Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3
Audizione del Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 4
Bratti Alessandro , Presidente ... 9
Orellana Luis Alberto ... 9
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 9
Vignaroli Stefano (M5S) ... 10
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 10
Arrigoni Paolo ... 11
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 11
Puppato Laura ... 12
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 12
Zolezzi Alberto (M5S) ... 13
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 13
Bianchi Stella (PD) ... 13
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 13
Bianchi Stella (PD) ... 14
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 14
Bratti Alessandro , Presidente ... 14
(La seduta, sospesa alle 14.55 è ripresa alle 15) ... 14
Comunicazioni del Presidente:
Bratti Alessandro , Presidente ... 14
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI
La seduta comincia alle 14.05.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, nonché mediante la trasmissione diretta sulla web-tv.
(Così rimane stabilito).
Audizione del Ministro dello sviluppo
economico, Carlo Calenda.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, accompagnato dal dottor Giovanni Orsini, capo di gabinetto, dalla dottoressa Tiziana D'Angelo, portavoce, e dal dottor Carmelo Rucci, addetto stampa, che ringrazio per la presenza.
L'audizione avrà per oggetto la gestione dei rifiuti radioattivi nell'ambito delle operazioni di disattivazione degli impianti nucleari italiani.
Oltre a una valutazione sullo stato generale delle prospettive di tali attività, che sono apparse sin qui procedere con molta difficoltà, sarà di interesse per la Commissione l'illustrazione degli aspetti specifici concernenti in particolare: l'elaborazione del programma nazionale; la procedura di localizzazione del deposito nazionale, ormai ferma da quasi due anni; il trasferimento in Francia del residuo combustibile nucleare irraggiato ancora presente in Italia; le soluzioni eventualmente allo studio per il rientro dei rifiuti prodotti, in considerazione dell'ormai probabile indisponibilità del deposito nazionale nei termini stabiliti per tale rientro; l'attuazione degli accordi sottoscritti nel 2009 con la Commissione europea per la disattivazione degli impianti nucleari presenti nel sito del Centro comunitario ricerca di ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e per la gestione dei rifiuti radioattivi ivi presenti.
Saranno utili per noi anche le informazioni riguardanti le prospettive per il reale avviamento del nuovo ente di regolamentazione – parliamo ovviamente dell'ISIN (Ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) – e per il superamento delle difficoltà operative che si sono manifestate.
Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
Lei ricorderà, ministro, che noi avevamo già fatto una prima relazione fondamentalmente sullo stato del decommissioning, perché è di questo che in base alla legge istitutiva ci dobbiamo occupare.
Inoltre, stiamo facendo un lavoro anche sui rifiuti radioattivi ospedalieri, facendo un censimento. Devo dire che quasi tutte le regioni stanno rispondendo per cui avremo qualche elemento da consegnare ai suoi uffici che probabilmente potrebbe essere interessante.
Abbiamo già audito di recente anche i vertici di SOGIN (Società gestione impianti nucleari), per cercare di capire lo stato dell'arte e l'attività dal loro punto di vista. Credo che con l'audizione di oggi e qualche altra attività saremo in grado di chiudere Pag. 4l'aggiornamento da consegnare poi alle Camere rispetto al lavoro fatto precedentemente.
Avverto il nostro ospite che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
Do la parola al Ministro Calenda per lo svolgimento di una relazione introduttiva. In seguito ci potrebbero essere qualche domanda da parte dei commissari.
CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Presidente e onorevoli membri della Commissione, durante l'audizione del 14 settembre 2016 ho condiviso con voi lo stato di avanzamento delle attività legate a questo tema e in particolare ho relazionato sui seguenti argomenti: la procedura di localizzazione del deposito nazionale e la necessità di garantire l'operato amministrativo di massima trasparenza e piena efficacia dei due soggetti gestori più importanti del processo, la SOGIN e l'ISIN, e in terzo luogo l'attività di riprocessamento all'estero del combustibile esaurito proveniente dalle ex centrali nucleari italiane.
Oggi intendo fornirvi un aggiornamento su ciò che è stato fatto, con una previsione sugli sviluppi futuri, e darvi le risposte ai temi sollevati dalle vostre domande nel corso della scorsa audizione.
In merito alla procedura di localizzazione del deposito nazionale evidenzio che sono stati necessari ulteriori sei mesi di lavoro rispetto alla tabella di marcia stabilita e condivisa con voi lo scorso settembre. Tale lavoro, tuttavia, ci ha permesso di approfondire con maggiore accuratezza alcuni aspetti legati ai temi della sicurezza sulla gestione dei rifiuti radioattivi che dettaglierò nel corso di questa audizione.
Il deposito nazionale è un elemento indispensabile per il decommissioning, come è noto. La disponibilità in tempi ragionevoli del deposito nazionale corrisponde per l'Italia al soddisfacimento di una triplice esigenza: portare a termine il decommissioning degli impianti nucleari, rilasciare privi di vincoli di natura radiologica i territori soggetti a pregressa servitù nucleare, dare sistemazione idonea ai rifiuti radioattivi di origine non elettronucleare, onorare i tempi previsti dagli accordi stipulati dall'Italia con il Regno Unito e la Francia per il rientro in Italia dei residui radioattivi derivanti dalle attività di riprocessamento del combustibile.
Per gli impianti nucleari la SOGIN ha programmato le date di raggiungimento del cosiddetto «brownfield». Tale obiettivo si raggiunge quando in un sito nucleare sono state concluse le operazioni di decommissioning e tutti i rifiuti radioattivi sono condizionati e stoccati in sicurezza all'interno di appositi depositi temporanei, pronti per essere trasferiti al deposito nazionale.
