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XVII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Martedì 22 luglio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Marazziti Mario , Presidente ... 3 

Audizione del Presidente del Comitato Interministeriale per i diritti umani, Ministro plenipotenziario Gian Ludovico de Martino (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Marazziti Mario , Presidente ... 3 
De Martino Gian Ludovico , Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani ... 3 
Marazziti Mario , Presidente ... 5 
Nicoletti Michele (PD)  ... 5 
De Martino Gian Ludovico , Presidente del Comitato Interministeriale per i diritti umani ... 6 
Locatelli Pia Elda (Misto-PSI-PLI)  ... 7 
Scagliusi Emanuele (M5S)  ... 8 
Zampa Sandra (PD)  ... 8 
Marazziti Mario , Presidente ... 9 
De Martino Gian Ludovico , Presidente del Comitato Interministeriale per i diritti umani ... 10 
Marazziti Mario , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: (NCD);
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia: (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED): Misto-LED.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARIO MARAZZITI

  La seduta comincia alle 9.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente del Comitato Interministeriale per i diritti umani, Ministro plenipotenziario Gian Ludovico de Martino.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani, Ministro plenipotenziario Gian Ludovico de Martino, sulla revisione periodica universale (UPR) dell'Italia presso il Consiglio delle Nazioni Unite di Ginevra.
  Saluto e ringrazio per la sua partecipazione ai lavori di questo Comitato il Ministro de Martino, che è accompagnato dalla dottoressa Stefania Dall'Oglio, segretario generale del CIDU, e dall'avvocato Silvia Dodero.
  Ricordo che il Ministro de Martino è già stato audito da questo Comitato lo scorso 8 aprile, quando era ancora in corso il processo di elaborazione del documento da presentare a Ginevra per la revisione periodica universale che interessa il nostro Paese.
  Chiedo ora al Ministro de Martino quali sono stati gli sviluppi in proposito nel corso degli ultimi tre mesi.

  GIAN LUDOVICO DE MARTINO, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. La ringrazio molto, presidente, per questa occasione che viene data al Comitato interministeriale per i diritti umani di presentare il lavoro che è stato fatto in vista della revisione periodica universale che avrà luogo il 27 ottobre a Ginevra al Consiglio dei diritti umani.
  Dall'ultima audizione abbiamo portato a termine la redazione del Rapporto nazionale, un documento che deve essere contenuto in 10.700 parole. Quello che avete visto, che è stato fatto circolare, è il frutto di una riduzione di un testo originale che era molto più lungo, ma non si può eccedere quel numero di parole. Quindi, esiste una versione di lavoro molto più lunga, che comprende, nella loro totalità, i contributi che sono pervenuti dalle amministrazioni che hanno partecipato alla redazione del rapporto.
  Vorrei brevemente illustrare alcuni punti. Nel corso dell'audizione e dei contatti che abbiamo avuto abbiamo recepito molte indicazioni da parte del suo Comitato, presidente. Abbiamo avuto anche audizioni al Senato e anche in quel caso abbiamo ricevuto indicazioni che abbiamo recepito in quella che è la parte finale, propositiva, del nostro Rapporto nazionale, oltre che nella parte descrittiva di quello che è stato fatto dal 2010 ad oggi in adempimento delle raccomandazioni che avevamo accettato.
  Il primo dato che abbiamo voluto evidenziare è quello delle considerevoli risorse finanziarie e umane che l'Italia ha impegnato per la protezione dei diritti umani nel quadriennio, che superano i Pag. 417,3 miliardi di euro. Al punto 2 abbiamo una tabella riepilogativa che abbiamo diviso nelle maggiori categorie: le politiche di immigrazione e integrazione; la lotta contro la discriminazione in tutte le sue forme; i Rom, Sinti e Caminanti; le donne; i minori, i bambini, cui è stata destinata la cifra più alta, soprattutto per il notevole impegno del Ministero dell'istruzione per gli studenti con disabilità; le minoranze; la lotta alla tratta; la riduzione della povertà e diritti economici; l'inquinamento ambientale; le attività di formazione di risorse umane, soprattutto delle forze di polizia e dei carabinieri.
