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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza, nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e nei centri di identificazione ed espulsione

Resoconto stenografico



Seduta n. 19 di Martedì 4 agosto 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Migliore Gennaro , Presidente ... 2 

Seguito dell'audizione del sindaco di Roma, Ignazio Marino, e dell'assessore alle politiche sociali del comune di Roma, Francesca Danese:
Migliore Gennaro , Presidente ... 2 
Colonnese Vega (M5S)  ... 2 
Migliore Gennaro , Presidente ... 3 
Beni Paolo (PD)  ... 3 
Migliore Gennaro , Presidente ... 3 
Marazziti Mario (PI-CD)  ... 3 
Migliore Gennaro , Presidente ... 4 
Marino Ignazio , Sindaco di Roma ... 4 
Migliore Gennaro , Presidente ... 7 
Danese Francesca , Assessore alle politiche sociali del comune di Roma ... 7 
Migliore Gennaro , Presidente ... 9 
Danese Francesca , Assessore alle politiche sociali del comune di Roma ... 9 
Migliore Gennaro , Presidente ... 12 
Danese Francesca , Assessore alle politiche sociali del comune di Roma ... 12 
Migliore Gennaro , Presidente ... 12 
Danese Francesca , Assessore alle politiche sociali del comune di Roma ... 12 
Marazziti Mario (PI-CD)  ... 13 
Danese Francesca , Assessore alle politiche sociali del comune di Roma ... 13 
Migliore Gennaro , Presidente ... 13 
Ravetto Laura (FI-PdL)  ... 13 
Danese Francesca , Assessore alle politiche sociali del comune di Roma ... 13 
Migliore Gennaro , Presidente ... 14 
Carnevali Elena (PD)  ... 14 
Migliore Gennaro , Presidente ... 14 
Lorefice Marialucia (M5S)  ... 14 
Migliore Gennaro , Presidente ... 14 
Danese Francesca , Assessore alle politiche sociali del comune di Roma ... 14 
Migliore Gennaro , Presidente ... 15 
Danese Francesca , Assessore alle politiche sociali del comune di Roma ... 15 
Migliore Gennaro , Presidente ... 15 
Danese Francesca , Assessore alle politiche sociali del comune di Roma ... 15 
Migliore Gennaro , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GENNARO MIGLIORE

  La seduta comincia alle 10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, ove necessario, i lavori della Commissione potranno proseguire anche in seduta segreta. Al riguardo, per assicurare la massima fluidità al dibattito pubblico, prego i commissari di riservare eventuali quesiti da sviluppare in sede riservata alla parte finale della seduta.
  Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla Web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Seguito dell'audizione del sindaco di Roma, Ignazio Marino, e dell'assessore alle politiche sociali del comune di Roma, Francesca Danese.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del sindaco del comune di Roma, Ignazio Marino, e dell'assessore alle politiche sociali del comune di Roma, Francesca Danese.
  Nel ringraziare nuovamente il sindaco e l'assessore per la loro disponibilità, ricordo che nella seduta del 23 luglio scorso si sono svolte le relazioni degli auditi e che, per concomitanti impegni legati ai lavori dell'Assemblea di quel giorno, non si è potuto svolgere il successivo dibattito, che dunque avrà luogo nella seduta odierna.
  Al fine di dare ordine alla discussione, darò prima la parola a un commissario per Gruppo e successivamente agli altri componenti della Commissione che chiederanno di intervenire. In questo momento sono presenti tre Gruppi.
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  VEGA COLONNESE. Buongiorno. Noi abbiamo alcune domande che, in realtà, avremmo voluto porle la volta scorsa, ma che si sono rafforzate dopo la visita che abbiamo fatto ieri al centro Baobab. Abbiamo avuto la possibilità di parlare anche con chi gestisce la struttura e abbiamo visto che il centro è sicuramente sovraffollato. Ha di per sé una capacità abbastanza alta, ma si è arrivati veramente all'eccesso. Noi chiediamo quali sono le mosse che intende fare il comune, anche di concerto con la prefettura.
  Ci sono poi altre situazioni, sempre legate alla poca chiarezza nella gestione dell'accoglienza a Roma. Ovviamente le responsabilità non verranno indicate in questa sede, ma sicuramente c’è un'esperienza vostra nella gestione. Roma ci è stata indicata come seconda città di accoglienza, nel senso che c’è il flusso che viene dal secondo transito delle persone che approdano in Italia. Noi vogliamo sapere se c’è l'intenzione di creare un centro funzionale per informazioni e accoglienza e anche di fare un utilizzo un po’ più funzionale dei mediatori culturali, Pag. 3che ieri abbiamo visto essere stati completamente allontanati dalla struttura per una decisione dell'associazione non dipendente dal comune.
  Un'altra questione che mettiamo in discussione è la situazione dei centri dei campi rom, che sono illegali e sono dei veri e propri centri di ghettizzazione. Vogliamo sapere se c’è intenzione anche da parte dell'assessorato di affrontare una politica di integrazione al riguardo.
  Passo all'ultima domanda – e concludo – sul centro di transito di Tiburtina. Ci era stato detto circa due mesi fa che era previsto lo spostamento delle persone nel palazzo delle Ferrovie dello Stato. Vorremmo sapere a che punto sono i lavori, quando è previsto questo spostamento di persone e che cosa c’è nell'edificio che verrà poi ristrutturato.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Direi di fare un primo giro di tre interventi con le relative domande. Ha chiesto la parola l'onorevole Beni del PD.

  PAOLO BENI. Grazie. Essendo l'audizione divisa in due puntate, ci sono alcune cose che non ricordo bene, nel senso che non ho qui con me gli appunti della volta scorsa. Volevo chiedere un chiarimento sui dati che l'assessore ci aveva fornito la volta scorsa rispetto alla tipologia dell'accoglienza. Ha parlato di progetti SPRAR e poi ha parlato di centri temporanei di accoglienza. Esattamente in che proporzioni stanno le diverse tipologie ?
  Rispetto ai posti reperiti attraverso i bandi dalla prefettura, vorrei una valutazione sulla filiera decisionale «prefettura-comune-quartieri» rispetto al reperimento delle strutture e all'individuazione delle modalità. Io penso che questo sia un problema non secondario e di fondamentale importanza nel governo della situazione.
  Fra l'altro, vorrei sapere come è messa attualmente la situazione nel 2015 rispetto al fatto che molti dei posti messi a bando nel 2014 coprivano un arco di tempo che va in parte nel 2014 e in parte nel 2015. Molti dei soggetti che gestivano quei posti sono stati nel frattempo coinvolti dalle indagini e raggiunti da interdittiva.
  Il bando nuovo del 2015 prevede ulteriori posti, che dovrebbero andare a sostituire quelli dell'anno precedente, se ho ben capito. Vorrei capire un po’ dal punto di vista del comune – noi abbiamo avuto una relazione su questo tema anche da parte del prefetto – come vedete la situazione.
  L'ultima cosa riguarda la questione – anch'io torno su questo – dei transitanti e la questione Baobab. Più che altro vorrei capire in che rapporto sta ad oggi l'ente locale con la struttura, sia per quanto riguarda l'affitto dello spazio, sia per quanto riguarda il rapporto con i soggetti che vi operano dentro. A noi è parso, dalla visita che abbiamo fatto giusto ieri, che ci siano dei problemi non indifferenti dal punto di vista della sicurezza e dei requisiti essenziali anche sul piano igienico-sanitario.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola al collega Marazziti. Peraltro, approfitto per ricordare – non credo che fosse stato ancora eletto – che è anche presidente della Commissione Affari sociali della Camera.

