Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe

Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

Vai all'elenco delle sedute >>

XVII Legislatura

XIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Martedì 15 aprile 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fiorio Massimo , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI AGROALIMENTARI NAZIONALI CON RIFERIMENTO ALL'ESPOSIZIONE UNIVERSALE DI MILANO 2015

Audizione dei rappresentanti dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) e del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR).
Fiorio Massimo , Presidente ... 2 
Loreto Francesco , Direttore del dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) ... 2 
Alonzo Giuseppe , Presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) ... 4 
Lelli Giovanni , Commissario dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ... 5 
Iannetta Massimo , Responsabile dell'Unità tecnica sviluppo sostenibile ed innovazione del sistema agro-industriale (UTAGRI) dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ... 6 
Fiorio Massimo , Presidente ... 7 
Taricco Mino (PD)  ... 7 
Benedetti Silvia (M5S)  ... 7 
Bordo Franco (SEL)  ... 8 
Mongiello Colomba (PD)  ... 8 
Fiorio Massimo , Presidente ... 8 
Loreto Francesco , Direttore del dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) ... 8 
Alonzo Giuseppe , Presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) ... 9 
Lelli Giovanni , Commissario dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ... 10 
Iannetta Massimo , Responsabile dell'Unità tecnica sviluppo sostenibile ed innovazione del sistema agro-industriale (UTAGRI) dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ... 10 
Loreto Francesco , Direttore del dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) ... 11 
Alonzo Giuseppe , Presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) ... 11 
Benedetti Silvia (M5S)  ... 11 
Bisoffi Stefano , Direttore centrale per le attività scientifiche del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) ... 11 
Lelli Giovanni , Commissario dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ... 12 
Fiorio Massimo , Presidente ... 12 

Allegato 1: Documentazione depositata dai rappresentanti dell'ENEA ... 13 

Allegato 2: Documentazione depositata dai rappresentanti del CRA ... 26

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MASSIMO FIORIO

  La seduta comincia alle 14.10

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione dei rappresentanti dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) e del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari nazionali con riferimento all'Esposizione Universale di Milano 2015, l'audizione dei rappresentanti dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) e del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR).
  Sono presenti: per l'ENEA Giovanni Lelli, commissario dell'Agenzia, Massimo Iannetta, responsabile dell'Unità tecnica sviluppo sostenibile ed innovazione del sistema agro-industriale (UTAGRI), Gabriella Martini, responsabile dell'Ufficio relazioni con le istituzioni e Laura Migliorini, dell'Ufficio relazioni con le istituzioni; per il CRA Giuseppe Alonzo, presidente e Stefano Bisoffi, direttore centrale per le attività scientifiche; per il CNR Francesco Loreto, direttore del Dipartimento di scienze bio-agroalimentari e Roberto Reali, primo tecnologo del medesimo Dipartimento.
  Cedo quindi la parola ai nostri ospiti; ai loro interventi faranno seguito eventuali domande da parte dei deputati, cui seguiranno le repliche.