  Facendo un raffronto con le raccomandazioni accettate nel 2010, abbiamo attuato 74 su 78 raccomandazioni; le quattro raccomandazioni (11, 12, 13 e 15) che non sono state attuate sono quelle che si riferiscono all'istituzione di una Commissione nazionale indipendente per i diritti umani secondo i princìpi di Parigi.
  Tra i nuovi obblighi che sono stati adempiuti, abbiamo la ratifica del protocollo opzionale contro la tortura. Abbiamo anche evidenziato come, per quanto riguarda la Commissione nazionale indipendente, ci sono più disegni di legge che sono attualmente all'esame del Parlamento.
  Nella parte finale abbiamo evidenziato come nella consultazione che vi è stata anche con la società civile – abbiamo messo su internet la bozza di Rapporto nazionale e abbiamo avuto più incontri con Ong e rappresentanti della società civile – vi siano aree prioritarie di azione in una prospettiva futura: la discriminazione in tutte le sue forme; i diritti dei migranti, dei richiedenti asilo e dei minori non accompagnati; l'inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti; misure di austerità e la protezione dei diritti economici, sociali e culturali delle categorie vulnerabili, come i minori, gli anziani, i disabili; la violenza di genere e le pari opportunità nella vita lavorativa; la prevenzione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime; il sistema di detenzione, le condizioni dei detenuti; l'educazione e la formazione dei diritti umani, soprattutto per le forze dell'ordine.
  Quello che prevediamo è di istituire un gruppo di lavoro all'interno del Comitato per tracciare un quadro, una road map delle misure legislative e anche esecutive che devono essere attuate in vista della prossima mid-term review, tra due anni, con riferimento alle aree di priorità che prima ho menzionato.
  Abbiamo anche ricordato come l'Italia sia fermamente impegnata nella promozione e protezione dei diritti umani e abbiamo citato, a tale riguardo, quelle che sono alcune delle priorità durante il semestre di presidenza del Consiglio dell'Unione europea: la moratoria universale sulla pena di morte, la protezione dei diritti delle donne e la lotta contro la violenza di genere; la promozione di una risoluzione dell'Unione europea per il contrasto ai matrimoni precoci e forzati; un impulso a iniziative europee nel campo della libertà di religione e di credo e per la protezione di minoranze religiose.
  Scorrendo il nostro rapporto vedrete che la questione dell'istituzione di un'autorità indipendente sui diritti umani, in conformità ai princìpi di Parigi, è citata alle pagine 3 e 20; la situazione nei centri di identificazione ed espulsione e, in generale, nei centri governativi per immigrati alle pagine 4, 5, 6 e 20; i minori stranieri non accompagnati alle pagine 6, 7, 12 e 20; la situazione delle popolazioni rom e il loro processo di integrazione; l'impegno nella proiezione internazionale per una moratoria universale sulla pena di morte; la tutela della libertà religiosa; i diritti della popolazione anziana; la riforma del sistema carcerario e le condizioni di vita nei luoghi di reclusione; l'introduzione del reato di tortura; la violenza di genere, le violenze domestiche, le punizioni corporali in contesti familiari; la tratta di esseri umani; la parità delle donne nel mondo del lavoro; la formazione delle forze dell'ordine; i bambini disabili nelle scuole; il piano «Donne, pace e sicurezza».
  Come dicevo, l'esame dell'Italia è previsto il 27 ottobre; noi prevediamo di realizzare un evento di presentazione del Rapporto nazionale, probabilmente nel mese di settembre, con congruo anticipo Pag. 5rispetto alla scadenza del 27 ottobre. Pensiamo a una presentazione rivolta soprattutto al corpo diplomatico qui accreditato, in modo da essere proattivi nello stimolare la presentazione di domande e quesiti con congruo anticipo rispetto alla data del 27 ottobre. Ciò permette, nel procedimento, anche di rispondere prima dell'esame al Consiglio dei diritti umani a questioni che potessero insorgere e che si possono facilmente chiarire prima.
  Questo è un evento per il quale contiamo presto di avere una data. Vi terremo informati, perché ci terremmo ovviamente alla partecipazione da parte del Comitato.
