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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVII Legislatura

IX Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 14 di Martedì 12 novembre 2013

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE

Audizione di rappresentanti di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA.
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 3 
Brunello Giampietro , Amministratore delegato di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA ... 3 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 7 
Gandolfi Paolo (PD)  ... 7 
Catalano Ivan (M5S)  ... 7 
Coppola Paolo (PD)  ... 8 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 8 
Brunello Giampietro , Amministratore delegato di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA ... 9 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 10 
Brunello Giampietro , Amministratore delegato di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA ... 10 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 10 
Brunello Giampietro , Amministratore delegato di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA ... 10 
Ballanti Danilo , Responsabile dell'area studi fiscali di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA ... 11 
Brunello Giampietro , Amministratore delegato di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA ... 11 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 12 

ALLEGATO – Documentazione depositata dai rappresentanti di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE POMPEO META

  La seduta comincia alle 14.10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul trasporto pubblico locale, l'audizione di rappresentanti di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA.
  Do la parola al dottor Giampietro Brunello, amministratore delegato di SOSE.

  GIAMPIETRO BRUNELLO, Amministratore delegato di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA. Abbiamo preparato delle slides sulla base delle quali svolgerò il mio intervento e, ad integrazione, abbiamo predisposto un documento scritto che consegniamo al presidente.
  L'individuazione dei fabbisogni standard di comuni e province, per quanto riguarda il trasporto pubblico, fa parte di quell'insieme di attività che dobbiamo svolgere – l'obiettivo è di ultimarlo entro la fine del 2013. Per quanto riguarda le regioni, abbiamo iniziato verso la metà dell'anno a raccogliere i dati, perché abbiamo avuto la necessità di trovare un rapporto corrente con il CINSEDO (Centro interregionale studi e documentazione) e con la presidenza delle regioni. Quindi, la parte che riguarda il trasporto pubblico locale, di competenza regionale, è nella fase di costruzione e di raccolta dei dati.
  Cercherò adesso di farvi un quadro complessivo dello stato dell'arte, fermo restando che abbiamo anticipato al 2013 la conclusione dei lavori per la determinazione dei fabbisogni standard dei comuni e delle province, perché riteniamo che ciò sia assolutamente utile per il Governo e per il Parlamento.
  Nella determinazione dei fabbisogni standard abbiamo utilizzato un processo che prevede innanzitutto la raccolta di informazioni direttamente dai comuni, oltre che da altre fonti istituzionali, come l'ISTAT e altri enti che operano nel settore delle informazioni. Abbiamo effettuato quindi una raccolta di informazioni ad integrazione di quelle derivanti dai certificati di conto consuntivo, perché questi ultimi lavorano per voci aggregate e hanno una certa discrezionalità anche nelle imputazioni ai comuni, quindi risultava difficile imputare i singoli valori alle diverse funzioni.
  La prima attività è stata quella di predisporre dei questionari con i quali si è cercato di individuare sia i dati contabili disaggregati sia i dati di struttura a cui quella singola funzione si riferiva. Abbiamo una serie di informazioni che, in qualche maniera, oggi probabilmente sono uniche ed estremamente interessanti.
  Altro elemento fondamentale del nostro metodo di lavoro è quello di coinvolgere Pag. 4i singoli soggetti. Abbiamo coinvolto l'associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e l'l’Istituto per la finanza e l'economia locale (IFEL) per quanto riguarda i comuni, l'Unione delle province italiane (UPI) per le province, il centro studi CINSEDO per le regioni, oltre che la Ragioneria generale per quanto riguarda lo Stato centrale. Abbiamo avuto il supporto di ISTAT che ci ha messo a disposizione le sue informazioni.
  Il processo, quindi, è completamente condiviso. Questo è fondamentale per garantire non soltanto una raccolta dati, ma anche il fatto che i soggetti che ce li hanno forniti si riconoscano negli stessi.
  Per quanto riguarda le funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti relative agli enti locali noi termineremo le nostre attività presentando alla COPAFF (Commissione tecnica paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale) il lavoro finito entro dicembre di quest'anno. Oggi siamo, quindi, in piena lavorazione dei dati. Ciò è importante per spiegare che non possiamo rendere pubblici alcuni dati perché sono ancora nella fase di valutazione.
  Evidenzio che i dati che sono stati raccolti con i questionari non sempre hanno un livello qualitativo adeguato per dare risultati validi nelle elaborazioni. Abbiamo formato, al nostro interno, un centro di recall che ha permesso, attraverso mail e attraverso contatti diretti telefonici con i tecnici dei comuni e delle province, di fare tutte quelle correzioni che oggi ci consentono di avere dati qualitativamente affidabili.
  Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, relativo ai comuni, abbiamo finito proprio questa mattina la fase di recall, quindi era impossibile poter completare per oggi le elaborazioni. Naturalmente quando, entro la metà di dicembre, avremo concluso l'analisi e anche le elaborazioni delle funzioni, i dati saranno a vostra disposizione. Per le province vale lo stesso ragionamento, perché ci siamo mossi sempre in parallelo.
