Comunicazioni della presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 2
(La seduta, sospesa alle 14.20, riprende alle 14.35) ... 3
Pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3
Audizione del procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Giuseppe Pecoraro:
Bindi Rosy , Presidente ... 3
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 4
Bindi Rosy , Presidente ... 4
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 4
Attaguile Angelo (LNA) ... 6
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della federazione Italiana Giuoco Calcio ... 6
Attaguile Angelo (LNA) ... 6
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 6
D'Uva Francesco (M5S) ... 6
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 6
Attaguile Angelo (LNA) ... 6
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 6
D'Uva Francesco (M5S) ... 6
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 6
Attaguile Angelo (LNA) ... 6
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 7
Bindi Rosy , Presidente ... 7
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 7
Mattiello Davide (PD) ... 7
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 8
Mattiello Davide (PD) ... 8
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 8
Mattiello Davide (PD) ... 8
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 8
Di Lello Marco (PD) ... 8
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 8
Attaguile Angelo (LNA) ... 9
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 9
Attaguile Angelo (LNA) ... 9
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 9
Attaguile Angelo (LNA) ... 9
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 9
Attaguile Angelo (LNA) ... 9
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 9
Attaguile Angelo (LNA) ... 9
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 9
Attaguile Angelo (LNA) ... 9
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 9
Attaguile Angelo (LNA) ... 9
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 10
Attaguile Angelo (LNA) ... 10
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 10
Attaguile Angelo (LNA) ... 10
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 10
Attaguile Angelo (LNA) ... 10
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 10
Attaguile Angelo (LNA) ... 11
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 11
Di Lello Marco (PD) ... 11
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 11
D'Uva Francesco (M5S) ... 11
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 11
Bindi Rosy , Presidente ... 12
Pecoraro Giuseppe , procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio ... 12
Bindi Rosy , Presidente ... 12 ... 12
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI
La seduta comincia alle 14.10.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Comunicazioni della presidente.
PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi testé riunitosi ha convenuto, ai sensi dell'articolo 7 della legge istitutiva, che la Commissione si avvalga della collaborazione dell'ingegner Sergio Civino, per le attività di consulenza tecnica per conto della nostra Commissione sul materiale informatico oggetto dei decreti di sequestro deliberati nella seduta del 1° marzo 2017.
A tale riguardo desidero informare la Commissione delle modalità con cui sono stati eseguiti i suddetti decreti da parte dello SCICO della Guardia di finanza e delle questioni sollevate dai destinatari dei provvedimenti. Desidero altresì dare atto dell'ampia collaborazione fornita dai gran maestri Venzi, Criscuoli Tortora e Binni. In particolare, per la Gran Loggia Regolare d'Italia do atto che era pervenuta in data 8 febbraio 2017 la risposta del gran maestro Fabio Venzi, il quale aveva fatto presente che l'organo amministrativo di vertice dell'associazione «si è espresso all'unanimità in modo favorevole alla consegna degli elenchi». Successivamente, in data 21 febbraio, era pervenuta un'ulteriore comunicazione di Venzi, che rappresentava, ai fini della trasmissione degli elenchi, che la raccolta del consenso degli iscritti non avrebbe potuto concludersi entro il termine del 28 febbraio inizialmente indicato, bensì entro il 10 marzo. Atteso che le esigenze dell'inchiesta parlamentare non hanno consentito di attendere ulteriormente, ritengo comunque opportuno iniziare l'esame della documentazione sequestrata dagli elenchi di quelle logge che hanno dato una collaborazione, sperando di poter andare in parallelo anche con l'esame degli iscritti del Grande Oriente d'Italia, che si è presentato anche in questa occasione tra i più resistenti. La perquisizione al GOI è, infatti, iniziata alle 15.45 circa ed è terminata circa alle 6.30 del mattino successivo, non solo per la maggiore mole di materiale da acquisire, soprattutto informatico, e per la presenza di più server che sono stati sequestrati, ma per l'afflusso presso la sede del GOI di più avvocati per assistere alle operazioni, cosa che sicuramente la legge consente, i quali però hanno partecipato presentando continue obiezioni. Come dicevo, l'esame del materiale avverrà presso lo SCICO, con l'assistenza del consulente informatico che abbiamo appena nominato e avverrà con il contraddittorio delle parti.
