Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3
Audizione del presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni:
Bindi Rosy , Presidente ... 3
Maroni Roberto , presidente della regione Lombardia ... 3
Bindi Rosy , Presidente ... 8
Mirabelli Franco ... 8
Maroni Roberto , presidente della regione Lombardia ... 10
Mirabelli Franco ... 11
Maroni Roberto , Presidente della regione Lombardia ... 11
Mirabelli Franco ... 11
Maroni Roberto , Presidente della regione Lombardia ... 11
Fava Claudio (SEL) ... 11
Ricchiuti Lucrezia ... 13
Nuti Riccardo (M5S) ... 14
Maroni Roberto , Presidente della regione Lombardia (fuori microfono) ... 14
Nuti Riccardo (M5S) ... 14
Volpi Raffaele ... 15
Manfredi Massimiliano (PD) ... 16
Bindi Rosy , Presidente ... 16
Maroni Roberto , presidente della regione Lombardia ... 16
Bindi Rosy , Presidente ... 16
Maroni Roberto , presidente della regione Lombardia ... 17
Bindi Rosy , Presidente ... 19
Nuti Riccardo (M5S) ... 19
Maroni Roberto , presidente della regione Lombardia ... 19
Nuti Riccardo (M5S) ... 19
Maroni Roberto , presidente della regione Lombardia ... 19
Nuti Riccardo (M5S) ... 19
Maroni Roberto , presidente della regione Lombardia ... 19
Nuti Riccardo (M5S) ... 19
Maroni Roberto , presidente della regione Lombardia ... 19
Bindi Rosy , Presidente ... 19
Comunicazioni della presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 20
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI
La seduta comincia alle 14.25.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
Audizione del presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, sul tema dell'infiltrazione della criminalità organizzata in Lombardia e sull'Expo di Milano 2015.
L'audizione si pone a completamento della missione svolta a Milano nello scorso mese di dicembre e, naturalmente, terrà conto anche degli eventi ulteriori che si sono verificati in queste settimane e in questi mesi.
Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera. Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, potrà chiedere che i lavori della Commissione proseguano in seduta segreta.
Lo sentiamo come presidente della regione Lombardia, ma credo che avrà avuto occasione e modo, nella sua responsabilità antecedente, soprattutto come Ministro dell'interno, di prestare particolare attenzione nei confronti di questo tema, sul quale, peraltro, gli va anche riconosciuto che sul piano della repressione ottenne, durante il suo ministero, risultati apprezzabili.
Cedo la parola al presidente Maroni, che ringrazio per la presenza.
ROBERTO MARONI, presidente della regione Lombardia. Grazie. Buongiorno a tutti, signor presidente, signori senatori e deputati. Vi ringrazio per l'invito che mi avete rivolto. In anni recenti, nel mio ruolo di ministro dell'interno, sono stato audito più volte da questa Commissione, ma è la prima volta che intervengo da presidente della regione Lombardia.
L'oggetto di questa vostra indagine, l'infiltrazione delle organizzazioni criminali in Lombardia e l'Expo di Milano 2015, è assai importante, viste le numerose iniziative che sono in corso e in programma nella regione che ho l'onore di guidare. Tutte le istituzioni lombarde sono fortemente impegnate a contrastare con ogni mezzo le infiltrazioni mafiose in regione, in particolare con riferimento alle opere e agli appalti connessi all'Esposizione universale del 2015.
La mafia ha cominciato a mettere radici al Nord in anni lontani, quando, per esempio, ci si illuse di sradicare alcune cosche con i soggiorni obbligati nel Nord. Da allora la mafia, la ’ndrangheta in particolare, ha provato a conquistare commesse e appalti e a infiltrarsi anche nel Nord Italia. È di qualche giorno fa la notizia di 10 arresti a Lecco effettuati dalla Guardia di finanza di Milano, coordinata dalla DDA di Milano, di presunti affiliati a una cosca ’ndranghetista che fa Pag. 4capo a un superboss ergastolano, Franco Coco Trovato, nell'ambito dell'indagine Metastasi. Tra gli arrestati ci sono anche il sindaco del comune di Valmadrera e un consigliere comunale di Lecco.
Nell'ottobre dello scorso anno il Consiglio dei ministri ha sciolto per mafia il comune di Sedriano, in provincia di Milano. Si è trattato del primo caso in Lombardia.
A metà marzo, scorrendo le agenzie di stampa, si poteva leggere la notizia di 9 persone legate alla ’ndrangheta arrestate a Brescia, dove gestivano attività nel settore dell'edilizia. Si tratta di soggetti che avevano ottenuto importanti subappalti anche per lavori alla metropolitana di Milano e a quella di Brescia.
È sempre di quei giorni la notizia di un sequestro di beni per 7 milioni di euro ai danni di una cosca ’ndranghetista calabrese con ramificazioni al Nord, dove si occupava, tra l'altro, di gestire ristoranti, pizzerie, tavole calde e fredde, bar e gelaterie.
Le mafie non hanno confini geografici. Da tempo hanno interessi economici internazionali spaventosi e provano a infiltrarsi sotto molteplici spoglie, spesso le più insospettabili, ma possono e debbono trovare barriere nel privato e nel pubblico, specialmente nelle Istituzioni, e devono trovare barriere nella società civile nella vita quotidiana. Non bisogna abbassare la guardia. Le mafie non solo non le vogliamo, non solo le respingiamo, ma le combattiamo anche con ogni mezzo e a qualsiasi livello.
La regione Lombardia è e intende essere una barriera all'ingresso della mafia nel Nord. È chiaro che le regioni hanno poteri limitati in termini di contrasto – a questo pensano innanzitutto la magistratura, le prefetture e le forze di polizia – ma molto possono in termini di prevenzione. Specialmente possono assumere misure per evitare che la mafia si avvicini ai grandi appalti pubblici sottoscrivendo protocolli di legalità, per esempio, che consentano di allargare la lente di ingrandimento sulle ditte e sui cantieri.
Noi abbiamo sviluppato un piano d'azione per Expo, che abbiamo chiamato Expo Milano 2015 Mafia-free. Nel gennaio di quest'anno in prefettura a Milano io ho firmato, insieme al ministro dell'interno, al sindaco di Milano e al Commissario unico del Governo per Expo, il piano d'azione Expo Milano 2015 Mafia-free, un vero e proprio patto che tutti i responsabili dei diversi livelli di Governo hanno sottoscritto per sbarrare la strada alla mafia. L'Expo di Milano deve essere mafia-free.
Il piano è stato predisposto dal Ministero dell'interno in collaborazione con la regione Lombardia, il comune di Milano e la società Expo Spa e prevede una serie di interventi in capo a ciascun soggetto sottoscrittore finalizzati a sviluppare un'azione coordinata sul territorio per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti di qualunque genere legati all'Esposizione universale.
L'articolo 2 del piano indica, in particolare, gli impegni della regione Lombardia, che qui di seguito richiamo.
Il primo è agevolare l'interconnessione dei sistemi informativi e di comunicazione in uso alla prefettura di Milano, alle forze di polizia e ai corpi delle polizie locali, anche al fine di sviluppare, nell'ambito del protocollo sottoscritto il 13 febbraio 2013 tra i comuni di Milano, Baranzate, Pero e Rho, un sistema di scambio informativo che attribuisca al comune di Milano, nello svolgimento delle attività di polizia stradale a norma dell'articolo 5, comma 1, lettera b) della legge 7 marzo 1986, n. 65, in tutto il territorio adiacente e adducente le aree interessate dal sito dei lavori per l'Expo di Milano 2015 la possibilità di interfacciarsi con una struttura delle forze di polizia appositamente dedicata.
Il secondo è favorire la realizzazione dell'interconnessione delle sale operative delle forze di polizia e dei corpi di polizia locale.
Il terzo è favorire la realizzazione del piano di coordinamento della dislocazione dei presìdi delle forze dell'ordine e delle polizie locali.
Il quarto è agevolare il coordinamento regionale per un servizio efficiente dei Pag. 5corpi di polizia locale in area metropolitana con competenze sovracomunali e la promozione delle gestioni associate obbligatorie previste dall'articolo 19 della legge n. 135 del 2012.
L'ultimo è assicurare la piena circolarità in tempo reale delle informazioni sulle opere per Expo Milano 2015, su quelle connesse e su quelle necessarie e di competenza a favore degli operatori antimafia.