I depositi temporanei presenti in ogni sito, infatti, pur rispettando i requisiti di sicurezza nell'immediato, non possono essere considerati la sistemazione finale dei rifiuti radioattivi. Solo una struttura come il deposito nazionale potrà infatti garantire lo smaltimento dei rifiuti a bassa e media attività e lo stoccaggio in sicurezza di lunga durata dei rifiuti radioattivi di alta attività e del combustibile irraggiato provenienti dalla pregressa gestione di impianti nucleari.
Conseguentemente, quando il deposito nazionale sarà disponibile, verrà avviato un programma di graduale conferimento dei rifiuti presso tale struttura e, pertanto, sarà possibile smantellare i depositi temporanei e riportare i siti allo stato di greenfield, ossia alla condizione priva di vincoli di natura radiologica, che potrà consentire la restituzione degli spazi alla comunità per il loro utilizzo.
Ai suddetti rifiuti radioattivi vanno aggiunti quelli provenienti dal comparto non energetico, generati dalle applicazioni mediche, industriali e di ricerca, che sono attualmente gestiti da operatori autorizzati in attesa del loro trasferimento al deposito nazionale.
Il trasferimento dei rifiuti radioattivi in un'unica struttura garantirà sia la totale Pag. 5sicurezza per i cittadini e l'ambiente sia il rispetto delle direttive europee, allineando l'Italia ai Paesi che da tempo hanno in esercizio sul loro territorio depositi analoghi.
Come previsto dalla legislazione vigente, tale infrastruttura di superficie è parte indispensabile della strategia nazionale e il processo che porterà alla sua realizzazione è descritto anche nel Programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Su questo documento, come ho avuto modo di riferire in occasione della precedente audizione, è in corso il processo di VAS (valutazione ambientale strategica), che è stato avviato dalle direzioni generali del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare competenti per materia, che, ai sensi della normativa ambientale, svolgono il ruolo di autorità procedente.
La procedura prevede in questa fase la consultazione pubblica del programma nazionale, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica. Sulla base dell'istruttoria svolta e degli esiti delle consultazioni, i ministri del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministero dei beni e delle attività culturali, in qualità di autorità competente nell'ambito del procedimento di VAS, emanano con decreto interministeriale il parere motivato di VAS, con eventuali prescrizioni relative alla revisione e all'implementazione del programma nazionale.
All'esito del processo di VAS, il programma verrà approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentiti il Ministro della salute, la Conferenza unificata e l'ISIN. Stimiamo l'approvazione finale del documento entro il primo trimestre del 2018.
Come vi avevo già illustrato nel corso della precedente audizione, nel primo semestre del 2016 era stata completata la prima fase del procedimento di VAS, ovvero la consultazione ristretta ai soggetti competenti in materia ambientale, al fine di definire la portata e il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale.
In base alle osservazioni ricevute da questi soggetti, è stato possibile completare il rapporto ambientale e la relativa sintesi non tecnica, seppure con ritardo rispetto a quanto previsto a causa principalmente della complessità e della delicatezza delle informazioni ricevute nelle osservazioni di SCA (soggetti competenti in materia ambientale), come di seguito illustrerò in dettaglio.
Con il rapporto ambientale sono stati individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che l'attuazione del programma nazionale potrebbe avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le misure correttive che eventualmente potrebbero rendersi necessarie.
Il rapporto ambientale costituisce parte del programma nazionale e ne accompagna l'intero processo di elaborazione e approvazione.
Oggi è stato predisposto l'avviso da pubblicare entro metà luglio sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana per avviare la consultazione del programma nazionale, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica, che prevede conseguentemente anche le comunicazioni dell'autorità procedente e dall'autorità competente.
I documenti saranno inoltre messi a disposizione del pubblico presso i due ministeri e sulle rispettive pagine web e, non appena disponibili in altre lingue, anche per i Paesi che hanno manifestato l'interesse a partecipare alla consultazione transfrontaliera: Austria, Svizzera, Francia, Regno Unito e Germania.
A partire da quel momento la consultazione rimarrà aperta per 60 giorni. I documenti, quindi, saranno messi in consultazione includendo i numerosi contributi pervenuti dagli SCA. Nello specifico, sono pervenuti 42 contributi entro il termine massimo del 23 maggio 2016 e sei contributi nei sei mesi successivi, che, seppur arrivati in ritardo, sono stati ugualmente tenuti in considerazione nella redazione dei suddetti documenti.
Alcuni di questi contributi hanno richiesto un tempo tecnico di elaborazione superiore di circa sei mesi rispetto a quanto Pag. 6preventivato. Quello di maggior rilievo è stato il contributo pervenuto dalla regione Lombardia, che ha fornito anche le osservazioni di competenza dell'ARPA (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente).
Questa, in qualità di soggetto competente in materia ambientale, tra le altre cose ha osservato come il rapporto preliminare ambientale non avesse tenuto in considerazione i rifiuti radioattivi derivanti da problemi di contaminazione in impianti destinati al recupero di metalli ferrosi e non.
Ciò ha portato i ministeri procedenti a richiedere nei mesi successivi maggiori informazioni, attraverso il supporto sia del Comando carabinieri per la tutela dell'ambiente sia dell'ISPRA.
È stata così data evidenza che sul territorio nazionale sono mantenuti in appositi siti dedicati rifiuti radioattivi prodotti da interventi di bonifica di installazioni industriali contaminate a seguito di fusioni accidentali di sorgenti radioattive.