Se non vi sono obiezioni, passerei ad un'altra comunicazione. È pervenuta una lettera in data 23 febbraio ultimo scorso a firma dell'onorevole Carlo Sarro, con la quale si comunica che il giudice delle indagini preliminari, in data 20 gennaio 2017, ha disposto l'archiviazione del procedimento a suo carico su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli:
«Onorevole Presidente, il 15 luglio 2015, a seguito della diffusione con straordinaria evidenza mediatica della notizia di un mio coinvolgimento in un procedimento penale per fatti di corruzione aggravati dalla finalità mafiosa, rassegnavo le dimissioni dalla carica di componente della Commissione antimafia. In realtà, il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Napoli richiedeva alla Camera dei deputati l'autorizzazione all'esecuzione della misura cautelare Pag. 3 degli arresti domiciliari, contestandomi quale unica ipotesi di reato una presunta turbativa d'asta, senza alcuna aggravante mafiosa. Il tribunale di Napoli, sezione VIII, in funzione di giudice del riesame, appena nove giorni dopo l'emissione del citato provvedimento, lo annullava per assoluta carenza di indizi di colpevolezza a mio carico, censurando a più riprese l'operato degli uffici della procura della Repubblica ed in particolare per come le conversazioni captate fossero state interpretate: “spesso infatti si assiste all'interposizione di note dell'autore e all'attribuzione di frasi a persone che non compaiono nel discorso, ma alle quali dette frasi sono ricondotte” (ordinanza 446 del 24 luglio 2015, pag. 7). La Corte suprema di cassazione, I sezione penale, con sentenza n. 3456 del 15 dicembre 2015 rigettava, su conforme richiesta dello stesso procuratore generale, il ricorso proposto dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli, ritenendo nel caso in esame che “la turbativa della gara non risulta accertata, né il complesso contesto di criticità descritte dai collaboratori di giustizia e dagli imprenditori non risulta riferibile in alcun modo al Sarro” (sentenza n. 3456 del 2015, pag. 5). La procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli, direzione distrettuale antimafia, con atto del 27 dicembre 2016, ha formulato richiesta di archiviazione condivisa dal giudice per le indagini preliminari, che con proprio decreto ha disposto l'archiviazione del procedimento. Analoga decisione è stata assunta nei riguardi di tutti gli altri indagati, per cui sulla vicenda, che pure tanto clamore aveva suscitato, non verrà celebrato alcun processo. Con Tertulliano anch'io posso dire veritatem dies aperit. Ho ritenuto doveroso fornirle questo quadro informativo per un duplice ordine di considerazioni: innanzitutto per rassicurare lei e tutti gli onorevoli componenti della Commissione, attuali e precedenti, che nel corso di oltre sette anni – tanto è durato il mio incarico in Antimafia, nell'intera XVI Legislatura e metà della XVII – hanno avuto in me un collega che ha sempre ispirato la propria azione politica, istituzionale e professionale a princìpi di correttezza e di onestà, in secondo luogo per lasciare agli atti della Commissione il seguito della storia, affinché chiunque, anche in futuro, possa avere una conoscenza completa di questa vicenda a dir poco singolare e comunque tristemente indicativa di un'incredibile svista investigativa. Grato per l'attenzione che vorrà riservare a questo scritto, con sensi della stima, 23 febbraio 2017».
Ho ritenuto giusto leggere questa lettera perché rimanesse nel resoconto dei lavori della nostra Commissione, data la immediatezza con la quale l'onorevole Sarro si dimise da questa Commissione quando ricevette l'avviso di garanzia, quindi come tale credo che sia giusto riconoscere questa correttezza e la verità dei fatti.
Infine, dal 27 al 30 marzo saremo in missione in Spagna e il 3 aprile si svolgerà una missione a Foggia. Pregherei i Gruppi di fornire quanto prima i nominativi dei partecipanti, siamo sollecitati in questo senso anche dall'ambasciata italiana in Spagna.
La seduta, sospesa alle 14.20, riprende alle 14.35.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
Audizione del procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Giuseppe Pecoraro.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore federale della Federazione Italiana Gioco Calcio, prefetto Giuseppe Pecoraro. L'audizione odierna ha ad oggetto il tema delle infiltrazioni della criminalità organizzata nei club calcistici professionistici, su cui la Commissione ha istituito un apposito comitato, coordinato dai deputati segretari Marco Di Lello e Angelo Attaguile, che proseguirà il proprio lavoro anche in base alle risultanze dell'audizione odierna. Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione Pag. 4libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta. Nel ricordare che il prefetto Pecoraro è già stato sentito in Commissione in qualità di prefetto di Roma nella seduta dell'11 dicembre 2014, avverto che oggi è accompagnato dall'avvocato Angela De Michele, consulente della procura federale. Ringrazio il prefetto Pecoraro e gli cedo volentieri la parola.
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Grazie a lei, presidente. Forse sono venuto anche prima del 2014, ma lo dico soltanto per i miei ricordi.
PRESIDENTE. Noi parliamo della nostra legislatura. Il tema non era meno attuale di quello di oggi.
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Io sono procuratore federale dal 1° settembre 2016, giorno in cui mi sono insediato, quindi mi riferirò soprattutto alle situazioni di cui mi sono interessato in questi mesi, ovviamente risponderò alle domande sulla base di quello che so e che mi è stato riferito in ordine a fatti antecedenti. So che anche il procuratore Palazzi sarà audito, per cui mi sembra giusto che sia soprattutto lui a rispondere dei fatti su cui ha svolto le sue valutazioni a suo tempo. La procura federale è sempre stata molto attenta sulle problematiche di infiltrazioni della criminalità organizzata e risponde anche alle esigenze della Federcalcio, tenuto conto che l'anno scorso è stato stipulato con il Ministero dell'interno un protocollo proprio per acquisire notizie in ordine a soci o acquirenti delle società di calcio e verificare se siano in possesso di certificazione antimafia e possano entrare a far parte del mondo calcistico, protocollo di cui lascerò copia alla Commissione. Questo mi sembra giusto, se non altro perché è una politica voluta fortemente dalla Federcalcio quella di essere molto attenti alle possibili infiltrazioni.