  MARIO MARAZZITI. Con dolore preannuncio che invierò a questa Commissione la lettera di dimissioni dalla carica di vicepresidente di questa Commissione, per non cumulare incarichi istituzionali.
  Sono molto contento di poter fornire un contributo alla discussione, almeno portando domande da cittadino. Vorrei ricollegarmi alla questione già accennata dei Rom. Ho una domanda che viene, per esempio, dal problema del campo attrezzato regolare realizzato a Castel Romano dalla Giunta Alemanno e cresciuto a dismisura in più ondate, in quattro tranche, finita nell'inchiesta Mondo di mezzo.
  Il problema è che risulta che questo campo da gennaio-febbraio sia senza luce e senz'acqua. Anche altri campi attrezzati Pag. 4pubblici si troverebbero in pessime condizioni igienico-sanitarie. Il sindaco e anche l'assessore Danese hanno più volte indicato la strada di un superamento di questa situazione e di un'inclusione abitativa dei Rom. È una visione che io condivido da quando ero molto più giovane, ma il problema è che cosa si può fare e si sta facendo in questo momento, perché ci sono ormai migliaia di persone – non tante, ma siamo oltre le mille persone – che stanno in queste condizioni. Questa è la prima domanda.
  È importante come punto di discontinuità, secondo me, perché lo sgombero, per esempio, di Tor de’ Cenci – che era un campo attrezzato, poi derubricato a campo tollerato e poi diventato campo sgomberato – è stato funzionale alla superfetazione del campo di Castel Romano. È esattamente questo percorso del degrado che arriva nei luoghi attrezzati che può diventare un punto in cui si inserisce, oltre che la mancanza di diritti, anche forse l'abuso. Questa è la prima domanda: che cosa si sta facendo su questo fronte ?
  La seconda questione è legata all'ultimo sgombero di via delle Messi d'Oro di Ponte Mammolo dell'11 maggio, che ha riguardato anche diversi cittadini rifugiati. Infatti, risulta che in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza si fosse deciso di procedere allo sgombero nella misura in cui l'amministrazione comunale avesse potuto offrire ospitalità ai residenti del luogo, cosa che non si è verificata per tutti, tanto che ancora oggi alcuni dormono in tende nel parcheggio davanti al luogo sgomberato.
  La domanda penso che riguardi ancor più la nostra Commissione perché non sappiamo quale sia stata l'urgenza dello sgombero di un agglomerato sicuramente malsano, ma in cui c'erano residenti dalla fine degli anni Novanta, c'erano abitazioni fatte in blocchetti di cemento e c'era gente che andava al lavoro, rifugiati riconosciuti come tali. Magari stavano a lavoro e, tornati, hanno trovato tutto distrutto senza preavviso, senza sapere nulla. Perché è andata così ? Qual è la motivazione e quali sono state le scelte ? Effettivamente del disagio c’è stato.
  Passo all'ultima questione. Il problema è che anche nella vostra esposizione l'altro giorno avete indicato l'intenzione di procedere a una chiusura di alcuni luoghi perché nati malamente, per riassumere. Alcuni luoghi sono già chiusi e altri sono in situazione di incertezza rispetto al futuro. Il problema è come garantire i servizi e cosa debbono aspettarsi le persone, sia quelle che vi sono accolte, sia quelle che ci lavorano. Capiamo la difficoltà dell'amministrazione in questo momento, perché molte questioni sono sotto inchiesta. C’è un lavoro di polizia che è in corso. Effettivamente, però, c’è un forte rischio di incertezza sul futuro. Questa è la domanda principale.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola al Sindaco Marino. Prima che inizi il sindaco, autorizziamo l'ingresso di una troupe per effettuare alcune riprese.

