Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti stenografici delle audizioni

Vai all'elenco delle sedute >>

XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 67 di Martedì 3 novembre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione di Antonello Ardituro, nella qualità di ex sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Ardituro Antonello , Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli ... 3 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Ardituro Antonello , Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli ... 5 
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 
Ardituro Antonello , Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli ... 7 
Taglialatela Marcello (FdI-AN)  ... 8 
Ardituro Antonello , Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli ... 8 
Taglialatela Marcello (FdI-AN)  ... 9 
Ardituro Antonello , Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli ... 9 
Taglialatela Marcello (FdI-AN)  ... 9 
Ardituro Antonello , Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli ... 9 
Taglialatela Marcello (FdI-AN)  ... 9 
Ardituro Antonello , Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli ... 9 
Nugnes Paola  ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Ardituro Antonello , Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli ... 10 
Nugnes Paola  ... 11 
Ardituro Antonello , Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli ... 11 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 12 
Ardituro Antonello , Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli ... 12 
Bratti Alessandro , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 13.50.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Seguito dell'audizione di Antonello Ardituro, nella qualità di ex sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione di Antonello Ardituro, nella qualità di ex sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli, che ringrazio per la presenza. L'audizione del dottor Ardituro ha avuto inizio nella seduta del 9 giugno scorso.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, e che l'audizione odierna rientra nell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla regione Campania.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  La scorsa volta il dottor Ardituro ci ha fatto un quadro abbastanza preciso di tutta una serie di situazioni presenti in uno dei periodi oggetto del lavoro della nostra Commissione, spiegandoci alcuni meccanismi del traffico illecito e di quello apparentemente «lecito», anche sottolineando le diverse figure e i rapporti con i clan camorristici.
  Chiedo quindi al dottor Ardituro se intenda integrare l'intervento svolto nella seduta del 9 giugno, perché avevamo dovuto concludere per ragioni di tempo; poi ci sarà una serie di domande che potranno scaturire sia dall'approfondimento che i commissari hanno fatto, sia da ciò che dirà oggi.
  Cedo quindi la parola ad Antonello Ardituro, ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli.

  ANTONELLO ARDITURO, Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli. Grazie, presidente, innanzitutto mi scuso con la Commissione per il ritardo dovuto ad impegni presso il Consiglio superiore della magistratura, ai quali non ho potuto sottrarmi prima delle 13.30.
  L'altra volta mi fu chiesto di svolgere un quadro di carattere generale, che credo di aver esaurito, quindi forse sarebbe meglio verificare se vi siano temi che la Commissione ritiene di approfondire.
  Come accennai, lascerò comunque alla Commissione del materiale che a mio giudizio può essere utile. Si tratta di alcuni Pag. 4miei scritti, che ripercorrono alcune delle cose che ho riferito, in particolare un mio articolo pubblicato da Giappichelli, intitolato Le infiltrazioni dei sodalizi mafiosi nell'acquisizione e nella gestione degli appalti pubblici, di cui può essere utile e interessante la ricostruzione storica di tutte le forme con cui le associazioni mafiose hanno infiltrato il settore degli appalti, in cui la materia dei rifiuti è evidentemente una materia privilegiata, perché quando parliamo di appalti ci riferiamo più in generale alle commesse pubbliche, agli affidamenti.
  Questo con riferimento sia alla creazione delle società miste (nella scorsa audizione ho citato il notissimo caso della Eco 4), sia all'utilizzazione dei consorzi o delle associazioni temporanee di impresa come luoghi privilegiati per la confluenza di interessi di più varia natura, politico-imprenditoriali e criminali, secondo le diverse modulazioni.
  Si evidenzia come purtroppo non esista la legge che salva da questi fenomeni, perché la storia ci ha insegnato che prima la normativa sugli appalti al massimo ribasso ha manifestato le sue pecche, e poi la normativa sull'offerta economicamente più vantaggiosa ne ha manifestate altre, nel senso che le organizzazioni criminali hanno saputo strumentalizzare qualsiasi forma di previsione normativa a loro vantaggio.
  Tra l'altro appare un tema di attualità, nella misura in cui sembra di capire che c’è un orientamento istituzionale, politico, legislativo che tende ad andare verso l'ampliamento delle forme di conferimento con l'offerta economicamente più vantaggiosa e a spiazzare quella delle offerte al massimo ribasso per tutta una serie di ragioni, perché le offerte al massimo ribasso sono caratterizzate da problemi tendenzialmente sulla qualità delle prestazioni, perché si tende ad abbassare di molto l'offerta economica e quindi poi a risparmiare sulla qualità della prestazione.
  Mi permetto di dire che in un momento storico in cui si afferma il tema della lotta alla corruzione è chiaro che, come già accennai la volta scorsa, il sistema dell'offerta economicamente più vantaggiosa richiede necessariamente, per potere essere gestito dalle organizzazioni criminali, una presenza produttiva del funzionario pubblico, mentre l'altro sistema ne prescinde. Si tratta comunque di un tema che si può approfondire.
  In questo articolo affronto un altro tema significativo e importante, che ha avuto a che fare anche con la vicenda rifiuti, che è l'utilizzazione del sistema delle somme urgenze o comunque dell'urgenza e dell'emergenza per affrontare alcuni problemi, sistema del quale le organizzazioni criminali si sono ampiamente avvantaggiate.
  Gli stessi temi sotto altra prospettiva sono trattati in una relazione che ho svolto presso il Consiglio superiore della magistratura dal punto di vista della formazione dei magistrati. Può essere utile anche avere una traccia di quanto ho scritto in questo libro recente, Lo Stato non ha vinto, edito da Laterza, in cui il capitolo quinto, La terra dei rifiuti, può essere utile alla Commissione perché si tratta di un testo non romanzato che fa riferimento a documenti giudiziari e affronta il tema della Eco 4 e del rapporto tra i fratelli Orsi e Nicola Ferraro, con le implicazioni politiche a cui ho fatto già riferimento la volta scorsa.
  Questo potrà semplificare il lavoro nel momento della stesura della relazione conclusiva della Commissione. Per il resto attenderei qualche domanda di approfondimento.

