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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 63 di Mercoledì 11 ottobre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Coppola Paolo , Presidente ... 3 

Audizione del commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale, Diego Piacentini:
Coppola Paolo , Presidente ... 3 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 3 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 4 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 4 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 5 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 5 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 5 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 5 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 5 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 5 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 6 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 6 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 6 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 6 
D'Incà Federico (M5S)  ... 6 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 6 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 6 
Coppola Paolo , Presidente ... 6 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 6 
D'Incà Federico (M5S)  ... 7 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 7 
Coppola Paolo , Presidente ... 7 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 7 
D'Incà Federico (M5S)  ... 8 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 8 
Coppola Paolo , Presidente ... 8 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 8 
Coppola Paolo , Presidente ... 8 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 8 
Mucci Mara (Misto-CIpI)  ... 8 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 8 
Mucci Mara (Misto-CIpI)  ... 9 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 9 
D'Incà Federico (M5S)  ... 9 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 9 
D'Incà Federico (M5S)  ... 9 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 9 
Coppola Paolo , Presidente ... 9 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 9 
D'Incà Federico (M5S)  ... 9 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 9 
Piunno Simone  ... 10 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 10 
D'Incà Federico (M5S)  ... 10 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 10 
D'Incà Federico (M5S)  ... 10 
Coppola Paolo , Presidente ... 10 
D'Incà Federico (M5S)  ... 10 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 10 
Coppola Paolo , Presidente ... 10 
Piunno Simone  ... 11 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 11 
Coppola Paolo , Presidente ... 11 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 11 
Barbanti Sebastiano (PD)  ... 11 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 11 
D'Incà Federico (M5S)  ... 12 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 12 
Mucci Mara (Misto-CIpI)  ... 12 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 12 
Coppola Paolo , Presidente ... 12 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 12 
Piunno Simone  ... 13 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 13 
Piunno Simone  ... 13 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 13 
Piunno Simone  ... 13 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 13 
Piunno Simone  ... 14 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 14 
Coppola Paolo , Presidente ... 14 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 14 
Piunno Simone  ... 14 
Coppola Paolo , Presidente ... 14 
Piunno Simone  ... 14 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 14 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 14 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 14 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 15 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 15 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 15 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 15 
Barbanti Sebastiano (PD)  ... 16 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 16 
Piunno Simone  ... 16 
Mucci Mara (Misto-CIpI)  ... 16 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 16 
Coppola Paolo , Presidente ... 17 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 17 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 18 
Coppola Paolo , Presidente ... 18 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 18 
Coppola Paolo , Presidente ... 18 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 18 
Coppola Paolo , Presidente ... 19 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 19 
Coppola Paolo , Presidente ... 19 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 19 
D'Incà Federico (M5S)  ... 19 
Coppola Paolo , Presidente ... 19 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 20 
Coppola Paolo , Presidente ... 20 
Piacentini Diego , commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale ... 20 
Coppola Paolo , Presidente ... 20

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PAOLO COPPOLA

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante trasmissione diretta attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso e diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale, Diego Piacentini.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale, Diego Piacentini, accompagnato da Simone Piunno, chief technology officer del Team digitale, e da Simone Surdi, assistente tecnico del Team digitale, che ringrazio per la presenza.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Si tratta di un'audizione di natura prettamente conoscitiva, per la quale chiedo al dottor Piacentini di aggiornare la Commissione sui progetti che ci ha presentato nell'audizione del 15 febbraio scorso.
  Il dottor Piacentini è stato nominato commissario straordinario il 16 settembre 2016 e ha un mandato di due anni.
  Cedo dunque la parola a Diego Piacentini per lo svolgimento della relazione introduttiva, al termine della quale seguiranno eventuali domande o richieste di chiarimento da parte dei commissari.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Come l'altra volta, abbiamo pensato di mettere in piedi una presentazione che riprenda più o meno da dove eravamo arrivati, ma interrompetemi in qualsiasi momento con delle domande. Comunque, alla fine ci sarà sicuramente lo spazio per le domande del caso.
  Che cos'è accaduto rispetto a quando ci siamo visti? Innanzitutto, abbiamo lanciato il Piano triennale, nel maggio 2017, di cui ormai sapete tutti, Piano triennale che è stato firmato dal Presidente del Consiglio dei ministri con proprio decreto, che ha caratteristiche particolari rispetto al passato, anche se non sono riuscito a risalire a quando è stata l'ultima volta che è stato fatto un Piano triennale per la digitalizzazione o per l'informatizzazione della pubblica amministrazione.
  Le particolarità sono che, innanzitutto, il Piano viene aggiornato almeno una volta all'anno, anche se io avrei l'avrei fatto anche più spesso, ma comunque una volta all'anno è quello che siamo riusciti a ottenere, che è un ottimo inizio. Come ben sappiamo, la tecnologia vola e le norme e i processi spesso fanno fatica a starci dietro, quindi già il fatto di poterlo aggiornare una volta l'anno è un traguardo ragguardevole.
  L'altra novità è che il Piano, oltre a essere su un sito facile da utilizzare, ha Pag. 4anche le componenti del piano su delle open platform che permettono colloquio e commenti diretti con gli amministratori e con i cittadini stessi. Sul Piano esiste un forum, e anzi a questo punto magari ci andrei direttamente. Se vi va bene, spenderei tre minuti.
  Andiamo ai capitoli del Piano. Sono suddivisi – poi vi mostrerò uno schema molto più comprensibile – in quelli che abbiamo chiamato gli assi portanti della trasformazione digitale. Ogni capitolo riguarda i punti dei servizi digitali, degli ecosistemi, delle interoperabilità. Quest'ultimo è un fattore assolutamente necessario per l'integrazione delle applicazioni per lo scambio dei dati. È una di quelle cose che richiederà tantissimo tempo, perché comunque il grande problema non è solamente che le applicazioni non sono interoperabili tra ministeri, dipartimenti e amministrazioni diverse, ma spesso non sono neanche interoperabili all'interno delle stesse amministrazioni.
  Ci sono le piattaforme abilitanti, il concetto che ho spiegato l'altra volta, con pagamenti, anagrafica nazionale, Carta d'Identità Elettronica e Identità Digitale; i dati; la connettività; data center e cloud.
  Il Piano triennale prevede un piano di razionalizzazione e migrazione dall'attuale situazione, in cui più o meno ogni amministrazione ha il proprio data center o il proprio piccolo server, a una molto più sicura e centralizzata, alle direttive sulla sicurezza, a questo nuovo concetto del data & analytics framework, su cui poi spenderemo un po’ di tempo. Abbiamo aggiunto dei capitoli, inizialmente non previsti, che sono stanzialmente linee guida – starà all'amministrazione seguirle – su come si gestisce un cambiamento. C'è il concetto di razionalizzazione della spesa e i princìpi per lo sviluppo dei progetti digitali. Questo è, a grandi linee, il contenuto del Piano.
  A ogni capitolo seguono anche delle azioni, quelle che noi chiamiamo linee d'azione, più di cento. Ognuna di queste ha una scadenza. Al momento, siamo riusciti più o meno a rispettare tutte le scadenze, come in questo caso: evoluzione del cloud della pubblica amministrazione, descrivere lo studio per la definizione dei requisiti tecnici per diventare un data center di interesse nazionale. Diamo solamente una scorsa per vedere degli esempi senza entrare nel dettaglio. C'è l'adeguamento dei data center, l'integrazione del reparto nazionale dei dati territoriali. Vedete che esiste proprio una situazione granulare su ognuno dei progetti e su ognuna delle linee guida all'interno del piano triennale. Questo è il completamento e il popolamento di ANPR.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Questo si trova sempre sul sito?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Sì, è tutto direttamente sul sito. C'è l'individuazione di basi di dati. Quando un'azione è completata, c'è appunto la dicitura «completato», che vuol dire che o AgID o il Team di trasformazione digitale o la combinazione dei due, a seconda dell'incarico, completa appunto l'azione.
  Torniamo alla pagina principale del sito. L'altra grande novità, a prescindere dalle FAQ che continuano ad aggiornarsi nel tempo, è che abbiamo creato una lista di domande e ne aggiungiamo quando ce ne sono di nuove che non avevamo previsto. Che durata? Durata triennale, e abbiamo preso forse quella più tautologica. Qual è l'obiettivo del piano triennale? Che differenza c'è tra strategia per la crescita digitale e piano triennale? Questa è la strategia per la crescita digitale a livello europeo. Quali sono le figure professionali all'interno delle amministrazioni che devono leggere il piano? La versione 2017 del piano triennale è stata condivisa con le amministrazioni destinatarie e in che modo? Su che tipo di informazioni si basa il piano?
  Sostanzialmente, abbiamo creato tutto quello che pensiamo possa essere una domanda da parte di un'amministrazione, e più ce ne saranno. Torniamo in alto. Il piano è stato condiviso su un forum aperto, in cui gli amministratori, ma non solamente gli amministratori, bensì anche i responsabili tecnici delle software housePag. 5fornitori dei comuni o delle amministrazioni, entrano e fanno domande sui vari argomenti del piano. Notate che questa è una metodologia di comunicazione nuovissima. Non tutte le amministrazioni sono abituate a comunicare in questo modo, ma mi auguro che tra 5-10 anni tutti comunicheranno in questo modo e le amministrazioni centrali riusciranno a parlare direttamente con gli utenti, con chi deve implementare le norme, con chi deve recepire le norme, in maniera diretta, appunto, e non intermediata da tante associazioni, che rappresentano più o meno le idee degli associati.
  Questo è un amministratore o un responsabile tecnico che chiede: «Vorrei avere informazioni su come è possibile poter qualificare un data center come polo strategico nazionale».
  La cosa anche significativa è vedere che intervengono anche altre amministrazioni, che quindi si rispondono tra loro e possono qualificare la loro esperienza. A questo punto, non è più un rapporto formale solamente con noi, ma anche con altre amministrazioni, che possono condividere la loro esperienza. Alcuni hanno anche allegato dei video. Ci sono, come in ogni community, i frequent-user, una popolazione di amministratori e responsabili tecnici di software house che sono attivissimi, come fossero una nostra estensione informativa. Sono diventati anche molto autorevoli.
  Come vedete, lì c'è anche il reporting della quantità di domande e risposte, delle attività. Mi auguro che vivremo in un mondo, tra qualche mese, tra qualche anno, in cui questo diventerà «il» modo di comunicare, e non in modo sporadico. Immagino che, se adesso dovessimo fare un censimento di quante amministrazioni hanno veramente capito come funziona quest'interazione e addirittura ne sanno... Noi dovremo fare questo punto. Mentre adesso ci siamo concentrati sui contenuti e sui tool, dovremo fare anche, ma questo è un compito di tutti noi insieme, un'operazione di divulgazione di questo nuovo modo di comunicare. Questo è il concetto di base. Molto interessante potrebbe essere andare su GitHub, su cui cominciano a esserci conversazioni più tecniche, richieste sul software, richieste di chiarimento sulla documentazione. L'anagrafica nazionale, come vedete, visto che siamo in un grande sforzo, è sempre al top delle conversazioni.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Quale area è questa?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Si chiama GitHub, in alto a destra, un’open platform su cui sviluppatori software migliorano il codice e la documentazione sui codici, aiutano proprio a migliorare gli applicativi.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. C'è un contributo effettivo, anche esterno?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Sì, che ha avuto un apice con l’Hackathon che abbiamo fatto il week end scorso, ma già ci sono aziende o sviluppatori che hanno creato dei widget per SPID.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Come avviene l'identificazione ai fini della sicurezza?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Tutte queste persone vengono identificate, fanno un sign in, sono una comunità riconosciuta. Viene giudicata, da questo punto di vista. Non è anarchica come comunità, è totalmente controllata. Poi che ogni tanto ci possano essere dei commenti non molto utili è nel concetto stesso di comunità. L'importante è ottenere il massimo possibile da questo punto di vista.
  Torniamo sul piano. Questo è lo schema principale del piano. Le colonne, a partire proprio da là sotto, parlano di piano della connettività, dei data center e del cloud. Qui stiamo parlando, quindi, di migrazione di data center. La connettività è trattata nel piano, ma è anche oggetto delle gare SPC 1, Pag. 6mi sembra, e anche del grande piano banda ultralarga.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Dov'è...?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Questo è uno dei capitoli principali del piano.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Questa slide è nel piano?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Sì, è assolutamente presente nel piano, molto più dettagliata. Dobbiamo migliorare anche noi, come leggibilità. Sopra l'interconnettività: data center, piattaforme abilitanti; sopra le piattaforme abilitanti: il modello di interoperabilità che è descritto nel piano. A questo punto, con il modello di interoperabilità, tutti gli ecosistemi, laddove un ecosistema ha sempre al centro un ministero o più ministeri, devono cominciare a recepire tutte le direttive del piano, e soprattutto a rispettare le regole di interoperabilità, quindi dati applicativi che si parlano e la pubblicazione di API. È un processo che richiederà anni, perché non tutte le amministrazioni, non tutti gli ecosistemi hanno organizzazioni tecniche in grado di recepirle.