Questo aspetto mostra certamente quanto sia stato utile, attraverso la procedura di VAS, effettuare per la prima volta un'analisi di dettaglio del quantitativo di rifiuti radioattivi presenti sul territorio nazionale, arrivando ad avere un quadro organico della situazione a livello centrale, al fine di trovare una soluzione predefinita per la gestione responsabile e sicura degli stessi, proprio nello spirito della direttiva 2011/70 Euratom.
I valori indicati nel programma nazionale circa le quantità e le attività dei suddetti rifiuti radioattivi prodotti da attività di bonifica di installazioni industriali contaminate accidentalmente derivano da stime di massima eseguite dall'ISPRA sulla base di dati preliminari ARPA-APPA (Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente) riferiti al dicembre 2015, da considerarsi quindi provvisori. Tale stima è pervenuta il 18 maggio 2017.
L'8 giugno, ai fini della definizione di specifiche azioni da prevedere per la gestione di questi rifiuti, sono state richieste all'ISPRA ulteriori urgenti informazioni di dettaglio per ciascun sito di stoccaggio.
Come è noto, ai sensi dell'articolo 1, comma 104, della legge n. 239 del 2004, i soggetti produttori e detentori di rifiuti radioattivi saranno obbligati a conferire tali rifiuti al deposito nazionale nel rispetto della normativa italiana ed europea.
Gli esiti della consultazione sul programma nazionale previsti per il terzo trimestre di quest'anno costituiranno la base per proseguire nell'identificazione sul territorio nazionale dell'area potenzialmente idonea a sistemare definitivamente i rifiuti radioattivi.
Come già menzionato, a valle della consultazione si chiuderà il processo di VAS entro il quarto trimestre del 2017 e sarà adottato definitivamente il programma, con decreto del Presidente del Consiglio, al più tardi entro il primo trimestre del 2018.
La pubblicazione della proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) a ospitare il deposito nazionale, in sequenza rispetto alla finalizzazione del processo di VAS, darà ai cittadini la possibilità di disporre di tutte le informazioni utili a meglio comprendere e valutare la strategia nazionale.
Il processo di localizzazione del deposito nazionale, come ampiamente detto in più occasioni, deve infatti svolgersi nella massima trasparenza e completezza informativa verso i cittadini, spiegando in modo chiaro i motivi per cui l'Italia, come altri Paesi interessati dalle medesime problematiche, debba farsi carico di una gestione in sicurezza dei propri rifiuti radioattivi.
Come ho avuto occasione di illustrarvi nella precedente audizione, la pubblicazione della proposta di CNAPI aprirà una fase di consultazione pubblica e di condivisione, che terminerà con un seminario nazionale al quale saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti e interessati.
L'esito della consultazione condurrà a una versione aggiornata della Carta nazionale delle aree idonee (CNAI), che con il parere tecnico dell'ISIN sarà approvata con decreto dei ministri competenti.
Seguirà una procedura per l'acquisizione di possibili manifestazioni di interesse aperta a regioni ed enti. In assenza di Pag. 7manifestazioni spontanee, saranno attivati dei comitati interistituzionali misti Stato-regioni come forma ulteriore di sollecitazione alla leale collaborazione e sarà ricercata l'intesa della Conferenza unificata Stato-regioni ed enti locali.
In caso di mancato raggiungimento delle intese su singoli siti, la decisione sarà assunta con deliberazione motivata del Consiglio dei ministri, a tal fine integrato con la partecipazione di ciascun presidente di regione interessato.
Seguirà una fase di indagine tecnica su ciascun sito della durata di quindici mesi, svolta da SOGIN sotto la sorveglianza dell'ISIN, per arrivare alla formulazione della proposta finale di localizzazione, tenendo conto dell'ordine di idoneità e delle valutazioni vincolanti dell'ISIN stesso.
Il tempo stimato per arrivare all'autorizzazione per la costruzione del deposito nazionale è di circa quattro anni dalla definizione delle caratteristiche delle aree potenzialmente idonee, al netto di possibili ricorsi e ritardi.
È utile rappresentare che, sebbene l'intera realizzazione del deposito nazionale e del relativo parco tecnologico è prevista per la fine del 2025, l'esercizio delle strutture per l'immagazzinamento di rifiuti ad alta attività e del combustibile esaurito è previsto a partire dall'inizio del 2024. Pertanto, il rientro dei soli rifiuti radioattivi italiani ad alta attività riprocessati all'estero potrà aver luogo già a partire dal gennaio 2024.
L'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione è la figura centrale per la corretta gestione di materiali e rifiuti radioattivi e per l'attuazione del piano di decommissioning nucleare nel pieno rispetto degli standard di sicurezza internazionali.
Con la nomina dei vertici ISIN avvenuta lo scorso anno è stato possibile iniziare a definire anche la relativa struttura e le risorse, superando così la lunga fase transitoria in cui le funzioni dell'ISIN sono state svolte dal Centro nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione dell'ISPRA.
Si è infatti conclusa la fase di consultazione congiunta con le altre amministrazioni competenti sullo schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2014/87 Euratom, che ha tra gli altri il compito di rafforzare l'autorità nazionale di regolamentazione competente, che è appunto l'ISIN, sia sotto il profilo delle competenze tecniche sia sotto il profilo dell'indipendenza, disponendo altresì di risorse adeguate.
In particolare, la ratio del provvedimento è quella di garantire la certezza dei tempi di operatività dell'ISIN, in modo da semplificare la transizione da ISPRA a ISIN nel più breve tempo possibile e garantire l'effettivo funzionamento di tale soggetto nella funzione di controllo, vigilanza e regolamentazione tecnica in materia di sicurezza nucleare e radioprotezione.