  Il termine dei lavori che prevediamo, per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, è sempre il mese di dicembre anche per le province.
  Quanto ai comuni, la spesa complessiva, per quanto riguarda la funzione nel campo della viabilità e dei trasporti, è di 4 miliardi 266 milioni. Per il solo settore dei trasporti noi lavoriamo, per i comuni, su una spesa complessiva di 2.066.867.000, pari al 6,10 per cento della spesa complessiva per tutte le funzioni fondamentali loro affidate; per le province, la spesa è di 1 miliardo 332 milioni su 6 miliardi 202 milioni complessivi di spesa che andiamo ad analizzare, relativa al totale di spesa per le funzioni fondamentali affidate alle province.
  Ho sentito dal presidente che tra breve avete una serie di impegni, quindi ometterò di ripercorrere tutti i passaggi contenuti nella documentazione a vostra disposizione. Vi vorrei far notare, però, che le prime due fasi operative attraverso le quali si è pervenuti alla determinazione dei fabbisogni standard sono l'identificazione delle informazioni che servono, quindi la strutturazione dei questionari, e l'individuazione, attraverso i questionari, dei diversi modelli organizzativi. Chiaramente, per ogni funzione, ogni soggetto ha la possibilità di organizzarsi come meglio crede e questo è assolutamente importante da capire per fare dei confronti che altrimenti diventano impossibili e che sono invece utili per capire quali sono i modelli organizzativi che danno i migliori risultati. Quindi, la terza fase è l'individuazione del modello di stima dei fabbisogni che meglio riesce a descriverli.
  Una volta completata questa parte del lavoro, una quarta fase, secondo noi importantissima per il sistema Paese, è la definizione di un sistema di indicatori che permetta di valutare i singoli servizi, permetta agli amministratori di compiere delle scelte mirate per migliorare il rapporto costo-beneficio nel singolo servizio e di individuare – ma questa è una scelta che spetterà alla politica – i livelli quantitativi delle prestazioni, quindi i LEP (livelli essenziali della prestazioni) e i LEA Pag. 5(livelli essenziali di assistenza sanitaria), così da offrire uno strumento di lavoro attraverso la mappatura di quello che succede in Italia.
  Nel documento che ho depositato troverete l'elenco delle nostre fonti di informazione, delle quali ho parlato prima. La fonte del certificato di conto consuntivo è il Ministero dell'interno. Come accennavo prima, il certificato di conto consuntivo ha dei limiti: il primo limite, come vi ho già detto, è il fatto che si tratta di un documento di sintesi; un altro limite è la difformità nella contabilizzazione dei trattamenti accessori.
  Attraverso questo flusso abbiamo costruito la banca dati, unica nel suo genere, che è estremamente utile per avere una serie di informazioni orientate non solo a fare una mappatura, ma anche a costruire strumenti di gestione e di miglioramento del rapporto costo-servizio.
  I questionari hanno una parte strutturale e una parte contabile. La parte contabile è l'esplosione dei dati che sono aggregati nei certificati di conto consuntivo, quindi l'individuazione del costo effettivo di ciò che riguarda direttamente il servizio in analisi. Abbiamo le spese delle partecipate, le spese per il personale, le altre spese e le entrate.
  La parte che io ritengo più qualificante è quella strutturale. Essa ci permette di rendere confrontabili i risultati di ciascun servizio, attraverso elementi specifici del territorio, l'informazione sulla società che gestisce nel caso specifico il trasporto pubblico locale, le dotazioni strumentali, le forme associate (se sono sotto forme aggregate di unione di comunità montane e altro), il personale impiegato, le unità locali utilizzate e la tipologia dei servizi offerti. Evidentemente, a seconda dei servizi scattano anche determinati costi.
  Abbiamo così una mappatura completa e complessiva del costo. Per quanto riguarda il campo «viabilità e trasporti» ha risposto il 98,7 per cento dei comuni e il 100 per cento delle province.
  Nel documento troverete sintetizzato, quindi io non mi ci soffermo, il flusso informativo. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, tenete presente che abbiamo dovuto correggere, proprio per il problema della qualità del dato, 1.755 anomalie riscontrate, veramente un numero elevato. Gli enti interessati sono 86 province e 6.702 comuni. Non ci sono le regioni a statuto speciale, il che costituisce un'anomalia, perché sarebbe utile avere un quadro complessivo.
  I 6.702 comuni, nei diversi modelli organizzativi, lavorano in diverse forme: unione di comuni, in comunità montane, consorzio, gestione associata e in convenzione, senza spesa per servizi di trasporto pubblico locale (in alcuni casi questo servizio viene svolto da altri comuni) in gestione diretta dei servizi. Vi sono 304 comuni che stiamo ricontattando, e oggi dovremmo aver finito, per perfezionare la qualità dei dati da essi forniti.
  Per quanto riguarda le province, la divisione è semplice ed è tra province che hanno la delega per svolgere attività di trasporto pubblico locale e province senza delega per tale funzione.
  Abbiamo usato due soluzioni per costruire la funzione: le funzioni di costo e le funzioni di spesa. Ove possibile, la funzione di costo è nettamente migliore; ove, invece, questo non è possibile perché non ci sono prestazioni finali misurabili oppure ci sono prestazioni che sono esogene rispetto all'autonomia degli stessi enti locali, si usano funzioni di spesa.
  In un processo evolutivo – sono previsti altri tre anni di monitoraggio e di revisione delle funzioni – si cercherà di migliorare, con raccolta di dati e informazioni utili, la rappresentatività attraverso un'implementazione delle funzioni di costo.
