intendere un prezzo di acquisto ricompreso fra il valore contabile e il presunto valore di mercato: al 30 per cento, si tratterebbe di 60 miliardi di euro. Fondo Atlante ne possiede ora solamente 2,9. Certamente l'effetto moltiplicatore che sarebbe interessante il Governo spiegasse ai cittadini in cosa in realtà consista e quali danni economici crei allo Stato Italiano in termini di mancato gettito erariale) coprirebbe quasi una metà del presunto valore di cessione delle sofferenze, ma l'istituzione stessa del Fondo Atlante ha sottratto quella stessa liquidità da altri tipi di interventi. I miliardi sottratti al sistema bancario italiano tra il Fondo Atlante e il Fondo di risoluzione hanno comportato di fatto, per gli interpellanti, una ulteriore contrazione delle disponibilità liquide del sistema bancario stesso, togliendo fondi (e relativo effetto moltiplicatore) alla galassia di banche territoriali e quindi all'economia reale, che avrebbero potuto rimettere in moto il flusso di transazioni finanziarie, che avrebbero per nesso quantomeno il parziale recupero dei capitali «incagliati», evitando nuove sofferenze e aiutando a trovare soluzioni per quelle in essere. La cessione delle sofferenze quindi, di fatto non è una soluzione. I capitali sottratti al sistema bancario per alimentare i «Fondi» riducono le capacità di investimento dei singoli istituti. Se tali istituti bancari riuscissero a vendere poi le sofferenze (ai fondi a al mercato) a quei prezzi, il ricavato andrebbe a consolidare gli indici patrimoniali imposti al sistema bancario (tramite la Banca centrale europea), sottraendoli di fatto nuovamente all'erogazione di nuovi finanziamenti all'economia reale. Dal 1992 a oggi, dopo l'abolizione della separazione bancaria, è avvenuto un cambiamento radicale della struttura economico/finanziaria delle banche, dove l'effetto moltiplicatore ha comportato nel tempo un trasferimento della redditività degli istituti di credito: dal classico comparto relativo alla mediazione del credito, fatto di componenti finanziari tali interessi e commissioni, al ben più redditizio settore della speculazione finanziaria e degli espropri dei beni a garanzia dei finanziamenti concessi ai clienti. Emblematico in tal senso è per gli interpellanti l'efficientissimo operato degli ultimi Governi, Renzi in testa, in termini di ipoteche immobiliari, patti «marciani e commissori», pegni mobiliari non possessori e via dicendo;
          come riportato dal sito http://www. beppegrillo.it/movimento/parlamentoeuro peo/2016/05/il-fondoatlante-pros.html sembra che: «Ad oggi, gli unici soldi liquidi a disposizione di Atlante sono, appunto, quelli a fini pensionistici: Poste Vita, Cassa Depositi e Prestiti, Cattolica, Generali, Allianz. Il Ministro Pier Carlo Padoan deve assolutamente rispondere di questa totale follia e, in caso non fosse fondata, smentirla pubblicamente. Nel più breve tempo possibile;
          come vi sentireste se i vostri fondi pensione fossero usati per l'aumento di capitale della Banca Popolare ? Siamo andati oltre il bail-in e lo facciamo mascherando un sistema che, analizzando le carte sulla vicenda BPVi, sappiamo essere stato orchestrato in maniera strategica con la connivenza di grandi aziende, dirigenti della banca stessa e Banca d'Italia»  –:
          se il Ministro interpellato intenda partecipare, per il tramite della Società per la Gestione di Attività S.G.A. S.p.A., al Fondo Atlante;
          sulla base di quali motivazioni il Governo ritenga che il Fondo Atlante sia una soluzione generale plausibile alle sofferenze delle banche, e secondo quale teoria;
