Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 2
Audizione del Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala:
Bindi Rosy , Presidente ... 2
Sala Giuseppe , Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015 ... 3
Bindi Rosy , Presidente ... 4
Sala Giuseppe ... 4
Bindi Rosy , Presidente ... 7
Sala Giuseppe , Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015 ... 8
Bindi Rosy , Presidente ... 8
Sala Giuseppe , Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015 ... 9
Bindi Rosy , Presidente ... 9
Sala Giuseppe , Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015 ... 9
Bindi Rosy , Presidente ... 10
Fava Claudio (SEL) ... 10
Mirabelli Franco ... 11
Nuti Riccardo (M5S) ... 11
Sala Giuseppe , Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015 ... 12
Bindi Rosy , Presidente ... 12
Sala Giuseppe , Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015 ... 12
Bindi Rosy , Presidente ... 13
Mattiello Davide (PD) ... 13
Garavini Laura (PD) ... 13
Gaetti Luigi ... 14
Nuti Riccardo (M5S) ... 14
Sala Giuseppe , Commissario Unico del governo per Expo Milano 2015 ... 14
Bindi Rosy , Presidente ... 15
Sala Giuseppe , Commissario Unico del governo per Expo Milano 2015 ... 15
Bindi Rosy , Presidente ... 16
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI
La seduta comincia alle 14.15.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata – oltre che con la redazione del resoconto stenografico – anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
Audizione del Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno prevede l'audizione del Commissario Unico delegato dal Governo per Expo Milano 2015, dottor Giuseppe Sala. L'audizione odierna, resasi tanto più opportuna alla luce delle recenti cronache giudiziarie, ha ad oggetto un aggiornamento in merito alle procedure per la realizzazione delle opere e degli interventi connessi allo svolgimento dell'Expo Milano 2015 e alla terza edizione delle linee guida per i relativi controlli antimafia. Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che di essa verrà redatto un resoconto stenografico. Ove necessario, inoltre, i lavori della Commissione potranno proseguire in seduta segreta. Ringrazio il dottor Sala per la sua presenza e ricordo che questa audizione era stata stabilita nel pomeriggio di giovedì scorso, in relazione alla necessità della Commissione di venire informata sulla terza edizione delle linee guida per i controlli antimafia dei lavori dell'Expo. Le vicende di questi giorni rendono questa audizione ancora più attuale, necessaria e importante. Una considerazione di carattere generale nasce dalla comunicazione di questa terza edizione delle linee guida, che traduco con uno slogan: «per affrettare la conclusione dei lavori è necessario abbassare il livello dei controlli sul rischio di infiltrazione mafiosa», che è stato secondo noi un messaggio assolutamente negativo non solo per i fini istituzionali di questa Commissione, in quanto crediamo che il nostro Paese sia in grado di dimostrare al mondo come la legalità acceleri i tempi e non li ritardi. Noi vorremmo capire di più, ben sapendo che tutti i protocolli adottati per i lavori dell'Expo sono più rigorosi della stessa legislazione in materia, per cui questa Commissione dovrà porsi il problema di un'eventuale proposta di modifica di una legislazione che per essere ben applicata necessita sempre di protocolli e di linee guida più rigorosi, salvo poi consentire un minor rigore in quanto la legge lo consente, come è avvenuto in questo caso. Al di là di questo aspetto, la domanda immediata che ciascuno di noi si è posto è perché, anziché rendere meno rigorose e stringenti le linee guida, non si sia pensato a irrobustire la rete dei controlli, ad aumentare le task force che avrebbero dovuto garantire l'espletamento dei controlli. Da questa domanda di carattere generale che rivolgiamo al Commissario ne nasce anche un'altra. Riteniamo che sia giusto mettere la Commissione a conoscenza dell'avanzamento dei lavori, perché la preoccupazione è di tutti. Pag. 3Noi vogliamo che il nostro Paese vinca la scommessa dell'Expo per quello che l'Italia merita, al di là delle tristi pagine di questi giorni. Questa Commissione sa bene che la corruzione è un reato spia anche per il rischio di infiltrazione mafiosa, per cui vorremmo capire quanto i fatti di questi giorni possano rappresentare un impulso per i controlli. Abbiamo accolto favorevolmente la notizia dell'affiancamento del Commissario anticorruzione all'amministrazione dell'Expo, ma, al di là di questa condivisibile scelta del Governo, vorremmo capire quale aspetto positivo si possa trarre dalle vicende di questi giorni. La ringraziamo per la sua disponibilità, naturalmente dopo la sua introduzione ci saranno alcune domande da parte mia e dei commissari. Do quindi la parola al Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala.
GIUSEPPE SALA, Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015. Buongiorno a tutti. Vorrei cominciare, senza rubare molto del vostro tempo, dalla logica che ha ispirato il protocollo di legalità e dai tipi di controllo che vengono fatti in Expo. Noi siamo una Spa con capitali interamente pubblici, quindi soggetta alle verifiche previste dal codice degli appalti pubblici. Si è quindi deciso tempo addietro di espletare delle verifiche antimafia, in particolare inviando istanza antimafia alla prefettura di Milano per le imprese aggiudicatrici e per i subappalti. In altre parole, abbiamo anche una linea di verifica dal lato amministrativo e di sicurezza di persone e mezzi di Expo a carico della prefettura di Milano e del gruppo interforze. Questi controlli vengono effettuati per mezzo di una piattaforma informatica che è stata costruita ed elaborata da Expo Spa.
La presidente chiedeva come mai non abbiamo avuto la capacità anche quantitativa di gestire le problematiche d'interesse della storia di Expo, ma segnalo che abbiamo passato una lunga fase in cui la prefettura non era in grado di rispondere nei tempi previsti per poter dare il suo consenso al fatto che una persona, un mezzo, un'azienda entrasse. Nella prima fase abbiamo avuto un periodo di attesa molto più lungo. Non è colpa di nessuno, ma questo è un fatto facilmente riscontrabile che ha avuto un impatto sul lavoro iniziale. A parte ciò, la storia di Expo è stata costellata da alcune situazioni che ora illustrerò, precisando che i protocolli antimafia e il fatto che chiunque lavori con noi firma un accordo prima di entrare, per cui all'accadimento di alcune fattispecie è costretto immediatamente a uscire e pagare i danni, ci hanno portato a tre estromissioni per quanto riguarda i lavori nei cantieri. La prima è relativa alla ditta Elios, una società che lavorava sul cantiere, che è stata soggetta a una informativa cosiddetta «atipica», come sapete, oggi non esistono più, ma nonostante questo, essendo il primo caso noi avevamo deciso di estrometterla, ma poi il TAR l'ha riammessa. Per altre due aziende, la Ventura e la Cifa Servizi Ambientali, nel 2013 sono arrivate delle informative tipiche, quindi sono state rapidamente estromesse dai cantieri. Venendo alla domanda della presidente e commentando le terza edizione delle linee guida in esame, la terza edizione ha ragione d'essere nella necessità di limitare l'ambito di applicazione delle precedenti edizioni, escludendo appalti di servizi e forniture che per tipologia non rientrano nelle attività sensibili. In altre parole, come potrete vedere dalla presentazione che farò ed è ovvio comprendere: i nostri lavori di cantiere sono in una fase abbastanza avanzata, ad essi si affiancheranno i lavori dei Paesi per i quali l'adesione al protocollo è di natura facoltativa e semplificata, ma soprattutto si affiancherà la fase di allestimento. Nella riflessione che è stata fatta, preciso un'altra volta che tutto ciò è guidato dalla prefettura di Milano, si è ritenuto che alcuni appalti di servizi e forniture non rientrassero nelle cosiddette «attività sensibili», si è ritenuto che fosse necessario semplificare le procedure amministrative previste dalle norme di legge e si è ritenuto necessario concentrare i controlli Pag. 4sugli ambiti più significativi, sensibili. Tecnicamente, per quanto riguarda le attività di realizzazione degli allestimenti i contratti d'importo pari o inferiore a 100 mila euro saranno esentati dalle verifiche antimafia, ovviamente a condizione che l'appaltatore presenti ad Expo 2015 l'autocertificazione prevista dal codice antimafia. Noi abbiamo un livello dei lavori in cui le verifiche permangono a 50 mila euro e questo valore è stato alzato a 100 mila euro per le attività di realizzazione degli allestimenti ed è stato alzato a 150 mila euro, quindi alla soglia limite prevista dal nostro ordinamento, per l'attività di organizzazione degli eventi che animeranno l'Esposizione universale.