Tale obiettivo ci darà modo di superare le criticità evidenziate nel corso della revisione internazionale svolta lo scorso dicembre dall'AIEA (Agenzia internazionale per l'energia atomica) sul sistema di regolamentazione nazionale in ambito nucleare del nostro Paese e di definire con certezza la struttura dell'ISIN entro il prossimo mese, dato che la direttiva fissa la scadenza del recepimento nella legislazione nazionale per il 15 agosto 2017.
L'ISIN potrà così fornire il suo contributo per accelerare i processi autorizzativi legati al decommissioning.
Il completamento delle scelte sull'assetto della SOGIN dello scorso anno è stato certamente un passo avanti nella giusta direzione per garantire sia il prosieguo della delicata procedura di localizzazione del deposito sia un operato amministrativo di massima trasparenza e piena efficacia di uno dei soggetti gestori più importanti del processo.
Non vi è dubbio che le incertezze nella strategia e nella gestione dell'azione aziendale abbiano reso più lento in passato il processo di decommissioning. Con la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, la società sta ritrovando l'impulso necessario a consentire una più efficiente programmazione delle attività di smantellamento dei siti nucleari. Il graduale aumento Pag. 8 delle attività nel corso del 2017 e l'avvio dei più importanti cantieri ne danno conferma.
Inoltre, il nuovo vertice si è posto l'obiettivo di efficientare la struttura organizzativa e dopo anni di crescita per la prima volta l'organico aziendale è sceso del 5 per cento.
La previsione attuale dell'andamento dei lavori di decommissioning ammonta a 75,7 milioni di euro per il 2017, rispetto a un budget di 83,3 milioni di euro. Questo, tra l'altro, era oggetto di una domanda a cui non avevo risposto e mi ero riservato di rispondere la volta scorsa. Vi lascerò una copia della relazione.
La differenza è dovuta ai ritardi di alcune autorizzazioni ISPRA previste a gennaio 2017 ma arrivate ad aprile e al ritardo nella ripartenza di alcuni cantieri (l'impianto per il condizionamento del prodotto finito Radwaste della centrale di Garigliano) per problemi contrattuali con i fornitori.
Su questi 75,7 milioni di euro la SOGIN considera cautelativamente alcuni rischi autorizzativi operativi stimati in 7 milioni di euro. Nel caso in cui si dovessero materializzare tali rischi, quindi, è stata prevista una chiusura a circa 69 milioni di euro, un valore che comunque garantirebbe il più alto livello di attività di decommissioning negli ultimi anni.
Per quanto attiene al nuovo piano a vita intera che i nuovi vertici della SOGIN avrebbero dovuto presentare a ottobre dell'anno scorso, faccio presente che è stata richiesta e accordata la proroga di un anno da parte dell'Autorità per l'energia.
Inoltre, per la prima volta la SOGIN sottoporrà il suo piano a un’independent review con i maggiori esperti internazionali di decommissioning. Questa revisione sarà a garanzia di una maggior chiarezza sui costi complessivi dell'attività di decommissioning.
Di particolare importanza sarà l'avanzamento delle attività su Bosco Marengo in vista del brownfield, il primo di un sito nucleare italiano, previsto per la prima metà del 2018.
In apertura vi ho parlato dell'esigenza di onorare i tempi previsti dagli accordi stipulati per il rientro dall'estero dei rifiuti radioattivi derivanti dalle attività di riprocessamento del combustibile nucleare esaurito italiano. Ebbene, la consultazione pubblica legata alla procedura VAS prima menzionata sul programma nazionale rappresenta un tassello importante per garantire l'effettivo dispiegarsi della strategia italiana.
Come sappiamo, l'allontanamento del combustibile nucleare esaurito è essenziale per lo smantellamento delle ex centrali nucleari italiane e il suo riprocessamento consente di ottenere i rifiuti radioattivi, che vengono poi condizionati in una forma che ne riduce considerevolmente il volume e ne garantisce la conservazione in sicurezza nel lungo periodo durante il loro decadimento radioattivo.
Come è noto, l'attività di riprocessamento si basa su due accordi: l'accordo tra SOGIN e la Nuclear decommissioning authority (NDA) del Regno Unito e l'accordo intergovernativo di Lucca tra Italia e Francia, che prevede il trattamento di 235 tonnellate di combustibile nucleare esaurito italiano.
Gli accordi con l'estero prevedono che le giacenze di combustibile, le ulteriori materie, rifiuti vetrificati e compattati derivanti dall'attività di riprocessamento del combustibile nucleare esaurito italiano in Francia e Regno Unito dovranno essere restituiti all'Italia.
Con riferimento ai rifiuti radioattivi italiani presenti nel Regno Unito, la SOGIN ha concluso la trattativa con l'NDA per la sottoscrizione dell'accordo di sostituzione e minimizzazione. È stato inoltre definito contestualmente l'accordo per il differimento del rientro dei rifiuti ad alta attività vetrificati, al fine di allineare il rientro degli stessi con la disponibilità del deposito nazionale.
Si ricorda che il combustibile da trattare è stato già inviato da tempo nel Regno Unito e il suo rientro è previsto con l'entrata in esercizio del deposito nazionale nel 2024-2025. Pag. 9
Il combustibile esaurito prodotto durante l'esercizio delle centrali nucleari italiane è stato ormai quasi completamente inviato all'estero. Sono in corso di definizione le operazioni di trasferimento della quota rimanente, inferiore all'un per cento, con l'invio in Francia dei 64 elementi di combustibile presenti nel deposito Avogadro.