  FEDERICO D'INCÀ. Intervengo solo per chiedere: ci vorrà molto tempo e delle risorse aggiuntive rispetto a quelle che attualmente destiniamo come Paese al digitale o si può fare all'interno delle risorse attuali? Immagino abbiate fatto anche una valutazione sotto il profilo economico delle vostre iniziative.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Dal mio punto di vista, il problema non è tanto di risorse economiche, quanto di competenze tecnologiche. Quello che manca principalmente – sto parafrasando – che servirebbe, è un Team delle nostre dimensioni, delle nostre committenze, per ogni ecosistema. Questo è il concetto di base.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Vorrei dire proprio questo. Quando elencava gli asset per la trasformazione, questo tema delle competenze e della cultura digitale non era in quell'elenco.

  PRESIDENTE. Mi aggiungo anch'io. Mi ero appuntato che, anche secondo i risultati della nostra Commissione, probabilmente nel prossimo aggiornamento del piano triennale sarebbe opportuno aggiungere un capitolo specifico sull'aumento di competenze, quindi anche sulla necessaria entrata di nuove competenze tecniche e manageriali all'interno della pubblica amministrazione a livelli sia bassi, ma anche soprattutto apicali. È quello che emerge dalle nostre indagini.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Sono pienamente d'accordo. Dividiamo il tema delle competenze in due grandi famiglie. Una è la competenza a livello di dipendenti dell'amministrazione pubblica che si interfacciano con il pubblico o che si interfacciano con le altre amministrazioni, che devono essere formate sulle piattaforme abilitanti, devono capire come funziona ANPR, come funziona SPID, come funzionano tutte le attività del piano che riguardano l'interfacciamento. Da questo punto di vista, il dipartimento della funzione pubblica sta creando un piano di formazione per tutti questi dipendenti, che dovranno imparare a utilizzare questi strumenti.
  Allo stesso modo, importante, forse addirittura un po’ più complicata, è proprio l'acquisizione di personale senior che sappia gestire processi di trasformazione all'interno di sistemi complessi, che sappia di tecnologia, che sappia di processi scalabili. Questo è un problema che va risolto, e si può risolvere unicamente creando i presupposti per attrarre certe qualifiche all'interno della pubblica amministrazione. Noi lavoreremo su una proposta, ma alla fine si tratta veramente di creare quell'ambiente Pag. 7 per cui per una persona di tecnologia andare a lavorare per la pubblica amministrazione è un vanto, un onore, non semplicemente un «vado a impantanarmi in una situazione burocratica, in cui il mio valore, di fatto, non verrà mai valutato».

