Sulla pubblicità dei lavori:
Boccia Francesco , Presidente ... 2
Audizione del sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Giovanni Legnini, sulle iniziative adottate riguardo al reperimento delle risorse per il finanziamento di misure urgenti in materia di requisiti per il pensionamento del personale della scuola
(ai sensi dell'articolo 143, comma 3, del Regolamento):
Boccia Francesco , Presidente ... 2
Legnini Giovanni (PD) , Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ... 2
Boccia Francesco , Presidente ... 3
Saltamartini Barbara (NCD) ... 3
Marcon Giulio (SEL) ... 3
Legnini Giovanni (PD) , Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ... 3
Marcon Giulio (SEL) ... 3
Boccia Francesco , Presidente ... 4
Castelli Laura (M5S) ... 4
Incerti Antonella (PD) ... 4
Coscia Maria (PD) ... 5
Tripiedi Davide (M5S) ... 5
Palese Rocco (FI-PdL) ... 5
Di Salvo Titti (SEL) ... 6
Damiano Cesare (PD) ... 6
Saltamartini Barbara (NCD) ... 7
Boccia Francesco , Presidente ... 7
Legnini Giovanni (PD) , Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze ... 8
Boccia Francesco , Presidente ... 8
Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DELLA V COMMISSIONE FRANCESCO BOCCIA
La seduta comincia alle 14.25.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
Audizione del sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Giovanni Legnini, sulle iniziative adottate riguardo al reperimento delle risorse per il finanziamento di misure urgenti in materia di requisiti per il pensionamento del personale della scuola.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 3, del Regolamento, l'audizione del sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Giovanni Legnini, sulle iniziative adottate riguardo al reperimento delle risorse per il finanziamento di misure urgenti in materia di requisiti per il pensionamento del personale della scuola.
Do il benvenuto ai colleghi della Commissione lavoro e in particolare al presidente Damiano. Con il sottosegretario Giovanni Legnini avevamo concordato che il Governo si sarebbe espresso sulla risoluzione connessa al tema oggetto di questa audizione, con particolare riferimento al cosiddetto caso dei «quota 96», prima dell'inizio lavori sul Documento di economia e finanza (DEF) 2014.
Do, quindi, la parola al sottosegretario Legnini affinché svolga la sua relazione.
GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Grazie, presidente. La mia audizione sarà brevissima, nel senso che, come avevo avuto modo di affermare in una precedente seduta, accogliendo le osservazioni che il Governo aveva formulato riguardo alla necessità di avere uno spazio temporale aggiuntivo, ad oggi, il Governo non ha individuato la soluzione finanziaria. Il dato è questo.
Il Governo è consapevole della serietà del problema, seppure esistano, come i commissari sanno, tesi difformi di carattere tecnico circa il fatto che si sia trattato o meno di un errore. Lasciando perdere questo punto, il Governo ha ben presente quale sia la volontà dei gruppi parlamentari. Il Documento di economia e finanza (DEF) non reca una previsione specifica su questa materia, anche se non è precluso ricercarla nei macroaggregati di finanza pubblica. Tuttavia, sappiamo benissimo che questo tema così rilevante richiede uno sforzo finanziario non secondario.
Il mio collega, il sottosegretario Baretta, sta lavorando per cercare di fare di chiarezza, anche finanziaria, su tutta la materia che riguarda gli esodati e i provvedimenti che si sono succeduti, così da individuare una qualche soluzione. Anche considerando l'esito del lavoro che si sta svolgendo, ci sarebbe bisogno di ulteriore tempo per poter individuare e adottare una soluzione. Purtuttavia, poiché la Commissione aveva indicato come termine l'adozione del DEF, cosa che non sfugge al Governo, era utile e giusto che io fornissi Pag. 3questo punto della situazione affinché la Commissione deliberi nel senso che ritiene.
È bene considerare che è in corso la discussione sul DEF e che, come voi sapete molto meglio di me, l'esame del DEF si concluderà con la votazione di una risoluzione parlamentare.
PRESIDENTE. Nel ringraziare il sottosegretario, do ora la parola ai colleghi che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.
BARBARA SALTAMARTINI. Ringrazio il sottosegretario Legnini. So che il lavoro suo, nonché del sottosegretario Baretta e di chi può indicarci la possibile soluzione, sta proseguendo.
