Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti stenografici delle audizioni

Vai all'elenco delle sedute >>

XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza, nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e nei centri di identificazione ed espulsione

Resoconto stenografico



Seduta n. 35 di Martedì 22 dicembre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Migliore Gennaro , Presidente ... 2 

Audizione del Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione:
Migliore Gennaro , Presidente ... 2 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 2 
Migliore Gennaro , Presidente ... 3 
Lorefice Marialucia (M5S)  ... 3 
Palazzotto Erasmo (SI-SEL)  ... 4 
Chaouki Khalid (PD)  ... 4 
Colonnese Vega (M5S)  ... 4 
Migliore Gennaro , Presidente ... 5 
Colonnese Vega (M5S)  ... 5 
Migliore Gennaro , Presidente ... 5 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 5 
Lorefice Marialucia (M5S)  ... 6 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 6 
Migliore Gennaro , Presidente ... 6 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 6 
Palazzotto Erasmo (SI-SEL)  ... 7 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 7 
Palazzotto Erasmo (SI-SEL)  ... 7 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 7 
Palazzotto Erasmo (SI-SEL)  ... 7 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 7 
Palazzotto Erasmo (SI-SEL)  ... 7 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 8 
Migliore Gennaro , Presidente ... 8 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 8 
Colonnese Vega (M5S)  ... 9 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 9 
Migliore Gennaro , Presidente ... 9 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 9 
Migliore Gennaro , Presidente ... 9 
Colonnese Vega (M5S)  ... 9 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 9 
Colonnese Vega (M5S)  ... 9 
Migliore Gennaro , Presidente ... 9 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 9 
Migliore Gennaro , Presidente ... 10 
Colonnese Vega (M5S)  ... 10 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 10 
Migliore Gennaro , Presidente ... 10 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 10 
Migliore Gennaro , Presidente ... 10 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 10 
Migliore Gennaro , Presidente ... 12 
Lorefice Marialucia (M5S)  ... 12 
Castiglione Giuseppe (AP) , Sottosegretario di Stato alle politiche agricole, alimentari e forestali ... 12 
Migliore Gennaro , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GENNARO MIGLIORE

  La seduta comincia alle 8.50.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori, se non vi sono obiezioni, sarà assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.
  Non essendovi obiezioni, ne dispongo l'attivazione.

Audizione del Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali, onorevole Giuseppe Castiglione.
  Ricordo che la Commissione ha già audito il Sottosegretario sulle procedure di gara adottate per l'affidamento dalla gestione del CARA di Mineo lo scorso 24 giugno, in un'audizione il cui resoconto stenografico è in distribuzione.
  Ringrazio, pertanto, il Sottosegretario Castiglione per aver nuovamente fornito la sua disponibilità a partecipare ai lavori della Commissione, aderendo all'invito di fornire ulteriori elementi in merito. Avendo la Commissione svolto nella scorsa seduta le audizioni del Prefetto Scotto Lavina e del Prefetto Cannizzo sulla transizione dalla gestione emergenziale alla fase ordinaria del centro di Mineo, le saremmo grati se potesse preliminarmente offrirci elementi di conoscenza su questo delicato passaggio, per la parte a lei nota.
  Faccio una domanda diretta, in modo tale che possa essere utile a comprendere la natura di questa richiesta. Noi stiamo approfondendo il passaggio che c’è stato, ossia la transizione dalla gestione emergenziale alla fase ordinaria. Da vari riscontri risulta che questo passaggio è avvenuto con una serie di atipicità, in particolare quella relativa all'affidamento ad un consorzio di comuni.
  Poiché nelle audizioni precedenti abbiamo riscontrato che non era questo l'orientamento – almeno delle persone audite – e che c’è stata, invece, un'iniziativa politica da parte del Ministero per determinare questo tipo di scelta, vorremmo sapere quali sono gli elementi a sua conoscenza in relazione a questo passaggio, quello dalla fase straordinaria, emergenziale, alla fase ordinaria.
  Poiché è in questo passaggio che si ravvisano, dal nostro punto di vista, la complessità della scelta e la volontà di procedere all'associazione di questi comuni, vorremmo sapere, essendo stato anche lei, in qualità di presidente della provincia, un soggetto fondamentale nella definizione di questo passaggio – immagino che abbia partecipato ad alcune riunioni –, che cosa ritiene di poterci comunicare preliminarmente rispetto a questo punto, in modo tale da poter valutare anche la sua opinione.
  Do la parola al Sottosegretario Castiglione.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Alla fine del Pag. 32012, almeno per quello che ricordo, era cessato lo stato di emergenza. Dal 1o gennaio 2013 la gestione passava dalla Protezione civile alla gestione ordinaria e, quindi, al Ministero dell'interno. Con le altre ordinanze venivano trasferite le competenze ai rispettivi rami dell'amministrazione. Penso a quella ambientale, che passava al Ministero dell'ambiente. Allora si portò la gestione in via ordinaria al Ministero all'interno, che si riappropriò anche delle funzioni di stazione appaltante.
  Il consorzio dei comuni era stato ritenuto un modello. Allora se ne parlò più volte, ci furono diverse riunioni in Prefettura – vi avevo fatto cenno la volta scorsa –, anche con il Prefetto Santoro. Il tema principale, anche di moltissime riunioni che si tennero in Prefettura, era quello del coinvolgimento di tutti i 15 comuni del territorio, perché questa vicenda non riguardasse solo la città di Mineo, ma tutto il territorio. L'obiettivo principale sin da subito fu, quindi, sempre quello del coinvolgimento, tant’è che con il Prefetto Santoro si fece un protocollo di intesa.
  I comuni erano il cuore dell'attività che ruotava attorno al CARA di Mineo. Si ritenne che il consorzio dei comuni fosse il modello che garantiva meglio anche l'integrazione degli immigrati sul territorio, attribuendosi anche il potere di indirizzo politico agli enti locali. L'articolo 6 dell'ordinanza di Protezione civile del Ministero n. 33 del 2012 autorizzava il Prefetto di Catania a stipulare apposita convenzione con il consorzio dei comuni del Calatino.
  In questa fase il Ministero dell'interno non ritiene di delegare al consorzio le funzioni di stazione appaltante, che restano di competenza della Prefettura di Catania. Di conseguenza, la Prefettura, tra dicembre e gennaio, quando si fece il passaggio dal Dipartimento della protezione civile al Ministero dell'interno, richiamando proprio l'articolo 2 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza allo scopo di evitare negative ripercussioni – viene fatto questo passaggio sulla situazione di sicurezza –, dispone la continuazione dei servizi nei confronti degli immigrati ospiti con lo stesso gestore, secondo quanto previsto dall'ordinanza di Protezione civile n. 33 del 2012.
  Il giorno 8 marzo 2013, la Prefettura di Catania e il consorzio del Calatino stipulavano una convenzione per disciplinare i loro rapporti. Il 25 marzo 2013 si riuniva il Consiglio d'amministrazione del consorzio Calatino «Terra di accoglienza» per l'approvazione dello schema di contratto da sottoscrivere poi con l'ente gestore.
  Il termine di durata del contratto è fissato in sei mesi, a partire dal 1o gennaio 2013 sino al giugno del 2013, tenuto conto che in quella fase il Ministero aveva finanziato solamente i primi sei mesi di attività. Il contratto veniva approvato definitivamente dal CdA del consorzio Calatino «Terra di accoglienza» nella seduta del 15 aprile e sottoscritto con la ditta di gestione il 22 maggio del 2013.
  Il 28 giugno del 2013 io lasciai la presidenza del consorzio dei comuni Calatino «Terra di accoglienza». Il 22 maggio 2013 fu sottoscritto il contratto e il 28 giugno io lasciai il consorzio.
  Questi sono, nel mio ricordo, i passaggi salienti rispetto a questo passaggio tra il Dipartimento della protezione civile e il Ministero dell'interno.