  FEDERICO D'INCÀ. Questa proposta sarà fatta nei prossimi mesi?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Sì. Comunque, abbiamo tempo fino alla fine del nostro mandato. È un obiettivo che ci siamo dati noi, ma immaginatevi il mondo ideale in cui, su tredici ecosistemi, ciascuno abbia un Team più o meno simile al nostro. In questo modo, le cose che si possono fare sono veramente tantissime, e non stiamo parlando di tante persone, ma di venti persone, tredici ecosistemi. Non sono numeri pazzeschi. Torno a dire che questo non è frutto di un calcolo preciso. Sto semplicemente riproducendo quanto può fare un Team come il nostro al livello centrale e farlo a livello di ecosistemi.
  Continuando, gli ecosistemi, una volta recepite certe cose – ovviamente, il discorso non è sequenziale come lo sto descrivendo, molte delle cose devono avvenire in parallelo – chiaramente possono erogare servizi per i cittadini e per le imprese sulla base di tutte le linee guida del piano triennale. Abbiamo appena detto che il piano triennale utilizza strumenti collaborativi e moderni. Un'altra delle cose che stiamo cercando di fare è che qualsiasi cosa pubblichiamo è bilingue. Crediamo molto nella collaborazione con gli altri Paesi, e ovviamente dobbiamo parlare nella lingua in cui parlano anche gli altri Paesi. La novità è che abbiamo fatto tradurre da machine translation il piano triennale e, a mano a mano, il nostro sito sarà sempre più tradotto da una combinazione di macchina e uomo, 90 per cento machine translation, 10 per cento human curation. Ci si mette molto meno tempo e costa molto di meno.

  PRESIDENTE. Quale motore avete utilizzato?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Abbiamo utilizzato per questo una start-up romana, che si chiama Translated. Utilizzano algoritmi esistenti, è una loro attività, ma è una start-up italiana basata a Roma in questo momento, tra l'altro iscritta sul MEPA, quindi potrà anche diventare un fornitore ufficiale di questo tipo di servizi.
  Parliamo dei progetti lanciati, che sono tutti all'interno delle piattaforme abilitanti. L'altra volta, quando ci siamo visti, parlavamo del fatto che ci saremmo focalizzati su PagoPA, ANPR e SPID. La situazione di PagoPA era che già tantissime amministrazioni erano formalmente integrate su PagoPA, o quantomeno avevano firmato l'accettazione del nodo, ma di fatto, anche se si legge molto poco, vedete la data di sinistra, dicembre 2015, e la data di destra, adesso, settembre 2017: 3.700.000 transazioni dall'inizio a oggi, e la curva di crescita cresce del 278 per cento. Questi numeri, che sembrano in forte crescita, camuffano però il fatto che stiamo ancora parlando di cifre basse. Contiamo di arrivare a 30 milioni di transazioni entro l'anno prossimo.
  Quali saranno gli assi portanti di queste transazioni? Sono i grandi enti che a mano a mano si integrano, ma non solamente firmando il memorandum of understanding, bensì mettendo veramente PagoPA sul sito, posizionandolo secondo le linee guida che stiamo dando e pubblicizzandolo nei confronti dei cittadini. Il 23 ottobre rilasceremo l'ambiente di sviluppo di PagoPA, per cui poi gli sviluppatori della community potranno migliorarlo. Rilasceremo l'API. L'interfaccia mobile sarà molto migliorata. Il comune di Milano ha deciso, insieme a noi, di lanciare PagoPA, anche se non era completamente pronto. Tanto per darvi un'idea, la prima settimana di incassi della Tari ha fatto risultare un incremento, tutto su PagoPA, del 43 per cento in incassi rispetto alla stessa settimana del mese precedente. Tutti i pagamenti che vediamo sono on line, in questo caso: 2 milioni sul sito del comune, 154 milioni, sempre tramite PagoPA, ma tramite il sito della banca del cittadino. Il picco giornaliero avviene di domenica, Pag. 8tanto per dare un'idea, quando gli sportelli sono chiusi. Veramente, se si dà al cittadino l'opportunità di fare una cosa, che comunque non è gradevole, come pagare le tasse, ma in maniera gradevole, le tasse si pagano e si pagano più facilmente.

  FEDERICO D'INCÀ. Posso chiedere quante sono le transazioni totali nel Paese, se avete il dato?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Sono centinaia di milioni. C'è veramente da fare. Sono superiori ai 100 milioni, sicuramente. Guardate bene: 12 mila sono le pubbliche amministrazioni integrate con PagoPA. Il problema è la definizione di integrazione. Sostanzialmente, hanno firmato l'accordo con AgID per PagoPA. Di fatto, però, le amministrazioni con le quali stiamo veramente spingendo sono quelle che adesso abbiamo definito amministrazioni attive su PagoPA, che, secondo la nostra definizione, devono aver fatto almeno venti pagamenti in un mese, nell'ultimo mese, per essere attive. Dobbiamo lavorare, considerato quello un input primario, sull'aumento di queste amministrazioni che si integrano con PagoPA e spingono PagoPA. Lo split, come vedete, è 38 province, 39 strutture sanitarie, 160 tra scuole e università, 223 tra altri enti e 1.063 comuni.

  PRESIDENTE. Qual è il motivo per cui fanno la convenzione e poi...?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Dalla prossima slide, che parla di ANPR, spieghiamo i motivi per cui la gente non è ancora migrata, e i motivi sono esattamente gli stessi. Ci dispiace rispondere a due domande con la prossima.

  PRESIDENTE. Nelle nostre audizioni relative allo stato di attuazione del Codice dell'Amministrazione Digitale, quando controlliamo l'attuazione dell'articolo 5, quello relativo ai pagamenti, spesso le amministrazioni ci rispondono che PagoPA è o sarà attivo, ma la percentuale di servizi è sempre estremamente limitata. Questa slide, in qualche modo, pone lo stesso problema.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. L'attività che il comune di Milano ha svolto per far sì che la Tari entrasse in PagoPA ha comunque comportato uno sforzo, non complicato, ma uno sforzo di persone, processi, comunicazione. Senza quello non si va da nessuna parte. Le cose non accadono da sole. Noi siamo lì pronti ad aiutare, ma ogni ente deve compiere questo sforzo organizzativo interno per recepire PagoPA come processi, come comunicazione e tecnicamente.

  MARA MUCCI. Il comune di Milano utilizza altri sistemi per far pagare ai cittadini imposte o altro oltre a PagoPA? Quello che ho notato in alcuni comuni della mia zona è che si usano altri tipi di sistemi, come FedERa, e non si utilizza PagoPA. Sono sistemi già in essere. Immagino che l'amministrazione debba fare questo sforzo che lei diceva di progettazione, di programmatori, di risorse in più umane, per aderire a PagoPA. È chiaro che questo vale anche per SPID, perché l'autenticazione viene effettuata dall'amministrazione tramite altri passaggi, e quindi hanno già dato magari dei codici per autenticare i cittadini per ottenere alcuni servizi. È uno sforzo in più da compiere. Come aiutare le amministrazione, in questo caso? Diversamente, non raggiungiamo l'obiettivo. Immagino ci sia la stessa mancanza di «generosità» o possibilità delle amministrazioni anche su ANPR. Se hanno già in piedi il loro sistema, c'è sempre questo tema, un tema di risorse, di amministrazione che forse deve mettersi in rete. Non so quale possa essere la soluzione.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Le soluzioni sono di varia natura. Innanzitutto, uno degli sforzi che stiamo facendo è di coinvolgere i fornitori di tecnologie di queste amministrazioni e dei comuni. Prima, purtroppo, erano stati Pag. 9quasi totalmente ignorati. Erano visti come un mondo a parte, quando, di fatto, sono il fulcro e la leva tecnologica nei confronti dei comuni. Sono pochi i comuni che hanno expertise tecnologiche al loro interno. Milano è uno di quelli, Roma è uno di quelli, Torino è uno di quelli, Napoli è uno di quelli, ma a mano a mano si scende. Una chiave è vedere come nostro interlocutore le software house che vendono servizi ai comuni. Questa è una. L'altra è far capire ai comuni i vantaggi dell'utilizzo di questi sistemi. A prescindere dal fatto che, ad esempio, su ANPR sia obbligatorio migrare per legge, bisogna chiarire qual è il grande vantaggio che hanno in termini di aumento della produttività, diminuzione dei costi, nel rendere i servizi per i cittadini più facili, più agevoli. È, torno a dire, un lavoro che richiederà pazienza e tanto tempo. L'importante, comunque, è metterlo sul binario giusto, creare i meccanismi, cominciare a spingere lentamente il treno, e poi la macchina sta partendo.