Per contrastare i tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nelle opere connesse a Expo lo Stato si è dotato per tempo di una serie di strumenti di prevenzione e di contrasto che si stanno rivelando assai efficaci. Mi riferisco, per esempio, alle iniziative che ho assunto io da ministro dell'interno e che i miei successori hanno confermato e sostenuto: nel dicembre 2009 l'istituzione a Milano presso la prefettura di una sezione specializzata del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere e, sempre nel dicembre 2009, l'istituzione presso il dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno del GICEX, il Gruppo interforze centrale per Expo 2015, che ha sede proprio in prefettura a Milano.
Tra i compiti di questa sezione specializzata ci sono il monitoraggio sulle attività connesse alla realizzazione delle opere e degli interventi per lo svolgimento dell'Expo nell'ambito delle linee guida indicate dal comitato per l'alta sorveglianza delle grandi opere; la definizione delle procedure per lo scambio di dati e informazioni rilevanti tra soggetti pubblici e privati interessati alla realizzazione delle opere; l'analisi integrata dei dati e delle informazioni disponibili; l'esame delle segnalazioni e delle anomalie che sono riscontrate e l'individuazione degli strumenti di prevenzione e contrasto.
Il GICEX opera in stretto raccordo con la sezione specializzata e svolge compiti infoinvestigativi mirati al monitoraggio e all'analisi dei dati concernenti le verifiche antimafia e i risultati dei controlli presso i cantieri, con particolare riguardo ad attività sensibili tipicamente oggetto di infiltrazioni mafiose: ciclo del cemento, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti, trasferimento di beni aziendali.
Fino a oggi, anche grazie all'azione svolta da questi due organismi, la prefettura di Milano ha potuto svolgere al meglio la propria attività. A fronte di circa 1.300 certificati antimafia già rilasciati, sono stati adottati 31 provvedimenti interdittivi e 10 provvedimenti cosiddetti atipici. L'attenzione, dunque, è alta, i controlli si fanno e si assumono tutte le iniziative necessarie.
Questo riguarda Expo, ma in Lombardia, al di là di Expo, c’è un'altra grande opera pubblica in programma, la costruzione della Città della salute e della ricerca nel comune di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Si tratta di un investimento imponente, per buona parte pubblico, del valore di circa 440 milioni di euro, di cui 330 di regione Lombardia, 40 del Ministero della salute e 80 dell'operatore privato, su un'area industriale dismessa, quella delle ex acciaierie Falck, su cui a breve partirà una grande opera di bonifica in cui saranno trasferite due eccellenze della sanità lombarda, l'Istituto Besta e l'Istituto dei tumori.
Anche su questo fronte la regione è al lavoro con la prefettura di Milano e con il comune di Sesto San Giovanni per la stesura di un protocollo di legalità finalizzato a rendere più stringenti le verifiche antimafia mediante forme di monitoraggio durante l'esecuzione dei lavori e a garantire una rapida e corretta esecuzione delle opere e degli interventi previsti nel relativo accordo di programma. Tutti i soggetti che ho citato sono impegnati a sottoscrivere questo importante protocollo entro la fine del mese di aprile.
Passiamo al comitato regionale per la trasparenza degli appalti e sulla sicurezza nei cantieri. La regione Lombardia ha previsto, con la legge n. 9 del 3 maggio 2011 «Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto della criminalità» una serie di strumenti, nel rispetto del riparto delle competenze costituzionali, Pag. 6per prevenire la diffusione della criminalità organizzata e sostenere le vittime di tali organizzazioni.
La legge istituisce il comitato regionale per la trasparenza degli appalti e sulla sicurezza dei cantieri, al quale attribuisce la funzione di vigilare sulla trasparenza degli appalti e sulla sicurezza dei cantieri, anche con particolare riferimento a Expo, monitorando la trasparenza e il rispetto della normativa vigente in materia di contratti di lavoro, servizi e forniture e investimenti pubblici.
In particolare, il comitato raccoglie tutte le informazioni e i dati utili ai fini della valutazione della trasparenza dei procedimenti di scelta del contraente, monitorando i dati relativi al contenzioso; assicura il necessario supporto informativo alla regione e agli enti del sistema regionale, segnalando eventuali problematiche e criticità e promuovendo, inoltre, forme di comunicazione diretta con la cittadinanza, anche attraverso il sito Internet della regione; relaziona periodicamente circa la propria attività alla giunta e al consiglio regionale; collabora con la giunta regionale per l'individuazione e la diffusione di linee guida, buone pratiche e modalità finalizzate a semplificare, uniformare e supportare le attività delle stazioni appaltanti e degli operatori del settore e a valorizzarne la responsabilità sociale; svolge, infine, attività di studio, ricerca e indagine relativamente agli ambiti di attività di cui alla legge.
Il comitato è formato da cinque componenti nominati dalla giunta regionale, di cui due indicati dalle minoranze consiliari, scelti tra esperti in possesso dei necessari requisiti di competenza ed esperienza nel settore dei contratti pubblici, degli appalti e della sicurezza dei cantieri che diano, altresì, garanzia di assoluta indipendenza.
Ho provveduto al rinnovo del comitato il 24 maggio dello scorso anno, a poche settimane dall'insediamento della giunta, e ne ho affidato la guida all'ex generale della Guardia di finanza Mario Forchetti.
Il comitato ha definito un piano di lavoro per il 2014 molto ambizioso e, con riferimento al tema degli appalti, è stato predisposto sulla scorta di un'analisi dei rischi e delle conseguenti priorità di intervento da realizzare con verifiche a campione. Segnalo le linee di azione individuate: follow-up delle raccomandazioni del comitato e verifiche documentali sul ricorso alle forme di acquisto centralizzato da parte degli enti del sistema regionale; verifiche sulle modalità di individuazione dei contraenti di quattro aziende sanitarie; integrazione delle linee guida elaborate nel 2013 per prevenire il contenzioso; invio di un questionario ai soggetti attuatori degli interventi selezionati inerenti gli appalti direttamente o indirettamente riconducibili a Expo per acquisire informazioni sulle procedure di verifica e controllo su appaltatori, subappaltatori e subcontraenti; approvazione dello strumento informatico messo a punto per agevolare la trasparenza di subappalti e subcontratti, nonché la pubblicità sulla filiera; raccolta dei dati relativi alle diverse tipologie di individuazione dei contratti degli enti del sistema regionale, comprese le grandezze di spesa per ogni singola tipologia; approfondimento del ruolo dell'operatività della centrale regionale acquisti; approfondimenti su ruolo e responsabilità del RUP (responsabile unico del procedimento) nella gestione delle procedure delle centrali di committenza e nell'organizzazione di ogni singola azienda sanitaria locale.
Confido che l'attività di questo comitato, composto da personalità esterne all'amministrazione regionale, possa aiutare la regione Lombardia a intervenire per tempo qualora dovessero emergere casi o dinamiche anomale.
Quanto alla costituzione di parte civile nei processi di mafia, la piena e consapevole adesione alla lotta contro le mafie da parte dell'amministrazione regionale, che si pone al fianco delle vittime, primi fra tutti gli imprenditori, è testimoniata anche dalle costituzioni di parte civile della regione per la prima volta in processi per reati di associazione mafiosa.
La regione Lombardia si è già costituita parte civile in importanti processi penali contro la criminalità organizzata. Nel Pag. 7maggio 2011 si è costituita nel procedimento frutto dell'indagine Infinito, che ha portato nel luglio 2010 a 300 arresti, tra Lombardia e Calabria, di presunti affiliati alla ’ndrangheta.
Il tribunale ha ammesso la costituzione per il reato di associazione mafiosa e concorso esterno in associazione mafiosa, riconoscendo in capo alla regione il diritto al risarcimento del danno conseguente ai reati associativi, quantificato complessivamente in 1.200.000 euro. Per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato vi è stata la condanna anche nel giudizio di appello, con la rimessione al giudice civile per il risarcimento del danno.
Nel settembre 2013 la regione si è costituita parte civile nel procedimento frutto dell'indagine Crimine, che vede coinvolti, oltre a vari esponenti dell'associazione ’ndranghetista denominata Lombardia, operante nel territorio di Milano e province limitrofe, anche l'ex assessore regionale Domenico Zambetti per reati connessi allo scambio elettorale politico-mafioso. L'ex assessore è stato rinviato a giudizio. Tale processo si è aperto con l'udienza preliminare del 2 ottobre 2013.
Sul presupposto della sussistenza dell'associazione per delinquere gli imputati sottoposti al giudizio abbreviato hanno, invece, già riportato pesanti condanne. La regione ha ottenuto la condanna generica al risarcimento, da liquidarsi in sede civile.
