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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza, nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e nei centri di identificazione ed espulsione

Resoconto stenografico



Seduta n. 24 di Giovedì 1 ottobre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Migliore Gennaro , Presidente ... 2 

Seguito dell'audizione del Vice Prefetto Maria Caprara, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno:
Migliore Gennaro , Presidente ... 2 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 2 
Migliore Gennaro , Presidente ... 3 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 3 
Migliore Gennaro , Presidente ... 4 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 4 
Migliore Gennaro , Presidente ... 4 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 4 
Colonnese Vega (M5S)  ... 4 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 4 
Lorefice Marialucia (M5S)  ... 4 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 4 
Migliore Gennaro , Presidente ... 5 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 5 
Migliore Gennaro , Presidente ... 8 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 8 
Migliore Gennaro , Presidente ... 8 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 8 
Migliore Gennaro , Presidente ... 8 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 8 
Migliore Gennaro , Presidente ... 8 
Caprara Maria , Responsabile della struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 8 
Migliore Gennaro , Presidente ... 8 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 9 
Migliore Gennaro , Presidente ... 9 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 9 
Migliore Gennaro , Presidente ... 9 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 9 
Migliore Gennaro , Presidente ... 10 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 10 
Carnevali Elena (PD)  ... 11 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 11 
Carnevali Elena (PD)  ... 11 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 11 
Beni Paolo (PD)  ... 12 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 12 
Beni Paolo (PD)  ... 12 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 12 
Beni Paolo (PD)  ... 12 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 12 
Migliore Gennaro , Presidente ... 13 
Palazzotto Erasmo (SEL)  ... 13 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 13 
Carnevali Elena (PD)  ... 13 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 13 
Carnevali Elena (PD)  ... 14 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 15 
Migliore Gennaro , Presidente ... 15 
Caprara Maria , responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ... 15 
Migliore Gennaro , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GENNARO MIGLIORE

  La seduta comincia alle 14.20.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, ove necessario, i lavori della Commissione potranno proseguire anche in seduta segreta.
  Al riguardo, per assicurare la massima fluidità al dibattito pubblico, prego i commissari di riservare eventuali quesiti da sviluppare in sede riservata alla parte finale della seduta.
  Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla Web-tv della Camera dei deputati.
  Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito. Dispongo pertanto l'attivazione dell'impianto.

Seguito dell'audizione del Vice Prefetto Maria Caprara, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del Vice Prefetto Maria Caprara, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno.
  Ricordo che nella seduta del 22 settembre scorso si è svolta la relazione introduttiva, il cui resoconto stenografico è in distribuzione, e che sono stati formulati alcuni quesiti.
  Ringrazio nuovamente per la sua presenza la dottoressa Caprara, accompagnata dalla dottoressa Ulivi, che l'assiste, e la invito innanzitutto a partire dal completamento della sua replica, rispondendo alle domande che non erano state ancora oggetto della sua riflessione. Successivamente passeremo a eventuali altre domande da parte dei commissari. Evidentemente, essendo passato un po’ di tempo tra le domande e questa risposta, se vi fossero degli elementi di precisazione relativi alle domande già fatte, senza prevedere un nuovo intervento – quello è sempre possibile farlo successivamente – ciò è non solo consentito, ma anche auspicato.
  Do la parola al Vice Prefetto Caprara.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. La volta scorsa ci eravamo fermati a una domanda che riguardava il centro di accoglienza «La Madonnina», ubicato a Mascalucia, in provincia di Catania. Noi avevamo già appreso la notizia su un sito e avevamo già interessato la prefettura. Ora siamo in grado di rilasciarvi la documentazione da depositare agli atti di questa Commissione.
  Nella sostanza, la situazione è questa...

Pag. 3

  PRESIDENTE. Posso chiederle se la questione è riservata o se possiamo procedere in seduta pubblica ?

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Non credo ci siano problemi. L'associazione «La Madonnina» è un'associazione regolare, iscritta dal 15 ottobre 2014 all'albo della Regione Sicilia delle istituzioni assistenziali, proprio nella sezione dedicata all'accoglienza dei minori. L'autorizzazione è stata rilasciata dalla Regione previo accertamento dei requisiti.
  Questo vuol dire che, almeno all'epoca, la struttura rispondeva ai requisiti strutturali e organizzativi previsti dalla Regione Siciliana, nell'ambito, però, di quelli fissati dalla legge dello Stato. Nella Regione Siciliana è prevista, infatti, un'autorizzazione da parte della Regione, che viene rilasciata previ i pareri della competente ASP (Azienda sanitaria provinciale) e del comune nel quale la struttura insiste. Poi la struttura viene autorizzata dalla Regione e iscritta a un albo regionale.
  La legislazione, anche se è risalente – è addirittura del 1986, ossia antecedente alla legge quadro – la legge dello Stato n. 328 del 2000, non sembra male, almeno sulla carta. È addirittura prevista una revisione annuale dell'albo. In concreto non sappiamo se ciò avvenga.
  A seguito della notizia di stampa che noi avevamo appreso è stato appurato che, a suo tempo, l'associazione «La Madonnina» era stata autorizzata. L'autorizzazione è scaduta dallo scorso mese di giugno, ma questa è una situazione abbastanza frequente, anche perché Sicilia e Calabria sono le Regioni più provate dagli sbarchi e vi sono molte accoglienze, alcune buone e altre meno. C’è un po’ di confusione.
  Comunque noi, apprese la notizia di stampa e le criticità che erano state evidenziate, ci siamo rivolti alla prefettura di Catania, la quale ha disposto un sopralluogo, che si è tenuto il 23 settembre. Ovviamente, erano presenti i colleghi della prefettura di Catania, della questura, dell'Azienda sanitaria provinciale e anche dei servizi sociali del comune.
  Nella struttura sono stati rilevati problemi, che riguardano soprattutto le dinamiche, la vita interna, il quotidiano, con delle tensioni anche forti, tant’è vero che la prefettura di Catania ci ha segnalato questa situazione. Pertanto, noi abbiamo pensato di sostenere questa forma di accoglienza, che, ripeto, è nata come un'accoglienza regolare, alleggerendo la presenza degli ospiti. Per esempio, dei 22 ospiti che c'erano abbiamo trasferito una ragazza, perché era l'unica femmina accolta nel centro de «La Madonnina», presso la nostra struttura di Palermo, quella finanziata con le risorse europee. Abbiamo fatto trasferire per ora anche i minori più piccoli, che sono del 2000-2001.
  Ovviamente, abbiamo chiesto alla prefettura di Catania di continuare a seguire questa situazione, per vedere se servono ulteriori supporti, e di sollecitare anche il comune e magari l'Azienda sanitaria per vedere se ci sono interventi da attuare. Sembra, infatti, che la responsabile della struttura avrebbe intenzione di non dedicarsi più all'accoglienza di questo target di migranti.
  Tra la documentazione che io depositerò agli atti c’è anche un'altra questione, sempre relativa all'associazione «La Madonnina», che è un po’ a latere. Pare che siano nati dei problemi al porto in occasione di una determinata accoglienza. Comunque, deposito anche questa documentazione. L'autorità giudiziaria è già informata ed è tutto depositato, se vi interessa. Questo riguardava Mascalucia.
  Sempre i deputati del Movimento 5 Stelle hanno fatto un accenno – era solo un accenno, però, che non ho neanche colto bene – al centro Baobab. Del centro Baobab io non so molto, perché è un centro che riguarda un'accoglienza per adulti. Comunque, anche sul centro Baobab ho acquisito la documentazione tramite la prefettura di Roma. C’è una nota datata ieri dell'assessore Danese, l'assessore al comune di Roma.Pag. 4
  Sinteticamente, il centro Baobab è un centro per adulti, che poi è stato chiuso...