Chiaro è che sia per la prima che per la seconda fattispecie resta fermo l'obbligo per Expo Spa 2015 di comunicare alla prefettura i contratti esentati, caricando poi i dati sulla piattaforma Si.G.Expo, che gestisce il tutto. Qualora le verifiche compiute dalla prefettura avessero esito positivo, le stesse dovranno essere comunque comunicate a Expo Spa, al fine di consentire alla nostra società di utilizzare gli esiti di tale verifiche per eventuali, successivi affidamenti in favore dell'appaltatore stesso, anche per importi superiori ai 100 mila euro.
In altre parole, un altro livello di semplificazione, che è stato introdotto dalla terza versione dei protocolli antimafia, dice che, nell'ipotesi in cui ci siano soggetti che sono nuovamente affidatari di altri contratti, ma per i quali la documentazione antimafia rilasciata per un'attività precedente è ancora in corso di validità, appare evidente che la nuova verifica antimafia non avrebbe alcuna utilità e quindi non avviene. Questa terza edizione non cambia quindi la base di verifica rispetto all'attività dei lavori, ma alza i livelli per attività che vengono ritenute non sensibili rispetto ai rischi di infiltrazione mafiosa. Questo è nella sua essenza quanto è stato definito nella terza versione firmata recentemente. Non so se vogliate pormi domande.
PRESIDENTE. Penso che sia preferibile che lei concluda la sua introduzione. In particolare, come dicevamo prima, è importante per noi conoscere lo stato di avanzamento dei lavori, perché vogliamo anche noi essere rassicurati e attraverso noi rassicurare il Paese che questa è una scommessa che l'Italia vincerà, e avere informazioni sui recenti fatti che si sono verificati e su quanto questi possano da una parte penalizzare i lavori di Expo, dall'altra se invece possano essere utilizzati in senso positivo.
GIUSEPPE SALA. Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015. Proseguendo e vedendo lo stato di avanzamento del progetto, stiamo parlando di un'area di circa 1 milione di metri quadrati, che si trova nella periferia nord-ovest di Milano. Il principale problema che si è verificato nell'ultima fase ma che si è verificato anche l'inverno scorso, è dovuto al maltempo, perché eravamo ancora, adesso lo siamo meno, in una fase di scavi e fondazioni e abbiamo avuto il cantiere praticamente allagato tra gennaio e febbraio. D'accordo con le imprese che lavorano per noi e ovviamente con i sindacati, abbiamo deciso di illuminare il cantiere e di lavorare su turni prolungati, quindi venti ore su ventiquattro, di semplificare un po’ il progetto, per esempio stralciare una parte delle tende previste per sole e pioggia, di semplificare alcuni manufatti, ma ad oggi siamo in una fase abbastanza avanzata di infrastrutturazione dell'area. La problematica che affronteremo nei prossimi mesi è che un cantiere, che è gestito fondamentalmente attraverso due macro contratti, un'impresa con i suoi subappalti che si occupano di rimozione delle interferenze, e un'altra impresa che si occupa della costruzione della piastra, in collaborazione con le nostre aziende partner – Telecom, Enel e altre – che fanno, ognuna per quanto le compete, infrastrutturazione dal punto di vista tecnico e tecnologico, e questo cantiere gestito da due gruppi di imprese diventerà a breve una pluralità di cantieri, perché ogni Pag. 5Paese costruirà il proprio padiglione. Abbiamo proposto agli altri Paesi di farci carico tecnico-operativo dell'attività di scavi e di fondazioni, in maniera che poi i Paesi costruiranno i loro padiglioni, che saranno fondamentalmente dei prefabbricati. Questo con un duplice obiettivo, il primo dei quali è ridurre i tempi e di semplificare la vita ai Paesi stessi. Il secondo obiettivo è che la fase più a rischio per la sicurezza è quella degli scavi e nel momento in cui tutti i Paesi arrivano e lavorano in spazi contigui è molto meglio se lavorano non mezzi di movimento terra, ma mezzi che montano questo tipo di padiglioni. Vedete nel terzultimo Bullet point la limitazione al massimo della possibilità di realizzare livelli interrati per i padiglioni self built. A che punto siamo operativamente. I lavori sono suddivisibili nel primo blocco delle interferenze e della piastra, nel secondo, che è relativo ad alcuni manufatti di superficie in cui invece la responsabilità è nostra, e poi c’è il tema della costruzione dei padiglioni dei Paesi e i cluster sono altri manufatti che ospitano i Paesi ma che sono di nostra responsabilità.
