Sulla pubblicità dei lavori.
Bindi Rosy , Presidente ... 3
Audizione del sindaco di Quarto (NA), Rosa Capuozzo.
Bindi Rosy , Presidente ... 3
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 5
Bindi Rosy , Presidente ... 6
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 6
Bindi Rosy , Presidente ... 7
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 7
Falanga Ciro ... 7
Bindi Rosy , Presidente ... 7
Zizza Vittorio ... 7
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 7
Zizza Vittorio ... 8
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 8
Falanga Ciro ... 9
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 9
Falanga Ciro ... 10
Gaetti Luigi ... 10
Bindi Rosy , Presidente ... 10
Falanga Ciro ... 10
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 10
Falanga Ciro ... 10
Bindi Rosy , Presidente ... 10
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 10
Alessi Donatella ... 10 11
Bindi Rosy , Presidente ... 11
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 11
Ricchiuti Lucrezia ... 12
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 12
Bindi Rosy , Presidente ... 12
Mirabelli Franco ... 12
Gaetti Luigi ... 13
Bindi Rosy , Presidente ... 14
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 14
Torrisi Salvatore ... 15
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL) ... 16
Zizza Vittorio ... 16
Fava Claudio (SI-SEL) ... 17
Attaguile Angelo (LNA) ... 18
Falanga Ciro ... 18
Bindi Rosy , Presidente ... 19
Falanga Ciro ... 19
Bindi Rosy , Presidente ... 19
Falanga Ciro ... 19
Bindi Rosy , Presidente ... 19
Falanga Ciro ... 19
Vecchio Andrea (SCpI) ... 20
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 20
Vecchio Andrea (SCpI) ... 20
Bindi Rosy , Presidente ... 20
Vecchio Andrea (SCpI) ... 20
Taglialatela Marcello (FdI-AN) ... 20
Bindi Rosy , Presidente ... 20
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 20
Zizza Vittorio ... 23
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 23
Sarti Giulia (M5S) ... 23
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 23
Zizza Vittorio ... 23
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 23
Bindi Rosy , Presidente ... 23
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 23
Vecchio Andrea (SCpI) ... 23
Bindi Rosy , Presidente ... 23
Vecchio Andrea (SCpI) ... 23
Bindi Rosy , Presidente ... 23
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 23
Gaetti Luigi ... 23
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 23
Bindi Rosy , Presidente ... 23
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 24
Bindi Rosy , Presidente ... 24
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 24
Bindi Rosy , Presidente ... 24
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 24
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL) ... 24
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 24
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 24
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 24
Bindi Rosy , Presidente ... 24
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 24
Bindi Rosy , Presidente ... 24
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 24
Bindi Rosy , Presidente ... 24
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 24
Mirabelli Franco ... 24
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 24
Bindi Rosy , Presidente ... 25
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 25
Nuti Riccardo (M5S) ... 25
Bindi Rosy , Presidente ... 25
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 25
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 25
Bindi Rosy , Presidente ... 25
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 25
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 25
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 25
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 25
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 25
Bindi Rosy , Presidente ... 26
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 26
Bindi Rosy , Presidente ... 26
D'Uva Francesco (M5S) ... 26
Bindi Rosy , Presidente ... 26
D'Uva Francesco (M5S) ... 26
Bindi Rosy , Presidente ... 26
D'Uva Francesco (M5S) ... 26
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 26
Vecchio Andrea (SCpI) ... 26
Bindi Rosy , Presidente ... 26
Nuti Riccardo (M5S) ... 26
Bindi Rosy , Presidente ... 26
Nuti Riccardo (M5S) ... 26
Bindi Rosy , Presidente ... 26
Giarrusso Mario Michele ... 26
Bindi Rosy , Presidente ... 26
Giarrusso Mario Michele ... 26
Bindi Rosy , Presidente ... 26
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 26
Bindi Rosy , Presidente ... 26
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 26
Zizza Vittorio ... 27
Bindi Rosy , Presidente ... 27
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 27 28
Bindi Rosy , Presidente ... 28
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 28
Bindi Rosy , Presidente ... 28
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 28
Bindi Rosy , Presidente ... 28
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 28
Bindi Rosy , Presidente ... 28
Falanga Ciro ... 28
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 28
Bindi Rosy , Presidente ... 28
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 28
Bindi Rosy , Presidente ... 28
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 29
Bindi Rosy , Presidente ... 29
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 29
Bindi Rosy , Presidente ... 29
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 29
Bindi Rosy , Presidente ... 29
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 29
Bindi Rosy , Presidente ... 29
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 29
Bindi Rosy , Presidente ... 29
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 29
Bindi Rosy , Presidente ... 29
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 29
Bindi Rosy , Presidente ... 29
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 29
Bindi Rosy , Presidente ... 29
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 29
Bindi Rosy , Presidente ... 29
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 29
Bindi Rosy , Presidente ... 29
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 30
Bindi Rosy , Presidente ... 30
Capacchione Rosaria ... 30
Bindi Rosy , Presidente ... 30
Capacchione Rosaria ... 30
Bindi Rosy , Presidente ... 30
Capacchione Rosaria ... 30
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 30
Capacchione Rosaria ... 30
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 30
Capacchione Rosaria ... 30
Nuti Riccardo (M5S) ... 31
Bindi Rosy , Presidente ... 32
Nuti Riccardo (M5S) ... 32
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 32
Nuti Riccardo (M5S) ... 32
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 32
Nuti Riccardo (M5S) ... 32
Piccolo Salvatore (PD) ... 32
Bindi Rosy , Presidente ... 33
Piccolo Salvatore (PD) ... 33
Bindi Rosy , Presidente ... 33
Piccolo Salvatore (PD) ... 33
Bindi Rosy , Presidente ... 33
Piccolo Salvatore (PD) ... 33
Bindi Rosy , Presidente ... 33
Piccolo Salvatore (PD) ... 33
De Cristofaro Peppe ... 33
Molinari Francesco ... 34
Carbone Ernesto (PD) ... 34
Nuti Riccardo (M5S) ... 34
Manfredi Massimiliano (PD) ... 34
Sarti Giulia (M5S) ... 34
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 35
Sarti Giulia (M5S) ... 35
Esposito Stefano ... 35
Bindi Rosy , Presidente ... 35
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 35
Manfredi Massimiliano (PD) ... 35
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 35
Manfredi Massimiliano (PD) ... 36
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 36
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 36
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 36
Capacchione Rosaria ... 36
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 36
Capacchione Rosaria ... 36
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 36
Capacchione Rosaria ... 36
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 36
Capacchione Rosaria ... 36
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 36
Capacchione Rosaria ... 36
Bindi Rosy , Presidente ... 36
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 36
Capacchione Rosaria ... 36
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 37
Capacchione Rosaria ... 37
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 37
Bindi Rosy , Presidente ... 37
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 37
Bindi Rosy , Presidente ... 37
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 37
Bindi Rosy , Presidente ... 37
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 37
Bindi Rosy , Presidente ... 37
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 37
Bindi Rosy , Presidente ... 37
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 37
Nuti Riccardo (M5S) ... 38
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 38
Nuti Riccardo (M5S) ... 38
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 38
Mirabelli Franco ... 38
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 38
Esposito Stefano ... 38
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 38
Nuti Riccardo (M5S) ... 38
Bindi Rosy , Presidente ... 38
Esposito Stefano ... 38
Bindi Rosy , Presidente ... 38
Nuti Riccardo (M5S) ... 38
Bindi Rosy , Presidente ... 38
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 38
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 38
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 38
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 38
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 38
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 38
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 38
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 39
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 39
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 39
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 39
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 39
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 39
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 39
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 39
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI) ... 39
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 39
Bindi Rosy , Presidente ... 39
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 39
Bindi Rosy , Presidente ... 39
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 39
Bindi Rosy , Presidente ... 39
Giarrusso Mario Michele ... 39
Bindi Rosy , Presidente ... 39
Giarrusso Mario Michele ... 39
Bindi Rosy , Presidente ... 39
Giarrusso Mario Michele ... 39
Bindi Rosy , Presidente ... 39
Manfredi Massimiliano (PD) ... 40
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 40
Bindi Rosy , Presidente ... 40
Manfredi Massimiliano (PD) ... 40
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 40
Manfredi Massimiliano (PD) ... 40
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 40
Bindi Rosy , Presidente ... 40
Carbone Ernesto (PD) ... 40
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 40
Piccolo Salvatore (PD) ... 40
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 40
Mirabelli Franco ... 41
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 41
Mirabelli Franco ... 41
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 41
Mirabelli Franco ... 41
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 41
Piccolo Salvatore (PD) ... 41
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 41
Nuti Riccardo (M5S) ... 41
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 41
Bindi Rosy , Presidente ... 41
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 41
Carbone Ernesto (PD) ... 41
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 42
Carbone Ernesto (PD) ... 42
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 42
Carbone Ernesto (PD) ... 42
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 42
Carbone Ernesto (PD) ... 42
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 42
Carbone Ernesto (PD) ... 42
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 42
Carbone Ernesto (PD) ... 42
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 42
Carbone Ernesto (PD) ... 42
Nuti Riccardo (M5S) ... 42
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 42
Nuti Riccardo (M5S) ... 43
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 43
Bindi Rosy , Presidente ... 43
Nuti Riccardo (M5S) ... 43
Mirabelli Franco ... 43
Capuozzo Rosa , sindaco di Quarto ... 43
Bindi Rosy , Presidente ... 43
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI
La seduta inizia alle 20.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
Audizione del sindaco di Quarto (NA), Rosa Capuozzo.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sindaco di Quarto (NA), Rosa Capuozzo, che è accompagnata dall'assessore agli affari legali e generali Donatella Alessi.
L'audizione ha ad oggetto le vicende legate ai rischi di condizionamento e di infiltrazione della criminalità organizzata nel comune di Quarto, ampiamente riportate dagli organi di informazione, con riferimento all'indagine avviata dalla procura distrettuale di Napoli nei confronti del consigliere comunale Giovanni De Robbio, accusato di essere legato a un clan camorrista.
L'audizione rientra, tra gli altri, nei compiti che la legge istitutiva assegna alla Commissione in tema di monitoraggio sui tentativi di condizionamento e di infiltrazione mafiosa negli enti locali e di rapporto tra mafia e politica, con riguardo alla sua articolazione nel territorio e negli organi amministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive. Peraltro, come è noto, il comune di Quarto era stato sciolto nel 2012, prima per le dimissioni del sindaco, e poi affidato, con decreto del Presidente della Repubblica del 9 aprile 2013, alla gestione della commissione straordinaria ai sensi dell'articolo 143 del Testo unico degli enti locali, in quanto erano stati accertati condizionamenti della criminalità organizzata che avevano compromesso il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione comunale. Al termine della gestione commissariale i cittadini sono poi stati chiamati a una consultazione elettorale, svoltasi nello scorso mese di maggio del 2015, in cui peraltro numerose liste elettorali erano state escluse per irregolarità formali. In tale ambito l'interesse della Commissione è stato prontamente destato dalle notizie di stampa sull'inchiesta giudiziaria che, com’è noto, ha portato all'espulsione sia del consigliere comunale De Robbio, che si è anche dimesso dalla carica, sia del sindaco Capuozzo dal Movimento 5 Stelle, nelle cui liste erano stati in precedenza eletti. Nella scorsa riunione l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, in sede di programmazione dei lavori della Commissione, su richiesta dei rappresentanti di tutte le forze politiche, ha dunque convenuto all'unanimità sull'opportunità di dedicare in via assolutamente prioritaria un approfondimento alla vicenda del comune di Quarto e di convocare in audizione il sindaco Capuozzo. Preliminarmente ringrazio, pertanto, il sindaco per la sua Pag. 4disponibilità a essere sentita senza indugio in Commissione, ricordando peraltro che, allo stato, il sindaco, nell'ambito del procedimento aperto dalla procura distrettuale di Napoli, non risulta rivestire lo status di indagata, bensì quello di persona offesa di uno dei reati contestati, invece, al De Robbio, cioè la tentata estorsione continuata, aggravata al fine di agevolare l'associazione mafiosa. Colgo, inoltre, l'occasione per rivolgere nella sede istituzionale un vivo ringraziamento a tutti gli uffici della procura della Repubblica di Napoli, in particolare, al procuratore Giovanni Colangelo e ai suoi sostituti, per la preziosa collaborazione mostrata anche in questa occasione nei confronti della Commissione. Non appena ne ho fatto richiesta, la Commissione ha, infatti, immediatamente ricevuto tutti i documenti depositati agli atti dell'inchiesta. Da ultimo, proprio quest'oggi, com’è stato comunicato a tutti i membri dell'ufficio di presidenza, la Commissione ha ricevuto, quasi in tempo reale, gli atti e i verbali appena depositati dalla procura distrettuale di Napoli al tribunale del riesame. Ciò premesso, prima di lasciare la parola al sindaco per un'esposizione della sua versione dei fatti, in qualità di presidente, mi corre l'obbligo di precisare quali sono, a mio giudizio, le coordinate per inquadrare correttamente dal punto di vista politico-istituzionale la vicenda oggi all'esame della Commissione antimafia, nonché quali sono le modalità di organizzazione della seduta odierna, alla luce di quanto concordato nell'ufficio di presidenza che si è appena svolto. Credo, infatti, che le vicende verificatesi a Quarto, sia in occasione delle elezioni, sia in seguito ad esse, siano molto significative e perciò di interesse delle istituzioni e dell'opinione pubblica. Sono molto significative da numerosi punti di vista, del resto non troppo diversamente da quanto si verifica ormai troppo spesso anche in altri enti locali del nostro Paese, nel Meridione e non solo, e anche nella zona nella quale insiste il comune di Quarto. Da parte mia, prima di ogni altra considerazione, ritengo tuttavia doveroso ricordare a tutti noi che quella di oggi è e deve essere, come sempre, un'occasione di conoscenza e di analisi comune per migliorare e rendere più efficaci la prevenzione e il contrasto dei fenomeni criminali mafiosi a beneficio di tutti i soggetti che concorrono alla vita istituzionale del Paese. Nell'approfondire il caso di oggi non escludo, naturalmente, che il metodo di lavoro che stiamo seguendo possa allargarsi a molte altre situazioni, su cui riteniamo importante indagare e che rientrano negli obiettivi della nostra Commissione. In altri termini, ritengo fondamentale che la lotta alla mafia e le tante difficili circostanze in cui essa si svolge a tutti i livelli non siano considerate, o peggio usate, come mezzo di lotta politica o di divisione partitica, strumentalizzabili in un senso o nell'altro a seconda delle convenienze politiche o delle diverse contingenze. Spero davvero che quelle stagioni politiche nutrite di contrapposizione ideologica anche nella lotta alla mafia appartengano ormai al passato. Sempre più l'esperienza dimostra che le circostanze di fatto in cui si svolge la vita politica e amministrativa locale sono drammaticamente comuni a tutti coloro che sono democraticamente chiamati a operarvi e che altrettanto comuni e condivisi fra tutte le forze politiche devono essere gli strumenti per contrastarle. Occorre cioè che da parte delle classi dirigenti locali e nazionali di tutti i partiti e movimenti politici si consolidi definitivamente una forte consapevolezza anche a livello personale in ordine a una serie di strumenti di analisi e di comportamento, una sorta di fondamentale conoscenza dell'antimafia che permetta a tutti di riconoscere prima e di contrastare poi l'azione delle organizzazioni criminali mafiose, tanto più nei contesti in cui l'ente rappresentativo proviene da uno scioglimento per mafia. L'azione delle mafie, infatti, è intrisa di reti di relazioni ed è perciò strutturalmente dotata di un'indubbia politicità, che non può essere più negata e che può essere combattuta solo con le armi della politica, delle istituzioni democratiche, Pag. 5della Costituzione e della legalità. Nessuno si senta escluso da questo punto di vista, perché nessuno è escluso dall'interesse delle mafie e tutti devono sentirsi impegnati a combatterle. Formulo questo forte auspicio perché ritengo che sia di grande interesse della Commissione parlamentare antimafia ascoltare direttamente dal sindaco Capuozzo tutte le informazioni e le considerazioni che riterrà di offrirci oggi in merito ai profili istituzionali, politici e amministrativi riferibili alle recenti vicende occorse al comune di Quarto e ai suoi rappresentanti. Tra questi profili ritengo importante che il sindaco ci offra il suo punto di vista su una serie di temi, che provo a indicare in prima battuta, certa che su di essi si soffermeranno anche molti dei quesiti dei colleghi. In primo luogo, se e quando ha avuto la percezione di essere vittima di un tentativo di estorsione da parte di De Robbio e dei suoi sodali. In secondo luogo, quali sono stati i suoi rapporti con l'autorità giudiziaria e quali sono stati i tempi della denuncia dei fatti che la riguardavano, sia come persona offesa, sia come pubblico ufficiale. In terzo luogo, quali sono stati i suoi rapporti con gli altri consiglieri comunali; quali sono stati i suoi rapporti con gli altri esponenti del mondo politico, locali e nazionali, del suo ex movimento di appartenenza e degli altri partiti politici; quali sono stati i suoi rapporti con la macchina amministrativa del comune, proveniente da uno scioglimento per mafia, e gli atti da lei compiuti nella gestione dei più importanti appalti in settori come quello del servizio idrico, dello stadio, delle pompe funebri; quali sono stati i suoi rapporti con gli esponenti del mondo istituzionale, dalla prefettura di Napoli all'Autorità nazionale anticorruzione, alle locali forze di polizia. Per ciò che riguarda l'organizzazione della seduta, avverto la nostra ospite che l'audizione odierna si svolge in forma libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta su richiesta, previa valutazione, naturalmente, sull'opportunità di questo. Dopo la sua esposizione, signor sindaco, provvederemo a un giro di domande affidate a un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare individuato dai rispettivi capigruppo, dai gruppi più grandi fino a quelli più piccoli. Dopo le risposte del sindaco mi riservo di prevedere – lo faremo sicuramente – un ulteriore giro di domande affidate a un altro rappresentante per ciascun gruppo. Fatte queste doverose premesse, do ora la parola al sindaco Capuozzo, ringraziandola nuovamente per la sua presenza e pregandola di aiutarci, anche attraverso la sua esperienza, a fare un passo avanti nella lotta alla mafia.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Buonasera e grazie di avermi dato modo di spiegare tutto quello che è successo in questi ultimi sette mesi – sono stati solo sette mesi, anche se sembrano sette anni – di governo della mia città. Comincia tutto il 26 giugno, il giorno in cui mi sono insediata. Già dal giorno dopo, il 27 giugno, comincia la questione stadio. Comincia subito. Infatti, leggendo i giornali, non si capisce bene la cronologia degli eventi. Comincia, quindi, la questione stadio. Il nostro progetto politico è quello di rendere lo stadio uno stadio del comune, che venga gestito dal comune e che venga gestito come sport sociale. Noi intendiamo questo: tutte le strutture presenti sul territorio che stiamo costruendo si dovranno interfacciare col comune e saranno gestite soltanto dal comune; le associazioni che vogliono fare del volontariato e vogliono interfacciarsi con il comune lo devono fare attraverso i servizi sociali e utilizzare in pari modo lo stadio. La questione stadio arriva subito con le pressioni da parte di Giovanni De Robbio per farmi incontrare con alcuni imprenditori. Ovviamente, mi rifiuto, perché questo è lontanissimo dalla nostra linea politica e dal mio ruolo istituzionale. Il mio ruolo istituzionale non mi permette e non mi consente di incontrare così degli imprenditori. In merito abbiamo, ovviamente, una linea politica chiara e decisa. Queste pressioni vengono Pag. 6sia da lui, sia da Francesco Romano, ex candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, che va via tre mesi prima delle elezioni, lasciandomi la squadra che poi io rilevo, diventando sindaco della città di Quarto. In questo momento queste pressioni politiche mi portano a una decisione molto forte. Dico chiaramente in consiglio comunale che Giovanni De Robbio, che aveva la mia totale fiducia – era colui che sarebbe dovuto diventare, in quanto primo eletto, presidente del consiglio comunale di Quarto – ha perso la fiducia del sindaco. Il presidente del consiglio comunale di Quarto non diventa Giovanni De Robbio, ma un altro consigliere. In questo periodo si interseca anche un'altra situazione, quella della scelta degli assessori. La mia linea politica è stata sempre chiara, poi leggo non condivisa da coloro che... ho letto le intercettazioni, ho fatto la linea dei forestieri, come dicono loro. La mia linea era che nessun assessore, soprattutto gli assessori che avevano ruoli particolari, come quelli dell'urbanistica, dei lavori pubblici e del bilancio, non dovevano essere legati con il territorio. Uso sempre questa espressione, «legati col territorio», che non ha necessariamente un'accezione negativa. Comunque, era fondamentale che non avessero rapporti col territorio e che non fossero di Quarto. Lo stesso vale per i capisettore e per la scelta successiva degli eventuali nuovi assessori. Io mi permettevo di fare un rimpasto di giunta a dicembre, era già deciso comunque, a prescindere dagli eventi. In quel periodo, anche in questo caso, iniziano le pressioni. Le pressioni vengono fatte sulla base di princìpi del movimento, per cui Giovanni De Robbio e Francesco Romano – i princìpi si estendono un po’ a tutti – chiedono la condivisione con il sindaco delle scelte dei capisettore e degli assessori. Io ritengo, e l'ho detto chiaramente, che la linea politica, in quel caso, fosse un'altra. Visto che da TUEL era il sindaco che doveva prendere queste decisioni, le avrei prese da sola, perché da sola avrei poi accettato le responsabilità delle mie decisioni. Quindi, nel rispetto dei ruoli che il TUEL ci conferiva, ho preso delle mie decisioni a prescindere. La mia decisione è sempre stata, come ho detto prima, quella di essere lontani dal territorio. Nasce poi, verso settembre, la questione casa. Giovanni De Robbio si avvicina a me, come consigliere, preoccupato, molto preoccupato per me perché c’è una fotografia aerea, presa dall'alto, in cui sembra che la mia casa non sia stata costruita da mio suocero nei tempi in cui avrebbe dovuto essere costruita. In realtà, non si vede niente da questa foto. Sono tranquilla, anche perché è una questione che ha gestito mio suocero e mi fido completamente. Ovviamente, non ci sono né i termini della minaccia, né la possibilità di denunciarlo per tale cosa, anche perché nel giro di dieci o quindici giorni da quando lui mi si è avvicinato due volte con questa fotografia, il plico arriva al comune. Prendo il plico, lo porto ai carabinieri e dico: «Indagate sulla questione, cioè su di me». In realtà, questa è una questione chiusa per me, perché la pratica era stata chiusa nel 2013 ed erano stati richiesti gli oneri concessori. Ritengo la vicenda chiusa, curata da mio suocero, e quindi chiedo di indagare sulla questione, perché mi sembra chiara e lineare. Ovviamente diventa tutto un caso molto «centellinato». Nel frattempo, Giovanni si avvicina una terza volta e una terza volta mi propone... Lì ho la percezione – ho chiesto, infatti, a lui spiegazioni – di poterlo denunciare, perché mi chiede una cosa particolare, ossia di fare un falso, sempre per aiutarmi. In quel caso, propose di fare questo falso e che una persona dichiarasse il falso, o una cosa del genere. Lo dice in modo molto veloce, molto poco chiaro. Me lo dice in consiglio comunale.