Infine, il 22 maggio prossimo è fissata l'udienza per il giudizio immediato dinanzi alla corte d'assise di Milano nei confronti di un pregiudicato, Tutino, affiliato a Cosa nostra per l'attentato di via Palestro, a Milano. La regione Lombardia è stata individuata come parte offesa e parteciperà al processo.
Vengo ai dati su sequestri e confische. Ne cito solo alcuni che testimoniano come negli anni le mafie abbiano modificato presenze sul territorio e interessi. Il numero – che, lo ricordo, è aggiornato al gennaio 2013 – dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose vede la Lombardia al quarto posto tra le regioni italiane, con 1.186 immobili sequestrati e confiscati. Si tratta del 10,55 per cento del totale. In Lombardia a essere più colpito è il territorio della provincia di Milano, con oltre 700 immobili sequestrati o confiscati.
Da Ministro dell'interno, lo ricordo, io ho proposto l'istituzione dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – l'Agenzia oggi ha uffici anche a Milano, in via della Moscova, oltre che in altre città d'Italia: Reggio Calabria, Roma, Napoli e Palermo – per far sì che questi beni siano prontamente restituiti a quella che io ho definito «la comunità degli onesti». Devo ammettere che, purtroppo, l'Agenzia non ha un livello di efficienza soddisfacente dal punto di vista della gestione di questi beni.
La regione è al fianco dei comuni per l'utilizzo dei beni confiscati. È di particolare rilievo l'impegno della regione Lombardia per sostenere i comuni a cui sono assegnati i beni confiscati alla mafia, in particolare attraverso il finanziamento dei lavori per il recupero degli immobili sequestrati e destinati a finalità sociali o istituzionali.
È il caso, a titolo esemplificativo, del progetto, promosso dal coordinamento lombardo di Libera, di riutilizzo a fini sociali della ex pizzeria Wall Street di Lecco, confiscata alla mafia e assegnata al comune di Lecco per trasformarla in una pizzeria della legalità gestita da giovani in condizione di fragilità. La regione Lombardia intende facilitare la rapida di apertura di questo luogo anche attraverso lo stanziamento di un contributo economico straordinario, cosa che farò dopodomani, con una Giunta straordinaria della regione Lombardia, proprio a Lecco, alla presenza del sindaco e del presidente della provincia.
Per citare altri interventi, nel corso degli ultimi anni la regione ha attivato una serie di strumenti legislativi e amministrativi per rafforzare il contrasto a tutte le forme di illegalità, in particolare a quelle originate dalla criminalità organizzata.
In attuazione della legge per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione, Pag. 8la legge n. 190 del 2012, la regione ha elaborato un Piano di integrità in materia di contratti pubblici regionali la cui accettazione e sottoscrizione costituisce condizione di partecipazione alle procedure di affidamento e pone a carico delle amministrazioni aggiudicatrici e dei concorrenti una serie di obblighi la cui osservanza è presidiata da sanzioni di carattere patrimoniale e disciplinare.
Ricordo poi l'approvazione del piano di prevenzione della corruzione per il triennio 2014-2016. Questo provvedimento, che comprende altresì il programma triennale per la trasparenza e l'integrità, offre un quadro della valutazione dei livelli di esposizione al rischio corruzione e degli interventi organizzativi più idonei a prevenire questo rischio. Il piano è finalizzato all'individuazione e all'attuazione di efficaci strategie a sostegno della lotta all'illegalità all'interno dell'amministrazione regionale.
Nell'ambito di quest'attività di contrasto alla criminalità, di più ampia promozione della trasparenza e di rafforzamento dei controlli interni ed esterni merita un cenno anche l'approvazione, lo scorso novembre, dello schema di protocollo quadro d'intesa tra regione Lombardia e la Guardia di finanza, comando regionale Lombardia, che ha per oggetto il coordinamento dei controlli e lo scambio di informazioni in materia di finanziamenti, contributi ed erogazioni comunitari, nazionali e regionali e di spesa sanitaria.
Si aggiunge, lo scorso giugno, il protocollo di intesa tra la regione Lombardia e la Corte dei conti, sezione regionale di controllo, finalizzato alla regolamentazione dell'accesso informatico al sistema di contabilità regionale, che abbiamo messo a disposizione della magistratura contabile. Ciò al fine di agevolare la stessa nell'esercizio di tutte le verifiche che la magistratura contabile fa su regolarità e legittimità della gestione svolte nell'ambito del giudizio di parifica previsto dalla legge dall'anno scorso anche per le regioni.
In conclusione, per me e per la regione che rappresento lottare contro la criminalità organizzata è una priorità. Le mafie, con le loro attività e i loro interessi, distorcono l'economia reale e minano i presupposti del vivere civile. Non possiamo consentirlo. Abbiamo il dovere di impedirlo. Su questo fronte l'unità delle Istituzioni e delle forze politiche sociali fa la differenza e questo in regione Lombardia, fortunatamente, sta avvenendo.
È chiaro, peraltro, che le norme, le procedure e le leggi servono, ma più importanti sono la convinzione e la consapevolezza che sia indispensabile combattere la mafia e ogni forma di criminalità. La cultura della legalità è lo strumento più efficace per combattere la mafia.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, presidente. Passiamo alle domande dei commissari.
Io vorrei intanto sottolineare il suo riferimento critico nei confronti dell'Agenzia per rassicurarla sul fatto che questa Commissione è consapevole dei limiti che hanno caratterizzato l'operatività dell'Agenzia in questo periodo. La prima relazione che la Commissione approverà verte esattamente sui beni sequestrati e confiscati e propone una profonda riforma della stessa Agenzia. Sappiamo bene quanto sia urgente questo strumento per restituire i beni alla comunità alla quale erano stati sottratti.
Prima di passare la parola al senatore Mirabelli, che l'ha chiesta per primo, mi corre l'obbligo di chiederle qualcosa circa la vicenda di Infrastrutture Lombarde, che è uno dei motivi per i quali, come accennavo prima, noi l'audiamo. Con questa sua audizione completiamo la nostra presenza a Milano, ma non possiamo non aggiornarci sugli ultimi fatti. Vorremmo capire soprattutto se questa vicenda possa avere una relazione con quello che si conosce nei confronti della criminalità organizzata, ma soprattutto come incida su Expo e sul suo futuro.
Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
FRANCO MIRABELLI. Ringrazio il presidente Maroni perché abbiamo sentito da lui oggi cose, per chi ha fatto il Pag. 9consigliere regionale in Lombardia, non scontate. Mi pare che ci sia una consapevolezza da parte del presidente della situazione grave e pericolosa di infiltrazioni ’ndranghetiste e della criminalità organizzata nella nostra regione, nonché dell'invasività della criminalità organizzata nella nostra economia.
Devo anche dire che il presidente ci ha ribadito considerazioni che in diversi ci avevano già sottoposto, ma credo che sia apprezzabile lo sforzo nazionale che si è fatto, con un ruolo importante delle istituzioni milanesi e lombarde, per mettere l'Expo in sicurezza rispetto alle infiltrazioni negli appalti. Abbiamo studiato nel dettaglio le misure e i provvedimenti, che è bene che siano, così come il Presidente ci ha raccontato, esportati anche su altre grandi opere, lombarde, ma non solo.
Presidente, partendo proprio dalla questione di Infrastrutture Lombarde, io non penso che c'entri immediatamente con la criminalità organizzata, ma c’è un problema generale che riguarda le società della regione Lombardia.
La regione Lombardia ha un assetto societario molto significativo, che costituisce una parte importante dell'economia lombarda. Infrastrutture Lombarde è la centrale appaltante per gran parte delle grandi opere. Poi ci sono ARPA, Aler e un significativo patrimonio di aziende.
Domando al presidente – è una domanda retorica, perché è una mia convinzione; so anche che non è responsabilità del presidente il fatto che si sia verificata questa situazione – se non ci sia un problema rispetto alle governance di queste società, che più volte noi abbiamo ritrovato dentro diverse inchieste, Aler e ARPA rispetto ai rifiuti in questi anni e recentemente la vicenda di Infrastrutture Lombarde.
Io penso che ci sia un tema da affrontare che riguarda le governance. La scelta di costruire un assetto societario in cui la stragrande maggioranza dei poteri è direttamente riconosciuta al direttore nominato direttamente dalla giunta, mentre ai consigli di amministrazione si attribuisce un ruolo assolutamente secondario, non garantisce, a mio avviso, quella pluralità, quell'attenzione e quella trasparenza che rappresentano il miglior sistema per evitare che ci siano infiltrazioni e illegalità. Io credo che un ripensamento su questo tema sarebbe utile farlo, perché ripensare le governance e garantire maggiore trasparenza nel funzionamento di quelle società mi pare una condizione per evitare che in futuro si ripetano vicende come quelle che abbiamo verificato.