  IGNAZIO MARINO, Sindaco di Roma. Buongiorno e grazie al presidente per avermi dato la parola. Grazie alle vostre domande, che mi aiutano ad affrontare più questioni che sono di grande preoccupazione per la nostra città, ma anche per il nostro Paese. Se siete d'accordo, io risponderei alla visione di carattere generale e poi chiederei all'assessore Danese di rispondere puntualmente su alcune domande che sono state sollevate su alcuni specifici luoghi della nostra città, come il centro Baobab e il cosiddetto Messi d'Oro.
  Innanzitutto, come i rappresentanti del Movimento 5 Stelle hanno sottolineato, è effettivamente vero che c’è un sovraffollamento. È talmente condivisa da me questa opinione che di recente, alcune settimane fa, partecipando a una riunione convocata dal signor ministro dell'interno, ho evidenziato come Roma, che, come ha sottolineato il Movimento 5 Stelle, è la seconda città d'accoglienza dal punto di vista dei flussi delle persone che Pag. 5arrivano sulle nostre coste, non ha la possibilità di accogliere il 18-20 per cento delle persone che giungono nel nostro Paese. Non abbiamo le strutture per poterlo fare e neanche le risorse economiche. Questo almeno nella mia visione, che credo sia abbastanza chiara.
  Quando ci fu il primo grande naufragio, con la morte in mare di oltre 360 persone nell'ottobre del 2013, io dissi che Roma era pronta ad accogliere i 155 sopravvissuti e noi ci attivammo in ogni modo con le autorità locali e con le autorità nazionali perché questo trasferimento a Roma avvenisse. Pensavamo che fosse un segnale importante da dare al Paese nei confronti di una questione che io non penso sia un problema, ma una sfida straordinaria dei nostri tempi.
  In questi giorni probabilmente qualche riflessione l'avrete fatta anche voi leggendo i giornali inglesi. Pur avendo avuto la possibilità di uno sbarramento naturale costituito dalla Manica, adesso essi si rendono conto che, di fronte alla disperazione, anche tratti di mare più difficili da attraversare, perché ovviamente la temperatura dell'acqua è diversa, di quelli che separano il Nord Africa dalla Sicilia diventano superabili dalle persone che sono spinte dalla fame, dalla disperazione e dalla paura. Pertanto, io penso che questa sfida non ci accompagnerà per qualche mese o per qualche anno. È una sfida davvero straordinaria del nostro secolo.
  Io penso che in tutto questo un altro punto importantissimo sia quello di avere abbastanza risorse per i mediatori culturali. È un punto che io condivido fortemente, anche per sottrarre persone a rischi di comportamenti criminali. Purtroppo, noi abbiamo conoscenza che in molti luoghi a questi spostamenti di persone per disperazione si associa anche una vera e propria tratta di esseri umani e di sfruttamento di queste persone, una volta che giungono nel nostro continente, il che è inaccettabile.
  Personalmente sono rimasto sconvolto – questo non riguarda il nostro Paese, ma riguarda sempre i fenomeni migratori – due settimane fa, quando Papa Francesco ha convocato 65 sindaci da tutti i Paesi del mondo per affrontare il problema della migrazione, così come fa il Presidente Migliore in questa Commissione. Il Papa ha chiesto la testimonianza – io ne sono rimasto sconvolto – di due giovani donne, una di 22 e una di 23 anni, che hanno parlato davanti a noi. Una, una volta arrivata nel territorio in cui doveva salvarsi, è stata costretta da 12 a 15 anni a oltre 42.000 rapporti sessuali, l'altra a lavori umilianti e con una tale violenza che aveva oltre 650 cicatrici sul suo corpo. Avreste dovuto vedere la sua schiena: era una cosa veramente incredibile.
  Io credo che tutto questo debba, come giustamente sottolineato, essere visto in una visione di insieme. Certamente questa non è la sfida di un'amministrazione comunale. È la sfida che devono affrontare un Paese e un continente.
  Concordo anche – e qui mi rivolgo un po’ a tutti – sulla questione che è stata sollevata dal Movimento 5 Stelle e anche dall'onorevole Marazziti sulla sfida che rappresentano le popolazioni Rom nella nostra città, nel nostro Paese e nel nostro continente. Rispetto ad altre città del nostro continente noi abbiamo una concentrazione molto elevata di persone appartenenti a Rom, Sinti e Caminanti. Le stime che abbiamo ci dicono che superiamo largamente le 8.000 presenze nella nostra città.
  Non ho compreso il pensiero dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle, ma mi sembra che vada nella stessa mia direzione, cioè che i campi sono da superare. Assicuro, però, come il Vicepresidente Marazziti può sicuramente confermare, che una questione è affermarlo e una questione è farlo. In questa città, come penso in altre città del nostro Paese e anche del nostro continente, c’è una resistenza fortissima all'idea, anche attraverso percorsi di legalità.
  Cosa intendo per «percorsi di legalità» ? Intendo chiedere alle persone alle quali si possa offrire un alloggio che, per esempio, i bambini vadano a scuola. Le Pag. 6devo dire con franchezza che in questo momento, come comune di Roma, noi investiamo delle somme molto ingenti per il trasferimento con pulmini dedicati dei bambini dai campi Rom alle scuole. Il successo, come numero globale di bambini che si recano a scuola, è inferiore al 50 per cento. I bambini che si recano regolarmente a scuola, cioè che veramente ci vanno ogni giorno, è inferiore al 20 per cento.
  Questa è una sfida anche culturale. Come ha detto lei, anche qui i mediatori culturali sono straordinariamente importanti.
  Personalmente penso – è qualcosa che stiamo cercando di realizzare; poi probabilmente l'assessore Danese sarà più puntuale di me nelle risposte – che un altro aspetto su cui far leva sia il coinvolgimento delle donne. Le assicuro che ho provato – anche rivolgendomi, per esempio, alle autorità religiose della nostra città, intendendo delle varie religioni, ovviamente, non solo cristiane e cattoliche – di cercare di convincere le persone ad affrontare percorsi di legalità. Anche attraverso questo tipo di approccio, che è stato il mio approccio iniziale, questo è molto difficile.
  Credo e spero di non sbagliarmi che, invece, attraverso le donne ci si possa arrivare, perché sono convinto che una mamma di fatto non voglia vedere il proprio bimbo crescere in situazioni di degrado, di gravi carenze igienico-sanitarie e senza la possibilità di andare a scuola.
  Io penso che questa possa essere una delle strade che noi possiamo seguire. Le assicuro, però, che in questa città la maggior parte della popolazione è contraria all'idea del superamento dei campi Rom, con la possibilità di attribuire alle popolazioni Rom la stessa opportunità di alloggi di residenza popolare che potrebbero essere offerti a persone che, invece, sono non appartenenti ai Rom, Sinti e Caminanti.
  Questo è un aspetto culturale rispetto al quale credo sia importante, se c’è una maggioranza di pensiero che va in questa direzione, che questa maggioranza di pensiero venga espressa. Il sindaco da solo, gli assessori e la Giunta non possono riuscire in questa, che è una sfida di pensiero, una sfida culturale, più che una sfida di realizzazione degli spazi abitativi.
  È così importante che dei campi come quelli che stanno a Tor Sapienza sono stati avviati come campi con la definizione temporanea a metà degli anni Novanta. È passato un quinto di secolo e quei campi, invece di essere stati superati, sono raddoppiati e la temporaneità dura da oltre vent'anni.
  C’è un altro aspetto che io trovo importante, ma che ovviamente noi non abbiamo alcun potere dal punto di vista comunale di superare – questo è evidente; lo dico solo per sottolinearlo –: riguarda la normativa che ha portato alla realizzazione del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati dei primi anni Duemila, ossia questa filiera che è stata sottolineata dall'onorevole Beni del PD «prefettura-comune-quartieri».
  Di fatto è la prefettura che ha il compito dell'assegnazione nelle varie città del numero di migranti ed è anche la prefettura che ha il compito di valutare le condizioni igienico-sanitarie del luogo dove chi ha vinto il bando offre l'ospitalità.
  Personalmente sono talmente preoccupato per gli aspetti igienico-sanitari che ho sollevato questo problema personalmente in tre occasioni. In una ho chiesto la convocazione di una riunione, che ci è stata accordata dal ministro dell'interno e dal ministro della salute. Una seconda volta ho sollevato il problema quando, poche settimane fa, affrontammo di nuovo nella sede del ministro dell'interno la questione dei migranti. Una terza volta l'ho fatto con una lettera diretta al ministro dell'interno e al ministro della salute.
  La lettera oggi non l'ho portata perché non mi attendevo questa domanda, ma possiamo volentieri trasmettere questa corrispondenza agli atti della Commissione. Vi sollevavo alcuni miei timori Pag. 7perché molti migranti giungono da territori dove esistono, per esempio, dei ceppi del microrganismo della tubercolosi resistenti a molti antibiotici. Questa evidentemente è una preoccupazione, dal mio punto di vista, importante soprattutto per quelle persone, è chiaro. Le persone devono essere curate anche per evitare che ci sia la possibilità di diffusione di malattie infettive a cui il nostro sistema immunitario non è più preparato nel nostro Paese.
  Io ho avuto una risposta assolutamente rassicurante da parte del ministro dell'interno e del ministro della salute, i quali mi hanno addirittura descritto cinque livelli di controlli a partire dai controlli che vengono eseguiti dai medici delle nostre forze armate sulle navi, per arrivare ai controlli che vengono eseguiti immediatamente dopo all'accoglienza a terra e ai controlli che vengono eseguiti all'arrivo in città dal Ministero della salute e dalle ASL regionali.
  Questa è la risposta che ho avuto per iscritto e che volentieri trasmetto. Ripeto, è una risposta molto rassicurante, almeno dal punto di vista del numero di controlli che vengono effettuati.
  In sostanza, io credo che probabilmente una revisione della normativa e del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo (FNPSA) sia assolutamente auspicabile. Pertanto, penso che il lavoro che voi fate sia un lavoro molto importante, perché effettivamente, con i poteri dell'articolo 82 della Costituzione, avete non solo la possibilità di svolgere delle indagini con gli stessi strumenti della magistratura, ma anche di proporre al Parlamento modifiche della normativa che possono andare in una direzione, che io auspico fortemente, di un'accoglienza molto più dignitosa e umana.
  Io sono convinto che questa sfida davvero continuerà. Molti di voi, come me, sono stati a contatto le persone che giungono nel nostro Paese. Le hanno incontrate e conoscono i racconti di queste persone. Sanno che molti di loro hanno fatto percorsi che sono durati addirittura 24 mesi prima di giungere all'ultima fase, quella dei diversi giorni di attraversamento del Mar Mediterraneo. Penso davvero che questa sfida debba essere affrontata con strumenti diversi.

