Sulla pubblicità dei lavori:
Boccia Francesco , Presidente ... 3
Audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan, in merito ai criteri utilizzati per la formazione delle liste dei candidati per il rinnovo degli organi sociali in rilevanti società a partecipazione pubblica
(ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Boccia Francesco , Presidente ... 3 ,
Padoan Pietro Carlo , Ministro dell'economia e delle finanze ... 3 ,
Boccia Francesco , Presidente ... 5 ,
Castaldi Gianluca ... 5 ,
Boccia Francesco , Presidente ... 5 ,
Palese Rocco (Misto-CR) ... 5 ,
Fassina Stefano (SI-SEL-POS) ... 6 ,
Bonfrisco Anna Cinzia ... 6 ,
Giorgetti Alberto (FI-PdL) ... 7 ,
Paglia Giovanni (SI-SEL-POS) ... 8 ,
Bordo Franco (MDP) ... 9 ,
Melilla Gianni (MDP) ... 9 ,
Girotto Gianni Pietro ... 10 ,
Mucchetti Massimo , presidente della 10ª Commissione del Senato della Repubblica ... 10 ,
Ciampolillo Lello ... 12 ,
Boccia Francesco , Presidente ... 12 ,
Padoan Pietro Carlo , Ministro dell'economia e delle finanze ... 13 ,
Fassina Stefano (SI-SEL-POS) ... 13 ,
Padoan Pietro Carlo , Ministro dell'economia e delle finanze ... 13 ,
Fassina Stefano (SI-SEL-POS) ... 13 ,
Padoan Pietro Carlo , Ministro dell'economia e delle finanze ... 13 ,
Boccia Francesco , Presidente ... 15
Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista: MDP;
Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD: AP-CpE-NCD;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: SI-SEL-POS;
Scelta civica-ALA per la costituente libera e popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Civici e Innovatori: (CI);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-UDC: Misto-UDC;
Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia: Misto-AL-TIpI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA V COMMISSIONE DELLA
CAMERA DEI DEPUTATI
FRANCESCO BOCCIA
La seduta comincia alle 20.10.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva in diretta sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.
Audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan, in merito ai criteri utilizzati per la formazione delle liste dei candidati per il rinnovo degli organi sociali in rilevanti società a partecipazione pubblica.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan, in merito ai criteri utilizzati per la formazione delle liste dei candidati per il rinnovo degli organi sociali in rilevanti società a partecipazione pubblica.
La presente seduta prevede la partecipazione delle Commissioni riunite Bilancio, Trasporti e Attività produttive della Camera e Bilancio, Lavori pubblici e Industria del Senato.
Ai fini di un ordinato ed efficiente svolgimento dei nostri lavori ritengo opportuno un intervento per Gruppo tendenzialmente esaustivo di tutti i temi; in tal modo potremmo riuscire a concludere l'audizione odierna ivi compresa la replica del Ministro.
Do la parola al Ministro Padoan per lo svolgimento della sua relazione introduttiva.
PIETRO CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, presidente. Buonasera.
Il Ministero dell'economia e delle finanze, lo scorso 18 marzo, ha reso note le liste dei nominativi che lo stesso Ministero intende presentare per le nomine degli organi sociali in scadenza con le prossime assemblee di approvazione del bilancio di esercizio 2016 nelle società ENAV, ENEL, ENI, Leonardo e Poste Italiane. In tutte le società saranno nominati i consigli di amministrazione e in ENI anche il collegio sindacale.
I nominativi suddetti sono stati individuati sulla base di una procedura di selezione svolta in linea con quanto disposto dalla direttiva del Ministro dell'economia e delle finanze sulle procedure di individuazione dei componenti degli organi sociali delle società partecipate dal Ministero, con il supporto di primarie società di consulenza per la selezione e il reclutamento manageriale, sulla base di criteri di professionalità e secondo prassi di uso comune di mercato.
Le società head hunter sono state individuate ad esito di una specifica selezione svolta tra le principali società di settore a livello internazionale. In linea con quanto stabilito dalla direttiva, la procedura di selezione dei candidati alle cariche sociali da rinnovare è stata svolta dagli uffici del Dipartimento del tesoro, con il supporto dei consulenti suddetti, attraverso un'istruttoria di carattere qualitativo e attitudinale finalizzata a definire liste di nominativi ritenuti idonei a ricoprire le cariche in Pag. 4argomento, in relazione alle specifiche caratteristiche di ciascuna società e di ciascun ruolo.
Per tutti i nominativi individuati è stato verificato il possesso di tutti i requisiti di candidabilità ed eleggibilità previsti dalla normativa e dagli statuti sociali, con specifico riferimento ai requisiti di indipendenza, professionalità e onorabilità.
Sono state, altresì, rispettate le disposizioni in materia di equilibrio di genere nella composizione degli organi sociali, nonché quelle relative al cumulo di incarichi.
Più in particolare, l'istruttoria si è articolata essenzialmente nelle seguenti fasi: analisi della società, della missione, dell'ambito operativo, dell'assetto del consiglio di amministrazione in scadenza; definizione dell'assetto di governance ritenuto idoneo e individuazione delle caratteristiche professionali necessarie per ricoprire al meglio le posizioni oggetto di rinnovo; individuazione di liste di potenziali candidati da sottoporre alla scelta.
Ad esito del lavoro svolto sono emerse le linee-guida in merito, in primo luogo, alla dimensione preferibile dei consigli d'amministrazione ovvero al numero dei consiglieri; in secondo luogo, al mix di requisiti e competenze professionali richiesti ai consiglieri; in terzo luogo, alle caratteristiche professionali ritenute preferibili per i presidenti e gli amministratori delegati.
Con riguardo alla dimensione dei consigli d'amministrazione da rinnovare, una composizione mediamente di 9 componenti è apparsa adeguata per assicurare una governance equilibrata, anche in considerazione della complessità della società in esame e della costituzione dei necessari comitati endoconsiliari.
Nel caso di Leonardo si è ritenuto comunque di confermare l'attuale dimensione di 11 componenti, anche per esigenze di continuità e tenuto conto delle specifiche caratteristiche della società stessa.
Per quanto riguarda il mix di requisiti e competenze professionali richiesti, dal lavoro di selezione svolto è emersa la proposta di arricchire alcuni consigli d'amministrazione con professionalità di più spiccate caratteristiche di settore e di profilo internazionale.
Con riguardo alle specifiche professionalità richieste per i presidenti e gli amministratori delegati, si è evidenziata la necessità di una forte complementarietà tra le due figure, in maniera da integrare le competenze evitando sovrapposizioni di ruoli.