  PRESIDENTE. Vorrei sapere se durante tutta l'attività da lei svolta abbia incrociato anche il tema del business del percolato, che da quanto abbiamo verificato non solo in Campania è molto legato a tutto il tema delle ecoballe, che non è ancora risolto e costa una follia.
  Le chiederei anche della questione dei trasporti, altro tema che a mio parere non è stato sufficientemente approfondito, ossia il tema del trasporto dei rifiuti, del percolato, di chi vince le gare o chi aveva direttamente l'incarico in situazioni emergenziali Pag. 5senza gara, come è successo per un lungo periodo.
  Rispetto al tema ex Resit e all'avvocato Cipriano Chianese, questa figura aveva a che fare o ci sono delle indagini che dicono che potrebbe avere a che fare anche con sodalizi criminogeni importanti a livello camorristico ?
  È stato verificato che in diverse parti del territorio italiano, che sia tassa o sia tariffa, la riscossione è in percentuale bassissima rispetto al reale costo del servizio: quindi il servizio costa 100, ma viene introitato 20. Poi si fa una gara – a proposito del massimo ribasso chiunque cerca di vincerla perché ha bisogno di lavorare – e dopo un minuto iniziano i problemi perché, non avendo i soldi per pagare il servizio, il comune, che è stazione appaltante, va subito in contenzioso con l'impresa. Si tratta di una situazione molto diffusa in Campania, ma non solo.
  Ultima domanda sempre legata alla questione della raccolta rispetto all'attuale utilizzo del personale dei consorzi pubblici giacché i comuni, che sono consorziati e che quindi dovrebbero utilizzare personale con determinate caratteristiche, alla fine attraverso procedure d'urgenza utilizzano imprese private per la raccolta e lo spazzamento. Dietro questo fenomeno non si nasconde in qualche caso o in molti casi una presenza dell'attività della malavita organizzata ?