  FRANCESCO LORETO, Direttore del dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). Grazie, presidente, buongiorno. Il Consiglio nazionale delle ricerche è diviso in sette dipartimenti tra i quali quello che dirigo si occupa ovviamente dell'Expo, visto il tema dell'Expo che, come tutti sapete, è Nutrire il pianeta, energia per la vita, un tema multidisciplinare che anche noi del CNR interpretiamo in questa maniera, che però investe fondamentalmente delle competenze del dipartimento che io dirigo.
  Il CNR ha due incarichi con l’establishment dell'Expo. Il primo è stato dato dalla regione Lombardia al CNR per strutturare la presenza della regione Lombardia all'interno dell'Expo e riguarda soprattutto le strutture del CNR che si trovano nella regione Lombardia.
  Il secondo incarico deriva invece da una convenzione tra il CNR e il padiglione Italia, nell'ambito della quale siamo tenuti a fare attività di consulenza per il padiglione Italia e un'attività di supporto per quanto riguarda gli eventi scientifici da organizzare all'interno del padiglione Italia.
  La nostra partecipazione in questo momento viene organizzata da me e dai miei colleghi del dipartimento attraverso un Pag. 3progetto interdipartimentale del CNR, che prevede la formulazione di ventiquattro eventi (un evento a settimana) all'interno del padiglione Italia.
  I ventiquattro eventi sono distribuiti secondo un criterio che prevede tre grandi tematiche (il cibo e l'uomo, il cibo e la produzione, il cibo e le tecnologie di trasformazione) all'interno delle quali vi sono sei gruppi di lavoro, che vanno dall'educazione alimentare all'ambiente, alle risorse genetiche. All'interno di questi sei gruppi vengono stabiliti questi ventiquattro eventi. Siamo nella fase di formulazione dei ventiquattro eventi (ne abbiamo già una quarantina nella organizzazione che stiamo definendo).
  Ieri mi sono recato a Milano e ho lavorato con il padiglione Italia per cercare di capire quali di questi eventi abbiano più un significato scientifico, quali più un significato didattico, e quindi possano essere mirati alla divulgazione della scienza, e quali più un significato storico, sociale o politico.
  Tra questi eventi mi piace segnalare come almeno tre o quattro siano realizzati in collaborazione con altri enti pubblici di ricerca, CRA ed ENEA, e vorrei evidenziare in particolare quello intitolato Dieta mediterranea: fatti, miti e opzioni per l'uomo del XXI secolo.
  Un altro progetto particolarmente interessante è quello sulle migrazioni, in cui si evidenzia come la migrazione delle piante e degli animali segua la migrazione dell'uomo e come questa sia stata causata da guerre e carestie. Le carestie nel terzo millennio sono un tema che stiamo trattando insieme alla cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri.
  Un altro tema su cui abbiamo molte competenze, quindi vorremmo portarlo all'Expo, è il tema del benessere animale e vegetale, per valutare se sia necessario che piante e animali stiano bene per essere buoni. Bisognerebbe infatti far emergere le eventuali basi scientifiche alla base di alcune credenze.
  Altri temi particolarmente interessanti riguardano la perdita di biodiversità. Anche in questo siamo particolarmente all'avanguardia e quindi sicuramente presenteremo una serie di seminari, di corsi, di tavole rotonde e di dibattiti su questi argomenti che, al di là del fatto che su di essi ci impegniamo giornalmente con attività di ricerca molto intense e interdisciplinari, in quanto si va dal sociale al politico, al tecnologico, allo scientifico, devono essere divulgati nella maniera migliore e quindi raggiungere quanta più gente possibile.
  Un altro elemento fondamentale della nostra presenza è la formulazione di un decalogo di buone pratiche nel settore della sicurezza alimentare. Questa vuole essere una eredità dell'Expo, e il protocollo su cui ci stiamo impegnando attivamente ha a che fare con la food safety, la sicurezza alimentare nel senso di salubrità del cibo, anche perché ci rendiamo conto che il cibo che giunge sulle nostre tavole purtroppo mostra talora caratteristiche non perfettamente in linea con i princìpi di salubrità.
  Bisogna quindi evitare quei piccoli episodi che ancora adesso in Italia possono essere causa di malattie e provocare problemi nel servizio sanitario nazionale. Questo è il motivo per cui l'Istituto superiore di sanità ci ha seguito nella proposta di questo protocollo per la sicurezza alimentare, che verrà realizzato in tre fasi. La prima è una fase di consultazione degli enti pubblici e dei privati che sono particolarmente sensibili a questo argomento. La seconda è una fase sociale in cui andremo sul web e cercheremo di capire se ci siano aggiustamenti da fare. La terza è una fase di ratificazione che verrà proposta ai Ministeri.
  Se riuscissimo a concludere questo percorso con un protocollo ratificato da almeno la metà degli Stati partecipanti all'Expo, che attualmente sono 147, avremmo raggiunto il nostro obiettivo.
  Tra le cose che il CNR sta mettendo in campo ovviamente non ci limitiamo al Padiglione Italia, ma, su richiesta del Padiglione Italia stesso e dell'Expo, forniamo un contributo alle attività delle scuole e delle start-up che parteciperanno all'Expo Pag. 4come selezione e monitoraggio di quanto viene proposto, e cercheremo di proporre argomenti di particolare impatto.
  Crediamo molto all'internazionalizzazione e siamo stati invitati a collaborare ai padiglioni dei Paesi partecipanti. Abbiamo in corso collaborazioni con Israele, Emirati Arabi, Brasile e Canada. Queste sono le principali che stiamo strutturando, ma abbiamo anche molti rapporti con Francia e Germania, quindi credo che riusciremo a fare anche qualcosa insieme a loro.