  Tra le altre attività che prevediamo, non collegate al Rapporto nazionale, abbiamo in programma un seminario su «Crisi e diritti umani» che si svolgerà a Trento il 22 settembre. Il seminario poi sarà replicato presso l'Università Cattolica di Milano e avrà anche un seguito entro la fine dell'anno presso l'Università di Palermo.
  Inoltre, un tema – questo collegato al Rapporto nazionale – molto importante, sul quale ci viene sempre richiamata l'attenzione in sede onusiana e anche ovviamente da parte dei nostri interlocutori nella società civile, è quello dell'istituzione di una Commissione nazionale indipendente. Su questo tema abbiamo costituito tempo fa un gruppo di lavoro, con esperti e rappresentanti di Ong, di società civile, per fare anche una valutazione comparativa di vari sistemi adottati da Paesi soprattutto europei, e abbiamo in programma un seminario di approfondimento che contiamo di realizzare in autunno, prima ovviamente della discussione e dell'esame del Rapporto nazionale dell'Italia. È un evento che dovremmo organizzare a Venezia, credo, con la partecipazione, oltre che di esponenti parlamentari, di esperti delle Nazioni Unite, accademici e società civile. Spero entro la fine di luglio di potervi dare ulteriori dettagli circa le probabili date e il formato.
  Abbiamo una serie di altre attività del Comitato. Il 4 novembre è prevista la prima riunione del gruppo di lavoro contro i crimini di odio, che è stato promosso dalla Fundamental Rights Agency dell'Unione europea. Il lancio avverrà a Roma, appunto il 4 novembre.
  A Roma il 10 novembre si terrà la XIII tavola rotonda dei focal point governativi LGBT. Questa è un'iniziativa che si pone anche nel solco della conferenza che organizzammo presso il Ministero degli esteri in occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia.
  Sui temi della migrazione, diritti fondamentali, integrazione, si terrà a Roma il 10 e 11 novembre una conferenza organizzata con la Fundamental Rights Agency, della quale in questi giorni viene messo a punto il programma definitivo. La prima giornata di lavori si svolgerà qui alla Camera dei deputati. Questo evento, che avrà una grande partecipazione da tutti i Paesi dell'Unione europea, affronta un tema al quale siamo tutti molto sensibili.
  È inoltre prevista la presentazione del piano «Donne, pace e sicurezza», che l'Italia ha redatto. Questo dovrebbe avvenire intorno alla metà del mese di settembre.
  Queste sono le principali attività che il Comitato prevede entro la fine dell'anno. Sono a vostra disposizione per rispondere a qualsiasi domanda.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro de Martino.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MICHELE NICOLETTI. Ringrazio il ministro per questa presentazione così ampia e dettagliata, che colpisce perché dà l'idea, da una parte, dell'ampiezza delle raccomandazioni che noi avevamo ricevuto e delle tante questioni aperte in materia di diritti umani che il nostro Paese doveva fronteggiare, e dall'altra parte anche delle tante cose che sono state fatte. Indubbiamente, su tanti settori, negli ultimi anni, sia sul piano legislativo sia sul piano amministrativo molte scelte sono state compiute nella direzione giusta.
  Devo dire che anche noi, come delegazione – sono membro della delegazione Pag. 6presso il Consiglio d'Europa – rispetto a qualche anno fa abbiamo respirato, negli ultimi mesi, un giudizio del Consiglio sul nostro Paese in materia di diritti umani decisamente più favorevole, sia sul tema immigrazione, laddove l'operazione «Mare Nostrum» è stata ampiamente valorizzata, sia sulla situazione delle carceri e così via, con la questione dell'applicazione della sentenza Torreggiani che voi certamente conoscete.
  Vorrei porre due domande. La prima: all'interno di questo grande panorama, al di là della questione sulla Commissione nazionale indipendente, su cui vorrei dopo tornare, quali sono, a vostro parere, i temi più aperti, le questioni più spinose, le materie che meritano ancora un intervento di tipo legislativo o di tipo amministrativo più urgente ? Nella costruzione di questo rapporto certamente voi avete maturato una panoramica che noi non sempre riusciamo ad avere, quindi è molto importante conoscere il vostro parere su questo punto.