Una norma in particolare è stata introdotta recentemente, l'articolo 12, che regola i rapporti fra le società e le tifoserie, laddove risultano punibili le società che abbiano rapporti impropri con le tifoserie. Non sono vietati i rapporti, ma i finanziamenti in situazioni particolari che ovviamente possono determinare sanzioni nei confronti delle società. Come quadro generale devo dire che in questi mesi più volte ho potuto constatare, attraverso gli atti che le procure ordinarie d'Italia mi hanno trasmesso, dei rapporti fra criminalità organizzata, che non è detto che sia mafia, camorra o ’ndrangheta, come ad esempio a Latina, con giocatori o con tesserati. È ovvio che noi dipendiamo soprattutto dalle procure della Repubblica e che non abbiamo la possibilità di intervenire se non quando abbiamo notizie stampa, denunce, quindi, non avendo a disposizione una polizia giudiziaria, ci muoviamo esclusivamente su fonti aperte o su denunce sottoscritte, che vengano portate all'attenzione della procura federale. Ho fatto questa precisazione perché noi non abbiamo possibilità di espletare una indagine propria, ma ci muoviamo sulla base di notizie che ci vengono date dalle procure della Repubblica. In questi mesi ho incontrato diversi procuratori italiani, sono stato a Torino, a Milano, a Napoli, a Catania, a Frosinone, a Latina proprio per conoscere i procuratori e per mettermi a disposizione, per dare loro notizie qualora mi arrivassero attraverso denunce o per ricevere dagli stessi procuratori della Repubblica notizie che possano interessare il mondo sportivo e in particolare il mondo del calcio. Devo dire che da parte di tutti i procuratori ho trovato grande disponibilità, interesse e soprattutto hanno collaborato fortemente in questi mesi. La procura di Torino, ad esempio, ci ha mandato oltre 5 mila pagine, per cui esistono anche rapporti importanti, significativi, che mettono in condizione la procura federale di poter fare le proprie valutazioni esclusivamente per quanto concerne il mondo sportivo e il mondo del calcio. Andrò prossimamente presso altre procure per mettermi a disposizione e per conoscere eventuali situazioni che riguardino il loro territorio. Al di là della collaborazione attraverso gli atti, c'è stato anche Pag. 5uno scambio di opinioni, per cui posso affermare che in linea di massima c'è grande attenzione da parte delle procure della Repubblica nei confronti del mondo del calcio e dello sport. Non mi sento di parlare di preoccupazione, ma certamente di attenzione. Ovviamente dovrò andare anche nelle procure calabresi e siciliane – sono stato già a Catania – ma ribadisco che nelle procure dove sono stato c'è attenzione ma non preoccupazione. Mi riservo eventualmente quando andrò nelle procure meridionali di far conoscere, se ritenete, l'orientamento di quelle procure. Con il procuratore della Repubblica di Napoli Colangelo ho potuto incontrarmi e discutere a lungo, però, al di là dell'attenzione che c'è sulla problematica Avellino e su altri episodi, non c'era grande fermento, a meno che non ci siano indagini in corso per cui era giusto che non me ne parlasse. In base all'esperienza che ho fatto in questi mesi ho constatato che bisogna fare attenzione al mondo delle scommesse. Sento, infatti, di poter affermare che questo può determinare situazioni di tensione nel mondo del calcio. Secondo l'organizzazione che ci siamo dati in procura ho affidato a un procuratore aggiunto la materia delle scommesse, perché è quella che particolarmente ci preoccupa. Ciò emerge dal caso dell'Avellino e da altri casi di cui si parla, sui quali dobbiamo avere altre notizie, ma soprattutto emerge dai dati che ci vengono dai Monopoli di Stato – noi abbiamo notizie settimanali, se non addirittura due volte a settimana, quando abbiamo partite infrasettimanali – e quando ci sono flussi anomali di scommesse ci muoviamo immediatamente, non solo informiamo, a differenza di prima, le procure della Repubblica dove la partita si tiene, ma mandiamo dei collaboratori dell'ufficio per monitorare l'andamento della gara e, ove appare necessario, per espletare indagini nell'immediatezza e poi, se abbiamo altre notizie, informiamo ulteriormente la procura. Proprio su questo abbiamo potuto leggere con soddisfazione le proposte formulate a questa Commissione. La prima riguarda l'aumento della pena edittale per quanto riguarda gli scommettitori, perché questo consente, non tanto a noi quanto alla procura della Repubblica, di intervenire con le autorizzazioni per le intercettazioni telefoniche, laddove oggi, essendo cambiato il sistema della polizia giudiziaria, un'intercettazione è certamente utile per conoscere la verità. Dall'altra parte anche la possibilità di controllare coloro che detengono slot machine o hanno a disposizione determinate autorizzazioni di polizia per le scommesse a distanza o per giocare nelle varie tabaccherie o locali, perché secondo l'esperienza che ho maturato in tempi abbastanza recenti, quando mi occupai di Bplus, la maggior parte dei gestori e dei proprietari di bar che soprattutto al sud detenevano slot machine erano pregiudicati, addirittura alcuni con il 416-bis, quindi c'erano contatti fra la società Bplus, di cui anche qui si è discusso, e i vari gestori e proprietari di slot machine, molti dei quali con pregiudizi penali alcuni addirittura con 416-bis. Cambiando la norma è possibile un intervento immediato e soprattutto efficace da parte delle forze dell'ordine, che oggi invece non possono intervenire. È ovvio che quello delle scommesse diventa per la criminalità organizzata uno strumento importante per incrementare il proprio patrimonio e soprattutto fare investimenti in droga o in altre situazioni.
