XVII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 652 di martedì 12 luglio 2016
Pag. 1PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI
La seduta comincia alle 10.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Baretta, Bindi, Brambilla, Catania, Cicchitto, Damiano, De Menech, Epifani, Faraone, Gentiloni Silveri, Greco, Manciulli, Mazziotti Di Celso, Meta, Nicoletti, Piccoli Nardelli, Scanu e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centoquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
(Chiarimenti e iniziative in relazione all'attività della centrale termoelettrica di Napoli Levante della società Tirreno Power – n. 3-01278)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Luigi Gallo ed altri n. 3-01278, concernente chiarimenti e iniziative in relazione all'attività della centrale termoelettrica di Napoli Levante della società Tirreno Power (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Antonello Giacomelli, ha facoltà di rispondere. Prego, sottosegretario.
ANTONELLO GIACOMELLI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Grazie, Presidente. In data 18 maggio 2005, con il provvedimento n. 55 del 2005, la società Tirreno Power è stata autorizzata dal Mise alla trasformazione dell'esistente centrale termoelettrica di Napoli Levante, allora alimentata a olio combustibile e gas naturale, in un impianto a ciclo combinato alimentato a gas naturale, con relative opere connesse ed infrastrutture indispensabili al funzionamento della centrale medesima.
Relativamente al processo autorizzativo, vorrei far presente che l'autorizzazione in questione, così come tutte le autorizzazioni del genere, è stata rilasciata dal Ministero citato a seguito di un procedimento Pag. 2unico complesso, attivato su istanza di parte e condotto ai sensi della legge n. 55 del 2002 e secondo i dettami della legge n. 241 del 1990, cioè, attraverso il modulo procedimentale della Conferenza dei servizi. È in questo ambito che sono stati coinvolti gli enti locali, cioè regione, provincia e comune territorialmente interessati e le amministrazioni statali poste a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini.
Condizione imprescindibile per il rilascio del titolo autorizzativo è stata una valutazione ambientale favorevole dell'iniziativa e l'intesa regionale. A questo riguardo, evidenzio ancora che il Mise per concludere il procedimento autorizzativo ha acquisito preliminarmente le determinazioni del Dicastero dell'ambiente, il quale, attraverso un autonomo procedimento di valutazione, ha comunicato quanto segue. Cito testualmente: «Si ritiene che gli interventi di miglioramento ambientale e trasformazione della centrale di Napoli Levante – proponente Tirreno Power – sopra descritti determinino un miglioramento generalizzato delle condizioni ambientali rispetto all'impianto attuale, nella sua configurazione autorizzata e che, comunque, non sussistano fattori che possano causare ripercussioni sull'ambiente. Pertanto, gli stessi possono essere esclusi dall'assoggettamento alla procedura di valutazione di impatto ambientale, di cui all'articolo 6 della legge n. 349 del 1986, a condizione che vengano puntualmente rispettate le prescrizioni».
Per quanto riguarda la pianificazione urbanistica comunale, l'articolo 1, comma 3, della legge n. 55 del 2002, a cui prima facevo riferimento, dispone che, qualora le opere di cui al comma 1 comportino variazioni degli strumenti urbanistici e del piano regolatore portuale, il rilascio dell'autorizzazione ha effetto di variante urbanistica. È in merito a questa disposizione normativa che il TAR di Salerno, nella sentenza n. 1418 del 2006, ha precisato, anche qui cito testualmente: «che, nel procedimento unico, di cui all'articolo 1 della legge n. 55 del 2002, non risulta scandita alcuna fase subprocedimentale inerente alla valutazione di compatibilità urbanistica (essendo all'incontro statuito che, qualora le opere di cui al comma 1 comportino variazioni degli strumenti urbanistici (...), il rilascio dell'autorizzazione ha effetto di variante urbanistica); che, del resto» – cito sempre la sentenza – «la citata Corte costituzionale, nel 2004, si è in proposito espressa nel senso che anche la legislazione preesistente conosce numerose fattispecie nelle quali alcuni atti espressivi delle scelte urbanistiche dei comuni cedono dinanzi agli atti finali dei procedimenti adeguatamente partecipati di determinazione dei lavori pubblici di interesse generale».
Inoltre, il Consiglio di Stato, con sentenza sempre del 2004, precisa quanto segue. Cito testualmente: «In ultimo si rileva che, anche ove l'autorizzazione ministeriale non fosse da ricollegare ad un effetto automatico di variante, il comune sarebbe obbligato ad adottare un atto conforme alla localizzazione decisa dal Ministero».
Relativamente, invece, alla verifica dell'iter seguito per il riesame del rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale citata nell'atto ispettivo, vorrei far presente che la disciplina dell'Autorizzazione integrata ambientale (AIA) è stata completamente recepita nel contesto normativo italiano dal decreto legislativo n. 59 del 2005 e che, nelle more del completo recepimento della direttiva, le autorizzazioni alla costruzione e all'esercizio degli impianti termoelettrici rilasciate dal MISE includevano anche le AIA.
In riscontro ad una richiesta avanzata dall'allora Ministro dell'ambiente nel mese di dicembre 2007, il Ministero dello sviluppo economico ha avviato una verifica circa l'eventuale riesame delle autorizzazioni, comprensive di AIA, rilasciate dallo stesso Ministero. Secondo il Ministero dell'ambiente, tenuto conto della diretta applicabilità della direttiva in questione, le autorizzazioni rilasciate dal MISE non contenevano tutti gli elementi richiesti dalla menzionata direttiva, con riferimento all'individuazione delle migliori tecnologie disponibili, alla gestione delle situazioni Pag. 3diverse dal normale esercizio, alla programmazione di monitoraggi e controlli, alla partecipazione del pubblico al procedimento di AIA. In tali autorizzazioni da verificare rientrava anche quella relativa all'impianto di Napoli Levante.
Il procedimento ha portato alla convocazione, tra marzo 2007 e giugno 2008, di diciassette riunioni della Conferenza di servizi per i diciassette impianti per cui era ancora pendente il procedimento di verifica. A seguito delle Conferenze di servizi, tenuto conto dell'attività istruttoria svolta, il MISE, con nota n. 34504 del 2008, ha comunicato l'esito delle verifiche effettuate. Con questa nota il MISE ha individuato la carenza, nei precedenti provvedimenti autorizzativi, dei valori limite di emissione delle polveri, nonché dell'approvazione, in base al parere reso da ISPRA, del Piano di monitoraggio e controllo, incluse le procedure di gestione delle situazioni diverse dal normale esercizio.
Tuttavia, le carenze riscontrate non risultavano tali da configurare modifiche sostanziali agli impianti. Inoltre, per il solo impianto di Napoli Levante, autorizzato a seguito di un procedimento di esclusione dalla procedura di VIA e, pertanto, senza esperire la fase di consultazione del pubblico, questa amministrazione ha provveduto a comunicare al Ministero dell'ambiente che, nell'ambito del procedimento di riesame, si sarebbe dovuta avviare anche la fase di consultazione del pubblico non esperita in precedenza.
La Tirreno Power ha chiesto, però, al Ministero dell'ambiente il rinnovo anticipato dell'Autorizzazione integrata ambientale e, pertanto, in accordo con quanto prospettato dallo stesso Ministero dell'ambiente e condiviso dalle amministrazioni coinvolte, il riesame è confluito nel più ampio procedimento di rinnovo dell'AIA, nel cui ambito si è esplicata la partecipazione del pubblico di cui lamenta la mancanza l'interrogante. Il suddetto procedimento si è concluso con il decreto AIA n. 320 del 12 novembre 2013.
Al provvedimento di Autorizzazione integrata ambientale si rimanda per quanto concerne l'esercizio dell'impianto e, in particolare, per gli aspetti citati dal collega interrogante attinenti il rumore, gli scarichi idrici, la gestione degli eventi incidentali.
Per quanto attiene l'ottemperanza delle prescrizioni contenute nel provvedimento autorizzativo, con particolare riferimento alle prescrizioni del Ministero dei beni e delle attività culturali, si ricorda il principio generale per cui la verifica delle prescrizioni compete alle stesse amministrazioni che le hanno apposte nel corso del procedimento autorizzativo, se non diversamente disposto. In ogni caso, dall'ultimo rapporto inviato da Tirreno Power sullo stato di avanzamento dell'iniziativa risulta che il Ministero dei beni e delle attività culturali ha demandato la verifica di ottemperanza delle sue prescrizioni all'autorità portuale di Napoli nell'ambito del progetto di VIA per l'adeguamento della darsena di Levante a terminale contenitori.
Non risultano, infine, istanze relative alla realizzazione di nuove unità produttive da realizzarsi presso la centrale di Napoli Levante.
PRESIDENTE. Il deputato Luigi Gallo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione. Prego onorevole, ha cinque minuti.
LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Non sono soddisfatto, perché il Governo, naturalmente, ha rigettato tutte le nostre osservazioni rispetto alla centrale Tirreno Power a Napoli est. Noi dobbiamo ricordare anche che, nonostante tutte le autorizzazioni, nonostante tutte le procedure burocratiche, oggi, a Savona, troviamo che la centrale a carbone di Vado Ligure, sempre della Tirreno Power, è sotto processo perché la Procura sospetta che 400 persone siano morte per ragioni legate alle emissioni inquinanti e altre migliaia colpite da gravi infezioni respiratorie. Eppure la Tirreno Power ha prodotto, con quella sola centrale, 1 miliardo di euro di profitti e assicurato la distribuzione effettiva di utili ai soci pari ad almeno 700 milioni di Pag. 4euro. A Napoli governava il centrosinistra quando è avvenuto questo scempio di riconversione; le lobby in quel caso erano quelle di Tirreno Power, ovvero la famiglia di De Benedetti, che è uscito solo nel marzo del 2015 dall'azionariato di Tirreno Power e dal 2007 al 2011 è stato addirittura socio maggioritario. Poi ci sono i francesi di Suez, più due municipalizzate rosse, tanto per cambiare. È quello stesso De Benedetti, presidente del gruppo editoriale L'Espresso, che vuole dettare la linea al PD per cambiare la legge elettorale. Di cosa ha paura De Benedetti ? Teme per le sue aziende ? La loro sorte la deciderà il mercato, non più il PD. Forse è il caso di ricordare che è, grazie al PD, che la multinazionale francese Suez controlla anche le nostre acque con ACEA, altro che acqua pubblica, e così la nostra sovranità è svenduta alle multinazionale francesi. Così, grazie a queste illustri influenze, le lobby dettano le regole anche nel piano regolatore di Napoli e calpestano i soliti cittadini che sono inutili quando governano i partiti e utili solo una volta ogni cinque anni quando esprimono il loro voto. Infatti lì dove c’è la centrale termoelettrica, doveva nascere una struttura dedicata ai giovani e alla musica, ed invece inizia l'incubo. La Tirreno Power S.p.A. nel giugno del 2004 ha attivato la procedura per costruire la nuova centrale turbogas di Vigliena chiedendo ed ottenendo la non assoggettabilità alla procedura VIA, essendo l'impianto effettivamente realizzato sostanzialmente diverso da quello precedente. A giudizio degli interroganti si doveva procedere all'adempimento della VIA. Che quella costruita sia una centrale ex novo lo si evince dalla numerosa documentazione prodotta e riferita in questa interrogazione, che è agli atti del Parlamento. Il punto in questione non è marginale, poiché la VIA potrebbe mettere in luce una sicura incompatibilità della struttura con il territorio ed è questo forse il motivo per cui il Ministero dell'ambiente non risponde. Inoltre, con questo giochetto che spaccerebbe la nuova centrale come riconversione della vecchia centrale, la Tirreno Power risparmia anche consistenti contributi ed oneri economici. In un contesto di particolare degrado dell'area dal punto di vista ambientale, in cui è stata disposta un'indagine epidemiologica, il lavoro delle lobby è riuscito anche a promuovere un nuovo terminal di levante attualmente in costruzione e che costituirà di fatto un unicum con l'area della centrale termoelettrica. Si tratta di un'infrastruttura invasiva che presenta molteplici fattori di criticità, come pure si evince dalla lettura del relativo decreto di VIA con mega porte container, che dovranno scaricare sui moli Vigliena le loro merci. Per effetto di questo progetto la centrale si ritroverà ad essere incastonata tra le banchine del porto, le stesse condotte atte a prelevare e ad immettere acqua nel mare indispensabili per il raffreddamento della centrale saranno collocate nel punto in cui dovranno essere ormeggiate le navi. Tutto questo considerando che è in zona rossa per la presenza del Vesuvio, tra i più famosi e studiati vulcani attivi al mondo. Per questo abbiamo chiesto il riesame del rilascio dell'Autorizzazione integrale ambientale ma il Governo non vuole procedere in questa direzione, si prenderà tutte le responsabilità, anche quelle che emergono negli ultimi anni dove l'ARPA, in merito a campionamenti del mare della zona, ha evidenziato odori di idrocarburi presenti in notevoli quantità, un colore giallo chiaro con assenza di schiuma del campione, oltre a inquinamenti acustici che rendono impossibile la vita nelle abitazioni proprio messe a ridosso della centrale.
(Elementi in ordine ai rischi fitosanitari derivanti dal parassita Popillia japonica e iniziative per contrastarne la diffusione – nn. 3-02376 e 3-02381)
PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Taricco ed altri n. 3-02376 e Parentela ed altri n. 3-02381, concernenti elementi in ordine ai rischi fitosanitari derivanti dal parassita Popillia japonica e iniziative per contrastarne la diffusione, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno Pag. 5svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signora Presidente, onorevoli deputati, considerata l'analoga questione rappresentata nell'interrogazione, ho ritenuto opportuno rispondere congiuntamente, così come opportunamente ribadito dalla Presidenza. Stiamo affrontando con tutti gli strumenti a disposizione la questione relativa alla diffusione nel nostro territorio dell'organismo nocivo da quarantena Popillia japonica. Nel nostro Paese la presenza di Popillia japonica è stata segnalata nel luglio del 2014 nel Parco del Ticino, in un'area ricadente tra le regioni Lombardia e Piemonte. I competenti servizi fitosanitari regionali si sono prontamente attivati per condurre monitoraggi intensivi nelle aree colpite, sia sulle larve, sia sul terreno che sugli adulti, al fine di definire l'estensione dell'infestazione e le misure fitosanitarie prioritarie da attuare. Sulla base dei dati di cattura delle trappole posizionate in tutta l'area, i predetti servizi hanno istituito ufficialmente una zona delimitata, costituita da una zona infestata e una zona cuscinetto circostante e avviata un'attività di divulgazione. Considerato l'elevato rischio fitosanitario, la problematica è stata più volte discussa anche in ambito di Comitato fitosanitario nazionale, dove sono state identificate le misure fitosanitarie da adottare in via prioritaria per contrastare il diffondersi dell'insetto, e rappresentata in ambito europeo in particolare al Comitato fitosanitario permanente del 27 e 28 ottobre del 2014. Pertanto, per rendere uniforme la disciplina su tutto il territorio nazionale e predisporre un monitoraggio capillare in tutte le regioni, abbiamo predisposto uno specifico decreto ministeriale relativo alle misure fitosanitarie d'emergenza, condiviso nel Comitato fitosanitario nazionale, che ha espresso il parere favorevole nella seduta del 24 febbraio del 2016. Il decreto ministeriale è attualmente in corso di registrazione alla Corte dei conti. Nello specifico, per le attività vivaistiche che ricadono nelle aree infestate, sono state previste disposizioni fitosanitarie per lo spostamento dei vegetali e dei tappeti erbosi in modo da evitare il trasporto passivo di larve dell'insetto presenti nel terreno associato alle radici. Peraltro, per definire le modalità di intervento più idonee in relazione alle dimensioni della popolazione dell'insetto nelle varie aree, è stato concordato con le regioni interessate l'istituzione di uno specifico gruppo di lavoro tecnico-scientifico a cui parteciperanno degli esperti oltre che del Ministero delle politiche agricole anche dei servizi fitosanitari regionali e anche del mondo universitario e quindi del mondo accademico. Con l'occasione faccio presente che allo stato attuale, per le misure di supporto finanziario relative al contenimento dell'organismo nocivo, è possibile intervenire attraverso i piani di sviluppo rurale da parte delle regioni interessate, mediante interventi conformi all'articolo 18 del Regolamento UE n. 1305 del 2013 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo agricolo per lo sviluppo rurale. In particolare, tra le tipologie di supporto che la misura può coprire, sono previsti tra l'altro gli investimenti per il ripristino del suolo agricolo e il potenziale produttivo di aree colpite da disastri naturali, condizioni climatiche avverse ed eventi catastrofici. Faccio presente inoltre che il citato Regolamento, all'articolo 21, comma 1, lettera c) e all'articolo 24, introduce anche misure di sostegno in campo forestale. Pertanto, considerando che le aree colpite da parassiti rientrano nell'ambito delle aree naturali protette annoverate nella rete Natura 2000, tali misure potrebbero essere applicate al caso che gli interroganti hanno posto stamattina in Aula.
PRESIDENTE. Il deputato Taricco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
MINO TARICCO. Signora Presidente, io ringrazio il sottosegretario per il lavoro Pag. 6che è stato portato avanti che credo vada nella direzione giusta, e mi permetto di esprimere due considerazioni. La prima: credo sia fondamentale prestare veramente la massima attenzione a questo parassita per ciò che sta accadendo in altre aree del mondo. Voglio solo ricordare che negli Stati Uniti la presenza di questo parassita è catalogata come il terzo più pericoloso parassita esistente negli Stati Uniti e crea la necessità di investimenti da parte del bilancio federale di 460 milioni di euro all'anno per la cura, il contenimento, la ricerca e la lotta a questo parassita. Quindi, da questo punto di vista credo sia assolutamente necessario, come dire, sicuramente intervenire per tutte le misure di prevenzione. Credo che qui poi serva un grande investimento in ricerca, soprattutto finalizzato a capire se esistano, là dove proviene questo parassita, eventuali antagonisti naturali che possano limitare l'insediamento di questo parassita. La velocità con cui lo abbiamo visto insediarsi nelle aree del Ticino nell'arco di un anno credo debba far suscitare tutte le attenzioni di allarme.
Mi permetto ancora di ricordare, visto che parliamo di questo, che noi avevamo presentato, nell'agosto 2015, questa interrogazione relativamente alla Popillia Japonica. Nel dicembre del 2015 abbiamo presentato una risoluzione in Commissione che, oltre alla Popillia Japonica, affrontava anche il tema relativo alla cimice asiatica, che è un altro problema di portata altrettanto importante. Credo che su entrambi questi parassiti serva un grande investimento oltre che di coordinamento delle misure di prevenzione anche di ricerca, perché credo che l'esperienza di questi anni ci dice che, con la lotta chimica tradizionale, probabilmente riusciamo a contenere i danni ma per breve tempo; poi il problema rischia di sfuggirci di mano se non rientrano in pista delle misure che siano capaci di contenere veramente l'espansione di questi parassiti e credo che la strada da verificare, con quel comitato che avete insediato alla luce del decreto di cui il sottosegretario ha parlato, sia assolutamente quella di verificare la possibilità del recupero di antagonisti naturali di questi parassiti. Abbiamo visto con la Dryocosmus, cinipide galligeno, che alla fine, dopo tutta una serie di sperimentazioni, l'unica modalità con cui si è riuscito a bloccare e a ricostruire un equilibrio naturale è stato attraverso l'introduzione del Torymus, il suo antagonista naturale. Credo che per questi parassiti serva un forte investimento, anche a livello economico, in ricerca. Le misure del PSR vanno bene, ma servono, come dire, a mitigare i danni là dove i danni sono avvenuti. Credo che l'investimento forte, di cui anche nell'interrogazione parlavamo, era soprattutto finalizzato alla ricerca per cercare di prevenire danni ancora più grandi.
Mi considero soddisfatto di ciò che il Ministero ha intrapreso e ringrazio il sottosegretario per questo, ma credo che l'investimento debba essere forte e continuo soprattutto – ripeto – in direzione della ricerca.
PRESIDENTE. Il deputato Parentela ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
PAOLO PARENTELA. Grazie, Presidente. Dovremmo un attimino abituarci a quello che sta accadendo, anche perché la previsione dell'IPCC dice chiaramente che l'Italia e l'area mediterranea saranno le più colpite dai cambiamenti climatici e, quindi, di questi tipi di fenomeni sicuramente nei prossimi anni ne avremo davvero tanti da risolvere. Inoltre, anche a causa della globalizzazione selvaggia dobbiamo innanzitutto intraprendere delle politiche, insieme all'Unione europea, per contrastare questi fenomeni, soprattutto con maggiori controlli alle frontiere.
Proprio ieri leggevo che il settore fitosanitario della regione Piemonte ha messo a punto un sistema di lotta che consiste nella somministrazione al suolo di un piccolo verme che causa la morte della larva. Questo tipo d'intervento avrebbe permesso di contrastare il coleottero giapponese senza ricorrere all'uso di fitofarmaci nel terreno, ma se negli Stati Uniti, Pag. 7dove è comparso per la prima volta, nonostante i massicci interventi l'eradicazione del coleottero non è completamente riuscita, che garanzia abbiamo noi che il fenomeno in Italia sia stato effettivamente debellato e quali strumenti abbiamo per evitare che il problema si ripeta ? In America spendono circa 600 milioni di dollari all'anno per tenere la situazione sotto controllo e riparare i danni causati, mentre da noi quest'anno sono stati stanziati solamente due milioni di euro per tutta l'attività di prevenzione, contenimento ed eventuale indennizzo per minori entrate o aumento di costi di produzione delle aziende agricole colpite.
Gli esperti dicono che il pericolo è da ricercare nella diffusione passiva, quindi tramite auto e camion, e c’è anche da sperare che i visitatori del Parco del Ticino non rimuovano le trappole, come in diverse occasioni è accaduto. In Italia, come avviene anche in America, per combattere gli adulti esistono antagonisti naturali: imenotteri, ditteri, ma la loro efficacia si evidenzia quando le popolazioni sono stabili in un territorio e, comunque, in ogni caso resta il fatto che da noi i soli parassitoidi non riuscirebbero a controllare l'insetto. Se l'Italia non circoscrive il problema si può frenare drammaticamente la lieve ripresa del settore primario del nostro Paese.
Pertanto, pur ringraziando per la risposta, non posso ritenermi soddisfatto, considerando che, sebbene sia vero nei due anni di monitoraggio in Italia sono stati segnalati danni rilevanti, solo in Piemonte, sulle nettarine, è anche vero che il coleottero avrebbe attaccato anche vite, luppolo, soia, mais, noccioli, actinidia e pomodoro.
Mi chiedo perché ogni volta si debba intervenire in ritardo sull'emergenza fitosanitaria di turno, quando basterebbe un maggiore coordinamento con le regioni e una struttura informatica che permetta agli agricoltori il recepimento dell’allert in tempo utile. La questione andrebbe trattata in maniera organica, sia a livello comunitario sia a livello nazionale come dicevo prima, con un'azione atta a prevenire l'intrusione, nell'ambito dell'Unione europea, di parassiti e fitopatie. Invece, ogni volta ci lasciamo cogliere impreparati.
Queste sono solo alcune proposte, peraltro contenute anche in un atto di sindacato ispettivo, il n. 4-07591 del 21 gennaio ad oggi purtroppo ancora senza risposta, e in questa sede sollecito appunto anche una risposta a questo atto di sindacato ispettivo. Ma molto di più si deve fare a favore della biodiversità, perché se c’è biodiversità sicuramente c’è maggiore sicurezza nei nostri suoli, nonché a sostegno dell'agricoltura e degli agricoltori italiani.
(Iniziative finalizzate a prevedere l'obbligo di etichettatura in relazione all'origine del latte utilizzato come materia prima nei prodotti lattiero-caseari – n. 3-02377)
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Simonetti n. 3-02377, concernente iniziative finalizzate a prevedere l'obbligo di etichettatura in relazione all'origine del latte utilizzato come materia prima nei prodotti lattiero-caseari (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, onorevoli deputati, la salvaguardia del reddito degli allevatori è una nostra priorità assoluta. Siamo impegnati da due anni nel contrasto di una crisi che è strutturale, ma è anche una crisi europea. Come Governo abbiamo messo in campo azioni di breve e medio periodo, con investimenti che superano i 130 milioni di euro. In questo contesto l'indicazione chiara ed evidente dell'origine della materia prima è un elemento cruciale per valorizzare il lavoro degli allevatori italiani, che rappresentano il cuore pulsante del settore lattiero-caseario. Proprio per questo abbiamo inviato a Bruxelles lo schema di decreto che introduce l'obbligatorietà dell'indicazione Pag. 8d'origine per i prodotti lattiero-caseari in Italia. Il consumatore potrà conoscere così con chiarezza la provenienza delle materie prime di molti prodotti come il latte, lo yogurt, il burro, la mozzarella, i formaggi e i latticini. Siamo in attesa del via libera della Commissione europea per l'approvazione definitiva.
Il decreto, in particolare, prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente l'indicazione d'origine della materia in etichetta, con l'indicazione del Paese di mungitura, del Paese di confezionamento e del Paese di trasformazione. Qualora il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso Paese l'indicazione di origine può essere assolta con l'indicazione di una sola dicitura (ad esempio: «origine del latte: Italia»). In ogni caso sarà obbligatorio indicare espressamente il Paese di mungitura del latte. Sono esclusi solo i prodotti DOP e IGP, che già hanno dei disciplinari all'origine e sono appunto disciplinati con appositi strumenti, e il latte fresco già tracciato.
Per quanto concerne le misure a sostegno del settore lattiero-caseario, con le azioni citate l'Italia è tra i primi Paesi in Europa per entità dell'intervento. Sono stati stanziati 32 milioni per l'aumento della compensazione IVA al 10 per cento per il latte venduto alla stalla ed è stato attivato il Fondo latte per ristrutturare i debiti e potenziare la moratoria dei mutui bancari ottenuti con l'Associazione bancaria italiana. Altri 25 milioni di euro sono stati utilizzati per il sostegno diretto agli allevatori: 10 milioni sono stati investiti per l'acquisto di latte crudo da trasformare in UHT e destinare agli indigenti. È in corso anche una campagna di comunicazione istituzionale per sostenere i consumi di latte fresco.
Sul fronte europeo inoltre c’è l'impegno, insieme a Francia, Spagna e Germania, per costruire una soluzione a partire dal finanziamento dell'Unione europea della riduzione volontaria dell'offerta e per una OCM latte. Peraltro, lo scorso autunno l'Unione Europea ha varato un pacchetto di misure di aiuti eccezionali per i settori zootecnici. Tra le diverse misure concordate per quanto riguarda l'Italia sono di particolare interesse quelle previste dal regolamento delegato, il n. 1853 del 2015 della Commissione, riguardante la concessione di aiuti per gli agricoltori dei settori zootecnici e del regolamento delegato n. 1852 della Commissione, sempre del 2015, che istituisce un regime d'aiuto per l'ammasso privato dei formaggi. Con il regolamento n. 1853 del 2015 sono stati assegnati all'Italia 25 milioni di euro da destinare agli allevatori. Il regolamento n. 1852, sempre del 2015, istituisce poi un regime di aiuto per l'ammasso privato di un massimo di 100 mila tonnellate di formaggi. Il massimale è stato ripartito tra gli Stati membri sulla base della produzione di formaggi realizzata nel 2014 e per l'Italia è stato previsto un massimale di 12 mila tonnellate di formaggio ammassabile. Lo stesso regolamento prevede che i quantitativi non utilizzati vengano ripartiti tra gli Stati membri che ne abbiano fatto richiesta, sulla base dell'effettivo utilizzo della misura. Peraltro, avendo esaurito il contingente assegnato, abbiamo presentato una richiesta alla Commissione dell'Unione europea, per una riassegnazione dei quantitativi non utilizzati dagli altri Stati membri. La Commissione, con regolamento n. 2016/225, del 17 febbraio 2016, ha provveduto a ripartire detti quantitativi assegnando all'Italia un ulteriore contingente di 27.025 tonnellate di formaggio, che può usufruire dell'aiuto dell'ammasso privato.
Con l'assegnazione di questo ulteriore contingente, agli operatori italiani è stato riservato il 40 per cento dell'intera misura comunitaria. Ricordo, poi, l'istituzione del Fondo per gli investimenti nel settore lattiero-caseario previsto all'articolo 1, commi 214 e 217, della legge n. 190 del 2014, legge di stabilità del 2015. Per questa misura il decreto ministeriale 18 aprile 2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 maggio 2016, all'articolo 2, assegna al Pag. 9settore lattiero-caseario 15 milioni di euro per il 2016 nonché 3 milioni di euro aggiuntivi in conto residui e 38 milioni di euro per il 2017.
Segnalo, infine, che il Consiglio dei ministri dell'agricoltura dell'Unione europea, nel corso della riunione del 14 marzo ultimo scorso, ha esortato la Commissione ad attivare tutte le misure eccezionali a disposizione, ai sensi del regolamento n. 1308 del 2013, ed ha individuato alcuni aspetti dell'attuale politica comunitaria in cui poter intervenire, al fine di alleviare le attuali difficoltà del settore lattiero-caseario: in particolare, un ampliamento e le misure di intervento attualmente previste e un programma di pianificazione della produzione di latte affidato alle organizzazioni dei produttori e alle cooperative. In tale direzione stiamo esaminando possibili norme di applicazione a livello nazionale.
PRESIDENTE. Il deputato Simonetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Grazie, sottosegretario, per la mole di dati che ha elencato. Però, non ci ha detto se, in caso di bocciatura da parte della Commissione europea della proposta che il Governo ha fatto di etichettatura di provenienza del latte, il Governo vorrà poi, comunque, andare avanti, anche a costo di essere sottoposto a una procedura di infrazione da parte della Commissione europea. Infatti, questo è il punto. Il punto è quanto l'Italia conti in Europa. La Francia è già riuscita a ottenere questa possibilità di etichettare la provenienza delle tre fasi che lei ha elencato. In riferimento alla previsione normativa, alle tre fasi che sono la mungitura, il confezionamento e la trasformazione o, altrimenti, se tutto viene effettuato sul territorio nazionale, si può comunque scrivere: «Origine del latte: Italia». Questo è noto a tutti, perché sta nel testo del decreto.
Però, noi abbiamo mandato in Europa, se non sbaglio, intorno al 10 giugno, ai primi di giugno, il decreto. La Commissione europea ha tre mesi di tempo per rispondere e, a oggi, non ci ha ancora risposto. Io auspico che questo Governo riesca ad ottenere quella che è una delle vie affinché i produttori di latte italiano abbiano la possibilità di continuare a lavorare e i consumatori abbiano la possibilità di decidere, scegliendo e vedendo nello scaffale questa dicitura. Però, per tutte le produzioni che sono completamente effettuate all'estero e che, comunque, vengono vendute nei supermercati, sugli scaffali del nostro Paese, l'indicazione di provenienza del latte non sarà visibile per il consumatore, perché non obbligatoria. È una delle lacune di questo provvedimento. Di fatto, un codicillo all'interno del decreto toglie l'origine per tutto ciò che è prodotto all'estero. Quindi, il vincolo di trasparenza va a cadere.
È un provvedimento che noi riteniamo importante. Infatti, l'interrogazione era antecedente al vostro decreto. La mia interrogazione, che risale al 30 marzo 2016, tre mesi fa, andava a ripercorrere un po’ la storia del settore nazionale del latte.
Nel 2015 sono state oltre mille le stalle che hanno chiuso, il 60 per cento delle quali in montagna – una media di una stalla su cinque –, con effetti drammatici sull'economia, sulla sicurezza alimentare, sul presidio ambientale nonché occupazionale.
È chiaro che i dati e le cifre che lei, sottosegretario, ha evidenziato continuano sul solco di una visione in cui l'allevamento, l'agricoltura, questo settore deve essere un settore trainante e seguito da parte delle istituzioni, cosa che anche noi, quando eravamo al Governo, facemmo in maniera eccellente. Il parere sarà, ovviamente, completamente favorevole, sottosegretario, qualora la Commissione europea aderisca alla nostra proposta. Qualora non aderisse, occorre che il Governo prosegua nella sua scelta, anche a costo di una procedura di infrazione.
(Chiarimenti in merito al mancato trasferimento alla Cassa di assistenza e previdenza di fantini, allenatori e guidatori di risorse derivanti dalle sanzioni irrogate nell'ambito delle competizioni ippiche – n. 3-02378)
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Fanucci e Cova n. 3-02378, concernente chiarimenti in merito al mancato trasferimento alla Cassa di assistenza e previdenza di fantini, allenatori e guidatori di risorse derivanti dalle sanzioni irrogate nell'ambito delle competizioni ippiche (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Presidente, onorevoli deputati, come evidenziato dall'interrogante, con decreto direttoriale n. 89364/2015 abbiamo provveduto ad impegnare la somma di 512.422,75 euro, pari all'80 per cento dell'importo delle multe inflitte sul campo negli anni 2010-2014. Detto importo è scaturito dalla ricognizione delle posizioni debitorie pregresse nei confronti della Cassa, relativamente alle multe irrogate negli anni 2010-2014. Ricordo, infatti, che un'ulteriore forma di finanziamento è rappresentata dalla devoluzione di una quota parte delle multe inflitte agli operatori ippici dagli organi di giustizia sportiva sul campo. Pertanto, allo scopo di definire le posizioni debitorie pregresse nei confronti della Cassa, abbiamo posto in essere un'attività di ricognizione delle multe erogate negli anni 2010-2014, che ha comportato un complesso lavoro di collazionamento dei relativi dati, non ricavabili dal sistema informatico. Si è resa, quindi, necessaria una verifica manuale delle sanzioni pecuniarie comminate sul campo ad ogni singolo operatore, per ciascun anno di riferimento.