  PRESIDENTE. Abbiamo fatto un sopralluogo. Lo conosciamo.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Va bene, allora ometto questa parte.

  PRESIDENTE. Se mi posso permettere, l'interesse, in quel caso, era più sui minori che sui minori non accompagnati, perché c'erano una serie di persone...

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Non lo so, perché non è stata formulata la domanda. È stato solo citato il centro Baobab e poi abbiamo interrotto. Non ho capito.

  VEGA COLONNESE. In realtà, il discorso era più ampio. Non so se entrasse nelle competenze dirette. Noi chiedevamo – era proprio una domanda netta – se ci fosse un collegamento fra il Dipartimento e le varie prefetture, qualora siano segnalati dei casi particolari. Per esempio, nel centro Baobab c'erano dei minori che risultavano accompagnati o comunque situazioni particolari. Anche nel CARA di Mineo c'erano altre situazioni particolari. Noi volevamo sapere se, su segnalazione, il Dipartimento possa incidere direttamente sulle prefetture. Era proprio una questione di gestione.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Sicuramente, perché le prefetture sono un'articolazione periferica del Ministero dell'interno. Quando si parla di accoglienza, tutta l'attività fa capo al Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione. C’è uno scambio continuo tra noi e le prefetture, nei due sensi. Le prefetture ci segnalano situazioni e noi segnaliamo, come in questo caso. Qualcosa è a questo riguardo è già stato detto nella mia audizione qui la scorsa settimana.
  Noi cerchiamo di seguire le situazioni più delicate, anche perché in alcuni casi, come per la Regione Sicilia – ripeto, c’è una normativa regionale – la competenza, per esempio ove sia necessario chiudere i centri per carenza dei requisiti organizzativi o igienico-sanitari, è del comune. Noi, però, attraverso i prefetti, svolgiamo un'opera di sensibilizzazione. Richiamiamo l'attenzione sulle esigenze.
  Sicuramente, dunque, questo rapporto c’è. Abbiamo contatti telefonici continui. Oppure, se i comuni segnalano a noi, invece, che alla prefettura, noi cerchiamo di far girare le notizie, per seguire il più possibile.

  MARIALUCIA LOREFICE. Vorrei solo una precisazione. Al di là del caso specifico de La Madonnina, in generale noi abbiamo riscontrato che ci sono dei problemi nella gestione di questi centri per i minori non accompagnati. La domanda che volevo farle è proprio questa: la prefettura prevede dei controlli periodici, o c’è un ente che dovrebbe occuparsi esclusivamente di questo, per far sì che non si arrivi a situazioni come quella de La Madonnina (ma potrebbero essere anche altre) ?

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. La prefettura non ha una competenza diretta in materia. La legge statale n. 328 del 2000 è una legge quadro proprio per la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali. La legge, all'articolo 1, mette insieme gli enti locali, le Regioni e lo Stato proprio come gli attori della realizzazione di questo sistema, secondo Pag. 5i princìpi che sono sempre quelli di sussidiarietà, di cooperazione, di economicità, di efficacia, di efficienza e di omogeneità dei servizi resi sul territorio a tutti coloro che sono presenti, ovviamente, non solo ai cittadini.
  In questo quadro ci sono dei princìpi che sono stabiliti dalla legge dello Stato e poi, ovviamente, è consentita alle Regioni la facoltà di normare. Io parlo sempre per la materia che ci interessa, cioè l'accoglienza in strutture collettive dei minori migranti. Pertanto, la maggior parte delle Regioni ha dettato una sua normativa. Altre non l'hanno dettata e, quindi, c’è una maggior competenza dei comuni.
  Faccio l'esempio della Regione siciliana perché è quella di cui abbiamo parlato, seppure indirettamente, più volte nella scorsa audizione. Qui c’è sicuramente la competenza della Regione, come ho detto, per l'autorizzazione e l'iscrizione all'albo, che è tenuto proprio presso l'assessorato alla Regione, ma resta forte la competenza dei comuni e dell'Azienda sanitaria locale proprio per la verifica dei requisiti strutturali, che – ripeto – sono fissati dalla Regione, nell'ambito però di quelli quadro fissati dallo Stato. La Regione può scendere al di sotto di quei requisiti, ma non superarli.
  Per esempio, di regola le presenze per i minori in strutture collettive sono 10 più 2, tant’è vero che lo scorso anno – credo che fosse il 14 agosto 2014 – la Regione siciliana è dovuta intervenire proprio per l'afflusso straordinario che c'era di minori, andando in deroga alla normativa, e ha stabilito che nella Regione siciliana le strutture di accoglienza per i minori potessero arrivare fino a 60 posti.
  Questa è anche la base sulla quale dalla Sicilia sono arrivate diverse domande di partecipazione al bando che noi abbiamo emanato con il finanziamento europeo. C'era già la legislazione pronta. Non hanno dovuto chiedere alla Regione di fare una deroga per poter partecipare, perché il massimo del bando europeo era, come prima accoglienza, di 50 e in Sicilia è addirittura 60.
  Posto questo, i controlli certamente ci sono, ma non sono dello Stato. O è la legge regionale che li disciplina, oppure è il comune. Per esempio, per quello che riguarda i requisiti igienico-sanitari, è il comune che deve intervenire, come è capitato in una delle strutture, quella di Giarre, di cui si era parlato qui nel mese di luglio con il prefetto Morcone e anche con il Ministro Alfano. Lì è intervenuta un'ordinanza sindacale di chiusura, proprio per il venir meno dei requisiti igienico-sanitari.
  I controlli, dunque, ci sono. Ripeto, la prefettura svolge un'opera un po’ di raccordo e anche di sensibilizzazione nei confronti dei servizi sociali o degli stessi sindaci.