  Nel documento che vi lascio sono contenute le formule utilizzate; se ci sono curiosità, è presente il dottor Ballanti, il tecnico statistico che dirige l'ufficio metodologia della SOSE, che potrà rispondere.
  Vediamo a cosa ci riferiamo per quanto riguarda il trasporto pubblico locale dei comuni. I comuni hanno trasferimenti da Stato, regioni, province, Agenzia della mobilità (c’è anche l'inserimento delle nuove Agenzie della mobilità) per un totale 1,1 Pag. 6miliardi di euro. Direttamente i comuni spendono 900 milioni, quindi 0,9 miliardi, e da biglietti entrano – però mancano i dati definitivi, in quanto dei 300 comuni in recall molti lo sono proprio per questa informazione – 1,6 miliardi di euro.
  Complessivamente la spesa è di 3,6 miliardi di euro. Questo è il quadro di indagine all'interno del quale ci muoviamo. Come vedete, abbiamo volutamente riportato nel documento una parte del questionario, del quale sottolineo soprattutto alcuni elementi. Abbiamo cercato di raccogliere dati sugli addetti, dividendo gli addetti alla guida dagli addetti alla verifica dei biglietti e dagli altri. Abbiamo individuato le caratteristiche della rete di trasporto: quanti sono gli autobus a metano, a gasolio, a gpl, elettrici, metrò, tram, filoviari eccetera. Inoltre, abbiamo raccolto dei dati per vedere l'efficienza del servizio che viene svolto: i chilometri percorsi, di cui quelli durante il servizio notturno, dalle 22 alle 6 di mattina; la velocità commerciale, per eventuali contratti di servizio; i passeggeri trasportati; le sanzioni elevate nel controllo del possesso del biglietto e quelle elevate nel controllo della sosta a pagamento.
  Come vedete, abbiamo cercato di raccogliere informazioni su come viene svolto il servizio, con quali mezzi e che risultati dà, quindi l’output del servizio stesso.
  Come ho già detto, siamo impegnati a consegnare il risultato di questo lavoro alla COPAFF entro dicembre 2013.
  Fin qui abbiamo considerato comuni e province. Per quanto riguarda le regioni, il lavoro che dobbiamo fare è purtroppo diverso, perché qui ci sono alcune anomalie. Per le regioni la norma ci chiede di riferirci alla sola spesa in conto capitale. Mentre per comuni e province siamo sulla spesa corrente, qui solo sul conto capitale, quindi le due indagini non si parlano. Questo è un limite, perché chiaramente è interesse avere una mappatura di tutta la filiera, anche perché, come avete visto, le province, in merito al TPL, sono un operatore anomalo, in quanto operano con trasferimenti dalle regioni. Evidentemente questo problema esiste.
  Per le regioni, dobbiamo fare la ricognizione dei livelli effettivi di servizio. Questo è utile per fare una mappatura di come sono i servizi, in termini di efficienza, nelle varie regioni.
  Per quanto concerne lo stato dell'arte del lavoro che stiamo compiendo con le regioni, siamo nella fase di ricognizione delle fonti informative, di definizione della metodologia in condivisione con CINSEDO, della predisposizione del questionario e della stima dei livelli attuali. Siamo, quindi, più indietro. Riteniamo comunque che per le regioni, per primavera prossima avremo chiuso il lavoro, anche perché le funzioni sulle quali dobbiamo lavorare per le regioni sono soltanto tre.
  La metodologia per le regioni è quella che viene descritta nel documento. Illustro velocemente quali sono gli elementi che ci sarebbero utili per completare il lavoro ed essere molto più efficienti ed efficaci nei risultati. La metodologia che abbiamo scelto – tengo a sottolinearlo – permette di individuare la domanda effettiva del territorio, i vincoli morfologici dello stesso (diverso è operare in un territorio di montagna o in pianura), le differenze dei prezzi locali rispetto ai prezzi degli input a reddito e quant'altro, quindi la capacità di spesa della popolazione, l'efficienza di costo relativa al capitale.
  Come vedete, nel documento abbiamo realizzato uno specchietto, che evidenzia come nella spesa corrente lavoriamo per province e comuni, nella spesa in conto capitale per le regioni. Evidentemente sarebbe utile lavorare per la spesa corrente per tutti e per la spesa in conto capitale per tutti, in maniera da avere un quadro complessivo, anche (ma non solo) per quanto riguarda le aziende partecipate. Di queste SOSE ha in archivio i dati soltanto di quelle fino a 7,5 milioni di euro di fatturato annuo, quindi di fatto nessuna, dal momento che queste aziende hanno tutte un fatturato superiore. Gli unici dati che abbiamo sono i bilanci depositati in Camera di commercio, il che è troppo poco per poter fare delle valutazioni.Pag. 7
  Ho già individuato le problematiche incontrate, ma le ribadisco. La prima è quella di raccogliere tutte le informazioni di tutta la filiera, come vi ho già detto; l'altra è la mancanza dei dati relativi alle regioni a statuto speciale. Evidentemente sarebbe utile avere la raccolta di dati di tutto il Paese.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PAOLO GANDOLFI. Signor presidente, vorrei porre una domanda al dottor Brunello. Nel documento viene illustrato l'ammontare della spesa per i servizi di trasporto pubblico locale ricavata dai trasferimenti derivanti dalla bigliettazione e dalla spesa corrente dei comuni. La cifra stimata è di circa 3,6 miliardi di euro, fatto salvo che mancano, come lei diceva, i dati di alcuni comuni.
  Rispetto alla mia esperienza, ho la sensazione – ma le chiedo ragione di questo, perché può anche darsi che non comprenda bene – che su 3,6 miliardi di spesa complessiva 1,6 miliardi di euro di entrate da bigliettazione sia un valore molto alto. Mi chiedo se questo dato debba essere considerato all'interno di un contesto in cui magari mancano, ad esempio, la spesa delle regioni o altro, in termini di spesa corrente. Sono stato abituato, infatti, a considerare che il valore medio del contributo fornito dalla bigliettazione nella copertura dei costi sia attorno al 20 per cento; mi sembra, invece, che in questo caso il dato superi il doppio di questa percentuale e vorrei capire meglio.