Io, presidente Boccia e presidente Damiano, penso che non possiamo continuare né a tergiversare né a procrastinare la decisione. Non voglio tornare sulle valutazioni politiche che hanno indotto le due Commissioni a promuovere una risoluzione votata all'unanimità, perché credo siano note a tutti. C’è l'urgenza e lo abbiamo detto. Il tempo in questo caso non gioca a nostro favore e, quindi, non possiamo permetterci di dilazionare una decisione.
Credo che sia stato un atto di responsabilità da parte di tutti i commissari non proseguire sulla proposta di legge così come ci era stata presentata, perché sapevamo bene che non avrebbe risolto i problemi relativi alla copertura finanziaria. Avremmo assunto sicuramente un atto politico importante, ma non risolutivo. L'unico mezzo che abbiamo a disposizione, secondo me, è intervenire nel DEF per indirizzare, da un punto di vista politico, la destinazione delle risorse verso la soluzione del problema.
Non vedo altre strade. Visto che ormai di tempo non ce n’è più e siamo tutti d'accordo sul fatto che sia opportuno risolvere il problema degli insegnanti del comparto noto come «quota 96», credo che dobbiamo procedere e far sì che la risoluzione diventi effettiva.
In questo modo nel DEF ci sarà una chiara indicazione da parte nostra delle risorse necessarie.
GIULIO MARCON. Senza offesa per il sottosegretario, che non è responsabile, in quanto lo è il Governo nel suo complesso, penso che questa risposta sia una presa in giro. Noi abbiamo votato una risoluzione che chiedeva al Governo di riferire in merito prima del DEF.
GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. E ha riferito !
Ho detto la verità !
GIULIO MARCON. Ho premesso che la responsabilità non è sua, ma del Governo nel suo complesso. C’è un ulteriore rinvio sulla base di una risoluzione molto chiara, che non chiedeva al Governo di riferire in via teorica e astratta, ma di riferire concretamente sulle coperture per dare seguito a un provvedimento che tutto il Parlamento vuole.
Mi sembra che questo sia un rinvio sine die perché, quando lei fa riferimento al lavoro che sta compiendo il sottosegretario Baretta per cercare di elaborare una misura che comprenda anche la soluzione di altre problematicità della legge Fornero – riguardanti, nello specifico, la categoria dei macchinisti o, più in generale, i lavoratori esodati – questo significa rinviare di molti mesi. Non crediamo sia realizzabile nel giro di qualche settimana o di qualche giorno.
Questa risposta ci lascia completamente insoddisfatti e viene meno all'impegno che le due Commissioni avevano chiesto al nostro Governo di assumere. Abbiamo addirittura modificato la nostra risoluzione per dare più agio al Governo di rispondere attraverso le forme che pensavamo fossero migliori nel rapporto tra Governo e Parlamento. Prendiamo atto che questo rinvio è in realtà una risposta negativa.
Crediamo che l'unica possibilità che ha la Commissione competente è quella di votare di nuovo il progetto di legge con le Pag. 4coperture individuate. L'ipotesi avanzata dalla vicepresidente Saltamartini potrebbe essere condivisibile, e ne apprezzo lo spirito costruttivo, ma il DEF sarà votato tra due giorni e mi sembra irrealistico che il Governo nei prossimi due giorni, dopo aver risposto «picche» per tante settimane alle nostre richieste, possa modificare il DEF per inserire una posta di bilancio che risponda a questa emergenza.
Riteniamo, quindi, che l'unico modo sia che la Commissione V calendarizzi di nuovo il parere sulle coperture previste per il progetto di legge Ghizzoni. Ognuno poi si assumerà le proprie responsabilità. Questa logica del rinvio non va assolutamente d'accordo con un'emergenza così grave che ha bisogno di risposte immediate.
Basta rinvii, votiamo !
PRESIDENTE. Mi permetto di intervenire per canalizzare il dibattito affinché non prenda una piega che rischia di non metterci nelle condizioni di trovare una soluzione in tempi ragionevoli.
