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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Mercoledì 18 febbraio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Realacci Ermete , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gianluca Galletti, sullo stato di attuazione delle misure introdotte dal decreto-legge n.136 del 2013, sullo stato della gestione dei rifiuti, con particolare riferimento alla situazione della regione Sicilia e sullo stato delle procedure di infrazione in materia di rifiuti (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Realacci Ermete , Presidente ... 3 
Galletti Gian Luca , Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 3 
Realacci Ermete , Presidente ... 8 
Micillo Salvatore (M5S)  ... 8 
Borghi Enrico (PD)  ... 9 
Zaratti Filiberto (SEL)  ... 9 
Galletti Gian Luca , Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 10 
Zaratti Filiberto (SEL)  ... 10 
Realacci Ermete , Presidente ... 10 
Zaratti Filiberto (SEL)  ... 10 
Castiello Giuseppina (FI-PdL)  ... 10 
Realacci Ermete , Presidente ... 11 
Matarrese Salvatore (SCpI)  ... 11 
Iannuzzi Tino (PD)  ... 12 
Di Benedetto Chiara (M5S)  ... 13 
Manfredi Massimiliano (PD)  ... 13 
Realacci Ermete , Presidente ... 15 
Pellegrino Serena (SEL)  ... 15 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 15 
Realacci Ermete , Presidente ... 15 
Galletti Gian Luca , Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 15 
Realacci Ermete , Presidente ... 16 
Galletti Gian Luca , Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 16 
Realacci Ermete , Presidente ... 17 