  IVAN CATALANO. Ho trovato molto interessante questa audizione perché finalmente si arriva al nocciolo della questione che riguarda il trasporto pubblico locale, ovvero i fabbisogni e i costi standard.
  Condivido le ultime considerazioni in merito all'impossibilità di avere un quadro completo delle informazioni, poiché mancano alcuni enti che andrebbero inseriti per la comunicazione delle informazioni. Inoltre, secondo me, dovremmo cercare di obbligare chiunque gestisce il trasporto pubblico locale (si tratti di ente pubblico, partecipata o azienda privata incaricata della gestione) a comunicare in modo diretto tutti i dati riguardanti il trasporto pubblico locale, attraverso un criterio da inserire all'interno dei vari contratti. Trattandosi, infatti, di funzione pubblica, è giusto che lo Stato abbia il modo di monitorarne il flusso di denaro e i servizi che vengono erogati, e altri aspetti quali i chilometri percorsi, la manutenzione dei mezzi, l'assunzione di personale, la vetustà dei mezzi, insomma, e tutte le informazioni che possono essere utili.
  Vorrei capire se, dal vostro punto di vista, obbligare comuni, regioni e province nonché aziende partecipate o private a comunicare in modo diretto, nella fase di stesura dei bilanci, queste informazioni potrebbe essere una soluzione utile per coprire il buco delle informazioni che mancano. Dal momento, poi, che lavorate già con open data, vorrei capire se è un problema rendere pubblici i dati attraverso il vostro sito Internet in modo che tutti possano usarli per statistiche o rielaborarli per presentare proposte.
  Infine, poiché riguardo alla funzione del costo dei fabbisogni standard c’è una formula che all'interno del documento non è leggibile, vorrei rivedere la relativa slide per copiare il dato. In merito, vorrei chiedere anche in che cosa il costo standard differisce dal fabbisogno standard. Dalla presentazione ho inteso che il fabbisogno standard è, più che altro, un'analisi statistica del dato arrivato dal comune, quindi un'analisi statistica derivante da un feedback ottenuto da un questionario; il costo standard, invece, è una determinazione teorica di quanto dovrebbe costare il trasporto pubblico locale indipendentemente dai dati forniti dalle aziende (un'ipotesi, potremmo dire, di quanto dovrebbe costare), una formula matematica che fornisce un costo. Chiedo, pertanto, se esiste un modo più tecnico per formulare questa distinzione, in modo da capire meglio. Grazie.