  MARA MUCCI. A Milano utilizzano altri sistemi oltre a PagoPA?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Sì, utilizzano i sistemi che utilizzano le tesorerie di tutti i comuni. Il grande vantaggio dell'utilizzo di PagoPA, dal punto di vista dei comuni, è nel fatto che c'è la riconciliazione automatica dei flussi finanziari con i flussi contabili. Per il cittadino è un vantaggio indiretto. Se risparmia lo Stato, risparmia anche il cittadino, ma il concetto di base è che il risparmio è proprio nell'utilizzo del sistema di pagamento e nello snellimento, nella diminuzione di ore dedicate alla riconciliazione delle transazioni.

  FEDERICO D'INCÀ. Tra le 12 mila sono comprese tutte le amministrazioni pubbliche del nostro Paese?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. No.

  FEDERICO D'INCÀ. Ne mancano ancora. Secondo me, ne mancano ancora.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. No. Sono decine di migliaia, sono molte di più.

  PRESIDENTE. Sono intorno alle 40 mila le amministrazioni, se non sbaglio.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Noi ci stiamo concentrando, però, a supportarne 12 mila, da sinistra a destra. Almeno quelle sono amministrazioni che hanno dimostrato l'intenzione di volerlo fare. Se la domanda successiva è quanti anni servono perché tutte le 40 mila amministrazioni vadano su PagoPA, temo di non conoscere la risposta.

  FEDERICO D'INCÀ. Bisognerebbe domandare da che cosa dipende. Dipende da una questione politica, per cui il MEF... Per avere una gestione diversa ci vuole un emendamento...

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Il problema è che non c'è una causa. Non è la famosa falsità della causa unica. C'è questa tendenza malata a cercare una causa, a cercare di risolvere una causa. In questo caso, le cause sono molteplici. Se mi fate arrivare alla slide di ANPR, una risposta parziale ve la do. Quando ci siamo sentiti l'ultima volta, ANPR aveva il famoso comune di Bagnacavallo. Da allora, sono state fatte moltissime cose. Innanzitutto, allora stavamo discutendo la nomina del Team digitale come program office per il coordinamento tra Ministero dell'interno, Sogei e comuni. Faticosamente siamo arrivati e ad agosto è stata firmata la convenzione e il contratto, per cui siamo diventati program office. Abbiamo chiesto e ottenuto da Sogei di creare un'area di test per il software, di creare un ticketing system aperto, in modo che i comuni che avessero dei problemi sapessero come fare e non avessero semplicemente un rapporto one- Pag. 10to-one con la Sogei, ma un rapporto visibile a tutti, con delle risposte visibili per tutti, più tanti altri dettagli di attività tenace e competente.
  In questo momento, questa è la situazione: il numero dei comuni è passato da uno all’«astronomico» 15, con 320 mila abitanti su ANPR, ma non è tanto quella la parte importante, quanto la colonna di sinistra, i comuni in cosiddetta fase di pre-subentro, cioè i comuni che hanno ricevuto tutte le istruzioni e le chiavi per entrare su ANPR e stanno testando la migrazione, il test. Questi comuni contano per 6 milioni e oltre, quindi siamo già al 10 per cento della popolazione. Entro la fine di quest'anno, ci aspettiamo 34 comuni da pre-subentro a subentro, un milione di popolazione attiva. Se torniamo al grafico di prima, di quegli 810, altri 15-20 entrano in attività operativa. Quello su cui contiamo è che nel primo semestre del 2018 comincino a entrare comuni grandi: Milano, Napoli, Bologna, Firenze, Venezia. Ricordo che in Italia la concentrazione dei comuni...

  SIMONE PIUNNO, chief technology officer del Team digitale. Sono 150 comuni a fare la metà della popolazione.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Chiaramente, ci stiamo concentrando soprattutto per portare quei 150 comuni...

  FEDERICO D'INCÀ. Cinquemila sotto i cinquemila abitanti.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Esattamente. Quali sono le criticità riscontrate nella fase di subentro? Quali sono le cause? Per PagoPA la risposta è uguale, lo è per tutti.
  Quanto allo stato di maturità dell'integrazione dei gestionali in ANPR, lo stato in cui in questo momento si trovano le anagrafi – questa è una risposta tecnica –, paradossalmente i comuni che hanno investito in informatica negli anni Settanta si trovano a essere quelli che devono fare la maggior parte del lavoro, perché hanno un codice obsoleto, vecchio. Il comune di Milano, ad esempio, ha una delle attività più massicce. Quanto alle difficoltà logistiche delle software house nel supportare l'integrazione, in questo momento abbiamo 40 software house che gestiscono quasi tutto il patrimonio comunale, alcune delle quali, come Maggioli, che si stanno dimostrando molto attive su questo, hanno proprio una difficoltà numerica, nel senso che stanno concentrando in pochi mesi un'attività che hanno sempre gestito in parecchi anni, sostanzialmente persone.
  Quanto alle difficoltà nel processo di distribuzione delle smart card – qui stiamo andando proprio nella gestione operativa – a prescindere dal fatto che vorremmo abolirle e far sì che ogni dipendente comunale abbia un processo sign in con SPID, abbiamo le dipendenze del processo delle prefetture che devono attivarlo, lì stiamo lavorando col Ministero dell'interno perché è un processo più snello e più efficiente per la distribuzione di queste smart card. In alcuni casi, c'è la mancanza di volontà del comune ad attuare l'integrazione e a entrare in produzione, cioè proprio non capiscono perché devono farlo, cercano continuamente di rimandare.

  FEDERICO D'INCÀ. Scusi, forse mi sono perso il terzo passaggio.

  PRESIDENTE. Qual è il motivo delle smart card, a che cosa servono.

  FEDERICO D'INCÀ. A che cosa servono le smart card?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Sostanzialmente, è il sistema di sicurezza per cui ogni dipendente che accede ad ANPR o alla CIE dice al sistema chi è e che è autorizzato a farlo. Questa è la semplificazione del motivo della smart card.

  PRESIDENTE. Non tutti i comuni, però, hanno questo meccanismo di autenticazione o con ANPR sarà...?

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  SIMONE PIUNNO, chief technology officer del Team digitale. Questo è l'unico meccanismo disponibile per ANPR e per la CIE. È fatto nello stesso modo. Purtroppo, sono stati distribuiti due set di smart card diversi, quindi l'ufficiale d'anagrafe usa una smart card per emettere la CIE, poi la toglie e ne mette un'altra per fare operazioni di ANPR, ma sono fatte nello stesso modo. I metodi precedenti, invece, erano i più diversi.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Vedete, comunque, il fatto che ci siano due smart card come un grande miglioramento rispetto a prima. Poi arriviamo a un concetto per cui è SPID, o addirittura la propria CIE, la smart card, ma ci dobbiamo arrivare gradualmente. Al punto n. 4): cominceremo ad approcciare questi comuni che non vogliono farlo una volta che avremo portato tutti quelli che lo vogliono fare, che sono tanti. Allora, se ci sarà una richiesta di aiuto politico o di altro tipo, alzeremo il braccio al momento opportuno. Scusatemi, di fatto la risposta 1) e la risposta 5) si assomigliano, solo che la risposta 5) è proprio relativa a quei grandi comuni che hanno fatto investimenti super milionari in informatica negli anni Settanta e negli anni Ottanta e si trovano veramente a migrare codice vecchio, obsoleto, e procedure vecchie e obsolete. Come vedete, delle «top cinque», solamente una è imputabile a: «Non voglio farlo». C'è abbastanza lavoro su chi vuole farlo, che deve essere aiutato per portare tutte le nostre possibili risorse, le risorse del Ministero dell'interno, le risorse della Sogei.

  PRESIDENTE. Mi aspettavo anche problemi relativi alla qualità del dato.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Quello relativo alla qualità del dato non l'abbiamo elencato come problema. Semplicemente, è la normale procedura operativa. Per migrare in ANPR si devono unificare i dati, quindi vediamo l'attività di bonifica del dato non come un problema, ma semplicemente come un processo operativo. Per andare su ANPR si devono bonificare i dati, tutto qui.