Il lavoro di analisi e selezione svolto con il supporto degli head hunter si è concluso con una relazione sintetica predisposta dal Dipartimento del tesoro, di proposta sulle caratteristiche professionali ritenute preferibili per i presidenti e gli amministratori delegati con posizione e caratteristiche professionali dei consigli di amministrazione.
In linea con le proposte avanzate, l'individuazione dei nominativi è stata effettuata sulla base delle seguenti considerazioni.
Per ENI ed ENEL, i consigli d'amministrazione in carica hanno garantito assiduità nell'attività, dimostrando un'adeguata complementarietà di competenze, e si è ritenuto importante valorizzare la continuità dei lavori attraverso la conferma delle figure presenti.
Per Leonardo, in considerazione delle caratteristiche della società, nonché della natura internazionale dell'attività, la scelta dell'amministratore delegato è stata orientata verso un profilo connotato da vasta esposizione internazionale ed esperienza di diversificazione del business. Al tempo stesso si è ritenuto opportuno consolidare i risultati positivi attraverso la conferma della quasi totalità del consiglio.
Per Poste Italiane l'orientamento dell'attività della società verso ambiti operativi di tipo bancario e assicurativo ha suggerito di ridefinire la struttura del consiglio di amministrazione con figure con esperienza specifica in tali settori, anche per imprimere un'accelerazione al perseguimento della strategia di crescita.
Con riguardo a ENAV, a seguito del processo di privatizzazione si è reso necessario ridefinire la composizione del consiglio d'amministrazione e, al tempo stesso, garantire continuità nel management. Il consiglio è stato arricchito con professionisti di Pag. 5comprovata esperienza nel settore. A seguito della quotazione si è reso necessario ridefinire il numero dei consiglieri di amministrazione, innalzando da 7 a 9 il numero dei componenti per tener conto dell'esigenza di rappresentatività degli azionisti di minoranza, che nomineranno 3 membri.
Infine, per quanto riguarda la trasparenza sulle figure designate, si fa presente che, contestualmente alla presentazione delle liste presso le sedi delle società, il Ministero dell'economia e delle finanze deposita anche i curricula dei nominativi che compongono tali liste. Gli stessi sono resi pubblici sui siti internet delle società.
PRESIDENTE. Grazie, Ministro Padoan.
Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
GIANLUCA CASTALDI. Vorrei rivolgerle tre o quattro domande rapide.
La prima domanda è in merito a Leonardo. Leggo che il consiglio d'amministrazione uscente, in linea con le best practice internazionali, aveva espressamente indicato alcune caratteristiche per il nuovo amministratore delegato, ossia business in un settore tra aerospazio, difesa, sicurezza e altri settori attinenti per livello tecnologico e innovazione. Le chiedo cosa c'entri in tutto questo, per esempio, Profumo, per quanto riguarda Leonardo.
Per quanto riguarda, invece, il passaggio da Terna a Poste Italiane – parliamo di Del Fante – noto un indebitamento che passa da 6,5 a 8 miliardi, ben quattro volte il fatturato. Si sono soddisfatti, quindi, soprattutto gli appetiti degli investitori e sono stati sottratti ai cittadini e alle imprese 4 miliardi. Mi chiedo quindi se questi siano i meriti per nominarlo in Poste Italiane, o se ce ne sono altri.
Da parte dei colleghi della Camera le chiedo, in merito a Cerami, facente parte del consiglio di amministrazione di InvestiRE sgr, società che gestiva due dei quattro fondi che hanno perso milioni nei fondi immobiliari, ossia Obelisco e Invest Real Security. Oggi è stato indicato dal Tesoro come membro del consiglio di amministrazione di Poste Italiane. Si parla di meritocrazia? Non sembra. Ha cambiato i vertici di alcuni asset strategici di questo Paese, ma ora parla di privatizzazione ulteriore di Poste Italiane e Ferrovie dello Stato.
Qual è il suo piano su questo tema, visti gli ultimi attriti con il Partito Democratico? Ho concluso.
PRESIDENTE. Grazie, senatore Castaldi, anche per la sua estrema sintesi.
ROCCO PALESE. Ringrazio il Ministro per l'esposizione. Farò anch'io delle domande sintetiche.
Ministro, in una risposta ad un question time, così come confermato anche in parte questa sera, lei ha affermato che i nominativi che compongono le liste di rinnovo degli organi sociali di ENAV, ENI, ENEL, Leonardo e Poste Italiane sono stati individuati secondo una procedura di selezione svolta con il supporto di primarie società di consulenza per la selezione e il reclutamento manageriale sulla base di criteri professionali e secondo prassi di uso comune di mercato, in linea con quanto disposto da una specifica direttiva, che già è stata fatta il 16 marzo 2017, cioè ad horas. È interessante sapere quali siano queste società – sono state appena accennate – e quanto eventualmente siano costate.
Passando a un altro elemento, rispetto ai profili a cui le società erano tenute, nel contesto dell'esame dei curricula pervenuti e delle professionalità, lei ha fatto una sintesi. C'è solo questa, oppure c'è un documento più analitico in riferimento a quelle caratteristiche che sono state trasmesse al Ministero e dalla cui selezione è scaturita la scelta?
L'altro elemento riguarda il costo. Non si fa cenno alla situazione della scelta del collegio sindacale. La direttiva prevede che sia individuato nell'ambito dei dipendenti del Ministero, ma non è quello il punto. Sono individuati ad personam, oppure le società, anche nel contesto dei dipendenti del Ministero, li hanno selezionati? Sono stati nominati nei collegi sindacali solo dipendenti del Ministero ed eventualmente Pag. 6in base a quale procedura? Oppure qui non è stata effettuata una selezione?
Aggiungerei un altro elemento di riflessione, anche questo sintetico. Sorprende la sostituzione soprattutto di Poste, dopo i risultati che erano stati ottenuti. Abbiamo letto di una serie di situazioni. Chiaramente, lei smentirà tutto ciò. Questo è in riferimento alla successiva mission di privatizzazione che il Governo vuole affidare, oppure è stata una valutazione esclusivamente politica, come sembra?
In riferimento alle privatizzazioni, conferma, nel contesto dell'ormai prossimo Documento di economia e finanza, l'indicazione di prevedere 8,5 miliardi di introiti derivanti dalla realizzazione delle privatizzazioni, cifra che è stata già decurtata rispetto alla previsione di tre anni fa?