Pag. 8

  PAOLO COPPOLA. Vorrei esprimere alcune considerazioni. All'inizio della presentazione il dottor Brunello ha fatto riferimento ad alcuni aspetti, ad esempio la struttura organizzativa, e alla fine ha detto giustamente che i livelli quantitativi delle prestazioni sono un problema politico. Vorrei sottolineare – chiedendo ai colleghi di condividere questa osservazione – che anche la scelta degli indicatori è un problema politico.
  La scelta di alcuni indicatori piuttosto che altri è implicitamente una scelta politica. Chiedo quindi di porre particolare attenzione, poiché non vorrei che gli indicatori scelti da voi diventino gli unici indicatori da considerare in seguito, come è avvenuto per i fabbisogni standard, mentre la scelta di cosa misurare per valutare i servizi è di stampo prettamente politico. Vorrei che fosse chiarito questo punto.
  Per quanto riguarda i limiti delle fonti, in particolare voi affermate nel documento che non esistono informazioni sulla quantità/qualità del servizio offerto. Questo mi sembra strano visto che, se non sbaglio, già da qualche anno la legge ha introdotto per esempio l'obbligo della rilevazione della customer, e questa dovrebbe essere una misura grezza, perlomeno, ma di qualità del servizio. Inoltre, i piani generali di sviluppo e i piani di performance previsti per tutti gli enti locali al loro interno dovrebbero, sempre per legge, contenere indicatori di qualità e quantità. Si tratta di documenti pubblici – almeno per la legge dovrebbero esserlo – nella sezione trasparenza di tutti gli enti locali.
  Vorrei capire come mai questi documenti e questi dati che dovrebbero essere già a disposizione non possono essere utilizzati.
  Sempre nel documento, nella tabella sui modelli generali delle valutazioni dei fabbisogni standard, mi ha colpito un indicatore – scusate, ma provengo da un'esperienza di cinque anni di assessore al controllo di gestione, quindi su questi aspetti mi sono esercitato – relativo alle funzioni con prestazioni finali «non misurabili». Questo mi sembra strano, perché esiste una legge che obbliga a trovare indicatori oggettivi e misurabili per tutte le funzioni. Vorrei, quindi, per farmi un'idea, avere qualche esempio di funzioni con prestazioni finali non misurabili.
  Infine, voi avete scelto alcuni indicatori, ma vi sono altri indicatori che si potrebbero prendere in considerazione per valutare la qualità del servizio, ad esempio la frequenza di passaggio dei mezzi di trasporto o la vetustà dei veicoli, così come la presenza o meno di servizi ausiliari sulle vetture. Cito questi indicatori, che mi sono venuti in mente quando sentivo la vostra presentazione, giusto per sottolineare quanti altri se ne possano considerare avendo una certa idea di servizio che si vuole perseguire.