PRESIDENTE. Si può spiegare meglio su questo punto ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Lui mi dice una cosa particolare: «Questo tecnico – questo è agli atti, lo troverete negli interrogatori – che si chiama Opera, Pag. 7potrebbe dichiarare che in quel caso aveva dichiarato un falso». Io gli dico che non ho bisogno di alcun aiuto, perché lui si pone così, ma che questa cosa me la deve spiegare bene e l'aspetto sopra. In quel caso, volevo capire se avevo capito bene. Lui mi stava proponendo una cosa che per me era denunciabile. Infatti, cerco di farmela ridire per capire, perché lui non è stato molto chiaro e soprattutto perché lo volevo denunciare. Lo volevo registrare per trovare delle prove per denunciare questa cosa, che per me era grave, ma questo non succede. Tutta questa questione scema subito. Di tutta questa questione, ovviamente, io...
PRESIDENTE. Scusi, sindaco, perché non succede ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Non mi raggiunge sopra. Gli chiedo chiaramente di raggiungermi sopra nell'ufficio, innanzitutto perché questo era successo in consiglio comunale, con tremila voci di sottofondo e, quindi, c'era stata la difficoltà proprio di sentire quello che mi stava dicendo. Io ho detto: «Ho capito bene ? Vieni sopra e me lo rispieghi». In realtà, poi non è venuto più sopra e, quindi, quella percezione che avrei potuto fare qualcosa...
CIRO FALANGA. (fuori microfono)
PRESIDENTE. Le domande si fanno dopo.
VITTORIO ZIZZA. (fuori microfono) Le date ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Siamo già a novembre. Siamo già alla fine di novembre. Mi preparo al rimpasto di giunta e Giovanni De Robbio insiste di nuovo per la scelta degli assessori, che ritiene di dover condividere con tutto il gruppo, con i consiglieri – stavo cambiando soprattutto l'assessore all'urbanistica – e anche con il meetup. Cerca di coinvolgere anche il meetup nella scelta degli assessori, ma ovviamente mi rifiuto. Il procedere degli eventi è stato velocissimo, soprattutto in quell'ultimo periodo, perché poi vengo convocata. Questi eventi avvengono praticamente subito prima della convocazione. Qualche giorno prima succedono queste cose, precipita tutto, vengo convocata dall'antimafia e inizio a capire. Lì inizio a capire che dietro tutte le mie pressioni politiche c'era un disegno, che io non vedevo, anche perché considerate che lo stadio, quando ho deciso di farlo gestire al comune, l'ho aperto e chiuso per un mese da sola. Se avessi visto quello che adesso leggo dalle intercettazioni, non l'avrei mai fatto, perché per me è spaventoso quello che ho letto. Ci sono dei collegamenti molto forti. In quel caso, ero completamente ignara di quello che stava succedendo. Infatti, poiché non trovavo nessuna associazione che ci aiutasse – in quel periodo sembrava che non ci fosse nessuno per aprire questo stadio – considerata la mia decisione che lo stadio fosse del comune, sono andata dritta per la mia strada. Lo stadio è stato aperto da me la sera e la mattina per consentire alle associazioni che in quel momento si interfacciavano sul territorio di utilizzarlo. Non ha custodi, il comune. Noi abbiamo un grave deficit di personale. Siamo 140, ma dovremmo essere intorno ai 300. Tutto questo precipita poi nel periodo in cui c’è la convocazione dell'antimafia. Da subito, dal primo interrogatorio, capisco tutto sulla questione stadio. Mi rendo conto che c’è sulla questione stadio un disegno grave, che non avevo visto, e mi rendo conto anche di tante altre cose nei giorni successivi. Nei giorni successivi iniziano a uscire delle intercettazioni sui giornali, perché questo è un processo che è stato mediatico più che reale, più che dei fatti visti e sentiti. Mi rendo conto che c’è tutto un disegno anche nella scelta e nella nomina degli assessori. Avevo percepito delle pressioni, ma in quel momento era difficile capire se fossero pressioni politiche o meno, anche perché fare il processo dopo è molto più semplice. In quel momento mi sono ritrovata in una Pag. 8situazione in cui mi sono sentita realmente una persona autoritaria, un sindaco autoritario. Questa visione di Giovanni era condivisa anche da molti dei miei consiglieri, perché mi ero un po’ isolata e, secondo molti di loro, mi ero allontanata dai princìpi del movimento – forse avevo ragione, visti i risultati – che chiedono una condivisione nelle scelte. In quel caso non li ho rispettati e ho ritenuto di andare per la mia strada varie volte. Arriva poi la convocazione dalla magistratura antimafia, come ho detto, e arriva il secondo interrogatorio, in cui spiego anche tutte le pressioni e tutti gli episodi di Giovanni De Robbio. Li spiego tutti, compreso il terzo, che era già avvenuto. Spiego tutto per la seconda volta anche nel secondo interrogatorio. Nell'ultimo facciamo, invece, un excursus che coinvolge tutta la situazione, un po’ le scelte politiche, un po’ le pressioni politiche e un po’ soprattutto quello che ho percepito io. Fondamentalmente io non mi sentivo minacciata da Giovanni De Robbio. L'ho sempre considerato molto «guascone» – questa è la parola che veniva utilizzata – troppo esibizionista e anche eccessivamente ingerente nella scelta. Lui cercava di prevaricare costantemente, ma non si capiva mai quale fosse il confine della prevaricazione, anche perché si appoggiava spesso al meetup e all'ex candidato sindaco, che voleva anche diventare vicesindaco, tra l'altro. Questo comportava un confine estremamente labile. Già da luglio, quando ci sono state le pressioni per lo stadio, per me sono state gravissime, perché erano lontanissime non solo dalla concezione del movimento, ma anche da quella istituzionale. Il fatto che il sindaco dovesse incontrare degli imprenditori privati per la gestione dello stadio per me era una cosa grave e, infatti, ho chiesto già allora l'espulsione di Giovanni De Robbio. Questo non è avvenuto, però, perché non c'erano i motivi per tale espulsione. A dire, ovviamente, del direttorio, non c'erano i motivi per l'espulsione. Ci fu, sempre a luglio, una riunione, sempre per questa questione stadio, cui partecipò anche Roberto Fico. Anche lì ci furono delle discussioni, perché io ritenevo che, in quel caso, Giovanni De Robbio avesse completamente abbandonato non solo la linea del Movimento 5 Stelle, ma anche la linea istituzionale. La linea istituzionale non permette, lo ripeto, questo tipo di incontri al di fuori delle sedi istituzionali, tra l'altro con una linea politica già decisa, che era quella che lo stadio fosse affidato al comune, come poi abbiamo fatto. In quel caso, c’è stata la prima richiesta di espulsione. Queste sono sempre richieste verbali. Le altre richieste sono avvenute quando ci fu la riunione al comune per controllare mediaticamente la questione del plico che era finito sui giornali dopo che l'avevo portato ai carabinieri. Quella questione mediatica venne spenta con una riunione che facemmo, ci studiammo tutto con l'amministrativista ed era tutto in regola. Quindi, non è stato un «tutto a posto», come si è sentito dire in questi giorni in televisione. C’è stato uno studio sulla pratica e su tutto. Ci vedemmo tutti, anche con Roberto, cui io riferii vari episodi – solo due, però, perché in realtà se ne erano verificati solo due – relativi alla foto che mi era stata mostrata da Giovanni De Robbio. Anche in quel caso gli ridissi che, secondo me, Giovanni De Robbio doveva essere espulso. Non c'erano...
VITTORIO ZIZZA. (fuori microfono) Quando è successo ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Eravamo agli inizi di novembre. Non ho il cellulare, dove conservo vari messaggi. Li leggerete in questi giorni perché stanno uscendo tutti i vari messaggi WhatsApp. Quindi, chiedo di nuovo, in quel caso, l'espulsione. Vengo ascoltata, ma, in realtà, l'espulsione non parte mai e non viene mai detto: «Facciamo una richiesta specifica». L'espulsione viene di nuovo da me richiesta nel momento in cui faccio il primo interrogatorio con Woodcock. A quel punto, mi sembra ovvio che tutte le mie resistenze mentali nei confronti di questa Pag. 9persona avevano un valore. Questa persona, alla fine, si è dimostrata quello che uno poteva pensare unendo i puntini, ma non a quel livello, mai a quel livello. Oggettivamente l'avevo sempre tenuto a bada. Mi era sempre sembrato un personaggio un po’ fuori dalle righe, tale però da richiedere un'espulsione, perché quell'espulsione per me era fondamentale. Da subito l'ho detto sulla questione dello stadio, perché non si lavorava più con serenità. Lui era riuscito a farmi il vuoto politico con tutti, sia nel meetup, sia tra i consiglieri, per il mio essere decisionista. In realtà, non ero decisionista. Prendevo le decisioni che spettano fondamentalmente al sindaco. Il 6 novembre c’è stata questa riunione al comune in cui ho riferito delle due foto che mi erano state mostrate da Giovanni. Poi, quando vengo convocata dall'antimafia, spiego la questione e dal 25 novembre al giorno dell'espulsione si arriva al 14 dicembre. Sono passati ancora venti giorni. La motivazione dell'espulsione, ovviamente, è quella dell'indagine, ma viene fornita quella dello stadio. Secondo me, anche lì c’è stato un errore, perché ormai l'indagine era quasi pubblica. Non c'era la necessità di motivare la questione stadio, perché era decisamente una cosa vecchia, perché era successa a luglio. Secondo me, andava espulso a luglio, visto poi il risultato. Ci ritroviamo, quindi, con le varie intercettazioni telefoniche. Penso a quella in cui piango con il consigliere Alessandro Nicolais, quando ormai avevo capito, perché lì ho preso... Mi si è veramente squarciato il velo, perché ho capito tutto quello che era successo. Ho capito anche la gravità della situazione, che non mi è mai stata così chiara. Solo nel momento delle intercettazioni ho avuto la percezione di quello che, in realtà, ho anche rischiato. Inconsciamente, ho aperto questo stadio da sola alle dieci di sera, come se fosse la cosa più normale del mondo. Non mi sarei mai aspettata che dietro quelle pressioni politiche degli imprenditori privati ci fosse tutto questo. Non ho mai saputo, peraltro, i nomi degli imprenditori. Il fatto dell'intercettazione, quello che è uscito sui giornali, quello che è stato l'interrogatorio mi hanno molto destabilizzato, fino a portare a quella telefonata, in cui ho fatto un quadro chiaro della situazione. Mi sono resa conto di quello che mi era successo, perché quello che mi era successo era una cosa per me in quel momento gravissima. Dico una cosa in particolare: «Non posso andare avanti così, perché ho chiesto l'espulsione varie volte e questa espulsione non è arrivata. Domani mi dimetto – nell'intercettazione c’è tutto questo – perché non vado avanti con una persona del genere, che è soggetta a un procedimento antimafia. Non vado avanti con il mio governo della città». Poi l'espulsione arriva e il resto penso sia tutto sui giornali. Non c’è nient'altro. Poi c’è la questione Fradel. Nel 2011 il comune di Quarto sottoscrive una convenzione con la prefettura di Napoli, quale stazione unica appaltante con il compito di curare tutte le procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici. Con una delibera poi delle commissarie e con il potere di giunta municipale la commissione straordinaria approva il progetto esecutivo relativo al servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria. C’è un'unica offerta, che proviene dalla Costrame di Di Maso, una società cooperativa con la Fradel, che nel frattempo aveva ricevuto anche un'interdittiva antimafia, per cui aveva fatto ricorso al TAR e poi al Consiglio di Stato. Nel frattempo, è stata aggiudicataria del servizio appaltato per la durata di tre anni. Quindi, noi ci ritroviamo quest'ATI. Arrivano la Fradel e la Costrame. Si tratta di un'ATI.
CIRO FALANGA. (fuori microfono) Aveva l'interdittiva ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì. Aveva l'interdittiva ed era sotto processo. L'appalto era stato dato durante la gestione commissariale, come anche l'aggiudicazione e la consegna dei lavori. Era stato fatto tutto durante la gestione commissariale. Noi arriviamo quando è stato già fatto tutto e firmiamo il contratto. Dopodiché, arriva la sentenza del Consiglio Pag. 10di Stato. Cominciamo a sollecitare la prefettura perché ci invii la notifica dell'interdittiva, con cui possiamo fare la risoluzione e recedere da tale contratto. Prima siamo andati dal prefetto varie volte per capire come muoverci e chiedere il commissariamento, perché si trattava di un bene essenziale. Dopodiché, mettiamo per iscritto queste nostre richieste. Nel frattempo, c'era stato il recesso da parte della Fradel, ma si era costituita un'altra ATI. Io chiedo, a questo punto, al prefetto il commissariamento della Fradel con una delibera di giunta, la n. 300. Chiedo, in primis, il commissariamento della Fradel e, in subordine, la possibilità di subingresso della nuova società.
CIRO FALANGA. (fuori microfono) Non si è capito niente. Come facciamo le domande ?
LUIGI GAETTI. (fuori microfono) Io ho letto gli atti.
PRESIDENTE. Senatore, per cortesia.
CIRO FALANGA. (fuori microfono)
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Posso ripetere, non c’è problema.
CIRO FALANGA. (fuori microfono) No, per rispondere al collega, che dice che ha letto gli atti. Io gli atti li ho letti.
PRESIDENTE. Si può tacere o no ? Grazie. Prego, sindaco.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Lo spiega l'assessore, visto che si è occupata lei della questione. Avrei dovuto leggere, era quello il problema.