Come seconda questione, io credo che la vicenda di Infrastrutture ponga un problema, che noi abbiamo già verificato su altre vicende, che è quello delle professioni, del ruolo, di come si faccia in modo di garantire, in riferimento all'attribuzione degli incarichi ai professionisti, il rispetto delle regole, che abbiamo visto nella vicenda di Infrastrutture Lombarde non essere state rispettate.
Forse su questo aspetto c’è bisogno di definire percorsi più aperti e pubblici, che non rendano possibile quello che è successo, se ho capito bene, a Infrastrutture Lombarde rispetto all'assegnazione di quelle consulenze. Si sono aggirate le deroghe, dividendo gli appalti e facendo gare senza evidenza pubblica.
Arrivo all'ultima questione, presidente. Io credo che ci sia un altro tema, su cui so che lei è molto sensibile e che riguarda una parte del nostro lavoro: il tema del gioco d'azzardo e delle possibilità di infiltrazione nel gioco d'azzardo. La legge regionale che lei ha emanato sta mostrando, lo dico da milanese, qualche limite rispetto alla possibilità di impedire un moltiplicarsi, nel momento in cui i comuni ancora non hanno gli strumenti per impedirlo, di tali infiltrazioni. Le domando se non sia il caso di intervenire sugli strumenti urbanistici.
La regione lo può fare. Si è fatto per i locali di culto. Lei sa che in Lombardia non si può realizzare – anche se io non sono d'accordo – nessun locale di culto se non è già previsto nel Piano di governo del territorio. Fortunatamente, la libertà religiosa viene garantita. Io credo comunque che uno strumento come questo potrebbe essere efficace anche per contrastare ulteriormente Pag. 10la diffusione del gioco d'azzardo. Peraltro, lei sa che la provincia di Pavia è quella in cui c’è la più alta predisposizione al gioco d'azzardo.
ROBERTO MARONI, presidente della regione Lombardia. Grazie, presidente, per questa notizia sull'Agenzia nazionale. Io voglio garantire che la regione è disponibile a collaborare con l'Agenzia, come ho detto, attraverso il sostegno ai comuni o alle comunità a cui vengono affidati i beni, ma anche assumendo direttamente la gestione, se dovesse essere necessario farlo, per contribuire a rivitalizzare un immobile, magari un'ex fabbrica o un immobile degradato che il comune non ha le risorse per utilizzare. Come regione, noi siamo interessati a gestirlo. Tenga conto di questa disponibilità di regione Lombardia.
Il sistema delle società lombarde è un tema molto importante e di grande attualità. Ne abbiamo discusso in consiglio regionale, perché io ho voluto fare subito una relazione, dopo la vicenda della Infrastrutture Lombarde e il consiglio regionale ha preso la decisione di costituire una Commissione per valutare proprio la governance del sistema delle società.
Non sono tante le società in Lombardia, a differenza di altre regioni, in cui sono decine e decine. Ce ne sono tre: Infrastrutture Lombarde, Lombardia Informatica e Finlombarda.
Finlombarda si occupa della gestione finanziaria. In merito devo comunicare che, dopo otto settimane di verifiche, la Banca d'Italia nei giorni scorsi ha accreditato Finlombarda con la certificazione di idoneità più alta tra tutte le società. In un giudizio da 1 a 6, dove 1 è il più alto, Banca d'Italia ha espresso un giudizio 2. Il giudizio 1 era un po’ troppo, ma noi siamo molto soddisfatti di questo risultato.
ARPA è un'Agenzia che si occupa dell'ambiente. È stata coinvolta in vicende di smaltimento di rifiuti ? No, il direttore è stato, come sempre succede in questi casi, indagato per vicende che, però, non sono direttamente riferibili ad ARPA.
Aler è il gruppo di società regionali che gestiscono il patrimonio edilizio pubblico. Come lei certamente sa, abbiamo proceduto a una riforma di questa società, eliminando 150 posti di consiglieri di amministrazione – a proposito di riduzione dei costi della politica – e raggruppandole in 6 società. L'unica criticità è per l'Aler di Milano, non del comune di Milano, perché ha un buco annuo di 80 milioni di euro. Noi siamo in trattativa con il comune di Milano per vedere come superare questo problema. Come lei sa, l'Aler gestisce direttamente il patrimonio pubblico della società stessa e del comune di Milano, ma l'assegnazione degli alloggi viene fatta dal comune di Milano. Stiamo cercando di risolvere la questione.
Non credo che ci sia un problema di governance generale e complessivo. Il direttore generale non viene nominato dalla giunta, ma dal comitato di gestione.
Per quanto riguarda, nello specifico, il direttore di Infrastrutture Lombarde, l'ingegner Antonio Rognoni, che è stato arrestato, noi abbiamo fatto un bando di evidenza pubblica per ricevere curricula. Il bando scade fra due giorni, il 10 aprile, alle 12. Sono già stati presentati diversi curricula, tra cui quello dell'ex Ministro Antonio Di Pietro, che è interessato. C’è una commissione che valuta i curricula, che è una commissione della regione, non è la giunta, e la nomina verrà fatta dal comitato di gestione di Infrastrutture Lombarde.
Queste società sono rette da un sistema duale, che prevede un comitato di controllo formato da persone che vi partecipano anche in rappresentanza dell'opposizione in consiglio. Questo comitato di controllo deve garantire il controllo. Da questo punto di vista, quindi, io non vedo criticità nel sistema di governance. L'efficacia dei controlli non può essere dettata dalla legge, ma il sistema può funzionare.
Infrastrutture Lombarde è una società costituita nel 2004 che nel corso di dieci anni ha gestito, come stazione appaltante, l'affidamento di appalti per circa 15 miliardi di euro. Nell'inchiesta che ha colpito i vertici non c’è uno solo di questi appalti Pag. 11che sia finito sotto inchiesta o che sia stato contestato. Questo lo voglio dire, perché è importante.
Che cosa è stato contestato ? È stato contestato l'affidamento degli incarichi professionali. Gli incarichi professionali, essendo questa una società a totale partecipazione pubblica, devono essere affidati con evidenza pubblica. Nei primi anni non furono affidati in questo modo, ma nel 2008 la regione chiamò Infrastrutture Lombarde e le impose di fare l'evidenza pubblica. Dal 2008, quindi, anche gli incarichi professionali agli avvocati sono stati affidati con evidenza pubblica. Questo è riconosciuto dal GIP nell'ordinanza di custodia cautelare. Riconosce, infatti, che questi incarichi professionali sono stati formalmente ineccepibili.
Questo significa che la legge è stata rispettata, almeno formalmente. Se poi si sia trattato di un'elusione della legge, lo accerterà la magistratura, ma le direttive impartite dalla regione sono state estremamente chiare e anche la verifica della magistratura dice che gli appalti per gli incarichi professionali – quelli per la realizzazione delle opere non sono stati contestati – sono stati affidati con evidenza pubblica.
La società ha gestito anche il conferimento dell'appalto per Expo, che l'inchiesta della magistratura non contesta. Non ci sono problemi da quel punto di vista.
Che cosa fa su Expo Infrastrutture Lombarde ? C’è una convenzione del 2012 tra la società Expo Spa e regione Lombardia che incarica regione Lombardia di fornire la direzione lavori sul sito Expo attraverso Infrastrutture Lombarde. Stiamo discutendo con il Commissario Beppe Sala se nell'ultimo anno, intensificandosi adesso in modo massiccio l'attività all'interno dell'area Expo, con una sessantina di cantieri, 60 imprese diverse, una situazione che fino adesso non si è verificata, sia il caso di modificare questa convenzione per rafforzare il ruolo della direzione lavori e fare in modo che i lavori si facciano nei tempi previsti.
Altre criticità io, francamente, non ne vedo. Non appena si concluderà il bando del 10 aprile, valuteremo le candidature e il Comitato di gestione nominerà il nuovo direttore generale.
Sul gioco d'azzardo, da ultimo, non credo che la legge – il cosiddetto no-slot – mostri un limite, perché è molto chiara e stabilisce delle distanze dai luoghi sensibili. Può essere applicata, però, solo per il futuro. Questa è l'unica criticità. Non possono essere revocate le licenze date, ma, da oggi in avanti, se la legge venisse applicata – me l'hanno contestato le associazioni che si occupano di piazzare le macchine – a Milano città non si potrebbe aprire una sola sala, perché le distanze dai luoghi sensibili, di 500 metri, sono tali che a Milano e nelle città della Lombardia non sarebbe possibile installare le macchine.