Sui tempi del rientro l'accordo con la Francia indica un periodo tra il 2020 e la fine del 2025. Questa scadenza costituisce, quindi, uno specifico impegno per il Governo italiano.
In merito al rientro in Italia dei suddetti rifiuti, sebbene l'intera realizzazione del deposito nazionale sia prevista per la fine del 2025, come ho detto, l'esercizio delle strutture per l'immagazzinamento dei rifiuti potranno partire dall'inizio del 2024.
In conclusione, onorevoli deputati, credo che, seppur con ritardo rispetto agli obiettivi che ci eravamo prefissati, stiamo procedendo nel complesso percorso di localizzazione del deposito nazionale.
La consultazione sul programma nazionale fornirà certamente un momento di condivisione, confronto e verifica con i cittadini sul tema legato alla gestione sicura dei rifiuti radioattivi, rispondendo alle giuste pretese di certezza e sicurezza.
I contenuti che emergeranno dalla consultazione pubblica sul programma nazionale ci consentiranno di dare maggiore concretezza alla successiva procedura pubblica per la localizzazione del deposito nazionale.
Infine, l'operato della SOGIN e il completamento dell'assetto dell'ISIN hanno permesso di affrontare con maggior slancio l'attività di decommissioning.
Vi ringrazio per l'attenzione e vi informo che lascio agli atti, oltre alla relazione, anche le risposte ai quesiti dell'onorevole Carrescia, dell'onorevole Zolezzi e del presidente onorevole Bratti, che avevo lasciato in sospeso nella precedente audizione per effettuare degli approfondimenti. Rimango naturalmente a disposizione per rispondere anche in seguito alle vostre domande.
PRESIDENTE. Grazie, signor ministro. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
LUIS ALBERTO ORELLANA. Vorrei fare alcune domande e anticipare che dovrò allontanarmi per un voto in altra Commissione, quindi sentirò la risposta con altre modalità e non con la presenza qui.
Tornando all'ISIN, vorrei sapere i tempi della sua piena operatività, perché sappiamo che è sotto organico, che l'attività è partita effettivamente con la nomina del direttore l'anno scorso, ma che ancora non è completamente e pienamente operativo.
Io, peraltro, a proposito della proposta di decreto legislativo che ha citato il ministro, sono il relatore in Commissione ambiente al Senato, quindi seguirò la vicenda anche nelle prossime settimane.
Mi pongo una domanda. Anche la nuova struttura che si sta creando crescerà come numero di dipendenti (si è previsto un aumento di 30 unità), ma tutti i costi, che sono stimati in 3,8 milioni di euro, di fatto vengono sottratti dal budget della SOGIN. Credo, quindi, che a invarianza finanziaria l'ISIN vede aumentata la sua disponibilità di 3,8 milioni, che sono presi dalla SOGIN.
Mi domando se questo è compatibile con la funzionalità stessa della SOGIN. Sicuramente questo va a beneficio dell'ISIN, ma quanto può impattare, invece, sulla funzionalità della SOGIN, che ha questi compiti così importanti e gravosi di decommissioning?
CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Come ho detto prima, noi dobbiamo completare tutti gli elementi previsti dalla direttiva, a cui dobbiamo dare attuazione per il 15 agosto 2017.
Al momento la SOGIN non ravvisa un problema di questo tipo. Credo che l'abbiate audita. Almeno in base all'incontro che ho avuto io, non ravvisa un problema di budget su questo. Stiamo anche verificando eventuali soluzioni di backup, ma solo qualora questo comportasse un problema per l'operatività della SOGIN, che quest'ultima manifestasse in maniera chiara.
STEFANO VIGNAROLI. Alla fine, di ritardo in ritardo, siamo riusciti ad arrivare, se ho capito bene, a rinviare la patata bollente alla prossima legislatura. Infatti, se non ho capito male, le varie pubblicazioni ci saranno dal 2018.
Mi chiedo il senso. Il programma nazionale doveva essere comunicato già ad agosto 2015 e la carta già è stata fatta. Mi domando perché non viene pubblicata. C'è una sorta di ripensamento, oltre magari alla paura di doverlo comunicare? Il programma in qualche modo la modificherà, visto che già è stata ultimata? Nonostante non sia stata pubblicata, è stata definita già da tempo. Pertanto, mi domando il senso di rinviarla e di legarla al programma.
Per quanto riguarda la Francia e le 13 tonnellate che ancora mancano rispetto all'invio che la Francia ha interrotto, mi domando se e quanto abbiano influito questi continui ritardi e com'è la situazione dei rapporti con la Francia. Rispetto alle resine da bruciare in Slovacchia, l'adeguamento dell'inceneritore in Slovacchia probabilmente rinvierà di tanto tempo la spedizione.
Rifacendomi alla domanda del collega che mi ha preceduto, le chiedo come giudica questo schema di decreto e se ritiene che, nonostante le modifiche dell'ISIN e tutti i ritardi, si riuscirà comunque a garantire l'indipendenza dell'ISIN stesso. Dal punto di vista del personale, le chiedo se non pensa che il tempo di stallo, che ormai è diventato notevole, lo abbia impoverito man mano e stia impoverendo anche la professionalità dei componenti dell'ISPRA.
CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Sul tema dei ritardi, vi faccio anche distribuire una timeline, con i tempi previsti, come io ve li avevo raccontati nell'audizione, e con i ritardi che ci sono stati. Spero di averlo spiegato bene. Nella consultazione con i cosiddetti «SCA» c'è stato un elemento molto rilevante, che riguarda i rifiuti che vengono chiamati «da contaminazione», quelli non previsti, che sono molto rilevanti anche in termini di volumi.