ALLEGATO: Documentazione consegnata dal Ministro Galletti ... 19

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ERMETE REALACCI

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, sullo stato di attuazione delle misure introdotte dal decreto-legge n. 136 del 2013, sullo stato della gestione dei rifiuti, con particolare riferimento alla situazione della regione Sicilia e sullo stato delle procedure di infrazione in materia di rifiuti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, sullo stato di attuazione delle misure introdotte dal decreto-legge Terra dei fuochi, sullo stato della gestione dei rifiuti, con particolare riferimento alla situazione della regione Sicilia e allo stato delle procedure di infrazione in materia di rifiuti.
  Ricordo che abbiamo chiesto al ministro di riferire sulla questione della Terra dei Fuochi e sullo stato di attuazione del decreto che approvammo all'inizio di febbraio dell'anno scorso, per valutare cosa sia stato fatto e cosa sia ancora in itinere. Doveva essere approvata oggi al Senato ma è stata rinviata alla prossima settimana la legge sugli «ecoreati», che ci auguravamo venisse approvata in modo che il passaggio alla Camera fosse il più rapido possibile.
  Avevamo anche chiesto, a partire dallo stato delle procedure di infrazione aperte dall'Unione europea, un focus particolare sulla vicenda siciliana, su quanto si sta facendo e si deve fare in quella regione.
  Do quindi la parola al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ministro, Gian Luca Galletti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Ringrazio il Presidente Realacci e voi tutti componenti della Commissione per l'opportunità di confrontarmi con voi su alcuni temi che sono per me, come per tutto il Governo e penso anche per tutto il Parlamento, di assoluta importanza per la tutela dell'ambiente e per la salute dei cittadini, che chiedono allo Stato chiarezze e risposte.
  Come ricordava prima il presidente, la mia audizione affronterà tre temi: lo stato di attuazione delle misure previste nel decreto-legge n. 136 del 2013 su alcune aree della Campania, lo stato della gestione dei rifiuti con particolare riferimento alla situazione della regione Sicilia e lo stato delle procedure di infrazione in materia di rifiuti.
  Iniziando dallo stato di attuazione delle misure previste nel decreto-legge n. 136 del 2013, ritengo che su questo tema il Governo abbia impresso un vero e proprio cambio di marcia rispetto al passato. Per troppi anni il problema che ha interessato alcune aree della nostra Campania e molti cittadini di quelle terre è stato tenuto nascosto, derubricato, non affrontato con la necessaria determinazione.
  Già con il Ministro Orlando, mio predecessore, si è aperto un percorso nuovo, Pag. 4è stata fatta una scelta di responsabilità ha con coerenza è stata portata avanti (mi riferisco al decreto-legge n. 136 del 2013, che Orlando ha fortemente voluto), si è scelto di metterci la faccia e di usare un metodo nuovo, di affidarsi alle certezze scientifiche, facendole prevalere sia sull'allarmismo che sulla sottovalutazione del problema.
  Sin dall'inizio hanno collaborato con il mio Ministero, e continuano a farlo con grande condivisione tante istituzioni unite, i colleghi Martina e Lorenzin, il presidente della Regione Caldoro, il comandante Patrone del Corpo forestale e tutti i livelli locali. Portiamo avanti un lavoro comune con un duplice obiettivo: fare chiarezza sulla situazione nelle aree inquinate e intervenire per ripristinare la salubrità dell'ambiente, dando serenità agli abitanti, ma allo stesso tempo restituire certezze a chi fa buona agricoltura, a chi vende i frutti delle terre non contaminate ai cittadini che comprano e mangiano quei prodotti.
  Questa audizione segue di pochi giorni l'emanazione di un decreto interministeriale di cui vi dirò tra breve, che rappresenta il primo risultato di un lavoro lungo e finalmente sorretto da certezze scientifiche, bloccando la produzione agroalimentare in circa 15 ettari di terreni nei primi 57 comuni della Campania oggetto di analisi.
  Parto dal principio di questo lavoro. Il Governo, ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di reprimere l'illecita combustione dei rifiuti, per la mappatura dei terreni della regione Campania destinati all'agricoltura e per un'efficace organizzazione e coordinamento degli interventi di bonifica in quelle aree, nell'interesse della salute dei cittadini, dell'ambiente e delle risorse delle produzioni agroalimentari, ha emanato il decreto n. 136 nel dicembre 2013.
  Una direttiva dei Ministeri interessati ha dettato gli indirizzi comuni e le priorità per lo svolgimento delle attività, e ha individuato i territori da sottoporre prioritariamente a indagine, compresi i 57 comuni delle province di Napoli e Caserta.
  La stessa direttiva ha previsto la costituzione di un gruppo di lavoro composto da ISPRA, CRA, ISS e ARPA Campania coordinate dall'AGEA, a cui è subentrato poi nel coordinamento il capo del Corpo forestale dello Stato, con il compito di individuare i siti interessati da sversamenti e smaltimenti abusivi sul territorio, di definire un modello scientifico di riferimento per la classificazione dei siti ai fini delle diverse tipologie di utilizzo (divieto di produzione agroalimentare e pastorale, limitazione a determinate produzioni agroalimentari ovvero destinazione a colture diverse anche destinate alla produzione di biocarburanti), di predisporre entro un brevissimo lasso di tempo una relazione con i risultati delle indagini svolte, delle metodologie tecniche impiegate con le relative proposte operative circa le misure da adottare.
  Il gruppo di lavoro ha prioritariamente messo a punto un modello scientifico di riferimento, con l'obiettivo di individuare su base scientifica e non empirica l'inquinamento del suolo e il rischio per la salute umana, animale e dell'ambiente, un metodo con valenza generalizzata che potrà essere esportato e applicato in altre realtà territoriali interessate da fenomeni similari.
  Sulla base dei livelli informativi richiesti da questo modello, il gruppo di lavoro ha effettuato un'attività di ricognizione, raccolta e selezione dei dati esistenti, utile allo svolgimento dell'indagine, successivamente armonizzati e organizzati nella piattaforma di condivisione del cosiddetto Geoportale. Si tratta di una piattaforma condivisa dagli operatori di altissima tecnologia, nella quale continueranno a confluire tutti i dati che via via si renderanno disponibili.
  Si è proceduto quindi alla classificazione di oltre 1.600 siti, per un totale di 1.146 ettari di territorio segnalati come sospetti o comunque da approfondire. L'analisi e l'integrazione geografica dei dati analitici e l'analisi multitemporale delle ortofoto storiche relative agli anni 2007-2011 con alcune aree del 2012, effettuato su tutto il territorio dei 57 comuni, Pag. 5ha consentito al gruppo di lavoro di classificare il territorio nei 5 livelli di rischio potenziale: livello 5 rischio molto alto, livello 4 ancora molto alto, livello 3 rischio alto, 2 rischio medio, 1 rischio basso.
  Per le classi di rischio ritenute potenzialmente più pericolose, quelle dei livelli di rischio da 5 a 3, nelle more dell'esecuzione dell'indagine, il gruppo di lavoro, nel rispetto del principio di precauzione, ha proposto l'adozione di misure di salvaguardia, recepite con il decreto ministeriale dell'11 marzo 2014, che consistono nel divieto di immissione sul mercato dei prodotti coltivati nelle suddette aree a rischio, a meno che le colture non siano già state oggetto di controllo ufficiale risultando conformi o siano sottoposte, su richiesta dell'operatore e a sue spese, a campionamento ufficiale per la ricerca di contaminanti normati.
  Sulla base delle indicazioni provenienti dalla Regione Campania, con successiva direttiva del 16 aprile 2014, è stato disposto che il gruppo di lavoro svolgesse indagini anche sui territori di altri 31 comuni, 22 nelle province di Napoli e 9 in quelle di Caserta.
  Previa notifica ai proprietari dei terreni cui ha provveduto il Corpo forestale dello Stato, sono state avviate da parte del gruppo di lavoro le indagini indirette o dirette con un preciso calendario e secondo le seguenti linee programmatiche: esecuzione preliminare da parte del Centro regionale radioattività dell'ARPA Campania di indagini radiometriche di superficie volte a garantire la sicurezza dell'accesso agli operatori, esecuzione dei campionamenti di suolo, vegetali e in presenza di pozzi anche di acque sotterranee, volte a verificare lo stato delle matrici ambientali (i campionamenti, per quanto di rispettiva competenza, sono effettuati da squadre congiunte ARPA Campania e ASL), esecuzioni di indagini geofisiche, magnetometriche da parte del campo del Corpo forestale dello Stato.
  Alla data del 29 gennaio 2015 sono stati indagati i terreni delle classi 5, 4, 3 e 2 A. Il decreto ministeriale 11 marzo 2014 includeva anche i siti di rischio classificati con la sigla 2 B tra quelli da sottoporre a indagine diretta entro 90 giorni. Successivamente, con la legge n. 116 del 2014, la previsione è stata leggermente modificata, prevedendo che si segua un ordine cronologico in base alle priorità.
  Si tratta in questo caso di più di 12.000 particelle catastali, sulle quali non ci sono dati di superamenti pregressi, ma solo sospetti derivanti dall'analisi multitemporale delle ortofoto. Su questi siti, prima di effettuare campionamenti e indagini analitiche, sarebbe opportuno procedere all'esecuzione di indagini conoscitive di tipo indiretto, finalizzate a focalizzare l'attenzione sulle aree ritenute più sospette. A tal fine il gruppo di lavoro sta valutando la possibilità di ricorrere a dati di telerilevamento già disponibili.
  Per i siti di categoria 2 C e 2 D, il gruppo di lavoro sta procedendo all'individuazione delle singole particelle catastali sulle quali investigare, oltre a procedere alla verifica della disponibilità di informazioni e ortofoto anteriori al 1997, al fine di estendere l'analisi multitemporale al periodo precedente.
  All'esito delle proprie valutazioni, il gruppo di lavoro ha presentato lo scorso 30 gennaio la relazione delle attività svolte e con lo stesso documento è stata presentata la proposta di mappatura dei terreni agricoli degli ulteriori 31 comuni inseriti nel programma.
  Nel settembre dello scorso anno è stato inoltre istituito con DPCM il Comitato interministeriale previsto dal decreto-legge n. 136, costituito tra i ministri delle politiche agricole, dell'ambiente e della salute.
  Il Comitato, il 4 febbraio, ha elaborato un primo schema di linee di indirizzo per l'individuazione e il potenziamento di azioni e interventi di prevenzione del danno ambientale e dell'illecito ambientale, in sintonia con l'attività avviata nell'ultimo anno dal gruppo di lavoro, con particolare riferimento ai controlli degli appalti per la messa in sicurezza delle bonifiche, la sensibilizzazione e informazione della popolazione, l'attuazione di misure e programmi finalizzati a garantire Pag. 6la corretta gestione dei rifiuti, i controlli sanitari, il rafforzamento della gestione esistente in materia di illeciti ambientali.
  Nella successiva riunione dello scorso 12 febbraio il Comitato ha emanato il decreto ministeriale, frutto dei risultati del lavoro di indagine e accertamento sui primi 57 comuni interessati dagli accertamenti. Con questo decreto sono stati definiti i terreni che possono essere destinati alle produzioni agroalimentari, quelli che possono essere destinati solo a determinate produzioni e i terreni che non possono essere destinati alla produzione agroalimentare, ma esclusivamente a colture diverse.
  Complessivamente per i siti con livello di rischio presunto 5-4, su un totale di 42,95 ettari di superficie agricola classificata, risultano: nella classe A, terreni idonei alla produzione agricola, 15,53 ettari, pari al 36 per cento; nella classe di terreni con divieto di produzione agroalimentare, 15,78 ettari, pari al 36,7; nella classe B, terreni con limitazione, rientrano i rimanenti 11,6 ettari, pari al 27 per cento. È stata inoltre vietata l'immissione sul mercato dei prodotti delle singole colture per i terreni di classe a rischio 3, 4 e 5 degli ulteriori 31 comuni che saranno oggetto dell'indagine.
  Il nostro lavoro per la Campania non si ferma certamente qui, possiamo dire che finalmente è seriamente iniziato, continuerà con la stessa determinazione del primo giorno e con la consapevolezza che c’è un lungo percorso da seguire per giungere al nostro obiettivo di una nuova Campania Felix.
  I problemi da affrontare sono ancora molti, di carattere ambientale, sanitario, di sicurezza pubblica, come testimonia la persistenza del fenomeno dei roghi. Anche per dare un segnale tangibile in questa direzione, il Governo ha raddoppiato i militari impegnati sul territorio, assicurando la copertura economica con l'implementazione di risorse derivanti dal Progetto «Strade sicure».
  Va ribadita anche in questa occasione l'esigenza di una sollecita approvazione da parte del Parlamento della normativa sugli «ecoreati», la cui urgenza nasce anche dalla situazione in Campania, dove le ecomafie negli ultimi decenni sono cresciute e hanno compiuto i loro affari criminali.
  Passiamo ora ad esaminare lo stato della gestione dei rifiuti con particolare riferimento alla regione Sicilia. In coerenza con i princìpi dell'Unione europea, la normativa italiana sui rifiuti è orientata ormai da tempo alla realizzazione di un sistema di gestione integrata, che punti a ottimizzare la riduzione a monte della produzione di rifiuti, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio, il recupero dei materiali e dell'energia, e al tempo stesso consenta di ottenere il duplice risultato della valorizzazione economica della risorsa rifiuti e della tutela della qualità ambientale.
  In un corretto sistema di gestione integrata dei rifiuti lo smaltimento viene infatti a costituire un'opzione residuale, mentre la raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio assume un ruolo prioritario, in quanto consente di ridurre significativamente il flusso dei rifiuti da avviare allo smaltimento e di valorizzare le componenti merceologiche dei rifiuti sin dalla fase della raccolta.
  Il decreto legislativo n. 152 del 2007, in coerenza con l'articolo 117 della Costituzione, ha effettuato un riparto di competenze nella materia dei rifiuti fra Stato, regioni, province e comuni. Nell'ambito di tale riparto al Ministero spetta un importante ruolo di indirizzo e coordinamento, che si esplica anche tramite la definizione di normative tecnico-settoriali.
  Le regioni hanno invece il compito di adottare il piano per la gestione dei rifiuti che, garantendo lo sviluppo di politiche di prevenzione e di riciclaggio, realizza un sistema di gestione integrato coerente con la normativa nazionale ed europea e improntato ai princìpi di autosufficienza e prossimità nella gestione dei rifiuti.
  Le regioni svolgono inoltre un essenziale ruolo quali autorità competenti nel rilascio delle autorizzazioni necessarie per Pag. 7lo svolgimento dell'attività di gestione dei rifiuti nell'ambito del territorio di competenza.
  Se siete d'accordo, non leggerei dati e statistiche e andrei subito al cuore, al piano di gestione. Passando quindi al caso della Sicilia, nel corso degli ultimi mesi dell'anno 2014 si è venuta a determinare nel territorio regionale una crisi profonda in materia di gestione dei rifiuti, a causa dei ritardi accumulati nel corso degli anni passati, relativi al non corretto recepimento delle direttive comunitarie e della normativa nazionale di settore.
  In particolare, ad oggi si registra la pressoché totale mancanza sia di politiche di prevenzione di produzione dei rifiuti, sia di sistemi di raccolta differenziata efficienti, a causa di problemi legati alla situazione autorizzativa, gestionale e funzionale degli impianti presenti sul territorio. Si cercherà di seguito di esaminare le principali criticità presenti, che determinano una situazione di concreta emergenza nel territorio regionale in materia di rifiuti.
  Riguardo al piano di gestione dei rifiuti, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 luglio 2010 è stato dichiarato lo stato di emergenza nel territorio della regione siciliana in materia di gestione dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi.
  Contestualmente alla dichiarazione dello stato di emergenza il Presidente della regione siciliana è stato nominato Commissario delegato con il compito di predisporre l'adeguamento del piano regionale di gestione dei rifiuti. Il piano doveva essere adottato d'intesa con il dipartimento della Protezione civile, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e successivamente approvato dal mio Ministero.
  L'11 luglio 2012 il Ministero dell'ambiente pro tempore ha approvato con proprio decreto il piano di gestione dei rifiuti della regione siciliana, invitando contestualmente il Commissario delegato a effettuare la procedura VAS. Si sottolinea che il 4 giugno 2012 era stata inviata al ministro dell'ambiente la richiesta della Commissione europea per informazioni riguardo lo stato del predetto piano, caso EU Pilot 6.582.
  In particolare, con detta nota venivano richieste le seguenti informazioni: il decreto del Ministero dell'ambiente di approvazione del piano, l'espletamento della valutazione di incidenza ambientale, l'espletamento della VAS, gli atti autorizzativi per tutti gli impianti compresi nel piano regionale, l'espletamento della valutazione di incidenza, l'espletamento della VIA, il rispetto delle direttive VIA, VAS, IED, habitat, discariche con alcune precisazioni per alcuni comuni, il rispetto di VIA, VAS, habitat discariche per quanto concerne il progetto della discarica di Bellolampo.
  Gli elementi di risposta forniti non hanno tuttavia soddisfatto le richieste della Commissione, la quale ha richiesto allo Stato italiano altre informazioni che sono tutte elencate nella mia relazione. Rispetto alla prima nota di chiarimenti la Commissione ha ampliato molto lo spettro delle contestazioni e delle richieste formulate. Ad oggi il Ministero dell'ambiente sta lavorando con la Regione Sicilia per fornire tutti gli elementi di risposta utili a soddisfare le richieste della Commissione europea e ad evitare l'apertura di una procedura di infrazione.
  Con riferimento all'impiantistica regionale, oggi si registra una grave situazione emergenziale in tutto il territorio regionale, causata da una rilevante insufficienza impiantistica presente. Il sistema di gestione dei rifiuti è totalmente incentrato sull'utilizzo della discarica e, come ho già riferito in precedenza, la raccolta differenziata nel 2013 si è assestata al 13,4 per cento, e circa il 91 per cento dei rifiuti urbani prodotti viene smaltito senza alcun trattamento direttamente in discarica.
  La quasi totalità degli impianti presenti in Sicilia per la gestione dei rifiuti con l'eccezione dell'impianto TMB di Catania non rispetta la normativa comunitaria e nazionale di settore (insufficienza di impermeabilizzazione del fondo delle discariche, inadeguatezza dei sistemi di captazione Pag. 8del biogas e del percolato, insufficienza dei sistemi di trattamento del percolato).
  Alla luce di quanto detto, al fine di scongiurare un'emergenza di tipo sia ambientale che sanitario, occorre adeguare urgentemente il sistema impiantistico regionale alle disposizioni comunitarie e nazionali vigenti. Occorre inoltre avviare con determinazione la raccolta differenziata dei rifiuti, per sottrarre alla discarica tutte le frazioni merceologiche che possono essere recuperate e/o riciclate.
  Si dovranno inoltre avviare tempestivamente i lavori per la realizzazione di tutti gli impianti di compostaggio già autorizzati, in maniera tale da favorire la valorizzazione della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani.
  Riguardo allo stato delle procedure di infrazione, anche su questo terreno c’è uno sforzo coerente da parte nostra per superare le infrazioni comunitarie ed evitare che l'Italia paghi multe salate per ritardi del passato.
  I dati evidenziano con chiarezza anche qui un cambio di marcia: da febbraio a dicembre dello scorso anno sono state archiviate ben 9 procedure di infrazione su 25 esistenti. Ne restano pendenti 16, di cui ben 12 riguardano le amministrazioni regionali. In dodici mesi di attività di questo Governo su 36 procedure EU Pilot aperte ne sono state chiuse 35.
  Nella relazione è contenuta la spiegazione, procedura per procedura, del punto in cui siamo e delle contestazioni che sono state sollevate. Vedrete che alcune sono in stato avanzato, per altre abbiamo in corso chiarimenti, altre addirittura si stanno chiudendo per interventi normativi o comunitari.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Galletti, anche per il rispetto del tempo a disposizione. Ovviamente ci sono questioni che riguardano l'applicazione del decreto Terra dei fuochi Ilva che non riguardano il Ministero dell'ambiente, su cui avremo modo di audire altre amministrazioni.
  In particolare, uno dei punti qualificati che avevamo introdotto alla Camera erano i 25 milioni di euro per la Campania e i 25 per la Puglia per realizzare gli screening sanitari, entrambi rimasti sostanzialmente inattuati.
  Prendiamo molto seriamente le assicurazioni del Ministro che si sta effettivamente adoperando, sapendo che la complessità della materia aveva portato ad accumulare ritardi nei provvedimenti. Il provvedimento sui terreni «no food» doveva essere emanato lo scorso giugno, ma probabilmente si era sottovalutata la complessità della materia, come anche per una serie di altri passaggi.
  Proporrei di consentire l'intervento di un deputato per gruppo, lasciando al Ministro il tempo per rispondere ed eventualmente consentendo di intervenire in seguito anche ad altri deputati.
  Do quindi la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  SALVATORE MICILLO. Vorrei ricordare che, in una recente interpellanza presentata dall'onorevole Rostan, lo stesso Ministero ha ammesso che il provvedimento di cui si è parlato non ha portato ai risultati sperati, tesi che condividiamo in pieno anche perché l'abbiamo fortemente ostacolato presentando trecento emendamenti.
  Dalla relazione del Ministro emergono molti dati (rischio 7, livello 5, livello 4), ma non comprendo dove siano questi rischi, in quale città, paese o campagna, perché in Campania si parla di tutto e di più senza avere poi alcun dato certo e confortante. Ogni giorno escono statistiche diverse e si parla di 2 per cento, 3 per cento, 4 per cento, ma qui vedo livello 5, 4, 3, 2, 1 ma non quali siano i siti interessati, mentre alla popolazione campana interessa sapere questo.
  Leggo poi di controlli degli appalti per la messa in sicurezza e bonifica: in che modo vengono fatti ? La sensibilizzazione e l'informazione della popolazione in che modo stanno avvenendo ? L'attuazione di misure e programmi finalizzati a garantire Pag. 9la corretta gestione dei rifiuti: anche qui molte volte abbiamo parlato con Lei, signor ministro, delle varie ecoballe presenti sul territorio campano, abbiamo portato al Ministero il nostro piano per smaltirle, ma aspettiamo ancora un tavolo tecnico con la regione e con Lei per poterlo modulare.
  I controlli sanitari sono una parte importantissima: dove possiamo leggere i dati di questi controlli sanitari ? Il rafforzamento della legislazione in materia di illeciti ambientali è l'unico aspetto su cui per il momento possiamo ritenerci soddisfatti, a meno che il Senato non apporti altre modifiche.