  PRESIDENTE. Do la parola all'assessore Danese.

  FRANCESCA DANESE, Assessore alle politiche sociali del comune di Roma. Grazie presidente, grazie a tutti i membri della Commissione soprattutto per le domande puntuali, che mi permettono di spiegare meglio qual è la situazione reale su Roma e quali sono i numeri, dati che già avevo consegnato con alcune tabelle specifiche.
  Vengo alle questioni. Onorevole Colonnese, il Baobab era una struttura che faceva parte dell'accoglienza cittadina. Come io dissi nella precedente audizione, ci sono due livelli di accoglienza, uno è dato dallo SPRAR e da sistemi legati anche al ministero e alla prefettura e l'altro è l'ordinario, laddove per ordinario si intende anche il finanziamento con fondi del nostro bilancio comunale, ossia il sistema d'accoglienza del comune gestito direttamente con risorse ordinarie.
  Il centro Baobab è stato attivo fino ad aprile, poi abbiamo chiuso tutte le partite, anche economiche. Non abbiamo più pagato l'affitto o altro, perché c'erano in una parte della struttura dei rilievi anche igienico-sanitari.
  Dopodiché, poiché avevamo sentore – chi lavora in questo settore sa molto bene quando cominciano gli sbarchi e capisce, avendo una relazione continua ogni giorno e tutti i giorni con le associazioni e con gli organismi internazionali – che si prevedevano ulteriori ondate migratorie, è stato chiesto subito dopo anche lo smantellamento di Ponte Mammolo. Ne parlerò nello specifico a proposito della questione che mi è stata posta.
  Il Baobab, gratuitamente, si è reso disponibile a dare una mano in questa fase, in questo momento. Da maggio quindi ha ospitato alcune persone che venivano da Ponte Mammolo e altri transitanti. Pag. 8Si è attivato un circuito anche di volontari e di persone che sono entrate in contatto con la struttura.
  Tengo a precisare che noi abbiamo attivato un protocollo sociosanitario con l'ex Istituto San Gallicano, con l'RM/A e l'RM/B e con Amnesty International, attraverso un protocollo d'intesa specifico in grado di fornire assistenza sanitaria a tutte quelle persone senza fissa dimora, anche transitanti. Il centro Baobab ha operato grazie a questo protocollo d'intesa, attivato in pochissimi giorni con una riunione cui ha partecipato anche la regione.
  Ricordo a tutti noi, infatti, che è la regione ad avere questa competenza. Nel momento in cui mi sono resa conto che i numeri crescevano, immediatamente c’è stata una riunione anche con la regione nel tavolo previsto e poi immediatamente Roma, senza aspettare ulteriore tempo, ha attivato questo protocollo d'intesa.
  Sul Baobab c’è stato anche un contratto scaduto e un contratto disdetto. C'era un'indennità. Pagavamo e stiamo ancora pagando, ma siamo arrivati alla fine, solo l'indennità di occupazione. Il proprietario vorrebbe continuare il percorso per conto proprio. Noi puntiamo, invece, a chiudere quella struttura per quanto concerne il nostro intervento, in termini di questo minimo 20 per cento che eroghiamo ancora in quota parte al proprietario. C’è stato anche un contenzioso, in cui il TAR ha dato ragione al comune di Roma, perché il proprietario voleva il rinnovo del contratto sei più sei. Nel momento in cui noi abbiamo interrotto il finanziamento, lo stesso proprietario si è rivolto al TAR. Noi abbiamo vinto e, quindi, su quella struttura non verseremo più risorse.
  Dopodiché, chiuderemo questa struttura. Il campo a Tiburtina è stato costituito in meno di tre giorni – sfido chiunque a fare un'azione di questo tipo – proprio perché i numeri crescevano in maniera significativa. Noi abbiamo immediatamente costituito un tavolo, abbiamo chiesto un appuntamento urgentissimo con il prefetto, il questore e Ferrovie dello Stato e abbiamo fatto un accordo con loro. Immediatamente abbiamo aperto il campo alla stazione Tiburtina. C'era questa struttura che aveva proprio il compito e la funzione di alleggerire ulteriormente il Baobab.
  Subito dopo c’è stata anche la concessione del FerrHotel, una struttura che si trova accanto alla stazione Tiburtina, data in concessione gratuita – abbiamo fatto un regolare accordo – al comune di Roma. Questo ci permette di alleggerire i numeri del Baobab e di intervenire in maniera ancora più efficace. Al momento, nel campo della stazione Tiburtina abbiamo 200 persone.
  Nella giornata di ieri c'era un numero importante di persone dentro il Baobab perché sapete molto bene che abbiamo avuto ulteriori tre sbarchi. A mano a mano che ci sono sbarchi – ormai siamo diventati quasi scientifici – ci rendiamo conto di quanta quota percentuale di persone arriva nella nostra città.
  Non siamo stati ipocriti e abbiamo affrontato il tema transitanti. Sapete tutti dai giornali che cosa è accaduto a piazzale Tiburtino quando la polizia è intervenuta. Noi, come città, siamo immediatamente intervenuti, tenendo conto anche del flusso di transito dei cittadini che, a vario titolo, si muovono nella nostra città, compresi quelli che abitano e frequentano la stazione per motivi di lavoro e di spostamento.
  Quando Roma è stata investita sul tema accoglienza in questo modo, con questa forte attivazione, c’è stata una grande mobilitazione cittadina anche di alcuni circoli del PD, di SEL e di altri. Ieri sera alle 23.30 cittadini provenienti dall'EUR sono venuti alla tensostruttura a Tiburtina per portare cibo – che tra l'altro viene anche rigorosamente controllato – e non solo.
  Quindi l'obiettivo è chiudere a mano a mano il Baobab, che però è diventato anche un centro di riferimento, nel senso che anche quelli che arrivano direttamente a Tiburtina hanno dei collegamenti con tutto il gruppo eritreo che sta nel Baobab.Pag. 9
  È per questo che rispetto ai mediatori culturali noi stiamo facendo un lavoro molto importante con la nostra centrale operativa (SOS), la nostra squadra speciale – chiamiamola così – che interviene in tutta la città per far sì che la mattina, all'alba o alla sera, quando arrivano queste persone, ci sia la possibilità di fornire informazioni corrette in lingua e di portare le persone verso la tensostruttura. L'obiettivo è proprio quello di alleggerire ogni volta. A seconda delle giornate e degli sbarchi, però, può capitare che ci siano 50 o 500 persone. Dipende molto anche dagli sbarchi della giornata.
  Questo ci fa riflettere. L'onorevole Colonnese chiedeva qual è l'intenzione dell'accoglienza su Roma. Noi siamo consapevoli di avere numeri importanti, tant’è che anche nei vari incontri con il Ministero dell'interno abbiamo detto che noi volevamo «specializzarci» su un sistema di integrazione delle persone. Noi abbiamo una situazione in città importante rispetto a molti stabili occupati da persone che sono nella nostra città addirittura, in alcuni casi, da dieci anni, persone che hanno avuto il riconoscimento dello status di richiedenti e che dovrebbero finalmente fare il passaggio di integrazione. Molti di loro lavorano, ma tendono ad abitare o a rimanere dentro la comunità ristretta, il che non offre la possibilità dell'incontro con l'altro e della contaminazione fra culture diverse.
  Noi abbiamo peraltro dei sistemi importanti. Via Assisi fa verifiche, controlli e assistenza a queste persone. Su richiesta specifica, fatta anche a Morcone, ad Alfano e a tutte le persone coinvolte su questo tema, noi abbiamo detto che Roma non ce la fa più ad accogliere numeri alti. Deve assolutamente svuotare queste strutture e lavorare sull'integrazione, cosa che stiamo facendo.
  È stata citata la questione di Ponte Mammolo. Chiederei la segretazione, se possibile, su questo argomento.