DONATELLA ALESSI, assessore agli affari legali e generali del comune di Quarto. Ripeto brevemente i passaggi. In ossequio a una convenzione stipulata dal comune di Quarto che prevede che gli appalti superiori a 250 mila euro vengano gestiti dalla prefettura quale stazione unica appaltante tramite il provveditorato alle opere pubbliche, il comune di Quarto affida alla stazione appaltante la gara per l'appalto della manutenzione della rete idrico-fognaria per la durata di tre anni. Vengono fatte tutte le opere di gara, ovviamente, tramite il provveditorato. A febbraio del 2015 viene dichiarata aggiudicataria l'ATI (Associazione temporanea di imprese) che si era costituita. L'ATI era composta dalla Fradel Costruzioni, società cooperativa, in qualità di capogruppo, dalla società Costrame di Di Maso, che invece era la mandante, e dalla società consortile Acqua Quarto, società cooperativa a responsabilità limitata, che a sua volta aveva assorbito cinque dipendenti del comune di Quarto. Tali dipendenti erano stati assorbiti con un passaggio di cantiere dalla vecchia società Quarto Multiservizi, che era una società partecipata del comune. Viene aggiudicata la gara e vengono consegnati i lavori a febbraio del 2015. La prima interdittiva la Fradel l'ha avuta il 20 gennaio 2014, ragion per cui la prefettura era chiaramente a conoscenza della misura interdittiva. La stazione unica appaltante appalta la gara. Questa aggiudicazione viene fatta dalla stazione unica appaltante. Il RUP (Responsabile unico del procedimento) del comune di Quarto consegna i lavori a febbraio e i lavori iniziano. Stiamo parlando dei lavori di una gestione di un appalto che riguarda un servizio essenziale per il comune di Quarto, ossia manutenzione idrico-fognaria e recupero di canoni idrici, che nel comune di Quarto costituiscono un buco di circa 5 milioni di euro, attraverso l'installazione dei contatori per le abitazioni. Nel comune di Quarto ci sono moltissimi contatori generali, sotto i quali sono attaccati centinaia di subcontatori. Questa società si doveva occupare della sistemazione di tutta questa questione e, quindi, non soltanto dell'appalto della rete idrico-fognaria, che già di per sé è un servizio importantissimo, perché differentemente si andrebbe avanti con le somme urgenze, nelle pieghe delle quali sappiamo tutti che cosa si può nascondere, senza contare l'emorragia di soldi pubblici. Dall'altra parte, l'utilità di questo appalto mirava anche al recupero Pag. 11delle entrate derivanti dai proventi idrici. Il contratto, quindi, viene affidato e i lavori iniziano. L'unico atto che viene fatto a seguito dell'insediamento della nuova amministrazione è semplicemente la sottoscrizione del contratto, che interviene il 27 agosto 2015. Nelle more, come tutti sappiamo, viene emessa la sentenza del Consiglio di Stato, che ripristina la misura interdittiva che invece preventivamente era stata sospesa dal TAR a seguito del ricorso, peraltro, fatto dal Ministero all'interno e, quindi, dalla prefettura. Questa interdittiva non è stata comunicata al comune di Quarto se non il 19 novembre 2015. Dal 19 novembre 2015 inizia una serie di contatti con la prefettura perché il comune di Quarto, a fronte dell'esigenza di garantire questo servizio, deve capire come deve muoversi nel miglior modo possibile per non pregiudicare, ovviamente, il servizio reso ai cittadini. Il sindaco, insieme al segretario generale e forse anche al caposettore, si reca a parlare col prefetto di Napoli per capire quali provvedimenti intraprendere. Si discute della possibilità di commissariare il servizio. Sapete meglio di me che esiste l'altra possibilità, prevista dall'articolo 32 del codice degli appalti, per cui, laddove un'impresa costituita in ATI o comunque un'impresa affidataria di un appalto pubblico venga colpita da una misura interdittiva, è consentita la possibilità del subingresso di un'altra società. A questo punto, la giunta comunale emana una delibera, la n. 300 del 22 dicembre 2015, sulla quale pure se ne sono dette di ogni tipo, con la quale la giunta comunale chiede al prefetto di Napoli di valutare se sussistano i presupposti per commissariare l'appalto della manutenzione della rete idrico-fognaria e solo in via subordinata. È inutile che lo dica a voi: i presupposti sono stringenti, nel senso che possono essere riscontrati soltanto se si tratta di un servizio essenziale, soltanto se non è possibile la sostituzione, soltanto se non è possibile indire a breve una nuova gara. Esiste tutta una serie di requisiti. Quindi, facciamo questa delibera. A seguito di questa delibera la prefettura ci convoca venerdì scorso in una conferenza dei servizi alla quale presenziamo come comune di Quarto. Il provveditorato alle opere pubbliche non è presente. È presente l'ispettorato del lavoro ed è presente, chiaramente, il prefetto. In questa sede viene invitata la Fradel a fornire delle memorie, che pervengono a firma dell'avvocato Migliarotti, l'avvocato che la difende. Un passaggio intermedio consiste nel fatto che, nelle more, la Fradel comunica al comune di Quarto che è uscita dall'ATI e che potrebbe esservi il subingresso di questa nuova società, ma il comune di Quarto non fa nulla, perché aspetta di andare alla conferenza dei servizi e capire le intenzioni della prefettura. Tutte le comunicazioni che pervengono dalla Fradel rimangono, quindi, prive di riscontro. Il comune non dice: «Va bene» o «Non va bene», ma si interfaccia soltanto con la prefettura. Nella sede della conferenza dei servizi viene stilato un verbale. Ieri sera il prefetto di Napoli ci manda la misura con la quale viene stabilito il commissariamento dell'appalto per la durata di dodici mesi. Abbiamo chiesto il tempo massimo perché, tra una cosa e l'altra, l'affidamento di questo appalto tramite il provveditorato ha richiesto come tempo quattordici mesi. Abbiamo chiesto, quindi, il commissariamento nella misura temporale massima che ci consenta di fare un nuovo appalto e ci traghetti verso il nuovo appalto, considerato sempre che si tratta di un servizio essenziale per i cittadini di Quarto e anche per le casse comunali.
DONATELLA ALESSI, assessore agli affari legali e generali del comune di Quarto. È stato nominato un Commissario ad acta, dal prefetto chiaramente, e deve gestire il contratto nella misura ordinaria per la durata di dodici mesi.
PRESIDENTE. Va bene. Procediamo sul resto, signor sindaco.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Dei capisettore ho già spiegato. La mia ottica nello scegliere i capisettore è stata, oltre a quella meritocratica, quella di Pag. 12scegliere persone lontane dal territorio, non legate al territorio. Uso sempre questo termine, che può sembrare un'accezione negativa. Non lo è quasi mai, ma fondamentalmente la linea è questa. Non dobbiamo dimenticare che siamo un comune piccolo, dove si conoscono tutti. Ho cercato di evitare che il controllore e il controllato fossero la stessa persona o che si conoscessero. Un'altra cosa che ho tentato di fare velocemente riguarda tutti i regolamenti.
LUCREZIA RICCHIUTI. (fuori microfono) Mi scusi, può spiegare chi sono i capisettore ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Noi non abbiamo i dirigenti. Siamo un comune piccolo. Abbiamo i capisettore. Alcuni non venivano cambiati da vent'anni. Si erano formati dei piccoli centri di potere. Quello che abbiamo fatto subito è stato spostare e cambiare i capisettore, proprio per evitare quello che succede in molte amministrazioni, ossia che si creino, con un radicamento delle posizioni, dei piccoli poteri. Abbiamo fatto questi piccoli spostamenti e stiamo continuando a farli. Abbiamo anche cercato di regolamentare tutto il comune di Quarto, perché il comune di Quarto non aveva regolamenti. Era quasi discrezionale in tutti i suoi aspetti. Questo porta e ha portato – ci sono i vecchi commissariamenti che parlano chiaro – a una grande discrezionalità da parte di coloro che lavoravano nel comune di Quarto, che si sono rapportati con il cittadino. Il cittadino diventava inerme nei confronti dei dipendenti, che potevano, senza regolamenti che fossero cogenti, spaziare nella più grande discrezionalità. Questo è un lavoro che abbiamo fatto e che stiamo cercando di fare il più velocemente possibile per dare una veste chiara a tutta la struttura del comune. Abbiamo fatto anche il regolamento delle associazioni sportive, che ci ha consentito di realizzare questo progetto, che io trovo bellissimo, ossia quello di praticare questo sport sociale, in cui tutte le strutture, come ho spiegato prima, sia lo stadio, sia le palestre, sia la tensostruttura – stiamo costruendo anche un'altra struttura con un altro campo da basket e un campo da pallavolo – verranno gestite dal comune. Le associazioni faranno insieme al comune un calendario per utilizzarle, avranno degli sconti se si interfacceranno con i servizi sociali del comune e prenderanno dei ragazzi disagiati e dovranno mantenere la loro tariffa molto bassa per consentire a tutte le persone che sono sul territorio di poter far fare sport ai ragazzi. Il comune, essendo l'unico gestore in questo caso, potrà avere delle tariffe molto basse, cosa che ovviamente con i privati non sarebbe successa. Le risposte alle domande dovrebbero essere esaurite.
PRESIDENTE. Le mie non erano domande. Erano punti sui quali credevo che la Commissione dovesse avere una sua informazione diretta. Se il sindaco ritiene di non dover aggiungere altro in questa fase, passiamo alle domande e ci saranno ulteriori approfondimenti.
Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
FRANCO MIRABELLI. Grazie, presidente. Grazie, sindaco. Faccio una brevissima premessa, come ha fatto il presidente, condividendola. Anch'io condivido molto il fatto che siamo qui ad affrontare una questione delicata per un comune importante, sapendo che abbiamo sempre cercato di evitare e di impedire che l'antimafia fosse utilizzata come uno strumento di lotta politica, come una clava, ma anche che il tentativo deve essere quello di costruire anche in questa Commissione un impegno comune contro la criminalità organizzata, e sapendo anche che i rischi di infiltrazione della criminalità organizzata ci sono ovunque, in ogni schieramento politico, in ogni località e in ogni area di questo Paese. Purtroppo, l'esperienza di questi anni mi fa e ci fa dire questo. Voglio anche ribadire che quest'audizione non è un'eccezione. Mi pare che sia giusto mettere a verbale che Pag. 13è una prassi di questa Commissione. Abbiamo ascoltato diversi sindaci non indagati per chiarire le responsabilità politiche. Non è compito nostro definire le responsabilità di altro tipo, se non le responsabilità politiche delle vicende che segnano le infiltrazioni della criminalità organizzata negli enti locali e nella politica. Le faccio poche domande, ma devo dirle che sono colpito da un punto, che ho ritrovato anche nella sua ricostruzione. Se ascoltiamo queste ricostruzioni, che le questioni poste siano materia per l'antimafia appare una cosa casuale, nel senso che in un posto come Quarto, sciolto due volte per infiltrazioni mafiose, sembra che questa questione della camorra sia sullo sfondo. La domanda che le faccio è la seguente. Ho letto i messaggi WhatsApp e le diverse intercettazioni. Lei già da agosto dice «Ci sono squali in giacca e cravatta», «L'hanno mandato a tirarmi per la giacca». Lei stessa dice che si era accorta da tempo che c'era il tentativo di condizionare l'attività dell'amministrazione: «De Robbio vuole mettere mano all'ufficio tecnico». Il 9 novembre dice al marito: «Mi ha ricattato. Sono ricattata». È possibile che non ci fosse in lei, nei suoi collaboratori, nei livelli più alti, il dubbio o il sospetto che ci potesse essere la camorra dietro tutto questo, in un comune come Quarto ? Non c'era il sospetto che in un comune come Quarto, di 40 mila abitanti, quando un consigliere prende 900 voti di preferenza, ci potesse essere un intervento della criminalità organizzata ? Penso che il fatto che non ci si sia fatta questa domanda sia un problema. Guardi, lo dico con chiarezza. È un problema. Non ritengo credibile che lei non abbia mai pensato a questo o che altri non abbiano mai pensato a questo. A fronte di questo, l'altra domanda che le faccio è perché nessuno abbia pensato prima dell'intervento della magistratura a fare qualcosa. È una domanda che faccio a lei e, dopo quest'audizione, è una domanda che chiederò di poter fare in questa sede anche all'onorevole Fico. Se è vero che, di fronte alla sua prima richiesta di espulsione per queste ragioni, come ci ha appena detto, c’è stato un diniego dell'espulsione, credo che ci si debba spiegare la ragione per cui si è fatta questa scelta. Lo dico – ripeto – senza alcuna strumentalità, ma noi abbiamo bisogno di capire perché si sono fatte delle scelte e anche perché si sono fatti degli errori. Abbiamo bisogno di capire quali sono le responsabilità politiche. Concludo facendole un'altra domanda. Lei non ne ha parlato, ma io credo che c'entri con questa indagine. Vorrei sapere perché lei è stata espulsa. All'onorevole Fico, o al Movimento, credo che dovremmo chiedere anche perché De Robbio sia stato espulso e si sia usata una motivazione, come ci ha appena spiegato anche lei, diversa da quella reale. È stato espulso sapendo che c'era l'indagine, ma è stato raccontato che c'erano ragioni disciplinari legate ad altre vicende. A me, però, piacerebbe anche sapere perché è stata espulsa lei, perché, francamente, in tutta questa vicenda questa è una delle questioni che si capiscono meno.
LUIGI GAETTI. Prendendo spunto dalla sua esposizione e visto che alcuni colleghi non hanno avuto modo e tempo di studiare gli atti, mi permetto di fare un piccolo riassunto, perché le date sono molto importanti. Il tutto è incominciato in maniera pubblica il 23 dicembre, quando viene pubblicata la notizia della perquisizione di De Robbio e si viene a sapere che lei era stata sentita il 21 e 22 dicembre, fornendo due versioni non completamente combacianti, tant’è vero che nella seconda, quella del 22 dicembre, lei parla «di ricatto» e dice: «Ho percepito fino in fondo la sua intimidazione». Ricordo che queste due interrogazioni non sono state le prime, in quanto lei era già stata sentita il 24 novembre 2015 e anche in quella fase non aveva segnalato alcun riferimento alla sua pressione. Ricordo anche che il 30 dicembre su Fanpage.it nega le pressioni, smontando quanto dichiarato nel suo terzo interrogatorio, concetto che viene poi ribadito anche nel video del 10 giugno 2016 su Facebook. Ricordo che il 15 ottobre De Robbio le fa vedere una fotografia dell'abuso edilizio, a Pag. 14casa di suo marito, dichiarandosi preoccupato per lo scandalo che ne potrebbe conseguire. Il 30 ottobre lei riceve un plico con documenti che trattano dell'abuso edilizio e subito dopo lo porta ai carabinieri perché si faccia chiarezza. Dopodiché, ribadendo che il 24 novembre è stata sentita come informata dei fatti dal PM, non riferisce ancora nulla. Il 1o dicembre lei vede Fico, gli riferisce dell'interrogatorio e delle domande su De Robbio e da lì incomincia la procedura di espulsione, in quanto si rende conto che non si tratta solo di pressioni politiche, ma che ci potrebbe essere qualcosa di più. La cosa più interessante, quindi, è che De Robbio viene espulso il 14 dicembre, mentre le notizie di stampa sono del 23 dicembre, ben dieci giorni dopo. L'11 gennaio si viene a sapere dalle intercettazioni che il 9 novembre lei ha mandato un messaggio al marito dicendo: «Poi ti dico come mi ha ricattato De Robbio». Vorremmo sapere se c’è stato questo ricatto o no, anche perché quel 14 gennaio, risentita dai PM, lei dice: «Confermo che De Robbio non mi fece esplicite minacce». Qui appare evidente che ci sono diverse discrepanze – lasciamo stare qualche imprecisione sui tempi e sui modi – proprio sul fatto che lei dice cose diverse. Vorremmo capire fino in fondo qual è la sua situazione. Un'altra considerazione che mi permetto di fare è se crede che si possa combattere la camorra non dicendo la verità alla magistratura e, quindi, non coinvolgendola. A questo punto, mi si permetta una chiosa, presidente. Com’è stato detto anche in ufficio di presidenza, avremo modo di sviluppare e di sentire altri comuni e altri sindaci, per avere altre informazioni. A questo punto, allora, anche noi, come Gruppo del Movimento 5 Stelle, chiederemo che, per esempio, su Brescello si possa sentire l'onorevole Delrio, in quanto riteniamo che nella zona abbia un certo peso e che sia andato a Cutro prima della campagna elettorale. Ancora, chiederemmo di audire per altre situazioni anche l'onorevole Faraone, che, secondo l'informativa dei carabinieri, è andato a casa del boss Pizzuto a Palermo per richiedere un sostegno elettorale. A questo punto, avremo modo di chiedere anche noi l'audizione di persone che non hanno mai chiarito fino in fondo la loro posizione.
PRESIDENTE. Senatore, ricordo a tutti che in questa sede si possono formulare le richieste di audizione, ma che poi le decisioni le prendiamo tutti insieme nell'ufficio di presidenza.
MARCO DI LELLO. Stadio, urbanistica ed edilizia sono i tre punti affrontati nel decreto di scioglimento del comune di Quarto nel 2012. Con altri colleghi abbiamo fatto visita in più occasioni alla commissione prefettizia. Sul punto mi sembra che ci fossero idee molto chiare su come fosse necessario avviare un'assoluta discontinuità. Volevo chiedere alla sindaca se non le viene il dubbio che le sue scelte di revoca della gestione dello stadio alla «Nuova Quarto Calcio per la legalità» e dello schema di PUC che era stato adottato dalla commissione e soprattutto il tema del condono, che ora affronto più specificamente, potessero andare nella direzione contraria a quella di un ripristino della legalità e di rottura di ogni legame con la criminalità organizzata accertate dal Ministero dell'interno in quegli anni. Sul tema del condono – siamo ancora in attesa di una risposta a un'interrogazione – com’è noto, è giusto che anche la Commissione sia maggiormente informata sul punto, la Campania è la regione che ha avuto minori domande esitate per il condono del 2003. Ci fu, infatti, una legge regionale talmente tanto stringente da svuotare la possibilità di applicazione del condono. È una polemica che si trascina ancora adesso. Io rivendico con orgoglio quella scelta. Leggiamo che il candidato sindaco del meetup romano lascia per una questione edilizia. Mi domando se lei non abbia mai avuto alcun imbarazzo a candidarsi da sindaco, avendo la consapevolezza di vivere in un alloggio realizzato abusivamente, per quanto oggetto di condono. È evidente che all'epoca – se non sbaglio, c’è un cambio di destinazione d'uso – si trattava di un capannone, che Pag. 15è stato trasformato, poi me lo dirà meglio lei, in abitazione. È stato utilizzato il sottotetto, che non poteva essere utilizzato, perché il permesso a costruire non lo consentiva. Quindi, vive in un alloggio abusivo, per quanto poi leggo che sia stata esitata la richiesta di condono del 2013. A questo punto, mi viene un dubbio che vorrei mi fugasse: le risultano anomalie nella gestione dell'ufficio del condono edilizio in quegli anni, tanto da aver portato poi la commissione prefettizia a una rotazione dei dirigenti funzionari di quel settore ? Ancora, vorrei sapere quante domande – mi viene il dubbio; lei è il sindaco – di condono sono ancora giacenti e non esitate, in modo da capire a che velocità va il comune di Quarto nell'esitare le domande di condono edilizio. Lo dico, come dicevo prima, nella consapevolezza assolutamente acquisita che stadio, urbanistica ed edilizia erano e sono – ahimè – i punti di maggiore interesse della criminalità organizzata, come, d'altra parte, appena testimoniatoci dalla sindaca. In un clima di assoluto rispetto istituzionale e facendo mia la premessa della presidente, aggiungo solo una nota: spero che da questa storia si impari che, a furia di evocare l'assoluta purezza, poi si rischia l'epurazione.
SALVATORE TORRISI. Mi ritrovo nelle considerazioni di tipo generale che hanno fatto il presidente e anche alcuni colleghi. Ritengo che il tema della selezione della classe dirigente oggi e quello della partecipazione alla vita politica siano temi importanti, che le forze politiche devono avere la capacità di affrontare in modo nuovo, secondo me. Il rischio di infiltrazione mafiosa si presenta sempre più frequentemente e vedo che colpisce anche forze politiche che sul tema della legalità e della qualità della loro classe dirigente hanno costruito, facendone un punto forte, il loro impegno politico. Mi incuriosisce molto com’è avvenuta la selezione dei candidati nella lista del Movimento 5 Stelle nel passaggio delle elezioni amministrative. Mi pare di capire che al centro della vicenda ci sia questo candidato, che è stato il più votato, De Robbio, il quale è indagato per voto di scambio di tipo mafioso. Avrebbe avuto il sostegno di soggetti vicini alla camorra. In un comune in cui già per ben due volte si era arrivati allo scioglimento per infiltrazione camorristica chiedo al sindaco, che è stato il responsabile di quella campagna elettorale – immagino una campagna elettorale in cui le attenzioni rispetto al rischio di infiltrazione mafiosa siano state più grandi rispetto a quelle che normalmente debbono essere attuate – come questo De Robbio sia arrivato al Movimento. Come è stato selezionato ? Nel corso della campagna elettorale in quella città – De Robbio risulterebbe aver avuto sostegni elettorali da ambienti camorristici – lei ha percepito che ambienti che si rifacevano, che erano vicini, che erano «collusi» con la camorra sostenevano il Movimento 5 Stelle e la sua candidatura ? Di questo tale Cesarano, il soggetto che viene indicato come vicino ad ambienti camorristici e che avrebbe sostenuto questo De Robbio, nel corso della campagna elettorale era visibile una partecipazione alla stessa ? Ha assunto iniziative, ha organizzato incontri e manifestazioni politiche ? Sindaco, lei ha detto che sin dal mese di luglio ha avuto sollecitazioni da parte di De Robbio su interferenze nelle attività amministrative del suo comune e ha percepito che De Robbio era portatore di interessi che lei ha considerato non di tipo chiaro, non di tipo pulito, vorrei dire forse illecito. Di questi fatti sembrerebbe che lei all'interno del direttorio, del Movimento – non so come sia organizzato – abbia parlato e che non abbia ottenuto una risposta positiva rispetto alla sua richiesta di allontanamento del De Robbio. Le chiedo di essere un po’ più precisa su quello che è accaduto quando ha segnalato questi fatti, che credo siano abbastanza gravi. Ha fatto riferimento al fatto che attorno alla vicenda dello stadio, che è stata la prima vicenda amministrativa in cui ha subìto un tentativo di interferenza di De Robbio, ruotavano alcuni imprenditori che lei ha giudicato poco buoni, tant’è che poi, quando è venuta fuori la vicenda, si è preoccupata, Pag. 16ricordando che andava lì anche di sera ad aprire lo stadio. Si è preoccupata per le implicazioni della presenza di questi soggetti. Sostanzialmente nel dibattito interno ha manifestato che, a suo giudizio, c'era il rischio di un'infiltrazione, di una sollecitazione nell'attività amministrativa che veniva da ambienti camorristici ?