  ANTONELLO ARDITURO, Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli. Il tema del percolato e dei trasporti è una parte significativa del problema e di quello che è accaduto, nel senso che è stato affrontato in Campania nel periodo pressoché ventennale della cosiddetta «emergenza rifiuti» attraverso quei sistemi di emergenzialità.
  La volta scorsa ho già accennato a questa situazione forse in maniera riassuntiva, ma vi invito ad acquisire una sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che possiamo indicare come sentenza Fabozzi e che non è ancora stata depositata (ho fatto una verifica questa mattina, ma credo che sarà depositata nelle prossime settimane), perché dagli atti giudiziari, in quel complesso groviglio di rapporti politici e imprenditoriali e anche con la criminalità organizzata, emerge come il sindaco di Villa Literno si sia occupato per interposta persona, attraverso la sua influenza politica, del fatto che alcuni servizi collegati alla gestione delle piazzole delle ecoballe fossero assegnati a persone a lui vicine.
  Erano servizi assegnati da altri, perché il commissariato e la regione dovevano svolgere questa attività, però vi ho citato il caso dell'appalto per la raccolta e lo smistamento del percolato per il sito di ecoballe presente in Villa Literno, affidato alla famiglia Di Fraia, di cui – guarda caso – uno degli esponenti apparteneva all'amministrazione comunale che sosteneva il sindaco Fabozzi.
  Vi ho anche segnalato come – guarda caso – la piazzola per le ecoballe fosse stata costruita dalla famiglia imprenditoriale dei Tamburrino, di cui faceva parte un soggetto che era stato il vice sindaco del sindaco Fabozzi. Questo per dire che intorno alla vicenda dei rifiuti, ma soprattutto – scarsamente investigato – intorno alla vicenda delle ecoballe si sono mossi numerosi interessi.
  Questo è stato soprattutto collegato al tema dei trasporti dei rifiuti, perché prima le ecoballe devono essere preparate, sistemate e poi gestite, e l'attività di trasporto, che è stata gestita per lunghissimo tempo da Fibe-Fisia con il commissariato, ha visto come protagonisti (vi ho fatto l'esempio più eclatante di Giuseppe Carandente Tartaglia e della ditta Edil Car) soggetti aventi rapporti con la criminalità organizzata.
  Il caso di Carandente Tartaglia è un caso eclatante per come è stato ricostruito nel processo, perché si tratta di un soggetto che ha avuto decine e decine di commesse affidate da Fibe-Fisia alle sue ditte, in particolare la Edil Car, per svolgere questa attività di trasporto, di predisposizione di piazzole, di realizzazione di attività connesse alla gestione dei rifiuti.Pag. 6
  Il signor Carandente Tartaglia Giuseppe è imputato in un processo di cui si sta svolgendo il dibattimento, ma è stato arrestato con una misura cautelare confermata, per una partecipazione concorsuale all'associazione camorristica gestita da Michele Zagaria.
  Non è una ricostruzione indiziaria; è una ricostruzione che si fonda sulle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, oltre che di alcuni riscontri importanti, sul fatto che aveva una sorta di società di fatto con Pasquale Zagaria, fratello di Michele. Queste non erano quindi attività sulle quali la camorra speculava dall'esterno, chiedendo il pizzo o una percentuale, ma erano proprie, ne gestiva direttamente le attività e i proventi.
  Credo che il fatto che le istituzioni, attraverso l'appalto con Fibe-Fisia, si siano servite di imprese direttamente facenti capo alla camorra come in questo caso sia inquietante, per la semplice circostanza che questi contratti avevano costi enormi che ricadevano sulla collettività, costi che sono andati a finire nelle casse della camorra.
  Il signor Carandente Tartaglia ha poi un'altra caratteristica importante: per un certo periodo è stato addirittura l'amministratore di un consorzio di imprese che si occupavano di trasporti, che comprendeva più di venti imprese aventi la più varia provenienza territoriale nella regione Campania (c'erano imprese del napoletano, del casertano, dell'avellinese, del beneventano, anche di territori più ai margini degli interessi criminali), consorzio che si occupava in maniera stabile del trasporto nell'edilizia e del trasporto finalizzato ai trasporti di rifiuti.
  Tutta questa storia aveva ragione di essere e si poteva realizzare in quanto esisteva la fantomatica emergenza, perché è di tutta evidenza che in mancanza dell'emergenza avremmo avuto la possibilità di rapporti più fisiologici anche con i soggetti imprenditoriali.
  Percolato e trasporti ma soprattutto ecoballe sono una questione che è stata sempre investigata dal punto di vista dell'impatto ambientale, cioè del fatto che si tratta di bombe ecologiche che dovrebbero essere smaltite e allontanate dal territorio con il successivo problema delle bonifiche, ma è stata scarsamente investigata dal punto di vista degli interessi economici consequenziali.
  La volta scorsa ho anche fatto riferimento a come sulla vicenda delle ecoballe ci sia stato addirittura un asprissimo confronto tra la famiglia Zagaria e la famiglia Schiavone, mediato da Antonio Iovine. Questo dimostra che gli interessi economici e anche simbolici della criminalità su quel territorio per la vicenda delle ecoballe erano notevolissimi, perché per la costruzione di quella piazzola Zagaria e Schiavone «fanno a botte», perché l'ingegnere del commissariato (così viene identificato) dà spazio agli uni piuttosto che agli altri, quindi gli interessi sono enormi.
  Mi è stato chiesto di Cipriano Chianese, che ormai dal punto di vista giudiziario è un soggetto ultra noto in quanto destinatario di accuse e anche di alcune sentenze che ne delineano il tratto camorristico. È stato più volte arrestato e più volte condannato; devo verificare e poi trasmetterò alla Commissione se la sua imputazione associativa sia stata già definitiva.
  Il caso Resit è stato già oggetto di una sentenza in giudizio abbreviato che ha condannato Bidognetti Francesco per disastro ambientale; quindi abbiamo una sentenza che stabilisce che in quella discarica è stato buttato di tutto e di più, senza alcuna regola.
  Cipriano Chianese sta svolgendo invece il processo in Corte d'assise, che si fonda su quella nota perizia che ha effettuato una serie di accertamenti anche sui terreni circostanti. Naturalmente il caso della Resit...

