Sulla pubblicità dei lavori:
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 3
Audizione del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, in merito agli indirizzi programmatici del Suo dicastero, con riferimento alla materia del turismo
(ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 3
Bray Massimo (PD) , Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo ... 3
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 19
Abrignani Ignazio (PdL) ... 19
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 21
Prodani Aris (M5S) ... 21
Petitti Emma (PD) ... 22
Bray Massimo (PD) , Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo ... 23
Petitti Emma (PD) ... 23
Vignali Raffaello (PdL) ... 24
Senaldi Angelo (PD) ... 24
Nardella Dario (PD) ... 25
Cimmino Luciano (SCPI) ... 27
Abrignani Ignazio , Presidente ... 28
Mucci Mara (M5S) ... 28
Benamati Gianluca (PD) ... 29
Abrignani Ignazio , Presidente ... 30
Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ETTORE GUGLIELMO EPIFANI
La seduta comincia alle 14.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, in merito agli indirizzi programmatici del Suo dicastero, con riferimento alla materia del turismo.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, in merito agli indirizzi programmatici del Suo dicastero, con riferimento alla materia del turismo. I colleghi del Senato non potranno partecipare perché impegnati nei lavori d'Aula.
Do quindi la parola al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray.
MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Buongiorno a tutti e grazie, presidente, grazie a tutti voi per avermi invitato a questa importante audizione per esporre le linee programmatiche del Governo in materia di turismo.
Vorrei subito dire, come mi è capitato di fare rispetto alle linee programmatiche per la cultura, che conto molto sul vostro aiuto, un aiuto costruttivo, critico per costruire una politica nei confronti del turismo su cui tutti abbiamo molte aspettative di sviluppo per il nostro Paese e di rilancio dell'immagine dell'Italia. Questo deve avvenire attraverso una pianificazione seria e l'avvio di azioni immediate.
Il tema del turismo va inquadrato nell'ambito della valorizzazione del Paese, della possibilità di crescita sostenibile. In tal senso, le politiche nazionali per il turismo devono essere poste stabilmente al centro delle strategie complessive del Governo per il rilancio dell'economia italiana, per la promozione nel mondo dell'immagine migliore del nostro Paese. Nel quadro della ripresa il mio Ministero vuole avere una parte importante, capace di partecipare al disegno di una strategia di crescita economica.
In questi ultimi anni, troppo spesso le voci degli operatori del settore sono rimaste inascoltate, molte energie delle amministrazioni si sono talvolta disperse in dannosi conflitti di competenze. Le imprese turistiche, in una difficilissima congiuntura economica, hanno al contrario saputo dimostrare forte capacità di adeguamento ai rapidi cambiamenti in atto nel mercato italiano, caratterizzato da una diffusione di massa su scala globale, ma anche da una crescente consapevolezza dei consumi richiesti e da una richiesta di prodotti di qualità.
Senza decisivi interventi di indirizzo politico, elaborati attraverso un continuo dialogo con gli operatori, con gli enti Pag. 4locali, la struttura produttiva turistica italiana rischia di restare indietro, di perdere posizioni sullo scenario mondiale, vanificando i risultati con difficoltà acquisiti.
Dico questo perché negli ultimi quindici anni, come tutti sapete, abbiamo continuamente perso quote di mercato, e dalla prima meta turistica europea siamo diventati la terza dopo Francia e Spagna. I consumi turistici sono in forte crescita a livello mondiale e l'Italia rimane in cima ai desideri di viaggio. Questa è la cosa che più colpisce e dispiace, laddove, a fronte di una crescita continua, il marchio Italia e il modo di vivere italiano rimangono sicuramente ai primi posti, eppure il nostro sistema fa fatica a intercettare questa richiesta perché permangono problemi infrastrutturali e un sistema ricettivo nazionale connotato dalla presenza di marchi alberghieri internazionali inferiori al 2 per cento (una delle percentuali più basse in Europa), nonché da una fortissima stagionalità nel periodo estivo.
Per quantità e per qualità l'offerta turistica italiana è sempre stata all'avanguardia in campo internazionale, contribuendo a diffondere nel mondo la ricchezza ineguagliabile del nostro Paese, che combina insieme tradizioni popolari, bellezze naturali e artistiche, produzione culturale, creatività, capacità di accoglienza.
Oggi più che mai bisogna riflettere e intraprendere al più presto azioni per capitalizzare le risorse prodotte dall'industria turistica italiana, dai milioni di lavoratori che, nonostante la congiuntura negativa, sono stati capaci di ottenere, grazie a una sinergia che ritengo vada sempre più valorizzata tra Stato, Regioni e imprese, una prima inversione di tendenza nei risultati del comparto turistico, che questa estate ha visto, dopo molti anni, il segno più nel numero delle presenze dei turisti in Italia.
La sfida principale del Governo è proprio quella di orientare le forze sane espresse dal sistema secondo due linee direttrici. La prima è la definizione di generali e condivise linee strategiche, pianificate nel medio e lungo periodo, costruite insieme a tutti gli attori istituzionali ed economici del sistema. La seconda è la previsione di puntuali azioni concrete, che indichino nell'immediato, sin da subito, l'inizio di una nuova ripresa e costituiscano il modello di successivi progetti specifici.
Queste ultime misure da un lato si collegano all'attuazione degli obiettivi previsti dal cosiddetto decreto-legge «valore cultura», dall'altro sono componenti essenziali nell'obiettivo di Expo 2015, appuntamento eccezionale per presentare il valore turistico del nostro Paese.
Ritengo che solo con l'avvio di nuove politiche nazionali per il turismo sarà possibile superare le considerazioni spesso ripetitive, il cui leitmotiv è condensato nell'affermazione secondo cui le eccezionali potenzialità del nostro Paese sono certamente sottoutilizzate. In una fase congiunturale come quella attuale, occorre imprimere nuovo vigore alle spinte in grado di ridare slancio a questa straordinaria possibilità di ripresa.
Il settore turistico offre un contributo significativo alla produzione del nostro PIL e dell'occupazione del Paese. Il contributo totale del turismo al PIL diretto, indiretto e indotto si attesta su un valore di oltre 161 miliardi di euro nel 2012. Nello stesso anno il settore ha contribuito a garantire circa 2 milioni 700 mila occupati. Per tradurre questi dati nei freddi ma significativi valori percentuali, vorrei ricordare a tutti che il turismo contribuisce con il 10,3 per cento del PIL e con l'11,7 della forza lavoro, dati impressionanti.
Allo stesso tempo, il patrimonio artistico e culturale rappresenta e può sempre di più rappresentare un potenziale di ricchezza per il nostro Paese, un tesoro di bellezza e di creatività al quale tutto il mondo guarda con ammirazione, ma può essere anche un vero e proprio sistema produttivo, che contribuisca in maniera considerevole allo sviluppo economico del Paese.
Il sistema produttivo culturale, stando all'indagine condotta da Symbola e Unioncamere, nel 2012 ha reso alle casse nazionali Pag. 5oltre 75 miliardi di euro, rappresentando a sua volta il 5,4 per cento della ricchezza prodotta.
È partendo da questi dati che noi vorremmo fortemente che il nostro Paese, che riteniamo possegga uno dei più importanti e variegati patrimoni non solo storico-artistici, architettonici, culturali, ma anche paesaggistici, considerasse come la sinergia tra cultura e turismo possa essere il principale elemento di un disegno di sviluppo innovativo, virtuoso, sostenibile.
Proprio su questo vorremmo concentrare la nostra specificità nelle politiche che andremo insieme a intraprendere. Ripensare il turismo vuol dire a mio avviso ripensare il modello di sviluppo del nostro Paese in una sfida difficile, ambiziosa, che può portare nel 2010 a incrementare il PIL di 30 miliardi di euro, creando, se questo si avverasse, 500 mila posti di lavoro.
Al fine di programmare le strategie generali e le azioni concrete per il turismo, occorre partire da un'idea forte e caratterizzante, evidenziando la volontà di cambiamento che deve animare il nostro programma. Il Governo ha ritenuto necessario dare un primo, evidente segnale di forte attenzione alle politiche nazionali per il settore turistico, ripensando profondamente la sua collocazione nell'ambito dell'organizzazione statale, e anche nella scelta dei valori presenti nel nostro ordinamento.
In questo senso si pone la precisa opzione di disporre il turismo accanto alla cultura, in linea con alcune indicazioni europee, ed è significativo che per la prima volta, dopo anni di incertezze, la parola «turismo» sia entrata definitivamente a contrassegnare la denominazione di un Ministero con portafoglio. Proprio questo è lo scopo dell'innovazione prevista: riconoscere l'importanza strategica del turismo nell'ambito delle – come dice l'Europa – «specificità di un Paese», e quale specificità il nostro Paese può presentare più del patrimonio storico-artistico ?
Il Governo ha voluto perseguire con forza questo obiettivo, pur consapevole che le procedure di trasferimento delle risorse e delle funzioni richiedono un considerevole impegno organizzativo.
È noto che il turismo costituisce una materia trasversale, che va affrontata tenendo conto di tutte le diverse implicazioni e le differenze competenze nei diversi dicasteri. Questo spiega probabilmente la diversità di opinioni in ordine al preferibile inquadramento strutturale delle funzioni concernenti il turismo.
In passato, si era ritenuto infatti di privilegiare l'aspetto strettamente economico dell'attività, collocando il turismo nell'ambito del Ministero delle attività produttive e poi dello sviluppo economico. In un secondo tempo, si era assegnato risalto prevalente, alle connessioni con le funzioni delle Regioni e delle Autonomie locali, desumibili dall'articolo 117 della Costituzione, e il turismo risiedeva presso la Presidenza del Consiglio.
Anche questa scelta, tuttavia, seguendo l'indicazione e le richieste europee di specificità, ha creato quella che mi sembra una scelta particolarmente indovinata: un'idea moderna e efficace che associa il turismo italiano ai beni e alle attività culturali, recuperando un orientamento seguito dalla maggior parte dei Paesi.
Anche prescindendo da un'approfondita analisi dei dati statistici, credo sia condivisa la convinzione secondo cui la ragione qualificante il flusso turistico italiano, come appunto dice l'Europa, è rappresentata proprio dall'interesse per i suoi beni culturali. Le connessioni tra turismo e cultura sono evidenti e la loro traduzione in un coerente modello organizzativo è necessaria. Lo straordinario patrimonio culturale italiano costituisce una delle leve fondamentali del nostro turismo, che a sua volta può rappresentare uno strumento formidabile per assicurare la conoscenza e la diffusione dei nostri beni culturali, ma soprattutto la loro valorizzazione.
Il Governo con la decisione di unire la valorizzazione e la promozione culturale e turistica ha dimostrato un'intuizione di questa opportunità, e le direttrici di intervento saranno individuate (mi auguro Pag. 6insieme a tutti i contributi che conto di avere da questa Commissione) proprio in base a criteri di efficacia e sostenibilità, nel rispetto dei limiti imposti dal difficile quadro economico e finanziario in cui tutti ci muoviamo.
D'altro canto, il turismo italiano si caratterizza proprio per la straordinaria ampiezza e diversificazione dell'offerta, che accanto a prodotti tipicamente culturali può proporre un'infinità di occasioni di viaggio, di riposo, di benessere. In sintesi, probabilmente il nostro è uno dei pochissimi Paesi in cui possono essere presenti le diverse declinazioni del turismo.
La domanda turistica, come sappiamo, è sempre più articolata e composita, in costante evoluzione. Obiettivo principale del Ministero sarà quello di adottare misure adeguate per migliorare il mercato turistico nel suo complesso, esaltando la vocazione culturale italiana insieme alle caratteristiche richiamate all'inizio, ancora riconoscibili al primo posto, dello stile di vita italiano.
In questo contesto, il patrimonio italiano è capace di attrarre turisti non solo per il valore paesaggistico, artistico e archeologico, basti pensare al ruolo assunto dalla tradizione enogastronomica nelle varie declinazioni, dal valore che hanno ormai i nostri vini, i cibi locali e regionali, le tradizioni manifestate dai grandi eventi culturali su tutto il territorio.
Nella nostra idea di valorizzazione del comparto, la promozione del sistema turistico deve accompagnarsi alla realizzazione di una serie di iniziative innovative volte al miglioramento della distribuzione e della qualità dei flussi. Il rafforzamento e l'integrazione degli strumenti promozionali informativi che ben rappresentano le eccellenze paesaggistiche, artistiche e culturali che si svolgono in tutto il Paese, potrà rappresentare uno strumento essenziale di supporto per l'intera durata di un anno.
Considerati ad esempio le potenzialità e il riconoscimento internazionale dell'Italia come Paese musicale, patria del bel canto, cuore dell'opera lirica, sarebbero auspicabili politiche di marketing e un programma nazionale che, pur mantenendo le specificità di ogni teatro, rappresenti un unico cartellone artistico-musicale per i turisti stranieri. Questo accade già in molti Paesi europei e andrebbe da subito attivato.
La stessa cosa potrebbe essere realizzata nel campo dei festival, degli eventi musicali, moltissimi realizzati nel nostro Paese. L'insieme delle risorse che possiamo vantare di offrire al turismo nel nostro Paese garantisce nuove, significative opportunità di crescita. Come si afferma spesso, l'Italia deve fare l'Italia, e attraverso una maggiore consapevolezza di queste ricchezze può esercitare un ruolo competitivo sui mercati internazionali.
Se quindi da un lato lo stesso turismo di massa, fondamentale dal punto di vista del ritorno economico, dovrebbe poco a poco divenire più curioso ed esperto, dall'altro sul cosiddetto turismo culturale di qualità sarebbe necessario puntare con maggior forza, affinché il cono di ricezione possa allargarsi ancora di più e passare da un mercato di nicchia qual è oggi a un mercato con consistenti ritorni economici.
Naturalmente è bene dare al termine «turismo culturale» un valore preciso e non una definizione ambivalente. I dati ufficiali parlano per il 2011 di 98 milioni di presenze nelle città italiane di interesse storico-artistico, ma sarebbe compito primario delle istituzioni, del Ministero che la maggior parte di queste presenze acquisisse giorno dopo giorno un consapevole arricchimento intellettuale grazie alla visita effettuata.
L'investimento nel turismo in questo modo non solo porta crescita economica, ma soprattutto promuove un indotto di ben altro valore. Ecco perché il Governo ha intenzione di seguire una strategia di intervento coerente con tale visione, operando da un lato per conferire massimo valore al capitale di bellezza già riconosciuto al Paese, su cui bene lavorano alcune Regioni, dall'altro per ampliare queste opportunità, creando un sistema articolato che comprenda anche le innumerevoli, Pag. 7qualificate attrattive materiali e immateriali che circondano un bene storico-artistico.
È proprio in questa cornice che sarà possibile realizzare un vero e proprio rinnovamento del paradigma della nostra offerta turistica. Le azioni per intervenire in maniera efficace per lo sviluppo di questo settore devono necessariamente tener conto che il prodotto turistico è il risultato di un'azione di sistema. Credo che questa sia una vera e propria politica che dobbiamo reintrodurre nel nostro Paese.
Con tutti gli Enti locali, con l'Università, con tutte le rappresentanze e le associazioni mi sono permesso di fare un piccolo esempio di lavoro in questo tracciato su Caserta, e i risultati sono davvero ottimi. Dopo anni, siamo riusciti a fare un piano di lavoro determinato, che utilizzi le risorse che il Governo e l'Europa hanno messo a disposizione, tutto in un'ottica di incrementare il turismo per la Reggia di Caserta.
Questo perché siamo convinti che siano proprio gli asset turistici dell'Italia ad essere un fattore di competitività, in quanto esercitano una forte attrazione sui turisti nazionali e internazionali, ma il successo di questi prodotti dipende sempre più dalla nostra capacità di intervenire contemporaneamente su tutte le leve.
È fondamentale, inoltre, pensare all'esperienza del turista come a un processo end to end, ovvero dal momento in cui il potenziale turista sviluppa il desiderio di partire a quando, tornato a casa, alimenterà il ricordo e il desiderio di tornare nel nostro Paese. Oggi, purtroppo, questo avviene poco.
Ecco perché è in preparazione un Piano strategico di sviluppo del turismo in Italia, articolato su cinque linee guida, che ci auguriamo di poter presentare al più presto: governance come miglioramento del coordinamento tra gli organi di governo che insistono sul turismo, riprogettazione della missione e dell'organizzazione dell'Agenzia nazionale del turismo, L'Enit, miglioramento e potenziamento dell'offerta turistica nazionale, in linea con le esigenze dei segmenti di clientela prioritari, valorizzando quindi i poli culturali, il patrimonio diffuso e le eccellenze territoriali, riqualificazione e consolidamento del patrimonio ricettivo dove c’è moltissimo da fare, formazione e investimenti. Anche sulla formazione c’è tanto da fare, ma riteniamo che questo sia il modo migliore per attrarre investimenti tramite incentivi specifici a burocrazia zero, e riqualificazione della formazione per tutta la filiera del turismo.
Vorrei soffermarmi su quelle che sono state le procedure per il passaggio dell'Ufficio del Turismo dalla Presidenza al nuovo MIBACT. Il primo passo per unire le funzioni di competenza statale e di promozione del turismo a quella di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale è consistito nella delega al ministro da parte del Presidente del Consiglio delle funzioni della Presidenza in materia di politiche per il turismo.
In base a questa delega, il ministro si è sino ad oggi avvalso della struttura esistente presso la Presidenza. Come già evidenziato in sede di analisi del rapporto con le Regioni, la delega risulta essere stata ampliata e approfondita. Un'attenta analisi di numerosi punti fa emergere la priorità di percorsi in grado di aiutare il raggiungimento di tali obiettivi, e tale complessivo disegno per essere attuato necessita di una struttura amministrativa tanto agile quanto completa e forte presso lo stesso Ministero.
Altro punto imprescindibile è che le strutture siano dotate di adeguate risorse anche finanziarie e che le stesse siano sufficientemente stabili e certe, in modo da impostare un programma che vada oltre l'immediato, perché il Paese ha bisogno di investire in una pianificazione di medio e lungo periodo.
Il Governo ha quindi deciso di procedere, in luogo del cosiddetto «avvalimento» che avrebbe lasciato tutte le strutture, attraverso il ben più razionale sistema del trasferimento al MIBAC non solo delle funzioni, ma anche delle strutture. Oggi queste strutture sono presso la Presidenza del Consiglio.Pag. 8
A tal fine, in sede di conversione del decreto-legge n. 43 del 26 aprile 2013, recante Disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino, sono state inserite nella legge di conversione n. 71 del 24 giugno 2013 alcune norme volte a disciplinare tale trasferimento. L’iter di adozione del DPCM per l'individuazione delle risorse, dei mezzi, delle strutture è stato complesso, ma il provvedimento è finalmente alla firma del Presidente del Consiglio, dopo aver ottenuto l'avallo della Ragioneria dello Stato.
Scusate se dico questo con molta franchezza ma, se un Paese crede davvero che il turismo sia una delle leve di rilancio del Paese, questo modo di procedere che richiede così tanto tempo è uno dei punti che andrebbero rivisti in tutte le procedure.
Una volta attuata questa, il Ministero è pronto all'esercizio delle funzioni affidate, anche se va segnalata l'opportunità di dotarlo in quello stesso momento delle risorse da dedicare ai progetti sul turismo. Allo stato, infatti, rispetto alla struttura costituita presso la Presidenza nel 2006, un apposito Dipartimento con due Direzioni generali al suo interno, ciascuna suddivisa in uffici dirigenziali di livello non generale, con oltre 50 addetti selezionati e qualificati, ereditiamo una struttura già dimezzata dalla spending review, adottata dalla Presidenza nel 2012, con l'abolizione del Dipartimento di una delle due direzioni generali e di molti uffici di livello intermedio, bloccata dai contenziosi interni, generati dalla non corretta gestione dei suddetti tagli. Questa situazione può creare non pochi ostacoli a un programma di governo condiviso.
A fronte delle possibili difficoltà interpretative e applicative, abbiamo predisposto una norma chiara e completa, che ancora oggi più esplicitamente possa autorizzare la costituzione presso il mio Ministero di un corrispondente ufficio per le politiche del turismo, con la medesima o razionalmente ridotta pianta organica già prevista presso la Presidenza del Consiglio. Ritengo che il completamento di questo percorso nonché la razionalizzazione e l'utilizzo delle risorse possano richiedere una rapida approvazione di tale norma.
Gli obiettivi del rilancio turistico devono passare attraverso la fondamentale opera di ricostruzione del necessario dialogo costruttivo con le regioni. Al riguardo, il Governo parte dalla premessa del necessario rispetto del riparto consolidato dall'articolo 117 della Costituzione, anche alla luce delle fondamentali indicazioni arrivate dalla Corte Costituzionale.
In questo contesto deve essere sottolineato senza esitazioni il ruolo di indirizzo che lo Stato può svolgere, considerando la proiezione internazionale delle attività di promozione turistica. Questo lavoro andrà fatto insieme alle regioni, valutando l'ammontare e la distribuzione delle risorse destinate nel loro complesso alla promozione del turismo nei settori prioritari. In tale contesto, la stessa delega di funzioni che il Presidente del Consiglio ha inteso attribuire al ministro cui ha affidato gli ambiti della cultura e del turismo, detta alcune indicazioni fondamentali sia laddove ribadisce la necessità di agire in accordo con le Regioni e gli Enti locali, nonché di adottare iniziative coerenti con il principio costituzionale di sussidiarietà, sia a fronte della ribadita esigenza di perseguire una cooperazione istituzionale per la determinazione di un indirizzo politico unitario.
Devo dire che i rapporti con le regioni sono ottimi. In una serie di incontri è venuta dalle Regioni la richiesta che lo Stato torni a puntare su questo ruolo di coordinamento delle azioni da intraprendere, e nella stessa direzione si pone la necessità di garantire un adeguato sostegno alle iniziative delle regioni, delle autonomie locali e degli altri enti istituzionalmente competenti, volte allo sviluppo e alla promozione del turismo sul territorio.
Ciò in particolare attraverso l'attuazione di progetti strategici nazionali di interesse turistico, che devono coinvolgere tutte le aree geografiche del Paese, al fine di garantire una maggiore coesione economica e sociale delle politiche di settore tramite la promozione degli accordi di Pag. 9valorizzazione dei bacini culturali omogenei, ai sensi dell'articolo 112 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Proprio tale linea conferma il mantenimento di un filo conduttore forte tra Stato e regioni, pur nel primario e comune interesse a trovare l'uniformità necessaria per lo sviluppo di attività di promozione di dimensioni sovraregionali. Ciò deve avvenire anche attraverso il coordinamento delle funzioni statali dirette alla tutela, sempre in accordo con le Regioni e gli Enti locali di vari ambiti, a partire da quelli che saranno i nostri progetti relativi al turismo.
In questa prospettiva intendo rendere effettivo e stabile il raccordo tra il MIBACT e le regioni anche attraverso la costituzione di appositi tavoli interistituzionali, cui parteciperanno i Governi regionali e le Autonomie locali. Per fare questo, il Ministero si sta impegnando affinché l'integrazione delle competenze al MIBACT si traduca non in una semplice giustapposizione, ma in una vera e propria riorganizzazione, in grado di garantire meccanismi di sinergia tra le attività di tutela e di valorizzazione e quelle orientate alla valorizzazione del percorso turistico.
Il MIBACT, tenendo conto della molteplicità degli attori che intervengono nel Governo quali Stato, regioni, autonomie locali, ha avviato una cabina di regia cui intervengono tutti gli operatori, e in tale gruppo di lavoro si è finalmente in grado di individuare sia le risorse da valorizzare, sia le modalità più efficaci di promozione. Alla luce delle esperienze riportate, sarà più facile fornire al Governo gli elementi per una revisione del testo del Codice del turismo, allo scopo di garantirne la coerenza, la sostenibilità, l'efficacia amministrativa.
È così che noi intenderemmo svolgere un ruolo particolarmente attivo nella promozione del turismo, anche a livello internazionale, rafforzando la presenza dell'Italia in tutti i contesti internazionali, contesti che le permetteranno di assumere un ruolo di guida nella gestione delle tematiche multilaterali di maggior rilievo che il nostro Paese deve poter esercitare.
Negli ultimi mesi l'Italia ha impresso un deciso impulso alla sua presenza e alla sua azione all'interno degli organismi internazionali che operano nel campo del turismo, anche per acquisire una prospettiva di osservazione privilegiata sulle trasformazioni del turismo globale.
Questo è quello che insieme al Governo abbiamo cercato di fare, convinti di questo ruolo, e da pochi giorni abbiamo ottenuto la Presidenza del Comitato tecnico dell'OCSE grazie al costante lavoro portato avanti in questi ultimi mesi, che ci ha consentito di subentrare alla Presidenza statunitense e ci darà accesso a fondamentali strumenti di studi e analisi sui futuri scenari del mercato da qui al 2030.
Il medesimo impegno e l'assidua presenza ci hanno portato all'elezione alla Vicepresidenza e di fatto alla Presidenza ad interim della European Travel Commission, organizzazione che si occupa della promozione dell'Europa nel mondo come destinazione turistica, con la possibilità di seguire direttamente la promozione internazionale dei grandi eventi, primo fra tutti Expo 2015. Ciò a completamento di quanto già ottenuto nei mesi passati, cioè il coordinamento e la promozione della destinazione Europa in Sud America e negli Stati Uniti.
In ambito OMT, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di turismo, l'Italia è impegnata da anni in posizioni di primo piano, tanto da far parte del Consiglio esecutivo. Questo dal 2001, e a riprova dell'impegno profuso l'Italia ospita sin dal 2008 il Centro per la promozione del Codice mondiale di etica del turismo, e ha ottenuto che, a partire dalla prossima elezione della BIT a febbraio 2014, Milano diventi la sede permanente dell'incontro internazionale del World Tourism Network on Child Protection. Siamo orgogliosi di questo risultato che ci collocherà al centro degli sforzi per sensibilizzare tutti gli stakeholders sulle problematiche della prostituzione minorile e dello sfruttamento dei bambini, soprattutto in vista dei prossimi Pag. 10grandi eventi internazionali che, come sapete, hanno creato molto allarme in tutti i Paesi.
L'offerta di ospitare il Comitato etico nel 2014, in coincidenza con il semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, è un esempio concreto di quello che possiamo fare, come immagine di un Paese impegnato nei confronti della comunità internazionale, al fine di rendere il tema del turismo esempio concreto di quello che possiamo fare come immagine di un Paese impegnato nei confronti della comunità internazionale.
Per rendere il tema del turismo prioritario nell'agenda G20, l'Italia parteciperà a Londra alla prossima riunione T20, che riunisce i Ministri del turismo dei venti Paesi più industrializzati, e si occuperà del fondamentale tema delle facilitazioni dei visti, sul quale siamo impegnati per creare tutte le possibilità per rimuovere uno degli ostacoli principali al turismo.
Siamo convinti, infatti, che una semplificazione nella concessione dei visti possa incrementare il numero degli arrivi internazionali, traducendosi in crescita economica e in creazione di posti di lavoro. Consideriamo il conseguimento di questi risultati come un punto di partenza per un'azione internazionale che ci veda costantemente protagonisti su fronti fondamentali per la crescita del settore e dell'economia del Paese.
Una particolare attenzione sarà dedicata al ruolo di coordinamento che il Ministero sarà chiamato a svolgere non solo con enti e istituzioni nazionali e regionali, che sono precipuamente deputati a svolgere attività e iniziative nell'ambito del turismo, ma proprio con il Ministero degli affari esteri, con l'obiettivo di portare a sistema la promozione di una delle più importanti risorse per la crescita economica e sociale dell'Italia, l'immagine del Paese, il turismo, attraverso la complessa rete diplomatica e consolare che il nostro Paese dispone in tutto il mondo.
È proprio la rete diplomatica a rappresentare in questo contesto un polo formidabile di promozione, che si avvantaggia di una visione univoca e unitaria del sistema Italia, indicendo periodicamente riunioni di sistema, a cui partecipa assieme ad altri componenti istituzionali (ICE, istituti di cultura, banche e Camere di commercio) anche l'Enit, che, a seguito dell'ultima riforma, opera proprio nell'ambito di Ambasciate e Consolati in una logica di sistema.
La componente turismo, per troppo tempo slegata da queste logiche, deve essere ricondotta in un contesto di coordinata gestione. Importante segnale in questa direzione è stata la partecipazione per la prima volta nel 2013 della componente del turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali alla cabina di regia copresieduta dal Ministro degli esteri, dal MiSE e con il coinvolgimento dell'Enit.
In questo contesto, mi sembra importante sottolineare questa partecipazione, perché permetterà di promuovere in maniera coerente l'immagine del Paese, del suo sistema economico in generale, del turismo e della cultura, che devono sempre più costituire l'elemento centrale dei nostri sistemi e dei nostri interessi economici. L'accostamento tra cultura e turismo è lungimirante, tanto che anche nell'ambito dell'Unesco è stato riconosciuto il ruolo congiunto che tali settori uniti possono svolgere per la crescita del nostro Paese. Se ciò è vero nell'ambito delle dichiarazioni espresse a livello delle organizzazioni internazionali, è tanto più vero per un Paese come il nostro, in cui turismo e cultura rappresentano insieme una formidabile risorsa naturale, che deve essere sviluppata in maniera sostenibile.
È volontà del Ministero promuovere il rafforzamento delle funzioni dell'Enit all'interno di un programma generale di riassetto degli enti e degli organismi che noi vigiliamo. La scelta può rappresentare un'importante risposta alla sfida che dobbiamo affrontare. In tale ottica, è proprio l'Enit che deve ridisegnarla in termini di vera e propria agenzia di promozione turistica e culturale per lo stretto collegamento esistente, confermato peraltro dalla confluenza del turismo nel MIBACT.
L'obiettivo conseguente sarà quello di allineare gli standard dell'Enit a quelli Pag. 11delle migliori agenzie internazionali attraverso l'applicazione piena del suo mandato, della sua organizzazione, l'apertura a soggetti esterni, l'estensione della sua mission al terreno della promocommercializzazione, la valutazione delle sue potenzialità nel rilancio della domanda turistica interna.
L'Enit dovrà attuare programmi di promozione mirati, integrandosi con le iniziative avviate dai soggetti privati, già capaci di rispondere alla domanda estera di servizi turistici. Dovrà potenziare il proprio ruolo di soggetto istituzionale, in grado di semplificare e accelerare le attività che le imprese turistiche italiane intendono svolgere sui mercati esteri. Dovrà continuare l'attività di coordinamento con le regioni in un momento in cui tale attività diventa uno dei punti fondamentali per il rilancio del nostro turismo. Dovrà infine assieme alla struttura del MIBACT coordinare le azioni in favore di Expo 2015.
Un ruolo moderno, quindi, efficiente dell'Enit, coerente con la sua natura essenzialmente tecnica di agenzia, ruolo che richiede un'integrazione forte con le strutture pubbliche italiane che operano all'estero. In particolare, devono essere ulteriormente rafforzate le sinergie con le rappresentanze diplomatiche, con gli Istituti di cultura italiana all'estero e con tutte le istituzioni regionali e statali che contribuiscono alla diffusione dell'immagine Italia.
Come sappiamo, il turismo è diffuso nell'intero territorio nazionale ed è certamente positivo lo sforzo compiuto dalle regioni, dalle autonomie locali e dai distretti per promuovere l'offerta turistica attraverso iniziative mirate. In tal modo l'azione di diffusione e di conoscenza dei poli di attrazione presenti nel Paese sarà capillare e completa, e consentirà di valorizzare pienamente l'intera filiera.
È incontestabile la potenzialità di questo valore aggiunto, che potrebbe derivare da una promozione maggiormente fatta a sistema del turismo italiano nel suo insieme. Ogni luogo d'arte come ogni centro turistico ha infatti caratteristiche proprie che vanno sottolineate. È il sistema Italia che consentirà di moltiplicare la capacità di attrazione verso il nostro Paese, e partendo da questi princìpi, da questi presupposti, e tenendo conto di quanto alcuni luoghi italiani rappresentino da soli un'immagine positiva dell'Italia sullo scenario internazionale, luoghi di eccellenza, si rende necessaria la riconoscibilità di un marchio unico per il nostro Paese, che possa essere rappresentato in tutte le occasioni promozionali.
Ecco perché l'adozione di un efficace marchio «ombrello» risulterebbe strategica per inserirsi in maniera proficua nei mercati a più alto potenziale come quello dei Paesi extraeuropei, dove le nostre regioni non sono singolarmente conosciute e di conseguenza hanno a volte scarsa capacità attrattiva.
Un sistema integrato di promozione potrebbe estendere la rete dei rappresentanti dell'Italia all'estero. Qui penso, oltre a quelli istituzionali, a rappresentanze diplomatiche e Istituti di cultura che potrebbero invece interagire con privati, testimonial del made in Italy in linea con il progetto di promozione del sistema italiano all'estero indicato dal Governo nel Piano destinazione Italia, che verrà gestito dal Ministero per lo sviluppo economico e dal Ministero per gli affari esteri.
Il turismo italiano e l'opportunità di Expo 2015. Il Ministero riveste un ruolo chiave anche in un grande evento come quello dell'Esposizione universale, che si terrà a Milano nel 2015. L'offerta turistico-culturale costituirà uno degli elementi essenziali dell'intero progetto, che deve diventare un volano per l'economia. Il nostro sforzo sarà completamente rivolto alla promozione del Paese, e uno degli indicatori di successo di Expo risiederà nella nostra capacità di proiettarne gli effetti oltre la manifestazione stessa.
L'obiettivo è quindi quello di elaborare una proposta culturale estesa a tutto il territorio nazionale, che riesca a orientare parte dei flussi di visitatori attesi (circa 20 milioni, di cui oltre un terzo stranieri) verso città e territori che non siano solo Milano e la Lombardia, con ricadute positive Pag. 12su tutto il territorio nazionale. Per fare questo, però, bisognerà saper disegnare i percorsi, lavorare insieme alle Regioni e agli Enti locali ottimizzando le reciproche interdipendenze nella costruzione di quelli che saranno veri e propri pacchetti di offerta turistica.
Attraverso il lavoro dell'Enit, stiamo predisponendo un piano per la promozione di Expo e dell'Italia nel mondo insieme alle facilitazioni per le operazioni di visto. Contemporaneamente si sta lavorando al consolidamento dei flussi turistici in Italia con il coinvolgimento delle Regioni, attraverso azioni di co-marketing con tour operator stranieri e compagnie aeree, oltre alla promozione presso organismi e organizzazioni internazionali. Qui bisogna fare molto perché i collegamenti da e verso l'Italia sono spesso deficitari a causa di una politica contrassegnata da molti anni di ritardo.
Di concerto con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e con il Sottosegretario dedicato all'Expo, è stata elaborata una serie di progetti concreti di attrazione turistica, che partano dalla valorizzazione dei percorsi culturali esistenti e ne possono creare di nuovi. Con il Ministero per la coesione territoriale abbiamo individuato uno strumento che permetterà di finanziare circa trenta progetti su tutto il territorio nazionale. Non sono molti ma nemmeno pochi, se riusciranno a portare su tutto il territorio nazionale quei 20 milioni di turisti che attendiamo.
Milano e l'Expo dovranno raccontare al mondo tutta l'Italia di qualità: l'agroalimentare, pilastro dell'economia e dell'identità nazionale, che è già una leva per altri settori del made in Italy, le nostre eccellenze, le nostre tradizioni enogastronomiche potranno offrire l'occasione per far vivere anche i luoghi del turismo cosiddetto «minore», attivare una rete che si trasformi in un'infrastruttura strategica per lo sviluppo del Paese. La civiltà della tavola e la cultura del cibo saranno al centro di progetti espositivi itineranti, che avranno l'obiettivo di spostare i turisti sul territorio alla ricerca della cultura, delle tradizioni, dell'enogastronomia. Come abbiamo visto insieme al Ministro dell'agricoltura, sarà un ottimo volano di crescita economica per l'intero Paese.
Anche per questo motivo sono allo studio iniziative di promozione per chi fruirà dell'Expo, di occasioni culturali, ma per fare questo avremo bisogno di grandi infrastrutture che riguardino tutto il Paese. Nello specifico, stiamo immaginando una carta sconti unica, con cui il visitatore di Expo possa visitare mostre dedicate e musei statali usando un vettore italiano. La mappa di questa offerta turistica sarà fruibile in un'area dedicata a Expo 2015 su quello che sarà il nostro lavoro di rinnovamento e reingegnerizzazione del portale Italia.it.
Per quanto riguarda il problema delle innovazioni tecnologiche per il turismo, prevediamo un investimento convinto sul web che si affiancherà all'unica piattaforma di offerta turistica. In tal senso verrà costituito presso l'Enit un laboratorio di E-Tourism, votato alla definizione e all'attuazione di una strategia digitale italiana per il turismo. I risultati dell'attività del laboratorio saranno messi a disposizione della task force del MIBACT, che a sua volta interagirà con il team di Palazzo Chigi sul progetto Agenda digitale.
Quanto sin qui realizzato sul digitale, con particolare riferimento al portale, si è dimostrato insufficiente rispetto alle effettive potenzialità che possono essere espresse da un utilizzo coerente e innovativo della tecnologia. Credo sia un fatto notorio: in particolare, il numero di visitatori giornalieri in lingua inglese e tedesca del nostro portale è particolarmente limitato. Nello stesso tempo è contenuto il numero di visitatori che abbandona il sito entro i primi dieci secondi di collegamento. Uno specifico studio del Ministero ha individuato una serie di limiti strutturali da superare: una grafica non appetibile, l'organizzazione dell'informazione poco fruibile, la progettazione statica da vetrina del portale incapace di offrire servizi interattivi per l'utente. In tale contesto è stato già definito un piano operativo, che ha come obiettivo la reingegnerizzazione del portale e il potenziamento Pag. 13dei servizi erogati, al fine di incrementare il bacino di utenza turistica, in cooperazione con i Governi regionali e le amministrazioni locali.
Al riguardo il Ministero si è dotato di un cronoprogramma, diviso in obiettivi in breve e medio termine. La definizione di una nuova mappa di navigazione del portale, di un nuovo progetto che lo renda completamente interattivo, l'ampliamento del potenziale bacino di utenti mediante l'avvio di nuovi siti in lingua russa, portoghese e cinese, la definizione di percorsi tematici culturali, artistici e paesaggistici, la tracciabilità di iniziative tese a creare nuova occupazione nel settore turistico con le regioni, lo sviluppo alla realizzazione, in accordo con gli Enti locali, di servizi dedicati al mercato estero, la definizione di un'area dedicata tutta Expo, l'identificazione di servizi di booking on line per il settore ricettivo, la realizzazione di una banca dati unica con strumenti per il turismo alla cultura. In particolare, questi ultimi due punti dovranno essere resi operativi nel prossimo biennio.
Per il successo del processo di reingegnerizzazione del portale sarà opportuno ridefinire la struttura di progetto di governance, team leader e staff, che assicuri il miglior coordinamento dei gruppi di lavoro e ponga il ministro nelle condizioni di conoscere in tempo reale i progressivi risultati del progetto.
Ho impiegato molti mesi a capire la governance del progetto Italia.it, ma è mio impegno riuscire a imprimere realmente un cambiamento a questo progetto. In quest'ottica è in via di predisposizione un piano che mi piacerà condividere con tutti voi, perché vorrei che riuscissimo a costruire un portale di nuova concezione, completamente interattivo, non un sito vetrina, che nasca dall'esigenza e dalle richieste dell'utente web, interessato al mondo travel, in grado di convincerlo e guidarlo nelle sue scelte. Dovrà essere capace, come avviene in tutti i Paesi grazie a un portale, di scegliere l'Italia come meta, di organizzare la sua conoscenza dell'Italia. Ecco perché il nuovo portale dovrà essere capace di guidare e orientare le diverse esigenze e aspettative, rispondendo a target molto diversi e articolati. Avrà un'anima editoriale, ma sarà organizzato come un hub di servizi e applicazioni.
In particolare, il nuovo sito web sarà in grado di ascoltare gli utenti, quindi di soddisfare le loro esigenze con soluzioni capaci di rispondere alle richieste di scelta e preparazione del viaggio. Anche qui dico cose che non hanno nulla di rivoluzionario, in quanto oggi i servizi web, wiki e le applicazioni sul mobile, il collegamento dell'offerta, l’e-booking, i nuovi contenuti fruibili su tutte le piattaforme, i percorsi per guidare la scelta sono modelli in uso in tutti i Paesi che credono nel turismo.
Ritengo che, se faremo questo, emergerà un'impostazione volta a valorizzare proprio lo storytelling degli utenti, capace di coinvolgere gli stessi, farli diventare guide, protagonisti del loro viaggio. Italia.it potrà diventare un supporto al business del turismo, abilitando punti di contatto fra domanda e offerta, diventando un supporto per tutti gli operatori che potranno utilizzare il portale con progetti verticali a loro dedicati.
Le azioni concrete sul ricettivo previste dal programma Destinazione Italia. Il documento del Governo ha sottolineato la vocazione culturale e turistica dell'Italia, evidenziando che con circa il 50 per cento dei flussi provenienti dall'estero il mercato turistico italiano può offrire enormi potenzialità di attrazione di capitali esteri. Tale atto evidenzia alcune cause della scarsa valorizzazione del nostro Paese, che passiamo così riassumere: la limitata dimensione delle aziende turistiche, che impedisce l'utilizzo di economie di scala, la mancata riqualificazione dell'offerta ricettiva, la disomogeneità fra regioni degli standard di classificazione delle strutture, che genera confusione negli investitori e ostacola lo sviluppo omogeneo del territorio, l'inadeguata formazione delle professionalità necessarie al settore, la scarsa capacità delle nostre aziende turistiche di lavorare in rete.
In quest'ottica abbiamo fatto molto poco come politiche di Governo, e me ne Pag. 14assumo tutta la responsabilità, ma queste scelte dovranno cambiare e venire incontro alle richieste che da sei mesi mi rivolgono tutti gli imprenditori e a cui dovremo saper dare risposte. Dovranno essere misure di stimolo alla crescita dimensionale del loro lavoro e delle loro imprese.
Dovremo saper riconoscere, in conformità con le regole dell'Unione europea, per tre anni benefici fiscali e contributivi alle imprese che si aggregano, rafforzare ed estendere gli incentivi a questo strumento delle reti di impresa, con specifica attenzione alle imprese turistiche, concedere incentivi e investimenti greenfield e brownfield di sviluppo turistico capaci di creare posti di lavoro. Dovremo definire una normativa nazionale unitaria per la classificazione alberghiera. Qualcosa da parte delle associazioni è stato fatto, ma dovremo valorizzare questi sforzi e renderli standardizzabili.
Un programma di misure concrete in favore delle imprese. Attualmente il limite dimensionale delle strutture ricettive rappresenta, come mi è stato detto da moltissime associazioni, uno dei principali impedimenti all'acquisizione di un ruolo autenticamente competitivo su un mercato internazionale. Al fine di superare questa difficoltà, il Governo dovrà intraprendere tutte le azioni tese a favorire il consolidamento dello sviluppo delle strutture, anche attraverso la valorizzazione della formula delle reti di impresa e la conversione delle imprese più obsolete. Parallelamente, per garantire omogeneità agli standard di offerta e maggior certezza ai visitatori nel nostro Paese, si valuterà l'introduzione in tutte le regioni italiane del sistema di classificazione standard europeo delle stelle. In tale contesto verranno proposte a breve diverse misure di semplificazione in favore degli operatori del settore.
Il rafforzamento del mercato informatico del turismo, il registro digitale. È superfluo evidenziare che il mercato del turismo è destinato sempre più a svilupparsi secondo un versante web, e in questa direzione insieme all'Agenzia digitale abbiamo stabilito l'impegno di Enit nella definizione di quello che sarà il primo registro digitale dell'offerta turistica italiana. Questo consentirà per la prima volta di avere una base dati completa e coerente del mercato del turismo in Italia. Il passo successivo sarà quello di studiare la forma migliore per organizzare i dati, in modo da poter disporre in ogni momento di una classifica digitale attendibile.
Grazie a un accordo con l'Agenda digitale, con Expo e con Enit, verrà affidato a quest'ultima il compito di sviluppare un registro digitale dell'offerta turistica globale. L'obiettivo sarà quello di offrire a tutti gli operatori del settore la possibilità di pubblicare una descrizione dell'offerta con i riferimenti ai siti web proprietari, un catalogo virtuale dinamico delle loro attività, realizzate secondo gli standard digitali internazionali condivisi tra imprese, Regioni e Stato.
Il turismo è il comparto che più di ogni altro si è trasformato negli ultimi anni proprio grazie alla diffusione di internet e agli sforzi delle imprese, è la voce probabilmente in assoluto più rilevante per un valore che viene stimato in Italia superiore ai 5 miliardi di euro annui. Anche per questo una mappa dell'offerta turistica 2015 sarà ospitata sul rinnovato portale Italia.it, dove si potranno acquistare facilitazioni sia per chi sarà interessato all'Expo, sia per chi sarà interessato a un percorso turistico che tocchi di nostri percorsi culturali su tutto il territorio.
Nelle ultime settimane ho ascoltato la voce degli operatori del settore, raccogliendo le loro critiche e comprendendo un vero e proprio disagio. Stiamo valutando con attenzione queste richieste, in maniera compatibile con le difficili condizioni di bilancio in cui si trova a operare il Governo. Dovremmo adottare soluzioni che rendano più facile il cambio di destinazione d'uso degli immobili nel rispetto del paesaggio o che estendano secondo modalità da studiare gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie anche agli edifici ad uso commerciale.
Ci stiamo inoltre confrontando sull'ipotesi di alleggerimento delle imposizioni Pag. 15sugli immobili e sull'eventualità di un intervento non solo sul settore delle abitazioni, così come stiamo valutando il progetto di costituire un Fondo nazionale per lo sviluppo del turismo, promosso dal Fondo strategico nazionale, da Cassa depositi e prestiti, dalle banche e da alcuni investitori istituzionali, fondo su cui vengano dirottati i ricavi addizionali derivanti dalle concessioni dei visti turistici.
Vorrei dedicare un capitolo alla formazione e agli investimenti. Incentivi economici per gli investimenti superiori a una soglia minima, in conformità con le regole dell'Unione europea, con particolare riguardo allo sviluppo dei poli turistici selezionati soprattutto nel Mezzogiorno: saranno aree ad alto potenziale turistico oggi poco sviluppate, dove il turismo rappresenta la principale chance di sviluppo economico e occupazionale. Qualcosa di importante è stato già fatto in alcune regioni del Mezzogiorno, e credo che alcune best practices andranno riprodotte in altre regioni.
Misure per destagionalizzare i flussi turistici: è uno dei punti più importanti di crescita. Questo significa sviluppare un calendario di eventi specifici e la creazione di circuiti secondari, segmentando la domanda e sviluppando prodotti e azioni di promozione mirati.
Riqualificazione dell'istruzione turistica con l'obiettivo di rendere maggiormente attrattive le professionalità nel settore, sviluppo di una strategia digitale per il turismo come unica piattaforma di comunicazione e di promo commercializzazione che possa ricomprendere i portali regionali in un lavoro sinergico da portare avanti, aumentare la presenza sui social network adottando misure volte a incentivare l'innovazione nel settore turismo, incentivazioni delle attività turistiche a basso impatto ambientale quali il cicloturismo e il trekking, capaci di generare come in altri Paesi europei forti flussi economici con limitati investimenti pubblici. In proposito varrebbe la pena di analizzare il caso della Germania.
In questa logica si inseriscono alcune azioni immediate avviate dal Governo. La necessità di intervenire in tempi rapidi ha imposto di avviare una serie di misure di carattere normativo in grado di dar vita a una prima, forte risposta proveniente da tutto il settore. In primo luogo, proveremo a intervenire sulla tassa di soggiorno: la razionalizzazione e riorganizzazione di tale imposta la renderà più omogenea rispetto a quella dei maggiori competitor del settore turistico, in grado di aiutare concretamente gli enti locali, specie quelli a maggior vocazione culturale, a migliorare i servizi pur in situazione di crisi economica.
In tal senso l'imposta verrebbe ad essere scollegata dal concetto di turismo e collegata al soggiorno. A bilanciamento di tale intervento sarà necessario prevedere forme di compensazione, ad esempio in termini di deducibilità delle imposte dal reddito di impresa per tutti gli operatori della ricettività.
In secondo luogo si interverrà sull’iter di rilascio dei visti turistici, approfondendo la collaborazione fra Enit e Ministero degli esteri, semplificando il relativo iter, così da aumentare sicuramente il numero di rilasci annui nel perseguimento dell'obiettivo dell'attrazione del turismo internazionale.
Come terza iniziativa in ambito strutturale si interverrà a ridisegnare i due fondamentali strumenti a disposizione degli operatori del settore, al fine di perseguire l'obiettivo di agevolare nuove iniziative economiche in ambito turistico, i distretti turistici e le reti di impresa. L'evidente differenza facente capo a tali strumenti li rende entrambi utilizzabili, una volta correttamente adeguati alle esigenze del settore, al fine di fornire concorrenti modelli di rilancio del settore e di semplificazione.
Come quarto intervento si interverrà con una serie di misure tese ad aiutare il rilancio del fondamentale comparto ricettivo, vera e propria rampa di lancio del nostro settore. Al riguardo, le linee di azione sono plurime. La prima sarà quella di armonizzare l'attuale sistema di classificazione oggetto di intervento nel 2002 e nel 2008, sia per far fronte alle evidenti Pag. 16esigenze di aggiornamento dato il tempo trascorso dall'ultimo provvedimento, sia al fine di dar vita alla necessaria omogeneizzazione. La seconda sarà quella di ripristinare le misure di semplificazione degli oneri burocratici per l'apertura e l'esercizio delle attività ricettive.
La terza sarà quella di promuovere adeguamenti strutturali e di sicurezza anche in tema antincendio delle strutture ricettive. L'ultima sarà quella di semplificare le procedure per riqualificare, per il mutamento di destinazione d'uso di tali strutture, anche al fine di prevenire l'elevato contenzioso in essere.
Ancora in termini semplificazione, occorrerà intervenire al fine di sburocratizzare gli oneri di apertura di esercizio delle agenzie di viaggio, per rilanciare un settore oggi in grande difficoltà. Ulteriore ambito di intervento sarà la predisposizione di strumenti per il sostegno ai processi di innovazione e di crescita tecnologica, al fine di agevolare l'incontro tra domanda e offerta da parte degli operatori del mercato.
Questo scopo potrà essere raggiunto attraverso strumenti, piattaforme e soluzioni informatiche che, unitamente alla diffusione di applicazioni mobili e informative di servizio, potranno aiutare la crescita del comparto.
In tale ottica, prevediamo che assieme alla stipula di specifici accordi con le regioni per il finanziamento di alcune iniziative mirate su questi temi si possa accompagnare la definizione di percorsi procedimentali per la scelta dei progetti. Un ulteriore campo di intervento avviato riguarda il rifinanziamento e la ridefinizione di quel fondamentale strumento di garanzia del turismo sociale che sono i buoni vacanza.
Nel fondamentale comparto dei trasporti, al fine di sostenere e rilanciare la capacità attrattiva turistica delle nostre realtà territoriali, si interverrà per garantire la piena operatività di misure capaci di agevolare il comparto ai fini turistici, come ad esempio quella di prevedere per ogni tipologia di trasporto una biglietteria online analogamente a quanto avviene in tutti i Paesi nostri competitor. Si interverrà per dare finalmente impulso al fondamentale settore di volano turistico del cicloturismo. A tal riguardo, partendo dalla rilevazione dei dati europei da cui emerge una vera e propria esplosione del settore con afflusso turistico anche in Paesi che da un punto di vista sia del clima che dei percorsi non hanno i valori che l'Italia può vantare, si desume come questa possa essere un'ottima forma di crescita del turismo in Italia. Tutto questo farà parte di un pacchetto di misure che vogliamo presentare in un decreto tutto rivolto al turismo.
Per rilanciare e far crescere l'industria turistica in Italia sono necessari investimenti anche rilevanti da destinare a progetti mirati, necessari per il rilancio di luoghi con potenzialità inespresse. In tal senso si dovrà porre particolare attenzione alle opportunità di investimento offerte dai piani comunitari, come ad esempio quelli previsti nei programmi operativi interregionali europei.
Il Governo si attiverà, quindi, per agevolare l'individuazione e l'impegno dei fondi strutturali disponibili ed evitare così una colpevole e dannosa dispersione di tali risorse. Verranno a questo proposito accelerate tutte le procedure di attivazione dei progetti, anche in considerazione delle scadenze di presentazione di quelli particolarmente stringenti. Voglio ricordare gli oltre 42 milioni di euro che devono essere impegnati entro la fine del 2013 e spesi entro marzo 2015.
Verrà accolta la richiesta avanzata dalle Regioni di convocare un tavolo tecnico, nel quale sarà possibile valutare, volta per volta, lo stato d'avanzamento dei programmi e la possibilità di eventuali proroghe.
Come ho già accennato in precedenza, credo molto nello strumento utile al rilancio del settore turistico delle cosiddette «reti di impresa», ovvero quei contratti che le imprese nel nostro Paese possono concludere fra di loro per condividere servizi, scambiare know how e prestazioni, collaborare a progetti innovativi razionalizzando i costi e implementando l'efficienza Pag. 17organizzativa. Le reti di impresa corrispondono a quella logica del fare sistema che è essenziale per il rilancio del nostro turismo.
La normativa che ha introdotto questi nuovi contratti è del 2009, ma è stata modificata nel 2012 al fine di consentire espressamente la creazione di reti di impresa e di filiera fra le aziende del comparto turistico italiano. Si pensi al riguardo a quanto disposto dall'articolo 66 del decreto-legge n. 83 del 22 giugno 2012, il cosiddetto decreto-legge Crescita, convertito con modificazioni della legge n. 134 del 7 agosto 2012. Questa norma ha stanziato 8 milioni di euro per progetti pilota nel settore turistico, finalizzati alla messa a sistema degli strumenti informativi di amministrazione, di gestione, prenotazione di servizi turistici, all'attivazione di iniziative di formazione e riqualificazione del personale, alla promozione integrata sul territorio nazionale e alla promozione unitaria sui mercati internazionali d'intesa con Enit.
Attualmente sono attive diciannove reti di impresa esistenti nel settore del turismo, e sono sicuramente ancora poche rispetto alle circa novecento attivate nei diversi ambiti a livello nazionale, ma hanno una specificità importante da ricordare e da valorizzare: quella di riuscire a coinvolgere un numero di imprese mediamente più alto (oltre dieci) rispetto allo standard nazionale. Si tratta di un tema su cui è necessario puntare specialmente perché sono numerose le agevolazioni fiscali di cui imprese piccole e medie del settore si gioverebbero, ammettendosi in rete. Mi riferisco in particolare alle cosiddette «reti contratto», che sono le forme più semplificate e meno onerose per costituire reti di imprese. Secondo quanto disposto infatti dall'articolo 42, comma 2-quater del decreto-legge n. 78 del 31 maggio 2010, convertito dalla legge n. 122 del 30 luglio 2010, sono proprio questi soggetti che godono di un regime di sospensione di imposta relativo agli utili di esercizio, laddove accantonati ad apposita riserva e destinati alla realizzazione degli investimenti previsti dal programma comune di rete.
Anche per questi motivi è mia intenzione come Ministro dei beni culturali e del turismo potenziare tale strumento, per consentire di coniugare l'indipendenza e l'autonomia delle imprese e per superare contemporaneamente i limiti delle piccole dimensioni delle imprese italiane, che operano nel comparto turistico. La scelta sarà dunque quella di favorire un modello di rete-contratto, che non configuri un soggetto tributario autonomo. Voglio ricordare che, in base alla circolare ministeriale n. 4 del 15 febbraio 2011, infatti, l'adesione al contratto di rete non comporta l'estinzione, né la modificazione della soggettività tributaria delle imprese né la loro soggettività come tale che aderiscono all'accordo in questione, né l'attribuzione di soggettività tributaria alla risultante del contratto stesso. Il vantaggio è quello che, in seguito alla circolare ministeriale n. 20 del 18 giugno 2013 del Governo Letta, l'agevolazione non spetta alle imprese di rete soggetto, in quanto la Commissione europea ha autorizzato l'agevolazione nel presupposto che la rete d'impresa non debba essere considerata un'entità distinta e non debba avere personalità giuridica autonoma. Questa agevolazione è condizionata quindi alla realizzazione di investimenti previsti proprio dal programma di sistema da parte di imprese che sottoscrivano o aderiscano a un contratto di rete. Per rendere efficace questo modello occorrerà infine definire quelle che dovranno essere le agevolazioni fiscali per il prossimo triennio.
Come vedete, l'obiettivo è quello di muoversi nell'ambito di una più ampia e fondamentale direttrice, ponendo al centro la tutela del consumatore e in specie del turista. Riteniamo che nell'attuale contesto socio-economico del turismo globale, infatti, la figura del turista consumatore vada ricollocata al centro della scelta delle strategie, delle sue domande e della nostra capacità di dare risposte.
A tale riguardo, se in termini astratti il nostro ordinamento contiene già alcune Pag. 18figure rilevanti, avendo l'Italia anticipato sicuramente alcune scelte europee in termini di tutela ordinaria del turista come sul tema dei pacchetti turistici, occorre in primo luogo vigilare adeguatamente affinché i vari strumenti trovino effettiva applicazione a partire dai mezzi di cosiddetta «assistenza al turista».
In quest'ultima direzione occorrerà ad esempio rimettere in moto la macchina amministrativa, rallentatasi purtroppo a causa del complesso passaggio di competenze al MIBACT. In secondo luogo, occorrerà migliorare e adeguare le misure di tutela ordinaria a fronte delle nuove sfide che l'evoluzione del mercato turistico solleva, e allo stesso tempo approfondire nuovi strumenti di tutela a sostegno del turista non solo nella fase successiva, quella della cosiddetta «riparazione del danno», ma prima di tutto nella fase preventiva, come avviene in molti Paesi europei.
L'attrazione di nuovi visitatori dovrà contare anche su un significativo intervento di semplificazione amministrativa. A questo scopo è mia intenzione attivare forme di burocrazia zero, come ho detto, proprio per le nuove realtà economiche del settore, eventualmente provando a estendere i benefici previsti per le reti di impresa.
Il Ministero si attiverà per riattivare, da un lato, ciò che è rimasto bloccato in questi mesi, come i contributi ordinari, le graduatorie, i progetti speciali, dall'altro, per sbloccare e rilanciare strumenti che riteniamo importanti quali il Fondo nazionale di garanzia, caratterizzati da una valenza sociale importante proprio per il sostegno alle famiglie e a un turismo destagionalizzato. Saranno incentivati inoltre i progetti di eccellenza, che presero spunto dalla Finanziaria del 2006 e sono in fase di realizzazione.
Al fine di agevolare la circolazione delle persone, agiremo inoltre a contrasto di alcune barriere di entrata di carattere amministrativo fortemente disincentivanti. Per facilitare il flusso degli arrivi dai Paesi emergenti il Governo appronterà un piano di snellimento e semplificazione delle pratiche di rilascio dei visti. Contestualmente si procederà all'avvio di un piano per il rilascio di visti pluriennali per alcune tipologie di segmenti, nell'ambito delle norme di Schengen ovviamente, ma questo servirà a fidelizzare il turista. Anche questa sarà una priorità assoluta in funzione di tutto quello che ci sarà da fare in vista di Expo 2015.
Il valore della proposta turistica è strettamente collegato alla grande bellezza dei luoghi e delle strutture, alla qualità dei servizi, primo fra tutti l'accoglienza che il Paese è capace di offrire. Il Governo investirà con grande attenzione sul versante della formazione, della riqualificazione professionale. Siamo convinti che questo dovrà avvenire in coincidenza con l'avvio operativo del network di iniziative di alta formazione sul turismo, fondazione di studi universitari, di perfezionamento sul turismo, e l'inserimento di programmi di formazione permanente per chi già opera nel settore, e nello stesso tempo con il conferimento di nuovo sostegno ai programmi di eccellenza nella formazione turistica nazionale (penso qui alle scuole professionali). La forte scelta di investire nel campo del turismo dovrà generare posti di lavoro qualificati nelle differenti filiere dell'offerta. Ci impegneremo per il prossimo futuro a realizzare un modello di formazione di addetti lavori, che crei specializzazione a tutti i livelli come in tutti i Paesi europei. In tal senso le stesse guide turistiche, che rappresentano il primo momento di divulgazione e il primo biglietto da visita del nostro Paese, dovranno essere stimolate e incentivate al fine di non appiattirsi ai pacchetti standard richiesti dai tour operator e di proporre itinerari meno sclerotizzati, costruiti secondo metri adatti a ciascun gruppo di turisti.
La professione in futuro dovrà essere basata sulla capacità di suggestionare ed emozionare positivamente rispondendo alle richieste del turista, al punto di accendere una sorta di terzo occhio e aprire orizzonti che contestualizzino e ricolleghino le diverse discipline secondo assi trasversali.Pag. 19
È infine necessaria un'evoluzione dell'attività di rilevazione ed elaborazione dei dati economici, e sociologici riguardanti il turismo. Anche qui molto c’è da fare e dovremmo attivare da subito banche dati capaci di fare sistema delle differenti esperienze oggi esistenti. L'ambito socio-economico in cui si svolge il turismo è strutturalmente complesso ed è destinato a cambiamenti rapidissimi, talvolta imprevedibili. Allo stesso tempo, l'offerta dei servizi ha subìto cambiamenti molto interessanti che devono essere analizzati e valutati proprio grazie ai dati. Gli attuali strumenti istituzionali, il supporto tecnico-amministrativo devono essere potenziati mediante l'applicazione di tutti i mezzi informatici e statistici adeguati per le Regioni, lo Stato, le imprese, ma serve anche una forte capacità di studio, di analisi di questi dati, che diventa assolutamente indispensabile per affrontare la sfida della domanda turistica proveniente da quei Paesi emergenti della cui domanda conosciamo poco. Parallelamente andrà svolta un'analoga azione di rafforzamento nei confronti dell'Osservatorio nazionale del turismo, affrontando il problema dell'estrema eterogeneità dei dati e delle fonti statistiche. È necessario migliorare la qualità, la tempestività dell'informazione, facendo in modo che i dati siano coerentemente integrati e messi a disposizione di tutti. L'Osservatorio nazionale del turismo opportunamente ristrutturato potrà rispondere efficacemente a queste sfide.
Avviandomi alla conclusione, vorrei ricondurre la vostra attenzione su un aspetto determinante dell'azione politica che andremo a disegnare in questo complesso mosaico che ho provato a descrivere, ovvero la necessità di accompagnare il turismo al centro delle politiche del Governo.
Non sarà un percorso facile: il turismo, anzi i turismi con tutte le componenti trasversali devono essere ricondotti al centro di una strategia complessiva, nella convinzione che il turismo insieme alla cultura potrà costituire un patrimonio naturale per il nostro Paese sino a oggi non compiutamente valorizzato. Entrambi rappresentano le facce di una medesima medaglia di uno stesso modello di crescita sostenibile, cui saremo tutti chiamati a fornire un contributo per il progresso del nostro Paese.
Lo sforzo deve essere quello di tenere unite le istituzioni nazionali, locali, le associazioni, le forze politiche sociali, gli operatori del settore, nell'intento di promuovere e sostenere un impegnativo salto qualitativo necessario, salto che ci viene fortemente richiesto da chi lavora in questo settore e a cui noi dobbiamo una risposta.
La visione dovrà essere sistemica, unitaria, assicurando un turismo consapevole e caricando di ulteriore significato proprio quella valorizzazione dei beni culturali che è parte integrante dei compiti del nostro Stato sanciti dall'articolo 9 della Costituzione. Grazie.
PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Bray per la sua relazione introduttiva davvero molto dettagliata e precisa. Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.
IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, ministro, per questa relazione piena di spunti interessanti, alcuni nuovi, però, nonostante l'ora e un quarto di esposizione, mi permetta di dire che mi sembra di vedere un film già visto altre volte. Dico questo senza voler fare sconti a nessuno dei ministri che l'hanno preceduta, perché si sono presentati con ottime intenzioni, si è parlato delle cose da fare, però al momento dei consuntivi sembrava sempre di tornare al punto di partenza.
Faccio un breve excursus perché non sono convinto dell'effettiva volontà di questo Governo di occuparsi di turismo. Ho salutato con piacere sei mesi fa l'unificazione del turismo al Ministero dei beni culturali, perché, essendo stato per qualche tempo ai beni culturali, la ritenevo una buona occasione, però poi da cittadino mi sono chiesto perché questo Governo che in questo Paese così particolare ha un Ministro delle riforme costituzionali, Pag. 20un Ministro delle pari opportunità, un Ministro della coesione territoriale, un Ministro dell'integrazione, non abbia anche un Ministro del turismo.
Come segnale sia per l'estero che per i nostri cittadini non mi sembra il massimo, se lei ancora oggi ha ribadito che il turismo è una delle poche risorse e opportunità che noi abbiamo per rilanciare il nostro Paese, se non dal punto di vista industriale, almeno dal punto di vista economico.
Questo avveniva sei mesi fa. Una settimana fa, qui alla Camera abbiamo convertito un suo decreto-legge per il rilancio dei beni culturali e del turismo. Le chiedo però per il rilancio del turismo in quel decreto cosa ci fosse. Abbiamo parlato di Pompei e di tanti altri interventi, tuttavia parlare di rilancio del turismo mi è sembrato assolutamente non corrispondente al contenuto di quel provvedimento.
Oggi dichiara di avere intenzione di fare un decreto per il turismo, e aspettiamo con interesse questo intervento perché, se il provvedimento «valore cultura» è l'inizio e questo rappresenta la fine di un percorso, tutto ciò conferma le mie personali e giuste preoccupazioni, però in mezzo ci sono alcune considerazioni che le elenco velocemente.
Vorrei capire innanzitutto quali risorse finanziarie siano state assegnate a questo settore, perché c’è l'Expo però, come lei ha evidenziato, oggi abbiamo un problema di infrastrutture, di promozione, di incentivi. Capisco che la coperta è corta, però vorrei almeno capire quali possano essere queste risorse.
Oltre alle risorse ci sono poi anche gli strumenti per operare, che lei ha indicato. L'Enit dovrebbe essere il nostro cavallo di battaglia, quello che ci promuove nel mondo, ma notizie che magari lei potrà smentire ci dicono che circa il 95 per cento del bilancio dell'Enit viene investito nel pagamento di stipendi e strutture e solo il 5 per cento nella promozione del nostro Paese. Se così fosse, mi sembra che l'Enit sarebbe tutto da riformare.
Ad oggi l'ICE purtroppo non risulta «pervenuto», perché mi sembra che questa riforma non vada molto avanti. Delle ambasciate non ho una particolare conoscenza, però in merito al discorso dei visti bisogna capire se queste collaborino con il turismo. Lei giustamente rilevava come l'Enit e l'ICE creino un rapporto di sistema, ma ritengo che debbano essere soprattutto stanziate risorse perché non capisco cosa si possa fare riunendo più enti senza che nessuno abbia soldi.
Come notazione finale vorrei sottolineare che Promuovi Italia Spa, società che si occupava di gestione e allocazione di risorse legate al turismo, ultimamente ha qualche problema, se non è addirittura in fase di liquidazione, almeno stando alle agenzie e ai giornali (licenziamenti, cassa integrazione), per cui anche gli strumenti per operare mi sembrano in difficoltà.
Uno dei nostri problemi è il rapporto con le regioni, con le quali bisogna sicuramente affrontare il discorso. Ritengo che molte cose si possano affrontare ma su una dobbiamo essere assolutamente inderogabili: la promozione. Se non riportiamo la promozione a livello centralizzato, questo Paese non andrà da nessuna parte, e far scontrare Francia e Spagna con Calabria, Lombardia o Basilicata vuol dire perdere sicuramente.
Lei ha affrontato il famoso problema del Portale.it, che mi sembra però un punto interrogativo, perché lei ha accennato a un cronoprogramma, però non sappiamo quante risorse siano disponibili né chi gestirà questo portale dal punto di vista operativo, perché l'ultima invenzione di un ministro (faceva parte anche del mio partito) è stata quella di affidarlo all'ACI. Anche su questo vorremmo sapere di più, perché giustamente lei ha detto che oggi l’online è uno dei principali attrattori di turismo.
Per evidenziare la presenza, al di là delle risorse, condividevamo l'unione di beni culturali e turismo purché procedessero insieme, però (le faccio un'osservazione sull'altra parte del suo Ministero) oggi abbiamo un Paese dove i nostri beni sono tutelati e non sono valorizzati. Se continuiamo soltanto a tutelare i nostri beni non valorizzandoli, i sovrintendenti Pag. 21continueranno a dire che non si può fare nulla per i nostri beni culturali, per cui, se i sovrintendenti non si rendono conto di dover scendere dal piedistallo su cui sono, tornare tra noi e rendere i beni fruibili, bisognerà far capire loro che tra poco i soldi per tutelare i beni culturali non ci saranno più.
Senza parlare del Colosseo o di quanto si potrebbe fare a Pompei, in generale si dovrebbe valorizzare nel rispetto della tutela, ma, se tuteliamo e basta, i soldi non basteranno, e l'offerta dei beni culturali è una delle principali offerte turistiche, perché anche altri possono avere il mare e il sole ma il turista vorrebbe vedere e poter usufruire realmente ai nostri beni culturali che nessun altro possiede.
Expo 2015 comincia non fra dieci anni, ma tra un anno e mezzo, quindi dovremmo capire da cosa sia composta l'offerta turistica su Expo 2015, perché il Brasile sta vendendo da un anno i biglietti per le Olimpiadi.
A proposito del suo Ministero abbiamo un problema che personalmente seguo, ma che dovrebbe riguardare tutti: il problema dei nostri stabilimenti balneari. Ben 30 mila aziende italiane, che sono il fiore all'occhiello per tanti aspetti, in Europa non sono state difese (e anche di questo le colpe sono di tutti), ma oggi c’è un tavolo del Ministero dell'economia e delle finanze che sta portando avanti delle buone proposte.
Credo che il Ministero dei beni culturali e del turismo dovrebbe riprendere in mano questa situazione, perché i balneari rappresentano un problema economico ma, se non lo affrontiamo e non valorizziamo il settore, in Europa da un punto di vista turistico, non andremo da nessuna parte.
Ho ascoltato la sua relazione, signor ministro, piena di tanti spunti interessanti, e tra l'altro mi piacerebbe da un punto di vista programmatico (lei non ne ha parlato) conoscere le sorti di quella Conferenza nazionale del turismo biennale che si faceva una volta e che era un punto di incontro di tutti gli operatori del turismo, delle regioni, delle province, uno snodo che ogni due anni dava il punto della situazione. Tra l'altro, le chiederei cortesemente di farci sapere che fine abbia fatto lo studio che il Ministro Gnudi aveva redatto e portato qui in Commissione, perché sicuramente era costato soldi ai cittadini e diceva qualcosa.
Prendo in prestito una domanda che un amico del Movimento 5 Stelle rivolse al Ministro Carrozza quando fece una relazione piena di spunti, per chiederle di indicarci due cose, signor ministro, su cui lei si impegna e delle quali, rivedendoci fra tre mesi, a gennaio 2014, potremmo fare una valutazione. Lei ha il suo cronoprogramma, per cui lo dia anche a noi: ci indichi due azioni su cui lei si vuole veramente impegnare, così da evitare che, come spesso è successo (non ne faccio certo una colpa a lei), nonostante i ministri dichiarino con splendide relazioni che il turismo è fondamentale per il nostro Paese, dopo ci ritroviamo sempre al punto di partenza.
PRESIDENTE. Dal punto di vista dell'organizzazione dei nostri lavori, abbiamo circa mezzora per continuare le domande e contenendo il tempo riusciremo a far parlare tutti coloro che si sono iscritti. Il ministro ritornerà poi per le risposte, prendendo nota con diligenza delle domande che gli poniamo.
ARIS PRODANI. A questo punto velocizziamo il nostro intervento, perché abbiamo tanti iscritti a parlare. L'onorevole Abrignani mi ha portato via il 95 per cento delle domande e delle osservazioni che avrei voluto porre, ma questo fa comunque intendere che abbiamo una visione comune, quindi abbiamo individuato le criticità del settore turistico. Credo che questa univocità di visione possa essere motivo di spunto anche per lei.
Lamento il fatto che ci siamo espressi come Commissione nel parere sul cosiddetto decreto cultura e abbiamo dovuto aspettare sette mesi per avere un'audizione. Ci sono state tante motivazioni, però siamo arrivati a metà ottobre per averla qui.Pag. 22
L'elenco programmatico che ci ha illustrato contiene tutte le cose che si sarebbero dovute fare negli ultimi quindici anni, però probabilmente occorreranno altri quindici anni per poterle realizzare, perché è vero che il settore spazia ed è trasversale al Paese e anche agli stessi Ministeri per le competenze, però (mi ricollego alle considerazioni dell'onorevole Abrignani), oltre alle cinque azioni che avete individuato e che entreranno in questo decreto, non possiamo pensare di avere un sito internet con tutte le applicazioni che ha elencato fra due anni.
L'emergenza è ieri, siamo indietro con il portale nonostante quello che è costato ! Se non sbaglio, la gestione era di ACI informatica o lo è tuttora, ma siamo indietro e quindi li bisogna recuperare e concentrare le forze, magari anche a discapito delle azioni già individuate (8 milioni alle reti di impresa e 5 milioni destinati ai bonus vacanze). Dobbiamo concentrare le forze nel settore informatico sul portale, perché quello è diventato l'aspetto principale.
Abbiamo parlato delle concessioni demaniali marittime, ma l'altro aspetto parallelo è quello delle guide turistiche. L'Associazione nazionale guide turistiche ha incontrato anche recentemente un suo delegato rappresentando un problema similare, che dipende indirettamente da noi. Ci vediamo costretti a gestire una situazione che è stata stabilita dalla comunità, ma è necessario impiegare tutte le forze disponibili affinché venga risolta. Alle domande poste dall'onorevole Abrignani aggiungo quindi anche questa sulle guide turistiche. Grazie.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE IGNAZIO ABRIGNANI
EMMA PETITTI. Ringraziamo il Ministro Bray per questa importante audizione e per la presentazione di un programma di linee guida molto rilevante che, come sottolineato dal Ministro, nasce nel solco di una condivisione. Credo che questo passaggio sia importante rispetto a un risultato di sistema che deve portare a un cambio di rotta nei prossimi anni per quanto riguarda le politiche del turismo nel nostro Paese.
Vorrei condividere con la Commissione alcune considerazioni, che credo siano alla base di scelte cruciali che dovranno essere fatte e della necessità di avviare in tempi molto rapidi azioni concrete. Innanzitutto la collocazione del comparto del turismo all'interno del Ministero dei beni e delle attività culturali è una grande novità per questo Paese, che credo rappresenti una scelta strategica fondamentale di cui sono e siamo estremamente contenti.
È evidente che questa novità deve aprire a nuove prospettive del settore, che lei ha enunciato in maniera estremamente esaustiva, perché il comparto del turismo italiano non sia residuale rispetto a quello del resto del mondo. Il Ministero dei beni e delle attività culturali deve quindi servire (mi permetta la forzatura di questo termine) per rilanciare la politica del turismo nel nostro Paese.
Lei citava alcuni dati e vorrei rapidamente ricordarne uno che rappresenta quanto sottolineato dalla Banca d'Italia, ovvero come il turismo culturale contribuisca in misura rilevante ai flussi di viaggiatori stranieri nel nostro Paese: un quarto sulla domanda estera e quasi la metà sui viaggi per sole vacanze, quindi parliamo di numeri importanti.
Questo confronto internazionale ci spinge però a dover migliorare come Paese nella valorizzazione e nella fruizione del patrimonio artistico e culturale, e nel rafforzamento delle attività gestionali. Credo che aver messo tra i provvedimenti principali di questo Governo il cosiddetto decreto-legge «valore cultura» testimoni la volontà di questo Governo di dare seguito a queste linee, però purtroppo non possiamo non ricordare (lo fanno le imprese e le associazioni) che il mercato del turismo italiano ha presentato un segnale molto negativo in questi ultimi anni, che parla di recessione del nostro Paese. È quindi necessario sostenere le imprese turistiche e lei diceva che dovremmo essere Pag. 23vicini a queste imprese in un momento di grande solitudine, investendo maggiori risorse.
MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Dopo dodici anni, per la prima volta ad agosto abbiamo un cambio di tendenza: nessun merito mio, ma è la prima volta che cambia il trend.
EMMA PETITTI. Serve quindi una strategia nazionale da fare necessariamente d'intesa con le regioni, delle quali abbiamo bisogno di rafforzare gli strumenti. Desidero ricordare rapidamente alcune novità che erano arrivate nel 2010 dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, che avevano presentato un documento che credo possa essere anche alla base del lavoro di concertazione, perché cercava di evitare gli errori introdotti dall'approvazione del Codice del turismo, che aveva anche portato a una bocciatura da parte della Corte costituzionale. In ogni caso serve un coordinamento fortissimo con le regioni e credo (questa è la volontà che si sta manifestando) anche con tutti gli altri Ministeri. Il ragionamento è infatti legato al Ministero dei beni e delle attività culturali ma non solo, perché abbiamo bisogno di valorizzare quel Piano strategico nazionale per il turismo che, come lei ricordava nelle cinque linee guida, era già stato presentato e aveva avuto un significato importante. Vorrei citare alcuni aspetti di quel piano che credo possano essere sostenuti nel lavoro che verrà realizzato nei prossimi mesi e che riguardano alcune questioni cruciali. Abbiamo bisogno di rifare completamente il Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo. Questa è un'anomalia tutta italiana e abbiamo la necessità di intervenire in tempi rapidi.
Venendo da una terra come l'Emilia-Romagna che da questo punto di vista ha sofferto purtroppo molto, vorrei evidenziare l'esigenza di riformare la tassa di soggiorno, perché abbiamo visto quali anomalie si sono venute a creare causando scompensi nei territori tra vari comuni. Abbiamo bisogno di mettere mano in tempi rapidi a questa riforma e anche di rivedere alcune questioni legate al rifinanziamento del sistema dei buoni vacanza, i bonus per le ristrutturazioni e le riqualificazioni delle strutture ricettive, che per noi diventano scelte veramente strategiche per rilanciare quel settore e quell'economia.
È necessaria anche una revisione della disciplina delle guide turistiche, tema che in queste settimane è imploso per la necessità di una messa a punto di tutto il ragionamento sulle concessioni demaniali. Da questo punto di vista, anche in concertazione con gli enti locali, con le regioni, in funzione della direttiva Bolkestein e di un ragionamento europeo, abbiamo bisogno di manifestare la presenza di questo Governo, di essere capaci di verificare con la Commissione europea quanto possiamo incidere per la praticabilità di alcune soluzioni fondamentali che cercano di tutelare le nostre imprese.
Credo che l'approccio giusto sia quello che lei ha manifestato anche attraverso la presentazione delle sue linee programmatiche di rilancio della crescita del Paese attraverso la capacità di mettere al centro una politica del turismo, che non c’è mai stata. In tutti questi anni non abbiamo mai avuto una politica nazionale del turismo, quindi credo che questa sia veramente una svolta culturale di cui dobbiamo farci carico.
So che lei sta lavorando all'istituzione di un tavolo interministeriale che sia al centro di questo Piano strategico nazionale del turismo, che diventa la prima questione da affrontare. Ci sono poi altre questioni legate anche al ragionamento della promozione turistica, che è centrale per il rilancio del turismo nel nostro Paese e deve guardare all'Enit come a una realtà che va sostenuta ma anche rivista e riformata. Cito soltanto un dato: dal 2007 al 2013 i tagli a questa struttura sono stati notevoli, in quanto si è passati da 48 a 18 milioni di euro.
Abbiamo quindi la necessità di investire risorse, ma anche di fare una riforma radicale dell'Enit per realizzare una struttura Pag. 24specializzata, che possa competere in Europa e nel mondo. Anche attraverso il sostegno e il lavoro della nostra Commissione e dei nostri gruppi parlamentari potremmo portare un contributo anche sui territori, perché le politiche del turismo vivono di una concertazione molto stretta tra enti locali e regioni, contributo che potrà essere significativo per cambiare in maniera positiva le politiche del turismo nel nostro Paese. Grazie.
RAFFAELLO VIGNALI. Sarò telegrafico, ponendo solo alcune domande con una breve premessa. Credo che il Ministro oggi ci abbia delineato un quadro molto ampio che inquadra il turismo da tutti i punti di vista, e di questo personalmente mi compiaccio anche perché non possiamo continuare a fare solo interventi di microchirurgia, ma c’è un problema di assetto complessivo.
Alcune cose sono già state dette ma vorrei sottolinearle ulteriormente. Sono convinto che serva una strategia sul turismo, ma anch'io chiedo in quali termini sia riutilizzato il lavoro fatto dal suo predecessore, anche perché come Commissione l'avevamo apprezzato sia come contenuto che come metodo, perché era venuto a presentarcelo prima di portarlo in Consiglio dei Ministri, chiedendo suggerimenti che poi sono stati effettivamente recepiti in un clima di grande collaborazione. La seconda questione è quella delle risorse, perché sono tante cose ma mi chiedo con quali risorse finanziarie conti di farle. Abbiamo bisogno di maggiori indicazioni anche sui tempi e sulle risorse perché sia un programma strategico.
Questione Enit: non sono un appassionato delle riforme degli enti – lo dico molto francamente – perché sono convinto che il funzionamento degli enti dipenda non dalle norme, ma dalle persone. Se continuiamo a riformare gli enti sempre con gli stessi uomini, non succede mai niente.
Credo che invece si possa osservare nell'Enit nell'ultimo anno e mezzo un grande cambiamento di passo, l'acquisizione di personalità alla guida con esperienza anche legata ai territori che stanno realizzando (ho richiesto alcuni dati sul tema dei visti) un lavoro fondamentale, perché possiamo avere l'offerta turistica migliore del mondo, ma se non arrivano i turisti è inutile che la facciamo.
Credo che siano piccole cose che però servono a fare andare il meccanismo, perché basta un piccolo granello di polvere per far fermare una grande macchina. Ritengo che il problema dell'Enit oggi sia innanzitutto un problema di risorse, a fronte di un programma che abbia però anche una valutazione dei risultati, altra cosa che in Italia non facciamo mai, perché facciamo molta valutazione ex ante, a volte anche discutibile, ma in itinere ed ex post mai, per cui alla fine succede quanto è successo all'ICE di cui è stata proposta la chiusura sostenendo che non funzioni. Personalmente non credo che l'ICE non abbia mai fatto niente, però, se nessuno gli ha mai dato obiettivi chiari e non ha mai misurato i risultati, dopo succede questo.
L'ultima questione è un consiglio e un appello sulla semplificazione: cominci dagli enti che dipendono dall'altro ramo del Ministero, cioè le Soprintendenze. Personalmente ho un'idiosincrasia verso gli enti monocratici con poteri di veto e di blocco, perché credo che non debbano esistere, e questo lo dico anche come membro della Commissione Attività produttive e commercio oltre che turismo. Lì abbiamo tanti sistemi di blocco: ci sono Soprintendenze anche di rilievo in cui le imprese, quando finalmente riescono ad avere un appuntamento, devono andare con la loro copia perché non sanno neanche dove sia il protocollo. Su questo le chiedo un impegno in modo accorato, perché tutti siamo per la tutela dei beni culturali e ambientali, però abbiamo bisogno che le risposte vengano date nei tempi previste dalla legge, che ci siano poca discrezionalità, molto affidamento alle norme, tempi rapidi, perché su questo ci giochiamo veramente la crescita del Paese.
ANGELO SENALDI. Cercherò di essere brevissimo, rivolgendo innanzitutto un ringraziamento Pag. 25al Ministro perché credo che il lavoro corposo che ci ha proposto oggi sia indice di un'attenzione al tema in questi mesi in cui non ci siamo magari incontrati, ma questo è emblematico di una partecipazione del Ministero sugli aspetti non solo culturali, ma anche del turismo.
Vado per punti molto brevemente. Il primo punto che mi preme sottolineare è come il Ministro abbia parlato di turismi, perché ci sono modalità e metodi di espressione del turismo assolutamente diversi che quindi difficilmente riescono a essere riuniti in una normativa o in una regola unica, ma devono avere una molteplicità di attenzioni che mi sembra emergano dalla relazione del ministro.
Il secondo punto è il discorso di un tavolo interministeriale, perché credo che ci siano necessità di coordinamento anche all'interno del Consiglio dei Ministri. Cito solo due semplici esempi. C’è un problema di adeguamento normativo delle strutture ricettive e alberghiere, e su questo probabilmente c’è necessità di uno sforzo di tipo economico per sostenere l'ammodernamento delle strutture perché tante aziende non riescono a sostenere i costi che la normativa impone per certi adeguamenti.
Il secondo punto è relativo ai trasporti, perché immaginiamo di intercettare il turismo proveniente dai Paesi emergenti senza avere collegamenti diretti, quindi è molto più facile che finiscano a Parigi o in Germania piuttosto che in Italia. Uno dei punti centrali per lo sviluppo del nostro turismo è quindi avere delle linee di connessione molto agili e veloci.
Sottolineo due altri aspetti, il primo dei quali è il tema relativo ad Expo 2015. Provenendo dalla Lombardia mi fa piacere che questo sia un punto centrale dell'attività del Ministero, ma chiaramente la tempistica rende prioritario all'interno del lavoro che la struttura deve fare tutte le attività che vanno nella direzione di ottenere la maggior capacità di attrazione per quell'evento e quindi anche la necessità di definire in tempi veloci i percorsi e i circuiti culturali, gli enti e le fondazioni che possono essere coinvolti.
L'ultimo punto è se il ministro possa esprimere le sue considerazioni rispetto al rapporto esistente e quindi a volte anche alla concorrenza tra normativa nazionale e normativa regionale ed Enti locali, quindi che impatto la riforma del Titolo V abbia avuto sul suo Ministero e quali indicazioni il Ministero possa darci rispetto a una eventuale modifica del Titolo V.
DARIO NARDELLA. Anch'io mi associo ai colleghi nel ringraziarla, signor Ministro, per la riflessione molto ricca, ampia, con uno sguardo strategico. Mi permetta anche di ringraziare il Sottosegretario Giordani accanto a lei, con la delega specifica.
A differenza del collega Abrignani, mi sentirei di farle uno sconto, nel senso che, come osservava l'onorevole Petitti, per la prima volta dopo i referendum abrogativi del 1993, in cui il Ministero del turismo è stato di fatto cancellato per volontà del corpo elettorale, riportiamo questa materia in un Ministero con portafoglio.
È un dato storico, perché negli ultimi venti anni questa materia non ha avuto una casa. Questo è frutto di una scelta politica del Governo attuale, quindi bisogna dare atto al suo Governo di aver dato un segnale chiaro di visione strategica del comparto del turismo che occupa circa il 10 per cento del nostro prodotto interno lordo.
Proprio per questo, però, mi sento di sollecitarla il più possibile ad accelerare e chiudere il processo di accorpamento delle funzioni e delle deleghe, che lei stesso aveva indicato come problematico. Se consideriamo che il Governo opera ormai da cinque mesi, è necessario che all'azione e alla volontà politica faccia seguito anche una coerente azione amministrativa. È chiaro che qui c’è il problema, che ci porterebbe fuori tema, di quanto la struttura amministrativa tecnica segua gli indirizzi politici, con quale celerità e con quale coerenza, ma non c’è dubbio che la sua caparbietà mostrata in altre occasioni sarà efficace, e mi sento davvero di sollecitarla in questa azione.Pag. 26
Apprezzo molto il taglio che ha dato alla relazione, che non trovo affatto banale o ripetitivo rispetto ai suoi predecessori, che – mi consenta di dirlo – non hanno lasciato un grande segno nel nostro Paese per varie ragioni. In particolare, l'accezione di trasversalità e di centralità: bisognerebbe dire che il turismo è materia non solo sua, ma di tutti i suoi colleghi, e mi piacerebbe vedere in questo un'azione coerente e consapevole.
Il turismo ci porta anche a fare considerazioni nell'ambito dell'agricoltura (lei ha parlato di civiltà della tavola), numerosi sono i collegamenti tra turismo e sport (non so se andrà avanti la candidatura per le Olimpiadi del 2024, ma non c’è dubbio che bisognerà valutare l'impatto in termini di promozione turistica che queste possono avere), coinvolge la professionalizzazione, dunque l'ambito scolastico e della ricerca, è inutile citare i collegamenti con le attività produttive e con il settore delle infrastrutture e dei trasporti.
Proporrei al Ministro a titolo personale la valutazione, che già è stata fatta in premessa, dell'opportunità di un atto governativo analogo a quello emanato nel campo della cultura, un decreto o un disegno di legge di iniziativa governativa ma insomma qualcosa che possa dare concretezza a questo approccio trasversale.
Oltre alla trasversalità orizzontale, mi sento di condividere anche lo sforzo sulla trasversalità verticale, su cui abbiamo davvero dei ritardi mostruosi (in questo sono d'accordo con i colleghi). Uno studio di Confagricoltura sulle spese delle regioni ci dice che negli ultimi tre anni le regioni italiane hanno speso 939 milioni 600 mila euro annui in attività turistica. Se avessimo utilizzato in modo più strategico e centralizzato queste risorse nel senso non di statalismo contro regionalismo, ma di sinergia, probabilmente avremmo degli effetti ben diversi da quelli frammentati. L'onorevole Abrignani chiedeva giustamente come possiamo portare la Calabria alle fiere in Cina, dove probabilmente non sanno neanche esattamente dove si trova l'Italia.
Bene, quindi, l'impegno sulla verticalità istituzionale, però a proposito del coordinamento una riflessione va fatta per esempio riguardo alla questione delle infrastrutture e delle strategie nell'attivazione delle tratte aeree. Si parla di Alitalia in questo periodo, ma ho visto che spesso si saluta come un grande successo l'attivazione di nuove tratte low cost, come ultimamente all'aeroporto di Bologna le tratte Bologna-Malaga, Bologna-Lanzarote, Bologna-Tenerife, Bologna-Ibiza. Vi lascio immaginare da dove cominci e dove sia diretto il flusso turistico di queste tratte, per cui vorrei capire quale sia la strategia italiana nell'attivazione di tratte aeree riguardo alla promozione turistica del nostro Paese.
Mi consenta infine alcune considerazioni da ex amministratore con delega sull'imposta di soggiorno. Il problema dell'imposta di soggiorno non è l'imposta in sé, perché negli Stati Uniti è perfino più alta e si paga in tutti i grandi Paesi del turismo, come la Francia e la Spagna. Il punto a mio avviso è che vi deve essere una esatta corrispondenza degli introiti che percepiscono gli enti locali con l'imposta di soggiorno con le spese che questi effettuano a favore del turismo dal punto di vista del decoro delle città, dei servizi e della promozione culturale.
Bisogna dire che la legge non vincola gli enti locali a questa rispondenza, per cui le amministrazioni locali percepiscono questi introiti, li inseriscono nel calderone del bilancio e poi con una operazione di entrate e uscite fanno vedere che c’è una corrispondenza, ma è un calcolo fittizio di bilancio. Vi deve essere invece una effettiva dimostrazione che quello scopo (non a caso si chiamava «tassa di scopo») viene perseguito. Non so se qui il Governo possa intervenire da un punto di vista normativo.
Due ultime considerazioni che si traducono anche in proposte. Lei, signor Ministro, faceva riferimento all'Expo 2015, però credo che lei abbia una grande opportunità perché ha in sé la leva della promozione culturale con tutto il dicastero delle attività culturali. Quando porteremo Pag. 27l'Italia alla Fiera internazionale di Mosca a marzo, alla Fiera internazionale del turismo di Vienna a gennaio, saremo in grado di far vedere quale sarà il cartellone operistico del Teatro della Scala del 2015, saremo in grado di far vedere quali saranno le grandi mostre che il Museo degli Uffizi farà nel 2015 e nel 2016 ?
Come lei sa, infatti, i grandi operatori del turismo non lavorano da un anno all'altro, ma lavorano con un orizzonte biennale e triennale, per cui sarebbe opportuno avere un «cartellone Italia» con lo spunto dell'Expo 2015 possa permetterci di vendere il sistema Italia, la sua programmazione culturale accanto al patrimonio, poiché la competizione globale ci porta sempre di più a essere competitivi non solo su quanto il passato ci lascia, ma su quanto riusciamo ad aggiungere e ad arricchire in termini di promozione.
Un'ultima questione: il suo predecessore, il Ministro Ornaghi, aveva emanato una circolare molto contestata sul commercio nelle città d'arte. Io provengo da Firenze, città che lei ha onorato con la sua visita, e i nostri mercatini dell'artigianato sono i biglietti da visita delle nostre città, come vediamo quando da turisti ci rechiamo in Francia o in Spagna.
Mi dispiace molto vedere i nostri mercatini turistici nel centro di Roma, di Venezia o di Firenze mostrare tutto tranne la nostra italianità, il nostro made in Italy, il nostro artigianato. Il commercio nelle città d'arte può essere disciplinato molto meglio.
LUCIANO CIMMINO. Desidero ringraziarla, signor Ministro, per la sua ampia esposizione che appare più operazione di marketing che di politica, perché man mano che lei procedeva nella lettura trovavo diverse risposte alle domande che mi si affollavano nella mente.
Le auguro di riuscire ad attuare almeno la metà delle iniziative e delle misure che ci ha illustrato, ciò sarebbe un successo tale da far rimanere il suo nome nella storia della Repubblica, e noi faremo tutto il possibile per collaborare. Il turismo è infatti una componente fondamentale soprattutto se è unito alla cultura ed è veramente paradossale il fatto che sia stato fino ad oggi non considerato nell'ambito del dicastero dei beni e delle attività culturali.
I colleghi che mi hanno preceduto hanno già toccato gli argomenti più rilevanti e sicuramente concordo con l'onorevole Nardella sulla questione della regione Calabria, laddove ho toccato con mano che, quando si vuole presentare e rendere attrattiva qualsiasi regione d'Italia in Cina, ci si accorge che gran parte dei cinesi ignora dove si trova l'Italia, per cui deve essere individuato un sistema diverso. A tal proposito, mi permetto di dare un suggerimento: nella ricerca di un marchio italiano del turismo, si dovrebbe prendere in considerazione il fatto che l'Italia deve essere proclamata nazione turistica nel suo complesso. Considero infatti anacronistico il discrimine fra le città turistiche, le città d'arte e le altre, perché in Italia le città sono tutte turistiche e sono tutte città d'arte. Credo che l'Italia debba essere presentata e «venduta» come progetto turistico unitario, quindi Italia nazione turistica nella sua totalità. Questa soluzione, che credo corrisponda pienamente alla realtà, potrebbe facilitare ogni discorso nel mondo.
Condivido pienamente anche le considerazioni sulle nuove tratte delle linee, e risale a questa mattina la notizia che la EasyJet sta trasferendo la sua base a Napoli. Queste compagnie low cost andrebbero monitorate perché, se portano nuovi flussi turistici e creano interscambi, ben vengano, ma se da Napoli EasyJet fa rotta su Ibiza, Formentera o Santorini, non ci porterà alcun ritorno. Se invece le rotte di EasyJet da Napoli andranno su tutte le capitali europee, ci sarà un interscambio. Sembra un settore regolamentato, mentre invece con il declino dell'Alitalia si assiste a un progressivo ingresso di queste compagnie low cost che da vecchio passeggero, mi riferisco in particolare ad alcune compagnie inglesi, mi provocano la sensazione mortificante di essere oggetto quasi di una sorta di colonizzazione.Pag. 28
Vorrei chiederle una conferma di questa nuova azione dell'Enit che tutti aspettano con ansia. Contatto spesso degli importanti albergatori italiani che, altro segno del nostro declino, per vendere il loro prodotto devono pagare royalties a marchi stranieri (Marriott, Hilton, Sheraton) perché non abbiamo più una sola catena che sia un marchio italiano. A livello internazionale forse qualcosa andrebbe fatta, perché sono tutte persone con grandi esperienze e rappresentano grandi patrimoni di professionalità.
Poiché si diceva che il turismo deve interfacciarsi con altri Ministeri, mi permetto di suggerirle di rapportarsi con il Ministero dell'interno per l'abolizione del comma 3 dell'articolo 109 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, di epoca fascista, che prevede che i registri con tutti i nominativi degli ospiti degli alberghi siano trasmessi alla pubblica sicurezza. Mi consenta di dire che lei non immagina il costo di questa operazione sia per gli albergatori che per la pubblica amministrazione.
Oggi, in una situazione totalmente opposta a quella a cui mi riferivo prima, in cui libertà e privacy sono in prima linea, basterebbe che l'albergatore registrasse i nomi tenendoli a disposizione della pubblica sicurezza in caso di richiesta. Questa soluzione rappresenterebbe una forte economia di costi e mi è stata più volte sollecitata dagli albergatori.
Suggerirei per quanto riguarda il ruolo dell'Enit l'esame approfondito dei luoghi in cui mancano soluzioni adeguate per fare sistema. Le cito un esempio per tutti: Castellammare di Stabia dove abbiamo le terme forse tra le migliori d'Italia e sicuramente tra le più antiche, abbiamo un porto turistico eccezionale a duecento metri dagli scavi di Pompei, e quest'anno le terme e per il porto turistico sono stati chiusi. Per quanto si tratti di un rilevante investimento privato, non si riesce a fare sistema con tre peculiarità che forse in Europa nessun altro Paese possiede. È lì che l'ENIT dovrebbe svolgere un ruolo più efficace in concreto.
Mi sembra di aver capito dalla sua relazione che PromuovItalia non avrà un futuro, quindi magari quando tornerà per la sua replica ci darà qualche ulteriore chiarimento anche su questo argomento.
PRESIDENTE. Vi informo che la seduta dell'Assemblea è ricominciata e tra poco inizieranno le votazioni. Do la parola ai colleghi per gli ultimi due interventi, chiedendo la massima sintesi.
MARA MUCCI. Presentando l'iniziativa Destinazione Italia il Ministro parlava di incentivare le attività turistiche a basso impatto ambientale, come cicloturismo e trekking, capaci comunque di generare forti flussi economici con limitati investimenti pubblici. Ci chiediamo a che punto si trovi lo sviluppo dell'EuroVelo previsto anche dalla Commissione europea e per quanto riguarda il Progetto Vento, Venezia-Torino, della dorsale cicloturistica padana.
Ha nominato poco l'ambiente e la sostenibilità, per cui teniamo a fare anche qui una puntualizzazione e ci chiediamo se non sia opportuna una collaborazione con il Ministro dell'ambiente, in particolare con il portale NaturaItalia.it.
Per quanto riguarda la promozione e l'incentivazione delle certificazioni a livello nazionale, vorremmo sapere se non intenda anche fare riferimento a certificazioni conosciute come Ecolabel, Emas, Bandiere blu, e a che punto siano, per quanto riguarda la Conferenza Unificata, le procedure di standardizzazione modelli unici a livello nazionale da utilizzare per l'ottenimento delle principali autorizzazioni per le attività produttive. Si era stabilito il termine di novembre per i settori dell'edilizia e dell'ambiente e del mese di gennaio per il SUAP.
Più in generale direi che noi teniamo a conoscere il suo cronoprogramma, anche per capire quanto e come ci stiamo muovendo. Come sottolineato dall'onorevole Abrignani, per quanto riguarda il portale Italia.it che è stato un disastro sotto tutti i fronti, sul fronte della quantità di soldi spesi e sul risultato ottenuto, cito alcuni Pag. 29aspetti per far capire la gravità della situazione. Le traduzioni in inglese sono di bassa qualità in quanto fatte con un sistema automatico, per cui mi chiedo che idea possa farsi un utente straniero che utilizzi il portale e trovi un testo scritto in inglese maccheronico, per non parlare del fatto che facendo una ricerca relativa al turismo utilizzando il motore di ricerca Google non esce il portale Italia.It, per cui mi domando a chi e sulla base di quale criteri siano stati assegnati questi bandi.
Ci auguriamo che le prossime risorse che verranno stanziate siano di un'entità sufficiente a garantire un prodotto che abbia una progettualità e degli obiettivi, perché lei ha fatto giustamente riferimento alla promocommercializzazione, laddove, se non leghiamo il portale a un qualcosa che ci porti reddito, non so a cosa possa servire.
Bisogna inoltre facilitare il turista nella scelta dei percorsi, quindi indirizzarlo bene, suggerirgli delle alternative. Qui, come ha detto lei, non bisogna inventare nulla: basta guardare il portale della Spagna piuttosto che il portale della Francia e banalmente prendere spunto, perché a quanto pare il nostro livello di progettazione è stato pressoché nullo.
GIANLUCA BENAMATI. Cercherò di essere veloce perché dobbiamo andare in Aula. Non mi soffermerò sugli aspetti generali anche perché gli interventi dei colleghi del mio gruppo sono stati ampi e hanno dimostrato quanto fosse attesa la sua audizione e quanto sia stata apprezzata la sua relazione, che è stata molto ampia, ha dato un segnale di discontinuità rispetto al passato, ma dalla quale, signor Ministro, ci attendiamo poi molto nei fatti.
Siamo molto soddisfatti di quanto lei oggi ci ha presentato e riteniamo che questo sia anche un impegno cogente per il suo prossimo futuro. Vado a due questioni molto semplici, una più ampia e una più territoriale.
Torno sull'Enit perché questo è un punto che come gruppo riteniamo essenziale. È già stato detto: bene le persone, sostituire e dare novità all'inserimento del dottor Babbi e di altre figure che danno la garanzia di un cambio di passo, però dei famosi 18 milioni menzionati dall'onorevole Petitti che 17 si spendano per il personale e uno per le attività di promozione quando la sola regione Sicilia ha a disposizione 28 milioni e il Trentino-Alto Adige 25 milioni ci pone un tema di risorse, ma anche di rimodulazione delle risorse nei tavoli strategici.
Non si tratta di dire che non si conosce la Calabria piuttosto che il Veneto nel resto del mondo ma, se non si fa sistema con le risorse presenti, aggiungere risorse non è la risposta giusta per il sistema Italia. Occorre operare con forza su questo aspetto.
La seconda questione è molto più territoriale. Nella XVI legislatura abbiamo dato vita a un'iniziativa parlamentare, la legge sul bicentenario verdiano, che era una legge finanziata per 6,5 milioni di euro in maniera molto modesta, ma aveva la bella intenzione di attivare un processo di ricostruzione e consolidamento dei luoghi verdiani nel triangolo verdiano Parma-Piacenza-Busseto, e di attivare percorsi di manifestazioni per il bicentenario ma anche di formazione, quello che diceva lei sull'Italia Paese della musica. Le posso dire che, proprio vedendo quello che sta succedendo e l'impegno anche del Sindaco di Piacenza, dottor Paolo Dosi, e del Sindaco di Busseto, signora Giovanna Gambazza, il tema delle infrastrutture è centrato, alcune realtà sono già partite con un calendario di tutto rispetto (come diceva l'onorevole Nardella, si vendono anche queste cose all'estero), si attivano anche percorsi di alta formazione per cantanti lirici.
Il tema che mi poneva la senatrice Soliani che è sua rappresentante all'interno del comitato di gestione di questa iniziativa è come dare sostanza a queste iniziative che perdurano nel tempo e che hanno un grande significato sul piano turistico anche dopo il periodo 2013-2014. Le pongo questo quesito perché vorrei capire se il Governo intenda fare qualcosa Pag. 30prima di attivare un'azione parlamentare. Mi fermo qui per rispetto dei tempi concordati.
PRESIDENTE. Ringrazio il signor Ministro a nome di tutta la Commissione perché, come ha visto dalle domande, ha suscitato molta curiosità e molto interesse e ci auguriamo tutti, al di là delle appartenenze politiche, che finalmente il turismo italiano trovi in voi efficaci rappresentanti. Le chiederei solo di individuare una data, entro il prossimo novembre, in cui possa tornare in Commissione per portarci queste risposte.
Nel ringraziare il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.
La seduta termina alle 16,15.