Scarica il PDF
CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 gennaio 2017
753.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

D.L. 243/2016: Interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno (C. 4200 Governo).

PROPOSTA DI PARERE

      La VIII Commissione,
          esaminato, per le parti di competenza, il decreto-legge n.  243 del 2016, C. 4200 Governo, recante «Interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno»;
          considerato che:
              il processo di cessione degli asset aziendali di Ilva spa, ed in particolare dello stabilimento siderurgico di Taranto, sta entrando nella fase finale con la scelta della migliore offerta;
              fin dal decreto-legge n.  1 del 2015, la ratio della normativa, riguardante il superamento dell'amministrazione straordinaria e della cessione a terzi di ILVA, è stata volta a coniugare interessi ambientali, sanitari, industriali, sociali, occupazionali, nel rispetto dei principi costituzionali e nel bilanciamento di interessi costituzionalmente rilevanti (tutela dell'ambiente e della salute, salvaguardia della produzione e dell'occupazione), in conformità a quanto sancito dalla Corte costituzionale nella sentenza 85 del 9 aprile 2013;
              andrebbe posta in essere ogni utile iniziativa affinché, nel rispetto dell'autonoma gestione dell'amministrazione straordinaria e dei suoi obblighi di legge nonché della procedura in corso, possano essere adeguatamente prese in considerazione iniziative sostenibili che prevedano una riconversione graduale del ciclo integrato siderurgico verso l'utilizzo di tecnologie che ricorrono alla preriduzione tramite gas naturali e che, comunque, sono indirizzate verso un sempre minore impatto ambientale;
              l'articolo 2 prevede la nomina di un commissario unico straordinario con compiti di coordinamento e realizzazione degli interventi funzionali a garantire l'adeguamento nel minor tempo possibile alle sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell'Unione europea in materia di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue;
              sarebbe opportuno prevedere che il Commissario unico si avvalga, sulla base di apposite convenzioni, di società in house delle amministrazioni centrali dello Stato dotate di specifica competenza tecnica, degli enti del sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente di cui alla legge 28 giugno 2016, n.  132, delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato e degli enti pubblici che operano nell'ambito delle aree di intervento;
              per gli enti del citato sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, al fine di svolgere i compiti sopra richiamati, sarebbe opportuno prevedere l'applicazione del limite assunzionale di cui all'articolo 1, comma 229, della legge 28 dicembre 2015, n.  208;
              il Commissario straordinario per l'attuazione dell'intervento di messa in sicurezza e gestione dei rifiuti pericolosi e Pag. 165radioattivi siti nel deposito ex Cemerad, nel territorio del comune di Statte («Commissario Cemerad»), il cui incarico risulterebbe in corso di proroga di un anno, ha completato le attività propedeutiche previste nel cronoprogramma operativo, tecnico ed economico e sono attualmente in fase di elaborazione finale gli atti per l'affidamento del servizio di trasporto, caratterizzazione, smaltimento dei rifiuti presenti nel deposito, con finale bonifica radiologica e rilascio delle aree prive da vincoli radiologici;
              appare quindi necessario imprimere un'accelerazione al completamento delle attività programmate ed in avanzato stato di definizione, fino al completo risanamento e recupero del sito;
              in tale prospettiva sarebbe opportuno prevedere che le attività in questione vengano affidate alla società «in house» Sogin S.p.A., in possesso di specifiche ed elevate competenze nella materia, al contempo procrastinando la scadenza della gestione commissariale al completamento e collaudo dell'intervento,

      esprime

PARERE FAVOREVOLE

      con le seguenti osservazioni:
          a) valuti la Commissione di merito l'opportunità di prevedere che il Commissario unico, di cui all'articolo 2, si avvalga, sulla base di apposite convenzioni, di società in house delle amministrazioni centrali dello Stato dotate di specifica competenza tecnica, degli enti del sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente di cui alla legge 28 giugno 2016, n.  132, delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato e degli enti pubblici che operano nell'ambito delle aree di intervento;
          b) valuti la Commissione di merito l'opportunità di prevedere che gli enti del sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, di cui alla legge 28 giugno 2016, n.132, fermi restando i vincoli generali sulla spesa di personale, possano procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite del 100 per cento della spesa relativa al personale di ruolo cessato dal servizio nell'anno precedente.

Pag. 166

ALLEGATO 2

Sulla missione svoltasi a Marrakech dal 7 al 18 novembre 2016 (COP22).

RELAZIONE

      Una delegazione parlamentare italiana ha preso parte, su invito del Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, al Segmento ad Alto Livello della XXII Sessione della Conferenza delle Parti (COP22) relativa alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici (UNFCCC), che ha avuto luogo a Marrakech dal 14 al 18 novembre 2016.
      La delegazione della Camera era composta dagli onorevoli Ermete Realacci (Partito democratico), Massimo Felice De Rosa (Movimento 5 stelle) ed Enrico Borghi (Partito democratico), rispettivamente Presidente, Vicepresidente e capogruppo PD della VIII Commissione Ambiente, Territorio e lavori pubblici. Ha altresì partecipato ai lavori l'onorevole Stella Bianchi (PD), sempre della VIII Commissione.
      Per il Senato sono stati designati a far parte della delegazione italiana i senatori Giuseppe Marinello (Area popolare-Ncd-Ucd), Massimo Caleo (Partito democratico) e Giovanni Piccoli (Forza Italia), rispettivamente Presidente, Vice Presidente e componente della Commissione Territorio, ambiente, beni ambientali.
      In occasione della Conferenza, l'Unione Interparlamentare ed il Parlamento marocchino hanno organizzato congiuntamente un incontro parlamentare, che ha avuto luogo domenica 13 novembre 2016. Il Parlamento italiano era rappresentato dai deputati Ermete Realacci, Enrico Borghi e Massimo Felice De Rosa.
      Nel corso della sessione UIP si sono affrontati i seguenti temi: «Negoziati sui cambiamenti climatici dopo Parigi: nuova era, nuove opportunità»; «Dalla ratifica all'attuazione: trasformare i piani d'azione in realizzazioni»; «A metà strada tra cambiamenti climatici, conflitti e migrazioni: sfide correnti emergenti»; «Impatto sociale dei cambiamenti climatici: come gestire efficacemente le questioni di genere e le altre disuguaglianze ?».
      È stata infine approvata una dichiarazione finale (allegata) inclusiva degli emendamenti presentati dalla Camera dei deputati italiana, che erano del seguente tenore:
          Al punto 3, dopo il penultimo capoverso, inserire il seguente: «Promuovere misure a sostegno dello sviluppo economico in quei Paesi in cui gli effetti dei cambiamenti climatici determinano gravi crisi umanitarie e generano impoverimento e flussi migratori»;
          Al punto 3, dopo l'ultimo capoverso, inserire il seguente: «Prestare particolare attenzione alle aree interessate da flussi migratori provocati da mutamenti climatici».

      Questo aspetto non era stato incluso nella dichiarazione finale, mentre è stato centrale nell'intervento di apertura del Presidente della Camera dei Consiglieri del Regno del Marocco, Hakim Benchmach, che ha incentrato il suo discorso sull'importanza di tenere la sessione COP in Africa e sull'impatto che i cambiamenti climatici hanno sul continente africano in termini di adattamento e di depauperamento ambientale, che rappresenta una delle cause delle migrazioni.
      Il Presidente Realacci è intervenuto nel dibattito sul tema «Dalla ratifica all'attuazione: trasformare i piani d'azione in realizzazioni» sottolineando che le politiche volte ad affrontare i cambiamenti climatici Pag. 167devono avere una ricaduta positiva in termini di crescita economica. Il neoeletto Presidente degli Stati Uniti d'America Trump sostiene che la lotta ai cambiamenti climatici danneggia l'economia, ma l'esperienza italiana dimostra l'opposto. Le politiche ambientali, infatti, non danneggiano l'economia. In Italia, che non ha nucleare, circa il 40 per cento dell'energia elettrica proviene da rinnovabili: le imprese che utilizzano il 25 per cento di rinnovabili annoverano il 50 per cento dei posti di lavoro e sono quelle che producono di più. Più dettagliatamente – come emerge dal rapporto GreenItaly di Fondazione Symbola e Unioncamere – sono oltre 385.000 le aziende italiane, ossia il 26,5 per cento del totale, dell'industria e dei servizi, che dal 2010 hanno investito in tecnologie green per ridurre l'impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2. Una quota che sale al 33 per cento nel manifatturiero, dove l'orientamento green si conferma un driver strategico per il made in Italy, traducendosi in maggiore competitività, crescita delle esportazioni, dei fatturati e dell'occupazione. Nel manifatturiero il 46 per cento delle imprese che investono in tecnologie verdi esporta, contro il 27,7 per cento delle imprese non investitrici; il 35,1 per cento delle imprese green ha aumentato il fatturato nel 2015 a fronte del 21,8 per cento delle altre; il 33,1 per cento ha introdotto innovazioni, contro il 18,7 per cento delle altre. Nel 2016 la green economy ha prodotto 249 mila nuovi posti di lavoro tra assunzioni programmate di green jobs e di figure con competenze green, pari al 44,5 per cento della domanda complessiva di lavoratori non stagionali, quota che sale fino al 66 per cento nel settore ricerca e sviluppo. Un numero che si aggiunge ai 3 milioni di green jobs italiani. Il cui contributo al prodotto lordo del Paese viene stimato per il 2015 a 190,5 miliardi di euro, pari al 13 per cento del totale complessivo. Economia e società capiscono che è la green economy è scelta più positiva per loro. Come diceva Gandhi «La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a danzare sotto la pioggia».

Lunedì 14 novembre

      Oltre a seguire alcuni side events, la delegazione italiana ha partecipato all'incontro, presso Padiglione europeo, con il Commissario europeo per l'azione per il clima e l'energia, Miguel Arias Cañete, sullo stato del negoziato, cui hanno preso parte la delegazione del Parlamento europeo e quelle dei Parlamenti nazionali, coordinato dal Presidente Commissione Ambiente PE, Giovanni La Via.
      È stata rimarcata la profonda diversità della COP di Marrakech da quella di Parigi, poiché la prima sarà incentrata sull'implementazione degli obiettivi fissati a Parigi. I paesi europei che hanno ratificato l'accordo di Parigi oltre al Parlamento europeo sono quindici: Austria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Ungheria. Si è espresso apprezzamento per il ruolo svolto dalla Presidenza slovacca, senza la quale non ci sarebbe stata la ratifica dell'Accordo di Parigi. Un altro elemento importante è rappresentato dalla Climate finance. Si vuole tracciare road map sugli investimenti ambientali da effettuare e sulle loro coperture finanziarie. Per conseguire gli obiettivi stabiliti nell'Agenda 2030 è necessario prevedere un numero di interventi maggiore di quelli fissati fino ad ora, prevedendo un monitoraggio nel passaggio intermedio del 2020. Le recenti elezioni USA sono state uno degli argomenti su cui si è incentrata la riflessione. La previsione emersa nel dibattito è che gli USA si muoveranno unilateralmente indipendentemente dalla posizione del loro nuovo Presidente. Si è ragionato sul fatto che la prossima COP, che si terrà a Bonn (avrebbe dovuto svolgersi alle Isole Fiji, ma queste sono risultate non in grado di organizzare un evento di tale portata), risulterà molto complessa in mancanza di linee definite e in ragione del ruolo che la nuova Presidenza USA intenderà svolgere.

Pag. 168

Martedì 15 novembre

      Hanno preso avvio i lavori del segmento governativo della Conferenza.
      Hanno aperto i lavori il Re del Marocco Muhammad VI, il Segretario Generale delle Nazioni Unite uscente, Bank Ki-Moon, ed il Presidente della Repubblica francese François Hollande. Quest'ultimo, in particolare, ha svolto un intervento molto forte, rivendicando l'importanza dell'accordo di Parigi dell'anno scorso e ribadendo la determinazione francese ad attuarne gli impegni, confermando gli stanziamenti. Il Re del Marocco ha sottolineato l'importanza di destinare risorse all'adattamento in Africa, anche per arginare il fenomeno migratorio.
      Nel pomeriggio, oltre ai side events, si è avuto un incontro bilaterale con la delegazione parlamentare tedesca, in cui si è espressa da ambo le parti soddisfazione per l'Accordo di Parigi, che rappresenta un grande successo. Parallelamente è emersa la preoccupazione per il comportamento che la nuova Presidenza USA potrebbe assumere; infatti, potrebbe bloccare i finanziamenti, abbandonare l'UNFCCC, non dare seguito all'accordo di Parigi. Tuttavia, si è obiettato che non sarà possibile arrestare la diffusione delle energie rinnovabili, poiché i vantaggi che queste comportano in termini di occupazione e di ricadute economiche e commerciali positive sono evidenti a tutti. Inoltre, la Cina avrà un ruolo chiave nel futuro.
      La Germania ha comunicato di aver predisposto un programma di azione per il 2050 che include tutti i settori economici e di ritenere che altri paesi UE debbano dotarsi di piani d'azione per anni successivi 2030, 2040 e 2050. L'UE ha previsto una riduzione delle emissioni del 40 per cento entro 2020. La Germani al momento è al 27 per cento e prevede di rimanere sotto tale obiettivo del 7 per cento.
      Il Presidente Realacci ha concordato nel ritenere che anche l'Italia dovrebbe dotarsi di un piano analogo. L'Italia è talvolta più avanti della Germania nella pratica ma è più indietro nella strategia. Infatti, l'Italia è prima in Europa nel recupero dei materiali – 47 milioni di tonnellate l'anno – il che consente un risparmio di energia primaria di oltre 17 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e di evitare circa 60 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, mentre la Germania, che ha una maggiore produzione economica, ne recupera 43 milioni. Inoltre, la Germania utilizza ancora molto carbone e lignite. Di fatto Italia e Germania dovrebbero unire il meglio delle reciproche pratiche. Infatti, la Germania ha più capacità di fare politiche, mentre l'Italia ha spesso società e imprese che tendono ad essere più avanti delle politiche. L'Italia ha quasi eliminato carbone; mentre ne rimane nella siderurgia. L'ENEL ha programmato di chiudere entro 2-3 anni oltre 20 centrali, le più vecchi ed inquinanti, senza licenziare alcun lavoratore; parte del personale verrà assorbito nell'ENEL, parte in questi stessi impianti per i quali è prevista una riconversione. L'Italia è indietro nel settore dell'edilizia mentre è avanti in quello manifatturiero. Secondo i dati Eurostat: l'Italia recupera 47 milioni di materiale ed ha il 20 per cento di idroelettrico e l'8 per cento di fotovoltaico, mentre Germania ha il 7 per cento, ha il 40 per cento di rinnovabili, ed ha molto metano, il 45 per cento; l'Italia è indietro rispetto a Germania nell'eolico, ha meno biomasse, ma dispone di geotermia. Infine, l'Italia oggi utilizza meno carbone. Il Presidente Realacci ha infine posto la domanda se l'Europa riuscirà a trovare un'anima politica in grado di spingere su queste politiche. Ad ogni modo, ha concluso, Italia e Germania dovrebbero assumere ruolo di guida in questo processo.
      Le due delegazioni hanno concordato nel ritenere che la Commissione UE dovrebbe avere obiettivi più ambiziosi e che in futuro la Cina e l'UE dovranno lavorare insieme.
      L'onorevole Borghi ha chiesto se sia dotata di fondamento la notizia secondo la quale entro il 2030 la Germania intenderebbe sostituire le auto a scoppio con auto elettriche.
      La delegazione tedesca ha risposto che il Bundestag ha all'esame una risoluzione Pag. 169in materia. L'obiettivo è che nel 2030 le nuove macchina siano ad emission free: una rivoluzione, la cui realizzazione richiede la necessità di organizzarsi fin d'ora.
      Tra i side events si segnala quello promosso dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI). «Il ruolo delle Autorità di governo municipale e locale (LGMAs) in azioni per il clima di adattamento e mitigazione: casi di studio italiani».

Mercoledì 16 novembre

      Nella sessione plenaria, gli interventi più rilevanti sono stati, oltre a quello del Commissario europeo per l'azione per il Clima, Miguel Arias Cañete, che ha affermato con grande nettezza che l'Europa ritiene la sua partecipazione all'Accordo di Parigi irreversibile e irrevocabile, quelli della delegazione tedesca e di quella cinese. La prima ha ribadito il quadro delle best pratices realizzate dal Paese, mentre per la Cina Xie Zhenhua ha confermato l'obiettivo della riduzione delle emissioni del 18 per cento entro 2020 e la necessità di portare avanti Accordo di Parigi, definito come la più importante intesa mai siglata fra gli Stati della terra per risolvere un problema comune, incentivando le ratifiche. L'esponente di Pechino ha fatto riferimento indirettamente a Trump affermando che «il rispetto degli impegni presi è al base della fiducia reciproca».
      Il Segretario di Stato americano John Kerry, che ha parlato per l'ultima volta in una COP, ha garantito che l'Amministrazione Obama andrà fino in fondo sull'Accordo di Parigi e che la maggioranza degli americani vuole si vada in questa direzione, la stessa in cui va l'economia e che non si può cambiare rotta sulla lotta ai mutamenti climatici. C’è un'economia sostenibile e a misura d'uomo, che può salvare il pianeta e può creare tanti posti di lavoro grazie all'innovazione e alla valorizzazione delle buone pratiche.
      Tra i side eventi si ricorda quello promosso dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM)/Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). «L'impegno italiano per affrontare il cambiamento climatico».

Giovedì 17 novembre

      Nella sessione plenaria vi è stato l'intervento del Ministro Gian Luca Galletti (il discorso è pubblicato in allegato).
      Tra gli altri interventi si segnala quello di Jonathan Cooper Pershing, Inviato Speciale per i cambiamenti climatici degli USA che ha sottolineato che le società americane stanno guidando la trasformazione. Nel 2014 gli investimenti delle imprese nelle rinnovabili erano 4 volte maggiori rispetto alle altre. Già oggi negli Stati Uniti 2.5 milioni di posti di lavoro da rinnovabili. Ha concluso ribadendo che l'impulso dato alla lotta ai cambiamenti climatici è irreversibile ed inarrestabile.
      La delegazione italiana ha quindi avuto un briefing con il Ministro Galletti, il quale ha illustrato lo stato delle trattative.
      Tra i side events cui la delegazione ha partecipato, si ricorda quello promosso dall'Unione interparlamentare e dal Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment «Attuare i Contributi determinati a livello nazionale all'Accordo di Parigi: colmare il divario legislativo e politico» e quello promosso dalla Presidenza del Consiglio. «La nuova sfida dell'integrazione politiche climatiche ed energetiche: la prospettiva italiana».

Venerdì 18 novembre

      Si sono conclusi i lavori.
      La Conferenza Onu sul clima di Marrakech Cop 22 si è conclusa assumendo i seguenti impegni, presi dai 196 Stati partecipanti:
          1) predisporre, entro dicembre 2018, il regolamento per l'attuazione dell'Accordo di Parigi. Il regolamento dovrà definire, in particolare, in quale modo i Paesi monitoreranno i loro impegni per la riduzione Pag. 170dei gas serra (Nationally Determined Contributions);
          2) ribadire la richiesta agli Stati ricchi di continuare a lavorare per istituire entro il 2020 il Green Climate Fund, deciso a Parigi con una previsione di 100 miliardi di dollari all'anno per aiutare i paesi in via di sviluppo nella lotta al riscaldamento globale. Il Fondo è il tema più spinoso del negoziato, infatti il documento conclusivo rinvia ancora il suo avvio: i Paesi donatori vogliono controllare come vengono spesi i loro soldi dai paesi poveri, mentre questi ultimi non vogliono interferenze esterne nelle loro politiche.
          3) l'Italia ha annunciato la propria intenzione di ospitare la COP26 nel 2020.

      Si ricorda, infine, che il Ministro degli Esteri marocchino e Presidente della Conferenza Onu sul clima Cop 22, Salaheddine Mezouar, ha rivolto un appello al Presidente americano eletto, Donald Trump, perché si unisca allo sforzo internazionale per l'attuazione dell'Accordo di Parigi sul clima.

Pag. 171

ALLEGATO 3

Sulla missione svoltasi il 19 dicembre nelle zone colpite dagli eventi sismici del 24 agosto e di ottobre 2016.

RELAZIONE

      Lunedì 19 dicembre 2016 si è svolta la missione di una delegazione di deputati membri della Commissione VIII (Ambiente, territorio e lavori pubblici) della Camera dei deputati nelle aree colpite dagli eventi sismici di agosto e ottobre 2016.
      Hanno fatto parte della delegazione, oltre al presidente Ermete Realacci, i deputati Maurizio Baradello (DES-CD), Chiara Braga (PD), Angelo Antonio D'Agostino (SC-ALA-CPL-MAIE), Oreste Pastorelli (MISTO-PSI-PLI) e Patrizia Terzoni (M5S). Con mezzi propri hanno inoltre raggiunto i luoghi visitati dalla delegazione anche i deputati Stella Bianchi (PD) e Piergiorgio Carrescia (PD), membri della Commissione VIII, e la deputata Irene Manzi (PD), membra della Commissione VII (Cultura, scienza e istruzione).
      Nel corso dell'intera giornata, la delegazione – che si è recata ad Amatrice, Norcia e Camerino – è stata accompagnata dall'ingegner Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della Protezione civile. Ai diversi incontri hanno inoltre preso parte rappresentanti delle prefetture di Rieti, Perugia e Macerata.
      Come ricordato dal presidente Realacci nel corso dei diversi incontri, l'obiettivo principale della missione era soprattutto quello di raccogliere indicazioni e sollecitazioni da parte delle autorità locali sulle eventuali criticità emerse, nonché sulle prospettive delle aree colpite e sulle strategie da adottare per favorirne la pronta ripresa. Si è raccolto sull'iniziativa adottata dalla Commissione Ambiente un generale ringraziamento per l'attenzione dimostrata e per la presenza fisica sui luoghi colpiti.
      Ad Amatrice, prima tappa della missione, si è svolto un incontro con il sindaco Sergio Pirozzi, durante il quale l'ingegner Curcio ha fatto una breve ricognizione dello stato dell'arte, ricordando in primo luogo che la parte storica di Amatrice è completamente distrutta, con l'unica eccezione della torre civica, e che analoga situazione si è verificata nella gran parte delle 69 frazioni del comune. Grazie al contributo del sindaco e della regione, l'ingegner Curcio ritiene si sia messo in piedi un sistema valido per l'emergenza e la prima ricostruzione che è possibile, con le opportune correzioni, esportare in altre situazioni e che ha consentito di: riaprire le scuole a settembre nei termini previsti dal calendario scolastico e di contenere la successiva temporanea chiusura a causa dei danni alla viabilità provocati dal sisma di ottobre; spostare le macerie, rendendo transitabile il centro storico; installare un'area food, di prossima inaugurazione, destinata ad ospitare la mensa, otto ristoranti ed altre attività. In merito alle SAE (Soluzioni Abitative d'Emergenza), è stato dichiarato che si è proceduto a definire il fabbisogno, individuando non senza difficoltà chi ne ha diritto, e che le prime unità abitative saranno consegnate presumibilmente entro i primi giorni di gennaio 2017, quando dovrebbero essere ultimate tutte le attività di cantiere, e dunque in anticipo rispetto ai sette mesi preventivati. L'ingegner Curcio ha sottolineato che, con le consegne dei moduli abitativi e l'imminente apertura Pag. 172degli uffici per la ricostruzione, si va progressivamente riducendo l'ambito di intervento della Protezione civile, in favore della struttura commissariale.
      Nel corso della riunione, il sindaco Pirozzi ha innanzitutto espresso le sue preoccupazioni circa l'andamento dei lavori per l'installazione delle SAE (Soluzioni Abitative d'Emergenza), auspicando che possa esserci un'accelerazione da parte della società che ha vinto la gara di appalto, eventualmente prevedendo turni lavorativi anche nelle giornate festive, in modo da consentire la consegna di tutti i moduli nel più breve tempo possibile. A proposito dell'installazione delle SAE, il sindaco ha segnalato che, per quanto riguarda il comune di Amatrice, si è deciso di individuare aree di prossimità per le diverse frazioni, invece di concentrare le cosiddette casette in 2 o 3 grandi aree; lo scopo è quello di evitare l'allontanamento della popolazione dai luoghi in cui hanno vissuto fino al momento degli eventi sismici. Per quanto riguarda la loro assegnazione, la giunta comunale ha deliberato di dare priorità esclusivamente ai nuclei familiari richiedenti che abbiano al loro interno un portatore di handicap con disabilità al 100 per cento o un ultrasettantacinquenne con disabilità superiore al 75 per cento; per il resto le assegnazioni avverranno per sorteggio sulla base delle richieste presentate. In merito alle iniziative assunte per far fronte all'emergenza, il sindaco ha ricordato: il «super c.a.s.», vale a dire il contributo di autonoma sistemazione di secondo livello (finanziato con fondi regionali) che si aggiungerebbe a quello già preventivato dallo Stato per tutti coloro che hanno scelto di provvedere ad una sistemazione abitativa alternativa e autonoma in cambio di un sostegno economico; il contributo finanziario di 500 euro al mese per un massimo di sei mesi per tutti quegli esercenti, professionisti e lavoratori del territorio che dopo il terremoto del 24 agosto non hanno più la possibilità di produrre reddito; l'inaugurazione di Teleradio Amatrice, voluta dal comune per raggiungere il più ampio numero di cittadini attraverso comunicati, bollettini e avvisi. In merito alle prospettive future di Amatrice, il sindaco ritiene che si debba puntare sulla produzione agroalimentare di qualità, sull'ambiente, anche in considerazione della collocazione del paese all'interno del parco dei Sibillini, e sul turismo. E, a tale proposito, in merito alle iniziative concrete in corso ha segnalato: il futuro decreto del ministero dell'istruzione che – come anticipato dall'ex ministro Giannini alla fine di novembre 2016 – istituirà un liceo ad indirizzo sportivo e turistico, con vocazione internazionale; la richiesta di riconoscimento del sugo all'amatriciana come specialità tradizionale garantita, avanzata in sede europea, nonché a partire dal 1o giugno 2017 l'avvio dei lavori per la realizzazione della nuova scuola alberghiera e dell'annesso convitto. La concretizzazione di tali prospettive richiede tuttavia interventi infrastrutturali per migliorare la viabilità e assicurare l'accesso alla rete internet ad alta velocità, facilitando lo sviluppo di nuove attività produttive (che sono state quasi completamente azzerate dal sisma del 24 agosto e dalle successive scosse di ottobre 2016) e sfruttando la tragica situazione di Amatrice come un'opportunità per ridisegnare il futuro della zona. Facendo un discorso più ampio, il sindaco ha espresso la convinzione che il futuro dell'Italia passi per i piccoli comuni e che il Governo dovrebbe assicurare che gli investimenti vadano in primo luogo alle aree marginali.
      In conclusione, la delegazione è stata accompagnata in una breve visita della zona rossa di Amatrice nonché di uno dei moduli abitativi in procinto di essere completato.
      A Norcia, seconda tappa della missione, si è svolta – alla presenza del sindaco Nicola Alemanno e di diversi consiglieri comunali – la visita della zona rossa. Come rilevato dal sindaco, si deve agli interventi effettuati dopo i due terremoti del 1979 e del 1997, se la struttura della città è sostanzialmente mantenuta e se soltanto il 20 per cento della viabilità è stata interrotta; sarà pertanto possibile a breve riaprire il corso Sertorio, la via Pag. 173principale del centro storico, e far ripartire le attività economiche collocate in edifici agibili. Quanto ai numeri, su 2171 nuclei familiari, circa 900 hanno individuato una sistemazione autonoma, oltre 650 hanno la casa agibile o una seconda abitazione a Roma e circa 450 sono tuttora ospitati in strutture messe a disposizione della Protezione civile. A fronte di tre terremoti e tre ricostruzioni nell'arco di quarant'anni, secondo il sindaco si rende necessario individuare le forme più adeguate per convivere con il fenomeno. A tale proposito, pur rilevando la delicatezza del tema, ha proposto che si possa consentire, attraverso una norma nazionale di deroga alle regole urbanistiche, la trasformazione di eventuali pertinenze di dimensioni ridotte nei pressi dell'abitazione in soluzioni abitative provvisorie da utilizzarsi in caso di ulteriori sismi. Mentre l'edilizia civile – che aveva già subito interventi di adeguamento – ha sostanzialmente retto, sono invece crollate porzioni delle mura storiche e diversi edifici religiosi, tra i quali in particolare la basilica di San Benedetto. Sulla base di tale constatazione, il sindaco ha avanzato l'ipotesi di una deroga per gli interventi antisismici sui beni architettonici, rilevando, da un lato, che molte opere sono comunque andate perdute e, dall'altro, che al giorno d'oggi sono a disposizione strumenti e soluzioni tecnologiche all'avanguardia che possono consentire di intervenire anche sui beni sottoposti a tutela. In terzo luogo, il sindaco ha sottolineato la necessità di far ripartire al più presto le attività economiche di Norcia – che conta circa 500 partite IVA – sfruttando a tale proposito l'occasione offerta dalla mostra mercato del tartufo prevista per febbraio 2017, che intende organizzare nei termini previsti.
      Dopo il giro della zona rossa, la delegazione è stata accompagnata a visitare la nuova sede della scuola materna, di prossima apertura, ospitata in una struttura antisismica in legno realizzata da un'azienda altoatesina e donata alla cittadina da tre associazioni. Sempre a Norcia la delegazione della Commissione VIII ha incontrato il presidente e il direttore del Parco nazionale dei monti Sibillini, Oliviero Olivieri e Carlo Bifulco, i quali hanno sottoposto ai parlamentari diverse criticità, quale l'inagibilità della sede di Viss. Al momento è stato possibile riattivare almeno parzialmente la funzionalità dell'ente, dislocando temporaneamente gli uffici presso la sede della Protezione civile regionale a Foligno e l'Istituto Zooprofilattico di Marche e Umbria a Tolentino, attivando altresì un presidio presso il Centro operativo comunale (COC) di Visso. Per quanto riguarda la nuova sede, presidente e direttore hanno segnalato di avere già il progetto di una struttura in legno di circa 400 metri quadrati, con funzioni di foresteria, per un costo totale di 800 milioni di euro, che al momento l'ente parco potrebbe coprire solo parzialmente (350 milioni di euro). È stato poi evidenziato che il personale è insufficiente, soprattutto in considerazione della lunghezza dei percorsi per raggiungere le nuovi sedi; pertanto è stata richiesta una deroga per nuove assunzioni a tempo determinato. Inoltre è stato rilevato che alcuni bivacchi e rifugi posti nel parco sono inagibili, rendendo necessaria l'installazione di strutture provvisorie in legno; sono inoltre in corso le ricognizioni per verificare lo stato dei sentieri, alcuni dei quali risultano chiusi per motivi di sicurezza. Tutto ciò compromette la fruibilità turistica del parco, con particolare riguardo al percorso escursionistico noto come grande anello dei Sibillini. Ulteriore criticità evidenziata riguarda le profonde modifiche che i sismi hanno prodotto anche negli equilibri ecologici, comportando la necessità di trasferire o liberare parte della fauna.
      A Camerino, terza e ultima tappa della missione, si è tenuta una riunione cui hanno partecipato oltre al sindaco, Gianluca Pasqui, il prefetto di Macerata, Roberta Preziotti, il presidente del Consiglio regionale delle Marche, Antonio Mastrovincenzo, l'assessore regionale all'ambiente, Angelo Sciapichetti, oltre a diversi amministratori locali della provincia di Macerata.Pag. 174
      Nel corso della riunione sono stati evidenziati alcuni aspetti problematici, a cominciare dalla scarsa rilevanza mediatica data agli effetti del sisma sulla provincia di Macerata, di cui non si conosce la reale portata dei danni. Tale problema aggrava la tradizionale marginalità della zona, che rappresenta un territorio di nicchia con molte aspirazioni culturali ma scarse capacità di veicolare i propri tesori. È stato dunque da più parti evidenziata la necessità di rendere attrattivo il territorio, istituendo un tavolo per il rilancio della provincia e/o puntando su azioni «eclatanti» e su testimonial forti per la promozione turistica della zona, per esempio valorizzando la qualità della vita tipica della Marche. A tal fine, appare indispensabile da un lato avviare in tempi brevi tale percorso, per evitare che la ricostruzione avvenga in un territorio ormai spopolato, e dall'altro migliorare le infrastrutture di trasporto, con particolare riguardo ai collegamenti ferroviari tra Macerata e le principali città italiane – che oggi è particolarmente difficile – e al miglioramento della rete viaria. A quest'ultimo proposito, è stato sottolineato come, nonostante la recente inaugurazione della nuova strada statale 77 della Val di Chienti (che collega Foligno a Civitanova Marche), si renda comunque necessario quanto meno un collegamento trasversale tra Macerata e Muccia.
      Una questione alla quale in molti hanno fatto riferimento riguarda la gestione dei beni culturali tanto in fase di emergenza quanto in fase di ripristino. In primo luogo sono stati stigmatizzati la lentezza ed il ritardo con cui il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) ha avviato il recupero e la ricognizione delle opere e dei beni da sottoporre a verifica, lamentando che con la riforma del 2012 tale competenza sia stata sottratta alla Protezione civile per trasferirla al ministero che non ha una cultura dell'emergenza. I tempi lunghi hanno peraltro avuto come conseguenza che molte opere, non essendo state trasferite dopo il terremoto del 24 agosto, hanno subito gravi danni a causa dei successivi sismi di ottobre. Secondo quanto riferito da più parti, il merito per le opere sottratte alla macerie andrebbe quasi esclusivamente ai volontari della Legambiente, che come ricordato da Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche, è l'unica organizzazione ad avere un gruppo specializzato nel recupero e nella messa in sicurezza dei beni culturali, che ha messo a disposizione, a partire dal 7 novembre scorso, oltre 2.000 ore di lavoro volontario altamente specializzato. Sulla base di tali considerazioni, si è avanzata la richiesta di un'attenta riflessione per il futuro sul meccanismo emergenziale di intervento sui beni culturali. In secondo luogo, si è espressa una forte contrarietà all'ipotesi avanzata dal MiBACT di trasferire le opere e i beni sottratti alle macerie in un deposito localizzato ad Ancona, ritenendo al contrario che essi debbano restare nel territorio, nei luoghi più vicini possibile alle zone colpite, perché dal turismo e dalla valorizzazione del patrimonio culturale passa il rilancio della provincia, oltre che la sua identità. È stato infatti sottolineato che si tratta per la maggior parte di un patrimonio di non altissimo livello ma molto diffuso, che segna la differenza di un territorio caratterizzato dal perfetto equilibrio tra ambiente e arte. Come riportato anche nel manifesto dei comuni della marca maceratese, sottoscritto dagli amministratori locali della zona, si chiede che i depositi attrezzati per la messa in sicurezza dei beni e i laboratori per il loro restauro siano realizzati sul luogo, ritenendo che nella stragrande maggioranza dei casi le opere danneggiate possano essere lì restaurate, sfruttando le diffuse capacità artigianali presenti, e che tali attività possano dare il via ad una filiera che è anche economica oltre che culturale. Sulla questione è intervenuta la deputata Manzi, che ha ricordato di aver presentato un'interrogazione diretta al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo volta ad accelerare le operazioni di recupero delle opere, valorizzando il lavoro dei volontari, e a sollecitare il coinvolgimento Pag. 175delle comunità locali interessate nelle decisioni relative alla collocazione dei beni culturali mobili.
      Per quanto riguarda le attività produttive, alcuni amministratori locali hanno sottolineato l'importanza di rilanciare l'agricoltura, lamentando il ritardo con cui la regione sta rimodulando i fondi strutturali e chiedendo che vengano finanziati tutti i piani rurali già presentati dagli imprenditori, tanto più che spesso di tratta di giovani agricoltori il cui spirito di iniziativa non andrebbe ostacolato. Al fine di rilanciare le attività economiche in generale, è stato chiesto di creare una zona franca nell'area del cratere, consentendo vantaggi fiscali alle imprese locali (Dario Conti ex sindaco di Camerino), mentre secondo il presidente di Confindustria di Macerata, Gianluca Pesarini, le necessità riguardano essenzialmente la formazione dei futuri lavoratori, la semplificazione delle procedure e la diffusione della banda larga. A suo parere l'impresa marchigiana resta solida, nonostante i 6 milioni di euro di danni a causa del sisma, l'elevato assenteismo e le molte richieste di anticipo del trattamento di fine rapporto. Secondo Franco Capponi, sindaco di Treia, in fase di ricostruzione si rischia di penalizzare le imprese edilizie locali, dal momento che il codice degli appalti prevede un periodo di riferimento troppo breve (i 5 anni precedenti) per ottenere la qualificazione SOA, necessaria a comprovare la capacità dell'impresa a concorrere ed eseguire opere pubbliche con importo maggiore a 150.000 euro. Ciò rischia a suo parere di far risultare non idonee un gran numero di imprese, in particolare quelle di minori dimensioni che caratterizzano il panorama imprenditoriale locale.
      Il sindaco di Camerino, nel ringraziare la delegazione parlamentare per la sua presenza e le istituzioni per la vicinanza e la collaborazione, ha brevemente descritto la situazione – il territorio distrutto, la città presidiata dall'esercito, i commercianti senza reddito e gli allevatori in difficoltà – e segnalato la necessità di ricostruire non soltanto le strutture murarie, ma anche e soprattutto il substrato economico e sociale. A tale proposito, per favorire la ripresa di Camerino si è deciso di ripartire dall'università, con l'allestimento di un campus fuori dalla città, e dalle attività commerciali, per le quali è stato predisposto un villaggio di Natale, nonostante le molte critiche avanzate alla scelta di delocalizzare. Nell'ambito dell'obiettivo generale di non consentire che la città perda alcuno dei servizi di cui disponeva prima del sisma, il sindaco ha insistito sulla necessità che il carcere, la cui sede è inagibile, non venga trasferito, ma venga ricostruito al più presto, nell'area già identificata per lo scopo.
      Nel corso della riunione, è intervenuto l'ingegner Curcio il quale, dopo aver ricordato che Camerino, che pure aveva subito qualche danno con il sisma del 24 agosto, ha vissuto con le scosse di ottobre un completo cambio di scenario, ha ribadito, da un lato, la difficoltà di coordinare interventi in luoghi disallineati per tempi ed esperienze così diversi per tempi e per condizioni e, dall'altro, la necessità di non confondere il livello dell'emergenza con quello della ricostruzione. In particolare, per quanto riguarda la provincia di Macerata, ha sottolineato che si è ancora nella fase di emergenza su beni culturali e agricoltura. Nel ritenere che questa esperienza potrà fornire utili indicazioni per la riforma del sistema di protezione civile in corso, ha ricordato che allo stato non rientra tra le competenze del dipartimento l'emanazione di ordinanze sulle attività produttive. Con riferimento alle critiche avanzate in particolare dal sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, l'ingegner Curcio ha fatto alcune precisazioni. In merito alla lamentata mancanza di un tavolo di concertazione tra Governo e comuni, ha segnalato che a suo parere uno dei meriti del cosiddetto decreto-legge terremoto (convertito con la legge n.  229 del 2016) risiede nell'attenzione posta al tema della governance, con l'istituzione, tra l'altro, di una Conferenza permanente, con funzioni di direzione, coordinamento e decisione in ordine agli interventi di ricostruzione, e di una Commissione paritetica per ciascuna regione interessata. Pertanto Pag. 176ha invitato tutti a condividere rilievi e indicazioni attraverso i canali corretti: un'occasione opportuna sarebbe stata il tavolo dei sindaci dei comuni marchigiani coinvolti, tenutosi a Civitanova sabato 17 dicembre. Per quanto riguarda la contestata scelta di affidare la compilazione delle schede AeDES a tecnici privati, ha ricordato a tutti che sul tema si è svolto un ampio dibattito, a conclusione del quale in sede di cabina di coordinamento (di cui fanno parte i Presidenti delle quattro regioni interessate) si è concordato, nonostante i dubbi iniziali, di aprire alla perizia privata dell'accertamento dei danni, allo scopo di accelerare i tempi della ricostruzione.
      Il presidente Realacci, a conclusione dell'incontro, ha convenuto che, pur nell'ambito di un sistema che ha ben funzionato, si sono evidenziati alcuni limiti, a cominciare dalla gestione dei beni culturali danneggiati, per la quale il MiBACT non è evidentemente attrezzato. A tale proposito ha rilevato che vi sono spazi di miglioramento e di correzione, già a partire dalla riforma del sistema di protezione civile in corso. A suo parere, è molto importante concentrarsi sin d'ora non solo sulla ricostruzione (che deve avvenire in tempi rapidi e in modo trasparente), ma anche sulla ripresa del tessuto produttivo, facendo leva sulla vocazione dei territori e sull'identità delle comunità. A tale proposito ha sottolineato che – come Amatrice ha scelto di ripartire dal riconoscimento delle specialità tradizionali e Norcia dalla mostra mercato del tartufo – Camerino non può non puntare sull'università. Fondamentali per il rilancio delle zone colpite il potenziamento della rete viaria – tema che richiede una riflessone approfondita – e la diffusione della banda larga, che deve arrivare in questi posti prima che altrove. Ha ipotizzato inoltre che si possa destinare per dieci anni l'8 per mille attribuito allo Stato al recupero dei beni culturali danneggiati dal terremoto. A nome della Commissione ha espresso la volontà di seguire con continuità il processo di ricostruzione, valutando le esigenze che si presenteranno nei prossimi mesi e lavorando perché tutti i territori, i cittadini e le imprese abbiano un futuro. In merito alle iniziative in corso ha infine ricordato il provvedimento per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, che la Camera ha approvato all'unanimità e che è tuttora all'esame del Senato, e l'indagine conoscitiva sulle politiche di prevenzione antisismica e sui modelli di ricostruzione, nel corso della quale sono stati auditi tra gli altri anche i presidenti dei Consigli regionali delle quattro regioni coinvolte.