  PRESIDENTE. Scusi se interrompo, noi abbiamo ascoltato anche il pubblico ministero che sta affrontando questo complesso processo, il dottor Alessandro Milita, però ci servirebbe capire la figura di Pag. 7questo individuo, perché sopra di lui pare non ci sia nessuno, che non sia un player, ma proprio il...

  ANTONELLO ARDITURO, Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli. Se questa definizione vi viene dal dottor Milita, con il quale ho lavorato per tanto tempo e quindi riesco a decodificare anche il senso di questa espressione che io condivido, credo che il dottor Milita intendesse sottolineare la estrema sofisticatezza del personaggio.
  Mi spiego: non si tratta di un boss di stampo ortodosso, ma non si tratta nemmeno di un colletto bianco di stampo ortodosso, ma di qualcosa che tiene insieme questi pezzi nella misura in cui riesce ad essere una mente strategica dell'affare dei rifiuti a un livello talmente alto da poter strumentalizzare le risorse camorristiche più militari e le risorse imprenditoriali o politiche, che servono per portare avanti un certo disegno.
  Si tratta quindi di qualcuno che non ha nessuno al di sopra di sé nella misura in cui è lui che ha ideato il progetto, che ha ideato il piano e ne è esecutore strumentalizzando le forze criminali e di altra natura che servono a realizzarlo. Questo dà il senso di un soggetto sofisticato, di cui risultano rapporti massonici, rapporti di antica traccia con Licio Gelli, con la massoneria di tantissimi anni fa, quando inizia il grande traffico di rifiuti dal nord verso Caserta e verso la Resit.
  Questo è il senso della figura di Cipriano Chianese che noi abbiamo ricostruito, intesa come figura di altissima sofisticazione dal punto di vista strategico nell'ideazione del piano criminale rifiuti, se lo vogliamo individuare così.
  Naturalmente dovete considerare esemplare la vicenda della Resit perché qui parliamo del tema del disastro ambientale, del tema dello smaltimento di rifiuti pericolosi o tossici non in discariche illegali o abusive, ma in una discarica legale, quindi è un tema che mette insieme quei due ambiti a cui ho fatto riferimento all'inizio della mia scorsa audizione, il ciclo legale e il ciclo illegale.
  Questi trovano un punto di convergenza nella misura in cui si è in grado di utilizzare una discarica legale, la Resit, costruita e sovvenzionata con appalti, che però la camorra utilizza per buttarci dentro di tutto e di più. In questo modo il ciclo legale e il ciclo illegale si intrecciano ancora una volta dove la camorra fa da collante di entrambi i riferimenti.
  Per quanto riguarda invece i rifiuti e lo smaltimento, non sono un esperto per quanto riguarda l'ultima domanda che lei mi ha posto, però posso dire che noi abbiamo tracce di questo tipo di situazioni, quindi anche di difficoltà economiche dei comuni rispetto alle imprese, sicuramente mi consta per la città di Napoli intesa come comune di Napoli e di tutta la vicenda che nel tempo ha coinvolto anche la società Asia.