  PRESIDENTE. Vorrei ringraziare i rappresentanti di SOSE. Stiamo svolgendo audizioni con i vari soggetti interessati da qualche mese, speriamo di chiudere l'indagine conoscitiva nelle prossime settimane.
  Mi pare che i materiali e le riflessioni portate qui siano per noi estremamente utili. Ora però dobbiamo tentare, tenendo conto delle numerose variabili, di mettere in fase i tempi. La vostra funzione è indispensabile, ma voi siete emanazione ministeriale; le vostre radiografie – lo diceva l'onorevole Coppola – spesso vengono contraddette da altri soggetti istituzionali che hanno il compito di verificare le compatibilità o mettere la bollinatura, come la Ragioneria ad esempio.
  Già nel disegno di legge di stabilità questa materia, per quanto concerne le quantità di risorse a disposizione, viene trattata; i 4,9 miliardi sono confermati e sappiamo che l'intero sistema, rispetto a queste cifre, che sono invariate nei confronti dell'anno scorso, soffre molto.
  Questa è la sfida. La nostra indagine conoscitiva è anche finalizzata a far crescere informazione e consapevolezza rispetto a questa contraddizione.
  Voi ci dite che entro il 2014 risolverete questa vicenda che ruota attorno alla determinazione dei costi standard, dei livelli essenziali. Non abbiamo su di voi alcuna influenza, né intendiamo esercitare Pag. 9alcuna pressione, ma sarebbe un bene se si potesse accelerare questo lavoro – mi pare che i materiali ci siano tutti – e mettere a disposizione del Parlamento, del Governo e del sistema delle autonomie locali i frutti delle vostre ricerche, che sono utili, saggi e neutri. Se non dovesse essere così, assisteremmo ancora una volta alle vertenze aperte dal basso, al realismo di chi ha i cordoni della borsa, e noi in una situazione così complessa, dobbiamo farci carico delle compatibilità e al contempo ascoltare.
  Non ci giriamo intorno, questo tema del trasporto pubblico locale in Italia, a differenza di altri settori della spesa pubblica, non è un tema sul quale si riescano a reperire risorse attraverso la lotta agli sprechi – che pure va fatta – perché il trasporto pubblico in Italia ha altri limiti strutturali e altri difetti. Certo, c’è anche il tema – ogni tanto le cronache ce lo ricordano – di come si disperdono le risorse, ma con 4,9 miliardi in ogni caso il sistema non ce la fa.
  Il senso della nostra indagine conoscitiva è fornire un indirizzo alla politica, alle istituzioni, al Governo, ma – per questo le chiedo di accelerare sui tempi – se potessimo avere un prodotto, anche grezzo, prima del 2014 potremmo riuscire nella nostra intenzione di cimentarci in un'iniziativa legislativa. Questa volta non daremo deleghe al Governo; saranno la Commissione e il Parlamento a occuparsene. Il lavoro che stiamo facendo è unitario e, così facendo, si possono abbattere anche i tempi del prodotto legislativo conclusivo.
  In altre parole – traduco in maniera ancora più diretta – noi abbiamo intenzione, nel mese di gennaio, di depositare una proposta di legge per affrontare alcune delle questioni, ormai evidenti, che lei stesso citava. Come avviene per la scuola e la sanità, vorremmo che anche il diritto al trasporto pubblico fosse tra i temi ai quali le istituzioni danno una risposta. Per questo vi chiediamo – in quanto società partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze – di avere un po’ prima questi materiali, perché diversamente rischiamo di non poterli utilizzare. Le vostre riflessioni sono, infatti, fondamentali per il lavoro legislativo che ci accingiamo a fare.
  Mettere in fase i tempi significa questo: abbiamo i 4,9 miliardi della legge di stabilità, che non bastano; abbiamo le regioni che si lamentano e i problemi non risolti. La situazione italiana è quella che è. Sarebbe bene raccordarci, diversamente utilizzeremo i materiali che ci avete fornito finora, che già sono utili. Comunque, c’è una fiorente letteratura sui costi standard che ci potrebbe portare, anche da subito, da questo punto di vista, a fare dei passi in avanti.
  Do la parola ai rappresentati di SOSE per la replica.

  GIAMPIETRO BRUNELLO, Amministratore delegato di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA. Io darò alcune prime risposte e poi per le funzioni passerò la parola al tecnico, sebbene sia anch'io un tecnico, ma con altre esperienze.
  Procedo con ordine. La cifra di 1,6 miliardi derivante dai biglietti è quanto hanno dichiarato; noi ci siamo limitati a raccogliere e riportare il dato dichiarato. Vorrei ricordare anche che c’è una norma italiana che pone l'obiettivo di arrivare al 30 per cento di copertura; che poi di fatto sia il 20 – è un numero che anche noi abbiamo in testa – ciò che conta è avere tutta la filiera. Questo purtroppo è un limite perché, come vi ho detto, delle regioni abbiamo il conto capitale ma ci manca la maggior parte delle aziende partecipate.
  Come per i comuni l'idea nostra è quella di fare, anche per le società partecipate, un allegato ai certificati di conto consuntivo, unificando i sei questionari iniziali, semplificando la vita, e possibilmente mettendoci d'accordo con la Corte dei conti e con i numerosi soggetti che mandano questionari ai comuni e che bloccano spesso l'attività degli uffici amministrativi, così anche per le partecipate vorremmo riuscire a consolidare tutto in un unico questionario.