  PRESIDENTE. Prego, può continuare.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. L'onorevole Carnevale – queste sono le mie note – chiedeva che cosa sia necessario fare anche a medio e lungo termine. Io credo che ciò che dobbiamo fare sia già stato indicato dalla Conferenza unificata del 10 luglio 2014, che nell'ambito del Piano operativo 2014 ha dedicato una sezione specifica all'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.
  Essa è stata poi sostenuta dalla legge di stabilità, che ha stabilito che la seconda accoglienza di tutti i minori debba avvenire in strutture della rete SPRAR, indipendentemente dalla presentazione della domanda di asilo. Questo perché, al momento, l'accoglienza offerta ai minori nello SPRAR è considerata la migliore delle accoglienze, almeno nel nostro ordinamento.
  Inoltre, sempre la legge di stabilità ha sostenuto e dato forza all'intesa in Conferenza, trasferendo il Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati dal Ministero del lavoro al Ministero dell'interno.
  Sembra quasi che si vada verso una reductio ad unum, ma resta comunque – Pag. 6questo lo vorrei sottolineare per non creare confusione; non vorrei essere poco chiara – la responsabilità del sindaco del comune per l'accoglienza dei minori. Questo è un portato del nostro ordinamento, delle norme del Codice civile, articolo 402, e della legge n. 183 del 1984, che, mi piace ricordare, non è, come comunemente si dice, la legge sull'adozione, ma è la legge che disciplina il diritto del minore ad avere una famiglia. Disciplina i vari istituti, che sono sì l'adozione e l'affido familiare, ma anche l'accoglienza del minore in comunità, o comunque nell'accoglienza che caso per caso viene ritenuta più idonea per quel minore. Può essere la comunità, l'affido o la casa famiglia, a seconda dei casi.
  Ora abbiamo anche il decreto legislativo che ha recepito la direttiva accoglienza n. 142 del luglio 2015. Anche quello dà forza al nostro sistema, anche perché ribadisce all'articolo 17 il diritto del minore all'ascolto. Questo è molto importante, perché dovrebbe orientare le scelte che in concreto e caso per caso vengono fatte proprio nel superiore interesse del minore, oserei dire, affinché questo principio, da tempo sancito dalle Convenzioni internazionali, non resti lettera morta o una frase di stile.
  L'articolo successivo, l'articolo 18, sempre del medesimo decreto legislativo, ci offre anche maggiori dettagli e sviluppa ciò che era stato già deciso dalla Conferenza rispetto ai centri governativi. Questo è ciò che dobbiamo fare a breve. Dobbiamo occuparci di istituire centri governativi e vedere soprattutto come potranno essere finanziati, perché anche questo è uno snodo importante. Dobbiamo capire se, ancora una volta, dovremo utilizzare le risorse europee almeno per l'avvio, per sostenerli, e destinare ad altro le risorse nazionali, visto che ce n’è bisogno su tanti fronti.
  Questa è la risposta alla prima domanda dell'onorevole. Lei aveva poi ripreso il discorso degli allontanamenti. Io avevo detto che gli allontanamenti si fronteggiano con la qualità dell'accoglienza e avevo detto anche che questa è la nuova sfida.
  È vero anche che gli allontanamenti riguardano soprattutto la fascia di età tra i 15 e i 18 anni. Questo è tutto vero. Certamente è quella la fascia più a rischio, ma è anche vero che il discorso degli allontanamenti può essere affrontato sotto molti profili. È veramente difficile, perché bisogna innanzitutto, io credo, che questi ragazzi acquistino fiducia in chi li accoglie. Ritengo che questo sia il primo punto. Occorre soprattutto che l'Italia, il Paese di accoglienza, riesca a essere credibile ai loro occhi.
  Noi dobbiamo tener presente che questi ragazzi arrivano qui certamente con esperienze difficili alle spalle e che molto spesso si sentono anche in dovere di aiutare le famiglie che hanno investito per farli venire. C’è ancora un debito da pagare, molto spesso. Pertanto, a questi ragazzi è inutile che diciamo: «Andate a scuola», così. Loro, in realtà, vogliono andare a lavorare, finendo poi magari per fare lavoro nero, se non di peggio. Rischiano, lo sappiamo bene, di essere presi nei circuiti illegali. Ricordiamoci che molto spesso vengono già con le indicazioni delle persone a cui rivolgersi per entrare nel circuito illegale.
  La battaglia è questa, dunque: essere vicini e, io credo, soprattutto essere credibili, fornire delle risposte credibili a questi ragazzi. Occorre far capire, per esempio, a quelli che non vogliono stare in Italia ma vogliono andare in Germania che ci possono arrivare anche attraverso un percorso legale e che noi possiamo sostenerli. Abbiamo i mezzi per sostenerli. Ci sono i ricongiungimenti familiari, per esempio. Queste sono strade che, secondo me, devono essere percorse.
  Recentemente, per esempio, un caso del genere è capitato in una delle nostre strutture FAMI finanziate con le risorse europee. C'era un ragazzo egiziano. Un giorno si è presentata in questa struttura una persona che affermava di esserne il padre. Devo dire che sono stati bravi i responsabili della struttura ed è stata Pag. 7buona la risposta del livello locale, ossia la questura e la stazione dei Carabinieri, che sono riusciti a tenere calmo il padre. Per un attimo c'era stato un momento di frizione forte, perché ovviamente il genitore voleva riprendere il figlio. Diceva che viveva in Francia e che aveva un contratto a tempo indeterminato. Aveva anche presentato della documentazione in lingua araba, i suoi documenti.
  Non è stato semplice, ma, nel giro di pochi giorni, ovviamente con il coordinamento della Procura della Repubblica dei minori, il ragazzo è andato in Francia col padre e ora vive lì. Quindi, è andato avanti nel suo percorso regolarmente.
  Io credo che questa sia la cosa che noi dobbiamo far capire e penso che a questo fine molto utili possano essere le ONG e le associazioni del terzo settore. L'altra volta dicevo che noi abbiamo come partner della Misura emergenziale l'OIM, l'UNCHR, l'ANCI, la Croce Rossa Italiana e Save the Children. Ciascuno secondo la sua missione istituzionale riesce a darci una mano forte. Bisogna integrare le azioni di tutti. Per esempio, Save the Children, oltre che partner della Misura è già presente sui porti e, quindi, magari mette a fattor comune un po’ tutte le notizie. Anche la Croce Rossa svolge l'attività di family tracing. Si tratta di cercare di ricongiungere le famiglie che si sono separate durante il viaggio, o addirittura al momento dello sbarco. È una cosa più frequente di quanto si possa immaginare. Certamente la sfida è proprio quella di contrastare gli allontanamenti e di far capire il senso dell'accoglienza. È un'opportunità che io credo l'Italia possa offrire a questi ragazzi.
  Una domanda riguardava poi i rapporti con l'autorità giudiziaria minorile, in particolare la nomina dei tutori. Sicuramente anche in questo campo ci sono delle cose da migliorare e soprattutto forse dei tempi da abbattere. Bisogna anche dire, però, che c’è un forte impegno dell'autorità giudiziaria minorile, soprattutto nelle Regioni che sono anche le Regioni di approdo. Molto spesso anche loro si trovano in difficoltà.
  Inoltre, c’è anche il discorso che a volte hanno una sfera di competenza molto ampia, per esempio, nella Regione Sicilia. Hanno sbarchi su Catania, su Siracusa e via discorrendo. È veramente difficile seguire tutto. Alcuni tribunali mandano a noi, anche solo per conoscenza, i loro provvedimenti, proprio perché riguardano minori, e noi vediamo che c’è una mole di lavoro veramente ingente. Si cerca di tutelare i ragazzi fin dall'inizio, subito. Talvolta si pensa già alla possibile dichiarazione dello stato di adottabilità, oppure al rimpatrio del minore. Ovviamente, si tratterebbe di un rimpatrio volontario assistito, in questo caso.
  Sì, la difficoltà indubbiamente c’è, ma è spiegabile almeno in parte con il momento contingente, io credo.
  Una domanda ha riguardato l'accoglienza dei minori più piccoli, che sono sul territorio con le madri. Esistono delle strutture ad hoc, strutture per famiglie monoparentali. Questa è una prima occasione di accoglienza. Poi si vede un po’ da caso a caso.
  Per esempio, noi abbiamo avuto in una delle nostre strutture FAMI una giovane mamma, una minorenne, col bambino, che è rimasta un po’ nella nostra struttura. Poi, anche se era ancora minore, abbiamo visto – questo è stato valutato in loco, non certo da noi a Roma – che per lei era più idonea la collocazione in una struttura per famiglie monoparentali, perché, pur essendo molto giovane, avendo già un bambino, era già proiettata in un'altra vita, non era più interessata a condividere la vita con i minori in senso stretto.
  I dati sulla presenza dei minori migranti li avevo già depositati l'altra volta e mi era stato chiesto se si potesse fare un conto approssimativo. In realtà, fare un conto complessivo non è semplice. Certamente bisogna tener presenti i dati sull'accoglienza che vengono raccolti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Quel dato, che viene reso disponibile ogni mese dal Ministero del lavoro proprio sul sito, è però un dato un po’ particolare, perché dà conto anche di accoglienze che sono presenti da anni precedenti, anche da Pag. 8diversi anni. Vi parlo del 2013 e anche del 2012, a volte. È un po’ difficile fare un totale e mettere insieme gli sbarchi dal 1o gennaio c.a. con quel dato che, invece, è risalente nel tempo. Gli altri dati li ho già forniti e il numero mi sembra molto rilevante.
  Poi ci sono i minori cosiddetti irreperibili sul territorio, che magari sono presenti, ma non figurano. Purtroppo, non si può esprimere una cifra complessiva. È difficile, perché sono dati non omogenei, che non si possono sommare.
  Per quello che riguarda la durata della prima accoglienza, avevamo già detto che nelle nostre strutture, in quelle attivate dalla struttura di missione, è prevista un'accoglienza di 60 giorni, che al massimo può diventare di 90 per motivate esigenze. Avevamo anche detto che, purtroppo, non riusciamo a rispettare il termine che ci siamo posti con la Commissione per la mancanza della seconda accoglienza, cioè dei posti SPRAR. La Commissione di valutazione sta esaminando le domande, presentate a valere sul bando SPRAR per almeno mille posti, che noi speriamo di rendere disponibili entro l'anno.