  ENRICO BORGHI. Vorrei segnalare molto rapidamente, per non sottrarre tempo ai colleghi, tre flash dal punto di vista politico sul tema delle misure previste nel decreto legge n. 136 del 2013.
  A noi pare che l'odierna relazione del ministro smentisca una polemica sollevata da altre forze politiche, invero piuttosto fuor d'opera, in termini di mancato intervento del Governo sulla questione molto complessa della Terra dei fuochi.
  Oggi abbiamo di fronte lo stato d'avanzamento di un percorso che sappiamo molto complesso, derivante anche da lunghi anni di inazione, che non poteva prevedere un intervento immediato, ma che oggi ci consegna un primo riscontro importante dal punto di vista della mappatura, del censimento in rapporto a una questione molto delicata quale la salubrità dei suoli e delle produzioni agroalimentari.
  Non abbiamo dubbio che questo tema verrà ulteriormente rafforzato nel suo percorso di applicazione in tutti i contenuti del decreto e auspichiamo che l'iniziativa condotta venga costantemente monitorata dal Ministero in maniera pronta ed efficace.
  Più in generale, signor ministro, sul tema che lei qui ha sollecitato di fronte alla Commissione, vorremmo ribadire due questioni che avevamo già sollevato in altre occasioni. Occorre innanzitutto lavorare per evitare a tutti i costi l'apertura di nuove procedure di infrazione. Lo stato di attuazione della regione siciliana è sotto gli occhi di tutti ed è dentro la relazione quindi insoddisfacente rispetto agli standard previsti dalla normativa e lontano dal raggiungimento delle percentuali stabilite.
  Sotto questo profilo, facciamo appello anche a una considerazione di carattere più generale, relativa all'esigenza di ragionare sul tema dei poteri sostitutivi. L'avevamo già sollevato in passato, in quanto è di tutta evidenza che il sistema Paese non può farsi carico di situazioni in cui non si riscontra il raggiungimento degli standard.
  Nel fare appello alla collaborazione fra Ministero e regione affinché si riprenda in maniera consistente il perseguimento di questi obiettivi, ribadiamo questa esigenza complessiva in una cornice di rispetto dello Statuto particolare della regione, che non può però diventare l’alibi per abdicare rispetto a un possibile intervento.