STEFANO FASSINA. Ringrazio il presidente e il Ministro. Ho tre domande rapide.
In primo luogo, lei ha richiamato, all'inizio della sua esposizione, la direttiva del Ministro Saccomanni, suo predecessore, che fissa alcuni criteri e una procedura per arrivare alla selezione delle figure da poter nominare. Si tratta di una direttiva che segue – lo ricordo perché è importante – una mozione approvata al Senato qualche settimana prima.
Passo alla domanda. La direttiva ha un'applicazione intermittente? Quando ha risposto al mio question time sull'attuale presidente della Consip, l'ingegner Marroni, non ha potuto affermare di aver utilizzato le procedure della direttiva, tant'è che ha dichiarato nella risposta che si è trattato della discrezionalità politica.
Non entro nel merito delle contraddizioni tra la nomina dell'ingegner Marroni e la procedura che lei oggi ha richiamato, ma la domanda è: la direttiva intermittente in quali casi si ritiene vada applicata e in quali altri no?
La seconda domanda riguarda le ragioni della continuità e della discontinuità. Ho capito le ragioni della continuità per la conferma degli amministratori di ENI ed ENEL. Non ho capito le ragioni della discontinuità per quanto riguarda Poste.
Di quali errori si è macchiato Francesco Caio per meritare la non riconferma? Quali elementi il Ministero ha riconosciuto non coerenti con la missione che gli era stata attribuita? Ha peccato di indipendenza rispetto a operazioni sulle quali Poste erano state individuate come potenziale soggetto pubblico di intervento e che poi, invece, non si sono verificate? Non è chiara dalla sua esposizione la ragione per cui performance di bilancio positive e una conclusione della prima tranche di privatizzazione positiva non abbiano portato, nel caso di Poste, alla continuità.
Infine, su Leonardo, può elaborare un po’ rispetto al riferimento che ha fatto sulla diversificazione? Leonardo è un'azienda che ha un core business manifatturiero. Io ho grande stima di Profumo, tuttavia è evidente che ha un curriculum diverso. Che cosa dobbiamo intendere per «diversificazione» rispetto a un progetto di politica industriale che Moretti ha portato molto avanti e che forse avrebbe richiesto, al netto della condizione particolare in cui si è trovato Moretti, in quel caso, una continuità di profilo industriale, date le caratteristiche dell'azienda?
ANNA CINZIA BONFRISCO. Signor Ministro, nella sua, pur laconica, comunicazione, ci sono tutti i precisi riferimenti ai criteri che lei ha seguito. Io vorrei, però, ampliare il raggio di analisi in ordine alle nomine svolte da lei e dal suo Governo a una valutazione che certamente deve tener conto dei profili personali e delle professionalità degli uomini, ma che non può non tener conto del quadro di riferimento sia di tipo industriale, in alcuni casi in particolare, sia di tipo finanziario.
Sono certa che lei non si aspetta dal Parlamento che le dica che è stato bravo, perché i mercati, quelli che, a seconda delle occasioni, vengono richiamati come l'oracolo di Delfi, non hanno per nulla apprezzato le sue scelte, signor Ministro. Essi hanno determinato una situazione che si ripercuote notevolmente non tanto e non solo su quanto lo Stato deve poter salvaguardare e tutelare, quanto, ancor di più, in alcuni casi – Poste Italiane è uno di questi addirittura – sull'azionariato e, quindi, sul risparmio postale che, come lei Pag. 7sa, sta tanto a cuore alla Costituzione, come a tutti noi.
Io ho già più volte avuto occasione di richiamare la sua attenzione su questo tema. Le sottopongo semplicemente alcuni dati. Poste Italiane dal giorno della sua indicazione circa il cambio di vertice ha perso circa il 4 per cento del suo valore. Ha perso il 3 per cento anche Leonardo, all'incirca. Ha guadagnato qualcosa Terna, ma questo lo ascrivo alla capacità anche postuma dell'amministratore Del Fante di riuscire a sostenere lo sforzo della sua azienda.
Le chiedo questo: nell'indebolimento della parte finanziaria, che tanto incide, c'è e ci sarà anche un indebolimento per le due grandi aziende, per quanto riguarda Poste Italiane per quell'idea di one company alla quale hanno lavorato l'ingegner Caio, prima di lui, l'ingegner Sarmi e, prima di lui, ancora il buon Passera, o, invece, si preferisce privilegiare, secondo le indiscrezioni che leggiamo dai giornali, la pista finanziaria, che, secondo noi, continuerà a indebolire il ruolo di Poste Italiane? Si spingerà Poste Italiane verso la vendita di prodotti finanziari diversi o, invece, a quelli più connaturati alla natura del risparmio postale e, quindi, alla provvista per lo Stato italiano nel suo complesso, anche attraverso Cassa depositi e prestiti?
Quel piano industriale di Poste Italiane, per esempio, verrà rivisto alla luce di queste considerazioni? Come principale azionista di quest'azienda, lei incaricherà l'amministratore delegato di recuperare tutto ciò che è possibile recuperare sul piano della spinta al risparmio postale, o invece, signor Ministro, la deriva finanziaria che sta imprimendo, non solo a Poste Italiane, sarà quella che metterà più in crisi di tutti, prima ancora degli uomini e delle competenze professionali, il destino di queste aziende?
ALBERTO GIORGETTI. Buonasera, signor Ministro. Innanzitutto la nostra riflessione, breve, vorrebbe cercare di puntare, più che ai casi specifici, a un ragionamento generale che ha caratterizzato le attività, con le relative direttive, del Ministero dell'economia relativamente alle società controllate e partecipate degli ultimi anni.
Esse sono state ispirate sostanzialmente ad alcuni criteri, che noi abbiamo considerato – penso in maniera anche trasversale e condiviso – relativamente ai temi che hanno riguardato nel 2013 i modelli di governance, e prioritariamente l'interesse pubblico, l'onorabilità degli amministratori, il rafforzamento dei presìdi statutari, tutti argomenti che, a mio avviso, hanno portato, in teoria, dei passi in avanti importanti nella designazione delle figure rappresentative del Ministero.
C'è stato poi il passaggio della direttiva del 16 marzo 2017, in cui si è lavorato ancora di più sul tema della trasparenza, con la scelta di andare verso il supporto di cacciatori di teste, nel tentativo – parlo di tentativo alla luce delle varie vicende – di utilizzo del sito web del Ministero dell'economia e delle finanze sulle posizioni in scadenza, l'istruttoria del Dipartimento del tesoro e una serie di passaggi che avrebbero dovuto dare trasparenza. Noi diciamo che avrebbero dovuto darla. È evidente che sulla responsabilità politica il Governo risponderà pienamente della scelta degli uomini e delle capacità di questi soggetti di poter condurre le azioni previste e le indicazioni del Ministero dell'economia e delle finanze nell'interesse pubblico. A noi interessa di più riuscire a individuare un percorso che ci metta al riparo da alcuni problemi.
