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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVII Legislatura

VII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 7 di Martedì 3 dicembre 2013

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Galan Giancarlo , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SITUAZIONE DELL'EDILIZIA SCOLASTICA IN ITALIA

Audizione del sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gian Luca Galletti, e del sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Erasmo D'Angelis.
Galan Giancarlo , Presidente ... 3 
Galletti Gian Luca , Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca ... 3 
Galan Giancarlo , Presidente ... 7 
D'Angelis Erasmo , Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti ... 7 
Galan Giancarlo , Presidente ... 9 
Ghizzoni Manuela (PD)  ... 9 
D'Ottavio Umberto (PD)  ... 10 
Galan Giancarlo , Presidente ... 10 
Galletti Gian Luca , Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca ... 10 
Galan Giancarlo , Presidente ... 11 

ALLEGATO: Documentazione trasmessa dal sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Erasmo D'Angelis ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANCARLO GALAN

  La seduta comincia alle 13.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gian Luca Galletti, e del sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Erasmo D'Angelis.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione dell'edilizia scolastica in Italia, l'audizione del sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gian Luca Galletti, e del sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Erasmo D'Angelis, che ringrazio per essere intervenuti.
  Do la parola al sottosegretario di Stato Gian Luca Galletti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Se la Commissione è d'accordo, aggiornerei l'audizione svolta il 9 luglio scorso dalla VII Commissione con i dirigenti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Allora fu fatta un'analisi molto dettagliata della situazione dell'edilizia scolastica in Italia, quindi mi riallaccerei a quella audizione, dandola per letta, e proverei – insieme a voi – a esaminare cosa è accaduto da allora e quali passi in avanti siamo riusciti a compiere.
  Sapete che l'edilizia scolastica costituisce senza dubbio un obiettivo prioritario per il Governo e per il Ministero. L'impegno del Ministero è, infatti, volto innanzitutto, come avevamo già dichiarato anche allora, a snellire le procedure per l'assegnazione delle risorse agli enti locali proprietari degli immobili pubblici adibiti a uso scolastico nonché ad attuare tutte le recenti disposizioni normative in tempi brevi, in modo da garantire il regolare svolgimento delle attività didattiche in ambienti sicuri e adeguati. Nell'audizione di luglio mettemmo in risalto l'importanza di un'unica cabina di regia, snellendo le procedure per avere un più celere impegno delle risorse che mettiamo a disposizione dell'edilizia scolastica. Questo resta un impegno prioritario del MIUR e anche degli altri ministeri competenti in materia.
  Che l'edilizia scolastica sia una priorità politica è reso evidente proprio dalle numerose recenti norme in materia e dalle somme a tal fine stanziate. Ricordo i 450 milioni di euro che con il decreto-legge n. 69 del 2013, cosiddetto «decreto del fare», abbiamo destinato all'edilizia scolastica. Ricorderete, all'articolo 18 del predetto decreto, i complessivi 300 milioni di euro dell'INAIL – 100 milioni di euro per ogni anno nel triennio 2014-2016 – più i 150 milioni di euro immediatamente spendibili sull'anno 2013-2014.
  Ricordo anche il decreto-legge n. 104 del 2013, cosiddetto «istruzione», che abbiamo seguìto in Commissione in maniera molto assidua, il quale prevede la possibilità per gli enti locali di contrarre mutui Pag. 4con oneri di ammortamento a carico dello Stato. I mutui possono essere contratti con la Banca europea per gli investimenti, la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, la Cassa depositi e prestiti e con tutti gli altri soggetti autorizzati all'esercizio dell'attività bancaria.
  Inoltre, a ulteriore dimostrazione della priorità che riveste l'edilizia scolastica, si segnala che presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è attivo un apposito nucleo di coordinamento tecnico, che vede presenti tutti gli interlocutori dell'amministrazione centrale che abbiano competenza in materia per svolgere un'efficace azione di sistema. È infatti fondamentale ridisegnare, come dicevo, una nuova governance efficace del sistema, al fine di ottenere risultati concreti in tempi rapidi in termini sia di messa in sicurezza sia di adeguamento e costruzione di nuove scuole.