  FILIBERTO ZARATTI. Desidero ringraziare il ministro per il metodo di lavoro utilizzato e per aver portato una relazione che ci permette di seguire con puntualità le sue dichiarazioni.
  Sono però largamente insoddisfatto del contenuto della comunicazione del ministro perché, al di là delle dichiarazioni che emergono ogni tanto nella relazione sul metterci la faccia o aver cambiato passo, verifichiamo che, per quanto riguarda il decreto sulla «Terra dei fuochi», stiamo parlando di iniziative che nel migliore dei casi sono avviate e che non rispettano i termini previsti dalla legge che abbiamo sostenuto e votato come opposizione. Non vengono rispettate alcune date o appuntamenti previsti dalla legge e non ci sono evidenze significative di quanto è stato realizzato in questo periodo. Il presidente Realacci ha accennato ai 25 milioni relativi allo screening sanitario, che erano uno dei punti di qualità significativi dell'intervento, dei quali si è persa la traccia; quindi, ci avrete anche messo la faccia, ma state facendo una figuraccia, perché è evidente che quel decreto misurerebbe la necessità di un intervento più efficace, più puntuale e più efficiente da parte del suo Governo.Pag. 10
  Per quanto riguarda la vicenda dei rifiuti in generale, penso che si sia annoiato anche lei, signor ministro, di riproporci la solita paginetta in cui si dice come si gestisce in modo virtuoso il ciclo dei rifiuti. Noi siamo contenti che lei ce lo ribadisca tutte le volte, però ci aspetteremmo maggiore efficienza da parte del suo Governo, anche perché i dati ai quali ho dato una rapida occhiata ci dicono che gli obiettivi di raccolta differenziata delle regioni sono attualmente ben al di sotto degli obiettivi previsti dalla legge italiana, e rispetto a questo non riesco a capire cosa intendiate fare.
  Se è questa la chiave di volta, come io penso che sia, dovreste fare qualcosa, ma non ho capito quali siano le vostre intenzioni. Ci dite che regioni importanti come il Lazio, l'Abruzzo, la Basilicata, la Puglia hanno percentuali di raccolta differenziata intorno al 25-26 per cento, che le più virtuose sono al 43-45 per cento, tutte al di sotto degli obiettivi di raccolta differenziata posti dal suo Governo, e su questo non si fa nulla, non è previsto un piano nazionale, non è previsto un piano nazionale di intervento per creare gli impianti intermedi, quelli di trattamento meccanico-biologico per l'umido di cui avremmo tanto bisogno, ma voi non investite su questo settore.
  Il caso Sicilia è l'emblema di tutta questa operazione: ancora una volta continuate a seguire un percorso sbagliato che è quello del commissariamento...