Vediamo più nel dettaglio. Il contratto di rimozione delle interferenze ha uno stato di avanzamento dei lavori dell'83 per cento, dati della fine del mese scorso; il contratto relativo alla piastra, sono quindi i due contratti più importanti, ha uno stato di avanzamento circa al 50 per cento ed è destinato a terminare il 1o ottobre 2014, il secondo a marzo del 2015. Sono due tipi di attività che vanno tecnicamente a seguirsi l'un l'altro, in quanto interferenze significa che c'erano parcheggi, centrali elettriche, piccoli corsi d'acqua, strade, e, man mano che si pulisce dalle interferenze, si comincia a costruire la base, dove per piastra si intende tutto quanto sta dalla superficie in giù. La superficie vuol dire strade interne, il corso d'acqua che l'attraversa, le reti di Telecom, le reti di Enel, quindi tutto quanto è dalla superficie in sotto. Il grosso delle costruzioni spetterà ai Paesi, ma alcuni manufatti, invece, sono di nostra responsabilità. Questa cascina già esistente necessita di lavori di ripristino abbastanza facili, che termineranno a dicembre 2014, due passerelle, una va verso la Fiera perché lì arriva la metropolitana che porterà buona parte dei flussi di visitatori, un'altra va verso Cascina Merlata, dove c’è un grande parcheggio e il villaggio per gli staff dei Paesi, un teatro aperto che ospiterà uno spettacolo serale e poi altre, poche architetture nostre, dove metteremo dei padiglioni tematici o architetture di servizio quali gli spazi per la ristorazione, i bagni, i servizi. A ciò si aggiungono questi cluster. Oggi siamo a 147 Paesi aderenti, di cui una parte – circa 60, dai contratti che stiamo firmando – costruirà il proprio padiglione, mentre gli altri Paesi, i cosiddetti «Paesi minori», sono da noi raggruppati secondo una logica che ha privilegiato il loro raggruppamento secondo questi cluster, quindi secondo la tipologia di prodotto: quelli del cacao assieme, quelli del riso assieme, quelli del caffè assieme. Queste opere sono iniziate da poco, finiranno per novembre e sono a nostro carico. Ad oggi sono 147 i Paesi aderenti, dai contratti che stiamo firmando riteniamo che avremo il maggior numero di padiglioni self built e quindi a carico dei Paesi della storia dell'Expo, circa sessanta, e alcuni esempi di padiglioni fanno capire questa logica della prefabbricazione. Sono architetture che appaiono magnificenti, ma in realtà sono architetture molto leggere, che vengono realizzate in gran parte fuori dal cantiere e che poi vengono montate nel cantiere attraverso delle gru ponte, che sono stazionate al limite dello spazio assegnato. Qui c’è una lista delle aziende nostre partner, abbiamo concluso partnership abbastanza importanti con molte aziende italiane, alcune straniere come Samsung e Cisco.
Il messaggio che tengo a dare spesso perché si legge nei numeri registrati nei nostri bilanci è che la realizzazione dell'Expo per le casse pubbliche costerà 1 miliardo e 300 milioni, cifra che abbiamo, laddove non possiamo immaginare di andare Pag. 6in banca a chiedere ulteriori prestiti, quindi il piano è costruito su un investimento di 1 miliardo e 300 milioni.
Riteniamo che i Paesi investiranno 20, 30, 40 o 50 milioni a testa, quindi circa 1 miliardo di lavori che ricadranno in grandissima parte sul territorio italiano, e le aziende partner con contratti già firmati mettono circa 400 milioni. Per quanto riguarda le grandi tasche italiane, quindi, l'investimento è bilanciato da investimenti o degli stranieri o delle aziende che si trasformeranno in lavoro.
Andando sulla logica di cosa ci aspettiamo nel 2015, quindi di vedere le aspettative di visita, ma anche le problematiche e le complessità che dovremo fronteggiare, riteniamo realistico un target di 20 milioni di visitatori con 24 milioni di ingressi, qualcuno verrà due volte, di cui circa 12 dall'Italia e circa 8 dall'estero. Lo ritengo molto realistico, perché siamo già molto vicini all'obiettivo di vendere 4 milioni di biglietti entro l'estate, a tour operator ovviamente, non alle singole persone. Il nostro confronto con i tour operator fa sì che loro acquistino i biglietti e ci costruiscano un pacchetto di offerte che fa sì che l'idea della visita all'Expo sia anche una visita in Italia.
Qui si danno ulteriori elementi per spiegare come promuovere l'Expo e vendere i biglietti. In seguito bisognerà cominciare a lavorare al di là dell'aspetto commerciale, quindi rendere l'idea che partecipare all'Expo è una cosa interessante e creare le condizioni affinché la visita possa avvenire. Questo primo esempio è relativo alla tematica dei visti, in quanto da più di cento Paesi al mondo per venire in Italia è necessario un visto, per cui abbiamo concentrato la nostra attenzione su alcuni Paesi critici, Cina e Russia. In particolare, in Cina, prima che cominciassimo questa avventura di Expo, la capacità del nostro Paese di emettere visti era molto limitata, circa 300 mila visti all'anno, stiamo già salendo molto rapidamente e quest'operazione con la Farnesina tende a essere replicata in una serie di Paesi critici.
Veniamo al tema degli accessi e della mobilità all'interno del sito. La scelta di un'area di 1 milione di metri quadrati, più o meno un chilometro e mezzo di lunghezza e un massimo di trecentocinquanta metri di larghezza, quindi un'area molto inferiore a quella utilizzata dalle grandi esposizioni orientali, Shangai era su un'area cinque volte maggiore, è una scelta voluta, che porta a problematiche per cui tutto è molto compresso, quindi si richiede maggiore attenzione nei lavori con una serie di protocolli sulla sicurezza e quanto vi dicevo sugli scavi e le fondazioni per i Paesi, ma garantisce che all'interno non circoleranno mezzi di alcun tipo se non piccoli mezzi elettrici per persone con problemi di mobilità. Nel ring intorno continueranno a muoversi dei piccoli bus, ma l'idea è che uno entra e cammina. Venti milioni di visitatori significa una media di 130 mila visitatori al giorno, con picchi che riteniamo essere pari a 250 mila in alcuni giorni. Essendo un'area periferica ma cittadina, ci dobbiamo chiedere come verranno usati i mezzi trasporto e come arriverà la gente. Dalle analisi fatte riteniamo che il 32 per cento dovrebbe arrivare in treno: da un lato, un accordo recentemente firmato con le Ferrovie dello Stato ci permetterà di avere più treni, e prezzi e condizioni particolari, dall'altro cerchiamo di invitare la gente a venire in alcuni giorni piuttosto che in altri, in funzione del relativo disturbo alla mobilità cittadina. È chiaro che verso il fine settimana c’è meno disturbo rispetto al normale flusso che condiziona la città di Milano. Dunque si reputa che circa il 66 per cento entrerà dall'accesso a ovest, perché da quel lato arrivano la metropolitana e la linea ferroviaria alta velocità da Torino, con tutto quello che ne consegue. C’è anche una complessità logistica non solamente delle persone, ma anche dei mezzi. Se immaginiamo di essere in un venerdì notte, prima di un sabato del mese di giugno, quindi a pieno regime, in una notte del genere in poche ore bisogna portare dentro circa 460 tonnellate di food and beverage, quindi bisogna immaginare Pag. 7230 Ducato che entrano in tre ore. La sicurezza sarà garantita da controlli simili ai controlli aeroportuali, nel senso che si passa sotto un archetto da tarare a seconda del momento, della situazione, di chi si trova all'interno del sito. È in corso una gara per dotarci di una struttura di operatori di vigilanza privata per più di mille persone e su questo ovviamente ci sarà un ruolo importante del Ministro dell'interno. Con enti e istituzioni che si occupano normalmente di ambiti sensibili per noi, stiamo lavorando per far sì che Expo 2015 sia visto come un nodo della piattaforma logistica nazionale e che attraverso la collaborazione dell'Agenzia delle dogane tutto sia sveltito. Immaginate tutti i Paesi che arrivano con i loro mezzi e le loro persone e dunque uno sportello unico doganale come cabina di regia, oltre che un potenziamento del trasporto pubblico locale, in particolare con il comune di Milano, estendendo le ore e portando al massimo possibile l'idea del trasporto pubblico, perché è chiaro che per noi meno gente arriverà in macchina e più sarà un successo.