  Del resto anche Napoli come città e quindi come comune in un contesto ambientale molto lontano dal contesto casertano o della provincia come Giugliano, Parete, Villa Literno, ha avuto delle conseguenze che ci portano purtroppo sempre nell'ottica della criminalità per effetto della gestione del tutto emergenziale della vicenda rifiuti.
  Una prima conseguenza di criminalità comune o addirittura politica è la questione enorme che si verifica a Pianura nel 2008, in seguito a un'enorme emergenza senza precedenti, perché ricordo che alla fine del 2007 in procura, ufficio nel quale svolgevamo indagini anche per reati di pubblica amministrazione, ci confrontavamo con l'esistenza di muri di rifiuti alti 2, 3 o 4 metri.
  Questa situazione assurda fu portata alle cronache quando si decise di riaprire Pianura e ci fu quella rivolta clamorosa. Difficilmente ho visto per tanti giorni aprirsi i telegiornali italiani e stranieri con un solo servizio, quello su Pianura, e io conosco a memoria quei servizi perché li ho utilizzati nel processo.
  Questa vicenda ancora una volta fa comprendere come ci sia stata la strumentalizzazione di fatti gravi e di fatti attinenti a questioni amministrative per finalità di consenso politico anche di Pag. 8bassissimo livello, con una situazione che non si è caratterizzata per la presenza di gravissimi danni alle persone, ma per caso.
  Abbiamo avuto enormi sassaiole contro le forze dell'ordine, bulloni lanciati contro poliziotti che cercavano di gestire l'ordine pubblico, autobus incendiati, questioni che voi conoscete ma che meriterebbero una riflessione, quantomeno perché sono l'antecedente storico e logico della necessità di un ulteriore intervento «emergenziale», l'intervento del Governo che con il Sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio assume la responsabilità di risolvere quella drammatica situazione.
  Il paradosso storico è che la discarica di Chiaiano, che viene identificata come la soluzione (ed effettivamente in parte lo sarà) di quella situazione, ancora una volta finisce nelle mani della camorra, perché la discarica di Chiaiano risulta essere stata costruita attraverso un subappalto sempre dal nostro Carandente Tartaglia Giuseppe, sempre dalla Edil Car, sempre quindi da chi era in rapporti di società di fatto con Michele Zagaria.
  Ho davvero difficoltà ad aggiungere altro rispetto a fatti che hanno una prorompenza ormai così forte ed evidente da non meritare ulteriori commenti.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Per quanto riguarda l'emergenza rifiuti, dalla sua ricostruzione delle vicende emergono responsabilità nella gestione degli uffici del commissariato, perché dobbiamo ricordare che, a parte la normale amministrazione che riguarda la gestione della pubblica amministrazione, si è sovrapposta per moltissimi anni anche la figura del commissario di Governo nella persona del presidente Bassolino, con una valutazione che riguarda i controlli effettuati anche in merito alla vicenda degli appalti.
  Una domanda ancora più specifica che riguarda non tanto i trasporti quanto la proprietà dei terreni: esiste un'inchiesta che ricostruisca i movimenti notarili, che riguardano l'acquisizione da parte della Fibe dei terreni ove sono realizzati i piazzali in cui porre le ecoballe, e a chi sono riconducibili le proprietà dei terreni ?