Ciò posto, faccio presente che, con decreto direttoriale n. 38074 del 6 maggio scorso, abbiamo provveduto a liquidare 276.904 euro, pari all'80 per cento dell'importo delle multe accertate in entrata sul capitolo di bilancio 2537 della Tesoreria dello Stato, a partire dal marzo del 2013, anno in cui tale capitolo è stato istituito. Detto decreto è attualmente all'esame degli uffici centrali di bilancio. La rimanente parte, considerando che gli operatori stanno ancora provvedendo a versare le somme dovute per le multe inflitte negli anni 2010-2014, sarà liquidata non appena accertate le corrispondenti entrate.
PRESIDENTE. Il deputato Paolo Beni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interrogazione Fanucci e Cova n. 3-02378, che ha sottoscritto in data odierna.
PAOLO BENI. Grazie, Presidente. Io ringrazio il sottosegretario. La risposta è quella che ci aspettavamo parzialmente, nel senso che i 276 mila euro liquidati non sono ancora la cifra complessiva. Capisco ed è sicuramente esauriente la spiegazione rispetto ai ritardi. Si tratta di fare una ricognizione sull'intero periodo dei cinque anni di sanzioni erogate nelle competizioni.
Ringraziando per il chiarimento, raccomando al Governo di completare questa verifica, in modo che, per gli anni a venire, non si debba ripetere questo problema, anche perché qui parliamo di un settore francamente non particolarmente ricco. Non sono tantissimi gli assistiti. La Cassa di assistenza e previdenza di fantini, allenatori, operatori dell'ippica mobilita risorse non enormi; stiamo parlando, appunto, di cifre nell'ordine delle centinaia di migliaia di euro, non certamente dei milioni. Pertanto, sarebbe opportuno riuscissimo, una volta risolti i problemi legati alla ricognizione del passato, a gestire, da parte del Ministero delle politiche agricole, questa partita con puntualità, nel rispetto appunto delle esigenze delle persone assistite, che non sono tantissime, ma comunque sono persone per noi importanti.
(Iniziative a sostegno della viticoltura irpina in relazione ai danni arrecati dall'ondata di maltempo verificatasi alla fine del mese di aprile 2016 – n. 3-02379)
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Capozzolo e Famiglietti n. 3-02379, concernente iniziative a sostegno della viticoltura irpina in relazione ai danni arrecati dall'ondata di maltempo verificatasi alla fine del mese di aprile 2016 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, con riguardo alla segnalata e anomala ondata di maltempo che il 25 e il 26 aprile scorso ha colpito alcuni territori della provincia di Avellino, provocando danni significativi al settore agricolo, faccio presente che sono in corso verifiche da parte della regione Campania per l'eventuale attivazione del Fondo di solidarietà nazionale nei termini e con le modalità prescritte all'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo n. 102 del 2004.
Qualora la richiesta dovesse pervenire, provvederemo rapidamente all'istruttoria di competenza per l'eventuale emissione del decreto di declaratoria. In tal senso, potranno essere attivate le misure compensative a favore dell'impresa agricola tra cui contributi in conto capitale fino all'80 per cento del danno della produzione lorda vendibile ordinaria; prestiti e ammortamenti quinquennali per maggiori esigenze di produzione aziendale nell'anno in cui si è verificato e in quello successivo; proroga delle rate di operazioni di crediti in scadenza nell'anno in cui si è verificato l'evento calamitoso; esonero parziale, fino al 50 per cento, dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e dei propri dipendenti.
Con l'occasione, oltre che ringraziare l'onorevole Capozzolo, ricordo che gli interventi previsti dal citato decreto legislativo per il sostegno alle imprese agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali possono essere attivati a condizione che il danno sulla produzione lorda vendibile risulti superiore al 30 per cento ed esclusivamente per le avversità e le colture danneggiate non comprese nel piano assicurativo annuale per la copertura dei rischi, le cui polizze sono agevolate da un contributo statale, ieri fino all'80 per cento, oggi al 65 per cento della spesa premi sostenuta.
Vorrei peraltro segnalare che gli strumenti ex ante come quello assicurativo si sono dimostrati nel corso del tempo molto più efficaci rispetto agli interventi compensativi, assicurando oltre 7 miliardi di produzione lorda vendibile agricola. Tutti coloro che sottoscrivono polizze assicurative agevolate, in caso di danno, incassano gli emolumenti e gli indennizzi assicurativi in tempi molto più brevi e in misura più adeguata rispetto alle perdite che vengono subite rispetto anche agli stessi interventi compensativi.
PRESIDENTE. La deputata Capozzolo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
SABRINA CAPOZZOLO. Grazie, Presidente. Ovviamente, ringraziamo il sottosegretario. Sulla base dei dati che abbiamo raccolto dagli enti locali e dalle organizzazioni di categoria, i danni, particolarmente nel settore della viticoltura, vengono considerati ingenti e molto dannosi, soprattutto per l'economia di questo territorio. Quindi, ci auguriamo che la regione riconosca questo danno e comunque ringraziamo il sottosegretario e ci riteniamo parzialmente soddisfatti. Grazie.
(Chiarimenti e iniziative in ordine ai ritardi riscontrati nel rilascio dei visti per il ricongiungimento familiare da parte dell'ambasciata italiana a Nairobi – n. 3-02380)
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Beni e Quartapelle Procopio n. 3-02380,Pag. 12 concernente chiarimenti e iniziative in ordine ai ritardi riscontrati nel rilascio dei visti per il ricongiungimento familiare da parte dell'ambasciata italiana a Nairobi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Presidente, onorevoli colleghi, permettetemi di iniziare segnalando come la trattazione delle domande di visto per i cittadini somali sia generalmente molto complessa. Da una parte, infatti, il rischio di immigrazione irregolare e di infiltrazione terroristica nel nostro Paese impone di condurre controlli particolarmente approfonditi e scrupolosi sull'identità e sull'effettiva motivazione del viaggio da parte del richiedente di visto di nazionalità somala. Dall'altra, si registrano frequentemente casi di falso documentale e matrimoni fittizi contratti al solo fine di ottenere il ricongiungimento familiare. In particolare, la documentazione presentata dal richiedente risulta molto spesso incompleta, contraffatta e proveniente da autorità non riconosciute dall'Italia, quali le autorità somale sub-nazionali.
I certificati di matrimonio funzionale ai ricongiungimenti familiari, per esempio, sono trascritti ex post sulla base di semplici dichiarazioni degli interessati e con l'apposizione di firme spesso falsificate, che le autorità keniote procedono d'ufficio a legalizzare senza svolgere alcuna verifica formale.
Per ovviare al fenomeno del falso documentale, l'ambasciata a Nairobi procede, in conformità con le regole europee e nazionali, a richieste di test del DNA, unico strumento in grado di stabilire con certezza il legame familiare tra i richiedenti. Per far luce su eventuali matrimoni fittizi, la sede procede d'ufficio ad una verifica della certificazione del matrimonio contratto presso le autorità islamiche keniote che la rilasciano. I tempi di riscontro in questo caso sono estremamente lunghi e richiedono la sospensione dei termini della trattazione delle pratiche così come previsto dalla normativa vigente. Alle suddette verifiche formali si accompagnano poi quelle effettuate in sede di colloquio condotto con l'ambasciata al fine di verificare l'effettivo motivo del viaggio in Italia.
Le criticità sopra esposte, assieme alla lentezza con cui le autorità locali riscontrano l'eventuale richiesta di documentazione integrativa, hanno determinato un accumulo del numero di pratiche in trattazione. Nonostante le difficoltà, l'ambasciata è riuscita negli ultimi mesi a ridurre considerevolmente il numero delle pratiche in giacenza e i tempi di attesa grazie all'invio da parte della Farnesina di missioni temporanee di personale specializzato nella trattazione dei visti. Per farvi rendere l'idea con qualche dato, nel 2015 sono stati emessi 1.280 visti di ricongiungimento familiare in favore di cittadini somali, facendo registrare un incremento di ben il 14,8 per cento rispetto al numero dei visti emessi nel 2014.
Molte pratiche rimangono, tuttavia, inevase per cause non imputabili al lavoro della sede, ad esempio per ritardi nella consegna di documentazione aggiuntiva da parte dei diretti interessati oppure per difficoltà nel rintracciare i richiedenti stessi.
In tale difficile contesto non vanno sottovalutate le problematiche relative all'interprete, una figura essenziale considerando che i richiedenti visto parlano esclusivamente somalo, ma che è difficilissimo reperire in Kenya, soprattutto se si richiedono particolari garanzie di affidabilità.
Per quanto riguarda l'attività di raccolta delle domande di visto, l'ambasciata a Nairobi si avvale, come previsto dalla normativa Schengen, dei servizi dell'impresa esterna VFS, compiendo uno scrupoloso e costante controllo delle sue attività e richiedendo l'adozione di misure volte ad evitare eventuali abusi. Tra le misure recentemente adottate dalla VFS, su indicazione dell'ambasciata, si segnalano la rotazione del personale incaricato di fissare gli appuntamenti, il controllo periodico dei conti bancari degli impiegati Pag. 13per individuare eventuali flussi anomali di denaro, l'aumento del personale di sicurezza e l'affissione di cartelli informativi in lingua somala.
La VFS, sempre su indicazione dell'ambasciata, utilizza inoltre uno speciale sistema di rilascio delle ricevute per gli appuntamenti con foto degli interessati, teso ad evitare qualsiasi scambio di persona o l'eventuale compravendita delle ricevute stesse. Quanto alle tariffe richieste, si precisa che l'intera procedura di domanda di un visto per motivi familiari ha un costo individuale di 142 euro, che include la percezione consolare (116 euro) e il costo del servizio prestato all'agenzia che è di 26 euro. Non si esclude che, proprio per screditare la suddetta capillare attività di controllo, il nome dell'ambasciata, oltre che quello della società, è non di rado soggetto ad affermazioni infamanti e viene associato in maniera strumentale, direttamente o indirettamente, ad attività illecite. Inoltre, l'ambasciata è impegnata a denunciare tutte le fondate segnalazioni di episodi corruttivi alle competenti autorità italiane e alle autorità keniote. Le attività di falsificazione documentale e l'incertezza del quadro normativo locale hanno, infatti, determinato l'insorgere di interessi criminali intorno ai visti rilasciati per i casi di ricongiungimento familiare.
Pure in questo quadro particolarmente critico, grazie alle misure adottate dall'ambasciata e al potenziamento del personale dedicato ai visti, è stato possibile migliorare i controlli e le tempistiche di lavoro per ogni singola pratica, incrementando sensibilmente il numero di pratiche di visto che vengono trattate mensilmente. Si assicura, pertanto, il massimo impegno dall'ambasciata a Nairobi, in stretto coordinamento con la Farnesina, al fine di assicurare il rapido smaltimento dell'ingente mole di lavoro in trattazione, nel pieno rispetto della pertinente normativa nazionale ed europea.
PRESIDENTE. Il deputato Beni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
PAOLO BENI. Presidente, ringrazio molto il sottosegretario di questa risposta molto dettagliata e delle informazioni che ci fornisce; sicuramente mi dichiaro soddisfatto. Vede, il problema è che evidentemente l'interrogazione era stata avanzata alcuni mesi fa, già lei ci parlava, nella risposta della missione inviata dalla Farnesina, di una indubbia accelerazione della produttività delle pratiche smistate nell'ultimo periodo: a conferma del fatto che in quell'ambasciata alcuni problemi, anche legati ad alcune specifiche situazioni del contesto locale, c'erano; tant’è vero che apprezzo molto anche l'attenzione a procedure più attente sulle fissazioni degli appuntamenti, sull'attività del personale dell'ambasciata, sulla movimentazione economica relativa al rilascio dei visti, sui costi, eccetera. Bene, quindi, che ci sia da parte del nostro Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale un interessamento attento ed un controllo del funzionamento di queste pratiche, perché in quel contesto, con le difficoltà del caso, la particolarità delle pratiche dei cittadini somali, il contesto di Nairobi, possono sicuramente crearsi dei problemi.
Io vorrei semplicemente ricordarle, sottosegretario, questo aspetto: è vero che è bene che la documentazione venga verificata fino in fondo, è vero che, laddove vi sia il sospetto di matrimoni fittizi, di documenti falsi, eccetera, è bene procedere anche al test del DNA. Questo andrebbe fatto quando è necessario, anche perché, attraverso l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, ha un costo comunque – mi sembra – di circa 300 euro a persona; per i titolari di protezione internazionale il ricongiungimento familiare dovrebbe essere garantito senza bisogno di ulteriori documentazioni. Le verifiche dell'ambasciata sono sacrosante e giuste; il problema è riuscire... Lei sa che i nullaosta che vengono rilasciati dalle nostre prefetture, normalmente in tempi adeguati, hanno validità sei mesi: dovrebbero essere sufficienti quei sei mesi per le verifiche che la nostra ambasciata deve fare sul posto prima di rilasciare il visto; Pag. 14se in quei sei mesi le verifiche non vengono svolte e c’è un ulteriore ritardo, il nullaosta non vale più e quindi il migrante deve riprendere la procedura, ricominciare da zero.
Ecco, serve un'attenzione rispetto a questo aspetto, perché qui stiamo parlando di persone che ovviamente hanno diritto al ricongiungimento familiare, nella gran parte dei casi devono raggiungere qui i loro cari: disincentivare con ritardi burocratici il ricorso alle vie legali, alle procedure legali significa purtroppo molto spesso costringere queste persone magari ad abbandonare le procedure legali, a mettersi nelle mani dei trafficanti e ad affrontare quei viaggi per raggiungere l'Europa. Questo assolutamente va evitato: il nostro Paese è fortemente impegnato nel contrasto del traffico di esseri umani, nel contrasto dei trafficanti del Mediterraneo; almeno sulle procedure in cui possiamo intervenire direttamente attraverso le nostre sedi diplomatiche, evitiamo di alimentare ulteriormente quel triste mercato di esseri umani.
Per il resto, la ringrazio molto delle informazioni e mi auguro che il lavoro delle nostre sedi diplomatiche su questo punto sia sempre più efficiente.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 12 con l'esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al decreto-legge recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative in materia di processo amministrativo telematico.
La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 12.
Preavviso di votazioni elettroniche.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 12,20. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 12,20.
Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative in materia di processo amministrativo telematico (A.C. 3954) (Esame e votazione di una questione pregiudiziale).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della questione pregiudiziale Molteni ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3954), presentata al disegno di legge n. 3954: Conversione in legge del decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative in materia di processo amministrativo telematico.
Avverto che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
Il deputato Nicola Molteni ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.
NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Prendo la parola per illustrare la pregiudiziale di costituzionalità presentata dal gruppo della Lega su questo ennesimo decreto-legge, un decreto-legge relativo alla proroga dei termini per l'entrata in vigore del processo amministrativo telematico. Anticipo, Presidente, che noi presentiamo questa pregiudiziale di costituzionalità nella speranza – e guardo infatti Pag. 15il presidente della Commissione Affari costituzionali – e nell'auspicio che le pregiudiziali di costituzionalità possano tornare ad essere nell'Aula di questo Parlamento una cosa seria, tanto da parte di chi le presenta, quanto da parte di chi dovrà valutarne l'impatto costituzionale rispetto al dettato costituzionale. E dico questo proprio perché ormai sembra la presentazione delle pregiudiziali di costituzionalità una prassi rispetto alla quale il Parlamento, senza alcuna valutazione oggettiva di merito e di legittimità sul merito medesimo delle pregiudiziali stesse, ormai respinge sistematicamente – ripeto senza alcuna valutazione di merito, ma esclusivamente con una motivazione di natura politica – le pregiudiziali stesse. Io credo che, in questo caso, proprio riaffermando i principi costituzionali e la prassi costituzionale più volte menzionata anche all'interno di quest'Aula, vi siano tutti gli elementi per eccepire l'incostituzionalità di questo decreto. Cito tre motivazioni e sono i tre principi, le tre motivazioni che hanno portato il gruppo della Lega a presentare questa eccezione di costituzionalità. La prima: siamo di fronte all'ennesimo decreto-legge presentato dal Governo, con il tentativo da parte dello stesso e da parte del potere esecutivo di sottrarre ruolo, funzione e competenza all'organo legittimato ad esercitare la funzione legislativa, che è ovviamente il Parlamento. Di più: la presentazione da parte del Governo di decreti-legge, senza che nemmeno sussistano i due requisiti previsti dall'articolo 77 della Costituzione affinché un decreto-legge possa essere emanato da parte del Governo e sottoposto per la conversione all'attenzione della Camera, ovvero il presupposto di necessità ed urgenza. Quindi, prima motivazione: l'abuso da parte del Governo, l'abuso da parte dell'organo esecutivo di uno strumento, la decretazione d'urgenza, che porta a svuotare di funzioni, di competenze e di ruolo l'organo legittimato alla potestà legislativa, ovvero il Parlamento. Seconda motivazione: stiamo parlando di un decreto-legge inerente alla proroga dei termini per l'entrata in vigore del processo amministrativo telematico. È la quarta proroga a cui, nell'arco di pochi anni, noi stiamo assistendo rispetto ad un tema, il tema della digitalizzazione, il tema dell'informatizzazione del funzionamento del sistema giustizia, tanto in ambito civile, quanto in ambito penale, quanto in ambito amministrativo che, per quanto riguarda l'ambito amministrativo, ha dimostrato nel corso di questi anni una serie di problematicità di natura operativa e di natura applicativa che non giustificano l'insistenza e la persistenza delle proroghe. Quindi, la seconda motivazione è che è inaccettabile che, semplicemente sulla proroga di un termine, perché il processo amministrativo telematico sarebbe dovuto entrare in vigore con l'obbligatorietà della sua efficacia il 1o luglio del 2016, verrà slittato al 1o gennaio 2017. Un decreto-legge sulla proroga di un termine, come più volte è stato già affermato dal dibattito all'interno di quest'Aula, è francamente inaccettabile.
Terza motivazione, quella dal mio punto di vista più pregnante di significato costituzionale per eccepirne l'incostituzionalità, è che non può essere utilizzato lo strumento della decretazione d'urgenza su un tema di natura giudiziaria. Su un tema di natura giudiziaria, va riaffermato un principio costituzionale ineccepibile e che spesso, più volte, viene richiamato all'interno di quest'Aula, ovvero che la giustizia appartiene al popolo, la giustizia è governata nell'interesse del popolo, il popolo è rappresentato dal Parlamento e non dal Governo. Quindi, materie di natura giudiziaria, come questo decreto-legge, non possono essere delegate unicamente al Governo, con una semplice funzione di ratifica da parte del Parlamento.
Tralascio il merito che evidentemente dimostra come, nell'applicazione del processo amministrativo, e non solo del processo amministrativo, ma anche del processo civile, del processo penale, vi sia la necessità del telematico, prassi introdotta per velocizzare, per semplificare, per portare il funzionamento della giustizia al passo dei tempi e della necessità di funzionamento prevista nel nostro Paese, anche per una questione di democrazia e Pag. 16di civiltà giuridica, di efficienza e di efficacia giuridica. Parlare dell'ennesima proroga, dell'ennesima dilatazione dei termini, per incapacità da parte di chi dovrebbe applicare questo principio, credo sia l'ennesima cartina di tornasole della difficoltà da un lato e dell'incapacità dell'altro di implementare sistemi che rendano il nostro sistema giudiziario al passo coi tempi, efficace e funzionale.
Riteniamo quindi, e vado a concludere, Presidente, che ci siano tutti gli elementi di merito e tutti gli elementi di legittimità costituzionale affinché si possa affermare che questo decreto-legge, questo ennesimo decreto-legge, questo ennesimo intervento a gamba tesa da parte del Governo rispetto a un tema che solitamente esce dalla prassi della decretazione d'urgenza, ovvero il tema giudiziario, che dovrebbe essere rimesso a un dibattito serio organico, sistematico, compiuto da parte del Parlamento, presenti profili di incostituzionalità. Profili rispetto ai quali, da un lato, è legittimo che una forza politica di opposizione li eccepisca, dall'altro, è legittimo ritenere che sia doveroso e opportuno che il Parlamento affronti i motivi di incostituzionalità che noi abbiamo eccepito in maniera seria, legandoli al merito, alla salvaguardia dei principi costituzionali del nostro Paese, e non semplicemente attraverso una valutazione di natura politica, tale per cui tutte le questioni pregiudiziali vengono viste come un ostacolo al proseguimento del dibattito e non invece come un tentativo di salvaguardare quei principi costituzionali che molto probabilmente, alla luce anche della nuova riforma costituzionale, non sono più principi così saldi e così ancorati a valori importanti, come invece lo dovrebbero essere.
Per questi motivi noi chiediamo, alla luce della eccezione di costituzionalità che abbiamo formulato, di non proseguire nella discussione, nel dibattito, di questo ennesimo decreto-legge presentato da parte del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente. Ho l'opportunità di rispondere subito al collega della Lega Nord che mi ha chiamato in causa in quanto presidente della Commissione affari costituzionali. È verissimo che c’è un approccio routinario sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità, nel senso che vengono presentate sempre anche quando non c’è alcun motivo per presentarle e questo è uno degli esempi. È uno degli esempi forse migliori, perché in altri casi di decretazione d'urgenza da parte del Governo delle perplessità ci sono, dei problemi ci sono, dei temi di omogeneità ci sono, non tali da giustificare di bloccare del tutto la conversione del decreto, ma si può discutere. Qui si parla di una proroga di un termine per l'entrata in vigore di un obbligo di una norma, ed è abbastanza stupefacente sentir dire che il decreto-legge non dovrebbe essere usato quando ci sono difficoltà tecniche, amministrative, per fare entrare in vigore una norma, per approvare una proroga. Lo facciamo tutti gli anni. Lo hanno fatto tutti i Governi degli ultimi anni facendo un decreto che si chiama «mille proroghe» e tutti i Governi, compresi quelli di cui è stata parte la Lega Nord, lo hanno sistematicamente fatto proprio perché uno dei casi classici nei quali si presenta il requisito dell'urgenza è quello in cui il Governo si accorge, e nel merito potremmo discuterne, del fatto che determinate norme non possono entrare in vigore subito.
Quindi è un caso classico, così classico che c’è un tipo di decreto riconosciuto come valido dalla Corte costituzionale, pacificamente valido, purché rispetti certi requisiti, purché contenga delle proroghe, che viene fatto tutti gli anni. Quindi, dire che è incostituzionale una proroga fatta per decreto quando ne proroghiamo mille e più tutti gli anni, con la benedizione della Corte costituzionale, mi pare un po’ eccessivo.Pag. 17
Per quanto riguarda la giustizia e la decretazione d'urgenza su materie di giustizia quando si parla di giustizia sostanziale, io sono stato il primo che, pur ritenendo che non si tratti di norme incostituzionali, ha criticato l'uso della decretazione d'urgenza sul diritto penale in particolare, sul diritto in generale, sulle questioni giudiziarie, ma non su una questione procedurale che rischia di creare dei problemi ai nostri uffici giudiziari se entrasse in vigore adesso. Ed è evidente che non si tratta di esautorare il Parlamento; semplicemente non ci sono i tempi, oggi, per presentare una proposta di legge. Si può dire che è sbagliato il rinvio del processo telematico, che ci sono stati degli errori nella gestione. Come Scelta Civica noi siamo sempre stati favorevoli all'entrata in vigore di tutto ciò che porti alla digitalizzazione nel nostro Paese e quindi siamo i primi a essere critici sul fatto che non siamo pronti. Ma quello è il merito; dal punto di vista costituzionale – lo ripeto – si tratta di un decreto omogeneo sicuramente, in una materia sulla quale la Corte ha confermato la legittimità della decretazione mille volte, su un tema specifico, quello della proroga, dove tutti gli anni ci esercitiamo tutti, a seconda di chi è al Governo, nel gestire le proroghe in scadenza. Per questo dico al collega Molteni che mi ha preceduto che, perché possa diventare la pregiudiziale di costituzionalità uno strumento serio, bisogna che le pregiudiziali vengano presentate quanto meno tenendo conto delle sentenze della Corte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRÒ. Grazie Presidente. Il gruppo parlamentare di Area Popolare voterà contro la pregiudiziale presentata oggi al decreto-legge sulla proroga di termini previsti da disposizioni legislative sul processo amministrativo telematico. Credo che la necessità, l'urgenza, che impone l'articolo 77 della Costituzione siano insite ormai nelle norme che compongono il contenuto stesso di questo provvedimento. In particolare, è necessario intervenire attraverso un decreto-legge in quanto l'entrata in vigore del processo amministrativo telematico è prevista per il 1o luglio del 2016, cioè domani mattina, secondo il regolamento previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Ora l'operatività del DPCM impone l'adeguamento di alcune norme del codice del processo amministrativo e delle relative norme di attuazione, per evitare così gravi disservizi che ci sarebbero senz'altro sia per i cittadini, che per l'Avvocatura.
La novità legislativa rappresentata dal processo amministrativo telematico risulta in ogni caso un'importante ed essenziale riforma per aumentare l'efficienza, l'efficacia, la celerità del processo amministrativo e questo già è stato sperimentato con successo, tra l'altro, nel processo civile. È ovvio che l'introduzione di questa normativa nelle corti amministrative renderà necessario un periodo di prolungamento del periodo di sperimentazione che consenta di eliminare criticità e disfunzioni che oggi tuttora esistono. In questo modo, ci sarà un'ulteriore fase di riflessione, a cui seguirà l'importante riforma anche nel processo amministrativo, garantendo così l'introduzione del processo telematico con vantaggi indubbi per gli avvocati e per i cittadini. È vero che occorre una fase valutativa, lo ricordava prima il collega Mazziotti, per correggere le criticità che oggi sono presenti e per attuare in termini compiuti, in termini sicuri, un'importante riforma che tutti gli operatori del diritto in qualche modo attendono. Ciò consentirà, attraverso lo strumento telematico, di avere un processo più veloce e celere, ma anche di assicurare agli investitori quella tempestività che oggi è fondamentale per superare lungaggini burocratiche, per eliminare gli strumenti cartacei che rendono sempre più difficile l'iter di un processo amministrativo.
Il provvedimento ha quindi tutti i requisiti previsti dall'articolo 77 della Costituzione, proroga un termine per l'entrata in vigore di una nuova disciplina e abbisogna ancora di un'attenta fase di valutazione. Tale prassi, tra l'altro, risulta presente Pag. 18e applicata nel nostro ordinamento nei cosiddetti «decreti-legge mille proroghe» ormai diventati una costante legislativa. Proprio questi ultimi provvedimenti hanno di solito lo scopo di correggere eventuali disfunzioni dell'apparato amministrativo o di prevedere differimenti di termini per l'entrata in vigore di discipline che siano nuove. Sono pertanto determinanti per superare problematiche che riguardano varie materie, alle quali il legislatore non è riuscito nei termini previsti a trovare una soluzione definitiva. Comunque appare chiaro, data la complessità del nostro sistema legislativo, come non sia possibile molte volte giungere in tempi certi a una soluzione conclusiva e per questo diventa fondamentale, è un atto dovuto per il Governo, ricorrere alla presentazione di un decreto-legge che, come in questo caso, intende superare problematiche che altrimenti non sarebbero risolvibili e che sono essenziali per il nostro ordinamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO. Signor Presidente, quello che potrebbe apparire come un provvedimento di ordinaria amministrazione, perché siamo in presenza di un decreto-legge che proroga l'entrata in vigore del cosiddetto processo amministrativo telematico, è in realtà un provvedimento paradigmatico del modo di operare di questo Governo e della maggioranza naturalmente che lo sostiene rispetto ad una vicenda che è proprio sintomatica, a proposito di riforme, a proposito di modernizzazione del Paese e a proposito di innovazione. Da tempo è stata programmata la trasformazione del processo amministrativo integrale in processo telematico, trasformazione che in realtà è stata avviata anni addietro con il Governo Berlusconi, in particolare con l'entrata in vigore del codice del processo amministrativo, che fu voluto fortemente appunto dal Governo Berlusconi e che, voglio ricordare, è stato il primo codice che, dopo oltre centocinquant'anni, ha riordinato la materia del giudizio amministrativo e delle norme di rito a proposito di tutela giurisdizionale dinanzi appunto al giudice amministrativo. Quelle innovazioni hanno trovato ingresso nella prassi applicativa, per cui in larga misura già oggi adempimenti da parte degli avvocati e da parte degli stessi magistrati vengono condotti direttamente in via informatica e in via telematica e questo ha già comportato un'accelerazione e naturalmente anche degli indubbi vantaggi per l'utenza, per i cittadini che usufruiscono del servizio giustizia. Tuttavia, la tanto annunciata e accompagnata da tambureggiamenti mediatici straordinari, come sempre accade quando il Governo annuncia le sue riforme, la tanto annunciata riforma del processo amministrativo ha poi fatto cilecca, tanto è vero che, a poche ore dallo scattare del primo luglio, quindi la fatidica data indicata per la definitiva informatizzazione del sistema, il Governo è stato costretto a emanare il decreto-legge della cui conversioni oggi discutiamo, decreto-legge che, in realtà, è servito a coprire i ritardi, le inefficienze e le disfunzioni proprie del Governo perché non è vero che questa misura viene adottata per favorire e per agevolare la soluzione di problemi manifestati dall'Avvocatura o dagli stessi magistrati, ma questo provvedimento si è reso necessario perché gli adempimenti di competenza del Governo sono stati perfezionati in ritardo e soprattutto perché, da parte del Governo, non è stata assicurata quella vigilanza e quel sostegno, anche tecnico, indispensabili per consentire l'entrata a regime del sistema nel rispetto dei termini previsti. Dunque l'ennesima riforma farlocca come quella delle province, come le tante altre cui questo Governo ci ha abituato ed è significativo che questo dato venga poi contrabbandato come misura per agevolare e favorire gli utenti della categoria. La cosa che più colpisce e che sconcerta è che da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri sono stati forniti dei dati, anche qui dati che vengono proposti in maniera ambigua, a proposito della presunta riduzione del contenzioso e Pag. 19più specificamente dell'arretrato, che l'ingresso del processo telematico dovrebbe definitivamente eliminare.
Ebbene i dati che ci sono stati proposti in allegato a questo provvedimento, che illustrano l'andamento del contenzioso negli ultimi cinque anni, registrano sì una flessione per quanto riguarda il contenzioso in ingresso, ma questa flessione non è certo dovuta all'efficientamento del sistema, come si vuole lasciare intendere, quanto piuttosto all'incremento spaventoso degli oneri che accompagnano la proposizione di un giudizio amministrativo, a partire dal contributo unificato che, per materie come quelle dei contratti con la pubblica amministrazione, raggiungono la cifra di 4 mila euro solo per dare avvio al contenzioso e talora, in ragione anche dell'entità del contratto, quindi del valore della causa, lievitano fino ad arrivare in grado di appello a 9 mila euro; soprattutto perché si è data una diffusa e massiccia applicazione di un istituto processuale che è quello della perenzione, che impone, in ragione dei tempi fissati dalla legge Pinto, cinque anni, la perenzione dei ricorsi, se non fissati e discussi entro appunto il quinquennio dalla loro presentazione. Il combinato disposto dell'applicazione dell'istituto della perenzione e dell'incremento del contributo unificato ha determinato la flessione del contenzioso; ciò non significa efficienza ma semplicemente diniego di giustizia ai cittadini. Il processo telematico e il ritardo del suo ingresso rappresentano il degno coronamento di questa operazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.