Se ritenete, passerei direttamente ai procedimenti di cui mi sono interessato, a meno che non ci siano domande sulla parte generale. Noi abbiamo fatto alcuni procedimenti e ho letto sui giornali che siete interessati ad alcune società quali Crotone, Avellino, Catania e qualcun'altra. Per quanto riguarda Avellino, il 3 marzo c'è stata un'udienza in cui noi abbiamo chiesto le sanzioni per l'Avellino Calcio, 7 punti di penalizzazione, e 6 anni di squalifica per i giocatori, sulla base di atti che abbiamo ricevuto dalla procura della Repubblica di Napoli, dove viene sostenuto che questi giocatori erano in contatto con un collaboratore di giustizia, che ha avuto rapporti con questi giocatori e che l'obiettivo era quello di creare una rete per determinare i risultati delle partite ai fini di vincite attraverso le scommesse. I giocatori sono Izzo, Pini, Millesi, mentre Crimi, Pisacane e Pag. 6un altro giocatore, se non vado errato, per omessa denuncia, perché erano stati avvicinati per poter influire sui risultati delle partite, ma non hanno fatto denuncia alla procura della Repubblica ordinaria o alla procura federale, né alla Federcalcio. Erano venuti in contatto, come dicevo, con tale Accurso, il quale ha confessato che era loro intendimento creare una rete per poter determinare il risultato delle partite. Le persone con cui hanno avuto rapporti sono due, Pini e Izzo. Addirittura Pini, se non vado errato, è imparentato con il collaboratore di giustizia. Le partite sono con il Modena e la Reggina e risalgono al 2014, Modena-Avellino del 17 maggio 2014 e Avellino-Reggina del 25 maggio 2014, quindi due partite che si sono susseguite. Millesi e Izzo giocavano con l'Avellino, Pini era l'intermediario. Sulla base di atti pervenuti dalla procura di Napoli. L'udienza definitiva ai fini della discussione, del dibattito e della sentenza sarà il prossimo 7 aprile 2017. C'è stato un rinvio per quanto concerne fatti procedurali che dovranno essere esaminati dal consiglio di garanzia presieduto dal presidente Frattini.
Sul Catania i procedimenti erano terminati e sapete della retrocessione del Catania e delle penalizzazioni, ma ci ha fortemente meravigliato qualcosa che è avvenuto recentemente – lascerò agli atti il rapporto della questura di Catania – durante la partita Catania-Matera del 2 febbraio, in cui è stato osservato un minuto di raccoglimento e il lutto al braccio in memoria di tale Ciccio Famoso, noto pregiudicato di Catania, oltre che ultras, e noi questo lo abbiamo saputo dalla questura di Catania. Non voglio parlare di rapporti con la criminalità organizzata, ma si tratta certamente di una cultura che non può essere condivisa. Su questo fatto abbiamo aperto un procedimento, perché vi è stata l'autorizzazione al minuto di raccoglimento da parte della Lega Pro.
ANGELO ATTAGUILE. C'è stato un minuto di raccoglimento autorizzato dalla Lega Pro, quindi non da parte dei tifosi?
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della federazione Italiana Giuoco Calcio. La società ha chiesto, il fatto grave è questo. Poi c'è stato addirittura il maxischermo con il filmato che ricordava la figura di Ciccio Famoso che diventa ora famoso anche attraverso la Commissione antimafia.
ANGELO ATTAGUILE. Mi scusi, c'è stata questa commemorazione, quindi c'è un'inchiesta?
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Sì, si è aperta un'inchiesta da parte della procura federale nei confronti della società Catania che ha chiesto l'autorizzazione alla Lega Pro e nei confronti della Lega Pro, perché ovviamente è stata data un'autorizzazione al minuto di raccoglimento per ricordare un tifoso pregiudicato, con tutto il rispetto.
FRANCESCO D'UVA. Era «daspato»?
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Sì, «daspato», pregiudicato per reati di violenza contro le forze dell'ordine e anche per altri motivi, non era una persona...
ANGELO ATTAGUILE. Era «daspato»?
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Sì.
FRANCESCO D'UVA. Pregiudicato anche per cosiddetti «reati spia»?
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. No, non reati spia della criminalità organizzata, ma certamente reati contro le forze dell'ordine, rapine, quindi un pregiudicato di un certo livello. Anche solo un minuto di raccoglimento per un «daspato», con tutto il rispetto per la persona, di per sé ci crea qualche perplessità.
ANGELO ATTAGUILE. Il presidente ha un «daspo» di 5 anni.
Pag. 7GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Pulvirenti è l'ex presidente.
PRESIDENTE. La Lega ha concesso questa cosa?
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Sì, la Lega Pro, tant'è vero che ho avvertito il presidente Gravina per una questione di rispetto, che non sapeva nulla e ha detto che avrebbe fatto un intervento interno per capire chi avesse dato l'autorizzazione. Questo è un fatto grave e mi sembrava doveroso informare la Commissione.
Sul Milan devo dire pochissime cose, perché negli articoli di giornali che ho letto qualcuno ha fatto riferimento alle ’ndrine a Milano, al Milan. Noi abbiamo sentito le procure, la procura di Milano in particolare, ma non ci sono procedimenti che riguardano il Milan, che riguardino rapporti Milan e ’ndrangheta, ovviamente ad oggi, quindi non ci sono assolutamente situazioni che in questo momento possano riguardare il Milan.