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. No, è stato commissariato nel passato.

  FILIBERTO ZARATTI. La puntualizzazione mi è utile.

  PRESIDENTE. Il collega Borghi ha fatto riferimento ai poteri sostitutivi e non al commissariamento classico, ovvero non si parlava di nominare Crocetta commissario dei rifiuti in Sicilia come avvenuto in passato con la Campania, ma di attuare i poteri sostitutivi del Governo per le regioni inadempienti. Si tratta quindi di un'altra partita.

  FILIBERTO ZARATTI. Mi è stata utile questa puntualizzazione che però dal punto di vista della sostanza e dei contenuti cambia poco, perché le contestazioni fatte dall'Unione europea, alle quali abbiamo risposto, ma che poi sono state seguite da ulteriori contestazioni, la dicono lunga sull'inadeguatezza della nostra capacità di intervento su questi problemi.
  In relazione alle bonifiche, è evidente che sono state ultimate una serie di procedure, ma, come lei ci aveva detto, molte erano legate a questioni normative. Ricordo la sua audizione precedente e penso che chiudere quelle procedure di infrazione attraverso norme opportune sia stata una cosa giusta, ma non eccessivamente complicata.
  Credo che servano un piano dei rifiuti e un piano straordinario di investimenti del vostro Governo per affrontare finalmente in modo serio e coerente il problema della gestione dei rifiuti in Sicilia, come delle altre regioni.

  GIUSEPPINA CASTIELLO. Ringrazio il ministro per la sua relazione e soprattutto per aver messo in evidenza nei giorni scorsi un dato che ritengo importante, quello relativo alla mappatura dei terreni, che personalmente ho chiesto di vedere anche per sfatare quanto si sostiene in altre sedi, in quanto i terreni contaminati sono limitati. Rispetto a questo dato ci rassicura sapere che non c’è grande allarmismo al riguardo, ma chi vive quei territori può tranquillamente rendersi conto di questa situazione.
  Siamo a un anno dall'approvazione di quel decreto che sicuramente non è stato quello che ci aspettavamo, ma che io rivendico fortemente in quanto ci abbiamo lavorato, l'abbiamo approvato e sicuramente ha messo in moto qualcosa. Purtroppo i tempi, in una regione in cui non si lavorava da vent'anni, possono a volte non essere rispettati, ma l'importante è affrontare il problema.Pag. 11
  Rispetto al decreto emanato, però, dopo un anno ci sono ancora delle piccole lacune sulle quali chiederei l'intervento del ministro, perché i dati recentemente forniti da Legambiente ci dicono che nel 2014, a fronte di 2.500 roghi, ci sono stati soltanto 45 arresti. Lo dico perché bisogna porre l'attenzione su dati importanti come quello dei reati ambientali. Purtroppo, abitando nella «Terra dei fuochi» che nella provincia di Napoli e Caserta chiamiamo «triangolo della morte», ci rendiamo conto di quanto sia importante la sicurezza, per cui spesso ci troviamo a sollecitare le forze dell'ordine che si impegnano molto, ma non possono risolvere il problema. I roghi, infatti, ci sono ancora, ma se i responsabili non vengono colti in flagranza di reato non si possono adottare misure punitive nei loro confronti.
  Questo è un dato importante e il decreto rispetto al problema della tracciabilità del rifiuto incendiato è monco. Continuo quindi a porre in evidenza l'elemento fondamentale, che è quello legato alla presenza dei militari in zona, e sono lieta di apprendere che il Governo ha raddoppiato il numero dei militari.
  Lo scorso anno ne avevamo fortemente chiesto la presenza con il decreto, ma, poiché appartenevano all'operazione « Strade sicure», pochissimi sono stati impegnati nella Terra dei fuochi, anche se sono stati fondamentali in quanto il numero di roghi è sicuramente diminuito.
  Il problema però riguarda la tracciabilità dei rifiuti, perché è sotto gli occhi di tutti che gli sversamenti illeciti provengono da piccole aziende che lavorano in nero, sono materiali di risulta di lavori al nero che purtroppo ancora esistono nei nostri territori.
  Bisogna quindi focalizzare l'attenzione sul fatto che la sorveglianza è importante ed è fondamentale intervenire (so che non è compito suo, ma sicuramente Lei, ministro, lo può fare con il Ministro degli interni) affinché le prefetture si attivino come hanno fatto lo scorso anno in maniera immediata, creando una task force anche con le polizie locali.
  Per quanto riguarda il problema della bonifica, evidenzio come rispetto alle risorse stanziate nello scorso decreto, sia necessario trovare altre risorse per i problemi legati ai controlli sanitari, allo screening che si sta facendo, seppure a rilento perché purtroppo manca una campagna di informatizzazione, come Lei può riferire al Ministro Lorenzin. Bisognerebbe capire se esista un nesso tra l'inquinamento e il numero di malattie sul territorio, fermo restando che c’è un registro delle malattie al riguardo.
  Per quanto riguarda invece il problema degli sversamenti illeciti, chiedo al Ministro di assicurarsi che i militari possano occuparsi soltanto della «Terra dei fuochi» e non dividersi tra l'operazione «Strade sicure» e quella «Terra dei fuochi», perché altrimenti la loro presenza diventerebbe irrilevante.

  PRESIDENTE. Ricordo che con il collega Micillo ci siamo incrociati a Servizio pubblico sulla vicenda «Terra dei fuochi» e mi hanno riferito che prima, durante e dopo Servizio pubblico (per questo bisogna essere molto duri e attendibili sull'individuazione dei terreni no food) una nota ditta ha mandato in onda degli spot in cui dichiara che i suoi pomodori sono sicuri perché non sono campani. Dico ciò per far capire che esiste chi utilizza queste modalità.