  La seconda questione riguarda la Commissione nazionale, su cui anche con il presidente Marazziti stiamo cercando di fare un lavoro per capire qual è la soluzione migliore e operare non solo l'istituzione di questo organo indipendente ma forse anche una razionalizzazione dei tanti organismi che nel nostro Paese si occupano di questi temi. Per uno strano paradosso, abbiamo tanti settori scoperti sul piano della tutela dei diritti umani e magari si moltiplicano una serie di organismi, anche a livello locale e regionale, che se ne occupano.
  Abbiamo sentito con piacere che ci sarà un seminario di approfondimento proprio su questo tema, però forse già voi fin d'ora potete dirci se c’è qualche modello, anche rispetto a quanto fatto in altri Paesi, a cui noi possiamo ispirarci perché forse più vicino alla nostra articolazione istituzionale e così via.
  Su queste due questioni penso che sarebbe molto utile conoscere il vostro parere. Vi ringrazio ancora, anche perché mi pare che molte delle iniziative che state mettendo in campo vadano nella direzione anche di coinvolgere la società civile, l'opinione pubblica. Su questo tema del rispetto dei diritti umani il nostro Paese deve fare molto, anche in termini di costruzione di una cultura del rispetto e non solo di approntamento di misure istituzionali e amministrative.

  GIAN LUDOVICO DE MARTINO, Presidente del Comitato Interministeriale per i diritti umani. Comincio dalla seconda questione, quella relativa alla Commissione nazionale indipendente. In effetti, nel corso dei lavori del gruppo di lavoro che abbiamo costituito con rappresentanti della società civile, Ong, uno degli aspetti che è emerso è quello dell'esistenza in Italia di una pluralità di soggetti che hanno competenza in materia, che peraltro non sono allineati ai princìpi di Parigi.
  La soluzione ottimale, credo nelle conclusioni del gruppo di lavoro che riceveremo fra poco, sarebbe quella di prevedere una struttura unica, in base al modello francese, dove esiste una Commissione nazionale indipendente che copre tutti i vari temi. Questo il modello più razionale, un'opzione da esplorare. È senz'altro una questione che sarà oggetto anche della discussione che avremo al seminario che realizzeremo nei prossimi mesi.
  Per quanto riguarda i temi che presentano ancora criticità, è importante soprattutto cosa succede sul piano dell'applicazione, dopo l'approvazione della norma, come è stato anche recentemente notato nel corso della visita del presidente del gruppo di lavoro sulle detenzioni arbitrarie Mads Andenas, che è stato qui quindici giorni fa. C’è stato un grande apprezzamento per i provvedimenti che sono stati presi circa le condizioni dei detenuti. Quello che si auspica è che ci sia un seguito amministrativo concreto, che porti queste norme a piena attuazione nel più breve tempo possibile.
  Credo che questo sarà anche uno degli aspetti sui quali, in sede di discussione a Ginevra, verrà richiamata la nostra attenzione o potranno essere formulate nuove raccomandazioni.Pag. 7
  Ci sono provvedimenti ancora in itinere, ad esempio sulla questione del reato di tortura, che dovrà essere finalizzato.
  Ricordo che abbiamo fatto un elenco di trattati internazionali che ancora l'Italia non ha ratificato. Ad esempio, circa la convenzione ONU sulle sparizioni forzate è stato predisposto un disegno di legge di iniziativa governativa il 30 giugno. Abbiamo il Protocollo al Patto ONU sui diritti economici, sociali e culturali del 2008, approvato alla Camera in prima lettura, il cui esame è stato concluso al Senato il 2 luglio.
  Abbiamo la Convenzione dell'Aja sulla responsabilità genitoriale, approvata alla Camera e assegnata al Senato l'8 luglio.
  Sul Protocollo n. 16 della Convenzione europea per i diritti dell'uomo c’è un disegno di legge di ratifica di iniziativa governativa che è stato approvato il 30 giugno scorso.
  Il Protocollo n. 15 della Convenzione europea per i diritti dell'uomo è stato assegnato al Senato, ma non è ancora iniziato l'esame.
  Abbiamo il terzo protocollo opzionale alla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, per il quale è stato predisposto un disegno di legge di ratifica di iniziativa governativa approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 luglio di quest'anno.