Nell'ultimo anno bisogna quindi completare l'attività di infrastrutturazione, mentre dall'altro lato entreranno in gioco i nuovi protagonisti, che sono i Paesi che costruiranno i loro padiglioni, e poi ci sarà una problematica di allestimento, perché i padiglioni devono essere adeguati a ricevere i visitatori.
Come richiesto dalla presidente, vorrei fare un rapido punto sugli accadimenti di cui tutti siamo al corrente, che hanno interessato le ultime giornate. Il giorno 8 maggio si sono presentati presso gli uffici della società Expo Spa gli ufficiali della polizia giudiziaria che, su richiesta della procura della Repubblica, hanno sottoposto a me, in quanto legale rappresentante della società, un ordine di esibizione di documenti nell'ambito dell'indagine condotta dalla procura, avente per oggetto la contestazione di alcuni reati che avete appreso dalla stampa. Abbiamo consegnato una serie di documentazioni relative non solamente agli atti di gara di alcune gare che sono state ritenute critiche, ma anche ovviamente degli stati di avanzamento di costruzione. Le procedure relative a questi appalti sono già concluse e aggiudicate, si tratta sempre di gare di rilievo comunitario affidate con procedura aperta, che sono state tutte deliberate dal consiglio di amministrazione di Expo Spa. Tutti questi documenti sono stati acquisiti dall'autorità giudiziaria e nell'ambito di tale indagine è stata disposta una misura coercitiva nei confronti di Angelo Paris, dirigente della società, che non so perché è stato descritto dai media come direttore degli acquisti, ma in realtà era direttore generale di Construction.
Ferme l'odiosità e l'estrema rilevanza dei reati contestati, ad oggi noi non abbiamo avuto indicazioni dalla procura di fermare o di rivedere alcuna gara tra quelle assegnate, quindi la procura ad oggi ci sta dicendo di andare avanti sulle gare così come sono state assegnate. Permettetemi ancora di osservare che questi fatti sono totalmente estranei al filone di indagine giudiziaria che riguarda la sanità lombarda, non c'entra niente, anche se mediaticamente vengono associati. Domani avremo la visita del Presidente del Consiglio, nel corso della quale per quanto ci compete dovremo provvedere a individuare una nuova struttura di governo del cantiere, quindi in primis la sostituzione dell'ingegner Paris, e per quanto riguarda il Governo quello che il Governo riterrà di dover mettere in atto vista la situazione.
PRESIDENTE. Grazie, dottor Sala. Prima di lasciare la parola ai commissari, mi permetto di formularle alcune richieste di ulteriore chiarimento, perché questa audizione è nata prima che apprendessimo delle indagini cui lei ha fatto riferimento, è nata dalla necessità da parte di questa Commissione di capire perché si sia ritenuto necessario procedere a una terza edizione delle linee guida sul protocollo che deve governare l'assegnazione degli appalti per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata. Il messaggio che era stato veicolato era quello che il tempo Pag. 8stringeva, e per accelerare i lavori si doveva abbassare il livello della legalità. La prima domanda che ci viene spontanea è dunque perché, anziché procedere a un affievolimento del rigore delle linee guida, peraltro più rigorose della legge che regola gli appalti – questo va riconosciuto – non si sia pensato a rafforzare i controlli. Questo chiama in causa sicuramente i rapporti con la prefettura e questa Commissione dovrà riascoltare il prefetto, così come credo dovrà riascoltare il presidente della regione Lombardia, che è stato qui una settimana fa e non ci ha fatto cenno all'intenzione di rivedere le linee guida. Conosciamo le sue responsabilità, ma ci sono responsabilità che riguardano Governo, prefettura e regione Lombardia, però non possiamo non porle questa domanda anche perché c’è una sua specifica competenza. Giustamente lei lamenta i ritardi della prefettura, quindi la prima domanda è perché non abbia chiesto più controlli o quantomeno più controllori, domanda che non possiamo non ripeterle. La seconda è relativa a un altro fatto, che riguarda la piattaforma informatica Siprex. Esiste questa piattaforma ? A noi risulta che questo fosse un compito esplicito di Expo Spa e che questo strumento ancora non ci sia, ma che intorno a questo strumento si sia verificato qualche strano intoppo come il fallimento della società che aveva vinto l'appalto. Capisce bene che per un sistema di controlli avere a disposizione un sistema informativo significa aver compiuto il primo e fondamentale passo. Non so ad esempio se lei sia in grado di dirci quante gare siano state vinte con il principio del massimo ribasso.
GIUSEPPE SALA, Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015. Una.
PRESIDENTE. Ci fa piacere. Anche capire quanti appalti venissero vinti dalle singole aziende sarebbe importante, perché sappiamo perfettamente che spezzettare attraverso il subappalto consente di sfuggire ai controlli e di avere una massima concentrazione.
Era una delle indicazioni che emergevano dalle intercettazioni: l'interesse per le piccole cifre, perché queste consentono di sfuggire ai controlli. La mancanza di dati di conoscenza è secondo noi un elemento abbastanza inquietante. Non ho capito se le opere Expo siano state tutte aggiudicate o ci siano ancora opere da svolgere. Quando subentrano i singoli Paesi, fanno come vogliono o devono sottostare a un protocollo ? Voi siete sicuramente gli esperti, però considerare attività poco sensibili quelle più semplici è francamente originale, perché io ritengo che siano meno sensibili le attività più complesse, mentre quelle più semplici sono forse quelle a maggior rischio di infiltrazione, quindi mi chiedo perché abolire i controlli proprio lì, quando a mettere su un'impresa per avvitare bulloni ci vuole molto meno che ad avere a disposizione alta tecnologia. Nasce un'altra domanda: una Spa Maltauro il cui esponente, Enrico Maltauro, ha ricevuto sei condanne passate in giudicato per reati di corruzione e turbativa di libertà degli incanti, può ancora partecipare alle gare di appalti pubblici ? Lei mi dirà che è la legge, però c’è anche un'opportunità a cui non possiamo non pensare. Le opere primarie di movimentazione terra sono a carico dei singoli Paesi o sono tutte italiane ? Da quanto si apprende da notizie di stampa di cui non abbiamo motivo di dubitare, il suo lavoro avrà un contributo importante da parte del commissario anticorruzione, ma la richiesta ripetutamente formulata dal comitato di controllo della sicurezza del comune di Milano, che aveva suggerito una figura, individuando anche la persona nel generale Carlo Gualdi, vicecomandante generale dei Carabinieri, che potesse affiancarla dall'inizio nel lavoro della sicurezza non ha mai avuto attuazione. Non avrebbe aiutato, visto quello che è accaduto ? Noi riteniamo che sia una scelta importante quella di una figura come quella del magistrato Cantone, che rappresenta un messaggio positivo al Paese in questo momento, ma forse, se questo controllo fosse stato più stringente dall'inizio, probabilmente Pag. 9saremmo stati capaci di mandare il messaggio di legalità con uguale efficienza. Il rischio in questa fase è invece che il messaggio veicolato sia esattamente opposto. Queste sono le mie domande, non so se preferisce rispondere subito.