  ANTONELLO ARDITURO, Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli. Sul commissariato voi sapete che la procura di Napoli ha svolto numerose indagini, ci sono stati dei processi, le singole posizioni sono oggetto dell'esito di questi processi che la maggior parte delle volte si sono conclusi con delle assoluzioni.
  Bisogna prendere atto di questo, ma la lettura delle motivazioni dà la possibilità di comprendere perché si giunge a delle assoluzioni, che a volte possono dipendere da ragioni di fatto come la mancanza di prove, a volte sono collegate a un problema di strumenti normativi, perché ragionare su delitti come l'abuso d'ufficio è diventato veramente complicato dal punto di vista giuridico, perché la riforma ha sensibilmente ridotto lo spazio dell'investigazione penale (secondo me non a torto), però è la conseguenza di questo tipo di cose.
  Le sentenze di assoluzione vanno prese per quello che sono e rispettate anche da parte di chi ha istruito quei processi, che nel caso di specie non ero io, ma era il mio ufficio.
  Resta una valutazione da fare sul fatto centrale della vicenda del commissariato, che va investigata sul fatto che l'emergenza è durata vent'anni e quindi non era più un'emergenza. Le responsabilità vanno ricostruite dal punto di vista politico o di contesto sul fatto che noi abbiamo avuto una regione abbandonata per vent'anni a una situazione di emergenza, di non fisiologica assicurazione del ciclo completo dei rifiuti.
  Questa situazione ha oggettivamente favorito (è un dato storico ormai accertato) tutti i problemi di cui stiamo discutendo, perché dovremmo valutare perché nell'emergenza, in una situazione in cui non c'era un ordinato e completo sviluppo del ciclo dei rifiuti, non si sia stati in grado di prevenire e di portare a termine la catena CDR termovalorizzatore, raccolta differenziata.Pag. 9
  Tutto questo ha creato le condizioni perché interessi economici, criminali, politici, imprenditoriali conducessero a questo sfascio. Questo è un dato oggettivo che mi sento di evidenziare con dovizia di documenti che lo dimostrano, quindi il commissariato in tutti i suoi anni (i commissari sono stati vari) ha accompagnato una situazione a cui non ha saputo reagire, così come non ha saputo reagire alla situazione per cui non ci si può allontanare da responsabilità politiche di controllo se Fibe-Fisia si rivolge a imprese di cui sul territorio si hanno evidenti evenienze di chi sono i soggetti imprenditoriali.
  Facciamo sempre l'errore di trarre le nostre conoscenze a valle dei processi, cioè si fanno le indagini e ci si accorge che Tizio era camorrista, ma mi permetto di dire che il tema è esattamente inverso: prima si sa che uno è camorrista e poi vengono le indagini e i processi, e lo dovrebbe sapere chi in un territorio è presente, gestisce, ha una capacità di interloquire con la società e con le realtà del territorio. Noi siamo abituati ad invertire i termini della questione, ma ritengo che questa inversione sia uno dei grandi problemi che abbiamo nei rapporti tra i processi e la magistratura, la politica e le istituzioni.
  Il tema di Fibe-Fisia e del commissariato è che non ci si può accorgere di chi siano gli imprenditori che stanno svolgendo l'attività di trasporto o di costruzione di piazzole per le ecoballe solo quando arriva l'autorità giudiziaria, perché non è possibile che sia così, quindi questa è la mia risposta.
  Quella sui passaggi notarili è una bella domanda, perché è un'attività che in alcuni casi noi abbiamo provato a fare ma con enormi difficoltà, perché ci siamo imbattuti in una catena di prestanomi infinita. Ci ho provato sul territorio di Villa Literno e ci siamo imbattuti in questi «poveri» contadini che hanno messo a disposizione i terreni, sono stati contattati, hanno venduto, e chiaramente diventa complicato far risaltare la natura di intestatario fittizio, ma abbiamo dichiarazioni di collaboratori di giustizia che evidenziano come spesso questi terreni appartenessero a soggetti legati alla criminalità organizzata.
  Nel caso dei fratelli Mastrominico siamo riusciti a dimostrarlo; lo abbiamo dimostrato per effetto di un complesso processo e ne abbiamo avuto conferma dalle dichiarazioni di Antonio Iovine. Le mogli dei fratelli Mastrominico, essendo titolari dei terreni, li hanno dati in locazione per una somma considerevole per dieci anni alla Fibe-Fisia e hanno anche contribuito alla costruzione della piazzola su quel terreno con le imprese dei mariti in località Lobianco. Questo è un fatto storico accertato.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Mi scusi, avevo sollevato una questione ancora più specifica: non tanto la scelta dei luoghi, ma il fatto che i terreni prima di essere acquistati dalla Fibe stranamente abbiano avuto tre o quattro passaggi di mano, e se esista uno studio che la procura possa metterci a disposizione per capire se i soggetti...

  ANTONELLO ARDITURO, Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli. Alcune situazioni, per esempio a Chiaiano non per la vicenda della discarica del 2008, ma per una vicenda precedente di un invaso che passa di mano prima dell'acquisto, con l'intermediazione ancora una volta di Pasquale Zagaria.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Lei mi sta dicendo quindi che non c’è un'inchiesta che riguarda questo aspetto ?