  Senza dubbio, l'edilizia scolastica è uno dei settori che vede coinvolta una pluralità di soggetti istituzionali, tra i quali, sicuramente, il Ministero che rappresento, il quale svolge un ruolo determinante per l'approfondita conoscenza che ha delle scuole e per il ruolo di soggetto di programmazione macro, in sinergia con il sistema delle regioni e con le autonomie locali, oltre che con gli altri ministeri. I comuni e le province sono poi i soggetti proprietari, destinatari delle risorse e titolari degli interventi.
  In questo quadro è quindi necessaria la cooperazione istituzionale, il dialogo e la collaborazione tra tutti i soggetti che ai vari livelli di governo hanno le competenze in materia. Tra i soggetti, vanno annoverate l'INAIL e le istituzione finanziarie internazionali, la BEI e la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, che a vario titolo concorrono con i ministeri agli obiettivi di edilizia scolastica.
  Il coinvolgimento di tanti soggetti istituzionali è reso necessario anche dalla notevole consistenza del patrimonio immobiliare scolastico pubblico e, molto spesso, dalla vetustà dello stesso, che richiede un forte impegno finanziario in termini di fornitura e di manutenzione ordinaria e straordinaria nonché di adeguamento a norma e di messa in sicurezza.
  Come ha già evidenziato il Ministro Carrozza nella sua prima audizione in questa Commissione, il sistema è contraddistinto da una molteplicità di attori e da una pluralità di linee di finanziamento ed è, nel tempo, risultato inefficace proprio perché predispone tempi troppo lunghi, non più sostenibili per rendere spendibili le risorse stanziate, e quindi per aprire successivamente i cantieri.
  Si è quindi reso indispensabile fare ordine nel sistema e ripartire da una programmazione certa, da procedure più snelle con tempi definiti, dalla confluenza di tutte le risorse nell'ambito del Fondo unico per l'edilizia scolastica, per evitare un'eccessiva frammentazione dei finanziamenti: l'articolo 11 del decreto-legge n. 179 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221 del 2012, prevede espressamente che «tutte le risorse iscritte nel bilancio dello Stato comunque destinate a finanziare interventi di edilizia scolastica» confluiscano in questo fondo unico per l'edilizia scolastica.
  Il tutto va, comunque, accompagnato anche da una forte azione di monitoraggio sugli interventi attualmente già in essere nonché su quelli che si stanno realizzando, in modo da avere una mappatura completa delle scuole e delle risorse impiegate.
  Al riguardo, è utile ripartire dall'Anagrafe dell'edilizia scolastica, diretta ad accertare la consistenza, la situazione e la funzionalità del patrimonio edilizio scolastico. Tale Anagrafe, articolata per regioni, deve costituire lo strumento conoscitivo fondamentale per la programmazione di tutti gli interventi nel settore.
  Su tutte le questioni di carattere tecnico, nel rinviare a quanto già riferito presso questa stessa Commissione dai rappresentanti del MIUR il 9 luglio di quest'anno, mi limito a fornire alcuni aggiornamenti relativi allo stato di attuazione della normativa vigente. In particolare: è stato emanato il decreto ministeriale di assegnazione agli enti locali delle risorse pari a 150 milioni di euro per il 2014, di Pag. 5cui all'articolo 18, commi 8-ter e 8-quater del citato decreto-legge «del fare»; è stato predisposto ed è attualmente alla firma del Presidente del Consiglio dei ministri il decreto che autorizza i sindaci e i presidenti delle province a derogare dalla normativa vigente al fine di semplificare le procedure e ridurre i termini per gli affidamenti dei lavori; è stato avviato l'iter per l'integrazione dell'Osservatorio per l'edilizia scolastica nonché per la costituzione della struttura tecnica di supporto con funzioni di verifica e controllo della corrispondenza degli interventi segnalati nei piani regionali con le informazioni presenti nell'Anagrafe dell'edilizia scolastica; come anticipato, il citato decreto-legge «istruzione» ha previsto la possibilità per gli enti locali di contrarre mutui con oneri di ammortamento a carico dello Stato, con la Banca europea per gli investimenti, con la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa e la Cassa depositi e prestiti nonché con tutti gli altri soggetti autorizzati all'esercizio dell'attività bancaria per interventi straordinari su immobili di proprietà pubblica adibiti all'istruzione scolastica nonché per la costruzione di nuovi edifici scolastici pubblici.