  GIUSEPPE ALONZO, Presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA). Noi siamo – lo dico con fierezza – l'unico ente che si occupa esclusivamente di agricoltura, attraverso una ricerca che avviene nei laboratori e attraverso prove che avvengono nelle aziende sperimentali.
  Noi abbiamo immaginato un percorso di avvicinamento all'Expo, quindi una serie di atti che precedono, tra cui attività di tipo congressuale (seminari, workshop, giornate di studio). Tra l'altro, oggi inizia un'interessante attività, il bar della scienza, un modo di comunicare l'alimentazione alla luce dell'idea dell'Expo.
  Abbiamo previsto eventi divulgativi quali visite in campi sperimentali o laboratori, eventi dimostrativi in cui si cerca di far comprendere come si possa trasferire l'innovazione, uno dei problemi che esprime la maggiore difficoltà per gli enti che si occupano di ricerca in campo agricolo, perché questa ricerca come fine non può che avere il trasferimento all'agricoltore.
  Prima dell'Expo noi abbiamo ipotizzato circa trenta eventi, che ovviamente avranno in comune il filo conduttore di un'Expo che deve vederci coinvolti prevalentemente nella regione Lombardia, in cui abbiamo sei strutture dedicate alle diverse filiere. La prima è la maiscoltura, una delle colture più importanti per la Lombardia.
  Abbiamo poi l'orticoltura, le produzioni foraggere e lattiero-casearie, filone di estrema importanza per l'agricoltura della Lombardia, i processi dell'industria agroalimentare, ovvero tutto quello che serve a trasformare il prodotto grezzo in un prodotto da fornire al consumatore.
  Abbiamo ancora la promozione di varietà vegetali e in Lombardia abbiamo uno stretto collegamento con la fondazione Morando Bolognini, con sede in un meraviglioso castello dotato di una splendida sala delle armi, di un eccellente museo del pane e di una parte dedicata a Nazareno Strampelli, uno dei padri della rivoluzione del grano.
  Per quanto riguarda la fase cruciale dell'Expo, in gran parte in collaborazione con altri enti di ricerca (CNR ed ENEA), in parte in collaborazione con province, camere di commercio, orti botanici, università, nell'ottica di avvicinare la ricerca italiana ai partecipanti all'Expo, che sono esperti interessati alla nostra agricoltura e al nostro modo di mangiare, abbiamo previsto quattro grandi progetti, all'interno dei quali vi sono più attività.
  Il primo si occupa di mais, una delle colture principali della Lombardia. Si parlerà del ciclo colturale, con l'intenzione di mettere insieme conoscenza, cultura, trasferimento e quindi ricerca, e della biodiversità del mais e degli altri cereali, con eventi didattici e divulgativi. Abbiamo previsto anche conferenze internazionali. Nell'ambito del progetto è prevista l'applicazione di smartphone per la divulgazione della conoscenza e delle innovazioni che seguono alle attività di ricerca.
  La Lombardy demonstration initiative rappresenta il secondo grande filone, all'interno del quale sono previsti prove didattiche e dimostrative di filiere in campo, il trasferimento di conoscenza su aspetti nutrizionali e nutraceutici, e l'agrimuseo, ovvero la conoscenza attraverso le radici storiche della nostra agricoltura.
  Una terza iniziativa importante, che ha anch'essa al suo interno diverse task, è la Milano demonstration initiative, in cui si parlerà di energie rinnovabili, recupero di scarti, reflui di lavorazione e valorizzazione dei prodotti italiani. Vi saranno attività dimostrative sulla trasformazione del prodotto, giornate di educazione sensoriale rivolte ai partecipanti all'Expo.Pag. 5
  Un'ulteriore iniziativa è la Treviglio demonstration initiative. A Treviglio il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura dispone di una strumentazione peculiare, che mi risulta essere unica in Europa. Questa è in grado di far vivere a un trattore la sua intera vita lavorativa nell'arco di qualche giorno, per cui le imprese che producono trattori si rivolgono a noi per il collaudo dei loro trattori.
  Questo è un fiore all'occhiello del CRA e noi cercheremo di dimostrare, attraverso presentazioni e dimostrazioni, come si possa rendere meno faticosa la vita di chi deve lavorare sul trattore e quindi è soggetto alle vibrazioni, che questa macchina aiuta a ridurre. Sono previsti anche altri eventi di divulgazione del sapere, che, oltre al Bar della scienza, verranno definiti I salti della scienza, ovvero le radici di cui parlavo, lo sviluppo della scienza e come questo abbia portato a una modifica della produzione, della quantità di prodotto che siamo in grado di ottenere e della sicurezza alimentare.
  Un altro importante momento sarà dedicato alla dieta mediterranea come stile di vita. In realtà, la dieta mediterranea non è mai stata una dieta, cosa che va trasmessa ai partecipanti dell'Expo.
  Nell'ambito dell'Expo verranno realizzati quattro convegni scientifici internazionali, alcuni con data già fissata e altri ancora da definire. Il primo sarà il convegno dell'Associazione di scienza e tecnologia dei cereali. I cereali sono quelli che prevalentemente nutrono il pianeta. Poi vi sarà un convegno sulla qualità e sicurezza alimentare dei cereali e dei prodotti lattiero-caseari.
  Vi sarà una collaborazione scientifica attraverso un convegno che si terrà per una joint venture Italia-Israele, mentre l'ultimo riguarderà l'organizzazione Global research alliance on agricultural greenhouse gases, e si occuperà delle emissioni gas serra dovute all'agricoltura.
  Questo è il contributo che attualmente abbiamo messo a punto per l'Expo. Ovviamente c’è ancora del tempo e, mentre le iniziative procedono, verranno focalizzate altre idee.