Vede, Ministro, alla fine, al di là delle scelte e delle qualità dei singoli, abbiamo potuto verificare che molte di queste società, nonostante le direttive del Ministero, non hanno adeguato i loro statuti e non hanno adeguato le loro prassi interne alle indicazioni del Ministero dell'economia e delle finanze, come è avvenuto nel caso di Finmeccanica e nel caso di Leonardo Spa, in cui abbiamo avuto dei passaggi che evidentemente non hanno avuto la lungimiranza di capire quali fossero le valutazioni di ordine politico e tecnico che sottostavano alla scelta di varare queste due direttive.
Questi sostanziali codici che non sono stati recepiti da alcune di queste società vanno ad impattare con le scelte del Governo, rendendo evidenti alcuni problemi. Pag. 8Non sfuggirà che la scelta di alcuni amministratori delegati e di alcune situazioni che hanno riguardato alcune di queste società, che sono note e sono state ricordate prima dai colleghi che mi hanno preceduto, rappresentino i punti critici ormai di queste scelte.
Sarebbe facile fare una critica esclusivamente politica alla bontà delle scelte, di cui il Governo si deve assumere la responsabilità, ma quello che noi vorremmo contestare oggi, visto che è questo l'argomento – io credo – della nostra discussione, è come rendere più trasparenti per il futuro le scelte del Ministero dell'economia e delle finanze in merito alle capacità di chi deve andare a guidare, in termini sia di governance, sia di organi sociali, il Ministero dell'economia e delle finanze, ma soprattutto alle dinamiche che portano ad avere un'omogeneizzazione di valutazioni di prassi da parte degli organi sociali delle società controllate.
Diversamente, nel nostro dibattito, a parti invertite un domani, con Governi di colore e di segno politico diverso, ci troveremo a dover riflettere su nomine che molto spesso sono frutto anche di percorsi che, a nostro modo di vedere, non tengono conto di direttive che siano realmente efficaci.
Ministro, è evidente che alcune nomine, se oggi siamo qui, abbiano rappresentato delle criticità che vanno a cozzare in maniera chiara con le direttive che sono state poste dal Ministero dell'economia e delle finanze. Noi concordiamo su questa posizione. Prima il collega Fassina parlava di intermittenza. È indubbio che sia così. Parliamo non solo di intermittenza, ma anche di alcune problematiche che rappresentano un vulnus profondo alla credibilità di queste aziende.
Detto questo, vorremmo capire, avendo già il Ministro e il Governo difeso queste scelte – a nostro modo di vedere, si tratta di una difesa complicata e difficile – se lei intende, Ministro, lavorare nei prossimi mesi per cercare di rendere più chiari i percorsi di scelta delle designazioni, che ad oggi dimostrano, nonostante le due direttive, di avere una serie di criticità che, a nostro modo di vedere, rappresentano una minaccia anche per la tenuta di queste aziende.
Vorrei sapere se ha intenzione, Ministro, di lavorare su questi aspetti per rendere maggiormente trasparenti non solo le attività con azioni che coinvolgano maggiormente il Parlamento anche nella selezione dei criteri degli uomini che andranno a ricoprire gli incarichi, ma anche delle procedure che dovranno poi essere attivate da queste società, che evidentemente dimostrano di avere poca attenzione nei confronti delle direttive dell'azionista pubblico, il quale, a nostro modo di vedere, deve essere rispettato sempre e deve rappresentare chi fornisce la linea-guida di sviluppo di queste aziende.
GIOVANNI PAGLIA. Penso sia innegabile che tra le due situazioni che hanno creato più dibattito – credo giustamente – e su cui ci aspetteremmo questa sera dal Ministro qualche parola in più, qualche spiegazione in più, ci sia la nomina di Profumo ad amministratore delegato di Leonardo.
Come diceva adesso, giustamente, l'onorevole Fassina, che mi precedeva, mettere a capo di un grande gruppo industriale chi ha avuto solo esperienza nel ramo finanziario può sembrare sotto molti aspetti problematico, a meno che non si prenda per buono il tema dell'internazionalizzazione, che lei qui ha richiamato espressamente e che io ho sentito riprendere anche dai giornali.
A questo proposito, però, vorrei far notare che forse, se per esperienza nell'internazionalizzazione d'impresa di Profumo si intende l'esperienza fatta con Unicredit, eravamo in una fase diversa e che probabilmente, visti gli esiti, non è detto che sia un modello esattamente da riproporre all'interno delle strategie aziendali di oggi.
La seconda questione che rimane, secondo me, ad oggi oscura è il motivo per cui non ci sia stata, invece, la riconferma in Poste Italiane di Caio. Anche in questo caso chiedo al Ministro se nel fatto che lui alluda alla missione, che non condivido assolutamente, di ulteriore spinta di Poste verso il ramo finanziario, si debba intendere che ci sia un'allusione alla mancata Pag. 9capacità o volontà di Poste di chiudere l'operazione su Pioneer.
Personalmente quell'operazione non la condividevo assolutamente, perché non credo che Poste Italiane debba diventare un attore prevalentemente finanziario. Credo sia stato uno sbaglio permettere che Pioneer uscisse dall'Italia, come azionariato. Si dovevano trovare, secondo me, altre soluzioni. Se questo è, però, andrebbe esplicitato davanti al Parlamento, altrimenti rimane l'impressione di scelte opache, che avrebbero a che fare non con obiettivi di carattere industriale o finanziario, ma con logiche tutte interne alla politica.
L'ultima domanda che le volevo fare è di tipo diverso. Noi abbiamo visto anche la nomina nel consiglio di amministrazione, in questo caso, di Poste Italiane di Carlo Cerami. Io l'ho posta anche pubblicamente. Credo che lì ci sia un problema nel nominare nel consiglio di amministrazione di Poste Italiane uno che fino al giorno stesso della nomina era presidente di InvestiRE sgr, ossia la società che in passato ha gestito i due fondi immobiliari che hanno provocato gravi perdite agli azionisti di Poste. Uno di questi, nello specifico Invest Real Security, mentre Cerami era presidente di InvestiRE sgr, è stato di fatto sanato da Poste Italiane, che ha deciso di rimborsare tutti suoi risparmiatori che avevano investito in quel fondo, con ciò liberando InvestiRE sgr di un problema.