  I mutui saranno contratti dalle regioni nelle quali gli immobili si trovano, che opereranno quindi come collegamento tra gli enti locali proprietari e gli istituti di credito. Si prevede un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per definire le modalità applicative. I pagamenti connessi all'attivazione dei suddetti mutui effettuati dalle regioni sono esclusi dal patto di stabilità.
  Quanto alle singole questioni poste da questa Commissione, anche qui mi limiterei ad alcuni importanti aggiornamenti. Quanto all'Anagrafe dell'edilizia scolastica, domani si terrà presso il Ministero dell'istruzione un tavolo tecnico con le regioni per cercare di completarla e renderla interoperabile.
  Quanto all'esigenza di individuare procedure semplificate e straordinarie che consentano di attivare in tempi rapidi il piano per l'edilizia scolastica, va sottolineato come già l'articolo 18, commi 8-ter e 8-quater del suddetto «decreto del fare» preveda una procedura snella e urgente. Al riguardo, va infatti rilevato che molti comuni hanno già avviato tutti i procedimenti per l'affidamento dei lavori, che a norma di legge deve avvenire entro il 28 febbraio 2014, pena la revoca dei finanziamenti.
  È stata, quindi, rispettata la tempistica prevista dalla norma e le regioni hanno trasmesso entro il 15 ottobre scorso le graduatorie con i progetti esecutivi immediatamente cantierabili. Tali graduatorie sono state, da ultimo, trasmesse anche al Dipartimento per la coesione territoriale per far sì che una parte delle risorse previste nell'ambito della programmazione regionale 2007-2013 non utilizzate dalle regioni obiettivo possa esserlo per interventi urgenti di edilizia scolastica.
  Quanto ai fondi immobiliari, nel ribadire l'impegno del MIUR anche con riferimento al rinnovamento del patrimonio edilizio, la recente direttiva del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 26 marzo 2013 prevede lo stanziamento di 38 milioni di euro da destinare agli enti locali/regioni, per la costruzione di nuove scuole attraverso lo strumento del fondo immobiliare e nel rispetto delle nuove linee guida. Si tratta, come è noto, di un'iniziativa volta a promuovere tra gli enti locali e le regioni l'utilizzo della leva del fondo immobiliare per costruire nuove scuole. Gli enti locali che hanno presentato le richieste al Ministero per accedere ai contributi sono stati 435, per un totale di contributi richiesti pari a 378.576.668,32 euro. Il contributo è concesso sulla base dell'ordine cronologico di ricevimento delle richieste fino a esaurimento delle risorse disponibili e, per ciascun ente locale non può eccedere il 25 per cento del costo totale previsto per la realizzazione degli interventi né essere superiore a quanto richiesto e, comunque, superare l'importo complessivo di 5 milioni di euro.Pag. 6
  Al riguardo, occorre sottolineare che si è perfezionato il decreto sulle graduatorie e già a metà dicembre 2013 si potrà partire con la stipula dei primi protocolli d'intesa sottoscritti dagli enti locali coinvolti, oltre che dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dal Ministero dell'economia e delle finanze. I primi comuni interessati saranno Bologna e Firenze, con cui provvederemo a stipulare il protocollo di intesa entro la fine dell'anno. Con la sottoscrizione del protocollo per accedere ai contributi, l'ente locale e la regione si impegnano a definire, promuovere e attivare l'esecuzione di un progetto di edilizia scolastica consistente: nella realizzazione di interventi di rigenerazione del patrimonio immobiliare scolastico di competenza, destinato all'istruzione statale, che comprendano anche interventi di costruzione di nuovi edifici scolastici da destinarsi anch'essi all'istruzione statale; nell'uso dello strumento del fondo immobiliare per la liberazione dei suddetti interventi da costituire attraverso una società di gestione del risparmio (SGR) appositamente individuata dall'ente locale tramite procedura a evidenza pubblica. Al fondo saranno conferiti e/o apportati da parte dell'ente locale immobili da valorizzare, aree pubbliche per le nuove costruzioni e ogni eventuale ulteriore cofinanziamento.