  SEBASTIANO BARBANTI. Hanno tutte lo stesso peso o ce n'è qualcuna che è più ricorrente?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. È una buona domanda. Non saprei dare una distribuzione statistica. Avrei solamente degli aneddoti. Possiamo cercare di attribuire statisticamente i pesi maggiori. Non so rispondere a questa domanda.
  Lo stato attuale di SPID, a ieri, è di 1.725.000 identità digitali rilasciate e di un tasso di crescita dell'84 per cento. Vedete il grafico, che riguarda il totale di popolazione su SPID: sotto ci sono i diciottenni su SPID, che rappresentano un quarto della popolazione SPID.
  Tra l'altro, ero a Tallin con il collega francese – loro hanno un sistema molto simile al nostro, che si chiama FranceConnect – e hanno distribuito 2 milioni di SPID, numeri assolutamente simili ai nostri; hanno tre SPID provider, due dello Stato e uno semi-statale, che sono le Poste, in una gestione un po’ più semplice. Mi diceva che la massima concentrazione di utilizzo dell'identità digitale in Francia è per i cittadini andare a vedere il punteggio della patente. Si tratta veramente, anche lì, di trovare i motivi. Noi stiamo lavorando molto con INPS per cercare di far sì che tutti i servizi di INPS siano accessibili con SPID. Chiaramente, quando si entra in questi grandi sistemi, la gente si abitua.
  L'identità digitale è un cittadino che ha rapporti con lo Stato. È un'identità digitale che, al contrario di quella che si può utilizzare per l’e-commerce, per i video on demand o altre cose, non si usa tutti i giorni. È il rapporto medio col cittadino quattro o cinque volte l'anno, quando si pagano le tasse o una multa. Ci vorrà tempo, quindi, per farne capire l'utilità. Non si può far altro che continuare a creare dei motivi per il cittadino per avere SPID.

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  FEDERICO D'INCÀ. Nell'analisi della curva, si denota, da gennaio in poi, un fortissimo rallentamento. L'84 per cento ha un riferimento forte negli ultimi mesi del 2016 e, all'incirca, fino a gennaio. Quali tipi di iniziative pensate possano essere utili per accelerare, come è stato per i diciottenni? Avete già un'indicazione da poterci dare come tipo di idea?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Ripeto che è l'offerta di servizi. In questo momento stiamo lavorando, direi molto attivamente, con INPS. Se già, ad esempio, tutti i contributi delle persone di servizio, il controllo della situazione INPS, tutto quello che riguarda il welfare passa su SPID, quello è uno dei siti più utilizzati. Per la Motorizzazione, è lo stesso discorso col Ministero dei trasporti. Lì si tratta veramente di incorporare, e purtroppo è un lavoro anche di natura tecnica. In questo momento, ad esempio, si può entrare sul sito INPS con SPID, ma non si può accedere a tutti i servizi di INPS con SPID. Capisce che il cittadino, entrato con SPID, si aspetta di accedere a tutto normalmente. Anche lì c'è da fare questo lavoro di integrazione con i sistemi informativi di INPS, che sono tutti di natura diversa, non integrati tra loro. Non è così semplice come può sembrare. Comunque, la risposta è quella, è proprio la continua aggiunta di servizi che valorizzino il fatto di avere un'identità digitale.

  MARA MUCCI. È segnalato su SPID che esiste un servizio a cui non si può accedere accedendo con SPID? Entro nel portale INPS attraverso SPID senza poter accedere a tutti i servizi INPS, ma io cittadino devo sapere che un servizio mi è precluso, altrimenti questo è un doppio danno. Penso, infatti, di dover telefonare o usare un altro metodo, andare a uno sportello, anziché accedere al sito INPS tramite PIN dell'INPS. Io faccio mea culpa. Proprio qualche giorno fa, ho fatto l'accesso al sito dell'INPS per attivare i voucher, ho visto che si poteva accedere con SPID, ma non ho fatto ancora SPID. Senza una segnalazione, questo mi sarebbe sfuggito.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Questo tipo di informazione, che direi customer-centric, col cittadino messo davanti a tutte le scelte, ha un approccio di filosofia di rapporto col cittadino e di impatto sulla user interface purtroppo assolutamente non diffuso nella pubblica amministrazione italiana e nella pubblica amministrazione in genere. Nelle linee guida di Designers e sul sito designers.italia.it tutto quello che Lei sta dicendo è indicato. C'è l'indicazione di non far fare al cittadino sei step per poi arrivare al settimo step e scoprire le informazioni che avrebbe dovuto conoscere prima. La risposta a questo, quindi, è no, ed è – ripeto – il problema delle competenze. Se in ogni amministrazione ci fosse un Team dedicato, questo problema verrebbe risolto.

  PRESIDENTE. Io ho una domanda sul livello di sicurezza da applicare ai servizi acceduti tramite SPID: ci sono delle linee guida specifiche che il Team ha dato per scegliere quale livello di sicurezza applicare? Faccio un esempio concreto, che non è un servizio della pubblica amministrazione, ma è accessibile tramite SPID, perché è un servizio di uno degli SPID provider. Per pagare un bollettino on line, se vado di persona, porto il bollettino e pago; con SPID, invece, credo si debbano immettere almeno quattro codici diversi di identificazione, via SMS, via e-mail, e oggettivamente non riesco a capire da che cosa derivi. È chiaro, se l'accesso a servizi on line tramite SPID in alcuni casi diventa una complicazione rispetto all'accesso off line, che questo disincentiva l'utilizzo. Probabilmente, delle linee guida che dicano che su certi servizi non è il caso di mettere dei livelli di sicurezza così alti – magari l'accesso con SPID serve solo a recuperare l'anagrafica, o pochi dati dell'anagrafica, non altro – potrebbero aiutare.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Farò poi completare la risposta a Simone Piunno. A mio avviso, un secondo livello di autenticazione quando si Pag. 13utilizza una password ormai deve rientrare nella prassi comune. Il fatto di essere certo che la password venga usata dall'individuo tramite un password management o un secondo livello di autenticazione è, secondo me, imprescindibile. Detto questo, ci possono essere delle situazioni in cui le richieste di sicurezza sono dei passi eccessivi, a volte neanche necessari, per aumentare la sicurezza. Può essere anche vero. Nelle nostre linee guida tutte queste casistiche sono state evidenziate. In questo momento, però, il problema è quello posto: non c'è abbastanza attenzione alla sicurezza. Questo è il problema fondamentale.

  SIMONE PIUNNO, chief technology officer del Team digitale. Esistono delle linee guida di AgID che suggeriscono quale livello di sicurezza di SPID utilizzare per diversi scenari. SPID ha tra livelli: i livello 2 è quello minimo e implementa i due fattori richiamati dal commissario un attimo fa, mentre il livello 1 chiede solo login e password. Il 3 è più complicato ancora, perché chiede, anzitutto, una smart card. Queste linee guida dicono, in pratica, che in quasi tutti gli scenari in cui è necessaria un'identificazione, alla fine è necessario il livello 2. Peraltro, secondo un documento emesso di recente, «Misure minime di sicurezza» – parlo della sicurezza in generale, non solo relativamente a SPID – i due fattori sono necessari. Per i pagamenti, nello specifico, non è necessaria alcuna identificazione. In effetti, per esempio, nel comune di Milano per pagare la Tari non si chiede identificazione.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Anche perché il concetto di base è che, se paghi, paghi.
  Torniamo alla presentazione. Questo è uno spaccato dei dati. Le pubbliche amministrazioni attive in questo momento sono 3.800, gli enti di provider sono 7, la concentrazione è su chi ha investito prima e chi ha investito di più, che è Poste. Sielte è al 6 per cento; InfoCheck al 3 per cento; Aruba ha appena iniziato, e non ha ancora decisamente investito su questo. Tutti questi dati e tutte queste dashboard sono disponibili sul nostro sito. Contiamo di continuare ad arricchire il nostro sito con dashboard e informative sulle attività delle identità digitali. Non siamo riusciti a farlo finora, perché ci abbiamo messo tempo ad accedere direttamente alla fonte dei dati. Non vogliamo creare dei report manuali, che dopo una settimana sono già obsoleti. Adesso abbiamo accesso direttamente su ANPR e su PagoPA, alla fonte dei dati. Su SPID è ancora un processo manuale, perché queste sono aziende private, ma cercheremo di tenere aggiornato o giornalmente, a seconda della capacità di accesso ai dati, o settimanalmente, se è un processo batch.
  Per quanto riguarda, invece, i nuovi progetti, abbiamo lanciato a marzo la piattaforma di Developers Italia, e l’Hackathon è stato l'apice di questo momento, che contiene sette applicativi, di cui sei sono piattaforme abilitanti e una è 18APP. Direi che il successo migliore è stato recente, sull'esposizione delle pubbliche amministrazioni e della Carta d'Identità Elettronica. Il codice è stato esposto. Oddio, non è che API sia ancora molto sviluppata sulla CIE, ma comunque il codice è esposto. Uno dei risultati dell’Hackathon, ad esempio, è stato che un gruppo ha sviluppato un servizio di ticketing...