  Una serie di provvedimenti sono stati presentati nelle ultime settimane. Se si riuscisse, verso la fine di ottobre, ad avere una loro approvazione definitiva, sarebbe senz'altro un fatto da valorizzare in sede di revisione periodica universale. Abbiamo tempo fino al giorno prima per integrare il Rapporto nazionale che abbiamo predisposto. Poi ci sarà la seconda scadenza, a marzo del 2015, un ulteriore termine da tener presente.

  PIA ELDA LOCATELLI. La mia prima riflessione riguarda le risorse a disposizione. Quando lei ha parlato di 17 miliardi mi è sembrata una cifra impressionante. Poi, però, ragionandoci, è meno dell'1 per cento del PIL. Mi piacerebbe sapere, se è possibile, come ci collochiamo in una sorta di graduatoria almeno europea.
  Tuttavia, non posso non pensare che il raffronto si faccia tra quantità omogenee. Ad esempio, i 75 milioni di euro a disposizione per le politiche delle donne – ovviamente sono contenta, ma non bastano – potrebbero essere per buona parte piazzati tra le politiche del lavoro, e non so quanto sono diritti umani e quanto, invece, sono politiche del lavoro. Questa è la prima domanda.
  Passo alla seconda questione. Ovviamente non abbiamo avuto il tempo di scorrere questo rapporto e naturalmente ho guardato subito la parte che si riferisce ai diritti delle donne. Mi pare un poco ottimistica la descrizione che si riferisce, ad esempio, alle donne e il mercato del lavoro. Ormai da forse vent'anni siamo il penultimo Paese quanto a tasso di occupazione femminile e continuiamo ad esserlo. Eppure siamo tra i Paesi più robusti, dal punto di vista economico, dell'Europa. Vuol dire che lì c’è qualche cosa che non funziona. Da anni siamo al 46 per cento di tasso di occupazione, quindi meno di una donna su due in età da lavoro ha un'occupazione (stabile o instabile). Mi pare, quindi, un poco ottimistica la vostra descrizione.
  Inoltre, se fosse possibile vorrei avere maggiori dettagli sul piano «Donne, pace e sicurezza» che verrà presentato a metà settembre. Nelle missioni internazionali, ma non soltanto, ci siamo distinti per attività di formazione del personale su questo tema di contrasto o prevenzione della violenza. Tuttavia, io non sono mai riuscita ad «acchiappare» questo piano che accompagna di solito le missioni internazionali, richiesto tra l'altro dalla risoluzione 1325. Non l'ho mai visto, ma mi piacerebbe. Se ce n’è un altro o se le due cose coincidono mi piacerebbe conoscerlo.
  Inoltre, sui minori, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite a dicembre ha adottato una risoluzione procedurale – solo procedurale – sul tema dei matrimoni precoci (child, early and forced marriages). Come gruppo «Salute Globale e Diritti Pag. 8delle Donne» abbiamo presentato, la settimana scorsa, una mozione su questo argomento, che chiede anche che il nostro Paese si faccia parte diligente perché si incominci a negoziare non la risoluzione procedurale (che non entra nel merito) ma una risoluzione di sostanza su questo argomento. Mi chiedo se non possiamo unire le forze per spingere perché alla prossima Assemblea generale si entri nel merito di questo tema.
  Infine, un apprezzamento. Mi sembra geniale l'idea di presentare il nostro piano con un anticipo di un mese ai diplomatici, e non solo, per incominciare a sondare le reazioni. Questa mi sembra una buona idea.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Vorrei esprimere un'osservazione per quanto riguarda l'istituzione di una Commissione indipendente nazionale sui diritti umani. Anche noi del Movimento 5 Stelle stiamo provando a dare il nostro contributo e abbiamo depositato una proposta di legge che è nata dopo aver consultato le varie Ong, la società civile, e adesso verrà anche discussa in rete. Prenderemo i commenti e i suggerimenti dei cittadini che potranno emendare il provvedimento, attraverso un procedimento on line.
  Speriamo di partecipare all'istituzione di questa Commissione portando il nostro contributo in modo positivo, visto che la nostra proposta di legge prevede alcuni punti fermi, soprattutto sulla trasparenza e sulla riduzione dei costi di questa Commissione.