C'è un'indagine in corso che riguarda determinati soggetti, la procura di Catanzaro ha disposto lo stralcio di parte delle indagini in relazione a determinate dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, che si riferiscono ad attività criminali adiacenti allo stadio di San Siro a Milano per i servizi di catering all'interno dello stadio. Questa è l'unica notizia che informalmente abbiamo ricevuto, perché, avendo letto sui giornali, abbiamo cercato di avere qualche notizia e questa è l'unica notizia che abbiamo, ma di concreto non c'è assolutamente nulla.
Io comunque ho già scritto alla procura di Milano di poter avere notizie che possano interessarci, perché è apparso un articolo sui giornali «’ndrine a Milano e Torino», abbiamo chiesto notizie sul Milan, ma informalmente abbiamo saputo questo, altrimenti tra acquisizione degli atti e altro non avrei fatto in tempo per poter riferire a questa Commissione.
Per quanto riguarda il Crotone noi sappiamo che si è spesso parlato dei fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna, che sono presidente e amministratore delegato del Crotone. La DDA aveva chiesto il sequestro dei beni dei due fratelli, ma la sezione misure di prevenzione del tribunale di Crotone ha rigettato la richiesta di sequestro da parte della DDA. È stato interposto appello da parte della procura di Catanzaro, ma la corte d'appello di Catanzaro a novembre 2016 ha rigettato le richieste dei pubblici ministeri. A seguito della rinuncia della procura della Repubblica di Catanzaro di interporre ricorso in Cassazione la decisione della corte d'appello di Catanzaro è divenuta definitiva. Se dovessero emergere situazioni, ne terremo conto, ma ad oggi non ci sono fatti, episodi, comportamenti che possano incidere sull'attuale gestione della società Crotone.
Abbiamo aperto un procedimento disciplinare nei confronti della società Latina e in particolare dell'ex presidente, Pasquale Maietta, dell'allenatore Marc Iuliano e di alcuni calciatori, Crimi e Bruno. Questi procedimenti tengono conto di un rapporto particolare, di protezione, da parte di Vitale e Di Silvio, detto «Cha cha cha» a Latina, perché questi giocatori frequentavano Di Silvio e c'era una sorta di protezione dello stesso di Silvio nei confronti della società Latina, tant'è che decideva anche chi dovesse entrare in curva. Alcune situazioni sono descritte negli atti che lascerò alla Commissione e che sono violazioni dell'articolo 1-bis del codice di giustizia sportiva, tenuto conto che questi soggetti si sentivano protetti da questo «Cha cha cha» e frequentavano Di Silvio, appartenente alla criminalità organizzata, anche di questo lascio agli atti la comunicazione di conclusione indagini. Per queste squadre, quindi, abbiamo un quadro articolato.
DAVIDE MATTIELLO. Solo per capire, procuratore: lei ha fatto riferimento al Latina Calcio rappresentando una serie di profili e di persone, ma un passaggio su Melaragni, che ha fatto parte fino a non tanto tempo fa dell'osservatorio nazionale sulla sicurezza in quanto procuratore della FIGC.
Pag. 8GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Assolutamente no. Il dottor Melaragni si è insediato come procuratore aggiunto dal 1° settembre come me. Il dottor Melaragni, persona straordinaria, oltre ad essere funzionario impeccabile, l'ho scelto io come mio vice insieme ad altri, lui è stato capo di gabinetto del sindaco di Latina per un breve periodo e devo dire, proprio perché c'erano articoli di giornale in cui si parlava di Melaragni e di questa presunta incompatibilità fra l'incarico ricevuto e i suoi trascorsi. Io mi sono recato dal procuratore di Latina per chiedere notizie e per essere eventualmente informato su possibili incompatibilità. La risposta è stata: «È una persona che merita rispetto», per cui io mi sento anche in questa aula, non solo di confermare quanto detto dal procuratore, ma di dire che bisogna andare oltre. Si sta facendo un grande lavoro soprattutto per quanto riguarda il mondo delle scommesse e sono certo della sua onestà intellettuale, oltre che della sua lealtà istituzionale, e perché ci conosciamo da trent'anni, ma questo può essere... Posso comunque dirle che sono stato confortato da questo colloquio che ho avuto con il procuratore De Gasperis. Tra l'altro, il discorso del dottor Melaragni riguarda soltanto un pezzetto di tutta l'inchiesta che riguarda esclusivamente il problema dello stadio e la sua volontà – insieme a quella del sindaco – era quella di far sì che il Latina giocasse nello stadio di Latina, ma assolutamente non quella di favorire la società Latina a danno del comune di Latina, sono due cose ben diverse. Sono certo che eventuali, ulteriori accertamenti che verranno fatti confermeranno quello che io le sto dicendo, per cui sono tranquillo, devo dirle anche che ho informato il presidente della Federcalcio e il vicepresidente della Federcalcio della situazione, li ho informati di quanto mi è stato riferito dal procuratore De Gasperis, per cui possiamo continuare serenamente nel lavoro che abbiamo iniziato e che continueremo a fare con grande lealtà istituzionale per il nostro Paese e per il mondo del calcio.
DAVIDE MATTIELLO. Mi scusi, solo per capire, perché lei mi ha risposto dicendo «Assolutamente no»: no a che cosa di ciò che ho detto? È procuratore ed è attualmente membro dell'Osservatorio come rappresentante della procura?