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Anch'io mi associo in parte alle domande che sono state già anticipate dagli altri colleghi. Al sindaco noi chiediamo di chiarire meglio le motivazioni per le quali non ha ritenuto subito di rivolgersi all'autorità giudiziaria quando ha percepito che nei suoi confronti era in atto qualcosa che andava un po’ oltre le pressioni. Lei qui oggi ha raccontato una versione un po’ più edulcorata rispetto a quella che noi abbiamo letto in termini di anticipazione sui giornali, o comunque di spezzoni di intercettazioni o di messaggi, in cui invece, più che di pressioni, si evinceva chiaramente la sensazione che lei si sentisse minacciata. È molto poco credibile ritenere che si arrivi a chiedere l'espulsione dal proprio movimento, dal proprio partito, di un consigliere comunale solo perché chiede di avere un maggiore peso politico nelle decisioni del sindaco. Chi fa politica sa perfettamente che il ruolo dei consiglieri comunali, soprattutto del partito del sindaco, è anche quello di essere coinvolti nelle decisioni dell'amministrazione, fermi restando i ruoli diversi. È poco credibile che lei abbia addirittura chiesto l'espulsione del consigliere solo perché il consigliere voleva essere ascoltato e voleva essere coinvolto nella scelta degli assessori. È evidente che chiedeva l'espulsione perché era accaduto dell'altro. Le chiediamo di chiarire un po’ meglio – questo è anche l'aspetto che credo interessi maggiormente la Commissione – per capire che cosa realmente ha comunicato al direttorio, chi erano le persone presenti nel direttorio del suo partito e perché non è stata ascoltata. Perché i componenti del suo partito non si sono rivolti all'autorità giudiziaria, perché non l'hanno protetta, perché non l'hanno supportata ma, viceversa, hanno ritenuto di espellere il consigliere comunale solo quando si è avuta la notizia che era effettivamente indagato ? Questa è una vicenda incredibile, nella quale il processo mediatico a cui lei faceva riferimento, che noi assolutamente deprechiamo, in qualche modo l'ha salvata da un partito che non la supportava in una vicenda che era rimasta tutta interna al suo partito, a Quarto. Nulla trapelava di presunti ricatti, di pressioni politiche, di appalti non revocati nonostante la decisione del Consiglio di Stato. Non si capisce perché un sindaco di un comune così importante dal punto di vista della lotta alla camorra non ritenga, dopo la decisione del Consiglio di Stato, di intervenire immediatamente, revocando l'appalto e, invece, decida di aspettare la riunione della conferenza dei servizi. Perché non alza il telefono e chiama il prefetto ? I parlamentari sindaci hanno costantemente rapporti con le istituzioni a livello locale. Le chiedo se può chiarire un po’ meglio tutta questa dinamica, che – capisco – magari nella concitazione del racconto in qualche modo ha sintetizzato. Certo è che in questa vicenda emerge che chi si fa paladino della lotta alle mafie, alla criminalità, alla camorra, se poi nel suo privato non assume comportamenti assolutamente in linea con quello che sbandiera, rischia di essere stritolato da tutto questo. Certamente la domanda politica che a noi interessa anche comprendere è perché lei sia stata espulsa dal Movimento 5 Stelle. Se è veramente la paladina della lotta alla camorra nel suo comune, perché il suo partito, anziché proteggere lei, ha preso le distanze dal suo operato ? Ci spieghi meglio questa dinamica e questa vicenda, perché non l'abbiamo ben compresa.
VITTORIO ZIZZA. Durante la relazione che ha fatto il sindaco ha parlato anche di pressioni avute da questo consigliere comunale nella scelta degli assessori. La domanda che le faccio è la seguente: quando lei ha scelto gli assessori, li ha scelti liberamente oppure su questa scelta si consigliava con il suo partito e, quindi, ha riferito al suo partito anche delle Pag. 17pressioni che aveva da questo consigliere comunale ? L'altra domanda che volevo farle è se nel suo ufficio lei aveva una sala registrazioni ? Prima ha detto che intendeva portare questo consigliere nel suo ufficio per poterlo registrare. Aggiungo un'altra domanda. Quando lei ha ricevuto l'esposto o questo consigliere la minacciava già sull'eventuale abusivismo della casa di suo suocero, invece di andare direttamente ai carabinieri quando c’è stato l'esposto, avrebbe potuto accertarlo direttamente come sindaco, tramite il caposettore dell'ufficio urbanistica. Avrebbe potuto chiamare il dirigente del suo ufficio e verificare se per l'abitazione di cui si parlava – prima dell'esposto c’è già stato questo ricatto – questo abusivismo ci fosse o meno. È chiaro che un sindaco che è nuovo eletto nella scelta manca anche di un po’ di esperienza. Al di là di tutto, bisogna anche darle questa motivazione in molte delle sue scelte. Immagino che in una giunta nuova, formata con consiglieri mai eletti, ci siano delle difficoltà normali in un comune così difficile. Riassumendo, la domanda più importante è capire come ha scelto gli assessori, se li ha scelti in collaborazione con il cosiddetto direttorio e, se sono stati scelti con il direttorio, se lei ha detto già dall'epoca della scelta degli assessori di essere minacciata.
CLAUDIO FAVA. Signor sindaco, credo che il punto che ci riguarda sia questa esile distinzione tra pressioni e ricatto, sia dal punto di vista del codice penale, sia dal punto di vista politico. La mia sensazione è che lei usi l'immagine della pressione o evochi la brutalità del ricatto a seconda del suo interlocutore: è molto più diretta quando gli interlocutori sono molto meno istituzionali e molto più attenta quando di fronte a lei ci sono interlocutori istituzionali, come magistrati e Commissione antimafia. Tra le letture di questi giorni c’è, per esempio, un messaggio che manda a suo marito il 9 novembre alle 13.22: «Poi ti dico come mi ha ricattato De Robbio». Mi scusi, sindaco, le domande sono tante, ma in questo caso vorrei una risposta puntuale. Il 9 novembre lei usa la parola «ricatto» con la persona di cui si fida di più, presumo senza voler esagerare né voler attirare compassioni o preoccupazioni inutili. Ha parlato in questi termini in quei giorni del fatto che stava subendo un ricatto – non una pressione, ma un ricatto – ai dirigenti del suo partito e, se non l'ha fatto, con la magistratura ? Nel momento in cui evoca il tema del ricatto, perché non l'ha fatto ? Sempre a proposito del suo interrogatorio, racconta di quando De Robbio si presenta nel suo ufficio. Caccia via quelli che ci sono, chiude a chiave la porta e si presenta con un signore che lei inizialmente dice di non sapere chi fosse, un geometra. Poi ricorda che si chiamava Giulio Intemerato. Lei dice: «Mi disse che il geometra aveva la mia foto nella sua cassaforte e che era una persona molto capace, alla quale forse andava data una consulenza, un incarico, una gestione amministrativa dei condoni edilizi». Poi aggiunge al magistrato: «Naturalmente, non mi fece alcuna pressione». A parte una pistola poggiata sulla scrivania, quando le viene detto che la foto di cui parliamo da mesi è in una cassaforte nelle mani di un geometra che le viene sollecitato per un'assunzione o per un contratto di consulenza, io questo lo chiamo ricatto. Il giudice valuterà sul piano penale, ma sul piano politico è questo. Perché lei, invece, continua anche con il magistrato a dire: «Nessuna pressione in quel momento ritenni di aver ricevuto» ? Passo all'ultimo punto, che è stato anticipato in parte da un collega. Lei ha parlato delle pressioni che sono arrivate per le scelte amministrative. «Ho sempre manifestato – leggo quello che ha dichiarato al magistrato – contrarietà a tale impostazione, nel senso che ritenevo che fosse il sindaco, che tra l'altro se ne assumeva anche la responsabilità, a dover decidere in piena autonomia». Magnifico. Poi aggiunge, nel corso dello stesso interrogatorio: «In particolare, ritenevo di dover sostituire l'assessore al bilancio e quello all'urbanistica. Ricordo che ne informai Roberto Fico, al quale chiesi di indicare due nominativi di assessori, o meglio quattro, dato che stavano per andare Pag. 18via anche l'assessore alle politiche sociali e quello agli eventi e allo spettacolo. Sapevo bene, infatti, che tutte le discussioni cessavano nel momento in cui la proposta proveniva da un componente del direttorio del Movimento 5 Stelle». Spieghi a noi, come non ha fatto in questo caso al magistrato, qual è il punto di coerenza che tiene insieme la sua prima affermazione perentoria e netta, ossia che il sindaco decide perché il sindaco ne risponde e quindi deve essere totalmente autonomo, e la seconda affermazione, ossia «Chiesi i nomi a un membro del direttorio, così non ci sarebbe stata alcuna discussione in consiglio comunale».
ANGELO ATTAGUILE. Sarò brevissimo, anche perché tante domande sono già state rivolte al sindaco dai miei colleghi. In base all'esperienza politica che posso avere, so che specialmente al Sud, quando si preparano le liste, ci si conosce, in modo particolare in una cittadina di 40 mila abitanti, grande ma non tanto da non conoscersi. Desideravo sapere com’è stata fatta la selezione, com’è stata preparata, chi era nel comitato direttivo nel preparare le liste e se, per cortesia, mi dice chi era il delegato che ha presentato la lista al comune. Quando si presenta la lista, c’è un delegato...
CIRO FALANGA. Sindaco, credo che ella avrà avuto modo di leggere alcune mie dichiarazioni anche sulla stampa. Io ho esaminato, studiato e guardato questo problema con assoluta obiettività, scevro da ogni sorta di interesse di natura politica. Vede, ci sono alcuni punti che vorrei che mi chiarisse, anche perché non è stata molto chiara proprio nell'esposizione del fatto. Come le faceva notare l'onorevole Di Lello, lo stadio aveva in essere una convenzione con un soggetto imprenditore privato. La scelta tra l'affidamento a un privato della gestione dello stadio e la gestione da parte del comune è una scelta squisitamente di natura politica, e non solo, ma anche di analisi economica. Le dico questo perché, da direttore generale di un grosso comune, triplo come numero di abitanti rispetto a Quarto, optai per l'affidamento all'imprenditore, previo un canone che veniva dato a me. Si sa, infatti, che, in relazione ai costi, le associazioni cui ella faceva riferimento dalle nostre parti prendono i soldi dai ragazzini che vanno nelle loro scuole (scuola di calcio e via elencando) e poi, ovviamente, non pagano lo stadio. C’è questa anomalia. Quando De Robbio le propone un imprenditore, le voleva presentare degli imprenditori, lei sostiene che non sapeva chi fossero questi imprenditori. Io mi sarei preoccupato se gli imprenditori fossero dei soggetti in qualche modo attenzionati, all'ombra di una legalità. Diversamente, che un consigliere comunale, peraltro il più votato del suo comune, le chieda di optare per una scelta piuttosto che per un'altra non capisco perché le abbia suscitato questi dubbi. Peraltro, lei ha detto che per questa pressione, che le è sembrata particolare, non l'ha fatto eleggere presidente del consiglio comunale. La composizione del consiglio comunale è uno dei primi atti dell'amministrazione. Quindi, prima ancora di comporre il suo organo consiliare, lei ha affrontato il problema dello stadio. Questo, per la verità, a me pare, se mi consente, un po’ singolare. Prima compongo l'amministrazione e l'organo e poi eventualmente adotto i provvedimenti che devo adottare. C’è un'altra questione che dovrebbe spiegarmi. Lei ha detto che la gestione della rete idrica era stata... Questo è di una gravità inaudita. Lei sa che l'articolo 32 del codice degli appalti prevede che, quando un'impresa è destinataria di un'interdittiva antimafia, la pubblica amministrazione deve immediatamente risolvere il contratto, salvo il caso, cui faceva cenno il suo assessore, in cui si tratti di un servizio di pubblica utilità e necessità improcrastinabile. Lei ha detto che questo appalto è stato aggiudicato dalla stazione unica appaltante presso la prefettura quando la ditta era già destinataria di un'interdittiva antimafia. Questo aspetto è di una gravità enorme. Mentre, per un verso, si dice che, nel momento in cui un'impresa che sta svolgendo delle attività nell'ambito di un contratto di appalto Pag. 19per un ente, se è destinataria di un'interdittiva antimafia, deve vedere risolto immediatamente ipso iure il contratto, lei mi ha detto, invece, poco fa una cosa diversa. Spero che la sua informazione non sia esatta, perché, se è esatta, qui ci sono delle cose allucinanti, che non investono più la sua persona. Parliamo della stazione unica appaltante presso la prefettura che affida i lavori a una società che ha partecipato alla gara e che, nelle more della partecipazione alla gara, riceve un'interdittiva antimafia, essa stessa o, se è in ATI, una delle società componenti dell'ATI. Questo lei lo deve chiarire, perché deve essere oggetto da parte nostra di approfondimento più specifico in questo senso. Peraltro, ha detto che l'interdittiva è del 2014, a meno che – questo vorrei che lo chiarisse; io cercavo di interromperla prima, mi perdoni, perché per me era importante capire questo – l'interdittiva non fosse stata sospesa dal tribunale amministrativo. Ecco perché cercavo di capire. Nel primo caso...
PRESIDENTE. Era stata sospesa.
CIRO FALANGA. Caro presidente, io sono abituato a capire le cose. Se a me si dice che aveva l'interdittiva ed è stata affidataria del comune e non mi si precisa che c’è...
PRESIDENTE. L'abbiamo chiarito. Andiamo avanti, senatore.
CIRO FALANGA. Va bene, l'abbiamo chiarito. Nelle more, successivamente, il Consiglio di Stato che cosa fa ? Revoca l'interdittiva o la conferma ?
PRESIDENTE. Il Consiglio di Stato la ripristina e da quel momento è commissariata. Ce l'hanno spiegato bene, però, senatore, questo passaggio è stato chiarito.
CIRO FALANGA. Che è stato commissariato l'abbiamo capito, ma tutta la storia non era chiara. Sindaco, in un'intercettazione telefonica con tale suo assessore o consigliere Aprile Concetta dice: «Vedi questi che cosa mi stanno facendo ?». Sostanzialmente lei parla di «questi», non di «questo», ossia De Robbio. Pare che De Robbio sia il capro espiatorio di tutta la vicenda, ma è bene forse capire se a fianco a De Robbio non ci fossero altri. Poiché nelle intercettazioni lei parla sempre di un numero più consistente di persone, sarebbe il caso di capire, tant’è che Aprile Concetta le assicura: «Io questi li faccio arrestare», espressione chiara in questa intercettazione. Come si fa a pensare di fare arrestare delle persone – non solo De Robbio, ma delle persone, ossia «questi» – se praticamente non si ha la conoscenza di fatti penalmente rilevanti ? C’è l'ultimo punto, sindaco, che attiene all'abuso edilizio. Lei sa benissimo che la questione del ricatto – chiamiamolo così – o comunque della preoccupazione che le si voleva incutere era dettata dal fatto che la pratica di condono edilizio per l'abitazione, prima iniziata da suo suocero, ma poi continuata da suo marito, con atti posti in essere dal suo coniuge, utilizzava la norma che prevedeva il condono del 2003. A parte le considerazioni del collega Di Lello sui limiti del condono, su cui non ci soffermiamo, il problema era che il ricatto, la pressione, la segnalazione che le veniva fatta – la chiami come vuole, a me non interessa molto – consisteva nel fatto che l'opera, che per la legge sul condono avrebbe dovuto essere completata a quella data del 2003, da questa foto, che si vede dall'alto, nel 2003 non era stata ancora completata. Questa era la pressione che le veniva fatta, sindaco, chiariamolo bene. Le si diceva: «Guarda, noi abbiamo la prova che nel 2003 la tua casa non era ancora ultimata». Pertanto, gli atti presentati, che accompagnavano l'istanza di condono, erano degli atti falsi, perché c'era stata l'affermazione che a quella data l'immobile era stato già realizzato e abitato. La foto presa dall'alto, sindaco, non poteva che provenire dall'ufficio tecnico. Se io voglio farle un ricatto, prendo un aeroplano e mi vado a fare la foto ? Lei ha parlato di foto. È chiaro che si tratta di quelle che si accompagnano e che sono in uso degli uffici tecnici. Il dubbio che tutto Pag. 20l'ufficio tecnico partecipasse a questa pressione sulla sua persona le è venuto o non le è venuto ? Questo è il punto. Chi sono gli altri di cui parla la Aprile ? Chi sono gli altri dell'ufficio tecnico ? Qui non c’è soltanto un De Robbio e basta, mi pare di capire.
ANDREA VECCHIO. Signor sindaco, lei ha detto che nell'organico del suo comune ci sono 140 dipendenti, mentre ce ne vorrebbero 300. Quanti abitanti conta il suo comune ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. (fuori microfono) Quarantamila.
ANDREA VECCHIO. Il plico che le è stato recapitato conteneva della documentazione sulla sua casa, cosiddetta abusiva. Io credo che quello che diceva il senatore Falanga sia corretto, è impreciso in un particolare, ossia che in tutta Italia tutte le pratiche di condono che sono state completate sono state completate molti, ma molti anni dopo la data di scadenza. Nel plico c'era un mittente ? Chi era il mittente ?
PRESIDENTE. Lo dice dopo.
ANDREA VECCHIO. Andiamo all'appalto della manutenzione. Qual era l'importo dell'appalto ? Qual è la data della gara ? Il contratto è stato fatto ad agosto 2015. La data della gara serve per capire quanto tempo ha impiegato l'ufficio unico degli appalti per darle i documenti per formalizzare il contratto. La data di emissione dell'interdittiva la conoscete ? L'interdittiva non è mai arrivata al comune ? Il comune non ne era a conoscenza ? Se non era stata inviata al comune, a chi era stata inviata ? Pongo un'ultima domanda, un poco leggera. Lei ha avuto precedenti esperienze politiche ? Si è mai occupata di politica prima di questa infausta avventura ?
MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, ho una domanda che può essere resa pubblica e un'altra per la quale chiedo di passare in seduta segreta. Quanto alla prima, sindaco, lei ha ricordato – anzi, per la verità l'ha ricordato la presidente nell'illustrazione della vicenda – che la sua è un'elezione anomala, perché nel momento della presentazione delle liste, proprio per una sua iniziativa, o di un'iniziativa del Movimento 5 Stelle, sono state escluse due coalizioni, non per firme false ma per un'irregolarità nell'autentica delle stesse. Intendo dire – se mi ascolta, sindaco, le ricordo quello che è accaduto, perché la riguarda direttamente – che sia la coalizione che faceva capo al Partito Democratico sia quella che faceva capo a Fratelli d'Italia sono state escluse per una vostra iniziativa, perché fu contestato che le firme erano state raccolte da un ufficiale di stato civile e non dal segretario. L'iniziativa vostra ha avuto ulteriore riscontro in sede di Consiglio di Stato. Il TAR aveva in un primo momento accettato le liste, ma il Consiglio di Stato, dopo un vostro intervento, si è pronunciato per l'esclusione delle stesse. La valutazione è semplice: lei ritiene di aver avuto la stessa attenzione che ha avuto nel momento della formulazione delle liste anche per quello che riguarda la formulazione della sua lista e una valutazione anche per quello che riguarda i consiglieri che sono stati eletti ? Sembra una domanda inopportuna, ma dà il segno di quella che è alla fine l'attenzione che la sua amministrazione ha posto successivamente all'elezione. Poi passo alla domanda per la quale chiedo la seduta segreta.