  SALVATORE MATARRESE. Nel ringraziare il ministro per la relazione molto completa nei dati e nei concetti, credo che, riguardo alla «Terra dei fuochi», la mappatura sia un buon punto di partenza anche per una strategia dell'utilizzo di questi territori e per eliminare il problema del danno economico arrecato alle aziende agricole.
  Nel rilevare che il 36 per cento dei terreni ha divieto di produzione, mentre un altro 36 per cento ha l'approvazione alla produzione, mi chiedo quali azioni voglia intraprendere il Comitato interministeriale per raggiungere l'obiettivo del decreto: non penalizzare la Campania sulle produzioni agricole per questa situazione Pag. 12di fatto. Vorrei quindi sapere in che tempi e quali azioni siano programmate per questo intervento che considero fondamentale per l'economia campana.
  Per quanto attiene ai rifiuti, ho appreso una considerazione interessante, ovvero che la valorizzazione dei rifiuti sembra essere in contraddizione con la raccolta differenziata, e mi colpisce che nelle regioni meridionali la raccolta differenziata abbia valori nettamente inferiori.
  Visto che in molte regioni meridionali non viene completato il ciclo dei rifiuti e questa penalizzazione sulla raccolta differenziata porterà a una crisi che noi abbiamo già vissuto in alcune regioni, mi chiedo se non sia opportuno un intervento del Ministero con una politica che favorisca la valorizzazione dei rifiuti e garantisca vantaggi in termini di produzioni energetiche.
  Abbiamo anche verificato che le emissioni in atmosfera sono sicuramente più tranquille dei valori tradizionali delle centrali elettriche. Mi chiedo quindi se il Ministero non abbia programmato di intervenire in modo più deciso sulla valorizzazione dei rifiuti soprattutto nelle regioni dove la raccolta differenziata sembra essere deficitaria e di difficile progressione. Grazie.

  TINO IANNUZZI. Ringrazio il ministro Galletti per l'audizione di oggi con la quale diamo inizio al ciclo di audizioni dei diversi Ministri competenti sull'attuazione del decreto-legge n. 136 del 2013, un'iniziativa quanto mai opportuna e significativa dalla Commissione.
  Il decreto-legge in questione ha rappresentato la prima organica e importante risposta dello Stato al problema drammatico della «Terra dei fuochi», un'assunzione di consapevolezza e di responsabilità e l'adozione di una serie di misure e di decisioni dedicate a questo problema, attestando così la sua centralità nella politica dello Stato.
  Questo rappresenta un decreto fondamentale, la cui architettura si regge su una pluralità di misure, che devono andare tutte in integrale attuazione per garantire il risultato che il provvedimento si prefigge: assicurare una presenza forte e incisiva dello Stato per risolvere questo enorme problema, che ha tanti aspetti drammatici per la Campania e per l'intero Paese.
  Quali sono questi diversi tasselli ? Sappiamo che c’è il problema della mappatura dei terreni, degli screening sanitari, del rafforzamento della sicurezza del territorio sul versante sia delle attività di prevenzione legate alla presenza di militari, sia della parte repressiva con la previsione di nuove fattispecie di reato, la parte relativa alle bonifiche, ai relativi lavori e al controllo e alla sorveglianza per evitare l'influsso, l'incrocio e l'infiltrazione della criminalità organizzata in questi appalti.
  Non c’è dubbio che il processo di applicazione e di attuazione del decreto è iniziato e noi sottolineiamo come, terminata l'operazione di mappatura dei primi 57 comuni, quelli originariamente contemplati dal decreto, vada accelerata con la massima rapidità la mappatura degli altri 31 comuni successivamente aggiunti all'originale nucleo di territori da investigare e monitorare dal punto di vista della sicurezza per le produzioni agricole, prima risposta per dare certezza di qualità alle produzioni di eccellenza di quella terra e restituire fiducia ai cittadini.
  In questo settore l'integrale esecuzione di tutte le opere di mappatura con misure immediate di preclusione della coltivazione nei terreni che risultano interdetti è fondamentale per garantire il ripristino di condizioni di fiducia e rispetto delle nostre produzioni.
  Sappiamo che gli screening non sono materia di competenza del Ministero dell'ambiente e che c’è stato un forte problema di informazione, di diffusione della consapevolezza dei cittadini di poter usufruire di questi screening; questo è un altro segmento che va posto a regime con la massima rapidità.
  Ci sono però due rapidissimi flash, signor ministro, che riguardano il suo Ministero. Mentre per quanto riguarda le operazioni di sicurezza del territorio prendiamo atto con soddisfazione che con il Pag. 13decreto «Missioni» è stato raddoppiato il numero di militari, assicurando l'integrale copertura di tutte le risorse finanziarie necessarie, il provvedimento sugli «ecoreati», attualmente all'esame del Senato, rafforza la capacità di investigazione anche di quei roghi, rispetto ai quali per identificare non solo gli autori materiali ma gli ispiratori occorre incrementare gli strumenti di indagine e di investigazione a disposizione delle autorità. Quindi è fondamentale l'approvazione del provvedimento sugli ecoreati, sul terreno delle bonifiche dobbiamo fare molto di più.
  Il problema delle bonifiche chiama in causa l'operato, la responsabilità, i ritardi e le inadempienze della regione Campania, ma chiama in causa anche la necessità di reperire le risorse nell'ambito dell'assegnazione dei fondi europei 2014-2020 e la necessità di uno stretto raccordo tra regione e Ministero dell'ambiente perché le bonifiche necessariamente si debbono fare.
  Questi diversi aspetti testimoniano la necessità di avere all'interno del Governo un punto di regia e di coordinamento unificante e unitario circa l'applicazione dei diversi segmenti che il decreto n. 136 ha previsto, perché è evidente che ci vuole una regia complessiva e unitaria all'interno del Governo per garantire che tutte le risposte che il decreto-legge n. 136 ha messo in campo siano realizzate.
  Si vada avanti con ancora maggiore rapidità, con grande determinazione, perché è una risposta che quelle comunità attendono.