GIUSEPPE SALA, Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015. Credo che la cosa fondamentale sia far capire quale sia la responsabilità di Expo e la mia responsabilità, posto che chi mi conosce sa che ci ho sempre messo la faccia, ma è chiaro che chi fa l'amministratore pubblico non interpreta il ruolo rispetto ad alcune cose. Lei ad esempio parlava di Maltauro ma, quando un Paese decide che ci sono delle norme, che si fanno delle gare comunitarie e ci sia un protocollo, io non sono in grado di dire: «no, tu non partecipi». Non c’è buonsenso: nel momento in cui questa società non è inibita e oltretutto attraverso protocolli di legalità riceve una luce bianca, io non sono assolutamente in condizione di non far partecipare. Questo è abbastanza evidente. Lei giustamente diceva che adesso è positiva la scelta di Cantone, ma chiedendosi perché non sia stato fatto prima, ma di nuovo, pur non volendo sfuggire alla mia responsabilità, non è mai stato a noi decidere chi dovesse fare questo tipo di attività. Sono fermamente convinto che sia così. Il cuore del suo dubbio, che io capisco, è perché si riadattino adesso le norme. Le norme sono state fatte nel 2012, senza creare alcuna specificazione rispetto alla tipologia dei lavori. Il punto è questo: esiste o non esiste questa logica di minore o maggiore sensibilità rispetto a quell'attività ? Qui di nuovo non so se sia una questione di buonsenso, ma io mi attengo all'interpretazione che i gestori di queste norme, quindi la prefettura con il Ministero, hanno dato quando dicono che, partendo da una definizione delle norme, a inizio 2012, che erano onnicomprensive di ogni tipo di attività, si è ritenuto poi di individuare le attività più o meno sensibili. Lungi da me l'idea di fare polemiche, presidente, ma ho chiesto più volte che fossero rafforzati non solo i controlli, quanto anche la dimensione, perché all'inizio, a fronte di questi quindici giorni teorici per avere la risposta, abbiamo viaggiato su una media di più di due mesi di attesa. È difficile raccontare alle aziende che lavorano che non possono entrare. Il titolare di un nostro partner, Technogym, che avrà un'area all'interno del sito, mi ha chiesto di verificare il sito e per riuscire a farlo entrare ho impiegato quattro giorni ! Lungi da me l'intenzione di dire che possiamo tranquillamente chiudere gli occhi, però il punto è capire dove esista più criticità. Oggi abbiamo assegnato una gara con la procedura di massimo ribasso, altre con l'offerta economicamente più vantaggiosa, altre escludendo le anomale...
PRESIDENTE. Quante a condizioni maggiormente vantaggiose ? Da certi punti di vista sono quelle ad assegnazione più discrezionale di tutte.
GIUSEPPE SALA, Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015. Anche qua potremmo fare un lungo dibattito su come funzionano le norme, perché non solo sono quelle su cui c’è maggior livello di discrezionalità, ma posso dire che non sono riuscito ad assegnare una gara ad offerta economicamente più vantaggiosa senza avere un ricorso, perché, nel momento in cui si introduce un elemento di giudizio qualitativo sul progetto, automaticamente il giudizio non è su un parametro, ma probabilmente su cinquanta o sessanta parametri. Ho quindi sempre avuto ricorsi.
Chi conosce l'ordinamento pubblico in Italia sa che o sono al massimo ribasso o sono a offerta economicamente più vantaggiosa o sono al massimo ribasso con esclusione delle offerte anomale. Questa definizione tende a mettere tutti tranquilli, ma nella realtà quelle al massimo ribasso con esclusione delle anomale rispondono a una formula matematica, per cui, se si presentano settanta aziende, si definisce Pag. 10anomala una quantità di aziende che risponde a una formula matematica, per cui la prima che risulta al maggior sconto superata quella soglia è l'assegnataria. Se la mattina uno di questi settanta deposita l'offerta, vince un altro. Questa è anche la realtà dei lavori pubblici in Italia, ma non vado oltre. Delle sue domande quella secondo me più importante in questo momento è quella relativa ai singoli Paesi. Non possiamo obbligare un Paese che lavora in una sorta di extraterritorialità ad aderire, però abbiamo cercato di semplificare e abbiamo proposto una formula di adesione facoltativa. Molti Paesi, vedendo la situazione che si è creata, mi hanno già confermato il loro interesse ad aderire. La Siprex oggi funziona, ma abbiamo avuto comunque una procedura alquanto travagliata, purtroppo un'azienda che ne aveva gestito la costruzione è fallita e quindi abbiamo avuto un ritardo nella messa a punto dalla piattaforma, non posso che ammetterlo.
PRESIDENTE. Bene. È chiaro che dalle sue risposte diventa per noi indispensabile ascoltare di nuovo il prefetto e il presidente della regione, perché la domanda non era tanto più controlli quanto controlli di qualità e task force più numerose e più qualificate a svolgerli. Se la Siprex funziona, adesso è a disposizione.
Do la parola al vicepresidente Fava.
CLAUDIO FAVA. Grazie, presidente. Al dottor Sala non sfugge che questa audizione si colloca in un contesto particolare per le informazioni che abbiamo ricevuto. Mi riferisco non soltanto alle informazioni a mezzo stampa, ma anche alle preoccupazioni che ci sono state espresse dagli altri soggetti che abbiamo audito, quali la procura della Repubblica di Palermo e di Milano e ad altri soggetti istituzionali coinvolti in questa fase di sorveglianza sulla qualità della legalità espressa nei cantieri dell'Expo. La presidente ha rivolto domande che sono anche nostre, però io vorrei una sua valutazione che esuli da una lettura soltanto tecnica, provando a contestualizzare quanto sta accadendo. Da una parte abbiamo trentatré aziende che hanno ricevuto un'interdittiva, dall'altra abbiamo un tessuto corruttivo che le inchieste ci dicono piuttosto vasto, molto aggressivo, capace di aggirare le norme molto rigide che erano state poste. Dalla procura della Repubblica ci dicono ad esempio che sul tema dell'extraterritorialità c’è il forte, concreto, provato timore che alcune aziende che hanno ricevuto l'interdittiva o alcune famiglie criminali interessate agli appalti dell'Expo possano rapidamente costituire società all'estero e concorrere, utilizzando meccanismi, scorciatoie, alleggerimenti di controlli che tale extraterritorialità offre loro. La permeabilità è un tema reale, non soltanto una nostra preoccupazione. Vorremmo conoscere la sua valutazione rispetto a una fase in cui pensate di passare a una terza edizione delle linee guida con questo abbassamento dei controlli, come ritiene che si possa realisticamente rifiutare il ricatto legalità o efficienza nella consegna dei lavori, visto che gli elementi che abbiamo fino adesso ci inducono a ritenere il contrario. Sugli appalti e sul modo in cui sono stati aggiudicati con ribassi particolarmente significativi le chiederei una valutazione dal punto di vista della sua esperienza tecnica. Ci sono stati molti ribassi d'asta e molto alti. Penso ai 51 milioni al posto dei 90 proposti da CMC, con un 43 per cento di ribasso per i lavori inerenti alla rimozione delle interferenze, penso all'appalto principale per la piastra, 149 milioni al posto di 256, il 41,8 per cento. Non sente in questa propensione a un ribasso particolarmente significativo un ulteriore elemento di debolezza, di fragilità, il rischio che dentro e dietro questi ribassi d'asta ci siano anche altri interessi per penetrare negli appalti dell'Expo ? L'ultimo punto riguarda un tema che è stato sollevato dalla responsabile del progetto Expo per la Cgil, cioè la preoccupazione che questa accelerazione esasperata rappresenti un problema per la sicurezza anche di chi lavora, quindi non soltanto legata ai livelli della legalità, in quanto, Pag. 11oltre ai controlli antimafia, si alleggeriscono anche collaudi, certificazioni, vigilanza antinfortunistica, si lavora venti ore al giorno alla luce delle fotoelettriche, con lavorazioni multiple durante tutta la notte. A Torino nel 2006 ci furono cinque morti nei cantieri. È un elemento di attenzione e preoccupazione che lei condivide quello che è stato espresso dal responsabile della Cgil ?