ALFREDO BAZOLI. Signora Presidente, effettivamente è un po’ una stanca liturgia questa che si presenta ogni volta che arriva in Aula un decreto-legge da convertire; ogni volta che questo capita viene presentata una pregiudiziale di costituzionalità. È una stanca liturgia che quasi quasi mi fa dire che forse più che di abuso di decretazione d'urgenza, c’è un abuso di questioni pregiudiziali che ne stanno anche un po’ svuotando il valore e la funzione. Il fatto che di decreti-legge spesso si è abusato in passato e che è uno strumento che viene utilizzato a volte in maniera un po’ impropria e disinvolta da tutti gli Esecutivi che si sono succeduti alla guida del Paese, è un dato che non possiamo negare ed è forse anche per questo, o meglio, è sicuramente anche per questo che ricordo che nella riforma costituzionale, che andrà al voto dei cittadini nel prossimo ottobre, c’è una norma che punta esattamente a limitare, a rendere più rigido l'utilizzo della decretazione d'urgenza da parte dei Governi attraverso l'introduzione in Costituzione dei limiti che oggi sono posti e disciplinati dalla legge n. 400 del 1988, che sono sovente ignorati o non tenuti abbastanza in considerazione dai Governi e che invece verranno inseriti in Costituzione proprio per limitare l'utilizzo di questo strumento da parte degli Esecutivi. Però è paradossale – o forse non tanto – il fatto che, se anche oggi quei limiti che noi abbiamo introdotto in Costituzione fossero già vigenti, quei limiti ulteriori alla facoltà di utilizzo della decretazione d'urgenza, ebbene io credo che questo decreto-legge in particolare si sottrarrebbe a qualunque censura di incostituzionalità, perché in questo caso i requisiti che sono alla base della decretazione d'urgenza sono pacificamente sussistenti, cioè i requisiti di necessità e urgenza sono pacificamente sussistenti, il che rende ancora meno comprensibile in questo caso la presentazione della questione pregiudiziale. E non è un caso, io credo, che anche una parte delle opposizioni – segnatamente l'ultimo intervento dell'onorevole Sarro – sia entrata nel merito delle questioni affrontate dal decreto e abbia completamente ignorato e trascurato la questione pregiudiziale di costituzionalità, che evidentemente anche le opposizioni sono ben consapevoli non esistere. Io ricordo, quanto all'urgenza, che il decreto è stato emanato il 30 giugno per prorogare un termine che sarebbe entrato in vigore il 1o luglio. Quale presupposto Pag. 20di urgenza più evidente di questo ? Un decreto che proroga un termine destinato ad entrare in vigore il giorno successivo ! E quanto alle necessità, è stato chiarito, in maniera mi pare abbastanza lampante, limpida e ragionevole dal Governo, che il processo amministrativo telematico doveva entrare in vigore a luglio, senonché il decreto per l'attuazione del processo amministrativo – e, cioè, il regolamento recante le regole tecnico-operative – è entrato in vigore solamente nel febbraio di quest'anno e si è quindi ritenuto opportuno, per salvaguardare l'operatività degli uffici giudiziari, dei TAR e del Consiglio di Stato, prorogare il termine di prova, il termine per mettere alla prova il funzionamento del nuovo processo civile telematico. Una ragione di necessità a me pare assolutamente ragionevole, equilibrata, inappuntabile, che rende, a mio avviso, del tutto strumentale e infondata la questione presentata.
Concludo, quindi. Se vogliamo davvero affrontare e risolvere una volta per tutte il problema della decretazione d'urgenza, dell'abuso della decretazione d'urgenza, lo strumento è a portata di mano: basta votare «sì» al referendum costituzionale del prossimo ottobre. Invito, quindi, gli amici e colleghi leghisti, che hanno presentato la pregiudiziale, a essere coerenti e a votare «sì» al prossimo referendum. In questo caso noi voteremo convintamente contro la pregiudiziale presentata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, do atto al collega che mi ha preceduto di essere reo confesso. Ha ben dichiarato che da febbraio scorso il Governo era a conoscenza delle difficoltà o presunte difficoltà per realizzare completamente il processo telematico e lo stesso, d'altra parte, è scritto già nella relazione. Per cui, è evidente che le condizioni previste dalla Costituzione italiana, cioè i casi straordinari di necessità e di urgenza, non sussistono, perché già all'epoca il Governo poteva provvedere con un disegno di legge.
Ma voglio rispondere all'accusa di questa sorta di ritualità che noi ci mettiamo – noi gruppi di opposizione – nel sollevare le questioni di incostituzionalità. Voglio fare presente che – e riferisco dati del Servizio studi della Camera – dall'inizio della legislatura sono stati emanati ben 78 decreti-legge, 3 dal Governo Monti, 25 dal Governo Letta, 50 dal Governo Renzi, e sono dati aggiornati alla metà di giugno (da giugno ad oggi ovviamente bisogna aggiungere questi altri decreti-legge). Quindi, parlare di soppressione della sovranità del Parlamento credo non sia esagerato.
D'altra parte, il Parlamento lavora abbondantemente. Altro che «sì» al referendum; questa è la ragione per la quale bisogna votare «no» al referendum di ottobre, contrariamente a quanto ha sostenuto il collega, perché uno dei mantra che girano in questo momento è che il Parlamento lavora poco e lavora lentamente. Ebbene, dall'inizio della legislatura sono stati adottati dal Parlamento 463 provvedimenti di legislazione primaria e secondaria e spiego: ben 219 sono le leggi, 78 sono i decreti-legge, 145 sono i decreti legislativi, 21 i regolamenti di delegificazione. Ora se mettiamo insieme i decreti legislativi e i decreti-legge praticamente abbiamo quasi il 48 per cento della produzione normativa di questo Parlamento. Quindi, egregio collega che mi ha preceduto, bisogna essere più prudenti quando si prende la parola su questo tema.
Ma c’è di più. L'iniziativa delle leggi: l'iniziativa governativa ha raggiunto l'81,74 per cento dell'ammontare complessivo, mentre l'iniziativa parlamentare è limitata al 17,35. Ma volete ancora un'altra informazione ?
Ebbene, voi sapete che le leggi sono fatte da commi. Orbene, i decreti-legge – i decreti-legge ! – racchiudono ben il 47,85 per cento della grandezza complessiva delle leggi approvate nella legislatura. Questa è la dimostrazione ed è la smentita più netta, precisa e documentata di tante sciocchezze che circolano in questo periodo, Pag. 21soprattutto in occasione dell'avvicinarsi del referendum sulla controriforma costituzionale.
Orbene, ho colto questa occasione proprio perché sapevo che qualcuno avrebbe strumentalizzato questa vicenda in vista del referendum e, proprio perché questo referendum è dietro l'angolo, è bene che i nostri colleghi siano tutti informati di quanto il Parlamento lavora, di come lavora e sotto quali input si esprime.
Se vogliamo riassumere e se vogliamo ridare al Parlamento la sua sovranità bisogna proprio opporsi a quella riforma della Costituzione, che non fa che aggravare la soggezione del Parlamento al Governo, sovvertendo complessivamente la Costituzione così come la vollero i padri costituenti.
Per questo motivo noi voteremo a favore – a favore ! – della pregiudiziale sollevata dai colleghi della Lega Nord.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.
Dunque, passiamo ai voti. Invito i colleghi a prendere posto...
ANNALISA PANNARALE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Pannarale, ha già parlato l'onorevole Sannicandro.
ANNALISA PANNARALE. Era sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Dopo, onorevole Pannarale. Anche altri gruppi hanno chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori. Quindi, siccome immagino che sia lo stesso tema, interverrete dopo, in ogni caso, perché adesso siamo in fase di votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Molteni ed altri n. 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Folino, Nicchi, Carloni. Forza colleghi ! Roberta Agostini, Nardi, Vaccaro, Dieni, Elvira Savino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 386
Votanti 379
Astenuti 7
Maggioranza 190
Hanno votato sì 125
Hanno votato no 254).
(I deputati Argentin, Mongiello, Ermini, D'Ottavio, Di Salvo e Zan hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).
Sull'ordine dei lavori (ore 12,55).
GERO GRASSI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GERO GRASSI. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Colleghi, un po’ di silenzio, per favore !
GERO GRASSI. Presidente, a nome del gruppo del Partito Democratico chiedo al Governo, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di venire quanto prima a riferire in Aula sul dramma che si è consumato questa mattina sulla tratta ferroviaria Barletta-Bari, in zona Ruvo. Notizie di agenzia parlano di 10 morti e di oltre 30 feriti. È anche difficile in questo momento esprimersi, perché non abbiamo certezza dei dati.
Rivolgo un pensiero alle vittime e nuovamente la richiesta al Governo di conoscere le motivazioni dell'incidente su una linea ferroviaria che io ho percorso stamattina e che è eccellente, che congiunge Barletta a Bari passando per l'aeroporto di Palese.
ANNALISA PANNARALE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 22 ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente. Mi unisco alla richiesta del collega Grassi. Abbiamo avuto notizia dagli organi di stampa di questo incidente gravissimo avvenuto questa mattina. Si tratta di treni di pendolari – è quello che sappiamo – generalmente affollati di persone che devono andare a lavoro tutte le mattine. Sappiamo che il bilancio parziale è già molto grave, con dieci morti e molti feriti, e sappiamo che potrebbe – ahinoi ! – aggravarsi nelle prossime ore. Abbiamo necessità urgente di accertare le ragioni di questo incidente.
Dunque, mentre il gruppo di Sinistra Italiana si stringe, con commozione, intorno alle famiglie delle vittime, chiediamo anche noi al Ministro Delrio di poter informare immediatamente il Parlamento sulle ragioni del gravissimo incidente di questa mattina.
ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente, per avermi concesso la parola. Anche noi ci uniamo al cordoglio e anche alla sofferenza per le vittime, per i morti – ancora il numero non è neanche definitivamente accertato – e per i feriti. È una tragedia autentica, che non ha bisogno di commenti. Anche noi chiediamo che il Ministro dei trasporti venga in Aula a riferire.
Esprimiamo vicinanza e cordoglio all'intera regione, alla Puglia, ma anche e soprattutto alle vittime, ai feriti e ai loro familiari.
ELVIRA SAVINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELVIRA SAVINO. Grazie, Presidente. Anche noi, il gruppo di Forza Italia, nell'esprimere il più assoluto sgomento per questa tragedia immane, avvenuta questa mattina in Puglia – peraltro, in un territorio molto vicino al mio, quindi sono particolarmente addolorata –, chiediamo l'intervento repentino del Ministro Delrio per chiarire la dinamica di questa tragedia. Esprimo, a nome mio e del gruppo, il più sentito cordoglio e la vicinanza alle famiglie delle vittime, che speriamo non aumentino ancora nelle prossime ore.
DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Anche noi rimaniamo assolutamente basiti da questo dramma e non possiamo fare altro, come gruppo parlamentare e come singoli, che esprimere la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime, nella speranza che questo bilancio non venga ulteriormente aggravato nelle prossime ore.
Ovviamente anche noi facciamo richiesta al Ministro di venire al più presto, per quanto ovviamente possibile, a riferire sulle ragioni e sulle dinamiche di questo, che, però, mi sento, già da ora, di non poter definire un incidente, perché un incidente è qualcosa che capita quando non si ha assolutamente previsione di quello che può accadere. Troviamo un po’ sconcertante che, con tutte le tecnologie, con tutte le possibilità che oggigiorno ci sono, questi eventi possano continuare ad accadere. Quindi, aspettiamo ovviamente le risposte che verranno dalla magistratura e dal Ministro ed esprimiamo, ancora una volta, il nostro cordoglio alle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
SALVATORE MATARRESE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SALVATORE MATARRESE. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, anche il gruppo di Scelta Civica si associa al cordoglio per le vittime e si associa alla richiesta di un chiarimento sull'episodio verificatosi, che sembrerebbe essere ascrivibile a un errore umano. Comunque, è un Pag. 23episodio che colpisce la comunità pugliese e non solo, in questo momento in cui è impegnata in rilevati investimenti di efficientamento di queste linee ferroviarie che collegano i centri urbani della cinta barese e che sono sempre state caratterizzate, ad oggi, da profili di eccellenza, tranne in casi particolari e singolari.
Quindi, davvero ci stringiamo al dolore che colpisce la regione Puglia, che colpisce la comunità pugliese e barese, in particolare (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
ANGELO CERA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Il gruppo di Area Popolare esprime profondo cordoglio per le vittime dell'incidente di questa mattina e avanza la stessa richiesta che hanno avanzato gli altri gruppi di avere qui il Ministro Delrio per avere, da parte del Ministero, la propria opinione rispetto a questo drammatico e bruttissimo incidente.
PINO PISICCHIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PINO PISICCHIO. Grazie, onorevole Presidente. Anch'io, a nome del gruppo Misto, vorrei aggiungere una parola di cordoglio nei confronti delle vittime e delle loro famiglie.
Abbiamo notizie frammentarie che ci offrono comunque uno spaccato drammatico ed inquietante. Credo che non debbano essere spese altre parole al di là di questa espressione di cordoglio, tenendo conto del fatto e della necessità di avere informazioni precise dai responsabili del Governo per poter comprendere che cosa effettivamente sia avvenuto in quel tratto di ferrovia di una delle zone più belle e più popolose della Puglia, un tratto di ferrovia che viene sistematicamente vissuto da pendolari, da persone che vanno a lavorare. Quindi tutti, con animo molto triste, ci associamo alle parole di cordoglio che sono state già espresse.
MARCELLO TAGLIALATELA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. A nome del gruppo di Fratelli d'Italia esprimo il cordoglio e il dolore per le vittime. Per la perdita delle loro vite nulla potrà riportare alla tranquillità le famiglie.
È ovvio che la presenza del Ministro sia necessaria. Immagino che lo sia ancora di più quando avrà avuto la possibilità di acquisire informazioni e notizie sulle dinamiche dell'incidente. Mi permetto qui di sottolineare come, da tempo, vi sia una polemica nei confronti delle Ferrovie dello Stato per quello che riguarda la percentuale di investimenti nelle regioni meridionali riguardo all'ammodernamento delle strutture ferroviarie.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Anche noi, come gruppo della Lega, vogliamo esprimere il nostro cordoglio per le vittime di questa assurda tragedia nonché la nostra vicinanza alle loro famiglie.
Riteniamo che non si possa parlare di un banale incidente: stiamo parlando di una tratta molto conosciuta – anche personalmente – molto trafficata e non si può morire per andare al lavoro, cioè a compiere il proprio dovere.
Purtroppo, sono anni che sentiamo parlare di migliaia, milioni di fondi che vengono investiti per le tratte ferroviarie. Non possiamo credere che oggi dobbiamo in quest'Aula commemorare quasi – perché così è di fatto – la perdita di non sappiamo purtroppo ancora quante vittime.Pag. 24
Chiediamo con forza che il Governo e il Ministro vengano in Aula a riferire e a farci comprendere che cosa sia accaduto perché, ripeto, è un fatto estremamente grave che, a mio avviso, deve coinvolgere l'intero Paese.
SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Anche per il Governo questi sono momenti destinati al cordoglio per le vittime e siamo accertando in questo momento con molta più precisione quello che sta accadendo.
Abbiamo già attivato la segreteria del Ministro Delrio per la richiesta che proviene dal Parlamento e, quindi, per quanto riuscirà immediatamente ad avere notizie più certe, c’è la disponibilità ovviamente a venire a riferire, concordando eventualmente con la Presidente della Camera.
PRESIDENTE. Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15,30 con il seguito della discussione del decreto-legge n. 3886-A, recante disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del gruppo ILVA.
Sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 15,35.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Bindi, Boccia, Bratti, Capelli, Catania, Dellai, Epifani, Fico, Locatelli, Manciulli, Mariani, Mazziotti Di Celso, Miotto, Piccoli Nardelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Rossomando, Rughetti, Sani, Scotto, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana seduta.
I deputati in missione sono complessivamente 109, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 9 giugno 2016, n. 98, recante disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del Gruppo ILVA (A.C. 3886-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3886-A: Conversione in legge del decreto-legge 9 giugno 2016, n. 98, recante disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del Gruppo ILVA.
Ricordo che, nella seduta dell'11 luglio, si è conclusa la discussione sulle linee generali ed il relatore per la maggioranza per la VIII Commissione (Ambiente) è intervenuto in sede di replica, mentre gli altri relatori ed il rappresentante del Governo vi hanno rinunciato.
(Esame dell'articolo unico – A.C. 3886-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A – A.C. 3886-A).
Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti Crippa 1.212, Carrescia 1.221 e 1.222 sono stati ritirati dai presentatori.
Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili nelle Commissioni: Vallascas Pag. 251.5, Petraroli 1.9 ed 1.0158, Allasia 1.174 e 2.6, Crippa 1.4, 2.02 e 2.04, Duranti 1.137.
Avverto, infine, che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 1.400, che è in distribuzione.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 3886-A). In particolare, tale ultimo parere contiene due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi e riassuntive ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni nelle votazioni a scalare. A tal fine il gruppo Sinistra italiana – Sinistra Ecologia e Libertà e la deputata Vincenza Labriola del gruppo Misto sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo unico del disegno di legge di conversione segnalati per la votazione.
ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza per la VIII Commissione. Sugli identici emendamenti 1.1 Ricciatti e 1.2 Vallascas il parere è contrario. Sull'emendamento 1.22 Crippa il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 1.6 Sisto, 1.7 Duranti, 1.8 Petraroli e 1.18 Labriola il parere è contrario.
PRESIDENTE. Allora, attenzione: qui ci sono gli identici emendamenti 1.6 Sisto e 1.8 Petraroli, gli altri non sono segnalati.
ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza per la VIII Commissione. Sugli identici emendamenti 1.6 Sisto e 1.8 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento 1.12 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 1.13 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 1.16 Vallascas il parere è contrario. Sull'emendamento 1.17 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento 1.19 Allasia il parere è contrario. Sull'emendamento 1.10 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 1.11 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 1.20 Allasia il parere è contrario. Sull'emendamento 1.21 Allasia il parere è contrario. Sull'emendamento 1.14 Ferrara il parere è contrario. Sull'emendamento 1.59 Duranti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.210 Allasia il parere è contrario. Sull'emendamento 1.24 Da Villa il parere è contrario. Sull'emendamento 1.211 Crippa il parere è contrario. Sull'emendamento 1.36 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 1.28 Duranti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.40 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento 1.48 Ricciatti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.90 Allasia il parere è contrario. Sull'emendamento 1.29 Zaratti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.30 Pellegrino il parere è contrario. Sull'emendamento 1.35 Sisto il parere è contrario. L'emendamento Crippa 1.212 è stato ritirato. Sull'emendamento 1.33 Ferrara il parere è contrario. Sull'emendamento 1.34 Zaratti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.85 Labriola il parere è contrario. Sull'emendamento 1.47 Duranti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.45 Ricciatti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.31 Pellegrino il parere è contrario. Sull'emendamento 1.46 Zaratti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.38 Sisto il parere è contrario.
L'emendamento 1.84 Labriola non è segnalato. Sull'emendamento 1.41 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento 1.39 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 1.52 Zaratti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.106 Allasia il parere è contrario.
L'emendamento 1.97 Labriola non è segnalato. Sull'emendamento 1.200 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento Pag. 261.77 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento 1.64 Zaratti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.68 Duranti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.61 Pellegrino il parere è contrario. Sull'emendamento 1.72 Crippa il parere è contrario. Sull'emendamento 1.201 Cristian Iannuzzi il parere è contrario. L'emendamento 1.62 Ricciatti non è segnalato. Sull'emendamento 1.66 Zaratti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.74 Ricciatti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.75 Zaratti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.76 Pellegrino il parere è contrario. Sull'emendamento 1.78 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 1.70 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 1.71 Petraroli il parere è contrario. L'emendamento 1.67 Pellegrino non è segnalato. Sull'emendamento 1.123 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento 1.160 Ricciatti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.166 Pellegrino il parere è contrario. Sull'emendamento 1.162 Ricciatti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.152 Crippa il parere è contrario. Sull'emendamento 1.163 Zaratti il parere è contrario. L'emendamento 1.145 Labriola non è segnalato. Sull'emendamento 1.132 Allasia il parere è contrario. Sull'emendamento 1.161 Ricciatti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.159 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento 1.202 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento 1.300 della Commissione, ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, il parere è favorevole. Sull'emendamento 1.301 della Commissione, ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, il parere è favorevole. Sull'emendamento 1.203 Allasia il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 1.172 Sisto e 1.173 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento 1.23 Crippa il parere è favorevole. L'emendamento 1.174 Allasia è inammissibile, così come l'emendamento 1.4 Crippa. Sull'emendamento 1.204 Allasia il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 1.83 Sisto e 1.86 Petraroli il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 1.88 Crippa e 1.96 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 1.95 Crippa il parere è contrario. Sull'emendamento 1.98 Zaratti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.100 Duranti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.108 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento 1.124 Vallascas il parere è contrario. Sull'emendamento 1.109 Petraroli il parere è contrario.
Sugli identici emendamenti 1.110 Sisto, 1.112 Petraroli e 1.114 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento 1.120 Sisto il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 1.126 Sisto e 1.128 Ricciatti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.146 Crippa il parere è contrario. Sull'emendamento 1.129 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 1.131 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 1.135 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 1.220 Crippa il parere è contrario. L'emendamento 1.137 Duranti non è ammissibile. Sugli identici emendamenti 1.151 Sisto e 1.153 Petraroli il parere è contrario. Sull'emendamento 1.156 Crippa il parere è contrario. L'emendamento 1.221 Carrescia è ritirato, così come l'emendamento 1. 222 Carrescia. Sull'emendamento 1.223 Crippa il parere è contrario. Sull'emendamento 1.400 delle Commissioni il parere è favorevole.
Volevo dire una cosa Presidente, perché il fatto che i pareri siano tutti contrari non significa che ci sia stato un atteggiamento di chiusura, è che il lavoro è stato fatto in maniera analitica in Commissione. Ci tenevo ovviamente a dirlo perché rimanesse agli atti.
PRESIDENTE. Va bene, andiamo avanti con gli emendamenti all'articolo 2.
ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza per la VIII Commissione. Sull'emendamento 2.1 Vallascas il parere è contrario. Sull'emendamento 2.200 Crippa il parere è contrario. Sull'emendamento 2.4 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 2.5 Crippa il parere è contrario. Sull'emendamento 2.3 Sisto il parere è contrario. Sull'emendamento 2.7 Ricciatti il parere è contrario. Le proposte emendative Pag. 272.6 Allasia e 2.02 Crippa sono inammissibili, così come il 2-bis.
PRESIDENTE. Ora io ho i due relatori di minoranza. Onorevole Zaratti e onorevole Crippa, chiedo: volete darli insieme o preferite ciascuno darli singolarmente ? Se li date insieme forse recuperiamo un po’ di tempo.
Sugli identici emendamenti 1.1 Ricciatti e 1.2 Vallascas ?
FILIBERTO ZARATTI. Relatore di minoranza per l'VIII Commissione.
Il parere è favorevole.
DAVIDE CRIPPA. Relatore di minoranza per la X Commissione.
Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 1.22 Crippa ?
FILIBERTO ZARATTI. Relatore di minoranza per l'VIII Commissione.
Il parere è favorevole.
DAVIDE CRIPPA. Relatore di minoranza per la X Commissione.
Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti 1.6 Sisto e 1.8 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI. Relatore di minoranza per l'VIII Commissione.
Il parere è favorevole.
DAVIDE CRIPPA. Relatore di minoranza per la X Commissione.
Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Sull'emendamento 1.12 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI. Relatore di minoranza per l'VIII Commissione.
Il parere è favorevole.
DAVIDE CRIPPA. Relatore di minoranza per la X Commissione.
Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.13 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.16 Vallascas ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.17 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.19 Allasia ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.10 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
Pag. 28PRESIDENTE. Emendamento 1.11 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.20 Allasia ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.21 Allasia ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.14 Ferrara ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.59 Duranti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.210 Allasia ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.24 Da Villa ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.211 Crippa ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.36 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.28 Duranti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
Pag. 29PRESIDENTE. Emendamento 1.40 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.48 Ricciatti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.90 Allasia ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.29 Zaratti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.30 Pellegrino ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.35 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.33 Ferrara ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.34 Zaratti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.85 Labriola ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.47 Duranti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
Pag. 30PRESIDENTE. Emendamento 1.45 Ricciatti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.31 Pellegrino ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.46 Zaratti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.38 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Contrario.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.41 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.39 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.52 Zaratti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.106 Allasia ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.200 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.77 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.64 Zaratti ?
Pag. 31FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.68 Duranti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.61 Pellegrino ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.72 Crippa ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.201 Cristian Iannuzzi ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.66 Zaratti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.74 Ricciatti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.75 Zaratti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.76 Pellegrino ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.78 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.70 Sisto ?
Pag. 32FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.71 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Mi rimetto all'Aula.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.123 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.160 Ricciatti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.166 Pellegrino ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.162 Ricciatti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.152 Crippa ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.163 Zaratti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.132 Allasia ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.161 Ricciatti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.159 Petraroli ?
Pag. 33FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.202 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.300 della Commissione bilancio ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Mi rimetto all'Aula.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.203 Allasia ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Contrario.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.301 della Commissione bilancio ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Mi rimetto all'Aula.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula. Sull'ammissibilità di questo, se è possibile considerare quello come un emendamento inerente i requisiti di bilancio, mi permetto di segnalare che è un intero sostitutivo e che potrebbe andare a modificare alcuni parametri che nulla hanno a che vedere con le questioni di bilancio.
Premetto che vengono riportate all'inizio la procedura e le modalità con cui ARPA aumenta il controllo, che sono cose che teoricamente erano scritte all'interno del testo originario. Ma mi viene il dubbio che, nel rifare e per dare una visione complessiva, questo possa costituire un precedente pericoloso in cui la Commissione bilancio ha la facoltà di intervenire sulla riscrittura di un intero paragrafo, invece che puntualmente andare a fare quelle operazioni di taglia e cuci che riguardano soltanto le questioni di bilancio. Io su questo, però, chiedo alla Presidenza di valutare, così come adesso viene proposto, come un emendamento interamente sostitutivo e che riguarda altre questioni, possa non essere invece più opportuno scriverlo in un'altra maniera.
PRESIDENTE. Va bene, intanto registro il rilievo. Nel frattempo, la Presidenza approfondisce. Identici emendamenti 1.172 Sisto e 1.173 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.23 Crippa ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.204 Allasia ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
Pag. 34DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.83 Sisto e 1.86 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.88 Crippa e 1.96 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.95 Crippa ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.98 Zaratti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.100 Duranti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.108 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.124 Vallascas ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.109 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.110 Sisto, 1.112 Petraroli e 1.114 Ricciatti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.120 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
Pag. 35DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.126 Sisto e 1.128 Ricciatti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.146 Crippa ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.129 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Contrario.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.131 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Contrario.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.135 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Contrario.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.220 Crippa ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.151 Sisto e 1.153 Petraroli ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.156 Crippa ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.223 Crippa ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.400 delle Commissioni ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Mi rimetto all'Aula.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 2.1 Vallascas ?
Pag. 36FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 2.200 Crippa ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Mi rimetto all'Aula.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 2.4 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 2.5 Crippa ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 2.3 Sisto ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 2.7 Ricciatti ?
FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo ?
TERESA BELLANOVA, Viceministra dello sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ricciatti 1.1 e Vallascas 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vallascas. Ne ha facoltà.
Chiedo scusa. Onorevole Crippa... Per ritirarlo ?
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. No, è per la risposta che mi doveva...
PRESIDENTE. Sì, su questo stiamo approfondendo.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Va bene, grazie.
PRESIDENTE. Intanto io do la parola all'onorevole Vallascas. Prego.
ANDREA VALLASCAS. Presidente, questo è l'ennesimo decreto vergogna, con cui il Governo insiste con pervicacia e arroganza nel dare il peggio di sé, gestendo una vicenda delicata con superficialità ed incapacità: una vicenda che è costata già 1,6 miliardi di euro, cifra esorbitante che non abbiamo ancora capito in che modo e quando sarà restituita allo Stato.
A questo si aggiungono i danni sanitario, ambientale ed economico per la città di Taranto e per tutta la Puglia, che hanno pagato e pagano i costi maggiori.Pag. 37
Questo decreto Ilva, emanato ad appena sei mesi di distanza dall'ultimo provvedimento, è la quintessenza di una situazione paradossale: dove c’è un Governo che si muove senza alcuna visione prospettica, vivendo alla giornata e tamponando le falle che incontra lungo il suo cammino; una situazione paradossale di un Governo che semplicemente non ha un piano, una strategia sul complesso sistema economico e industriale italiano.
Il MoVimento 5 Stelle sta chiedendo da tempo quale sia il piano industriale di questo Governo, al di là della svendita del nostro capitale produttivo, delle nostre aziende e delle nostre competenze. Ricordo al Governo che molte aziende del made in Italy, che hanno varcato la frontiera, hanno portato con sé, oltre alle opportunità di lavoro e crescita economica, un grande patrimonio brevettuale, che rappresenta la ricchezza dell'ingegno italiano.
Questa situazione di costante confusione si aggrava quando si devono affrontare vicende complesse come quella dell'Ilva, che richiedono competenze, serietà e visione di insieme: tutte cose che questo Governo non possiede.
Più che programmare la sicurezza dell'attività siderurgica, l'Esecutivo sembra inseguito dagli adempimenti: fissa degli obiettivi, e poi di volta in volta allontana l'orizzonte temporale per la loro realizzazione, semplifica i procedimenti e cancella regole e criteri.
Il decreto è il risultato di questa incapacità operativa del Governo, che si traduce nell'abbattere i controlli, obblighi e oneri in nome di una falsa semplificazione.
Con questo emendamento si propone la soppressione dell'articolo 1, che contiene una serie di misure che rappresentano lo specchio di un provvedimento rabberciato in extremis: tra le diverse questioni gravi, l'articolo 1 sposta l'onere della restituzione del prestito di 300 milioni di euro dall'acquirente o affittuario all'amministrazione straordinaria. Questo crea una serie di problemi, anche perché la procedura pubblica per la vendita o l'attribuzione è stata avviata a gennaio: di conseguenza, il decreto interviene per modificare i criteri di una gara in corso. Si tratta, tra l'altro, di criteri di grande rilievo, visto che l'onere di restituire 300 milioni di euro costituisce un elemento non secondario nella valutazione delle previsioni di redditività da parte di un'azienda. È prevedibile che, su questo punto, ci possano essere dei ricorsi, che rischiano, tra l'altro, di far slittare ulteriormente i già infiniti tempi del procedimento.
A questo proposito c’è anche da rilevare che la Commissione è propensa a considerare le misure a sostegno dell'Ilva come aiuti di Stato, su ricorso dell'associazione delle imprese del settore siderurgico; ma il decreto vergogna sembra una continua proroga, in linea con tutta l'operazione Ilva, caratterizzata da proroghe e deroghe: vengono ulteriormente ridotti i controlli sull'attuazione del piano ambientale, e vengono prorogati di diciotto mesi i termini previsti per il suo completamento.
Viene esteso l'esonero da responsabilità amministrative e penali per l'affittuario o acquirente: esonero che appare sempre più una sorta di salvacondotto offerto a chi dovrà gestire il delicato processo di rinnovamento dell'Ilva. Una vergogna perpetrata da un Governo senza alcun pudore: si trascina, la vicenda ormai scottante dell'Ilva, di anno in anno, o di sei mesi in sei mesi.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ANDREA VALLASCAS. Tutto questo per la mancanza di coraggio di un Esecutivo più interessato a non disturbare lobby e banche che a tutelare i cittadini.
Le imprese hanno bisogno di criteri e regole chiare, non di favori, salvacondotti o di deroghe alla sicurezza: non è pensabile che il procedimento Ilva sia progressivamente trasformato nell'assenza completa di regole di responsabilità. Per questa ragione proponiamo la soppressione dell'articolo 1 del decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Presidente, anche noi abbiamo presentato un emendamento per la soppressione dell'articolo 1 di questo provvedimento: questo articolo è il cuore del provvedimento.
È stato già detto, stiamo esaminando il decimo decreto sui complessi aziendali dell'Ilva: non solo sull'Ilva di Taranto, ma evidentemente in particolare sull'Ilva di Taranto.
Siamo però di fronte ad una perdurante, gravissima emergenza di tipo sanitario, di tipo ambientale e di tipo industriale, e non riusciamo a vedere all'orizzonte alcuna soluzione che sia in grado di rispondere alle domande di salute e di sicurezza dei cittadini di Taranto e dei lavoratori di quella fabbrica. Anzi, il nostro giudizio su questo decreto è un giudizio nettamente negativo, perché pensiamo che sia addirittura peggiorativo rispetto a quelli precedenti, in una situazione in cui non solo i cittadini e le cittadine di Taranto continuano ad ammalarsi a causa dell'inquinamento che quella fabbrica produce, ma c’è una perdurante insicurezza anche dei lavoratori che in quella fabbrica si trovano, che in quella fabbrica entrano ogni giorno per lavorare.
Io voglio ricordare che stamattina erano qui, erano in Piazza Montecitorio a significare la loro contrarietà al decreto, e a significare la loro preoccupazione. Voglio sottolineare: loro sono partiti, hanno presentato una piattaforma, e sono partiti chiedendo l'ambientalizzazione di quello stabilimento, un po’ anche smentendo tutti quelli che pensano che i lavoratori dell'Ilva siano poco preoccupati dell'ambientalizzazione di quella fabbrica e delle ricadute sanitarie di quella fabbrica. Al contrario, sono molto preoccupati, pensano che la premessa debba essere l'ambientalizzazione della fabbrica e il risanamento sanitario di quella fabbrica, e chiedono però ovviamente che ci siano tutele sui livelli occupazionali.
Questo decreto non risolve né la questione ambientale-sanitaria né quella occupazionale; anzi, introduce alcune norme, alcune disposizioni che sono veramente odiose (lo dico così). Intanto lo slittamento ulteriore di diciotto mesi dell'attuazione del piano ambientale, e quindi delle prescrizioni dell'AIA, in una situazione in cui le prescrizioni dell'AIA dovevano essere cogenti già ad agosto 2015, e di decreto in decreto sono state spostate ed ora si spostano fino all'inizio del 2019; in una situazione in cui, peraltro, le prescrizioni più significative e più importanti rispetto alla ricaduta sulla salute dei cittadini e dei lavoratori non sono state applicate: una fra tutte, la copertura dei parchi minerali.