  ANTONELLO ARDITURO, Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli. No, complessiva no, però alcune vicende specifiche sì.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Il motivo per il quale la procura non ha inteso fare un approfondimento... ?

  ANTONELLO ARDITURO, Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli. No, Pag. 10non è che non ha inteso: non ha potuto per le difficoltà prima citate, perché ricostruire alcuni luoghi è abbastanza semplice (per la piazzola delle ecoballe possiamo fare la verifica e per esempio Pozzo Bianco ci risulta, quella di Mastrominico a Chiaiano ci risulta, è un fatto del 1995), ma il tema dei terreni è più complesso, perché attiene a tutto quello che accade intorno, perché ci sono infrastrutture, strade che spesso vengono costruite, e questa è un'oggettiva difficoltà perché c’è un problema di prestanomi che difficilmente si riesce a ricostruire. A quanto mi risulta comunque non c’è.

  PAOLA NUGNES. È vero che il mio collega ha centrato il tema, ma terrei a tornarci perché ho trovato estremamente interessante sia nell'audizione che in alcuni suoi scritti questa sua distinzione tra traffico lecito e traffico illecito con i vari protagonisti, quindi la responsabilità che lei spesso richiama per quanto riguarda lo Stato, non per facile populismo e desiderio di indicare nella politica i responsabili, ma perché senza una politica forte non potremo mai affrontare queste cose, quindi credo che sia effettivamente il punto nodale.
  Per quanto riguarda la faccenda di Chiaiano, laddove i testimoni di giustizia hanno detto che la Fibe, tramite questi 63 contratti con i Carandente Tartaglia, ha raggiunto una cosiddetta «tranquillità territoriale», come mai, al di là delle difficoltà sugli strumenti legislativi, sul poter andare oltre lo strumento dell'abuso di Stato che è stato molto indebolito, non c’è un'indagine sulla Fibe rispetto a questa questione, che è ancora in dibattimento, visto che il rapporto sembra (anche lei lo ribadisce) così chiaro ?
  Tornando sulla responsabilità dello Stato, un'altra cosa su cui lei si sofferma spesso, perché, come ci dice anche la legge 152, in capo a tutti la responsabilità per i territori devastati è sempre dello Stato, quindi alla luce di questo, visto che le prescrizioni oramai hanno chiuso quelle che sono le responsabilità di altri, come ritiene che si possa richiamare la responsabilità massima dello Stato su questi temi ?
  Rispetto a Chiaiano, i filoni investigativi sono tre: le infiltrazioni camorristiche, le modalità di gestione che hanno anche messo in dubbio la qualità dell'opera, qualche problema dal punto di vista ambientale e di ripercussioni sanitarie, anche se l'ARPAC riporta dei dati non così problematici, quindi mi chiedevo se dalle indagini risultino danni ambientali e a che livello.

  PRESIDENTE. Aggiungiamo le domande dell'onorevole Vignaroli per farle poi rispondere a tutto.

  STEFANO VIGNAROLI. Anch'io volevo fare una domanda sulle proprietà dei terreni delle ecoballe; capisco la complessità, però sarebbe utile sapere a chi Fibe pagasse l'affitto, se ci sia una lista di cui ricostruire almeno l'ultima parte, cosa che sarebbe già un punto di partenza.
  Vorrei chiederle un approfondimento per quanto riguarda la connessione tra Lazio e Campania, perché leggo che Vassallo fa i nomi di imprenditori laziali come Nettuno, Antonio Nocera, la società Velletri Recuperi, la Ecolmaci di Cisterna di Latina, che negli anni ’90 sversavano in Campania.
  Leggo inoltre delle dichiarazioni di Schiavone, che nel 1996 afferma il contrario, ossia che in provincia di Latina venivano sversati rifiuti provenienti dalla Campania, quindi c’è uno scambio tra Lazio e Campania.
  Vorrei sapere se ci siano stati approfondimenti, se questo scambio risulti e in che modo avvenisse, quali sono gli imprenditori laziali coinvolti, come avveniva questo incontro, che geograficamente si svolgeva a Latina, tra Lazio e Campania.

  PRESIDENTE. Lascio la parola al dottor Ardituro per la replica.