  PRESIDENTE. Bene. Dopo questa prima dichiarazione vorrei aprire il dibattito, in modo tale che possano essere poste delle domande, alla fine delle quali eventualmente mi riserverò di farne anch'io alcune.
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MARIALUCIA LOREFICE. Sottosegretario, premesso che, in base a quello che lei ha appena detto, il consorzio dei comuni avrebbe dovuto essere un modello di integrazione per i migranti, ma i fatti dimostrano che, purtroppo, così non è stato, perché anche dalle nostre visite ispettive è risultato che questi migranti non siano per niente integrati e non parlino quasi nemmeno una parola di italiano, Pag. 4io vorrei soffermarmi su un altro aspetto.
  Dalle notizie di stampa sembra che un ruolo determinante nella scelta della struttura, ossia del CARA di Mineo, possa averlo avuto proprio la Pizzarotti, che è coinvolta per tre aspetti nella vicenda del CARA di Mineo. Innanzitutto è la proprietaria del residence, composto dalla villette nelle quali stavano i militari americani. Inoltre, faceva parte dell'ATI. Infine, si occupava anche della manutenzione.
  Tra l'altro, voglio ricordare anche che il contratto di manutenzione prevede che, nel momento in cui il CARA di Mineo verrà completamente dismesso, le villette dovrebbero essere restituite, così come erano in origine, il che naturalmente è impossibile, visto lo stato nel quale sono ridotte ora. La Pizzarotti, quindi, ci guadagna, e non poco.
  Quello che io le chiedo è se la scelta di utilizzare proprio quella struttura derivasse proprio dalla possibilità di fare un favore alla Pizzarotti. Dagli articoli di giornale che citavo poc'anzi emerge che in quel periodo la Pizzarotti avesse non pochi problemi – immagino – di natura economica. Infatti, a un certo punto, arriva la disdetta da parte degli americani. Sembra che la Pizzarotti cominciasse a muoversi, anche a livello istituzionale, per capire come poter utilizzare quella struttura.
  Probabilmente è una coincidenza, ma nel 2011 scoppia la cosiddetta «emergenza nord Africa», che però, col senno di poi, forse una vera e propria emergenza non fu. Perché ? Perché non furono portati al CARA solo i migranti che arrivavano sulle nostre coste, ma sembra che ci fosse uno spostamento dei migranti anche dagli altri centri verso il CARA di Mineo. Venivano chiusi gli altri centri per portarli tutti a Mineo. Probabilmente, quindi, fu anche un'emergenza – posso dire così ? – «voluta».
  Le chiedo se la scelta di utilizzare il CARA di Mineo fu dovuta proprio a questo, cioè per aiutare non solo la Pizzarotti, ma anche tutta una serie di ditte che hanno avuto dei vantaggi economici dalla gestione del centro. Mi riferisco sia a «Sisifo» che a «La Cascina». Le chiedo se lei in tutto ciò è stato il facilitatore che ha permesso a queste imprese di avere la gestione del centro.