  PRESIDENTE. I mille posti per minori stranieri non accompagnati sono nell'ambito del nuovo bando dei 10.000 ?

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. No, si tratta di un altro bando, che è stato fatto ad aprile. Noi siamo più avanti. Abbiamo fatto il primo bando dedicato solo per minori.

  PRESIDENTE. Nel nuovo bando dei 10.000 è prevista una quota per minori ?

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. No.
  Per la prima accoglienza noi avevamo previsto 60 o al massimo 90 giorni. Per esempio, il decreto legislativo attuativo della direttiva accoglienza fissa 60 giorni per i centri governativi, ma certamente sono termini ordinatori. Anche la Regione siciliana con la sua legge fissa 60 giorni. Si vuole che questa prima accoglienza sia di breve durata, ancor di più adesso che stiamo attuando l'intesa in Conferenza.
  La prima accoglienza dovrebbe essere di breve durata e praticamente tutta volta a completare le operazioni di identificazione, di eventuale presa delle impronte digitali e di presentazione, se è il caso, della domanda d'asilo, per poi subito cominciare a lavorare sui ragazzi per conoscerli, per capirne le aspirazioni e gli obiettivi. Deve esserci una breve durata della prima accoglienza e poi si deve puntare in modo propedeutico a individuare quale sia la seconda più adatta. Noi ci siamo fatti questo disegno, che speriamo di poter realizzare.

  PRESIDENTE. Posso chiederle quante persone dipendono dalla sua Struttura di missione ?

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Siamo sette e un consulente.

  PRESIDENTE. Quindi, voi avete solo una funzione di coordinamento ? L'operatività è tutta demandata alle prefetture. Non avete una struttura autonoma che va a intervenire ?