Di più: lo scudo giudiziario, cioè l'immunità penale, civile e persino amministrativa, che era stata disposta per i commissari e i loro delegati, viene estesa anche ai futuri acquirenti e alle persone da loro funzionalmente delegate, violando ovviamente la Costituzione italiana e concedendo un incentivo a chi si appresta ad acquistare l'Ilva, che saprà che non dovrà rendere conto delle ricadute dell'attività che svolgerà. Lo avete poi specificato con un emendamento che è passato nelle Commissioni competenti: fino al giugno 2017; ma si potrà estendere per tutti i diciotto mesi in cui si dovranno applicare le prescrizioni dell'AIA, periodo durante il quale potranno slittare l'applicazione del piano ambientale e le prescrizioni dell'AIA.
Infine, c’è un ulteriore regalo di carattere finanziario, ossia i 300 milioni di euro che dovevano servire per far fronte alle indifferibili esigenze finanziarie del gruppo non dovranno più essere restituiti da chi acquisterà i complessi aziendali, ma dall'amministrazione straordinaria.
Insomma, nel complesso – concludo, poi ritorneremo sulle singole parti – questo decreto garantisce l'immunità ai futuri acquirenti, gli fa un favore dal punto di vista economico, e quindi riduce, di fatto, il prezzo dell'Ilva, e consente di atteggiare il futuro piano industriale slittando l'applicazione del piano ambientale, non prevedendo alcuna garanzia per la tenuta dei Pag. 39livelli occupazionali e potendo, fra diciotto mesi, dichiarare tranquillamente che l'offerta che oggi hanno presentato per l'Ilva di Taranto è un'offerta che, ovviamente, fra diciotto mesi sarà datata, e quindi, probabilmente, la sesta offerta verrà ridotta per compensare gli sforzi degli acquirenti o degli affittuari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BRATTI. Allora, permettetemi due parole del perché siamo al decimo decreto: si è scelta, tempo fa, una procedura, un percorso, che sicuramente è un percorso di natura straordinaria perché era ed è straordinaria la problematica che abbiamo di fronte, cioè un'eredità pesante da un punto di vista ambientale di uno stabilimento lasciato dai proprietari precedenti, problemi ambientali molto forti, problemi occupazionali che, in un momento di crisi, diventano ancora più cogenti, e il Governo, i Governi hanno scelto un percorso straordinario, che si è dipanato attraverso questi numerosi decreti.
Oggi siamo, appunto, al decimo decreto; noi speriamo che sia un decreto importante che, in merito agli acquirenti che oggi si sono posti sul mercato per poter acquisire (nella forma, poi, che si vedrà) gli stabilimenti Ilva, consenta di finire questa operazione.
Abbiamo sempre detto, perché credo che a tutti stia a cuore la tutela della salute, innanzitutto, dei lavoratori, ma anche la tutela della salute delle persone che abitano in quei posti, che il tema ambientale era per noi centrale in tutta questa vicenda. Abbiamo cercato di tenere questa coerenza in tutti i provvedimenti: ricordo che i soldi sequestrati ai Riva, fermi al momento in Svizzera, ma che noi contiamo, poi, di recuperare nel momento in cui ci saranno le sentenze che andranno nella loro risoluzione definitiva, servono, e lo abbiamo sempre posto come centrale, a risanare dal punto di vista ambientale quell'area. Non è una sfida facile, è una sfida assolutamente complicata, ma che il Governo si sente di affrontare, in mezzo, sicuramente, a delle difficoltà.
Siamo assolutamente consapevoli che sono state fatte delle deroghe, sia da un punto di vista ambientale che anche da un punto di vista di quello che è un percorso giudiziario, però sono tutte deroghe che comunque sono state ben studiate, sono state verificate e a cui sono stati posti, a mio giudizio, pesi e contrappesi.
Ora, i lavoratori noi questa mattina li abbiamo incontrati anche come Partito Democratico: non mi risulta che ci sia un giudizio negativo sul decreto; sono state poste, invece, assolutamente delle questioni, alcune delle quali le abbiamo recepite in sede di discussione in Commissione. Ci siamo presi un impegno con quei lavoratori e abbiamo intenzione di portare avanti in maniera coerente quell'impegno.
Mi sembra anche che ci siamo lasciati in una situazione di reciproco ascolto e anche di una certa soddisfazione da parte dei lavoratori stessi. Quindi, questa acredine che è stata ricordata prima dalla collega di SEL non mi sembra che esista proprio su questo decreto.
Ricordo, inoltre, che al momento, fino a quando il decreto non sarà in atto e fino a quando non si sapranno i contenuti delle offerte, esiste un'autorizzazione ambientale integrata in corso, che va rispettata e va seguita, e, finché non si cambia, così come descritto all'interno della procedura del decreto, quella è l'autorizzazione che deve essere rispettata. Abbiamo fatto, credo, un lavoro importante e serio sul tema del cosiddetto scudo giudiziario, su cui, anche qui, poi bisognerebbe aprire un capitolo. Abbiamo specificato che trattasi di uno scudo assolutamente a tempo, fino a diciotto mesi, così recita la norma, che serve per portare a regime il piano di attuazione delle prescrizioni dell'autorizzazione ambientale integrata, che poi verrà inglobato nel cosiddetto piano di azione ambientale.
Questa precisazione io credo sia stata molto importante, perché ricordo che l'AIA, per un impianto come questo, dura, può durare 12 anni, perché l'azienda è Pag. 40certificata, e quindi nei 12 anni successivi di gestione dell'autorizzazione questa azienda sarà sottoposta a regime ordinario, come tutte le altre aziende. Ecco, su tutta, poi, un'altra serie di questioni più specifiche che emergeranno nel corso del dibattito ci riserveremo di intervenire, però, insomma, volevo ricordare che oggi stiamo parlando ancora una volta – lo abbiamo già detto – di un impianto strategico importantissimo per l'economia di questo Paese, e quindi di un importante impianto da un punto di vista produttivo, ma ricordo anche, perché così la storia ci insegna, che ad oggi, finché esiste un'interlocuzione con degli operatori economici, probabilmente si riescono ad effettuare quelle operazioni di miglioramento ambientale così come tutti vogliamo e tutti vorremmo.
Ricordo che, nel momento in cui non ci sarà più nessuno e quello stabilimento dovesse chiudere, ci sarebbe un'eredità ambientale pesantissima con cui fare i conti, che si tramuterebbe, inevitabilmente, in un problema sanitario enorme. Abbiamo qualche esempio nella storia di questo Paese e credo che questa sia la situazione assolutamente da evitare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà per un minuto.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Intervengo sempre su questo emendamento che vuole sopprimere l'articolo 1. L'articolo 1 è il cuore di questo decreto e, ovviamente, la nostra contrarietà a questo articolo 1 è dovuta al fatto che il piano ambientale, quindi il piano di risanamento, viene posticipato, prorogato al 2018, per il fatto che il debito accumulato anche durante la gestione commissariale con le risorse stanziate nei passati decreti – parlo dei 300 milioni – non è più in carico al soggetto che sta subentrando, ma di nuovo ricade in capo ai cittadini italiani, in capo allo Stato, e quindi, in qualche modo, di nuovo gli italiani si troveranno a pagare l'inefficienza di una gestione commissariale voluta da questo Partito Democratico e dal Governo Renzi. Ancora, Presidente, questo articolo 1, questo decreto è un obbrobrio giuridico: non si è mai assolutamente vista una possibilità di concedere a un soggetto privato – concludo, Presidente – l'immunità civile, penale e amministrativa su quello che può accadere nella realizzazione dell'autorizzazione integrata ambientale.
E questo, ovviamente, è uno spettro che non può aleggiare in nessun settore produttivo, in nessuno stabilimento produttivo. Nei prossimi emendamenti, nel prosieguo della discussione, ovviamente, interverremo ancora su questi argomenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Siamo ad esaminare ancora una volta il decimo decreto, come è stato ricordato, signor Presidente, ma, considerate altre norme più o meno dello stesso tenore, finite in altro decreto sotto forma di articolato, se ne possono calcolare undici, su un problema complesso. Non c’è dubbio che si tratti di situazioni che nel tempo continuano a complicarsi, perché noi abbiamo, così come hanno ricordato diversi colleghi, il problema sulla situazione dell'aria, delle bonifiche, sull'attività strategica rispetto alla situazione dell'acciaio, il problema della tutela dei lavoratori all'interno stesso della fabbrica, il problema dello scudo, perché la Corte costituzionale stabilisce un periodo massimo di 36 mesi e ormai sono trascorsi. Quindi, noi continuiamo ad andare in deroga a quello che dice la Corte costituzionale, in un contesto in cui si ripropone questo decreto ma non si affronta, signor Presidente, un problema centrale, un problema che è fondamentale per la situazione di Taranto e della città di Taranto e dei cittadini che vivono a Taranto, che è il riferimento alla situazione dell'inquinamento. Noi non sappiamo ad oggi se c’è un inquinamento superiore, uguale o inferiore rispetto al tasso precedente con l'attività a regime e nel contesto Pag. 41di questi dati apprendiamo da più parti, dai protagonisti che stanno sul territorio, che rispetto per esempio all'attività del monitoraggio da parte dell'ARPA ancora non sono stati effettuati, con la cadenza con cui dovevano essere effettuati e nella quantità in cui dovevano essere effettuati, questi rilievi, tant’è che questo decreto tenta forse di cercare di sopperire a questo tipo di situazione con un incremento di attività. Detto questo, rimane il problema dei problemi che questo decreto ancora non affronta per niente e che è il tema centrale, i cittadini di Taranto chiedono una cosa in modo pressante, tutti: allo stato attuale delle cose, rispetto al tasso di inquinamento provocato non solo da Ilva ma anche da tutto il resto dell'altro settore industriale che è presente a Taranto – Cementir, Centrale idroelettrica, Eni, Raffineria e quant'altro – se questo, cioè il tasso di inquinamento, è direttamente e quanto è direttamente collegato con il danno sanitario. Esiste una legge regionale in questo senso con una procedura, ma questo decreto non affronta il problema di creare una struttura dello Stato, signor Presidente. Non può essere il magistrato «x» o «y» che tira fuori di tanto in tanto la nomina di periti che valutano secondo legge quello che è l'aspetto principale tra inquinamento e danni alla salute, né tanto meno delle perizie di parte, cioè da parte delle aziende. Deve essere una struttura perenne dello Stato e solo dello Stato che deve insistere sul territorio alle dipendenze dell'ASL e non in via sperimentale come sta per chiudersi peraltro anche quel poco che era stato fatto a tempo determinato, sotto la direzione del direttore del distretto di igiene e sanità pubblica, che è il dottor Conversano, che cercano di valutare con degli screening e a regime su tutta la popolazione, ma in particolare sulla popolazione giovane – quello che serve con queste professionalità – il tasso e la correlazione dell'inquinamento con il danno alla salute. È questo che chiedono e che è fondamentale far sapere ai cittadini di Taranto, questo decreto non lo affronta ed è il motivo principale per cui ancora una volta noi siamo molto critici nei confronti di questo decreto: affronta tanti altri problemi o tenta di affrontarli, ma questo problema centrale, cioè il diritto di far sapere ai, cioè i cittadini di Taranto ogni giorno, qual è il tasso di inquinamento e se questo tasso è correlato con un danno alla salute...
PRESIDENTE. Concluda.
ROCCO PALESE... e questa verifica deve essere fatta da una struttura dipendente dallo Stato, non viene per niente affrontato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, vorrei ringraziare innanzitutto il relatore Bratti, che ha voluto evidenziare il lavoro fin qui svolto sull'azione emendativa, dato che ha ripreso il lavoro della Commissione che in modo analitico ha sistematicamente bocciato gli emendamenti in Commissione come quelli in Aula, con una percentuale molto alta: il 98 per cento circa, perché sono stati approvati 4 emendamenti in Commissione su oltre 200; qua parliamo di 90 emendamenti dei quali è stato preso in considerazione – poi vedremo se sarà approvato dall'Aula – con parere favorevole uno solo. Noi riteniamo che questo undicesimo decreto debba avere un prosieguo – ahimè, mi dispiace – per i lavoratori; non sarà la fine della discussione perché riteniamo che questo decreto sia come i dieci precedenti, che dobbiamo ricordare sono stati adottati ed esclusivamente da Governi di centro-sinistra, perché gli ultimi tre Governi hanno questa marcatura.
La nostra preoccupazione indubbiamente è che è un atto che bisogna guardare al passato, ma è un atto dovuto anche a una valutazione economica, perché qua parliamo di soldi pubblici, come è stato descritto già da alcuni esponenti e da alcune autorità, come l'Autorità dell'energia. Questo prestito, che non sarà un prestito come già visto e detto dalla stessa Pag. 42maggioranza, rischia di far aumentare le bollette dell'elettricità e del gas nei prossimi mesi e questo va ulteriormente a aumentare la spesa privata dei cittadini in tutto il Paese con l'aumento che c’è già stato nei mesi scorsi e che la Lega Nord nella scorsa settimana, con il question time, ha denunciato direttamente al Ministro. Noi, come dicevo, questo decreto non abbiamo intenzione di affossarlo e di rimaneggiarlo con l'azione emendativa, per patti sul primo emendamento, il nostro parere è contrario perché non abbiamo intenzione di far decadere il complesso della struttura del decreto, perché abbiamo necessità di avere un prosieguo, essendo un atto dovuto nei confronti soprattutto dei lavoratori che hanno legato la propria vita e quella delle loro famiglie al destino di quello che ancora è il colosso siderurgico più importante d'Europa. Perciò abbiamo necessità di modificarlo e le nostre proposte, anche se bocciate dai relatori, hanno intenzione di avere il parere dell'Aula perciò auguriamo il buon lavoro a tutti per realmente trovare la fine a questa farsa, che è solo ed esclusivamente marcata PD.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 Ricciatti e 1.2 Vallascas, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dall'Osso, Tripiedi, Capone, Burtone, Nissoli Fitzgerald, Cesaro, Pili, Vezzali, Aiello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 436
Astenuti 2
Maggioranza 219
Hanno votato sì 149
Hanno votato no 287).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.22 Crippa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, questo emendamento è un tentativo di far comprendere che sia necessario quanto meno far ripartire l'iter della gara. Noi avevamo già segnalato allora alcune necessità che il decreto, che era stato emanato il 6 giugno dall'allora Ministro Guidi, dovesse tenere in conto alcune considerazioni e alcuni paletti nella procedura di aggiudicazione. Quel decreto è stato emanato prima ancora che il Parlamento potesse esprimersi e, quindi, di fatto sanciva l'impossibilità di modificare i criteri con cui poteva essere emanato. Oggi ci troviamo, a differenza di quanto il collega Bratti ha detto prima, nella miopia di un Governo che sei mesi fa non è stato in grado di pensare ad una corretta attribuzione e ad una corretta procedura di aggiudicazione, tant’è che a sei mesi di distanza ci ritroviamo a metterci mano. Questa, a mio avviso, non è una necessità di continuità, ma è incapacità e incapacità di previsione. Segnalo come oggi questa modifica sembra opportuna quando in una gara, che è già iniziata, o in una manifestazione di interesse, a cui sono seguite delle richieste di offerte da parte di soggetti, noi interveniamo, strada facendo, spostando in là innanzitutto la scadenza dell'offerta definitiva e, in più, cambiamo le carte del gioco, perché quello che all'inizio era a carico dell'acquirente – 300 milioni di euro nel precedente decreto – oggi è a carico dell'amministrazione straordinaria e, quindi, era possibile che ci fosse un soggetto, a gennaio o a febbraio, che aveva deciso di non partecipare, perché vedeva come ostacolo alla partecipazione oppure non considerava giusto che 300 milioni di euro, che erano stati dati meramente per una funzione amministrativa, per condurre l'Ilva alla cessione – così almeno ci era stato detto e giustificato Pag. 43nel decreto precedente – dovesse pagarli un acquirente.
Allora, il dubbio è che se noi cambiamo le carte in gioco in quella fase dobbiamo rifare la procedura di gara, perché non mi sembra così leggero il fatto che i 300 milioni di euro li deve dare un'azienda che vince oppure devono essere spostati in capo all'amministrazione straordinaria. Cioè, da un punto di vista regolamentare riferito ad una gara può essere una condizione preclusiva per la partecipazione di un soggetto.
Ovviamente, voi non vi preoccupate di questa modalità, probabilmente rassicurati dal fatto che i soggetti proponenti hanno già in qualche modo concordato di non fare i ricorsi oppure di non procedere nel richiedere la tutela dei diritti, ma a mio avviso sembra abbastanza scontato che un soggetto che non abbia partecipato allora oggi possa pretendere, con un ricorso al TAR, di annullare la gara perché sono cambiate le condizioni di contorno. Anche in questo caso mi accodo alle considerazioni che ha fatto poc'anzi il collega Allasia sul fatto che una discussione vera e propria in Commissione l'abbiamo fatta una volta; il Governo si era preso l'impegno di risponderci su determinate questioni tra cui, ad esempio, sapere che fine hanno fatto i soldi stanziati nel precedente decreto (600 milioni di euro a valere sul 2016 e 200 a valere dal 2017 sulle operazioni di bonifica). Dato che i commissari non ci hanno risposto, il Governo si era preso la briga di doverci rispondere in Commissione. Peccato che poi non abbiamo mai avuto modo di confrontarci nel merito con una risposta chiara. Quindi, non c’è stato quel confronto puntuale, quello scambio chiaro, sulla modalità con cui il Governo è a conoscenza dei reali fatti di gestione dei commissari, sui quali i commissari – lo ricordo all'Aula – hanno negato l'audizione alle Commissioni attività produttive e ambiente dicendo che non era opportuno, secondo loro, venire a riferire in Commissione sull'andamento dell'Ilva, per non alterare le procedure di gara in corso. Ricordo a tutti che l'altro ramo del Parlamento su queste condizioni ci passa sopra allegramente, tant’è che convoca soggetti che partecipano alla gara a riferire su come vorrebbero gestire l'Ilva, questo perché la Camera fa in un modo e il Senato in un altro e chi forse ha un po’ più di convinzione e volontà, arriva ad avere le audizioni che desidera.
In questo caso il Governo e i presidenti di Commissione non sono riusciti a portare in audizione i commissari dell'Ilva. Noi chiediamo, a questo punto, di ripartire con la gara con questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Come ha già illustrato il collega Crippa, si tratta di cambiare letteralmente le carte in tavola in una procedura ormai già avviata e conclusa. Quale soggetto economico potrebbe reputare lo Stato italiano, il Governo e il Parlamento italiano credibili ? Nel momento in cui si presenta una manifestazione pubblica di interesse, si dice che, per subentrare nella gestione dell'Ilva, bisogna sborsare 300 milioni e che bisogna attenersi a delle prescrizioni per l'autorizzazione integrata ambientale, ma poi, una volta che alcuni soggetti decidono di non partecipare, perché queste condizioni sono proibitive e vincolanti – e dunque si ricevono alcune buste di offerte – il Governo cosa fa ? Dice: «No, i 300 milioni che dovevano essere in carico, appunto, al soggetto subentrante non sono più in carico a chi dovrà gestire l'azienda, ma rimangono in capo allo Stato e allo stesso modo l'autorizzazione integrata ambientale potrà essere, da chi gestirà le sorti di quell'azienda, cambiata a proprio piacimento».
Se io fossi un soggetto economico che ha rinunciato a partecipare a questa procedura, probabilmente avrei qualcosa da ridire e probabilmente adirei le vie legali, perché di fatto sono stato discriminato nel concorrere alla pari con gli altri soggetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
CRISTINA BARGERO, Relatrice per la maggioranza per la X Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRISTINA BARGERO, Relatrice per la maggioranza per la X Commissione. Presidente, io mi rivolgo a lei per chiarire ai colleghi quello che riguarda il prestito dei 300 milioni e a carico di chi deve essere l'erogazione. I 300 milioni erano stati stanziati per le inderogabili esigenze finanziarie del gruppo Ilva in amministrazione straordinaria. Erano stati stanziati all'amministrazione straordinaria dell'Ilva, soprattutto per il pagamento dei dipendenti. Questi 300 milioni – e ce lo chiede anche la comfort letter dell'Unione europea relativa alla procedura che si è aperta sull'Ilva – devono essere rimborsati da chi li ha ricevuti, ossia dall'amministrazione straordinaria, per segnare una discontinuità, che ci viene sempre chiesta dalla comfort letter dell'Unione europea, tra l'amministrazione straordinaria e chi subentrerà all'amministrazione straordinaria attraverso un contratto di affitto o attraverso, invece, l'acquisizione del ramo d'azienda di Ilva.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente. Intervengo su questo punto per specificare che i 300 milioni erano stati stanziati per far fronte alle indifferibili esigenze finanziarie dei complessi Ilva, dei complessi aziendali – come diceva il decreto precedente – allo scopo della cessione dei complessi aziendali, per cui era specificato che lo scopo era relativo, appunto, a consentire di far fronte alle esigenze finanziarie però al fine di privatizzare.
Per cui, io capisco che ci si provi ad arrampicare sugli specchi, ma quei fondi e quelle risorse erano finalizzati alla cessione e, quindi, come ha provato a spiegare il collega Crippa – e dico: «ha provato» non perché lui non lo abbia spiegato bene, ma perché temo che comunque non serva a niente – quei fondi, appunto così come era previsto dal decreto precedente, andavano restituiti da parte degli acquirenti o degli affittuari. Per cui girarci intorno non risolve il tema: quei fondi avevano una destinazione e adesso, invece, siccome si proroga l'amministrazione straordinaria, rimangono in capo allo Stato.
Si poteva prevedere almeno che una tranche, fino al 30 giugno 2016, fosse restituita dall'amministrazione straordinaria a partire dal 1o luglio 2016, per esempio. C'era un emendamento in questo senso a nostra firma, del gruppo di Sinistra Italiana, che siamo stati costretti a cassare perché appunto, a norma dell'articolo 85-bis del Regolamento, ci avete chiesto di segnalare un numero inferiore di emendamenti. C'era un emendamento, per l'appunto, che diceva «a partire poi dal 1o luglio 2016, per le risorse la restituzione, il rimborso, è in capo agli acquirenti o agli affittuari»; neanche questo avete voluto. Ovviamente noi voteremo a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.
LUDOVICO VICO. Grazie Presidente. I 300 milioni, nello scorso decreto, vengono argomentati come prestito ai commissari Ilva, con restituzione da parte del subentrante.
La destinazione dei 300 milioni era: gli stipendi dei lavoratori ed il pagamento di una parte dei fornitori; ovviamente non iscritti a bilancio, perché iscritti nella restituzione del subentrante dopo il 30 giugno 2016; le vicende dell'intervento del Piano ambientale hanno posto l'esigenza che i 300 milioni, per non essere suscettibili di attività dell'Unione europea per infrazione, ovviamente rimangano a titolo di prestito dei commissari, che, come è noto ai colleghi che hanno parlato, per effetto del decreto in essere spostano la gestione commissariale come minimo fino alla primavera del 2017.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Crippa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ravetto, D'Incà.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 427
Astenuti 5
Maggioranza 214
Hanno votato sì 140
Hanno votato no 287).
(I deputati Baroni e Pannarale hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.6 Sisto e 1.8 Petraroli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Questo provvedimento delinea una debolezza nel potere esecutivo, perché, in un provvedimento che dovrebbe guidare un'attività produttiva definita strategica, il ruolo del Governo dovrebbe rimanere strategico, non il ruolo di qualche imprenditore più o meno amico di qualcheduno.
Con questo emendamento cerchiamo di sopprimere la parte che stabilisce che a restituire le somme prestate all'Ilva in amministrazione straordinaria debba essere, secondo il testo del decreto, la stessa amministrazione straordinaria; lo Stato presta a se stesso dei soldi e poi sarà lo Stato a restituirli, non sarà quindi più l'aggiudicatario individuato dalla procedura di cui si parla.
In pratica, si cerca di fare una sorta di offerta da supermercato, un «tre per due» dell'acciaio, mentre invece manca totalmente la visione, perché manca quello che abbiamo chiesto ormai da tre anni, dal primo decreto che abbiamo affrontato in questa legislatura: manca una pianificazione, manca la comprensione se sia utile al nostro Stato ed alle nostre attività produttive l'acciaio che esce da questi altoforni.
Quindi addirittura poi cerchiamo di fare questa scontistica, un po’ una manovra comunicativa, che chiaramente immaginiamo che sia stata ispirata forse dallo stesso Premier, che di slogan insomma se ne intende.
Quindi, oltre a tutto il danno ambientale, che prosegue, perché ricordiamo che sono stati spesi oltre 2 miliardi di euro di passività in questi anni di commissariamento e amministrazione straordinaria, ma adesso anche le cifre funzionali al funzionamento non saranno poi restituite da chi si aggiudicherà lo stabilimento, ma direttamente resteranno in capo allo Stato stesso, cedendo poi lo stabilimento ad un'entità che poi potrà anche chiedere di cambiare il piano ambientale e sanitario, di cui sappiamo bene che, contro la legge, non si è neanche ottenuta una rendicontazione dell'attuazione.
Quindi, questa priorità data all'ambiente non c’è ed è grave, perché insomma è in questi giorni purtroppo che si ricordano i quarant'anni dalla tragedia di Seveso, da questo rilascio importantissimo di diossina nell'ambiente ed uno stabilimento che è il più grande produttore di diossine nel nostro Stato, produttore attivo di diossine, adesso si definisce che non sia neanche necessario rendicontare un piano ambientale che era stato deciso dal DPCM del 2014, quindi un decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri e ripeto che tutto questo decreto delinea questa enorme debolezza, questa trasparenza del Governo, ma trasparenza nel senso di pressoché inesistenza del Governo nella gestione delle attività produttive e industriali.
Addirittura appunto svendiamo, ma attenzione che ci sono diversi attori che si stanno muovendo in questo settore ed i vari attori industriali, nazionali o esteri, Pag. 46chiaramente stanno semplicemente cercando di farsi belli, dimostrando che in altre realtà lavorano bene.
Lo abbiamo visto nella realtà della Ferriera di Servola a Trieste, anche questa in mezzo alle case: è stata riportata persino dallo stesso sindaco di Trieste la cattiva qualità di vita persistente degli abitanti della zona, nonostante il cambio con l'attuale gestione di Arvedi, che appunto è uno dei candidati ad acquisire, con questa offerta speciale, lo stabilimento dell'Ilva di Taranto.
Ma lo vediamo con tutti gli altri attori dello stesso Gruppo Marcegaglia: insomma, sono persone che non stanno riuscendo ad avere sostenibilità ambientale dove stanno già lavorando, figuriamoci in una realtà complessa e troppo estesa come quella dell'Ilva.
Pertanto, questo decreto va semplicemente a peggiorare la situazione, con una svendita del patrimonio ambientale ed economico della nazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.6 Sisto e 1.8 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Occhiuto, Librandi, Abrignani, Palma, Malpezzi, Murer, Galgano, Di Lello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 438
Astenuti 5
Maggioranza 220
Hanno votato sì 160
Hanno votato no 278).
(Il deputato Nuti ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.12 Sisto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Approfitto per motivare l'astensione su questo emendamento, perché a nostro avviso qua si rischia di fare quasi peggio che lasciare così com’è la situazione.
Qua praticamente viene messo che, anteponendolo nella procedura, sostanzialmente deve essere restituito dallo Stato, anteponendolo a tutti gli altri creditori: questo è quanto si dice nel testo originario.
Nel testo di Sisto si parla di un 50 per cento, quindi il dubbio è che il rimanente 50 non è ben chiaro che fine faccia. È per questo che per noi comunque un debito nei riguardi dello Stato deve essere comunque restituito complessivamente.
Con l'occasione volevo illustrare e segnalare quanto poc'anzi ha detto la collega Bargero: i 300 milioni che sono stati dati in favore dell'amministrazione straordinaria nella precedente gestione, innanzitutto, ha stabilito il Partito Democratico che dovessero essere messi in capo all'acquirente, quindi non è che c'era stato un obbligo normativo: il Partito Democratico, sei mesi fa, ha deciso di attribuire quella somma a chi comprasse l'Ilva o a chi prendesse in affitto l'Ilva.
A sei mesi di distanza cambiano idea, presumibilmente credo per pressioni legate agli operatori di mercato, quindi a quelli che hanno detto «noi, con queste condizioni non ci partecipiamo manco morti».
Tra l'altro è vero, sì, è una necessità dettata da una procedura di infrazione, ma ricordo che in quella procedura di infrazione, così come ci riporta il fascicolo del servizio studi, c’è scritto che: l'Italia ha confermato che il prestito non è coperto da alcuna garanzia, né garanzia reale. Quindi, quei 300 milioni che avevate messo sul piatto dallo Stato verso l'Ilva di Taranto per il funzionamento dell'azienda è stato sancito che non avevano alcuna garanzia, erano totalmente a fondo perduto Pag. 47e senza nessuna possibilità di restituzione. L'avete sempre fatto voi, non vi era stato imposto a gennaio da una forzatura di qualsiasi natura; no, lo avevate pensato all'epoca, con la miopia che vi contraddistingue, dopo dieci decreti sulla medesima questione.
Ricordo che, se magari fermassimo questo treno in corsa e magari le Commissioni di merito si potessero concentrare per due o tre mesi su un provvedimento, avendo delle risposte certe da parte del Governo, dei commissari e degli operatori, forse, forse, potremmo fare un'analisi un po’ più chiara, un po’ più approfondita. Altrimenti, ci ritroviamo ogni sei mesi con una procedura di infrazione europea, dove poi alla fine scontiamo quello che abbiamo sempre detto, cioè che quei 300 milioni erano a fondo perduto, nessuno li avrebbe mai più rivisti, e oggi vengono anteposti alla procedura, quindi in qualche modo vengono a essere restituiti in via privilegiata rispetto ad altri creditori. Ecco io segnalo questo.
Questo non vuol dire che lo Stato è perfettamente garantito; segnalo che gli altri creditori, quelli privati, passano in secondo piano. Nella delineazione che avevate fatto a gennaio, vi era una ratio nel mettere in carico a un soggetto terzo il pagamento: quando lui subentrava, pagava, e in quel caso ristorava direttamente lo Stato, e con la rimanente parte dei soldi venivano eventualmente ristorati i creditori. Oggi il soggetto viene posto come priorità di pagamento tra i primi e il dubbio che mi rimane è che, a questo punto, toglierà soldi agli altri soggetti, che sono quelli di natura privata e che quindi aspetteranno sempre più. Questo sempre perché siete in favore delle piccole e medie imprese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.
LUDOVICO VICO. Grazie, Presidente. Si possono avere opinioni diverse su tutto, c’è una questione però che è obiettivamente lineare come fatto storico, ed è questa: il decreto in corso che stiamo esaminando chiaramente, per effetto dell'obbligo della nuova AIA, trasla l'ingresso del subentrante privato a non prima del 2017. Questa cosa si può condividere o no, non ha importanza, però il decreto si muove in questo senso.
I 300 milioni del decreto precedente erano iscritti alla restituzione per essere svincolati da ogni tipo di infrazione al subentrante, che nel precedente decreto si stimava subentrasse nell'anno del Signore 2016. Queste sono le dinamiche. Motivo per cui quei 300 milioni, per non rimanere appesi, ma dovendo essere iscritti in uscita dallo Stato e in una posizione del bilancio dello Stato, non possono che essere rimessi nella condizione dei commissari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Posto che a tutt'oggi non sappiamo come sono stati spesi questi 300 milioni, se sono stati spesi effettivamente per fare qualcosa a livello ambientale, ma ormai ci interessa ben poco. Questa è la premessa, ma la risposta è proprio in quello che ha detto il mio collega prima, ovvero che è stato fatto tutto di fretta, con decreti, con proposte, senza avere una visione generale.
Allora, mi domando se noi avevamo una visione di come uscire da questo dramma dell'Ilva, perché ormai è diventata quasi una commedia, non è più neanche una tragedia, la tragedia è rimasta solo per i cittadini, ma, a livello politico, sta diventando una commedia, perché ormai ci derideranno per come la stiamo risolvendo.
Veramente noi, se avessimo avuto una visione, forse non saremmo arrivati a dover fare questi giochetti e comunque questa è una situazione per cui la pezza è peggio del buco, perché appunto diamo poi una priorità allo Stato rispetto ai creditori, che magari ci hanno messo dei materiali, della manodopera, del lavoro e Pag. 48che avrebbero tutto il diritto di rientrare degli anticipi e del lavoro fatto per Ilva allo stesso modo dello Stato.
Allora, forse ci dovevamo pensare prima e qui stiamo criticando anche questo. Come MoVimento 5 Stelle critichiamo il fatto che non c’è stata una visione, ma si è corso ai ripari di volta in volta in base alle convenienze. La soluzione qual’è ? Che comunque non si è fatto niente per tutelare i cittadini di Taranto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente. Intervengo per aggiungere che è evidente, almeno questo ci sia consentito, che ognuno poi ha la sua opinione rispetto al decreto, rispetto alle singole norme che sono state inserite in questo decreto. La cosa che è davvero preoccupante, e come si dice, se non fosse tragica ci sarebbe da ridere, è che è stato dichiarato pubblicamente che questo decreto è una sorta di perfezionamento di quello precedente. Si era fatto in precedenza un decreto e non si erano considerate le diverse ricadute, non si erano verificate pienamente e compiutamente le ricadute delle norme inserite e quello che poi poteva succedere nel caso in cui appunto la cessione non fosse avvenuta entro il 30 giugno del 2016, come poi è stato, e quindi è stato necessario fare una sorta di decreto di perfezionamento, come quando si dice «la procedura sarà perfezionata».