La proposta della relatrice Saltamartini è assolutamente percorribile, nel senso che ci sta chiedendo – è una scelta dei gruppi – di condizionare l'approvazione del DEF all'inserimento nella risoluzione parlamentare di questo impegno, che è l'atto più vincolante che le Commissioni bilancio e lavoro possano assumere in questo momento. È l'unico passaggio che abbiamo a disposizione di qui a quarantotto ore. Immagino ci siano altri punti del DEF da affrontare, ma ora non li voglio anticipare.
Se mi posso permettere di sintetizzare, la proposta dell'onorevole Saltamartini mi pare sia questa.
LAURA CASTELLI. La proposta ci piace, perché è quello che volevamo, ma, a parte il fatto di dirci che il Governo è voluto rimanere sordo per troppo tempo, credo occorra ricordare che, fino a quando saremo una repubblica parlamentare, sarebbe bene che la politica che questo Parlamento vuole portare avanti si trasformi in fatti. Se la scusa è sempre la mancanza di soldi, c’è un problema.
Ricordiamo tutti che questa Commissione ha scelto, molto a malincuore, di lasciare da parte il progetto di legge e andare verso una risoluzione, mentre avrebbe potuto tranquillamente riunirsi e decidere quali coperture proporre al Governo. Abbiamo deciso di non farlo per benevolenza nei confronti del Governo, benevolenza che è stata mal riposta. Credo sia opportuno rimettere i puntini sulle «i» e capire che in una repubblica parlamentare non è ammissibile, soprattutto in casi così importanti, ma facili da risolvere – questa era veramente cosa facile da risolvere –, un atteggiamento del genere. Rendiamocene conto e facciamo sì che la questione delle coperture non diventi un ostacolo anche laddove la Commissione bilancio voglia risolvere nella maniera più naturale, cioè guardandosi negli occhi e decidendo quali coperture adottare.
Forse nessuno di noi si aspettava di vederlo sul DEF (o forse sì). In ogni caso devo dire che, per quanto mi riguarda, tutto l’iter è stato deludente dal punto di vista dell'atteggiamento che il Governo ha assunto nei confronti del Parlamento.
ANTONELLA INCERTI. Ringrazio anch'io il sottosegretario. Oltre al rammarico, devo esprimere preoccupazione, perché, come sottolineava la collega Saltamartini, non abbiamo più tempo.
Dobbiamo sciogliere questo nodo, che riguarda la sorte di molti lavoratori, che non possono più aspettare per ragioni materiali, connesse alla presentazione della domanda per l'accesso alla pensione. Voglio anche ricordare che molti di questi insegnanti stanno ricorrendo in via giudiziaria, peraltro ottenendo ragione e riconfermando quella specificità che a livello legislativo è stata sempre riservata al comparto della scuola.
La scuola ha una sua specificità anche rispetto al tema degli esodati. Ritengo quindi necessario trovare nel DEF, così come ci eravamo impegnati a fare, la soluzione di questo problema. Diversamente io credo che gli insegnanti resteranno senza una risposta ancora per un anno, e non sto qui a ribadire l'importanza Pag. 5di questa soluzione, che da più di un anno stiamo cercando di ottenere dal Governo.
La via proposta è l'unica possibile, perché non abbiamo più tempo.
MARIA COSCIA. Io sono qui in rappresentanza della Commissione cultura, scienza e istruzione. Domani anche noi cominceremo la discussione sul DEF e abbiamo intenzione, come VII Commissione, di porre questa come una delle condizioni per l'approvazione.
Questa questione, come già detto, ha una ricaduta importante sulla vita di qualche migliaio di insegnanti che, pur trovandosi alle soglie della pensione, non riescono ad andarci, ma ha anche una ricaduta sulla capacità delle scuole di adeguare l'offerta formativa. L'età media degli insegnanti, come sapete, è molto alta, e quando un insegnante arriva a una certa età rischia il burnout. È la difficoltà di una professione molto delicata, che richiede un necessario ricambio generazionale. Liberare questi posti significa dare l'opportunità ad altri insegnanti più giovani di migliorare l'offerta formativa.
Come detto, i tempi sono molto stretti. Da un lato, sono in vista le scadenze per fare domanda di pensionamento. Dall'altro, ci sono i tempi tecnici per la definizione degli organici delle scuole. Nei prossimi giorni avverrà anche questo. L'urgenza di decidere e dare certezze è legata a queste due contingenze temporali che richiedono finalmente una risposta positiva.