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Sì. Voglio dire che nel momento in cui era capo di gabinetto di Latina non faceva parte della procura, per cui non c'era assolutamente un rapporto fra la Federcalcio, Melaragni e la squadra del Latina nel momento in cui Melaragni si trovava a fare il capo di gabinetto del sindaco di Latina. In questo senso dicevo no.
DAVIDE MATTIELLO. Cosa che io non avevo neanche detto...
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Ma io sono andato oltre, onorevole, proprio per evitare, se mi consente, che ci siano malintesi sul rapporto fra Melaragni, il Latina e Federcalcio.
MARCO DI LELLO. Volevo solo un approfondimento che rileva per noi, presidente, per capire se sia il caso di valutare l'audizione del procuratore di Catanzaro su questa vicenda, che noi non conoscevamo. Faccio una premessa, prefetto: noi siamo interessati non ad alcune società, ma in generale ad approfondire il tema dei rapporti tra tifoserie e criminalità organizzata, qualunque società possa essere interessata. Lei ha fatto questo riferimento sul Milan e vorrei capire se sappia qualcosa di più, se ci sia un'indagine in corso, se abbia semplicemente raccolto una notizia che arriva da Catanzaro, in modo da aiutare noi ad approfondire il tema.
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Nell'introduzione che ho fatto ho precisato come noi ci muoviamo, su fonti aperte o su esposti. Un giornale ha pubblicato un articolo, coinvolgendo Juventus e Milan in un rapporto con le ’ndrine, sulla Juventus Pag. 9già era stato aperto il procedimento, quindi abbiamo chiesto notizie in relazione al Milan, come è giusto che sia, perché se io ho una notizia dai giornali devo immediatamente prendere un'iniziativa, quindi ho chiesto notizie. Milano non ha nulla, ma attraverso Milano abbiamo saputo che c'era uno stralcio di indagine da parte della procura di Catanzaro per un catering che è vicino allo stadio di San Siro, legato probabilmente alla ’ndrangheta. Questa è l'unica notizia che noi abbiamo. Per evitare speculazioni e strumentalizzazione nei confronti della società Milan, ho voluto già dire oggi – poiché c'è stato un articolo di giornale, se ne è parlato e non potevo escludere che se ne parlasse anche in quest'aula – che me ne sono occupato, in maniera tale che si sapesse sin dall'inizio che oggi iniziative nei confronti del Milan non ce ne sono, c'è soltanto questo stralcio che riguarda un affare fuori dello stadio di San Siro, che riguarda il catering che poi viene introdotto nello stadio. Né ci hanno dato le carte – mi suggerisce l'avvocato De Michele – perché sono ancora in fase di indagine, se queste indagini dovessero coinvolgere tesserati, apriremo formalmente un procedimento e, se ritenete, vi terremo informati su questo riferimento. Oggi non abbiamo alcun procedimento aperto sul Milan.
ANGELO ATTAGUILE. La ringrazio, procuratore, ma lei dice che questo catering è fuori dallo stadio, però poi viene portato un servizio dentro...
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Esatto.
ANGELO ATTAGUILE. Quindi c'è un rapporto poi all'interno dello stadio.
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Sì, esatto, ma non sappiamo altro, è una notizia informale. Tenga conto che noi ci muoviamo – scusi se la interrompo, ma proprio per una chiarezza di rapporto – se riguardano tesserati, cioè se la società Milan per ipotesi ha fatto una gara vinta da questa società legata alla ’ndrangheta, ovviamente sarà coinvolta, ma se il Milan non ha fatto nessuna gara e non c'entra niente, la procura federale non ha nessuna competenza.
ANGELO ATTAGUILE. Lei ci ha parlato all'inizio del protocollo con il Ministero dell'interno sul controllo delle partecipazioni societarie. In caso di infiltrazioni, qual è l'iter che seguite, lo comunicate e prendete provvedimenti?
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. La Federcalcio prende provvedimenti di esclusione.
ANGELO ATTAGUILE. Quindi comunicate a Federcalcio che poi prende provvedimenti se ci sono mafiosi.
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Anche sulla sostenibilità finanziaria, però diciamo che soprattutto ci interessa attraverso il protocollo se siano in grado di avere una certificazione antimafia o meno su questo.
ANGELO ATTAGUILE. Lei dice che ad Avellino sono stati presi provvedimenti sui giocatori e penalizzazioni.
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Richiesti.
ANGELO ATTAGUILE. Sì, nel 2014 c'è stata una richiesta.
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. No, scusi, la richiesta è avvenuta venerdì scorso.
ANGELO ATTAGUILE. Sì, ma per partite del 2014, sto dicendo questo, ossia che nel 2014 sono avvenuti i fatti, però queste richieste ancora non sono state effettuate perché si aspetta nel 2017 questa sentenza, questa decisione.
Pag. 10GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Onorevole, tutto dipende dalle carte che ci arrivano.
ANGELO ATTAGUILE. Sì, ma stanno tre anni...
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Non da noi.
ANGELO ATTAGUILE. Sì, certo, non stiamo mettendo sotto accusa voi. Ma, come diceva giustamente il mio collega Di Lello, vorremmo essere informati su tutto l'iter. Quindi si verificano fatti illegali calcisticamente parlando nel 2014, voi date un'indicazione di intervenire addirittura con una decisione di sei o sette anni dopo e ancora nel 2017 non si portano avanti questi provvedimenti e si è in attesa della decisione. Parlo del sistema calcio. Lei sa benissimo che c'è tanta attenzione sulle società sportive, ma dal 2014 al 2017 ancora bisogna vedere se questi giocatori debbano essere squalificati o meno. Finiscono la carriera e poi subiscono la penalizzazione...