Cosa avevamo detto l'altra volta? Avevamo detto che la consultazione era sostanzialmente successiva alla pubblicazione del programma nazionale e del rapporto ambientale, che facciamo, perché la mappa CNAPI e il dibattito conseguente, che avverrà inevitabilmente, come lei credo possa immaginare, sarebbero dovuti avvenire sulla base del programma per avere elementi chiari.
Come vedrà dal Gantt che vi stiamo facendo distribuire, questo è esattamente quello che facciamo. Lo slittamento di sei mesi, che ha le ragioni che ho detto prima, viene riportato sul processo.
Certamente si può anche decidere di pubblicare la CNAPI in un momento precedente rispetto al completamento di tutto il processo del programma nazionale e della VAS. Io credo, però, che, se noi vogliamo che il dibattito sulla CNAPI diventi il più concreto possibile, questo sia sbagliato, come ho detto l'altra volta.
Ripeto che, come lei vedrà, gli elementi non sono stati spostati di un tempo discrezionale, ma di quello che effettivamente i singoli pezzettini che erano messi prima in sequenza richiedono dopo questi sei mesi di ritardo, che sono avvenuti per le ragioni che le ho spiegato.
Certamente la discussione con la Francia ha un elemento sui continui spostamenti. Sarebbe assolutamente sbagliato o inutile negarlo. Stiamo parlando di trasporti su cui il ragionamento che stiamo facendo con i francesi è quello di legarli proprio all'avvio delle varie fasi, facendo cioè vedere che con l'avvio della consultazione pubblica si può far partire un pezzo e così via. Da questo punto di vista ci sono discussioni aperte e intense con i francesi.
Io penso che uno degli elementi importanti che separano la situazione dell'audizione precedente da questa è proprio il rafforzamento strutturale di ISIN e di SOGIN. Vi ricorderete che quando c'eravamo visti l'ultima volta la situazione non era esattamente questa e, anzi, era molto complicata dall'operatività ridotta o nulla di questi due soggetti, che sono gli attori principali. Io penso che da questo punto di vista ci siano stati progressi sostanziali.
Voi avete udito la SOGIN e ovviamente vi potete fare la vostra idea. Io ho avuto un Pag. 11incontro con loro circa due settimane fa e mi pare che abbiano un piano di attività molto chiaro e molto preciso sia rispetto a tutto quello che riguarda il deposito nazionale sia, peraltro, sugli altri elementi di business.
Facevo presente che per la prima volta mi pare che ci sia anche un controllo sui costi del personale e sull'andamento delle dinamiche all'interno della SOGIN, che spesso hanno mostrato, invece, poco controllo da parte degli organi societari. Pertanto, non penso che ci sia in questo momento un problema di depauperamento delle risorse, anzi penso che in questi mesi abbiamo rafforzato le strutture operative.
PAOLO ARRIGONI. Anch'io vorrei sottolineare uno slittamento della tempistica che lei aveva preannunciato lo scorso mese di settembre in ordine alla pubblicazione della CNAPI. Già allora lei aveva sottolineato l'opportunità di pubblicare la CNAPI successivamente all'approvazione del piano nazionale per la gestione dei rifiuti, però oggi rileviamo che lei afferma che l'approvazione del programma nazionale, ministro, avverrà nel primo trimestre del 2018.
Le stavo per porre una domanda, perché sul deposito lei ha parlato di conclusione dei lavori al 2025 e di quattro anni per la realizzazione dal momento dell'autorizzazione. Le stavo per chiedere: la pubblicazione della CNAPI quando avverrà? Io mi aspettavo che sarebbe avvenuta successivamente al primo trimestre del 2018, invece leggo con sorpresa che il ritardo sarebbe contenuto in solo due trimestri. Lei prevede, cioè, la pubblicazione al quarto trimestre, prima ancora che venga terminato il procedimento del programma nazionale di gestione dei rifiuti. Le chiedo conferma di questo, perché è un aspetto assolutamente rilevante.
Vorrei avere lumi in merito al ritardo del programma nazionale in ordine alla procedura di infrazione europea.
Per quanto riguarda la SOGIN, lei ha parlato di una previsione di budget di 75 milioni di euro. Le vorrei chiedere se SOGIN ha presentato a lei il budget 2017, il piano industriale e il piano quadriennale.
Per quanto riguarda l'ISIN, prendiamo atto della definizione della struttura e delle risorse. Le chiedo perché l'ISIN non è ancora operativo. Noi francamente siamo preoccupati del fatto che la funzione dell'ISIN oggi viene svolta ancora dall'ISPRA, con un personale dedicato specializzato e con del know how che viene sempre più depotenziato, perché molto personale è andato in quiescenza.
Proprio sull'ISIN vorrei sapere se al Ministero o presso ISPRA c'è piena contezza dello stato di sicurezza degli impianti elettronucleari posti in prossimità del territorio nazionale. Faccio uno specifico riferimento alla centrale di Krško, in Slovenia, a 130 chilometri dal capoluogo di regione Trieste. Lì abbiamo una centrale elettronucleare che è vetusta collocata su un territorio sismico.
Le chiedo se ISPRA è in possesso di tutto lo stato di sicurezza di questo impianto, in modo tale che possa reagire – lo scongiuriamo – di fronte a un incidente che potrebbe verificarsi in questa centrale elettronucleare.
CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Rispondo nell'ordine. L'altra volta noi avevamo detto che per quanto riguarda i ritardi – spero abbiano distribuito a tutti quanto detto – la cosa importante era che ci fosse stata la finalizzazione del processo di VAS per avere tutti gli elementi.