Se ne è discusso tanto. Che sia un errore, a nostro avviso, non c’è alcun dubbio, perché la scuola ragiona per anno scolastico e non per anno solare. È obiettivamente così, non c’è un dato diverso da questo. Non voglio ulteriormente argomentare.
Dico che la questione è particolarmente urgente perché, da un lato, ci sono le domande per le pensioni da presentare e, dall'altro, c’è la definizione degli organici delle scuole.
DAVIDE TRIPIEDI. La cosa che ci preoccupa è che nel DEF non c’è nulla che riguardi le pensioni. Se adesso non ci sono i soldi per i «quota 96», che risposte daremo agli esodati o ai macchinisti, che, ricordo, hanno un'aspettativa di vita di sessantaquattro anni ? Di fatto stiamo togliendo loro il diritto alla pensione. Noi siamo veramente preoccupati e rimaniamo stupiti, se queste sono le intenzioni del Governo.
La Commissione deve inserire nel DEF delle migliorie, mentre dovrebbe farlo il Governo. Siamo senza parole. Si capisce dove vogliano arrivare Renzi e la maggioranza. Il Presidente del Consiglio «se ne frega» di tutte le persone che sono state penalizzate da una riforma che avete votato voi. La strada che volete perseguire è sempre quella di penalizzare. Noi daremo battaglia. Lo annuncio qui e pregherei il Governo di cercare delle soluzioni, altrimenti che ci stiamo a fare ? C’è gente che sta perdendo le staffe e chissà cosa potrebbero combinare quelle persone.
Io mi auguro che il Governo possa dare delle risposte, perché altrimenti non so davvero perché siate qui.
ROCCO PALESE. La vicenda è nota da più di un anno. Ritengo che una delle strade percorribili sia l'individuazione delle risorse necessarie nella risoluzione sul DEF, ferma restando la grande disattenzione – nulla di personale nei confronti del sottosegretario Legnini – complessivamente dimostrata sul tema dal Governo. Non è possibile, infatti, che nel bilancio dello Stato o nel DEF non si trovi una piccola somma. Non commento perché la cosa si commenta da sola.
Oltre alla risoluzione, noi però vogliamo che il Governo indichi anche un termine temporale per risolvere la situazione. Ne abbiamo viste tante di risoluzioni, o addirittura di disposizioni o di leggi, rimaste poi disattese. Riteniamo che la risoluzione rappresenti sicuramente un altro passo in avanti, tuttavia non decisivo, in assenza di un pronunciamento definitivo del Governo sui tempi. In merito ai profili di quantificazione, sappiamo bene a quanto essa ammonti sia per il 2014 sia per il 2015 e il 2016. Non ripeto quindi le Pag. 6tante cose che abbiamo sin qui già discusso.
Noi riteniamo che sia necessario questo inserimento nella risoluzione sul DEF, ma riteniamo fondamentale soprattutto che il Presidente del Consiglio in sede di discussione del DEF, insieme al Ministro dell'economia e delle finanze, mostri di avere l'intenzione di risolvere il problema assumendo questo impegno di fronte alle Assemblee di Camera e Senato e definendo, non tanto la parte procedurale, che è scontata, quanto i tempi.
TITTI DI SALVO. Non ho molto da aggiungere a quanto ha già detto l'onorevole Marcon a nome del gruppo parlamentare di Sinistra Ecologia e Libertà. Voglio però dire una cosa: trovo che, da parte del Governo attuale e di quelli precedenti, vi sia stata una reale sottovalutazione di alcuni temi che le persone fuori da qui considerano invece un test della capacità di un Governo di ascoltare il Paese. Penso che questa sottovalutazione sia l'elemento su cui riflettere.
Più il tema riguarda persone fragili, più Parlamento e Governo dovrebbero dedicarvi un surplus di attenzione. Sono voci che, se non le interpretiamo noi, non le interpreterà nessuno. Trascinare la vicenda dei «quota 96» – sono stati nominati anche gli esodati e i macchinisti ferrovieri – di fronte a palesi errori o scelte sbagliate della cosiddetta riforma Fornero costituisce veramente una sottovalutazione. Faccio fatica a capacitarmi del fatto che non si colga come il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini si misuri su questi terreni e non su altri o sui massimi sistemi.