PRESIDENTE. Propongo di procedere in seduta segreta.
(Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica)
PRESIDENTE. Prego, sindaco, lei ha molte domande a cui rispondere.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Comincio subito dalla domanda su com’è avvenuta la composizione delle liste. Innanzitutto forse non è a tutti chiaro che io sono arrivata tre mesi prima delle elezioni, Pag. 21quindi la composizione delle liste è avvenuta tramite gli attivisti ed è stata fatta, per la maggior parte, da Francesco Romano, l'ex candidato sindaco. De Robbio è stato portato da Francesco Romano un anno prima nel nostro meetup e ha fatto l'attivista per un anno. Aveva i requisiti tipici che richiede il Movimento 5 Stelle, lavorava alla Capitaneria di porto, non aveva carichi pendenti. Ha fatto anche l'attivista per un anno, era l'amico del candidato sindaco – conosciuti entrambi sul territorio – e comunque non ha creato alcun tipo di problema, essendo anche una persona molto affabile. Cerco di procedere per argomenti. Per quanto riguarda, invece, l'esclusione delle liste, devo spiegare due cose, poiché la ricostruzione che è stata fatta prima non è chiara. Ci sono state delle liste che hanno presentato firme che sono state raccolte a Pozzuoli e non a Quarto; quindi, ci sono stati – credo – 3 mila quartesi che in pullman, come in gita, sono andati a Pozzuoli a firmare. Noi non abbiamo fatto nessun ricorso al TAR. Il ricorso al TAR è stato fatto dalla lista «Uniti per Quarto». Siccome noi abbiamo fatto il ricorso al TAR, non abbiamo fatto neanche il ricorso al Consiglio di Stato. Il ricorso al Consiglio di Stato è stato fatto dalla prefettura in primis, che ha impugnato la sentenza del TAR e noi siamo entrati in questo ricorso al Consiglio di Stato ad opponendum. Questo è stato il nostro percorso e abbiamo appoggiato la tesi della prefettura. Ecco, questo è un punto interessante, perché racchiude un po’ tutto: revoca della gestione stadio. Quando ci siamo insediati, la gestione stadio inizia subito perché c'era una convenzione che era stata fatta proprio nel periodo in cui c'era una vacatio amministrativa, non c'erano né le commissarie né la nuova amministrazione. Questa convenzione ne ricalca una precedente che già non era adempiuta, quindi lo stadio era affidato a questa società antiracket, che era anche un'associazione, con una sua squadra di calcio, che non aveva mai pagato, nella prima convenzione, i canoni, che non aveva fatto mai l'ordinaria manutenzione per lo stadio e che non aveva adempiuto a nulla di quello che era stato stabilito nella convenzione. Neanche le utenze erano state pagate e infatti poi ci siamo ritrovati con un debito enorme. Questa convenzione era già di per sé nulla, ma ne viene fatta un'altra, durante il periodo di vacatio amministrativa, in cui non ci eravamo ancora insediati e c'erano soltanto i dirigenti, anzi da noi sono i caposettori. Ne viene fatta un'altra in cui viene riconfermato quel canone, che è già bassissimo, e comunque non viene adempiuta. A quel punto noi chiediamo la risoluzione della convenzione e facciamo la messa in mora. Prima chiediamo ovviamente che vengano pagati tutti i canoni e comunque venga fatta l'ordinaria manutenzione. Poiché questo non viene fatto, chiediamo la risoluzione e facciamo... Devo far capire chiaramente che c’è una differenziazione tra quello che è l'associazione e la squadra, che come progetto può essere portato avanti a prescindere, perché l'associazione poteva comunque, a prescindere, interfacciarsi con tutte le altre associazioni e iscrivere la propria squadra al campionato, e quello che è la società, che era in uno stato fallimentare, che doveva essere affidata, nelle sue quote societarie, a un privato, ed erano questioni esclusive della gestione della società in cui il comune non doveva entrare. Quindi, anche in questo caso parliamo di privati con cui non mi sono voluta interfacciare. Questo deve essere chiaro perché l'associazione antiracket è una cosa e la società, che era fallimentare e non pagava le quote, è un'altra. Quindi, la gestione stadio viene portata avanti dal comune; viene fatta la risoluzione della convenzione e il comune diventa unico gestore dello stadio. Il comune gestisce lo stadio attraverso l'albo di tutte le associazioni presenti sul territorio che si rivolgono a ragazzi che vogliono iscriversi a queste scuole di calcio, alle associazioni presenti sul territorio. L'unico gestore, appunto il comune, chiede innanzitutto delle quote che siano basse, che si mantengano entro determinati limiti, e chiede alle associazioni di interfacciarsi con i nostri servizi sociali. Quindi, non sono loro che devono prendere dei ragazzini Pag. 22disagiati – questo è un passaggio fondamentale – ma loro si devono interfacciare con i nostri servizi sociali e siamo noi che dobbiamo segnalare i casi. Ciò al fine di evitare quello che di solito succede, cioè che i casi li gestiscono loro e se li inventano. Quando si interfacciano, avranno uno sconto successivo che consentirà loro di utilizzare lo stadio, le palestre e le altre infrastrutture sportive che stiamo creando sul territorio, con prezzi ovviamente più bassi. Passiamo ora alla revoca della delibera n. 90. Innanzitutto spieghiamo a che stadio è il nostro PUC (Piano urbanistico comunale): il nostro PUC è un preliminare, quindi è la fotografia dei luoghi che sono presenti sul territorio di Quarto. Noi arriviamo con un PUC fatto dalle commissarie, quindi con uno studio preliminare che consente di iniziare... Siamo proprio agli inizi, minimo serviranno due anni per redigere il PUC. Comunque, vi è questo studio, sta per essere pubblicata questa fotografia che indica lo stato dei luoghi del territorio. Viene revocata questa delibera di pubblicazione perché appena insediati l'assessore ovviamente ritiene di dovere capire il lavoro che era stato svolto, di doverlo leggere, di doverci informare di quello che era successo e di dover coinvolgere tutto l'ufficio di piano con varie riunioni. Nel frattempo vengono fatte queste riunioni con l'ufficio di piano, viene invitata anche l'opposizione. Io stessa, che sono una persona estremamente sospettosa – penso che l'abbiate capito delle intercettazioni – chiedo varie riunioni, chiedo riunioni nell'aula consiliare e faccio un'altra cosa. Siccome noi veniamo da una gestione commissariale che ci ha lasciato, per fortuna, la possibilità di inserire dei sovraordinati che controllino determinati aspetti del nostro comune, chiedo che i due sovraordinati che erano stati già utilizzati dalle commissarie si inserissero nella nuova amministrazione e si occupassero sia del PUC che della questione dei condoni che si stava svolgendo in quel periodo. Chiedo inoltre che venga assegnato un quinto commissario – perché poi abbiamo chiesto anche per l'aspetto legale e per l'aspetto fiscale – che era sempre un soggetto che aveva gestito prima per le commissarie. Purtroppo il sovraordinato è a Ostia per un altro commissariamento e questo comporta ovviamente una nuova richiesta alla prefettura per avere un nuovo sovraordinato. Questa è la gestione della revoca della delibera 90, che viene nel frattempo studiata e strastudiata. Quello che noi notiamo è che nella delibera c’è un errore materiale per cui i numeri dei vani, invece di sommarsi, vengono sottratti. Quindi il numero dei vani che risulterebbe dopo la correzione dell'errore materiale è molto alto: 2.617. Ovviamente è un fabbisogno abitativo che, visto il calo demografico che ha investito Quarto negli ultimi anni, è eccessivo. Quello che noi avevamo cercato di togliere erano proprio queste tabelle. Si alza un polverone con l'opposizione. Quindi, siccome è un preliminare e fondamentalmente può essere oggetto di tutte le modifiche possibili – ci saranno le associazioni, ci sarà la sovraintendenza, ci saranno vari tavoli di lavoro, l'ufficio di piano – a quel punto lasciamo la delibera 90 e la ripubblichiamo così com'era, cioè pubblichiamo il PUC com'era stato stabilito dalle commissarie. Ciò per evitare più che altro polveroni politici, ma la correzione materiale comunque la facciamo in itinere, come mi sembra ovvio che avvenga. Sugli assessori lei mi ha fatto una domanda precisa. Quando io chiedo gli assessori da Roma, lo chiedo fondamentalmente per un motivo: perché ho sempre cercato di evitare dei legami con il territorio, quindi mi servivano delle persone completamente estranee a Quarto. Io lo ripeto: quello che non è chiaro è che io, invece, ho ben chiara la questione Quarto e i due scioglimenti per mafia, quindi non voglio nessuno che sia del territorio e gestisca dei settori delicati. Dunque, chiedo questo commissariamento e quando parlo di commissariamento chiedo «fateli venire dall'alto perché è importante che ci siano». È importante anche la data in cui chiedo questo, dal momento che è una data in cui già sono avvenute le prime questioni, quindi sono ancora più agitata. Pag. 23L'agitazione deriva da quello che sto scoprendo man mano. Ovviamente, nel frattempo, la condivisione assume giustamente un ruolo importante, perché c’è sempre questo mio indebolimento politico. Come diceva giustamente l'onorevole Prestigiacomo, sono pressioni politiche e tutti i consiglieri vorrebbero partecipare, non solo De Robbio, quindi io sono sempre più isolata perché la condivisione esiste. Io però non volevo condividere perché non voglio persone del territorio. Volevo il commissariamento per avere persone che venissero direttamente da Roma o che fossero di Napoli, comunque lontane da Quarto. Questa è stata la mia linea politica su tutta la gestione amministrativa che ho effettuato.
VITTORIO ZIZZA. Per capire, lei riferiva al direttorio delle pressioni che aveva nella scelta degli assessori, sì o no ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì, questo l'ho riferito.
GIULIA SARTI. (fuori microfono) Quando ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Solo alla fine. La prima scelta è stata fatta abbastanza liberamente, perché è avvenuta all'inizio, cioè siamo parlando del periodo di luglio. C'era il rimpasto che dovevo fare a dicembre, che avevo comunque deciso, a prescindere; poi è sembrato coincidere con tutto quello che è successo, ma in realtà era comunque stato già deciso il rimpasto.
VITTORIO ZIZZA. Lei aveva riferito che in quel momento veniva ricattata nella scelta degli assessori.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. No, ricattata nella scelta degli assessori no, perché...
PRESIDENTE. Senatore, evitiamo le interruzioni. Se mi chiede la parola gliela do. Non può interrompere continuamente.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Se il termine del ricatto fosse tra l'altro il plico e tutto il resto, era già uscito a ottobre. Siamo proprio fuori termine, insomma non c'era più niente dell'eventuale ricatto. C'era soltanto una non condivisione delle scelte, perché io non volevo assolutamente che sul territorio ci fosse un assessore del territorio. Ma quella è stata una linea politica decisa dall'inizio, sempre perché noi siamo un territorio difficile e veniamo da vari scioglimenti per camorra e mafia.
ANDREA VECCHIO. (fuori microfono) Ho un'altra domanda.
PRESIDENTE. Lei ha fatto la domanda finale, quindi la sua risposta arriverà alla fine, non all'inizio.
ANDREA VECCHIO. (fuori microfono) Ma in alcune considerazioni non c'era...
PRESIDENTE. No, c'era in altre considerazioni. La domanda se i primi assessori sono stati scelti da lei o sono stati scelti dal Movimento è stata rivolta ripetutamente. Li ha scelti lei gli assessori...
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì.
Sempre per quanto riguarda lo stadio, qualcuno mi ha chiesto...
LUIGI GAETTI. (fuori microfono) Glieli ha dati i nomi Fico ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì, due nomi me li ha dati, ma siccome sono stata espulsa non sono più venuti. Insomma, siamo stati trattati come reietti, alla fine. Noi siamo stati espulsi e gli assessori che mi erano stati indicati da Fico, per il bilancio e per la legalità, non sono più venuti.
PRESIDENTE. Ma questo è successo adesso...
Pag. 24ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì. Il rimpasto doveva avvenire a dicembre.
PRESIDENTE. Vorrei capire: due assessori sono stati indicati da Fico e se ne sono andati adesso, dopo che siete stati espulsi ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Non sono mai venuti. Io avrei dovuto fare il rimpasto e prima di farlo ho chiesto gli assessori. Quindi non sono mai andati via. In quel momento, quando io chiedevo gli assessori, non c'era ancora l'espulsione, quindi l'assessore che era del Movimento, l'assessore all'urbanistica, non era andato ancora via. Essendo del Movimento 5 Stelle, appena siamo stati espulsi è andato via.
PRESIDENTE. Ma c'era dall'inizio questo assessore o no ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì. Era l'assessore che avevo scelto io all'inizio. Qualcuno ha fatto una domanda interessante, sui 900 voti per De Robbio. Noi non avevamo, come ha spiegato il senatore, altre liste forti, quindi il secondo candidato nel nostro consiglio comunale aveva intorno agli 800 voti...
STEFANIA PRESTIGIACOMO. (fuori microfono) Il secondo eletto.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Il secondo eletto, però non nel nostro gruppo, non nel Movimento 5 Stelle, ma in un'altra lista civica, non essendovi partiti forti.
MARCO DI LELLO. (fuori microfono) Invece il secondo eletto nel M5S quanti voti aveva ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Concetta Aprile, 500 voti. Mentre il secondo eletto aveva ottocento voti nell'altro schieramento. Questo per farvi capire che i numeri sono stati completamente sovvertiti dall'assenza delle liste principali, che erano il PD, il Centrodestra, i Verdi, insomma mancavano tutti. Eravamo quattro liste, una il Movimento e tre liste civiche. Inoltre, ed è fondamentale, Giovanni De Robbio era l'unico di Quarto. Noi siamo tutti «importati», siamo tutti forestieri, uso la parola che ho letto nelle intercettazioni; nessuno è nato a Quarto e nessuno l'ha vissuto come Giovanni De Robbio. Qualcuno mi domanda perché sono stata espulsa. Sono stata espulsa per omessa denuncia. Non voglio dare valutazioni politiche, perché in questo momento non mi sembra il caso di fare valutazioni politiche della questione. Quindi, chi le vuole fare le faccia, a prescindere.
PRESIDENTE. Lei sarebbe stata espulsa perché non ha denunciato minacce che lei ha detto che non ha avuto.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Esatto.
PRESIDENTE. No, perché dall'audizione di questa sera emerge questo, cioè che lei è stata espulsa perché non ha denunciato minacce che ha detto che non ha avuto.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì.
PRESIDENTE. Questo è il punto. La domanda c'era su questo punto.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Io voglio essere chiarissima sulla questione...
FRANCO MIRABELLI. Su questo, presidente, c’è una questione che riguarda il ricatto e le minacce, e un'altra questione che riguarda la situazione complessiva su cui lei aveva chiesto l'espulsione di De Robbio prima, quindi sapendo che c'era un problema prima.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Io ho chiesto le espulsioni subito, quando c’è stata la questione stadio. Qualcuno mi ha chiesto perché fosse così importante. Pag. 25Noi abbiamo deciso una linea comune, già nella campagna elettorale. Lo stadio aveva una storia di una gestione camorristica, quindi non poteva essere affidato a nessun altro che al comune. Fondamentale era che lo stadio diventasse un simbolo di quella che era stata la nostra conquista sul territorio. Noi ci siamo battuti, come attivisti, per lo stadio. Quindi, ritornare indietro, fare un passo indietro per me era una cosa gravissima. Inoltre, quelle che voi definite «pressioni politiche» erano anche insistenti. Sia Giovanni De Robbio che Francesco Romano hanno insistito varie volte per farmi incontrare con questi imprenditori e la cosa mi ha dato molto fastidio, perché per me è una cosa gravissima. Io non capisco come non si riesca a comprendere la gravità di questa questione.
PRESIDENTE. Questo è chiaro.
MARCO DI LELLO. Sul punto stadio occorre un elemento di chiarezza...
RICCARDO NUTI. Quindi, presidente, possiamo fare domande anche noi ?
Mi dica lei, io sto aspettando il mio turno.
PRESIDENTE. Una domanda sullo stadio dall'inizio...
MARCO DI LELLO. Siccome dice che c’è una discontinuità con il passato, allora io vorrei che il sindaco chiarisse. Giustamente dice che lo stadio è stato nelle mani della criminalità organizzata, poi però due anni fa è stato dato alla società antiracket con l'ausilio, anzi l'accompagnamento della procura. Poi lei ha scelto, invece, una discontinuità con questa scelta, non con quella precedente. Mi scusi, chiariamo.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Assolutamente sì. Io sono stata chiarissima. La scelta di togliere lo stadio alla società antiracket è dovuta al fatto che ci sono due questioni: una è l'associazione con la squadra, che poteva continuare il suo progetto politico antiracket, rimanere sul territorio, essere comunque fonte di orgoglio del territorio e iscrivere la scuola calcio; altra questione era la società, che non pagava i canoni, non pagava le utenze, non faceva l'ordinaria manutenzione e doveva essere affidata a un privato. Il comune non entra nelle scelte societarie della società antiracket, perché il privato poteva semplicemente entrare in queste quote societarie, pagare tutti i debiti con il comune e non ci sarebbe stata risoluzione. Quindi, il comune non entra nelle scelte dei privati a cui la società si vuole affidare perché il comune non vuole avere contatti con i privati, in nessun caso, da nessuna parte. Penso di essere stata chiara.
PRESIDENTE. Che rapporto c'era tra la società e l'associazione antiracket ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. La società gestiva i conti e l'associazione invece aveva la squadra. Sono due questioni diverse. La società era fallimentare.
MARCO DI LELLO. Sono la stessa cosa.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Non sono la stessa cosa...
MARCO DI LELLO. Sono giuridicamente persone diverse, ma sostanzialmente rappresentano esattamente lo stesso esperimento; sono le stesse persone che svolgevano quel tipo di attività. Formalmente, siccome non si poteva dare all'associazione era stata fatta una società. Giusto ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Chiaro. Quello che le ho spiegato è che l'associazione poteva continuare a gestire la squadra e iscriversi al campionato, la società poteva affidare la sua quota societaria al privato – al comune non interessava la quota societaria – pagare il canone e non ci sarebbe stata nessuna risoluzione. Quello che ha fatto il comune è non entrare nella questione a chi privato affidasse le quote societarie la società, perché c'era una convenzione non rispettata.Pag. 26
C’è la gestione comunale, non volevamo affidare a nessun privato, è una scelta politica che rivendico...
PRESIDENTE. L'ha detto in tutte le salse...
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Ed è fondamentale, è importantissima. È una scelta simbolo che noi abbiamo fatto. Il Movimento 5 Stelle è appunto il Movimento 5 Stelle, quindi l'amministrazione politica di Quarto ha fatto una scelta politica.
PRESIDENTE. Va bene. Questo l'abbiamo capito.
FRANCESCO D'UVA. Presidente, vorrei chiedere una cosa sull'espulsione. Questa questione va chiarita prima di andare avanti, perché il sindaco ha detto...