È veramente assurdo che si continui così, con decreti di urgenza che in qualche maniera devono tamponare norme sbagliate. Ammettete almeno questo, che nel riferimento al prestito ponte è stato fatto un pasticcio e adesso provate, arrampicandovi sugli specchi, a giustificare, perché è in capo all'amministrazione straordinaria. Il tema vero è come mai avevate immaginato che la cessione sarebbe avvenuta entro il giugno del 2016 e invece ancora oggi siamo qui a discutere su che tipo di offerte saranno fatte, sulla base di quale piano industriale saranno fatte le offerte, se è modificato il Piano ambientale ? Ancora siamo all'anno zero ed è passato ancora del tempo. Questo è il tema. Il tema è che avete previsto dalle norme e adesso avete la necessità, in qualche maniera, di chiarirle e di perfezionarle, perché avete fatto un gran pasticcio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. L'argomento sulla situazione dei 300 milioni anche nell'altro decreto è stato approfondito. Risulta sostanzialmente, anche dagli interventi fatti poco fa dai diversi colleghi, signor Presidente, che per evitare l'infrazione di aiuti di Stato da parte dell'Unione europea, si dice «i 300 milioni saranno stanziati e poi utilizzati da commissari o non commissari – poco c'entra da questo punto di vista – per l'attività delle bonifiche». Ma, in effetti, questo poi nei fatti, da quello che è stato dichiarato nella precedente discussione e confermato oggi, non avviene perché si tratta di pagamenti e non di interventi sulle bonifiche, ma di pagamenti rispetto ai creditori e rispetto agli stipendi. Davanti a una situazione del genere, il decreto, al di là delle complicazioni, pone una reiscrizione e basta, fermo restando, però, che con una reiscrizione non è possibile che si continui rispetto a questi raggiri. Quindi, sono condivisibili le proposizioni e le proposte che vengono fatte da parte dei colleghi che chiedono con gli emendamenti chiarezza. Per questo motivo noi li voteremo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole del relatore di Sinistra Italiana- Pag. 49SEL, mentre il relatore del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Locatelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 353
Astenuti 80
Maggioranza 177
Hanno votato sì 68
Hanno votato no 285).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole del relatore di Sinistra Italiana-SEL, mentre il relatore del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 440
Votanti 358
Astenuti 82
Maggioranza 180
Hanno votato sì 70
Hanno votato no 288).
(La deputata Tartaglione ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vallascas 1.16, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Questo è uno degli ultimi tentativi per riuscire a far pagare le somme all'aggiudicatario ed è uno degli ultimi tentativi per riuscire a non cambiare la procedura di gara e, quindi, evitare ricorsi, ma soprattutto evitare di non andare a gravare sulle piccole e medie imprese che sono creditrici nei riguardi dell'Ilva. Infatti, come abbiamo già spiegato prima, anticipare un credito, in questo caso, dello Stato come creditore vuole dire sostanzialmente posticipare o allungare o escludere il pagamento degli altri debiti, visto che presumibilmente un'azienda che perde 2 milioni e mezzo di euro al giorno non ha proprio la solidità per riuscire ad andare a pagare proprio tutti e presumibilmente anche l'offerta d'acquisto lascerà qualche buco aperto.
Spostando e inserendo i 300 milioni, sicuramente lasceremo aperti i buchi delle piccole e medie imprese e questo vuol dire mettere in difficoltà un tessuto produttivo che per noi è estremamente importante e vorremmo veramente evitare che a pagare la crisi e a pagare le scelte politiche sbagliate di questo Governo siano le piccole e medie imprese, i lavoratori e mai i politici, che non hanno saputo gestire la questione dopo undici decreti. Lo ricordo: sono undici e non dieci: dieci sono stati convertiti e uno è stato assorbito e spacchettato in altri provvedimenti.
Questo per dirvi che di fatto, in tre anni, avete fatto sostanzialmente undici decreti, in media tre all'anno. Questo per farvi comprendere che la visione politica scricchiola un attimino: non c’è continuità. Non ne faccio una colpa al Viceministro Bellanova, perché è appena arrivata; non ne faccio una questione di continuità a livello delle persone che ho qui davanti, ma del Governo centrale sì.
Non si possono cambiare, sottosegretario, persone di riferimento che gestiscono un provvedimento così importante su cui addirittura ci troviamo ad avere undici decreti e avere figure governative sempre diverse davanti. Questo vuol dire che di fatto sono più importanti i giochi di potere e i giochi di Palazzo per cambiare i sottosegretari, avendo in questo modo davanti Pag. 50persone di riferimento che ogni volta devono interfacciarsi con la problematica in maniera ex novo.
Ricordo che nell'ultimo decreto avevamo il sottosegretario Vicari.
Oggi è stata talmente apprezzata la sua competenza a livello del Ministero delle attività produttive che l'hanno spostata al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, perché aveva evidenziato un'estrema competenza. Ci troviamo davanti ad avere adesso un altro Viceministro, che in qualche modo si era interessata precedentemente di questioni legate agli ambiti occupazionali, ma, ahimè, non ha seguito tutto l'iter di approvazione dei decreti precedenti. A nostro avviso, questo è un grave errore almeno dal punto di vista della facciata che un Governo vuole mantenere.
Ricordo a tutti e all'Aula che sarebbe meglio avere il Ministro in Aula: dopo che ci sono stati dodici decreti sulla stessa materia, almeno che il Ministro ci metta la faccia. Vuoi pure che non ce la metta il Ministro Guidi, ma almeno Calenda, visto che è stato appena nominato di recente: se proprio riesce a metterci in qualche modo il viso davanti all'undicesimo decreto, credo che sia quanto meno un gesto politico di assunzione di responsabilità. Altrimenti, credo che andiamo avanti sempre nella stessa modalità ovvero aspetteremo il prossimo decreto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Vallascas, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Coppola... Giammanco... Tartaglione... Speranza... Sbrollini... Pilozzi... Speranza non riesce...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 432
Votanti 430
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 269).
(Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.17 Petraroli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.
COSIMO PETRAROLI. Presidente, la questione Ilva di Taranto è diventata praticamente della terra di nessuno, luogo dove tutto è possibile, tutto e il contrario di tutto, dove ogni cosa, ogni principio è derogabile, ogni legge può essere cambiata ad uso e consumo di un azionista, ogni legge può essere cambiata a uso e consumo di una banca, di un creditore. Avete di fatto trasformato i tarantini in vere e proprie cavie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): topi da laboratorio da vivisezionare. Vediamo, come ci si comporta se gli stacchiamo un rene, come ci si comporta se gli stacchiamo un fegato ? Così fate con i cittadini di Taranto.
Come si comporta una popolazione di una provincia se in tredici anni gli ammazzate quattrocento persone per inquinamento ? Come si comportano le famiglie quando muoiono tre familiari all'anno per infortuni sul lavoro ? Come reagisce l'opinione pubblica se imponiamo la continuità produttiva per legge, dopo che un ragazzo è morto sciolto nella ghisa ? Ebbene, state di fatto sperimentando nuovi e fantasiosi quadri normativi al limite della dignità umana. Avete derogato al testo unico ambientale, state derogando all'autorizzazione integrata ambientale, state derogando continuamente al piano ambientale, state derogando alla normativa europea sugli aiuti di Stato e state derogando Pag. 51anche alla legge fallimentare in materia di risarcimenti, dando priorità a soggetti che non ne hanno diritto rispetto ad altri che notoriamente sono più deboli e che, invece, il diritto evidentemente lo avrebbero.
Con questo emendamento stiamo chiedendo esattamente questo: la stessa priorità di trattamento a tutti coloro che vantano crediti nei riguardi del Gruppo Ilva, compresi ovviamente i lavoratori e tutti i soggetti considerati deboli. Non possiamo pensare di anteporre la risoluzione dei 300 milioni nello Stato lasciando in coda quei creditori formati da una costellazione di piccoli imprenditori, come le piccole imprese dell'indotto, la cui vita dipende proprio dalla priorità di ricevere quei crediti e che molto spesso saranno costretti a chiudere a causa del mancato pagamento. Voglio aggiungere che l'ampiezza del cespite creditorio dell'Ilva è di fatto immenso. Parliamo del procedimento fallimentare più grande mai celebrato in Italia per numero di creditori: in tutto ci sono state 17.462 domande di insinuazione al passivo, di cui 11.300 ritenute ammissibili. Parliamo, di fatto, di un numero di richieste superiori persino a quelle pervenute nel famoso crack Parmalat. Ed è questo il punto: con la scusa di difendere i livelli occupazionali, avete partorito undici decreti-legge, avete stanziato centinaia di milioni di euro pubblici, rischiamo di andare in infrazione con l'Europa e, poi, non siete neanche in grado di salvare delle imprese che ruotano attorno a quell'indotto, intorno all'Ilva.
Quindi, Presidente, considerato l'elevato numero dei creditori, chiediamo al Governo di rispettare quello che è il principio della par condicio creditorum, evitando di anteporre creditori privilegiati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
D'Alessandro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 406
Astenuti 15
Maggioranza 204
Hanno votato sì 146
Hanno votato no 260).
(Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione e il deputato Romanini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.19 Allasia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Questo è uno di quegli emendamenti della Lega in cui si è discusso in Commissione, in cui vi è stata una parte sicuramente interessante, in modo analitico i relatori hanno cercato di trovare una soluzione e un'intesa; un'intesa che è stata riformulata abusando del loro privilegio di relatori, facendo una proposta che non trova, però, soluzione al problema di questo emendamento, dove cerchiamo di creare le condizioni per garantire il pagamento dei creditori dell'Ilva, intravedendo il rischio che, anteponendo il debito statale, restino irrisolti gli altri debiti della società. Perciò chiediamo il voto dell'Aula, in modo tale che ognuno si assuma la responsabilità, essendo la legge ben chiara, in cui non c’è chiarezza e certezza sul pagamento e sul pagamento dei lavoratori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 52
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.19 Allasia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole... no, c’è l'onorevole Crippa. Prego, revoco la votazione.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi scusi, solo per cambiare il parere, Presidente, perché, se non erro, le avevo dato un parere di...
PRESIDENTE. Si era rimesso all'Aula.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Esprimiamo un parere favorevole.
PRESIDENTE. Favorevole, va bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.19 Allasia, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cozzolino, Di Gioia, Palma, Colletti, D'Ambrosio, Dieni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato sì 158
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malisani, Duranti, Gnecchi, Villarosa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 432
Astenuti 3
Maggioranza 217
Hanno votato sì 159
Hanno votato no 273).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.11 Sisto.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Cambio il parere in favorevole.
PRESIDENTE. La ringrazio.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Archi, Tartaglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 432
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 271).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.20 Allasia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Questo emendamento, differentemente dall'altro, è meno generico, perché abbiamo voluto puntualizzare il debito che l'azienda ha verso alcune società, come quelle sul trasporto su gomma, perché dall'inizio della vicenda a oggi pare che aziende del cosiddetto indotto abbiano chiuso per mancanza dei pagamenti dell'azienda stessa. Sentiamo parlare sempre di soldi statali utilizzati male; questa, effettivamente, è l'apoteosi, perché i soldi che sono stati utilizzati non sono stati utilizzati per pagare sicuramente i debiti, e ci sarà da capire, e poi vedremo nelle future generazioni sicuramente aprire le Commissioni d'inchiesta per capire dove sono finiti i miliardi mal spesi dai vostri commissari sull'Ilva di Taranto. Perciò chiediamo che, come nel precedente emendamento, ognuno si assuma la responsabilità e chiediamo che si anteponga il debito statale per pagare le società dell'indotto dell'Ilva.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Questo emendamento, in qualche modo, richiama l'attenzione su uno dei misteri dell'Ilva di Taranto. Uno dei misteri è a che cosa stia servendo in questi anni, dove lo Stato ha pagato miliardi di euro senza riuscire a realizzare un'ambientalizzazione o, per lo meno, senza che nessuno ne abbia contezza, e riguarda, appunto, il fatto che sicuramente c’è un forte turismo dovuto a questo stabilimento, turismo di materiali, ma, soprattutto, di rifiuti. Ora, è chiaro che è giusto che chi ha svolto delle commesse per lo stabilimento dovrà essere ripagato, però di sicuro va posta attenzione sul trasporto e sul traffico dei rifiuti.
Buona parte di questi rifiuti, e poi ci saranno altri emendamenti su questo tema, finisce in tutt'altra parte d'Italia, in particolar modo in Pianura padana, per cui suggerisco anche al partito della Lega Nord, sempre attento su questo tema, di porre attenzione anche sul fatto che i rifiuti di vario genere vengono portati e smaltiti anche sui suoli padani. Addirittura, in audizione, con la Commissione ecomafie, i commissari dissero che l'Ilva chiaramente si disfa, manda lontano rifiuti pericolosi; poi, in realtà, si va a vedere che i rifiuti che arrivano anche in Pianura padana sono rifiuti non pericolosi. Allora, è per questo che c’è un mistero, perché nel trasporto a volte c’è più guadagno che nell'attività produttiva stessa. È chiaro che non è facile dettagliare questo, perché non è facile dettagliare tutto il fatturato dei trasporti dall'Ilva e per l'Ilva. Ricordiamoci che per le navi che portavano materiali si parla di aziende possedute ancora dai Riva; non possiedono più lo stabilimento, ma i trasporti via nave li fa e ci guadagna ancora la famiglia Riva. Sui trasporti è giusto mettere, invece, un occhio maggiore. Nella relazione sulla situazione della gestione dei rifiuti speciali in Veneto, con la Commissione ecomafie, abbiamo evidenziato che c'erano realtà dove l'illecito era facilissimo da evidenziare, perché magari il trasporto costava 100 e il guadagno per il trasportatore e per chi in qualche modo gestiva il rifiuto era 10, quindi è impossibile che uno spenda 90 euro a tonnellata per trasportare un rifiuto invece che guadagnarci. Quindi, l'attenzione sul tema dei trasporti, in particolar modo di rifiuti, dall'Ilva di Taranto deve essere molto maggiore, per cui abbiamo insistito, anche se non siamo totalmente contenti del fatto che i rifiuti debbano comunque essere trattati adeguatamente secondo la normativa nazionale e non con deroga, anche perché, il rischio, poi, di cambio di formulario, di passaggio, magari, di materiale pericoloso considerato non pericoloso e compostato sui campi di qualsiasi territorio in cui avvenga la cosa, non è comunque accettabile. Però, di sicuro, un'attenzione maggiore il Governo dovrebbe porla al tema della gestione dei rifiuti da parte di questi stabilimenti; Pag. 54se non il Governo forse la Commissione ambiente, perché, come ho già detto in Commissione, durante i lavori, al presidente Realacci, forse, per non andare incontro all'ennesimo decreto Ilva, sarebbe il caso di iniziare un ciclo di audizioni serie per capire tutti gli aspetti della produzione, della gestione dei rifiuti da parte dello stabilimento e scrivere, finalmente, un vademecum per chi lo gestirà, perché possa gestirlo, davvero, in maniera sostenibile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Allasia, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), con il parere favorevole del relatore di minoranza di SEL e sul quale si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del Movimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Gioia, Locatelli, Lauricella, Centemero...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 365
Astenuti 78
Maggioranza 183
Hanno votato sì 84
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Allasia, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana e sul quale si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del Movimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Burtone, Covello, Binetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 440
Votanti 366
Astenuti 74
Maggioranza 184
Hanno votato sì 85
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Ferrara, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Coppola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 436
Votanti 433
Astenuti 3
Maggioranza 217
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 277).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.59 Duranti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.
FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. Presidente, come abbiamo già detto in discussione generale la nostra preoccupazione è che questo decreto allunghi ulteriormente i tempi della cessione dell'Ilva. A questo punto è lecito chiedersi come l'azienda affronterà i prossimi mesi senza considerare che i privati hanno avanzato una proposta sulla base di ciò che l'Ilva è oggi, con una produzione stimata per questo anno in 6 milioni di tonnellate di acciaio, ma se il mercato dovesse peggiorare o l'Ilva si dovesse collocare al di sotto Pag. 55di quella produzione c’è la possibilità che i privati vogliano rivedere al ribasso la loro offerta che era valida in un contesto diverso, ma che nel frattempo potrebbe essersi deteriorato e modificato in peggio. Per questa ragione l'emendamento che qui presentiamo è volto a tutelare i lavoratori dei complessi aziendali di tutto il gruppo Ilva sotto il profilo occupazionale, della protezione sociale e delle garanzie contrattuali a seguito della prevista cessione dell'azienda. Intendiamo inserire una clausola sociale, insomma, che tuteli tutti i lavoratori da eventuali piani di ridimensionamento. Sono, ormai, migliaia i lavoratori falciati e quelli che rischiano l'esclusione dal mondo del lavoro a causa degli ammortizzatori sociali ormai in scadenza e, vista la drammaticità in cui versano le aziende del territorio, non ci possiamo permettere, tra un anno, una nuova emergenza occupazionale a Taranto.
Vorrei, a questo proposito, aggiungere anche che ho sentito dire, qui in Aula, che i lavoratori stamattina sostanzialmente erano d'accordo con questo decreto. Io, solo per onore di verità, vorrei leggere due righe che hanno portato qui, fuori dal Parlamento, stamattina, i lavoratori dell'Ilva e cioè: esprimiamo la nostra contrarietà e preoccupazione in merito ai contenuti del decimo decreto Ilva, il quale prevede un ulteriore slittamento dei tempi previsti per la cessione o fitto ramo d'azienda e la proroga di ulteriori diciotto mesi per l'attuazione del Piano di risanamento ambientale. Questo, solo per dire a quest'Aula che cosa ci hanno detto i lavoratori, stamattina, fuori dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente. Ha già detto tutto il collega Ferrara, ha letto un pezzo della piattaforma che hanno presentato FIOM, FIM e UILM al Parlamento; aggiungo un'altra affermazione che hanno fatto: il nostro giudizio è negativo; introdotti elementi che non condividiamo. Questa è la posizione dei sindacati, posizione che ci hanno ribadito questa mattina. E voglio dire al collega Bratti, tramite lei, Presidente, che le parole contano, pesano. Utilizzare il termine «acredine» nei confronti dell'atteggiamento dei lavoratori mi sembra veramente poco, poco rispettoso. L'acredine è livore, velenosa ostilità, acidità; no, loro sono venuti qui a esprimerci le loro preoccupazioni, la loro contrarietà e hanno provato anche a interloquire con il Parlamento, ma evidentemente ci sono riusciti poco, pochissimo, se anche a questo emendamento avete dato parere negativo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, questo emendamento pone un'attenzione particolare su una tematica che durante, quanto meno, il ciclo di audizioni, non sul decreto, perché ahimè abbiamo sentito quattro soggetti, ma su un'indagine che abbiamo svolto sull'acciaio, rappresenta un elemento di preoccupazione che era già sorto. Non avendo mai condiviso nulla con il rappresentante di Federacciai, nemmeno in termini di opinioni espresse, lui venne a riportare in Commissione un dato molto importante e cioè il dato che l'Ilva di Taranto potrebbe eventualmente tornare – secondo il ragionamento del Partito Democratico, noi abbiamo tutt'altro avviso – o continuare ad avere un livello di produttività solo se chi investe, investe due miliardi e mezzo, per riammodernare o rifare, meglio, l'altoforno 5 e, quindi, andare su una portata consistente di aumento delle tonnellate. Questo in termini di possibilità. Quella volta lì ci fu anche detto che, se a livello europeo non viene delineata una linea precisa sul fatto che in Cina c’è praticamente il doppio del consumo, della possibilità di produzione dell'acciaio, cioè della disponibilità di produzione, Pag. 56di sovracapacità produttiva che c’è all'interno di tutta la nostra Europa, questo vuol dire che, da un punto di vista di mercato, il prodotto cinese non ha ancora nessuna difficoltà a entrare in termini di disponibilità del prodotto.
E quindi il ragionamento che oggi viene posto all'interno di questo emendamento è: siete sicuri che i soggetti che oggi compreranno oppure affitteranno i rami di azienda dell'Ilva di Taranto siano soggetti a cui interessa mantenere i livelli occupazionali dell'intero gruppo, oppure sono più interessati a creare filiere derivanti dalla lavorazione, non so, esemplifico, dell'Ilva di Novi Ligure, piuttosto che mantenere operativi solo alcuni micro settori e far sparire i livelli occupazionali preponderanti che sono quelli di funzionamento oggi rappresentati dal settore siderurgico a Taranto ?
Il problema, in tutto questo, è che non c’è alcuna visione di quella che sarà la possibilità di mercato di un'azienda di questo tipo. Personalmente ho la convinzione che i soggetti che oggi si stanno preparando a partecipare a questa gara siano soggetti che non faranno altro che cercare di sfruttare ancora di più gli impianti, faranno qualche investimento giusto per mantenerli operativi quei tre-cinque anni e poi, una volta che sarà finita l'ipotesi di deroga a tutte le discipline penali, amministrative e contabili, a un certo punto questi soggetti chiuderanno definitivamente il sito, avendolo spolpato. E comunque ciò non rappresenterà per loro una colpa, ma un fallimento complessivo, per non aver visto e non aver posto nemmeno, nelle condizioni delle offerte, di mantenere i livelli occupazionali e di mettere in piedi in qualche modo delle rassicurazioni – così come poi ci sarà anche un nostro emendamento – volte a evitare lo spacchettamento in dieci, quindici, venti, due livelli di imprese diverse, in modo tale che non venga venduta l'impresa sana all'interno del gruppo ILVA, ma venga venduto complessivamente tutto l'assetto produttivo, così come. E qui, Viceministro Bellanova, mi spiace ricordarlo, ma la sua predecessore a questo tavolo, sottosegretario Vicari, ai tempi disse che non c'era alcuna possibilità di fare lo spezzatino.
Ecco, allora noi oggi lo mettiamo nero su bianco in un emendamento successivo, ma credo che abbiamo già la risposta, perché, quando si parla di compendio o parti di compendi, si arriva al dubbio: cioè, sarà possibile smembrare e vendere le parti sane e lasciare in capo all'amministrazione straordinaria le parti non operative e non produttive ? Sì ! Questo emendamento, a nostro avviso, è importante come quello successivo del collega Allasia, voteremo entrambi favorevolmente, però ci piacerebbe che il Partito Democratico si esprimesse nel merito, visto che stiamo parlando di tutela dell'occupazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.59 Duranti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole di ambedue i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ci siamo ? Ciracì, Santerini, Giuliani, Crivellari.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 155
Hanno votato no 268).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.210 Allasia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Come i precedenti colleghi hanno Pag. 57discusso e relazionato sui precedenti emendamenti, anche noi abbiamo timore sulla tutela dell'occupazione. Infatti, questo emendamento, l'1.210, è in merito esclusivamente al mantenimento dei livelli occupazionali.
Attualmente – cita la legge che modifica l'emendamento – si applica il comma 4-quater dell'articolo 4 del decreto-legge n. 347 del 2003, come modificato dal decreto-legge n. 191 del 2015, che prevede in linea generale, per tutti gli stabilimenti dichiarati strategici sul territorio nazionale e commissariati, la garanzia di adeguati livelli occupazionali. Per il caso del gruppo Ilva e per l'importanza che rivestono i complessi aziendali ai fini del mantenimento dell'industria siderurgica del Paese, si intende chiarire meglio la disposizione in ordine al mantenimento dei livelli occupazionali e delle professionalità presenti in tutte le imprese del gruppo Ilva. Perciò, detto questo, l'emendamento è da mettere in discussione in Aula e da porre in votazione per valutare esclusivamente la fattibilità della modifica del decreto stesso, dato che, con le lacune che si porta dietro, vedremo sicuramente nei mesi prossimi, il dodicesimo decreto (Applausi Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Anch'io intervengo su questo emendamento, che in realtà chiede qualcosa di buonsenso, assoluto buonsenso, e cioè che i soggetti che presentano le offerte per subentrare nella gestione o nella proprietà degli stabilimenti Ilva, non solo quelli di Taranto, abbiano in realtà un piano industriale che preveda quanto meno la salvaguardia occupazionale.
Noi siamo stati sempre molto critici nella gestione ovviamente commissariale e abbiamo detto che, con questi livelli di produzione, quello stabilimento è incompatibile con la salute e con l'ambiente, come d'altronde sta stabilendo la magistratura. Il problema, però, è che, a fronte di quella emergenza ambientale e sanitaria, il Governo ha fatto soltanto il compito di traghettatore da una famiglia di privati ad un altro soggetto privato.
Ora ci chiediamo se per voi, per il Governo, per questa maggioranza, per il PD, non sia importante né tutelare la salute, né tutelare l'ambiente.
Almeno ci sembra doveroso mettere dei paletti, affinché i soggetti giuridici che entreranno nella gestione dell'azienda rispettino almeno un patto occupazionale.
Noi, come abbiamo detto con riferimento ad altri decreti, siamo convinti che la tutela dei posti di lavoro si possa garantire anche mediante una riconversione delle attività economiche e non soltanto dell'Ilva, ma di tutto il comprensorio dell'area tarantina e dell'area ionica. Però, nel momento in cui il Governo ha una visione, se ce l'ha, ma comunque ha una prospettiva quanto meno diversa dalla nostra, chiediamo che questa prospettiva sia completa; e dato che appunto già mancano dei pezzi come la tutela ambientale e sanitaria, chiediamo che ci sia almeno attenzione per salvaguardare il reddito di quei lavoratori che sono costretti a vivere a Taranto, che quindi si ammalano o si ammaleranno, o si ammaleranno i loro familiari, ma almeno che abbiano una certezza del reddito e dell'occupazione nello stabilimento.
Purtroppo, il Governo e il Partito Democratico non riescono a garantire neanche questo e non riescono, soprattutto, a chiedere che questo venga garantito dai soggetti che subentreranno nella gestione dell'azienda. Questo ci sembra quantomeno scandaloso, tenuto conto che abbiamo qui in Aula il Viceministro dello sviluppo economico, Bellanova, e quindi anche su questo, magari, ci potrebbe dare delle delucidazioni sul perché il Governo ha espresso parere contrario sulla tutela occupazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.Pag. 58
Sì, sì, ho preso buona nota, onorevole Benamati, c’è anche lei.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Voteremo favorevolmente su questo emendamento, che è assai simile a quello che abbiamo presentato poc'anzi, a prima firma Ferrara, e che è stato, secondo noi, inopinatamente bocciato dall'Aula.
Noi già da tempo sosteniamo che questo Stato ha regalato un'azienda importante come l'Ilva al privato.
Quando c’è stato il passaggio dall'IRI ai Riva, c’è stato, diciamo così, questo grande regalo fatto ai privati ed abbiamo visto qual è stato il risultato di questa privatizzazione: in questo Paese le privatizzazioni vengono sempre indicate come la panacea di tutti i mali, ma poi nella verifica dei fatti, quando andiamo a vedere cosa accade davvero, ci rendiamo conto che molto spesso, spessissimo, la privatizzazione coincide con devastazioni ambientali, con distruzioni del sistema produttivo del nostro Paese.
È quello che è accaduto all'Ilva.
Non vorremmo che, in questa occasione, accadesse la stessa cosa e cioè che rispetto ad una devastazione come quella che c’è stata in quel territorio – di carattere ambientale, di carattere sanitario, di carattere produttivo – ci fosse un ulteriore peggioramento, tutto a scapito dell'interesse collettivo e a vantaggio dell'interesse dei pochi.
In questo ragionamento io penso che ci siano alcune questioni che noi dovremmo avere sempre chiare in testa; una è la tutela della salute, l'altra è la tutela dell'ambiente e l'altra ancora è la tutela dei livelli occupazionali. Almeno su questo punto vogliamo dire qualcosa in questo decreto ? Abbiamo fatto 11 decreti in quattro anni, circa tre all'anno, quindi siamo abbastanza fiduciosi che in questo anno solare ne faremo anche altri due, ma questa questione la vogliamo affrontare almeno una volta per bene ?
Su questo punto il Partito Democratico vorrà rispondere ? Io mi sarei aspettato che, già in occasione dell'emendamento esaminato precedentemente, sulla vicenda dei livelli occupazionali, qualcuno si alzasse e dicesse: sì, possiamo modificare il decreto, dobbiamo costringere l'acquirente a mantenere i livelli occupazionali. Ma su questo non c’è risposta.
Allora, io penso che dovremmo ripensare all'impostazione di questo decreto e fare in modo di dare delle garanzie a quei lavoratori che con il lavoro all'Ilva mantengono le famiglie.
È evidente che il processo deve essere più complesso. Lo Stato ha fatto tanto per cercare di aiutare il risanamento di quel territorio, ma davvero 11 decreti non sono serviti a niente. Presidente, 11 decreti non hanno cambiato niente, perché per l'ambiente non è stata fatta nessuna opera di recupero ambientale, perché non è stato fatto niente dal punto di vista produttivo, perché non viene garantita né la salute né il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BENAMATI. Sì Presidente, ci alziamo su questo argomento, vorrei essere chiaro, perché è un argomento che non è nuovo in questo decreto: è lo stesso argomento che abbiamo toccato nei decreti scorsi.
E allora io ripeto in quest'Aula, in questa occasione, ciò che avemmo modo di dire in alcuni dei decreti passati: il Partito Democratico è assolutamente interessato all'occupazione dell'Ilva nella città di Taranto ed in tutto il gruppo ed il primo modo per difendere l'occupazione è mantenere in vita questo stabilimento e questo gruppo.
Io lo so, ho sentito anche alcuni interventi, so che in quest'Aula molti colleghi legittimamente pensano che una soluzione sarebbe la chiusura dello stabilimento.
Secondo noi sarebbe devastante dal punto di vista ambientale, sarebbe devastante dal punto di vista occupazionale ed è per questo che, in un sistema come quello che stiamo affrontando, che si Pag. 59muove anche in acque inesplorate, noi combattiamo perché questa azienda, questo gruppo, questi stabilimenti abbiano un futuro.
Nello specifico, però, dico ad alcuni colleghi che forse hanno una memoria un po’ debole, come la mia: su questo tema la procedura «Marzano» ha come obiettivo precipuo quello di arrivare ad una cessione degli stabilimenti e dei gruppi, con una salvaguardia dell'occupazione, con adeguati livelli occupazionali.
Poiché questo fu oggetto di discussione nel passato, noi inserimmo anche fra le clausole, fra le condizioni e fra gli elementi di valutazione delle offerte, l'occupazione, i livelli occupazionali.
Allora io, con tutto il rispetto che debbo agli autorevoli colleghi che mi hanno preceduto, debbo dire che comunque quello che ci muove in questa lunga storia, come Partito Democratico, è la spinta alla tutela della salute e alla tutela dell'occupazione dei cittadini e dei lavoratori degli stabilimenti Ilva e delle città interessate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente, per suo tramite vorrei rivolgermi al collega Benamati: è vero, abbiamo già discusso dei livelli occupazionali e ci ha ricordato che abbiamo discusso, nel precedente decreto, di adeguati livelli occupazionali.
Non avevamo capito allora e non lo comprendiamo ancora oggi, che cosa vuol dire bene adeguati livelli occupazionali, se non che ci sembra che possiamo dire che i livelli occupazionali dovranno essere adeguati alle esigenze del piano industriale, quindi del profitto degli acquirenti o degli affittuari.
Diciamo un'altra cosa: diciamo che vanno mantenuti i livelli occupazionali, è questa la preoccupazione dei lavoratori, non che siano adeguati alle esigenze dell'affittuario o dell'acquirente.
E la bocciatura di tutti gli emendamenti che erano riferiti ai crediti maturati dalle piccole e medie imprese che hanno lavorato per l'Ilva dice che intanto non saranno garantiti i livelli occupazionali dei lavoratori dell'appalto e noi temiamo, insieme appunto ai lavoratori diretti, che non vengano garantiti, se non c’è un vincolo preciso posto all'acquirente, quindi in una norma di legge, che non vengano garantiti neppure i livelli occupazionali dei diretti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Allora, questo emendamento è simile a quello precedente, ma il dibattito in Aula merita un approfondimento; sicuramente la collega Duranti ha posto un punto molto importante: adeguati per chi ? Lo avevamo già detto all'epoca: adeguati per chi vuole fare uno spezzatino di un'impresa, adeguato per un profilo aziendale o adeguato per un profilo di occupazione complessiva ?
Tutto questo c'era come punto interrogativo nello scorso decreto e permane ancora in questo, se non approverete questo tipo di emendamento.
Mi permetto anche di segnalare al collega Benamati che la buona volontà del Partito Democratico di risolvere la condizione ambientale e di tutela sanitaria passa però da una consapevolezza scritta nero su bianco, cioè la procedura di infrazione n. 2013/2177 della Comunità europea, che sancisce di fatto che l'Ilva di Taranto è inadempiente in relazione a numerose prescrizioni previste dall'autorizzazione integrata ambientale. Questa condizione permane.