  ANTONELLO ARDITURO, Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli. Sarò breve, visti i tempi stetti. È di tutta evidenza che, se il trasporto è garantito Pag. 11da soggetti con quelle connotazioni camorristiche, il territorio sta tranquillo, garantisce che tutto vada in un certo senso. Perché quindi non investigare ? Si è però investigato e voi sapete bene che rispetto a Fibe-Fisia sono stati fatti numerosi processi per responsabilità amministrative e si è discusso del rapporto con il commissariato.

  PAOLA NUGNES. Io chiedevo nello specifico su Chiaiano.

  ANTONELLO ARDITURO, Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli. Su Chiaiano abbiamo una procedura di appalto che si conclude con l'affidamento a IBI Idrobioimpianti, appalto in cui succedono delle cose strane, difficilmente attribuibili dal punto di vista giudiziario al committente, nel senso che ci sono due imprese che, classificate prima di quella vincitrice, rinunciano all'ultimo momento. Questa è un'indicazione di territorialità ambientale per cui doveva vincere IBI, che tra l'altro risulta avere accertati rapporti con Edilar.
  Sicuramente ci sono degli elementi di sospetto negli atti, c’è un'intercettazione significativa, i fratelli Carandente prima dell'appalto parlano tra di loro e si dicono di stare tranquilli perché tanto avrebbero lavorato a Chiaiano.
  Da qui alle attività giudiziarie del processo c’è uno scarto, perché innanzitutto non esiste Fibe, ma esistono le persone, c’è un appalto, c’è una Commissione, quindi non si è andati oltre perché non ci sono stati i presupposti dal punto di vista giudiziario, ma non per una ragione di altro tipo.
  Chiaiano presenta invece dei profili ambientali significativi, perché dalle indagini emerge come nel realizzare la discarica risparmino sui materiali, c’è un problema enorme di impermeabilizzazione della discarica che abbiamo accertato anche con una perizia, perché c'era un problema di utilizzazione di argille non di primo livello, ma rimiscelate con frammenti di edilizia attraverso un'attività che si svolgeva a Giugliano presso un terreno nella disponibilità della famiglia Carandente, quindi, invece di utilizzare l'argilla per l'impermeabilizzazione, utilizzavano questo materiale misto che non aveva le stesse caratteristiche.
  C'erano dei problemi di realizzazione concreta dell'impermeabilizzazione per esempio nella individuazione delle guaine, nella sovrapposizione, quindi anche problemi tecnici, e sono state individuate delle responsabilità delle commissioni di collaudo che invece accertavano la perfetta regolarità della realizzazione di questa discarica.
  Noi attraverso la perizia abbiamo fatto un carotaggio che ci ha consentito di accertare questi problemi e la perizia conclude dichiarando che non è possibile in questo momento storico dire che ci siano problemi ambientali di percolato, ma c'era un'altissima probabilità che nel tempo si potessero creare difficoltà per una questione tecnica legata anche ai gas.
  Per quanto riguarda il Lazio, sicuramente abbiamo quelle evidenze, le dichiarazioni di Vassallo e di Schiavone; non è una questione di rapporti di scambio (tu porti i tuoi rifiuti da me e io porto i miei da te) perché non sarebbe economicamente utile, ma sono diversi circuiti che si realizzano in un territorio che ha una contiguità geografica e criminale avanzata.
  La provincia di Latina e alcune parti della provincia di Frosinone dal punto di vista criminale sono o sono state in certi momenti storici provincia di Caserta, perché la presenza dei Casalesi nel basso Lazio è stata molto forte.
  Delle attività sono state svolte sia dalla procura di Frosinone che dalla procura di Latina su alcune discariche abusive dei Casalesi, segnalate da collaboratori di giustizia, mentre per gli imprenditori che hanno sversato nel territorio casertano le dichiarazioni di Vassallo si riferiscono essenzialmente alla sua discarica, quindi sono dichiarazioni di prima mano di chi aveva la gestione di una discarica che ancora una volta riusciva a collazionare Pag. 12con questo sistema che vedeva gli interessi variegati di vari soggetti imprenditoriali.

  STEFANO VIGNAROLI. Mi domandavo se ci fosse qualcosa di più approfondito...

  ANTONELLO ARDITURO, Ex sostituto procuratore della Repubblica di Napoli. Sono in corso attività di indagine delle quali però non mi occupo più, quindi preferisco non parlarne nemmeno in seduta segreta, perché non ho la disponibilità del dato non facendo più parte dell'ufficio.

  PRESIDENTE. La ringrazio e dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 14.45.