  PRESIDENTE. Dispongo la disattivazione del circuito audio-video.

  (I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica)

  PRESIDENTE. Dispongo la riattivazione del circuito audio-video.

  FRANCESCA DANESE, Assessore alle politiche sociali del comune di Roma. Le 97 persone, che sono state tutte censite, in questo momento sono state portate in alcune situazioni anche di autogestione, grazie al fatto che il sindaco mi ha restituito la delega su Farmacap. Farmacap è la struttura che gestisce 51 farmacie. Abbiamo trovato un immobile che era di nostra proprietà. Le altre 28 persone che ancora erano sul piazzale sono state trasferite proprio in questi giorni e stanno facendo un percorso di inserimento lavorativo. Quattro di loro sono state già inserite e hanno fatto finalmente la domanda per il buono casa, grazie al fatto che a giugno abbiamo ampliato la delibera per l'accesso al buono casa, che permetterà anche alle persone sfrattate...
  Che cos’è il buono casa ? Sapete molto bene – anche qui ci sono filoni d'inchiesta – che Roma spendeva fino a 41 milioni di euro all'anno per i residence, ossia queste strutture che avevano avuto, anche in questo caso, come per l'accoglienza, delle modifiche di destinazione d'uso importanti. Queste strutture enormi, che una volta servivano come uffici, poi diventano case, veri e propri appartamenti.
  In queste strutture per 60 metri quadri – parlo di Pietralata 2 o di altri residence – il comune pagava fino a 3.800 o 2.500 euro. Come da programma elettorale del sindaco, la chiusura dei residence era una priorità del suo mandato.
  Immediatamente abbiamo fatto una programmazione triennale per la chiusura di questi residence, finalmente con una visione sull'abitare su Roma, che ha numeri anche in questo caso molto importanti e situazioni molto complesse.
  Mano a mano che chiudiamo i residence, noi offriamo alle persone la possibilità Pag. 10anche di attingere al buono casa. Il buono casa è un finanziamento ad hoc studiato per queste famiglie – ma, dopo questa delibera, non solo – grazie al quale le famiglie possono uscire da uno stato di dipendenza psicologica da un'assistenza tout-court. Nei residence c'erano persone e famiglie che avevano anche da mangiare. Arrivava il kit. Si tratta, quindi, di una famiglia che non si riunisce più intorno a un tavolo e che non ha più la possibilità di avere una vita normale.
  Grazie al buono casa l'amministrazione finanzia direttamente fino a 700-800 euro al mese, che paga direttamente l'amministrazione comunale al proprietario di casa, facilitando anche, perché la questione è complessa. Paghiamo anche il trasloco, dove ci sono mobili, perché qualche volta in questi residence ci sono. Oppure, se vogliono acquistare e, quindi, riappropriarsi della propria vita, queste persone non perdono la possibilità di stare in lista per la casa popolare, perché molti di questi soggetti erano in assistenza alloggiativa. Lavorando anche a snellire il più possibile la lista delle persone che hanno diritto alla casa, in questa «fase ponte» abbiamo stabilito che possono anche usufruire di questo, ma senza perdere il diritto alla casa popolare.
  Nel frattempo, queste famiglie vengono anche seguite dal municipio dove trovano casa per percorsi anche di reinserimento lavorativo o di reinserimento sociale. Era come se fossero state abbandonate in quei luoghi senza più mettere in gioco la propria vita e ricominciare.
  In sostanza, il buono casa noi l'abbiamo allargato anche alle persone sfrattate o alle persone che hanno subìto danni nelle proprie abitazioni. A Roma abbiamo avuto un'inondazione l'anno scorso. Anche in quel caso pagavamo il residence ad alcune persone.
  Ci sono dei contratti di quartiere da rispettare. Per esempio, daremo la possibilità di poterne usufruire anche a quelli che abitano a Valle Aurelia, dove c'era una situazione di questo tipo. Anche i ragazzi e le persone di Ponte Mammolo hanno fatto domanda per il buono casa. Stiamo guardando tutti i documenti per vedere quelli che rispondono ai requisiti richiesti, ossia che sono dieci anni che sono in Italia, che parlano molto bene la lingua italiana e che stanno facendo un percorso di reinserimento.
  Vi dico veramente con gioia che, se andate ora a Ponte Mammolo... Ora dovrà andare anche l'AMA a pulire. Abbiamo chiesto anche al demanio di ripulire l'area di fronte, dove erano queste persone. È stata fatta una gara europea, che non dipende dal comune di Roma, ma dal demanio. Ci sarà questa ripulitura. Con i ragazzi eritrei e tutte le associazioni abbiamo deciso che lì, insieme, faremo un parco e un giardino.
  Ci sono ulteriori questioni sulle quali voglio entrare in dettaglio. Credo di aver risposto a tutti i quesiti dell'onorevole Colonnese. Poi fornirò anche ulteriori documenti, perché il tema vero è anche che Roma ha poche risorse. Non a caso, io consegnerò le tabelle che dicono quante risorse ha Roma in questo momento rispetto a questi temi specifici. È per questo che, insieme all'ANCI e agli altri assessori delle aree metropolitane che hanno problemi simili, ma anche inferiori rispetto a Roma, c’è un'alleanza molto importante. Abbiamo chiesto che ci sia la possibilità di avere dei finanziamenti specifici da rendicontare, eventualmente anche alle prefetture. Noi non abbiamo paura del monitoraggio e della valutazione, anzi, più ci valutano meglio è, e più siamo contenti.