Certo è molto importante la direzione delle scelte economiche generali, ma la differenza e il senso della direzione di marcia si individuano esattamente nelle scelte diverse e in discontinuità che si adottano rispetto ad alcuni temi. Uno di questi, insieme a quello degli esodati e dei macchinisti ferroviari, è appunto quello che riguarda i «quota 96». La ragione è semplice: ci sono cose che fanno scattare un meccanismo di indignazione e un senso di ingiustizia. In base a quanto già osservato, è evidente che per gli insegnanti vale l'anno scolastico. Per questo scatta un sentimento di indignazione e di inspiegabilità dei motivi per cui da quattro anni sia impossibile cambiare tale specifico aspetto.
È probabile che io stia dicendo cose che tutti quanti condividiamo, anzi è quasi sicuro. Tuttavia, tra il condividere e il passare ai fatti c’è una differenza profonda. La sensazione di chi ascolta e di chi sente cosa il Governo può fare rischia di far sì che l'indignazione si trasformi in un'assoluta rassegnazione oppure in una disaffezione totale nei confronti della politica. Questo è ciò che dovrebbe preoccupare molto più di quanto mi sembra stia avvenendo. Francamente vedo un eccesso di disattenzione che non ho visto su altri terreni. Penso che non sia un problema che riguarda la Commissione lavoro o la Commissione bilancio, bensì la sensibilità sociale del Governo.
Se questo Governo, in quanto basato sulle larghe intese, non ha sensibilità sociale o non se la può permettere, è quindi un problema che si vedrà.
CESARE DAMIANO. Approfitto della presenza del sottosegretario Legnini per sottolineare un aspetto che ho sentito in molti interventi e che condivido. Nel Paese c’è un problema previdenziale che il Governo sottovaluta. Mi permetto di dirlo, perché purtroppo i nodi stanno venendo al pettine ed è difficile contenere questa spinta sociale e conflittuale che si sta determinando. Il Governo questo lo deve capire.
È una questione complessa, perché il cumulo degli errori è rilevante e l'aspettativa di vederli risolti è alta. I macchinisti, i «quota 96» e le ricongiunzioni sono tutti errori. Non so se siano errori voluti o non voluti, ma la conseguenza è che ci sono macchinisti che guidano i treni «Freccia rossa» fino a sessantasette anni e lavoratori che, attraverso la ricongiunzione, pagano di nuovo i contributi; si parla di 200 mila euro da versare nuovamente e questo vuol dire cambiare la vita di una persona.Pag. 7
E poi c’è questa confusione tra anno solare e anno scolastico che è incomprensibile, a meno che non ci sia una malizia. Io capisco che siamo sempre di fronte al tema delle risorse e so bene cosa voglia dire reperire le risorse. Questo però sta diventando un insieme di problemi che facciamo fatica a governare. Bisogna che ciò sia chiaro.
Separando le questioni, per concludere, è evidente che il problema «quota 96» urge, perché se non lo risolviamo adesso saltiamo un altro anno. Questo è il motivo per il quale abbiamo scorporato l'argomento. Ricordo poi al sottosegretario Legnini che dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Poletti abbiamo avuto l'accoglimento di una richiesta unitaria della Commissione lavoro circa l'apertura di un tavolo sul tema, tra gli altri, degli esodati e dei macchinisti, tavolo che dovrebbe aprirsi già questo mese con la presenza del Ministero dell'economia e delle finanze, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell'INPS e delle competenti Commissioni di Camera e Senato.
Altrimenti è una rincorsa continua. L'INPS non ha i numeri; il Ministero dell'economia e delle finanze, senza i numeri, non può quantificare; il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, non avendo né i numeri né i soldi, non può dare risposte: così noi rimaniamo sempre appesi a un ramo. Spero che quel tavolo, riunendo tutti, possa arrivare a delle conclusioni, in modo tale da pronunciare una parola chiara sul fatto che esistano o meno scelte politiche prioritarie su questi temi. L'urgenza della questione è abbastanza chiara e noi inseriremo tale tematica nella risoluzione.
Vedo, tra l'altro, una sconnessione nelle dichiarazioni dei ministri. Se il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Madia parla di prepensionamenti nel settore pubblico, non possiamo lasciare gli esodati a piedi nel settore privato. Se si parla di staffetta generazionale, questa è una classica staffetta generazionale: 4 mila persone vanno in pensione, anche un po’ stanche e usurate perché il lavoro scolastico è pesante, e 4 mila giovani freschi e nuovi entrano nel mondo della scuola. Sarebbe anche un bel segnale da parte del Governo al Paese.
Anch'io non vedo altra soluzione, stante il fatto che ci troviamo in un’impasse, se non inserire nella risoluzione il problema e combattere affinché dall'indicazione del problema si passi a quello che ci interessa, cioè le risorse. Io sono molto pratico: alla fine, le risorse sono ciò che fa la differenza e quindi bisogna trovarle.
BARBARA SALTAMARTINI. Sarò molto rapida. Avendo ascoltato i colleghi, credo che l'unica cosa che possiamo e dobbiamo fare per non perdere se non altro – mi permetta il Governo – la faccia, visto che ognuno di noi ci ha messo la propria, sia inserire la questione nella risoluzione sul Documento di economia e finanza 2014, come diceva il presidente Boccia.
Se così sarà, per quanto riguarda la sottoscritta, il DEF sarà approvato, ferma rimanendo la discussione sugli ulteriori aspetti dello stesso. Altrimenti, credo che avremo semplicemente perso tempo. La mia proposta è dunque di inserire tale impegno nella risoluzione sul DEF e di approvare la risoluzione medesima.
Se non sarà così, ognuno deciderà per proprio conto come comportarsi.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola al sottosegretario Legnini e concludere i nostri lavori, approfitto della presenza dell'onorevole Misiani, relatore sul Documento di economia e finanza 2014, per fare una sintesi del dibattito. È evidente che per la V Commissione bilancio, la XI Commissione lavoro e la VII Commissione cultura, in questa sede rappresentata dall'onorevole Coscia, è quasi scontata la decisione di inserire la soluzione di questo tema nella risoluzione sul DEF che l'Assemblea sarà chiamata a votare, cosa che inevitabilmente aprirà un dibattito, come ricordava il presidente Damiano, sui nodi ancora da affrontare connessi alle questioni previdenziali.
Condivido la determinazione dell'onorevole Saltamartini sulla necessità di non Pag. 8lasciare sbavature e di dare quella risposta definitiva che con le proposte di legge Ghizzoni e Marzana le Commissioni competenti avevano più volte sottoposto all'attenzione del Governo. Ringrazio il sottosegretario Legnini per averci almeno consentito, prima di iniziare i lavori sul DEF, di chiarire questo aspetto e di essere conseguenti.
Do quindi la parola al sottosegretario Legnini per la replica.
GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Vorrei solo dire che il Governo non è né irrispettoso nei confronti delle Commissioni e del Parlamento né insensibile o pigro. Io ho portato un dato e cioè che, a fronte di una volontà parlamentare che è stata reiteratamente espressa in vario modo fino all'ultima seduta e a fronte del Documento di economia e finanza 2014 che voi conoscete, la soluzione non è a oggi matura sotto il profilo finanziario. Tutto il resto appartiene alla sovranità del Parlamento.
Quello che posso dire è che continueremo a lavorare per cercare una soluzione. Il presidente Damiano e tutti i colleghi sanno bene quanto tempo è occorso per trovare soluzioni a situazioni ancor più drammatiche, senza nulla togliere alla rilevanza di questo tema. Con l'ultima legge di stabilità si è data una risposta molto importante, ma trovare soluzioni a bilancio vigente è complicato. Negare questa evidenza sarebbe negare un dato di realtà.
D'altronde il DEF è destinato a essere declinato, nel tempo, in norme di legge, non è che abbiamo già risolto. Certo è un'espressione molto forte e vincolante, con le caratteristiche che diceva il presidente, se l'Aula e i gruppi lo riterranno.
Noi continueremo quindi a lavorare, anche con le modalità di cui ho detto prima, alla ricerca di una soluzione.
PRESIDENTE. Ringrazio tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.