  ERASMO PALAZZOTTO. Volendo tornare per un momento alla parte della storia del CARA di Mineo, che è oggetto di quest'audizione, il punto su cui si sta cercando di fare chiarezza è nel passaggio dalla gestione emergenziale alla gestione ordinaria del centro. Si tratta di un passaggio in cui lei ha un ruolo fondamentale, perché lei è soggetto attuatore nella fase in cui viene individuata la provincia di Catania, durante l'emergenza per la gestione del CARA, e continua ad esserlo in una fase transitoria, finita l'emergenza, fino a quando non viene individuato il consorzio dei comuni.
  Qual è stato – glielo chiedo visto che è stato lei a gestire il CARA sia nella fase precedente, sia all'inizio della fase di gestione ordinaria – il meccanismo che ha condotto all'anomalia del CARA ? Mi riferisco al fatto che, a differenza di tutti gli altri CARA, non lo si ponesse direttamente, come stazione appaltante, sotto il controllo del Ministero, ma si decidesse di fare un consorzio di comuni e di affidare a questo consorzio la gestione del CARA. Quali sono i soggetti coinvolti nella decisione ? Immagino che in quei giorni ci sia stato un confronto istituzionale tra il Ministero, la Prefettura e sicuramente lei, nella funzione di soggetto attuatore.

  KHALID CHAOUKI. Buongiorno. Sottosegretario, vorrei sentire la sua versione rispetto al ruolo che ebbe a suo tempo il Prefetto Franco Gabrielli e anche al rapporto con il Governo centrale e con la Protezione civile. In quei momenti qual è stato il livello di dialogo, di collaborazione e di cooperazione e, in particolare, qual è stato, a suo tempo, il ruolo del capo della Protezione civile ?
  Grazie.

  VEGA COLONNESE. In realtà, io vorrei solo due precisazioni su due fatti di cronaca che sono stati descritti da Il Fatto Pag. 5Quotidiano in un articolo del 1o settembre 2015. Le dico anche la fonte in modo tale che lei possa fornire una risposta puntuale. Glieli leggo testualmente, in modo tale che lei possa fornirci una risposta precisa. Si riferiscono a due incontri che si sono svolti presumibilmente con lei. Sarò brevissima.
  «Odevaine si materializza in Sicilia, dove incontrerà con l'allora presidente della provincia di Catania Castiglione e Salvo Calì presidente della cooperativa Sisifo, iscritta a Legacoop, capofila dei gestori di Mineo fin dalla creazione del centro. È il famoso pranzo con una sedia vuota. Castiglione – dice Odevaine – non mi disse esplicitamente che Sisifo doveva vincere la gara, ma io capii perfettamente anche perché accompagnandomi all'aeroporto mi disse che Sisifo era per lui il gruppo più adatto a gestire Mineo».
  Poi si parla di un altro suo incontro. «Quando incontrai di nuovo Castiglione gli dissi che era necessario individuare una struttura in grado di gestire pasti, per cui gli consigliai di rivolgersi alla Cascina. In più di un'occasione Menolascina (dirigente della cooperativa) mi ha detto che La Cascina ha stretto rapporti con Lupi, Alfano e Castiglione e che finanziava la nascita di Ncd».
  Le faccio questi due riferimenti innanzitutto perché voglio avere dei chiarimenti. In più, qualora ci fossero questi chiarimenti, vorrei sapere se lei non ritenga opportune delle considerazioni relative alle sue dimissioni dal suo incarico istituzionale, qualora fossero verificate tali due questioni.

  PRESIDENTE. Quest'ultima parte non fa parte della nostra inchiesta. È una richiesta politica. Ovviamente in questa Commissione ognuno può dire quello che vuole, ma la nostra Commissione d'inchiesta non riguarda l'attuale incarico del sottosegretario.