  Purtroppo, ci sono state valutazioni – questa è una mia considerazione personale – fatte con grandissimo ritardo. Tengo a sottolineare che Roma, rispetto al Baobab e rispetto alla struttura che abbiamo realizzato a Tiburtina – e che ora sarà ampliata –, al momento ha speso zero risorse. Dobbiamo ringraziare ACEA, perché si è resa immediatamente disponibile per fornire acqua e autobotti per pulire, con una grande partecipazione corale anche dei giovani operai di ACEA, Pag. 11che hanno aiutato di notte e di giorno in situazioni veramente complicate, e persino AMA, perché ci ha aiutato tantissimo nella gestione dei rifiuti nel campo, nel Baobab e negli altri centri in cui ci sono queste persone.
  Al momento FerrHotel avrà un finanziamento ad hoc concordato con la prefettura e con il Ministero dell'interno. Noi cominceremo i lavori e faremo poi la gara per affidarli. Finora stiamo andando avanti anche con la cabina di regia sull'accoglienza, di cui vi ho fornito la documentazione nella precedente audizione. Roma sta ripartendo con una nuova cabina di regia sull'accoglienza, che vede insieme associazioni di volontariato e di promozione sociale e anche cooperative, quelle belle e sane di cui la nostra città è tanto ricca.
  C’è una questione alla quale volevo rispondere – comincio con l'onorevole Beni – rispetto a una serie di dettagli. Si parlava della diversa composizione dei dati e di tipologie. Io fornirò nuovamente la tabella che avevo fornito nell'audizione precedente. Diverso è lo SPRAR, diverso è il circuito cittadino. Su questo finalmente con la prefettura stiamo ragionando tanto sul coinvolgimento dei municipi.
  Il precedente bando, non a caso, chiedeva che fossero sollevate quelle aree della città che hanno già campi Rom, questioni legate all'assistenza alloggiativa e presenza di migranti alta, consistente anche in popolazione non integrata. Si è fatto un ragionamento importante e intelligente proprio per sollevare quei municipi ad alta densità per evitare Tor Sapienza. Fra l'altro, da parte di quest'amministrazione su Tor Sapienza mi fa piacere dire che i ragazzi che stavano a Tor Sapienza ora sono nel cuore della città, ben inseriti. Nessuno ne ha più sentito parlare, perché quel progetto di integrazione è stato poi portato avanti.
  Nel precedente bando c’è stata un'interlocuzione con la prefettura. Si chiedevano 80-100 posti al massimo, distribuiti sulle varie aree della città. Veniva chiesto che ci fosse anche una presenza in I Municipio, o nel cuore centrale della città, sollevando il V, il VI e il VII Municipio. Ovviamente, il bando non ha avuto tutte le persone che chiedeva, perché trovare uno stabile nel centro della città è molto difficile e, quindi, ci sono stati problemi.
  Il bando successivo, che ora è stato emanato e che scadeva pochi giorni fa, riportava gli stessi requisiti. Siamo riusciti a ottenere, in un'interlocuzione quasi giornaliera con la prefettura, l'applicazione di un protocollo d'intesa fra la prefettura, il comune di Roma e l'assessorato alle politiche sociali rispetto alla possibilità di far svolgere attività di volontariato agli ospiti. Oltre ad avere il dato di Roma città, abbiamo quello di tutta l'area metropolitana. Durante la giornata, quando queste persone escono dal centro d'accoglienza, ovviamente arrivano a Roma. Se ti senti parte della città e riesci a fare un lavoro con le associazioni sui territori, diventi anche parte attiva della città.
  Non a caso, in questi giorni mi piacerebbe anche invitare la Commissione – che ovviamente arriva quando e come vuole – a una bellissima esperienza che riguarda una parte della città in cui si sta sistemando uno stadio, un piccolo campetto, a Pietralata. Con Liberi Nantes si riescono a far uscire le persone dai centri d'accoglienza e dagli SPRAR. Insieme stiamo ricostituendo e ristrutturando questa parte di città.
  Rispetto ai numeri c’è non grande, ma grandissima attenzione. C’è però la preoccupazione ogni volta di dover discutere con la cittadinanza, perché c’è un clima di forte tensione e di forte ostilità. Forse il tema vero, invece, è la lotta alla povertà e all'esclusione, ma è un ragionamento cui dovrei dedicare tanto tempo. Spero di essere stata sufficientemente chiara.
  Voglio tornare su un tema che rientra nelle varie questioni sollevate. Noi abbiamo fatto un lavoro importante anche sui minori stranieri non accompagnati. Lo citavo l'altra volta, ma non c’è stato tempo di entrare più in dettaglio. Questo aspetto riguarda soprattutto un'altra vicenda che è stata solo sfiorata, ossia l'ENA, l'Emergenza Nord-Africa.Pag. 12
  Su Roma arrivavano tanti giovani, tante persone che si dichiaravano minori. Nei vari accordi ci fu una circolare del ministero – mi pare che fosse del 10 luglio 2014 – che stabiliva che spettasse alle regioni, alle prefetture e alle questure verificare la vera età di questi bambini o di questi giovani adulti, o minori. Quando arrivavano nei pronto soccorso, poiché i pronto soccorso operano in maniera molto veloce, entravano nei circuiti diverse persone che non erano effettivamente minori.
  A questo punto il comune di Roma si è dotato di una struttura in collaborazione con il Celio in cui si fanno immediatamente delle radiografie specifiche a tutela del minore che è veramente minore, ragion per cui scattano altri meccanismi.

  PRESIDENTE. Se mi posso permettere, dovremmo cercare di sintetizzare, altrimenti gli altri commissari non riescono a prendere la parola.

  FRANCESCA DANESE, Assessore alle politiche sociali del comune di Roma. Chiedo scusa.

  PRESIDENTE. Lei sta facendo un excursus storico che è molto interessante, ma le domande sono anche su altro. Per esempio, c’è la domanda fatta dall'onorevole Beni su come sono andate le cooperative che sono state coinvolte.