Pag. 10

  PRESIDENTE. (fuori microfono) La posso interrompere un attimo ? Anche io ho fatto l'amministratore locale. Ai miei tempi questi erano dati in possesso della regione, cioè dell'ente erogatore del contribuito al trasporto pubblico locale. Adesso non ci sono più per le partecipate e per le società pubbliche ?

  GIAMPIETRO BRUNELLO, Amministratore delegato di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA. Noi non abbiamo questa parte, tant’è che abbiamo sollevato la questione proprio in una riunione che è stata fatta col ministero.

  PRESIDENTE. Nella Conferenza delle regioni questi sono dati ordinari che si potrebbero consegnare nel giro di mezz'ora. Di che parliamo ?
  Vengono erogati i fondi per il trasporto pubblico locale, ridistribuiti agli enti locali e alle imprese; da anni sono dati pubblici. Diversamente, lei lo sa, senza la presentazione dei conti finali dell'anno precedente non si ha diritto all'accesso alle risorse nell'anno corrente. Così almeno funzionava alle nostre latitudini, non so altrove. Sono dati che le pubbliche amministrazioni dovrebbero fornire immediatamente. Se aspettiamo i questionari arriviamo al 2015.

  GIAMPIETRO BRUNELLO, Amministratore delegato di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA. No. Se c’è la volontà di arrivare a questo, le dico già che una delle ipotesi che noi abbiamo fatto prevedeva di farne un allegato alla prossima dichiarazione. Di conseguenza, l'Agenzia delle entrate a metà anno lo avrebbe già, come avviene per gli studi di settore.
  È una tecnica che, per quanto riguarda le partecipate, offre garanzie di tempi assolutamente brevi perché, essendo società di capitali, devono presentare la dichiarazione. Lo ripeto, i tempi diventano molto brevi.
  L'altro problema che è stato sollevato e che mi sembra particolarmente rilevante è quello degli indicatori. Sono d'accordo che si tratta di una scelta politica, tant’è che noi non abbiamo ancora messo in circuito nessun indicatore, neanche per le funzioni che abbiamo completato.
  Abbiamo individuato – come vi ho mostrato – i rapporti, cioè gli elementi che devono entrare nel rapporto per valutare poi degli indicatori. È comunque nostra intenzione dare strumenti di gestione agli amministratori locali; come oggi accedono al nostro circuito Intranet per i questionari, potranno accedervi per fare dei confronti con soggetti che hanno caratteristiche simili e vedere quali scelte sono state fatte da una parte o da un'altra.
  L'obiettivo, quindi, è di dare strumenti per migliorare l'efficienza del servizio. Sono questi gli indicatori a cui mi riferivo. Invece, livelli essenziali (LEP e LEA) e indicatori, in termini di valutazione, come si faceva notare prima, chiaramente sono una scelta politica che non ci compete. Noi siamo e vogliamo essere dei tecnici, quindi mappiamo le situazioni con la preoccupazione di avere le informazioni che servono a voi. Ho sottolineato che alcune informazioni, in particolare nel settore dei trasporti, ci mancano, perché non possiamo raccoglierle.
  Tenete presente, inoltre, che si tratta di un prodotto in progress. Nei primi tre anni, come da programma, abbiamo costruito una struttura di archivio che andrà implementata anno dopo anno; questo ci permette sia di completare le informazioni con altre che nel frattempo ci siamo accorti di non avere e che, invece, sono utili, sia di vedere come si evolve nel tempo il processo di miglioramento delle attività riferite alle funzioni che stiamo analizzando.
  L’open data lo abbiamo messo in linea. Si tenga presente, però, che i dati non sono di proprietà nostra, ma del Dipartimento delle finanze, per il quale noi gestiamo l'operazione. Con tutte le cautele del caso – per evitare confronti, gossip e cose del genere – verranno messe in linea alcune informazioni utili, ma noi riteniamo che le informazioni dovranno essere consultate soprattutto dai singoli amministratori.Pag. 11
  Credo di aver risposto quasi a tutto. Rimane il problema della funzione di costo e della funzione di spesa sul quale chiederei al dottor Ballanti di rispondere.