Ora, se noi riusciamo a mettere in parallelo la finalizzazione del processo di VAS con la pubblicazione della CNAPI, potremmo riuscire ad anticipare rispetto all'approvazione con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri definitivo del programma nazionale anche alla fine del quarto trimestre. Dico questo per rispondere alla questione elettorale, posto che poi bisognerebbe capire quando ci saranno le elezioni, che è un altro tema, perché magari anche il quarto trimestre è elettorale.
Detto questo, di base noi nel quarto trimestre dovremmo poter mettere questa CNAPI. Ripeto che almeno si avranno tutti gli elementi del processo di VAS e del programma nazionale, che secondo me sono Pag. 12indispensabili e che noi riteniamo importanti.
Sull'ISPRA, ovviamente lei sa che io ho come riferimento più la SOGIN che l'ISPRA e il rapporto con l'ISIN.
Francamente al momento quello che noi sappiamo è che abbiamo fatto tutte le attività il più rapidamente possibile per la transizione delle risorse, come dicevo prima, e l'effettivo funzionamento, per raggiungere questo nei prossimi mesi, intendendosi più giorni che mesi. Sul dettaglio relativo alla situazione dell'ISPRA credo che un confronto con il Ministro Galletti possa essere utile.
Per ciò che concerne SOGIN, io li vedo continuamente. Ripeto che li ho visti qualche settimana fa. Loro hanno chiesto un po’ più di tempo per fare il piano industriale completo – non ricordo se questo era già emerso quando li avete auditi – e mi sembrava giusto darglielo, perché normalmente un management che entra in un'azienda, soprattutto in una complessa come questa, deve prendere le misure all'azienda prima di produrre un piano.
Ho rivisto i dati di budget, che mi sembrano tutti molto positivi sia per quanto riguarda il volume delle attività sia per quanto riguarda, come dicevo prima, l'efficienza di costo. Mi pare che sia una struttura che ha avuto una svolta rispetto alla situazione precedente, in cui sembrava molto più paralizzata, come voi ricorderete. Non so da quanto seguite la SOGIN, ma certamente lo era dal nostro punto di vista.
Per quanto riguarda la domanda puntuale sulla verifica ISPRA-centrale, le faccio sapere perché francamente non ho una risposta dettagliata. L'argomento è talmente rilevante che è giusto che io le dica non solo se è stata controllata e monitorata, ma anche in che modo e se tale processo è di totale sicurezza.
LAURA PUPPATO. Ringrazio il ministro e pongo una domanda residuale, perché i colleghi hanno già trattato molti argomenti. Vorrei chiederle se siamo in contatto con la Commissione europea in relazione alla procedura di infrazione che era già stata attivata e se è ritenuto sufficiente questo planning rispetto alla presentazione del programma previsto.
Le chiedo anche una più dettagliata illustrazione, se possibile, relativamente al sito della Slovacchia, che, se non ricordo male, doveva recuperare e processare attraverso incenerimento una parte dei rifiuti radioattivi.
Inoltre, vorrei una precisazione per quanto attiene alle osservazioni che erano state fornite dalla Lombardia e che hanno in qualche modo condizionato un'ulteriore rettifica e correzione da parte di ISPRA. Vorrei capire se le fusioni accidentali di elementi radioattivi erano state quelle valutate come a rischio, ma non valutate nell'ambito del programma previsto. Vorrei capire meglio, perché non è chiaro.
CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Parto da questa e le do anche il numero, che non ho dato in audizione. Nel confronto con i soggetti con competenza ambientale è emersa una stima preliminare dei rifiuti radioattivi provenienti da attività di bonifica di installazioni industriali contaminate accidentalmente di circa 58.000 metri cubi.
ISPRA sta raccogliendo e analizzando ulteriori informazioni di dettaglio per ciascun sito di stoccaggio al fine di definire le specifiche azioni da implementare per la gestione di questi rifiuti. È un processo in corso ed è ovviamente molto complesso, perché si tratta di una sorta di caratterizzazione di modalità di gestione, molto più rilevante di quello che si riteneva.
Come dicevo prima nella mia audizione, è stato importante questo processo molto partecipato, perché ha fatto anche emergere un problema non irrilevante e che noi dobbiamo ovviamente centralizzare, nel senso che dobbiamo gestire in modo integrato con tutto il processo del deposito nazionale.
Da questo punto di vista, è vero che questo ha provocato un ritardo, ma l'inventario dei rifiuti radioattivi provenienti da bonifiche da installazioni industriali è un tema a nostro avviso fondamentale e prioritario, perché rientra nel processo complessivo. Pag. 13
Immagino che lei faccia riferimento ai rifiuti di Caorso. Questa domanda mi era stata posta anche da lei, ma mi sono dimenticato di rispondere. Abbiamo 5.600 fusti di resine a scambio ionico radioattive esauste utilizzate durante l'esercizio della centrale, in buona parte immobilizzate in urea formaldeide, ma il processo non si è rivelato efficace ai fini del loro condizionamento definitivo.
Nel giugno 2015 è stato aggiudicato ad Ansaldo New Clear e Javys il contratto per il recupero, trasporto, trattamento e condizionamento dei rifiuti.
Per quanto riguarda le autorizzazioni, nel 2015 SOGIN ha presentato al Ministero dello sviluppo economico la richiesta di autorizzazione alle spedizioni. L'istruttoria è ancora in corso e si è in attesa del parere dei Paesi attraversati e di quello di destinazione.