  MARIA CAPRARA, Responsabile della struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Facciamo tutto noi.

  PRESIDENTE. Andate voi in giro per tutta Italia ?

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  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Sì, certo. La collega ieri è stata in Basilicata, per esempio, con l'altra collega, sempre della struttura che – vorrei sottolineare – è un Vice Questore aggiunto della Polizia di Stato. Per completare le professionalità della nostra struttura abbiamo ritenuto importante una presenza della Polizia di Stato.

  PRESIDENTE. Questo mi serve per far comprendere anche nei nostri lavori che voi dovete coprire un territorio piuttosto ampio, essendo in tutto il Paese poche persone.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Mi permetta, ma con questi nuovi progetti FAMI che abbiamo autorizzato il problema è che noi ci occupiamo del trasferimento del singolo minore. Il problema grave, che prende tanto tempo, è questo.
  Ora faccio questo esempio solo perché questi sono i casi più frequenti. Da Augusta ci chiama il collega di Siracusa dicendo che sta arrivando una nave carica di migranti e che sembra che ci siano tanti minori. Poi magari sono di più del previsto o sono di meno, ma comunque ci sono minori. Magari piove e non si possono accogliere sotto la tenda, ragion per cui ci chiedono di venirli a prendere.
  Non è facile, perché un po’ di tempo ci vuole. Magari partono quelli della struttura di Firenze. Occorre un giorno o un giorno e mezzo. Il comune di Augusta fa una primissima accoglienza, poi arrivano dalla struttura a prendere i minori e li portano là. Sono anche spese grosse. La spesa di trasferimento è grossa. Ci sono operatori che devono accompagnarli. Noi da Roma cerchiamo di centellinare questi posti, perché sono pochissimi. Non abbiamo proprio più dove sistemarli. Noi volevamo sostenere i comuni, ma purtroppo tutto è stato molto limitato. Volevamo aiutare in questi momenti.

  PRESIDENTE. Poiché noi ci occupiamo di fare un'inchiesta rivolta anche a fornire delle indicazioni, è evidente che sapere come lavorate – al di là di quello che fate, che è sicuramente molto importante – e con che mezzi è per noi fondamentale. Per esempio, a me – penso di interpretare anche il pensiero degli altri colleghi – la vostra sembra un po’ ridotta come struttura, occupandosi del tema dei più vulnerabili.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Mi permetto di aggiungere che dal mese di luglio abbiamo anche la gestione del capitolo del Fondo accoglienza minori stranieri non accompagnati, per effetto della legge di stabilità; si tratta di 32.500.000 euro. Poi dovremmo arrivare – credo che sia la manovra di assestamento – a circa 80 milioni.
  Anche questo è un altro aggravio, o comunque un altro settore da curare con particolare attenzione, perché giustamente chi ha fatto accoglienza deve essere pagato, ma bisogna verificarne la regolarità. Anche lì noi abbiamo attivato un sistema attraverso le prefetture, che in questo modo aiutano anche i comuni, almeno nella prima fase, perché è cambiata completamente la «procedura» rispetto a quella che era seguita col Ministero del lavoro.
  Anche questo avviamento delle nuove procedure richiede un po’ di tempo e di adattamento per noi, per loro e per tutti. Stiamo mettendo a punto anche un piccolo sistema informativo. Il capitolo è stato assegnato alla Struttura nel mese di luglio, con la direttiva del Capo dipartimento. Poi il ministro l'ha confermato col decreto con il quale ha prorogato di un anno la struttura di missione. Era già fine luglio, il 30 luglio. Noi ci siamo, quindi, attivati.Pag. 10
  Ci tengo a dire che il periodo di ferie non ha influito, perché il 17 agosto siamo tornati per riunire la Commissione di collaudo di questo piccolo sistema informativo. Comunque, avevo già fornito nella relazione i dati. Stiamo già pagando sia il primo, sia il secondo trimestre dell'anno 2015. Cerchiamo di fare il possibile. Certo anche i comuni forse si devono un po’ attivare. Il sistema informativo aiuterà, perché già in automatico rileverà alcuni errori. Magari poi ci sentiremo telefonicamente per i chiarimenti.
  Per esempio, capita ancora che alcuni comuni ci chiedano l'accoglienza per il minore rumeno, che, in quanto minore comunitario, non ha diritto a questo tipo di accoglienza a carico del Fondo, oppure che vengano indicate le giornate di accoglienza, ma che nel periodo il minore abbia raggiunto la maggiore età. Con riferimento a queste piccole cose, il sistema escluderà già questo tipo di errori e, quindi, questo semplificherà molto.
  Diversamente, noi individuiamo questi errori – chiamiamoli così – scriviamo alla prefettura e la prefettura li riversa al comune. L'interlocuzione è più lunga. Invece, se riusciamo a varare questo sistema informativo, che è solo per i pagamenti, non è assolutamente una banca dati, speriamo che questo ci consenta di accelerare ancora di più. Ci rendiamo anche conto che, per fare una buona accoglienza, occorrono le risorse e soprattutto che occorre che arrivino subito a chi magari le ha anticipate, che sia il comune o la cooperativa sociale.
  Ci era stato chiesto, inoltre, se avessimo una mappa della distribuzione delle strutture SPRAR sul territorio nazionale. Non abbiamo una vera mappa, ma qualcosa siamo riusciti a ricavare. L'abbiamo tradotto i dati in un grafico – che deposito – per evidenziare la distribuzione regionale delle strutture.