  CHIARA DI BENEDETTO. Signor ministro, la Corte di giustizia europea del 15 ottobre 2014 in merito a Malagrotta e alle altre discariche del Lazio ha deciso che la tritovagliatura non ottempera alla direttiva n. 31 del 1999. A Bellolampo e in tutte le discariche siciliane questo metodo di pretrattamento viene ancora utilizzato attraverso la firma del sindaco di ordinanze, ai sensi dell'articolo 191 del decreto legislativo n. 152 del 2006. Abbiamo segnalato il tutto alla Commissione europea, la quale ci ha comunicato che sta valutando la vicenda.
  Vorrei sapere se il ministro sia a conoscenza del fatto che a Bellolampo e in tutte le altre discariche della Sicilia si continuano a smaltire rifiuti in questa palese violazione della direttiva del 1999.
  La seconda domanda è relativa al rendiconto sull'emergenza rifiuti in Sicilia, che reca l'indicazione di tutte le entrate e di tutte le spese riguardanti l'intervento delegato, che non risulta ancora predisposto o comunque pubblicato sul sito web della Protezione civile.
  Si tratta, come ben sa, di un obbligo di legge ai sensi dell'articolo 5, comma 5 bis, della legge n. 225 del 1992, quindi vorrei sapere se il rendiconto sia stato già predisposto dal Commissario delegato pro tempore e quando verrà pubblicato.
  L'ultima questione è relativa alle discariche abusive e alla condanna della Corte di giustizia europea. Ci costerà 40 milioni di multa che dovremo comunque pagare: si tratta di una penalità semestrale di circa 42 milioni di euro fino all'esecuzione della sentenza del 2007 e, dal momento che i primi sei mesi scadono a giugno, vorrei sapere cosa stia facendo il Governo per evitare questo ulteriore danno erariale e a che punto sono le bonifiche delle dodici discariche siciliane oggetto della condanna.
  Le ricordo inoltre che, nonostante la lettera della collega Claudia Mannino che le è stata inviata in data 3 febbraio scorso, la lista di tutte le discariche italiane oggetto di condanna da parte della Corte di giustizia europea non è stata ancora pubblicata e ci chiedevamo il perché di questo ritardo.

  MASSIMILIANO MANFREDI. Ringrazio il signor Ministro per la relazione e per l'attenzione al tema. Entro subito nello specifico. Credo che uno dei problemi dell'attuazione del decreto, la parte meno positiva, sia stato il ritardo con cui è stata costituita la governance.
  Come Parlamento su input del Partito Democratico scegliemmo di evitare la figura Pag. 14del commissario, che era presente nella versione originale emanata dall'allora ministro, perché creammo una governance che doveva servire anche a filtrare i risultati e a gestirli sul territorio.
  Adesso che finalmente verranno varate le linee guida dal Comitato interministeriale, seppur con ritardo, dobbiamo passare alla costituzione della Commissione, come lei sa, e ne abbiamo parlato personalmente, perché su questo siamo in ritardo di circa 5-6 mesi.
  La mancanza della Commissione, che prevede attori e commissari esistenti tra cui il commissario Cafagna che sta svolgendo un ottimo lavoro, ha permesso di evidenziare un tema che anche il collega Micillo sottolineava, laddove, pur avendo dei dati positivi, paradossalmente le modalità di comunicazione sulla base di un allarmismo generale hanno creato confusione.
  Poiché i primi risultati sui terreni agricoli hanno scatenato in Campania un dibattito tra negazionisti e iper-allarmisti fatto soprattutto da gente che non conosceva né il decreto né il problema, è fondamentale ricordare che questa indagine riguarda i terreni potenzialmente agricoli, quindi la percentuale non è la percentuale di inquadramento del territorio campano, ma purtroppo è una percentuale aggiuntiva alle discariche e a tutte le altre cose che abbiamo.
  Mi permetto quindi di dare un consiglio: dato che molti di questi terreni potenzialmente agricoli (nel casertano ne avrò visitati almeno una decina) di fatto non sono coltivati, questo riduce ulteriormente l'impatto, però ci pone il problema che non diventino delle discariche a cielo aperto per rifiuti solidi urbani in attesa della bonifica. Credo che estrapolare questi dati gioverebbe al meccanismo.
  Noi ci troviamo di fronte a due ulteriori fenomeni nella Terra dei fuochi. Il primo è quello delle micro discariche di amianto, che è frutto di una distorsione economica. Con questa Commissione e con l'aiuto di tutti i colleghi di tutti i partiti abbiamo varato l'ecobonus, ma considerando i dati di utilizzo del fondo dell'ecobonus tra nord, sud e centro, non si rileva quell'uso di massa che ci aspetteremmo in quei territori, perché c’è una scarsa conoscenza da parte degli utenti di questa possibilità.
  Le ho già chiesto la volta scorsa se fosse possibile muoverci presso la Presidenza del Consiglio per realizzare uno spot della pubblicità progresso per far conoscere questa norma, perché molta gente la ignora e preferisce l'intervento in nero che accresce il problema, ma non possiamo pensare di avere un militare dietro ogni micro discarica.
  Come diceva la collega Castiello, gran parte del materiale dei roghi è frutto di concerie e aziende tessili al nero del casertano e del vesuviano. Ho acquisito la disponibilità del suo collega Poletti a valutare anche adesso, nel corso dell’iter di riforma del lavoro, un provvedimento straordinario di emersione territoriale.
  Se facessimo questo, utilizzeremmo i militari e la videosorveglianza per i reali fenomeni di inquinamento presenti e sgrosseremmo gran parte di questo fenomeno in cui si utilizzano immigrati irregolari che per 4 euro a sacco bruciano questi scarichi illegali, concentrandoci invece sulla parte vera del problema.
  Sarebbe un segnale di grande attenzione da parte del Governo assumere l'impegno affinché il Geoportale interno, su cui si stanno concentrando tutte le analisi e che giustamente adesso deve essere uno strumento esclusivo delle Commissioni di lavoro che in base a questo devono redigere il piano di bonifica, una volta completato il lavoro potesse essere pubblicamente consultabile. Questo sarebbe un segnale importantissimo, che potrebbe dare certezza ai cittadini e sarebbe la testimonianza del positivo lavoro svolto.
  Sullo screening, dato che la sanità campana non è più commissariata dal 1o gennaio, le risorse sono arrivate, i direttori sanitari delle ASL le hanno utilizzate per mandare i kit a domicilio, ma è stata un'esperienza fallimentare perché non ha risposto nessuno e si sono buttati un sacco di soldi.Pag. 15
  Noi concepimmo lo strumento dello screening come strumento di indagine, quindi deve rientrare nel lavoro della cabina di regia, altrimenti sembra un risarcimento di poche euro alle persone, che non porta alcun contributo.

  PRESIDENTE. Questo è un punto chiave del problema, lo sottolinea a ragione anche don Patriciello: oggi l’«oscar» dell'inquinamento aggressivo non appartiene più ai Casalesi, agli Alfieri, ai Galasso che forse sono stati frenati, ma all'economia in nero che produce questi effetti.

  SERENA PELLEGRINO. Vorrei fare solo una considerazione, signor presidente. A seguito di un emendamento approvato nel decreto «Terra dei fuochi», noi abbiamo ottenuto con grandissima fatica che venissero utilizzati i fitobonificanti, la canapa e il vetiver nello specifico. La parola «canapa» un anno fa faceva molta paura, oggi probabilmente meno, però allo stato attuale mi pare che non ce ne sia ancora riscontro.
  Mi piacerebbe che il signor ministro premesse l'acceleratore, perché riusciremmo a ricavare ottimi risultati a basso costo.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Nella relazione del ministro sulla raccolta differenziata delle Marche c’è scritto che è al 55 per cento, mentre è al 60,3 per cento.