PRESIDENTE. Farete una domanda nel secondo giro...
FRANCESCO D'UVA. Però noi andiamo avanti costruendo tutto su una falsità, cioè che è stata espulsa per mancata denuncia...Non è così, presidente. Con tutto il rispetto....
PRESIDENTE. Penso che questo tema possa essere oggetto della seconda domanda che tocca al vostro Gruppo.
FRANCESCO D'UVA. Se però adesso dobbiamo rincarare su questa storia che è sbagliata, quando in realtà è avvenuto che, preso atto che a Quarto alcuni voti venivano dalla camorra, abbiamo chiesto al sindaco di fare un passo indietro e non ha voluto farlo, e lì c’è stata l'espulsione.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Allora ho letto male.
ANDREA VECCHIO. Presidente, anche io vorrei parlare.
PRESIDENTE. Allora, se la mettete su questo punto, e vi consiglio di fare la domanda organica nel secondo giro...
RICCARDO NUTI. Infatti stiamo aspettando. Sono iscritto io e stiamo aspettando.
PRESIDENTE. Molto tranquillamente, aspettate e vi consiglio di farlo.
RICCARDO NUTI. Infatti aspettiamo.
PRESIDENTE. Se si interrompe su questo punto vale quello che è stato...Onorevole D'Uva, tutti i titoli dei siti di questa audizione portano questa dicitura: «da luglio avevo chiesto l'espulsione di De Robbio». Quindi, per cortesia, parlate dopo di questa fase, perché una semplice interruzione a un'affermazione come questa mi sembra che non sia neanche opportuna da parte vostra.
MARIO MICHELE GIARRUSSO. Presidente, sarebbe il caso di riprendere anche gli altri che interrompono l'audizione.
PRESIDENTE. No, non è il caso. Hanno interrotto solo per i chiarimenti delle loro domande.
MARIO MICHELE GIARRUSSO. Presidente, la prego.
PRESIDENTE. Continui, sindaco, prego.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Io avevo letto che era per omessa denuncia. Ma se voi mi dite che invece è avvenuto perché ritenete che noi abbiamo avuto tutti i voti della camorra, vi ricordo che le regionali sono state fatte a Quarto...
PRESIDENTE. Sindaco, anche lei è pregata di seguire le domande che sono state fatte nella prima fase e di non rispondere alle interruzioni. Mi scusi.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Spiego subito perché non mi sono rivolta Pag. 27all'autorità giudiziaria: perché io non ho sentito le minacce. Forse il mio errore – ovviamente c’è stato un errore, altrimenti non saremmo qui a parlarne – è stato cercare la figura giuridica. Io da avvocato ho cercato la figura giuridica delle minacce. Le minacce non c'erano. Oggettivamente – qualcuno mi ha chiesto anche della foto con la cassaforte – non si è svolto nello stesso momento. Prima abbiamo parlato di una cosa, poi si è parlato di quello e non è mai stato fatto né il nesso né soprattutto le minacce. Giovanni De Robbio era un mio consigliere che si preoccupava per il sindaco. Tutto il disegno dietro... Ovviamente io ero infastidita, ero molto infastidita da tutto questo, ma la figura giuridica della minaccia non c'era. Io non potevo, insomma, denunciare. Infatti, poi ho spiegato alla magistratura che a un certo punto cercavo delle prove per poter denunciare un qualcosa che potevo anche percepire. Infatti ho detto la parola «ricatto» e non lo nego. L'ho detto più volte, l'ho detto come sfogo. Una cosa è dire una parola del genere dentro una telefonata e dentro uno sfogo; un'altra cosa è denunciare una questione se non hai avuto delle minacce e se non hai prova di nulla. Fondamentalmente io non avevo nessuna prova e non avevo ricevuto nessuna minaccia. Dunque, quando dico...
VITTORIO ZIZZA. (fuori microfono) E chiedeva l'espulsione...
PRESIDENTE. Senatore, l'ha spiegato. Ha chiesto l'espulsione perché era in linea politica diversa da quella...
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Ho chiesto l'espulsione da subito. La prima motivazione per cui ho chiesto l'espulsione era per la questione stadio che è successa a luglio. Però l'ho chiesta a luglio. La motivazione per cui è stato espulso era l'indagine in corso. Poi è stata messa la dicitura per la questione stadio, ma l'espulsione che io avevo chiesto a luglio era per la questione stadio che poi è peggiorata sempre di più. Lui si è completamente allontanato. Giovanni De Robbio era più con l'opposizione che con il Movimento 5 Stelle; non faceva quasi più parte del Movimento 5 Stelle; faceva un'opposizione politica anche nei banchi, però non votava mai nessun atto contro il Movimento 5 Stelle. Quindi, per le regole del Movimento 5 Stelle, non poteva essere espulso. Ma lui era sempre a chiacchierare con l'opposizione, stava con l'opposizione e non stava mai con noi, insomma non condivideva più nessuna linea politica del Movimento 5 Stelle. Quello che voglio chiarire, sempre per la questione delle minacce, è che non è stata mai fatta la figura giuridica: «Se non fai questo io faccio questo». Questa non c’è stata e non c’è stata perché ovviamente io credo che non sia completamente stupido. Quindi, il motivo per cui non è stato fatto questo collegamento è stato questo. Il fatto che io non abbia potuto denunciare è dipeso da questo. Quanto al perché sono stata espulsa, l'ho già detto. Io pensavo solo per omessa denuncia. Per i voti della camorra va bene... Lo ripeto, io non sto contestando l'espulsione. Va bene, io ho fatto una scelta di principio – l'ho già spiegato – per i cittadini di Quarto. Chi adesso mi contesta l'espulsione, mi deve spiegare perché in un primo momento sono stata difesa e assolta, tramite blog. Lo ricordo e non penso di avere dei ricordi sfasati: sono stata assolta tramite blog perché quei voti – è stato fatto anche un bel calcolo matematico – non erano fondamentali, quindi si andava avanti. La visione è cambiata successivamente per un puro attacco mediatico che è cominciato il 6 gennaio. Lo ripeto, io non contesto l'espulsione; non ho interessi politici né mire politiche. Volevo solo amministrare la città e basta. Un'altra cosa. Quando ho ricevuto l'esposto sono andata direttamente dai carabinieri. Mi sembrava la cosa più chiara, giusta, lineare e corretta da fare: andare dai carabinieri, denunciare la situazione. Se non avete letto la denuncia, quando qualcuno mi chiede da dove sono uscite queste carte rispondo che sono uscite dall'ufficio tecnico. La foto veniva da Google Maps, ma tra l'altro, se qualcuno la vede, si vede chiaramente il tetto Pag. 28e il resto. Non sono un tecnico, però anche i tecnici hanno visto tutto. Il problema è un altro: c'erano alcuni atti, che io addirittura non avevo, che erano stati trafugati. Quindi ho fatto anche una denuncia per questo ai carabinieri, cioè ho denunciato il trafugamento degli atti dall'ufficio tecnico. Ho chiesto un'inchiesta interna e un'inchiesta da parte dei carabinieri, che stanno facendo delle indagini. Ci sono indagini in corso anche sul trafugamento degli atti. Ovviamente non sono andata dal caposettore perché era comunque abuso d'ufficio andare direttamente dal caposettore. La linea da seguire, coerente e logica, era quella di andare subito dai carabinieri, e così ho fatto.
(interruzione fuori microfono)
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Scusatemi, questa forse è una questione politica che dovete chiarire tra di voi, perché in questo momento la mia espulsione...
PRESIDENTE. Scusi, noi non siamo il Movimento 5 Stelle. Non voglio che questa riunione si trasformi in una riunione del Movimento 5 Stelle sul perché è stato espulso o perché non è stato espulso. Non saremmo in grado di far fronte a un impegno così gravoso.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Credo che la questione dell'espulsione sia stato un pretesto...
PRESIDENTE. Non ci interessa. Le è stata fatta una domanda e lei risponda.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. La questione dell'espulsione che io non contesto...
PRESIDENTE. Non ci interessa se lei la contesta. I motivi quali sono stati ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Omessa denuncia.
PRESIDENTE. Punto. Omessa denuncia. Abbiamo capito.
CIRO FALANGA. Sul condono vorrei un chiarimento. Il consulente che l'ha assistita, che ha assistito suo marito, è vero che è sotto processo per concorso in associazione camorristica ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Non ha assistito mio marito. Quella è una pratica che dura quindici anni, non so se se ne è reso conto. Il consulente – è un ingegnere, penso di aver messo anche il curriculum in Internet, perché era una questione interessante – ha lavorato con il comune, la caserma Garibaldi, comunque con la pubblica amministrazione. È stato indagato in un cantiere in cui erano state indagate 55 persone perché faceva parte dei tecnici di quel cantiere. Non è stato indagato lui in primis come persona. Ha fatto dei rilievi tecnici – purtroppo su questo sono poco tecnica perché non è una materia che conosco e non me ne sono occupata – che confermavano dei vecchi rilievi su delle vecchie carte. Insomma, ha confermato semplicemente quello che era stato fatto da un altro ingegnere, leggendo le carte precedenti. Non ha fatto nulla di particolare.
PRESIDENTE. C’è una domanda che è ricorsa varie volte, forse vale la pena che a questa risponda. Al di là del consigliere De Robbio che si interfacciava con lei, lei non ha mai avuto la sensazione che, in un comune come Quarto, laddove lei subentrava come sindaco dopo lo scioglimento, vi fosse una presenza della camorra ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Voglio spiegare due cose. Qualcuno mi ha fatto una domanda: «lei dice “costoro”, “questi”...». Io mi riferivo ai consiglieri De Robbio e Francesco Romano, entrambi. Entrambi dico infatti che vanno in giro a fare – uso un'espressione...
PRESIDENTE. «De Robbio e un altro».
Pag. 29ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Francesco Romano, l'ex candidato sindaco. Era il candidato sindaco. Io sono subentrata tre mesi prima; ho trovato le liste, ho trovato tutto. Io sono arrivata così...
PRESIDENTE. Quindi, quando lei dice De Robbio e altri, è uno sostanzialmente.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì, è uno, e poi c'erano anche... Quando dico che vanno dal PD, c’è questa corresponsione di amorosi sensi tra De Robbio, Francesco Romano e le liste escluse del PD che cercano di fare un'opposizione esterna. Che poi si applichi nel fare un plico o cose del genere questo non lo so; ci sono indagini in corso e non posso assolutamente dirlo, perché sarei querelabile.
PRESIDENTE. Cioè ?
Propongo di procedere in seduta segreta.
(Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).
PRESIDENTE. Ma lei di Cesarano ha mai sentito parlare ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. No, non ne ho sentito parlare, però ho notato – me l'ha fatto notare il magistrato – che aveva messo un post interessante: io sono la sua «stella», una cosa del genere.
PRESIDENTE. Quindi lei non sapeva neanche dell'esistenza a Quarto di Cesarano ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. No, dell'esistenza a Quarto no. Però, so che ad agosto è venuto Tarantino, concorrente di Cesarano, che aveva presentato un ricorso al TAR. La questione è stata seguita dal comune. Era convenuto nel giudizio. Noi abbiamo girato al settore legale e abbiamo comunque fatto tutti gli adempimenti del caso.
PRESIDENTE. Quindi Cesarano e men che meno Polverino, immagino.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. No.
PRESIDENTE. Niente. A Quarto queste cose non esistono.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sicuramente esistono, però quando io dico che sono una persona sospettosa, lo sono proprio perché il comune di Quarto viene da due scioglimenti per mafia. Assolutamente. Quindi i miei sospetti, su tutto, sul cercare di seguire le linee dei commissari, cercare di mettere sovraordinati...
PRESIDENTE. Questo lo abbiamo capito, sindaco. Quando lei dice di essere un tipo sospettoso, considera il suo un comportamento prudente anche di fronte al rischio di pressioni camorristiche ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Assolutamente sì.
PRESIDENTE. Però lei non sa neanche che esistono persone come queste a Quarto.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Mi sembra ovvio che esiste la camorra a Quarto. Se faccio di tutto per...Assolutamente esiste la camorra a Quarto. Non saremmo stati sciolti due volte per camorra, se non esistesse la camorra a Quarto.
PRESIDENTE. Però non si sa chi sono.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Chi sono i nomi ?
PRESIDENTE. Sì. È un'entità indefinita sostanzialmente...
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Quali sono le famiglie camorristiche a Quarto ?
PRESIDENTE. La domanda gliela devo fare.
Pag. 30ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Da quello che ho capito della storia di Quarto, qualcuno del paese mi ha detto che Quarto non è riuscito ad avere neanche i suoi camorristi, ma li ha importati da Marano. Io prendo per vera questa cosa, perché mi sembra che Polverino sia di Marano. È una battuta, perché non ho assolutamente cognizione di causa.
PRESIDENTE. Passiamo al secondo giro di domande.
ROSARIA CAPACCHIONE. Vorrei segretare.
PRESIDENTE. Propongo di procedere in seduta segreta.
(Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).
ROSARIA CAPACCHIONE. Sulla campagna elettorale. Per chi non lo sapesse, il primo scioglimento era in capo al clan Nuvoletta e successivamente al clan Polverino, che è un'emanazione diretta del clan Nuvoletta. In comune avevano soprattutto la gestione dell'edilizia e tutta la materia urbanistica. Durante la campagna elettorale, i consiglieri De Robbio e Romano sono stati visti spesso in compagnia di un imprenditore che si chiama Davide D'Alterio. Ci sono anche i filmati che lo dimostrano. Voi sapete chi è questo D'Alterio e a chi fa riferimento ? Sapete se ha avuto procedimenti giudiziari ? Francesco Romano perché ha rinunciato alla candidatura a sindaco ? Negli atti che sono stati consegnati, che ci sono arrivati dalla procura, nelle informative, viene rappresentato uno schema piuttosto semplice, dove Mario Ferro, ex consigliere del PD, non più candidato nelle liste del PD, nelle liste che poi sono state escluse per irregolarità formali nella formazione, viene indicato come persona referente di Cesarano e come intermediario con il Movimento 5 Stelle attraverso Francesco Romano e Giovanni De Robbio. Voi vi siete mai accorti di questi contatti tra queste due persone, cioè Romano e De Robbio, e qualcuno riferibile a Cesarano ?
PRESIDENTE. Senatrice, il sindaco non ha capito bene la domanda. La deve riformulare, così magari avrà una risposta.
ROSARIA CAPACCHIONE. Va bene. Negli atti della procura, nella informativa dei carabinieri, Romano e De Robbio vengono indicati come gli intermediari con Cesarano. Voi vi siete mai accorti, avete avuto mai sentore di queste frequentazioni strette ? La domanda è strettamente collegata a quella precedente, cioè i rapporti con il costruttore D'Alterio. Una domanda precisa la rivolgo a lei: quando è stato nominato l'ingegnere Altomonte ? Quando l'ha nominato ? Se non sbaglio, credo nella metà di ottobre dell'anno scorso. Lei sa che non è indagato, ma è imputato per concorso esterno, sempre con il clan Polverino ? Risulta da Internet, da fonti aperte, non è una notizia riservata o segreta. Un po’ di prudenza, quella famosa prudenza che l'ha resa tanto sospettosa non le avrebbe imposto quantomeno che nelle sue faccende private si rivolgesse a un imprenditore...Gliel'ha segnalato qualcuno ? So che lei non è di Quarto, ma è di un quartiere di Napoli molto prossimo a Quarto, se non sbaglio, altrimenti mi corregga.
Di dov’è lei ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Di Napoli.
ROSARIA CAPACCHIONE. Di Napoli, ma di dove ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Zona ospedaliera, Vomero Alto.
ROSARIA CAPACCHIONE. Credo che il clan Polverino sia piuttosto presente anche in quella zona, se non altro per tutti i sequestri che sono stati fatti di panifici e di altre strutture prossime, vari bed and breakfast nella zona dei Camaldoli. Quindi, non è un clan sconosciuto. Chi le ha segnalato l'ingegnere Altomonte ?
Ancora sulla squadra di calcio, un piccolo passaggio. La squadra, per quello che mi risulta – visto che ce ne siamo Pag. 31occupati per diversi anni con gli altri colleghi – ha perso gli sponsor più importanti, gli imprenditori che contribuivano a questo progetto della squadra antiracket nel momento in cui è diventata certa la vittoria del Movimento 5 Stelle, che aveva detto in maniera esplicita che lo stadio sarebbe andato al comune e comunque non sarebbe andato a «Quarto Calcio per la Legalità». La squadra era in ritardo con dei pagamenti sul canone. È una squadra che ha subìto numerosissimi atti vandalici, una quindicina in due anni. Adesso mi risulta che la squadra che gestisce di fatto il campo, quella che lo usa in maniera più frequente, è la squadra all'epoca concorrente, e che queste squadre di calcio – questa «Quartograd» e l'altra squadra «Quartopuntozero», non ricordo come si chiama – abbiano fatto anche di recente degli incontri sullo stadio dove ha partecipato il figlio del vecchio presidente, cioè il camorrista a cui era stata sequestrata la squadra. Tutta l'attività di queste due squadre di calcio è stata contrassegnata da una accanita tifoseria, sia allo stadio sia sul web, con insulti nei confronti anche dei magistrati della DDA. Voi ne avete avuto conoscenza ? Avete fatto qualcosa ? Siete intervenuti, avete mandato vostre persone a verificare che l'attuale gestione sia corretta e non sia in nessun modo infiltrata dagli stessi signori di prima ? Il figlio di Castrese Paragliola è stato fotografato allo stadio, è stato acclamato come le origini sane di quella squadra di calcio. Questo risaliva a un mese fa.
RICCARDO NUTI. Sarò rapido, e chiedo di avere risposte puntuali, se è possibile, visto che cercherò di fare domande precise e puntuali. Partiamo da alcuni elementi, secondo me, da correggere o da precisare meglio. Non si può fare un'equivalenza fra l'inesperienza e le infiltrazioni antimafia, colleghi. In Italia ci sono poco più di 260 comuni sciolti per mafia e quasi il cento per cento di questi comuni era amministrato da persone che avevano esperienza come ex sindaci o ex consiglieri regionali o ex parlamentari. Quindi, i fatti e i numeri, da questo punto di vista, ci dicono che sul fenomeno dell'infiltrazione mafiosa avere un'esperienza politica non garantisce niente; anzi, finora è andata così. Secondo elemento. Vorrei chiarire che non è che si espelle una persona perché è un «guascone», termine che si può tradurre, da quello che mi sembra di capire, non essendo io della zona di Napoli né campano, come «gradasso» o termini simili. Da questo punto di vista, non è che si espelle una persona perché è un guascone. Terzo elemento. Chiariamo – ma questa è semplicemente matematica – che se in una competizione elettorale si presentano venti liste, è chiaro che i voti si distribuiscono in quelle venti liste. Mi sembra abbastanza scontato. Se invece riescono a presentarsi, avendo superato i passaggi burocratici, solamente quattro liste, è normale – è matematico, non è opinabile – che ci sia una concentrazione di voti su quelle quattro liste che si possono votare. Per tale motivo ci può essere qualcuno che prende un po’ più voti rispetto alle precedenti elezioni. Comunque, i numeri dicono 840 voti De Robbio, se non erro, e altri candidati hanno preso fra 800, 500, 600 voti. Quelli sono i numeri, ma, lo ripeto, la concentrazione in questo caso è normale perché meno liste significano più voti per i candidati. Vorrei precisare alcuni elementi che sono pubblici e noti, presidente. Quindi, non sono nostre o mie opinioni, ma sono fatti, ed è giusto che tutti li sappiano, se qualcuno, come è stato detto, magari ha letto solo parti di intercettazioni o articoli di giornale fumosi e confusi. Secondo me, quando si fa questo tipo di indagine o di inchiesta da parte della Commissione antimafia, bisogna essere precisi e puntuali. Il 10 gennaio 2016, alle 17.30, vengono chieste pubblicamente – è un post pubblico – le dimissioni al sindaco, perché – viene scritto in maniera esplicita – per il Movimento 5 Stelle «è più importante l'esempio che la poltrona». Non possiamo accettare di aver avuto dei voti dalla camorra, anche se, come è stato detto in precedenza e come la matematica – non è un'opinione – ci supporta – se la lista ha avuto il 70 per cento dei voti al ballottaggio, Pag. 32quindi circa 9 mila voti, 800 voti sottratti a quei 9 mila non sono determinanti matematicamente per la vittoria. Questo è un mero discorso matematico. Questo poi non significa che questi voti non facciano schifo. È chiaro che fanno schifo, mi sembra più che scontato. Almeno, per noi è scontato. Detto ciò, il 10 gennaio – ripeto, presidente, perché anche poc'anzi si è fatta un po’ di confusione – viene pubblicata la richiesta di dimissioni al sindaco perché non si può accettare questo tipo di voti. L'11 gennaio vengono pubblicati degli articoli che invece parlano di minacce. Leggo testualmente dal Fatto Quotidiano dell'11 gennaio: «Quarto. Il sindaco Capuozzo al telefono: «De Robbio scalcia e ricatta ma non sta ottenendo niente». Questo è un contenuto delle intercettazioni, il giorno dopo la richiesta delle nostre dimissioni pubbliche, l'11 gennaio. La mattina del 12, attorno alle 9.30-10 – posso sbagliare di circa trenta minuti, presidente – viene pubblicato il post con l'espulsione del sindaco.