          se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative per una gestione interna delle sofferenze, in maniera che siano valutati i casi specifici per ogni singola banca e per tipologie di sofferenze, sia individuata per ogni singolo caso quale sia la migliore soluzione per il recupero dei crediti, la ristrutturazione del debito e quindi per la gestione dei crediti in sofferenza in generale;
          se il Governo abbia valutato gli effetti di politiche che appaiono agli interpellanti di sostanziale accanimento nei confronti dei debitori delle banche, che potrebbero concretizzare uno shock per il sistema economico, finanziario e produttivo italiano, tale da portare al fallimento di ulteriori migliaia di imprese;
          se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative, per quanto di competenza, presso le opportune sedi istituzionali, volte a prorogare l'entrata in vigore dei nuovi e più stringenti requisiti patrimoniali delle banche e delle società finanziarie;
          quali siano gli orientamenti del Governo, per quanto di competenza, in relazione alla gestione delle sofferenze da parte del gruppo Quaestio, costituito anche da società di diritto lussemburghese, che ad avviso degli interpellanti appare alquanto rischiosa;
          se il Governo, nel caso si concretizzasse la partecipazione pubblica al Fondo Atlante attraverso S.G.A. S.p.a. con i suoi 600 milioni di liquidità, non ritenga che possano prodursi indebiti vantaggi per i gestori del fondo, tra i quali Banca Intesa, che potrebbe così ottenere quei ricavi creati attraverso la stessa S.G.A.;
          se il Governo ritenga che un intervento di Cassa Depositi e Prestiti nel Fondo Atlante con 500 milioni di euro, nonostante un risultato netto negativo nel 2015 di ben 900 milioni di euro, possa presentare rischi eccessivi per il risparmio postale dei cittadini italiani;
          se non intenda valutare l'effettiva coerenza del meccanismo di cui in premessa con quanto stabilito dai regolamenti di Basilea che, per riuscire a limitare la produzione di moneta bancaria, chiedono una sempre maggiore patrimonializzazione delle banche, tale da imporre le smobilizzazioni dei crediti in sofferenza per rientrare nei parametri minimi, atteso che pare tarsi riferimento a un soggetto che potrà intervenire solo grazie a quell'effetto moltiplicatore che si sta cercando di limitare;
          se in previsione dell'attività del Fondo Atlante sia stato richiesto un intervento particolare dell'Unità informazione finanziaria sul monitoraggio dei capitali impiegati;
          in merito all'attività del Fondo Atlante, se risulti al Governo che la partecipazione dei fondi pensione e delle imprese assicurative implichi un rischio di perdita patrimoniale per i soli azionisti delle relative società ovvero anche per gli assicurati ed i pensionati;
          se risulti al Governo che sia stato sostanzialmente consentito alle imprese assicurative di usare le riserve tecniche per gli investimenti nel Fondo Atlante e in caso positivo se risultino i motivi;
          se il Governo abbia assunto iniziative per verificare le stime che parlano di un ritorno del 6 per cento per gli investitori del Fondo Atlante, valutazioni che, secondo gli interpellanti, risultano quantomeno ottimistiche, vista la condizione delle banche che Atlante sta ricapitalizzando o sta per ricapitalizzare e i benchmark correnti che si stanno formando sui prezzi delle sofferenze bancarie;
          quali iniziative normative il Governo, per quanto di competenza, intenda adottare affinché siano definite puntualmente le responsabilità e sanzionate le governance e i management delle banche con elevati livelli di NPL (Non Performing Loans), indice di bassa qualità dei rapporti con la clientela e di carenze nella valutazione dei rischi e delle controparti.
(2-01377) «Pesco, Alberti, Pisano, Villarosa, D'Incà».