  VEGA COLONNESE. Scusi. Ovviamente, restano però le due domande di richieste di chiarimento sulle due questioni.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande, faccio io un'ultima domanda. Nella sua prima audizione lei aveva fatto riferimento a un Piano di accoglienza su più strutture. Visto che doveva essere individuata una provincia siciliana, viene individuata la provincia di Catania. Quali sono le motivazioni, a sua conoscenza, per le quali viene individuata la provincia di Catania ? Inoltre, lei conosceva anche la disponibilità di un'accoglienza su più centri ? Sa se esiste un documento relativo a questo Piano e chi le ha per la prima volta parlato del residence di Mineo ?
  Do la parola al Sottosegretario Castiglione per la replica.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. Parto con il primo intervento del residence di Mineo. Il 18 febbraio del 2011, con l'ordinanza di Protezione civile n. 3924, il Prefetto di Palermo – parliamo di febbraio del 2011 – viene nominato Commissario delegato per l'emergenza umanitaria e dispone quindi, con il Ministero dell'interno, la requisizione del «Residence degli aranci». La requisizione del «Residence degli aranci» viene dunque disposta dal Commissario delegato. La gestione umanitaria e assistenziale veniva assegnata alla Croce Rossa.
  È di tutta evidenza che io divento soggetto attuatore nel mese di giugno. Il Ministero dell'interno ha disposto la requisizione del «Residence degli aranci» nel mese di febbraio. Non conosco, quindi, la procedura di individuazione della ditta Pizzarotti, che possedeva questo residence. Tutto viene fatto dal Ministro dell'interno, il Ministro Maroni.
  C'era la necessità di individuare una struttura importante che potesse accogliere in quel momento, in quella particolare emergenza, dei migranti. Il Ministero dell'interno, con un'ordinanza per il tramite del Commissario e del Prefetto, fece un'ordinanza di requisizione del «Residence degli aranci». Non ci fu alcun coinvolgimento, alcuna mia attività. Non Pag. 6conosco Pizzarotti, non ho conosciuto Pizzarotti, non ho incontrato Pizzarotti. Se la struttura è idonea...
  In quel momento, con riferimento ad una struttura di quel tipo, si parlò addirittura di «villaggio della solidarietà», perché nel panorama delle strutture che erano state individuate per l'accoglienza era certamente una struttura che certamente aveva una dignità. Era una struttura ben organizzata e ben strutturata.
  Non ci fu, dunque, alcuna attività da parte mia. Nel mese di febbraio, il Commissario delegato ha deciso di requisire la struttura di Mineo.
  Non concordo evidentemente sulle visite ispettive. Come ha fatto lei la visita ispettiva, ci sono tantissimi atti di visite ispettive. Quello certamente era un luogo, pur nel numero abbastanza elevato di persone all'interno... Potrei citare dalla squadra di calcio alle attività sportive, ai corsi di alfabetizzazione, ai corsi di inserimento. Sono tutte attività che il consorzio svolgeva. Ci sono tantissime visite che sono state fatte all'interno del centro, anche da Commissioni internazionali, che hanno riconosciuto questo. È tutto documentato.
  Rispetto, però, anche l'opinione della collega, la quale dice che dalla visita che ha fatto lei non riteneva questa una struttura idonea. Comunque, questo non è un problema che riguarda me. È una sua opinione al pari della mia...

  MARIALUCIA LOREFICE. (fuori microfono). Di tutta la Commissione.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. La requisizione è stata fatta dal Prefetto.
  Rispondo all'onorevole Palazzotto per quanto riguarda il passaggio dalla Protezione civile. In quella fase, quando il Governo decise di transitare tutte le gestioni emergenziali in tutti i rami dell'amministrazione, laddove c'erano emergenze, fu fatto il passaggio ai rami dell'amministrazione. Dicevo poco fa che quella sui rifiuti andò al Ministero dell'ambiente. Ognuna andò ai rispettivi rami dell'amministrazione.
  In quella fase si ritenne che la maniera migliore per poter portare avanti la struttura fosse il coinvolgimento del territorio e dei comuni. I comuni, quindi, diedero vita al consorzio dei comuni e mi chiesero di poter traghettare. In questa fase, io assunsi quell'incarico e quell'impegno dicendo che comunque era un impegno temporaneo, non oltre i sei mesi, per poter traghettare il passaggio...

  PRESIDENTE. Mi scusi, sottosegretario, ma, se non c'era un modello precedente, nel senso che questo è un inedito rimasto inedito prima e dopo come soggetto attuatore, quello che noi non riusciamo a capire è a chi viene l'idea, come nasce. Quali sono i motivi per i quali si pensa ai comuni ? Questo è il punto che noi non abbiamo ancora ben chiaro. In tutto il resto d'Italia sono le Prefetture.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. Io penso che quello sia un modello che è stato introdotto in quella fase. Si fece un dibattito. Fu aperto un tavolo presso la Prefettura dal primo momento dell'emergenza. Dal primo momento si insediò un tavolo.
  Addirittura si fece un patto tra i sindaci. Quando ci fu la prima emergenza, si fece un patto per i sindaci e si disse che prioritariamente avrebbe dovuto esserci il coinvolgimento di tutto il territorio nelle attività di gestione, perché non fosse solamente la città di Mineo ad essere impegnata in questa attività attorno al CARA.
  C'era già un patto tra i sindaci. Successivamente, quando si passò alla gestione ordinaria, anche perché le strutture della Prefettura erano strutture piuttosto deboli dal punto di vista amministrativo – anche questo era un inedito; il CARA di Mineo non era come tutte le altre strutture –, si decise il pieno coinvolgimento dei comuni. I comuni avrebbero dovuto fornire anche parte delle strutture amministrative perché questa vicenda potesse essere avviata nella maniera migliore.Pag. 7
  Ci fu, quindi, un dibattito e si ritenne che il consorzio dei comuni fosse la maniera migliore per poter coinvolgere tutto il territorio. Si stabilì così che i Consigli comunali e il consorzio dei comuni gestissero il CARA di Mineo. A me fu chiesto di transitare questa gestione. Essendo stato soggetto attuatore, mi fu chiesto di coordinare la prima fase di gestione del consorzio dei comuni.