PRESIDENTE. Le domande, onorevole.
RICCARDO NUTI. Certo, assolutamente. Questo per chiarire alcuni punti che erano molto confusi in questa prima fase. Lei mi corregga se sbaglio, sindaco: il 23 dicembre escono i primi articoli sul Fatto Quotidiano e l'inchiesta su Quarto diventa pubblica. Questo è il primo articolo che viene pubblicato per quanto riguarda l'inchiesta: 23 dicembre 2015. Nove giorni prima, il 14 dicembre, l'ex consigliere comunale De Robbio viene espulso dal Movimento. Chiedo: è vero che lei ha inviato l’e-mail per la richiesta di espulsione di De Robbio orientativamente fra il 10 e il 13 di dicembre ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. (fuori microfono) La sera prima.
RICCARDO NUTI. Quindi il 13 ? Grazie. Il 13 ha inviato questa richiesta scritta e il 14 è stato espulso. A questa prima domanda ho già avuto risposta precisissima. Seconda domanda: ha mai detto a qualcuno del cosiddetto «direttorio» del Movimento 5 Stelle che De Robbio era legato alla camorra ? Ultimo punto. Sindaco – le chiedo conferma se è un sì o un no –, gli assessori che lei ha nominato più o meno a luglio, la prima volta, subito dopo essere stata eletta, sono stati appunto scelti da lei, giusto ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì.
RICCARDO NUTI. Quindi confermiamo che gli assessori che lei ha nominato a luglio sono stati scelti liberamente da lei. A dicembre lei aveva un problema di rimpasto di giunta, giusto ? Un rimpasto che poi non è più avvenuto, mi sembra di capire. Va bene, grazie. Chiedo risposta a queste domande.
SALVATORE PICCOLO. Il quadro che emerge da questa vicenda è abbastanza complesso, denso di contraddizioni, di ambiguità che non concernono solo la figura del candidato sindaco, ma tutti i protagonisti che in questa vicenda politico-amministrativa hanno, in un modo o nell'altro, delle responsabilità, alcune giudiziarie alcune sicuramente politiche. Dalla ricostruzione che è stata fatta dal sindaco, dalle intercettazioni, dalle dichiarazioni rese al pubblico ministero, emerge evidentemente un quadro abbastanza fosco. Quarto è una città a densa presenza camorristica. Lo sanno tutti, non solo i residenti a Quarto, ma tutti quelli che fanno politica sul territorio campano, e soprattutto coloro che hanno responsabilità politiche di elevato grado. Vorrei ricordare – è una considerazione che non posso esimermi dal fare – che quando si parla di comuni ad alto pericolo di infiltrazione camorristica e mafiosa tutti siamo stati richiamati, a cominciare dal Movimento 5 Stelle, a un'attenzione scrupolosa non solo da parte dei dirigenti locali nella formazione delle liste, ma anche di quelli che a livello provinciale o a livello di referenza politica sul territorio hanno delle responsabilità. Ed è notorio – lo dico per amore non di strumentalizzazione ma di verità, poiché Pag. 33vengo da questo territorio della provincia di Napoli – che sicuramente gli onorevoli Fico e Di Maio sono stati presenti sul territorio, hanno concorso alla formazione delle liste. Voglio dire una cosa, cioè che evidentemente il Movimento 5 Stelle è molto sfortunato. Prima candida a sindaco Francesco Romano. Chi l'ha candidato ? Con quali modalità è stato scelto Francesco Romano ?
PRESIDENTE. Onorevole Piccolo, si fanno le domande, però !
SALVATORE PICCOLO. È una domanda...
PRESIDENTE. Si fanno le domande al sindaco e non al Movimento 5 Stelle.
SALVATORE PICCOLO. E ora arrivo a chiedere al sindaco. Francesco Romano si ritira dalla competizione perché pare pure lui avesse un problema di abusivismo edilizio. Questa è una città che sull'abusivismo edilizio è cresciuta enormemente e dove l'infiltrazione della camorra è stata molto, ma molto pervasiva. Voglio anche dire, richiamando quello che diceva l'onorevole Fava, che questa vicenda è sicuramente caratterizzata da questo discrimine incerto tra intimidazione, minaccia, ricatto: termini che possono essere usati ed apparire, a seconda delle circostanze, in un certo modo. Vorrei anche far presente che la camorra non si presenta mai con l'atteggiamento dichiarato della minaccia, soprattutto quando agisce attraverso gli intermediari, ma spesso si presenta con il profilo quasi della comprensione e dell'aiuto, con un atteggiamento mistificatorio e tendente sicuramente a condizionare l'attività. Allora, voglio chiedere al sindaco, in primo luogo, come è nata la sua candidatura, dopo la rinuncia, e se l'onorevole Fico e l'onorevole Di Maio conoscessero il Francesco Romano, che era il candidato sindaco: mi sembrerebbe strano che dei referenti sul territorio ignorassero chi fosse il candidato sindaco o che questo fosse uscito chissà da dove. In secondo luogo, al sindaco che sostiene di aver informato fin da luglio l'onorevole Fico, di aver chiesto l'espulsione e di essere stata rassicurata – ha usato più o meno queste parole, o comunque di aver avuto assicurazioni – dall'onorevole Fico, volevo chiedere che tipo di assicurazione ha potuto darle l'onorevole Fico e se è vero che, dopo i ripetuti incontri che ci sono stati a novembre, a dicembre... Leggo dai giornali che c'era anche una frequentazione domenicale presso l'appartamento dell'onorevole Fico, che abita – beato lui – a Posillipo. A un incontro è stato presente anche l'onorevole Di Maio. Allora, da questa frequentazione complessiva, che è dimostrata – lo sappiamo tutti ed è anche normale che dei referenti politici si occupino delle vicende politiche e amministrative del territorio...
PRESIDENTE. Grazie.
SALVATORE PICCOLO. Scusi, completo con l'ultima domanda.
PRESIDENTE. Senza incisi.
SALVATORE PICCOLO. Va bene. Volevo chiederle, su questa vicenda delle nomine a cui si è fatto riferimento e sulle pressioni che De Robbio esercitava per le nomine, di quali nomine si trattava, quali indicazioni di nomine sono venute dal direttorio, prima e dopo, e se riguardano solo gli assessori o anche altre nomine che potrebbero riguardare, per esempio, anche l'apparato dirigenziale del comune o dei funzionari vari.
PEPPE DE CRISTOFARO. Intervengo molto rapidamente perché, ovviamente, a questo punto della discussione moltissime domande sono già state poste. Ne rivolgo una sola al sindaco. Non semplicemente adesso, ma quando già nei mesi passati è cominciata questa vicenda e lei ha cominciato ad avvertire un clima difficile – se posso usare questa espressione – nel suo comune, chiedo se non ha ritenuto e perché non ha ritenuto, anche come forma di autotutela, di chiedere per esempio la commissione d'accesso, come è stato fatto Pag. 34qualche volta in passato in vari comuni della Campania, dove i sindaci oggetto di un elemento problematico si sono fatti essi stessi promotori di questo. Glielo chiedo anche per sapere se per caso questa riflessione sia stata condivisa all'interno del suo movimento, se le sia stata suggerita o se invece sia stata esclusa in radice.
FRANCESCO MOLINARI. Naturalmente è un peccato che non si sia ascoltato il suggerimento che lei ha formulato sin dall'inizio, cioè non far diventare il terreno dell'antimafia un terreno di scontro politico, ma capisco che gli squali quando odorano il sangue ci si buttano sopra. Quello che ho ascoltato questa sera è certamente una solitudine di chi, gente comune, si è voluta cimentare in un'ardua lotta e poi magari si è ritrovata sola. L'unica domanda che mi pongo è come mai non abbiate ritenuto di interloquire con la prefettura. Capisco che chi è avvocato, se non ha la costruzione piena del reato, trovi difficoltà a denunciarlo, ma perché non interloquire con la prefettura e arrivare addirittura a chiedere l'accesso, visto che avevate trovato tutte queste problematiche ? Grazie.
ERNESTO CARBONE. Sindaco, due domande flash. A metà dicembre ho sentito un'intervista dell'assessore Iovine, in cui dichiara chiaramente che c'erano giochi opachi sul piano urbanistico per un valore totale di 400 milioni di euro. Sempre in quell'intervista dice testualmente: «sono stata ingannata dal sindaco e dall'assessore Ciarlone: prima erano 1.418 appartamenti, poi cambiarono a penna e divennero 2.617 appartamenti». Poi aggiunge: «io spesso non sono stata convocata in Giunta» e «spesso non ho ricevuto l'ordine del giorno prima, così come previsto dal regolamento comunale». È vero o no ? Se no, perché non è mai stata oggetto di querela o di smentita da parte sua ? L'assessore Iovine dichiara inoltre che all'improvviso le è stata tolta la delega allo sport e non ha mai capito il perché. Ultima domanda: lei ha detto più volte che ha chiesto l'espulsione di De Robbio perché ha violato le regole del Movimento 5 Stelle. Lei si è fatta un'idea sul perché i vertici non l'hanno mai espulso ? Quando lei dice che le ha fatto il vuoto intorno anche sul meetup intende dire quindi che il meetup di Quarto era tutto in mano a De Robbio ?
RICCARDO NUTI. Solo per dire che è stato espulso il 14, non è che non è mai stato espulso...
MASSIMILIANO MANFREDI. Grazie. Rapidamente, una curiosità sul ruolo di Romano. Romano era il candidato a sindaco prima di lei, è quello che ha fatto la lista, è quello che ha portato De Robbio, è quello che nelle intercettazioni parlando con De Robbio si lamenta non solo di lei, ma anche del rapporto che lei ha con i funzionari della prefettura – ci sono due intercettazioni di De Robbio, ma questo non è stato segnalato – cioè del fatto che lei ricorresse molte volte a questo, è quello comunque che ha fatto la lista, poi non si è candidato ma voleva fare il vice sindaco. Lei ha mai pensato di essere stata candidata per coprire un progetto, data l'influenza che avevano Romano e De Robbio anche sugli altri, che era sicuramente politica, o di essere stata scelta perché doveva coprire una certa situazione ? Seconda cosa che le volevo chiedere: lei ad agosto cambia il dirigente urbanistico, e gli altri si lamentano molto. Si può sapere perché arriva a questa scelta ? Sempre sulle elezioni: abbiamo parlato prima del ricorso, voi avete seguito, costituendovi al Consiglio di Stato, il ricorso della prefettura. Posso chiedervi chi vi ha indicato l'avvocato e chi l'ha pagato ? Infine, sullo stadio. Il Quarto Calcio aveva debiti e c'era tutta quella situazione. Dato che la risoluzione è avvenuta in poche ore, si è mai posta il problema del valore anche simbolico di questa esperienza e le ha dato un peso a prescindere ? Attualmente, mentre stiamo parlando, gli oneri delle spese del mantenimento del campo a carico di chi sono e chi lo gestisce ? Grazie.
GIULIA SARTI. Sindaco, mi perdoni, una domanda secca: lei ha detto di aver Pag. 35chiesto l'espulsione di De Robbio per la prima volta a luglio, ma sappiamo che invece la richiesta è arrivata il 13 dicembre. Lei comunque sostiene di aver iniziato a richiederla verbalmente a luglio, ma il motivo per cui aveva chiesto l'espulsione di De Robbio era che riteneva fosse legato alla camorra ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. (fuori microfono) No.
GIULIA SARTI. No, benissimo, quindi per quale motivo il Movimento 5 Stelle avrebbe dovuto espellere De Robbio, se non c'erano sospetti dei suoi legami con la camorra ?
STEFANO ESPOSITO. Solo una domanda telegrafica, presidente. Il sindaco ha detto che De Robbio controllava il meetup, che è il luogo in cui vengono assunte le decisioni, vengono definite liste e candidature, quindi, se la sua affermazione corrisponde al vero, verrebbe da supporre – ma lo chiedo a lei – che tutta la struttura di direzione del Movimento 5 Stelle a Quarto fosse contaminata.
PRESIDENTE. Allora, cominciamo dalle domande della senatrice Capacchione, così andiamo in ordine.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Innanzitutto non sapevo e non so chi sia Davide D'Alterio. L'ho visto anch'io nelle foto in questi giorni, l'ho visto nei filmati come l'ha visto lei, non so se avesse dei procedimenti penali in corso, non ne ho idea. Francesco Romano si è ritirato come candidato sindaco per la casa abusiva, ma penso che lo sappiate tutti, perché non c’è domanda di condono e la casa è abusiva, a quanto so è una casa agricola. Poi voleva fare il vice sindaco, ma è inaccettabile perché ovviamente, se non puoi fare il sindaco, non puoi fare neppure il vice sindaco.
MASSIMILIANO MANFREDI. (fuori microfono) Ha fatto la lista, però.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì, ma noi non sapevamo niente, cioè l'abbiamo saputo quando poi si è ritirato. Francesco Romano era il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle a Quarto, io ho fatto attivismo per due anni e per me era il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle perché era è già stato candidato sindaco nelle precedenti elezioni, però non riuscivano a presentare la lista, non ricordo il motivo perché non c'ero ancora, quindi posso andare per sentito dire. Successivamente era il candidato sindaco, si è ritirato per questo motivo, ma noi non sapevamo nulla, si è ritirato quando eravamo quasi a ridosso delle elezioni, tre o quattro mesi prima, e quindi mi hanno votato le stesse persone del meetup. L'ingegner Altomonte è stato segnalato a mio marito dall'ufficio tecnico che seguiva la pratica, quindi questa è stata la segnalazione fatta. No, perdonatemi, non l'ufficio tecnico: l'ufficio che segue la pratica, il consulente, quello privato, lo studio professionale...lo studio tecnico, non l'ufficio tecnico per carità ! Sono le 23, è stato un errore. Ripeto di nuovo la questione della gestione stadio: la gestione stadio è del comune. Nonostante gli sponsor, la società che aveva la convenzione con il comune non ha mai pagato e la risoluzione non è avvenuta in poche ore o in pochi giorni: ci abbiamo messo due mesi, quindi è stata lunga. Il calendario che è stato fatto riguarda tutte associazioni presenti sul territorio, è stato un bellissimo esempio di democrazia partecipata. La gestione dello stadio in quest'ultimo periodo è stata un bell'esempio di democrazia partecipata, perché tutte le associazioni presenti sul territorio, non solo il Quartograd ma anche la Virtus Social Quarto, Quarto puntozero, tutte le associazioni che sono presenti e le società si sono unite intorno a un tavolo, hanno fatto un calendario da soli. Noi abbiamo fatto gli incontri conoscitivi e, siccome avevamo già fatto il regolamento ma c'erano dei punti che loro non accettavano, abbiamo ovviamente iniziato anche a cambiare il regolamento, perché nei prossimi giorni faremo un regolamento anche per le associazioni che si rivolgono Pag. 36al sociale, che gestiranno con noi una struttura importante, che è la tensostruttura, il regolamento sarà fatto con democrazia partecipata, il calendario sarà fatto con democrazia partecipata. Questo è il percorso che stiamo attuando su Quarto.
MASSIMILIANO MANFREDI. Sindaco, le spese attuali...
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Le spese attuali sono a carico del comune.
MARCO DI LELLO. Quindi le associazioni non pagano.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Le associazioni pagano quel minimo stabilito dell'uso del calendario, cioè hanno un uso con un tot di ore e viene pagato dalle associazioni. Le nostre tariffe ovviamente sono state gestite in base al calendario e abbiamo fatto delle tariffe. Siccome il dirigente deve fare delle tariffe e siamo un comune con deficit di bilancio, una percentuale del 33 per cento deve essere necessariamente a carico dell'esterno, quindi noi abbiamo fatto le tariffe facendo questo calcolo, ovviamente non l'ho fatto io, l'ha fatto il caposettore. Quando poi intorno a un tavolo le associazioni hanno fatto questo calendario che occupava il campo completamente, abbiamo automaticamente diminuito le tariffe perché il comune non deve lucrare sul campo: deve semplicemente dare la possibilità a tutte le associazioni e le società presenti sul territorio di utilizzarlo. Ovviamente questo sta avvenendo in questo periodo, perché sono cose che richiedono tempo, non nasce in un giorno un tavolo di lavoro di democrazia partecipata fatta in questo modo, nasce pian piano con tutte le associazioni presenti sul territorio, è una cosa abbastanza complessa che sta avvenendo.
ROSARIA CAPACCHIONE. Mi scusi, sindaco, ma lei a questa democrazia partecipata intende far partecipare anche società che continuano ad avere rapporti con il clan Polverino e con Castrese Paragliola ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Assolutamente no.
ROSARIA CAPACCHIONE. Però ci sono, le ha nominate.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Quartograd ?
ROSARIA CAPACCHIONE. Quartograd e anche Quarto puntozero.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Quindi lei intende che Quarto puntozero e Quartograd sono associazioni che hanno...
ROSARIA CAPACCHIONE. Hanno certamente ospitato manifestazioni con... e non lo dico io, lo dicono loro.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Voglio sapere se lei ritiene Quartograd e Quarto puntozero delle associazioni mafiose.
ROSARIA CAPACCHIONE. No, non mi metta in bocca cose che non ho detto !
PRESIDENTE. Non ha detto questo la senatrice.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Allora cosa ha detto ?
ROSARIA CAPACCHIONE. Che queste squadre di calcio hanno organizzato manifestazioni a cui hanno invitato, acclamandole, persone legate – anche il figlio, il legame è innegabile – con Castrese Paragliola, che era il proprietario della squadra di calcio arrestato, e la squadra confiscata, e che hanno continuato a fare in tutto questo periodo anche con la loro tifoseria insulti, offese e minacce a esponenti della magistratura e a chi ha gestito la squadra antiracket. Se a lei questo sembra un esempio, ne prendo atto.
Pag. 37ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Io di questi insulti e minacce non so niente.