Avete dato in gestione a dei commissari per un sacco di tempo, senza mai pretendere nulla, tant’è che le comunicazioni dei commissari sullo stato di attuazione dei loro lavori al Parlamento non sono arrivate ultimamente. Perché ? Il Governo ovviamente su questo tace e non ha neanche il coraggio di interloquire con i commissari per farsi dare quelle relazioni che spettano al Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.210 Allasia, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), favorevole di entrambi i relatori minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 409
Astenuti 3
Maggioranza 205
Hanno votato sì 152
Hanno votato no 257).
(I deputati Argentin, Oliverio, Pagani e Bonomo hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario. La deputata Nicchi ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.24 Da Villa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole di entrambi i relatori minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 394
Astenuti 2
Maggioranza 198
Hanno votato sì 142
Hanno votato no 252).
(I deputati Oliverio, Pagani e Bonomo hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario. La deputata Nicchi ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.211 Crippa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, pur ammettendo che questo emendamento poteva essere scritto in maniera un po’ più semplice nella parte finale, anziché con le parole «che non possono essere di acquisto parziale dello stabilimento», con le parole «del complesso del gruppo Ilva» – quindi coglierei positivamente una riformulazione del relatore in questo senso se ce ne fosse la volontà – quello che noi chiediamo è che non venga consentito uno spezzatino. Non venga consentito quello che il sottosegretario Vicari aveva dichiarato più volte sia in Aula, che in Commissione, che non sarebbe stato possibile fare: lo spezzatino delle aziende all'interno delle offerte di vendita. A noi questo oggi non è chiaro, anzi oggi sembra che sia possibile per una cordata di acquirenti decidere di prendere solo una parte oppure decidere di creare più società nella gestione, e quindi differenziare quelli che sono i reparti produttivi in difficoltà dai reparti produttivi che in difficoltà non sono, perché hanno linee magari più avanzate, tecnologicamente più avanzate, sulle quali ci sono stati degli investimenti anche diversi dallo stesso gruppo Ilva nel corso degli anni. Noi vorremmo evitare che ci si porti via quella che è la parte più produttiva e più sana dal punto di vista ambientale, della tutela dei lavoratori, quindi quella più attrezzata, e si lasci a un'altra società, oppure non venga trasferite nemmeno e quindi rimanga in mano ai commissari, la parte più difficoltosa, quella su cui ci vogliono più investimenti.
Io su questo aspetto pregherei il Governo, se ovviamente vuole partecipare alla discussione visto che ci aveva promesso in Commissione un ampio dibattito in Aula, quanto meno a darci delle risposte sul tema ovvero se esclude categoricamente Pag. 61lo spezzatino del gruppo Ilva e se c’è una spiegazione razionale nel testo che di fatto vieterebbe questo tipo di attività. Noi, in questo caso, ovviamente ripenseremmo l'emendamento stesso; se però tutto rimane così, lo metteremo in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.211 Crippa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gagnarli, Bonomo, Mognato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 412
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato sì 154
Hanno votato no 258).
(La deputata Nicchi ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole. Il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.36 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana, e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Nicchi, Piepoli, Di Gioia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 428
Votanti 357
Astenuti 71
Maggioranza 179
Hanno votato sì 89
Hanno votato no 268).
(La deputata Fregolent ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.28 Duranti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento chiediamo che l'eventuale, molto probabile, revisione del Piano ambientale proposta dal futuro acquirente, o affittuario, debba comunque essere coerente con la valutazione del danno sanitario redatta ai sensi della legge regionale della Puglia n. 21 del 2012. Voglio ricordare che la valutazione del danno sanitario ai sensi della legge regionale ha uno scopo preciso che è quello di prevenire ed evitare un pericolo grave, immediato o differito per la salute degli esseri viventi e per il territorio regionale. Stabilisce cioè che sia prioritaria la definizione dell'impatto sanitario delle attività produttive altamente inquinanti, come appunto quelle dei complessi aziendali dell'Ilva, sia a breve termine che a medio e lungo termine, evidentemente tenendo conto appunto delle ricadute sulla salute dei cittadini e delle cittadine, oltre che ovviamente dei lavoratori dell'Ilva.
Prevede che almeno a cadenza annuale sia redatto un rapporto di valutazione del danno sanitario e, a seguito di questo rapporto e delle criticità evidenziate dal rapporto, si determinino le prescrizioni per la riduzione dell'inquinamento; riduzione dell'inquinamento che ovviamente deve essere in proporzione al danno sanitario accertato.
Quindi noi chiediamo, visto che avete inserito questa possibilità, quella di modificare il Piano ambientale – lo voglio ricordare stiamo parlando del Piano di Pag. 62tutela ambientale e sanitaria – che almeno si preveda la sua coerenza con la valutazione del danno sanitario, ai sensi della legge regionale della Puglia, diversamente l'impatto dell'eventuale modifica del Piano ambientale sarebbe drammatico sulla salute dei cittadini. Voglio ricordare a proposito delle tante contrarietà espresse su questo ennesimo «decreto Ilva», che ci sono le contrarietà – anche qui senza acredine, ma con determinazione e sofferenza – per esempio sulla base della valutazione dell'impatto sanitario dell'Ordine dei medici di Taranto e di associazioni ambientaliste, quali Legambiente. Insomma, come a dire che i lavoratori che erano questa mattina qui davanti, erano in buona, anzi in ottima compagnia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Intervengo su questa richiesta di modifica che viene dal gruppo di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà perché qualcuno potrebbe pensare che le modifiche e le integrazioni che proporranno i privati che subentreranno nella gestione siano in qualche modo automaticamente conformi ai migliori standard di valutazione del danno sanitario. Io ricordo che questo Governo, questa stessa maggioranza, in un passato decreto, proprio per dimostrare la loro incoerenza, invece di valutare le modifiche di questo piano sottoponendole alle norme più restrittive, a quelle più vincolanti, a quelle che maggiormente tutelano la salute e l'ambiente, ha deciso di non operare in questa direzione e quindi di non usare le norme della legge regionale pugliese, ma di usare le norme nazionali che sono meno stringenti. In qualche modo, con questo emendamento, si cerca di recuperare quella mostruosità che è stata fatta in qualche decreto precedente riguardante sempre il salvataggio dell'Ilva e di provare a ripristinare un po’ l'obiettivo per cui abbiamo commissariato quell'azienda e cioè quello di garantire la tutela sanitaria. Ovviamente la legge regionale, come è stato già illustrato, prevederebbe una modifica della produzione proprio in relazione a quelli che sono i danni che vengono evidenziati in una relazione riguardante i danni sanitari sulla popolazione. Questa correlazione, questi studi, dovrebbero essere promossi da un Governo che si dice che voglia tutelare i lavoratori e i cittadini.
Anche qui, quindi, il Governo perde una grande possibilità di redimersi o quanto meno di tamponare e di contenere gli effetti negativi di queste norme. Noi, anche se questo emendamento non è a nostra prima firma, ovviamente quando c’è da tutelare la salute dei cittadini non possiamo far altro che appoggiare le idee da chiunque provengano, da chiunque le proponga, e per questo esprimiamo il nostro parere favorevole a questo emendamento e auspichiamo che il Governo cambi parere, che la maggioranza in qualche modo provi a riflettere su quello che questo emendamento vuol dire. È l'unica possibilità che abbiamo di ripristinare quella norma in cui la legge regionale sostituisce la legge nazionale, quindi ha un profilo più spinto di tutela della salute dei cittadini di Taranto e questo è quello che dovrebbe in qualche modo premere e tutti noi qui in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.28 Duranti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole di ambedue i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Molea, di corsa...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 63
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 415
Votanti 413
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato sì 146
Hanno votato no 267).
(Le deputate Narduolo e Gribaudo hanno segnalato di non essere riuscite ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.40 Petraroli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.
COSIMO PETRAROLI. Con questo emendamento chiediamo che la valutazione delle modifiche al Piano ambientale venga effettuata secondo quanto previsto dal testo unico ambientale e non da questo fantomatico comitato di esperti di cui non ci è dato sapere neanche i criteri con i quali sono stati scelti. Con questo provvedimento avete previsto una procedura per la modifica del Piano ambientale stravolgendo completamente la disciplina prevista dal decreto-legge n. 191 del 2015 che prevedeva che le modifiche e le integrazioni del Piano fossero di fatto autorizzate da un DPCM con il parere degli enti e Ministeri coinvolti. Invece, con le modifiche presenti in questo decreto-legge, si lascia carta bianca agli offerenti di presentare un piano ambientale che si addice loro in base al loro investimento, un piano al quale potrà o meno essere richiesta un'integrazione documentale. Ebbene è come se io volessi aprire un ristorante e, considerati gli elevati costi di gestione, chiedessi ai carabinieri del NAS o all'ASL una delega per poter cucinare cibo avariato e con molta tranquillità le autorità competenti rispondessero di portare loro la documentazione e che magari ci possiamo mettere d'accordo e vediamo cosa possiamo fare. Questa è la situazione reale che ci proponete. Ebbene questa procedura non tiene conto nemmeno del parere obbligatorio del Ministro della salute. Di fatto in una città dove i dati epidemiologici sono quelli che sono, sembra una cosa a dir poco offensiva per la salute e la dignità dei cittadini sia di Taranto che di Statte. Per questi motivi con questo emendamento avanziamo la seguente semplicissima richiesta: la valutazione delle modifiche e integrazioni dei piani presentati non venga eseguita dal comitato ma eseguita semplicemente secondo le disposizioni del testo unico ambientale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, vale la pena appunto ricordare prima di tutto che chi acquista l'Ilva può chiedere modifiche al Piano ambientale e già questo è assurdo perché, per fare una svendita, consentiamo sostanzialmente di modificare la legge e ciò vale per questa azienda e non vale per altre aziende. Allora chi acquista questa azienda può chiedere delle modifiche e gli altri no: gli altri sono più sfortunati, non ne hanno diritto assolutamente ? Oppure forse dobbiamo iniziare a pensare che, se sono state date prescrizioni dal Governo, dagli enti preposti, dai Ministeri, forse vanno rispettate anche perché, se ricordate bene, queste prescrizioni servivano a tutelare i cittadini. E noi a questo punto abbiamo posto la premessa che i cittadini non vanno tutelati perché l'importante è consentire a qualcuno di acquistare l'azienda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Questa volontà di mettere tre esperti probabilmente sarà la prossima riforma che proporrà il Capo del Governo: invece che mettere delle Camere, mettiamo tre esperti seduti, non eletti da nessuno.Pag. 64
Adesso il fatto di far gestire uno stabilimento di interesse nazionale, se così è, su un piano ambientale e sanitario così delicato da tre esperti che non fanno parte dell'Istituto superiore di ricerca ambientale e che, nel testo base del decreto-legge, non sono neanche coordinati dai Ministeri dell'ambiente e della salute, è un'idea decisamente malsana. Pertanto perlomeno cerchiamo di indirizzare l'opera di queste persone con gli atti già esistenti, quindi con il Piano sanitario dalla regione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BRATTI. Presidente, attorno alle questioni in discussione volevo dire alcune cose, che poi spero siano utili anche nella discussione degli emendamenti successivi. Ora, come ho detto sin dall'inizio, è evidente che qui si è scelta una procedura che non è una procedura ordinaria e quindi l'emendamento 1.40 Petraroli non è accettabile perché fa parte, invece, di un ragionamento che riguarderebbe ciò che è ordinario, che, per l'amor di dio, è lecito pensare che sarebbe necessario, sarebbe più utile proporre un percorso di carattere ordinario, ma visto che – l'abbiamo già detto, stradetto e ridetto – siamo in una fase di straordinarietà, è evidente che questo non è possibile. Però, in questa fase di straordinarietà, non è che si rinuncia né al tema delle tutele sanitarie né tanto a quelle ambientali.
Il testo deve essere letto attentamente e chiedo ai colleghi davvero di leggere in dettaglio la procedura. Tra l'altro, il testo è il risultato di un lavoro, vorrei dire, fatto anche – spero – in maniera condivisa in Commissione su questi aspetti. Primo, abbiamo introdotto che questo comitato di esperti si avvale del sistema delle agenzie ambientali. In tale sistema ci sono almeno cinque agenzie che hanno la strutturazione di un servizio epidemiologico molto importante, che deve essere utilizzato dal comitato degli esperti per fare le valutazioni di carattere complessivo e credo che questo sia stato un emendamento assolutamente importante.
Dopodiché abbiamo spiegato la questione del Ministero della salute, stabilendo che, attraverso un impegno diretto e formale del Governo, in tutti gli atti che verranno compiuti dal Ministero dell'ambiente ci sarà un coinvolgimento diretto del Ministero della salute. Questo insomma per dare le necessarie garanzie che questa procedura, per quanto straordinaria e per quanto complessa, terrà assolutamente conto di quelli che sono gli aspetti di natura ambientale e di carattere sanitario. Poi è chiaro che, se uno continua a sostenere che ci vuole un procedimento ordinario, è un parere assolutamente legittimo, ma a questo punto non saremmo qui a discutere dell'attuale decreto-legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Finalmente con le parole dell'onorevole Bratti il PD getta la maschera. È ovvio – ripeto: è ovvio – che si assicura un trattamento assolutamente privilegiato ai nuovi industriali... Onorevole Bratti, capisco che questo la può far sorridere, ma veramente qui stiamo ridendo di una tragedia.
Non è pensabile che domani un qualunque altro gruppo industriale, qualunque altra attività economica che si trovi in una situazione di emergenza chieda lo stesso trattamento. Si tratta di una volontà politica, Presidente, di voler derogare alle norme, al codice dell'ambiente, a qualcosa che è stato previsto dal legislatore proprio per ricomprendere tutte le possibilità. Quindi non si venga a dire che questo decreto-legge necessariamente deve anche prevedere quella strada perché una decretazione di urgenza si può evidentemente spiegare per altre motivazioni, per altri aspetti, che pure magari potevano non essere contemplati dalla legislazione vigente, quindi tenuto conto del caso particolare e straordinario. Ma quando – concludo, Pag. 65Presidente – si sceglie deliberatamente di seguire, per una sola azienda, una procedura fuori dal binario che, dal punto di vista legale, è stata già stabilita per tutte le altre, è evidente che si attribuisce un vantaggio del quale non si riesce a capire quale sia la ragione per cui si concede tale privilegio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.40 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Piepoli, Picchi, Fitzgerald Nissoli, Ferraresi, Baroni, Sberna... Di corsa, possibilmente senza abbattersi sulle scale. Pili, Peluffo, Tripiedi, Parisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 425
Votanti 423
Astenuti 2
Maggioranza 212
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.48 Ricciatti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Stella Bianchi, Lo Monte, Fitzgerald Nissoli, Secco, Gigli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 418
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato sì 155
Hanno votato no 263).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.90 Allasia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Grazie, Presidente. Qui stiamo assistendo all'ennesimo tentativo di porre rimedio agli errori precedenti, facendo dei provvedimenti straordinari. Non che la materia non li richieda, anzi, noi stiamo parlando di un asse strategico per il Paese; semmai, la colpa che noi abbiamo imputato al Governo è quella di non aver, a tempo debito, preso le decisioni, anche straordinarie, necessarie per tutelare un comparto fondamentale per l'economia del Paese. Quindi, il punto fondamentale è non quanto straordinaria debba essere la misura da adottare, ma se la misura che adottiamo è efficace e corrisponde alle necessità.
Ora, sul fatto di ricorrere ad una commissione speciale di nomina ministeriale per la stesura delle proposte di modifica del piano ambientale, struttura che viene costituita e nominata su indicazione del Ministero, ma che poi viene conferita all'amministrazione straordinaria, noi siamo piuttosto perplessi, perché si tratterebbe di un evidente e palese caso di conflitto di interessi, perché stiamo parlando di esperti che verrebbero comunque posti sotto il cappello dell'amministrazione straordinaria, che poi dovrebbe essere chiamata ad attuare il piano che questi esperti redigeranno.
Noi crediamo, invece, che non ci sia la necessità né il bisogno di ricorrere a questo strumento straordinario, un ulteriore strumento straordinario, in una situazione già di per sé piuttosto ingarbugliata e di sicuro complicata, ricorrendo, invece, a quelle che sono le autorizzazioni integrate ambientali, ovvero la commissione che è già presente all'interno del Ministero dell'ambiente e che quindi ha in Pag. 66sé tutte le possibilità, le capacità, il know how e le competenze per poter intervenire senza quindi dover ricorrere ad un ulteriore strumento straordinario, che, dal nostro punto di vista, non farà altro che complicare la situazione già ingarbugliata e creare un ulteriore conflitto di interessi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimo Felice De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Torno sulla questione, Presidente, del comitato di esperti. Noi diciamo che questa deroga è importante, appunto, perché il caso è eccezionale, ma non riesco a capire perché non utilizziamo un'infrastruttura che abbiamo già: la commissione AIA c’è già, la commissione AIA ha già lavorato sulle prescrizioni a cui sottoporre il gruppo Ilva, e ci chiediamo perché adesso bisogna fare un comitato di esperti. Non è questo un motivo di rallentamento, la costruzione di un'altra infrastruttura che deve giudicare ? Uscire dalle linee solo per, probabilmente, agevolare chi acquisterà questa azienda, sempre che qualcuno sia disposto ad acquistarla ?
Quindi, la domanda rimane: perché dobbiamo creare una nuova struttura che vada a giudicare le modifiche delle prescrizioni, invece di utilizzare le strutture che abbiamo già ? Infatti, la funzione della deroga può succedere in casi eccezionali, ma, di fronte alla salute, alla tutela dei cittadini e alla tutela dell'ambiente, credo che le deroghe non stiano in piedi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.90 Allasia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Occhiuto, Ravetto, Capezzone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 417
Votanti 346
Astenuti 71
Maggioranza 174
Hanno votato sì 85
Hanno votato no 261).
(Il deputato Mantero ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.29 Zaratti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Questo emendamento è relativo al fatto che è previsto che, in caso di cessione degli impianti e vi siano modifiche e integrazioni del piano ambientale e sanitario, questi progetti di modifica siano valutati dal comitato degli esperti, il che, naturalmente, è una cosa positiva, perché una valutazione di queste modifiche ci deve essere, premesso, insomma, che avremmo preferito che non ci fossero modifiche al piano ambientale e sanitario, perché è del tutto evidente che questi interventi erano stati ritenuti necessari, erano state fatte delle prescrizioni e non vi è alcun motivo, secondo il nostro punto di vista, affinché queste prescrizioni siano modificate. Ma arriviamo al punto: se, eventualmente, ci fossero queste modifiche e proposte, devono essere valutate dal comitato degli esperti.
Il nostro emendamento chiede che ogni modifica al piano ambientale e sanitario sia valutata anche da due enti che hanno le capacità scientifiche e le capacità tecniche per poter valutare queste modifiche, e cioè l'ARPA e l'ISPRA. Pag. 67
Lo dico con convinzione, Presidente, perché credo che bisogna farla finita nel ritenere che le nostre agenzie, il nostro sistema agenziale, l'ISPRA, siano degli enti e siano degli istituti dei quali non ci si possa fidare. Io, invece, credo che all'interno di queste strutture pubbliche, se venissero dotate delle strutture tecniche e delle strutture scientifiche e di personale che permettano a queste strutture di poter lavorare efficacemente, ci siano le competenze che ci possono permettere di avere dei pareri certi. Ora, ritengo che solo le strutture pubbliche, interamente pubbliche, abbiano il diritto e il dovere di intervenire.
Penso che il comitato degli esperti, se fatto intelligentemente, possa dare un contributo, naturalmente, però non vedo per quale motivo si debba negare la possibilità all'ARPA e all'ISPRA di dare un giudizio scientifico, un giudizio tecnico, su competenze che loro hanno, su capacità che loro hanno e su competenze scientifiche che, evidentemente, sono affidate a queste strutture pubbliche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, come già annunciato, voteremo favorevolmente sia a questo che all'emendamento successivo. Per noi rimane abbastanza incomprensibile, perché la giustificazione che ci è stata data dal Governo e dai relatori della scelta di questa procedura nuova, di questa procedura in variante, possiamo dirlo, è quella di velocizzare. Allora, credo che, se l'intento fosse realmente quello di velocizzare la procedura, potremmo mettere che gli organi dello Stato debbano esprimersi entro un certo periodo di tempo e, quindi, gravare sull'ISPRA e sull'ARPA nel momento in cui non portino avanti i compiti loro attribuiti dal decreto.
E invece no; qui, per renderci conto, magari, della farraginosità di alcuni meccanismi decisionali e dei percorsi di rilascio delle autorizzazioni, creiamo una macchina ex novo, parallela, che però ha facoltà di decidere indipendentemente dalla macchina centrale pubblica.
Questo, ovviamente, a nostro avviso, è allucinante, perché denota anche la modalità con cui il Governo tende a mettere mano a delle procedure che sicuramente sono farraginose, molto lunghe, burocraticamente complicate, creando una struttura parallela nominata dal Governo stesso. Questo, a nostro avviso, è il fallimento della struttura del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, perché, di fatto, vuol dire non essere in grado di rispondere a esigenze come queste. Allora, si poteva creare, all'interno di una procedura del Ministero dell'ambiente, una tempistica riservata, con dei compiti ben delineati, non una deroga complessiva a un comitato di esperti come il Governo e i relatori hanno approvato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. Qui facciamo proprio il contrario di quello che abbiamo fatto con la legge sulle agenzie ambientali; noi con la legge sulle agenzie ambientali, finalmente, all'unanimità, abbiamo dato un ruolo alla rete delle agenzie, abbiamo detto che sono un punto di riferimento, però, adesso stiamo dicendo che non entrano in alcune decisioni, perché in deroga è meglio darle in mano a un insieme di esperti... No, è una scelta, non sono inserite, e questo emendamento lo condivido, perché in scelte di questo tipo dobbiamo assolutamente dare quel ruolo che abbiamo riconosciuto al sistema delle agenzie, con la legge appunto che l'ha istituito. Se poi all'atto di applicare una legge, che è passata e che è passata all'unanimità dopo il vaglio di Camera e Senato, diciamo che queste agenzie non entrano nella possibilità di dire la loro, allora siamo sicuramente sulla strada sbagliata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 681.29 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Pilozzi, Micillo, Portas, Oliverio, Chimienti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 409
Astenuti 15
Maggioranza 205
Hanno votato sì 140
Hanno votato no 269).
(Il deputato Zan ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.30 Pellegrino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Pilozzi, Sani, Marotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 419
Astenuti 2
Maggioranza 210
Hanno votato sì 154
Hanno votato no 265).
(Il deputato Zan ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.35 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana e sul quale si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Aiello, Gebhard...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 431
Votanti 359
Astenuti 72
Maggioranza 180
Hanno votato sì 88
Hanno votato no 271).
(I deputati Zan e Tartaglione hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.33 Ferrara, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dellai, Grassi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 420
Votanti 407
Astenuti 13
Maggioranza 204
Hanno votato sì 140
Hanno votato no 267).
(I deputati Zan e Tartaglione hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.34 Zaratti, con il parere contrario Pag. 69delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fauttilli, Grassi, Monchiero, Bonafede, Di Benedetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 439
Votanti 437
Astenuti 2
Maggioranza 219
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 280).
(Il deputato De Rosa ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Zan ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.85 Labriola, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. In questo caso, intervengo su questo, ma ce n'era uno già in precedenza, del collega Zaratti, che segnalava la necessità del coinvolgimento del Ministero della salute. Lo avevamo proposto anche noi e ci piacerebbe che il Viceministro Bellanova, almeno, ripetesse quelle parole affermate all'interno delle Commissioni attività produttive e ambiente.
In quella sede il Viceministro si era espresso con la volontà di non dar seguito all'approvazione di questi emendamenti inerenti il coinvolgimento del Ministero della salute, ma specificando che ci sarebbe stata un'intesa parallela non formalizzata da un punto di vista normativo; ovvero, aveva assicurato un coinvolgimento, comunque, del Ministero della salute, non obbligato da una normativa.
Noi, ovviamente, c'eravamo posti una domanda su questa situazione, visto il cambio con cui i Viceministri e i sottosegretari passano dal Ministero dello sviluppo economico, e avevamo lamentato un po’ la difficoltà nel credere in una promessa quanto meno posta all'interno di una Commissione.
Pertanto, chiediamo, se sia possibile, almeno, che intervenga il Governo per ripetere quel tentativo di accordo ventilato con il Ministero della salute e noi segnaliamo come, a nostro avviso, rimanga imprescindibile il fatto che questo debba essere scritto nero su bianco. Quindi, non possiamo lasciare all'interno di un ipotetico coinvolgimento del Ministero della salute una scelta che secondo noi è veramente vincolante; il Ministero della salute si deve esprimere sulle valutazioni che verranno fatte, perché nei decreti, nei primi decreti c'era una questione ambientale e di tutela della salute.
Quindi, a nostro avviso, se è vero, come ci sembra che ci ricordino sempre i deputati del Partito Democratico, che quello è il loro principio ispiratore, allora noi comprendiamo che, oggi, sembra quasi obbligatorio coinvolgere il Ministro della salute, altrimenti credo che venga meno il loro principio ispiratore.
TERESA BELLANOVA, Viceministra dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TERESA BELLANOVA, Viceministra dello sviluppo economico. Signor Presidente, sull'argomento specifico, vorrei ribadire in Aula quanto già detto in Commissione: il Governo non ha dato parere favorevole, insieme ai relatori di maggioranza, all'emendamento per il semplice fatto che modificare il decreto in questo punto significa allungare ulteriormente i tempi; ragione per la quale abbiamo assunto un impegno formale e ho invitato in Commissione eventualmente i presentatori a trasformare in ordine del giorno quell'emendamento, con l'impegno a dare parere Pag. 70favorevole perché il Ministero dell'ambiente assuma formalmente l'impegno di coinvolgere il Ministero della salute e la regione Puglia negli atti conseguenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Occorre ribadire in quest'Aula quanto già abbiamo detto in Commissione a proposito di questo coinvolgimento del Ministero della salute. Il Partito Democratico, il Governo e le altre forze di maggioranza dicono che hanno intenzione che questo coinvolgimento avvenga. Ora, delle due l'una: o è semplicemente una scusa quella che è stata appena detta in Aula dal Viceministro, e cioè che c’è un allungamento dei tempi e basterebbe un ordine del giorno, oppure, come noi riteniamo, la scusa non regge, non c’è, ed è soltanto un modo per mettere la solita pezza a colore, è il solito palliativo per dire che gli impegni si possono anche scrivere, non in una legge, ma in ordini del giorno, che, come sappiamo tutti in quest'Aula, sono impegni assolutamente non rispettati dal Governo. Questo Governo ha scritto dieci decreti il cui contenuto non è stato rispettato in ampie parti, e sono decreti-legge; io vorrei capire come è possibile continuare a fidarsi e ritenere coerenti questo Governo e queste forze di maggioranza, auspicando che un ordine del giorno in qualche modo risolva il problema.
Altresì, Presidente, mi preme dire in quest'Aula che, quando si parla di ordini del giorno e si accampa la scusa che altrimenti si perde tempo, dopo che sono tre anni che discutiamo decreti che riguardano l'Ilva in quest'Aula, mi sembra veramente uno sberleffo. Se queste proposte, anziché scriverle in una stanza a porte chiuse con quattro sottosegretari, fossero state discusse in una proposta di legge, anche in una proposta governativa, se fossero state coinvolti tutti gli attori che in qualche modo sono coinvolti dagli effetti della scrittura di queste norme, Presidente, sarebbe stato molto più facile, direttamente nella fase di stesura del provvedimento, mettere il coinvolgimento – che poi tra l'altro non è neanche un coinvolgimento stretto perché è un parere – degli altri Ministeri opportuni. Questo non è stato fatto perché, evidentemente, a voi piace fare le cose come qualcuno evidentemente vi suggerisce, perché altra spiegazione non esiste. E la spiegazione dei tempi – Viceministro Bellanova, mi dispiace che anche lei sorrida su questo tema – non è plausibile. Dovete provare a sforzarvi di più e a giustificare le vostre scellerate scelte in maniera assolutamente diversa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente. Sul coinvolgimento del Ministero della salute c'era anche un nostro emendamento. Intervengo adesso perché, appunto, la Viceministra ha dato, diciamo così, una risposta.
Io voglio dire, tramite lei, che, se abbiamo forti perplessità e non ci fidiamo, è per una ragione: questo decreto arriva a firma del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Quella che manca è esattamente la firma del Ministro della salute, come a dire, a significare, appunto, che, nonostante l'impatto sanitario e, quindi, le ricadute sulla salute che avrà la revisione del Piano di tutela ambientale e sanitario, effettuata e proposta, dei futuri acquirenti o affittuari, però, non c’è una competenza del Ministro della salute.
È per questo che con diversi emendamenti le opposizioni hanno provato ad inserire in qualche maniera un parere vincolante del Ministro della salute. Non ci fidiamo e francamente è difficile comprendere come un ordine del giorno – a meno che appunto l'impegno non sia il solito «a prevedere», «a valutare la possibilità di» – possa in qualche maniera vincolare il parere del Ministro della salute, ma far Pag. 71determinare un risparmio di tempo. È difficile da comprendere. Meglio sarebbe stato – se c’è davvero buona fede e un tentativo o una volontà di rispondere alla ratio di questi emendamenti – inserire una norma precisa. Ho difficoltà a capire come un ordine del giorno, a differenza di un emendamento, possa accelerare i tempi, a meno che, appunto, quell'ordine del giorno non rimanga lettera morta, come è stato già ricordato e come succede spesso in quest'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.85 Labriola, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lainati, Milanato, Mucci, Carloni. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 426
Votanti 424
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 267).
(Il deputato De Rosa ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.47 Duranti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ci siamo ? Grassi, Faenzi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato sì 154
Hanno votato no 271).
(Il deputato De Rosa ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.45 Ricciatti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sanga.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 412
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 144
Hanno votato no 268).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.31 Pellegrino.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Questo emendamento prevede che un'eventuale modifica del Piano ambientale, che noi non auspichiamo ma che assai probabilmente ci sarà, equivalendo di fatto a una modifica dell'AIA, deve vedere necessariamente coinvolta l'ARPA Puglia e la Commissione per l'IPPC, che svolge l'attività di supporto Pag. 72scientifico per il Ministero dell'ambiente, proprio con specifico riguardo alla procedura AIA.
Mi rendo conto che siamo sempre sulla questione che abbiamo già accennato e che la questione del tempo, il fatto cioè che si pensa che qualunque procedura non garantisca appunto quella velocità, quella celerità nel provvedimento, diventa sempre un ostacolo, ma guardate che l'ostacolo maggiore è quello di fare le cose male, e lo dimostra proprio la vicenda dell'Ilva, perché, se le cose fossero state fatte per bene, ponderate, non saremmo arrivati alla necessità di fare l'undicesimo decreto in quattro anni.
Per questo io penso che noi dovremmo cercare di riflettere: non tutto ciò che determina il fatto che c’è un utilizzo del tempo, necessariamente comporta un danno per la pubblica utilità, non necessariamente comporta un danno per l'amministrazione pubblica e soprattutto i cittadini, anzi, su alcune questioni fondamentali come quelle del piano ambientale, il fatto che siano coinvolti maggiormente, più di quanto non sia previsto, gli organi preposti come l'ARPA, che ha ormai maturato una conoscenza ahimè e anche diciamo una capacità di approfondimento sulla questione specifica del piano ambientale di quel territorio, io penso che sarebbe utile al fine di determinare se alcune modifiche sono compatibili con l'AIA o se invece non sono compatibili. Così come il supporto scientifico del Ministero dell'ambiente, credo che sia indispensabile per la modifica dell'AIA stessa.
Ora non ci si può giustificare, non si può giustificare sempre tutto con il fatto che è necessario mettere in atto delle procedure snelle, perché la snellezza spesso è sinonimo di inefficienza e la velocità spesso è sinonimo di incapacità ed è per questo che noi su questo punto continuiamo ad insistere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Appunto riuscire ad integrare ambiente e salute non è sempre facile, ma dovrebbe essere proprio il compito di un Governo.
È chiaro che per fare questo andrebbe anche integrato l'aspetto produttivo.
Il Governo non ha fatto niente di tutto questo, lasciando ad una libera iniziativa, finora abbastanza patologica, da parte di imprenditori e poi da parte di amministratori appunto straordinari, la gestione di questa difficile partita.
Mancando un piano nazionale per la siderurgia e per l'acciaio, è chiaro che è anche difficile accertare emissioni incontrollate. Abbiamo il più grande emettitore di diossina, abbiamo i parchi minerari più grandi d'Europa, che chiaramente si chiede che vengano coperti, perché continuano a mandare polveri e metalli tossici verso i quartieri limitrofi della città di Taranto.
Pertanto è chiaro che la valutazione integrata ambientale e sanitaria è stata un po’ un motivo di rinforzo del sistema agenziale di rinforzo interno che hanno deciso, come Agenzia ambientale, di avere in questo provvedimento, prima che il Parlamento decidesse di avere una rete con maggiore integrazione.