Il fatto che il giorno dopo, nel consiglio di amministrazione di Poste Italiane, nell'obiettivo di rendere ulteriormente forte il ramo finanziario, venga nominata una persona che fino al giorno prima contrattava con Caio anche rispetto a queste operazioni, lo trovo profondamente sbagliato. Lo trovo profondamente sbagliato sul piano dell'etica, ma anche della politica industriale. Se un consiglio di amministrazione ha opacità all'interno o comunque può far trasparire all'esterno il fatto che ci siano dei problemi di interessi che si incrociano male, non credo che questo vada a vantaggio nemmeno dell'azienda. Da questo punto di vista chiedo ufficialmente al Governo di chiarire, ma anche di rivedere questa scelta.
FRANCO BORDO. Signor Ministro, penso che sia perfettamente al corrente del fatto che dal Nord al Sud del Paese si riscontrano tantissimi disservizi nella gestione del servizio universale postale, in quest'ultimo anno e mezzo in modo particolare. Si tratta di un anno e mezzo in cui si sta dando piena attuazione al secondo piano industriale di Poste Italiane che, senza dubbio, ha avuto l'avallo indirettamente, con le leggi di stabilità, da parte del Parlamento e del Governo italiano. Stiamo riscontrando, però, una situazione veramente non più gestibile in questi termini.
Ci sono sindaci disperati, centinaia o migliaia di sindaci disperati, perché diventano il punto di riferimento di questi disservizi. Ci sono regioni che chiedono il cambiamento del piano industriale. Ci sono sindacati, come lei sa, in agitazione ormai da mesi, con scioperi e con azioni diversificate provincia per provincia e regione per regione.
In sostanza, il piano industriale non sta andando bene. Sta soltanto creando dei problemi importanti di disservizio per i cittadini e per il sistema delle imprese e anche delle perdite da parte dell'azienda stessa. Più volte ci è stata anche confermata la non capacità di intercettare l'aumento di corrispondenza data dai pacchi dell’e-commerce.
A fronte di questo mi sarei aspettato una dichiarazione anche rispetto a questo tipo di criticità da parte sua. Invece, lei ha parlato esclusivamente di una spinta ancora verso i servizi finanziari. Vorrei capire se la questione della gestione del servizio universale rientra nelle priorità del Governo e, di conseguenza, nell’input da dare al nuovo management di Poste Italiane e nella correzione che deve essere imposta a questo piano industriale, o se non vi rientra.
GIANNI MELILLA. Anch'io intervengo molto brevemente. Sarei curioso di chiedere al Ministro Padoan se non trovi strana e anche imbarazzante la provenienza geografica di molti dei nominati, quasi che in un territorio si addensi l'eccellenza manageriale di questo Paese. Pag. 10
Di Firenze è Matteo Del Fante, nuovo amministratore delegato di Poste, noto per aver acquistato, tra l'altro, quando era direttore generale di Cassa depositi e prestiti, il Teatro comunale di Firenze, salvando nei fatti il bilancio del comune di Firenze.
All'ENAV è confermata Roberta Neri, nota per aver lavorato come manager dell’utility Publiacqua di Firenze.
Sempre di Firenze è Marco Seracini, commercialista dell'ex Presidente del Consiglio, posto nel collegio sindacale di ENI per un nuovo triennio.
Toscani sono anche Diva Moriano, di Arezzo, nel consiglio di amministrazione dell'ENI, e Alberto Bianchi, di Pistoia, avvocato e presidente della Fondazione Open, nel consiglio di amministrazione dell'ENEL.
Sempre toscani sono Fabrizio Landi, personaggio di prima fila della Leopolda, nel consiglio di amministrazione di Leonardo – tra l'altro, sono vari i frequentatori della Leopolda ad avere incarichi anche di un determinato livello nelle aziende pubbliche italiane – il presidente di Terna, Catia Bastioli, lo stesso direttore generale della RAI, Campo Dall'Orto.
Un autorevole presidente di una Commissione parlamentare, di cui non faccio il nome per non imbarazzarlo, ha commentato le sue nomine in questo modo: «Si occupa lo Stato come se fosse proprietà privata».
GIANNI PIETRO GIROTTO. Ministro, il gruppo industriale della presidente dell'ENI, Emma Marcegaglia, ha 2,1 miliardi di debiti con gli istituti bancari. Questa era la situazione a marzo 2016. Sta rinegoziando una buona fetta di questi debiti. Si tratta di 2,1 miliardi di debiti su un fatturato di 4 miliardi, esattamente la metà. Ha 4 miliardi di fatturato e 2 miliardi di debiti. Vorrei capire se per le società di head hunting e per voi questo sia un parametro di qualità che la conferma in questo ruolo molto importante.
Come seconda e ultima cosa, lei stesso ha detto che per l'ENAV è stata scelta una persona con comprovata esperienza nel settore. Per esempio, su Leonardo le chiedo quale sia la comprovata esperienza nel settore di Profumo.
MASSIMO MUCCHETTI, presidente della 10ª Commissione del Senato della Repubblica. Come saprà, signor Ministro, la Commissione industria del Senato ha approvato una risoluzione, con il consenso del suo Ministero, rappresentato dal Viceministro Morando, che impegna il Governo a osservare tutta una serie di regole in campo di nomine.
Con riferimento alle procedure, le chiedo se il Ministero dell'economia e delle finanze abbia consultato, sia di persona, sia in altro modo, esponenti politici dei partiti della maggioranza, o se questo non sia avvenuto. I giornali ne hanno parlato a lungo.
Nel caso in cui non sia avvenuto, le chiedo se, trattandosi di materie price sensitive, non sarebbe stato il caso di procedere a smentite congiunte da parte dell'azionista pubblico e degli esponenti politici che sono stati tirati ripetutamente in ballo sulla stampa. Non ne faccio il nome, perché non mi interessa personalizzare. Mi interessa la procedura.
Per quanto riguarda gli altri punti, vanno bene ENI ed ENEL, ma sono interessanti anche i mandati che le persone indicate dal Governo per i consigli d'amministrazione dovranno portare avanti. Da questo punto di vista, per non fare discorsi troppo generici, pongo un problema, per esempio, sul fronte ENEL.