  ERASMO PALAZZOTTO. Se possibile, vorrei fare una precisazione, in maniera tale che sviluppiamo pienamente questo punto. Giusto per provare a specificare meglio, anche sollecitato da alcune cose che lei ha detto, vorrei osservare che il tema sulla cronologia e su come sono andate le cose a noi è abbastanza chiaro, perché nella nostra attività di inchiesta abbiamo ricostruito tutti i passaggi. La cosa che veniva ora sottolineata anche dal Presidente Migliore è l'anomalia rispetto alla gestione ordinaria.
  Ci sono altri CARA, anche abbastanza grandi, come quello di Bari, durante lo stesso periodo. Mentre su Bari si segue un modello, il Ministro dell'interno sceglie sul CARA di Mineo, passando alla gestione ordinaria, di continuare con una misura straordinaria, in questo senso, rispetto alla prassi che il Ministero segue per le procedure della stazione appaltante. Non parliamo del coinvolgimento dei comuni come di un fatto aggiuntivo alla gestione di un centro, ma di affidare al consorzio dei comuni l'intera gestione del CARA di Mineo.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. Scusi, ma la stazione appaltante resta la Prefettura di Catania.

  ERASMO PALAZZOTTO. Che l'affida al consorzio dei comuni.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. No, resta stazione appaltante. In quella fase la Prefettura rimane stazione appaltante. Non viene ceduta. Proprio in quella fase la gestione passa al consorzio dei comuni, ma la funzione di stazione appaltante resta in capo alla Prefettura.

  ERASMO PALAZZOTTO. Questo mi è chiaro. Nella prima fase il consorzio dei comuni diventa solo soggetto attuatore e poi diventerà anche stazione appaltante.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. Esatto. Lei, però, sta chiedendo a me, soggetto attuatore... In quella fase c’è l'adozione di un consorzio dei comuni. A me sembra anomalo che si preferisca... Quando c’è il coinvolgimento di tutti i comuni, mi sembra più democratica, come partecipazione. Il fatto stesso che non venga trasferita la funzione di stazione appaltante, che resta in capo alla Prefettura di Catania...
  Mi pare di essere chiaro. La funzione di stazione appaltante rimane in capo alla Prefettura di Catania.

  ERASMO PALAZZOTTO. Verrà trasferita successivamente al consorzio dei comuni. Questo mi è chiaro.
  L'altro passaggio a cui lei faceva riferimento riguarda il coinvolgimento dei comuni anche nella prima fase, quando la gestione è della Protezione civile. Mi riferisco ad un episodio specifico. Nelle primissime fasi della nascita del CARA c’è una forte protesta da parte dei sindaci e dei comuni rispetto alla nascita del CARA in quel territorio, anche attraverso una campagna di stampa, per i pericoli che i migranti possono creare nella zona, come i furti nelle campagne e via elencando.
  Poi, a un certo punto, c’è una riunione presso la Prefettura di Catania, cui partecipa lei con i sindaci del comprensorio e il Ministro dell'interno – all'epoca Maroni. I comuni sono entrati sul piede di guerra e sono usciti – nella conferenza stampa il Ministro Maroni ha presentato il CARA come modello di accoglienza; ai tempi si aveva un'idea diversa dell'accoglienza – tutti felici di fare la loro parte dentro quella questione.Pag. 8
  Poiché su quella riunione non abbiamo testimonianze dirette, se si ricorda, ci può dire quali sono stati gli argomenti e di che cosa si è discusso esattamente, visto che da quel momento in poi il ruolo dei comuni diventerà strategico, fino ad affidare loro la gestione del CARA come soggetto attuatore e, in una seconda fase, anche come stazione appaltante ?

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. Mi pare abbastanza evidente. La preoccupazione dei cittadini del territorio del Calatino era assolutamente evidente. C'era una preoccupazione evidente per l'insediamento di un centro per richiedenti asilo. Su questo ci sono state tante attività. C’è stata tanta comunicazione pubblica.
  C'era tanta preoccupazione da parte della gente. In quella sede, lo ribadisco – lei vi lega anche il discorso che ho fatto io – si fece una riunione in Prefettura con il Prefetto Santoro, con il Ministro dell'interno e con i sindaci dei 15 comuni per dire che questa preoccupazione la potevamo superare con il coinvolgimento delle popolazioni, spiegando alla gente perché si insediasse un centro per richiedenti asilo.
  I comuni si sono fatti parte responsabile. Infatti, in quella sede si fece il patto fra i sindaci. Siamo in epoca molto antecedente, siamo proprio nella prima fase di emergenza. Si ritenne che il coinvolgimento dei comuni fosse la maniera migliore per poter superare tutto questo. Ognuno avrebbe dovuto spiegare sul territorio che ci sarebbe stato un centro, che noi pensavamo avrebbe ospitato 2.000 richiedenti asilo. È chiaro che in un territorio, fra l'altro, molto fragile o si ritiene di poter coinvolgere tutti...
  Questa fu la scelta del patto per i sindaci. In quella sede si assicurò il patto per i sindaci.

  PRESIDENTE. C’è un documento di questo patto per i sindaci ?

