XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 27 ottobre 2017

TESTO AGGIORNATO AL 6 OTTOBRE 2017

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 27 ottobre 2017.

      Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Amendola, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Casero, Castiello, Castiglione, Catania, Causin, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Coppola, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Epifani, Faraone, Fedi, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Migliore, Orlando, Palma, Pannarale, Pes, Picchi, Pisicchio, Polverini, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Francesco Saverio Romano, Rosato, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Sereni, Tabacci, Taglialatela, Simone Valente, Valeria Valente, Velo, Vignali.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 26 ottobre 2017 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
          MINARDO: «Incentivi per l'occupazione giovanile e per la produzione e l'esportazione dei prodotti nazionali» (4710);
          GIGLI: «Istituzione della Giornata in memoria delle vittime dell'amianto. Assegnazione di un riconoscimento onorifico ai comuni simbolo» (4711).

      Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

      La proposta di legge MATTIELLO ed altri: «Modifiche alla legge 25 gennaio 1982, n.  17, e altre disposizioni in materia di incompatibilità» (4328) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Zan.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede Referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
          I Commissione (Affari costituzionali):
      PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE PREZIOSI ed altri: «Modifiche all'articolo 71 della Costituzione in materia di iniziativa legislativa popolare e di Referendum deliberativi e di indirizzo» (4508);
      FEDRIGA ed altri: «Istituzione della Giornata in memoria delle vittime dell'amianto. Assegnazione di un riconoscimento onorifico ai comuni simbolo» (4694) Parere delle Commissioni V, VII, VIII, XI, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
          II Commissione (Giustizia):
      RIZZETTO ed altri: «Istituzione del Garante nazionale per la tutela dei diritti delle vittime dei reati intenzionali violenti» (4546) Parere delle Commissioni I, V, XI, XII e XIV.
          VII Commissione (Cultura):
      CENTEMERO: «Disposizioni per la celebrazione del centenario della pubblicazione del romanzo “Canne al vento” di Grazia Deledda»(1548) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
      PELLEGRINO ed altri: «Disposizioni in materia di insegnamento della Costituzione nelle scuole primarie e secondarie» (4152) Parere delle Commissioni I, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
          VIII Commissione (Ambiente):
      FEDRIGA ed altri: «Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.  42, e al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n.  380, in materia di strutture abitative temporanee prefabbricate realizzate a seguito di dichiarazione dello stato di emergenza» (4687) Parere delle Commissioni I, II, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

      La Commissione europea, in data 26 ottobre 2017, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
          Proposte di decisione del Consiglio relative alla firma, a nome dell'Unione europea, dell'accordo tra l'Unione europea e il Regno di Norvegia riguardante la cooperazione amministrativa, la lotta contro la frode e il recupero dei crediti in materia di imposta sul valore aggiunto (COM(2017) 621 final e COM(2017) 624 final), corredate dai rispettivi allegati (COM(2017) 621 final – Annex 1 e COM(2017) 624 final – Annex 1), che sono assegnate in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
          Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Lo stato attuale dei medicinali pediatrici nell'Unione europea – Dieci anni del regolamento pediatrico dell'Unione europea (COM(2017) 626 final), che è assegnata in sede primaria alla XII Commissione (Affari esteri);
          Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulle norme adottate dall'autorità che ha il potere di nomina di ciascuna istituzione per dare attuazione allo statuto (COM(2017) 632 final), corredata dai relativi allegati (da COM(2017) 632 final – Annex 1 a COM(2017) 632 final – Annex 4), che è assegnata in sede primaria alla XIV (Politiche dell'Unione europea);
          Rettifica del regolamento delegato (UE) 2016/341 della Commissione, del 17 dicembre 2015, che integra il regolamento (UE) n.  952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme transitorie relative a talune disposizioni del codice doganale dell'Unione nei casi in cui i pertinenti sistemi elettronici non sono ancora operativi e che modifica il regolamento delegato (UE) 2015/2446 della Commissione (Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L. 69 del 15 marzo 2016) (C(2017) 7094 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze).

      Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 26 ottobre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n.  234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
      Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
      Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
          Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Preservare e rafforzare Schengen (COM(2017) 570 final);
          Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2016/399 per quanto riguarda le norme applicabili al ripristino temporaneo del controllo di frontiera alle frontiere interne (COM(2017) 571 final);
          Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attuazione dei programmi Galileo ed EGNOS e sulle prestazioni dell'agenzia del GNSS europeo (COM(2017) 616 final);
          Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Valutazione intermedia del programma Copernicus (2014-2020) (COM(2017) 617 final).

Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

      La Ministra per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 27 ottobre 2017, ha trasmesso, ai fini dell'espressione del parere parlamentare definitivo, ai sensi dell'articolo 1 della legge 7 ottobre 2015, n.  167, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo concernente revisione ed integrazione del decreto legislativo 18 luglio 2005, n.  171, recante codice della nautica da diporto ed attuazione della direttiva 2003/44/CE (461-bis).

      Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla IX Commissione (Trasporti) nonché, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), e, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

      Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Elementi in relazione all'asserita provenienza italiana del camion coinvolto nell'attentato avvenuto il 14 ottobre 2017 a Mogadiscio e iniziative per contrastare un eventuale traffico internazionale di materiali di armamento – 2-01987

A)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
          il 14 ottobre 2017 in una zona centrale di Mogadiscio, capitale della Somalia, dopo aver forzato un posto di blocco e resistito ai colpi di arma da fuoco delle forze di polizia somale, un camion bomba carico di oltre 500 chilogrammi di materiale esplosivo è saltato in aria in una strada centrale e particolarmente trafficata della città, facendo più di trecento vittime e oltre quattrocento feriti. Precedentemente un'autobomba, probabilmente collegata all'attentatore del camion, si fermava in prossimità di un posto di blocco e, per errore, esplodeva non procurando fortunatamente danni né a persone né a cose;

          l'attentato è avvenuto a due giorni dalla visita del comando statunitense per l'Africa al Presidente della Somalia che ha rinnovato la comune strategia nella lotta al gruppo terroristico Al Shabaab affiliato con Al Quaeda e che ha visto ridursi il territorio sotto il proprio controllo grazie all'azione congiunta dell'Amison (African Union Mission in Somalia) dell'esercito somalo, nonché dei bombardamenti dei droni americani, ma è avvenuto anche a pochi giorni dalle dimissioni del Ministro della difesa e del Capo di stato maggiore dell'esercito della Somalia, quindi in un momento particolarmente delicato per gli equilibri interni del Paese africano che sta faticosamente uscendo da oltre vent'anni di guerre civili, preceduti da oltre venti anni della spietata dittatura di Siad Barre;

          il 4 ottobre 2017 sulla cronaca locale di Firenze si riportavano i primi risultati di un'inchiesta promossa dalla direzione distrettuale antimafia del capoluogo toscano nata dalle segnalazioni della Agenzia delle dogane e dei monopoli e relativa a un traffico con la Somalia di mezzi militari dismessi ma ancora idonei all'utilizzo, gestito da un'organizzazione criminale somala con base in Toscana;

          il reato contestato è quello di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di materiali di armamento, i primi arresti hanno interessato tre cittadini somali e un italiano, ma l'inchiesta coinvolge almeno 16 persone; secondo le accuse, il gruppo trasferiva i mezzi in Somalia senza «demilitarizzarli», lasciando cioè inalterate le caratteristiche per l'uso in scenari di guerra (torretta per il fuciliere, luci oscurate, gomme piene, vernice speciale);

          vasta sarebbe però la rete di complicità offerta anche da cittadini italiani e in particolare da alcuni autodemolitori, carrozzieri, trasportatori e spedizionieri. «L'organizzazione – si legge nei documenti della direzione distrettuale antimafia di Firenze – aggirava la legge che parifica i veicoli militari ai materiali di armamento, vietandone la cessione e l'esportazione in assenza di apposite autorizzazioni ministeriali, e soprattutto violando la normativa internazionale che ha disposto l'embargo verso la Somalia, vietando in modo assoluto il trasferimento in tale paese di veicoli militari»;

          al fine di aggirare i controlli, l'organizzazione criminale invece di caricare sui container i camion interi e spedirli via mare, li smontava in modo tale da farli apparire come pezzi di ricambio; per quanto concerne invece le transazioni economiche queste sarebbero gestite attraverso una rete clandestina di trasferimento di fondi denominata Hawala;

          già il 7 ottobre 2015 il direttore interregionale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli di Campania e Calabria riferì alla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti che l'Agenzia aveva operato dei sequestri su automezzi di tipo militare dismessi all'Esercito italiano e svolto indagini su una filiera che portava «a persone e organizzazioni vicine ad Al Shabaab», cioè ai terroristi islamici ritenuti responsabili di numerosi attentati in Somalia, fra cui il massacro di sabato 14 ottobre 2017. Il direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli descrisse in questi termini un camion sequestrato a Salerno: «È un automezzo militare che è stato presentato come camion usato ma in realtà aveva ancora i pneumatici cinturati, tipici dei mezzi militari, la botola sopra il tettuccio, la vernice non rifrangente, l'oscuramento dei fanalini: quindi, come si presentava, era un mezzo militare [...] Abbiamo saputo che questo tipo di mezzo è molto ricercato, soprattutto dall'organizzazione che fa capo ad Al Shabaab, perché – essendo molto robusto – si presta particolarmente bene all'utilizzo in attentati dinamitardi»;

          da alcuni articoli della stampa è emerso il sospetto che il camion coinvolto nell'attentato di Mogadiscio, evidentemente dotato di alcune protezioni speciali di carattere militare per aver resistito al posto di blocco, possa essere di provenienza italiana e magari proprio tra quelli oggetto delle transazioni della rete criminale scoperta dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli e su cui è in corso la suddetta inchiesta della magistratura fiorentina  –:
          se e quali iniziative il Governo abbia predisposto, insieme al Governo della Somalia, per acclarare se trovi conferma o sia destituito di fondamento quanto ipotizzato dalla stampa nazionale circa l'attentato di Mogadiscio, ossia la possibile provenienza italiana del camion che è stato fatto esplodere, e quali iniziative siano state intraprese, anche a livello internazionale, per fare luce sull'eventuale traffico illegale di materiale bellico dismesso nel nostro Paese e per contrastarlo.
(2-01987) «Quartapelle Procopio, Beni, Berretta, Stella Bianchi, Bonaccorsi, Braga, Carloni, Carnevali, Casati, Coccia, Cova, Marco Di Maio, D'Ottavio, Fabbri, Fedi, Gadda, Garavini, Gasparini, Ginefra, La Marca, Locatelli, Lodolini, Patrizia Maestri, Malisani, Marchetti, Marchi, Minnucci, Misiani, Moretto, Nicoletti, Patriarca, Piazzoni, Giuditta Pini, Porta, Quintarelli, Realacci, Romanini, Rossomando, Scuvera, Senaldi, Sereni, Tacconi, Tidei, Verini, Villecco Calipari, Zampa, Zan, Zanin, Chaouki».


Iniziative volte a integrare il contratto di servizio 2017-2026 concluso tra Governo e Trenitalia ai fini della previsione di un collegamento a lunga percorrenza sull'asse ferroviario Agrigento-Caltanissetta-Enna-Catania – 2-01962

B)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
          in data 27 giugno 2017 il Governo ha risposto all'interrogazione avente per oggetto il «ripristino del collegamento notturno lungo l'asse ferroviario Agrigento-Caltanissetta-Enna-Catania», esprimendo sostanzialmente un parere negativo in ordine al possibile inserimento della relazione, nel contratto di servizio 2017-2026 stipulato in gennaio tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed Impresa ferroviaria Trenitalia;

          le motivazioni fornite dal sottosegretario Del Basso De Caro lasciano alquanto perplessi, in quanto stridono fortemente con la realtà dei fatti per quanto concerne, in particolare, un presunto – e non riscontrato – calo della richiesta di trasporto per la Sicilia, che invece fa registrare una costante tenuta, nonostante la progressiva riduzione dei servizi, con una media di circa 20.000 passeggeri mensili sui treni Intercity;

          il contratto di servizio stipulato tra Stato e IF Trenitalia può subire, a discrezione del committente, variazioni e l'inserimento di un servizio, anche limitato al week end, dunque a cadenza trisettimanale, comporterebbe un aumento dei costi accettabili, a fronte dei benefici che ne deriverebbero;

          nonostante l'impegno del Governo, anche in termini di risorse impiegate, si rileva che da circa 7 anni risulta soppresso ogni servizio ferroviario a lunga percorrenza lungo l'asse Agrigento-Caltanissetta-Enna, territori già attanagliati da precarie condizioni strutturali per quanto concerne la viabilità stradale, ed ancor più penalizzati dalla soppressione della predetta «antenna» del treno notte Siracusa-Roma;

          in questo contesto, le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna, con un bacino di quasi un milione di abitanti, e l'assenza, in particolare per la città dei templi, di aeroporti e adeguate infrastrutture stradali, vivono una situazione di estremo disagio, e rimangono tagliate fuori dal resto del Paese  –:
          se non ritenga opportuno assumere iniziative per integrare il contratto di servizio 2017-2026 inerente alla copertura finanziaria dei treni a lunga percorrenza mediante l'aggiunta di una «antenna» sulla relazione «Agrigento-Caltanissetta Enna-Catania», da agganciare all'esistente servizio «Siracusa-Catania-Roma».
(2-01962) «Iacono, Albanella, Berretta, Villecco Calipari, Carocci, Tino Iannuzzi, Impegno, Lauricella, Piazzoni, Pinna, Ribaudo, Rostellato, Scuvera, Cani, Carloni, Ghizzoni, Piccione, Verini, Pes, Malpezzi, Guerra, Arlotti, Ventricelli, Grassi, Covello, Currò, Amoddio, Culotta, Gandolfi, Burtone, Valiante, Paolo Rossi, Bruno Bossio».


Orientamenti in relazione al progetto di riduzione dei presidi della polizia postale e delle comunicazioni – 2-01986

C)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
          nel nostro Paese, a fronte di dati che riportano un aumento dei casi di cyberbullismo, pedopornografia, stalking e frodi informatiche, la polizia postale e delle comunicazioni è l'unico organo che contrasta taluni reati che avvengono a mezzo rete internet e strumenti informatici;

          con il decreto ministeriale del 15 agosto 2017 del Ministro dell'interno, è stato previsto il riordino delle specialità delle forze di polizia, contenente numerosi tagli, secondo quelli che appaiono agli interpellanti incoerenti criteri di razionalizzazione delle risorse umane e di pretesa spending review. La conseguente chiusura delle sezioni di polizia postale sul territorio lascerà invero i cittadini senza tutela per i reati informatici;

          si ritiene utile precisare che i costi delle sedi della polizia postale già gravano per gran parte su Poste Italiane, che ne finanzia i fitti e gli strumenti di lavoro, e pertanto l'obiettivo di risparmio proprio della spending review non troverebbe alcun nesso con la chiusura di tali uffici;

          oggi sono almeno una quarantina gli uffici nel mirino del Governo che potrebbero essere eliminati già entro la fine dell'anno. Il rischio è la cancellazione delle specializzazioni, come accaduto con il Corpo forestale. Lo smantellamento dei centri di prossimità della postale e un percorso già avviato da tempo, laddove dal 2010 al 2017 gli agenti sono passati da 2000 a 1400 in totale, con 110 uffici sparsi nel territorio nazionale. Trattasi di un taglio del tutto scriteriato, slegato da valutazioni economiche, geografiche o circa la criminalità presente sui territori;

          l'attività di prevenzione e repressione dei reati informatici deve avvenire direttamente sul territorio presidiato per essere davvero tempestiva ed efficace, anche nella raccolta delle denunce; i cittadini hanno diritto ad un livello di sicurezza uniforme, senza discriminazioni territoriali, che svantaggerebbero quelle province non sede di corte di appello. Inoltre, si corre il rischio di estromettere centinaia di operatori professionalizzati dalla specialità, per indirizzarli in altri uffici sperperando competenze ed efficacia operativa maturata negli anni con il conseguente collasso delle sezioni soppresse per carico di lavoro  –:
          se trovi conferma il progetto di «smantellamento» della polizia postale, se non si reputi controproducente, sia a livello finanziario che per quanto riguarda la sicurezza dei cittadini, ridurre, ad avviso degli interpellanti in maniera incoerente, i presidi territoriali di servizi così fondamentali, e come ritenga di poter salvaguardare l'insostituibile patrimonio professionale e tecnico delle unità di polizia postale destinate ad altri organismi con differenti funzioni e mansioni connesse al contrasto di altre tipologie di reati.
(2-01986) «Sarti, Nesci, Agostinelli, Alberti, Baroni, Basilio, Battelli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Nicola Bianchi, Bonafede, Brescia, Brugnerotto, Businarolo, Busto, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso, Castelli, Cecconi, Chimienti, Ciprini, Colletti, Colonnese, Cominardi, Corda, Cozzolino, Crippa».


Chiarimenti in merito alle criticità derivanti dal progetto di realizzazione di una vasca di laminazione nel comune di Senago per il contenimento delle acque del torrente Seveso – 2-01989

D)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
          nel precedente atto (2-00708), a prima firma della prima firmataria della presente interpellanza, riguardante il progetto per evitare le esondazioni del Seveso nel comune di Milano, si enunciavano le criticità su cui la risposta del Governo aveva rassicurato;

          poco tempo dopo e a lavori iniziati per la vasca di laminazione a Senago e quelli per l'adeguamento del canale scolmatore, le già espresse criticità si ripresentano addirittura peggiorate;

          la regione Lombardia ha considerato queste opere tra le priorità della legislatura, prima combattendo per sbloccare i finanziamenti statali e poi mettendo in campo tutte le tecniche per iniziare le opere. A dare l'annuncio dell'avvio del cantiere è stata, infatti, Viviana Beccalossi, assessore regionale al territorio, urbanistica, difesa del suolo e città metropolitana;

          la stessa Beccalossi ha dichiarato: «Il progetto è finanziato con 142 milioni di euro, che comprendono anche le altre opere, tutte in fase avanzata di progettazione, come le altre aree di laminazione localizzate nei comuni di Paderno Dugnano-Varedo, Lentate sul Seveso, Vertemate-Carimate-Cantù e Milano. La vasca di Senago sarà pronta entro inizio 2018 e, nel complesso, tutto il progetto verrà portato a termine entro 2020». Si tratta, «dell'intervento più complesso tra quelli messi in campo in questi anni di amministrazione del presidente Maroni, durante i quali Regione Lombardia ha investito oltre 214 milioni di euro per 230 opere di difesa del territorio da frane e alluvioni»;
          le criticità in merito al progetto, secondo gli interpellanti, possono essere così riassunte:
              insufficienza ed approssimazione dello studio delle ipotesi alternative e della cosiddetta alternativa zero. La contraddizione a cui giunge la valutazione di impatto ambientale (Via) a pagina 8, dove si sostiene che gli otto invasi dell'ipotesi alternativa non possono sostituire i quattro di sistema, ma eventualmente contribuire ad una rimodulazione ed ottimizzazione degli stessi, in relazione alla loro fruibilità: in tale circostanza, né l'Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo), né regione Lombardia sono in grado di offrire alcuna motivazione che smentisca i rilievi sollevati dal comune;
              carenza istruttoria del procedimento anche relativamente alla sedimentazione all'interno delle vasche. Le motivazioni fornite dalla controparte non sono idonee a superare l'obiezione sollevata in sede di ricorso ed, in ogni caso, non può essere condivisibile che la valutazione di impatto ambientale si limiti a fare un generico rinvio agli esiti dei monitoraggi da effettuare;
              impatto paesaggistico. Il comune ha rilevato che le vasche risultano realizzate all'interno dell'area protetta del Parco Groane e all'interno del corridoio ecologico regionale RER. A fronte di tali rilievi la controparte qualifica l'area come un «pratone che non presenta fattori naturalistici propri e che pertanto può essere sacrificata»;
              mancato rispetto dei limiti di profondità massima presenti dal Piano cave di città metropolitana. Il comune sostiene il mancato rispetto del limite massimo di profondità previsto dal Piano cave, la controparte replica sostenendo che, nel caso di opere idrauliche, trova applicazione una deroga che consente escavazioni sotto la linea di falda. Non vi è garanzia nel progetto dell'interferenza tra le pessime acque delle vasche e quella della falda;
              gravi difetti istruttori relativi alla Via riguardo il tema delle acque. Nella relazione di Via si sostiene che non sussistono pericoli di inquinamento stante l'asserita ridotta permanenza delle acque e l'esistenza del materassino bentonitico (molto sommariamente, uno strato di argilla) che impermealizzerà il fondo. A riguardo si eccepisce, invece, che il suddetto materassino non appare idoneo a proteggere l'ambiente dagli altri effetti delle acque insane;
              istruttoria lacunosa sia nel Sia che nella Via, in merito all'impatto che l'opera avrebbe sulla salute pubblica. Il legale dell'Ente ritiene che il problema dell'impatto dell'opera sulla salute pubblica sia stato del tutto trascurato con evidenti violazioni di legge;
              il piano di manutenzione, che in realtà è il contenuto essenziale delle Sia e della Via, viene posticipato al momento della redazione definitivo;
              mancanza del piano di utilizzo del materiale di scavo. Per le opere oggetto di Via, che l'elaborazione del piano debba avvenire prima dell'espressione del parere conclusivo della procedura di valutazione;
              mancata previsione del versamento dei diritti di escavazione. Nella Via non si è tenuto conto del versamento dei diritti di escavazione al comune, violando una precisa disposizione normativa;
              la mancanza dei pareri nel decreto di approvazione della Via e nella relazione ad esso allegata. Inoltre l'opera si realizza a 15 chilometri dal luogo delle esondazioni e in derivazione al Csno e dunque non riesce a ridurre significativamente le ondate di piena proprio perché è l'unica che, nel sistema delle vasche di laminazione, non sarà localizzata lungo l'asta del Seveso;
              mancato adempimento nel progetto posto a gara delle prescrizioni indicate nella Via. Le argomentazioni sollevate riguardano essenzialmente lo stralcio dal progetto delle opere di collegamento ciclopedonali che secondo Aipo dovranno formare oggetto di un altro progetto. Stessa procedura riguardo alla integrazione delle opere. La Commissione Via aveva invitato a valutare l'integrazione delle opere, ed Aipo ha rinviato questa fase ad altro progetto. Stessa procedura è stata seguita per la mitigazione degli impatti sulle residenze lungo la strada provinciale 175 disattendendo in pratica quanto richiesto in fase di Conferenza di servizi per la Via  –:

          se il Ministro interpellato sia a conoscenza del fatto che, a seguito dell'obsolescenza del citato progetto, sarà necessario mettere in atto misure necessarie a prevedere tutele per l'inquinamento della falda acquifera e per i fanghi speciali che si formeranno e, a tal fine, se sia in grado di fornire una stima realistica delle quantità dei fanghi speciali che si verranno a depositare a seguito dell'utilizzo delle vasche e dei conseguenti costi per lo smaltimento degli stessi;

          se non ritenga opportuno fornire adeguate informazioni sui costi manutentivi presunti per la tutela delle acque di falda e per i piani di emergenza in caso di contaminazione, su pratiche di trasparenza e controlli antimafia predisposti per l'appalto e su quale, realisticamente, sarà la percentuale di eventi, esondativi evitati con la realizzazione di tali vasche;

          di quali elementi disponga sulla realizzazione dell'intero progetto e non solo di parti di esso alla luce della non realizzazione delle vasche previste oltre quelle di Senago.
(2-01989) «Cimbro, Ferrara».


Iniziative di competenza volte ad assicurare la regolarità delle procedure relative all'elezione del direttore del Conservatorio di musica San Pietro e Majella di Napoli – 2-01980

E)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
          in data 29 giugno 2017 il maestro Carmine Santaniello, attuale direttore del Conservatorio di musica di Avellino, veniva eletto con largo suffragio direttore del Conservatorio di musica di Napoli;

          invero il maestro Santaniello riportava sessantaquattro voti da parte del corpo elettorale formata da centodue votanti su centoundici aventi diritto;

          la competente commissione elettorale provvedeva alla proclamazione dell'eletto che ne riceveva comunicazione il successivo 4 luglio;

          a seguito di un esposto anonimo spedito alla Direzione generale per la programmazione, il coordinamento e il finanziamento delle istituzioni della formazione superiore del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, retta dal dottor Daniele Livon, nel quale si prospettava un'irregolarità nella procedura elettorale per la presunta incandidabilità di un docente che aveva preso parte al turno di votazione del 21 giugno, quell'ufficio richiedeva all'attuale direttrice del Conservatorio un'informativa circa la regolarità delle elezioni;

          appare strano agli interpellanti che la detta Direzione generale abbia azionato una procedura conoscitiva a seguito di uno scritto anonimo e che, in maniera irrituale, abbia richiesto lumi non all'organo evidentemente competente, cioè a dire la commissione elettorale, bensì alla direttrice protempore Elsa Evangelista della quale Santaniello avrebbe dovuto legittimamente prendere il posto;

          la suddetta, senza consultare in alcun modo la commissione elettorale, rispondeva alla richiesta ministeriale evidenziando che al primo turno di elezione aveva preso parte un docente asseritamente incandidabile, che aveva però riportato solo 11 voti e che per tale ragione non era stato ammesso al turno di ballottaggio;

          nessuno dei docenti partecipanti alla procedura di elezione ha inteso impugnare in via gerarchica o ricorrendo alla giustizia amministrativa lo svolgimento o l'esito delle tenute consultazioni;

          con nota del 6 ottobre 2017 il direttore generale sopra richiamato comunicava alla direzione del Conservatorio di non essere in grado di sottoporre al Ministro interpellato la ratifica della nomina del maestro Santaniello a nuovo direttore;

          nella stessa nota il direttore generale Livon invitava la direttrice Evangelista e il presidente del conservatorio professor Palma ad assumere un provvedimento di annullamento in autotutela del procedimento elettorale che aveva visto vincitore il professor Santaniello;

          nessuna delle predette comunicazioni sarebbe stata inviata a Santaniello, che pure era evidentemente interessato alla procedura e che aveva il diritto di intervenire nella fase istruttoria del procedimento con il quale si provava a frustrare suoi diritti e interessi legittimi;

          addirittura, in data 11 ottobre 2017 la stampa riportava la notizia dell'avvenuto annullamento delle elezioni;

          il giorno successivo la commissione elettorale dichiarava alla stessa stampa che la procedura per l'elezione del direttore del Conservatorio era perfettamente regolare;

          risulta all'interpellante che in pari data le locali sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Gilda-Umans, con nota congiunta, rivolgevano istanza al competente Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca con la quale chiedevano che venisse rispettata la volontà espressa dal corpo elettorale a ciò deputato;

          addirittura in data 13 ottobre cinquantanove docenti, che costituiscono a ben vedere la maggioranza del corpo elettorale composto da 111 soggetti, rivolgevano allo stesso Ministro interpellato una petizione con la quale chiedevano che la loro sovranità elettorale venisse rispettata;

          il consiglio direttivo della Conferenza dei direttori dei conservatori di musica italiani rappresentava al Ministro, ai responsabili delle strutture amministrative ministeriali e alla direttrice del conservatorio in carica Evangelista, la ferma contrarietà di quell'organismo al paventato sovvertimento dell'esito delle legittime elezioni svoltesi;

          si rappresentava infatti che, in assenza di qualsivoglia impugnativa dell'esito e della procedura di elezione, non poteva procedersi all'annullamento del risultato;

          nel merito si aggiungeva che la presunta irregolarità segnalata nello scritto anonimo, consistita nella partecipazione al primo turno elettorale di un professore di seconda fascia non poteva essere ritenuta meritevole di alcuna considerazione, e meno che mai assunta come elemento demolitorio del risultato del voto;

          invero lo Statuto del Conservatorio non fa alcuna distinzione tra docenti di prima e di seconda fascia e lo stesso intervento del direttore generale Livon, a giudizio degli interpellanti, si appalesa come un'ingiustificata interferenza nell'autonomia statutaria della secolare istituzione accademica della città di Napoli, normata dal decreto del Presidente della Repubblica n.  132 del 2003;

          l'intervento del direttore Livon sembra, a giudizio degli interpellanti, non tenere in considerazione che, ad esempio, il professor Vito Maggiolino e la professoressa Donateli Pieri, entrambi docenti di seconda fascia, abbiano potuto non solo partecipare alle elezioni dei direttori di conservatori ma abbiano ricoperto, rispettivamente per un mandato l'incarico di direttore del conservatorio di Torino il primo, e per due mandati l'analogo incarico presso il conservatorio di Bologna la seconda;

          con decreto del 16 ottobre 2017, protocollo 6910, la direttrice del conservatorio San Pietro a Maiella, Elsa Evangelista, ha decretato l'annullamento in autotutela delle elezioni del nuovo direttore dell'istituzione per il triennio 2017-2020;

          appare infondato il rilievo valorizzato nell'atto che tra le cinque candidature esaminate dalla commissione elettorale sarebbe stata accolta quella di un docente di seconda fascia in asserito contrasto con quanto disposto dallo Statuto e dall'apposito regolamento dell'istituto;

          non può condividersi l'assunto che tale inesistente circostanza renda evidentemente vulnerabili le elezioni ed il conseguente decreto ministeriale di nomina del nuovo Direttore, non fosse altro perché non sono stati prodotti reclami avverso l'esito delle elezioni e perché i termini per l'impugnazione amministrativa appaiono trascorsi, con conseguente intervenuta definitività dell'atto di proclamazione;

          inconferente appare altresì la considerazione che l'esito della procedura elettorale sarebbe inficiata da un vizio, quello della partecipazione al primo turno di un docente che avrebbe riscosso 11 voti non supererebbe la cosiddetta prova di resistenza;

          non appaiono sussistenti, secondo gli interpellanti, le ritenute «evidenti criticità nella procedura elettorale per la nomina del nuovo direttore» che ne inficerebbero il risultato e apparendo del tutto infondato che a causa di ciò non residui in capo all'Amministrazione alcuna discrezionalità;

          a giudizio degli interpellanti, l'attuale direttrice del Conservatori Elsa Evangelista, con proprio atto discrezionale e in evidente stato di incompatibilità, non aveva il potere di annullare l'esito delle elezioni per il nuovo direttore e procurarsi l'ingiusto vantaggio di rimanere in carica per altro tempo  –:
          quali iniziative di competenza intenda adottare per verificare i fatti esposti in premessa, al fine di assicurare la regolarità nell'elezione del direttore del Conservatorio di Napoli, considerato che, ad avviso degli interpellanti, non sussiste alcuna fondata obiezione alla elezione del professor Santaniello.
(2-01980) «Laboccetta, Brunetta».


Iniziative volte ad assicurare, nell'ambito del processo di accorpamento del personale dell'ex Corpo forestale dello Stato all'Arma dei carabinieri, una piena integrazione che salvaguardi comunque il riconoscimento di alcuni benefici già acquisiti relativi al trattamento economico e giuridico – 2-01988

F)

      I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:
          come è noto, dal 1o gennaio 2017, una parte del personale dell'ex Corpo Forestale dello Stato è transitato nell'Arma dei Carabinieri. L'assorbimento è stato caratterizzato da una fase transitoria volta a consentire una integrazione graduale del personale dell'ex Corpo forestale dello Stato, anche attraverso la disamina degli istituti applicati al medesimo personale fino al 31 dicembre 2016;

          il Governo aveva assicurato ai militari che nulla sarebbe cambiato e che sarebbero state ascoltate tutte le necessità, con specifico riguardo alle problematiche legate alla delicata fase della transizione. Tuttavia, in realtà, a seguito della citata riorganizzazione, sono state apportate modifiche sia sotto il profilo strutturale del Comando Unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare, che sotto l'aspetto dell'organizzazione del lavoro per il personale;

          con l'ordinanza del TAR Pescara (n.  235/2017), sono stati sollevati dubbi di costituzionalità sull'intero impianto dell'assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri, configurando violazioni di diritti del personale transitato. Successivamente, hanno fatto seguito anche quelle di Potenza, e di Trieste, che hanno a loro volta sospeso il giudizio e trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale;

          rispetto al quadro delineato sinora sembra, dunque, inopportuno accelerare un processo di assorbimento;

          peraltro, è stata diffusa la notizia che il Comitato europeo dei diritti sociali ha considerato fondato il ricorso proposto dagli ex sindacati del Corpo Forestale UGL e SAPAF, chiedendo all'Italia di produrre controdeduzioni nel merito, che devono essere presentate entro il 15 novembre 2017;

          a ciò si aggiungano considerazioni legate alla circostanza per cui, se il fine principale del processo di assorbimento è la piena integrazione del personale del Corpo forestale con il personale dell'Arma, si potrebbe considerare la possibilità di estendere a tutto il personale dell'Arma alcuni istituti applicati nell'ex Corpo forestale dello Stato che potrebbero migliorare le condizioni dei militari sotto il profilo del benessere, e che la circolare n.  104 del 9 agosto 2017 – la cui entrata in vigore è rimandata a data da destinarsi – vorrebbe cancellare;

          si tratta, in particolare di alcune conquiste sindacali che stanno per essere eliminate e che i Carabinieri vorrebbero fossero estese a tutto il personale: ad esempio, la possibilità di fruire di benefici contrattuali che prevedono l'assenza giustificata e senza alcuna penalizzazione economica (congedo straordinario che nell'Arma è «licenza straordinaria») per queste casistiche: visita specialistiche personali;

          assistenza a congiunti o affini per gravi motivi; assistenza al figlio fino a tre anni; assistenza al figlio da tre a otto anni;

          a rischio risultano altri benefici: il diritto di usufruire della settimana corta, nonché meccanismi di flessibilità sull'orario di servizio;

          il processo di accorpamento porta con sé altri aspetti legati, da un lato, ad un aumento rilevante della burocrazia e del carteggio che costringe il militare a passare più tempo in ufficio, togliendolo al servizio sul territorio e, dall'altro lato, ad una riduzione del personale provocata da una razionalizzazione delle strutture, che hanno comportato la chiusura di stazioni e uffici forestali;

          in data 4 ottobre 2017 è stata presentata al Ministro Martina un'interrogazione a risposta immediata in Assemblea (3/03286) a firma degli onorevoli di Forza Italia, Fabrizio Di Stefano, Roberto Occhiuto, Pietro Laffranco, Alberto Giorgetti, Paolo Russo, sulla vicenda del Corpo Forestale dello Stato, rispetto alla quale lo stesso Ministro ha fornito informazioni che agli interpellanti non appaiono soddisfacenti;

          con riferimento alla dichiarazione riguardante la costituzione, nei fatti, di una forza di polizia ambientale che rappresenta una delle esperienze più avanzate in Europa, non sembra che ciò sia così in quanto i numeri dicono il contrario, ossia che si è depauperata la dotazione organica e la professionalità dell'unica forza di polizia ambientale che aveva il nostro Paese: il Corpo Forestale dello Stato. Infatti, il Corpo forestale dello Stato, prima dell'assorbimento, aveva una dotazione organica di poco più di 8.300 unità; ad oggi, il Comando Unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dispone di appena 6.500 militari. Neppure sommando la forza del Cutfaa a quelle dei Nuclei dei carabinieri per la tutela dell'ambiente e la tutela alimentare si arriverebbe a ripristinare l'organico preesistente;

          ad ogni modo, non sembra proprio che si sia costituita una nuova ed unica forza di polizia ambientale, catalizzatrice di tutto il settore, perché ad oggi risultano ancora attivi i Corpi forestali delle regioni a Statuto Speciale e quelli delle province autonome;

          quanto all'eccezionalità dell'emergenza incendi di quest'anno, che il Ministro ha addebitato alle azioni dolose, si vuole ricordare che, in realtà, gli incendi boschivi sono sempre di matrice dolosa o colposa. Il numero di incendi, quest'anno, è stato sì molto alto, ma non più alto di altri anni. La vera differenza è rappresentata dall'accrescimento della superficie boschiva percorsa dal fuoco;

          il Ministro Martina ricorda giustamente che la legge n.  353 del 2000 affida alle regioni la competenza sulla prevenzione e sulla lotta agli incendi boschivi, tuttavia le regioni, attraverso appositi rapporti convenzionali, hanno demandato nella maggior parte dei casi proprio al Corpo forestale dello Stato lo svolgimento di tali funzioni. In virtù delle citate convenzioni, quasi dappertutto il personale del Corpo forestale dello Stato esercitava l'azione di direzione delle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi;

          con riferimento ai dati forniti dal Ministro, attinenti le attività dell'Arma dei carabinieri, in cui si afferma che «nel periodo 1o gennaio-31 agosto 2017, le unità carabinieri forestali hanno svolto 21.428 controlli, il doppio rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente», si sottolinea che ciò, secondo gli interpellanti, risulta in contrasto con il fatto che la diminuzione delle unità di personale a seguito dell'assorbimento nell'Arma, nonché nelle altre amministrazioni coinvolte dalla riforma, ha reso di fatto impossibile effettuare un numero di controlli maggiore, anche perché la prima parte dell'anno 2017 è stata spesa per la vestizione del personale, per i corsi di familiarizzazione e successivamente di militarizzazione  –:
          quali iniziative urgenti di competenza i Ministri interpellati intendano intraprendere per procedere ad un accorpamento che conservi ed estenda al personale le prerogative ed i benefici in precedenza acquisiti dal Corpo forestale dello Stato, così da garantire una piena integrazione delle due categorie, nell'ottica di una complessiva razionalizzazione che non mortifichi i diritti acquisiti e contribuisca a raggiungere un'efficienza organizzativa e operativa per tutto l'apparato.
(2-01988) «Vito, Brunetta, Occhiuto, Catanoso, Labriola, Laffranco».