  FRANCESCA DANESE, Assessore alle politiche sociali del comune di Roma. Per quanto riguarda la questione affidamenti oppure proroghe e che cosa succede, succede che la prefettura immediatamente manda l'interdittiva. Quando arriva l'interdittiva, immediatamente viene chiesto l'elenco di tutti i servizi affidati. Dopodiché, il prefetto nomina il commissario e si stabilisce quali sono i servizi che devono continuare e che non possono, per ovvi motivi, essere interrotti.
  In questo momento ci sono i commissari nominati dalla prefettura e dalla magistratura. Il lavoro continua con loro, ma è fortemente valutato dagli organi competenti. Continua, quindi, in questo modo, con i commissari nominati ad hoc. Noi non possiamo assolutamente intervenire. Il tema importante sono tutti questi operatori, si sono viste poi preoccupazioni... le famiglie c'entrano poco rispetto a tutto quello che è accaduto.
  In questo momento, anche nella seconda ondata che ha riguardato quest'ultima fase, immediatamente sono stati nominati e segnalati all'assessorato e al comune i commissari con i quali si può proseguire il lavoro su servizi essenziali e importanti che non possono essere interrotti.
  Rispetto ad alcune proroghe su capitoli di bilancio specifici, come abbiamo letto e visto, ci sono dei capitoli di bilancio in cui le risorse sono talmente scarse che si va a proroga un mese per un mese. Noi puntiamo, per esempio, all'intervento sui Rom, con cui il ministro ci ha garantito delle risorse specifiche su Roma e sulle città metropolitane, le cinque città che hanno numeri altissimi. Si parla di Castel Romano, che ha 1.300 persone, o di altre situazioni, perché accanto ai campi formalmente istituiti, sappiamo che se ne sono istituiti altri, sui quali noi abbiamo già operato. Per esempio, su Tor Sapienza c’è stato anche un lavoro molto importante di incrocio di dati, anche finanziari, laddove si è scoperto che, in effetti, c'erano nuclei familiari con redditi importanti. È chiaro che non c’è niente di più vergognoso di un finto povero che toglie risorse a chi ne ha veramente bisogno.
  Vi riferisco che 28 famiglie sono entrate perché regolarmente avevano fatto domanda per quanto riguarda la casa popolare con il bando Alemanno 2011. Ovviamente, questo non viene dichiarato a tutto il mondo per le questioni e le tensioni che ne scaturiscono. Dico con gioia che questa mattina a via Candoni si sta costituendo una cooperativa di donne che si occuperà di ristorazione.
  Il tema legato strettamente alla questione Rom, Sinti e Caminanti non è banale. Noi abbiamo un Piano pronto Pag. 13con una visione strategica, che accoglie pienamente il Piano per l'inclusione. Le risorse che abbiamo non ci bastano, ma non ci stiamo accontentando. Poco alla volta stiamo facendo piccoli passi. Certamente questo tema richiederebbe un'audizione ad hoc, perché è un tema molto complesso.
  Spero di aver risposto a tutto.

  MARIO MARAZZITI. La ringrazio. Il quadro è molto ampio, come le intenzioni e la direzione. C'era, però, materialmente il problema dell'acqua e della luce. Glielo ricordo, altrimenti sembra che rimanga sospeso e sembra che non ci sia la risposta.

  FRANCESCA DANESE, Assessore alle politiche sociali del comune di Roma. Assolutamente. Per quanto riguarda l'acqua e la luce, noi abbiamo avuto molti problemi con Castel Romano, perché è stato anche ristrutturato, ci sono stati più volte interventi di ACEA. Con riferimento a una parte delle persone che vivono all'interno, ogni volta che viene riparata la cabina elettrica, la cabina elettrica viene nuovamente rotta. Questo crea dei problemi seri.
  Peraltro, io ho fatto formalmente presente, come lo fanno altri assessori alle città metropolitane che affrontano questo tema, che, se l'assessore alle politiche sociali si deve occupare anche di problemi di questo tipo, ciò significa togliere risorse al bilancio. Tuttavia, ogni volta che noi interveniamo c’è subito dopo il clan avversario che va e questo rende il lavoro sempre più complesso.
  Al limite, la difficoltà sta proprio nella questione se il campo debba essere controllato dal punto di vista della sicurezza o meno, con una sorta di guardiania che in questo momento non c’è. Grazie al prefetto noi però abbiamo chiesto un intervento della Guardia forestale, che ci sta aiutando proprio su Castel Romano.
  Per quanto riguarda l'acqua, abbiamo risollevato nuovamente tutta la questione, che però è sempre legata a questa tensione interna al campo. In questo momento c’è un altro campo che ha avuto una questione di questo tipo. Stiamo intervenendo. Sono tre giorni che ACEA cerca di intervenire. Per l'altro campo, La Barbuta, abbiamo avuto un problema di tensione, per cui non ce la faceva la corrente ad arrivare e, quindi, stiamo intervenendo di nuovo.

  PRESIDENTE. Grazie. Ci sono altre domande ? Chiedo se ci sono colleghi degli altri Gruppi che non hanno parlato.

  LAURA RAVETTO. Lei ha parlato di «clan avversario». Può spiegarmi che cosa succede ?

  FRANCESCA DANESE, Assessore alle politiche sociali del comune di Roma. Non a caso dicevo che rispetto a questo tema dovremmo veramente avere due ore. È molto complicato e articolato. Parlavo di clan avversario nel senso che all'interno di alcuni campi c'erano, per esempio, rumeni e poi sono arrivati serbi, montenegrini, bosniaci. A mano a mano c’è stato un allargamento di quel campo. L'amministrazione molto spesso neanche sapeva che arrivavano, oppure, quando arrivavano operava in maniera scientifica, tant’è che noi stiamo facendo un lavoro, un nuovo lavoro in tal senso, per permettere la vivibilità. L'obiettivo è chiudere i campi il più presto possibile, ferma restando la questione delle risorse di cui vi dicevo. I bambini devono andare a scuola. In alcuni campi ci vanno e hanno un tasso anche alto, pari al 38 per cento. Ci devono andare. In altri campi, invece, ci sono delle tensioni legate a gruppi che appartengono ad altre situazioni e che storicamente sono in conflitto e in lotta tra di loro.
  Ci tenevo a precisare, e colgo l'occasione per farlo velocemente grazie a questa domanda, che io ho incontrato il ministro degli esteri rumeno, con il quale stiamo facendo un lavoro insieme gli imprenditori italiani presenti in Romania. Alcuni di loro hanno dei programmi e dei progetti migratori – parlo di persone Rom – che prevedono il ritorno a casa. Un conto però è farlo in questo modo, un conto è procedere al rimpatrio forzato, Pag. 14che è assolutamente lungi dalla nostra visione del mondo. Se è così, invece, avrebbe un senso.

  PRESIDENTE. D'accordo. Ci sono altre richieste ? Io darei la parola adesso all'onorevole Carnevali del PD, che ha chiesto di parlare, e poi all'onorevole Lorefice.

  ELENA CARNEVALI. Chiederò la segretazione, ma, prima di fare questa richiesta, vorrei ringraziare per la disponibilità il Sindaco Marino e l'assessore Danese. Peraltro, avendovi seguita anche in questi due giorni di audizione, abbiamo visto quale lavoro complesso state facendo e come la situazione di Roma sia una situazione che vede finalmente una buona sintesi tra politiche innovative di integrazione e una garanzia di sicurezza dei cittadini che riguarda sia l'ordine pubblico, sia lo sforzo nei confronti di ciò che riguarda la saluta pubblica. Si vedono un grande interesse, una grande volontà e una grande determinazione.
  Sindaco Marino, lei è stato presidente di una Commissione d'inchiesta e, quindi, sa anche qual è il nostro compito. Le domande che farò le porrò soprattutto in relazione alla Commissione d'accesso. Chiedo gentilmente al presidente la segretazione.