  Quanto alla necessità di definire misure per adeguare le strutture scolastiche alle nuove esigenze didattiche anche nell'ottica di valorizzazione di istanze sociali, formative e culturali, va sottolineato come, ai sensi dell'articolo 53, comma 7, del decreto-legge n. 5 del 2012, siano state ridefinite le norme tecniche-quadro per l'edilizia scolastica. Si tratta di linee guida che definiscono indirizzi progettuali volti a garantire edifici scolastici sicuri, sostenibili, accoglienti e adeguati alla più recente concezione della didattica. La scuola italiana, infatti, può vantare oggi un consolidato percorso di innovazione metodologica anche grazie all'introduzione e alla diffusione delle ICT (Information and Communication Technologies) nella pratica educativa, non più caratterizzata dalla centralità della lezione frontale, ma dall'integrazione di attività diversificate e dalla centralità dello studente. L'uso diffuso delle tecnologie e della didattica richiede un'organizzazione diversa dello spazio dell'apprendimento. Di qui nasce la necessità di una progettazione integrata tra gli ambienti definiti «interoperabili» e flessibili, ovvero adattabili alle diverse attività didattiche. Si ripropone pertanto una concezione dello spazio che supera il modello di organizzazione della didattica ancorato alla centralità della lezione frontale, in grado di rispondere a contesti educativi sempre diversi, flessibili e funzionali ai sistemi di insegnamento e di apprendimento più avanzati. L'adattabilità degli spazi si estende anche all'esterno, offrendosi alla comunità locale e al territorio: la scuola si configura come civic center in grado di fungere da motore del territorio valorizzando istanze sociali, formative e culturali.
  Quanto, infine, agli interventi di edilizia da realizzare nei territori colpiti dal sisma dell'aprile 2009 e del maggio 2012, va precisato che le risorse sono state assegnate al presidente della regione Abruzzo nella sua qualità di commissario straordinario. Per quanto riguarda poi il recente sisma del 2012, il decreto-legge n. 74 del 2012, come è noto, ha stanziato risorse destinate specificatamente alla ricostruzione degli edifici scolastici danneggiati dal sisma. In particolar modo, l'articolo 5, comma 1-bis, del predetto decreto ha previsto che il 60 per cento dei 98 milioni di euro (stanziamenti previsti per la costruzione di nuovi edifici scolastici ai sensi dell'articolo 53, comma 5, della legge n. 5 del 2012) debbano essere destinati alla messa in sicurezza o alla ricostruzione degli edifici scolastici danneggiati o resi inagibili dal sisma. In data 24 aprile 2013, previa intesa con i presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, è stato firmato il decreto di riparto di tali risorse per un ammontare pari a 60 milioni di euro. Il decreto è stato registrato dagli organi di controllo in data 8 novembre 2013. Lo stesso riparto percentuale è adottato anche per il trasferimento alle tre Pag. 7regioni della restante somma di 70 milioni di euro previsto dall'articolo 5, comma 1, del medesimo decreto-legge n. 74 del 2012 per le finalità di ricostruzione o messa in sicurezza degli edifici scolastici. Sul decreto è stata acquisita l'intesa in sede di Conferenza unificata nella seduta del 17 ottobre 2013.

  PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Gian Luca Galletti.
  Do ora la parola al sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Erasmo D'Angelis.

  ERASMO D'ANGELIS, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sulla scorta delle esperienze maturate, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) abbiamo svolto una riflessione sulle criticità strutturali che riguardano il tema e che, in parte, abbiamo iniziato a risolvere con la gestione del citato «decreto del fare». Abbiamo iniziato davvero a cercare di migliorare le performance in questo settore.
  Una grave criticità è sicuramente il deficit di conoscenza e di centralizzazione dei dati. Non disponiamo ancora dell'Anagrafe dell'edilizia scolastica, pur avendola definita con la legge 11 gennaio 1996, n. 23. L'Anagrafe deve contenere i dati relativi alle caratteristiche tecniche del patrimonio scolastico, sulla base dei dati forniti da comuni e province e gestiti dalle regioni. Dal nostro osservatorio emerge come i dati raccolti – in diverse regioni – risultino ancora parziali e incompleti, ma l'assenza dell'Anagrafe è comunque un vuoto che va colmato.