Un'altra domanda per capire, perché siamo interessati non ad una squadra, ma a tutto. Calcio Catania: lei mi dice che con la Lega Pro, presidente Gravina, c'è questa richiesta di chiarimenti. Cosa succede se dovesse verificarsi che effettivamente c'è stata questa illegalità, ci sono penalizzazioni per la squadra oppure anche per la presidenza della Lega Pro?
Peraltro, nei confronti del Calcio Catania la penalizzazione è avvenuta subito – la squadra è stata penalizzata e retrocessa – mentre ad Avellino aspettiamo tre anni per decidere cosa fare.
Quando però si retrocede una squadra di calcio per illegalità sportiva, bisogna essere in due, ci sono anche le altre società o giocatori che si sono prestati a questa illegalità. Le risulta perché sia stato penalizzato solo il Catania?
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Rispondo alla prima domanda che riguarda l'Avellino. Gli ultimi atti che abbiamo ricevuto dalla procura della Repubblica di Napoli risalgono al 23 febbraio 2017 e abbiamo fatto un'udienza la settimana scorsa, il 3 marzo. Gli atti precedenti risalgono a fine 2016. Quindi noi operiamo nei termini previsti dal codice di giustizia sportiva, altrimenti, come lei sa meglio di me, gli avvocati hanno immediatamente la possibilità di contestare la procedibilità o meno di un procedimento. Sono d'accordo con lei che talvolta si arriva tardi a fare giustizia, però noi, non avendo la polizia giudiziaria, come ho detto prima, non possiamo anticipare la procura della Repubblica, in questo caso la procura della Repubblica di Napoli. Tra l'altro, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia sono abbastanza recenti, per cui, essendo abbastanza recenti, ovviamente non potevamo non muoverci sulla base delle dichiarazioni che ci sono pervenute. Per quanto riguarda il Catania, il procedimento aperto riguarderà il tesserato che avrà dato l'autorizzazione, non è detto che sia il presidente della Lega Pro, che da me sentito immediatamente e informato dell'apertura del procedimento per una questione di cortesia istituzionale non ne sapeva nulla, quindi ci sarà stata da parte di qualcuno, di un segretario... non lo so, vedremo cosa risulterà da questa indagine. L'indagine riguarderà poi anche chi ha chiesto l'autorizzazione, perché sono certo che sapesse chi fosse questo Ciccio Famoso. Mi pare che lei sia stato presidente del Catania, quindi probabilmente avrà sentito parlare di questo Ciccio Famoso.
ANGELO ATTAGUILE. Io ero presidente quando le società sportive non erano a scopo di lucro, oggi sono a scopo di lucro e quindi il sistema è tutto cambiato. Conosco Ciccio Famoso, ho sentito anche il questore di Catania che adesso è a Milano, ma mi tenevo in contatto...
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Con Marcello Cardona siamo amici di vecchia data, per cui ovviamente, essendo stato a Catania a sentire la procura della Pag. 11Repubblica di Catania su eventuali situazioni, ho visto anche Marcello Cardona. Comunque, mi sento ancora prefetto...
ANGELO ATTAGUILE. Quindi c'è un'indagine sia sulla società che sulla Lega?
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Sì. Per quanto riguarda, invece, la penalizzazione del Catania, sono fatti passati, per cui non mi sento di poter rispondere. Correttamente, è una questione di onestà intellettuale nei suoi confronti.
MARCO DI LELLO. Ancora sulla vicenda Milan, Il Corriere della Sera che non è Il Corriere dei Piccoli, il 30 maggio 2016 pubblica «agguati e pestaggi per spaccio e merchandising dalla curva sud» parliamo di San Siro: «l'obiettivo è controllare lo spaccio e il business del merchandising in curva sud, i metodi sono quelli di sempre, come i nomi: i fratelli Francesco e Luca Lucci, attuale capo della sud, Giancarlo “Sandokan” Lombardi, Marietto Diana e il barone Giancarlo Capelli. In mezzo una faida tra i due schieramenti della tifoseria, i Commandos Tigre cacciati dal primo anello del Meazza con pestaggi e minacce armate, il resto è un copione già visto dieci anni fa (agguati, droga e pallottole)». Tra l'altro, in un'indagine conclusasi nel 2006 con condanna a Lombardi, detto «Sandokan», storico capo ultrà del Milan condannato a tre anni e otto mesi, emergono con certezza i contatti tra «Sandokan» e il leader dei Viking della Juventus, Loris Grancini, di cui vi siete occupati anche recentemente. Voi avete approfondito questo tema?
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Abbiamo chiesto gli atti alla procura di Milano, dove sono anche stato a ottobre per avere ulteriori notizie, ma per ora non ne abbiamo. L'unica notizia che abbiamo è quella che vi ho riferito e gli atti di cui ho lasciato copia, però certamente l'avvocato Di Michele che lavorava anche con il mio predecessore, mi conferma che sono stati richiesti gli atti a suo tempo, non appena l'articolo è stato pubblicato, ho fatto nuovamente richiesta recentemente, quando sono andato a Milano, se c'erano notizie che potessero riguardare l'Inter o il Milan o altre squadre delle quali è competente la procura della Repubblica di Milano, ma per ora non le ho avute. Mi riservo di andare nuovamente a Milano nel prossimo mese.
