XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 821 di martedì 27 giugno 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

      (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Artini, Baretta, Buttiglione, Cicchitto, Coppola, Epifani, Fico, Giorgis, Mazzotti Di Celso, Meta, Gianluca Pini, Rigoni, Scanu, Schullian e Sottanelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centoundici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni (ore 11,04).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

(Iniziative volte alla riqualificazione e alla piena operatività del carcere di Agrigento – n. 2-01617)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Capodicasa n. 2-01617 (Vedi l'allegato A).

Chiedo all'onorevole Capodicasa se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ANGELO CAPODICASA. Signor Presidente, la ringrazio. Per la verità l'interpellanza si illustra da sé, perché si tratta di una elencazione di una serie di disfunzioni, che abbiamo registrato attraverso una visita presso il carcere di Agrigento, dietro segnalazione degli organi di stampa, che si erano occupati della faccenda con toni abbastanza scandalizzati.

In effetti, la visita ci ha consentito di toccare con mano una situazione che ha del paradossale, una situazione poco commendevole dal punto di vista igienico-sanitario, dal punto di vista strutturale. Peraltro, la nostra visita è capitata in un giorno di pioggia, durante il maltempo che ha colpito la Sicilia in quel periodo, la prima quindicina del mese di gennaio di quest'anno, e abbiamo potuto constatare le condizioni inverosimili in cui agiscono gli operatori, il personale di custodia, ma poi anche - soprattutto quello che ci interessa - i carcerati, che sono stati costretti a essere sgomberati da un'ala dove le infiltrazioni di acqua piovana erano copiose. Abbiamo potuto vedere uno spettacolo indecente: lungo tutto il corridoio, secchi che raccoglievano l'acqua piovana, l'uso di sacchetti di plastica per convogliare l'acqua - qualcosa di veramente fantasioso -, gli ambienti dove lavora il personale pieni di umidità, con l'acqua che deteriora le strutture.

Insomma, quello è un carcere che peraltro è di nuova costruzione. Altri plessi sono in fase di realizzazione, anche se i lavori sono fermi da oltre quattro anni; parliamo di un carcere di cui noi chiediamo la riqualificazione, chiediamo, infatti, perché il Ministero non pensi a una sua riqualificazione considerato che trattasi di un carcere che richiederebbe la massima attenzione, dato che da lì transitano detenuti, provenienti da Lampedusa, per reati che sono ascrivibili al traffico di immigrati, al traffico di persone. Alcuni di questi, poi, sono a rischio terrorismo, come è successo nel caso dell'attentatore di Berlino, il tunisino Amri, il quale, proprio transitato dal carcere di Agrigento, aveva dato visibilmente prova della sua radicalizzazione, tant'è che era stato anche segnalato da parte delle autorità carcerarie. È un carcere che annovera, dal punto di vista percentuale, circa il 50 per cento di detenuti per i reati di cui abbiamo parlato, quindi per reati di traffico di immigrati, scafisti ed altro.

Ci sembra, quindi, che meriterebbe una maggiore attenzione, o almeno meriterebbe un'attenzione ordinaria, per esempio, la nomina di un direttore che non sia a scavalco, cosa che succede invece da parecchio tempo, con un minore livello di attenzione che, nelle condizioni date, certamente non è auspicabile, non è tollerabile. Queste erano le ragioni che ci hanno indotto a presentare questa interpellanza e speriamo che il Governo ci dia risposte positive.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Giustizia, onorevole Gennaro Migliore, ha facoltà di rispondere.

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, signor Presidente. Prima di intervenire nella risposta puntuale che dobbiamo all'onorevole interpellante, vorrei sottolineare quanto sia importante e proficua l'attività di vigilanza e anche di sindacato ispettivo che svolgono i parlamentari della Repubblica quando si recano nei nostri istituti di pena, nelle case circondariali, per realizzare un più efficace monitoraggio delle nostre strutture detentive, anche al fine di realizzare degli atti, come quello che è stato presentato stamattina, che ci consentano di agire sulle inefficienze e sulle difficoltà che si determinano nella concreta gestione dell'attività.

Nel merito, richiamando le recenti notizie apparse sugli organi di stampa e riscontrate anche personalmente nella visita, l'onorevole Capodicasa, in riferimento alla casa circondariale di Agrigento, segnala diverse carenze strutturali dell'istituto, così come ha appena ribadito, anche sul versante igienico-sanitario, che incidono negativamente sulle condizioni di vita dei detenuti ristretti, nonché del personale in servizio. Rileva, altresì, che tale situazione risulterebbe ulteriormente aggravata dall'assenza protratta di una direzione stabile, trattandosi di un istituto connotato dalla presenza di un'elevata percentuale di detenuti per reati connessi al traffico illecito di migranti, con relative ricadute in termini di rischio di radicalizzazione. Su tali premesse chiede al Ministro della Giustizia se intenda intervenire per la soluzione delle criticità rappresentate e quali iniziative intende assumere al fine di garantire all'istituto una direzione stabile, che assicuri efficienza e continuità di gestione.

Con specifico riguardo alle condizioni strutturali della casa circondariale di Agrigento, preme rappresentare che, proprio in considerazione delle criticità in cui versa l'istituto, nel corso del 2016 è stato assegnato al competente Provveditorato regionale un finanziamento pari a 1 milione e mezzo di euro per l'esecuzione di lavori volti all'eliminazione delle infiltrazioni di acqua dai lastrici solari. Inoltre, sono stati inseriti nel programma degli interventi per l'anno 2017 i lavori relativi al primo lotto volti all'adeguamento delle sezioni detentive al DPR n. 230 del 2000, per un importo pari a 1 milione di euro per la struttura di Agrigento.

Come comunicato dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, le risorse assegnate hanno consentito di risolvere, almeno parzialmente, le segnalate criticità. In particolare, si sono conclusi i lavori di impermeabilizzazione delle coperture dei corpi di fabbrica della direzione, della caserma agenti, del block house, dell'ufficio matricola e dell'ufficio ove ha sede il nucleo traduzioni e piantonamenti, mentre sono in fase di aggiudicazione i lavori relativi all'impermeabilizzazione del reparto femminile e in fase di progettazione quelli relativi al reparto maschile. Sono in corso di esecuzione i lavori per la realizzazione delle nuove condotte di acqua calda sanitaria, al fine di assicurare la funzionalità delle docce nelle camere detentive. Sono stati, inoltre, finanziati alcuni interventi di adeguamento igienico-sanitario, tra cui la pavimentazione e il rivestimento delle pareti dei locali adibiti a spaccio-agenti e la bonifica dei locali destinati al servizio cucina. Ulteriori interventi hanno riguardato gli impianti di climatizzazione solare-termico, peraltro potenziato, e quello fotovoltaico. Al fine di rafforzare la sicurezza della struttura, sono stati ultimati i lavori di videosorveglianza, tra cui l'automazione dei cancelli e la creazione della relativa sala regia presso le sezioni detentive.

In ordine, invece, alla questione, anch'essa segnalata, relativa all'assenza di una stabile figura direzionale, che invero investe anche altri istituti penitenziari ed ha dunque portata generale, preme evidenziare che il Ministro della Giustizia, sin dall'inizio del suo mandato, riserva una particolare attenzione a questo tema.

In attuazione al regolamento di riorganizzazione del Ministero, di cui al DPCM del 15 luglio del 2015 n. 84, sono stati infatti adottati tre decreti ministeriali, rispettivamente del 2 marzo, del 22 e del 28 settembre 2016, con cui si è provveduto al riordino complessivo degli uffici di livello dirigenziale non generale, presso il DAP, sia a livello centrale, che periferico, e sono stati altresì stabiliti criteri e modalità di assegnazione degli incarichi di funzioni di dirigenti penitenziari da parte della competente direzione generale del personale del DAP.

In tale nuovo assetto, all'istituto agrigentino è stata riservata la debita considerazione, atteso che nella definizione delle unità dirigenziali non generali e dei posti di funzione da conferire al predetto istituto, sono stati assegnati due dirigenti. Inoltre, nella valutazione della diversa rilevanza degli uffici dirigenziali, sempre la struttura di Agrigento, è stata classificata tra quelle di primo livello, quello più elevato, in una gradazione di tre livelli.

A seguito dell'emanazione dei citati decreti ministeriali, sono state avviate le procedure per il conferimento di tutti gli incarichi dirigenziali, che sono attualmente in corso e, come riferito dal competente dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, si concluderanno entro la fine dell'anno. A quella data troverà, dunque, adeguata soluzione anche la questione relativa alla casa circondariale di Agrigento.

Il complesso delle iniziative intraprese, che peraltro ha ricevuto l'apprezzamento delle organizzazioni sindacali rappresentative del personale, va nella direzione auspicata dall'onorevole interpellante, e crea le premesse per restituire efficienza all'istituto di Agrigento e per rendere più dignitose ed agevoli le condizioni di vita dei detenuti ivi ristretti e del personale in servizio.

Da ultimo, con riferimento alla popolazione ristretta presso l'istituto, e in particolare alla elevata incidenza rilevata dall'interpellante di detenuti stranieri per reati connessi al traffico illecito di migranti, con relativi rischi di radicalizzazione, preme segnalare più in generale che il Ministero ha avviato un'intensa attività nelle carceri con lo scopo di analizzare, neutralizzare e contrastare il fenomeno, nella consapevolezza che il carcere sia un osservatorio in qualche modo privilegiato per cogliere elementi ed acquisire notizie sulla radicalizzazione.

In tale prospettiva, va ricordata la capillare attività di monitoraggio svolta dal NIC, nucleo investigativo centrale, e la condivisione delle informazioni così acquisite con le altre forze di polizia.

Ed, ancora, si segnalano le misure in materia di disposizione dei detenuti per reati di terrorismo internazionale all'interno degli istituti, al fine di assicurarne una collocazione in circuiti penitenziari separati rispetto alla restante popolazione ristretta.

Non da ultimo, sul versante culturale, le iniziative volte ad assicurare un corretto esercizio del culto attraverso la stipula di protocolli d'intesa con le associazioni religiose disponibili a favorire la circolazione di anticorpi in grado di debellare focolai di odio sociale e religioso e, sempre sul medesimo fronte, l'avvio di corsi di formazione specifici per gli agenti di polizia penitenziaria indirizzati prioritariamente a quanti prestano servizio presso gli istituti a più alto rischio di radicalizzazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Capodicasa ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

ANGELO CAPODICASA. Grazie, Presidente. Io dichiaro la mia soddisfazione anche se vi è qualche lacuna nella risposta che è stata data dal Governo. Tuttavia, i punti fondamentali, principali, che avevamo sollevato con la nostra interpellanza, mi pare che siano già stati affrontati. Entro l'anno, se ho capito bene, sia gli interventi di natura strutturale, sia quelli relativi all'assetto dirigenziale del carcere, dovrebbero essere risolti.

C'è un punto su cui il sottosegretario nella sua risposta non ha dato il necessario rilievo: nell'ambito dell'area della stessa casa circondariale è stato realizzato un ulteriore plesso i cui lavori, interrotti da quattro anni, non sono più stati ripresi. Quindi, non si capisce la ragione per la quale non si portino a compimento, cosa che avrebbe di sicuro un effetto migliorativo delle condizioni generali del carcere oltre ad ampliarne la capienza.

Per il resto, sono ben contento delle risposte che ci sono state date a proposito della riqualificazione che è stata data all'istituto di pena, che è stato portato a istituto di pena di primo livello. Questo ovviamente segnala un'attenzione che noi avevamo auspicato. E così via anche per quanto riguarda la direzione del carcere che deve avere necessariamente una sua stabilità per potere gestire un istituto di pena così complesso e di quella dimensione e identità.

Quindi, nel confermare la mia piena soddisfazione, ringrazio il sottosegretario per la risposta.

(Iniziative di competenza volte alla concessione della licenza di allenatore di cavalli per l'area trotto anche a soggetti diversamente abili – n. 3-03107)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione L'Abbate n. 3-03107 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Governo ha ben presente la problematica sollevata dall'interrogante, tanto che con decreto n. 48050 del 16 giugno 2017 è stato modificato l'articolo 20 del regolamento delle corse al trotto, consentendo anche ai soggetti diversamente abili di conseguire la patente di allenatore del trotto, limitatamente all'attività programmatoria-organizzativa, distinta da quella tecnico-organizzativa da svolgere in pista senza necessità di allegare la certificazione medica.

Nel merito preciso che le modalità di rinnovo della licenza di allenatore trotto si differenzia da quella dell'allenatore galoppo in ragione delle differenti mansioni cui essi sono adibiti. L'allenatore professionista del trotto, infatti, ha sempre svolto una serie di attività durante il convegno di corse che, sebbene non agonistiche, lo hanno visto presente ed operante in pista. Per il galoppo, invece, tali funzioni non sono previste e l'allenatore professionista del settore opera in giornata di corsa essenzialmente attraverso il personale di scuderia alle proprie dipendenze o messo a disposizione dalle società di corse.

Da ciò consegue la richiesta dell'allenatore del cavallo trottatore di un certificato medico, che ne attesti l'idoneità fisica, e di una copertura assicurativa per gli eventuali infortuni legati al ruolo svolto in giornata di corse.

Inoltre, quanto alla lettera d) dell'articolo 20 del regolamento delle corse al trotto, rilevo che esso distingue espressamente la figura dei guidatori da quella degli allenatori, entrambe tenute alla presentazione dei documenti ivi specificati. A conferma di ciò, si precisa che anche il regolamento non prevede la qualifica di guidatore-allenatore, ma solo la possibilità che un guidatore ottenga la licenza di allenatore e viceversa. Per cui la citazione delle due qualifiche sta ad indicare che la richiesta di certificazione è richiesta ad ognuna di esse.

Inoltre, osservo anche che gli articoli 20 e 29 del regolamento costituiscono norme generali valide per ogni tipo di licenza afferente al settore trotto ed individuano documentazione da produrre, durata, rinnovo e revoca delle licenze, mentre gli articoli 21 e 26 si riferiscono ai requisiti, modalità e responsabilità in ordine alla partecipazione alle corse per guidatori professionisti o allenatori.

Tutte le citate disposizioni sono tra di loro complementari e non arrecano antinomie. Tuttavia, è indubbio che il settore sta attraversando una fase di cambiamento, che ha visto il progressivo affermarsi di ruoli dei professionisti innovativi, dei quali si è voluto tener conto a livello normativo.

PRESIDENTE. L'onorevole L'Abbate ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie, Presidente. Sono parzialmente soddisfatto della risposta e vi spiego il perché. Dall'8 luglio del 2016 con un decreto del Ministero delle Politiche agricole, n. 53974, i diversamente abili erano stati completamente esclusi e, quindi, non potevano prendere la licenza da allenatore di trotto. Quindi, si sono trovati in una situazione di limbo in cui persone che avevano da sempre fatto un lavoro non potevano più lavorare.

Successivamente, a gennaio, era circolata una bozza per poter intervenire, quindi per recuperare questa situazione. Però, questa bozza è rimasta ferma nei cassetti del Ministero e siamo dovuti intervenire con un'interrogazione a marzo e pare che la cosa sia ripresa. Quindi, a giugno, il 16 giugno 2017, con il decreto n. 48050, che il sottosegretario citava, si è intervenuti per risolvere il problema.

Ma sono parzialmente soddisfatto perché il problema non è stato risolto del tutto, in quanto ci sono tre questioni ancora aperte: una riguarda i termini di presentazione delle richieste per l'ottenimento della licenza da allenatore di trotto per l'anno 2017, perché la scadenza era il 31 marzo, il decreto è stato approvato a giugno e, quindi, o il Governo fa una proroga - magari per fine luglio o per fine agosto - per dare la possibilità di chiedere la licenza o, altrimenti, per un altro anno questi allenatori saranno ancora tagliati fuori; la seconda questione è che bisogna ancora adottare e pubblicare la relativa modulistica con cui poter avanzare richiesta di licenza, perché ancora non è stato fatto; e, poi, c'è una terza questione che riguarda il costo della licenza, perché attualmente la licenza da allenatore e guidatore costa 128 euro e non si capisce il perché la sola licenza da allenatore costi quasi il doppio quando, invece, dovrebbe costare la metà, perché invece di prendere due licenze ne prendo solo una, quindi, non si capisce il perché di queste cifre che sono discriminanti.

Quindi, queste tre questioni, che sono importanti, sono ancora aperte. Noi speriamo che il Governo le risolva quanto prima, proprio perché dobbiamo dare la possibilità e garantire i diritti di tutti i lavoratori, specialmente i diversamente abili, ed era anche fastidiosa la questione che un diversamente abile nel settore del galoppo aveva alcune garanzie e nel settore del trotto non le aveva. Quindi, si spera che si completi questa normativa e che queste tre questioni ancora aperte si risolvano e si chiudano nel più breve tempo possibile.

(Iniziative volte a semplificare le procedure amministrative relative al sistema di dematerializzazione dei registri vitivinicoli, di cui al cosiddetto testo unico del vino, per i piccoli produttori – n. 3-03108)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Becattini n. 3-03108 (Vedi l'allegato A).

GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, premetto che l'Italia quanto ai registri telematici è l'unico Paese produttore di vino a gestire giacenze e movimenti online per identificare eventuali partite irregolari di vino o di produttori irregolari e aumentare così la percezione di qualità e la percezione anche della sicurezza dei nostri vini. Questo strumento rientra tra le semplificazioni che sono legate al settore vinicolo attraverso la dematerializzazione dei registri per un significativo alleggerimento delle incombenze che gravano sui produttori di vino, in particolare sui piccoli produttori vinicoli. L'obbligo di tenuta in via esclusiva in forma dematerializzata dei predetti registri è stato prorogato, con il recente decreto del 28 aprile ultimo scorso, al 30 giugno 2017 e ciò per consentire agli operatori di disporre di un maggior periodo di tempo per familiarizzare con la tenuta telematica dei registri vitivinicoli.

Con il nostro decreto “Campolibero”, il decreto-legge che l'onorevole Becattini ricorda, il n. 91 del 2014, abbiamo esentato 33 mila piccoli produttori dal tenere registri vitivinicoli, consentendo ai titolari di stabilimenti enologici con produzione annua pari o inferiore a 50 ettolitri di presentare solamente la dichiarazione di produzione e la dichiarazione di giacenza. Osservo, poi, che le piccole aziende agricole non devono necessariamente disporre di un programma applicativo dedicato che dialoghi secondo modalità web service, potendo esse compilare il registro direttamente online tramite il servizio dedicato del SIAN messo a disposizione gratuitamente.

Sono altresì previste semplificazioni per gli operatori di settore che producono meno di mille ettolitri di vino ottenuti prevalentemente da uve proprie, i quali, infatti, possono trasmettere al SIAN entro 30 giorni, anche mediante il sistema online, le registrazioni delle operazioni effettuate nonché quelle riepilogative mensili relative alla vinificazione effettuata con uve proprie. Inoltre, dall'inizio di aprile 2017 sono stati attivati anche alcuni aggiornamenti del registro telematico che hanno reso l'uso ancora più agevole e ancora più flessibile e a breve si attiverà anche la possibilità di emissione del documento elettronico di accompagnamento del trasporto dei prodotti vitivinicoli. Data l'importanza attribuita alla formazione, il Ministero delle politiche agricole ha garantito anche un servizio dedicato di assistenza al registro telematico, attivabile direttamente dall'utente.

Per quanto poi attiene al sistema sanzionatorio, il testo unico del vino prevede sanzioni più miti a partire da euro 150 nelle ipotesi di indicazione non essenziale ai fini dell'identificazione dei soggetti interessati, della qualità o quantità del prodotto nonché in caso il prodotto irregolare sia inferiore a 100 ettolitri o a dieci tonnellate o, per i prodotti confezionati, a dieci ettolitri.

Quindi, nel ringraziare l'onorevole Becattini per l'interrogazione, lo voglio rassicurare che il Governo sul tema della semplificazione ha investito gran parte della propria attività legislativa e amministrativa e, anche grazie allo sforzo corale di tutto il Parlamento, oggi abbiamo un testo unico del vino che ha, come primo obiettivo, quello della semplificazione e della sburocratizzazione, oltre che la dematerializzazione dei registri vitivinicoli.

PRESIDENTE. L'onorevole Becattini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

LORENZO BECATTINI. Grazie, Presidente. Mi dichiaro soddisfatto della risposta del sottosegretario, premettendo, naturalmente, che continueremo questo lavoro che facciamo sul territorio relativo al riscontro di questi argomenti, perché l'oggetto di questa interrogazione ha a che fare non tanto con un quadro generale che abbiamo apprezzato, visto che abbiamo un ottimo testo unico sul vino e, più complessivamente, abbiamo un lavoro ben fatto in materia di agricoltura da parte di questo Governo - e questo lo riconoscono i nostri produttori locali, dato che io sono toscano e ho modo di parlare con tanti operatori - ma in discussione è, appunto, un'attenzione specifica su due argomenti e, cioè, sulla semplificazione e sul fatto che questa semplificazione, quando impatta su strutture tecnologiche e telematiche, non sempre ha dato buone risposte. Il signor sottosegretario ricorderà i problemi che sono derivati dal SISTRI, dato che il sistema non ha girato a dovere, e anche in ambito turistico, per esempio, abbiamo avuto piattaforme che poi non hanno reso quello che dovevano rendere dal punto di vista della velocizzazione. Qui alcune realtà più piccole hanno evidenziato alcuni problemi applicativi. Prendo atto, però, di queste rassicurazioni che sono state fornite.

Più in generale, ho iscritto la mia interrogazione in un quadro di maggiore attenzione nei confronti della piccola e media impresa, perché essa costituisce un'ossatura importante. Infatti, anche in agricoltura circa il 90 per cento delle imprese sono piccole imprese che, tutte insieme, producono il 30 per cento del lavoro che viene fatto in agricoltura. Quindi, bisogna considerare con una grande attenzione questo lavoro, ma penso anche che gli elementi legati alla formazione e anche la gradualità che è stata messa in atto per arrivare a questo funzionamento siano importanti. Quindi, nel dichiararmi soddisfatto prendo atto di questa risposta e continueremo a vigilare se quello che viene dichiarato ha un riscontro con gli operatori, perché qui ci possiamo dire molte cose ma poi bisogna discuterne con coloro che debbono applicarle.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 11,35, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Bindi, Luigi Di Maio, Ferrara, Fraccaro, Lorenzo Guerini, Francesco Saverio Romano, Rossomando, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 122, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, il senatore Franco Cardiello in sostituzione del senatore Claudio Fazzone, dimissionario.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15,20.

La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 15,25.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 16 giugno 2017, n. 89, recante interventi urgenti per assicurare la parità di trattamento dei creditori nel contesto di una ricapitalizzazione precauzionale nel settore creditizio (A.C. 4554) (Esame e votazione di questioni pregiudiziali).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Sibilia ed altri n. 1, Busin ed altri n. 2 e Brunetta e Sisto n. 3 (Vedi l'allegato A) presentate al disegno di legge n. 4554: Conversione in legge del decreto-legge 16 giugno 2017, n. 89, recante interventi urgenti per assicurare la parità di trattamento dei creditori nel contesto di una ricapitalizzazione precauzionale nel settore creditizio.

Ricordo che, a norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti. Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.

(Esame di questioni pregiudiziali – A.C. 4554)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame delle questioni pregiudiziali presentate (Vedi l'allegato A).

Il deputato Carlo Sibilia ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.

CARLO SIBILIA. Presidente, purtroppo un dato di fatto che dobbiamo constatare è che questa questione pregiudiziale viene discussa in un momento in cui è bassissima la fiducia in relazione al sistema bancario; e viene discussa in un momento nel quale a questo decreto-legge verrà agganciato un altro decreto-legge, che è quello che di fatto regala altri 5 miliardi di euro dei soldi dei cittadini italiani alle banche e ai banchieri, per salvaguardare banche e banchieri dalle loro nefandezze, dai loro guai, dai prestiti fatti agli amici degli amici e dalle loro problematiche giudiziarie. Ed è incredibile che stiamo ancora qui a discutere, a seguito di una lunga legislatura che si è occupata esclusivamente o soprattutto del problema del sistema bancario. Abbiamo già regalato soldi dei cittadini; questo Governo, Padoan, Renzi hanno già regalato, Gentiloni, che ha esordito proprio regalando 8 miliardi di euro alle banche, a Monte dei Paschi di Siena. Oggi ci troviamo a discutere un nuovo decreto-legge che ne regala 5 di miliardi, più 12 di garanzie.

Fino a cosa vogliamo arrivare? Quando vogliamo svegliarci? Quando sarà il momento che Consob e Banca d'Italia finalmente prenderanno atto del loro fallimento, e vedremo le dimissioni prima di Visco e poi di Vegas? Cosa dobbiamo attendere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Che se ne cadano tutte le banche a terra? Quello che sta succedendo nel nostro Paese è questo, quello che è già successo dal 1990 al 2009 in America: di 40 banche presenti ne sono rimaste in piedi soltanto 4! Questo è il sistema finanziario che sta aggredendo il sistema bancario italiano, ed è quello che sta accadendo oggi, nonostante su Veneto Banca, su Popolare di Vicenza, è dal 2001 che si parla di potenziali violazioni dell'utilizzo di quella banca, e nulla si è mosso dal 2001 ad oggi!

Allora noi siamo qui a contestare un andazzo che non è più accettabile: 17 miliardi è il costo di una proposta di legge che si chiama reddito di cittadinanza. Ci chiediamo allora, quando voi ci dite che non ci sono i soldi per i provvedimenti a favore dei cittadini, ma ci sono a favore delle banche: per quale motivo date 17 miliardi di euro a una banca privata, e non date quei 17 miliardi di euro al sistema di servizi dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ed è incredibile come stiate cercando tutti i modi possibili per non mettere in atto quelle misure che voi stessi avete approvato: come il bail-in, quello che mette a repentaglio i conti correnti dei cittadini di quelle banche, dei risparmiatori di quelle banche, violando l'articolo 47 della Costituzione, che salvaguarda il risparmio. Non lo fate, cercate tutti i modi possibili.

Allora, mi rivolgo al Governo, mi rivolgo a Padoan, che, non più tardi di un mese fa, con un tweet, ci diceva che il nostro sistema bancario è solido. E grazie che è solido, perché, se ci sono i cittadini italiani che, ogni volta che queste banche hanno un problema, ci devono mettere i soldi loro, è chiaro che è solido, tanto paga Pantalone. È facilissimo avere un sistema bancario solido così. La domanda che faccio al Governo è questa: se noi ci mettiamo dai 5 ai 17 miliardi per creare e per sollevare un problema, o meglio, mettere a posto un problema con queste due banche, che cosa ci guadagniamo noi cittadini italiani?

Li voglio anche cacciare questi soldi, voglio anche tassare i cittadini, gli voglio anche privatizzare la sanità, come state facendo, ma, in cambio, cosa ottengono questi cittadini, cosa? Non c'è un responsabile. C'è un crac di 50 miliardi con Monte dei Paschi, avete fatto fuori Veneto Banca e avete fatto fuori Banca Popolare di Vicenza e non c'è un responsabile. Con queste leggi state solo salvaguardando le natiche preziosissime dei banchieri, questo state facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E, allora, la domanda che vi faccio è: fin dove vogliamo arrivare? Perché poi, cari signori, la chicca è questa, la chicca è questa, che sui giornali di oggi c'è Carlo Messina di Intesa Sanpaolo, quello che si è reso disponibile - che bella disponibilità! - a investire un euro, a riceverne 17 miliardi indietro, a prendersi la parte buona di due banche, che ci dice oggi: caro Parlamento, non ti permettere di toccare quel decreto.

Allora, mi chiedo ma per quale motivo si siede Padoan sui banchi del Governo; mettiamoci i banchieri direttamente, leviamo questa maschera di ipocrisia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Se siete servi delle banche, fatele sedere al vostro posto; se dovete fare pedissequamente quello che vi dicono i banchieri, fateli sedere ai banchi del Governo. Che cosa parliamo a fare con Padoan? Che ci deve dire Padoan che noi non sappiamo, se questi decreti vengono scritti dalla Commissione europea e dalle banche private italiane? Questo sta accadendo nel nostro Paese, nel silenzio generale. Ci volete far credere che avete delle diatribe, ma non pensate che i vostri voti, quello che voi votate oggi su questa pregiudiziale di costituzionalità, perché voi violate l'articolo 3 della nostra Costituzione e l'articolo 47 della nostra Costituzione, che salvaguarda il risparmio, non pensate che un giorno non vi verrà chiesto, da chi governerà questo Paese in futuro, il conto personalmente del vostro voto di oggi in Parlamento. Ed è per questo che vi chiedo di votare favorevolmente a questa pregiudiziale; non è più accettabile che un sistema bancario sia tenuto in piedi con i soldi dei cittadini. E vi voglio dire l'ultima chicca, perché, ripeto, possiamo decidere e potete decidere di utilizzare i soldi dei cittadini come vi pare, vi hanno dato questa facoltà, siete in maggioranza, fate così, fate come vi pare, tanto, poi, alle elezioni prendete solo mazzate, come è successo alle amministrative; però, non è accettabile che Banca d'Italia nomini come commissario liquidatore della bad bank della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca il signor Fabrizio Viola, imputato coattamente per manipolazione del mercato e falso in bilancio nell'affare Monte dei Paschi di Siena (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ma è una roba da farci scoppiare il cervello, è una roba da farsi scoppiare il cervello!

Non avete alcuna logica di operazione. Come è possibile affidare il futuro di una banca nelle mani di una persona che è già imputata in maniera coatta in un procedimento per manipolazione del mercato e per falso in bilancio in Monte dei Paschi di Siena, un altro dei più grandi crac dei quali vi siete resi protagonisti? E, allora, queste sono le cose che veramente ci fanno perdere tutta quella fiducia nelle istituzioni, ci fanno perdere la fiducia nella politica. Poi vi lamentate per quale motivo crescono gli altri partiti e al Partito Democratico non lo vota più nessuno. Questi sono i motivi, la vostra incapacità nel gestire le crisi bancarie, che andavano gestite negli anni addietro. Non avete mosso un dito, non avete mosso un dito sulle proposte che abbiamo fatto noi.

Che cosa c'è di strano nel prendere questi cinque miliardi, come avete già fatto, prenderli, inserirli in questa banca e dire: cari signori, abbiamo utilizzato i soldi dei cittadini, allora queste banche diventano di proprietà dello Stato, le nazionalizziamo, finalmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché tanto, se comunque i soldi ce li mettiamo noi, se non riusciamo a ottenere nulla in cambio, nazionalizziamole, prendiamo la stessa esperienza che è stata fatta in altri Paesi d'Europa che hanno nazionalizzato per un periodo il sistema bancario e hanno rivenduto quelle banche risanate da un sistema efficiente. E non dimentichiamo le responsabilità della politica sul territorio, responsabilità di chi ha governato il nord-est, chi andava a braccetto con Consoli.

E chi c'era lì che oggi si vorrebbe rifare la verginità? C'era la Lega Nord, chiaramente, anche loro responsabili di questo crack bancario. Vorrei sentire qualcuno di voi che possa confutare queste tesi, la tesi che voi avete fatto una scelta chiara: vi siete resi supini al dominio della finanza rispetto a quello della politica. Oggi è l'ennesima occasione che avete per dire “no” dei soldi ai cittadini dati alle banche e “sì” dei soldi dei cittadini dati ai cittadini per i loro servizi. Questi 17 miliardi li avreste potuti usare per tantissime altre situazioni. Noi abbiamo posto una delle nostre proposte, che è il reddito di cittadinanza, ma ci sono migliaia di altre situazioni che potrebbero essere risolte con questi finanziamenti. Penso al dissesto idrogeologico, penso al terremoto nelle aree del Centro Italia, penso alla prevenzione degli eventi sismici; eppure, non avete messo un euro lì e tutti per le banche private.

Ma che cosa vi aspettate? Cercate, allora, di riflettere, quando farete questo voto, perché il prossimo Governo, che sarà un Governo del MoVimento 5 Stelle, ve ne chiederà il conto. Votate favorevolmente a questa pregiudiziale di costituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Busin ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 2. Non lo vedo in Aula; quindi, ha dimenticato che doveva illustrare la questione pregiudiziale da lui stesso presentata. C'è qualche altro firmatario che vuole illustrarla al posto di Filippo Busin? Nessuno chiede di illustrarla? Andiamo avanti.

Il deputato Sisto ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Brunetta e Sisto n. 3, di cui è cofirmatario.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Le questioni pregiudiziali di matrice costituzionale hanno un pregio, cioè quello che costringono a rileggere determinate scelte del Governo sulla scorta di pilastri di chiarezza assoluta. E quando, come in questa pregiudiziale, noi abbiamo invocato le norme che regolano questa materia, a partire dall'articolo 3 della Costituzione fino al diritto di difesa dell'articolo 24, ma avendo il fulcro nell'articolo 47 della Costituzione, la tutela del risparmio, riteniamo di avere correttamente invocato una paralisi di tipo costituzionale su questa iniziativa, che, però, deve essere necessariamente preceduta da una valutazione di matrice squisitamente politica, che dà l'idea di come questo Governo proceda in una materia così delicata, non tanto per i beneficiari di questi provvedimenti, ma per coloro che subiscono le conseguenze negative di questi provvedimenti, che sono, ovviamente, i risparmiatori.

Mi chiedo, questo provvedimento, che vede già gemmare in maniera assolutamente anomala un altro provvedimento identico, questo a riprova della miopia con cui il Governo procede, non soltanto su questa materia. Cioè, vi è stata la necessità già di mettere praticamente nel cestino tutta questa iniziativa, perché ritenuta insufficiente, e, di tutta fretta, si è stilato un altro decreto. Ma si avrà un motivo di ritenere che la decretazione, forse, dovrebbe essere, anche questa, di matrice costituzionale, con un po' più di pudore (non riesco a chiamarlo diversamente)? Infatti, l'abuso del diritto non è soltanto l'abuso del diritto sostanziale ma anche il ricorso a strumenti eccezionali da parte del Governo e, ovviamente, il Parlamento in questa legislatura ci ha abituato alle forzature più indicibili, alle frustate ai regolamenti, alle regole, al buonsenso, all'opportunità, le frustate più violente.

Noi siamo a discutere di incostituzionalità di un decreto che, udite, udite, ha un'antinomia evidente e che, a mio avviso, la dice già tutta: l'articolo 47 della Costituzione, la tutela del risparmio in tutte le sue forme; l'articolo 3, uguaglianza formale e sostanziale di tutti i cittadini. Allora, incominciamo a dire del cosiddetto freezing e qui mi consentirà, Presidente, una leggera digressione: io non penso che le perdite economiche e i danni ai risparmiatori, ove fossero inglesizzati e fossero resi in qualche maniera più tecnologici e quindi incomprensibili, cambino. Allora, quando io debbo pensare che il burden sharing sia, in qualche maniera, meno dannoso della condivisione delle perdite o che il no creditor worse off sia un modo per alleggerire quello che accade, devo dire che è un tentativo mal riuscito. Non è certamente tecnicizzando i concetti che si possono disperdere le conseguenze negative.

Allora, è chiaro che il freezing, un'altra bellissima espressione ma che sostanzialmente significa congelamento del pagamento del prestito obbligazionario da parte dei due istituti ai loro sottoscrittori per un periodo fino a sei mesi, è pacifico che determina una disparità di trattamento. Cioè, noi stiamo inserendo, per ragioni di opportunità tra l'altro precarie visto l'altro provvedimento, un'evidente disparità di trattamento nei confronti di altri obbligazionisti con stesse caratteristiche e l'articolo 3 non è una livella che mette tutti nella stessa posizione, ma obbliga a parità di trattamento in identica posizione: tutti coloro che hanno la stessa posizione devono essere trattati esattamente allo stesso modo, come questo decreto non fa. E quando l'articolo 47 della Costituzione impone la tutela dei risparmiatori, qui l'elusione - anzi l'aggiramento, se proprio volessimo essere precisi, perché elusione è qualche cosa di più morbido e qui c'è proprio un aggiramento netto del disposto dell'articolo 47 - provoca un danno finanziario e patrimoniale a coloro che sono titolari di queste obbligazioni, che non solo vedono il proprio prestito non ripagato ma non lo vedono neanche ripagato secondo delle modalità contrattuali. Cioè, noi stiamo intervenendo nei rapporti fra l'istituto e i contraenti vanificando quelle che sono le previsioni contrattuali.

Ma ove questo non basti, vi è una violazione che noi abbiamo denunciato in questa pregiudiziale dell'articolo 1322 del codice civile, cioè il principio dell'autonomia contrattuale nei confronti delle banche. Chiedo, Presidente: è lecito ritenere che si possa, con una mossa politica direi azzardata, intervenire così pesantemente nel tessuto connettivo dei rapporti finanziari? Cioè, può il Governo per una scelta politica cancellare, direi obliterare, far finta che nulla sia accaduto e, quindi, porre delle condizioni politiche a negazione di rapporti contrattuali che riguardano i singoli e per questo meritano di essere ampiamente tutelate? Questo è ciò che accade. L'articolo 1322 del codice civile è assolutamente cancellato senza che si possa far valere la responsabilità neanche a titolo precontrattuale, perché il decreto la esclude arbitrariamente (scusate se approfitto di questa parola: “arbitrariamente”). O qualcuno pensa che, poiché si tratta di un decreto-legge, debba ex se mai essere arbitrario? L'arbitrarietà non deriva dalla forma, ma deriva dai contenuti; ci può essere una forma apparentemente legittima ma con dei contenuti arbitrari come in questo caso e qui la questione di pregiudizialità costituzionale assume tutto il suo spessore.

Ma la violazione più clamorosa - e lo dico anche per una sensibilità che ovviamente ho verso questa norma, verso l'articolo 24 della Costituzione - è dovuta non solo alla non risarcibilità di questo danno in virtù della esimente - chiamiamola così - del decreto, ma la impossibilità di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti patrimoniali e non patrimoniali.

Si può cancellare il diritto di agire in giudizio ai sensi dell'articolo 24 della Costituzione? Cioè, sul diritto di difesa può arrivare un Governo a dire: “No, tu non puoi agire; il tuo diritto è cancellato per decreto - che vale, non vale, si vedrà, adesso ne arriva un altro - ma è cancellato”? Noi possiamo rimanere sordi di fronte a questa scelta di cancellare il diritto di difendersi? Io credo che, in questo clima trascendente, per usare una figura retorica in modo non retorico, noi stiamo andando di tutta fretta verso la cancellazione dei diritti fondamentali. Noi andiamo di questo passo a ritenere, come accade nelle peggiori caserme, che le regole peggiori diventino sopportate, tollerate, ordinarie. Ci stiamo abituando lentamente, come un veleno inesorabile, alla negazione dei diritti fondamentali. Questo io credo che sia il leitmotiv, il filo conduttore del modo di comportarsi di questo Governo: attaccare i diritti fondamentali con strumenti eccezionali ed ultrarapidi, quasi a stordire il Parlamento e le nostre coscienze. Noi da questo punto di vista riteniamo che questa pregiudiziale sia soltanto un bonsai, un piccolo segno di come si procede e non si discosta da questo modus di leggere le situazioni giuridiche e non.

E, allora, se il diritto di difesa è inviolabile e deve essere garantito e se il decreto - così come è scritto nella nostra questione di pregiudizialità - nega il diritto alla tutela dei propri diritti di credito, io penso che, necessariamente e inevitabilmente, questa erosione delle coscienze che noi dai banchi dell'opposizione proponiamo, lentamente ma inesorabilmente, porterà il Parlamento a svegliarsi da questo sonno dogmatico di attacco ai principi costituzionali. Noi riteniamo che questa pregiudiziale abbia una sua ragione, un suo spessore, un suo motivo di essere e non soltanto per quello che è accaduto, non soltanto per quello che è, ma soprattutto - fatemelo dire -per quello che verrà e che mi auguro non possa mai accadere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Carlo Francesco Mottola. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signora Presidente, onorevoli colleghi, le pregiudiziali al nostro esame fanno riferimento al presunto vulnus che il provvedimento in esame arrecherebbe agli articoli 3, 24 e 47 della Costituzione, il primo creativo della parità di trattamento dei cittadini, il secondo relativo al diritto di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti, il terzo che fa riferimento alla tutela del risparmio. In sostanza, secondo le pregiudiziali, il decreto-legge in esame violerebbe i tre citati articoli perché impone la proroga automatica, per la durata di sei mesi, della presentazione dell'istanza di ricapitalizzazione precauzionale prevista dall'articolo 19 del decreto-legge n. 237 del 2016 e prevede l'allungamento a 120 giorni per l'attivazione del meccanismo di compensazione per i detentori di obbligazioni coinvolte nelle misure di ripartizione degli oneri. In una pregiudiziale si fa anche riferimento al decreto-legge n. 99 appena pubblicato, che riguarda l'avvio e lo svolgimento della liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza Spa e di Veneto Banca Spa, la cui presentazione evidentemente ha riflessi politici in questo dibattito ma non certamente riflessi di carattere procedurale.

In prima battuta, occorre dire che le diverse pregiudiziali altro non fanno che ripetere le argomentazioni più volte espresse nel corso dell'esame dei diversi decreti-legge relativi alle liquidazioni o al salvataggio-ricapitalizzazione degli altri istituti di credito oppure alla tutela dei risparmiatori coinvolti in queste operazioni. In relazione all'articolo 3 della Costituzione è stata sollevata la sua presunta violazione con riferimento al decreto-legge n. 237 del 2016 sul Monte dei Paschi perché, per i suoi correntisti, non erano stati applicati gli stessi criteri usati per quelli delle quattro casse, Carichieti, Banca Etruria, Banca Marche e Carige, poste in liquidazione con legge di stabilità 2016. Ma in questo caso si fece riferimento ad un meccanismo di risoluzione, così come previsto dalle direttive europee; per Monte dei Paschi si è trattato di ricapitalizzazione, per Veneto Banca e Popolare di Vicenza si tratta di nuovo di liquidazione. Alle banche poste in liquidazione si è applicato il burden sharing, condivisione degli oneri, che è una procedura disciplinata dall'articolo 132 della direttiva 2014/59/UE, Bank Recovery and Resolution Directive, da applicarsi in caso di dissesto di un istituto bancario. È chiaro che i correntisti, gli azionisti e gli obbligazionisti dei diversi istituti soggiacciono a diversi trattamenti a causa della diversità della situazione.

Rammentiamo che il decreto-legge n. 59 del 2016 ha comunque previsto un indennizzo forfettario per i risparmiatori delle quattro casse liquidate pari all'80 per cento delle somme impegnate. Uno strumento analogo è previsto in favore degli investitori di Veneto Banca e Popolare di Vicenza dall'articolo 6 del decreto-legge n. 99 appena presentato.

Viceversa, per Monte Paschi è stata possibile una procedura di ricapitalizzazione in totale accordo con le autorità comunitarie, e quindi i detentori di obbligazioni subordinate emesse da MPS si sono visti nella quasi totalità rimborsare a scadenza il 100 per cento del valore nominale dei titoli in loro possesso. Quanto alla violazione dell'articolo 47, della tutela del risparmio, appare difficile sostenere questo punto, in quanto il Governo si è sempre mosso in pieno rispetto delle leggi bancarie, delle norme comunitarie e delle direttive della Banca centrale europea, come anche ieri è stato riconosciuto dagli organismi europei.

Quanto infine alla violazione dell'articolo 24 della Costituzione, sul diritto alla difesa, che sarebbe impossibile da esercitare a causa delle norme imperative del decreto-legge, il provvedimento in esame altro non fa che differire alcuni termini. In particolare, uno di essi viene prorogato proprio per consentire un'adeguata valutazione degli effetti che riguardano gli investitori non professionali coinvolti nel meccanismo di compensazione e i detentori di obbligazioni sulle quali è scaricata parte delle misure di ripartizione degli oneri. Nel testo del decreto-legge in esame non viene peraltro prevista alcuna norma di congelamento che cristallizzi a una certa data la situazione delle passività suscettibili di burden sharing. Si interviene con proroga semplicemente - cito testualmente dalla relazione al provvedimento - in considerazione della non prevista durata delle negoziazioni con le istituzioni dell'Unione europea competenti a valutare la conformità delle misure di intervento pubblico con il quadro normativo dell'Unione. La mancanza di una norma di tal genere può rivelarsi pregiudizievole per la parità di trattamento dei creditori, qualora, nel corso della procedura di autorizzazione della misura pubblica, alcune delle passività coinvolte vengano a scadenza: un ulteriore determinante elemento che dimostra l'infondatezza delle pregiudiziali presentate. Diverse sono invece le questioni politiche e le stesse valutazioni che possono essere fatte sulle conseguenze sociali ed economiche sui risparmiatori derivanti dalle difficoltà e dalle situazioni di dissesto che affliggono parte del sistema bancario nazionale. Ma l'approvazione delle pregiudiziali precluderebbe proprio questo dibattito. I problemi non si risolvono negando a priori il dibattito sulle proposte di intervento che il Governo presenta, proposte che, peraltro, rispettano pienamente i requisiti di necessità, di urgenza e di organicità. Per questi motivi il gruppo di Alternativa Popolare voterà convintamente contro le pregiudiziali presentate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Michele Ragosta. Ne ha facoltà.

MICHELE RAGOSTA. Gentile Presidente, onorevoli colleghi, come molti di voi sanno, le criticità che affliggono il settore creditizio italiano stanno particolarmente a cuore al nostro gruppo parlamentare, che ha sempre spronato il Governo ad affrontare la questione alla radice, andando addirittura in contenzioso con l'Unione europea sulla natura del Fondo di garanzia a tutela dei consumatori per consentire che intervenisse su Banca Etruria prima e sulle banche venete oggi. Infatti, parliamoci chiaro, molto di quello cui assistiamo oggi deriva da questo, dal non essere andati a fondo sulle questioni, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, e tutti siamo preoccupati perché le notizie che leggiamo sulla stampa, sia sul decreto su cui oggi pendono le questioni pregiudiziali sia sul secondo decreto pubblicato domenica scorsa in un'edizione straordinaria della GazzettaUfficiale, hanno lasciato l'opinione generale completamente impietrita. Ciò perché le scelte di cui si parla in questi giorni non salvano nessuna banca, mettono in liquidazione le banche, scaricano sulle spalle della collettività un ammontare di crediti difficili per miliardi e miliardi di euro; affidano la parte attiva degli istituti veneti alla principale banca del Paese per un prezzo nullo, senza offrire un futuro certo alle prospettive del credito a uno dei territori più attivi del Paese, con ripercussioni rilevanti sul piano occupazionale di tutti i lavoratori coinvolti. Detto questo, dobbiamo pure dire in questo momento che non ha nessun senso votare a favore di queste pregiudiziali di costituzionalità su un primo decreto composto da un unico articolo, che di fatto si riverserà nel secondo che il Parlamento dovrà affrontare, trattare, e rispetto al quale il Governo dovrà prendersi le proprie responsabilità se decidere di chiudere senza tante discussioni di merito.

Sono più di 31 miliardi di euro i soldi spesi per evitare il collasso del sistema bancario, definito per anni solido nelle dichiarazioni ufficiali. Sono soldi delle banche sane e dei loro correntisti, soldi dei contribuenti, soldi dello Stato; poco meno di 2 punti di PIL o, se si preferisce, abbastanza per tagliare di quasi un punto e mezzo il debito pubblico.

Una cosa è il merito delle questioni, dunque; un'altra i profili di incostituzionalità che sottendono una questione pregiudiziale, che non può essere trasformata in una dichiarazione di voto contrario su un provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sara Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO. Presidente, entrerò certamente nel merito delle questioni sollevate nelle questioni pregiudiziali al decreto in esame, ma mi consenta di evidenziare come in tutte si ritrovi di fatto una contestazione dell'intero impianto di intervento per la soluzione delle crisi bancarie venete e, ancor di più, accomunando situazioni diverse, la contestazione va a tutte le misure assunte dal Governo in questi ultimi tre anni.

Nella linea del “contestiamo tutto”, però, sorgono evidenti contraddizioni, politiche prima che tecniche: da un lato, si chiede la giusta tutela dei risparmiatori e delle imprese, dall'altro si rivendica la necessità del non intervento pubblico nel salvare imprese private.

Una diversa e ancor più grande contraddizione sta poi nel fatto che chi oggi contesta e giudica irrispettosi dei principi costituzionali i provvedimenti assunti, in passato, mentre sedeva sui banchi del Governo, nulla ha fatto per consolidare un sistema bancario evidentemente fragile, nulla faceva mentre la vicina Germania investiva l'11 per cento del PIL per le proprie banche. Da quegli stessi banchi, non ha avviato le riforme che da più di trent'anni venivano auspicate ed è proprio nei meandri dei meccanismi di gestione degli istituti popolari che sono maturati comportamenti e clientelismi che hanno contribuito alle crisi.

Basta con l'accusa secondo cui la riforma è la causa delle crisi bancarie, basta nascondersi dietro a un dito. La riforma, semmai, è stata l'occasione per far emergere un sistema deviato, sbagliato, che richiedeva, anche da un punto di vista normativo, una risposta.

Veniamo ora al decreto-legge n. 89 del 2017, nel quale si prevedono due modifiche alla disciplina dell'intervento pubblico nelle procedure di risanamento e ricapitalizzazione degli istituti bancari, prevista dal decreto-legge n. 237 del 2016, procedura che, come è noto, non verrà applicata ai due istituti veneti, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Mi è di dovere quindi slegare le considerazioni che farò qui di seguito dalle sole vicende delle due banche venete richiamate nelle questioni pregiudiziali, senza certo ignorare il dibattito che in quest'Aula affronteremo nelle prossime settimane proprio sulla strada della liquidazione coatta amministrativa prevista per esse.

Il decreto-legge n. 89 introduce norme di carattere generale che riempiono un vuoto normativo lasciato dalla disciplina della ricapitalizzazione precauzionale, in particolare legato all'indeterminatezza dei tempi delle trattative che sono imposte con le istituzioni dell'Unione europea. La ratio delle modifiche è, al contrario di quanto affermato dai colleghi intervenuti prima di me, la garanzia della parità di trattamento dei creditori, parità di trattamento che non può essere richiamata, come fa il MoVimento 5 Stelle, con i risparmiatori delle quattro banche liquidate nel 2015. Infatti, non possono accedere alla ricapitalizzazione precauzionale le banche in dissesto, ma soltanto quelle che presentino un'esigenza di rafforzamento patrimoniale derivante da uno scenario avverso di prove di stress.

Questa caratteristica distingue nettamente gli interventi che lo Stato può operare in forza del decreto-legge n. 237 dai provvedimenti nei confronti delle quattro banche sottoposte a procedura di risoluzione nel novembre del 2015, che all'epoca già si trovavano in una situazione di dissesto e, anche in quel caso, fu tuttavia possibile evitare il coinvolgimento dei creditori non subordinati, perché la procedura di risoluzione venne attivata immediatamente dopo il recepimento del bail-in, ma prima dell'inizio del 2016, ovvero dell'entrata in vigore.

Tornando alle osservazioni più generali rivolte dai colleghi in merito al rispetto della parità di trattamento, andiamo a vedere cosa si prevede alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 del decreto-legge: in relazione agli emittenti che abbiano presentato istanza di ricapitalizzazione precauzionale, si dispone la proroga automatica per la durata di sei mesi del termine di scadenza delle passività indicate nell'articolo 22, comma 2, del decreto-legge n. 237, che vengono a scadenza nel medesimo lasso di tempo; la proroga non ha, ovviamente, effetti retroattivi, ma riguarda solo le passività che verranno a scadenza dopo l'entrata in vigore del presente decreto e, durante la proroga, le passività producono interessi secondo le previsioni contrattuali applicabili.

Questa previsione non viola l'articolo 3 della Costituzione, anzi, la sua approvazione risulta necessaria per garantire parità di trattamento ai detentori tutti di obbligazioni subordinate, perché, nell'arco di tempo che intercorre tra la presentazione della citata istanza per la ricapitalizzazione e le decisioni finali, che dipendono dagli esiti delle trattative con le competenti istituzioni europee, risulta necessario cristallizzare la situazione delle passività suscettibili di burden sharing, al fine di tenere conto delle evidenti difficoltà finanziarie che hanno portato a richiedere l'intervento pubblico.

Inoltre, nelle more della procedura di autorizzazione, tale norma di freezing, che, peraltro, è prevista dalle norme europee, consente di preservare la situazione patrimoniale dell'istituto senza che il rimborso delle passività subordinate alteri il quadro finanziario.

Se c'è, quindi, una prospettiva, per i detentori di obbligazioni subordinate, di avere un percorso tutelato è grazie a queste misure; l'alternativa qual era? Lasciare che le difficoltà della banca, comunque, spostassero il pagamento delle subordinate o, addirittura, che non assolvessero a tale pagamento.

In conclusione, Presidente, annunciando il voto contrario del gruppo del Partito Democratico alle pregiudiziali presentate, invito, attraverso di lei, i colleghi delle opposizioni a chiarire una volta per tutte la loro posizione, con chiarezza e senza strumentalizzazioni giocate sulle spalle dei cittadini. Chiariscano se è prioritario intervenire, dopo anni di ingiustificata miopia, per tutelare i risparmiatori danneggiati, le imprese messe in crisi, i lavoratori degli istituti bancari; chiariscano quali sono, a loro parere, le strade alternative.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

SARA MORETTO. Concludo, Presidente. Ai tanti cittadini preoccupati e, in molti casi, disperati, dal Governo giunge la sicurezza che agli istituti veneti non sarà applicato il bail-in e serie misure di ristoro che li tutelano davvero, oltre le chiacchiere (Applausi dei deputati del gruppo partito Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Walter Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO. Presidente Boldrini, sottosegretario, siamo di fronte all'ennesimo scandalo rispetto a quanto sta accadendo in seno al sistema bancario italiano, già in un momento, Presidente, in cui la fiducia dei cittadini italiani nei confronti del sistema bancario è ai minimi storici e, poi, rispetto anche alle considerazioni di incostituzionalità di questo ennesimo decreto d'urgenza, ricordiamo che ci sarà un passaggio solamente di Aula, nel senso che, se è vero che il decreto n. 89 del 16 giugno 2017 sulle banche verrà di fatto agganciato ad un altro decreto, dovremo ritrovarci qui in Aula a fare la stessa cosa, fra qualche giorno.

Allora, diciamo le cose come stanno ai cittadini italiani: diciamo che il decreto n. 89 del 16 giugno 2017 è il cosiddetto combinato disposto con quello che domenica siete riusciti a fare, in un giorno - voglio dire - del tutto particolare per decretare, ma siete riusciti a farlo. Ovvero, questo combinato disposto - chiamiamolo con il loro nome - è un regalo alla grande finanza, è un regalo al capitale finanziario.

Abbiamo già regalato, avete già regalato circa 7 o 8 miliardi al Monte dei Paschi di Siena; vi accingete a regalare altri 5 miliardi, più altri 12 miliardi di garanzie di soldi pubblici alle banche. Allora, voglio dire un sillogismo: se questi sono soldi pubblici che vengono dati alle banche da parte della collettività, perché non andiamo a nazionalizzare queste banche e non andiamo a farle diventare quello che dovrebbero essere, proprietà dei cittadini? Perché i cittadini stanno pagando, Presidente, tutta questa marea di miliardi.

Il Ministro Padoan, tra l'altro, ha dichiarato, ieri: nessun regalo ai privati. Mentre, oggi, addirittura da una banca, Intesa San Paolo, che ha comprato ad un euro tutto questo popò di roba, si dice: se ci sarà qualche problema in Parlamento, allora noi ci tiriamo indietro. Va bene. Probabilmente, tra qualche collega, forse 10 o 15 euro riusciremo a tirarli fuori, più di un euro, più di questo regalo a Banca Intesa San Paolo! E, quindi, viene pure a minacciare, questa persona, se il Parlamento, che dovrebbe essere in grado di legiferare autonomamente, di tirarsi indietro, mandando tutto a quel paese, come si suol dire.

Allora, come ricordava prima un collega del MoVimento 5 Stelle in un passaggio sul quale io sono perfettamente d'accordo, non vedo perché il Governo non debba essere sostituito dagli amministratori delegati delle banche, perché tanto questo state facendo, state facendo soltanto gli interessi loro, piuttosto che gli interessi dei cittadini, e vi lamentate o cercate giustificazioni, poi, se il cittadino, giustamente, non vi vota, come in seno alle ultime elezioni amministrative appena svoltesi.

Quindi, Presidente, cosa fate, cosa fa il Partito Democratico, cosa fa il Governo? Va a dare la parte buona di Veneto Banca e di Popolare di Vicenza con un euro, lo ricordo, a Banca Intesa, va a lasciare, di fatto, allo Stato la cosiddetta bad bank, e se lascia allo Stato la bad bank vuol dire che lascia trasversalmente ai cittadini tutte le porcherie di questa bad bank, tutto quello che è insolvibile, sotto questo punto di vista. Ci saranno, sottosegretario, 86.000 azionisti che non avranno nulla e se prima, è vero, la collega del Partito Democratico parlava di quale alternativa ci fosse, noi ce l'abbiamo subito l'alternativa: l'alternativa è che tutti, obbligazionisti, azionisti, tutti devono avere lo stesso trattamento, che i responsabili di queste porcherie siano obbligati in solido a pagare, anche con il carcere, e che chiaramente i vertici di Bankitalia e Consob debbano andare immediatamente a casa.

Questo, Presidente, è un ennesimo colpo di Stato che il Governo sta perpetrando nei confronti dei cittadini italiani. Violate l'articolo 3 della Costituzione, violate l'articolo 47 della Costituzione, la tutela sul risparmio; però, quando separeremo mai, Governo, le banche commerciali dalle banche d'affari? Mai, fintanto che ci sarete voi; però, intanto, e chiudo Presidente, le aziende fuori da queste stanze continuano a fallire.

E, allora, noi ci chiediamo quando verranno dati 17 miliardi sulle pensioni, quando verranno dati 17 miliardi sul welfare, sul lavoro, sull'ambiente, ai terremotati? Alle banche viene concesso tutto, ma ricordiamoci, Presidente, e veramente concludo, lo ricordo a tutti, che quando un'azienda, anche un'azienda importante, in Italia, deve fallire, lo Stato, molto spesso, la lascia fallire. Questa è un'evidente disparità di trattamento nei confronti di cittadini onesti che pagano le tasse. Prendetevi le vostre responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Zanetti. Ne ha facoltà.

ENRICO ZANETTI. Grazie, Presidente. Il gruppo di Scelta Civica-ALA voterà contro queste pregiudiziali, non ravvisandone i presupposti. Vogliamo, però, discutere a fondo, nelle prossime giornate e settimane, sul merito del provvedimento che ci lascia perplessi sotto molti punti di vista, a cominciare dal modo in cui ci si è arrivati. Perché, vedete, nell'istante in cui viene detto “per come era la situazione venerdì, cos'altro avremmo potuto fare?”, è evidente che non si può non essere d'accordo. Il tema, però, è come ci si è arrivati a quel venerdì; e ci si è arrivati dopo una linea seguita in modo coerente fino al decreto che ha stanziato i venti miliardi finalizzati alle ricapitalizzazioni precauzionali, salvo, poi, sei mesi buttati via in tentennamenti, fino a quando, appunto, ci si è ridotti a dover prendere una decisione da ultima istanza, una decisione da ultima istanza che, a differenza di tutti i provvedimenti precedenti, per la prima volta, davvero, regala soldi dello Stato ai privati.

Tutti gli interventi precedenti, nel settore bancario di questi anni, si caratterizzavano o per un'azione del Governo volta, in modo efficace - a differenza di quello che è avvenuto in questi sei mesi -, a operare una moral suasion sul sistema, perché provvedesse con fondi privati, oppure per interventi pubblici costruiti, però, con un impianto molto chiaro: o di prestito con ritorno o di acquisto azionario e, quindi, sostanzialmente, nazionalizzazione temporanea per quota parte delle azioni di possesso, quello che, peraltro, era intendimento fare anche in questa circostanza. Soltanto, che dopo sei mesi passati a tergiversare, con un'inversione a “U” negli ultimi sei giorni, ci si è ritrovati inevitabilmente all'angolo, dando modo a quel punto anche ai privati di fare quello che è cinico, ma legittimo, legittimo, ma cinico, e cioè i loro interessi, perché è fuor di dubbio che, senza questo accordo, lo Stato, che nel frattempo si era impegnato anche con garanzie significative, avrebbe avuto perdite probabilmente maggiori di quelle a cui si espone con questo decreto. Ma è altrettanto vero che, proprio perché si è arrivati fino all'ultimo minuto con forti indecisioni sulla strada da scegliere, si è consentito ai privati di cercare di poter spuntare le migliori condizioni possibili e sono condizioni ottime con le quali non si fa un intervento di sistema, come sarebbe stato mettere 1,2 miliardi che mancavano per poter procedere alla ricapitalizzazione precauzionale; non si fa come in Spagna dove è vero che gli attivi vengono acquistati a un euro, però la stessa banca si mette sul mercato e ricapitalizza la bad bank assumendosi anche i rischi connessi alla bad bank. Qui si danno gli attivi buoni a un euro; tutti i rischi li si mette in una bad bank che dovrà essere gestita dallo Stato; in più si danno anche garanzie per la durata di tre anni nel caso in cui alcuni degli attivi passati alla banca si rivelassero a posteriori meno buoni di quel che sembrava e, in quel caso, la Banca Intesa li rigirerà allo Stato.

Ripeto: se la fotografia è venerdì, possiamo anche discutere sul fatto che non si poteva fare altro; ma come ci si è arrivati? Per tale ragione sarà per noi importante un dibattito molto franco sul decreto-legge perché per votarlo servono due condizioni, non ne basta una: serve senz'altro senso di responsabilità ma, viva iddio, servirebbe anche un'assunzione di responsabilità da parte di chi ci ha portato a questo weekend. Nel mentre della discussione sul merito ribadiamo il voto contrario alle pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Mi permetta in esordio di rivolgermi al sottosegretario Baretta per domandargli di chiedere al Ministro Padoan di essere, da qui in avanti, possibilmente sempre in Aula quando si parla di banche perché, dopo il disastro che ha combinato da cinque anni a questa parte, sarebbe almeno il caso diciamo che avesse il coraggio e la forza di metterci puntualmente la faccia, invece di costringere altri a farlo al posto suo.

Questo è un decreto-legge piccolo di due articoli che fa un'operazione abbastanza stravagante, se vogliamo, che certo può essere invocata come causata da elementi di forza maggiore; però, che il Governo entri in un negozio, in un rapporto tra privati d'imperio, dicendo a chi aveva acquistato un'obbligazione che quell'obbligazione verrà rimborsata da lì a qualche mese, ben sapendo, mentre lo fa, che ha già pronto un altro decreto che cancellerà quell'obbligazione, voi vi rendete conto non è cosa che dovrebbe essere del tutto passata sotto silenzio o ammessa come normale, almeno in uno Stato di diritto. Infatti, una persona dovrebbe avere bene la facoltà e la possibilità di sapere che, se presta soldi a qualcuno, fosse anche una banca, quei soldi gli verranno restituiti alla scadenza, senza che intervenga una legge dello Stato a dire che questa cosa può essere rimandata.

Tuttavia, si dice che questa cosa è possibile e si deve fare perché, se quell'obbligazione fosse andata a scadenza, avrebbe accelerato evidentemente il fallimento della banca in questione, comunque già previsto e messo poi in atto dal decreto di domenica, l'avrebbe accelerato e avrebbe creato un problema.

Quindi, evidentemente quando ci sono le banche di mezzo, si può anche intervenire per legge a riscadenzare un debito. Su questo, però, interviene una domanda, che è la domanda che il Parlamento si dovrebbe fare: ma anche ammesso che i rapporti tra banche e cittadini siano una cosa particolare rispetto ai contratti che noi stipuliamo con chiunque altro nelle nostre giornate normali, ma perché quando è una banca a farsi prestare soldi da un cittadino, se non è in grado di rimborsarli, può intervenire un articolo di legge a concedere il diritto di non farlo o di farlo da lì a qualche mese e quando, invece, è un cittadino o un'impresa ad essere in difficoltà con una banca e con una scadenza non può mai, mai, mai intervenire un articolo di legge che riscadenzi di sei mesi, di un anno, che posticipi la scadenza impossibile da pagare per un cittadino o un'impresa? Infatti, quante volte l'abbiamo chiesto qui dentro, anche nei momenti più acuti della crisi, che potessero intervenire moratorie rispetto ai pagamenti; che, rispetto ad un'impresa che non riesce a pagare una scadenza, una legge potesse stabilire il diritto di farlo tra sei mesi e si è sempre detto che non si può perché non si può intervenire nei rapporti tra una banca e un cittadino. Però, oggi scopriamo che si può intervenire a rovescio: quando è la banca a dovere i soldi, allora è tutto legittimo: si può fare il “decretino”, si può portare avanti.

Il Governo dovrebbe capire che non è particolarmente serio stare sempre dalla parte del più forte all'interno di un rapporto negoziale, quando tra banca e cliente si ha sempre il coraggio di schierarsi dalla parte dell'attore più forte, cioè la banca, e non si ha mai il coraggio di fare neppure un passo nei confronti della parte più debole sia essa un'impresa sia essa una famiglia anche quando sono in seria difficoltà. Devo dirle, sottosegretario, che in questo Paese - lei lo sa meglio di me - famiglie in difficoltà nei rapporti con le banche ce ne sono parecchie. A me ogni giorno, come credo anche a lei, scrivono cittadini, dicendo: ho una scadenza, ho un arretrato di due mesi nel pagamento e mi pignorano la casa. Dunque, io chiederei, nel corso della conversione del decreto-legge, che si arrivi almeno a questo: si faccia parità fra creditori e debitori. Se è possibile per una banca vedersi riconosciuto il diritto di pagare, anzi di non pagare, poi lo stesso venga per favore almeno riconosciuto anche a chi ha, in quel ritardo di pagamento, la condizione della sopravvivenza propria, della propria famiglia o del proprio posto di lavoro.

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Sibilia ed altri n. 1, Busin ed altri n. 2 e Brunetta e Sisto n. 3.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Seguito della discussione del disegno di legge: Legge annuale per il mercato e la concorrenza (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 3012-C) (ore 16,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 3012-C: Legge annuale per il mercato e la concorrenza.

Ricordo che, nella seduta del 26 giugno, si è conclusa la discussione generale e la relatrice per la maggioranza per la Commissione Finanze è intervenuta in sede di replica, mentre gli altri relatori e il rappresentante del Governo vi hanno rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3012-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Ricordo che, a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili non possono essere ripresentati in Assemblea.

Inoltre, non sono pubblicati, in quanto non ricevibili: gli emendamenti già presentati presso la Commissione, ma in quella sede ritirati o decaduti per assenza del presentatore; i nuovi emendamenti, non previamente presentati presso la Commissione, riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa, ovvero che non risultino consequenziali rispetto alle modifiche apportate in sede referente.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo, in particolare, a votazioni per principio o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

La Presidenza, in considerazione del fatto che il provvedimento consta di un unico articolo di 192 commi, suddivisi in una pluralità di lettere e numeri, al fine di consentire una più ampia valutazione delle questioni poste, ha ritenuto di ammettere alla discussione e al voto un numero maggiore di emendamenti, pari al quadruplo di quelli che sarebbero consentiti.

A tal fine, i gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega Nord e Autonomie, Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile e la componente Alternativa Libera-Tutti insieme per l'Italia del gruppo Misto sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre, comunque, in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire invito i relatori ad esprimere il parere.

SILVIA FREGOLENT, Relatrice per la maggioranza per la VI Commissione. Signora Presidente, il giudizio complessivo su tutti gli emendamenti è negativo.

PRESIDENTE. Il parere è contrario, dunque. Adesso il relatore di minoranza, Crippa. Prego, deputato.

DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, 1.5, 1.6, 1.7, 1.8, 1.9, 1.10, 1.11, 1.12, 1.13, 1.14 e 1.15 il parere è favorevole; sull'emendamento 1.16 mi rimetto all'Aula; sugli emendamenti 1.17, 1.18, 1.19 e 1.20 il parere è favorevole... Presidente, volevo segnalare su questo emendamento, che si rifà all'ex 1.49, che era a firma Cancelleri, che noi non lo abbiamo segnalato, ma non l'ho trovato nel fascicolo dei non segnalati in fondo.

PRESIDENTE. Quindi non è segnalato questo?

DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. L'emendamento 1.49 Cancelleri, così com'era, è stato presentato dal MoVimento 5 Stelle, ma non risulta essere nemmeno tra i non segnalati in fondo al fascicolo.

PRESIDENTE. Adesso verifichiamo.

DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti 1.21, 1.22, 1.23, 1.24, 1.25, identici 1.26 e 1.27, 1.28, 1.29, 1.30, 1.31, 1.32, 1.33, 1.35, 1.36, identici 1.37 e 1.38 e 1.39 il parere è favorevole; sull'emendamento 1.40 il parere è contrario; sugli emendamenti 1.41 e 1.42 il parere è favorevole; sugli identici emendamenti 1.43 e 1.44 il parere è contrario; sugli emendamenti 1.45, 1.46, 1.47, 1.48, 1.49, 1.50, 1.51, 1.52, 1.53 e 1.54 il parere è favorevole; sull'emendamento 1.55 il parere è contrario; sugli emendamenti 1.56, 1.57, 1.156, 1.58, 1.59, 1.60, 1.61, 1.62, identici 1.63, 1.64 e 1.65 e 1.66 il parere è favorevole; sull'emendamento 1.67 il parere è contrario; sull'emendamento 1.68 il parere è favorevole; sull'emendamento 1.69 mi rimetto all'Aula; sugli emendamenti 1.70 e 1.71 il parere è favorevole; sull'emendamento 1.72 mi rimetto all'Aula; sugli identici emendamenti 1.73 e 1.74 il parere è contrario; sugli emendamenti 1.75, 1.76, 1.77, identici 1.78 e 1.79, 1.80, 1.81, 1.82, 1.83 e 1.84 il parere è favorevole; sull'emendamento 1.85 il parere è contrario; sugli identici emendamenti 1.86 e 1.87, nonché sugli emendamenti 1.88, 1.89, 1.90, 1.91 e 1.92 il parere è favorevole; sull'emendamento 1.93 il parere è contrario; sugli emendamenti 1.94 e 1.96 il parere è favorevole...

PRESIDENTE. No, no, aspetti... Ne ha saltato uno, l'emendamento 1.95.

DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Favorevole. Sugli emendamenti 1.96 e 1.97 il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo?

ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.1 Russo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Di cosa ragioniamo? Ragioniamo di una norma che quest'Aula ha già approvato. Nell'ottobre del 2015, su proposta del collega Impegno, del collega Di Maio e del sottoscritto, i relatori elaborarono una soluzione che andava incontro ad una questione, che non è questione derubricabile a vicenda locale, ma una questione che poneva una vicenda di diritto rispetto all'uguaglianza dei cittadini del nostro Paese.

Provo a spiegarmi meglio, Presidente; avevamo accettato, in quella occasione, avevamo digerito un pregiudizio: che a taluni cittadini, in talune aree del nostro Paese, sarebbe poi stato consentito uno sconto, a condizione che dimostrasse, quel cittadino, che nei precedenti cinque anni non si fosse reso responsabile di incidenti. E non bastava, dicemmo: quel cittadino, quell'automobilista, deve anche rendersi disponibile per installare nel proprio autoveicolo la scatola nera.

Era di fatto una sorta di discriminazione, perché valeva solo per determinati automobilisti, ma l'avevamo accettato come un principio, che si comincia a far valere, che i cittadini, nel nostro Paese, se sono nelle medesime condizioni di rischio, pagano esattamente la stessa tariffa e quindi che non si paghi una sorta di tassa di residenza, una sorta di tassa di nascita, una sorta di tassa relativa a un luogo. Per questa ragione, addivenimmo ad una soluzione condivisa, che individuava un percorso, per quanto discutibile, ma un percorso ragionevole, che rendeva giustizia a quel cittadino.

Per affrontare quale questione? Una questione semplice: vi pare possibile che un diciottenne appena laureato, per assicurare la propria autovettura, un veicolo di classe B, a Como paghi 700 euro e a Caserta o a Prato ne paghi 2.000? Vi pare ragionevole? Vi pare una vicenda che noi possiamo consentire? È evidente che no, è evidente che vi era una condizione discriminatoria ed è evidente che questo Parlamento non aveva offerto soluzioni contro il mercato, non aveva indicato una tariffa per legge, ma aveva trovato uno strumento equilibrato e ragionevole, che non danneggiasse alcuno, ma che ponesse in una condizione di eguaglianza gli automobilisti, indipendentemente se quegli automobilisti nascano a Crotone, a Cosenza, a Napoli o a Treviso.

È evidente che era una norma di ragionevolezza, di buonsenso, di equilibrio e, soprattutto, era una norma che veniva incontro ad una vicenda - guardi, Presidente - che va oltre le risorse. Una cosa sono le risorse, non c'è dubbio, questa è una tassa sul Sud prevalentemente, che vale per la vita di un individuo, vale qualche decina di migliaia di euro, per una famiglia vale 200.000 euro, ossia il costo di un'abitazione, il costo di un'attività di impresa.

Per quale ragione si vuole, viceversa, insistere nei confronti del medesimo cittadino, quello onesto, quello virtuoso, quello virtuoso due volte, perché la prima volta lo è perché in un ambito sociale difficile e la seconda volta lo è ancora di più perché è costretto a pagare le inefficienze e le connivenze delle compagnie di assicurazione.

Ora avevamo trovato una soluzione, l'avevamo trovata qui, in Parlamento, alla Camera.

Io provo a reintrodurre quella soluzione, invitando i colleghi parlamentari a votarla. Guardate, sarebbe troppo facile chiedere ai parlamentari del Sud, chiedere ad ognuno di loro di rispondere…

PRESIDENTE. Concluda, deputato.

PAOLO RUSSO. …ai propri elettori e alla propria coscienza, ma mi rivolgo a tutti i parlamentari: è una norma di giustizia, è un emendamento che non danneggia, ma pone tutti i cittadini virtuosi, quelli che non fanno incidenti, di fronte alla norma negli stessi termini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1. 1. Russo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.2 Russo, su cui vi è parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Ho visto che, senza tentennamenti, tutto il PD, parlamentari calabresi e campani compresi, hanno votato contro questo emendamento, senza batter ciglio, affossando la norma salva-automobilisti virtuosi.

Neppure i recenti dati Istat, che indicano come le differenze tra Nord e Sud aumentano, vi hanno indotto a più miti consigli, neppure quei dati che indicano come un cittadino su due al Sud è a rischio povertà, nemmeno quei dati vi hanno fatto riflettere.

Ci avevate detto che avevate fretta di approvare questo provvedimento, perché potesse rapidamente diventare norma e poi l'avete viceversa modificato, quindi non è vero che andavate di fretta.

Avete puntualmente espunto questa norma, avete evitato di affrontare questo tema e devo dire - e me ne dispiaccio - che ho visto un voto contrario largo a questi emendamenti e c'è una ragione che mi induce a ritenere più giusto il voto favorevole e non vedo imbarazzo nel vostro voto.

C'è una ragione, guardate: io mi sarei aspettato che anche i colleghi della Lega, per un principio di eguaglianza, per un principio che non pesa sul Nord, per un principio e un diritto che rappresenta un profilo di eguaglianza, di eguaglianza, ripeto: gli stessi doveri, gli stessi diritti, anzi, nella fattispecie i cittadini di Prato avrebbero meno diritti, hanno i medesimi doveri, ma avrebbero meno diritti, perché devono installare la scatola nera, perché devono essere più bravi, perché devono essere più buoni, perché devono essere per cinque anni più bravi e più buoni e non fare incidenti per avere quello sconto, sconto che altrove si ottiene a prescindere.

Per questa ragione mi sarei aspettato che qualche collega del Pd si lasciasse sollecitare da una norma che avevamo già approvato, da una norma che avevate salutato come salva-automobilisti virtuosi, da una norma che avevamo già insieme scritto, da una norma rispetto alla quale avevamo espresso tutti una consapevolezza.

Che è accaduto nella lettura al Senato? Quale diktat, quale imposizione, chi vi ha detto di cambiarla? E devo dire che non avete tenuto presente nemmeno la condivisione: quella norma fu approvata in questo ramo del Parlamento a stragrande e sostanziale unanimità! Nemmeno questo avete ritenuto utile.

La norma, senza l'approvazione di quest'emendamento, alimenterà le truffe e alimenterà quelle truffe alle assicurazioni, che non troveranno - come finora non hanno trovato - nessuna ragione utile per contrastare il malaffare, preferendo pagare a piè di lista dubbi sinistri. Tanto si sa, c'è sempre quella famiglia di Crotone che continuerà a pagare di più l'RC auto e pagherà per malfattori e conniventi.

E noi non ci prestiamo ad una riflessione? E noi continuiamo a considerarle come fossero vicende che non ci riguardano? Mica lo dobbiamo spiegare a noi stessi, dovreste provare a spiegarlo ai cittadini di Caserta, a quelli di Foggia! Dovreste provare a spiegarlo, non a chi moltiplica i sinistri, ma a quegli automobilisti virtuosi che, non da cinque, da dieci anni non fanno incidenti! Noi proviamo a sollecitarvi, con questo emendamento, un atto di resipiscenza, che non è solo un atto di coscienza, ma anche un atto di giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Intervengo perché, effettivamente, le questioni poste fino adesso su questo provvedimento, sul cosiddetto concorrenza, debbono avere delle risposte. Credo sia necessario che non si lasci passare tutto, come se in quest'Aula, in questo momento, non si sia discutendo una serie di norme, una serie di provvedimenti, una serie di proposte, che quest'Aula ha già approvato quasi all'unanimità. Proposte che sono state discusse a lungo dai vari gruppi parlamentari con le varie assicurazioni, con i vari player, portatori di interesse in campo. Oggi si chiamano così.

Allora, mi viene da fare un pensiero. In un primo periodo, ricordo a tutti che quest'Aula, di fatto, come ricordavano in precedenza i miei colleghi, ha approvato una norma, che sostanzialmente diceva che l'automobilista virtuoso, cioè quello che, per cinque anni, non fa sinistri con responsabilità propria, può avere lo stesso trattamento in tutto lo stivale, alla stessa maniera. Eravamo tutti d'accordo su questo: stesse tariffe. L'automobilista virtuoso che sia siciliano di Trapani - dove poi vi chiedete perché non vi votano -, che sia pugliese, che sia piemontese o lombardo, ha gli stessi diritti degli altri.

Allora, la domanda che mi faccio io è per quale motivo avete cambiato idea. Io credo che voi dobbiate delle spiegazioni a questi cittadini automobilisti virtuosi e onesti italiani, che hanno un trattamento diverso e che, quindi, sono in violazione anche dei diritti costituzionali, che ci vogliono uguali, tutti uguali, in tutto il nostro Paese. Allora, la domanda è questa: qualcosa è cambiato? Chi vi ha spinto a modificare, ancora una volta, questa norma, tornando sui vostri passi, visto che l'avevamo salutata, appunto, come la norma salva automobilisti virtuosi? È il PD in primis che ha fatto questa battaglia.

In Commissione, cari signori, il deputato Impegno e la deputata Bruno Bossio, entrambi del Partito Democratico, hanno sottoscritto e presentato proposte emendative in tal senso. Sono state bocciate dallo stesso gruppo di appartenenza! Vogliamo fare finta che tutto questo non abbia un senso? Vogliamo fare finta che va bene così, che nel PD ci sono diverse anime?

Allora, il cittadino, a quale anima sta dando il suo voto - o non lo sta dando, visto il risultato delle amministrative - del Partito Democratico? A quale anima? Decidete voi a quale anima sta dando questo voto, però non è possibile che ci sia un silenzio colpevole da parte di questa maggioranza.

In seguito, riascolterete queste parole, riascolterete questo intervento, perché noi abbiamo presentato degli emendamenti, delle proposte emendative, identiche, parola per parola, a quelle presentate dal Partito Democratico, perché - viva Dio - una volta tanto nella vita siamo d'accordo. C'è una larghissima maggioranza! Che cosa vi impedisce di votare una cosa che avete proposto voi? Ditecelo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.

MARCELLO TAGLIALATELA. Mi rivolgo in modo particolare ai colleghi che siedono dall'altra parte dell'emiciclo, che hanno fatto qualche mese fa una battaglia, affinché fosse iniziata un'azione di giustizia di pari dignità e di pari condizioni rispetto a tutti gli automobilisti, a prescindere dalla regione o dalla provincia o dalla città di residenza.

Chiedo a quei parlamentari - non faccio cognomi, non mi sembra il caso - che abbiano la dignità, il coraggio, l'opportunità, l'onestà intellettuale e politica di spiegare il motivo per il quale clamorosamente hanno cambiato idea.

Tenete conto che, quando qui alla Camera si parlò e si approvò il provvedimento e furono determinati alcuni correttivi, già vi era il sospetto che tutto sarebbe stato inutile e che poi al Senato sarebbe intervenuta qualche manina con il correttivo, per fare la cortesia sempre ai soliti, alle compagnie assicurative, che ovviamente lucrano sulla differente posizione, sul differente atteggiamento o sulle differenti condizioni contrattuali, che all'interno dello Stato italiano si vanno a determinare. E questo a prescindere dal comportamento del singolo cittadino, a prescindere da quello che può accadere nel corso, non di un anno o di sei mesi, ma di 5 e 10 anni, di comportamento da parte dell'autista.

E poi ci si meraviglia che qualcuno organizza truffe per imbrogliare sul luogo di residenza dell'autista, del cittadino, del proprietario di un'auto. Ma è evidente che vi è una responsabilità del Parlamento, non che giustifichi le truffe, ma che le aiuti attraverso differenti posizioni, che sono francamente intollerabili.

Allora, lo ripeto. Quello che si sta determinando oggi in Aula è l'ennesima truffa, porcheria, che viene perpetuata a favore degli automobilisti capaci, intelligenti, corretti ed è anche l'ennesimo regalo che viene fatto non solo alle compagnie assicurative, ma anche a coloro i quali tenteranno di fare imbrogli.

Io mi rivolgo ai parlamentari che, qualche mese fa, fecero una battaglia in Aula, quelli in modo particolare che sono seduti dall'altra parte dell'emiciclo, affinché abbiano un atteggiamento di dignità e facciano quello che dovrebbero fare: votare a favore di questo emendamento, che ripropone il testo che era stato approvato in Aula alla Camera qualche mese fa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PAGLIA. Presidente, ricordo che, il modo in cui alla Camera, nella lettura precedente del provvedimento, maturò l'approvazione di quell'emendamento che appunto andava a fare un atto di riparazione, oltre che di giustizia, nei confronti degli automobilisti di alcune regioni di questo Paese, da sempre vessati dalle compagnie assicuratrici, in qualche modo aveva aperto uno sforzo positivo su un provvedimento che comunque noi ritenevamo allora insufficiente e sbagliato nel complesso, cioè il disegno di legge “concorrenza”.

Era un giudizio positivo, perché se n'era discusso a lungo, si era arrivati ad un accordo fra Governo, tante parti politiche, tanti parlamentari, convinti di porre finalmente rimedio ad un problema storico, quello per cui non conta se un automobilista è virtuoso, non conta se per molti anni riesce a non essere incidentato, non conta se installa la scatola nera, eccetera, eccetera: quello che conta, in definitiva, per definire il suo premio, è e continua ad essere per l'eternità il luogo di residenza.

La soluzione che era stata trovata alla Camera, lo ripeto, non era rivoluzionaria, non era nemmeno quello a cui allora tanti contavano di arrivare; era tuttavia una soluzione intermedia che almeno accontentava un po' tutti.

Per questo, con molto stupore lessi che il Senato aveva deciso di cassarla, o meglio con uno stupore temperato, perché anch'io ricordo, come spesso accade in questa legislatura quando si riesce ad approvare una norma positiva per i cittadini, positiva per i consumatori, che si deve sempre dare per scontato che la cosa durerà poco, perché la maggioranza troverà molto rapidamente il modo di superarla, di cancellarla, di fare altro ed è quello che è successo anche questa volta.

Non è stato sufficiente nemmeno il tempo di dare la notizia, di dare la speranza, di dare l'illusione agli automobilisti, soprattutto del Sud, di avere finalmente o di poter avere finalmente polizze assicurative allo stesso prezzo - qualora virtuosi - dei loro concittadini del Nord Italia, che il Senato, appunto la maggioranza al Senato, ha deciso di cassare la norma.

Se ho capito bene, questo provvedimento tornerà comunque al Senato, per cui credo che la Camera farebbe un atto di igiene politica - lo voglio dire così -, se riconfermasse quello che era stato un intendimento assunto praticamente all'unanimità. Ne abbiamo l'occasione, è semplicemente un fatto non di volontà politica nuova, ma di riconfermare una volontà politica già espressa, su cui il nostro giudizio è positivo. Quindi, mi unisco a tutti i colleghi, a tutti gli altri deputati che si sono espressi in tal senso, richiamando anch'io la maggioranza ad un impegno che già aveva preso con i cittadini italiani.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Russo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.3 Russo, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Presidente, vorrei provare, con un esempio, a cercare di indurre una riflessione in ognuno di voi: sapete qual è l'atteggiamento, rispetto a questa vicenda, delle compagnie di assicurazione? È come se dei malviventi - pensateci - rapinassero una filiale di una banca e questa banca, invece che pensare di mettere in campo migliori sistemi di sicurezza, migliori sistemi di difesa, invece di isolare qualche mela marcia interna che magari fa da palo, preferisce spalmare la perdita sui conti dei correntisti di quella filiale, rei solo di aver aperto il conto in quella banca. Questo è l'atteggiamento nei confronti degli automobilisti virtuosi di metà del nostro Paese. Ma il conto corrente si apre liberamente, volontariamente, viceversa, l'assicurazione RC auto è obbligatoria per legge. Ma da quell'automobilista virtuoso di Tropea, cos'altro pretendete? La scatola nera? Il comportamento irreprensibile? Il saluto al potente di turno? L'ossequio all'assicuratore? Le impronte digitali? Che altro volete? Da quel cittadino virtuoso, che altro volete, che altro pretendete?

Eppure, qui, insieme, avevamo approvato una norma, per quanto non esaustiva, ma di buonsenso, che rendeva giustizia a quell'automobilista che da cinque anni non si era reso responsabile di incidenti, che consentiva l'installazione dalla scatola nera e, niente di meno che, nientepopodimeno che, avrebbe avuto uno sconto, uno sconto pari alla differenza con la media delle tariffe nazionali. Null'altro che questo! Non un migliore trattamento, ma uno sconto!

Per questa ragione, invitiamo ognuno di voi a riflettere su questo: siamo nel Parlamento nazionale, abbiamo già approvato questa norma, qual è la ragione per cui, a distanza di due anni, voi ci ripensate? Qual è la sollecitazione? Chi vi ha suggerito cose diverse? Ditecelo! C'è una ragione ulteriore? Per questa ragione, noi voteremo convintamente questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Russo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Russo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.5 Russo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Ma, come fate a spiegare ad un giovane diciottenne neopatentato che per la stessa vettura paga 800 euro a Como e 2.300 a Napoli? Qual è la colpa, lo ripeto, qual è la colpa? Il vostro silenzio è eloquente, qual è la colpa, la colpa singola? Che colpa ha quel ragazzo, quella ragazza che colpa ha? Per quale ragione, qual è la condizione ontologica per cui si debba pagare in modo diverso? Ma in quale parte del mondo è consentita una cosa del genere, una gabella, una sorta di gabella perché si è nati lì, una sorta di tassa di nascita, come volete dire, tassa di residenza, tassa territoriale? Siete diventati una sorta di Robin Hood al contrario, togliete a Catanzaro per dare a Como, sottraete a Taranto per dare a Busto Arsizio, penalizzate Prato e Caserta.

Io non voglio una gara tra comunità, pretendiamo giustizia, giustizia, trattamento equo, pari, non solo buonsenso, ma merito ragionevole; vogliamo che i cittadini siano considerati eguali di fronte alla legge, nei doveri, come nei diritti, in RC auto, come in sanità, come nei trasporti, ma questa è altra storia.

Ci dite: eh, ma come si può fare, è il mercato, è il mercato; ma quale mercato, quale mercato se l'RC auto è obbligatoria per legge? Il risultato, Presidente, sarà che si moltiplicheranno le truffe; come le volete chiamare, truffe difensive, truffe di necessità? I mandanti, gli induttori siete voi! I complici sono le assicurazioni che non hanno nessuna voglia di scoprirle, ma gli induttori, i mandanti siete voi! Voi e chi vota contro questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente). Capisco, io capisco queste truffe, non le giustifico, non le giustifico nel modo più assoluto, ma capisco anche che queste truffe vengono pagate puntualmente da quel solito cittadino virtuoso di Cosenza, di Caserta, di Napoli, perché è quel cittadino virtuoso che viene vessato; penalizzati saranno sempre quei cittadini, colpiti due volte. Non volete ridurre le truffe, perché è troppo comodo per voi colpire quegli onesti automobilisti vessati fino all'inverosimile.

Per questa ragione vi preghiamo, vi imploriamo di riflettere; si tratta di una vicenda che non è di danaro, ma è un principio ed è un principio discriminatorio straordinario; rispetto a questo principio ogni coscienza libera dovrebbe rispondere con equilibrio, con ragionevolezza ma anche con responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. Ho sottoscritto tutti gli emendamenti a scalare su questa materia presentati dal collega Russo, perché trovo assolutamente condivisibili le ragioni che ha, sino a poc'anzi, esplicitato; al di là dell'elemento territoriale, qui c'è una questione di equità, di giustizia, c'è un principio che viene, in qualche modo, violato di salvaguardia e di tutela del cittadino utente e consumatore, di fronte a un contratto assicurativo.

Io mi rendo conto che la maggioranza ha fatto una scelta ben precisa che è quella di modificare il testo di questo disegno di legge collegato alla manovra del 2015, quindi, c'è stata una certa pazienza nell'affrontare questo provvedimento, ma mi rendo altrettanto conto che questo è un tema centrale nella difesa dei diritti dei cittadini consumatori e mi auguro che, malgrado il parere dei relatori e del Governo, questo tema possa tornare all'attenzione della Commissione Attività produttive e dell'Assemblea in tempi ragionevoli e nella sua concretezza, perché la questione sollevata dal collega Russo è una questione vera, reale, di cui il Parlamento ha il dovere di farsi carico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, intervengo, anch'io, per fare miei gli emendamenti del collega Russo che mi sembra diano atto, però, di un segnale preoccupante che abbiamo già raccolto in quest'Aula: un favore nei confronti delle compagnie di assicurazione che, rammenterò all'Aula, fin dalla nuova legge sulla responsabilità medica ha avuto modo di esternarsi.

Ora, questa conferma dell'indifferenza del Governo e della maggioranza ad un tema così rilevante un po' sconvolge e un po' inquieta; si ha la netta impressione che questo sia un Parlamento che più che ai cittadini pensi a coloro che fanno business sui cittadini; in particolare, credo che la ragionevole proposta degli emendamenti Russo ed altri sia soltanto un tentativo di riequilibrare una posizione fra contraente forte e contraente debole che in questo frangente mi sembra trovi una espressione assolutamente da evitare. Lo sosterremo convintamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Mi scuserà la maggioranza se insisto, ma credo di interpretare un interesse non solo mio, ma di molti altri deputati, mi auguro degli stessi partiti che sostengono il Governo, se ripeto la domanda che ho già fatto prima al relatore e al Governo; cioè, io credo che la Camera dei deputati avrebbe diritto, almeno, ad un intervento, ad una spiegazione delle motivazioni che hanno portato la maggioranza al Senato a cambiare completamente opinione e a ribaltare una scelta che era stata, qui, presa all'unanimità.

Ora, io capisco, perché, ormai, ci avete abituato a questo, che la maggioranza sia disposta a votare tutto e il giorno dopo il contrario di quel tutto, dando l'impressione di non farsi nemmeno una domanda, però vi assicuro che rispetto ai cittadini italiani, tanto più in un argomento che li tocca direttamente anche in un interesse molto materiale, o almeno tocca una parte importante di questo Paese, avere la forza, ogni tanto, di dare una spiegazione, aiuterebbe anche a restituire un po' di dignità alla politica che, altrimenti, la perde, anche perché rimane molto forte la possibilità, il sospetto che l'assenza di spiegazioni mascheri il fatto che ci sia un sotteso che non può essere raccontato, che ci sia un lavorio di lobby, che ci siano interessi non propriamente trasparenti, che ci sia una vicinanza - che c'è - fra il Partito Democratico, in particolar modo, e il mondo delle assicurazioni e che questo abbia portato a modificare una norma che questo Parlamento, lo ripeto, aveva voluto, dopo molto lavoro e molta condivisione.

Ora, almeno, la possibilità di sentire una parola dal relatore o dal Governo ci verrà data o dovremo continuare, semplicemente, ad ascoltare le buone ragioni delle opposizioni e ad andare con la memoria alle parole anche di esponenti illustri dalla maggioranza che, non più di qualche anno fa, ormai, magnificavano questo provvedimento, dichiarandolo utile per i consumatori, dichiarando che finalmente era stata trovata una soluzione ad una controversia storica?

Ecco, di tutto questo, oggi, non c'è traccia. Nel silenzio assoluto della maggioranza e del Partito Democratico noi vediamo una norma stravolta, vediamo colpiti gli interessi dei cittadini e dobbiamo, per l'ennesima volta, assistere ad uno spettacolo in cui l'opposizione dice cose giuste, cose ragionevoli e fa domande che non ottengono, mai, alcun tipo di risposta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 1.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.6 Russo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Per dare serenità ai lavori sono disponibile a zittirmi laddove ascoltassi anche qualche motivazione da parte dei relatori, da parte del Governo, qualora qualche autorevole esponente del PD ci spiegasse come mai due anni fa hanno votato in un modo e ora c'è stato un atto di rivalutazione, qual è l'elemento di novità. Se ci dicessero qualcosa saremo anche quindi… Non è un modo, non è un tentativo dilatorio, ma è soltanto la richiesta legittima di un minimo di dibattito su un tema che afferisce alla vita di milioni di persone, di imprese, di famiglie attente a comprendere cosa sta accadendo, qual è l'elemento di novità, cos'è accaduto di nuovo, che cosa in questi due anni ha indotto il Partito Democratico prima a festeggiare un risultato e poi a cancellare quel risultato nel silenzio.

Io non credo che vi sia imbarazzo nel silenzio, nel silenzio non motivato, nel silenzio incomprensibile, nel silenzio senza dare una ragione politica ad una norma che, viceversa, incide significativamente sul principio di libertà, sul principio di eguaglianza e incide anche nelle tasche dei cittadini italiani.

Che cosa combinate in questo modo? Alimentate le migrazioni delle residenze fittizie; generate nuove migrazioni di residenze fittizie. Poi, io lo so come accade, che fra un po': o, perbacco, che è accaduto? Vi ricorderete, chissà come mai è accaduta una cosa del genere? Chissà perché è accaduta? Alimentate residenze fittizie, peraltro generando un ulteriore doppio danno. Intanto, inducete i poveri cittadini italiani a far cose strane, costringendoli a far cose strane e poi riducete anche il gettito per le province perché ovviamente la tassa si paga nella provincia dove non circola l'autovettura, dove non si usura il manto stradale. Insomma, alimentate un meccanismo tutto improprio e incomprensibile: per quale ragione? Per una discriminazione che deriva da quale natura, qual è il senso, qual è il dato? Vi vedo silenti e come sfingi in un atteggiamento oserei dire marmoreo. Potete provare a dirci una cosa, una ragione o potete provare a spiegarci perché, quando alcuni di voi tornano a casa, chi vi sta accanto, chi abita sotto di voi deve pagare questa tassa perché è nato lì?

Provate a spiegarlo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). “Basta” lo deve andare a dire a quei giovani del Mezzogiorno d'Italia che pagano questa tassa in più, non lo dici a me (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente)! Sempre più risorse a chi ha di più. Noi proviamo, viceversa, con questo ennesimo emendamento, a suggerirvi buonsenso, ragionevolezza ed equilibrio e vi aspettiamo al varco della norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Il collega Russo, in più di un'occasione, nel difendere magnificamente i suoi emendamenti, ha detto che tali emendamenti servivano a rimuovere una odiosa tassa a carico dei cittadini del Sud. È vero, ma non è soltanto così perché, ad esempio, nella mia città la tariffa assicurativa è inferiore a quella che si pagherebbe a Prato, Pistoia, Massa, La Spezia, Rimini, Firenze, Lucca, Siracusa; è inferiore a quella che si pagherebbe a Bologna e a Genova. Si tratta di un'odiosa sperequazione che riguarda soprattutto i cittadini del Sud, ma riguarda tutti i cittadini del Paese e non è vero neanche che si toglie ad alcuni cittadini per dare ad altri: qui non si dà a nessuno, se non alle compagnie assicurative.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. Abbiamo ascoltato ancora buone ragioni in sostegno di una serie di emendamenti che non fanno altro che applicare un principio del quale tutti, nei diversi schieramenti, in questi anni, si sono riempiti la bocca: i cosiddetti costi standard come la famosa siringa che deve costare allo stesso modo in Sicilia o in Lombardia, in Veneto e in Campania, in Puglia o in Molise.

In questo caso, noi abbiamo un contratto, una tariffa assicurativa, la stessa tariffa assicurativa che costa diversamente a seconda delle regioni in cui viene applicata. Ora, il buonsenso vuole che la proposta emendativa in esame suggerisca una via per rendere più equo tutto questo: chi non ha fatto incidenti e chi monta a bordo scatole nere o altri meccanismi di controllo abbia uno sconto nelle regioni dove queste tariffe assicurative sono più alte. Mi sembra un principio di equità e di buonsenso.

Anche questo, essendo uno degli elementi peggiorati al Senato, avrebbe potuto essere inserito nella famosa lista che il collega Benamati in Commissione, a nome del PD, ha formulato, di emendamenti scelti per ripristinare condizioni migliori a favore dei consumatori….

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONE BALDELLI. …sembra che la maggioranza e soprattutto il Governo voglia perdere questa occasione. Noi abbiamo il dovere di portare all'attenzione dell'Assemblea il tema e di chiedere un voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.

LARA RICCIATTI. Grazie, signora Presidente. A noi non interessa entrare nel merito e andare ad analizzare cosa è accaduto la scorsa settimana tra il Governo e il principale partito di maggioranza che sostiene il Governo. Davvero, non ci siamo interessati della dialettica tra un Ministro che chiedeva di blindare un testo e il segretario di quel partito che invece chiedeva di cambiarlo. Ci siamo limitati, come tutti i gruppi parlamentari, ad avanzare le nostre proposte emendative ed in Commissione abbiamo assistito - ma neanche su questo ci interessa commentare - a un balletto abbastanza curioso in cui i relatori hanno accantonato degli emendamenti esprimendo parere contrario a tutto il resto del lavoro fatto dalle deputate e deputati e il Governo, invece, continuava in maniera imperterrita a chiedere di ritirare tutti gli emendamenti e, alla fine di questa votazione farsa, in cui non c'era alcuna voglia né da parte del Governo né da parte dei relatori di provare a confrontarsi e a interloquire, abbiamo visto che d'emblée , i famosi emendamenti accantonati hanno ricevuto un parere favorevole, ma questo è avvenuto senza sviluppare un confronto, senza capire perché, ad esempio, si sono scelti quei quattro temi e qual è stato tutto il ragionamento e il confronto che è stato svolto per arrivare a far sì che quegli emendamenti ottenessero un parere favorevole.

Il mio gruppo parlamentare, da qualche votazione, sta votando convintamente gli emendamenti del collega Russo, perché noi riteniamo che ora, al netto della politica, della tattica e della strategia che hanno albergato in Commissione in maniera abbastanza pesante, all'interno di quest'Aula si debba ancora continuare a fare politica, cercando di migliorare le condizioni di vita delle persone.

Qualche collega, prima di me, ha definito questo modo di fare come una tassa a carico delle cittadine e dei cittadini del Sud, cercando di non andare a migliorare le condizioni di quegli automobilisti disciplinati, che scelgono di montare all'interno della propria autovettura la famosa scatola nera, che per un determinato periodo di tempo non hanno e non commettono incidenti e si sceglie, attraverso questo emendamento, nel dettaglio - che per l'ennesima volta il mio gruppo parlamentare sosterrà, votando a favore -, di applicare uno sconto nelle regioni dove le tariffe sono più alte.

Ora, è vero che questi emendamenti non erano degli emendamenti rivoluzionari, ma semplicemente degli emendamenti di buonsenso. E, allora, dinanzi al balletto che si è fatto e al poco confronto, sia da parte dei relatori che da parte del Governo, che è avvenuto la scorsa settimana in Commissione, e in questo momento in Aula, in maniera anche abbastanza sbrigativa, liquidando con un parere contrario il lavoro che c'è stato dietro la scrittura, la stesura e lo studio di questi emendamenti, mi piacerebbe che il Governo, magari, provasse a prendere la parola motivando perché si sceglie di dare un parere contrario a degli emendamenti che sono di buonsenso.

Altrimenti, guardate, davvero non ha senso, rischiamo per l'ennesima volta, all'interno di quest'Aula, anche oggi, di fare un mero ‘votificio' e di tenere pari a zero il livello di un dibattito.

Io non ho paura di provare anche a farmi convincere dal Governo che magari ci sono delle motivazioni serie, magari il Governo vorrà dirci che proverà a intervenire in questa materia col prossimo provvedimento, ma, guardate, il silenzio del Governo e anche dei relatori è abbastanza imbarazzante, proprio perché noi stiamo votando degli emendamenti di buonsenso.

Voglio ricordarlo anch'io, ma avremo modo di riprenderlo in più e più occasioni all'interno di quest'Aula. Davvero, non si può dire che c'è fretta, noi stiamo discutendo di una legge annuale che ha già compiuto il secondo anno. È una legge annuale, peraltro, che è un collegato alla legge finanziaria dell'anno 2015. Peraltro, è anche di difficile interpretazione perché le coperture risalgono alla legge finanziaria del 2015.

Quindi, davvero, signor componente del Governo, non c'è tanta fatica, potrebbe anche provare a interloquire, provare a spiegare perché, in maniera cosciente, lei continua a tenere in piedi una tassa per le cittadine e i cittadini del Sud. E magari provare a parlare, al posto di essere silenti, innanzitutto darebbe più dignità ad un Governo e a un Parlamento che, in queste condizioni e in queste occasioni, viene offeso e anche un po' umiliato (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Noi siamo convinti della bontà di questa scelta. Aggiungerò alle valutazioni che sono state già formulate quella del merito, perché mortificare il merito e far finta che nulla accada per coloro che, per capacità, si propongono anche in un ambito contrattuale come meritevoli di un certo trattamento, e questo soltanto per garantire business ai contraenti più forti, noi troviamo che sia assolutamente in antinomia con i nostri principi, con le nostre garanzie, cioè essere più vicini a coloro che hanno dei diritti rispetto a coloro che da tali diritti intendono trarre degli utili ingiustificati. L'equilibrio di questi emendamenti in qualche modo mitiga tutta questa situazione e rassicura il Parlamento su una corretta gestione dei rapporti assicurazione e assicurato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO. Grazie, Presidente. Riterrei non corretto non riconoscere che il testo apportato in Aula, relativo alla parte delle tariffe delle assicurazioni, sia un testo che garantisce un risparmio per i consumatori e gli automobilisti in particolare. Se riprendiamo l'impianto di quanto discusso dopo anche il lungo lavoro che c'è stato qui alla Camera, è evidente che queste norme garantiscono uno sconto e, quindi, una certa riduzione del prezzo in presenza di alcune caratteristiche, che sono caratteristiche legate ai principi - che sentivo citare prima dai colleghi - di trasparenza e correttezza, di virtuosità, per così dire. Nel senso che gli sconti vengono garantiti nella misura in cui il cliente assicurato acconsenta ad una ispezione preventiva dell'autovettura, acconsenta all'installazione di una scatola nera, che è uno strumento di garanzia rispetto alla virtuosità del comportamento dell'automobilista e, infine, acconsenta anche all'installazione di meccanismi che impediscono la guida in caso di ebbrezza. Quindi la virtuosità e la correttezza degli automobilisti è premiata attraverso degli sconti, che rappresentano una certa riduzione del prezzo.

Se veniamo, poi, alla parte relativa alla differenza di tariffazione tra i diversi territori, come abbiamo già discusso ampiamente anche in Commissione, sono convinta che il testo, così come elaborato al Senato, sia un testo che mantiene gli obiettivi che avevamo condiviso alla Camera, quindi di evitare delle differenze di trattamento, quindi di tendere ad una equità di trattamento rispetto ad automobilisti che hanno i medesimi comportamenti in zone territoriali diverse, ma al Senato è stato corretto il meccanismo, perché è evidente che, nella stesura precedente, prevedendo che l'IVASS, che è un istituto di vigilanza, determinasse direttamente i prezzi e, quindi, intervenisse in maniera diretta all'interno di scelte che spettano ad imprese private, si poteva in questo modo configurare anche un non rispetto delle norme europee.

Il meccanismo, invece, pensato e riscritto al Senato - che condivido, mentre non condivido gli emendamenti che si stanno discutendo in questo momento - è un meccanismo che delega all'IVASS la definizione di criteri per stabilire gli sconti agli automobilisti virtuosi che, comunque, si trovano in territori a maggiore rischiosità. Ricordiamoci che il premio assicurativo viene calcolato sulla base del rischio che l'impresa di assicurazione si assume e prevedere dei criteri oggettivi che valgano ovunque e che premino gli automobilisti virtuosi, pur in territori ad alta rischiosità, è un criterio secondo me equo, che va mantenuto e per questo ritengo che gli emendamenti in discussione ci facciano tornare a fare un passo indietro e andare a peggiorare il meccanismo che abbiamo pensato e che è stato definito al Senato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Volevo motivare, come relatore, il parere favorevole a questi emendamenti, segnalando come il nostro tentativo e, anche in questo caso, il tentativo come relatore di minoranza di dare un parere favorevole, è quello di restituire l'impianto originario della norma che aveva lasciato le Aule della Camera ormai due anni fa. L'impianto era quello per cui molti deputati si erano poi venduti sui giornali ai propri territori in maniera trasversale rispetto a una norma che dava una premialità univoca agli automobilisti virtuosi, ovunque essi avessero la residenza. Nelle modalità con cui, ancora una volta, sento giustificare come l'impianto proposto dal Senato sia l'unico possibile, io segnalo che, quando si parla di modalità di concorrenza, e quindi che debba essere il mercato ad andare a differenziarsi, e noi non creiamo delle condizioni al contorno per cui, a parità di carte e di modalità di regolamenti entro cui le compagnie assicurative si devono muovere, noi stiamo facendo un danno alla concorrenza. Se io mettessi all'interno del perimetro anche la questione dell'ubicazione della residenza e, quindi, la premialità possa essere date in maniera univoca su tutto il territorio nazionale in base alla virtuosità di un singolo soggetto, le compagnie assicurative sì scontrerebbero con i livelli di mercato entro quelle regole. Quindi non andiamo giustificare come sarà il mercato, che cambierà qualcosa, perché il mercato farà i soliti cartelli, per cui nelle solite province le polizze saranno più alte perché c'è più convenienza, per le assicurazioni, a vendere univocamente ad un unico prezzo e quindi quello è fare cartello - volevo spiegarlo alla collega precedente - quello è il cartello assicurativo.

Altro discorso è la concorrenza, che dovrebbe essere gestita e regolamentata dalle istituzioni in base a delle regole di mercato univoche e dentro quel perimetro si giocano, le varie compagnie di assicurazioni, la partita dei consumatori. Ma non facciamo fare alle compagnie assicurative un cartello, come in questo caso, prediligendo alcune zone rispetto ad altre, garantendo profitti massimi in alcune aree, perché notoriamente sono anni storicamente che è così: facciamo un errore molto grande.

Date voto favorevole a questi emendamenti, grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Russo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Allora colleghi e colleghe, vorrei anche inviare un saluto molto sentito a Celeste Costantino la nostra collega che ha fatto una bambina che si chiama Bianca e che sta bene: un saluto a mamma e bimba (Applausi).

ANTONIO PALMIERI. E il papà no?

PRESIDENTE. Come dice? Il papà non è parte in causa in questo caso (Commenti di deputati dei gruppi Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Misto-Conservatori e Riformisti).

Scusate, la bambina è stata fatta da Celeste Costantino, è nostra collega e noi ci rivolgiamo a lei, essenzialmente a lei.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 Sandra Savino, su cui i pareri sono contrari di Commissione e Governo e favorevole del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.

PIETRO LAFFRANCO. Prendo atto, Presidente, della disparità di trattamento nei confronti dei poveri maschietti, ormai vigente in quest'Aula (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Misto-Conservatori e Riformisti).

Purtroppo non è l'unica disparità, perché l'altra disparità di trattamento è quella che c'è tra consumatori e piccole imprese di riparazione delle auto e le grande imprese di assicurazione, che è testimoniata da questa norma, che noi con questo emendamento vogliamo cambiare ed è una disparità ben più grave di quella sulla quale mi sono permesso - spero di non averla offesa – di fare una piccola battuta.

Voglio ricordare che la storia di questa battaglia, che riguarda la vicenda delle assicurazioni inserita in questa legge e il cui percorso è estremamente lungo, perché ne stiamo discutendo ormai da anni, ha una radice in un precedente provvedimento, che era il cosiddetto Destinazione Italia.

Lo voglio ricordare perché in quell'occasione queste norme, che penalizzano gravemente i consumatori e gli automobilisti e non contribuiscono a diminuire le tariffe, piuttosto diminuiscono gli indennizzi nei confronti delle vittime di incidenti, erano già state eliminate da quel decreto; in occasione di quella discussione, non soltanto noi, ma anche altri, si riuscì a far ritirare dall'allora Governo - mi pare che fosse il Governo Letta - questa infausta norma.

Successivamente, grazie all'opera dell'ex Presidente del Consiglio Renzi, questa norma, questo insieme di norme è risorto dalle ceneri ed è un insieme di norme che, ripeto, hanno purtroppo - è per questo che noi intenderemmo sostituire ben sei commi con un unico, estremamente semplificativo - come unica conseguenza di penalizzare i consumatori e gli automobilisti (non c'è solo la tassa sul sud, c'è anche la tassa su altre città del nord, se volessimo… no, lo dico ai tanti deputati della maggioranza che hanno votato contro i precedenti emendamenti illustrati così puntualmente dal collega Russo, ci sono anche altre città, al nord i cui automobilisti sono pesantemente penalizzati da queste norme, quindi diciamo rifletteteci un attimo sopra), ma di penalizzare anche in maniera impietosa le imprese, le piccole imprese artigiane di riparazione delle auto: si stima la chiusura di metà delle imprese di carrozzeria in tutta Italia, perché questa norma, questo insieme di norme valorizza e favorisce soltanto le grandi imprese assicurative.

Se una norma del genere l'avesse fatta il centrodestra, figuriamoci come vi sareste levati, con i vostri vessilli, per protestare, perché si favorivano 4 o 5 grandi - o poco più imprese - di assicurazione; in realtà voi avete messo in piedi un impalcato che non contribuisce a diminuire le tariffe; ricordo che in Italia le tariffe sulle RC auto sono superiori, in media, di circa il 30 per cento di quello che avviene nel resto d'Europa, quindi hai voglia a dire che cerchiamo di adeguarci all'Europa e alle raccomandazioni dell'Autorità garante della concorrenza: se lo dovessimo fare, dovremmo avere un risultato che riporti le nostre tariffe, grosso modo, alla media europea.

Contemporaneamente gli indennizzi finiranno per crollare, penalizzeremo una montagna di artigiani e migliaia e migliaia di automobilisti.

Questo per che cosa? Per il vantaggio di qualche di qualche grande impresa assicurativa.

Tra l'altro le stiamo pure perdendo tutte, qui in Italia, perché vengono mangiate dalle grandi assicurazioni internazionali.

Non comprendo quale sia la motivazione e se la comprendo credo che sia assolutamente poco dignitosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Grazie Presidente, come doverosamente, nel rispetto del Regolamento, è stato posto questo emendamento, diciamo che è nella forma meno distante dal testo rispetto ai precedenti, così credo che sia opportuno sottolineare che mentre quelli del collega Paolo Russo avevano una difformità dal testo originario, questo emendamento, a prima firma dei colleghi Savino e Laffranco, in realtà rientra anche nel quadro di insieme che la collega del PD richiamava essere stato scelto da chi, al Senato, ha voluto modificare questo testo.

Noi abbiamo delle parti interamente sostitutive di questo testo oppure delle parti modificative, che però rafforzano l'elemento di tutela dei consumatori.

Sarebbe stato rivoluzionario immaginare di assicurare ad esempio le patenti e non i veicoli, ma questo è rivoluzionario.

Meno rivoluzionario, certamente più aderente all'impostazione che perfino arriva dal Senato e che sono in molti in quest'Aula a considerare sbagliata, in questo senso questo emendamento si discosta poco, ma mantiene un principio di equità migliorativa a favore dei cittadini contribuenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI. Grazie Presidente. Su questo tema delle assicurazioni ha già detto la collega Moretto, quindi non mi dilungo, nel senso che noi, in sede di Camera e poi in parte con modifiche confermate al Senato, abbiamo fatto effettivamente un passo avanti. Si tratta di punti di vista differenti, ma noi abbiamo fatto un passo avanti nella tutela del consumatore, stabilendo - lo diceva la collega – scontistiche, a fronte di comportamenti virtuosi e anche - devo dire al collega Laffranco - tutelando quelle forme di artigiani come i carrozzieri - di questo si parlava - che operano in maniera corretta, in maniera onesta e in maniera leale.

Abbiamo trovato delle soluzioni che sono state confermate per la quasi totalità in Senato, che hanno avuto un certo consenso in sede di stesura alla Camera e che ci fanno fare un passo avanti. Certo, alcune questioni sulla determinazione degli sconti - lo ha già detto bene la collega - sono state ritoccate, anche per un problema di compatibilità, ma giudichiamo questo comunque un avanzamento nella tutela dei consumatori e degli utenti.

Ma quello che mi preme fare notare, rispetto ad alcuni interventi che mi hanno preceduto, è la ratio del mio gruppo di approccio a questo provvedimento. Questo è un provvedimento molto particolare, il primo della sua specie. È una legge annuale, che dovrebbe essere la prima di una serie, che ha avuto una gestazione assai complicata. Sono due anni e sei mesi (sei mesi alla Camera e due anni al Senato) che è stato trattato da tutti i gruppi politici.

È chiaro che, essendo il primo, il primo di questa specie, ha avuto anche l'interesse della novità. Abbiamo visto che in Senato il testo si è molto allargato rispetto ai temi, non solo del disegno di legge originario editato dal Governo, ma anche del lavoro svolto alla Camera. È anche giusto e questo naturalmente e in fase di discussione, anche nelle Commissioni, ci ha portato a una riflessione - lo dico -, quella di pensare per i nuovi testi di questa natura una concentrazione più mirata sugli argomenti e un'estensione meno ampia, in modo da prevedere un più agevole percorso, nelle Commissioni e poi nelle Aule parlamentari, che rimangono, dopo il referendum del 4 dicembre, in condizione di legiferazione perfetta e paritaria.

Detto ciò, abbiamo fatta questa riflessione su come forse il futuro di questo provvedimento dovrebbe essere per le nuove formulazioni. Noi non possiamo non farci carico del fatto che questo provvedimento deve essere concluso. Io ho sentito parlare qui di fantomatiche discussioni politiche, attraverso il Governo e gruppi politici e il mio gruppo e il Governo.

No, no, no! Signori, noi siamo profondamente convinti che questo provvedimento deve arrivare in tempi rapidi all'approvazione. Quello che abbiamo fatto discende da questo. Noi abbiamo identificato alcune delle tematiche che ci sembravano ovviamente, come dire, potere portare un impatto, anche per ragioni indipendenti dalle cause degli estensori degli emendamenti, ma potessero portare del nocumento ai cittadini e ai consumatori, in termini ovviamente economici e in termini di sicurezza. Per esempio, sulla salute, avremo modo di parlarne. E ad alcune, poche, modifiche il mio gruppo si è attenuto nel presentare gli emendamenti, proprio per consentire, in fase di passaggio al Senato, una celere approvazione. Infatti, siamo tutti parlamentari ormai abbastanza eruditi, per sapere che nelle letture successive la Camera che interviene lavora sulle modifiche prodotte nel testo precedente.

Da qui nasce un limitato numero di modifiche, peraltro non singolari del mio gruppo, perché alcuni emendamenti, che il mio gruppo ha presentato, sono stati condivisi dall'80 per cento di quest'Aula! Ci sono temi sull'energia o temi sulla protezione dei dati personali, che hanno visto un'ampia convergenza parlamentare. E, allora, noi a questo ci siamo attenuti: cercare di migliorare - e concludo, Presidente - questo testo, salvaguardando la possibilità di licenziarlo in tempi ragionevoli, per fare fronte anche ai nostri impegni europei. Questo è stato il nostro impegno, questo guida il nostro comportamento in Aula e non la voglia di fare una discussione, che peraltro abbiamo già fatto molto ampiamente su questo provvedimento per due anni e sei mesi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Molto brevemente, signora Presidente, per tre ragioni.

La prima è, per suo tramite, per ringraziare gli esponenti del PD, che, come nei romanzi della collezione Urania, quelli di fantascienza, quelli con le copertine di Karel Thole, ci porta in un altro mondo, come se non fosse vero quello che tutti gli italiani vedono: ad ogni dichiarazione del Ministro Calenda, a sostegno di questo disegno di legge, corrisponde un'azione renziana per buttare la palla più avanti. Questo lo vedono tutti tranne alcuni.

La seconda ragione è per dichiarare parere favorevole all'emendamento illustrato dal collega Laffranco.

La terza, signora Presidente, per suo tramite, è per fare gli auguri anche al marito o al compagno della nostra parlamentare (Applausi), perché crediamo, dopo ampia riflessione, che anche il papà abbia avuto un qualche ruolo nella nascita del bimbo o della bimba (Applausi).

PRESIDENTE. Sarà un piacere fare gli auguri anche al papà.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Sandra Savino, con parere contrario delle Commissioni e del Governo e con parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Paglia, con parere contrario delle Commissioni e del Governo e con parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.9 Paglia.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Presidente, per motivare il nostro voto contrario a quest'emendamento e per testimoniare come noi non siamo perché lo Stato indichi le tariffe. Noi non siamo perché lo Stato intervenga a indicare le tariffe. Né vogliamo che la norma indichi un minimo di sconto. Noi vogliamo che questo discenda da un principio di eguale trattamento, di eguaglianza, non vogliamo: non meno del 25 per cento. Non ci piace il dato culturale. Certo, sarebbe già un gran vantaggio, se ci fosse uno sconto del 25 per cento. Ma il dato che noi rileviamo è che a noi non interessa questo, a noi interessa che quei due cittadini, posti nelle stesse condizioni, abbiano uno stesso trattamento, non altro che questo. Quindi, non una tutela, non una sorta di premio, ma semplicemente un eguale trattamento.

Ma la riflessione su quest'emendamento mi induce anche a ringraziarla, Presidente, anche perché immagino che il suo garbo ha consentito ai colleghi del PD di darci qualche utile risposta, per quanto ricca di inesattezze. Intanto, il collega Benamati ci ha informato del dato per cui, in costanza di bicameralismo, ciò che si approva da una parte non si può poi rimodificare dall'altra parte. A me sembra l'esatto contrario, quindi potremmo qui modificare esattamente ciò che è stato modificato al Senato! Peraltro, non è stato modificato su di un voto, ma con voto di fiducia! Avete voluto modificare, non è stato un incidente! Questa è la ragione per cui qui dobbiamo rispondere a quella modifica! E dobbiamo rispondere - non è una giustificazione: ah, l'hanno modificata di là, non possiamo più intervenire - proprio perché l'hanno modificata di là! E immagino che il voto di fiducia sia stato un atto coercitivo e di forza, immagino che c'era qualche mal di pancia, immagino che c'era più d'uno che non riteneva, su questo merito, la necessità di aderire all'ipotesi così formulata. E poi, perdonatemi, ma solo per puntualizzare un'altra inesattezza: che centra questa storia dell'Ivass? L'Ivass, da una parte e dall'altra, è sempre incaricata. Il problema non è l'Ivass, è che voi, con questa norma, puntualizzate che d'ora in poi ci sarà uno sconto significativo. Intanto, già normare con gli aggettivi mi pare una cosa non garbata, diciamo così, ma “significativo” che significa? Uno sconto di 1 euro? Uno sconto di 100 euro? Uno sconto di 1.000 euro? Quant'è significativo? Quanto significa “significativo”? È evidente che è un modo per eludere la volontà di questo Parlamento. È evidente che non volete scontare nulla! Volete che quel cittadino continui a pagare la gabella. Si chiama gabella sul Sud? Comprendo l'imbarazzo del sottosegretario e ne apprezzo il garbo, ma si chiama gabella sul Sud? Si chiama gabella sulla residenza? La volete chiamare gabella del PD? Come la volete chiamare? È una gabella: è ingiustificata, è odiosa, è illogica! Perché vi arroccate su questa posizione e non cedete di un attimo? Avete cambiato altre cose - nullaquaestio -, cambiamo anche questo ritornandoci? Cancelliamo tutti i nostri emendamenti - già lo avete fatto con la scure del voto - e approviamo soltanto un emendamento che ripristina ciò che avevamo già approvato qui. C'è, e non è mio! Proviamo a far questo, proviamo a dare un atto di giustizia. Io suggerirei questo comportamento. Intanto, il nostro voto su questo emendamento è contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Presidente, una sottolineatura: la circostanza per la quale un provvedimento nasce con delle norme precise e va arricchendosi pian piano era stata anche svolta, oltre che dal collega Benamati poc'anzi, anche, e con una certa eleganza, dal relatore Martella nella discussione sulle linee generali. Ovviamente si conviene con questo, ma è anche vero che questo ampliamento corrisponde a una responsabilità che ha - per agganciarci alla discussione precedente - un padre e una madre. Non è che è figlia di nessuno, questa responsabilità. Aggiungo la lentezza con cui questo provvedimento è stato affrontato. Mi rendo anche conto della difficoltà di chi è costretto oggi a dire che bisogna fare presto, però su questo provvedimento, nel frattempo, da quando è nato a quando oggi torna qui, abbiamo visto cadere la testa del Presidente del Consiglio Renzi, la testa del Ministro per le attività produttive, la testa del sottosegretario per le attività produttive, quindi è stato un provvedimento che non ha proprio portato benissimo a chi se l'è intestato. Nel frattempo, però, se ne sono fatti molti altri, questo è stato mollato su un binario morto e lì ci sono stati attaccati tanti vagoni. Avremmo anche il sacrosanto diritto di discutere, fermo restando che, ripeto, su almeno un punto dei quattro - il PD ha la facoltà numerica di poter scegliere, ma almeno ci conceda la libertà politica di discutere - c'è stata una convergenza ampia. Ma noi ci aspettiamo dei segnali politici, se non necessariamente su questo testo, dal PD e dal Governo, comunque su questi temi, che consideriamo assolutamente rilevanti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Paglia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Paglia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Paglia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Paglia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Paglia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Paglia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.15, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 1.16, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo emendamento della Lega Nord è un emendamento di assoluto buonsenso, che va a introdurre un'equità e una giustizia sociale e territoriale - come tanti colleghi, precedentemente, con gli emendamenti precedenti, hanno ribadito e hanno cercato di far tanto riflettere - e in cui chiediamo che non ci sia un ulteriore aumento posto a carico degli assicurati ubicati nelle regioni con un basso costo del premio; ciò si va ad aggiungere alle modifiche che sono avvenute al Senato che riteniamo correttive, anche se non individuiamo bene la ragione delle modifiche volute dal Senato, perché, già in prima lettura alla Camera, si era riusciti a ottenere un testo base soddisfacente per la maggior parte di tutti i territori.

Fortunatamente per noi, non ascoltiamo tanto e solo, esclusivamente, le arringhe dei colleghi di coalizione di centrodestra, diciamo così, nella fattispecie del collega Russo, perché, se dovessimo ascoltare solo le arringhe o le discussioni e non andare più approfonditamente all'interno dei testi, avremmo sicuramente, noi della Lega Nord, bocciato le proposte; invece, anche delle proposte emendative del collega Russo e degli altri colleghi sono state votate con il nostro appoggio, con il nostro apporto positivo, quelle in cui si definiva e si manteneva sempre ed esclusivamente la questione sull'installazione della scatola nera, che è stata forse la chiave di lettura migliore negli ultimi anni sul sistema assicurativo automobilistico, che creava proprio quella che si chiedeva: una giustizia territoriale.

Non si è riusciti, purtroppo, a migliorare il testo in Commissione, alla Camera, per volontà o per “involontà” del PD e per mancanza di capacità di capire anche di che cosa abbiano necessità i territori di tutto lo stivale, da parte del Governo, prova ne è il voto elettorale di domenica che ha dato la riprova di un'ennesima bocciatura di questo Governo e dell'ennesima bocciatura di questa legge sulla concorrenza. Ma non andiamo certo a insinuare, all'interno di questo decreto, in tema di assicurazioni, che sono un ente privato, la definizione di costi standard, perché un conto è parlare di costi standard per delle siringhe e un altro conto è parlare di costi standard per un bene o per un'attività privata, perché se così fosse dovremmo parlare di costi standard per tutto quello che riguarda la disuguaglianza all'interno del nostro territorio, del nostro Paese.

E, dato che al Nord c'è una diseguaglianza abissale a favore del Sud, riteniamo che questo emendamento cerchi di ristabilire ulteriormente e definire maggiormente la definizione che al Senato hanno voluto inserire, in modo tale che non sia solo l'ente di controllo che definisca il prezzo finale all'utente, ma ci sia una norma ben scritta e ben definita e non ci siano fraintendimenti legislativi. Perciò, chiediamo il voto dell'Aula e soprattutto una rivisitazione del parere da parte dei relatori e del Governo.

DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Cambio parere in favorevole.

PRESIDENTE. Allora, il parere è favorevole, non si rimette più all'Aula.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.16, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Sibilia 1.17, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Abbiamo ascoltato le motivazioni di alcuni colleghi del Partito Democratico, che, in sostanza, ci hanno detto, ancora una volta, che questo provvedimento è due anni e sei mesi che attende la luce e, quindi, che ci hanno lavorato tanto, però, giustamente, hanno pensato bene di apportare nuove modifiche al testo, così questo testo non vedrà la luce, perché tornerà al Senato e, magari, avrà un altro iter lì.

Queste sono le motivazioni che vengono addotte per non approvare qualcuno dei nostri emendamenti, degli emendamenti che stanno trovando l'appoggio da tutto l'arco parlamentare. Adesso è un momento particolare, perché questo emendamento è un po' il momento della verità, dove, finalmente, si scoprono un po' le carte. In che senso? Nel senso che, da buona forza politica responsabile, qual è il MoVimento 5 Stelle, abbiamo pensato che una proposta fatta dal Partito Democratico fosse una proposta di buonsenso, una proposta condivisibile e, allora, cosa abbiamo fatto? Abbiamo preso quella proposta e, identica, l'abbiamo fatta nostra e la stiamo proponendo a quest'Aula.

Cosa dice questa proposta? Dice che per i contraenti residenti nelle regioni con costo medio del premio assicurativo sull'auto, calcolato sulla base dell'anno precedente, superiore alla media nazionale, che non abbiano effettuato sinistri con responsabilità esclusiva o concorrente per un periodo pari ad almeno cinque anni e che abbiano installato il dispositivo, quella famosa scatola nera, diciamo così, che viene proposto, si applica una scontistica che viene stabilita dall'IVASS, che stabilisce una percentuale di sconto minima, tale da commisurare la tariffa loro applicata a quella media applicabile ad un assicurato. Quindi, l'IVASS non ci sta dicendo che prezzo bisogna fare, ma, semplicemente, la scontistica da applicare.

L'avete fatto voi, questo emendamento; il Partito Democratico ha scritto queste righe che noi abbiamo fatto nostre, perché le condividiamo. Io sono sicuro che tutti gli altri partiti, in questo arco parlamentare, condividono questa proposta, che è una proposta di buonsenso; attenzione, non è Nord-Sud, attenzione, lo dico specialmente ai partiti che sono legati territorialmente a certe realtà, assolutamente no, non è una differenza Nord-Sud, lo avete ascoltato dalle parole dell'emendamento, è il cittadino automobilista virtuoso che da almeno cinque anni non fa sinistri, incidenti con proprie responsabilità o corresponsabilità, che possa accedere a una scontistica tale per cui non venga discriminato rispetto al luogo di nascita.

Quindi, si tratta di buonsenso e la cosa più bella è che questa norma era stata giustamente approvata anche da voi, è una vostra norma che poi avete modificato al Senato: attenzione, ci dovete spiegare per quale motivo. Infatti, se l'avete modificata perché qualche assicurazione vi ha pagato la mazzetta - ce lo dovete dire se è così o non è così, dovete spiegarci qual è la natura dei vostri emendamenti, perché già ne abbiamo di storie sui Rolex e roba varia e quindi vorremmo sapere cosa vi spinge a fare certe modifiche normative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) - ci dovete dire per quale motivo quindi questa norma di buonsenso non possa finalmente rientrare di nuovo nel provvedimento.

Voi del Partito Democratico già lo avete modificato. Quindi, non ci venite a dire che non si può toccare il testo perché altrimenti ci vogliono altri dodici anni: no, avete già modificato voi il testo. Questo è un vostro emendamento; noi lo condividiamo, lo condivide tutto l'arco parlamentare, ci auguriamo - lo dico soprattutto a chi poi va in campagna elettorale a chiedere il voto dei ragazzi del Sud e delle persone che effettivamente oggi vivono una discriminazione in questo senso, ma anche al Nord, a coloro che chiedono il voto degli automobilisti virtuosi, lo chiedo alle persone che poi vorranno prendere il loro voto - che abbiate il coraggio di prendere la responsabilità di votare a favore di una norma sulla quale voi eravate d'accordo, voi l'avete proposta e voi l'avete cancellata. Spiegateci perché lo avete fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Vorrei ricordare a tutti come è andato il percorso che ha accompagnato l'ingresso in Aula dell'emendamento 1.17 Sibilia.

L'emendamento era a prima firma del Partito Democratico, prima firmataria la collega Bruno Bossio, ed era simile e sostenuto vivacemente in Commissione dal deputato Impegno del Partito Democratico. La discussione sull'emendamento in Commissione è durata parecchio tempo; sembrava un po' un dialogo tra sordi, a essere un po' obiettivi, considerato che di fatto il Governo e i relatori non si sono mossi e non si muovono ora sulla posizione di parere contrario.

L'unica questione che noi poniamo è il fatto che stiamo tornando ad un testo così com'era e, quindi, nell'esprimere come relatore di minoranza la necessità di approvarlo e votare favorevolmente in questo contesto, sottolineo che tale necessità deriva dal fatto che l'emendamento ci consente di tornare a una condizione migliore rispetto a quello che ci viene oggi proposto, senza considerare che tutte le modifiche che sono state fatte, le quattro note, oggi ci costringono a un passaggio ulteriore al Senato.

Quindi, inserire questa piccola modifica di per sé non pregiudica il tempo, che già sarà necessario per una successiva approvazione nel passaggio al Senato. Pertanto, ancora una volta, non comprendo come mai su un tema del genere il Partito Democratico torni indietro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Vorrei capire se in uno Stato di diritto, con una Costituzione meravigliosa come quella che abbiamo e che il Partito Democratico voleva massacrare, è ammissibile che, se noi abbiamo un automobilista virtuoso in una zona d'Italia e abbiamo un altro cittadino automobilista virtuoso in un'altra zona d'Italia, il Parlamento permetta che un'assicurazione applichi un premio differente ai due cittadini soltanto perché uno è nato a Napoli e non è nato a Milano o risiede a Napoli e non risiede a Milano.

Voglio capire con quale faccia il Partito Democratico sta portando avanti un progetto del genere e dico anche che, per una volta, Presidente, c'eravamo stupiti perché noi riproponiamo l'emendamento che, in prima battuta, era del Partito Democratico.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 18,15)

ALFONSO BONAFEDE. Per un attimo c'eravamo stupiti: vuoi vedere che, una volta nel corso della legislatura, il Partito Democratico fa una legge per i cittadini e non per un'assicurazione o per una banca? La conferma del fatto che nemmeno questa volta c'è stata un'eccezione è venuta con il disegno di legge in esame, che è indecente e vergognoso nella misura in cui è razzista e discriminatorio nei confronti dei cittadini virtuosi che risiedono in alcune parti d'Italia…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Bonafede, ha finito il tempo.

ALFONSO BONAFEDE. … e che non meritano di essere trattati in questo modo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Sibilia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Colletti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.19 Russo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Proverei sommessamente a leggervi due righe: “Le imprese di assicurazioni, a parità di condizioni di rischio territoriale provinciale…”, quindi la medesima condizione di rischio tra due province, “ tra aree omogenee, sono tenute a garantire in sede di prima stipula o di rinnovo contrattuale identiche offerte tariffarie”. Vorrei comprendere qual è l'aspetto rivoluzionario: non coinvolgiamo l'IVASS, quindi il PD può essere tranquillo perché abbiamo capito che non dobbiamo incidere sull'IVASS, che non va coinvolto e non l'abbiamo coinvolto. Abbiamo solo detto che “a parità di condizioni di rischio territoriale” e tale rischio è individuato dalle compagnie, se tale rischio è pari tra due province e se vi è parità di condizioni di rischio territoriale, l'offerta tariffaria deve essere uguale.

Stiamo chiedendo una cosa illogica? Stiamo chiedendo una cosa fuori mercato? Stiamo chiedendo una cosa che non è comprensibile? A me sembra che stiamo dicendo una cosa che non dovrebbe essere detta per norma, ma che dovrebbe accadere e basta. Invece, sappiamo tutti che accade il contrario, accade una discriminazione in costanza di pari condizioni di rischio territoriale provinciale: pur tra aree omogenee, non si garantisce l'identica tariffa.

Ma quale migliore occasione? Incidiamo in questo modo, senza urtare le suscettibilità di alcuno, perché non tocchiamo l'IVASS; ci muoviamo nell'ambito di una normativa che non incide sulla scontistica, ma stabilisce soltanto che, a pari condizioni, pari deve essere l'offerta; a pari condizioni territoriali, pari deve essere l'offerta.

Ma scusate, che altro dobbiamo chiedere per rendere quel cittadino uguale? Che altro dobbiamo suggerirvi per rendere quelle due famiglie uguali? Che altro vi dobbiamo indicare per rendere quelle aziende del Sud uguali alle aziende del Nord? Che altro dobbiamo indicarvi? Non vi stiamo dicendo ‘tariffa agevolata', vi stiamo dicendo soltanto: a parità di condizioni di rischio territoriale, a parità di condizioni di rischio territoriale provinciale, nelle medesime condizioni, offrite una medesima tariffa! Dovrebbe essere un principio lapalissiano. È evidente che così non è e voi consentite questa discriminazione, la alimentate.

Che cosa accadrà? Accadrà che aumenteranno sempre di più i veicoli privi di assicurazione, tanto a pagare ci sarà sempre quella famiglia virtuosa del Sud, quella di Reggio Calabria, quella di Ragusa, quella di Foggia, quella di Caserta, che sarà sempre pronta a mettere la sua tasca a disposizione di un sistema illogico, di un sistema assolutamente incomprensibile. E, devo dire, non comprendo il vostro atteggiamento inamovibile, l'essere tetragoni rispetto a qualunque sollecitazione, oserei dire sordi! Non capisco la ragione. Per questa ragione, votiamo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.19 Russo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'emendamento 1.20 Sisto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Allorquando vi sono dei meccanismi di carattere procedimentale e processuale, tesi a evitare che determinate patologie nell'ambito del processo possano essere reiterate, è evidente che vi è un solo limite al principio di prevenzione: quello del mantenimento delle garanzie. Cioè, nel momento in cui il processo preventivo fosse un processo eccessivamente invasivo delle garanzie del procedimento, si corre il rischio che questa diventi soltanto una scusa o un pretesto per limitare il diritto di difesa.

Questo accade con il comma 3-bis del punto 15 del provvedimento, in cui, per evitare la comparsa a sorpresa di testimoni relativamente a questo tipo di eventi, si limita la possibilità di indicare testimoni del luogo dell'accadimento dell'incidente al momento dalla denuncia di sinistro o, comunque, dal primo atto formale del danneggiato nei confronti dell'impresa di assicurazione o, in mancanza, c'è tutta una procedura a carico e ad iniziativa della compagnia di assicurazione.

Ancora una volta - e qui, ovviamente da un punto di vista puramente culturale, sposo le tesi del collega Russo - siamo di fronte al privilegio del contraente forte rispetto al contraente debole. Cioè, si limita - nella possibilità che possano esservi dei testimoni indicati successivamente e, quindi, non veritieri - il tempo dell'esercizio del diritto di difesa.

Il meccanismo è molto singolare, perché è ben possibile che il testimone possa comparire anche successivamente, che ci si trovi nella impossibilità di individuarlo, ma nella norma c'è un meccanismo per cui sono inammissibili, salvo che non si dimostri, quindi dando carico ancora una volta, a chi avanza il diritto nei confronti dalla compagnia, di dover dimostrare il dato che il testimone non si poteva indicare prima.

Con questo emendamento, credo si introduca una norma di drafting, una sorta di dimenticanza di tipo processuale, perché si chiede di consentire la indicazione dei testimoni al momento dell'invito alla stipula della negoziazione assistita, cioè, allorquando si giunge al contenzioso, io debbo necessariamente chiedere alla compagnia di assicurazione di poter definire con negoziazione assistita il contenzioso che sta insorgendo o che, comunque, in qualche modo, è insorto. Io vi chiedo perché questo termine per indicare i testimoni non possa o non debba essere posticipato al momento della negoziazione assistita, cioè, qual è l'elemento che impedisce al Governo e alla maggioranza di dare parere favorevole su questa scelta, che è di questo Governo, è di questo Parlamento? Il potenziamento della negoziazione assistita è nato in questa legislatura, mi chiedo perché non si possa consentire alla parte di indicare i testimoni in sede di negoziazione assistita, qual è l'elemento di disturbo rispetto ad un principio di prevenzione, che potrebbe trovare, singolarmente, devo dire, singolarmente perché facciamo l'ipotesi che questo si possa verificare nell'ambito dell'accertamento di una responsabilità anche penale, cioè noi dovremmo dire che la differenza della tipologia di lesioni comporta per la parte l'impossibilità di addurre testimoni solo perché si tratti di danni patrimoniali e non di danni alla persona. Il principio è chiaramente incostituzionale, il limite è chiaramente intollerabile, ai sensi degli articoli 3 e 24 dalla Costituzione, ma un temperamento “intelligente”, tra virgolette, nel senso “vicino al sistema”, potrebbe essere quello di consentirlo fino alla domanda di negoziazione. Io invito fortemente, in una esigenza sistematica, il Governo e il relatore a cambiare parere su questo emendamento e a consentire di dare compiutezza e completezza senza una strenua, ceca e inutile difesa del testo attualmente all'esame dell'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Avverto che il gruppo Forza Italia-Popolo della Libertà ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi costante, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'emendamento 1.21 Russo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Presidente, capisco che la maggioranza si infastidisce di questi interventi, peraltro va terminando anche il nostro tempo, vi tranquillizzo: ancora pochi emendamenti bocciati e sarete al sicuro, sarete finalmente sollevati dal peso di questa aggressione al Mezzogiorno e agli automobilisti virtuosi, come quel serial killer che vuole presto colpire la vittima e la vittima in questo caso è l'automobilista virtuoso, e il crimine sarà definitivamente compiuto. So che molti di voi hanno remore, so che molti di voi hanno rimorsi, so che molti di voi privatamente dicono altro, ma presto si chiuderà questa buia pagina con un timbro non nobile del Parlamento su questo fronte.

Le nostre imprese sono costrette, talvolta, ad emigrare anche per questo. Ma che credete, per quale ragione le flotte delle compagnie di noleggio sono tutte immatricolate al nord? Perché noi siamo meno bravi? Perché siamo meno capaci? Perché siamo più brutti? È evidente che no! Semplicemente perché lì non si paga la tassa sulla residenza, sulla nascita.

Risarcite banche e banchieri, quando pensate di risarcire quei cittadini virtuosi? Quando quelle imprese non inclini a sotterfugi e a finzioni, che rimangono al sud pur pagando un sovraccosto irragionevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Russo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.22 Russo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Impegno. Ne ha facoltà.

LEONARDO IMPEGNO. Grazie, Presidente, ho ascoltato con molta attenzione gli interventi dei miei colleghi e io considero questa norma, che tra l'altro è la norma che abbiamo approvato alla Camera a stragrande maggioranza, anche con un voto trasversale, la considero una norma che rispetta i principi di equità e anche i principi di giustizia sociale e tra l'altro proverò a spiegare, con poche parole, perché è anche una norma equilibrata, non è una norma estremista, è una norma che prova a trovare un punto di equilibrio, di incontro.

Ma voglio subito sgombrare il campo: per noi, per me è prioritaria l'approvazione del ddl concorrenza. Non mi ritengo soddisfatto, sulla vicenda RC auto si può e si deve fare di più, perché stiamo parlando di disparità di trattamento tra cittadini che hanno gli stessi diritti, ma di disparità sproporzionate, perché se un cittadino che ha le stesse caratteristiche soggettive e oggettive, ovvero due cittadini dello stesso sesso, della stessa età, che hanno la stessa auto e che hanno sottoscritto una polizza dallo stesso tempo, non è pensabile che paghino in maniera differente 3, 4 o 5 volte in più.

E quindi noi abbiamo risposto a una domanda semplice in questi anni: la domanda è come ridurre la disparità tariffaria tra parti del Paese; e la norma era equilibrata: dopo 5 anni che non hai fatto incidenti e hai installato la scatola nera, paghi non la stessa tariffa, come a mio giudizio sarebbe giusto, ma la migliore media d'Italia.

Ora, questo decreto annuale - ma sono già trascorsi due anni e mezzo - ha fatto la spola tra Camera e Senato e Senato e Camera e noi dobbiamo approvarlo il prima possibile.

E c'è una luce in questo decreto: in una sua parte c'è un principio che in questi anni nessuno ha mai messo, è il principio che ci debbano essere degli sconti ulteriori, significativi e aggiuntivi.

Questo principio, negli anni precedenti, non c'era mai stato, ovvero il principio che si dovesse trovare una soluzione per quel cittadino onesto, perbene e virtuoso che non fa incidenti, ma solo perché abita in quel determinato territorio, è costretto a pagare 3 o 4 volte in più. Questo è ingiusto ed è ingiusto, io ne sono convinto, per ciascuno di noi seduto dietro a questi banchi.

E allora non siamo riusciti a mettere un numero nella legge, non siamo riusciti a mettere un metodo di calcolo nella legge e di questo me ne dispiace e di questo sono rammaricato, ma siamo riusciti a inserire nella legge al Senato, dopo due anni di battaglie, un principio: che quel cittadino deve avere degli sconti ulteriori, aggiuntivi e significativi.

E badate: lo abbiamo scritto, ma nei fatti il mercato, anche al di là della nostra volontà, sta applicando degli sconti del 20-25 per cento.

A Napoli ci sono molti amici miei che sono venuti a dirmi: pagavo 1.200, ho rinnovato. Oggi pago 750 e questo è il risultato di una battaglia che abbiamo fatto in quest'Aula.

Ovviamente ci sono fenomeni anche di degenerazione, di amici che mi scrivono, diciottenni, costretti a pagare per SH 350, 5.200 euro di assicurazione, per il solo fatto di avere la sfortuna di essere nati in un territorio e non in un altro.

Allora io concludo: questa è la norma che abbiamo prodotto noi, che abbiamo scritto - e concludo - noi alla Camera.

È una norma che trova a mio giudizio il giusto equilibrio, ma oggi con responsabilità bisogna valutare se si affossa il ddl concorrenza oppure la battaglia continua e, a mio giudizio, ci sono le premesse e le condizioni perché questa battaglia anche insieme, in maniera trasversale…

PRESIDENTE. Deve concludere onorevole.

LEONARDO IMPEGNO. …con l'apporto dei movimenti di centrodestra, del MoVimento 5 Stelle possa continuare, perché nella norma al Senato ci sono dei principi, questi principi vanno attuati ed è questo il motivo, signor Presidente, signora Presidente, amici e colleghi - mi rivolgo anche al mio amico capogruppo alla Camera, ad Ettore - io non parteciperò a questo voto,…

PRESIDENTE. Concluda.

LEONARDO IMPEGNO.... perché sono due anni di battaglia, non partecipo al voto anche come senso di responsabilità, perché penso che una battaglia individuale che è…

PRESIDENTE. Deve concludere onorevole, mi scusi.

LEONARDO IMPEGNO. …stata anche collettiva, deve cedere il passo a un interesse più generale, che è il ddl concorrenza (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Solo per dichiarare il voto a favore di Forza Italia a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente Sereni, solo per sottolineare, forse perché c'è un eccesso di abitudine alla decretazione d'urgenza, l'onorevole Impegno, con un lapsus probabilmente molto freudiano ha continuato a insistere chiamando questo provvedimento “decreto-legge”: ecco, se fosse stato un decreto-legge probabilmente sarebbe stato convertito nei sessanta giorni previsti dal nostro ordinamento, in realtà, visto che lo stiamo esaminando da quasi mille di giorni, probabilmente non è un decreto-legge, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Intanto l'apprezzamento per lo stile e l'onestà intellettuale del collega Impegno.

Sosterremo gli automobilisti virtuosi e lo faremo senza sconti, perché in ballo, Presidente, ci sono principi: l'uguaglianza e la giustizia e come lei sa, sui principi non si deroga, non si transige.

Pretendiamo di essere uguali e sono certo che avremo la giustizia che meritiamo e garantiremo questa giustizia anche agli automobilisti virtuosi, grazie.

SILVIA FREGOLENT, Relatrice per la maggioranza per la VI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT, Relatrice per la maggioranza per la VI Commissione. Ringrazio tutti gli onorevoli che hanno parlato fino adesso di un tema che è stato affrontato in prima lettura in maniera a mio avviso esaustiva e ringrazio l'onorevole Impegno, che tra questi è stato uno dei promotori dell'emendamento che qua è stato riportato ed era la norma così come era uscita alla Camera. Noi abbiamo cercato di resistere alle modifiche fatte al Senato. Abbiamo avuto più di un incontro con l'Ivass e il Ministro Calenda, i quali ci hanno spiegato che, così com'era scritta, questa norma non poteva essere attuata. E, da persone responsabili, abbiamo compreso e abbiamo approvato un nuovo emendamento. È stato approvato al Senato, dove il relatore è anche un collega del Partito Democratico, perché, a detta delle persone che si sono occupate di questo argomento, era maggiormente applicabile rispetto a questo testo.

Noi pensiamo, come ha detto l'onorevole Impegno, che, quindi, quello che uscirà dall'approvazione di questo disegno di legge - ha ragione l'onorevole Baldelli, grazie per averlo sottolineato, non è un decreto, è un disegno di legge e come tale è stato oggetto di discussioni approfondite e modifiche approfondite - è un primo passo verso una migliore giustizia sociale, verso quegli sconti che devono essere apportati a tutti gli automobilisti virtuosi, ma che in un certo pezzo di Paese sono ancora più necessari data la disparità di trattamento.

Tutti noi avremmo voluto che la norma approvata fosse quella della Camera. Ci hanno convinto che era giusto fare delle modifiche, perché altrimenti non avrebbero avuto gli strumenti per applicare neanche quei principi, che oggi - non in un tempo passato, ma oggi, con questo Parlamento e con questa maggioranza - consentiranno di avere degli sconti ragguardevoli a tutti gli automobilisti. Ringrazio, pertanto, l'intervento che ha fatto l'onorevole Impegno, per la sua passione e onestà, e lo ringrazio, pertanto, di avere sottolineato gli aspetti positivi che, anche con le modifiche apportate al Senato, gli automobilisti italiani avranno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Russo, con parere contrario delle Commissioni e del Governo e con parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.23 Colletti, con parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.24 Colletti, con parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.25 Colletti, con parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.26 Lupi e 1.27 Menorello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, Presidente. Noi abbiamo presentato solo quattro emendamenti. Sono quattro emendamenti che ripristinano il testo approvato dal Senato, non perché su tutte le modifiche non siamo d'accordo. Sull'emendamento che ha soppresso la norma del Senato in materia di tacito consenso, sì, abbiamo parere contrario evidentemente. Abbiamo omesso, però, questi quattro emendamenti, perché crediamo che questo provvedimento vada approvato velocemente e non siamo così certi - anzi, non lo siamo per nulla - che poi al Senato possa vedere la luce prima dell'estate.

Questo provvedimento è uno di quelli che noi abbiamo promesso all'Europa, è una delle riforme che ci siamo impegnati a fare per la flessibilità. Se non dovesse essere approvato prima della legge di bilancio, questa legge comporterà costi pesanti per l'Italia, ma costi in senso letterale, nel senso che la pagheremo in termini di minore flessibilità e, quindi, costerà diversi miliardi. Per questo noi avevamo chiesto che venisse approvato così com'era pervenuto dal Senato, non perché lo riteniamo il testo migliore.

Io, in nove anni che sono qui, una legge perfetta non l'ho mai vista e credo che non la vedrà mai nessuno: per fortuna, tutte le leggi sono migliorabili. Sicuramente contiene tanti punti positivi, non su tutto - ripeto - siamo d'accordo e anche su altre norme, che ha introdotto il Senato non siamo assolutamente d'accordo.

Ma, detto questo, come bilancio complessivo, credevamo fosse un buon provvedimento e andasse approvato in tempi rapidi. Per questo abbiamo presentato - ripeto - solo quattro emendamenti, che tendono a ripristinare il testo del Senato.

Su questo, in particolare, però, francamente non riusciamo a capire dove stia la tutela dei consumatori, togliendo una previsione che era stata fatta dai colleghi del Senato, che prevedeva che, alla scadenza, le polizze del ramo danni non potessero essere rinnovate tacitamente. Questa francamente non ci sembra una norma che, fatta in questo modo, possa andare a tutela dei consumatori, ma semmai di qualcun altro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere l'emendamento innanzitutto e poi fare la nostra valutazione nel merito dell'emendamento.

Veramente non comprendiamo come questa parte possa essere considerata una misura per i consumatori. Siete andati a sopprimere e, difatti, ci sono diversi articoli di stampa anche dei giorni passati sul fatto che per le polizze danni è ritornata la necessità, visto che era stata esplicitata e sembrava una cosa abbastanza furba quella per cui, nel momento in cui il consumatore vedeva scadere la polizza, non doveva mandare la raccomandata per la disdetta: se le condizioni di mercato gli consentivano di approdare verso la nuova polizza di un nuovo offerente, c'era la possibilità di farlo senza doversi ricordare, sessanta giorni prima della scadenza, di mandare la raccomandata per la disdetta.

No, qui interviene il Partito Democratico, che, per scelta e convinzione di mettere mano a delle storture indegne dei consumatori, fa di tutto per fare un piacere alle compagnie assicurative, e inserisce in Commissione questo emendamento, soppressivo dell'unica parte che teoricamente andava verso i consumatori, quella dell'abolizione del tacito rinnovo, quindi vuol dire che l'avete reintrodotto, di fatto. Cioè, il tacito rinnovo è esistente, per cui, se voglio disdire una polizza, lo devo fare con un periodo di anticipo, inviando, con costi aggiuntivi a carico del consumatore, la raccomandata per la disdetta. Non raccontatemi che esistono le PEC, perché oggi non sta funzionando nulla; se non addirittura la raccomandata con ricevuta di ritorno, quindi con costi a carico del consumatore molto elevati.

È un emendamento che - anche qui basta andare a vedere gli emendamenti presentati in Commissione - ha diversi nomi e cognomi, per cui sono sparsi per varie parti del Parlamento, ma gli interessi che tutela sono sempre i soliti: gli interessi delle compagnie assicurative, che hanno così la certezza di sperare che la signora Maria, il signor Mario o la signora Antonietta si dimentichino di mandare la disdetta e quindi di avere un'altra volta un altro hanno pagato.

Ricordo che il Governo, in Commissione, su questi emendamenti ha fatto melina fino alla fine, nel senso che a un certo momento abbiamo assistito anche a quelli che credo siano dei precedenti storici per la Camera, cioè: invito al ritiro o parere favorevole. Cioè, eravamo in quella fase per cui c'era una contrattazione totale tra le forze che compongono questa maggioranza bislacca.

Oggi noi vi chiediamo conto, e lo chiediamo al partito di maggioranza e a tutte le sue componenti, di chi andate a tutelare con le modifiche che avete fatto in Commissione, altrimenti credo che l'unica strada sia quella di tornare indietro al testo così come era stato approvato dal Senato. Ovviamente, una non risposta sarà intesa in un unico senso, cioè che tutelate continuamente sempre e solo le assicurazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, tra gli scandali politici di questo Paese c'è il meccanismo che riguarda i sindacati italiani, il meccanismo del rinnovo automatico della iscrizione al sindacato: io mi iscrivo una volta, poi, a meno che non mi ricordi di fare una complicata disdetta, sono iscritto a vita e resta iscritta a vita anche la vedova, in una sorta di strana reversibilità. Ecco, siete riusciti ad estendere questo meccanismo pure alle assicurazioni. Siete riusciti, peraltro dentro una legge che doveva essere per la concorrenza, per il cittadino consumatore, per l'utente, per il quisquedepopulo, per la persona da armare di uno strumento in più, ad armare di uno strumento in più l'assicurazione: uno si iscrive una volta e resta iscritto. Trovatemi una persona - se la trovate, può vincere…starei per dire una polizza d'assicurazione - che si scriva sul calendario la data entro la quale può esercitare la disdetta in recesso dalla sua precedente polizza assicurativa.

Allora, che voi scriviate queste norme sotto dettatura delle assicurazioni, lo sapevamo già, però almeno abbiate il buon gusto di cambiare la norma, la rubrica, il titolo della legge: non chiamatela “legge per la concorrenza”, non chiamatela “legge per i cittadini”, chiamatela “legge per gli amici vostri” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO BARBANTI. Presidente, è necessario fare un po' di chiarezza su questo articolo, perché molte persone confondono il rinnovo di una polizza d'assicurazione con quello di un abbonamento a una rivista giornalistica: sono due cose ovviamente totalmente diverse. Cominciamo a scomporre le due parti.

Per la prima, che riguarda la risoluzione per le assicurazioni complementari, accessorie a quelle RC auto (per chiarirci: l'incendio e furto piuttosto che la polizia vetri), abbiamo inserito un presidio a tutela dell'assicurato, che gli consente di risolvere anche quelle polizze accessorie. Quindi, non deve più sottostare per tutta la durata contrattuale, ma può risolverlo, caso mai dovesse cambiare banalmente assicurazione; quindi è una norma che è a tutela del consumatore e gli fa risparmiare molti soldi.

La seconda è che l'emendamento che si vuole ripristinare non riguarda l'RC auto, ma riguarda tutti gli altri rami danni. Anche qui faccio qualche esempio. Negli altri rami danni ci sono l'incendio e i danni agli altri beni (quella che facciamo, ad esempio, per la nostra casa), le polizie sugli infortuni piuttosto che le polizie contro le malattie. Non prevedere il tacito rinnovo significa ogni volta per il consumatore dover rinegoziare i termini contrattuali, e significa in questo caso rischiare di non poter più rinnovare alle medesime condizioni quella polizza, vuoi perché i parametri di mercato sono andati in senso sfavorevole, vuoi perché il rischio dell'assicurato magari può essere aumentato o il rischio del mercato può essere aumentato.

Quindi, non prevedere il tacito rinnovo significa poter produrre un aggravio di costi per il consumatore, che dovrà potenzialmente sborsare più soldi per fare la stessa polizza che aveva nell'anno precedente. Quindi, questa è una previsione normativa, appunto il non rinserimento, che è tutt'altro: non è scritta assolutamente dalle assicurazioni, come si vede, ma è anzi addirittura un presidio di sicurezza e di risparmio per i consumatori. Quindi, bene la parte che disciplina l'RC auto, quindi il rifiuto di questo emendamento a tutela e a presidio della garanzia dell'assicurato in termini di risparmio e di tutela (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Menorello. Ne ha facoltà.

DOMENICO MENORELLO. Presidente, questo è anche per il nostro gruppo il primo di quattro articoli che sono stati proposti nella medesima prospettiva già rappresentata dall'onorevole Vignali per il suo gruppo, cioè quella di riportare il testo esattamente alla cifra licenziata dal Senato.

Anche nel nostro caso non è che non riteniamo perfettibile il testo consegnatoci dal Senato, ma siamo molto convinti di quel detto popolare secondo il quale “il meglio è nemico del bene”. E il bene oggi è sostenere in qualsiasi modo la ripresa, la ripresa economica, e questo disegno di legge è un oggettivo sostegno, un supporto alla ripresa economica. Per cui, ogni giorno di ritardo è contro il supporto che questo Parlamento dovrebbe dare, con tutte le sue forze, alla ripresa economica e non c'è dispetto politico che possa giustificare questa omissione.

Nel merito, comunque, di questa specifica disposizione, che era stata inserita dal Senato e che viene tolta nella proposta uscita dalle Commissioni, si vuole togliere il divieto del rinnovo tacito per le polizze del ramo danni: ebbene, gli argomenti che abbiamo appena sentito non sono veri. Lo dicono i broker, la principale associazione di categoria dei broker, che cito testualmente: si perde un'importante occasione per liberalizzare anche questa parte del ramo danni; e aggiungono: questa - cioè questa eliminazione del divieto del tacito rinnovo - non è una norma a favore degli assicurati.

D'altronde, i numeri dicono una realtà opposta a quella che ci vorrebbe essere spiegata adesso dal collega che mi ha preceduto e proprio l'esempio dell'RC auto dimostra, con la relativa eliminazione del tacito rinnovo ad opera del Governo Monti, che vi sono stati ribassi anche del 30 per cento nelle polizze, un miglioramento della qualità delle medesime e un decremento del 10 per cento circa del contenzioso legale, perché si va verso un assetto di maggiore concorrenza, molto semplicemente.

L'argomento che abbiamo appena ascoltato e che abbiamo letto nei giornali dice che, invece, mantenere il tacito rinnovo non sarebbe una cortesia, diciamo così, nei confronti delle assicurazioni, perché, se fossimo indotti a rinnovare esplicitamente di volta in volta, annualmente, le nostre polizze ramo danni, ebbene, le assicurazioni potrebbero aggravare le condizioni.

Beh, intanto, colleghi, questo non è un rinnovo, non sarebbe un rinnovo, sarebbe un nuovo contratto, ma, in secondo luogo, semplicemente, a fronte del tentativo della compagnia di aggravare le condizioni, l'assicurato va da un'altra compagnia, può andare da un'altra compagnia; la liberalizzazione del mercato, nel caso dell'RC Auto, ma in molti altri esempi che possiamo fare, dice che la maggior concorrenza aumenta la qualità delle polizze.

In ogni caso, e chiudo, come vediamo, non è certo, questo, un aspetto così dirimente da poterci consentire il lusso di fermare questo che è uno dei pochi provvedimenti che, davvero, sosterrebbero una ripresa economica che, invece, noi vogliamo, ancora, che rimanga evidentemente ferma (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polidori. Ne ha facoltà.

CATIA POLIDORI. Grazie, Presidente. Io tenderei a distinguere la questione politica dalla questione tecnica, cioè quella del merito dell'emendamento. Posso capire i colleghi che intervengono chiedendo, come dire, di annullare le ultime modifiche avvenute in seconda lettura per evitare un'eventuale terza lettura, e questo è un punto di vista; dal punto di vista tecnico, io condivido assolutamente l'intervento fatto prima dall'onorevole Barbanti, dove, aver già distinto l'RC Auto, che è un conto, da altri tipi di danni, è per noi già un distinguo sufficiente, nel senso che per i presìdi di sicurezza, che sono tutti quelli che riguardano la salute, i danni dell'incendio alla casa e quant'altro, dal nostro punto di vista, l'aiuto al consumatore potrebbe proprio venire garantendo, dato che è già in qualche modo garantito - chiedo scusa per il bisticcio di parole -, il diritto dell'assicurato di recedere in qualsiasi momento per vari motivi da quel tipo di assicurazione e garantire, invece, la continuità, cioè non lasciare spazi vuoti per delle situazioni assolutamente importanti; soprattutto, si parla di assicurazioni non obbligatorie, quindi, è qui il discernimento vero.

Detto questo, Forza Italia annuncia il voto contrario a questo emendamento, sottolineando che è assolutamente per il consumatore e non pensando ad altre situazioni che sono appena state esplicitate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. È curioso come questo provvedimento possa diventare blindato o aperto, a distanza di una quindicina di minuti, a seconda che si tratti di cancellare norme inserite dal Senato, per impedire che venga rafforzata la tutela dei consumatori, oppure si possa serenamente andare ad intervenire sul provvedimento, quando si tratta di fare il contrario. Cioè, prima ci è stato detto, quando parlavamo, appunto, delle tariffe sulle assicurazioni auto, che non si poteva intervenire, perché si trattava assolutamente di andare spediti, qui, invece, si interviene, perché si tratta di andare spediti. Ora, capirete che come ragionamento è abbastanza curioso e contraddittorio.

Io vorrei capire una cosa, anche di quello che è stato detto. Si è detto: queste sono polizze che riguardano il ramo danni, cioè riguardano incendi, riguardano alluvioni, riguardano le polizze, immagino, che si fanno per proteggere la propria abitazione o eventuali danni che si possono fare a terzi. Ora, io penso al caso della polizza sull'incendio, se uno vuol fare una polizza pluriennale per assicurarsi la sicurezza e la garanzia rispetto a un mutuo, per esempio, questo si può fare, non è vietato, e in quel caso le condizioni rimangono inalterate.

Se uno ha questo desiderio, cioè quello di mantenere inalterate le condizioni su un periodo lungo di tempo, può fare una scadenza lunga dell'assicurazione; se decide di farla di un anno, sarà perché vuole fare l'assicurazione di un anno e, di conseguenza, il tacito rinnovo non fa altro che rischiare di negare questo diritto, questa possibilità ad una persona che aveva questo intendimento nel momento in cui ha firmato un contratto. Il tacito rinnovo non dovrebbe esistere contrattualmente; è di per sé una forzatura e sulla materia assicurativa è ancora maggiormente una forzatura, anche perché sappiamo tutti, spesso, come vengono contratte assicurazioni, magari di lieve entità, e soprattutto per il ramo danni, vengono contratte perché sul momento sembrano una buona idea, vengono agganciate ad altri prodotti, vengono offerte magari per 10, 15 o 20 euro di spesa, non ci si pensa e di lì in avanti, ogni anno, vengono tacitamente rinnovate. Quindi, sarebbe, curiosamente, secondo la maggioranza, a tutela del consumatore questa prassi? No, non lo è. Non si può dire, non si può affermare. Era una procedura a tutela del consumatore quella, finalmente, di porre fine a questo tipo di prassi che, invece, continuerà serenamente, esattamente come prima e continuerà, perché questa maggioranza, qui alla Camera, ha deciso di cancellare un provvedimento giusto, per una volta emesso dal Senato. Anche qui non si spiega il perché; perché, appunto, le spiegazioni che abbiamo ascoltato non sono convincenti, sono le classiche arrampicate sugli specchi. Si dicono cose completamente fuori dalla realtà, lo dico con la massima serenità, lontane dalla realtà e lontane dalla pratica che ognuno di noi conosce nella vita quotidiana.

Quindi, io invito di nuovo la maggioranza a fare un supplemento di riflessione, a reinserire quella che è una norma a tutela del consumatore, solo a tutela del consumatore, anche, perché, badate bene, se la compagnia assicurativa ritiene di avere un contratto troppo oneroso con una persona, la farà lei la telefonata, quando arriva il momento del rinnovo, per dire che non è più disponibile al tacito rinnovo. Nessuno si tiene in carico polizze in perdita. Il problema è la memoria, il problema è che una compagnia ha uno scadenziario e un cittadino, un consumatore non ce l'ha, normalmente non ce l'ha, soprattutto per impegni di bassa entità. Parliamo di questo, quando parliamo di polizza ramo danni, nella vita quotidiana parliamo soprattutto di questo. Infatti, lo ripeto, se uno deve assicurare il capannone contro l'incendio non fa una polizza annuale rinnovabile di anno in anno, la fa di quindici, vent'anni, quello che è il corso della sua attività.

Quindi, ripensiamoci, per favore, perché non c'è assolutamente nessuna necessità di andare avanti come state facendo, anche perché, lo ripeto, questa norma al Senato ci torna; l'avete già deciso, non stiamo rallentando nulla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Latronico. Ne ha facoltà, per un minuto.

COSIMO LATRONICO. Presidente, solo per dire che la componente dei Conservatori e Riformisti e Direzione Italia sottoscrive gli emendamenti a firma Lupi, Vignali, Menorello, per le ragioni espresse dal collega Capezzone. È un provvedimento che riguarda la concorrenza e, quindi, è bene che i consumatori, in questo caso, abbiano la possibilità di scegliere di rinnovare o non rinnovare le polizze assicurative (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

PRESIDENTE. Onorevole Latronico, ovviamente la sua è una dichiarazione politica, si intende sottoscritta da lei, perché non possono essere automaticamente iscritti i suoi colleghi della componente.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente; molto velocemente, io credo che l'intervento dell'onorevole Paglia, con il quale, peraltro, su questioni di mercato siamo stati, credo, in disaccordo per tutta la legislatura o quasi, su posizioni diciamo legittimamente diverse, dimostra il fatto che, qui, non si sta dibattendo di una questione di principio, ma di un tema concreto e cioè non è che c'è una differenza tra una polizza e un'altra, se ci sono polizze annuali; quando ci sono polizze di durata breve il rinnovo tacito è un vantaggio per l'assicuratore. Non a caso, tutti, o quasi, credo, i membri di questo Parlamento hanno ricevuto ufficialmente e informalmente sollecitazioni su questo tema, per andare in una direzione, dai consumatori, per andare nell'altra, dagli assicuratori. Stranamente, quella che è nel testo è la posizione sponsorizzata da tutti gli assicuratori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laffranco. Ne ha facoltà.

PIETRO LAFFRANCO. Presidente, con garbo, per dichiarare in dissenso il mio voto favorevole a questo emendamento. Reputo che sia un errore non approvarlo non per le motivazioni che alcuni colleghi hanno espresso ovvero perché consentirebbe l'approvazione definitiva del disegno di legge in questo ramo del Parlamento, ma per il contenuto: è una delle poche cose giuste e positive che il Governo Monti fece nel 2012 e che ha consentito la diminuzione dell'entità delle polizze di quasi il 20 per cento a favore di consumatori ed assicurati. Credo francamente sia un grave errore e quindi voterò a favore degli emendamenti dei colleghi Lupi e Menorello (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.26 Lupi e 1.27 Menorello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.28 Turco, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.29 Pesco, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.30 Pesco con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.31 Quaranta, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.32 Paolo Nicolò Romano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.33 Ricciati, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.35 Ricciatti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.36 Liuzzi con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.37 Lupi e 1.38 Galgano.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Signora Presidente, questo emendamento è uno dei quattro che sono stati annunciati dal mio collega Menorello che consentono di ristabilire il provvedimento come era quando è arrivato dal Senato. Noi chiediamo di votarlo e vogliamo sottolineare l'assurdità di quanto stiamo facendo qui alla Camera perché il nostro Paese, se avete visto i dati sul prodotto interno lordo, è quello che quest'anno crescerà di meno in Europa. Abbiamo la maglia nera della crescita. Il disegno di legge concorrenza è una delle poche misure all'attenzione del Parlamento che è in grado di favorire la crescita di prodotto interno lordo e della ripresa. E noi perché lo blocchiamo? Lo blocchiamo per inserire una modifica per le chiamate di telemarketing: facciamo una tal cosa dopo 856 giorni in cui questo provvedimento gira per Camera e Senato. A parte il fatto che abbiamo dubbi sul fatto che questa dovesse essere una norma contenuta in questo provvedimento, ma vogliamo dire al PD che c'è in questo momento al Senato un provvedimento dove si parla del registro delle opposizioni, dove sarebbe molto opportuno che si trattasse questo argomento, e non qui, visto che questo provvedimento ha un'altissima finalità, che è di interesse di tutti gli italiani che in questo momento sono senza lavoro. Perciò vi chiedo - come segnale anche per dire al PD: fatelo approvare presto al Senato - di votare il nostro emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI. Grazie, Presidente. Io confesso che, a questo punto, nel merito, mi sarei aspettato il ritiro di questi emendamenti, perché ho capito sinora la posizione politica di ricostruire l'integrità del provvedimento, così da non modificarlo, non capisco la pervicacia, a questo punto, in cui si insiste su alcuni temi nel riportarli alla versione originale; o forse la capisco, ma lascio stare e soprassiedo.

Qui stiamo parlando di una cosa che succede sovente all'interno di questo provvedimento, cioè l'inserimento di ‘normette', che vanno ad operare sul corpus più ampio di alcuni decreti legislativi o di alcune leggi. Prima lo abbiamo visto con quell'inserimento, nel codice delle assicurazioni, sull'articolo 170-bis, che si riferiva all'RC Auto, mettendo un testo che non c'entrava, qui con questo emendamento parlamentare, peraltro non del mio gruppo, al Senato, andiamo a modificare il codice di protezione dei dati personali. Siccome c'è quasi sempre un'eterogenesi dei fini, per cui, quando si fa una piccola modifica su testi complessi, ci fa raggiungere il risultato, spero, completamente opposto che si voleva cogliere, su questo noi abbiamo ottenuto il risultato che la lettura complessiva di questo testo ci dice: ossia, che la modifica dell'articolo 130, con l'aggiunta dei commi 4-bis e 4-ter, va a modificare la lettura complessiva del comma 4 e del comma 3, quindi degli articoli 23 e 24 di tale codice, che ci dicono sostanzialmente che soggetti terzi, non titolati in alcun modo da un rapporto con il cliente-utente, possono chiamare chiunque per contenuti promozionali, senza avere - come stabiliscono l'articolo 130, comma 3, e gli articoli 23 e 24 - il consenso preventivo scritto precedente. Questo ci dà una situazione nella quale si ha una liberalizzazione selvaggia delle chiamate, si ha un telemarketing selvaggio, ne abbiamo già avuto qualche avvisaglia. E probabilmente, siccome non era il mio gruppo che l'ha presentato, gli obiettivi erano completamente differenti; c'è un minimo tentativo di debole difesa: se chi riceve la telefonata, dice: la voglio interrompere, non sono d'accordo. Ma qui si salta il registro delle opposizioni, qui non c'è necessità del consenso preventivo e si possono chiamare gli abbonati del fisso e del mobile, cosa che non era in precedenza.

Allora, io capisco la prospettiva della rapida approvazione in Senato. In questo momento, avendo approvato l'emendamento precedente, torniamo al Senato. Quindi, io vorrei, anche per i successivi emendamenti che discuteremo nel merito, chiedere ai colleghi di fare una riflessione sul fatto di mantenerlo, perché la domanda interessante che prima ci ha posto il collega del MoVimento 5 Stelle, visto che al Senato il suo gruppo ha lavorato su questo emendamento, è: chi c'è dietro? Chi c'è dietro? È una domanda che vale anche per questo. Così come: chi ha telefonato a chi - cosa importante che un collega ha prima menzionato sull'emendamento - io lo chiederei anche su questo. Chi ha telefonato a chi? Perché questa è una norma di buonsenso. rimuoverla e rimandarla alla trattazione di un provvedimento che è già in corso, il provvedimento torna al Senato e su questo emendamento, su cui tutti siamo d'accordo che una cattiva scrittura ha prodotto un cattivo risultato, noi lo vogliamo mantenere e discutere forse perché qualcuno ha telefonato a qualcuno? Non lo so! Comunque, il mio gruppo su questo, visto che era di merito, il telemarketing pazzo chiede di evitarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, Presidente. Il collega Benamati mi ha preceduto. Io ritiro i nostri emendamenti 1.37, 1.43 e 1.73. Se il Regolamento lo avesse consentito, ne avremmo presentato uno solo complessivo e l'obiettivo era esattamente quello di non far tornare il provvedimento al Senato. Restiamo della nostra idea, crediamo che queste quattro parti, che sono state modificate in Commissione, avrebbero potuto trovare modifiche in altri atti o in fase attuativa e ribadiamo la nostra perplessità a rimandare questo provvedimento in Senato, perché non sappiamo assolutamente se vedrà mai la luce. Detto questo, come ho annunciato, ritiriamo i nostri tre emendamenti che erano rimasti, perché non ha senso mantenerli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Qui il punto è molto semplice e resta lo stesso. Mi dispiace che sia stato ritirato l'emendamento, io credo che sia importante che il testo torni al Senato con meno modifiche possibili e, quindi, che vengano adottati tutti i ripristini possibili e che arrivi con una sola modifica al Senato.

Detto questo all'onorevole Benamati, io prendo atto del fatto - che ho già avuto modo di sottolineare qui dentro – che questo è un rarissimo caso in cui quello che dice il Governo per il PD non conta, perché l'interpretazione che è stata data, chiara, da parte del MiSE, è che questa norma non comporta affatto il marketing selvaggio (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

Detto questo, è stato un emendamento di altri, indubbiamente, ma che il Partito Democratico ha votato, è un emendamento che poteva essere serenamente gestito in un provvedimento in sede legislativa, come ha detto la collega Galgano, e che è stato approvato all'inizio di questo mese. Non lo si è fatto, quindi non so se siano arrivate telefonate o meno, io via telemarketing non ne ho ricevuta nessuna in questi giorni...

PRESIDENTE. Ha finito il tempo, onorevole.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Sì, grazie. Quello che posso dire è che il problema non è se arrivano telefonate, il problema è dire che una norma, che viene richiesta dagli assicuratori, è a tutela dei consumatori, che è un concetto diverso (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Liuzzi. Ne ha facoltà.

MIRELLA LIUZZI. Grazie, Presidente. Per ribadire il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle a questo emendamento. Ci terrei anche a dire una cosa, dato che si è già discusso di questo emendamento in Commissione: ho già fatto presente che sicuramente, come ha già detto anche il Garante della privacy, ci poteva essere un problema interpretativo. Proprio per risolvere questo problema interpretativo, il MoVimento 5 Stelle ha presentato l'emendamento successivo, che è l'1.39. Che cosa fa? Poi ne parleremo meglio nel prosieguo. L'emendamento successivo va a togliere ogni tipo di dubbio interpretativo che può esserci in questa norma; norma che il Partito Democratico ha votato, norma sulla quale il Partito Democratico ha anche votato la fiducia al Senato e con riferimento alla quale lo stesso MiSE, con un comunicato stampa, ha sottolineato come non ci sia questo grande problema del telemarketing selvaggio dietro questa norma. Quindi, noi voteremo a favore e chiedo, come ho anche detto in Commissione, di valutare l'emendamento successivo, che va a risolvere il problema. I problemi non si risolvono sopprimendo tutto quello che è stato fatto di positivo, ma agendo e andando a modificare leggermente quelli che possono essere dubbi interpretativi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.38 Galgano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'emendamento 1.39 Liuzzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Liuzzi. Ne ha facoltà.

MIRELLA LIUZZI. Grazie, Presidente. Entrando nel merito, questa volta, del contenuto dell'emendamento e del comma, tengo a precisare che il MoVimento 5 Stelle ha presentato questo comma (che poi è stato soppresso in Commissione, nel testo sul quale anche lo stesso Partito Democratico ha messo la fiducia) e lo ha fatto con un intento: aumentare la protezione per i consumatori e colpire le lobby delle telecomunicazioni.

Nello specifico che cosa dice questo emendamento? Dice che gli operatori hanno l'obbligo di comunicare all'esordio della conversazione i seguenti dati: gli elementi di identificazione univoca del soggetto per conto del quale il contatto avviene, l'indicazione dello scopo della chiamata e in più il contatto è consentito solo se l'abbonato destinatario della chiamata presta un esplicito consenso al proseguimento della conversazione.

Come già detto nell'intervento precedente, secondo un'interpretazione del Garante della privacy questo poteva aprire la strada a chiamate anche a chi è iscritto nel Registro delle opposizioni.

Ora, dato che l'intento del MoVimento 5 Stelle era chiaramente quello di non aprire anche questa fattispecie, abbiamo presentato questo emendamento, che inserisce un “fatto salvo” proprio per andare a chiarire che sono esclusi quelli che sono iscritti nel Registro delle opposizioni, quindi tutto quello che era stato segnalato dal Garante della privacy viene sanato in maniera precisa e puntuale con questo emendamento, che va semplicemente a rendere più chiaro, se dovesse essere utile e dovesse essere possibile, l'intento che c'era.

Quindi io, così come ho detto anche in Commissione, chiedo di riflettere un attimo su questo aspetto, perché sì, è vero che c'è in discussione al Senato, proprio in Commissione, una riforma completa del Registro delle opposizioni, però è anche vero che abbiamo fatto un percorso che è durato anni, questo disegno di legge è già passato per questa Camera ed è veramente un peccato, invece che andare a risolvere un problema, sopprimere tout court tutta la norma.

Questo è un atteggiamento, da chi ha votato questo provvedimento - la maggioranza e il Governo stesso che lo ha difeso - che non è comprensibile e soprattutto, nel momento in cui si boccia questo emendamento, davvero è inspiegabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, volevo comprendere la ratio secondo cui oggi ci viene chiesto di segnalare gli emendamenti…

PRESIDENTE. Mi scusi, non ho sentito.

DAVIDE CRIPPA. … il fascicolo, il numero di emendamenti segnalati che sono stati inviati anzitempo, in modo tale da rendere fruibile il fascicolo.

Ricordo che questa è una prassi, una consuetudine che si cerca di fare con spirito collaborativo.

Nel momento in cui ci viene detto e letto che un emendamento di quelli da noi segnalati era non ricordo se irricevibile o inammissibile, comunque non è oggetto di votazione, ci viene chiesto di segnalarne un altro.

Noi ne segnaliamo uno, ma la condizione è che venga votato domani.

Io non riesco a comprendere la ratio secondo cui noi abbiamo segnalato l'1.108, su cui evidentemente bisognava dare i pareri, riunire il Comitato dei nove per l'espressione del parere, però si poteva chiedere di accantonare quell'emendamento per la seduta di domani.

Visto che, tra l'altro, è un aggiuntivo e non mi sembra sia, in termini di contenuto, una preclusione, possiamo tenerlo in votazione domani e dopo che i Comitati si sono espressi?

Visto che tanto non è stato chiuso l'esame dell'articolo, dato che si tratta di un articolo unico, non credo ci siano problematiche di questo tipo.

PRESIDENTE. Bene, non avevo seguito la questione e adesso mi sono fatta spiegare dai funzionari.

Il punto è che l'emendamento che voi avete segnalato riguarda un punto della norma, della legge, che è già stato superato e quindi vi si chiederebbe di indicarne uno relativo ad una parte del disegno di legge concorrenza che ancora non è stato esaminato dall'Aula.

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, qui credo ci sia un errore di sostanza, perché, se io devo segnalare un emendamento, lo segnalo e ho la facoltà di segnalare un emendamento, è interesse funzionale anche della Camera, a un certo momento dire che quell'emendamento, non che lo si voti domani, perché oggi in teoria si potevano esaurire completamente i lavori della Commissione e pertanto al nostro gruppo veniva limitata l'espressione di un emendamento, perché era irricevibile.

Allora la conseguenza è che mi sembra evidente che ci dice di segnalarne 36, 38 o quanti erano, io non ne vado a mettere 39 o 37 con uno di scorta.

Evidentemente, quando ci viene detto che quello è irricevibile, deve essere almeno dato il tempo di riunirsi, perché, se oggi si andava avanti svelti, si chiudeva tutto e noi avevamo, a quel punto, un emendamento che non era stato posto in votazione, pur avendo uno spazio disponibile.

Credo che sia un errore, per cui vorremmo codificare meglio questa procedura, perché evidentemente c'è qualche problema. Non possiamo pensare di segnalare gli emendamenti che teoricamente, se non ricordo male, possono essere segnalati prima dell'inizio della seduta.

Pertanto, è già stata una cortesia, che come consuetudine facciamo, però evidentemente, a questo punto, ci costringete, la prossima volta, a fare i segnalati direttamente in Aula, quando sentiamo gli irricevibili, perché a questo punto, se noi non sappiamo quali sono i ricevibili e segnaliamo uno irricevibile, qui c'è un problema legato alla possibilità di una minoranza di porre in votazione gli emendamenti.

PRESIDENTE. Bene, allora: che si tratti di chiarire meglio sulla procedura penso che sia vero, d'altro canto gli uffici mi segnalano che quell'emendamento era già stato segnalato come irricevibile in Commissione, quindi è chiaro che c'è qualcosa che non ha funzionato e però, se volete segnalare un emendamento, dovete segnalare a questo punto un emendamento nella parte che ancora non abbiamo esaminato e che…

DAVIDE CRIPPA. Ma l'abbiamo già segnalato!

PRESIDENTE. No, quello non lo possiamo esaminare.

DAVIDE CRIPPA. Perché?

PRESIDENTE. Perché abbiamo già esaminato quella parte della legge, onorevole Crippa. Comunque, guardate, l'approfondiremo da qui a domani mattina.

In ogni caso, questo che stiamo per fare è l'ultimo voto.

L'approfondiremo, ma la mia impressione è che avremmo bisogno di una nuova segnalazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.39 Liuzzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.

      Dichiaro aperta la votazione.

      (Segue la votazione).

      Dichiaro chiusa la votazione.

      La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle 9,30.

Ricordo che sempre nella seduta di domani, alle 10, avrà luogo la commemorazione del professor Stefano Rodotà.

Interventi di fine seduta (ore 19,38).

PRESIDENTE. È scritta a parlare per un intervento di fine seduta la deputata Duranti.

Come sempre, chiederei ai colleghi di lasciare l'aula silenziosamente. Prego, onorevole Duranti.

DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente, questo intervento di fine seduta è per ricordare, a cinquant'anni dalla morte, don Lorenzo Milani, una straordinaria figura di uomo, sacerdote ed educatore, ma soprattutto maestro di pace, uno dei più grandi pensatori e testimoni del Novecento italiano.

Penso che sia necessario ricordare il suo pensiero in questa nostra epoca, perché è di grande attualità, in uno dei periodi più bui per l'umanità intera, quella che Papa Francesco ha sintetizzato come l'epoca della terza guerra mondiale a pezzi, epoca di distruzioni e di esodi di massa.

Don Milani, maestro di pace, ci ha lasciato un grande insegnamento, che chiama in causa la nostra responsabilità politica e la nostra coscienza. Ha difeso e sostenuto appassionatamente il principio del ripudio della guerra contenuto nell'articolo 11 della nostra Costituzione, il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare, il superamento del concetto di frontiere.

Don Milani si è opposto con grande forza alla guerra, ha messo in luce come tutte le guerre siano inutili e ingiuste, come le vittime delle guerre moderne siano sempre più le popolazioni civili, uomini, donne e bambini innocenti, che muoiono sotto i bombardamenti. Ancora oggi un pensiero, il suo, lucido e, appunto, tragicamente attuale.

Dobbiamo, quindi, assumere noi, su di noi, quello che accade in molte regioni del mondo, anche a causa di nostre responsabilità dirette o spesso per la nostra colpevole indifferenza. Non ci dobbiamo rassegnare a combattere le ingiustizie e, soprattutto, a fare in modo, con ogni nostro atto e con ogni nostra iniziativa, che la guerra sia un fenomeno cancellato dalla storia dell'umanità, una guerra che mette a rischio la sopravvivenza stessa della specie umana. E ce ne dobbiamo ricordare anche quando alle nostre porte spingono, bussano, migliaia di uomini, donne e bambini, che vorrebbero salvarsi da una guerra, che spesso noi stessi abbiamo contribuito a provocare (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marta Grande. Ne ha facoltà.

MARTA GRANDE. Grazie, Presidente. Vorremmo sollecitare una risposta all'interrogazione n. 4-16843, relativa alle vicende che hanno interessato e che tuttora stanno interessando la Fondazione Cariciv.

I primi effetti - purtroppo nefasti c'è da dire - di questi accadimenti hanno occupato fino a pochi giorni fa le pagine dei principali quotidiani locali. Mecenate TV, di proprietà della società strumentale della Fondazione Cariciv Mecenate, ha già licenziato dieci lavoratori.

Tralasciando - purtroppo, in questa sede non possiamo affrontarla - la già grave situazione occupazionale del territorio, chiediamo di avere delucidazioni sulla gestione economica della Fondazione. Pertanto, questo intervento è volto ad avere una risposta da parte del Governo e dei ministri competenti, per capire appunto che cosa è successo con la Fondazione Cariciv (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Binetti. Ne ha facoltà. Colleghi, abbassate un po' il tono della voce.

PAOLA BINETTI. Presidente, vorrei sollecitare la risposta ad una mia interrogazione in fatto di vaccini. So bene che il disegno di legge è incardinato al Senato, so bene quanto è elevato il livello di insoddisfazione che si sta diffondendo nel Paese, ma, trattandosi di un tema di grande rilevanza e di grande impatto anche per tutte le famiglie, vorrei ottenere una risposta dal Ministro qui alla Camera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Trenitalia ha comunicato che, a partire dal 5 settembre, avvierà una nuova corsa tra Foggia e Roma. La notizia potrebbe apparire bella e incoraggiante, se non fosse per il fatto che la partenza dovrebbe essere alle 5 di mattina. Voi immaginate un po' i cittadini del Gargano e del Subappennino Dauno e delle zone più lontane della provincia di Foggia: non dovrebbero dormire la notte per partire.

Quest'azione dovrebbe essere risarcitoria del fatto che Foggia è stata bypassata dall'alta velocità. Purtuttavia, Presidente, ancora una volta Trenitalia prende in giro i foggiani, perché il treno da Foggia poi dovrebbe servire solo i cittadini di Benevento e di Caserta, per essere puntuali sul posto di lavoro alle ore 8 a Roma. Come dire: oltre al danno la beffa. E per questo dobbiamo dire grazie, ancora una volta, a Trenitalia, che ignora una parte importante del territorio della Capitanata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. Oggi a Torino una donna di 46 anni, disoccupata da gennaio e senza sussidio, si è data fuoco davanti alla sede dell'INPS di Torino. Un grido di disperazione, nel momento in cui in quest'Aula si stava discutendo l'ennesimo provvedimento salva banche.

Ecco, io non voglio fare strumentalizzazioni di alcun tipo - e ci mancherebbe altro -, però una riflessione è necessaria. Basta vedere l'Osservatorio INPS sul precariato: da gennaio a marzo di quest'anno evidenzia un calo delle assunzioni a tempo indeterminato, mentre un amento folle del livello di precarietà. Qual è il quadro che ne risulta? Un mondo di precariato in Italia, di precariato allo stato puro. Serve una formazione continua per permettere a queste persone di riuscire a reinserirsi nel mondo del lavoro, perché il lavoro non può e non deve essere precluso a nessuno.

E io faccio quest'intervento proprio per segnalare che, al di fuori di questo Palazzo, ci sono moltissimi cittadini italiani che ci stanno lanciando delle grida di aiuto fortissime e che è folle non ascoltarle.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

      Mercoledì 28 giugno 2017:

      (ore 9,30 e al termine del punto 12)

1.      Seguito della discussione del disegno di legge:

Legge annuale per il mercato e la concorrenza (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 3012-C)

Relatori: FREGOLENT (per la VI Commissione) e MARTELLA (per la X Commissione), per la maggioranza; CRIPPA, di minoranza.

2.      Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

BIONDELLI ed altri; ZOLEZZI ed altri; BARONI ed altri; VARGIU ed altri; AMATO ed altri; PAOLA BOLDRINI ed altri; BINETTI: Istituzione e disciplina della Rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza e del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione. (C. 913-2983-3115-3483-3490-3555-3556-A)

Relatori: BARONI e BURTONE.

3.      Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 10-362-388-395-849-874-B - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: MANCONI ed altri; CASSON ed altri; BARANI; DE PETRIS e DE CRISTOFARO; BUCCARELLA ed altri; TORRISI: Introduzione del delitto di tortura nell'ordinamento italiano (Approvata, in un testo unificato, dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato). (C. 2168-B)

Relatori: VAZIO, per la maggioranza; FERRARESI, di minoranza.

4.      Seguito della discussione della Relazione all'Assemblea sulle forme di raccordo tra lo Stato e le autonomie territoriali e sull'attuazione degli statuti speciali, approvata dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali. (Doc. XVI-bis, n. 11)

5.      Seguito della discussone delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-01582, Allasia ed altri n. 1-01549, Donati ed altri n. 1-01542, Della Valle ed altri n. 1-01565, Laffranco ed altri n. 1-01610, Palese ed altri n. 1-01640 e Ricciatti ed altri 1-01641 concernenti iniziative relative all'applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein.

6.      Seguito della discussione della proposta di legge:

DAMBRUOSO ed altri: Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista.       (C. 3558-A)

Relatori: POLLASTRINI, per la maggioranza; LA RUSSA, di minoranza.

7.      Seguito della discussione della proposta di legge:

SERENI ed altri: Modifica alla legge 20 dicembre 2012, n. 238, per il sostegno e la valorizzazione del festival Umbria Jazz. (C. 4102-A)

Relatrice: ASCANI.

8.      Seguito della discussione delle mozioni Simonetti ed altri n. 1-01553, Brunetta ed altri n. 1-01560, Civati ed altri n. 1-01646, Nesci ed altri n. 1-01647, Melilla ed altri n. 1-01648, Altieri ed altri 1-01649 e Rampelli ed altri n. 1-01650 concernenti iniziative volte a garantire il funzionamento delle province.

9.      Seguito della discussione della proposta di legge:

RICHETTI ed altri: Disposizioni in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali. (C. 3225-A/R)

e delle abbinate proposte di legge: VACCARO; LENZI e AMICI; GRIMOLDI; CAPELLI ed altri; VITELLI ed altri; LOMBARDI ed altri; NUTI ed altri; PIAZZONI ed altri; MANNINO ed altri; SERENI ed altri; CAPARINI ed altri; GIACOBBE ed altri; FRANCESCO SANNA; TURCO ed altri; CRISTIAN IANNUZZI; MELILLA ed altri; CIVATI ed altri; BIANCONI; GIGLI ed altri; CAPARINI ed altri. (C. 495-661-1093-1137-1958-2354-2409-2446-2545-2562-3140-3276-3323-3326-3789-3835-4100-4131-4235-4259)

Relatori: RICHETTI, per la maggioranza; TURCO, di minoranza.

10.      Seguito della discussione della Relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017 e sul Programma di lavoro della Commissione per il 2017. (Doc. LXXXVII-bis, n. 5-A)

Relatrice: BERLINGHIERI.

      (ore 15)

11.      Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

      (ore 16,30)

12.      Dimissioni del deputato Raffaele Calabrò.

La seduta termina alle 19,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

      Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

      nella votazione n. 1 il deputato Famiglietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni nn. 1 e 22 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 3 il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 2 la deputata Paris ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni dalla n. 2 alla n. 5 e nelle votazione nn. 8, 20, 21 e 23 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

      nelle votazioni dalla n. 2 alla n. 5 e nelle votazioni nn. 16, 17 e 19 il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nelle votazione nn. 2 e 20 la deputata Bargero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni dalla n. 3 alla n. 7 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 7 il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni dalla n. 10 alla n. 21 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

      nelle votazioni nn. 11 e 17 la deputata Tartaglione e ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni dalla n. 11 alla n. 17 il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

      nella votazione n. 16 il deputato Catanoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

      nella votazione n. 22 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nelle votazioni nn. 28 e 29 la deputata Albanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 30 la deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 35 il deputato Bombassei ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

      nella votazione n. 37 i deputati Quintarelli e Carrozza hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 4554 - quest. preg. 1, 2 e 3 399 397 2 199 131 266 102 Resp.
2 Nominale Ddl 3012-C - em. 1.1 386 385 1 193 137 248 101 Resp.
3 Nominale em. 1.2 381 376 5 189 146 230 101 Resp.
4 Nominale em. 1.3 382 380 2 191 132 248 100 Resp.
5 Nominale em. 1.4 387 384 3 193 135 249 100 Resp.
6 Nominale em. 1.5 382 380 2 191 138 242 99 Resp.
7 Nominale em. 1.6 381 379 2 190 138 241 98 Resp.
8 Nominale em. 1.7 376 373 3 187 146 227 98 Resp.
9 Nominale em. 1.8 377 369 8 185 139 230 98 Resp.
10 Nominale em. 1.9 386 375 11 188 101 274 97 Resp.
11 Nominale em. 1.10 381 373 8 187 140 233 97 Resp.
12 Nominale em. 1.11 379 376 3 189 132 244 97 Resp.
13 Nominale em. 1.12 381 372 9 187 126 246 97 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.13 390 382 8 192 128 254 97 Resp.
15 Nominale em. 1.14 392 391 1 196 130 261 97 Resp.
16 Nominale em. 1.15 390 388 2 195 129 259 97 Resp.
17 Nominale em. 1.16 390 365 25 183 132 233 97 Resp.
18 Nominale em. 1.17 369 367 2 184 145 222 96 Resp.
19 Nominale em. 1.18 378 377 1 189 150 227 96 Resp.
20 Nominale em. 1.19 374 371 3 186 148 223 96 Resp.
21 Nominale em. 1.20 395 377 18 189 132 245 95 Resp.
22 Nominale em. 1.21 396 395 1 198 149 246 95 Resp.
23 Nominale em. 1.22 372 370 2 186 145 225 95 Resp.
24 Nominale em. 1.23 381 372 9 187 103 269 95 Resp.
25 Nominale em. 1.24 395 386 9 194 108 278 95 Resp.
26 Nominale em. 1.25 395 386 9 194 106 280 95 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 37)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 1.26, 1.27 388 382 6 192 132 250 94 Resp.
28 Nominale em. 1.28 390 383 7 192 111 272 94 Resp.
29 Nominale em. 1.29 387 380 7 191 104 276 94 Resp.
30 Nominale em. 1.30 379 375 4 188 139 236 94 Resp.
31 Nominale em. 1.31 384 383 1 192 145 238 94 Resp.
32 Nominale em. 1.32 388 387 1 194 146 241 94 Resp.
33 Nominale em. 1.33 389 387 2 194 152 235 94 Resp.
34 Nominale em. 1.35 393 390 3 196 149 241 94 Resp.
35 Nominale em. 1.36 391 389 2 195 145 244 94 Resp.
36 Nominale em. 1.38 368 368 0 185 156 212 94 Resp.
37 Nominale em. 1.39 342 340 2 171 123 217 93 Resp.