  PRESIDENTE. Questo lo chiederemo noi anche al ministero, perché siamo interessati a sapere proprio, struttura per struttura, dove sono ubicate. Non lo chiederemo a voi. Non vi graveremo anche di questo.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Un'altra domanda riguardava la circostanza che minori sedici-diciassettenni diventano adulti in breve tempo durante l'accoglienza e che, quindi, c’è un'esigenza di predisporre una mirata seconda accoglienza. Sicuramente questa esigenza è vera.
  A questo punto, vorrei ricordare che il sistema SPRAR prevede anche dei posti per neomaggiorenni. Dalle linee-guida dello SPRAR, che vengono allegate a ogni bando, è previsto che il ragazzo, al compimento della maggiore età, se vuole, possa restare in accoglienza SPRAR ancora per sei mesi prima di transitare in uno SPRAR adulti. Questo tempo è dedicato ad aiutarlo ancor più a diventare autonomo e, prima di tutto, a decidere in autonomia se passare in uno SPRAR adulti, ossia se continuare l'accoglienza anche da adulto, o invece, ove possibile, se il ragazzo preferisca vivere in modo autonomo, uscendo dall'accoglienza. Si fa attenzione anche a questo, ossia al minore che diventa adulto in struttura.
  È stato chiesto se l'accoglienza si può migliorare. Questo sicuramente si può fare, ed è quello che stiamo facendo, per il primo livello di accoglienza, come credo di aver già detto, che deve essere contenuta nei tempi e mirata proprio a individuare il miglior modello di seconda accoglienza.
  Certo, ci sono comunque tanti problemi, tra cui proprio quello dell'attuazione della normativa, che spesso è regionale. Per esempio, c’è il problema dell'autorizzazione nella Regione Calabria, ma mi pare che sia stato risolto con una delibera regionale. Dal 2014 la Regione Calabria non ha più rilasciato né prorogato le autorizzazioni, ragion per cui tutte le comunità che erano aperte, in realtà, si Pag. 11trovavano in una sorta di limbo. Credo che ora la questione si sia risolta.
  Ci è stato detto che influiscono negativamente sull'accoglienza anche i ritardi nei pagamenti da parte delle prefetture. Questo certamente non può riguardare i minori, perché questo è il primo anno in cui il Ministero dell'interno paga per i minori. Ripeto, pur avendo avuto solo alla fine del mese di luglio la gestione del capitolo, mi sembra che siamo messi abbastanza bene, per ora, con i pagamenti. Comunque, in passato le prefetture non hanno mai pagato l'accoglienza per i minori.

  ELENA CARNEVALI. (fuori microfono) In Sicilia non è stato così.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Per quanto di competenza della Struttura, in Sicilia abbiamo avviato i pagamenti. Bisogna vedere se ce lo chiedono, peraltro, perché tanti comuni ancora non ce l'hanno chiesto. Io non posso immaginare chi abbia diritto. In primo luogo, ce lo devono chiedere e ce lo devono chiedere anche nel modo corretto.
  Per esempio, in alcuni casi, su 100 noi abbiamo pagato 70 e per l'altra parte abbiamo chiesto l'integrazione, ma nelle more abbiamo pensato che intanto fosse meglio pagare.

  ELENA CARNEVALI. (fuori microfono) Passano direttamente da lei o passano anche dalle prefetture ?

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Il comune invia le richieste alle prefetture e le prefetture a noi, perché comunque si tratta di una verifica, non di un controllo sanzionatorio. Può essere un aiuto anche nella compilazione delle schede e dei prospetti.
  Comunque, c’è per tutti un'assunzione di responsabilità. Per esempio, il sindaco, o chi per lui, che firma il prospetto che contiene la richiesta di contributi fatta struttura per struttura dichiara che le strutture sono autorizzate. Si impegna a questo. Ognuno si deve prendere le sue responsabilità.
  Ripeto, questo piccolo sistema informativo che stiamo approntando l'abbiamo fatto prima di tutto per i comuni, per rendere più agevole e più rapido il sistema, anche perché ci rendiamo conto che le risorse, almeno finché ci sono, non devono restare nel capitolo, ma devono affluire a chi l'accoglienza la fa, o meglio a chi l'ha già fatta, perché noi eroghiamo un contributo per servizi già erogati. Per esempio, il comune di Roma ha già pagato tutti i comuni della provincia – i contributi stanno arrivando alle strutture – per l'accoglienza che è già stata erogata e poi, ovviamente, ha chiesto al Fondo il contributo.
  Quali sono le competenze della struttura di missione credo di averlo detto, più o meno. Le competenze sono: realizzare il sistema e, quindi, creare questi centri (almeno la seconda parte, perché qualcosa abbiamo già fatto): favorire la costituzione dei centri governativi, secondo le indicazioni dell'intesa in Conferenza e del decreto legislativo n. 142; potenziare la seconda accoglienza, ossia lo SPRAR (e anche questo lo stiamo facendo). È al lavoro la Commissione di valutazione per le domande di contributo presentate appunto per le strutture SPRAR. Speriamo anche qui che si riesca presto e bene e che ci sia anche una buona diffusione sul territorio di queste strutture SPRAR, ma dobbiamo tenere sempre presente che l'adesione al sistema SPRAR da parte dei comuni è volontaria.
  Ci era stato poi chiesto del contributo a valere sul Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Il contributo di 45 euro che il Fondo eroga è la misura massima, comprensiva di IVA. Faccio un esempio. Secondo la mia piccola esperienza, io vedo che gli affidi familiari costano meno. Tra il minore che è in Pag. 12accoglienza in comunità e quello che è in affido, per quello in affido in genere – ripeto, è un'esperienza ancora piccola – vediamo che il contributo viene chiesto in 36-37 euro al giorno a fronte degli altri, che sono nella misura massima di 45 euro, IVA inclusa.
  Per le strutture FAMI, il grant agreement firmato con la Commissione europea, non si paga a minore per giornata di accoglienza, ma c’è un conto complessivo. Poi c’è una rendicontazione: è stato deciso dalla Commissione di erogare questa cifra complessiva, che poi andrà rendicontata. Volendo fare un conto, a giornata di accoglienza, il contributo è un po’ superiore a 45 euro, anche perché in queste strutture FAMI ci sono delle spese molto grosse, che sono, per esempio, quelle dei trasferimenti.
  Proprio per agevolare i comuni, noi abbiamo fatto in modo che le spese per il trasferimento fossero a carico della struttura di accoglienza. È la struttura di accoglienza che va a prendere i minori e li porta nel centro. Anche nel momento del traghettamento alla seconda accoglienza è sempre la struttura di prima che li porta nel centro SPRAR. Pertanto, la spesa dei trasferimenti è enorme, anche perché, trattandosi di minori, non solo devono essere accompagnati, ma c’è un pullmino con un autista e almeno un operatore, se non, a volte, due della struttura. Sono ragazzi. Noi cerchiamo di farli viaggiare di giorno e non di notte. Cerchiamo di usare delle accortezze, nei limiti del possibile.

  PAOLO BENI. (fuori microfono) Quindi, voi rendicontate alla Commissione.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Certo, ogni struttura fa la sua rendicontazione.