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. Certo. Anche l'allora sindaco di Mineo – non ricordo come si chiamasse – che aveva forti resistenze nell'insediamento sul territorio di un centro per richiedenti asilo, alla fine convenne che il patto e il coinvolgimento dei comuni fossero la maniera migliore per poter superare tutta quella fase.
  Per quanto riguarda il traghettamento, lo ribadisco, venne trasferita al consorzio dei comuni la funzione di soggetto attuatore, ma restò in capo alla Prefettura quella di stazione appaltante. Restò stazione appaltante la Prefettura di Catania.
  L'onorevole mi chiedeva del rapporto con il dottor Gabrielli. Il rapporto con il dottor Gabrielli è stato un rapporto straordinario. È stato un rapporto di grande collaborazione e di grande collaborazione istituzionale. Ho riconosciuto un funzionario di altissimo livello. In quella fase, in un momento molto particolare e molto delicato, noi abbiamo avuto un contributo...
  D'altronde, io ero soggetto attuatore, ma il Commissario delegato era il Prefetto Gabrielli. La collaborazione era una collaborazione virtuosa, forte e costante, non solo con il dottor Gabrielli, ma anche con tutta la struttura del Dipartimento della protezione civile.
  Tutti gli atti del soggetto attuatore sono atti che vengono poi siglati dalla Protezione civile. Noi avevamo un controllo preventivo da parte della Corte dei conti. Io sottoponevo tutti gli atti di gestione al controllo preventivo della Corte dei conti, ma poi c'era la registrazione. I provvedimenti sono del Dipartimento della protezione civile.
  Riconosco grande collaborazione, grande apprezzamento e grandi ringraziamenti al dottor Gabrielli, perché in quella fase è stato veramente un grande ausilio. È stato un grande supporto. Per me avere un riferimento istituzionale con una fortissima esperienza sul campo ha consentito veramente un dialogo molto proficuo, non solo con il dottor Gabrielli, per la verità, ma anche col dottor Borrelli e con tutta la struttura del Dipartimento della protezione civile. Anche con i miei uffici c’è stata un'interlocuzione molto serena.Pag. 9
  Tutti gli atti, ripeto, oltre a essere atti pubblici, atti visibili – abbiamo messo online tutte le determinazioni –, sono anche atti che vengono sottoposti alla registrazione della Ragioneria generale dello Stato e della Banca d'Italia. Avviene tutto sotto il massimo controllo. Se mi chiede qual è stato il rapporto di collaborazione, è stato un rapporto straordinario.
  Per il resto, con riferimento a quanto sosteneva la collega, io sono stato audito il 24 giugno in questa sede. Da quella data nessun atto, nessuna intercettazione, nessuna presunta dichiarazione di chicchessia è stata legittimamente acquisita dall'autorità giudiziaria. Io vorrei chiederle come è venuta a conoscenza di questi atti.
  Lei ha fatto riferimento ad alcune dichiarazioni del dottor Odevaine. Come conosce lei questi atti ? Da quale fonte li ha acquisiti ? Come ha acquisito questi atti ? Personalmente a me non è stato mai notificato nulla, ragion per cui lei oggi dovrebbe spiegarmi in questa sede come ha acquisito queste dichiarazioni.
  Da questo momento in poi io vorrei rispondere solo degli atti che vengono portati alla mia conoscenza. A mia conoscenza non è stato portato alcun atto. Io non ho alcun atto legittimamente acquisito dall'autorità giudiziaria che mi sia stato contestato, che sia stato contestato alla mia persona, né mi è stato personalmente consegnato. Vorrei capire queste dichiarazioni lei da dove le prende, sarei molto curioso di saperlo.
  Se lei mi chiede di commentare un fatto... Se io vengo audito in Commissione per commentare un articolo di giornale, francamente le chiedo come lei e forse anche il giornale... Siamo in un Paese... Come ha acquisito il giornale la dichiarazione ? Presidente, vorrei sapere il giornale come è venuto in possesso delle dichiarazioni. Personalmente, io non ho le dichiarazioni. Lei mi deve dire in che modo il giornale ha avuto le dichiarazioni del dottor Odevaine.

  VEGA COLONNESE. (fuori microfono). Con lo stesso tono posso rispondere...

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. Risponda con lo stesso tono.

  PRESIDENTE. Un attimo. La faccio rispondere, ma, Sottosegretario, prima di tutto le domande le fanno i commissari.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. Presidente, però qui siamo di fronte a un atto... Io oggi non ho conoscenza delle dichiarazioni del dottor Odevaine. Non ho conoscenza di dichiarazioni legittimamente acquisite dall'autorità giudiziaria.

  PRESIDENTE. Se lei vuole fornire questa risposta, questa risposta può fornire.

  VEGA COLONNESE. Innanzitutto, i toni, secondo me, vanno anche pensati prima di adottarli. Qui siamo in una Commissione d'inchiesta. Io sto chiedendo delle cose legittime per poter svolgere il nostro lavoro, altrimenti questa Commissione non avrebbe senso. In relazione ad una fonte precisa, a qualcosa che è comunque di natura pubblica – tutti hanno letto questi articoli, almeno gran parte delle persone –, in qualità di deputata, chiedo al Sottosegretario quali sono questi rapporti.
  Ora lei ha fornito una risposta. Ovviamente, gli organi competenti faranno il loro lavoro.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. Posso chiederle come è venuta a conoscenza di questo interrogatorio del dottor Odevaine ?