Come risulta dalle notizie che la società ha presentato agli analisti finanziari a Londra il 22 novembre dello scorso anno, i due terzi del margine realizzato in Italia dall'ENEL provengono dalle attività regolate della distribuzione e il margine operativo lordo su queste attività regolate è pari al 18 per cento. Nello stesso tempo si dice che, a regime, l'investimento nelle telecomunicazioni darà un margine del 10 per cento, poi corretto oralmente all'11 per cento, ma cambia poco.
La domanda che mi pongo è se l'azionista, nel ragionare, nel fornire indicazioni e nel verificare l'operato degli esponenti che ha portato in azienda, si sia posto o meno il seguente quesito: è troppo basso il Pag. 11rendimento atteso dall'investimento nelle telecomunicazioni e nell’open fiber, o è troppo alto il riconoscimento che l'ENEL riceve in bolletta e che costituisce – torno a ripetere – i due terzi del margine realizzato in Italia?
Passo a Poste Italiane. È vero che il bilancio di Poste Italiane è fatto dalle attività assicurative e bancarie. Lo è non da adesso, ma possiamo dire da sempre. Secondo l'amministratore delegato uscente Francesco Caio, il servizio universale, che rappresenta un obiettivo problema, perché con il cambiamento della demografia e lo sviluppo di internet il servizio universale tradizionale in qualche misura cambia, oggi, al netto del finanziamento del rimborso ottenuto dallo Stato, costa alla società Poste Italiane, che è quotata in borsa, 800 milioni di euro.
La domanda è, relativamente anche alle questioni che sono state poste da altri colleghi deputati e senatori, se, in prospettiva, per migliorare il servizio universale, il Governo sia disposto a riconoscere qualche denaro in più rispetto a quelli che riconosce adesso o se, invece, seguendo il trend degli ultimi anni, ritenga di dover risparmiare – per chi deve fare un bilancio pubblico, come lei, lo capisco benissimo – su quanto versa per il servizio universale. In quel caso, però, bisogna andare a recuperare i quattrini da un'altra parte, considerato che la società è quotata in borsa.
In questo contesto mi domando, a proposito dell'investimento e della vocazione per la logistica, che non è soltanto la consegna delle lettere e delle cartoline, ma è, come tutti noi sappiamo, un'attività altamente sofisticata, nella quale l'Italia è deficitaria e sulla quale altri Paesi, come la Germania, proprio a partire dal servizio postale, hanno costruito dei colossi di portata mondiale, se la logistica possa essere il secondo fronte di Poste Italiane o no. Non l'ho sentito all'inizio. Si può anche dire che non lo è, ma basta capirci in materia.
Veniamo a Leonardo. È stato detto che con Profumo si migliora la capacità di proiezione internazionale della società, data l'esperienza internazionale di Profumo. Questo argomento lo prendo per buono. Penso che sia un argomento che ha una sua credibilità. Di manager italiani che hanno un'esperienza globale disponibili non ce ne sono tanti.
È vero, tuttavia, che, se si fosse voluto attribuire a Profumo un incarico coerente con il suo profilo professionale, si sarebbe potuto pensare a Poste Italiane. In termini di banca e finanza, Profumo è Ras e Unicredit. Quindi, il suo mestiere era quello, in teoria.
Detto questo, ricordo che Poste Italiane ha cominciato a diventare qualche cosa di diverso dal carrozzone che era non per merito di un manager postale, ma per merito di un manager di estrazione finanziaria com'era Corrado Passera. Quindi, in questo bisogna avere un minimo di elasticità.
Pertanto, le chiedo, senza morire sulla questione della persona, di sapere il mandato che si dà a Finmeccanica. Con riguardo alla gestione Moretti, analizzando i conti della società e le presentazioni fatte agli analisti e a noi, abbiamo verificato come Finmeccanica abbia fatto una commendevole opera di taglio dei costi e di riorganizzazione della società recuperando, anche se non riconoscendo, buona parte dell'impostazione a questo proposito del predecessore dell'ingegner Moretti.
Quello che non è chiaro è se Finmeccanica sia in grado di stare stand-alone sui mercati con il quadro di alleanze che ha adesso, o se debba in qualche modo ristrutturare il proprio portafoglio; se abbia una linea di prodotti sulla quale costruire il domani, o se sia rimasta un po’ ferma nella progettazione del nuovo.
In una parola sola, il punto cruciale è il seguente: poiché nel settore della difesa, da una parte, si sta parlando della difesa europea e, dall'altra, gli Stati Uniti stanno prendendo una linea diversa dalla precedente, Finmeccanica, che è sempre stata prevalentemente angloamericana nelle sue alleanze internazionali – non c'è niente di male, è una linea di business – sarà ancora angloamericana o diventerà più europea? Inoltre, sarà un'azienda che manterrà un proprio elevato grado di indipendenza, pur facendo joint venture e accordi di tutti i tipi, quello che serve, o è destinata a finire Pag. 12nell'ambito di un gruppo più grande e a essere assorbita da un gruppo più grande?
Aggiungo un'ultima osservazione sulle privatizzazioni. Io non ho una contrarietà di principio alle privatizzazioni. Non mi preoccupo, a differenza di altri colleghi, che legittimamente hanno espresso opinioni diverse, degli effetti che può avere o non avere sul servizio universale di Poste Italiane, per esempio, il fatto che sia quotato in borsa il 30 o il 60 per cento della società, perché una volta che si è quotati, la disciplina del mercato finanziario si deve comunque osservare.
Mi pongo un altro problema: come si attuano le privatizzazioni. Se la privatizzazione si fa cedendo sul mercato, probabilmente anche con un piccolo sconto, altrimenti non si vendono, le azioni della società, in questo modo riducendo il debito pubblico dello 0,11 per cento, il segnale è modesto e capita di dover rinunciare a 150 milioni di dividendi in cambio di un risparmio di 35 milioni sul debito pubblico che si andrebbe a cancellare con l'incasso della vendita. Mi domando se, in questo caso, non sia meglio, dovendo privatizzare, farsi carico delle necessità più grandi che abbiamo e cedere questi pacchetti azionari a Cassa depositi e prestiti, trovando anche il modo di ricapitalizzare la Cassa medesima, la quale non si può gonfiare indefinitamente senza avere mezzi propri proporzionali agli impegni che si vanno ad assumere.
LELLO CIAMPOLILLO. Ministro, ancora una volta questa maggioranza di Governo sostenuta dal PD di Renzi-Gentiloni dimostra il suo sfrontato e disinvolto modo di gestire l'intervento pubblico nell'economia nazionale. Dopo una fase privatistica del controllo del mondo bancario tra genitori e parenti vari, che gli italiani non dimenticheranno, ora è arrivato il momento delle grandi aziende pubbliche.