  PRESIDENTE. Quindi la precisazione è per orgoglio etnico. Se è per questo, a voler essere rigorosi, sulla Sicilia la somma della raccolta differenziata e dello smaltimento è sopra 100, quindi non funziona.
  Do la parola al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, per la replica.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. È un compito difficilissimo perché sono tante domande con tre argomenti che si sovrappongono l'uno all'altro. Proverò ad andare con ordine per quanto mi è possibile, scusate se non risponderò ad ognuno citandovi, ma provo a seguire un ragionamento logico.
  Come ho detto all'inizio della mia relazione, credo che il decreto voluto dal Ministro Orlando e a cui voi avete partecipato sia un ottimo decreto, e noi abbiamo dato molta attenzione alla sua attuazione. Con la massima trasparenza vi dico però che i tempi non li abbiamo rispettati, non dico niente di nuovo, basta valutare dove siamo oggi per accorgersi che siamo in ritardo rispetto alle scadenze che ci eravamo dati.
  Vi posso dire dal mio punto di vista, per come le ho vissute io, che quelle scadenze difficilmente si potevano rispettare; il lavoro scientifico che c’è dietro è enorme ed è scientificamente difficile perché abbiamo elaborato un sistema nuovo, come ho detto nella relazione. Questo sistema che abbiamo elaborato per quelle aree può essere esportato anche altrove, è una buona pratica che sta dando risultati. In più, tenete presente la vastità dei terreni che eravamo chiamati ad analizzare.
  Credo che sia stato fatto un lavoro buono in tempi stretti non rispetto a quelli indicati nel decreto, ma rispetto alla mole di lavoro che avevamo davanti, quindi, pur dichiarando (alzo le mani) che non ho rispettato i tempi del decreto, dico che abbiamo fatto un lavoro molto pesante in termini compatibili. Qualcuno avrebbe potuto forse farlo più in fretta, però secondo me oggi abbiamo portato a termine un buon lavoro, che ci permette per la prima volta di dire quali sono i terreni contaminati di quella zona, e non è poca cosa.
  Abbiamo esaminato moltissimi ettari e possiamo dire che in 15 ettari sicuramente non si può produrre perché inquinati e vi abbiamo posto un divieto assoluto di produzione. Questo ci permette di dire che tutti gli altri sono buoni, e non è cosa da poco.
  Non so se l'avete notato ma nella mia relazione non ho mai usato un termine che voi avete utilizzato in tutti i vostri interventi, «Terra dei fuochi». Non l'ho utilizzato, perché credo che quanto citava prima il presidente derivi anche dal fatto Pag. 16che noi stessi stiamo denigrando, ogni volta che la definiamo «Terra dei fuochi», una zona che oggi invece non lo è più. Mi piacerebbe che questo fosse un passaggio culturale.
  Siamo in grado, rispondo all'onorevole Micillo, di indicare esattamente le particelle catastali dei 15 ettari interessati, perché altrimenti tutto questo non avrebbe senso. Ritengo di poter trasmettere questo dato alla Commissione, mi informo dal comandante Patrone se sia già disponibile e pubblico, ma penso che per il Parlamento sia sicuramente pubblico. Se non avessimo questo dato, non sapremmo quale sia il terreno che abbiamo interdetto.
  Allegata al decreto interministeriale di interdizione di quei terreni c’è la mappatura, particella per particella, dei 15 ettari di terreno nei quali non si può coltivare.
  Segue un lavoro enorme da portare a termine e l'onorevole Manfredi ha ragione quando afferma che adesso è il momento della governance, perché il ritardo che abbiamo accumulato si è portato dietro anche il ritardo della governance. Le linee guida provengono dal lavoro che abbiamo realizzato finora e nella mia relazione ho ricordato quelle su cui il Comitato interministeriale sta lavorando.
  Credo che entro fine mese o al massimo entro i primi quindici giorni di marzo riusciremo ad approvare in via definitiva le linee guida, la cui bozza è già stata approvata il 4 febbraio. Quello è il passo propedeutico alla nomina della governance, quindi siamo nella linea giusta.
  Per quanto riguarda i controlli sanitari vi chiedo di fare riferimento al Ministro della sanità, perché su questo particolare tema non abbiamo competenza.
  Per quanto riguarda i roghi, onorevole Castiello, vi posso dire quello che abbiamo fatto: abbiamo raddoppiato la vigilanza da 100 a 200 sperando che questo serva; c’è un lavoro di controllo del territorio al quale sinceramente il Ministero dell'ambiente fatica a stare dietro, perché non ha gli strumenti per controllare il territorio. La direttiva del NOE raccomanda una particolare attenzione in quelle aree, ma i NOE sono ridotti rispetto alle altre forze dei Carabinieri.
  Sarà comunque mia cura continuare insieme al ministro degli Interni per poter essere sempre più presenti in quella zona.

  PRESIDENTE. Ad adiuvandum, Signor ministro, dall'Aula ci chiedono di sconvocare le Commissioni entro cinque minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Sarò velocissimo. Sui termini dei rifiuti tengo a precisare soltanto che nella mia relazione ho dedicato venti righe a ricordare le competenze, spiegando chiaramente che sulla materia il Ministero dell'ambiente esercita esclusivamente una funzione di indirizzo.
  Possiamo cambiare l'articolo 117, prendere atto che così non ha funzionato e portare in capo allo Stato le competenze in tema di rifiuti e in quel caso sono pronto ad esercitare il commissariamento o i poteri sostitutivi, come ricordava l'onorevole Borghi. Valuteremo questa possibilità caso per caso.
  Su Bellolampo nella relazione c’è una parte specifica, per quanto riguarda la pubblicazione della rendicontazione è competenza della Protezione civile, ma potrò chiedere ed eventualmente riferire al signor presidente cosa stiamo facendo.
  Sulle infrazioni è riportato tutto lo stato di attuazione al punto in cui siamo oggi. Noi abbiamo lavorato molto non solo per chiudere quelle già aperte, e credo che al di là di tutto sia un risultato importante, e non è neanche vero che sia stato semplice perché ricorderete le battaglie in Parlamento per poterne chiudere alcune (vi ricordo quella sulla cattura degli uccelli vivi, che non è stata semplice), ma vi chiedo una particolare attenzione al lavoro che abbiamo fatto sugli EU Pilot. Gli EU Pilot sono potenziali infrazioni e averle ridotte vuol dire che oggi siamo in via di definizione, e vi ricordo che la maggioranza di quelle aperte in campo ambientale derivano da inadempimenti delle regioni e non dello Stato.Pag. 17
  A questo proposito segnalo che qualche mese fa, ad ottobre, abbiamo invitato funzionari anche da Bruxelles per redigere delle linee guida insieme alle regioni che hanno partecipato a questo incontro. Molte di queste infrazioni nascono, infatti, da risposte errate a causa di una errata comunicazione, quindi siamo intervenuti anche su quello e credo che potremo ottenere buoni risultati.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare il Ministro Galletti, e nell'autorizzare la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione da lui consegnata (vedi allegato), dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.10.

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