Queste associazioni hanno fatto ricorso al TAR contro la legge, giudicandola troppo restrittiva da questo punto di vista. Ovviamente, però, si applica solo per il futuro.
FRANCO MIRABELLI. È tutto giusto. Lei sa, però, che, quando il comune di Milano ha tentato di applicare la legge, il TAR ha dato ragione agli esercenti. È una legge che funziona, ma è una legge che il TAR sostiene non essere applicabile.
ROBERTO MARONI, Presidente della regione Lombardia. Sì, ma non ha detto che è illegittima. Il Governo non l'ha eccepito.
FRANCO MIRABELLI. Non volevo sminuire il valore della legge, ma chiedere se si possa aggiungere qualcos'altro, visto che, così com’è, il TAR dà sempre ragione agli altri.
ROBERTO MARONI, Presidente della regione Lombardia. Si dovrebbe superare il TAR, forse. Va bene, terrò presente questa osservazione.
CLAUDIO FAVA. Presidente, apprezzo quello che ci ha detto e anche l'intenzione con cui si muove. Io vorrei provare a fare qualche approfondimento di merito, a partire dalla ragione fondativa di questa Pag. 12Commissione, che è indagare sul rapporto esistente nell'attualità tra mafia e politica.
Lei diventa presidente dopo elezioni anticipate a causa di un'inchiesta che vede un assessore coinvolto per voto di scambio mafioso. C’è stato poi il primo comune della Lombardia sciolto per mafia e in questi giorni è in corso l'inchiesta su un'altra ipotesi di scambio elettorale politico-mafioso nella provincia di Lecco.
Qual è, dal suo punto di vista – lei ha un osservatorio privilegiato sul piano istituzionale; ha uno sguardo che abbraccia non solo l'intero territorio, ma anche tutte le istituzioni che si muovono su questo territorio – lo stato di salute della politica rispetto a una preoccupazione che noi abbiamo registrato dai i nostri interlocutori (ambienti giudiziari, la prefettura e via elencando) sulla forte pervasività della ’ndrangheta nel tessuto connettivo della politica ? C’è il rischio che gli episodi del passato non siano episodi isolati, ma che ci sia un tentativo di conquista del territorio, del treno politico che offre fragilità e debolezze.
La seconda domanda riguarda le preoccupazioni che ci ha proposto il prefetto Tronca: 31 aziende sono state colpite da provvedimenti interdittivi. Sia il prefetto, sia i nostri interlocutori al Palazzo di giustizia ci dicono che l'interdizione non è sempre uno strumento efficace e definitivo, perché la capacità dell'organizzazione criminale di adeguarsi alle regole del gioco è tale per cui oggi a un'interdizione ci si sottrae decidendo, attraverso un passaggio all'estero, magari con una società off-shore, di costruire una società di riferimento che poi, a sua volta, costituisce una nuova società «vergine», che ha lo stesso capitale mafioso, ma che non appare agli occhi magari più ingenui e che può tornare a concorrere.
C’è molta preoccupazione sulla capacità di rendere davvero impermeabili le gare d'appalto per Expo, che devono entrare nella loro fase più viva. Gli appalti di maggiore consistenza vanno ancora assegnati.
In merito le vorrei chiedere qualcosa sul comitato per la legalità e la trasparenza che è stato istituito dal suo predecessore, il presidente Formigoni. In questo comitato il presidente Formigoni decise di chiamare a collaborare anche il generale Mori e il colonnello De Donno. Mori era il capo del SISMI e De Donno era il suo più stretto collaboratore.
Adesso sappiamo che De Donno è tra gli indagati della vicenda che riguarda Infrastrutture Lombarde e Rognoni e che il suo è uno di quegli incarichi professionali considerati probabilmente illegali. Il magistrato poi verificherà, ma c’è un'ipotesi di truffa che riguarda più di mezzo milione di euro.
Vorrei chiedere intanto se Mori e De Donno sono ancora all'interno di questo comitato per la legalità e la trasparenza e se lei ritiene di adeguare – considerando l'esperienza recente, le funzioni che deve assumere e le complicazioni che sono sorte in questi anni – le competenze e l'organizzazione di questo comitato. In sostanza, come si pone rispetto a una vicenda che lei eredita, ma che certamente oggi ci interroga, e che interroga lei per primo, su quanto questo comitato possa essere in questo momento utilizzabile ?
Il terzo punto riguarda il tessuto imprenditoriale. Lei ha giustamente parlato di un'attività e di una scelta di solidarietà e di attenzione della giunta regionale nei confronti degli imprenditori che hanno subìto e che si sono ribellati. Noi abbiamo ricevuto dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini una lettura allarmante e anche un po’ diversa, nel senso che accanto agli imprenditori che vanno accompagnati con gesti di solidarietà concreta c’è anche un tessuto imprenditoriale che sembra molto sensibile.
Le leggo due righe di una dichiarazione della Boccassini: «Questa è una classe di imprenditori che non badava – parla degli imprenditori che sono rimasti invischiati in questa espansione economico-finanziaria della ’ndrangheta – né all'azienda, né ai dipendenti, né al nostro Paese, ma solo al proprio tornaconto e a evadere le tasse. Per farlo meglio non ha esitato a farsi amici mafiosi, ben sapendo che erano mafiosi».Pag. 13
È un quadro allarmante, perché non riguarda un episodio, ma una somma di episodi, che sono poi tra le righe dei molti processi che lei ha citato. Volevo chiedere se lei condivide questa preoccupazione e, se la condivide, come ritiene che la regione possa intervenire.
LUCREZIA RICCHIUTI. Signor presidente della regione, la saluto anch'io, come senatrice della Lombardia e come cittadina della provincia di Monza e Brianza. Non posso che augurarmi il pieno successo delle sue iniziative di contrasto dell'illegalità, perché penso che le istituzioni debbano stare dalla stessa parte nella lotta alle mafie.
In Lombardia non c’è solo Expo. La ’ndrangheta ha colonizzato la nostra regione. Personalmente mi sono sempre impegnata contro le infiltrazioni mafiose al Nord. Questo non mi consente, però, di mettermi su un piedistallo, poiché all'interno stesso del mio partito emergono storie inquietanti, come quelle che emergono su Valmadrera e Lecco.
Dico questo proprio per chiarire che nessuno, in Lombardia come a Roma, può ergersi a censore di nessun altro. La critica, però, è libera e il dibattito è sempre proficuo. I problemi non devono essere taciuti. Il silenzio e l'omertà sono da sempre i migliori alleati della mafia.
Parto da Sedriano, il primo comune sciolto per mafia in regione, per svolgere poi un ragionamento più ampio.
Il sindaco in carica era Alfredo Celeste, che presiedeva una giunta di centrodestra con l'appoggio della Lega Nord. Nel 2009 era stata eletta consigliere comunale a sostegno del Celeste anche la figlia di Eugenio Costantino, un commerciante di metalli preziosi ritenuto il trait d'union tra l'assessore regionale pro tempore alla casa Domenico Zambetti e il cartello delle famiglie della criminalità calabrese D'Agostino, Mancuso e altre. Altra figura significativa eletta in Consiglio comunale era Silvia Fagnani, coniuge di un sodale in affari di Eugenio Costantino, Marco Scalambra.
Secondo le risultanze dell'inchiesta giudiziaria e quelle dell'accesso prefettizio, la vicenda di Sedriano è la propaggine nel magentino del patto elettorale tra Zambetti e i predetti clan, con i suoi annessi coprotagonisti e figuranti. I motivi che hanno portato allo scioglimento sono, quindi, da ricondurre al condizionamento della ’ndrangheta sul comune sotto il profilo sia squisitamente amministrativo, sia gestionale ed economico.
In questo contesto la giunta comunale conferiva incarichi di consulenza incompatibili con la buona amministrazione e con le possibilità di cassa, non riscuoteva i tributi comunali, si lanciava in ardite operazioni urbanistiche, affidava in appalto in modo irregolare la gestione di spazi verdi nel territorio comunale. Vi era, inoltre, una gestione molto carente dei servizi cimiteriali. In pratica, c'era un asservimento dell'attività amministrativa all'illegalità e agli interessi della ’ndrangheta.
Situazioni non troppo diverse si sono registrate in altri comuni – parlo di Buccinasco, Pioltello, Cologno Monzese – e, fino al 2011, a Seveso e nella mia città, Desio.