  DANILO BALLANTI, Responsabile dell'area studi fiscali di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA. Sostanzialmente, la grossa divisione fatta tra l'utilizzo della funzione di costo e l'utilizzo della funzione di spesa è in relazione all’output. Se l’output è misurabile – penso ai bambini che vanno all'asilo nido oppure ai servizi dell'istruzione per i quali l’output è rappresentativo di tutta la funzione – abbiamo utilizzato una funzione di costo; nel caso, invece, dei servizi generali, oppure se pensiamo alla polizia locale, in cui l’output non è rappresentativo di tutta la funzione – c’è stato per mesi un dibattito con ANCI-IFEL perché le multe, output sicuramente misurabile, non rappresentano tutto l’output del servizio di polizia locale, quindi la sicurezza non è, come dire, «misurabile» – in questo caso viene scelta una funzione di spesa.
  Qual è la differenza tra le due funzioni ? Una funzione di spesa considera sostanzialmente la spesa in relazione a variabili di contesto, che possono essere il numero degli abitanti, la popolazione anziana o, se penso per esempio al trasporto pubblico locale, il fatto di essere capoluogo di provincia, la quota altimetrica del municipio, lo sviluppo del territorio (quindi la presenza di unità locali di produzione), la densità degli addetti per unità locale (se siamo in presenza di piccole aziende monoaddetto o di grandi aziende, in cui c’è bisogno di un supporto da parte dei servizi di trasporto pubblico locale), la presenza di studenti della scuola secondaria o studenti della scuola universitaria e così via. Dipende, quindi, da variabili di contesto e, in questo caso, si arriva a una funzione di spesa: date le variabili di contesto, si perviene ad una stima di quanto dovrebbe essere il fabbisogno di ogni territorio.
  Nel caso della funzione di costo, invece, entrano nella funzione di regressione direttamente gli output forniti, quindi il numero dei bambini che vengono serviti nella struttura di asilo nido, la diversa tipologia di servizio (a tempo pieno o parziale), la lunghezza dell'orario, il numero dei giorni di apertura, la percentuale di lattanti, il servizio di ristorazione o meno, la mensa interna o esterna, il servizio a gestione diretta oppure fornito da una cooperativa. I costi, quindi, cambiano. In questo caso, utilizzando una funzione di costo, il coefficiente della funzione è direttamente il costo standard e quindi il prezzo del singolo servizio, il prezzo per il bambino che usufruisce del servizio di asilo nido oppure il prezzo per utente per il servizio di ristorazione o il servizio di trasporto, pensando all'istruzione, in cui abbiamo utilizzato una funzione di costo.
  Nel caso del trasporto pubblico locale stiamo studiando le due possibilità. L'idea di chiedere i dati direttamente alle società partecipate è fondamentale. Con il questionario che abbiamo mandato ai comuni abbiamo fatto il tentativo di far chiedere loro delle informazioni alla società partecipata o alla società che gestisce il servizio, ma non sempre queste informazioni sono state fornite. Potremmo dire che c’è una certa difficoltà nella raccolta tramite i comuni di queste informazioni. Per questo motivo noi puntavamo ad un apposito questionario per calcolare i costi standard, un questionario molto più ampio rispetto alle prime informazioni che abbiamo chiesto ai comuni per arrivare a costi standard più articolati. Questo è sostanzialmente un primo tentativo.
  Se utilizzeremo una funzione di costo, oltre alle variabili di contesto chiaramente entrano direttamente nella funzione di regressione gli output, quindi il numero di passeggeri trasportati, i chilometri percorsi dai servizi di TPL e anche le sanzioni elevate per il controllo dei titoli di viaggio.
  Su questo tema c’è un'ampia letteratura internazionale e, sicuramente, per arrivare a definire i costi standard andrebbe predisposto un questionario per chiedere direttamente le informazioni alle società che svolgono il servizio. Grazie.

  GIAMPIETRO BRUNELLO, Amministratore delegato di SOSE – Soluzioni per Pag. 12il sistema economico SpA. Rimane ancora una risposta da dare al presidente.
  Entro fine dicembre, come ho detto, completeremo il lavoro, prima quello che riguarda comuni e province. Se riusciamo a completarlo prima, potremo metterci in comunicazione per darvi i dati che vi servono.
  Infine, rimane la risposta su costi e fabbisogni standard. L'obiettivo che ci è stato dato dalla legge è determinare i fabbisogni standard, che però si determinano attraverso la somma dei costi standard. Evidentemente, quindi, abbiamo tutte e due le informazioni.

  PRESIDENTE. Grazie. È stata una delle audizioni più utili per noi e le ultime notizie mi sembrano davvero molto interessanti.
  Ringrazio i rappresentanti di SOSE – Soluzioni per il sistema economico SpA per il loro intervento e per i documenti depositati, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato) e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.15.

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ALLEGATO

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