Lo stile è sempre lo stesso: formalmente si parla di merito e di capacità, ma in concreto sono sempre i soliti boiardi di Stato, i presunti tecnici per ogni stagione, quelli che fanno capo ai salotti perbenisti delle lobby di potere a cui ormai questa classe politica di giovani vecchi è asservita.
È singolare la concezione di trasparenza che ha dimostrato di avere il nostro caro Ministro: bandi farseschi senza alcuna concreta indicazione di requisiti tecnici veri, di tempi e di modalità di gestione delle selezioni. In sostanza, Ministro, è il trionfo dell'ipocrisia, un desolante spettacolo, il chiaro segno dell'ormai prossimo tramonto di una classe di potere di cui gli italiani – mi creda, Ministro – non vedono l'ora di disfarsi.
PRESIDENTE. Non vi sono altri interventi. Prima di darle la parola, signor Ministro, le chiedo semplicemente di tornare su alcuni punti, perché abbiamo parlato di tante cose ma l'ordine del giorno riguardava esclusivamente il rinnovo connesso agli organi sociali in rilevanti società a partecipazione pubblica.
Tornando alla prima o alla seconda domanda, tra l'intervento degli onorevoli Fassina e Palese, non ripeto le cose che hanno già detto i colleghi ma il tema su cui le chiedo di fare luce è quello connesso al rispetto della direttiva relativa alle procedure di individuazione, su cui lei stesso si è soffermato in occasione dell'ultimo question time del 16 marzo 2017. Le chiedo se ritiene che la direttiva sia stata rispettata e se, ritenendo che sia stata rispettata, non consideri opportuno fornire al Parlamento e alle Commissioni congiunte le informazioni che le sono state richieste in maniera trasparente: non solo i nomi, che sono pubblici, delle società, ma anche i costi e le modalità con cui sono stati selezionati questi curricula, perché i legami tra alcuni profili e alcune forze politiche appaiono fin troppo evidenti.
Aggiungo un'unica cosa. Soprattutto faccio riferimento a organi che dovrebbero essere indipendenti – mi riferisco ai revisori dei conti – di società importanti, a partire dall'ENI. È evidente che, in particolar modo in quei casi, noi tutti dovremmo appellarci alla terzietà e all'indipendenza dei professionisti indicati. Poi, ovviamente, ci sono i mercati che controllano e le autorità indipendenti, che lo fanno con lo stesso impegno.
Poiché le tracce di quello che facciamo restano in futuro, vorrei che in futuro non Pag. 13accadessero cose simili a quelle che stiamo vivendo, che non consentono a tutti noi, o ad alcuni di noi, di comprendere fino in fondo quale sia stata la ratio scelta. Probabilmente il rispetto della direttiva, se lei ci rassicura, potrebbe portare alcuni di noi a rivedere alcune valutazioni.
Le chiedo, invece, un'unica valutazione ulteriore su Poste. Lei ha sottolineato come questa azienda abbia caratteristiche esclusivamente di tipo bancario e assicurativo, nel primo passaggio. Non è oggetto di questa seduta – se ne parlerà certamente in altri contesti e ogni Commissione farà le valutazioni che deve – ma, poiché c'è una discussione in atto sull'impatto dei servizi finanziari sul budget di Poste Italiane e su come questo poi sia oggetto di discussione anche in riferimento al sistema bancario – perché in alcuni casi alcuni prodotti sono in palese concorrenza con il sistema bancario, le chiedo se non ritiene che questi aspetti debbano essere oggetto di una seria riflessione.
Davvero un'ultimissima cosa le chiedo su Leonardo. Le chiedo, cioè, se ci rassicura sulla necessità che alcuni rami d'azienda di Leonardo non siano oggetto di dismissioni o di valutazioni, da ora alla fine legislatura, di eventuali cessioni, perché questo, pur non essendo oggetto di questa nostra audizione, cambia il profilo di quest'azienda, che è sempre stata un punto fermo nella politica industriale. Parliamo di un determinato tipo di politica industriale nel nostro Paese.
Do la parola al Ministro Padoan per la replica.
PIETRO CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, presidente. Come lei stesso ha detto, i temi si intrecciano. Li possiamo raggruppare sotto due capitoli. Cercherò di essere brevissimo.
La prima questione riguarda le procedure e la trasparenza. L'onorevole Fassina ha citato un utilizzo intermittente della direttiva Saccomanni. Non è intermittente. Semplicemente la direttiva Saccomanni, a un certo punto, è stata superata da un'altra direttiva.
STEFANO FASSINA. Era già vigente quando ha nominato il presidente della Consip.
PIETRO CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Non mi sto riferendo a quello.
STEFANO FASSINA. Io mi riferivo a quello, invece.
PIETRO CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Non stiamo parlando del presidente della Consip. Stiamo parlando delle nomine di questo tipo. Volevo rassicurare che non abbiamo preso la direttiva Saccomanni e l'abbiamo usata un po’ prima e un po’ dopo, c'è un'altra direttiva.
In ossequio alle indicazioni della direttiva Saccomanni, com'è noto, il Ministero dell'economia e delle finanze ha introdotto la clausola etica sugli statuti di tutte le società non quotate. Per le società quotate è stato possibile introdurre la clausola soltanto in alcune, a causa del diverso atteggiamento delle assemblee che in alcuni casi hanno consentito l'introduzione e in altri no.
Se può sembrare, quindi, che ci sia stata un'applicazione diversificata nel tempo e nella geografia delle imprese di queste indicazioni, vorrei provare a tranquillizzare tutti voi che questo non è il caso.
Passo a un altro elemento relativo alle procedure. Queste procedure di selezione sono state effettuate con il sostegno delle società di head hunter. Mi è stato chiesto quali sono. Ve lo dico subito, se riprendo il foglio giusto: Eric Salmon & Partners, Korn Ferry, Spencer Stuart. Il costo di questi consulenti è pari a zero, a valle di una specifica gara.
Proverò a tornare poi sui temi che sono stati sollevati ma, come tema generale, molti di voi hanno chiesto il perché di alcune scelte. In particolare, ho notato che sono state fatte delle domande che chiedono perché non abbiamo confermato, mentre quasi nessuno ha chiesto perché abbiamo confermato. Poiché la scelta riguarda l'insieme Pag. 14 di queste imprese, forse quell'altra mezza domanda avrebbe potuto essere utile.