ROSARIA CAPACCHIONE. Le consiglio di leggere i giornali.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Ultimamente non ho modo di leggere i giornali. Quello che lei dice non è di mia conoscenza, le foto le ho viste, se c’è stato un quadrangolare, cioè quattro squadre, e una persona si è fatta una foto sul campo, non vuol dire niente: non c’è nessuna associazione o società collegata alla mafia, e questo è fondamentale chiarirlo. Se lei ritiene invece che Quartograd o Quarto puntozero lo siano, lo deve chiarire lei con la magistratura.
PRESIDENTE. Sindaco, mi consenta, a questo punto non per una difesa d'ufficio della senatrice Capacchione, che non ne ha alcun bisogno, ma credo che questo incontro serva a noi ad acquisire delle informazioni, ma forse anche a lei ad acquisire qualche elemento che può essere utile per la continuazione della sua sindacatura. Io non sottovaluterei le indicazioni che le sono venute dalla senatrice Capacchione e come sindaco non direi a un senatore «le approfondisca lei», ma direi «me ne faccio carico e le approfondisco», perché anche affermare che una fotografia può sempre capitare è un'affermazione che non è degna – mi consenta di dirlo – di un sindaco che vuole stare in prima linea a combattere la camorra, perché si dà importanza anche a una fotografia.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sono d'accordo, però la cosa fondamentale è che ci sono due associazioni presenti sul territorio che si sono sedute al nostro tavolo, Quartograd e Quarto puntozero, che assolutamente non sono legate alla camorra.
PRESIDENTE. Sindaco, la invito a non sottovalutare gli elementi che le sono stati offerti e, anziché rinviare la responsabilità alla senatrice Capacchione, le consiglio da presidente della Commissione parlamentare antimafia di fare lei come sindaco questa verifica ! Siccome non le mancano gli strumenti, le consiglio di fare lei questa verifica, perché è lei che fa sedere queste associazioni al tavolo.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. La verifica sulle associazioni è stata fatta.
PRESIDENTE. Sindaco, se ci sono ulteriori elementi che sono stati offerti questa sera, la prego di non sottovalutarli.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Assolutamente no.
PRESIDENTE. Perché possiamo sempre farla noi l'inchiesta e poi passargliela, però non credo che ci faccia una bella figura !
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Rispondo all'altra domanda: Fico mi ha chiesto di inviare l’e-mail il 13...
PRESIDENTE. Deve rispondere anche alla domanda della senatrice Capacchione sui collegamenti tra imprenditori e altri personaggi.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Non conosco collegamenti tra Ferro, che era un esponente del PD, e D'Alterio. Conosco il collegamento De Robbio-Ferro, io stessa conosco Mario Ferro, però non conosco il collegamento Mario Ferro-D'Alterio, o Cesarano. Rispondo senza un ordine preciso. Ovviamente non conoscevo nessun legame di Giovanni De Robbio con la camorra, quindi non potrei mai aver detto una cosa del genere al Movimento. Quando ho richiesto l'espulsione di Giovanni De Robbio: la prima volta è stata in via informale, a luglio, per la questione dello stadio, motivo per cui è stato poi espulso. Roberto Fico mi ha richiesto di inviare l’e-mail dell'espulsione il 13 dicembre e il 14 dicembre è partita tutta la procedura.
Pag. 38RICCARDO NUTI. Mi scusi, lei quando ha inviato l’e-mail con la richiesta ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Il 13, il giorno prima: la sera l'ho mandata e la mattina è partito tutto.
RICCARDO NUTI. Il 13, quindi, grazie.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì, sono passate sei, sette ore tra la richiesta e l'espulsione. Il 10 gennaio mi è stata fatta la richiesta di dimissioni sul blog mentre ero in piazza. Come è avvenuta la composizione delle liste: penso di aver già risposto che la composizione delle liste è avvenuta tra gli attivisti. Io sono diventata candidato sindaco quando la maggior parte delle liste era già stata fatta, ma anche perché erano gli attivisti storici. Qualcuno è andato via perché non mi voleva come candidato sindaco e seguiva Francesco Romano.
FRANCO MIRABELLI. L'altra domanda era perché lei fosse diventata il candidato sindaco.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Mi sono malamente offerta di diventare il candidato sindaco e sono stata scelta nell'assemblea, i tempi erano molto stretti.
STEFANO ESPOSITO. Avete fatto una riunione in carne ed ossa ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì, in carne ed ossa. Era un meetup.
RICCARDO NUTI. Bisogna precisare due cose a chi non le sa: la prima, che soprattutto nei comuni si fanno sempre le assemblee; la seconda, che il meetup, o questa parola che viene detta in maniera strana, è uno strumento utilizzato anche da Barack Obama per la sua campagna elettorale. Basta cercare «Barack Obama Meetup» e lo troverà. Se non conosce queste cose, si informi.
PRESIDENTE. Consiglio al senatore Esposito di non fare altre provocazioni.
STEFANO ESPOSITO. Spero che Barack Obama non abbia un meetup contaminato dalla camorra, solo questo.
PRESIDENTE. Basta, per favore.
RICCARDO NUTI. Non si chiama PD.
PRESIDENTE. Per favore.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Il meetup è un'assemblea in cui si riuniscono tutti gli attivisti che lavorano sul territorio. Francesco Romano era attivista penso da subito, io sono arrivata due anni dopo di lui che è stato uno dei primi fondatori del Movimento 5 Stelle a Quarto, quindi quando sono arrivata ho trovato già Francesco Romano candidato sindaco.
MARCO DI LELLO. Ma lei non disse che viveva in un immobile oggetto di condono ? Siccome Romano faceva il passo indietro sul tema dell'abusivismo edilizio, a lei non ha creato alcun imbarazzo ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì, io ho detto che avevo....
MARCO DI LELLO. Ma lei l'ha detto all'assemblea ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Assolutamente sì. Tra l'altro, quando sono diventata candidato sindaco nel 2013 la pratica era già chiusa, perché erano stati chiesti gli oneri concessori, e vengono chiesti gli oneri concessori quando è stata...
MARCO DI LELLO. No, è in istruttoria, precisamente; poi dopo il pagamento si rilascia il permesso in sanatoria, come lei sa, sindaco.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. L'istruttoria finisce quando si chiedono gli oneri concessori.
Pag. 39MARCO DI LELLO. Quindi dopo il pagamento viene rilasciato il permesso a costruire.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Il pagamento è stato rateizzato.
MARCO DI LELLO. Quindi è ancora in corso. La pratica dunque è aperta...
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. No, è finita.
MARCO DI LELLO. Quando è finita ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Ad aprile, credo, però non sono sicura della data.
MARCO DI LELLO. Prima o dopo la sua elezione a sindaco ? Non è proprio irrilevante.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Credo prima, ma è da verificare.
MARCO DI LELLO. Non ha risposto alla domanda che le ho posto prima, con cui le avevo chiesto se sappia quante istanze di condono siano ancora da esitare.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Noi abbiamo fatto proprio questo lavoro. I sovraordinati si sono occupati di redigere una relazione, però non ho adesso con me i documenti, perché ci sono i tre condoni degli ultimi anni e ogni condono ha il suo numero di pratiche inevase che ovviamente è altissimo.
PRESIDENTE. Magari ce lo faranno sapere con precisione.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì, abbiamo la relazione dei sovraordinati della prefettura, abbiamo escluso i tecnici esterni dai condoni edilizi, che verranno fatti dai tecnici interni con un progetto incentivante.
PRESIDENTE. Se posso fare una precisazione, signor sindaco, da quest'ultima risposta che lei ha dato sui tempi del condono della casa di suo suocero e tutto quanto, forse non c'era bisogno che lei andasse alla ricerca della categoria giuridica della minaccia, semplicemente perché non poteva costituire minaccia una cosa che non esisteva.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Ma per me non esisteva.
PRESIDENTE. Va bene. Siccome è stato costruito esattamente l'opposto nella comunicazione, è bene che questa sera in questa Commissione abbiamo accertato che la vicenda del condono edilizio che doveva costituire oggetto di minaccia non esisteva, era risolta. Questa è un'affermazione importante, e sarà interessante anche verificare se corrisponda agli atti giudiziari.
MARIO MICHELE GIARRUSSO. Però la DDA sta procedendo per tentata estorsione. Penso che qui abbiamo il dovere di capire...
PRESIDENTE. Senatore, ho appena detto che faremo una verifica della congruità...
MARIO MICHELE GIARRUSSO. Certo, però, visto che c’è l'interessata, una cosa la dobbiamo capire, presidente: una tentata estorsione non può trattarsi di una pratica...
PRESIDENTE. Ci penserà la magistratura...
MARIO MICHELE GIARRUSSO. No, dobbiamo pensarci anche noi che siamo la Commissione Antimafia e siamo una Commissione d'inchiesta, presidente, quindi dobbiamo capire se queste minacce, questi tentativi di estorsione facciano capo a qualche altra cosa.
PRESIDENTE. Ho capito, senatore, mi pare di averlo appena detto.
Pag. 40MASSIMILIANO MANFREDI. Presidente, so che interessa meno, però posso permettermi di dire al sindaco di considerare bene di far utilizzare le pratiche di condono dal progetto incentivante dei dipendenti interni ? Da quanto emergeva dal lavoro della commissione che abbiamo incontrato dodici volte, infatti, loro cercavano di esternalizzare il servizio, perché quasi il 10 per cento dei dipendenti di Quarto è coinvolto indirettamente. Mi permetto nella sua autonomia di darle questo suggerimento, perché lei sa bene che addirittura durante le nostre audizioni un ordigno tentò di far saltare in aria la stanza in cui venivano depositate le pratiche, furono rimosse e ne mancarono alcune (questo durante il primo anno e mezzo di commissariamento).
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Io credevo che facendolo interno si evitassero commistioni con l'esterno.
PRESIDENTE. Se l'interno non è già oggetto di commistione con l'esterno !
MASSIMILIANO MANFREDI. Sindaco, senza polemica, è solo un contributo: Quarto ha una percentuale tra contaminati...
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Lei ha perfettamente ragione, infatti nei miei dubbi ho chiesto alla prefettura la relazione d'accesso per gli indagati, perché vagavo alla cieca nell'ufficio tecnico, non sapendo chi fosse indagato e chi non lo fosse.
MASSIMILIANO MANFREDI. Scoprirà che alcuni non li potrà rimuovere per un problema normativo.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì, però gli stessi carabinieri in questo ultimo periodo, oltre al fatto che posso visionare la relazione d'accesso e andrò alla prefettura a farlo, mi hanno indirizzato, dicendo che dai provvedimenti disciplinari posso capire chi ha un provvedimento penale. Da quello poi verranno fatti i vari spostamenti. Alcuni sono stati già fatti in quest'ultimo periodo. È stata sollevata la questione dei capisettore: io ho spostato tre capisettore, due sono stati fatti subito per i due settori più particolari, i lavori pubblici e l'urbanistica. Per quanto riguarda i lavori pubblici era l'unico ingegnere e mi sono anche relazionata con il mio segretario comunale da cui ho fatto chiamare la dottoressa Nicolò per chiedere se il caposettore che stavo scegliendo fosse idoneo al settore delicato che andava a ricoprire. La dottoressa non solo mi ha detto di sì tramite il segretario comunale, ma mi ha detto anche che il regolamento comunale era stato cambiato proprio nella prospettiva di far diventare caposettore l'ingegnere di cui parliamo, perché, essendo al 50 per cento, era stato aggiunto questo piccolo comma al regolamento comunale, quindi ho seguito le indicazioni. Per il settore urbanistica ho scelto una persona non del territorio, ma di Acerra, che non ha questo legame con il territorio, ripeto sempre le stesse cose, però purtroppo è il legame con il territorio che cerco di recidere in tutti gli atti della mia amministrazione. Il terzo caposettore è stato sostituito in questi giorni, è un settore che aveva accentrato molto potere e anche in questo caso ho scelto una persona che non è di Quarto. Ci sono capisettore che sono lì da vent'anni, quindi è la prima cosa che ho cercato di cambiare, con non pochi problemi.
PRESIDENTE. Vi confesso che anch'io ho perso l'ordine delle domande, ma chi le ha poste sa se ha avuto risposta o meno.
ERNESTO CARBONE. Io no.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. L'onorevole Piccolo mi chiede che tipo di assicurazioni mi ha dato Romano. Su cosa ?
SALVATORE PICCOLO. L'onorevole Fico...
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Siccome erano pressioni politiche e ho Pag. 41chiesto la sua espulsione, anche se a me sembravano gravissime non mi ha rassicurato: semplicemente non c'erano i termini per l'espulsione.
FRANCO MIRABELLI. Vorrei sottolineare che su questo punto il sindaco ha dato due versioni diverse, perché nella sua introduzione ha detto un'altra cosa. Ha detto che, alla luce del fatto che si era resa conto di avere pressioni per incontrare imprenditori, a luglio aveva chiesto l'espulsione perché veniva pressata per incontrare degli imprenditori.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì.
FRANCO MIRABELLI. Invece detta così è un'altra cosa...
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Sì, però era una scelta politica in quel momento, perché è una scelta politica affidare lo stadio ai privati o al comune, quindi non era un motivo valido.
FRANCO MIRABELLI. Mi scusi, il punto non era lo stadio: è che lei ha manifestato un disagio per il fatto che riceveva pressioni per incontrare degli imprenditori.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Assolutamente sì.
SALVATORE PICCOLO. Sul problema delle nomine degli assessori...
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Gli assessori che ho scelto all'inizio erano comunque degli assessori lontani dal territorio. Quando parlo del rimpasto di giunta – forse lei si riferisce a questo – chiedo l'aiuto del direttorio, di tutto il Movimento, lo chiedo a Roberto Fico e a Luigi Di Maio, che si attivano per cercare dei curricola di assessori. Poi tutto precipita e non si fa nulla, perché siamo fermi da quasi un mese. La data era gli inizi di dicembre, però comunque domani sarà su tutti i giornali come tutti i miei messaggi WhatsApp.
RICCARDO NUTI. Diciamo tra fine dicembre e primi di gennaio orientativamente ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. No, ha ragione l'assessore: alla fine di dicembre.
PRESIDENTE. Lo vedremo da WhatsApp !
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Il senatore De Cristofaro mi chiede perché non ho chiesto la commissione d'accesso. In realtà in sette mesi abbiamo fatto davvero pochi atti per poter richiedere la commissione d'accesso, abbiamo fatto davvero poco, ci siamo mossi nella linea dei commissari, quindi atti per cui poi richiedere la commissione d'accesso non ci sono stati. Noi siamo sempre in contatto con la prefettura, quindi tutto quello che ha riguardato la Fradel ci ha visto costantemente interloquire con la prefettura, ci siamo mossi sempre nei limiti istituzionali del rigore. L'avvocato che ha fatto il ricorso al Consiglio di Stato è un avvocato che mi ha presentato Roberto Fico, non so come è stato gestito il pagamento, ma comunque non da noi, perché non eravamo assolutamente in grado di pagarlo. Perché non ho querelato l'assessore Iovine: in realtà io non ho seguito l'intervista però doveva querelarla l'assessore ai lavori pubblici Tullio Ciarlone. Io non ho visto l'intervista. Già la lettera di dimissioni era da querelare, però, quando l'assessore ha cercato di procedere alla querela, non c'erano i fondamenti per farlo e quindi non l'ha fatto. Il tenente dei carabinieri ha detto infatti che non c'erano le motivazioni: non c'era l'offesa, non c'era diffamazione.
ERNESTO CARBONE. No, un momento, mi scusi: l'assessore Iovine dice chiaramente di essere stata ingannata da Pag. 42lei e dall'assessore Ciarlone sul numero degli appartamenti che erano nel piano regolatore.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Si tratta della correzione materiale di cui parlavo prima.
ERNESTO CARBONE. Scusi, mi faccia finire: se una persona dichiara di essere stata ingannata, non mi dica che non c’è diffamazione, quindi o è vero che lei ha ingannato l'assessore Iovine...
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Assolutamente no.
ERNESTO CARBONE. Se non è vero, non credo che un carabiniere, un maggiore possa dire che non ci sia diffamazione. Mi scusi ma dovrebbe chiarirmi anche questo.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto L'assessore Ciarlone voleva querelare non sull'intervista, che neanche ho visto, ma sulla lettera di dimissioni. Infatti ci sono delle memorie protocollate da parte dell'assessore al comune, in cui spiega quello che avrebbe voluto spiegare in una querela. Presuppongo che farà un esposto, ma nel frattempo ha protocollato tutto.
ERNESTO CARBONE. Si vada però a vedere l'intervista, perché lei dice chiaramente che lei, il sindaco, ha ingannato l'assessore sul numero degli appartamenti.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Il numero di cui lei parla è l'errore materiale di cui le stavo parlando prima.
ERNESTO CARBONE. L'ho capito, ma sto dicendo che l'assessore in un'intervista televisiva dice chiaramente di essere stata ingannata dal sindaco, che più volte non l'ha convocata in giunta, le ha nascosto degli atti.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Poi rispondo anche a questo. In realtà non è così: spesso facciamo giunta anche in modo improvviso, gli assessori non partecipano in modo sommario, sono fissi al comune, lei partecipava poco e quindi quando c'era la possibilità di decidere la giunta qualche giorno prima la convocavo, ma è capitato per giunte improvvise che non abbia potuto farlo, però la maggior parte delle giunte improvvise erano conferimenti di incarichi agli avvocati. Non c'era alcuna motivazione per escludere la Iovine e poi di solito quando veniva convocata non giustificava la sua assenza e partecipava veramente poco. Per quanto riguarda la delega allo sport è stata l'assessore Iovine a rimetterla a me, perché riteneva che in quel periodo fosse troppo stressata e quindi fosse per lei troppo gravosa, c'era la questione stadio, stavamo decidendo una linea politicamente molto forte, la gestione da parte del comune, e ha preferito rimetterla.
ERNESTO CARBONE. A questo punto le consiglio veramente di vedere l'intervista perché lei dice cose esattamente opposte a quello che lei sta dicendo adesso.
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. L'assessore Iovine ha anche detto di essersi dimessa, invece nel momento in cui c’è stato il diverbio – perché si è trattato di un diverbio – tra me e lei, io sono andata in segreteria e ho detto che ci sarebbe stata la revoca delle deleghe, ci siamo sedute, lei si è alzata mentre io stavo scrivendo la revoca delle deleghe, è scesa giù e ha dato le dimissioni. Questa è la mia realtà dei fatti, ma è la realtà dei fatti che potranno dirle tutti.
ERNESTO CARBONE. Le suggerisco semplicemente di ascoltare quell'intervista.
RICCARDO NUTI. Non ho capito bene e vorrei precisare insieme a lei, se è possibile, se l'avvocato per il ricorso sia stato pagato per l'importo di circa 14 mila euro...
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. (fuori microfono) No.
Pag. 43RICCARDO NUTI. No, ho capito male, mi scuso. Volevo inoltre chiedere se lei sia a conoscenza del fatto che, come a me risulta, sia stata fatta una semplice colletta fra i quattordici parlamentari del Movimento 5 Stelle campani, mettendo circa mille euro ciascuno per questa cosa. Lei è a conoscenza di questa colletta che è stata fatta fra i parlamentari campani ?
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Si parlò di colletta, ha ragione.
PRESIDENTE. Le altre cose ve le chiarite in altra sede...
RICCARDO NUTI. Ho finito, presidente, ma semplicemente per spiegare e ribadire che la richiesta scritta, come detto più volte anche in questa audizione, è stata inviata il 13 dicembre e dopo circa sette ore, quindi comunque il giorno dopo, il 14, è stato espulso. Grazie.
FRANCO MIRABELLI. Francamente non ho capito dal sindaco se a Quarto c’è la camorra !
ROSA CAPUOZZO, sindaco di Quarto. Assolutamente sì, penso che ci sia la camorra a Quarto.
PRESIDENTE. Ringrazio il sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 23.25.