  PRESIDENTE. Dispongo la disattivazione del circuito audio-video.

  (I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica)

  PRESIDENTE. Dispongo la riattivazione del circuito audio-video.
  Riprendiamo la trasmissione non segretata.

  MARIALUCIA LOREFICE. Io vorrei tornare brevemente sul centro Baobab. Dagli incontri che abbiamo fatto ieri è emerso che al momento ci sono all'incirca 150 minori non accompagnati. Noi abbiamo ascoltato l'assessore Danese riguardo anche al lavoro che il comune sta cercando di fare per i minori non accompagnati in generale. Tuttavia, si pone il problema dei minori non accompagnati all'interno del centro.
  Ci risulta che, se così posso dire, non ci sia alcun tipo di «tracciabilità» di questi minori, nel senso che loro possono liberamente spostarsi da questo centro, proprio come gli adulti. Capite che, se il centro Baobab rappresenta un problema per tutta una serie di motivi – tra cui l'aspetto igienico, come è stato sottolineato – non possiamo chiudere gli occhi a maggior ragione quando si parla di minori non accompagnati.
  Sembrerebbe che proprio attorno al centro ci siano – così si dice – dei personaggi poco raccomandabili che sfruttano i migranti. Perché non sfruttare i minori non accompagnati ? Il dubbio è che questi personaggi possano anche sfruttare questi minori, che potrebbero essere anche vittime della tratta e della prostituzione.
  Come si pone il comune nei confronti di questi minori non accompagnati e come eventualmente decide di porsi nei confronti di questi personaggi rispetto ai quali ad oggi sembra non sia stato fatto niente di concreto ?

  PRESIDENTE. Grazie. Come ultima considerazione aggiungo una piccola cosa, che però per le persone coinvolte non è piccola. Volevo chiedere, in particolare all'assessore Danese – che immagino abbia la delega in questo senso – o altrimenti al sindaco, come si intende superare il problema della residenza, essendoci state nel corso di questi anni una serie di questioni relative alla cosiddetta residenza per le persone senza fissa dimora. Vorrei sapere inoltre come è stata avviata la struttura di monitoraggio sullo SPRAR e sul sistema di accoglienza cittadino, se esiste una squadra, come funziona, quali sono i report e se questi report, se ci sono, possono essere acquisiti da questa Commissione.

  FRANCESCA DANESE, Assessore alle politiche sociali del comune di Roma. Prima di rispondere all'onorevole volevo Pag. 15velocemente dire una cosa che forse serve a chiarire una questione. Grazie alle nuove «linee-guida Sabella», finalmente anche l'assessore di riferimento può vedere i bandi in tempo utile, anzi deve, come è scritto in queste linee-guida. Pertanto, non ci sarà più – e non ci deve essere più – la tecnica che supera la politica. Forse grazie a queste nuove linee-guida, a queste nuove modalità, si riuscirà anche a trovare un accordo. Non c’è il tecnico che spalanca le porte e fa entrare chiunque mentre il politico non ne sa niente, ma politica e tecnica devono lavorare insieme per il bene di un Paese e di una città. Questo è un aspetto non banale che può aiutare un amministratore a governare meglio. Purtroppo, molto spesso la tecnica supera la politica e Roma ha pagato tanto negli anni precedenti rispetto a questo aspetto.
  Come ultima cosa, tra poche ore avremo la gara europea sulla casa, per la prima volta su Roma. Ci tenevo a dirlo rispetto alle proroghe di cui parlava poco fa il sindaco. Sono state fatte solo delle piccole proroghe per non mandare 1.600 famiglie in mezzo a una strada. Sulla questione residence, quindi, ora noi usciamo con questa gara europea a ore e continuiamo a chiudere i residence. Abbiamo fatto la trattativa per abbassare ulteriormente gli affitti, ma questo processo continua. Ovviamente, anche la gara ha visto, in questo caso, una collaborazione finalmente tra tecnica e politica.
  Quanto ai 150 minori non accompagnati che lei ha visto al Baobab, moltissimi di quei bambini sono accompagnati dalle mamme. È un caso anche fortunato...

  PRESIDENTE. Assessore, mi permetto di dire che ieri ci hanno confermato che ci sono 140 minori non accompagnati e 40 minori accompagnati.

  FRANCESCA DANESE, Assessore alle politiche sociali del comune di Roma. Infatti. Su questi noi abbiamo un sistema che ci permette – grazie al protocollo d'intesa che noi abbiamo stipulato con le ASL, che vanno ogni giorno – di tracciare, grazie all'aspetto sanitario che noi monitoriamo continuamente, questi minori. Ovviamente, non di tutti si riesce a garantire, ma oggi noi sappiamo di alcune famiglie che si sono ricongiunte direttamente ad Amburgo, per esempio. Certamente il tema è importante. Noi manteniamo una grande attenzione anche per quanto riguarda la possibilità di accompagnare questi minori nel miglior modo possibile. In merito, però, chiederei la segretazione.

  PRESIDENTE Dispongo la disattivazione del circuito audio-video.

  (I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica)

  PRESIDENTE. Dispongo la riattivazione del circuito audio-video.
  Le chiedo se può rispondermi, per cortesia, rapidamente sulla questione della residenza.

  FRANCESCA DANESE, Assessore alle politiche sociali del comune di Roma. Sì, chiedo scusa. Per quanto riguarda le residenze, c’è stata anche in questo caso un'inchiesta, che ha visto un lavoro importante fatto anche dall'assessore Leonori. Noi abbiamo trovato molte persone che venivano registrate e che erano prestanome di attività commerciali. Cancellate quelle associazioni, finita l'inchiesta, ora, con un accordo siglato fra questura, prefettura, il nostro Dipartimento anagrafe e il Dipartimento politiche sociali, porterò in Giunta una nuova delibera, che darà la possibilità alle associazioni di riprendere in mano la gestione delle residenze fittizie, ma con un impegno in più, che garantisca che le persone a cui vengono concesse queste residenze effettivamente siano seguite dall'associazione e siano conosciute nell'arco dell'anno. Più volte esse dovranno certificare che vanno presso l'associazione e sono conosciute.
  Questo ci permetterà di erogare anche il buono casa e di prestare assistenza Pag. 16sanitaria, per esempio, a tutte quelle persone che hanno lo status di rifugiato e che hanno avuto il permesso di soggiorno, che è scaduto. Ci sono molte persone che per questo problema non riescono più a rinnovare il permesso di soggiorno, con file lunghissime in questura. Noi andiamo a modificare, quindi, un processo di integrazione. La delibera è pronta, c’è stato un tavolo in prefettura. Ora andiamo avanti e riportiamo questa delibera, che farà ulteriore chiarezza.

  PRESIDENTE. Va bene, grazie. Ringrazio per la disponibilità il signor sindaco, Ignazio Marino, e l'assessore Francesca Danese, che erano accompagnati dal consigliere Luigi Fucito, capo di Gabinetto del sindaco.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 12.