  Ci fa piacere vedere che anche altri colleghi stanno lavorando sul tema. Speriamo di portare un contributo positivo da questo punto di vista.

  SANDRA ZAMPA. Sarò telegrafica e mi scuso anche della brevità con cui affronterò dei temi che andrebbero tutti molto approfonditi.
  Vorrei un chiarimento sulla questione dei CIE e vorrei sapere perché non risulta nel vostro rapporto l'approvazione di una mozione in questo Parlamento che impegnava il Governo a ridurre i tempi e a un'altra serie di azioni. Uno dei punti più gravi di discriminazione dei diritti nella questione dei CIE è quello della non identificazione in carcere dei trattenuti, che vengono poi portati nei CIE. Questa comunque è una materia che è stata segnalata anche al Consiglio d'Europa per violazioni numerose. L'allungamento dei tempi a diciotto mesi, come voi segnalate, è uno dei punti fondamentali.
  Esiste un programma di lavoro che era stato predisposto dalla commissione De Mistura, dal quale si potrebbe ripartire esattamente senza ripetere tutto daccapo, perché aveva già lavorato su questa materia prima dell'introduzione dei diciotto mesi, del reato di clandestinità, insomma prima che ci fosse un aggravamento della situazione che poi ha portato anche alle segnalazioni del Consiglio d'Europa di numerose violazioni.
  Il secondo tema che vorrei segnalarvi riguarda i minori stranieri non accompagnati. Anche qui non risulta nel rapporto che in I Commissione è iniziato l'esame di una proposta di legge che riguarda i minori stranieri non accompagnati, che è stata presentata e sottoscritta da pressoché tutte le forze parlamentari, quasi in maniera globale, con qualche eccezione. Questa legge prevede l'inserimento dei minori stranieri non accompagnati nel sistema dello SPRAR. È il frutto di un lavoro molto intenso che è stato fatto con associazioni, in particolare con Save the children, e con l'ANCI, perché, come certamente non vi sfugge, il tema riguarda soprattutto i bilanci dei comuni, in particolare dei comuni del sud.
  Voi segnalate molto correttamente che i minori stranieri non devono essere trattenuti. In realtà, le violazioni su questo versante sono numerosissime. Lei ha molto correttamente segnalato che il problema non è tanto e solo il recepimento delle norme, quanto il rispetto delle norme che noi via via produciamo o recepiamo quando si tratta di normativa europea. Mi domando: non si può prevedere o immaginare qualcosa che almeno contrasti questa tendenza del Paese a dotarsi di norme lungimiranti ma a non applicarle e a non Pag. 9rispettarle ? In questo momento a Lampedusa sono trattenuti nel CARA molti minori. Vi segnalo questo episodio perché è di due giorni fa, ma episodi di questo genere sono numerosissimi.
  Quanto al non trattenimento dei minori nei CIE, nella precedente legislatura abbiamo audito un sottosegretario che ci ha spiegato le cose diversamente, ma ho letto con i miei occhi un regolamento che prevede la fornitura dei kit per i minori nei CIE. Quindi, qualcosa non funziona. È necessario che almeno le amministrazioni siano informate che non è possibile mettere un minore in un CIE.
  Aggiungo un'ultima questione perché mi occupo in particolare del tema dell'infanzia. In questo momento c’è un allarme molto grave sulla povertà minorile anche di cittadini italiani, di minori italiani. A quanto risulta, non ci sono misure di contrasto ad hoc, quindi noi continuiamo a recepire nuovi sviluppi, dal punto di vista normativo, della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia, ma siamo assolutamente insufficienti dal punto di vista del rispetto e del recepimento di queste stesse norme.
  La povertà minorile è una piaga gigantesca che sta cominciando a produrre una vera e propria discriminazione. Quando si arriva all'impossibilità per un bambino di leggere un libro, perché la famiglia non ha neanche le risorse per comprare un libro all'anno, oppure di mangiare, quindi all'impossibilità di avere in una giornata un pasto completo, ovviamente il problema è molto grave dal punto di vista dei diritti.