Nel dicembre 2015 SOGIN ha presentato all'ISPRA il piano operativo, la cui istruttoria è tuttora in corso. L'ottenimento delle autorizzazioni richieste vincola l'inizio dei trasporti, del trattamento presso l'inceneritore e del condizionamento finale del rifiuto.
Le attività sono state: le prove di incenerimento sui campioni rappresentativi di resine eseguite presso l'impianto di Bohunice in Slovacchia e concluse con esito positivo nell'ottobre 2016 (credo che questa sia la risposta che lei voleva); avvio di iter di gara per la predisposizione di un sistema di pretrattamento, la cui necessità è emersa durante le prove d'incenerimento; la predisposizione di cantieri presso il sito per il recupero dei flussi di media attività; la progettazione e approntamento in officina della nuova macchina di recupero dei fusti.
Noi ovviamente siamo in contatto costante con la Commissione europea. Chiaramente ogni volta che abbiamo un aggiornamento del piano glielo mandiamo e andiamo avanti in questo modo, come è ovvio.
ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio il signor ministro. Per quanto riguarda questo inceneritore mi pare di capire che ci saranno dei lavori di adeguamento e vorrei sapere se può testimoniare quanto dureranno.
La seconda domanda è relativa alla direzione in SOGIN che dovrebbe occuparsi del deposito. Ci risulta che in qualche modo questa direzione sia stata depotenziata. Vorrei sapere se questo corrisponde al vero.
CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Io ho evidenza, come dicevo prima, della predisposizione, in realtà, di un sistema di pretrattamento, che deriva dalle prove di incenerimento. Non ho un'evidenza sulla tempistica, ancorché, come vi ho detto prima, il tema è ancora più autorizzativo che operativo.
Per quanto riguarda la direzione SOGIN non ho nessuna evidenza. Posso chiedere ulteriori informazioni a SOGIN, ma, come dicevo, ho fatto un punto con loro due o tre settimane fa. Dunque, niente è emerso o rilevato da questo punto di vista, ma ovviamente faremo un approfondimento se richiesto.
STELLA BIANCHI. Grazie, ministro. Vorrei chiedere se lei pensa che siano necessari e se sono in via di programmazione degli interventi di manutenzione ordinaria, ma forse anche straordinaria, sui siti che ora continuano a ospitare scorie nucleari, visto il tempo necessario ad arrivare al deposito nazionale.
Vorrei sapere se, anche in vista di questo tempo supplementare necessario, sono in rivisitazione gli accordi già presi con Francia e Inghilterra per il trattamento di scorie e per il loro ritorno in Italia.
CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Con l'Inghilterra la questione è chiusa. Spero che vi abbia informato SOGIN. Peraltro, qui non l'ho riferito, ma credo che il negoziato economico sia stato abbastanza di successo rispetto alle prime richieste inglesi. Per quanto riguarda la Francia, come ho detto, c'è un negoziato in corso che concerne questi ultimi tre trasporti.
Le verifiche, peraltro, erano state oggetto di una domanda che mi avevate fatto l'altra volta in merito all'attenzione soprattutto sul tema del terrorismo. Ovviamente, non solo la verifica è continua e costante, Pag. 14ma gli standard sono quelli relativi al massimo livello di sicurezza nucleare, con un presidio armato eccetera. Questa attività di verifica è costante ovviamente per la tipologia di impianti che sono in sicurezza, che sono presidiati e che non necessitano di lavori particolari, mentre voi sapete che ce ne sono alcuni che necessitano di lavori, che, quindi, vanno fatti comunque.
Il controllo è costante, però hanno una sicurezza di base che non risente di sei mesi di tempo in più per l'approvazione del programma nazionale. Pertanto, le rispondo di sì, nel senso che va verificata sempre, e di no, nel senso che non c'è una variante di dieci anni. Stiamo parlando di sei mesi rispetto all'ultima audizione che ho fatto.
STELLA BIANCHI. Arriviamo al 2025 con il deposito nazionale secondo la stima.
CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Arriviamo al 2024 con la parte di immagazzinamento e al 2025 con la parte del completamento di tutto.
PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande o precisazioni, noi la ringraziamo, ministro. Magari se riusciamo ad avere quel paio di cose tramite scambi epistolari completiamo il nostro lavoro.
A parte i diversi ritardi, anche quello su ISIN ci preoccupa abbastanza, nel senso che lì c'è una transizione da fare tra i due enti e attualmente è noto che il personale che c'è in ISPRA è un po’ avanzato di età, per cui credo che sarà sicuramente necessario introdurre qualche forza nuova all'interno del nuovo istituto.
Allo stesso tempo, credo che sia giusto prendere le risorse da SOGIN o comunque da una struttura che le possa avere. Non credo che sarà un problema economico molto importante.
A mio avviso, l'importante è che ci sia il passaggio più rapido possibile. Bisognerà mantenere giocoforza un rapporto col sistema nazionale di protezione ambientale, perché rimarrà comunque tutta una parte in capo alle agenzie regionali e anche all'ISPRA, che va mantenuta.
Sappiamo che c'è in atto il recepimento della direttiva. Speriamo che ci faccia concludere al più presto l'operazione.
La ringraziamo, ministro. Se ci sarà bisogno di qualche approfondimento, glielo faremo sapere. Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta, sospesa alle 14.55 è ripresa alle 15.
Comunicazioni del Presidente.
PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto stabilito nell'odierna riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, una delegazione della Commissione si recherà in missione in Campania dal 27 al 28 luglio 2017. Inoltre la missione nel Lazio, prevista in data odierna, non avrà luogo.
La seduta termina alle 15.05.