Elementi ed iniziative relative alle condanne e alla procedura di infrazione in corso per l'attuazione della direttiva europea concernente il trattamento delle acque reflue urbane – 2-01373

C)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
          da mesi alcune testate giornalistiche, tra le quali avvenire.it, annunciano l'arrivo della condanna europea relativa alle procedure di infrazione aperte contro l'Italia per la drammatica situazione relativa ai sistemi di collettamento depurazione e fognatura del nostro Paese. In uno degli ultimi articoli si legge che «l'Italia dovrà pagare a partire dal 2016 ben 480 milioni l'anno di sanzioni. Poi si andrà avanti a “botte” di quasi 800 mila euro al giorno fino a quando le opere non saranno terminate e rientrando nei limiti delle norme». E anche «Un ritardo che ci ha provocato varie condanne della Corte Ue per le quali, secondo calcoli di Palazzo Chigi, quest'anno dovremo cominciare a pagare circa 480 milioni. Ma anche qui scatterà la rivalsa. E i conti sarebbero già stati fatti: 185 milioni la Sicilia, 74 la Lombardia, 66 il Friuli, 38 la Calabria, 21 la Campania, 19 la Puglia e la Sardegna, 18 la Liguria, 11 le Marche, 8 l'Abruzzo, 7 il Lazio, 5 Valle d'Aosta e Veneto. Per ora»;
          su questo argomento i deputati del M5S hanno depositato numerosi atti di sindacato ispettivo per lo più rimasti senza risposta, ma anche diversi ordini del giorno approvati ma mai concretamente implementati;
          quello che si sa, tramite il portale «#italiasicura», è che la Commissione europea, visti i gravi ritardi dell'Italia nel rispetto della direttiva comunitaria che prevede da oltre dieci anni la messa a norma dei sistemi fognari e depurativi, ha comunicato al Governo italiano che, nei prossimi mesi, proporrà alla Corte di giustizia europea l'ammontare delle sanzioni che l'Italia dovrà pagare per non aver risolto i problemi accertati dalla sentenza di condanna del 2012, relativa a 72 agglomerati urbani situati principalmente nel Mezzogiorno; nel frattempo, sono stati nominati commissari governativi per la realizzazione di fognature e impianti per la depurazione, in Sicilia, in Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Veneto;
          proprio nel 2012, la delibera Cipe del 30 aprile 2012, n.   60, aveva destinato alle regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia) la somma complessiva di euro 1.643.099.690,59 a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013, per interventi che attengono ai settori del collettamento e depurazione delle acque;
          all'interrogazione a risposta immediata in commissione n.   5-05774 del giugno 2015 è stato risposto che: «Relativamente all'articolo 7, comma 6, del decreto-legge n.   133 dell'11 settembre 2014 (Sblocca Italia), che prevede la costituzione di un fondo, presso il Ministero dell'ambiente, da alimentare mediante la revoca delle risorse stanziate dal Cipe con la delibera 30 aprile 2012, n.   60 del 2012 destinate a 183 interventi nel settore della depurazione, per i quali ricorrano alcuni presupposti di impossibilità tecnica, progettuale, urbanistica, o di inerzia e alla data del 30 settembre 2014, non fossero stati assunti atti giuridicamente vincolanti. Sul punto si rappresenta che, sebbene la disposizione rimandi all'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la fissazione di criteri, modalità ed entità delle risorse da destinare al finanziamento degli interventi sempre in materia di adeguamento dei sistemi depurativi, la stessa norma non ha previsto l'assegnazione delle risorse revocate in «entrata di bilancio dello Stato». Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, a quanto consta all'interpellante, da mesi avrebbe predisposto un emendamento per colmare il vuoto normativo, ma tale modifica ad oggi non ha trovato alcuna collocazione nei provvedimenti legislativi approvati. A quanto risulta all'interpellante il testo si troverebbe attualmente all'esame dei competenti uffici della Presidenza del Consiglio dei ministri;
          martedì 4 agosto 2015, nella seduta n.   475, il Governo ha accolto l'ordine del giorno Daga n.   9/3262/40, che impegna il Governo ad intervenire quanto prima in relazione al fondo per le risorse idriche di cui in premessa, inserendo in uno dei prossimi provvedimenti all'esame di quest'Aula la disposizione che prevede l'assegnazione delle risorse revocate «in entrata di bilancio dello Stato». L'attuazione di tale impegno risulta tuttora inattuata;