  SIMONE PIUNNO, chief technology officer del Team digitale. Sono stati sviluppati servizi di integrazione della CIE con il browser, per esempio, per poter utilizzare...

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Infatti.

  SIMONE PIUNNO, chief technology officer del Team digitale. Dei ragazzi a Torino hanno realizzato, per esempio, un'applicazione nativa per 18APP nuova rispetto a quella che esiste. Per ognuno dei campi sono stati fatti diversi progetti.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Io, però, avevo visto delle Pag. 14cose interessanti sulla CIE. Una volta aperta l'API della CIE, ci sono state delle integrazioni con un sistema di trasporto o altro.

  SIMONE PIUNNO, chief technology officer del Team digitale. Sì. Un gruppo di ragazzi, non ricordo in quale città, ha realizzato un sistema di integrazione per la CIE per leggere i tornelli d'ingresso in palestra.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Un sistema come la CIE, visto semplicemente come un sistema di riconoscimento, diventa invece un sistema che dà la possibilità di accedere ai servizi che richiedono un riconoscimento. Poligrafico Nazionale, ad esempio, è stata una delle aziende che ci ha messo un po’ a capire il valore dell’open software. Adesso che l'hanno capito, sono «extra-entusiasti», perché si tratta, da parte loro, di controllare il lavoro fatto da altri, che aggiunge valore al core service che stanno portando avanti. Abbiamo scelto, rispondendo alla Sua domanda sui risultati di Developers, 97 cosiddette pull request, 97 contributi progettuali. Adesso li stiamo valutando uno per uno. Ce ne saranno due tipologie, uno veloce, che verranno scelte entro la settimana. Siccome questi sviluppatori, ma ovviamente anche il Team, in 48 ore non riescono a fare tutto, servirà un altro mese per migliorare alcuni di questi 97 servizi, e tra un mese listeremo tutti i servizi che, a nostro avviso, possono già essere utilizzati dalle amministrazioni.

  PRESIDENTE. Qual è stata la tipologia dei partecipanti all’Hackathon, semplici cittadini, imprese, in house, regionali?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. A Milano erano tutte comunità, la penultima, tech community di sviluppatori software.
  A Firenze che cos'hai visto?

  SIMONE PIUNNO, chief technology officer del Team digitale.. A Firenze c'erano anche alcuni dipendenti di pubblica amministrazione, la minoranza, ma qualcuno c'era. A Roma ho saputo che c'erano anche persone di in house, ad esempio persone di Sogei, per dirne una.

  PRESIDENTE. Come privati, però, non come aziende, non Team...

  SIMONE PIUNNO, chief technology officer del Team digitale.. Sono successe entrambe le cose. Sogei era a Roma ufficialmente.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Abbiamo portato Sogei su developers.italia.it, e questo, secondo me, è un cambiamento epocale. Designers Italia è il sito che contiene le linee guida per il design per la pubblica amministrazione, che va da istruzioni a widgets. In questo momento, abbiamo lanciato la versione alfa, il progetto di cui vi avevo parlato l'altra volta, che è il Data & Analytics Framework (DAF), una piattaforma di big data composta da un data lake e un data engine e che condivide i dati tra amministrazioni in via API. L'utilizzo, sostanzialmente, porta a delle analisi, e mi auguro che a mano a mano, tra qualche anno, ogni amministrazione abbia delle persone esperte che possano usare il DAF e che continuino a confluire i dati in entrata e delle analisi in uscita. Questo è il concetto di base, semplificando.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Da un punto di vista della capacità di comunicazione, questo è molto innovativo. Il tema fondamentale delle pubbliche amministrazioni, che riguarda anche ANPR, è quello burocratico e delle autorizzazioni: come viene risolto anche a questo livello?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Abbiamo creato un modello di convenzioni. Ogni amministrazione firma una convenzione. Poi ci sono amministrazioni più entusiaste, più volenterose e che veramente sono entrate col cuore in quest'attività; altre sono ancora attaccate Pag. 15alla proprietà del dato («il dato è mio e non sono certo di condividerlo, perché non so che cosa ne verrà fatto»). Questo sarà un cambiamento culturale, proprio in senso di approccio. Bisogna capire che il dato genera l'economia del dato, e l'economia del dato genera l'economia dell'utilizzo del dato, del beneficio del dato, dell'analisi del dato. È un mercato che cresce per tutti, ed è un mercato che porta beneficio, chiaramente, al rapporto tra Stato e cittadini e tra Stato e imprese.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Tra l'altro, credo che forse anche questo modello liberi finalmente dal giogo del riuso, che sostanzialmente oggi è più un modo per ripagare due volte allo stesso fornitore il software che per fare un effettivo riutilizzo di best practice. In questo modo, si aggirerebbe questo meccanismo.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. «Riuso» è un termine obsoleto. Tecnologicamente, non esiste più il concetto di riuso. Il concetto è che quello che si fa è aperto a tutti. Più che riuso, diventa uso universale.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. A questo proposito, però, il PON Governance continua a parlare di riuso, che sarebbero i fondi europei gestiti dal ministero per riutilizzare le best practice nella pubblica amministrazione, anche e soprattutto sull'innovazione. Bisognerebbe anche cambiare i modelli dei bandi e dei finanziamenti su questo.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Sì. In questo caso, è una questione di linguaggio. Comunque, lo spirito del riuso è nel fatto che tutti abbiano accesso a quel software, a quel dato o a quel processo. Quello che intendevo dire è che «riuso», proprio come termine, è obsoleto, perché non si tratta più di utilizzare una volta e poi... Si tratta proprio di utilizzarlo sempre, per tutti e in continuità, ma lo spirito rimane quello. Il termine è diventato obsoleto.
  Abbiamo rilasciato la versione alfa a una comunità ristretta. Ovviamente, stiamo lavorando col Garante per la privacy su tutte le restrizioni di privacy. Stiamo migliorando su GitHub e sul forum. La bellezza è nel fatto che adesso si lancia un applicativo e si ha un sistema su cui testarlo e renderlo pubblico per chi vuole. L’alfa, ovviamente, è a inviti. C'è una web app pubblica, afdigitale.it, che permette di accedere al catalogo dei dati disponibili per visualizzare la data story, e c'è la web app privata. Se volete giocare un po’ e vedere come funziona, siete i benvenuti a farlo.
  Questa è la visione ultima, dal punto di vista del software totalmente fattibile; dal punto di vista dei processi sottostanti questa gestione del software, ovviamente ci vorrà molto più tempo.
  Pensate a un’App composta da cinque componenti: identità; preferenze, che vuol dire anche ormai, in un Paese multilingua come l'Italia rispetto ad altri Paesi, la possibilità per un cittadino che parla prevalentemente una certa lingua di poter ricevere le comunicazioni nella sua lingua d'origine; un canale di comunicazioni; un canale di transazioni finanziarie; un archivio, cioè tutta la documentazione riguardante i rapporti con lo Stato.
  In questo modo, si è più o meno esaurita la maggior parte dei rapporti che esistono tra un cittadino e un ente governativo, un ente statale. Ripeto, però, che questa è una visione, anche se dal punto di vista tecnologico assolutamente vicina. Questo è il servizio che sta nella componente celeste, in alto: tutte queste cose devono più o meno accadere per rendere quella visione tecnologicamente possibile, soprattutto dal punto di vista dei processi. Adesso dovremo vedere anche se ci sono delle normative adeguate per permettere a quella visione di esistere o meno, ma dobbiamo veramente andare in quella direzione.
  Con questo direi di aver concluso la mia presentazione. Mi sembra che la conversazione sia stata molto vivace comunque, ma se ci fossero altre domande, siamo a disposizione.