  Chiudo segnalando un'altra questione che voi sollevate: l'istituzionalizzazione dei minori. Vedo che i numeri che voi qui richiamate sono abbastanza datati (2011 e via dicendo). Tuttavia, sono meravigliata che li abbiate, perché è sempre impossibile trovare i dati. Vi segnalo con molta preoccupazione l'assenza di dati anche, per esempio, sugli affidi negli istituti. I dati non sono mai a disposizione. Uno dei problemi che riguarda l'infanzia in Italia è l'assenza di dati che la riguardino direttamente. È una questione che è stata più volte segnalata all'ISTAT.
  Occorre che si proceda perché non si può affrontare il tema dell'infanzia senza sapere che cosa davvero la sta interessando.

  PRESIDENTE. Grazie di queste osservazioni puntuali.
  Prima di dare la parola per la replica, vorrei ringraziare gli auditi di questo importante lavoro che per noi diventa base di ragionamento e di informazione.
  Non ho scorso l'ultima versione del rapporto, quindi tutte le 10.700 parole, però credo siate al corrente del fatto che è in corso di approvazione nella I Commissione Affari costituzionali la Commissione d'inchiesta monocamerale sul sistema di accoglienza, sono solo i CIE.
  Inoltre, anche se ovviamente non sono calendarizzati, ci sono diversi progetti di legge sul reato di tortura.
  In realtà, come riferiva l'onorevole Zampa, la mozione sull'eccesso di permanenza nei CIE dava già delle indicazioni chiare al Governo, però i provvedimenti attuativi di questa forte indicazione da parte del Parlamento ancora non ci sono.
  Tuttavia, mi pare – non ne sono certo – che ci sia stato un cambiamento e che sia iniziata l'identificazione mentre si sta in carcere. Ho avuto notizia di questo cambiamento, quindi vi chiedo se potete confermarla o meno.
  Quando ho incontrato, quindici giorni fa, il signor Andenas nella sua missione a Roma in vista della revisione periodica, ho registrato moltissimi apprezzamenti e una certa preoccupazione legata ancora al problema del carcere illimitato, cioè degli ergastoli, del 41-bis e dell'ergastolo ostativo. È un problema che riguarda circa 1.200 persone. A me risultano due progetti di legge, uno mio personale e uno di colleghi del Partito Democratico, per l'abolizione dell'ergastolo ostativo.
  Riguardo alla spesa riprendo l'osservazione dell'onorevole Locatelli, cioè che 17 miliardi sono un dato impressionante. Tuttavia, poiché di quella somma 16 miliardi sono destinati all'inserimento dei disabili nel mondo della scuola, che è una cosa fondamentale, effettivamente parliamo Pag. 10di 1,3 miliardi per il resto degli interventi. Comunque sia, avete fatto bene, a mio parere, a inserire questa voce nel rapporto.
  Credo che, dentro questo rapporto, forse abbiamo – ce lo diciamo tra noi – un ritardo su tutto il terreno dei Rom, Sinti e Caminanti. La pratica nazionale è largamente al di sotto del problema.
  Sul terreno dei migranti, per le nostre possibilità attuali, l'incremento di arrivi dal sud del Mediterraneo sta mettendo in crisi il percorso virtuoso che si era costruito per i richiedenti asilo e poi per l'assegnazione per piani concordati con i comuni e via dicendo, mentre siamo tornati in una fase abbastanza indiscriminata di ricerca di luoghi dove semplicemente far dormire queste persone e dove sostanzialmente il percorso virtuoso che si è costruito rischia di essere inattuato per grandi masse. Comunque, a questo riguardo direi che siamo noi portatori verso l'Europa di un problema di rispetto dei diritti umani, con una serie di proposte sul tema delle migrazioni.
  Abbiamo delle proposte per l'Europa, la principale delle quali, secondo me, è che bisogna iniziare ad accogliere la richiesta di asilo e di protezione internazionale sull'altra riva del Mediterraneo, per cominciare a permettere viaggi sicuri, e organizzare un campo di accoglienza europeo in Italia, in Sicilia. Secondo me, sono i due punti minimi da cui partire, perché tutto il resto diventa addirittura marginale rispetto al problema più grande.
  Do la parola al Ministro de Martino per la replica.

