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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 28 settembre 2017
883.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-12285 Invernizzi: Sulle iniziative per bloccare gli sbarchi di immigrati nella Sicilia meridionale.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli Deputati, nel corso del 2017 si è effettivamente registrato un incremento di arrivi irregolari, di cittadini tunisini, sulle coste della provincia di Agrigento.
      Infatti, nel corrente anno sono giunti autonomamente 597 cittadini tunisini, rispetto ai 149 arrivati nello stesso periodo del 2016, mentre 766 tunisini sono stati soccorsi e condotti a terra dagli assetti navali presenti nell'area operativa, rispetto ai 134 dello scorso anno.
      Per quel che riguarda il litorale agrigentino, il sopraggiungere di migranti tunisini è stato episodico nel periodo che va dalla metà di giugno alla metà di luglio del corrente anno, con un incremento del fenomeno a partire dalla seconda quindicina del luglio 2017.
      I migranti di nazionalità tunisina attraversano il tratto di mare che separa la Tunisia dalla Sicilia con piccole imbarcazioni in legno e raggiungono il litorale e le coste delle isole Pelagie.
      Se in relazione agli sbarchi sulla costa provinciale è possibile il verificarsi di una differenza fra il numero delle persone sbarcate e di quelle rintracciate, lo stesso non può dirsi in riferimento agli approdi a Linosa e Lampedusa, il cui limitato territorio insulare facilita l'azione di controllo delle Forze di Polizia.
      Proprio al fine di rafforzare il dispositivo di controllo dei cennati flussi, la Prefettura di Agrigento, fin dal 1o luglio scorso, ha impartito alla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle e al Reparto Aeronavale della Guardia Finanza di stanza nel porto empedoclino, direttive per un mirato servizio di pattugliamento antimmigrazione in mare che è stato intensificato a partire dal mese di agosto.
      In relazione al fenomeno segnalato dagli interroganti, risulta che la Procura di Agrigento ha avviato indagini finalizzate ad identificare i migranti, i soggetti che favoriscono l'immigrazione sul mare e sulla terra ferma e a porre l'attenzione sulle qualità personali degli immigrati, spesso soggetti già espulsi e gravati da precedenti.
      Quanto al rischio di infiltrazioni di soggetti legati al terrorismo internazionale tra gli immigrati tunisini, la stessa Procura ha rilevato che, allo stato, si tratta di una mera ipotesi investigativa in fase di sviluppo. Di tale ipotesi investigativa sono state messe al corrente sia la Procura Nazionale Antimafia che la Direzione Distrettuale antimafia di Palermo.
      Più in generale, in relazione al rischio di possibili infiltrazione di terroristi nei flussi irregolari si rappresenta che il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA) rivolge la massima attenzione alle attività mirate allo screening del flusso dei migranti giunti sulle coste italiane, al fine di scongiurare l'eventualità che estremisti islamici, siano essi foreign terrorist fighters di ritorno ovvero soggetti comunque pericolosi per la sicurezza, possano fare ingresso e transitare in Europa.
      In particolare, gli Uffici territoriali svolgono verifiche approfondite avvalendosi dell'azione sinergica tra dispositivi di controllo frontalieri e gli apparati specializzati nel contrasto al terrorismo, nonché Pag. 21dei riscontri informativi forniti dai Servizi di Sicurezza nazionali e dagli omologhi Uffici esteri.
      L'Italia ha, inoltre, condiviso con Europol l'obiettivo di potenziare gli strumenti di prevenzione del terrorismo tramite l'invio nel nostro Paese di guest officers, individuati dall'Agenzia europea per approfondire i controlli sui soggetti che in base a specifici indicatori destano sospetti e appaiono meritevoli di un controllo di secondo livello dopo quelli effettuati al momento degli sbarchi.
      Segnalo, infine, che per rendere più efficaci i rimpatri dei migranti irregolari, il decreto-legge n.  13 del 17 febbraio 2017, convertito n.  46 dello scorso aprile, ha previsto lo stanziamento di risorse aggiuntive (19 milioni di euro) per l'esecuzione dei rimpatri da effettuarsi anche mediante l'utilizzo di voli charter, nonché il potenziamento della rete dei Centri di permanenza per i rimpatri, in modo da assicurarne la distribuzione equilibrata sull'intero territorio nazionale.

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ALLEGATO 2

5-12283 Sisto: Sulla dotazione di mezzi e attrezzature del comando dei vigili del fuoco di Chieti.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli Deputati, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco opera, ordinariamente, nei territori di competenza, con personale e mezzi dei distaccamenti, dipendenti dai Comandi provinciali, a loro volta coordinati dalle Direzioni regionali.
      In caso di calamità, il Corpo nazionale opera anche mediante colonne mobili regionali, con sezioni operative composte da 9 unità di vigili del fuoco, con i relativi mezzi.
      Come disposto dalla circolari EM 1/2011 e EM 5/2013, richiamate dagli interroganti, le suddette colonne mobili regionali sono allestite, per attrezzature, mezzi e specializzazioni, in relazione alla tipologia di emergenza, che può essere sismica o alluvionale.
      L'intervento delle colonne mobili avviene su disposizione delle Direzioni regionali, con il coordinamento del Centro Operativo Nazionale. Qualora l'emergenza abbia carattere locale, la stessa è gestita con risorse interne alla Regione, mentre le calamità più rilevanti vengono gestite con risorse mobilitate in ambito nazionale.
      Le Direzioni regionali organizzano la composizione dei convogli di mezzi e il personale per l'invio sullo scenario di calamità.
      Nel merito dell'interrogazione, si segnala che la Direzione regionale Abruzzo ha predisposto una apposita pianificazione di emergenza, in base alla quale il Comando dei vigili del fuoco di Chieti è chiamato a fornire 2 sezioni operative in caso di calamità: una per fronteggiare eventi sismici ed una per gli eventi di tipo alluvionale.
      Per meglio ottemperare alla citata previsione, il Comando di Chieti ha richiesto alla Direzione regionale la fornitura di 1 mezzo ACT dotato di un container del tipo ISO 13S (autocarro per il trasporto del materiale necessario per fronteggiare emergenze sismiche), segnalando, nel contempo l'opportunità di ricevere in assegnazione un mezzo già in sosta presso quella Direzione regionale.
      Quest'ultima non ha ritenuto conveniente assegnare il mezzo individuato nella richiesta del Comando di Chieti atteso l'elevato costo degli interventi di riparazione di cui necessitava.
      Più in generale, la Direzione regionale Abruzzo, valutato complessivamente lo stato di usura dei mezzi già in assegnazione, impiegati nelle aree interessate dal sisma del centro Italia, ha richiesto, nel marzo scorso, al Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, l'assegnazione di mezzi sostitutivi di nuova produzione, tra cui l'ACT individuato dal Comando di Chieti.
      Al riguardo, si rappresenta che la gara per l'acquisizione di nuovi ACT con container ISO 13S è stata già esperita e, pertanto, una volta completata la fornitura, una unità di tali mezzi potrà essere destinata alla Direzione regionale Abruzzo.

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ALLEGATO 3

5-12284 Plangger: Sulle iniziative per salvaguardare il ruolo dei vigili del fuoco discontinui.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli Deputati, il personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, pari ad oltre 119.000 unità, viene impiegato in situazioni di particolari e improcrastinabili necessità operative e in relazione alla carenza degli organici del personale permanente.
      In merito alla richiesta formulata nell'atto di sindacato ispettivo, va innanzitutto evidenziato che le procedure di stabilizzazione costituiscono una deroga al principio costituzionale dell'accesso mediante concorso al pubblico impiego e, pertanto, una iniziativa in tal senso richiederebbe un mirato intervento legislativo per reperire la necessaria copertura finanziaria e fissare i requisiti per l'immissione in servizio, tenendo conto della necessità di contemperare le esigenze operative con quelle degli aspiranti alla stabilizzazione.
      Già la legge finanziaria 2007 aveva previsto una procedura a carattere eccezionale, che ha permesso nel corso degli ultimi dieci anni l'immissione di oltre 3700 vigili volontari nei ruoli dei vigili del fuoco permanenti.
      La relativa graduatoria, da ultimo prorogata fino al 31 dicembre 2016, è andata esaurita per effetto dell'assunzione di tutti gli idonei.
      Più di recente, con il decreto legislativo n.  97/2017 di riordino del Corpo nazionale, attuativo della cosiddetta «Legge Madia», e in linea con la risoluzione n.  8-00217 dell'Onorevole Fiano, approvata in questa Commissione il 18 gennaio scorso, è stato previsto che gli elenchi nei quali vengono iscritti i volontari siano distinti in due tipologie, rispettivamente: per le necessità dei distaccamenti volontari del Corpo nazionale e per le necessità delle strutture centrali e periferiche del Corpo nazionale stesso.
      Lo stesso decreto legislativo ha, inoltre, elevato dal 25 al 35 per cento la riserva di posti prevista nel concorso pubblico per l'assunzione nella qualifica di vigile del fuoco, in favore del personale volontario che, alla data di scadenza del bando di concorso, sia iscritto negli appositi elenchi da almeno tre anni e abbia effettuato non meno di centoventi giorni di servizio.
      Del pari, sono state assunte iniziative per l'introduzione di riserve di posti, in favore dei volontari, nella misura del 10 per cento, in tutti gli altri concorsi di accesso nei ruoli del Corpo.
      Per quanto riguarda l'accesso al ruolo degli assistenti e operatori – che avviene mediante selezione tra i cittadini italiani inseriti nell'elenco presente presso i centri per l'impiego – con il predetto provvedimento normativo è stata attribuita la precedenza in favore dei volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che, alla data della selezione, sia iscritto negli appositi elenchi da almeno tre anni e abbia effettuato non meno di centoventi giorni di servizio.
      Infine, riguardo all'impegno contenuto nella citata risoluzione dell'Onorevole Fiano circa la possibile trasformazione del rapporto di servizio dei volontari «discontinui» in rapporto di impiego con l'Amministrazione, si ricorda che in sede di esame dello schema di decreto legislativo di riordino del Corpo nazionale, il Ministero dell'Economia e delle Finanze aveva espresso parere negativo per la mancanza di copertura finanziaria. Pag. 24Per tale ragione è stata introdotta una diversa previsione normativa in base alla quale per il solo personale appartenente all'elenco dei volontari cosiddetti «discontinui», è contemplata la possibilità di eventuali assunzioni in deroga, con conseguente trasformazione del rapporto di servizio in rapporto di impiego.

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ALLEGATO 4

5-12286 Toninelli: Sulle iniziative per contrastare lo spaccio di stupefacenti nella stazione di Mestre.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

      Signor Presidente, Onorevoli Deputati, la stazione ferroviaria di Venezia Mestre è ubicata all'interno del quartiere Piave, negli ultimi anni luogo di residenza, ritrovo e sede di attività economiche di molti cittadini stranieri.
      Nella zona, caratterizzata dalla presenza di aree di degrado urbano, sono presenti, soprattutto nelle ore pomeridiane e notturne, persone senza fissa dimora, nonché cittadini stranieri di diverse etnie, che spesso recano disturbo alla quiete pubblica.
      Inoltre, il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, praticato principalmente da giovani di origine nordafricana, ha determinato un notevole incremento della percezione di insicurezza nella popolazione residente e la conseguente costituzione di diversi comitati di protesta, che lamentano il venir meno delle condizioni di tranquillità sociale.
      Negli ultimi due mesi e mezzo sono stati registrati nove decessi di soggetti tossicodipendenti, la cui morte è verosimilmente riconducibile a overdose di oppiacei, e segnatamente di eroina, nonché diversi episodi di aggressione tra extracomunitari. Va rilevato, al riguardo, che non risultano, al momento, risultanze investigative circa una conflittualità in atto riconducibile a dinamiche connesse al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
      Si segnala, tuttavia, che le attività investigative nella provincia di Venezia, nel settore del contrasto del traffico e dello spaccio delle sostanze stupefacenti, di cui alcune concentrate proprio nel territorio di Mestre, hanno consentito di individuare organizzazioni e reti criminali particolarmente strutturate, alcune delle quali hanno evidenziato qualificate connessioni con associazioni, anche mafiose, nazionali e internazionali.
      Assicuro, pertanto, che la situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica del quartiere viene costantemente esaminata dal Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, in seno al quale è stato previsto per l'area urbana in questione, un potenziamento dei servizi di prevenzione e controllo del territorio, attraverso l'effettuazione di mirati e coordinati interventi interforze. Ciò anche con l'obiettivo di assicurare una maggiore visibilità delle Forze dell'Ordine e della Polizia locale nella zona che, nell'ambito del dispositivo generale di prevenzione e controllo del territorio, è considerata obiettivo sensibile, come tale ricompresa nell'attività di vigilanza del poliziotto di quartiere e del progetto «strade sicure».
      Dall'inizio dell'anno, accanto alle attività di carattere preventivo, che hanno consentito di deferire in stato di arresto o di libertà, anche per reati in materia di sostanze stupefacenti, diversi soggetti stranieri, nonché di sequestrare vari quantitativi di droga, si sono aggiunte, sul piano repressivo, specifiche operazioni investigative, tuttora in atto.
      In particolare, fino al 31 agosto, sono stati svolti dalle Forze dell'Ordine, nell'area di Mestre-Marghera, 2168 servizi, con l'impiego di oltre 5384 unità; 125 servizi coordinati di controllo del territorio con finalità antidroga, con l'impiego di 482 unità, che hanno consentito di identificare 872 persone, trarne in arresto 121, deferirne all'Autorità Giudiziaria 155 Pag. 26e sequestrare complessivamente circa 10 chilogrammi di sostanze stupefacenti.
      Anche la Polizia Locale del Comune di Venezia, nello stesso periodo, ha svolto un'importante attività antidroga che ha portato al sequestro di 18.5 chilogrammi di sostanze stupefacenti, all'arresto di 11 spacciatori, alla denuncia a piede libero di 17 spacciatori, alla segnalazione alla Prefettura di 44 assuntori di sostanze e al ritiro di 6 patenti di guida per possesso di sostanze.
      Infine, in linea con quanto previsto dalla recente legge sulla sicurezza delle città (legge n.  48 del 2017), la Prefettura di Venezia, d'intesa con il Comune capoluogo, ha avviato un tavolo di lavoro per addivenire alla stipula di un nuovo Patto per la città di Venezia, volto a rafforzare e consolidare il rapporto di collaborazione tra i diversi attori istituzionali sul versante della sicurezza integrata.

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