Questo provvedimento è assolutamente necessario e appunto non si perderà tempo approvando questo emendamento, ma semplicemente si terrà una struttura più integrata alla produzione, all'ambientalizzazione, alla tutela dalla salute.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.31 Pellegrino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Scotto, Sandra Savino.
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 73
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 417
Votanti 402
Astenuti 15
Maggioranza 202
Hanno votato sì 136
Hanno votato no 266).
(I deputati Benamati e Piepoli hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.46 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
D'Attorre, Fiano, Palma, Rotondi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 400
Astenuti 16
Maggioranza 201
Hanno votato sì 134
Hanno votato no 266).
(I deputati Senaldi e Piepoli hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.38 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Italiana, si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Zan, Gadda ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 342
Astenuti 81
Maggioranza 172
Hanno votato sì 54
Hanno votato no 288).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.41 Petraroli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.
COSIMO PETRAROLI. Grazie, Presidente. L'esperto che dovrà redigere la relazione finalizzata a valutare la compatibilità delle offerte vincolanti dovrà presentare una relazione di stima con un contenuto relativamente alle informazioni disponibili e quelle utilizzate, i metodi seguiti, le scelte compiute, con adeguate motivazioni e calcoli condotti e quindi le conclusioni quantitative.
Il compito di questo esperto sarà quindi valutare attentamente la sostenibilità finanziaria delle offerte, in particolar modo quelle che riguardano l'ipotesi di affitto. Bene, ma per sostenibilità finanziaria si intende la capacità del progetto di garantire il rimborso dei finanziamenti attivati ed un'adeguata remunerazione dei mezzi propri investiti.
Ebbene, data l'estrema delicatezza, con questo emendamento stiamo semplicemente chiedendo che tale soggetto sia realmente indipendente, cioè non deve avere avuto rapporti economici di nessun tipo con le società del gruppo ovvero con i nuovi aggiudicatari.
Questo perché la mancanza di indipendenza può sicuramente falsare le analisi sulle offerte, che potrebbero risultare condizionate appunto dai pregressi legami economici.
Un emendamento credo di buonsenso, che tranquillamente il Governo potrebbe assorbire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, Pag. 74l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Questo emendamento è qualcosa, come ha detto il mio collega, di assoluto buonsenso: si tratta di garantire, almeno in questo decreto, almeno per una parte del provvedimento, l'assenza di conflitti di interessi e non è che li abbiamo messi tutti, chiediamo soltanto almeno di escluderne alcuni, cioè che le persone che si troveranno a fare una valutazione tecnico-finanziaria delle offerte che arriveranno e che verranno quindi vagliate, non siano in qualche modo riconducibili proprio a quei soggetti che quelle offerte le stanno facendo.
Quindi mi sembra qualcosa di veramente scontato, di assolutamente banale e non riesco a capire perché il Governo e la maggioranza, su norme che riguardano il conflitto di interessi, non riescano a dire una parola per giustificare, per motivare una carenza tanto grave e tanto evidente.
Io aspetto che magari il Ministro Bellanova si pronunci su questo e ci spieghi il perché del rifiuto del Governo su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire, malgrado la promozione sul campo...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massa. Ne ha facoltà.
FEDERICO MASSA. Telegraficamente, perché questo non mi pare un emendamento di assoluto buonsenso, in questa prospettiva: non è possibile, ogni volta che si fa una qualsiasi legge, che riscriviamo l'intero codice.
Io dicevo al collega Bratti: se noi discipliniamo la vendita delle mele, dobbiamo aggiungere che non si possono vendere quelle avvelenate.
Ora, qui si parla di esperto indipendente e vorrei sottolineare che nel sistema dell'esercizio della funzione pubblica c’è l'obbligo di astensione, che è penalmente sanzionato. Sanzione penale rispetto alla quale in questo decreto non si esonera proprio nulla. Allora la questione è questa, perché altrimenti qui sembra che noi ogni volta che discutiamo una questione dobbiamo riscrivere l'intero ordinamento perché a qualcuno viene il dubbio che non si capisca bene. Questa è la ragione per la quale questo emendamento non è di buonsenso, perché lo dovremmo aggiungere pressoché a ogni articolo di questa legge, dicendo «non potete fare quello che è vietato» !
Allora nella logica del sistema io credo che dire esperto indipendente, significa dire che chi decida deve essere indipendente e non credo che si possa dire più chiaro di come noi lo abbiamo scritto insieme al Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, vorrei dire, per il suo tramite, al collega Massa che ogni volta che c’è un decreto riscrivete il codice penale, perché ogni volta fate una deroga a tutti i comportamenti degli amministratori straordinari prima e oggi anche degli acquirenti e degli affittuari, quindi lo state già facendo. Di fatto, ogni volta che portiamo in Aula la legge sul conflitto di interessi voi non avete idea di quello che possono essere secondo noi dei criteri saldi sui conflitti di interessi. Ad esempio, se io sono un esperto conclamato in siderurgia, e ho da anni rapporti con determinate acciaierie, mi viene difficile pensare che possa essere nei confronti di chi mi ha pagato fino all'altro ieri, da domani, totalmente indipendente, e che il lavoro che ho fatto fino a ieri grazie a quei soggetti che mi hanno pagato e magari continueranno a pagarmi con la prospettiva di consulenze anche successive, non possa in qualche modo inficiare il mio giudizio. Allora è questo che vi stiamo chiedendo, quindi non delle deroghe alle condizioni normative, ma principi di buon senso che sono questi. Il principio di indipendenza vuole dire anche questo: evitare di avere rapporti pregressi e futuri, Pag. 75e la normativa oggi non è chiara su quel punto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.41 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tartaglione, Borghesi, Silvia Giordano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 413
Astenuti 6
Maggioranza 207
Hanno votato sì 144
Hanno votato no 269).
(Il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario – La deputata Nicchi ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.39 Sisto, il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Scotto, Pili, Piepoli, Caso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 422
Votanti 341
Astenuti 81
Maggioranza 171
Hanno votato sì 69
Hanno votato no 272).
(Il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario – La deputata Nicchi ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.52 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Piepoli, Capelli, Colaninno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 421
Votanti 416
Astenuti 5
Maggioranza 209
Hanno votato sì 142
Hanno votato no 274).
(La deputata Nicchi ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.106 Allasia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Micillo, Zan, Silvia Giordano, Nicchi..
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 414
Astenuti 2 Pag. 76
Maggioranza 208
Hanno votato sì 144
Hanno votato no 270).
(Il deputato Catanoso ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.200 Petraroli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.
COSIMO PETRAROLI. Grazie, Presidente. Ai sensi del DL n. 152 del 2006, qualsiasi persona fisica o giuridica, in forma singola o associata, può presentare delle osservazioni sui piani e programmi sottoposti a valutazione ambientale strategica e sui progetti sottoposti a valutazione di impatto ambientale, anche fornendo nuovi e ulteriori elementi conoscitivi e valutativi.
Con questo emendamento intendiamo dare a disposizione del cittadino 60 giorni di tempo anziché i 30 previsti dal decreto per valutare la domanda presentata dall'aggiudicatario e presentare eventuali osservazioni, questo per garantire un tempo sufficiente ai cittadini e alle associazioni per capire cosa intende realmente fare l'aggiudicatario della fabbrica più grande d'Europa, o almeno dare la possibilità ai cittadini di Taranto di capire di che morte devono morire fondamentalmente. Una situazione questa che non ha nemmeno un minimo di bilanciamento con i tempi concessi al comitato di esperti, infatti viene da chiedersi come mai vengono concessi 60 giorni di tempo al comitato di esperti, 120 giorni al Ministero, di valutare la domanda nella sua interezza e solo 30 giorni al pubblico e ai comitati. Sono forse più esperti magari i cittadini o i comitati rispetto ai ministeri e a questo comitato ? A questo punto io direi fatevi da parte e lasciate decidere ai cittadini il futuro dell'Ilva e della propria città che sicuramente sapranno magari fare molto meglio di voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. L'emendamento è stato spiegato in maniera chiarissima ed è anche un emendamento molto semplice, a costo zero, che però diciamo tradisce una cultura da parte di chi si oppone alla sua accettazione. Tradisce una cultura di funzionamento anche molto antica, ventennale, forse quarantennale, ovvero che il cittadino deve essere tenuto lontano dal legislatore, deve essere tenuto lontano dalle questioni di Stato, lontano dai processi decisionali. Vi è tutta questa politica respingente nei confronti dei cittadini che vogliono partecipare, che vogliono esprimere delle opinioni, che vogliono esprimere eventuali osservazioni attraverso una forma associativa, come quella del comitato, a cui viene lasciato proprio un tempo Cenerentola per poterlo fare, mentre ai Ministeri, questi praticamente mastodonti di burocrazia in cui praticamente Kafka c'ha perso la vita, lasciamo ovviamente i famosi e cosiddetti 120 giorni. Per cui, al cittadino nulla, neanche un'opinione, mentre il Ministero può fare qualsiasi cosa sempre con questi decreti delegati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io vorrei che l'onorevole Bratti in questa Aula ripetesse quanto ha detto in Commissione e cioè che alla fine queste relazioni, queste valutazioni, questi piani, i cittadini in fondo all'esterno di quest'Aula neanche li guardano, a chi vuoi che importi quello che facciamo in queste Aule, in queste stanze. Ecco volevo dare una notizia al Partito Democratico, i cittadini fuori di qui hanno un'estrema voglia di partecipare, di contribuire alle idee, di capire quello che succede sulle loro vite e sulle decisioni che noi prendiamo e che influenzano ogni giorno tutta la loro vita. Pag. 77Allora noi chiediamo semplicemente un'altra questione di buonsenso, cioè dare la possibilità proprio a chi è fuori da queste Aule, e quindi non ha la dimestichezza con gli strumenti con cui noi ci misuriamo ogni giorno, di avere il tempo di comprendere quello che noi scriviamo, per poter partecipare e contribuire a migliorare quello che facciamo in queste Aule (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Nel frattempo, salutiamo il Primo Ministro della Nuova Zelanda John Phillip Key, che assiste ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
Monchiero...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 400
Votanti 371
Astenuti 29
Maggioranza 186
Hanno votato sì 115
Hanno votato no 256).
(Il deputato Monchiero ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.77 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Stella Bianchi... Lauricella... Fraccaro, è riuscito ? Perché è coperto dall'onorevole Sibilia, però è riuscito... Raciti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 412
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato sì 150
Hanno votato no 262).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.64 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bellanova... Carbone... Carloni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 409
Votanti 408
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato sì 131
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.68 Duranti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Binetti... Colletti... Giacomoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 415
Votanti 414 Pag. 78
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato sì 141
Hanno votato no 273).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.61 Pellegrino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Nicchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 411
Astenuti 2
Maggioranza 206
Hanno votato sì 134
Hanno votato no 277).
(Il deputato Prataviera ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.72 Crippa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Abbiamo sentito prima le parole in Aula del Viceministro Bellanova sulla questione legata al parere che si è impegnata a chiedere al Ministero della salute. Tengo solo a precisare due questioni. Una che il Viceministro ha parlato di assunzione formale in Aula e, a mio avviso, se si vuole fare qualcosa di formale bisogna scriverlo all'interno di un provvedimento. Per quanto attiene, invece, alle parole dette in Aula possono sembrare un impegno.
Tuttavia mi viene anche da togliere un velo di ipocrisia nel voler andare incontro, anche seppur in una disponibilità del Governo, alla realtà dei fatti. Questo è un Governo che ci ha abituato dall'inizio legislatura a non rispettare le norme, figurarsi gli impegni contenuti in un ordine del giorno. È un Governo che ha ritardi di mesi e mesi rispetto a promesse fatte in termini di decreti attuativi sull'efficienza energetica per citarne uno. Cito altri su provvedimenti che prevederebbero le imprese digitali, il nuovo bando per le imprese della manifattura digitale: impegni presi, impegni scritti in risposte ad atti ufficiali o, peggio ancora, in provvedimenti legislativi. Due anni e mezzo di ritardo rispetto al tempo prestabilito. Allora, se vogliamo sgomberare il campo dall'ipocrisia, dobbiamo cercare di farlo in maniera un po’ più precisa, perché noi in qualche modo siamo viziati da questo comportamento di un Governo che ogni volta non ha tempi di risposta adeguati rispetto alle esigenze del Paese. Noi in questo caso non siamo poco seri nel non voler credere alle vostre promesse: siamo più seri nel voler portare avanti quelle che sono di interesse dei cittadini che, in qualche modo, non possono fidarsi di impegni non formali da parte della politica.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.72 Crippa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Coppola... Micillo...onorevole Coppola, provi a votare. Non a sbloccarla, a votare. Scuvera... Caso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato sì 144
Hanno votato no 260).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 791.201 Cristian Iannuzzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favore dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Vignali...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 398
Astenuti 1
Maggioranza 200
Hanno votato sì 140
Hanno votato no 258).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.66 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Pilozzi... Marroni... Rondini... Carinelli... Ciprini... Rondini è riuscito... Ciprini ancora no...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato sì 133
Hanno votato no 272).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.74 Ricciatti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.
FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. Grazie, Presidente. In questo caso la norma prevede che gli eventuali acquirenti o affittuari, in qualità di gestore dello stabilimento, possono presentare domanda di autorizzazione dei nuovi interventi e di modifica del Piano ambientale e sanitario o di altro titolo autorizzativo necessario per l'esercizio dell'impianto sulla base dello schema di piano accluso alla proprio offerta vincolante definitiva. La domanda completa dei relativi allegati è quindi sottoposta ad una fase di consultazione pubblica sul sito del Ministero dell'ambiente per un periodo di 30 giorni ai fini dell'acquisizione di eventuali osservazioni. L'istruttoria sugli esiti della consultazione è svolta dal comitato di esperti, garantendo il pieno rispetto dei valori limite di emissione stabiliti dalla normativa dell'Unione europea. La modifica del piano ambientale e sanitario o di altro titolo autorizzativo necessario per l'esercizio dell'impianto è quindi disposta con un apposito DPCM, adottato su proposta dei Ministri dell'ambiente e dello sviluppo economico. Ecco, il nostro emendamento chiede che il suddetto DPCM di modifica del piano ambientale e sanitario venga adottato su proposta anche del Ministero della salute, viste le inevitabili ripercussioni che una modifica del piano ambientale e sanitario ha anche sulla salute e la vita dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massa. Ne ha facoltà.
FEDERICO MASSA. Presidente, telegraficamente, perché mi sembra che la sollecitazione che viene dal collega che mi ha preceduto sia assolutamente sensata. Vorrei dire, però, che, se si legge con attenzione la nuova formulazione del comma 8.1 sul piano definitivo che viene presentato dall'offerente prescelto, non solo si sconta un'articolata istruttoria, che passa attraverso due fasi e una consultazione pubblica, ma vi è l'assunzione di responsabilità, prima del DPCM che approva definitivamente il piano industriale e il piano ambientale di colui il quale dovrà subentrare alla gestione commissariale, da parte del Consiglio dei ministri. Quindi, qui non è che stiamo giocando a nascondere alcuni ministri, togliamo quello dalla sanità, mettiamo quello dell'ambiente, Pag. 80come se stessimo facendo le permute sul mercato dei calciatori.
La decisione finale passa attraverso un voto del Consiglio dei ministri, che poi trova una sua esternalizzazione nel decreto del Presidente del Consiglio; quindi, c’è una responsabilità, istruttoria prima e decisoria poi, che è assolutamente collegiale da parte del Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.74 Ricciatti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Occhiuto, Giachetti, Carloni, D'Alessandro, Giuliani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato sì 142
Hanno votato no 262).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.75 Ricciatti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ciriacì, Cesaro, Arlotti, La Marca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 401
Maggioranza 201
Hanno votato sì 144
Hanno votato no 257).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.76 Pellegrino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza. No, c’è l'onorevole Zaratti, è revocata la votazione.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente, mi scuso per il ritardo con cui mi sono prenotato per l'intervento. Questo emendamento, sostanzialmente, chiede che venga reso necessario che, quando viene emanato il DPCM di approvazione delle modifiche e integrazioni al piano ambientale e sanitario che ha il valore di AIA e conclude tutti i procedimenti in corso al Ministero dell'ambiente, esso deve comunque rispettare le valutazioni di impatto ambientale. Questo è un punto, secondo noi, non derogabile, perché il fatto che si rispetti la valutazione di impatto ambientale è una garanzia, diciamo così, di compatibilità con l'ambiente e di compatibilità con il tipo di intervento che si intende realizzare. Penso che questo sia un elemento di buonsenso, che migliorerebbe, secondo me, significativamente il decreto, e migliorerebbe anche la possibilità di avere una maggiore sicurezza sull'efficacia delle norme che vengono emanate.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.76 Pellegrino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato sì 144
Hanno votato no 259).
(I deputati Oliaro e Senaldi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.78 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
La Marca, Oliaro, Micillo, Silvia Giordano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 392
Astenuti 1
Maggioranza 197
Hanno votato sì 135
Hanno votato no 257).
(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario; il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.70 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Molteni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 406
Votanti 341
Astenuti 65
Maggioranza 171
Hanno votato sì 80
Hanno votato no 261).
(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.71 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza di Sinistra Italiana e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dellai, Del Grosso, Morani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 392
Astenuti 20
Maggioranza 197
Hanno votato sì 126
Hanno votato no 266).
(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.123 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Capelli, Duranti, Crimi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 402
Astenuti 14
Maggioranza 202
Hanno votato sì 131
Hanno votato no 271).
(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.160 Ricciatti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ciprini, Palese...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 402
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato sì 135
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.166 Pellegrino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Simonetti, Basilio, De Maria...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 415
Votanti 414
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato sì 142
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.162 Ricciatti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Basilio, Gadda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 407
Votanti 397
Astenuti 10
Maggioranza 199
Hanno votato sì 130
Hanno votato no 267).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.152 Crippa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bianconi, Tartaglione, Morani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 399
Astenuti 15
Maggioranza 200
Hanno votato sì 128
Hanno votato no 271).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.163 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Duranti, Burtone, Marotta...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 83
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 395
Astenuti 4
Maggioranza 198
Hanno votato sì 135
Hanno votato no 260).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.132 Allasia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Burtone, Monchiero, Dellai...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato sì 143
Hanno votato no 274).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.161 Ricciatti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Presidente, con questo emendamento, chiediamo che si specifichi che gli esperti che hanno il compito di valutare i piani ambientali e la revisione del Piano ambientale e sanitario debbano essere in una condizione di assenza di conflitto di interessi. Vedete, io voglio ricordare le affermazioni del collega Massa; per un precedente emendamento dei colleghi dei 5 Stelle, se non vado errata, che ponevano il tema dell'assenza di conflitto di interessi per l'esperto che deve valutare la compatibilità delle offerte dei privati, il collega Massa ha evidenziato che era in qualche maniera ridondante che si specificasse, appunto, che tale esperto non debba essere in condizione di conflitto di interesse, perché è specificato nella norma che si tratta di esperto indipendente. Ebbene, noi abbiamo votato a favore di quel precedente emendamento perché le motivazioni del collega Massa non ci avevano convinti, tuttavia se è vero quello, non può valere la stessa cosa per il comitato dei tre esperti scelti, appunto, per valutare le modifiche al piano di tutela ambientale e sanitario, perché nella norma si dice che si nomina un comitato di esperti composto da tre componenti scelti fra soggetti di comprovata esperienza in materia di tutela dell'ambiente e di impianti siderurgici, e non si fa riferimento alla loro indipendenza.
Per cui noi chiediamo che si voti favorevolmente a questo emendamento e sia inserita, appunto, la norma che prevede che gli esperti non si debbano trovare in alcuna situazione neanche potenziale di conflitto di interesse, perché questi esperti sono quelli che avranno una forte responsabilità di tipo decisionale e, quindi, noi crediamo che debbano garantire un'altrettanta piena imparzialità, che non ci debba essere nessun interesse rispetto alle questioni su cui loro sono chiamati ad intervenire. Un'ulteriore cosa volevo aggiungere sul comitato degli esperti e non mi è stato possibile; approfitto di questo emendamento. A mio giudizio il comitato degli esperti configura una sorta di privatizzazione di una funzione che, invece, è tipica, che è svolta o dovrebbe essere svolta dal Ministero dell'ambiente. Sono stati bocciati alcuni emendamenti che andavano in questo senso, che dicevano appunto che quella competenza che il decreto dà al comitato degli esperti torni all'interno del Ministero dell'ambiente e nelle competenze del Ministero dell'ambiente. Almeno garantiamoci, appunto, che ci sia assenza di conflitto di interesse, visto che gli stiamo dando un compito che, tipicamente, dovrebbe essere svolto dalle strutture ministeriali e visto che debbono assumere decisioni importantissime, importantissime per le ricadute sulla salute dei cittadini di Taranto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.161 Ricciatti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carloni, Martino, Ciriacì...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 410
Astenuti 3
Maggioranza 206
Hanno votato sì 149
Hanno votato no 261).
(I deputati Capodicasa e Sberna hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.159 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Luigi Gallo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 403
Astenuti 1
Maggioranza 202
Hanno votato sì 143
Hanno votato no 260).
(I deputati Capodicasa e Sberna hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.202 Petraroli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.
COSIMO PETRAROLI. Grazie, Presidente. In Commissione ho presentato un emendamento che è stato poi riformulato dal Governo. L'emendamento era costituito da due punti, uno di bassa importanza e l'altro punto con una valenza un tantino più elevata. Le richieste erano molto semplici; primo: diffondere i curricula dei componenti del comitato di esperti e strateghi del siderurgico attraverso i siti istituzionali, questa era una prima richiesta ed era la richiesta più blanda. Poi c'era quella più importante, cioè pubblicare i criteri adottati dal Ministero per la scelta dei tre componenti dello stesso comitato. Ebbene, il Governo ha riformulato l'emendamento, eliminando proprio la parte principale, cioè quella relativa ai criteri di scelta del comitato, e ha lasciato, di fatto, la parte più blanda dell'emendamento, cioè la pubblicazione dei curricula attraverso i siti istituzionali. Ebbene, io vorrei suggerire un trucchetto al Governo, perché generalmente basta andare su «Gogol» e scrivere il nome di una qualsiasi persona (Commenti) e affiancare, tipo a Mario Rossi la dicitura «curriculum» e scopriamo che è possibile trovare la maggior parte dei curricula di tutti... Neanche vi ricordate «Gogol» di Silvio Berlusconi, ovviamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). .. E scoprite che in rete ci sono tutti i curricula della maggior parte dei cittadini italiani. Quello che noi chiedevamo erano i criteri di scelta, perché avete scelto Tizio anziché Caio, come quantificare l'esperienza universitaria, l'esperienza di ricerca, come quantificare l'esperienza manageriale o magari cantieristica. O magari potevate semplicemente scrivere che è stato scelto perché era il compagno di qualche Ministro, che ne so, per noi andava benissimo lo stesso. Con questo emendamento noi chiediamo semplicemente di ripristinare le parole originarie di quello che è stato tolto, tra cui i Pag. 85criteri utilizzati per la nomina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.202 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 400
Votanti 380
Astenuti 20
Maggioranza 191
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 258).
(Il deputato Capodicasa ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.300 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e su cui i relatori di minoranza si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
È l'emendamento 1.300 della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Simoni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 293
Astenuti 112
Maggioranza 147
Hanno votato sì 287
Hanno votato no 6).
(Il deputato Capodicasa ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.203 Allasia, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cozzolino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 403
Votanti 331
Astenuti 72
Maggioranza 166
Hanno votato sì 51
Hanno votato no 280).
(Il deputato Capodicasa ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.301, sempre da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e su cui entrambi i relatori di minoranza si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 400
Votanti 285
Astenuti 115
Maggioranza 143
Hanno votato sì 267
Hanno votato no 18).
(I deputati Locatelli e Dal Moro hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.172 Sisto e 1.173 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sani, Carloni, Ascani, Basso.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 386
Astenuti 18
Maggioranza 194
Hanno votato sì 118
Hanno votato no 268).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.23 Crippa, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Milanato, Pilozzi... Milanato ancora non riesce... Verini... Onorevole Dellai... Pilozzi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 409
Votanti 406
Astenuti 3
Maggioranza 204
Hanno votato sì 405
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.204 Allasia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana e su cui il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 402
Votanti 391
Astenuti 11
Maggioranza 196
Hanno votato sì 130
Hanno votato no 261).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.83 Sisto e 1.86 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Crippa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 403
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato sì 125
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.88 Crippa e 1.96 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 87
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 400
Astenuti 14
Maggioranza 201
Hanno votato sì 128
Hanno votato no 272).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.95 Crippa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malisani.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 397
Astenuti 14
Maggioranza 199
Hanno votato sì 124
Hanno votato no 273).
(Il deputato Vargiu ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.98 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Capelli... provi a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 387
Astenuti 12
Maggioranza 194
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 265).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.100 Duranti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi chiediamo che venga consentito alla ASL di Taranto di effettuare quelle assunzioni indispensabili alla sua attività di sorveglianza sanitaria, e cerchiamo di stanziare anche delle risorse per proseguire il piano di sorveglianza della salute della popolazione residente nei comuni di Taranto e Statte.
Ora, abbiamo lungamente dibattuto sul fatto che era necessario incrementare gli organici dell'ARPA Puglia per rendere possibili i controlli ambientali che sono necessari, e credo che questa sia una battaglia giusta. Tra le altre cose, come abbiamo visto, nel recepimento del parere della Commissione bilancio si è avuto, finalmente, una volta tanto, il via libera da parte della Ragioneria sul fatto che si possa autorizzare la regione Puglia a procedere a queste assunzioni.
Noi riteniamo che in una situazione come quella dell'Ilva di Taranto, in una situazione ambientale così drammatica, in una situazione sanitaria di questo tipo, è necessario che anche l'ASL di Taranto aumenti la propria capacità operativa, la propria capacità professionale, la propria capacità, diciamo così, di incidere sulla sorveglianza sanitaria. Abbiamo bisogno di questo soprattutto in quell'area, anche perché si vuole continuare la produzione di quell'impianto strategico dal punto di vista della produzione dell'acciaio nel nostro Paese. Tanto più è necessario che ci sia un aumento della quantità e della qualità degli operatori sanitari.
Per questo, noi pensiamo che questo sia un emendamento che debba essere valutato. Ci rendiamo conto delle difficoltà economiche e finanziarie che in questo momento ci sono, ma se non investiamo denaro per la tutela della salute, se non Pag. 88investiamo denaro in una situazione come quella di Taranto, dov’è che lo Stato è presente ? Dov’è che lo Stato dice: io ci sono ? Io penso che ci debba essere una riflessione su questo punto e che sulla tutela della salute, sulla prevenzione sanitaria, così come abbiamo cercato di fare per i controlli ambientali, noi dobbiamo lanciare un segnale, un segnale forte, un segnale di presenza dello Stato, dicendo che laddove c’è bisogno lo Stato c’è. In questo caso lo Stato deve dare la propria capacità di presenza sul fatto che si rassicurino i cittadini e si diano le possibilità alle strutture sanitarie di avere quel personale indispensabile che gli permetta di operare e di intervenire in una realtà così compromessa. Per questo io faccio un appello, in modo particolare ovviamente ai colleghi della maggioranza, affinché su questo punto – e anche al rappresentante del Governo, naturalmente – ci sia un atto di buona volontà e ci sia un gesto che vada incontro alle giuste esigenze di tutela della salute dei cittadini di Taranto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente, per sottoscrivere questo emendamento, ma per invitare il Governo e la maggioranza a rivederne il proprio parere perché, ad onor del vero, i cittadini di Taranto, l'unico e solo intervento che richiedono, va in linea con questo emendamento. I cittadini di Taranto sono interessati in primis rispetto alla situazione della salute, ad avere la certezza che l'attuale tasso di inquinamento, indipendentemente se sia aumentato, uguale o diminuito rispetto al passato, ha una diretta connessione, un diretto collegamento con l'eventuale danno sanitario. Io l'ho detto già nel precedente intervento, non può essere la perizia estemporanea su ordine di un magistrato, né tantomeno una perizia di parte delle varie aziende. Deve essere lo Stato, ma io sono estremamente preoccupato e meravigliato per questo parere negativo, non solo perché non si procede effettivamente al potenziamento di questo servizio di igiene e sanità pubblica così come si è fatto per l'ARPA, in questo provvedimento. Forse a maggior ragione andava perseguita quest'altra strada. Ma sono preoccupato perché in uno dei tanti decreti che sono stati fatti per l'Ilva e per la città di Taranto, se non mi sbaglio in quello dell'inizio della legislatura – c'era il Governo Letta – fu stabilita una certa cifra in deroga al piano di rientro della regione Puglia in riferimento alla gestione delle ASL e in particolare al personale, all'assunzione temporanea per un progetto specifico per screening e quant'altro alle dipendenze del Dipartimento di igiene e sanità pubblica della ASL di Taranto. Quel progetto di 24 mesi con quella dotazione finanziaria sta per scadere. Sta per scadere ! E quindi ricordo le 36 persone che operano nel dipartimento di prevenzione, io avevo sollecitato peraltro nell'audizione che c'era stata e a cui ho partecipato non solo di mantenere la dotazione finanziaria, non solo la circostanza che forse occorreva potenziarlo per far sì che questa struttura pubblica dello Stato tirasse fuori i dati veramente sulla diretta connessione con il danno sanitario, ma addirittura prevedendo, lì si, la tutela delle professionalità che sono state acquisite in questo periodo e quindi l'eventuale possibilità della stabilizzazione di quelle persone che già ci sono, che sono 36 operatori, perché solo in quella maniera si tenta di salvaguardare la possibilità del monitoraggio della salute delle persone. In assenza di questi provvedimenti, questo è un decreto addirittura, dal punto di vista della salvaguardia della salute delle persone a Taranto, dannoso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente, era per cambiare il parere, se non erro avevo detto: mi rimetto all'Aula, invece votiamo favorevolmente questo emendamento, poiché a nostro avviso all'interno di questo emendamento si ripercorre un Pag. 89po’ anche, credo, l'idea iniziale con cui si è cercato di migliorare il decreto nella parte che prevede la possibilità di andare in deroga all'ARPA Puglia nell'assunzione del personale.
Durante le audizioni l'ASL ha messo nero su bianco le difficoltà di organico, di personale, e le modalità con cui oggi noi ci troviamo a commentare i risultati epidemiologici passati fanno riferimento a delle campagne un po’ datate. Stiamo parlando di almeno 3, 4 o 5 anni fa. Su questi dati, a nostro avviso, servirebbe una maggiore tempestività nel fornirli e pertanto crediamo che potenziare quella struttura – e tra l'altro gradiremmo magari un maggior controllo anche da parte della regione Puglia stessa – sia indispensabile.
Pertanto votiamo favorevolmente a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente solo per ricordare le parole che appunto, come è stato detto, ha messo nero su bianco l'ASL di Taranto in audizione: mancanza di personale a tempo indeterminato dedicato alle attività di acquisizione dei flussi informativi, raccolta e registrazione dei dati di incidenza, elaborazione ed analisi dei risultati. Attualmente il personale presente, assunto in numero ridotto, è composto da Co.Co.Co e personale a tempo determinato, con contratti non più rinnovabili con scadenza ottobre 2016. Tra l'altro, questo personale ha partecipato a corsi di formazione e master per garantire la qualità necessaria già riconosciuta dal Registro tumori di Taranto, attraverso l'accreditamento. A questo proposito – conclude l'ASL – occorre prevedere misure straordinarie per procedere ai concorsi a tempo indeterminato per le figure professionali necessarie a rendere stabile l'intero complesso di attività del Registro tumori ASL di Taranto. Questo è quello che l'ASL ci chiede e questo è quello che chiede il nostro emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.
LUDOVICO VICO. Grazie, Presidente. Le questioni poste dai colleghi dei gruppi sono vere, tuttavia noi abbiamo rinunciato a presentare un emendamento, perché osserviamo che le questioni che sono poste sul versante sanitario fanno il paio, in questa fase, con il Piano di riordino ospedaliero e, di conseguenza, dopo aver interrogato il Governo solo tre settimane fa in materia, con la eventualità, che noi auspicheremmo, di deroga al DM n. 70.
Questo meccanismo, che nella sostanza risponderebbe alle evenienze che son emerse in sede di audizione con la ASL, particolarmente, potrebbe consentire in sede di legge di stabilità che quel tipo di deroga possa essere un accesso, a fronte anche di un riequilibrio e di un rapporto istituzionale più fecondo fra la regione Puglia, la ASL di Taranto e il Governo italiano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. C’è da rimanere basiti dalle spiegazioni che ha dato adesso l'onorevole Vico. Sta dicendo formalmente che il Partito Democratico non approverà questi emendamenti e non ne ha presentati di simili perché banalmente preferisce seguire il Piano ospedaliero regionale. Ora mi sembra strano che, quando conviene al Partito Democratico, l'onorevole Bratti si alza e dice che questa è una situazione emergenziale assolutamente straordinaria e che quindi bisogna prevedere dei percorsi fuori dalle norme. Quando, invece, il problema è sanitario e ambientale, bisogna semplicemente attendere e aspettare che, come dire, la regione, l'ASL e il Governo si mettano d'accordo. Delle due l'una, perché, se questa emergenza sanitaria c’è adesso e c’è stata prima, come è ovvio, allora ci dovete spiegare perché quel piano di monitoraggio, quelle assunzioni fino Pag. 90adesso sono state fatte e sono state portate avanti, mentre adesso si dice quelle assunzioni non sono più necessarie. Cos’è cambiato ? Ci spiegate ? Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Duranti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Faccia piano, onorevole Parisi. Sberna, Romele, Scuvera...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 381
Astenuti 12
Maggioranza 191
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 258).