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  SEBASTIANO BARBANTI. Relativamente ai rapporti tra SPID e le aziende private, con particolare riferimento all'adeguata verifica delle banche, in un mondo sempre più digitalizzato e senza confini, che cosa manca per poter soddisfare i requisiti di adeguata verifica tramite SPID affinché io possa aprire, tranquillamente seduto alla scrivania di casa mia con lo SPID, che riconosce la mia identità dallo Stato – quale ente certificatore migliore di quello? – un conto corrente in una banca olandese, per fare un esempio, e quindi assolvere anche a tutti gli obblighi di adeguata verifica in quel caso? Non parliamo del resto, della strong authentication, ma quello è un altro discorso. Qual è il tassello che manca, com'è il livello di interlocuzione anche con i regolatori europei, in questo caso, o nazionali? C'è almeno uno spiraglio, qualcosa che si sta facendo, che si vorrà fare?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. L'allineamento tra SPID e le normative dell'SP2 è completo. A partire da novembre, i cittadini che usano l'identità digitale dei loro Paesi potranno accedere ai servizi italiani che accettano SPID, e lo stesso vale per SPID accettato all'estero. La Germania è stata la prima. Italia e Austria saranno tra le prime entro la fine dell'anno. Parliamo dell'accesso ai servizi pubblici, pubblica amministrazione su pubblica amministrazione. Ovviamente, poi bisogna vedere che cosa offre quel servizio pubblico, ma quello non è un problema di identità digitale.
  Per quanto riguarda, invece, i servizi privati, forse non siamo arrivati alla firma, ma si stanno verificando adesso tutte le caratteristiche necessarie dal punto di vista commerciale – dal punto di vista tecnologico e della sicurezza, il problema ormai è risolto – per far sì che SPID possa essere utilizzato anche da privati come sistema di autenticazione. A breve, verranno annunciate le prime convenzioni.

  SIMONE PIUNNO, chief technology officer del Team digitale. Ormai, siamo agli ultimi passi per aprire l'utilizzo di SPID sui service provider privati. Un privato potrà ottenere il bottone «accedi con SPID» sul suo servizio in Italia, ma affinché questo succeda a livello europeo, siamo ancora abbastanza agli albori. Esiste, per esempio, una normativa EDAS, che dice come deve avvenire l'interazione tra i sistemi di identità a livello europeo, ma nulla su quello che succede relativamente a chi paga.
  In Italia, per esempio, i privati pagheranno per avere il bottone SPID sul loro sito; non è chiaro che cosa succede quando uno straniero viene a fare login su quel bottone in Italia, se paga o no; viceversa, quando un italiano va a fare lo stesso all'estero.

  MARA MUCCI. Certamente, l'apertura ai privati è la chiave per incrementare la diffusione di SPID, anche perché mi sembra, secondo la torta che, nella pagina successiva, identifica gli investimenti da parte dei provider dell'identità, che, a parte Poste, gli altri stiano investendo molto meno. Forse dipendeva anche da questo, ma che cosa guadagnano gli identity provider dall'ingresso anche dei privati su SPID?

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Innanzitutto, tenga conto che questa torta non è time neutral, che vuol dire che chi c'è da un periodo maggiore ne gode di più, chiaramente. Il modello di business degli identity provider è, appunto, nei servizi correlati all'identità digitale. La maggior parte di questi servizi, immagino, arriveranno da certe tipologie di attività. Il riconoscimento dell'identità via webcam da remoto è un servizio per il cliente e il cliente paga per quel servizio. Ci sono poi integrazioni con identity provider, con service provider privati, e il service provider privato farà un accordo con gli identity provider per un modello di business che riconosca l'identità come servizio informatico, servizio tecnologico, utilizzato dal fornitore di servizi. Esiste questo modello di base, che va sicuramente sviluppato, ma comunque tenete anche conto che tutti questi identity provider, di fatto, di Pag. 17mestiere comunque forniscono identità, non è un mestiere nuovo che si sono inventati, comunque fa parte del loro modello principale di business.

  PRESIDENTE. Io ho alcune domande. Più volte, durante l'audizione di oggi, è emerso il tema, relativamente ad ANPR, che alcuni comuni non vogliono passare e che, nell'ultimo caso sul Data & Analytics Framework, e che c'è un atteggiamento di alcune amministrazioni a mantenere la proprietà del dato, a non metterlo a disposizione. Chiaramente, si entra in contrasto con la normativa. In particolare, per ANPR la normativa prevede, appunto, il passaggio. Non è accettabile che una pubblica amministrazione non voglia rispettare la legge. Nell'audizione con l'ingegner Cannarsa, Sogei suggeriva a un certo punto una modifica normativa che imponesse lo switch-off per obbligare i comuni al passaggio dell'ANPR: vorremmo sapere se siete della stessa opinione.
  D'altra parte, per quanto riguarda i dati, sono andato a riprendere – non lo ricordavo a memoria – l'articolo 53, comma 1-bis, del CAD, che prevede che le pubbliche amministrazioni pubblichino anche il catalogo dei dati e dei metadati definitivi, nonché delle relative banche dati in loro possesso e i regolamenti che disciplinano l'esercizio della facoltà di accesso telematico e il riutilizzo di tali dati e metadati. C'è già una previsione di legge che dice chiaramente che questo deve essere fatto. Nel decreto di nomina del commissario, all'articolo 2, è previsto che, in caso di inadempienze gestionali o amministrative relative all'attuazione dell'agenda digitale, il commissario possa invitare l'amministrazione competente ad adottare, entro il termine di 30 giorni, dalla data della diffida i provvedimenti dovuti. Decorso tale termine, il commissario, su autorizzazione resa con decreto del Presidente del Consiglio, previa comunicazione del Consiglio dei ministri, può esercitare il potere sostitutivo, in conformità a quanto previsto dai commi 3 e 4 dell'articolo 63 del decreto legislativo n. 179 del 2016. Visto che anche durante le nostre audizioni il rispetto della norma, per usare un eufemismo, risulta limitato, anche perché spesso purtroppo è evidente che non è nemmeno conosciuta, ed è difficile rispettare una norma che non è neanche conosciuta, vorremmo sapere se, come commissario, ha intenzione di utilizzare più pesantemente i poteri commissariali che Le sono stati dati o se ritiene più opportuno mantenere una linea di condotta che aiuti a raggiungere l'obiettivo in modo meno forzato. La tecnica del nudging può essere forse la strategia vincente.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. La domanda è validissima. Io continuo a essere dell'idea che, prima di essere autoritari, si debba essere autorevoli. Continuo a essere dell'idea che, prima di obbligare un'amministrazione a usare un applicativo, un software, un nuovo processo, quell'applicativo, quel software e quel processo debbano essere qualcosa di cui siamo orgogliosi, che funzionino, fatti bene. Il nostro sforzo è quello di continuare a migliorare gli applicativi, gli strumenti di integrazione, creare i processi. Se vi ricordate, delle cinque casistiche di ANPR, solamente una è l'amministrazione che non lo vuole fare. Quando avremo fatto bene il nostro dovere di creare i presupposti affinché tutti lo facciano, a quel punto sul residuo che non l'avrà fatto sicuramente valuteremo interventi di altra sorta. In questo momento, la nostra focalizzazione è sul miglioramento della qualità del servizio. Quando poi su PagoPA, ad esempio, penseremo di aver raggiunto una facilità di integrazione del nodo, una facilità di interfaccia utente per il cittadino, a questo punto io stesso suggerirei uno switch-off: a partire da questa data, PagoPA è l'unico sistema per le amministrazioni, nel senso che tutte le amministrazioni dovranno avere anche PagoPA. Sono anche fautore di qualcosa di meglio di PagoPA che l'amministrazione voglia usare, ma che si integra con PagoPA. È anche uno dei nostri obiettivi. Avete visto che stiamo aprendo il kit di sviluppo. Se si vogliono integrare altri servizi sopra PagoPA, ben vengano.
  Sintetizzando quello che ho appena detto: autorevolezza prima di autorità; lavoriamo sul miglioramento della qualità dei servizi Pag. 18e la qualità dei processi. Lascerei la parte di intervento commissariale sostitutivo solo come ultimissima risorsa.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Con tutti i suoi limiti e i suoi ritardi, PagoPA è diventata una delle applicazioni comunque più diffusa perché c'è stato lo switch-off. E c'è stato quando magari ancora non era completamente matura l'autorevolezza dell'applicazione. Siccome non c'è una cultura digitale diffusa, quindi non c'è una disponibilità a offrire il dato, questo tema dell'ANPR – l'ho detto un'altra volta – è vero dalla legge Bassanini del 1996 circa, vent'anni. In quell'anno, però, non era possibile, anche allora non per le tecnologie, ma perché era ancora esistente, come lo è tuttora, in legislazione l'ufficiale dell'anagrafe, qualcuno che doveva difendere il dato piuttosto che diffonderlo. A questo tema della condivisione del dato, se non viene «forzato» verso il digitale, secondo me sarà impossibile che si arrivi velocemente. Io mi auguro che ci siano quei 34 comuni entro fine anno, ma non è un grandissimo risultato, senza offesa per il lavoro che state svolgendo. O si trova un modo per accelerare in maniera anche forzosa o, considerando anche il fatto che la scadenza commissariale c'è – non sappiamo come andrà a finire nel post-elezione – forse si rischia di lasciare a metà il processo.