  Ci sono delle discrepanze, inoltre, per quanto riguarda il dato dei numeri degli edifici scolastici. Su base ISTAT, abbiamo 49.990 scuole, mentre nell'analisi della Commissione siamo a 42.000 edifici. Inoltre, per il numero di 10.000 edifici che l'analisi della Commissione specifica andrebbero abbattuti, c’è una valutazione di circa 7.000 richieste di messa in sicurezza immediata per situazioni di pericolo accertato, individuate nel 2010 dalla commissione tecnica dei due ministeri – Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca – con UPI, ANCI e UNCEM, a seguito di 43.000 sopralluoghi: questo punto andrebbe quindi ulteriormente approfondito e chiarito.
  Vi è poi un inadeguato livello di risorse, un tema strutturale. Dopo il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, nel 2003 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in collaborazione con il MIUR e il Dipartimento della Protezione civile, per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico ha stimato il fabbisogno di risorse intorno a 1,6 miliardi di euro per il miglioramento degli edifici scolastici ricadenti in zona 1, già zone sismiche di prima categoria; 7,5 miliardi di euro per migliorare gli edifici scolastici in zona 2, già zone sismiche di seconda categoria; 3,9 miliardi di euro per il miglioramento di edifici scolastici ricadenti in zona tre, già zone sismiche di terza categoria. Siamo a circa 13 miliardi di euro di investimenti. Furono stanziati circa 500 milioni di euro dai piani stralcio 2004-2006.
  Il crollo del novembre 2008 del liceo scientifico Darwin di Rivoli portò ad una disposizione del decreto-legge n. 185 del 29 novembre 2008, che dispose, all'articolo 18, l'assegnazione al Fondo infrastrutture di una quota di risorse nazionali disponibili sul Fondo aree sottoutilizzate, il fondo FAS, oggi Fondo sviluppo e coesione, e il CIPE assegnò all'edilizia scolastica 1.000 milioni di euro dei 5.000 milioni assegnati al Fondo infrastrutture, che sono stati a loro volta oggetto di diversi altri tagli e rimodulazioni. Sono sicuramente risorse finanziarie non adeguate ai livelli di rischio in corso e, sommate ad alcuni ritardi cronici del nostro Paese per la progettazione e la conclusione di interventi, confermano oggi un quadro di emergenza preoccupante.
  È del tutto evidente, infatti, che con questo ritmo di investimenti e di interventi saremo in sicurezza, forse, tra 100 anni, tra un secolo. Bisogna assolutamente che questo tema sia assunto come priorità. Il Governo lo assume come priorità, ma è Pag. 8evidente che esistono passaggi che riguardano le concertazioni e la burocrazia che rappresentano un costo enorme.
  Altra criticità importante è l'estrema lunghezza delle procedure degli iter autorizzativi. Dall'individuazione del finanziamento alla disponibilità dei fondi per progettazioni e appalti possono trascorrere anche anni. Esiste un problema di coordinamento interministeriale e interistituzionale che si affronta con la costituzione di una cabina di regia, cioè di un centro competente e responsabile, che in qualche modo faccia a meno dei vari concerti e possa gestire le questioni in maniera anche tecnica, abbattendo diversi passaggi burocratici e conseguentemente i tempi lunghi. Quello delle competenze e degli iter procedurali è sicuramente un tema che deve essere all'attenzione di tutti.
  La nostra proposta è quella di integrare gli uffici degli enti locali – a oggi, gli uffici tecnici di tanti comuni, soprattutto piccoli, sono spesso inadeguati a gestire progettazioni e interventi – con l'attività dei provveditorati alle opere pubbliche, per i compiti di progettazione e di stazione appaltante. Dovrebbe anche essere possibile utilizzare i provveditorati alle opere pubbliche come struttura di monitoraggio per l'Anagrafe – ad esempio – e anche nell'ottica di impiego di fondi di provenienza comunitaria.
  I tempi si possono ridurre eliminando alcuni passaggi, come quelli che prevedono sottoscrizioni tra i due ministeri. A volte, tra una sottoscrizione e l'altra di singole convenzioni possono trascorrere davvero mesi. Abbiamo una storia di anni alle spalle che davvero presenta aspetti abbastanza incredibili. Talvolta, la circostanza di una sede vacante di direzione generale produce l'effetto di un ritardo addirittura intorno all'anno: ciò non deve accadere.