Come dimenticare poi le indagini Nord-Sud della metà degli anni Ottanta e Crimine-Infinito del 2010, che ha portato alla luce 16 locali di ’ndrangheta e 300 persone arrestate, più della metà in Lombardia ?
Come tutti sappiamo, non è certo con un'indagine, per quanto importantissima come questa, la Crimine-Infinito, che si sconfigge la ’ndrangheta, anche perché la magistratura arriva sempre dopo e non può svolgere un'azione preventiva. Infatti, è di circa un mese fa la scoperta a Seveso della banca della ’ndrangheta. Addirittura sembra che alcuni imprenditori la utilizzassero per investire i loro soldi in nero.
Come abbiamo potuto vedere, questa operazione, denominata Tibet, è una propaggine dell'indagine Crimine-Infinito ed è di questi giorni l'indagine Metastasi, che coinvolge esponenti politici con la famiglia di ’ndrangheta dei Coco Trovato, presenti da decenni nel lecchese, dimostrando, se Pag. 14ancora ce ne fosse bisogno, l'esistenza del cosiddetto capitale sociale della mafia.
Particolarmente fiacche, in questo contesto, sono una parte del ceto politico e una consistente di quello dirigenziale della regione Lombardia, che non offrono alcun riferimento, in termini di forza amministrativa, o esempio di impermeabilità e di resistenza ai desideri mafiosi.
Le faccio dei casi. La regione ha in passato nominato direttori di Aziende sanitarie persone vicine ai clan. L'inchiesta su Zambetti, cui mi sono riferita prima, ha svelato un'inquietante debolezza delle strutture e non entro nella vicenda di Antonio Rognoni di Infrastrutture Lombarde, che oggettivamente getta un'ombra sulla capacità del complesso regionale di scegliere personalità oneste e capaci per posizioni di responsabilità delle amministrazioni.
Questi episodi non sono isolati. Un esponente della Lega Nord, Angelo Ciocca, aveva contatti con persone legate alla ’ndrangheta.
Vede, onorevole Maroni, lei interviene su tutto e ha espresso la sua opinione anche sull'arresto dei militari secessionisti del cosiddetto Tanko, materia oggettivamente estranea alle sue competenze, ma una parola sulla necessità di estirpare la mafia dalle nostre città e di operare in modo nettamente discontinuo rispetto al periodo delle giunte Formigoni non l'ha mai detta. Per esempio, come ha potuto confermare all'Aler il prefetto Lombardi, il prefetto che diceva che la mafia in Lombardia non esisteva ?
Vorrei domandarle quali iniziative la sua giunta in un anno abbia assunto per marcare questa necessaria discontinuità e per mandare un segnale chiaro e forte alle locali della ’ndrangheta presenti in Lombardia che le istituzioni pubbliche recidono con loro ogni canale.
Soprattutto le chiedo un impegno, signor presidente, nei confronti delle associazioni di categoria, come Confindustria e Confcommercio, o presso gli ordini professionali, perché, con tutto quello che è successo e che succede nella nostra regione, il loro silenzio assordante è, francamente, imbarazzante.
RICCARDO NUTI. Inizialmente il presidente Maroni ha detto che la ’ndrangheta sta tentando di infiltrarsi in Lombardia. Vista la situazione attuale che emerge dalle varie inchieste e anche quello che è avvenuto in passato, io penso che questo sia ormai un passaggio consolidato. La mafia non sta tentando di infiltrarsi in Lombardia.
ROBERTO MARONI, Presidente della regione Lombardia (fuori microfono). Ho detto che ha cominciato a mettere radici al Nord in anni lontani.
RICCARDO NUTI. Mi riferisco a un'altra parte del suo intervento iniziale. Comunque bisogna prendere atto che, purtroppo, la mafia è anche in Lombardia. È infiltrata a vari livelli.
Io ho quattro domande. La prima è per quale motivo lei abbia nominato come direttore dei lavori di Expo 2015 Riccardo Robuschi, vista la vicinanza ad Alberto Porro, già indagato nella vicenda. Ricordiamo che Robuschi era nella struttura operativa di Porro, come sappiamo. Vorrei sapere se proprio non ci fosse nessun altro nome competente da poter fare come direttore dei lavori di Expo 2015 e conoscere i motivi della scelta.
Come seconda domanda, visto il danno di immagine che la regione Lombardia ha avuto da questa vicenda, vorrei sapere se la regione Lombardia si costituirà parte civile in eventuali procedimenti giudiziari relativi all'indagine sugli appalti di Expo.
Inoltre, visto che si faceva riferimento alla legge del 3 maggio 2011 e che lei parlava di prevenzione e trasparenza degli appalti, vorrei chiederle se tutte queste parole, condivisibili, di lotta alla criminalità e alla mafia trovano riscontro soprattutto nella parte dei controlli.
In merito alla normativa sugli appalti e al controllo le norme funzionano, a mio parere, quando si possono individuare chiaramente il nome e il cognome delle Pag. 15persone responsabili di fare questi controlli. Le chiedo se ci sappia dire nome e cognome delle persone che avrebbero dovuto effettuare questi controlli, che evidentemente non sono stati effettuati, sulla normativa degli appalti, la quale, a quanto pare, è stata piuttosto labile. Se nella forma, come diceva lei, è stato tutto rispettato, nella sostanza non sembra che ci sia stato un controllo veramente ferreo.
Infine, come ultima domanda, che un po’ si rifà a quella del collega Fava, le vorrei chiedere, oltre al fatto se Mori e De Donno facciano ancora parte di questo comitato per la legalità e la trasparenza, se l'impresa e i suoi esponenti, come G-risk e De Donno, abbiano contratti con regione Lombardia.
RAFFAELE VOLPI. I ringraziamenti al presidente Maroni da parte mia risulteranno piuttosto scontati, ma li faccio comunque. Cercherò anche di non ricordare, per esempio, ad alcuni colleghi che hanno parlato gli intrecci che ci sono in altre regioni fra i presidenti di regione e i parenti che prendono i soldi per le loro cooperative. Mi sembrerebbe poco elegante e, quindi, non lo faccio.
Presidente, io l'ho sentita relazionare e credo che i dati che lei ha voluto evidenziarci possano rappresentare una situazione che sicuramente lascia degli elementi di preoccupazione per tutti, altrimenti non saremmo qui a domandarci, come Commissione, come affrontare insieme dei problemi. È vero, qualcuno magari a volte tende a rappresentare la regione Lombardia in maniera decisamente molto peggiore di quella che vorrebbe essere e che sicuramente è la nostra regione, ma forse ci sta anche questo nel dato della politica.
Volevo dirle, presidente, che questa Commissione si è dotata di uno specifico comitato che riguarderà l'infiltrazione delle organizzazioni criminali nelle aree non normalmente indicate come sensibili. Già da ora io mi permetto di affermare che anche con la regione Lombardia la collaborazione con il Comitato che noi abbiamo costituito dovrà essere assolutamente stringente e attuale.
Le posso fare anch'io un invito, presidente, un invito politico, ovviamente ? Essendo della stessa parte politica, io mi sento vicino a lei non solo in una parte più generale, ma anche in una parte più diretta. Evidentemente non è facile in un anno inviare tutti i segnali di discontinuità. Io credo che molto di quello che lei ha detto rappresenti una realtà che è quella di trovare degli spazi. Le risposte, però, in parte le ha già date.
Mi permetto di ricordare alla Commissione – non rispondo per il presidente, ma per quello che leggo sui giornali; non si può leggere solo una pagina e non quella dopo – che la regione Lombardia sta porta avanti un'azione di razionalizzazione delle società controllate che risulta evidente, oltre a una verifica della forma di governance come è stata presentata dal presidente.
Tuttavia, le voglio lanciare anche una sfida, presidente, visto che la regione Lombardia ha un bel po’ di milioni di abitanti e anche un bel po’ di milioni di abitanti giovani.
Lei ha parlato prima della cultura della legalità come sfida. Io credo, presidente, che una delle nostre sfide sarà quella, attraverso la regione, di fare quello che non si fa normalmente attraverso i ministeri, ossia la sensibilizzazione delle nuove generazioni. Penso che, come Lombardia, noi saremo in grado di investire in una forma presente, attenta e continuativa, cogliendo anche, perché no ?, la grande occasione di Expo per poter parlare, oltre che di quelle tematiche centrali, che mi sembra non siano le uniche, anche di legalità. Arriviamo nelle scuole e ci arriveremo come regione, visto che altri non se ne preoccupano più. Credo che noi saremo in grado di farlo.
Come ultima considerazione, la discontinuità non è casuale, ma è una scelta. In alcune cose noi la stiamo facendo e, quindi, la responsabilità della politica, che non può essere solo quella di un partito, dovrebbe essere estesa.Pag. 16
Io credo che un lavoro fatto in maniera concreta debba rappresentare, specialmente su questa tematica, una posizione di consapevolezza comune, che, presidente, purtroppo non sempre mi pare ci sia, anche se ho notato una differenziazione di approccio di molti colleghi a questa particolare occasione che ci vede protagonisti, noi come Commissione e lei come presidente. Valuteremo le varie posizioni.
D'altra parte, a differenza di altri, io non mi occupo di sceneggiare come dovrebbe essere la Lombardia in televisione e, quindi, le faccio semplicemente questa mia proposta di guardare al futuro con grande sensibilità ai giovani.
MASSIMILIANO MANFREDI. Io vorrei soltanto chiedere un parere al presidente Maroni, anche in virtù del suo precedente incarico, sull'efficacia del cosiddetto protocollo Expo per la gestione degli appalti.
Le spiego perché. È lo stesso che noi abbiamo importato nel decreto n. 136, che abbiamo convertito alla Camera, per la Terra dei fuochi. Riguarderà situazioni importanti, ma entrerà nella fase applicativa l'anno prossimo, perché ci troviamo ora in una fase di analisi dei terreni.
Dato che questa Commissione, grazie anche alla presidente Bindi, ha fatto un lavoro con le procure e con i prefetti delle aree competenti e ha raccolto alcuni suggerimenti, siamo ancora in tempo, essendo ancora nella fase di analisi, per sentire se, secondo lei, ci sia ancora qualcosa da migliorare.
Le chiedo se possiamo aprire un canale di comunicazione tra queste due esperienze, dato che ormai il problema degli appalti e delle infiltrazioni è chiaramente nazionale – non stiamo qui a dirlo – in maniera tale da poter rendere magari più efficace la materia, almeno in senso generale.
Grazie.
PRESIDENTE. Presidente Maroni, lei sa che ad alcune domande può riservarsi di rispondere anche per iscritto, nel caso in cui non avesse le informazioni.
Do la parola al presidente Maroni per la replica.
ROBERTO MARONI, presidente della regione Lombardia. Ce n’è una sola a cui non risponderò, non perché voglia essere reticente o perché sia un segreto, ma solo perché non ho l'informazione che mi è stata chiesta e, quindi, mi riservo di approfondire. È quella su eventuali incarichi presso qualche struttura della Lombardia di due persone che sono state menzionate. A me non risulta che ne abbiano, ma mi riservo di approfondire.
Queste due persone non fanno più parte del Comitato per la sicurezza. Adesso lo dirò. Parlo di De Donno e Mori. Non voglio dire che non abbiano incarichi da qualche parte. Non mi risulta, ma, onestamente, voglio verificare.
I rapporti tra mafia e politica rappresentano certamente un tema cruciale, che non voglio naturalmente sottovalutare, anzi, la nostra attenzione è massima. La regione Lombardia si è costituita parte civile nei confronti anche di ex assessori come Zambetti e si costituirà parte civile nei confronti di chiunque, qualunque ruolo ricopra, se ha prodotto un danno, anche d'immagine, alla regione. Non c’è il minimo dubbio.
Parto da questo per ribadire che su Infrastrutture Lombarde non sono in discussione gli appalti e meno che meno gli appalti Expo. Questa inchiesta ha contestato al direttore generale di Infrastrutture Lombarde incarichi professionali affidati ad avvocati e a studi legali per garantire che gli appalti fossero fatti in modo regolare. Gli appalti sono stati fatti in modo regolare. L'inchiesta ha contestato l'aggiudicazione di incarichi professionali, riconoscendo però, come ho detto, che, dal punto di vista formale, queste procedure sono state seguite.
Io sono, ovviamente, molto interessato a capire quale sia la contestazione fatta per procedere a modificare eventualmente qualcosa, ma, se c’è scritto che sono formalmente ineccepibili, ci devo credere. Riguardano comunque incarichi professionali.
PRESIDENTE. Posso fare una domanda ? Almeno io personalmente non ho Pag. 17avuto la possibilità di leggere i dati dell'inchiesta, ma, se l'obiettivo di affidare incarichi professionali era quello di verificare la correttezza degli appalti, potrebbe emergere che i professionisti che sono stati facilitati nell'avere gli incarichi abbiano certificato la bontà degli appalti, ma nascondendo qualche cosa. Questo è il dubbio che sorge. Se la finalità era quella, potrebbe essere accaduto.
ROBERTO MARONI, presidente della regione Lombardia. La magistratura farà tutti gli accertamenti. Questi erano studi legali che non dovevano certificare gli appalti. Io sto agli atti e affermo la presunzione di innocenza di chiunque.
Conosco l'ingegner Rognoni. Ho voluto io che continuasse la sua attività con me, mentre altri dirigenti li ho sostituiti, non perché abbia voluto interpretare il concetto della discontinuità, che viene vista in modo un po’ ossessivo, a volte. Io continuo le cose buone fatte. Voglio continuare le cose buone fatte da chi mi ha preceduto e discontinuare quelle non positive o le attività che non ritengo siano adeguate alla regione Lombardia.
Nel fare questo, quando mi sono insediato, ho valutato le risorse umane che c'erano. Qualcuno è stato sostituito, qualcun altro no. L'ho detto anche in consiglio regionale, pubblicamente: io ho ritenuto il direttore generale di Infrastrutture Lombarde una persona che potesse continuare l'azione che faceva. Mi rimetto, naturalmente, alla magistratura, ma la contestazione che viene fatta, lo ripeto, non riguarda gli appalti Expo, che sono già stati tutti assegnati. Tutte le gare per tutte le opere sono già state assegnate. Non ci sono altre gare, se non per servizi e per alcuni allestimenti. Da questo punto di vista non ho motivo di preoccuparmi, perché le gare sono state fatte, l'appalto Expo non è stato contestato dalla magistratura e, quindi, vedremo che seguito avrà.
Noi siamo intervenuti subito sostituendo il direttore dei lavori, che non è stato arrestato, ma è stato interdetto, e mettendo al suo posto un giovane ingegnere, l'ingegner Robuschi, che fa parte di Infrastrutture Lombarde. Questo perché, come ho detto, la convenzione tra la società Expo e la regione Lombardia affida alla regione Lombardia la direzione dei lavori, ma attraverso Infrastrutture Lombarde. Abbiamo preso un dirigente di Infrastrutture Lombarde che non è stato toccato dall'inchiesta.
Detto questo, ribadisco che è in corso un confronto con Infrastrutture Lombarde, col ministero e col Governo per vedere come nell'ultimo miglio sia necessario intervenire per rendere più efficiente il sistema di gestione del traffico all'interno della piastra.
Il controllo sugli appalti viene fatto. Per ogni appalto, per ogni procedura e per ogni gara c’è un RUP (Responsabile unico del procedimento), una persona fisica ben individuata. In Lombardia esiste, come in tante altre regioni. Questa è la persona che ha il compito di controllare il procedimento e ne è responsabile. Per ogni procedimento è identificata una persona fisica, un dirigente della regione.
Sulla vicenda Infrastrutture Lombarde ricordo che il 27 marzo io ho costituito una commissione d'inchiesta interna per verificare se siano state violate non le leggi penali, perché quello spetta alla magistratura, ma i regolamenti e le procedure interne, nonché di controllo. Ricordo che Infrastrutture Lombarde ha un comitato di vigilanza, in cui ci sono rappresentanti anche dell'opposizione, che ha appunto il compito di vigilare. Nessuna segnalazione è arrivata.
Ci si riferiva a vicende antecedenti il mio mandato. L'inchiesta ha preso in esame gli anni dal 2008 al 2012. Per il 2013 non c’è alcuna contestazione. Io posso dire che anche il comitato di vigilanza nell'anno di competenza non ha segnalato nulla, ma non c'era evidentemente nulla da segnalare.
Quanto agli intrecci tra mafia e politica che sottolineava l'onorevole Fava, la pervasività e, aggiungo io, anche l'insidiosità dimostrano la debolezza della politica. I casi citati sono eclatanti ed evidenti. Mi riferisco al sindaco di Valmadrera e al coinvolgimento anche, almeno sulla Pag. 18stampa, del sindaco di Lecco, Virginio Brivio. Non sono di centrodestra, ma io non ho voluto dire nulla in merito e non ho voluto strumentalizzare questa vicenda, perché ho troppo rispetto della presunzione di innocenza.