          il Cipe con delibera 21/2014 stabilisce che: «La data del 31 dicembre 2015 è fissata quale termine ultimo per l'assunzione delle OGV (Ordinanze Giuridicamente Vincolanti) per il complesso delle risorse assegnate alle Amministrazioni centrali e regionali per l'intero ciclo di programmazione del FSC 2007-2013, ivi incluse le riprogrammazioni di cui al precedente punto 4. Il mancato rispetto della predetta scadenza del 31 dicembre 2015 comporterà, per i primi sei mesi, l'applicazione di una sanzione complessiva pari al 1,5 per cento. Decorso inutilmente tale termine le risorse saranno definitivamente revocate e rientreranno nella disponibilità di questo Comitato»;
          ad oggi, solo la regione siciliana, a seguito della delibera Cipe 93/2015 «Parziale riprogrammazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) 2000-2006 e 2007-2013» e della successiva delibera Cipe 94/2015 «Programma di azione e coesione 2014-2020 programma complementare – prima assegnazione di risorse», ha evitato la revoca delle risorse previste per gli interventi della delibera Cipe 60/2012 finanziate dal FSC 2007/2013, riuscendo ad utilizzare le somme «in scadenza» per il risanamento della finanza pubblica, per il co-finanziamento della programmazione comunitaria 2007-2013 e per interventi per la continuità delle attività di difesa del patrimonio boschivo, andando ad utilizzare, grazie alla delibera 94/2015, il PAC 2014/2020 per rifinanziare gli interventi de-finanziati in precedenza (si veda al proposito: Repubblica.it del 14 ottobre 2015);
          ad oggi, molti interventi delle regioni interessate dalla delibera Cipe 60/2012 (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna) non hanno prodotto le ordinanze giuridicamente vincolanti indispensabili per scongiurare la revoca del finanziamento stabilito, prevista per il 30 giugno 2016. A giudizio dell'interpellante i finanziamenti per gli interventi che dovevano essere sbloccati, attraverso i commissariamenti voluti dal Governo, onde evitare il rischio di ulteriori procedure di infrazione, rischiano invece di essere revocati senza l'avvio di alcun lavoro per il risanamento di gran parte del territorio italiano interessato;
          non si conoscono inoltre i motivi per i quali i commissari nominati già da parecchi mesi non abbiano ancora prodotto le Ogv necessarie per gli interventi previsti dalla delibera Cipe n.  60/2012  –:
          se il Governo possa fornire un aggiornamento sull’iter della terza condanna da parte dell'Unione europea, per inadempienza relativa alla direttiva 91/271/CEE sui sistemi di collettamento e depurazione delle acque e sull'eventuale ammontare;
          se il Governo sia in grado di fornire un quadro completo della situazione relativa a depurazioni e fognature in Italia ed anche in merito ai fondi necessari per risolvere la situazione con annesso piano d'azione;
          in che modo, da chi e con quali fondi verranno pagate le sanzioni previste dall'Unione europea che rischiano di gravare sulle casse dei comuni, per le inadempienze dei gestori;
          quali siano stati i motivi ostativi alla realizzazione degli interventi già previsti e finanziati dalla delibera del Cipe n.  60 del 2012 e da un anno, oggetto di commissariamento e se il Governo intenda chiarire il funzionamento delle contabilità speciali aperte dai commissari governativi di cui in premessa al momento della nomina;
          quali iniziative il Governo intenda adottare per evitare che, alla luce della delibera Cipe n.  21/2014, vengano revocati i finanziamenti per gli interventi di collettamento, fognatura e depurazione, oggetto di procedura di infrazione o di provvedimento di condanna della Corte di giustizia dell'Unione europea in ordine all'applicazione della direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane, previsti nella delibera Cipe n.  60/2012, prevedendo, qualora fosse possibile, una proroga del termine ultimo per la revoca.
(2-01373) «Villarosa, Terzoni, Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Micillo, Zolezzi, Gallinella, Luigi Gallo, Grande, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lupo, Marzana, Nuti, Pesco, Petraroli, Pisano, Rizzo, Paolo Nicolò Romano, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Spadoni, Tofalo, Toninelli, Tripiedi, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli».