XVII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 24 maggio 2017

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


      BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI e PASTORINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
          l'ultima legge di bilancio – legge n.  232 del 2016 – prevede che ogni anno – entro il 30 aprile venga pubblicato un bando nazionale di almeno 400 borse di studio, ciascuna del valore di 15 mila euro, destinate a studenti capaci, meritevoli e privi di mezzi;
          al bando sono ammessi a partecipare gli studenti iscritti all'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado che soddisfino i seguenti requisiti: isee inferiore ed eguale a 20 mila euro e medie dei voti almeno di 8/10 in tutte le materie, negli scrutini finali del penultimo e del terzultimo anno della scuola e negli scrutini intermedi dell'ultimo anno;
          le borse di studio sono assegnate, in base a una unica graduatoria nazionale di merito, entro il 31 agosto di ogni anno, dopo l'immatricolazione all'università e sono corrisposte allo studente in rate semestrali (verificando poi per gli anni successivi il conseguimento di almeno 40 crediti formativi con una media di voti di 28/30);
          con la legge di bilancio, si dispone, inoltre, che, dal 1o gennaio 2017, la «Fondazione per il merito» prevista dall'articolo 9, comma 3, del decreto-legge n.  70 del 2011, mai costituita, assuma la nuova denominazione di «Fondazione articolo 34» per la realizzazione degli obiettivi di pubblico interesse del Fondo per il merito degli studenti universitari, di cui all'articolo 4 della legge n.  240 del 2010 e per promuovere la cultura del merito e la qualità degli apprendimenti nel sistema scolastico e universitario;
          tuttavia, nelle more del raggiungimento della piena operatività della Fondazione, si prevedeva l'istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di una cabina di regia composta da 3 membri, designati, rispettivamente, dal Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro dell'economia e delle finanze e dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
          la cabina di regia – che avrebbe dovuto decadere automaticamente dalle sue funzioni al momento della nomina dell'organo di amministrazione della Fondazione e del raggiungimento della piena operatività della stessa – doveva attivare le procedure per l'emanazione del bando e procedere all'assegnazione delle borse di studio e al versamento delle rate agli studenti;
          tuttavia, ad oggi, nessuna cabina di regia è stata avviata, ma i fondi destinati alle borse di studio sono stati già attribuiti alla Fondazione articolo 34, di cui 6 milioni di euro per il 2017, 13 milioni per il 2018 e 20 milioni dal 2019 a cui si aggiungono 2 milioni di euro per il 2017 e 1 milione dal 2018 per il funzionamento  –:
          se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
          quali siano i motivi per i quali non è ancora stato emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, volto alla nomina della cabina di regia composta da tre membri designati, rispettivamente, dal Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro dell'economia e delle finanze e dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
          considerato che tali ritardi non hanno consentito la pubblicazione del bando nei termini previsti dalla legge di bilancio, quali iniziative si intendano adottare per la pubblicazione del medesimo;
          quali siano i motivi che hanno portato ad attribuire i fondi destinati alle borse di studio alla Fondazione articolo 34, dal momento che la stessa fondazione non può procedere alla definizione dei criteri e delle metodologie per l'assegnazione delle borse di studio nazionali per il merito e la mobilità (commi 4 e 6 dell'articolo 9 del decreto-legge n.  70 del 2011). (4-16696)


      PAGLIA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
          il progetto di costruzione della superstrada pedemontana veneta (SPV) dovrebbe dare vita a un'infrastruttura lunga 94,747 chilometri che attraverserà il Vicentino e il Trevigiano e si connetterà a 3 autostrade (A4, A31 e A27), la cui realizzazione cade in capo ai costruttori del consorzio Sis, aggiudicatario della concessione;
          il progetto in questione, risalente ai primi anni Duemila e tuttora in corso d'opera, è stato al centro di una recente e severa analisi della Corte dei conti – inviata in data 10 maggio 2017, tra gli altri, all'attenzione della Presidenza del Consiglio dei ministri, di diversi ministeri, dei comuni interessati oltre che della regione Veneto – che attraverso l'esposizione di 13 punti chiede conto di una serie di gravi problematiche mai affrontate o chiarite;
          tra i 13 punti critici – che in generale paventano concreti rischi di violazione delle norme europee e possibili danni erariali – si segnala il numero 4 laddove si calcola che la voce «contributo in conto esercizio» per la regione Veneto della nuova convenzione con Sis ammonterebbe a 7,3 miliardi di euro «spalmati» su 39 anni, a fronte dei 532 milioni di contributo in conto esercizio previsti sia dalla convenzione originaria del 2009 sia dall'atto aggiuntivo del 2013;
          a tale proposito occorre prendere atto della «retromarcia» del Governatore Zaia che – sotto la spinta di associazioni, comitati (CoVePa) e forze politiche di opposizione – ha «cancellato» l'addizionale Irpef reintrodotta nel marzo 2017, che sarebbe servita per pagare il mutuo che la stessa regione dovrà accendere per concedere ai costruttori un contributo complessivo da 300 milioni di euro (in data 19 maggio 2017 si è trovato l'accordo con Cassa depositi e prestiti per una doppia tranche da 140 e 160 milioni di euro per il 2018 e per il 2019, in modo da non attivare le regole del fiscal compact ed evitare quindi l'addizionale che si aggiunge ai 615 milioni di euro sborsati dallo Stato, dunque già a carico della fiscalità generale;
          pare assodata, anche dalle risultanze della Corte dei Conti, l'inconsistenza di ogni soluzione pubblica prospettata come salvifica dalla regione per far fronte all'incapacità di forza finanziaria del privato, risolvendosi a giudizio dell'interrogante in una sequela di fallimenti che danneggiano in primo luogo larga parte degli espropriati, ancora in attesa degli indennizzi (per la precisione non risulterebbero pagati 64 milioni di euro sui 174 totali concordati);
          sempre dall'analisi della Corte dei conti, ai punti 8-10 e 11, sono contestati da un lato la mancanza di controlli da parte dei Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'economia e delle finanze e, dall'altro, il fatto che per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la Pedemontana sarebbe ferma «alla fase progettuale a suo tempo approvata» in attesa del «progetto definitivo», giacché con la fine della gestione commissariale non ci sarebbe stato il passaggio di consegne per fare il punto sul monitoraggio ambientale  –:
          se trovi conferma la situazione sommariamente esposta in premessa e    quali iniziative si intendano assumere, per quanto competenza ministeriale;
          se sia stata esperita un'analisi costi-benefici sul progetto definitivo;
          come mai il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non abbia ritenuto di verificare l’iter del progetto, dopo la valutazione di impatto ambientale sul progetto preliminare;
          se non sia opportuno compiere una riflessione complessiva sull'utilità e sulla pertinenza dell'opera, processando a una ricognizione puntuale sul possesso di tutte le autorizzazioni previste dalle norme italiane e comunitarie, giacché il quadro emergente dalla disamina della Corte dei conti appare francamente allarmante;
          se non sia il caso di assumere iniziative affinché sia riconsiderato l'impegno di Cassa depositi e prestiti nel garantire il mutuo alla regione Veneto. (4-16709)


      FASSINA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
          il Presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni, nella tarda serata del 19 maggio 2017, ha nominato l'attuale presidente del tribunale per i minorenni di Firenze, Laura Laera, vicepresidente della Commissione per le adozioni internazionali (Cai). La Cai è l'autorità di controllo sugli enti autorizzati dal Governo a rappresentare lo Stato nelle delicate procedure che riguardano i bambini;
          il Presidente del Consiglio ha così scelto di non rinnovare il mandato alla vicepresidente uscente, Silvia Della Monica, scaduto nel mese di febbraio 2017;
          l'ex vice presidente Della Monica ha «scoperchiato» e denunciato in tutte le sedi, politiche e giurisdizionali, una realtà agghiacciante di pedofilia e traffico internazionale di bambini, in particolare dal Congo, sulla quale è aperta un'inchiesta della magistratura al centro della quale si trova un'associazione per le adozioni internazionali, l'AiBi;
          come ricostruito da Fabrizio Gatti de L'Espresso, il presidente dell'AiBi si è «rallegrato» del «licenziamento» di Della Monica, e soddisfatto si mostra, su Twitter, chi aveva minacciato le famiglie adottive che avevano denunciato le vicende tragiche dei bimbi adottati;
          l'interrogante ravvisa ragioni di inopportunità politica nella nomina di Laura Laera, giudice del tribunale dei minori di Firenze, certamente persona competente e irreprensibile ma coniuge di Francesco Greco, il procuratore milanese che è anche titolare proprio delle indagini su AiBi  –:
          se non s'intenda rivedere la decisione che ha portato alla nomina fatta in seno alla Commissione per le adozioni internazionali, la quale ha aperto, ad avviso dell'interrogante, un evidente conflitto di interesse. (4-16712)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:


      BENEDETTI, MASSIMILIANO BERNINI, FRUSONE e GRANDE. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
          nelle prime ore del giorno 7 maggio 2017 a Sabaudia, nel canale romano di collegamento tra il lago di Paola e il mare, all'altezza di Torre Paola, si è verificata una moria di pesci di diverse specie acquatiche le cui cause non risultano ancora certe;
          nella relazione del 17 maggio 2017 (prot. n.  0037739) l'Arpa Lazio, che ha condotto le analisi su n.  4 campioni di acqua, evidenzia in tutti i campioni esaminati valori molto elevati di azoto nitrico ed azoto totale; in alcuni campioni, si registrano valori nell'acqua particolarmente elevati di azoto ammoniacale in quantità tale da risultare potenzialmente tossica per la vita di alcune specie di pesci; la relazione segnala, altresì, la presenza di cloro residuo libero, in particolare in uno dei campioni analizzati, la cui concentrazione sotto forma di acido ipocloroso risulta pericolosa o addirittura letale per i pesci; essa segnala, infine, la presenza di tensioattivi anionici (MBAS) in tutti campioni analizzati;
          gli esiti analitici sopra esposti evidenziano, rispetto ai dati storici acquisiti durante i monitoraggi istituzionali dell'ultimo decennio ai sensi del decreto legislativo n.  152 del 2006, un'alterazione delle condizioni chimiche rappresentata dal notevole apporto di componenti azotate sotto forma di azoto nitrico e azoto totale, fino a dieci volte superiori ai valori massimi riscontrati negli anni;
          si legge nella relazione: «i valori citati, associati alla presenza di altri composti chimici, quali Clorto residuo libero e Tensioattivi anionici (MBAS), possono verosimilmente essere considerati la manifestazione di un evento anomalo, in grado di causare attraverso l'alterazione dell'ambiente acquatico, un danno alla fauna ittica»;
          in questi anni si sono levate molte voci del mondo ambientalista pontino per denunciare lo stato di grave degrado in cui versa il lago di Paola, vittima di periodiche crisi quali anossia, riscaldamento dell'acqua, aumento della salinità, fioriture algali, determinate da un insieme di fattori le cui cause potrebbero essere legate al dilavamento di fitosanitari e pesticidi provenienti dai terreni agricoli del ristretto bacino idrografico del lago, oltre che da scarichi di fognature commerciali abusive o non a norma;
          il lago di Paola rientra nell'area del parco nazionale del Circeo, sito di straordinario interesse paesaggistico, riconosciuto come zona di protezione speciale (ZPS) e come area MAB, programma internazionale di protezione e tutela ambientale promosso dall'UNESCO;
          all'articolo 12, comma 2, lettera c), della legge quadro sulle aree protette 6 dicembre 1991, n.  394, si stabilisce che il piano per il parco suddivide il territorio in base al diverso grado di protezione, prevedendo «aree di protezione nelle quali, in armonia con le finalità istitutive ed in conformità ai criteri generali fissati dall'Ente parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità»  –:
          in attesa che vengano    eseguiti ulteriori analisi per individuare le cause della moria di pesci descritta in premessa e che sia esclusa ogni possibile associazione tra l'imponente incendio sviluppatosi il 5 maggio 2017 nello stabilimento Eco X di Pomezia e l'improvviso disastro ecologico di Sabaudia, se non ritengano necessario, per quanto di propria competenza, accertare le ragioni della mancata adozione delle misure preventive necessarie e quali utili iniziative intendano intraprendere per la salvaguardia del lago di Paola e la sua riqualificazione non solo attraverso misure di controllo sulle immissioni in acqua sia di carattere urbano che agricolo, ma anche grazie alla promozione di una agricoltura libera da pesticidi. (4-16695)


      FEDRIGA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
          il progetto «Parco Navale di Trieste» si inquadra nell'ottica generale di sviluppo e rivalutazione dei fondali marini e la sua messa in opera, oltre che rappresentare un unicum in Italia, avrebbe conseguenze positive per quanto concerne l'ambito turistico, specie per il turismo naturalistico e scientifico, per la valorizzazione del patrimonio naturalistico sottomarino, nonché a beneficio della piccola pesca costiera;
          al fine di accogliere il crescente flusso di utilizzatori passivi (eco-turismo) e attivi (pescatori) delle risorse marine, quindi, il progetto comprende l'individuazione e bonifica di navi aventi valore storico, per poterle utilizzare come struttura di reef artificiale e per implementare l'offerta turistica in un'area già presente sulla mappa dei subacquei italiani; tale progetto punta ad essere sviluppato nella fascia di mare confinante con la «Zona B» della Riserva naturale marina di Miramare;
          un relitto, essendo una struttura sommersa adagiata sul substrato marino, rientra a tutti gli effetti nella definizione di reef artificiale (artificial reef-AF), secondo la European Artificial Reef Research Network (Baine 2001);
          studi scientifici hanno dimostrato che, sebbene le evidenti differenze tra le comunità marine sviluppatesi attorno ai reef artificiali rispetto ai reef naturali adiacenti, e nonostante le comunità del reef artificiale siano soggette a cambiamenti nel tempo, esse non si formano a scapito delle comunità presenti sul reef naturale. Le strutture artificiali vanno, invece, ad arricchire la produzione primaria locale, e a fornire nuovi rifugi atti all'aumento e non al trasferimento di biomassa marina (Carr & Hixon 1997, Grossman et al. 1997);
          come evidenziato nella valutazione di impatto ambientale del progetto Parco    navale di Trieste «Basandosi sugli studi citati sopra, si ipotizza che l'affondamento di navi nella “Zona B” della Riserva Marina di Miramare causerà: 1- Un cambiamento circoscritto della meiofauna (organismi che occupano il fondale sabbioso), entro un raggio di 50 metri dal relitto, (...). 2- Una colonizzazione del relitto da parte di organismi bentonici con struttura ecologica differente da quella del reef naturale della riserva naturale marina di Miramare, (...). Questo comporta un ipotizzato aumento della biomassa e biodiversità locale, piuttosto che un trasferimento di organismi dal reef naturale a quello artificiale. (...) 4- Un aumento di presenza di specie ittiche ad alto valore commerciale, con possibilità di aumento dalla pesca locale. 5- Un aumento del flusso turistico nell'area circostante il Parco Navale con benefici economici per le strutture di ristorazione e alberghiere locali. In particolare, l'offerta di un sito per immersioni alternativo alla Riserva Naturale Marina di Miramare, può portare l'utilizzatore a passare più giorni sul territorio. 6- Un aumento dei progetti di ricerca sia nell'ambito della biologia marina che in ambito di economia, sociologia e gestione del territorio»;
          il predetto progetto ha avuto il via libera nel 2002 sia dello Stato maggiore della marina militare del WWF, oltre che il più completo appoggio della Federalberghi di Trieste ed il patrocinio della Confcommercio di Trieste nel 2004;
          ciononostante, il progetto si è arenato per un'interpretazione di legge, a parere dell'interrogante, impropria da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che considera l'affondamento di navi appartenenti alla Marina e la colonizzazione dei relitti come abbandono di rifiuti in acqua  –:
          per quali motivi il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare interpreti le operazioni di colonizzazione dei relitti come forme di inquinamento marino e abbandono di rifiuti in acqua, con ciò ponendosi, secondo l'interrogante, in controtendenza rispetto ad altri Paesi europei, come la Croazia o Malta;
          se, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare intenda assumere iniziative per permettere la realizzazione dell'importante progetto del «Parco navale di Trieste» di cui in premessa ed entro quali tempi;
          quali accordi in tale ambito si intendano avviare con la Marina militare per la cessione di eventuali relitti. (4-16708)


      GUIDESI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
          in area golenale del fiume Po, a fine marzo 2017, sotto il ponte della linea ferroviaria storica che collega il Lodigiano con il Piacentino, nel comune di San Rocco al Porto, è stata scoperta una discarica abusiva di eternit con circa 1.000 lastre di cemento amianto, dal peso di circa 5.000 chilogrammi;
          l'abuso è stato individuato dalla guardia di finanza della tenenza di Casalpusterlengo, durante un pattugliamento delle rive del fiume Po, indirizzata a prevenire illeciti che, secondo i giornali (il Giorno e il cittadino del 24 marzo 2017), sembrerebbero frequenti in zona;
          l'area di circa 200 metri quadrati è stata subito circoscritta, in quanto le lastre di eternit si presentavano gettate alla rinfusa e spezzate a contatto con il terreno ed esposte agli agenti atmosferici, e creavano un serio pericolo per la diffusione ambientale dell'asbesto e per la salute della popolazione locale;
          sono ancora in corso le indagini della procura della Repubblica di Lodi per accertare l'ipotesi di inquinamento ambientale e individuare i responsabili del reato;
          la società RFI Spa, proprietaria dell'area, ha proceduto a proprie spese alla bonifica e, conseguentemente, le lastre di cemento amianto sono state trasportate da impresa specializzata in discarica per rifiuti pericolosi, ai fini dello smaltimento; attualmente, l'area risulta dissequestrata;
          resta, tuttavia, vivo lo sgomento della popolazione locale per il pericolo cui è stata sottoposta la propria salute e cresce la preoccupazione per gli eventuali ulteriori pericoli latenti cui sono sottoposti i cittadini, in quanto, anche da quanto risulta dai giornali, l'episodio della discarica abusiva non risulta isolato nelle aree golenali del Po e vi sono seri rischi che simili illeciti possano verificarsi nuovamente e ripetutamente  –:
          se il Governo non intenda adottare tutte le iniziative di competenza per monitorare la situazione nel comune di San Rocco al Porto e verificare il programma degli interventi di sorveglianza e i pattugliamenti in essere, nonché promuovere l'adozione di appositi accordi tra i carabinieri del NOE, le altre forze dell'ordine e il sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente (SNPA), indirizzati ad intensificare i controlli ambientali e le attività di prevenzione degli illeciti sulle rive e nelle aree golenali del fiume Po, garanzia della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini. (4-16716)

DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:


      RIZZO, BASILIO, CORDA, FRUSONE e TOFALO. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
          in sede di discussione delle mozioni presentate al Senato sul sistema di telecomunicazioni satellitari Muos, sono stati presentati anche alcuni ordini del giorno;
          tra questi, l'ordine del giorno alla mozione n.  1-00213, a firma dei senatori Granaiola e Di Biagio, prevedeva una serie di impegni tra cui si ricorda al punto 9): «a valutare l'opportunità che le attività di controllo e di prevenzione del rischio ambientale e sanitario nell'area di Niscemi vengano svolte anche mediante l'impiego del locale distaccamento dei volontari dei Vigili del fuoco, con una copertura dei relativi servizi sulle 24 ore, e che i costi per la realizzazione di tali servizi siano posti, nell'ambito di un apposito atto convenzionale, a carico del soggetto responsabile della gestione amministrativa della centrale di radiotrasmissione in cui è ubicato il MUOS e il punto 10) a presentare annualmente al Parlamento una relazione sintetica, ma esaustiva, delle azioni realizzate e del percorso compiuto in adempimento di quanto previsto dal presente atto di indirizzo»;
          come si evince dalla lettura del resoconto stenografico della seduta n.  266 del 19 giugno 2014 del Senato, tale ordine del giorno è stato accolto dal Governo pro tempore, e votato favorevolmente dall'Aula  –:
          se l’iter normativo per dare seguito alle indicazioni contenute nell'ordine del giorno di cui in premessa sia stato avviato e, in caso contrario, quali urgenti iniziative il Governo intenda adottare per procedere in tal senso. (4-16704)


      RIZZO, BASILIO, CORDA, FRUSONE e TOFALO. — Al Ministro della difesa, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          l'Ispettorato generale della sanità militare (IGESAN) in relazione a quanto rappresentato dall'associazione Italiana celiachia (AIC) e, su richiesta del gabinetto del Ministro della difesa, ha redatto una direttiva volta a stabilire univoci criteri di valutazione di idoneità del personale affetto da patologia celiaca da parte delle competenti strutture medico-legali delle Forze armate e dell'Arma dei carabinieri;
          è previsto che «per il personale in servizio, la diagnosi di intolleranza al glutine non comporta alcun provvedimento medico-legale, salvo i casi in cui le manifestazioni sintomatologiche siano talmente rilevanti da pregiudicare la idoneità al servizio, trascorso il periodo di temporanea inidoneità»;
          per chi si vuole arruolare tramite concorso di selezione, in maniera difforme rispetto a quanto previsto per chi è già arruolato si enuncia che: «all'atto dell'arruolamento, in sede concorsuale, il concorrente con dichiarata ed accertata intolleranza al glutine è giudicato idoneo al servizio militare con profilo sanitario AV EI 3 che, in base agli attuali criteri generali e requisiti richiesti dai bandi concorsuali, non ne consentono il reclutamento  –:
          se l'ispettorato generale della sanità militare abbia agito in linea con le indicazioni impartite nell'accogliere le richieste dell'associazione italiana celiachia;
          se non si ritenga di rivedere la direttiva IGESAN/PS-15/X (53) nella parte in cui si considera la celiachia come patologia che non consente il reclutamento;
          se e quanti contenziosi in opposizione a tale delibera siano stati promossi e quale sia il loro stato. (4-16718)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


      LUIGI GALLO, VACCA, DI BENEDETTO, MARZANA, LOREFICE e SPESSOTTO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          con le linee guida stabilite negli «Orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato ai trasporti marittimi» (GU C205 del 5 luglio 1997), la Commissione europea ha consentito agli Stati membri di adoperare misure volte a sostenere il trasporto marittimo in modo da favorirne la competitività;
          in Italia, in particolare, l'attuale assetto normativo è stato definito con il decreto-legge n.  457 del 30 dicembre 1997, convertito, con modificazioni, dalla legge n.  30 del 27 febbraio 1998, recante «Disposizioni urgenti per lo sviluppo del settore dei trasporti e l'incremento dell'occupazione», che ha previsto il registro internazionale, corredato di agevolazioni fiscali e contributive rivolte ai marittimi italiani e comunitari e volte a contenere i costi di esercizio delle navi iscritte, favorendo de facto, la necessaria difesa della bandiera italiana nei confronti delle più competitive bandiere comunitarie e la salvaguardia della flotta nazionale;
          in ottemperanza agli articoli 4 e 6 della suddetta legge, è prevista, per quanto concerne i marittimi italiani e comunitari, «l'esenzione totale del pagamento dell'IRPEF dei marittimi alle imprese che esercitano attività produttiva mediante utilizzo di navi iscritte nel Registro internazionale, mediante attribuzione di un credito d'imposta corrispondente all'imposta sul reddito delle persone fisiche dovuta sui redditi di lavoro dipendente e autonomo corrisposti al personale di bordo imbarcato sulle predette navi», nonché lo sgravio al 100 per cento della contribuzione previdenziale e assistenziale per il personale avente i requisiti di cui all'articolo 119 del codice della navigazione;
          inoltre, a norma dell'articolo 24, comma 11, della legge n.  122 del 7 luglio 2016, è stato emanato il decreto legislativo n.  221 del 29 ottobre 2016, che prevede il riordino delle disposizioni legislative vigenti in materia di incentivi fiscali, previdenziali e contributivi in favore delle imprese marittime, in modo da definire un sistema competitivo che incentivi gli investimenti nel settore marittimo e favorisca l'occupazione, stabilendo l'attribuzione dei benefici fiscali e degli sgravi contributivi alle imprese che imbarcano esclusivamente personale italiano o comunitario;
          ciò nonostante, da verbali di accordo tra Confitarma e le segreterie nazionali della Filt/Cgil, Fit/Cisl e Ultratrasporti, è emerso che, in data 3 luglio 2001, le parti hanno sottoscritto un accordo collettivo nazionale che regolamenta, in caso di irreperibilità di ufficiali e sottufficiali italiani, l'imbarco di marittimi non comunitari per le navi in registro internazionale italiano; in data 11 febbraio 2003 è stato sottoscritto un ulteriore accordo che prevede, a partire dal primo maggio 2003, l'obbligo da parte delle aziende di versare, per le navi iscritte nel registro internazionale con equipaggio italiano/comunitario un contributo annuale di 190 euro per marittimo imbarcato, sia esso italiano/comunitario o non comunitario, e per le navi armate con equipaggio misto un contributo di 300 dollari, effettuabile anche in euro, per ciascun marittimo di tabella d'armamento;
          ictu oculi, appare chiaro come tali accordi risultino essere in totale disarmonia con quanto previsto dalla succitata normativa che, al contrario, risulta necessaria per definire un sistema maggiormente competitivo che favorisca la crescita dell'occupazione e la salvaguardia della flotta nazionale, piuttosto che dei marittimi non comunitari  –:
          se il Governo non ritenga doverosa ed appropriata un'iniziativa normativa volta a evitare che gli accordi sindacali risultino in contrasto con quanto previsto dalla legge;
          se non ritenga, in conformità con la normativa di riferimento, di assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a favorire accordi che prevedano versamenti ai sindacati in percentuale agli stipendi dei lavoratori, garantendo eventualmente anche un salario minimo per i lavoratori marittimi imbarcati su navi che attraccano sulle coste europee. (5-11441)

Interrogazione a risposta scritta:


      BASILIO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
          il 18 maggio 2017 sul sito NoiPa veniva annunciata l'emissione del cedolino della rata di maggio 2017 per la giornata del 22 maggio, per tutti i dipendenti ad eccezione del personale delle aziende sanitarie;
          tale emissione avveniva, comunque, con numerosi giorni di ritardo rispetto a quanto disposto per regolamento nello stesso portale «NoiPa», ovvero a metà mese;
          il giorno 22 maggio migliaia di utenti interessati hanno provato a collegarsi con il sito «NoiPa» per prendere visione del loro cedolino;
          tale possibilità è stata loro negata, in quanto durante l'intera giornata il sito non è risultato accessibile sia da pc sia da terminali mobili;
          e disfunzioni tecniche e i ritardi amministrativi hanno ormai raggiunto una frequenza notevole, tale da causare conseguenze pesanti sul personale interessato;
          risultano numerose segnalazioni e proteste da parte degli utenti che, nel corso degli ultimi mesi, hanno evidenziato gravi carenze tecniche, oltre che scarsa informazione e trasparenza;
          le segnalazioni e i commenti degli utenti della pagina ufficiale NoiPa su Facebook, peraltro, sono oggetto, a quanto consta all'interrogante, di una «censura» che va oltre i principi previsti in questi casi;
          risultano, inoltre, alcune applicazioni non ufficiali per i dispositivi mobili, denominate «NoiPa», alle quali si affidano gli utenti che hanno difficoltà di accesso al sito, le quali non garantiscono i dati sensibili degli utenti    stessi mettendoli a rischio;
          la situazione attuale, che ormai persiste da lungo tempo, è assolutamente contraria allo spirito di efficienza e di semplificazione che deve caratterizzare i servizi della pubblica amministrazione e va nella direzione opposta rispetto alle intenzioni e ai proclami che hanno caratterizzato la fase di ideazione e avviamento del sistema «NoiPa»  –:
          se il Governo sia a conoscenza di tali gravi disfunzioni e quali urgenti iniziative intenda intraprendere affinché tali criticità non si ripetano più, anche implementando le funzionalità tecniche del sito, ovviamente senza ulteriori oneri per le casse dello Stato;
          quali iniziative si intendano adottare per aumentare il livello di informazione e trasparenza nei confronti dell'utenza interessata;
          quali iniziative di competenza intendano adottare per aumentare il livello di privacy degli utenti interessati relativamente alle applicazioni non ufficiali disponibili per i dispositivi mobili, informando in modo efficace su eventuali rischi e verificando la loro conformità con le normative in vigore. (4-16705)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


      CRIVELLARI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
          il nuovo carcere di Rovigo è da mesi entrato in servizio e ospita attualmente 134 detenuti;
          l'organico della polizia penitenziaria in servizio ad oggi è di 72 agenti;
          i detenuti presenti sono sottoposti a regimi di carcerazione diversi, soprattutto ai sensi dell'articolo 21 dell'ordinamento penitenziario, con uscita al mattino e rientro obbligato alla sera, per prestare lavoro all'esterno della struttura;
          sono state segnalate dalle organizzazioni sindacali problematiche relativamente all'organico ed alcune carenze strutturali;
          il 15 maggio, i vigili del fuoco di Rovigo sono dovuti intervenire per il distacco di alcune mattonelle lungo la facciata esterna, per una superficie di circa 8 metri  –:
          se e in che modo si intenda intervenire per garantire la continuità delle manutenzioni ordinarie e le eventuali manutenzioni straordinarie, oltre che condizioni adeguate per il personale in servizio consentendo la corretta gestione del regime penitenziario previsto per i detenuti. (5-11438)


      MARCO DI STEFANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
          il minore J. C. dal 15 dicembre 2016 si trova presso la casa famiglia Betania, a seguito di una discutibile operazione che ha comportato il prelevamento del piccolo a scuola durante le ore di lezione;
          la decisione di collocare il bambino in casa famiglia è stata assunta il 14 settembre 2016 e da quella data è iniziato per il piccolo J. un lungo calvario di sofferenze e condizioni fisiche e morali molto preoccupanti e non rispondenti al suo supremo interesse, proprio per la sua collocazione nella casa famiglia Betania;
          da quando si trova nella casa Betania si è ammalato ulteriormente a causa della affezione celiaca/intolleranza al glutine che nella struttura non viene curata, atteso che non vengono adottate quelle procedure fissate dai protocolli della Asl per la preparazione e somministrazione di alimenti e bevande per soggetti allergici o intolleranti;
          il dipartimento prevenzione – U.O.C. servizio igiene alimenti e nutrizione – ha effettuato due sopralluoghi ed ha trovato la struttura carente sotto il profilo delle garanzie igienico-sanitarie, con particolare riferimento a soggetti affetti da simili affezioni;
          la corte d'appello di Roma con decreto del 19 marzo 2014 ha stabilito una dieta priva di glutine per Jacopo;
          dal 21 aprile 2017 la procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Roma ha chiesto al presidente del tribunale per i minorenni di Roma di disporre l'affidamento del minore J. C. alla nonna materna, signora R. R.;
          il 2o collegio del tribunale per i minorenni di Roma in data 30 marzo 2017 ha svolto una udienza senza convocare il PM dottor Carlo Paolella ed i difensori della madre del minore, signora G. G.;
          in relazione alla vicenda in questione, nella seduta del 28 aprile 2017, si è svolta l'interpellanza urgente n.  2-01769 alla quale il Governo ha risposto fornendo alcuni elementi che, tuttavia, oltre a risultare per l'interrogante del tutto insufficienti, destano forti perplessità in ordine al grado di attenzione che le istituzioni sembrano riservare a vicende di tale delicatezza  –:
          se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere, in conformità alla direttiva del Ministro della giustizia del 6 ottobre 2016 riguardante i rapporti tra giustizia minorile e comunità di accoglienza, in relazione alle procedure di selezione e al controllo della qualità dei servizi resi dalle strutture di accoglienza dei minori come quella di cui in premessa;
          se non intenda ulteriormente valutare, alla luce delle circostanze sopra evidenziate, se sussistono i presupposti per avviare iniziative ispettive presso il tribunale per i minorenni di Roma;
          se non ritenga di promuovere, per quanto di competenza, una ulteriore verifica da parte del Comando dei carabinieri per la tutela della salute – Nas, in relazione alle criticità riscontrate sul piano dell'igiene alimentare nella struttura di accoglienza «Casa famiglia Betania». (5-11443)

Interrogazioni a risposta scritta:


      CATANOSO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
          con decreto del Ministro interrogato è stata bandita la procedura concorsuale per 800 assistenti giudiziari;
          a giudizio dell'interrogante, leggendo il decreto ed il bando del concorso, si possono riscontrare numerosi profili di dubbia legittimità;
          ad avviso dell'interrogante, risulta evidente il manca rispetto dei principi di pubblicità, trasparenza ed imparzialità dell'azione amministrativa, con l'annuncio dell'assunzione immediata di ulteriori 600 unità da attingere dalla graduatoria finale del concorso di cui sopra;
          tale circostanza si pone in contrasto con quanto enunciato dai commi 3 e 3-bis dell'articolo 35 del decreto legislativo n.  65 del 30 marzo 2001, in quanto l'assunzione andrebbe a coprire non già posti resisi vacanti e disponibili successivamente alla formazione della graduatoria ma in epoca precedente ed, addirittura, prima dell'inizio dello svolgimento della prova pre-selettiva;
          questa circostanza avrebbe, piuttosto, dovuto indurre il Ministro interrogato ad adottare un provvedimento di ampliamento dei posti messi a concorso con tutte le necessarie modifiche circa il numero degli ammessi alla prova scritta;
          un altro aspetto di dubbia regolarità riguarda, a giudizio dell'interrogante, la modalità di espletamento delle prove pre-selettive;
          la banca dati dei quiz è stata pubblicata una prima volta il 20 aprile 2017 e modificata per ben due volte il 21 aprile ed il 3 maggio, compromettendo inevitabilmente il principio di parità di trattamento e di par condicio tra i candidati;
          le modalità adottate hanno consentito ai candidati più fortunati uno studio dettagliato della sola banca dati corretta che, in aggiunta ad un pregresso studio delle materie, ha sicuramente consentito voti elevati, in considerazione del fatto che la prova pre-selettiva si svolge su un calendario di circa tre settimane;
          i sindacati che svolgeranno la prova pre-selettiva negli ultimi giorni saranno sicuramente più favoriti rispetto ai primi, a fronte di un reale maggior tempo a disposizione per lo studio della stessa rispetto ai candidati della prima settimana;
          occorre, a giudizio dell'interrogante, decretare un aumento dei posti messi a concorso da 800 ad almeno 1400 e, conseguentemente, aumentare il numero dei candidati ammessi alla prova scritta corrispondenti al numero di 5600 unità  –:
          quali iniziative intende adottare il Ministro interrogato al fine di risolvere le problematiche esposte in premessa. (4-16693)


      GIORGIA MELONI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
          la magistratura onoraria chiede da anni, attraverso le proprie associazioni di categoria, che sia riconosciuta in suo favore la possibilità di mantenere i propri incarichi sino all'età pensionabile, atteso che tali professionisti, sino a oggi, sono stati oggetto di reiterate proroghe che abbracciano un intervallo di circa venti anni;
          la legge delega n.  57 del 2016, ad avviso dell'interrogante, ignora tali istanze, nonostante esse non prefigurino alcuna stabilizzazione magistratura di ruolo, e prevede, invece, il riordino della magistratura onoraria secondo un approccio che appare minimalista, con un aumento modesto delle relative competenze e un riconoscimento delle tutele previdenziali di mera facciata, ossia a saldi di bilancio invariati;
          tale delega, già insufficiente e inadeguata, ha trovato attuazione solo parziale, in quanto il Governo ha accordato ai magistrati onorari un'unica proroga quadriennale, invece dei quattro mandati quadriennali previsti nella legge;
          l'attuale inquadramento economico e previdenziale dei magistrati onorari, inoltre, appare in contrasto con la direttiva europea di recepimento dell'accordo quadro su lavoro a tempo determinato, discriminando tale categoria rispetto alla magistratura di ruolo;
          in merito ad alcune eccezioni sollevate anche in sede internazionale il Ministro della giustizia si è impegnato a rivedere i contenuti della legge delega relativi all'accompagnamento dei magistrati onorari all'età pensionabile;
          il Consiglio di Stato ha ritenuto percorribile il trattenimento in servizio del personale attualmente in carica, sino all'età pensionabile, salva la possibilità di revoca dell'incarico, in coerenza con la funzione onoraria di tale magistratura e con i vincoli costituzionali che individuano nella selezione concorsuale l'accesso tipico e prevalente alle funzioni giudiziarie;
          tale soluzione appare consentanea alle istanze della categoria e, soprattutto, alle esigenze di buon funzionamento della giustizia ordinaria, che impongono di non disperdere la professionalità acquisita dai predetti magistrati onorari e di agevolare invece la loro applicazione all'esercizio delle funzioni giudiziarie;
          l'Associazione nazionale magistrati, interpellata in merito dal Governo, ha prefigurato la necessità di un più largo utilizzo dei magistrati onorari, l'approntamento di maggiori tutele previdenziali e assistenziali e l'opportunità di una loro proroga per ulteriori sedici anni;
          le stesse associazioni di categoria hanno sottoposto una proposta di contenuto pressoché identico a quanto sostenuto dal Consiglio di Stato, ossia il trattenimento in servizio, a tempo pieno, sino all'età pensionabile, alle condizioni economiche e previdenziali previste per il personale di ruolo con qualifica iniziale, salva la possibilità di revoca dell'incarico anche prima della predetta scadenza anagrafica e conseguente salvaguardia dei diritti quesiti in altri ambiti lavorativi e professionali, tramite collocamento in aspettativa dei dipendenti pubblici, per l'intera durata dell'incarico, collocamento nella sezione speciale dell'albo avvocati riservato agli appartenenti agli uffici legali per gli iscritti all'albo professionale, e mantenimento dei soli diritti elettorali attualmente già riconosciuti, ossia presso gli organi distrettuali di autogoverno;
          tale soluzione consentirebbe un rilevante recupero di efficienza, permettendo di applicare a tempo pieno il predetto personale alle proprie funzioni, mentre oggi vi è assegnato in maniera intermittente e residuale, stante l'obbligo di accudire anche altre attività lavorative o professionali;
          il Ministro della giustizia ha espresso in Parlamento la volontà di dare, piena attuazione alla legge delega e di percorrere le ulteriori soluzioni individuate dal Consiglio di Stato, ma le criticità evidenziate presentano caratteri di urgenza, secondo l'interrogante, non compatibili con una ordinaria iniziativa legislativa parlamentare, attesa anche la limitata durata residua della legislatura  –:
          quali iniziative normative, anche a carattere d'urgenza, intenda assumere al fine di modificare la legge n.  57 del 2016 nel senso auspicato dal Consiglio di Stato e per assecondare la richiesta di ampliamento delle materie devolvibili ai magistrati onorari formulata dall'Associazione nazionale magistrati. (4-16702)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:


      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
          il 22 maggio 2017 sul sito delle Camere del lavoro autonomo e precario, Clap, è stato pubblicato il racconto di un partecipante alle selezioni della compagnia irlandese Ryanair, avvenute nella sala conferenza di un albergo nel quartiere di Tor Vergata a Roma;
          dopo una veloce «scrematura» dei candidati è stato proiettato un video sulla presentazione del lavoro, divisa per sezioni: informazioni tecniche sulle diverse mansioni, procedure di inizio, questioni retributive e contrattuali, possibilità di carriera, criteri di premialità, caratteristiche dell'azienda che offre il lavoro (Ryanair) e dell'agenzia di recruitment che assume – in questo caso una fusione tra Crewlink e Workforce International Contractors Limited;
          il racconto prosegue riaccendendo i riflettori sulle gravi lacune contrattuali dei lavoratori del vettore irlandese, sull'assurdo sistema retributivo ad orario o a cottimo e sulle eventuali assunzioni precondizionate da esosi corsi di formazioni pagabili dai neo-assunti in due modalità differenti: all'inizio e in un'unica soluzione a 2.649 euro, oppure ratealmente a 3.249 euro (10 rate da 299 e 2 da 250 euro) scalati dallo stipendio del primo anno, stipendio che oscilla tra 900 e 1.400 euro lordi;
          in Italia Ryanair è la prima compagnia aerea code traffico passeggeri (oltre 30, milioni l'anno) e occupa migliaia di lavoratori nelle basi di servizio sparse su tutto il territorio. Circa il 30 per cento dei lavoratori avrebbe un contratto di lavoro puro Ryanair, mentre il restante 70 per cento verrebbe assunto tramite le società Workforce International Contractors Limited, Crewlink Ireland Limited Srl, Brookfield Aviation International e McGinley Aviation che procacciano e assumono dipendenti, con contratto a tempo determinato, per conto di Ryanair;
          più volte è stato denunciato che la compagnia irlandese opera in Italia senza rispettare le leggi nazionali sulla tutela dei lavoratori (in materia di salute e sicurezza, di maternità e di paternità, di erogazione della 13ma mensilità, di trattamento di fine rapporto, di retribuzione in caso di malattia, di attività sindacale, e altro;
          sui rapporti lavorativi dei suoi dipendenti è attesa a giorni anche la sentenza definitiva della Corte di giustizia europea per una controversia avviata da dipendenti belgi assunti da Crewlink e poi distaccati da Ryanair come hostess e steward. I loro contratti di lavoro erano stati sottoposti al diritto irlandese e le prestazioni lavorative considerate come effettuate in Irlanda, pur essendo indicato nei contratti quale luogo di assunzione l'aeroporto di Charleroi in Belgio. Secondo l'avvocato generale della Corte in caso di controversie di lavoro il giudice competente è quello del luogo «nel quale o a partire dal quale il lavoratore adempie principalmente le sue obbligazioni nei confronti del suo datore di lavoro»;
          in seguito ad alcune controversie sui diritti dei lavoratori e a dubbi sorti in relazione alla correttezza della contrattazione collettiva e alla libertà di associazione dei lavoratori occupati nella compagnia irlandese o nelle società ad esse collegate, recentemente sette grandi fondi pensione europei hanno venduto le loro azioni Ryanair per i dubbi sulle controversie giudiziarie riguardo ai contratti di lavoro della low-cost irlandese. In particolare la Danimarca ha messo l'aerolinea di Dublino nella lista nera delle società in cui non investire per motivi etici dichiarando «Noi mettiamo i nostri soldi solo in realtà che rispettano i nostri paletti per investimenti responsabili, inclusi quelli sul lavoro»;
          l'Italia nel 2016 è stato il Paese europeo con il più alto tasso di vendita low cost: su 100 posti messi a disposizione dalle compagnie aeree 47 erano low cost, contro 24 della Germania, 26 della Francia, 29 dei Paesi Bassi. Questo è stato possibile anche grazie agli accordi di co-marketing attraverso i quali Ryanair riceve diverse decine di milioni di euro dagli aeroporti e dagli enti locali, che solo per il 2015 sono stati quantificati in oltre 100 milioni di euro;
          ad agosto 2016 nel corso di una conferenza stampa, in cambio dell'accordo raggiunto con il Governo sulla sospensione dell'aumento delle tasse aeroportuali, alla presenza del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il ceo di Ryanair O'Leary, ha annunciato l'apertura di 44 nuove rotte dagli scali italiani e investimenti in Italia per 1 miliardo di dollari – un programma però già ben definito dal 29 giugno 2016 quando, a pochi giorni dall'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, la Ryanair aveva annunciato lo spostamento di investimenti previsti per Londra su altri Paesi europei, tra questi l'Italia – oltre alla promessa di creare 2.250 nuovi posti di lavoro  –:
          se il Governo sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e se non ritenga, alla luce delle nuove opportunità lavorative promesse, assumere ogni iniziative di competenza, in ambito nazionale ed europeo e in linea con le posizioni espresse in diversi Paesi europei, affinché ai lavoratori impiegati in Ryanair e nelle società ad essa collegate, siano garantiti trattamenti contrattuali rispettosi delle leggi nazionali sul lavoro ed eticamente corretti.
(2-01812) «Andrea Maestri, Civati, Marcon, Airaudo, Brignone, Pastorino».

Interrogazioni a risposta scritta:


      GRIMOLDI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
          nel tardo pomeriggio del 15 maggio 2017, dal cavalcavia ferroviario della linea Milano-Lecco, via Molteno, sono caduti alcuni calcinacci sulla sottostante strada provinciale 49, all'altezza del comune di Molteno;
          il distacco dei calcinacci ha causato la temporanea chiusura al transito sia della tratta ferroviaria sia della strada provinciale;
          la strada provinciale 49 è l'unico collegamento della zona industriale e il secondo più grande accesso alla superstrada SS 36, Lecco-Milano, nella provincia di Lecco;
          la chiusura del ponte ha comportato disagi agli automobilisti e gravi conseguenze per i pendolari della linea ferroviaria, che hanno subito ritardi e variazioni di orari e di percorsi, fino alla riattivazione, con velocità comunque ridotta, della circolazione ferroviaria, alle 20,30;
          dopo il drammatico incidente del crollo del viadotto della strada provinciale 49 nel comune di Annone e la chiusura temporanea della strada statale 36, nonché le chiusure o le limitazioni al traffico, per rischio di crollo, di una serie di ponti e viadotti sul territorio nazionale e, in particolare, nella provincia di Lecco, la popolazione è giustamente allarmata e attende risposte concrete e rassicuranti dalle autorità locali e statali;
          particolarmente colpiti dalla chiusura delle infrastrutture stradali e dalle limitazioni del traffico sono gli autotrasportatori e le imprese produttive della zona che necessitano del trasporto di merci ingombranti e che rischiano di perdere competitività;
          i drastici tagli che hanno su o le risorse provinciali, nonché la confusione e la disorganizzazione createsi a seguito dell'approvazione della legge n.  56 del 7 aprile 2014, cosiddetta «legge Delrio», che ha rivisitato le competenze dell'amministrazione locale, rendono attualmente le province non in grado di provvedere alla corretta manutenzione e alla messa in sicurezza della rete viaria di loro competenza e ciò mette in serio pericolo, ogni giorno, la vita di migliaia di cittadini, sia sulla rete viaria provinciale sia sulla collegata rete stradale nazionale e sulla rete ferroviaria  –:
          se i Ministri interrogati intendano adottare le opportune iniziative di competenza per individuare le risorse occorrenti e attuare un piano di messa in sicurezza di tutti i viadotti sulle strade statali e sulle tratte ferroviarie ma anche per rendere disponibili le necessarie risorse a favore delle province per la messa in sicurezza e la manutenzione straordinaria dei viadotti e dei ponti sulle strade provinciali, allo scopo di garantire l'incolumità degli utenti delle strade e dei viaggiatori della rete ferroviaria. (4-16691)


      MINARDO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
          il comparto agricolo siciliano sta subendo una grave crisi per le problematiche relative all'autotrasporto siciliano su cui gravano pesanti costi. Infatti, l'autotrasporto siciliano è quasi tutto effettuato tramite trasporto su gomma;
          ciò penalizza i prodotti siciliani che vengono esportati nelle regioni del Nord del nostro Paese. Infatti la normativa europea prevede che i conducenti di tir o mezzi pesanti che trasportano i prodotti debbano sostare almeno nove ore consecutive durante il viaggio;
          le pause intermedie e non continuative non possono essere sommate. Tra l'altro le ore di attesa per l'imbarco per partire dalla regione Sicilia vengono conteggiate come ore di guida ai sensi dell'articolo 174 del codice della strada;
          è necessaria pertanto, una revisione di tale articolo al fine di tutelare maggiormente i trasportatori siciliani ed impedire i costi eccessivi del trasporto che gravano sugli stessi prodotti  –:
          se non ritenga necessario, nell'ambito delle sue competenze, promuovere una revisione dell'articolo 174 del codice della strada al fine di non gravare i prodotti siciliani di un costo eccessivo dovuto alle problematiche espresse in premessa che riguardano il trasporto su gomma. (4-16692)


      VARGIU. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
          la nuova strada statale 554 è, in Sardegna, il paradigma negativo dell'incapacità dello Stato e di Anas di risolvere i problemi dei trasporti sardi;
          non rappresenta soltanto l'ultimo tratto dell'indispensabile collegamento tra Cagliari e Ogliastra, ma è anche l'elettiva via di trasporto per tutto il traffico automobilistico estivo che insiste sull'asse viario ricompreso tra il capoluogo e le località balneari della costa orientale, sopportando carichi di traffico veicolare tra i più importanti dell'Isola;
          collaudata nel 2007, l'arteria ha iniziato ad essere colpita da fenomeni di dissesto, particolarmente drammatici tra il chilometro 0,00 e il chilometro 6,500, determinando ricorrenti disservizi nel traffico, sino alla chiusura completa prima e durante l'estate del 2015;
          l'interrogante affrontò già il problema con un question time in Commissione, ottenendo rassicurante risposta sulla riapertura definitiva entro giugno 2015;
          gli impegni non furono rispettati da Anas e la strada venne riaperta parzialmente al termine di una disastrosa estate, in data 10 settembre 2015, per venire nuovamente chiusa nel settembre 2016, al fine di dar corso a lavori per un importo di 2.782.000 euro, per definitiva soluzione del problema;
          la nuova strada statale 125 è tuttora interrotta tra gli svincoli di Ganni (al chilometro 18.200) e Santu Lianu (al chilometro 24.500) e, a più riprese, l'Anas ha garantito che tali lavori si sarebbero conclusi definitivamente entro il 30 giugno 2017;
          il 19 aprile 2017, l'Anas ha comunicato che non riuscirà a completare i lavori necessari entro la scadenza prevista. L'azienda ha comunicato la propria intenzione di realizzare una bretella temporanea, a carreggiata unica e doppio senso di circolazione, per restituire parziale transitabilità estiva alla strada;
          tale situazione appare inaccettabile in previsione del carico di lavoro che la strada è destinata a sopportare nell'imminente stagione estiva e configura la certezza di creare immensi disagi;
          in data 16 maggio 2017, l'Anas ha confermato il ritardo nella consegna definitiva dei lavori, slittata a fine ottobre;
          nel weekend del 20-21 maggio 2017, le condizioni atmosferiche ottimali hanno spinto moltissimi cagliaritani a recarsi nelle località turistiche della costa orientale. La chiusura della strada statale 544 ha sin d'ora comportato effetti disastrosi sulla viabilità del rientro a Niu Crobu, lungo la via San Martino e nella via dell'Autonomia regionale, assolutamente inadeguate a reggere grandi moli di traffico, prese d'assalto dai gitanti come soluzione alternativa;
          è impensabile che il sud della Sardegna possa essere costretto ad affrontare una nuova estate di disservizi con conseguenze economiche negative sul piano del turismo, dell'inquinamento e del trasporto;
          regione e sindaci hanno chiesto nei giorni scorsi al prefetto di Cagliari la convocazione urgente del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica  –:
          se il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non ritenga opportuno avviare un'immediata    verifica per acclarare quali siano le motivazioni di tale situazione e se vi siano responsabilità nel ritardo nella riapertura della strada statale 554, prevista per il 30 giugno;
          se e quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per evitare un eventuale ritardo nella riapertura della strada che verrebbe percepito in Sardegna come un vero e proprio fallimento dello Stato e delle sue aziende e che pertanto costituzionali un vulnus nel rapporto tra il cittadino sardo e le istituzioni nazionali;
          se non ritenga utile intervenire immediatamente nei confronti dell'Anas per ribadire la strategicità del risanamento urgente del tratto franato della strada statale 554 e la conseguente necessità di rispettare la data di riapertura definitiva del 30 giugno 2017 anche attraverso l'impegno straordinario di risorse umane e tecnologiche aggiuntive nel cantiere, con apertura delle attività h24, sette giorni su sette. (4-16701)


      IMPEGNO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
          la gestione della manutenzione e della sicurezza dei cavalcavia e delle relative barriere di protezione, realizzati dalla società Autostrade spa, nei punti in cui l'autostrada interseca le strade preesistenti è stato già affrontato il 20 novembre 2014 con interrogazione n.  5-04091 della deputata Fabbri, cui è stata fornita risposta in Commissione nella seduta n.  335 del 9 luglio 2015;
          l'argomento risulta ancora più rilevante per i fatti di cronaca che hanno coinvolto viadotti in diverse regioni italiane: solo nell'ambito della regione Campania sono presenti 125 cavalcavia che interessano 50 comuni su tre province, Napoli, Caserta ed Avellino;
          nella seduta del 9 luglio 2015 il sottosegretario pro tempore Del Basso De Caro affermò che «in ordine alle opere di protezione esistenti lungo i cavalcavia autostradali, il MIT è ben a conoscenza delle problematiche segnalate dall'interrogante, in quanto per tali opere non esiste alcuna normativa che disciplina le competenze da parte dei gestori delle strutture interferenti»;
          per ottenere chiarimenti circa l'effettiva competenza per l'esecuzione dei lavori di manutenzione delle opere protettive di questi cavalcavia, è stata interessata l'Avvocatura dello Stato, che ha espresso parere il 9 aprile 2015;
          nonostante il parere dell'Avvocatura, che non può sostituire un intervento legislativo appropriato, né il Governo né il Parlamento si sono pronunciati per chiarire la ripartizione delle competenze tra una concessionaria dello Stato e gli enti locali;
          la necessità di approvare una normativa che disciplini le competenze dei diversi gestori delle strutture interferenti deriva dalla esistenza di rapporti non uniformi tra il concessionario autostradale ed il soggetto titolare della rete viaria sovrappassante;
          in Campania risultano presenti sia situazioni nelle quali tra i soggetti interessati esistono convenzioni, sia situazioni nelle quali mancano, ciò determinando da parte della concessionaria autostradale un comportamento contraddittorio: infatti, solo in taluni casi essa è intervenuta autonomamente e a proprie spese per sostituire e potenziare le barriere di sicurezza a bordo ponte;
          tale regolamentazione disuniforme non consente l'individuazione delle rispettive competenze e delle correlate responsabilità, determinando solo contenziosi tra i soggetti interessati, con elevati costi per la collettività, e senza garantire la sicurezza di quest'ultima;
          tali incertezze impongono la necessità di una specifica ed uniforme normativa e delle relative linee guida che non possono prescindere da due fatti essenziali: i cavalcavia sono stati realizzati e sono di proprietà della concessionaria autostradale; le barriere di protezione bordo ponte devono essere vincolate alla struttura dei cavalcavia e, pertanto, non sono pertinenze della strada sovrappassante;
          per tali ragioni la manutenzione straordinaria, gli interventi di ripristino e quelli di adeguamento dei dispositivi protettivi non possono che restare a carico del proprietario della struttura;
          a conferma si richiamano la direttiva, ministeriale 3065/2004, in tema di progettazione dei dispositivi di ritenuta il cui oggetto è il sistema costituito dallo stesso dispositivo e dal supporto o dalla fondazione al quale si collega, il decreto ministeriale n.  223 del 18 febbraio 1992 laddove chiarisce che le barriere di sicurezza possono svolgere la loro funzione di ritenuta solo se sono adeguatamente ancorate alla struttura del ponte, e le norme tecniche di costruzione dei ponti di cui al capitolo 5 del decreto ministeriale 14 gennaio 2008;
          lo stesso codice della strada non prevede la fattispecie dei cavalcavia, mentre la disciplina richiamata individua nel proprietario del bene l'unico soggetto legittimato ad operare, in ossequio ai principi generali dell'ordinamento giuridico  –:
          se il Ministro ritenga opportuno assumere iniziative per colmare il vuoto normativo derivante dalla riconosciuta mancanza di una specifica legge che, coerentemente con la normativa tecnica, disciplini le competenze dei gestori delle strutture interferenti, e che superi la dicotomia esistente tra le diverse forme di convenzioni. (4-16703)


      CAPONE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno. — Per sapere – premesso che:
          ampio risalto sta avendo in questi mesi sulla stampa l'inadeguatezza del servizio ferroviario sud est nel Salento, con il timore più che giustificato che tale inadeguatezza produca uno svuotamento dei treni e una sempre più evidente penalizzazione del territorio a sud di Bari nel campo del trasporto pubblico;
          da ultimo c’è stato l'allarme lanciato dalle parti sociali circa la mancanza di personale che impedisce di garantire «il doppio agente per elevare la velocità di servizio a 70 chilometri orari, come previsto dall'accordo con l'agenzia nazionale sicurezza ferroviaria», e che priverebbe i capotreni del secondo macchinista;
          tale stato di cose si riverbera sulla qualità del servizio offerto, così come anche sugli introiti della società, e di conseguenza «sull'indice costi-ricavi», mentre, è la denuncia, non si notano «azioni di prospettiva finalizzate ad integrare il personale in questi settori nevralgici, né a rimediare alla cronica carenza e inadeguatezza dei mezzi ferroviari»;
          quanto riscontrato nell'allarme lanciato dalle parti sociali sembrerebbe trovare una conferma nella lettera che, sempre secondo gli organi di stampa, il Ministero avrebbe inviato nei mesi scorsi, a quanto si apprende dalla stampa il 17 gennaio 2017, al gruppo Ferrovie dello Stato italiane per non aver tenuto fede all'impegno di risanare la più importante ferrovia privata del Paese;
          infine, sempre a quanto si apprende dalla stampa, la regione Puglia avrebbe, una volta venuta a conoscenza dei disagi denunciati dalle parti sociali, comminato a Ferrovie del Sud Est una «maxi-sanzione» di 8,5 milioni di euro a copertura dei disservizi verificatisi nel periodo che va dal 2014 in poi  –:
          se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e se non ritengano di dover fornire informazioni circostanziate sulla situazione di Ferrovie del sud est in Puglia e nel Salento;
          se stiano predisponendo iniziative e di che natura perché il rilancio legato al passaggio di Ferrovie del sud est alle Ferrovie dello Stato italiane, nonché le risorse erogate a sostegno dell'efficientamento della rete e del servizio in questi anni, possano dare i risultati attesi, in questo modo ponendosi al servizio del territorio salentino e del suo rilancio. (4-16717)


      DELL'ORCO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno. — Per sapere – premesso che:
          l'inchiesta giudiziaria «Mare Monstrum» sta cercando di far luce su una nuova presunta sacca di corruzione che collega l'azienda Liberty Lines con vertici di governo della regione siciliana e dello Stato e ha portato all'arresto dell'armatore Ettore Morace, amministratore della Liberty Lines, mentre risultano indagate in stato di libertà altre persone tra cui, oltre al Sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti Simona Vicari che ha annunciato le dimissioni, anche un suo supposto componente di staff Marcello Di Caterina;
          al centro delle indagini ci sarebbe un emendamento approvato alla legge di bilancio 2017 che di fatto permetterebbe alla Liberty Lines di risparmiare milioni di euro di tasse e due rolex fatti recapitare dall'azienda al sottosegretario Vicari e a Di Caterina, ex parlamentare Pdl, in passato, secondo fonti stampa, molto vicino a Marcello Dell'Utri e che aveva precedentemente ricoperto il ruolo di segretario particolare del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti pro tempore Lupi;
          sebbene la stampa riporti che Di Caterina sia un componente dello staff del Sottosegretario Vicari, nel sito del Ministero non si trova traccia del suo incarico; Di Caterina, inoltre, era già finito con Lupi nello scandalo grandi opere e, secondo fonti stampa, risulterebbe che, nel 2010, il suo contratto di consulenza presso il Ministero del turismo sia stato al centro di un'indagine della Corte dei conti di Roma;
          l'attuale indagine, inoltre, sembrerebbe allargarsi al ruolo avuto dal Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno De Vincenti nell'acquisizione da parte della Liberty Lines della Siremar spa, società che gestisce i collegamenti con la Sicilia, precedentemente partecipata dalla regione per oltre il 30 per cento;
          secondo quanto denunciato dal sindacato Orsa, nell'aggiudicazione della gara per l'acquisizione della ex Siremar, sarebbe stato disatteso l'obbligo di comunicazione preventiva all'Antitrust (articolo 16, comma 1, della legge n.  287 del 1990). L'acquisizione, inoltre, ha comportato la firma di una convenzione con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con la quale la società si sarebbe garantita i collegamenti con le isole minori per dodici anni, per oltre 55 milioni di euro all'anno. Nell'operazione non c’è nessun rischio di impresa per la società, in quanto viene garantito l'equilibrio economico-finanziario;
          il sindacato Orsa Sicilia, con un comunicato, ha voluto richiamare alla memoria anche la vicenda, a suo dire anomala, dei collegamenti nello stretto, in quanto buona parte dei circa 30 milioni di euro che lo Stato erogava in tre anni per sovvenzionare il collegamento veloce da Messina verso Reggio Calabria e Villa S. Giovanni, furono destinati, dopo lo scioglimento del Consorzio Metromare, unicamente al gruppo capitanato da Morace per la sola linea Messina-Reggio, mentre il collegamento con Villa S. Giovanni fu assegnato a Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), senza sovvenzione aggiuntiva. In sintesi, Rfi, su invito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si fece carico delle spese per il collegamento veloce con Villa San Giovanni, sottraendo preziose risorse al servizio di continuità territoriale (treno su nave), invece alla privata Ustica Lines di Morace fu riconosciuta la sovvenzione di circa 28 milioni di euro solo per la tratta veloce Messina-Reggio Calabria, quando per entrambe le tratte lo Stato spendeva circa 30 milioni di euro  –:
          se il Governo non intenda fare chiarezza, per quanto di competenza, sulla vicenda dell'acquisizione della Siremar e di tutte le convenzioni firmate con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti dalla Liberty Lines (ex Ustica Lines) anche in virtù dell'ingiustificato aumento dei costi denunciato dal sindacato Orsa per i collegamenti sullo Stretto di Messina;
          che ruolo svolga o abbia svolto Di Caterina all'interno del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, se l'incarico risulti in regola con la disciplina in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi a norma del decreto legislativo n.  165 del 2001 e se non si intenda avviare un'indagine interna sul personale di diretta collaborazione, anche in un'ottica di opportunità politica e di rischio corruzione. (4-16719)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


      NASTRI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
          alcuni quotidiani locali e nazionali riportano la protesta da parte del sindacato autonomo dei vigili del fuoco Conapo, avvenuta questa mattina davanti alla prefettura di Novara, organizzata per denunciare una situazione di estremo disagio, che prosegue da diverso tempo e che penalizza il comparto interessato sia dal punto di vista economico (300/450 euro al mese in meno rispetto agli altri Corpi) che sotto il profilo legato ai livelli di sicurezza evidentemente peggiorati nel corso degli anni;
          i rappresentanti sindacali dei vigili del fuoco evidenziano gli articoli di stampa, hanno manifestato il proprio sdegno per le condizioni lavorative con le quali operano quotidianamente, anche con riferimento alla precarietà dell'organico attualmente in servizio, nonché agli equipaggiamenti spesso insicuri e non più utilizzabili;
          secondo quanto sostenuto dall'esponente, della categoria sindacale novarese Conapo, il Corpo dei vigili del fuoco, rivendica una giusta equiparazione con gli altri corpi dello Stato; si aggiunge inoltre, che, mentre si riducono continuamente le risorse destinate alla sicurezza ai danni del cittadino, il medesimo comparto (le cui specializzazioni e abilitazioni consentono di fornire un pronto e professionale servizio al cittadino) persiste in una costante opposizione a tali decisioni sfavorevoli, essendo peraltro il comparto della sicurezza dello Stato meno retribuito;
          a giudizio dell'interrogante, la manifestazione di protesta avvenuta a Novara da parte dei vigili del fuoco, giunti anche da Verbania, Vercelli, Biella, conferma, anche in questa occasione, come il costante perpetuarsi delle politiche di disimpegno in tema di sicurezza, e di riduzione dei di riduzione dei livelli salariali nei confronti del medesimo comparto condotte sia da parte del precedente Governo che da parte di quello attuale, accentui fortemente livelli di pericolo e di insicurezza dei cittadini del nostro Paese, esponendo la comunità italiana, specie in questa fase storica legata al terrorismo internazionale, a rischi particolarmente gravi;
          risulta pertanto urgente e necessario, a parere dell'interrogante, invertire in maniera rigorosa un trend negativo e rischioso in termini di sicurezza e di adeguamento delle risorse economiche, volto al potenziamento del comparto dei vigili del fuoco, che com’è noto, svolge un prezioso ed importante servizio, all'intero territorio nazionale, a tutela della sicurezza dei cittadini e delle infrastrutture  –:
          quali orientamenti il Ministro interrogato intenda esprimere, per quanto di competenza, con riferimento a quanto esposto in premessa e se non ritenga di intervenire in tempi rapidi, con iniziative di carattere normativo, al fine di procedere a un adeguamento dei livelli salariali del comparto dei, vigili del fuoco, evidentemente inaccettabile, nonché a una revisione del sistema organizzativo e di presidio per l'area novarese, divenuto insufficiente per consentire un adeguato servizio di tutela e d'intervento per la comunità piemontese interessata. (4-16697)


      CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
          da qualche settimana si sono accesi i riflettori su « Blue Whale», il cosiddetto gioco della morte che arriva dalla Russia e il cui nome identifica un rituale che ha lo scopo di condurre gli adolescenti al suicidio, richiamando la pratica delle balene di spiaggiarsi e morire senza alcun motivo apparente;
          si tratta di una missione che gli inventori del gioco, detti anche curatori o tutor, danno a ragazzi tra i 9 e i 17 anni scelti sui social network; per cinquanta giorni, i giovani che decidono di giocare devono rispettare una serie di regole, senza farsi scoprire dai genitori;
          l'obiettivo finale è la morte; gli adolescenti che partecipano vengono convinti che solo con essa possono raggiungere il massimo livello e anche il suicidio deve seguire il disegno perverso dei curatori; gli adolescenti devono salire su un alto grattacielo e buttarsi dall'ultimo piano; con loro devono esserci dei coetanei che riprendono la scena;
          tale gioco dell'orrore ha già ucciso 157 adolescenti in Russia, portandoli al suicidio; il rituale è arrivato negli ultimi tempi anche in Brasile, Gran Bretagna e Francia;
          tra i primi a documentare gli effetti di tale rituale vi sono stati i giornalisti della trasmissione «Le Iene» con una lunga inchiesta iniziata in Russia e arrivata in Italia, a Livorno, dove nel mese di febbraio 2017 un quindicenne si è suicidato dal ventiseiesimo piano di un palazzo;
          in queste settimane, da quanto si apprende da fonti di stampa, si è sempre pensato che quello del giovane livornese fosse un normale suicidio; in realtà, più di un indizio porta a collegare la morte del giovane italiano con la Blue Whale;
          a Pescara si sarebbero verificati altri due casi; il primo di una ragazza di 13 anni salvata grazie alle segnalazioni delle amiche; il secondo di un quindicenne, salvato dal padre, dietro segnalazione di un'amica del figlio; la ragazza, dopo aver avvisato strane foto su Instagram del compagno, ha subito avvisato un'insegnante, che a sua volta ha informato il padre; il quindicenne si era inciso sul braccio una balena, una delle prove del gioco  –:
          se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali iniziative ritenga opportuno adottare per prevenire e fronteggiare un pericoloso fenomeno che potrebbe colpire gli adolescenti. (4-16707)


      MELILLA, SCOTTO, RICCIATTI, QUARANTA, KRONBICHLER, SANNICANDRO, FRANCO BORDO, PIRAS, NICCHI e ZARATTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
          il 18 maggio 2018 sul lungomare di Pescara un ragazzo è stato insultato, inseguito ed intimorito per il suo orientamento sessuale, come appreso dalle pagine del quotidiano Il Centro del 22 maggio 2017;
          nella notte tra il 20 e il 21 maggio, davanti al circolo ARCI in via delle caserme 38 a Pescara, due giovani sono stati aggrediti e picchiati da persone dichiaratesi razziste e allontanatesi facendo il saluto romano come appreso dalle pagine del quotidiano Il Centro del 22 maggio 2017  –:
          cosa si intenda fare per garantire la sicurezza nella città di Pescara e impedire che si ripetano aggressioni ancor più gravi per la loro matrice omofoba e fascista assolutamente contraria allo spirito repubblicano e antifascista dell'Italia. (4-16710)


      NACCARATO, MIOTTO e CAMANI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
          il 3 ottobre 2016 gli ispettori del Ministero dell'economia e delle finanze hanno avviato un'ispezione presso il comune di Cittadella che è terminata l'11 gennaio 2017;
          il risultato degli accertamenti ha prodotto una articolata segnalazione che gli ispettori hanno inviato alla procura della Corte dei conti, alla sezione regionale di controllo della medesima Corte, al Ministero dell'interno, all'attuale sindaco di Cittadella e al collegio dei revisori dei conti del comune;
          dalle verifiche sono emerse diverse irregolarità nella gestione economico-finanziaria del comune nel periodo compreso tra il 2011 e il gennaio 2017 che coinvolgono dirigenti comunali e i sindaci che si sono avvicendati alla guida del comune di Cittadella, Massimo Bitonci, Giuseppe Pan, ora assessore regionale nella giunta Zaia, e infine l'attuale sindaco Luca Pierobon;
          le «varie criticità nei documenti di bilancio» riguardano «scostamenti significativi tra previsioni definitive e accertamenti in ordine ai proventi da permessi di costruire; elevato livello di indebitamento; equilibri di bilancio raggiunti attraverso l'apporto massiccio e determinante di proventi di natura eccezionale e straordinaria, transito nei servizi conto terzi di parti estranee agli stessi; imputazioni di spese correnti al titolo della spesa con riflessi rilevanti in termini di patto di stabilità»;
          ulteriori «gravi criticità di bilancio» sono state rilevate sulla gestione della società Zitac, partecipata dal comune di Cittadella per la quale, secondo la relazione del Ministero dell'economia e delle finanze, «il Comune ha rilasciato garanzia fidejussoria per 3 milioni di euro, peraltro in assenza di parere di regolarità contabile»;
          inoltre, sono state rilevate «irregolarità in ordine agli affidamenti diretti», poiché risulta che i dirigenti avrebbero frazionato gli affidamenti assegnando i lavori senza bandire le opportune gare aggirando la normativa in tema di concorrenza;
          in questo caso, oltre al danno erariale, se le ipotesi venissero confermate, le fattispecie prevedono la responsabilità penale;
          tra le contestazioni, infine, vi sono diversi profili che riguardano a vario titolo premi e incentivi per il personale;
          la vicenda ha sollevato forte preoccupazione nella comunità locale, sia per la vastità degli addebiti, sia per l'entità delle somme interessate dalla cattiva gestione che, ad esempio nel caso delle società partecipate, rischiano di esporre il comune a gravi pregiudizi anche nei prossimi anni  –:
          se i Ministri interrogati siano al corrente dei fatti sopra esposti;
          se e quali ulteriori iniziative di competenza il Governo intenda assumere nell'interesse dei cittadini di Cittadella rispetto alle descritte gravi irregolarità.
(4-16711)


      INVERNIZZI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
          una foto pubblicata sul profilo social del segretario comune del comune di Bergamo, in occasione della marcia per l'accoglienza tenutasi il 20 maggio 2017 a Milano, lo ritrae con un cartello con su scritto «+ salvati – salvini»;
          il segretario comunale, nelle sue funzioni, è garante dell'imparzialità del comune e, nel suo ruolo di funzionario pubblico, assume le responsabilità del suo operato. Una figura professionale alla quale è per legge demandato un ruolo di garanzia, affinché l'attività dell'ente possa dispiegarsi nell'interesse del buon andamento e dell'imparzialità;
          se, da un lato, gli articoli 13 e 21 della Costituzione tutelano la libertà di espressione e di manifestazione, dall'altro lato, l'articolo 97 garantisce l'imparzialità dell'amministrazione fissando il principio della responsabilità dei funzionari pubblici  –:
          se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare per assicurare, in coerenza con i valori costituzionali, che la condotta dei funzionari pubblici sia pienamente ispirata ai principi dell'imparzialità e del buon andamento delle istituzioni, tenendo conto della inopportunità, ad avviso dell'interrogante, di manifestazioni pubbliche di dissenso nei confronti di    forze politiche legittimamente rappresentate nell'arco costituzionale come nel caso di cui in premessa. (4-16713)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


      NICCHI, BOSSA e SCOTTO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
          si è svolto, al Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca, l'incontro di informativa sindacale sull'organico dei docenti per il prossimo anno scolastico;
          il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca ha illustrato ai sindacati l'esito dell'incontro con il Ministero dell'economia e delle finanze, e i contenuti dell'accordo che ha sbloccato la bozza di decreto interministeriale con tabelle annesse sugli organici dei docenti per l'anno scolastico 2017/2018;
          come riporta un articolo di Repubblica.it del 19 maggio 2017, gli studenti disabili sono 12.557 e la maggior parte di loro il prossimo anno continuerà ad avere docenti con il contratto a termine. In particolare, si denuncia la grave situazione della regione Toscana. A settembre 2017, ogni provincia toscana potrà contare su una media di 2 insegnanti di sostegno in più rispetto allo scorso anno;
          dalle tabelle sulle nuove assunzioni comparse in via ufficiosa sul sito di Orizzonte Scuola, ma confermate dai sindacati, sono riportati numeri sconcertanti. Come dichiarato da Bernardo Croci, coordinatore dell'Ande (Associazione nazionale docenti ed educatori), «delle 15.100 cattedre che il ministero dell'Istruzione ha deciso di trasformare in posti di ruolo, 3.600 sono quelle dedicate al sostegno. Peccato che su 3.600 posti a livello nazionale, in Toscana ce ne siano appena 24. Una cifra ridicola se si considera che le province sono 10 e che questi insegnanti dovranno essere distribuiti sulle scuole di ogni ordine e grado, dalla materna alle superiori»  –:
          se trovino conferma i dati riportati in premessa e, in particolare quelli della regione Toscana e quali iniziative si intendano adottare per soddisfare il fabbisogno necessario e per destinare più posti alla stabilizzazione degli insegnanti di sostegno. (5-11437)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


      SIMONETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          l'articolo 4 della legge n.  350 del 2003, equiparando le imprese piemontesi alluvionate del 1994 alle terremotate della Sicilia 1990, riconosceva, di fatto, alle medesime imprese che per i gravi danni subiti non erano riuscite ad effettuare i versamenti gli anni 1995, 1996 e 1997, di tributi, contributi e premi, la possibilità di regolarizzare versando il 10 per cento degli importi dovuti al netto di interessi e sanzioni;
          un successivo intervento normativo – legge n.  17 del 2007 – nello stabilire una riapertura dei termini fissando la data di presentazione delle domande al 31 luglio 2007, riconosceva alle imprese che avevano versato l'importo pieno, la possibilità di presentare richieste di rimborso del 90 per cento dei contributi versati all'Inps negli anni 1995, 1996, 1997;
          fino a luglio 2011, l'Inps ha assicurato il pagamento delle somme previste, ma nei mesi successivi ha bloccato l'erogazione dei rimborsi per le ditte alluvionate, ritenendoli non più dovuti, anche alla luce del messaggio 19 giugno 2007 della direzione centrale delle entrate contributive, col quale si interpretava che la norma di differimento del termine di presentazione delle domande tese ad ottenere la definizione agevolata si riferisse esclusivamente a posizioni tributarie e non fosse quindi applicabile al settore previdenziale;
          il tribunale di Cuneo, in un contenzioso tra aziende e Inps, in data 19 giugno 2012 inoltrava richiesta d'informazioni alla Commissione europea sull'applicazione della comunicazione della Commissione 2009/C 85/01;
          a conclusione del procedimento, in data 14 agosto 2015, veniva pubblicata la decisione della Commissione riguardante le misure SA.33083 (2012/C) relativa ad agevolazioni fiscali e contributive connesse a calamità naturali, con cui si richiedeva all'Italia «di recuperare solo gli aiuti incompatibili concessi e versati a singole imprese, fatti salvi i casi individuali che soddisfano le condizioni per essere considerati compatibili con il mercato interno in virtù delle deroghe previste all'articolo 107, paragrafo 2, lettera b), del trattato, oppure i casi in cui il beneficio individuale è in linea con il regolamento de minimis applicabile oppure ancora quando il beneficio è concesso in conformità di un regime di aiuto approvato»; si precisava altresì che: «per tutti gli aiuti concessi nel quadro delle misure in oggetto a singoli beneficiari in aree colpite da calamità naturali oltre dieci anni prima della data della presente decisione, non è opportuno disporre un recupero, con l'eccezione degli aiuti concessi a beneficiari non aventi una sede operativa nell'area colpita da calamità naturale al momento dell'evento, in quanto sarebbe assolutamente impossibile calcolare con precisione l'importo dell'aiuto incompatibile da recuperare»;
          è allarme in questi giorni per la richiesta da parte dell'Inps di restituzione dello sgravio Inps e Inail alle aziende che avevano beneficiato dell'intervento e che hanno sede operativa nell'area colpita, atteso che ciò sarebbe in contrasto con la decisione della Commissione europea  –:
          se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire piena attuazione alla decisione della Commissione europea nel rispetto delle indicazioni sopra riportate ed, al contempo, assicurare delle linee guida univoche in relazione ai controlli dell'Inps, al fine di tranquillizzare le innumerevoli imprese piemontesi, attesa l'oggettiva difficoltà di ricostruire documentazioni complete ad oltre vent'anni dall'evento calamitoso, nonché evitare un inutile quanto dispendioso contenzioso.
(5-11442)

Interrogazioni a risposta scritta:


      LOREFICE, SILVIA GIORDANO, GRILLO, MANTERO, NESCI e COLONNESE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
          la legge n.  112 del 2016, cosiddetta Dopo di noi, avente come fine quello di aiutare le persone con disabilità, è entrata in vigore il 25 maggio 2016. Nel novembre dello stesso anno, è stato approvato il riparto dei fondi e il decreto attuativo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 23 febbraio 2017;
          il MoVimento 5 Stelle ne ha sempre, sin dall'inizio dell’iter legislativo, evidenziato criticità e problematicità tutte ignorate nelle competenti Commissioni e nel dibattito in Aula;
          emerge ora, come anche approfondito dal quotidiano La Stampa, l'assoluta mancanza di pragmaticità della legge anche per una clamorosa svista su un dato necessario e prodromico alla redazione di un assetto normativo inerente alle persone con disabilità e, cioè, una quantificazione precisa dei destinatari della legge: un'anagrafe delle persone con disabilità che permetta di ottimizzare e orientare gli interventi e gli investimenti anche sul lungo periodo;
          questa è una gravissima mancanza che implica anche la paura di una dispersione dei fondi tra Stato e regioni, ammontanti a 90 milioni di euro per il 2016;
          emblematica, ad esempio, è la situazione in regione siciliana in cui i fondi vengono stanziati, ma non si riescono a spendere, perché non esiste una mappatura dei bisogni nel territorio e, conseguentemente, dei servizi necessari da erogare ai disabili  –:
          se i Ministri interrogati, per quanti di competenza, intendano assumere iniziative per istituire l'anagrafe delle persone con disabilità, iniziando ad ovviare a quella che appare agli interroganti almeno una manchevolezza della legge di cui in premessa;
          se i Ministri interrogati intendano immediatamente fornire elementi sul riparto dei fondi sul loro utilizzo, in maniera puntuale, precisa e dettagliata. (4-16694)


      PAGLIA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
          in materia di assistenza socio-sanitaria per tutte le persone non autosufficienti, le spese di assistenza – nel caso di ricovero presso strutture accreditate e autorizzate all'esercizio – sono ripartite tra quota sanitaria e quota alberghiera (come previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 febbraio 2001 concernente le prestazioni socio-sanitarie inserite tra i livelli essenziali di assistenza). Di queste due voci: la prima deve essere garantita dal Servizio sanitario nazionale, mentre la quota sociale, denominata quota alberghiera, è a carico del comune di ultima residenza del paziente, che può, a sua volta, chiedere la compartecipazione alla spesa direttamente alla persona assistita, con esclusivo riferimento al reddito Isee;
          i comuni di residenza al momento dell'ingresso in struttura, per effetto dell'articolo 6, comma 4, legge n.  328 del 2000, assumono gli oneri annessi e connessi all'eventuale integrazione economica attraverso le modalità stabilite dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n.  159 del 2013 (nuovo Isee);
          le persone non autosufficienti sono classificate tra le tabelle allegate del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 febbraio 2001, ovvero nei livelli essenziali dell'assistenza, e quindi, per effetto di questa classificazione, i familiari sarebbero sollevati dagli obblighi di assistenza previsti dall'articolo 433 cc;
          si stanno moltiplicando le segnalazioni circa la non ottemperanza delle norme di riferimento citate sia da parte delle strutture di assistenza accreditate dal Servizio sanitario nazionale, come dei comuni; questi ultimi, infatti, richiederebbero la compartecipazione alla quota sociale da parte dei familiari. Al proposito, si sarebbero verificate situazioni talmente gravi per cui taluni enti locali avrebbero condizionato illegittimamente l'accoglienza in struttura alla sottoscrizione di una clausola con l'impegno ad adempiere da parte dei parenti, inserendola addirittura nello stesso contratto d'ingresso;
          la Corte di Cassazione è già intervenuta con la sentenza n.  4558 del 2012 specificando come il contratto imposto al parente (o ad un terzo) al fine del ricovero e contenente la clausola di impegno a pagare la retta – quota alberghiera – sia da ritenersi nullo «per difetto di causa», in quanto manca del tutto una reale funzione economica intesa come ragione giustificativa del contratto, stante la evidente irrealizzabilità dell'assunzione di una obbligazione a carico del Servizio sanitario nazionale o del comune  –:
          quali iniziative intenda assumere il Governo, per quanto di competenza, al fine di evitare che tali situazioni illegittime continuino a verificarsi a danno di soggetti fragili e per i quali, in modo particolare, dovrebbero essere sempre resi accessibili, senza ulteriori complicazioni o storture, diritti costituzionalmente garantiti come quello alla cura e all'assistenza. (4-16700)


      CIPRINI, COMINARDI, CHIMIENTI, DALL'OSSO, LOMBARDI e TRIPIEDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
          la storica società Seat è stata interessata nel 2014 da un piano di salvataggio del gruppo all'esito della procedura concordataria; negli anni con l'utilizzo di ammortizzatori sociali, si è avviato un piano di riorganizzazione che ha supportato il buon esito della procedura concordataria;
          l'imprenditore egiziano Naguib Sawiris, attraverso la società Italiaonline, è divenuto azionista di maggioranza e nel 2016 ha attuato il progetto di fusione per incorporazione di Italiaonline in Seat Pagine Gialle rinominata Italiaonline spa, perdendo il nome storico;
          nel dicembre 2016 Italiaonline ha siglato un accordo con le organizzazioni sindacali (Fistel Cisl, Slc Cgil, Uilcom Uil ed RSU) – sottoscritto anche dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nel corso di un incontro tenutosi presso il Ministero dello sviluppo economico; l'accordo prevede principalmente il ricorso alla cassa integrazione straordinaria fino a giugno 2018 per 306 posizioni a zero ore e per 420 posizioni a orario ridotto per 4 giorni al mese, oltre a 100 uscite incentivate; nell'arco dei prossimi tre anni, in linea con la strategia di rilancio, Italiaonline prevede l'assunzione di circa 100 «nativi digitali», con competenze specifiche per supportare il conseguimento degli obiettivi previsti dal business plan;
          eppure, in data 6 aprile 2017, Italiaonline ha pubblicato un comunicato stampa aziendale, con il quale si evidenzia che i soci/azionisti della società hanno presentato una richiesta d'integrazione all'ordine del giorno dell'assemblea degli azionisti convocata per il 27 aprile 2017 per trattare un nuovo argomento: «Distribuzione di parte delle riserve distribuibili risultanti dal Bilancio d'esercizio di Italiaonline S.p.A. chiuso al 31 dicembre 2016 attraverso il pagamento agli azionisti di un dividendo straordinario complessivo di Euro 79.419.475,38 ossia pari a lordi Euro 0,692, per ciascuna delle n.  114.761.225 azioni ordinarie e per ciascuna delle 6.803 azioni di risparmio»;
          inoltre, gli azionisti hanno richiesto di mettere in pagamento il predetto dividendo straordinario in data 10 maggio 2017, con stacco della cedola l'8 maggio 2017 e record date il 9 maggio 2017;
          le organizzazioni sindacali hanno evidenziato come non sia giustificabile che un'azienda che ha sottoscritto un accordo sindacale con una ingente riduzione della forza lavoro possa, a distanza di quattro mesi, erogare un dividendo straordinario di questo valore laddove i dati relativi ai ricavi 2016 non potrebbero minimamente garantire e presupporre una remunerazione extra agli azionisti;
          il 27 aprile    2017 le organizzazioni sindacali nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno indetto uno sciopero;
          effettivamente, appare agli interroganti, poco comprensibile la scelta dell'amministratore delegato di distribuire un dividendo di tale portata, laddove tale liquidità di cassa poteva essere utilizzata anche per il rilancio aziendale, per il rinnovamento dei prodotti, per la formazione dei dipendenti in cassa integrazione e per la crescita aziendale, così da attenuare anche il peso degli ammortizzatori sociali a carico dello Stato;
          appare necessario, ad avviso degli interroganti, promuovere un tavolo di confronto per appurare quale sia la «strategia» dell'azienda;
          se sia intenzione del Governo farsi promotore di un nuovo tavolo di confronto – anche in collaborazione con la regione Lazio – tra la società e le organizzazioni dei lavoratori, al fine di acquisire elementi sulle intenzioni e sulle recenti scelte aziendali portate avanti dal management di Italiaonline, con l'obiettivo di favorire l'elaborazione di una seria strategia condivisa dalle parti sociali interessate che abbia come fine prioritario la centralità del rilancio dell'attività aziendale, il rinnovamento dei prodotti e il mantenimento dei livelli occupazionali, ovvero un ridimensionamento delle ricadute derivanti dalle decisioni aziendali di riduzione dei livelli occupazionali. (4-16706)


      DURANTI, MATARRELLI, SANNICANDRO, RICCIATTI e MELILLA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          la «pista di Nardò» (LE) è una struttura di 700 ettari su cui vengono effettuati test di durata ad alta velocità;
          il centro    sperimentale di Nardò ha ricevuto nel 2008 circa 10 milioni di euro dalla regione. Nell'accordo sul finanziamento di cui sopra, inoltre, venivano previste – fra le altre – 23 assunzioni stabilizzative dei lavoratori rinvenienti dalle cooperative di cui ai capoversi successivi;
          dal 1999 diverse cooperative gestivano il collaudo dei mezzi sperimentali per conto di Nardo Technical Center (NTC);
          nel luglio 2009 vengono licenziati i lavoratori delle suddette cooperative che erano stati precedentemente impiegati con una paga oraria di circa 4 euro l'ora, e turni massacranti;
          immediatamente dopo la pista di Nardò risulta in fase espansiva, per cui inizia la lotta dei lavoratori delle cooperative per il rientro lavorativo e per il diritto alle 23 stabilizzazioni di cui sopra;
          nel gennaio 2012, a seguito della vertenza di cui sopra e con accordo preso in regione, si stabilisce, il rientro al lavoro – e la stabilizzazione – dei citati lavoratori delle cooperative attraverso due « step». Con il primo alcuni venivano integrati tramite agenzia interinale mentre la restante parte con la cooperativa «Copat». Il secondo « step» prevedeva, invece, la definitiva stabilizzazione come dipendenti diretti di NTC. I lavoratori rinunciavano, in base a questo accordo, alle cause in corso per interposizione di manodopera intentate per il periodo in cui erano stati dipendenti delle cooperative di cui sopra. Inoltre, garantivano disponibilità per la stabilizzazione non solo nel collaudo ma anche negli altri servizi previsti nella pista di Nardò;
          nel marzo 2012 NTC viene acquistata dalla Porsche, la quale non ha mai rispettato l'accordo del gennaio 2012, così come sopra configurato. Infatti, la «Copat» dopo neanche un anno falliva per mancanza di appalti ed attraverso il lavoro interinale iniziavano ad essere chiamati ben altri lavoratori rispetto a quelli che avevano sottoscritto l'accordo 2012;
          nel 2016 la Porsche «gonfiava» a dismisura il bacino dell'interinale, mentre il gruppo originario di lavoro veniva sempre più discriminato e marginalizzato, lavorando al massimo per un mese l'anno;
          i lavoratori, riaperta la vertenza, facevano tornare a diversi tavoli istituzionali i rappresentati della Porsche. In tali occasioni chiedevano il rispetto dell'accordo del gennaio 2012 – cui mai la Porsche ha dato seguito – e la propria stabilizzazione partendo dai criteri di anzianità ed esperienza. A fronte di tutto ciò è continuato l'ostracismo da parte della azienda verso questi lavoratori, al punto che questi ultimi sono attualmente in presidio permanente davanti alla azienda da circa due mesi ed hanno effettuato diversi e ripetuti scioperi della fame;
          appare inaccettabile il fatto che aziende così importanti – e di rilevanza internazionale – che investono sul territorio italiano non tengano conto degli accordi stipulati con i sindacati  –:
          se il Ministro interrogato    sia a conoscenza di quanto espresso in premessa;
          se non intenda assumere ogni iniziativa di competenza per far sì che gli accordi di cui in premessa siano rispettati e per evitare che lavoratori, che hanno maturato esperienze lunghe anche 17 anni presso la pista di Nardò, continuino ad essere discriminati. (4-16714)


      INVERNIZZI e GRIMOLDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          da oltre 70 anni l'ex alpino, Serafino Preda, oggi 95enne, vive con due schegge di ferro che gli si sono conficcate una in una gamba e l'altra in un polmone durante la seconda guerra mondiale;
          per tale motivo la sua pensione era costituita da tre voci: anzianità, reversibilità della moglie scomparsa ed una piccola quota da ex combattente;
          l'Inps, tuttavia, con una semplice comunicazione firmata dalla direzione provinciale di Bergamo, ha recentemente avvisato l'interessato che «A quella maggiorazione lei non ha più diritto»;
          la raccomandata è del 2016, recita «maggiorazione per gli ex combattenti non spettante», contesta la cifra di 203,13 euro per il periodo che va da gennaio 2014 a novembre 2015, e comunica che sarà trattenuta dalla pensione;
          a voler ora chiarimenti sono i figli dell'ex militare, non tanto per la cifra irrisoria – di 8,8 euro al mese – che spetta al signor Preda, quanto piuttosto per una questione di rispetto e per comprendere come sia possibile «che quella ferita nel 2014 sia sparita per la burocrazia»  –:
          se il Ministro interrogato sia a conoscenza della vicenda di cui in premessa e se possa chiarire quali siano le motivazioni, anche di carattere normativo, sottese alla decisione della direzione provinciale di Bergamo dell'Inps in relazione al caso sopra richiamato. (4-16715)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta scritta:


      MINARDO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
          il programma europeo «frutta nelle scuole» introdotto dal regolamento (Ce) n. 1234 del Consiglio del 22 ottobre 2007 e dal regolamento (CE) no 2888 della Commissione del 7 aprile 2009 è finalizzato ad alimentare il consumo di frutta e verdura da parte di bambini e ad attuare iniziative che supportino più corrette abitudini alimentari e una nutrizione maggiormente equilibrata nella fase in cui si formano le loro abitudini alimentari;
          tra gli obiettivi del programma, come detto, c’è l'incentivazione al consumo di frutta e verdura tra i bambini compresi tra i sei e gli undici anni di età;
          tra gli strumenti necessari ad attuare il programma vi è la distribuzione di prodotti ortofrutticoli con un finanziamento effettuato per intero a livello comunitario e nazionale;
          destinatari del programma sono i bambini di età scolare dai sei agli undici anni. Quindi circa 870 mila bambini di tutte le regioni per un totale di circa 5 mila scuole interessate;
          il suddetto progetto, che rappresenta un interessante elemento per un'educazione alimentare sana, ha dato risultati contraddittori. In particolare, si lamenta da parte delle famiglie una scarsa attenzione alla qualità dei prodotti forniti, con frutta fuori stagione, evidentemente conservata o proveniente dall'estero, di scarsa qualità, o addirittura a pezzi in vaschette di plastica con aggiunta di conservanti;
          tra l'altro, in molte città d'Italia, compresa la provincia di Ragusa, pare che alcuni bambini ed insegnanti abbiano avuto dei problemi di salute legati probabilmente ai prodotti che sono stati mangiati nelle scuole sulla base del suddetto programma;
          le preoccupazioni delle famiglie, ma anche dei dirigenti scolastici e degli insegnanti sono documentate da numerosi articoli di stampa e lettere aperte dei genitori anche sul web e sui social network;
          tutto ciò è in netta contraddizione con quanto previsto dal programma europeo il quale prevede che, nella scelta dei prodotti frutticoli, si dovrebbero privilegiare prodotti di qualità certificati (d.o.p., i.g.p., biologici) e/o prodotti ottenuti con metodi di produzione integrata certificata comprovandone la loro origine di prodotto comunitario al 100 per cento. Nella scelta del prodotto si dovrebbe tenere conto del carattere di stagionalità;
          è, quindi, necessario un controllo più approfondito sui prodotti che vengono utilizzati negli istituti scolastici grazie al programma «frutta nelle scuole» per evitare il verificarsi di episodi spiacevoli che possono compromettere la salute dei bambini, degli insegnanti e di tutti gli operatori scolastici;
          sarebbe opportuno, inoltre, pensare a delle gare d'appalto per la fornitura dei prodotti effettuate a livello regionale e non nazionale, come avviene oggi, concentrando l'attenzione soprattutto sui prodotti locali di qualità che possono essere utilizzati con maggiori controlli  –:
          se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;
          se non sia necessario effettuare maggiori controlli sui prodotti destinati al programma «frutta nelle scuole» che rappresenta un importante punto di riferimento per l'alimentazione degli alunni nelle scuole e, pertanto, impedire che si ripetano episodi di malessere fra i bambini dopo aver mangiato frutta e verdura nelle scuole;
          se non sia opportuno verificare la possibilità di emettere bandi su base regionale con prodotti locali di qualità per l'educazione alimentare nelle scuole.
(4-16698)


      BOSCO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
          la «Tristeza» è una delle più gravi malattie che colpisce gli agrumi in particolare le specie ed ibridi dei generi Citrus e Fortunella. L'agente causale è un virus, Citrus Tristezza Virus (Ctv), responsabile della morte di centinaia di milioni di piante in tutto il mondo;
          il patogeno si è diffuso in tutto il mondo attraverso il materiale di propagazione in seguito allo sviluppo dell'agrumicoltura commerciale. Attualmente, il (Ctv) è presente in tutte le aree agrumicole del mondo con un'incidenza variabile in funzione del portinnesto e della trasmissibilità attraverso gli afidi vettori. I Paesi ove la malattia ha provocato più danni sono Argentina, Brasile, California, Florida, Spagna, Israele e Venezuela;
          i sintomi possono variare e sono molto influenzati dal comportamento delle specie e cultivar, nonché dalle condizioni ambientali, dai ceppi e dalle mescolanze all'interno della pianta. I quadri sintomatologici riscontrati in campo sono riconducibili a tre principali tipologie:
              « decline» che si manifesta con sintomi di deperimento lento o fulminante e « quick decline» delle piante innestate su arancio amaro;
              « stem-pitting» (butterature del legno), che si manifesta con sintomi di clorosi nervale e scanalature sul legno;
              « seedling yellow» (giallume dei semenzali), che si manifesta con sintomi accentuati di giallumi su arancio amaro e nanismo nelle piante di arancio dolce innestate su arancio amaro;
          i sintomi di deperimento delle piante di agrumi innestate su arancio amaro sono visibili su tutte le specie e ibridi tranne che sul limone. Il virus provoca la necrosi delle cellule del sistema linfatico (floema) dell'arancio amaro in prossimità del punto di innesto, impedendo alla linfa elaborata di giungere alle radici che dopo qualche tempo collassano;
          la pianta mostra uno stato di carenza idrica e nutrizionale a cui segue il disseccamento di foglie e rametti. A seconda delle condizioni ambientali, se si forma nuovo floema attivo, si manifesta un deperimento lento e graduale, mentre se il tessuto vascolare non dovesse rigenerarsi si verifica un crollo immediato « quick decline» della pianta nel giro di pochissimi giorni;
          la principale via di introduzione, in nuovi areali agrumicoli, e di diffusione del virus a lunga distanza è la movimentazione di materiale di propagazione infetto (piante e marze). Una volta giunto in un nuovo territorio la diffusione del Ctv è legata a diverse specie afidiche;
          l'afide marrone degli agrumi (Toxoptera citricidus) è la specie vettrice più efficiente, fortunatamente però non è ancora presente nel bacino del Mediterraneo. Per la sua pericolosità è stata inserita nella lista comunitaria degli organismi nocivi da quarantena. Meno efficienti, ma presenti negli agrumeti italiani, sono altre specie fra cui il più importante è l'afide del cotone (Aphis gossypii), il principale responsabile di epidemie di Tristeza in Israele e Spagna;
          per quanto concerne la regione Sicilia, quarantacinque mila ettari coltivati ad agrumeti sono infestati dal virus Tristeza: tra un paio di anni l'intera produzione è destinata a scomparire se nulla verrà fatto per contrastare la diffusione di questo patogeno;
          in Sicilia vi sono settanta mila ettari dedicati all'agrumicoltura, di questi quindici mila sono coltivati a limoni, gli altri ad agrumi arancia amara, e fatta eccezione per i dieci mila ettari trasformati dalle imprese, i restanti quarantacinque mila ettari di agrumeti sono in ginocchio  –:
          se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto espresso in premessa;
          quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di salvaguardare il territorio siciliano dall'attacco del virus denominato «Tristeza» il quale, oltre che danneggiare la produzione di agrumi, determina un notevole danno di natura economica ed occupazionale per l'intero comparto. (4-16699)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


      AGOSTINELLI. — Al Ministro della salute, al Ministro per gli affari regionali. — Per sapere – premesso che:
          la legge 14 agosto 1991, n.  281, recante «Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo», ha introdotto nel nostro ordinamento i principi generali in materia di tutela degli animali di affezione e di prevenzione del randagismo;
          il nostro Paese ha, poi, anche ratificato, con la legge 4 novembre 2010, n.  201, la convenzione di Strasburgo per la protezione degli animali da compagnia del 13 novembre 1987;
          nel 2010, il Ministero della salute ha istituito la task force per la «Tutela degli animali d'affezione, la lotta al randagismo e ai maltrattamenti e ai canili-lager». Tale task force avrebbe dovuto costituire un punto di raccordo tra istituzioni ed territorio per incidere in maniera concreta sul fenomeno del randagismo e sui maltrattamenti animali;
          tra i compiti della task force vi sarebbero anche attività di controllo ispettivi e monitoraggio delle segnalazioni di casi di maltrattamento degli animali;
          a distanza di quasi trent'anni dall'entrata in vigore, lo spirito della legge non sembra tuttavia essere un fenomeno in via di estinzione ma anzi una vera e propria emergenza in particolare in alcune regioni del Sud Italia;
          a peggiorare il tutto è il fatto che la detenzione dei randagi è diventata un vero e proprio business, in quanto in tutta Italia sono sorte strutture esclusivamente private e i gestori percepiscono un contributo che va da 2 a 7 euro al giorno per ogni cane e spesso tali strutture non hanno le condizioni igienico-sanitarie minime per garantire uno standard di vita dignitoso per gli animali «ospitati»;
          in occasione delle prossime vacanze estive, come ogni anno è prevedibile che i casi di abbandono degli animali tenderanno ad aumentare rispetto agli altri mesi dell'anno;
          appaiono scarsi i fondi stanziati per la prevenzione del randagismo  –:
          se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e se i fondi stanziati risultino sufficienti;
          quali siano attualmente i dati relativi al fenomeno del randagismo, con particolare riferimento ai risultati conseguiti grazie alla istituzione della « task force»;
          se si ritenga opportuno continuare a mantenere operativa la struttura e con quali strumenti e obiettivi, o se invece, non si ritenga necessario attivare altre    iniziative maggiormente idonee ad assicurare la tutela degli animali, anche al fine di determinare un risparmio per i contribuenti;
          se e quali iniziative si intendano adottare o potenziare, anche de iure condendo, per arginare questo indecoroso fenomeno e per tutelare la salute degli animali di affezione;
          se si intenda intraprendere, per quanto di competenza, una seria e serrata attività ispettiva sulle strutture pubbliche e private che ricevono contributi statali per verificare l'idoneità a svolgere l'attività di stallo. (5-11439)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


      MURA. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
          il piano industriale della «newco» Wind Tre, presentato il 23 maggio 2017 ai sindacati, prevede la esternalizzazione del servizio svolto dal contact center ex H3G dove lavorano circa 900 dipendenti dislocati nelle sedi di Palermo, Roma, Cagliari e Genova;
          la decisione risulta incomprensibile a fronte delle eccellenti performance dell'azienda: 6 miliardi e mezzo di euro, di ricavi, 34 milioni di clienti, una fetta di mercato che sfiora il 30 per cento, 6 miliardi di euro investimenti previsti nei prossimi 7 anni;
          non è ancora noto il nome dell'azienda a cui sarà affidato il servizio in outsourcing;
          400 dei lavoratori di cui sopra lavorano nella sede di Cagliari;
          la Sardegna, da sempre, e a ragione, ambiziosa nel mercato delle telecomunicazioni e dell’Information and Communication Technology e come tale riconosciuta quale contesto ottimale per l'insediamento di importanti aziende dei comparti e di start up, anche regionali, non può rassegnarsi a diventare il luogo delle crisi aziendali e della mortificazione di competenze, professionalità e destini di migliaia di lavoratori che sono stati il vero fattore di moltiplicazione della crescita delle varie aziende  –:
          se siano a conoscenza delle motivazioni che portano la «newco» Wind Tre ad assumere una tale decisione;
          con quali strumenti si intenda intervenire per tutelare i diritti dei lavoratori ex H3G che operano nelle sedi di Palermo, Roma, Cagliari e Genova;
          quali iniziative si intendano adottare per rilanciare il progetto della Sardegna come distretto dell’Information and Communication Technology e delle telecomunicazioni. (5-11440)

Apposizione di una firma e cambio di presentatore ad una interrogazione.

      Interrogazione a risposta immediata in Commissione Turco n.  5-11425, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 maggio 2017, è da intendersi sottoscritta dal deputato Plangger che ne diventa il primo firmatario.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

      L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Realacci e Bratti n.  5-11431, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 maggio 2017, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Narduolo, Zardini, Ginato, Sbrollini.

      L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Zaratti e altri n.  5-11432, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 maggio 2017, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Kronbichler.