  PAOLO BENI. Invece, il contributo ai comuni va a valere sullo stesso Fondo.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. No, è un altro. Per questo Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati c’è un capitolo di bilancio. Sono risorse nazionali. L'altro, invece, consta di risorse comunitarie.

  PAOLO BENI. Ora ho capito. L'aveva detto l'altra volta, ma non avevo capito. I 32 milioni di legge di stabilità sono il Fondo e sono quelli usati per i comuni.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Noi eroghiamo il contributo all'assistenza.
  Ci è stato chiesto poi se in alcuni casi nelle strutture di accoglienza si verifichi promiscuità tra adulti e minori. Questo è successo, per esempio, nel caso del centro di Giarre, purtroppo, anche se lì il minore che è stato trovato nel centro, in realtà, non era accolto nel centro. Il minore era in un'altra struttura, denominata «Acacia», con sede in Mascalucia. Di giorno il minore veniva accompagnato dagli operatori della struttura presso il centro di Giarre, dove voleva condividere la giornata con i suoi connazionali.
  La storia di quel minore, che noi abbiamo ricostruito, è una storia abbastanza dolorosa. Si vede che questo ragazzo ha un vissuto, come spesso accade, di sofferenza alle spalle. Forse ha avuto anche difficoltà qui ad ambientarsi, ma comunque è stato seguito, questo bisogna dirlo, anche se forse non in modo ottimale. Forse è mancata l'efficacia dell'azione, ma abbiamo visto che è stato seguito, anche dai servizi sociali del comune di Mascali. È stato seguito molto dal tribunale dei minori. Ha avuto subito la nomina del tutore. Sono state esplorate varie possibilità.
  Già nel mese di agosto avevano provato a trasferirlo, ma poi lui è scappato da quel Pag. 13centro ed è tornato in questo centro «Acacia». Ora il centro «Acacia» è stato chiuso, e come struttura abbiamo sensibilizzato il servizio SPRAR per trovargli una buona accoglienza. È stato portato nel centro SPRAR a Salemi, in provincia di Trapani. Insieme a lui abbiamo trasferito, anche come da sua richiesta, un altro ragazzo egiziano, suo amico, che era con lui nel centro «Acacia». Cerchiamo di venire incontro, per quello che si può, alle loro esigenze.
  Per questo minore comunque, mi pare sempre nel mese di agosto, i servizi sociali del comune di Mascali avevano anche prospettato al tribunale dei minori un rimpatrio volontario assistito. Ci sono varie possibilità, varie ipotesi. Anche se è stato inquietante trovarlo a Giarre in un centro per adulti che poi è stato chiuso, non mi sento di dire che non sia stato proprio seguito. Ripeto, magari a volte non si riesce a essere efficaci nella nostra azione.
  Era stato chiesto poi di un episodio, quello di Giugliano in Campania, di una ragazza eritrea che era rimasta vittima di un incidente, travolta da un SUV. Purtroppo, è così. La ragazza, di nazionalità eritrea, maggiorenne, era appena arrivata dalla Sicilia. Era arrivata nelle quote che vengono assegnate settimanalmente a ciascuna Regione ed era stata assegnata a una comunità di Giugliano in Campania. Aveva pranzato, si era un po’ riposata e poi con ragazze eritree era uscita, ma non era intenzionata a restare nel centro. Hanno percorso alcuni chilometri e poi io presumo che ci sia stata una fatalità. È stata investita da un SUV. Anche qui c’è della documentazione che vi posso lasciare, che ci ha fornito la prefettura di Napoli.

  PRESIDENTE. Se ci sono altre domande, facciamole, anche perché non abbiamo molto tempo. C'era l'onorevole Palazzotto, che non aveva fatto domande.

  ERASMO PALAZZOTTO. Molto rapidamente, pongo solo due domande. Una è rispetto ai numeri. Nello specifico, quanti sono, allo stato attuale, i posti che noi abbiamo nella prima accoglienza e nell'accoglienza di secondo livello ? Siamo in grado di ricostruire questo, in relazione anche agli sbarchi di minori avvenuti quest'anno ? È importante capire se il nostro sistema d'accoglienza sia in grado, intanto con i posti attualmente esistenti, di far fronte all'afflusso di minori che abbiamo.
  Passo alla seconda domanda. Per quanto riguarda i minori non accompagnati non richiedenti asilo, essi non rientrano sicuramente dentro il sistema SPRAR. Vanno nelle strutture ordinarie.
  La seconda parte della domanda è la seguente: ovviamente, quando arrivano minori che sono tra i sedici e i diciott'anni, al compimento del diciottesimo anno non è prevista una possibilità di rimanere per questi minori. Dovrebbero essere trasferiti dalla comunità, su cui si fa un investimento anche di integrazione, in un CIE, in linea teorica, dal punto di vista normativo.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. L'Intesa in Conferenza – questa è la grossa novità – ripeto, poi ripresa e rafforzata, perché è diventata norma primaria, ha eliminato la distinzione, ai soli fini dell'accoglienza, tra minori richiedenti asilo e non. Tutti i minori, indipendentemente dall'intendimento di presentare domanda d'asilo, possono avere accoglienza nello SPRAR. Questa è la prima differenza.
  Questo significa che il minore è accolto nello SPRAR. Quando arriva al compimento del diciottesimo anno di età, premesso che può ancora restare per sei mesi, come dicevamo prima, nello SPRAR neomaggiorenni, ove ci siano posti...

  ELENA CARNEVALI(fuori microfono). Per quanto ?

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita Pag. 14presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Ancora per sei mesi. Poi può fare la sua scelta. Certamente il minore viene aiutato. Quando si avvicina al compimento della maggiore età, se non è richiedente asilo – se è richiedente, può transitare in uno SPRAR neomaggiorenni e poi in uno per adulti – si cerca di aiutarlo. Ci sono istituti già collaudati, c’è la conversione del permesso di soggiorno per motivi di studio, per esempio, perché deve completare un ciclo di studio o di formazione lavoro. Questa è una competenza della Direzione generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Era una vecchia competenza del Comitato per i minori stranieri non accompagnati, ma poi queste competenze sono state attribuite alla Direzione generale. In questo modo si cerca di fare restare il minore sul territorio.
  Quanto ai dati, il dato dell'accoglienza, ripeto, non è facile da fornire. Noi, come struttura di missione, abbiamo attivato con le risorse europee 737 posti. Poi c’è il dato dell'accoglienza del Ministero del lavoro, che è sostanzialmente il dato dell'accoglienza dei comuni. Nel periodo 1o gennaio-31 agosto 2015 sono quasi 9.000 i minori presenti in accoglienza, ma, ripeto, non tutti arrivati dal 1o gennaio 2015. C’è il cosiddetto «effetto trascinamento» delle accoglienze che vanno avanti da tempo.
  Nello SPRAR, sempre al 31 agosto, in seconda accoglienza, ci sono 1.318 minori. Non mi sento di fare una somma, perché sono dati, secondo me, difficilmente comparabili. La prima accoglienza è quella che viene svolta dai comuni, perché lo prevedono il Codice civile, la legge n. 328 e tutta la legislazione. Noi abbiamo cercato di attivare alcuni posti in più, questi 737, proprio per poter aiutare i comuni, per sollevarli non solo col Fondo, dagli oneri economici, ma anche fornendo una disponibilità in più. Certamente i posti non bastano, né in prima, né in seconda accoglienza. Sono insufficienti. Per questo abbiamo fatto il bando SPRAR per almeno mille posti.