FRANCO MIRABELLI. Parto da un altro punto di vista che riguarda la nostra Commissione. Continuo a pensare che vada sottolineato il fatto che per Expo e rispetto agli appalti di Expo c’è stato un lavoro straordinario mai fatto in questo Paese rispetto alla costruzione di controlli, accessi, protocolli, e credo che questo lavoro sia stato fatto con qualche ritardo però con rigore. Se quindi oggi stiamo parlando di trentatré interdittive e tre estromissioni, lo stiamo facendo perché si è messa in moto una serie di strumenti utili per impedire infiltrazioni mafiose, quindi dobbiamo dirci che è stato fatto un lavoro efficace, tra l'altro le banche dati resteranno utili per tutte le grandi opere e quindi è stato fatto un lavoro efficace. Lo dico non perché ho bisogno di esaltare o difendere qualcosa, ma perché vorrei porre al dottor Sala e a tutti noi una questione. Anch'io penso che la velocità non giustifichi un abbassamento dei controlli, e, sapendo che nella prossima fase arrivano gli altri Paesi con i prefabbricati, non c’è più movimentazione terra all'interno dell'area, vorrei capire cosa significhi allestimenti ed eventi. Secondo me qui si è costruito un filtro rispetto alla criminalità organizzata, che per quanto ben realizzato, non risolve il problema della corruzione. Credo che si debba quindi riconoscere che il fenomeno di corruzione e condizionamento degli appalti non si risolve soltanto con il filtro contro la criminalità organizzata, che c’è una permeabilità nei luoghi in cui si definiscono gli appalti che va affrontata, come diceva il presidente, cambiando delle leggi, come ad esempio questa che consente maggiore discrezionalità a seconda delle cifre, quindi consente di spezzettare gli appalti. Anch'io ritengo che un imprenditore che è già stato condannato tre o quattro volte non possa continuare a partecipare ad appalti pubblici. Siccome però non faremo in tempo per Expo a cambiare la legge sugli appalti, mi chiedo cosa si pensi di fare per alzare la guardia nelle centrali appaltanti rispetto alla corruzione. So che si sta lavorando, domani ci sarà un incontro del dottor Sala con il Presidente del Consiglio, per cui vorrei capire cosa si possa fare meglio per impedire le infiltrazioni, tenendo conto che non è una novità dettata dalle notizie di questi giorni, ma la questione delle infrastrutture lombarde si poneva per una grande centrale appaltante di quasi tutte le grandi opere in Lombardia. Si tratta quindi di un problema non di criminalità organizzata, ma di come si costruiscono gli anticorpi. Credo che mischiare le due cose non aiuti a risolvere. Nessuno di noi è in grado di entrare nel merito delle inchieste e penso che la scelta della magistratura di intervenire ora per impedire che vengano inquinati i futuri appalti sia stata una scelta felice. Vorrei capire dal dottor Sala se rispetto alla sua esperienza questa cupola abbia già condizionato appalti relativi a Expo che sono già in essere. La magistratura di Milano ha detto che sugli appalti si può andare avanti, quindi non è in discussione alcuno degli appalti in essere, però questa è una questione non di poco conto, su cui sarebbe bene conoscere l'opinione del dottor Sala.
RICCARDO NUTI. La prima domanda riguarda Fabrizio Sala, che, come lei sa, è sottosegretario della giunta Maroni con delega all'Expo. Vorrei chiederle se secondo lei in qualche modo sia coinvolto e se, siccome era a stretto contatto con Paris, pensa di proporre un'eventuale sostituzione. La seconda domanda è se abbia già in mente qualche nome per il sostituto di Paris. La terza domanda è se lei abbia ricevuto pressioni da Maroni, Formigoni e Rognoni per favorire Impregilo anziché la Pag. 12Mantovani. Infine, come mai quando lei è stato nominato ha confermato Paris e non ha pensato di fare ulteriori verifiche su questa persona.
GIUSEPPE SALA, Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015. Comincio dalla prima. Per amor di precisione piuttosto che di responsabilizzazione, quando parliamo di trentatré interdittive non intendiamo i lavori di Expo, ma intendiamo tutte le opere connesse. In realtà, Expo ha avuto tre interdittive e le tre aziende sono uscite. È chiaro che il tema sicurezza è un tema importante. I delegati della CGIL come di altri sindacati hanno firmato con noi una serie di accordi, l'ultimo una settimana fa presso la sede di Expo, nei quali si definisce con che modalità si assumono a livello temporaneo ottocento giovani, come abbiamo fatto un po’ di tempo fa, e un secondo accordo che invece governa tutta una serie di attività collaterali, che si muoveranno nel semestre, che riguardano circa duemila persone. Tutte queste cose sono sempre regolate da accordi molto precisi con i sindacati, in cui sono sempre inserite le modalità con cui si fa selezione (si tende in parte a privilegiare categorie disagiate) e un capitolo importante sulla sicurezza. Capite quindi che non posso che essere disorientato, avendo firmato sette giorni fa un protocollo con i sindacati, quindi anche con la Cgil, che condivide quanto abbiamo deciso di fare sulla sicurezza e apprendendo che contemporaneamente qualcun altro ha chiesto cosa facciamo sulla sicurezza. Ad oggi non abbiamo avuto incidenti ma abbiamo passato la fase più facile, quindi è chiaro che l'attenzione dovrà essere massima. Ad oggi, però, i controlli, la gestione, l'attenzione sulla sicurezza sono stati significativi. Nella mia ansia di dover procedere, che spero possiate capire, mi viene naturale lamentarmi del fatto che i tempi per ogni cosa siano molto lunghi e che ognuno debba fare la sua giusta parte. Ricordo che in un incontro svoltosi a Milano tempo addietro avevo segnalato che nei primi cinquanta giorni dell'anno abbiamo avuto quaranta accessi dell'Asl, ognuno dei quali dura mediamente quattro o cinque ore. Bisogna procedere con molta attenzione, ma è una delle aree su cui ritengo che abbiamo fatto bene il lavoro. È vero, in quelle due gare ci sono stati ribassi alti, è vero che chi ha vinto e gli altri che sono arrivati nelle prime posizioni non avevano ribassi molto diversi, ma questa è la realtà: oggi con il poco lavoro che c’è può diventare normale arrivare a un ribasso intorno al 40 per cento. Questo deve però portare a un'attenzione più alta sui protocolli e sulla sicurezza. Ci siamo detti di non parlare del codice degli appalti pubblici, però il tema è che lavorare su ipotesi di offerte economicamente più vantaggiose ci ha portato onestamente tutta una serie di problemi. Per quanto riguarda quanto questa cosiddetta «cupola» possa aver condizionato, sto a quanto dice la procura, quindi non posso che registrare la situazione oggi, non avendo la presunzione di ritenere che niente succederà o che sappiamo tutto. Ad oggi, apparentemente le gare non sono state condizionate, tanto che la procura ci dice di andare avanti, però questo non toglie nemmeno un micro livello nell'attenzione. Personalmente non ho mai parlato al telefono con nessuno dei personaggi che sono apparsi come facenti parte in qualche modo di questo mondo, né ci avrei mai parlato. Credo che sia quantomeno un'ingenuità, senza dire di peggio, avere una relazione con personaggi che sono tristemente noti sul territorio lombardo.