  PRESIDENTE. Nel post-elezioni le istituzioni democratiche rimarranno, quindi siamo fiduciosi che l'impianto istituzionale dello Stato non verrà toccato.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Si è cambiato tante volte il modello e si ricomincia daccapo, questo volevo dire.

  PRESIDENTE. Certo. Poi c'è il rischio che si cambi di nuovo.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Ogni processo di trasformazione, di migrazione tecnologica, di evoluzione tecnologica, richiede tempo. Continuo a insistere e insisterei – scusatemi se sono ripetitivo – sul fatto che dobbiamo separare la descrizione tecnologica e di processo di un'attività della parte normativa.
  Se guardiamo questo grafico, a marzo 2017 era zero: i processi sono messi in piedi e noi vediamo questa curva di sviluppo, a prescindere dal fatto che abbiamo creato dei processi sostenibili e irripetibili, cioè che vanno avanti... Ovviamente, ci vorrà un amministratore, ma non è che scomparirà l'unità commissariale e queste cose non andranno avanti. È un processo che ha bisogno di qualcuno che continui a monitorizzarlo, a controllarlo, ma di fatto va avanti. Vorrei anche cercare di non generalizzare. Non è che tutte le attività di trasformazione digitale, che sono numerosissime, abbiano bisogno dello stesso approccio. Relativamente ai pagamenti digitali, ad esempio, sono convinto che quella sia una tipologia dell'attività di trasformazione digitale che a un certo punto avrà bisogno di una deadline. Benissimo. Gli strumenti ci sono, i servizi funzionano: avete un anno e, a partire dall'anno prossimo, si va avanti. A questo punto, quantomeno sappiamo di aver curato bene la parte processuale e la parte tecnologica. Lo stesso vale per ANPR e l'eventualità, l'anno scorso, di obbligare i comuni ad andarci: vi assicuro che il software non era pronto, quindi avrebbero trovato mille motivi per non farlo. Adesso stiamo cercando di eliminare il più possibile i motivi tecnologici e di processo per non farlo. A questo punto, si potrà insistere sui rimanenti motivi, tra cui il motivo n. 4), quello della mancanza di volontà dei comuni ad attuare l'integrazione e a entrare in produzione. Tutti gli altri, però, sono ancora sotto la nostra tipologia di attività. Secondo me, non esiste una risposta generale e generica. Sono tutte risposte situazionali, a seconda del tipo di progetto e di processo. Vi posso assicurare al 100 per cento che, se siamo autorevoli, dal Team di trasformazione digitale ad AgID, tutti gli organi competenti vengono riconosciuti come un'eccellenza nel servizio, eliminiamo il 90 per cento dei problemi per Pag. 19cui un'amministrazione non fa trasformazione digitale.

  PRESIDENTE. Ho un ultimo suggerimento e una richiesta. Il suggerimento, relativo a GitHub, è di utilizzare eventualmente la leva dell'articolo 68 del CAD, che prevede che il software sviluppato su richiesta della pubblica amministrazione venga messo a disposizione delle altre pubbliche amministrazioni, di altri soggetti giuridici. Nelle nostre audizioni, abbiamo visto che quest'articolo, tra gli altri, non è moltissimo applicato, se non interpretandolo con la banca dati del riuso, che comunque contiene un certo numero di software, almeno nominalmente. Questo potrebbe essere un modo per rendere più appetibile alla comunità degli sviluppatori un repository dove già c'è almeno una base di partenza piuttosto vasta di software sviluppato. Peraltro, di fatto, di software sviluppato su specifica indicazione della pubblica amministrazione ce n'è per decine di milioni di euro attualmente.
  La richiesta è relativa sempre all'aggiornamento del piano triennale. Oltre, appunto, alla parte delle competenze, vorremmo sapere se avete intenzione di estendere il capitolo relativo ai princìpi di razionalizzazione della spesa, che in questo momento è spesa ICT. Noi sappiamo la spesa ICT della pubblica amministrazione ammonta, più o meno, a 5 miliardi 200 milioni ogni anno, mentre è evidentissimo che la digitalizzazione porta a visibilissimi risparmi, almeno di un ordine di grandezza superiore, nella spesa generale della pubblica amministrazione. Potrebbe essere utile, nel piano triennale, metterlo in evidenza. Il piano triennale dell'informatizzazione della pubblica amministrazione è anche strumento di razionalizzazione della spesa della pubblica amministrazione in generale. È lì veramente l'opportunità di creare grossi risparmi, eventualmente da reinvestire.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Sì, ne prendiamo atto. Lo diamo per scontato, ma effettivamente esplicitarlo è più...

  PRESIDENTE. In questo momento, nel piano triennale i princìpi della razionalizzazione della spesa sono relativi all'ICT. Le linee guida di massiccia dematerializzazione, reingegnerizzazione del processo ai fini della razionalizzazione della spesa, in questo momento, non ci sono.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Vorrei fornire un dato, a enfasi di quello che ha appena detto. Ci sono 8 mila trasferimenti giornalieri in Italia, cioè persone e famiglie che si spostano da un comune all'altro. Abbiamo fatto un calcolo, totalmente conservativo, di far risparmiare circa venti minuti a un funzionario comunale del comune di origine e venti minuti al funzionario comunale di ricevimento, perché in questo momento i trasferimenti avvengono solo manualmente: solo in costi di lavoro sulla gestione dei trasferimenti, sono 14 milioni di euro l'anno di risparmio. Nel momento in cui ANPR succede, ci sono in automatico, solamente per quella parte, 14 milioni di euro di risparmio, e questa è una frazione bassissima.

  FEDERICO D'INCÀ. Così è anche sull'indicazione della razionalizzazione delle banche dati. Se in questo Paese vi sono, come sembrerebbe, 16 mila banche dati, o comunque un numero superiore alle 10 mila, ecco che cosa vuol dire arrivare a una razionalizzazione in termini di costi per la pubblica amministrazione, ma anche in base ai risparmi che ci sono in maniera successiva. Certe volte non viene compreso. Di dati del genere abbiamo assolutamente bisogno per poter spiegare in termini contabili a chi di dovere, visto che poi tutto passa per la Ragioneria generale dello Stato, per la Commissione bilancio, per una definizione di spesa e di opportunità.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande, chiedo al dottor Piacentini se abbia documentazione in formato digitale da consegnare alla Commissione, in particolare se intenda consegnare la presentazione che ci Pag. 20ha mostrato, e quale regime di pubblicità debba avere, se libero, riservato o segreto.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Lascerei l'intera presentazione con l'eccezione della parte alfa del DAF. Essendo in parte alfa...

  PRESIDENTE. Anche la presentazione è in alfa.

  DIEGO PIACENTINI, commissario straordinario del Governo per l'attuazione dell'agenda digitale. Togliendo quelle slide, vi lasciamo tutto.

  PRESIDENTE. D'accordo. Ringrazio il dottor Piacentini e tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.