  ELENA CARNEVALI. Ho solo bisogno di alcune delucidazioni. La prima è rispetto ai dati che lei ci ha fornito. Sono 2.333 nell'anno 2015 i minori non accompagnati che hanno fatto richiesta di asilo. Così è scritto. Nell'81 per cento dei casi ottengono la protezione umanitaria. Di fatto, a parte gli irreperibili, quelli con lo status di rifugiato sembrerebbe che siano veramente molto pochi. La protezione umanitaria, a questo punto, per quanto tempo può essere concessa ? Di norma viene concessa ?
  In secondo luogo, lei ha già risposto che questi minori possono andare nello SPRAR indipendentemente dal fatto che abbiano fatto richiesta di asilo e che ci possono stare per altri sei mesi. Vorrei sapere se voi verificate che non c’è congruenza tra la disponibilità dell'accoglienza e il periodo di protezione umanitaria che viene rilasciato, ossia se, a un certo punto, la protezione umanitaria scada prima del periodo di accoglienza. Vorrei sapere se c’è questo problema.
  Le faccio tutte le domande insieme, così magari l'aiuto. La seconda questione riguarda soprattutto l'audizione che abbiamo fatto ieri con il delegato dell'UNHCR. Lui ha detto due cose molto importanti, a mio giudizio. Innanzitutto serve il tavolo nazionale per i minori. C’è un tavolo di coordinamento che viene fatto a livello del Dipartimento per il sistema della governance che riguarda la questione degli adulti. A loro giudizio, invece, servirebbe un tavolo per i minori, e io penso che sia una cosa positiva.
  L'ultima domanda riguarda la questione della protezione delle condizioni sanitarie. La domanda è che cosa noi siamo in grado di garantire a questi minori in termini di protezione, al di là dell'emergenza-urgenza, che viene garantita a tutti. Questo dipende dalle fasce di età di cui stiamo parlando, ma le faccio un esempio. Penso alle spese odontoiatriche, anche solo semplicemente alla cura di un mal di denti – questi sono problemi reali – o ad altri problemi di natura sanitaria. Che tipo di protezione abbiamo ?Pag. 15
  L'ultimissima domanda è se a lei risulta che possano esserci dei minori non accompagnati negli hub. Le faccio per tutti l'esempio di quello di Bresso, in Lombardia, e le chiedo se è possibile che ci siano dei minori non accompagnati.

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. In quello per adulti, dice lei ? Purtroppo, capita, perché con il sistema delle quote che vengono avviate dalla Sicilia, dalla Calabria e, in genere, dai luoghi di sbarco, i colleghi della Direzione centrale dei servizi civili del Dipartimento stabiliscono le quote e poi le assegnano per Regioni. Ci sono dei criteri stabiliti in seno al Tavolo di coordinamento nazionale.
  Cosa succede ? Nel momento in cui i migranti arrivano a destinazione, ce ne sono alcuni che, per esempio, si erano dichiarati adulti. Poi, per motivi vari, capiscono che conviene dichiararsi minori e dicono di essere minori. Magari viene accertata veramente una minore età. Quindi, può capitare che temporaneamente, per poche ore o pochi giorni, ci sia un minore nell’hub adulti, o un minore che viene ancora considerato adulto, o un minore che si sa già essere minore, ma che non si sa dove collocare.
  Per esempio, questa situazione è capitata diverse volte a Bologna, dove c’è l’hub regionale. Allora ci chiamano dalla prefettura per segnalare che ci sono minori, chiedendo se c’è posto nella struttura FAMI. Lì è comodo perché c’è proprio su Bologna la struttura FAMI. Se il posto c’è, in due ore si effettua il trasferimento, ma non sempre la situazione è così agevole. Bisogna essere un po’ realisti, in questo momento. È inutile dire che va tutto bene. No, ci possono essere dei minori anche nell’hub adulti, come no ? Purtroppo, capita.
  Certamente si può istituire un tavolo nazionale. Non spetta a me decidere questo. La questione dei minori è stata affrontata a volte nel tavolo nazionale di coordinamento. Come viene affrontata, almeno nelle Regioni in cui il problema è più urgente ? Nei tavoli regionali, in quelli che sono presieduti dal prefetto del capoluogo di Regione. Va bene. Se si ritiene utile, sicuramente si può aprire un tavolo nazionale anche per i minori.

  PRESIDENTE. E per l'assistenza sanitaria ?

  MARIA CAPRARA, responsabile della Struttura di missione per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, istituita presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Per l'assistenza sanitaria, sinceramente, io credo che non ci dovrebbero, almeno teoricamente, essere problemi, perché il minore è accolto e, quindi, ormai è a carico del Servizio sanitario nazionale e della sanità regionale. Non ci dovrebbero essere problemi.
  A noi, per esempio, sono stati segnalati casi di patologie gravi. Veniva chiesto a noi dalla struttura XY FAMI dove lo potessero portare. C'era un ragazzo con l'anemia falciforme, in una brutta forma. Noi ci siamo appoggiati alla Croce Rossa, che è il nostro partner di progetto, che ci ha aiutato a individuare sul territorio nazionale l'ospedale in cui forse poteva essere meglio curato. Credo che non ci dovrebbero essere problemi. Poi, per carità...

  PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa Caprara e la dottoressa Ulivi per questa disponibilità – doppia, direi – e per l'esauriente esposizione delle questioni che sono state sollevate anche dai commissari e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.15.