PRESIDENTE. E non solo...
GIUSEPPE SALA, Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015. Non solo, certo. Mi rivolgo alla domanda assolutamente legittima dell'onorevole Nuti, perché qui stiamo parlando dei miei uomini, dei quali quindi sono responsabile. È chiaro che un po’ mi ritrovo nella sintesi dell'onorevole Mirabelli, e cioè che i controlli e il sistema di verifiche di Expo sono molto importanti, nel senso che siamo Pag. 13molto «proceduralizzati». Il tema è quindi come evitare che all'interno di procedure molto faticose da gestire qualcuno assuma atteggiamenti illeciti. Non ho sostituito Paris, è vero, è chiaro che uno non fa esattamente lo spoil system, ma è dimostrato nei fatti che posso a testa alta e in maniera inconfutabile dire che non ho mai assunto una persona che mi sia stata raccomandata politicamente. Qualora si dimostrasse il contrario, sarei disponibile a pagarne immediatamente le conseguenze, perché non ho mai assunto nessuno che mi sia stato raccomandato, e ho cambiato il 70 per cento dei miei primi livelli. È inutile che adesso neghi di aver dato fiducia a Paris, anche se dipingerlo come mio vice è cosa assolutamente non vera, però non starei a perdere tempo in polemiche che in questo momento non servono a nulla. Ha ragione: io non ho sospettato che Paris potesse tenere certi tipi di comportamento. Chi fa il mio lavoro e ha un'immagine come quella che ritengo di avere di persona eticamente a posto è difficile che riceva pressioni in maniera diretta. Sarei presuntuoso se dicessi che con me non ci provano, ma in maniera diretta è molto difficile che ne riceva. Lei però fa riferimento all'assegnazione della gara principale a Mantovani, dove gli atti emersi un mese fa dicono che, di fronte a una pressione dichiarata per non assegnare la gara a Mantovani e per fare tutta una serie di altri controlli e verifiche ed eventualmente rifare la gara, ho deciso di andare avanti, supportato dal parere del consiglio di amministrazione e dal parere legale. Questo è agli atti ed è assolutamente certo. Per quanto riguarda il nome del sostituto, ho visto alcune persone, però ne parleremo domani con il Presidente del Consiglio. Non so rispondere alla sua domanda su Fabrizio Sala, non so valutare il livello il coinvolgimento, che starà alla regione, da cui è stato nominato, valutare.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola ai colleghi Mattiello e Garavini, vorrei porre alcune domande.
Propongo di procedere in seduta segreta.
(Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).
DAVIDE MATTIELLO. Grazie, presidente, grazie, dottor Sala. Sicuramente lo spirito è quello di una scommessa che vogliamo vincere tutti insieme, dimostrando ancora una volta che la legalità conviene. La mia domanda va sotto il titolo «governo del cantiere». Attiro la sua attenzione sulla zona dell'ovest Ticino, in particolare la zona della provincia di Novara, a comuni come Romentino, Trecate, Cerano, una zona segnata dall'attività estrattiva. Sappiamo che il business legato alle cave è da un lato quello di estrarre il materiale che serve, dall'altro di riempire le cave, e anzi l'esperienza ci insegna che si fanno molti più soldi e purtroppo in maniera opaca con il riempimento delle cave. Attiro la sua attenzione su questa zona a meno di trenta chilometri dall'Expo perché sono molti i legami tra questa zona e ciò che avviene nell'Expo. Dal 2010 ad oggi sono stati diversi i fatti e le attività giudiziarie che hanno segnalato le infiltrazioni criminali in questa grande attività delle cave. Cito soltanto il più grave di questi fatti, l'omicidio di Ettore Marcoli, proprietario dell'omonima, storica cava in cui è stato ucciso il 20 gennaio 2010. Vorrei sapere quale livello di consapevolezza e di attenzione abbiate come Expo sulla vicenda cave, in particolare di questa zona dell'ovest Ticino, quale sia la vostra strategia rispetto a questo fenomeno.
LAURA GARAVINI. Vorrei chiederle di aiutarci nella ricostruzione della genesi della nomina di Angelo Paris. Lei ci ha tranquillizzato per quanto riguarda la riconferma da parte sua, ma forse potrebbe aiutarci a capire da chi sia stato nominato e se ci siano state delle interferenze politiche di cui lei sia a conoscenza. Vorremmo sapere inoltre quando sia stata definita la modifica delle procedure antimafia Pag. 14e se sia stata concordata con la regione Lombardia, perché il presidente Maroni non ne ha fatto cenno. È dunque per noi rilevante sapere quando sia successo e se ci sia stato questo accordo con la regione.
LUIGI GAETTI. Io sono collettore di alcune domande di colleghi che non sono presenti e poi farò un'osservazione mia. Vorrei innanzitutto chiederle se variando, ampliando o riducendo i suoi poteri di commissario si sarebbe potuto migliorare il livello di attenzione e se ritenga che lo scontro che c’è in procura tra Bruti Liberati e Robledo abbia un significato particolare soprattutto per quel che riguarda tutto il collegamento delle Infrastrutture Lombarde e Rognoni. Un altro spunto a cui volevo accennare è sui padiglioni che gli altri Stati cominceranno a costruire, se queste ditte che stanno facendo gare seguono i nostri protocolli di controllo o quelli dei Paesi di origine, quindi con minore attenzione. Uno spunto dovuto più che altro a un problema personale: mio padre è stato amministratore pubblico e ha fatto decine e decine di gare perché era geometra e faceva strade, e mi raccontava che quando un ingegnere, un professionista fa un capitolato, se il prezzo è quello, non può scendere del 40 per cento. Mi stupisce quindi che si possano accettare queste cose. I casi sono due: o il progettista che diceva che spostare un metro cubo di terra costa così tanto da poter fare il 42 per cento, ma quindi è un prezzo irreale – ormai conosciamo i prezzi perché ci sono i bollettini della Camera di Commercio – oppure poi si va a interferire con le variazioni in corso d'opera, sulle quali ci deve essere ovviamente una combutta e con le quali si ritorna a percepire quello che con questi ribassi non era possibile. Questi ribassi, vedendo che la ditta Locatelli ha fatto il 41-43 la Dec dei De Gennaro 42-35, danno proprio l'idea che ci sia stato sotto un cartello. Mio padre che ha ottantaquattro anni è inorridito quando gli ho chiesto queste cose.