Conosco personalmente il sindaco Virginio Brivio, che incontrerò venerdì, come ho detto, nella trasferta della Giunta a Lecco. Lo conosco personalmente e ovviamente mi rattrista il fatto che sia in qualche modo coinvolto. Lui mi ha spiegato la vicenda che l'ha coinvolto, ma io non esprimo giudizi o pareri e non utilizzo nessun argomento politico.
Pregherei di fare altrettanto in particolare nei confronti di una persona che qui è stata citata, il consigliere regionale Ciocca, che non è stato indagato in alcuna vicenda. Se pubblicare una foto in cui si vede una persona che incontra altre persone è un reato o dimostra la mala pianta della politica, allora, cari colleghi, vi invito a stare attenti. Il consigliere Ciocca non è stato indagato in alcun modo. Lo dico perché è giusto riconoscere le responsabilità, ma anche le estraneità a qualunque tipo di responsabilità.
Il tema rimane sia per la politica, sia per il mondo delle imprese. La Lombardia, e non solo la Lombardia, è una regione in cui gli affari, gli appalti e le commesse pubbliche sono numerosissimi. C’è questo rischio certamente.
Voglio ricordare, però, che i casi citati sono casi eclatanti. Ci sono più di 1.500 comuni in Lombardia, 1.500 sindaci e un milione circa di imprese, una ogni 10 abitanti. Certo, ci sono questi casi, ma c’è anche la stragrande maggioranza, io direi la quasi totalità, degli amministratori pubblici, dei sindaci, dei piccoli comuni e degli imprenditori che fa il suo lavoro onestamente, presidiando le regole della legalità e svolgendo un'attività che sottrae tempo libero a queste persone e alle loro famiglie per svolgere una funzione sociale pubblica.
A questi amministratori va riconosciuto il lavoro che fanno. Dobbiamo intervenire per punire chi sbaglia, sempre sulla base della presunzione di innocenza, ma io voglio riconoscere anche che i sindaci della Lombardia e i tanti amministratori che fanno onestamente il proprio lavoro ci sono e continuano a farlo. Questa è la forza della democrazia.
Quanto al comitato per la legalità e la trasparenza, io l'ho ricostituito a maggio dello scorso anno, come ho detto, per la sicurezza dei cantieri. È guidato dal generale Forchetti della Guardia di finanza ed è composto da cinque persone: il generale Forchetti, il generale Giovannelli, ex generale dei carabinieri, l'avvocato Dell'Elce e due rappresentanti delle minoranze, dell'opposizione, l'ingegner Cicconi e l'ingegner Thiella.
Poi c’è un osservatorio per la legalità, costituito dal consiglio regionale, con un rappresentante della Giunta, l'assessore Bordonali, che è l'assessore alla sicurezza, cinque rappresentanti del consiglio e alcuni membri esterni al consiglio regionale: un rappresentante del mondo delle università, Nando Dalla Chiesa, uno delle associazioni antimafia, Jole Garuti, uno del mondo della scuola e della formazione, Giulio Massa, e uno delle organizzazioni sindacali, il dottor Moriello.
Come parte civile, l'ho già detto, ci siamo costituiti nei confronti di Zambetti e di altri nei procedimenti penali, nei confronti dell'ex presidente Formigoni e nei confronti di chiunque ci costituiremo senza alcun problema.
L'ultima questione riguarda il protocollo Expo. È un protocollo che funziona e che ha le sue specificità, perché Expo riguarda tanti cantieri e tante attività, soprattutto appalti. Ovviamente è un protocollo che, come diceva l'onorevole Fava, richiede una continua attenzione e una continua evoluzione. La mafia è come un virus che si adegua gli anticorpi, ragion per cui dobbiamo continuamente sorvegliarlo.
Quello che mi rende soddisfatto e, devo dire, ottimista è che c’è una fortissima e leale collaborazione tra tutte le istituzioni, anche di colore politico diverso: il comune di Milano, i comuni che hanno sul proprio territorio l'area Expo, il prefetto, il presidente della regione, il Governo, il Ministero dell'interno e le forze dell'ordine.Pag. 19
Questo funziona perché c’è uno scambio di informazioni. Noi, come ho detto, abbiamo messo a disposizione tutte le informazioni della regione nei confronti della Guardia di finanza. Più di così, francamente, non vedo che cosa si possa fare con i compiti che noi abbiamo.
Questo continuo scambio di informazioni è il metodo, al di là dei contenuti del protocollo. Se vuole, però, tengo informata la presidenza su ogni evoluzione che ci sarà nell'aggiornamento eventuale del protocollo.
PRESIDENTE. L'onorevole Nuti vorrebbe fare una precisazione.
RICCARDO NUTI. Sì, presidente, perché mancava una risposta.
ROBERTO MARONI, presidente della regione Lombardia. Ho avuto l'informazione. Nel comitato per la trasparenza degli appalti e la sicurezza, quello che dicevo prima, dal 2009 al 2010, ossia fino alle elezioni, ci sono stati Boemi, magistrato, Grechi, presidente emerito della corte d'appello, Mori e De Donno.
Questo dal 2009 al 2010. Poi dal 2010 non ci sono più. Solo Grechi è delegato alla trasparenza. L'anno scorso io ho rinnovato il comitato con i cinque nomi che ho citato.
RICCARDO NUTI. Resta la mia domanda sul fatto se l'impresa e i suoi esponenti coinvolti in queste indagini, come G-risk e De Donno, avessero contratti con regione Lombardia. Questa fra le risposte non c’è stata.
ROBERTO MARONI, presidente della regione Lombardia. A me non risulta.
RICCARDO NUTI. Non le risulta che abbiano contratti ? Io avevo capito che non fossero nel comitato.
ROBERTO MARONI, presidente della regione Lombardia. Nel comitato non ci sono. Sui contratti non mi risulta, ma mi riservo di verificare e comunicare.
RICCARDO NUTI. Perfetto. Ho un'altra osservazione. Lei diceva poco fa che il tutto non riguarda appalti futuri su Expo. Io, a questo punto, le leggo quello che dice il GIP. Leggo testualmente per evitare fraintendimenti: «Emerge dagli atti e dai testi delle telefonate riportate che gli indagati hanno già predeterminato l'assegnazione di future gare sull'Esposizione universale». I fatti riguardano appalti futuri, altrimenti non si capisce come mai venga detto questo dal GIP.
Inoltre, non so se abbia sentito sempre il GIP che parla di «clamoroso e spudorato conflitto di interessi», con riferimento sempre alla vicenda dei professionisti e degli avvocati che dicevamo poco fa.
ROBERTO MARONI, presidente della regione Lombardia. Il conflitto di interessi riguarda due avvocati, che erano i difensori anche di aziende interessate, ma non riguarda gli appalti Expo.
Per l'amor di Dio, io non ho alcun interesse a coprire alcunché. Ho nominato una commissione d'inchiesta. Se la magistratura stabilirà che c’è qualcuno che si è comportato male, ne prenderò atto, ma non ho interesse a coprire nessuno. Ho dato la piena e totale disponibilità al magistrato a fornire tutte le informazioni. Voglio verificare se siano state violate le procedure di controllo interno, che ci sono ovviamente, per capire se qualcuno abbia dato copertura a comportamenti irrispettosi della legge. La commissione d'inchiesta l'ho nominata interna proprio per questo motivo.
La società Expo ha già espletato tutte le gare per le opere. Restano da fare le gare per i servizi e gli allestimenti. Questo è quello che risulta a me. Le gare le fa la società Expo, affidandosi a Infrastrutture Lombarde.
PRESIDENTE. Ringraziamo il presidente e gli auguriamo buon lavoro. Come, del resto, ha affermato, lo riteniamo a disposizione per il nostro lavoro, che non si ferma qui. Ci sarà un comitato che lavorerà proprio sulle infiltrazioni delle mafie al Nord e un altro che lavorerà sugli Pag. 20enti locali. Inoltre, naturalmente, seguiremo la vicenda Expo.
Dichiaro conclusa l'audizione.
Comunicazioni della presidente.
PRESIDENTE. Comunico che la votazione della proposta di relazione sulla gestione dei beni confiscati è differita alle 20.15.
Comunico, inoltre, che nella riunione odierna dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi si è stabilito che una delegazione della Commissione si rechi a Bari il 15 aprile e a Matera il 16 per un punto sulla criminalità rispettivamente in Puglia e in Basilicata.
Nella medesima riunione si è stabilito, altresì, che una delegazione della Commissione si rechi lunedì 28 e martedì 29 aprile in missione a Reggio Calabria, a Gioia Tauro e nella Locride.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle 15.45.