  VEGA COLONNESE. Io sto continuando a parlare. Lo potrà chiedere appena avrò finito di parlare.

  PRESIDENTE. Se ha letto la fonte, è chiaro qual è la fonte. È stata letta.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e Pag. 10forestali. In questa Commissione io chiedo di sapere come oggi il giornale o un quotidiano...

  PRESIDENTE. Lo chiederà in un'altra sede. Di certo non lo chiede a noi.

  VEGA COLONNESE. Io prendo atto della sua risposta, prendo atto di quello che è stato detto e poi si prenderà una decisione. Comunque io continuerò a fare le domande che ritengo possano essere opportune per poter capire come sono andate le cose. Quando ci scambieremo di ruolo un giorno e io mi troverò invischiata in una situazione del genere, lei potrà fare le domande che ritiene. È così che funziona, niente di più e niente di meno.
  Comunque, la invito ad usare dei toni leggermente più bassi, visto che li stiamo usando tutti, nonostante le cose che abbiamo visto nel CARA di Mineo, perché con quello che abbiamo visto in quel centro i toni dovrebbero essere dieci volte più accesi. Quindi, la prego di rispondere alle domande e basta.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. Guardi, in riferimento alle cose che ha visto al CARA di Mineo con la mia gestione, lei può utilizzare toni veramente rispettosi, perché quella gestione, la mia gestione, è stata improntata ad una rigorosa e attenta valutazione di tutti i fatti, ad una rigorosa e attenta attività amministrativa.
  Su questo lei può stare sicura. È testimoniato da tutti e soprattutto dalla ricostruzione che io ho fatto in questa sede il 24 giugno, molto prudente. Forse il tono è stato un po’ alto, ma le chiedo di porsi una domanda: è legittimo che oggi a me, presunto indagato, non venga contestata alcuna dichiarazione o alcuna intercettazione e che io debba rispondere da sei mesi ad un «presunto» articolo di giornale, ad una dichiarazione che legittimamente non conosco ? Non conosco gli interrogatori del dottor Odevaine ! Legittimamente l'autorità giudiziaria non mi ha contestato alcuna frase, alcun atto, alcuna dichiarazione; e io dovrei continuare a commentare le dichiarazioni di un giornale ?

  PRESIDENTE. Sottosegretario, abbiamo acquisito la sua risposta. Da questo punto di vista è del tutto legittimo che sulla base di una fonte giornalistica – l'abbiamo fatto in mille occasioni – sia stata fatta una domanda, peraltro precisando anche la fonte. Non vedo alcuna distorsione dell'attività della Commissione d'inchiesta.
  Se lei riterrà di fare altre valutazioni in altre sedi, le faccia, ma da questo punto di vista lei ha fornito una risposta e noi l'abbiamo acquisita. Adesso non ci mettiamo a fare il processo alle intenzioni. Può darsi che in altra sede le abbiano chiesto di rispondere a questo tipo di domande, ma di certo è la prima volta che questo accade in questa Commissione.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. Tutte le dichiarazioni che dovevo fare sulla vicenda le ho fatte. L'ho ricostruita puntualmente. Sono stato rispettoso della Commissione. Ho ricostruito tutti i passaggi, ho ricostruito tutti gli atti, ho ricostruito la mia correttezza nella gestione del CARA, anche i passaggi più delicati. C’è la mia più ampia disponibilità a collaborare con la Commissione. Mi pare che da questo punto di vista non ci sia stato mai alcun momento da parte mia di non collaborazione con la Commissione, anzi...