RICCARDO NUTI. Solamente perché alla domanda che le avevo fatto lei giustamente ha risposto di non aver ricevuto pressioni dirette, perché in genere non si ricevono. La mia domanda era pressioni di qualunque tipo, anche indirette. Se vuole, segretiamo la risposta, però forse non ero stato chiaro nella domanda.
GIUSEPPE SALA, Commissario Unico del governo per Expo Milano 2015. Relativamente alla domanda di Mattiello, non abbiamo a questo punto più problematiche di movimentazione terra, tutto quello che abbiamo fatto è stato fatto con una verifica dell'osservatorio ambientale lombardo, è stato fatto devo dire con grande attenzione. Il terreno su cui viene fatto l'Expo in origine era classificato come agricolo, ma credo che lì agricoltura ci sia stata fino a circa quaranta anni fa, è un terreno che apparteneva alla famiglia Cabassi addirittura dal 1890 e con la costruzione del carcere di Bollate ogni attività agricola è stata sospesa. Siccome è stato agricolo dal 1890, non ci sono stati all'interno né impianti industriali né raffinerie, quindi le bonifiche sono state sufficientemente limitate. Detto ciò, ogni terra movimentata è stata ben censita, perché questo può corrispondere a un problema. Relativamente alla domanda successiva, Paris con precisione faceva parte del comitato di candidatura, credo si chiamasse proprio così, e quindi aveva lavorato all'epoca della candidatura, prima dell'assegnazione dell'Expo, su questo progetto, quindi all'epoca era stato scelto dall'ex sindaco Moratti. Un motivo che mi aveva fatto ritenere Paris tecnicamente in grado di svolgere il lavoro è che aveva svolto un ruolo molto importante non so con quale esatta definizione da direttore tecnico delle Olimpiadi di Torino nel 2006, quindi persona esperta nella gestione di questi eventi. Riguardo alla terza versione, è stata promulgata solamente dieci giorni fa, il principale protagonista – ripeto ancora – è stato il prefetto, ovviamente però tutti erano a conoscenza ed erano anche presenti alla firma della terza versione, in Pag. 15primis certamente anche il presidente Maroni e il sindaco Pisapia. Rispetto all'ultima domanda, ovviamente mi permetta di non commentare il tema di quello che lei chiama «scontro in procura», mi spiace ma non mi sento di commentare una cosa del genere. Non penso da tempo e non da oggi, come ho dichiarato, che il tema sia relativo ai poteri commissariali, nel senso che certamente non servono più poteri. Quello che serve è una cosa diversa, cioè cosa fa oggi il commissario, quindi io nella mia duplice veste ? Il commissario può derogare al codice degli appalti in condizioni precise e con lo scopo di velocizzare i tempi, però anch'io vedo di assoluto buon occhio il fatto che il magistrato Cantone svolga la sua attività anche perché abbiamo fatto il grosso delle gare. Io ho emesso quindici ordinanze da commissario, ma quelle che dovevo fare più o meno le ho fatte, quindi non c’è più un problema di ruoli del commissario che facilita, ma c’è un problema importante di sorveglianza, che mi pare una cosa diversa. Le posso dar ragione: questi sono tempi in cui gli sconti sulle gare sono stati alzati in funzione della povertà di lavoro che c’è in giro, ma le posso dare ragione perché il buonsenso dice che una gara assegnata al 40 per cento di ribasso è qualcosa di assolutamente strano. La sua ultima domanda però ritorna all'osservazione fatta dal presidente nella fase iniziale. Noi abbiamo deciso di proporre ai Paesi una procedura semplificata, sulla quale, se siete d'accordo, posso anche fornirvi gli elementi che fanno capire le differenze rispetto alla nostra procedura. La trattazione adesso sarebbe un po’ complessa, ma, se permette, le manderò una comunicazione. Ritorno su Nuti, ribadendo quello che ho detto in maniera un po’ sfumata. Pressioni dirette o indirette erano agli atti, erano evidenti, anzi mi faccia fare un passaggio indietro che forse serve, prendendo gli ultimi due minuti della vostra pazienza. Quando, ormai quattro anni fa, a giugno saranno quattro anni che mi occupo di Expo, sono stato nominato amministratore delegato, di fronte alla complessità dei lavori la prima cosa che ho segnalato a un mese dalla mia nomina è stata la necessità di fare una gara per dotarci di una società che facesse il general contractor, cioè qualcuno del mestiere a cui potessimo affidare il cantiere chiavi in mano, che poi a sua volta sarebbe stato tenuto ovviamente a fare delle gare, perché nella mia testa vedevo una complessità di lavoro in una logica di un'azienda che alla fine era una start-up, perché nasceva assumendo gente, tra l'altro una start-up che andava a morire dopo quattro o cinque anni. Mi sono chiesto quindi se non fosse il caso di prendere con una gara un'azienda che facesse questo di mestiere, che sapesse gestire integralmente un cantiere. Questa mia idea fu rigettata – è agli atti – dall'allora sindaco di Milano e dall'allora presidente della regione, perché la risposta fu: abbiamo Infrastrutture Lombarde e MM che fanno questo tipo di lavoro, sono società capaci di fare sia progettazione che direzione lavori. Se tornassi indietro, credo di aver fatto un errore, perché avrei dovuto insistere molto di più, perché probabilmente era la scelta giusta. All'epoca di Mantovani – questo rimane agli atti – da Infrastrutture Lombarde ricevemmo in maniera pubblica più di un caldo invito a ripensare all'assegnazione a Mantovani e decidemmo di andare avanti.
PRESIDENTE. Ringraziamo il commissario e rinnoviamo naturalmente i nostri auguri nell'interesse del nostro Paese. Saremo ben lieti di ricevere le informazioni direttamente e di non doverle apprendere dalla stampa, perché riteniamo che il fine istituzionale di questa Commissione la imponga in qualche modo come interlocutore. Grazie e buon lavoro.
GIUSEPPE SALA, Commissario Unico del governo per Expo Milano 2015. Un'ultima cosa: ho mancato di scusarmi in quanto non lo sapevo, però sicuramente avrei dovuto informare questa Commissione di quanto stavamo facendo, quindi al di là di tutto questa responsabilità è mia Pag. 16e me ne scuso perché è stato assolutamente sbagliato.
PRESIDENTE. La ringrazio anche per questa ammissione, ma mi consenta di dire che molte cose che ci siamo detti questa sera impongono alla Commissione di avanzare una proposta anche nel cambiamento della legislazione sugli appalti. Noi faremo questo lavoro, credo che questa esperienza ci aiuterà anche a capire che queste modifiche sono necessarie, così come è evidente che anche sul piano dell'informazione oltre a lei c'erano anche altri referenti, peraltro da noi auditi, che avrebbero dovuto informarci, a partire dal prefetto e dal presidente della regione che è venuto qui proprio quando il protocollo era stato firmato. Nel ringraziare il Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala, dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 16.