  Vengo alle risposte alle questioni formulate nel programma della presente indagine conoscitiva. Per quanto riguarda i punti 2, 3, 4 e 5, le criticità analizzate sono riconducibili, essenzialmente, a un eccessivo lasso di tempo tra la delibera del CIPE e la disponibilità effettiva delle risorse da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, che spesso fa perdere attualità anche ai vari elementi di interventi valutati dal CIPE: mi riferisco a modalità di lavori, condizioni delle aziende che hanno vinto la gara, carenza di finanziamenti. Intervengono poi, talvolta, tagli sul fondo CIPE, che impongono ritardi aggiuntivi.
  Altro tempo si perde presso gli uffici tecnici competenti – chiamati a progettare e ad appaltare – di comuni e province, ai quali non è imposto alcun limite temporale per provvedere. Questi interventi possono procedere all'infinito senza alcun limite. Indicare un termine, come abbiamo fatto con il citato decreto del fare, responsabilizza.
  Abbiamo oggi, inoltre, difficoltà concrete nell'uso delle risorse, causate dai limiti del patto di stabilità in un settore di opere strategiche, non ordinarie, che non può – secondo il nostro avviso – ricadere negli stessi. Anche questo è un tema all'attenzione di tutti. Il patto di stabilità impedisce l'erogazione dei finanziamenti già trasferiti sia come erogazione diretta sia come apertura di mutuo a carico dello Stato, se non previa autorizzazione: sia che si tratti di fondi in conto capitale sia che si tratti di accensione di mutui, la questione non cambia, perché si bloccano i finanziamenti.
  Le nostre proposte sono le seguenti: escludere almeno gli interventi più urgenti, non rinviabili, strategici, dal patto di stabilità; sotto la soglia di interventi per un valore di almeno un milione di euro, conferire la facoltà agli enti locali di avviare direttamente le procedure di affidamento dei lavori, mettendoli a gara senza attendere ulteriori procedure di firma di convenzioni tra Stato, regioni ed enti locali; che siano revocabili i finanziamenti erogati in maniera diretta agli enti locali in caso di mancato affidamento dei lavori entro termini perentori da stabilire. Tali risorse potrebbero essere assegnate o riassegnate a progetti definitivi di messa in sicurezza nell'ambito della medesima regione, come accade con l'articolo 18 del citato decreto del fare, con un termine oltre il quale rimane la competenza, ma Pag. 9non c’è la cassa: la cassa si assegna ai progetti cantierabili. Altra proposta è introdurre una corsia preferenziale per le autorizzazioni di progetti di adeguamento sismico da parte di varie amministrazioni, dalle soprintendenze al Genio civile regionale.
  Per quanto riguarda la proposta dell'8 per mille per la parte di competenza statale da destinare agli interventi per la messa in sicurezza delle scuole, concordiamo, così come sulla premialità e la priorità da attribuire per interventi con l'adozione di sistemi energetici da fonti rinnovabili.
  Per quanto riguarda il punto 7 del programma dell'indagine conoscitiva, i fondi destinati alla ricostruzione delle scuole dopo il sisma in Abruzzo sono assegnati al presidente della regione – nella sua qualità di commissario straordinario – che ne ha la competenza, mentre quelli per il sisma dell'Emilia-Romagna, la Lombardia e il Veneto sono di competenza del MIUR.
  Dall'esperienza in campo, in particolare per l'Abruzzo, i nostri tecnici rilevano che effettivamente, con la presenza di un commissario, le procedure funzionano molto meglio, perché si saltano diversi passaggi burocratici. Oggi, il commissario può essere nominato solo in seguito a eventi emergenziali, ma bisognerebbe forse prevedere l'istituto del commissariamento anche in caso di inadempienza da parte degli enti locali, dopo aver posto dei limiti temporali per l'attuazione dei programmi di intervento.
  Ho un'altra serie di risposte molto tecniche, che però posso trasmettere. Le questioni importanti sono state affrontate.

  PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario D'Angelis.
  Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MANUELA GHIZZONI. Velocemente, non prima di avere ringraziato i nostri ospiti per aver aggiornato le relazioni che ci furono fornite dall'apparato amministrativo dei due ministeri, un primo approfondimento è relativo all'Anagrafe, questione fondamentale e strategica. Questa è stata pensata – a suo tempo – come uno strumento molto operativo, utile alla programmazione degli interventi, strumento strategico anche con riferimento alla legge n. 23 del 1996 che l'ha istituita, la cosiddetta legge Masini, ma è ovvio che senza questo strumento diventa difficile la programmazione a livello di area vasta e regionale.
  Con piacere ho appreso che si riunirà domani finalmente, ahimè, un ennesimo tavolo e vorrei sapere se è possibile capire in che tempi diventerà interoperabile. Nel frattempo, così come ci è stato descritto e spiegato con dovizia di particolari, paradossalmente abbiamo dato vita ad anagrafi anche regionali, che interloquiscono in alcuni casi tra di loro, ma non con l'Anagrafe generale sull'edilizia scolastica.
  L'altra questione che mi è stata sollecitata dalle considerazioni del sottosegretario Galletti è relativa al fondo immobiliare. Abbiamo audito diversi soggetti e, in particolare, se non ricordo male, ANCE e ANCI hanno sottolineato una difficoltà di attivazione dei fondi immobiliari, denunciando una sostanziale inefficacia della formula individuata.
  Vorrei sapere se al Ministero risulti – a fronte delle informazioni che ci ha portato con riferimento ai fondi immobiliari previsti per due grandi città, inclusa Bologna – la difficoltà di attivazione concreta dei fondi stessi, così come ci è stato testimoniato in audizione.
  Non so poi se sia in grado di rispondermi a una domanda un po’ tecnica, a proposito degli interventi e delle risorse destinate al sisma dell'area emiliano-romagnola. È vero e apprezzo molto che finalmente sia avvenuto il riparto delle risorse, come ha ricordato nell'ultima parte del suo intervento, ma aspettavamo anche il riparto – analogo a quello di cui all'articolo 53 del decreto-legge n. 5 del 2012 – di quota del 60 per cento di fondi della delibera CIPE n. 6 del 2012, nota come fondi FAS. Non ne ho notizie e vorrei sapere se può esserci un ragionamento. Pag. 10Mi riferisco alla lettera b) del comma 1-bis, dell'articolo 5, del decreto-legge n. 74 del 2012 da lei richiamato.
  Infine, formulo una considerazione sul patto di stabilità. Credo di interpretare il sentimento di tutti i colleghi nell'apprezzare che anche il Governo comprenda la necessità di espungere le spese di investimento per le scuole dal patto di stabilità, ma come Parlamento abbiamo fatto in questo senso i passi necessari, presentando degli ordini del giorno e presentando anche emendamenti: ora che c’è anche questa consapevolezza da parte del Governo, mi chiedo cosa dobbiamo aspettare perché questo accada: è assolutamente necessario che accada. Diversamente, comuni e province con disponibilità finanziarie non possono mettere in opera le risorse per intervenire nelle scuole e garantire la sicurezza ai nostri ragazzi.

  UMBERTO D'OTTAVIO. Ho chiesto di intervenire, innanzitutto, per ringraziarvi per quanto illustrato, ma soprattutto perché da quanto ho capito, domani ci sarà un appuntamento con le regioni per discutere dell'Anagrafe e vorrei approfittare per porre una domanda.
  A mio avviso, sulla questione dell'Anagrafe abbiamo un problema. Suggerirei a tutti noi di non dire che non esiste un'Anagrafe: ne abbiamo fin troppe. Il Ministero ha i punti di erogazione del servizio, come adesso si chiamano, che sono stati analizzati punto per punto per l'assegnazione del personale e, soprattutto, per tagliare il personale nel corso degli ultimi anni.
  Sarebbe necessario realizzare un testo unico sull'edilizia scolastica. Sono reduce, da pochi giorni, da un incontro con i responsabili della sicurezza nelle scuole della provincia di Torino – invitato da loro – che si sono dimessi tutti. Ricordo ogni volta che la sentenza d'appello sulla vicenda del liceo Darwin ha condannato anche i responsabili della sicurezza, che erano insegnanti. Abbiamo bisogno di chiarire bene anche il tema della responsabilità.