  PRESIDENTE. Lei è anche venuto subito quando l'abbiamo chiamata.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali. L'ho fatto subito e lo farò ancora perché, come dicevo poco fa, quella della gestione del CARA è una vicenda in cui abbiamo portato trasparenza. Per la trasparenza che abbiamo portato in quella gestione forse avrei pensato di ottenere qualche merito in quella fase particolare.Pag. 11
  Purtroppo, non è andata così. Le vicende che sono seguite mi hanno dato qualche amarezza, ma in quei due anni sicuramente ci sono state correttezza amministrativa e grande trasparenza. Oggi però, dopo un anno dall'essere stato coinvolto in un ciclone mediatico, io spero – ove mai ce ne fosse bisogno – di poter rispondere in altra sede, non più alle fonti giornalistiche. La questione deve essere veramente affrontata nella sua sede naturale.
  Ricordo ancora a me stesso, così come l'ho ricordato la volta scorsa, che io ho ancora un avviso di garanzia con imputazione provvisoria. Tuttavia, ho grande rispetto del lavoro dei magistrati e grande rispetto per i tempi che loro hanno per gli approfondimenti che dovranno fare. Ho grande rispetto anche di questa Commissione, che ringrazio per avermi permesso di chiarire tutti i passaggi. Più si chiariscono i passaggi, infatti, più evidente è la linearità dei comportamenti e di coinvolgimento del territorio.
  Obiettivamente, che mi si chieda ancora di continuare, dopo un anno, a commentare articoli di stampa... Io avrei preferito che qualcuno mi contestasse nella sede naturale, quella dell'autorità giudiziaria, o che si acquisissero legittimamente, in un Paese normale, quale deve essere il nostro Paese...
  Io penso di poter rispondere, e lo farò puntualmente, quando verrò a conoscenza delle dichiarazioni del dottor Odevaine. Oggi le sue dichiarazioni non sono conosciute, non sono a me note. Sarò puntualissimo e rigorosissimo nella ricostruzione quando ne verrò a conoscenza, quando mai qualcuno dovesse contestare il mio atteggiamento o comportamento contrario ai doveri morali di un pubblico amministratore.
  Deve ricordare all'onorevole Colonnese che la mia attività è stata improntata sempre alla massima trasparenza. Sul piano procedurale e sul piano amministrativo io ho fatto sempre della trasparenza uno dei punti di forza della mia attività. Sul rigore morale la prego di non voler fare valutazioni politiche. Capisco che ognuno ha la sua battaglia politica, ma in questa vicenda le assicuro che io ho messo in gioco tutta la mia credibilità morale, in una condizione difficile.
  Ho ricordato che il luglio del 2011 non è il 2015, quando si conosce il fenomeno, quando si ha contezza delle strutture, quando ci sono gli SPRAR già attivati. Quello da febbraio a luglio del 2011, quando io divento soggetto attuatore, è stato un periodo di grande emergenza, di grande preoccupazione tra i sindaci e di grande preoccupazione della popolazione di non avere alcun riferimento normativo. In quella sede noi – lo dico anche con orgoglio – abbiamo lavorato insieme ai Carabinieri, alla Questura, alla Prefettura e al Dipartimento della protezione civile. È stato un lavoro di grande coordinamento da parte di tutti.
  Avremmo potuto fare di meglio, ma io ritengo che quelle strutture fossero strutture che davano grande dignità agli immigrati. Qualcuno ha definito il centro «un hotel a cinque stelle», quando sono state fatte le audizioni. Io ritengo che fosse un'esagerazione anche quella, ma il mio periodo è stato sicuramente un periodo assolutamente rigoroso. Il coinvolgimento dei comuni andava esattamente in quella direzione per assicurare il coinvolgimento della popolazione interessata.
  Le chiedo scusa se ho utilizzato un tono più alto, ma, a distanza di un anno, non mi pare giusto che io sia ancora coinvolto quotidianamente in una vicenda in cui obiettivamente ritengo di non dover essere coinvolto, soprattutto sul piano morale.
  La prego di credere che non si può rimanere sereni, avendo improntato la propria attività amministrativa al massimo rigore e alla massima trasparenza. Forse anche la mia reazione... Tuttavia da questo momento in poi gradirei che mi si chiamasse a rispondere di atti. Quando ci saranno gli atti, quando ci saranno i riscontri, quando mi verranno fornite le dichiarazioni, sarò puntuale, preciso e rigoroso, e fornirò massima pubblicizzazione della mia attività e di quello che ho fatto in quella fase.Pag. 12
  Il dottor Odevaine dovrà dire con quale trasparenza ho gestito il mio rapporto, con quale trasparenza l'ho nominato, con quale trasparenza ho intrattenuto il rapporto con lui. Oggi ritengo che sia venuto il momento che io risponda ad atti precisi, ad atti legittimamente acquisiti dall'autorità giudiziaria. Sugli atti che mi vengano contestati io sarò rigoroso e puntuale. Per il resto non potrò continuare quotidianamente a rispondere a dichiarazioni giornalistiche e acquisizioni di atti che obiettivamente non so attraverso quali fonti avvengano.

  PRESIDENTE. Passo in seduta segreta perché vorrei fare una precisazione.

  (I lavori della Commissione procedono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  MARIALUCIA LOREFICE. Molto brevemente, non so se il Sottosegretario abbia già precisato questo aspetto. Magari è sfuggito a me. Comunque, gli vorrei porre la seguente domanda: come mai come soggetto attuatore venne scelto proprio il presidente della Provincia di Catania, facendo – credo – anche una deroga, dato che solitamente mi risulta essere il presidente del capoluogo di Regione ? Perché in questo caso fu scelto il presidente della Provincia di Catania ?

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato alle politiche agricole, alimentari e forestali. L'ho già riferito la volta scorsa. Ci fu una lettera. Le funzioni di soggetto attuatore erano dell'ingegner Lo Monaco, che era il direttore della Protezione civile della Regione Sicilia, il quale rinunciò per iscritto a questa sua funzione. Mi si chiese, quindi, di assumere l'incarico, avendo io la responsabilità e avendo seguito tutto il percorso, tutto l’iter sul tavolo nazionale, come presidente dell'UPI, assieme al presidente dell'ANCI e al presidente della Conferenza delle Regioni. Ci fu un'espressa rinunzia da parte dell'ingegner Lo Monaco, che era il direttore della Protezione civile della Regione Sicilia.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Sottosegretario Castiglione per questa esauriente discussione e audizione, anche se con qualche tono che, a un certo punto, è sfuggito di mano. Ritengo che ciascuno possa dare piena valutazione di quali siano stati gli elementi di informazione ulteriore che sono stati forniti.
  Ringrazio, dunque, il Sottosegretario e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.50.