(Il deputato Tartaglione ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.108 Petraroli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.
COSIMO PETRAROLI. Grazie, Presidente. L'articolo 14 della direttiva n. 2004/35/CE sancisce che gli Stati membri adottino misure per incoraggiare lo sviluppo da parte di operatori economici e finanziari appropriati, di strumenti e mercati di garanzia finanziaria, compresi meccanismi finanziari in caso di insolvenza, per consentire agli operatori di usare garanzie finanziarie per assolvere alle eventuali responsabilità incombenti ai sensi della presente direttiva. Questa formula delle garanzie finanziarie è di carattere ovviamente palesemente programmatico, è il punto di equilibrio raggiunto da tutti i soggetti coinvolti, autorità pubbliche, associazioni ambientaliste, industriali, settore assicurativo, e rappresenta l'approdo necessario per realizzare l'effettiva applicazione del principio di «chi inquina paga».
Con questo emendamento chiediamo che l'esercizio di impresa non solo della società Ilva, ma anche del futuro affittuario o acquirente, siano immessi nel possesso dei beni e autorizzati a proseguire l'attività produttiva solo e soltanto dopo la presentazione da parte dall'aggiudicatario delle dovute garanzie finanziarie in favore dello Stato, così come previsto dal decreto-legge n. 36 del 2003. Questo perché c’è un problema anche di rifiuti. La direttiva n. 1999/31/CE, relativa alle discariche, ha previsto che, prima dell'inizio delle operazioni di smaltimento, il richiedente debba adottare dei provvedimenti sotto forma di garanzia finanziaria per assicurare che le prescrizioni, compresa quindi anche la gestione successiva alla chiusura, siano portate effettivamente a termine. Voglio ricordare che all'interno dello stabilimento dell'Ilva ci sono due discariche, la cava Due Mari e la cava Cementir, che dovrebbero andare in bonifica così come ha confermato anche l'ARPA Puglia. Il decreto n. 36 del 2003, che ha recepito la direttiva, ha previsto che la garanzia sia trattenuta per almeno due anni, mentre la garanzia per la gestione successiva alla chiusura della discarica sia trattenuta per almeno trent'anni.
Inoltre, dal rapporto dall'ARPA si evidenzia per l'ennesima volta come il mancato completamento dei lavori di chiusura dei parchi minerari rappresenti ancora oggi una delle maggiori problematiche ambientali. Ricordo nuovamente che l'Ilva è già stata più volte oggetto di rilievi da parte del Gip di Taranto e l'accusa si basava sul fatto che i proprietari avrebbero intascato profitti senza minimamente investire nell'ammodernamento degli impianti e già all'epoca il giudice Todisco aveva fatto notare le falle contenute all'interno Pag. 91della prima «legge salva-Ilva», dove il legislatore aveva sbloccato gli impianti assicurando anche la prosecuzione produttiva, senza esigere garanzie finanziarie a sostegno sia del piano di investimenti previsti dall'AIA, sia del pagamento delle eventuali sanzioni amministrative. Quindi, lo ripeto, la disciplina sulla responsabilità ambientali recepita nel nostro ordinamento all'interno del testo unico ambientale impone a tutte le imprese industriali italiane ed europee di ripensare la propria strategia gestionale secondo i nuovi parametri ambientali.
Per quale motivo noi a Taranto dobbiamo sempre derogare a questa normativa per gli stabilimenti ? Per quale motivo ? Perché i tarantini devono essere sempre trattati come cavie ? È questa la domanda.
Bisogna pertanto, attraverso questo emendamento, evitare che in futuro il gestore degli stabilimenti possa abbandonare le attività, lasciando in capo allo Stato l'onere di bonificare le aree da loro inquinate. Quindi, l'unico modo per evitare ciò è appunto farsi lasciare queste garanzie finanziare prima che entrino realmente in funzione gli impianti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.
LUDOVICO VICO. Grazie, Presidente. Perché resti agli atti e anche per la interpretazione del collega De Lorenzis: nel 2012 l'intervento sulla ASL di Taranto, emendamento Vico, fu per agire sulla legge di stabilità e trasferire alla ASL di Taranto 30 milioni di euro per gli anni 2013, 2014 e 2015.
Oggi, per fare il medesimo intervento – il medesimo intervento ! – rispetto alle audizioni e alla consapevolezza comune di tutti i gruppi parlamentari su quella vicenda sanitaria, bisogna agire sul decreto ministeriale n. 70; ho detto semplicemente questo. Poiché il decreto ministeriale n. 70 per agire con lo stesso effetto ha bisogno di conseguenza di una deroga, quella deroga ha la sua sede naturale nella legge di stabilità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.108 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Prego i colleghi, se riescono, di evitare di allontanarsi dall'Aula, perché altrimenti dobbiamo aspettare che riprendano posto tutte le volte... Dallai, Lombardi, Sandra Savino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 384
Votanti 373
Astenuti 11
Maggioranza 187
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 251).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.124 Vallascas, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Benedetto, Ciracì, Burtone, Nicchi, Romele...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 378
Votanti 375
Astenuti 3
Maggioranza 188
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 253).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.109 Petraroli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Entriamo nella parte che possiamo definire indecente di questo provvedimento, che è quella dello slittamento temporale e dell'estensione dell'immunità penale, civile e amministrativa ai soggetti in cascata e quindi agli affittuari oppure ai prossimi acquirenti. Già a noi sembrava abbastanza assurdo che dei commissari nominati dal Governo avessero questi sgravi di responsabilità, perché di fatto sono sgravi di responsabilità, ma immaginavamo che fossero giustificati, almeno dai proponenti, per il fatto che questo tipo di attività del commissario dovesse non avere una responsabilità oggettiva nel cercare di rimettere in piedi una situazione. Noi questa linea non l'abbiamo sposata allora, ovviamente non la sposiamo adesso.
Sapevamo che il passo successivo era proprio questo. All'epoca ci era stato detto «no, ma sono nomine governative, no, ma guardate che l'esonero dalla responsabilità civile, penale e amministrativa riguarda una macchina dello Stato che con la nomina dei commissari, in questo caso nomina governativa, riuscirà a rimettere in piedi l'Ilva e l'Ilva riprenderà a funzionare, quindi ci saranno le bonifiche, ci sarà l'attuazione dei piani ambientali e ci saranno meno criticità dal punto di vista della salute e del lavoro». Questa era la visione che avevate dipinto allora a cui noi non avevamo creduto e difatti ci troviamo nelle condizioni che i commissari non hanno saputo fare nulla di quello che gli era stato affidato. Ricordo a tutti che teoricamente avrebbero dovuto portare avanti un piano industriale che non è mai nemmeno stato presentato. Però il Governo ha sempre mantenuto saldi i commissari senza nulla mai chiedere e pertanto ci ritroviamo nella condizione in cui abbiamo perso per tre anni. L'ultimo anno di esercizio abbiamo perso quasi 912 milioni di euro, negli ultimi quattro anni l'Ilva perde al giorno 2,5 milioni di euro. Sono dati incontrovertibili sul fatto che questa azienda è in fallimento totale e, da un punto di vista funzionale, non riusciamo a dare una risposta reale e concreta. Direi che è anche inimmaginabile pensare di risistemare questo tipo di azienda. Oggi, l'esonero dalle responsabilità – arriviamo al dunque – viene esteso anche ai soggetti acquirenti e affittuari. A nostro avviso sembra sempre paradossale questo tipo di atteggiamento perché, se si tratta di una deroga, questa deve essere data a una funzione pubblica. L'estensione ad un soggetto privato è qualcosa di inimmaginabile perché rappresenta il fallimento testimoniato del Governo che, nonostante abbia investito i commissari di una funzione governativa per provare a mettere in piedi l'attività, sancisce il fallimento di quella scommessa e oggi arriviamo al fatto che l'esonero dalle responsabilità viene traslato sul privato. Inoltre, soprattutto, spostiamo alla fine del 2018 i termini di attuazione del Piano ambientale e anche su questo abbiamo perso un gran tempo. Se vado indietro nelle dichiarazioni, il Partito Democratico si esprimeva in maniera entusiasmante rispetto ai limiti imposti dal Piano ambientale che erano innovativi, erano limiti che erano precursori di quelli che sarebbero stati i limiti europei. Oggi, con la proroga, arriviamo ad essere successivi rispetto ai limiti europei. Tutto questo, oggi, viene fatto con una leggerezza e una gestione della problematica sempre troppo di corsa. A nostro avviso questo tipo di fallimento governativo deve avere una fine. Quindi, vorremmo veramente la soppressione in questo caso del comma 4 che contiene al proprio interno – lo articoleremo meglio anche dopo – i due esoneri dalla responsabilità civile, penale e amministrativa e la proroga dei termini e degli adempimenti di natura ambientale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io non riesco a capire perché ai Pag. 93commissari e ai nuovi acquirenti diamo un'immunità per la realizzazione dell'autorizzazione integrata ambientale per l'attuazione di questo piano di risanamento degli impianti. Forse sarebbe stato molto più comodo, a questo punto, tenere la gestione Riva e dare l'immunità alla famiglia Riva perché non si riesce a capire come mai coloro che sono sotto processo praticamente per un disastro ambientale e sanitario stanno pagando, mentre i commissari e coloro che subentreranno nella gestione dello stabilimento Ilva vengono esonerati da qualunque responsabilità civile, amministrativa e penale.
PRESIDENTE. Grazie...
DIEGO DE LORENZIS. È uno scandalo, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Questa parte del provvedimento è chiaramente illeggibile e indicibile nel 2016. A quarant'anni dalla tragedia di Seveso nei confronti del più grande emettitore di diossine l'Italia, lo stabilimento Ilva di Taranto che emette diossine che potrebbero impattare sulla salute di un miliardo di persone e non solo degli abitanti di Taranto, per l'attuazione di un piano, si deroga a qualsiasi responsabilità. Su questo devo ammettere la coerenza del Governo perché infatti le riforme costituzionali prevedono questo: dare l'immunità a tutti, a un Senato che rimane con immunità. Quindi è proprio una logica cercare delle persone immuni, una super-razza che deve dominare e distruggere il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.
ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Mi permetto di dire che in questo caso si continua e si persevera su una follia giuridica. Non esiste per il legislatore la possibilità di creare delle zone di impunità totale: l'esonero dalla responsabilità civile, penale e amministrativa era già una follia per i commissari. Qui si estende l'area degli intoccabili.
Ora deve arrivare un momento in cui la maggioranza si rende conto che in questo Paese è necessario aumentare la soglia di attenzione nei confronti di chi viola le leggi. Non si possono invece creare a priori delle zone franche in cui chi vuole può violare le leggi. Questa è una follia, Presidente. Io non so qual è la direzione giuridica che questa maggioranza vuole dare al Paese perché mi sembra una questione di illegalità giustificata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente. Noi voteremo ovviamente a favore di questo emendamento. Ne abbiamo anche di simili a nostra firma. È davvero imbarazzante questo comma 4, anzitutto in riferimento a quello che comunemente viene detto scudo giudiziario, quindi l'immunità penale, civile e amministrativa, che, secondo noi – abbiamo provato anche a dirlo nelle questioni pregiudiziali che abbiamo presentato a questo ennesimo decreto sull'Ilva – viola l'articolo 3 della Costituzione. Inoltre ci permettiamo di dire che si configura un vero e proprio diritto di disastro, nel senso che alcuni soggetti possono compiere comportamenti che non vengono sanzionati e che, anzi, risultano tutelati da una presunzione di liceità. Poiché stiamo parlando di questioni che attengono alla vita e alla salute delle persone, riteniamo davvero grave la previsione dell'immunità estesa e la sua estensione anche ai privati che acquisteranno o affitteranno i complessi dell'Ilva.
Altrettanto grave è la previsione di poter slittare di diciotto mesi – lo abbiamo già detto e l'hanno ripetuto in tanti Pag. 94in quest'Aula: di diciotto mesi – l'attuazione del Piano ambientale. Io voglio ricordare che il Piano di tutela ambientale e sanitario abbiamo dovuto chiederlo, lo abbiamo chiesto con insistenza: il DPCM, che poi è stato emanato a marzo 2014, è arrivato già in grande ritardo rispetto a uno dei primi decreti Ilva. La Presidenza del Consiglio ha rinviato per mesi la presentazione del Piano di tutela ambientale e adesso siamo in una situazione in cui sono trascorsi altri due anni, da marzo 2014, e non solo il Piano di tutela ambientale e sanitario non viene applicato, ma se ne prevede l'ulteriore slittamento. Guardate, stiamo parlando peraltro di un Piano di tutela ambientale che al suo interno contiene anche le prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale. Tale autorizzazione integrata ambientale risale al 2012, anno in cui furono presentate anche richieste importanti di modifica da parte della regione Puglia. Sembra fatto apposta questo decreto-legge – concludo su questo – da un lato per far slittare l'applicazione del Piano ambientale di altri diciotto mesi e, dall'altro, per fornire uno scudo giudiziario ai futuri acquirenti. Forse per questa ragione avete già annunciato – per lo meno nei corridoi già si sa – che quando arriverà al Senato sarà posta la fiducia per fare in fretta, per dimostrare ai futuri acquirenti che la disponibilità di questa maggioranza e di questo Governo è assoluta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massa. Ne ha facoltà.
FEDERICO MASSA. La ringrazio, Presidente. Colgo la delicatezza della questione che è stata in quest'Aula reiteratamente affrontata. Ora l'espressione usata dalla collega Duranti è paradigmatica dell'errore che si commette, perché la collega Duranti ha giustamente detto, dal suo punto di vista, che qui si dà sostanzialmente una licenza di disastro ambientale. Ora la questione non può essere posta in questi termini perché, come esplicitamente detto nella norma originaria, ciò che non può dar luogo alla responsabilità penale o amministrativa è l'adempimento delle prescrizioni previste nel Piano e nell'AIA. È, quindi, di immediata evidenza che qualsiasi comportamento che sia inadempitivo delle prescrizioni del piano o anche non compiutamente adempitivo di quella prescrizione lascia assolutamente esposti alla responsabilità sia penale che amministrativa. Vorrei dire che questa norma, nella sua originaria struttura, è già venuta all'attenzione dell'autorità giudiziaria tarantina e già il giudice delle indagini preliminari di Taranto ha formalizzato, in un suo provvedimento, questa interpretazione. Dunque, la questione è quella di assumere che il piano e l'AIA, per come approvati, godono – il piano e l'autorizzazione integrata, non i soggetti – di una presunzione di idoneità rispetto al raggiungimento degli scopi.
Ecco la ragione per la quale nel decreto-legge è stata inserita la previsione per la quale esplicitamente si dice che quella norma funziona con riguardo alla durata del piano ambientale, perché ciò che gode di una presunzione di legittimità non è il comportamento dei soggetti, commissari, acquirente o affittuario, ma è la struttura di quel piano che viene giudicata idonea al perseguimento di quegli scopi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Ringrazio il collega Massa, perché è costretto a fare voli pindarici per giustificare una norma indegna. Sostanzialmente, noi diciamo che c’è un super imprenditore che potrà modificare le norme a cui si deve attenere, quindi le prescrizioni; sarà immune da qualunque dovere riguardo a queste prescrizioni, e quindi noi stiamo creando qualcosa che non è mai esistito neanche in Italia, neanche con le norme più aberranti, e cercate di difendere questa posizione.
Se potevo ancora, forse, non accettarlo, ma capire che trovavate un appiglio quando a essere immune, tra virgolette, Pag. 95era un commissario governativo, non riuscite tranquillamente a convincere nessuno del fatto che possa essere non responsabile di qualunque atto un privato che andrà ad acquistare il complesso dell'Ilva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.109 Petraroli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gigli, Sberna, Caso, Gandolfi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 370
Votanti 369
Astenuti 1
Maggioranza 185
Hanno votato sì 116
Hanno votato no 253).
(I deputati Vezzali e D'Agostino hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).
Interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che continuerà domattina, a partire dalle ore 9,30.
Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 20,10).
PRESIDENTE. Ho interventi di fine seduta: onorevole Famiglietti. L'onorevole Famiglietti non c’è; si intende che abbia rinunciato.
DAVIDE MATTIELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, se la mettono nelle condizioni di poterlo fare. Colleghi, se abbassiamo il tono della voce, grazie. Prego.
DAVIDE MATTIELLO. Presidente, intervengo perché il 12 maggio, quindi esattamente due mesi fa, presentavo un'interrogazione al Governo avente ad oggetto un fatto risalente al 12 aprile. Il 12 aprile la Siremar, società di navigazione posseduta dalla Compagnia delle Isole, a sua volta partecipata dalla Mediterranea Holding, controllata dalla regione siciliana, veniva venduta a SNS, società di navigazione siciliana. La questione non riguarda tanto la vendita in sé, imposta, peraltro, da una sentenza del TAR del Lazio, ma riguarda le modalità della vendita e l'effetto prodotto dalla vendita medesima.
Sì, perché l'acquisizione di Siremar da parte di SNS ha realizzato, di fatto, un monopolio nella gestione della navigazione siciliana, riconducibile ad un pugno di potenti famiglie: Morace, La Cava, Franza, Francantonio Genovese e Matacena. Possibile che il Governo, l'Antitrust e la Corte dei conti ritengano questo assetto il migliore degli assetti ? Io, Presidente, sommessamente, mantengo gravi dubbi e spero che il Governo possa scioglierli quanto prima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. La ringrazio, anche per aver avuto il coraggio di intervenire in condizioni climatiche avverse; la Presidenza si farà parte diligente nel sollecito.
EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, sempre se mettono il collega – colleghi, per favore – nelle condizioni di poter intervenire. I colleghi che escono abbassino la voce. Prego.
EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Pochi giorni fa, per la precisione l'8 luglio scorso, è passato un anno dal giorno in cui il tornado si è abbattuto con Pag. 96violenza sulla Riviera del Brenta, devastando in particolar modo i comuni di Dolo, Mira e Pianiga. Vi furono, purtroppo, una vittima e circa un'ottantina di persone ferite. In quei dieci minuti del passaggio della tromba d'aria furono devastate abitazioni private, ville storiche e un gran numero di capannoni industriali. La gente del luogo si è subito rimboccata le maniche per la ricostruzione, c’è stata molta solidarietà popolare, ma, purtroppo, ad un anno di distanza, i contributi statali sono rimasti fermi ai 2 milioni stanziati con la prima delibera del Consiglio dei ministri.
Con questo mio intervento vorrei sollevare l'attenzione su una situazione in particolare, quella in cui si trovano i piccoli e medi imprenditori che, dopo aver dovuto far fronte, con risorse proprie, alla ricostruzione della propria attività, ora si vedono costretti a pagare le tasse sulle spese sostenute per la ricostruzione. Le imprese della zona hanno subito chiesto la deducibilità totale dei costi di ricostruzione, ma da Roma non è giunta alcuna risposta. Questa richiesta, che più di una richiesta di aiuto è un grido di avere giustizia, è stata fatta propria e rilanciata anche dalla Confindustria locale.
Spiace dirlo, ma più passa il tempo e più si consolida la convinzione che la devastazione della Riviera del Brenta sia stata sottovalutata, considerata come una sorta di emergenza di serie B. Purtroppo, la realtà è molto diversa e i danni, soprattutto al tessuto produttivo della zona, sono stati ingenti, gravi e, in alcuni casi, irreversibili, visto che sono tante le aziende che ora sono sul punto di chiudere definitivamente. Mi auguro che, anche in considerazione del fatto che è in corso di esame il decreto sulla finanza locale, vi possa essere un cambio di rotta da parte del Governo. Noi certamente faremo il nostro dovere per quanto in nostro potere, ma speriamo che anche dal Governo ci possa essere disponibilità non a risolvere un problema, ma a sanare un'ingiustizia inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, la Sicilia in questi giorni sta vivendo un momento difficile dal punto di vista ambientale e igienico-sanitario. Le città sono piene di rifiuti, che non vengono tolti; le discariche sono esaurite ed inquinate; la raccolta differenziata non è assolutamente in una condizione di porre rimedio, così come del piano dei termovalorizzatori non c’è alcuna notizia sulla reale possibilità di realizzazione. Le conseguenze sono molto chiare, nette e preoccupanti, perché ci possono essere epidemie e, dal punto di vista economico, potrebbe entrare in crisi la stagione turistica, e la Sicilia vive anche di turismo.
Ci sono problemi di ordine pubblico, di legalità, perché sui rifiuti c’è la mano pesante della criminalità organizzata e mafiosa. È inaccettabile quello che sta avvenendo: le ragioni e le motivazioni sono antiche, però non c’è dubbio che c’è uno scontro tra istituzioni, tra la regione, i sindaci e la classe dirigente tutta. Ecco perché noi abbiamo presentato un'interrogazione parlamentare, abbiamo chiesto al Governo di monitorare attraverso gli uffici periferici, le prefetture, quello che sta accadendo. Chiediamo, però, che ci sia una risposta al più presto e una risposta ferma, anche misure drastiche, perché la Sicilia non può essere ulteriormente penalizzata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. La ringrazio: la Presidenza si farà parte diligente nel sollecito.
Annunzio di un'informativa urgente del Governo (ore 20,12).
PRESIDENTE. Avverto che nella seduta di domani, alle ore 13, avrà luogo – colleghi, forse, può interessare a qualcuno – un'informativa urgente del Governo sul tragico incidente ferroviario avvenuto in Pag. 97Puglia. L'informativa urgente sarà preceduta da una commemorazione da parte della Presidente della Camera.
Sui lavori dell'Assemblea (ore 20,14).
PRESIDENTE. Avverto, inoltre, che nella stessa seduta di domani sarà iscritta, all'ordine del giorno, dopo gli altri argomenti già previsti, la deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione a un conflitto di attribuzione sollevato dal Tribunale di Roma.
Avverto, infine, che secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, nella giornata di domani i lavori dell'Assemblea e delle Commissioni permanenti saranno interrotti alle ore 19.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Mercoledì 13 luglio 2016, alle 9,30:
(ore 9,30 e ore 16,15)
1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 9 giugno 2016, n. 98, recante disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del Gruppo ILVA (C. 3886-A).
— Relatori: Bratti (per la VIII Commissione) e Bargero (per la X Commissione), per la maggioranza; Zaratti (per l'VIII Commissione) e Crippa (per la X Commissione), di minoranza.
2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
VERINI ed altri: Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell'Unione europea, fatta a Bruxelles il 29 maggio 2000, e delega al Governo per la sua attuazione. Delega al Governo per la riforma del libro XI del codice di procedura penale. Modifiche alle disposizioni in materia di estradizione per l'estero: termine per la consegna e durata massima delle misure coercitive (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (C. 1460-B).
— Relatori: Ferranti, per la II Commissione; Nicoletti, per la III Commissione.
3. – Seguito della discussione del disegno di legge (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate):
Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali (collegato alla legge di stabilità 2016) (C. 3594-A).
— Relatori: Giacobbe (per la XI Commissione) e Piazzoni (per la XII Commissione), per la maggioranza; Cominardi, Martelli e Simonetti (per la XI Commissione) e Di Vita (per la XII Commissione), di minoranza.
4. – Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni nei confronti del deputato Luigi Cesaro (Doc. IV, n. 16-A).
— Relatore: Di Lello.
5. – Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati telefonici nei confronti del deputato Chaouki (Doc. IV, n. 17-A).
— Relatore: Marchi.
6. – Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dal Tribunale di Roma – Seconda Sezione Lavoro, di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 91 del 2016.
(ore 13)
7. – Informativa urgente del Governo sul tragico incidente ferroviario avvenuto in Puglia.
(ore 15)
8. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta termina alle 20,15.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Ddl 3954 - quest. preg. n. 1 | 386 | 379 | 7 | 190 | 125 | 254 | 82 | Resp. |
2 | Nom. | Ddl 3886-A - em. 1.1, 1.2 | 438 | 436 | 2 | 219 | 149 | 287 | 85 | Resp. |
3 | Nom. | em. 1.22 | 432 | 427 | 5 | 214 | 140 | 287 | 84 | Resp. |
4 | Nom. | em. 1.6, 1.8 | 443 | 438 | 5 | 220 | 160 | 278 | 84 | Resp. |
5 | Nom. | em. 1.12 | 433 | 353 | 80 | 177 | 68 | 285 | 81 | Resp. |
6 | Nom. | em. 1.13 | 440 | 358 | 82 | 180 | 70 | 288 | 80 | Resp. |
7 | Nom. | em. 1.16 | 432 | 430 | 2 | 216 | 161 | 269 | 80 | Resp. |
8 | Nom. | em. 1.17 | 421 | 406 | 15 | 204 | 146 | 260 | 80 | Resp. |
9 | Nom. | em. 1.19 | 427 | 425 | 2 | 213 | 158 | 267 | 80 | Resp. |
10 | Nom. | em. 1.10 | 435 | 432 | 3 | 217 | 159 | 273 | 80 | Resp. |
11 | Nom. | em. 1.11 | 434 | 432 | 2 | 217 | 161 | 271 | 80 | Resp. |
12 | Nom. | em. 1.20 | 443 | 365 | 78 | 183 | 84 | 281 | 79 | Resp. |
13 | Nom. | em. 1.21 | 440 | 366 | 74 | 184 | 85 | 281 | 79 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 1.14 | 436 | 433 | 3 | 217 | 156 | 277 | 79 | Resp. |
15 | Nom. | em. 1.59 | 424 | 423 | 1 | 212 | 155 | 268 | 79 | Resp. |
16 | Nom. | em. 1.210 | 412 | 409 | 3 | 205 | 152 | 257 | 79 | Resp. |
17 | Nom. | em. 1.24 | 396 | 394 | 2 | 198 | 142 | 252 | 79 | Resp. |
18 | Nom. | em. 1.211 | 414 | 412 | 2 | 207 | 154 | 258 | 79 | Resp. |
19 | Nom. | em. 1.36 | 428 | 357 | 71 | 179 | 89 | 268 | 79 | Resp. |
20 | Nom. | em. 1.28 | 415 | 413 | 2 | 207 | 146 | 267 | 79 | Resp. |
21 | Nom. | em. 1.40 | 425 | 423 | 2 | 212 | 156 | 267 | 79 | Resp. |
22 | Nom. | em. 1.48 | 419 | 418 | 1 | 210 | 155 | 263 | 79 | Resp. |
23 | Nom. | em. 1.90 | 417 | 346 | 71 | 174 | 85 | 261 | 79 | Resp. |
24 | Nom. | em. 1.29 | 424 | 409 | 15 | 205 | 140 | 269 | 79 | Resp. |
25 | Nom. | em. 1.30 | 421 | 419 | 2 | 210 | 154 | 265 | 79 | Resp. |
26 | Nom. | em. 1.35 | 431 | 359 | 72 | 180 | 88 | 271 | 79 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 1.33 | 420 | 407 | 13 | 204 | 140 | 267 | 79 | Resp. |
28 | Nom. | em. 1.34 | 439 | 437 | 2 | 219 | 157 | 280 | 79 | Resp. |
29 | Nom. | em. 1.85 | 426 | 424 | 2 | 213 | 157 | 267 | 79 | Resp. |
30 | Nom. | em. 1.47 | 427 | 425 | 2 | 213 | 154 | 271 | 79 | Resp. |
31 | Nom. | em. 1.45 | 413 | 412 | 1 | 207 | 144 | 268 | 79 | Resp. |
32 | Nom. | em. 1.31 | 417 | 402 | 15 | 202 | 136 | 266 | 78 | Resp. |
33 | Nom. | em. 1.46 | 416 | 400 | 16 | 201 | 134 | 266 | 78 | Resp. |
34 | Nom. | em. 1.38 | 423 | 342 | 81 | 172 | 54 | 288 | 78 | Resp. |
35 | Nom. | em. 1.41 | 419 | 413 | 6 | 207 | 144 | 269 | 78 | Resp. |
36 | Nom. | em. 1.39 | 422 | 341 | 81 | 171 | 69 | 272 | 78 | Resp. |
37 | Nom. | em. 1.52 | 421 | 416 | 5 | 209 | 142 | 274 | 78 | Resp. |
38 | Nom. | em. 1.106 | 416 | 414 | 2 | 208 | 144 | 270 | 78 | Resp. |
39 | Nom. | em. 1.200 | 400 | 371 | 29 | 186 | 115 | 256 | 78 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 1.77 | 414 | 412 | 2 | 207 | 150 | 262 | 78 | Resp. |
41 | Nom. | em. 1.64 | 409 | 408 | 1 | 205 | 131 | 277 | 78 | Resp. |
42 | Nom. | em. 1.68 | 415 | 414 | 1 | 208 | 141 | 273 | 78 | Resp. |
43 | Nom. | em. 1.61 | 413 | 411 | 2 | 206 | 134 | 277 | 78 | Resp. |
44 | Nom. | em. 1.72 | 404 | 404 | 203 | 144 | 260 | 78 | Resp. | |
45 | Nom. | em. 1.201 | 399 | 398 | 1 | 200 | 140 | 258 | 78 | Resp. |
46 | Nom. | em. 1.66 | 405 | 405 | 203 | 133 | 272 | 78 | Resp. | |
47 | Nom. | em. 1.74 | 404 | 404 | 203 | 142 | 262 | 78 | Resp. | |
48 | Nom. | em. 1.75 | 401 | 401 | 201 | 144 | 257 | 78 | Resp. | |
49 | Nom. | em. 1.76 | 403 | 403 | 202 | 144 | 259 | 78 | Resp. | |
50 | Nom. | em. 1.78 | 393 | 392 | 1 | 197 | 135 | 257 | 78 | Resp. |
51 | Nom. | em. 1.70 | 406 | 341 | 65 | 171 | 80 | 261 | 78 | Resp. |
52 | Nom. | em. 1.71 | 412 | 392 | 20 | 197 | 126 | 266 | 78 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | em. 1.123 | 416 | 402 | 14 | 202 | 131 | 271 | 78 | Resp. |
54 | Nom. | em. 1.160 | 404 | 402 | 2 | 202 | 135 | 267 | 78 | Resp. |
55 | Nom. | em. 1.166 | 415 | 414 | 1 | 208 | 142 | 272 | 78 | Resp. |
56 | Nom. | em. 1.162 | 407 | 397 | 10 | 199 | 130 | 267 | 78 | Resp. |
57 | Nom. | em. 1.152 | 414 | 399 | 15 | 200 | 128 | 271 | 78 | Resp. |
58 | Nom. | em. 1.163 | 399 | 395 | 4 | 198 | 135 | 260 | 78 | Resp. |
59 | Nom. | em. 1.132 | 419 | 417 | 2 | 209 | 143 | 274 | 78 | Resp. |
60 | Nom. | em. 1.161 | 413 | 410 | 3 | 206 | 149 | 261 | 78 | Resp. |
61 | Nom. | em. 1.159 | 404 | 403 | 1 | 202 | 143 | 260 | 78 | Resp. |
62 | Nom. | em. 1.202 | 400 | 380 | 20 | 191 | 122 | 258 | 78 | Resp. |
63 | Nom. | em. 1.300 | 405 | 293 | 112 | 147 | 287 | 6 | 78 | Appr. |
64 | Nom. | em. 1.203 | 403 | 331 | 72 | 166 | 51 | 280 | 78 | Resp. |
65 | Nom. | em. 1.301 | 400 | 285 | 115 | 143 | 267 | 18 | 78 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 76) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nom. | em. 1.172, 1.173 | 404 | 386 | 18 | 194 | 118 | 268 | 78 | Resp. |
67 | Nom. | em. 1.23 | 409 | 406 | 3 | 204 | 405 | 1 | 78 | Appr. |
68 | Nom. | em. 1.204 | 402 | 391 | 11 | 196 | 130 | 261 | 77 | Resp. |
69 | Nom. | em. 1.83, 1.86 | 405 | 403 | 2 | 202 | 125 | 278 | 77 | Resp. |
70 | Nom. | em. 1.88, 1.96 | 414 | 400 | 14 | 201 | 128 | 272 | 77 | Resp. |
71 | Nom. | em. 1.95 | 411 | 397 | 14 | 199 | 124 | 273 | 77 | Resp. |
72 | Nom. | em. 1.98 | 399 | 387 | 12 | 194 | 122 | 265 | 77 | Resp. |
73 | Nom. | em. 1.100 | 393 | 381 | 12 | 191 | 123 | 258 | 77 | Resp. |
74 | Nom. | em. 1.108 | 384 | 373 | 11 | 187 | 122 | 251 | 77 | Resp. |
75 | Nom. | em. 1.124 | 378 | 375 | 3 | 188 | 122 | 253 | 77 | Resp. |
76 | Nom. | em. 1.109 | 370 | 369 | 1 | 185 | 116 | 253 | 77 | Resp. |