  GIAN LUDOVICO DE MARTINO, Presidente del Comitato Interministeriale per i diritti umani. Grazie, presidente. Per quanto riguarda i dati statistici, effettivamente c’è a volte un problema di reperire i dati. È un lavoro abbastanza complesso. Noi, come seguito della preparazione del Rapporto nazionale, già prima dell'esame dell'Italia al Consiglio dei diritti umani della fine di ottobre, istituiremo un gruppo di lavoro che inizierà a lavorare a settembre, sulle aree che riteniamo presentino maggiori criticità, anche per attirare l'attenzione delle amministrazioni e degli enti competenti sull'esigenza che su questi argomenti ci sia un più facile accesso ai dati, e anche per vedere che cosa sta effettivamente accadendo in termini di attuazione di provvedimenti che nel frattempo sono stati adottati.
  Quanto ai temi che sono stati prima evidenziati nelle domande, quello dei tempi di detenzione nei CIE è senz'altro un tema sul quale saremo oggetto di domande, di questioni, e sul quale bisognerà essere pronti a dare chiarimenti e anche avere una prospettiva che vada incontro a quelli che sono altri obblighi, altri impegni che abbiamo assunto.
  Quello dei Rom e dei Sinti è un tema sul quale ci sono, da un lato, provvedimenti e stanziamenti, ma si tratta di verificare esattamente cosa succede nel terreno.
  Abbiamo la questione del crimine di odio, soprattutto a livello politico, che credo verrà in qualche modo evocata in sede di esame, ma anche la violenza sulle donne, l'occupazione femminile. C’è una parte di stanziamenti a favore delle donne, per lo sviluppo dell'imprenditoria eccetera, che rientra sotto l'altro capitolo economico-sociale. Ci sono, poi, stanziamenti che sono specificatamente a favore delle donne, sotto il profilo della loro tutela.
  Sul tema della povertà minorile non abbiamo statistiche che ci sono state messe a disposizione. È un tema che occorre tener presente. Come Comitato possiamo stimolare ulteriormente l'adozione di misure, attirare l'attenzione, trovando in questo anche una sponda con voi, con le istanze parlamentari.
  La cifra che abbiamo indicato è probabilmente per difetto. È oltremodo difficile per noi quantificare il complesso dell'attività di formazione delle forze dell'ordine, di operatori sociali che sono impegnati in attività connesse ai diritti umani, per il fatto che fanno parte di attività di formazione più vaste e non è possibile scindere la parte relativa esplicitamente ai diritti umani da quello che è il complesso della formazione.Pag. 11
  Sul piano «Donne, pace e sicurezza», proprio domani ho una riunione per un'ultima revisione del testo, per cui credo che a breve sarà disponibile anche su internet. Nel frattempo, possiamo farvi avere una scaletta di tutti i temi individuati, di tutte le misure.
  Il tema è vastissimo. Noi speriamo di poter avere l'occasione di un'ulteriore audizione prima dell'esame dell'Italia, per mettere a fuoco ulteriori punti e recepire altre vostre indicazioni che sono utilissime perché, tra l'altro, vanno nel senso di quello che noi dovremo aspettarci a Ginevra.

  PRESIDENTE. Vorrei informare i colleghi e i nostri auditi del percorso che si sta facendo sul tema della Commissione nazionale indipendente. C’è stato un lavoro molto approfondito di rilettura delle proposte del passato, già affrontate da un ramo del Parlamento, e anche un'analisi delle difficoltà e del perché non si è ancora provveduto a costituire la Commissione nazionale indipendente.
  Sulla base di queste consultazioni informali e anche di un'analisi più approfondita con gli uffici e con chi se n’è occupato in passato, abbiamo provveduto, con il collega Nicoletti, a mettere a punto un progetto leggero, anche con scambi informali con i membri del CIDU, con una valutazione che ci porta a dire che occorre favorire il più possibile il coinvolgimento della società civile e al tempo stesso la costituzione di una Commissione indipendente il più possibile snella e meno onerosa.
  Questo disegno di legge è pronto e in questa settimana verrà stampato e pubblicato dalla Camera dei deputati. Mi auguro che possa esserci la convergenza di tutti i Gruppi su questo elemento, quindi trasferiremo questo testo alla fine della settimana nella sua forma definitiva.
  Avendo ampiamente toccato tutti i temi che erano all'ordine del giorno, ringrazio tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.05.