FRANCESCO D'UVA. Ringrazio il prefetto Pecoraro per essere qui. Ho due domande. Avete pensato di aprire una sorta di inchiesta interna sul fenomeno mafioso e su tutte le sfaccettature con cui questo si può manifestare nell'associazionismo sportivo – le conosciamo, quindi non starò qui a elencarle – perché mi risulta che le federazioni sportive abbiano la possibilità di aprire inchieste interne e dopo tutto quello che è accaduto e continua ad accadere penso che potrebbe essere il caso.
Vorrei sapere inoltre se per caso abbiate pensato a un'analisi di mercato dei gadget sportivi, perché, come diceva il collega Di Lello, spesso si parla di faide nelle tribune proprio per gadget, quindi fare un'analisi di mercato, capire se si stia favorendo il peggior tipo di tifoseria, perché ci sono tanti bravi tifosi ma va a finire che sono quelli che meritano di meno a guadagnarci, quindi vorrei capire cosa può fare o cosa ha fatto la FIGC al riguardo.
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Noi non abbiamo competenza per fare non dico delle inchieste, ma comunque delle attività conoscitive, ce l'ha la FIGC, ma – ne accenno soltanto per un minuto, per poi passare ad altro argomento – ho riorganizzato la procura federale, prima di tutto affidando delle deleghe in relazione alla professione di ciascuno, perché essendo un'attività onorifica abbiamo avvocati, magistrati, militari, commercialisti, consiglieri di Stato, espressione di diverse professioni. Ho inoltre intenzione di creare – lo proporrò in tempi molto brevi perché abbiamo già pronto lo studio – un dipartimento all'interno della procura, che dovrà avere il compito non solo di casellario giudiziario, ma anche di capire cosa Pag. 12succede attraverso le varie incolpazioni e violazioni di norme. Trasferendo la mia formazione prefettizia nel mondo della procura, mondo completamente diverso, desidero capire cosa succeda nel mondo del calcio. Negli ultimi tempi, ad esempio, ci sono alcuni casi di pedofilia, che sono fatti non gravi, ma gravissimi, per cui questo ovviamente non può essere soltanto un problema di procure, ma è un problema che riguarda l'istituzione, quindi è dovere della procura segnalare alla Federazione che ci sono stati alcuni casi di pedofilia, come ho fatto per esempio con il presidente del comitato piemontese, dove abbiamo avuto uno o due casi di pedofilia, perché è necessaria una maggiore attenzione da parte delle istituzioni locali verso le società giovanili, verso le squadre giovanili, verso le stesse società e quindi avere un rapporto diretto con i genitori e con i giovani e capire che cosa c'è nel mondo giovanile. Ritengo, quindi, necessario che ci sia un'attività che non sia soltanto repressiva, ma sia anche un'attività di osservazione – non voglio parlare di prevenzione – del mondo calcistico, per dare una collaborazione alla Federazione.
PRESIDENTE. Prefetto, sulla Juventus lei vuole segretare tutto? Perché tutto segretato per noi diventa un problema anche nei confronti delle altre società, altrimenti c'è una disparità di trattamento. Se può fare almeno un'introduzione.
GIUSEPPE PECORARO, procuratore federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Capisco le esigenze del Parlamento. Prima di tutto, ovviamente quando ho parlato delle squadre intendevo far comprendere cosa succede, cioè non sono partito dal fenomeno per passare poi alle squadre, ho fatto il contrario, perché mi sembrava fosse più utile per voi avere una migliore conoscenza delle squadre e quindi, conoscendo le squadre, è più semplice poter dire cosa sia successo. Non ho voluto parlare delle squadre per incolpare delle squadre, ma volevo fare degli esempi delle situazioni di cui ci occupiamo. Parliamo della Juventus. Il procedimento nei confronti della Juventus è iniziato il 2 agosto 2016, quindi è iniziato già con il mio predecessore, l'amico Palazzi. A settembre, io sono stato a Torino dal procuratore Spataro, chiedendo notizie sui procedimenti in corso, prima di tutto per presentarmi e dichiarare la mia disponibilità, come ho fatto con altri procuratori, quindi anche a Torino per presentarmi e chiedere eventuali notizie sul procedimento in corso. Devo dire che il procuratore Spataro ci ha dato un'ampia collaborazione, inviandoci numerosi atti e nel tempo siamo arrivati a più di 5 mila pagine. Da questa documentazione cosa si evince? Dominello Saverio, padre, e Rocco, figlio, sono rappresentanti a Torino della cosca Bellocco-Pesce di Rosarno. Dominello Rocco, incensurato, ha rapporti con la dirigenza Juve per la gestione del bagarinaggio di biglietti e abbonamenti. Chi sono i dirigenti che hanno contatti con queste persone? Parliamo di contatti, quindi non parliamo di violazioni di norme, per ora. Sono il dottor Calvo, il dottor Merulla, il dottor D'Angelo e il presidente Agnelli. Anche il direttore generale Marotta sappiamo che ha avuto rapporti, sia pure occasionali, con il mondo degli ultras, ma non è stato coinvolto dalla nostra conclusione indagini.
PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.
(Così rimane stabilito. I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).
PRESIDENTE. Ringrazio il prefetto Pecoraro e dichiaro conclusa la seduta.
La seduta termina alle 16.