Sono stati confermati, nel caso di ENI ed ENEL, i consigli e il management perché si riteneva che non ci fossero ragioni per una discontinuità. Laddove la discontinuità c'è stata, non è avvenuto necessariamente – questo, in ogni caso, non l'ho detto e non lo penso – per un giudizio negativo sull'attività, ma per consentire, con il cambiamento del top management, anche una riconsiderazione dell'indirizzo strategico.
Il presidente Mucchetti ha fatto molte domande su quasi tutte le società considerate, ponendo domande specifiche su alcune scelte o sulla strategia. Non ho il tempo – mi è stato ricordato prima – per entrare nel merito, ma faccio notare che, in molti casi, la spiegazione per cui ci sono nuovi nomi alla testa di alcune imprese va di pari passo con la questione più profonda della strategia che queste nuove imprese devono seguire, anche su indicazione dell'azionista.
Faccio un esempio che è stato riportato da alcuni. Nel caso di Leonardo e di Profumo, una qualità che si riconosce al dottor Profumo è la sua capacità di avere non solo un'esperienza internazionale, ma anche una visione internazionale, oltre che la capacità di gestire situazioni complesse. La visione internazionale è quella che forse potrebbe dare quel qualcosa in più a Leonardo, cioè ex Finmeccanica, che in questo periodo ha conseguito ottimi risultati in termini di consolidamento del core business, forse a scapito di una visione più strategica che ha portato a ridurre la posizione internazionale, invece che a espanderla. Quindi, le capacità del dottor Profumo pensiamo potranno aiutare nel riproporre una proiezione internazionale di Leonardo, ma questo è solo un esempio.
Un altro esempio riguarda Poste Italiane. Non è corretto – almeno io non penso di aver detto questo – che l'indicazione strategica verso Poste Italiane sia quella di farla diventare una società a vocazione bancaria e assicurativa. Quello che viene indicato a Poste Italiane è un esercizio molto più complesso. Si tratta di coniugare oggi, in una società delle telecomunicazioni avanzate, la fornitura del servizio universale con modalità nuove e, allo stesso tempo, migliorare la sua capacità di operare nei settori finanziari e assicurativi. Non si tratta, quindi, di una finanziarizzazione, come qualcuno ha detto, ma di una diversificazione e di una crescita verso una situazione più complessa dell'impresa Poste Italiane lungo la scia del lavoro che è stato fatto dal management uscente, che riteniamo possa essere ulteriormente accelerato da quello che entra.
Sul caso specifico di Terna, visto che mi sto occupando di questa questione, ricordo semplicemente che il debito di Terna è cresciuto, ma questo si è accompagnato a una valorizzazione importante, compresa una valorizzazione per il settore pubblico.
Sto cercando di sintetizzare i vari punti sollevati da diversi interventi. C'è una questione specifica, visto che sto parlando di nomi, riguardo al dottor Cerami. Francamente, non vedo né alcuna carenza nel curriculum quanto a competenza, né alcuna incongruenza riguardo la sua collocazione o a possibili conflitti di interesse. Il dottor Cerami si è dimesso dalla società InvestiRE sgr il giorno prima di assumere la sua nuova posizione. Questo è pienamente in linea con quanto richiesto.
Un'altra questione che è stata sollevata, se non sbaglio dall'onorevole Palese, riguarda i collegi sindacali. Vorrei ricordare che i collegi sindacali delle società partecipate non comprendono dipendenti del Ministero dell'economia e delle finanze. Pertanto, la questione non si pone.
La senatrice Bonfrisco fa notare che c'è una correlazione fra andamento della quotazione di Leonardo e di Poste Italiane con il momento dell'annuncio del cambiamento del management in senso negativo. Andrò a verificare i numeri. Mi sembra che non sia proprio così. Non dimentichiamo che c'è un trend di mercato che trascina giù tutti i titoli e l'ha fatto in questi ultimi mesi. Non mi risulta che l'andamento di mercato delle due società citate sia stato oltre la media dell'andamento negativo. Detto questo, vediamo quale sarà l'impatto sulla quotazione di mercato nel medio termine, cioè Pag. 15quando i nuovi management potranno effettivamente entrare in azione.
Il servizio postale va male, onorevole Bordo? Non mi sembra. Mi sembra che siamo di fronte a una trasformazione. Questo mi porta all'ultima questione sollevata, di tipo generale. Mi sembra che si stia affrontando la sfida di mantenimento, con modalità nuove, dell'universalità del servizio postale, in un contesto nel quale si va verso l'informatizzazione pressoché completa, per creare valore e approfittare dell'ulteriore finanziarizzazione di Poste Italiane, che però non è la finanziarizzazione totale.
Infine, un punto toccato da molti riguarda le privatizzazioni. Ho detto ieri pubblicamente, anche se non si trattava formalmente di un evento pubblico – comunque è stato riportato pubblicamente – che ritengo che le privatizzazioni debbano continuare. Questa indicazione verrà riportata nel Documento di economia e finanza che sarà approvato a giorni dal Governo.
Ribadisco anche che la privatizzazione – questo l'ho sempre detto e rivendico di averlo sempre detto – non ha l'unica finalizzazione di contribuire alla riduzione del debito, anche se questo è importante. È stato importante nelle cifre che si sono materializzate negli ultimi anni, ma ci sono anche almeno altre due ragioni strategiche. Una è quella di esporre il management a importanti pressioni del mercato dal punto di vista dell'efficienza e della capacità di innovazione, oltre che a una diversificazione delle forme di finanziamento.
La capacità di gestire società a partecipazione pubblica e sotto controllo pubblico in un contesto di mercato e di privatizzazione è un ulteriore elemento che, a mio avviso, è nella disponibilità delle scelte che sono state fatte da parte del Governo, il quale ha agito con il sostegno e il consiglio dei consulenti che citavo prima, ma – e qui copro un ulteriore punto – non solo da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, bensì da parte del Ministero dell'economia e delle finanze in collaborazione con i Ministeri di diretta pertinenza di queste imprese, oltre che con la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Come ultimo punto, onorevole Alberto Giorgetti, il Governo è disponibile a discutere nel futuro criteri e miglioramenti dei criteri di selezione. Per carità, ci mancherebbe altro. Il suo invito lo recepisco e non l'ignoro.
Mi fermo, ma sono disponibile a continuare, se c'è la sensazione che abbia dimenticato qualcosa di rilevante.
PRESIDENTE. Grazie, Ministro Padoan, per aver risposto a tutti i quesiti che le sono stati posti. Ringrazio i colleghi, in particolar modo quelli del Senato.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 21.15.