  Aggiungo che, con il percorso che stiamo mettendo in atto, in parallelo alla nostra indagine rispetto al tema delle province, abbiamo bisogno di chiarire bene il seguente punto: non ritenete utile, alla luce di quello che stiamo facendo, indispensabile, un testo coordinato sul tema dell'edilizia scolastica, a partire dalle competenze e dalle responsabilità ?
  A oggi non è chiaro nulla. Nonostante non sia proprio vicinissimo a casa mia, ormai ho una «deviazione» mentale: quando leggo del crollo di un soffitto in un liceo della Sardegna, è come se fosse caduto ancora una volta un soffitto in provincia di Torino. Ciò è successo la settimana scorsa.
  Le persone, la gente, i cittadini sono stufi. Far emergere l'idea che la nostra scuola è in uno stato disastroso è sbagliato. In realtà, soprattutto in alcuni comuni e in alcune province, come abbiamo appurato due settimane fa, quando abbiamo audito i responsabili del dopo terremoto dell'Emilia-Romagna, abbiamo delle eccellenze. Secondo me, bisogna fare proprio il punto, che è lo scopo di quest'indagine.
  Propongo, però, un coordinamento tra i due ministeri. Se domani c’è questo incontro per stabilire come rendere interattiva l'Anagrafe dell'edilizia scolastica e lei sostiene che, invece, non ce l'abbiamo, non passa lo stesso messaggio. Se volete, se abbiamo voglia, abbiamo più anagrafi, che bisogna proprio «far parlare». È importantissimo partire dall'Anagrafe, ma è più importante ancora promuovere le azioni che richiamavate rispetto al tema delle responsabilità e a quello dei finanziamenti: bisogna rendere più facile la loro spendibilità.

  PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per la replica, rilevando come sia rimasto poco tempo a nostra disposizione, in considerazione degli imminenti lavori dell'Aula.

  GIAN LUCA GALLETTI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Per quanto riguarda il fondo immobiliare, Pag. 11non abbiamo avuto sentore che l'ANCE e l'ANCI avessero problemi. Forse ci si riferiva al fatto che il limite del fondo immobiliare, per essere conveniente, è di 5 milioni di euro: nella relazione da me svolta è presente come parametro. Chiaramente, adesso ci si pone il problema dei comuni piccoli, che non raggiungono quella soglia minima. Mi viene il dubbio che le perplessità provenissero proprio da questa considerazione. La risposta su cui stiamo ragionando è quella della costituzione di un fondo regionale, in maniera da mettere insieme tutti i piccoli comuni.
  Per quanto riguarda l'ANCI, stiamo ragionando sul protocollo di intesa. Chiudiamo in questi giorni il protocollo d'intesa con il fondo immobiliare statale, la società di gestione del risparmio di Stato. Chiuderemo anche il protocollo di intesa con l'ANCI, con cui è in corso una collaborazione fattiva e che vede un interesse da parte loro.
  Prenderò informazioni sul riparto dei fondi della citata delibera CIPE n. 6 del 2012.
  Le considerazioni sul patto di stabilità sono correttissime. Ne abbiamo già parlato in Commissione più volte e abbiamo escluso dal patto di stabilità sia i 150 milioni di euro, col meccanismo del pagamento dello stato avanzamento lavori, sia i mutui; quindi abbiamo provato a superare questo problema.
  Quanto all'Anagrafe scolastica, vi tengo aggiornati sull'esito della riunione di domani. Forse cominceremo a capire di più. Sono molto d'accordo sulla possibilità di fare più chiarezza attraverso un testo unico, attraverso disposizioni di legge più omogenee. Sicuramente, abbiamo il tema della responsabilità. La sentenza citata che ha avuto come pubblico ministero il procuratore Guariniello in Piemonte ci pone problemi seri. Oggi, i responsabili dell'edilizia scolastica sono scelti così, dalle scuole in autonomia, ma senza una competenza specifica. Dovremo porci quel problema. La sentenza è abbastanza recente e stiamo capendo come risolvere le problematiche che emergono dalla stessa.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti, che se vorranno potranno inviarci loro contributi scritti.
  Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione trasmessa dal sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Erasmo D'Angelis (vedi allegato).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.25.

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