  GIOVANNI LELLI, Commissario dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Farò una breve introduzione per poi lasciare la parola al dottor Massimo Iannetta, che è responsabile dell'Unità tecnica agrobiotecnologie.
  Vi ringrazio per questa occasione di incontro, perché ci consente di esporre la strategia a cui ci ispiriamo per condurre le nostre attività in questo settore, la vision di Horizon 2020, quindi la sostenibilità, la green economy e la bio-economia basata sulla conoscenza.
  All'Expo 2015 contribuiremo a dare visibilità agli eventi che riguardano i temi dell'innovazione, della tracciabilità, della qualità e sicurezza degli alimenti, dell'uso delle biomasse e degli scarti agricoli. Cureremo aspetti trasversali, che riguardano tutti questi argomenti, quali l'impatto sui cambiamenti climatici, l'uso delle fonti energetiche rinnovabili, che spesso vanno in competizione nell'uso del territorio con l'uso per il cibo, l'efficienza energetica in tutta la filiera agroalimentare e i nuovi aspetti venuti alla ribalta in questi ultimi anni, quali il Life cycle assessment, la valutazione del ciclo di vita.
  Abbiamo firmato un protocollo di intesa con la società Expo 2015 per collaborare allo sviluppo di una vertical farm, «fattorie verticali», che sarà installata nell'area future food district, allo scopo di formare e informare sul tema dell'inclusione degli aspetti dell'agricoltura in sinergia con le fonti rinnovabili, con l'efficienza, verificandone sempre l'impatto economico positivo nel concetto delle smart city, o città intelligenti.
  Abbiamo firmato degli accordi in collaborazione con il CNR e con il CRA per l'organizzazione di quattro eventi nel contesto di Padiglione Italia: dieta mediterranea, storia del grano, cibo del futuro e paesaggi agrari. Siamo anche in raccordo Pag. 6con il Joint research centre (JRC) per il Padiglione Europa per curare aspetti simili.
  Sul tema della vertical farm, dei quattro eventi e della modalità con cui vi contribuiremo vorrei lasciare la parola al dottor Iannetta.

  MASSIMO IANNETTA, Responsabile dell'Unità tecnica sviluppo sostenibile ed innovazione del sistema agro-industriale (UTAGRI) dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Grazie, buon pomeriggio. Come enti di ricerca cercheremo di dare contenuti a questa Esposizione universale, perché il rischio potrebbe essere quello che diventi una grande fiera, ma non riesca a trasmettere il concetto del prodotto agroalimentare, del made in Italy, che abbiamo affermato nel corso dei secoli e che rappresenta per la nostra economia un elemento di grandissima importanza, il secondo in termini di fatturato, con un indotto estremamente interessante anche per l’export che rappresenta. Parliamo di circa 130 miliardi di euro di fatturato, 25 di export.
  Per questa tipologia di prodotti dobbiamo guardare anche al cibo del futuro, a quella che sarà l'alimentazione del futuro, ed è il tema del future food district, che è una delle cinque aree tematiche di carattere trasversale che verranno sviluppate all'interno dell'Expo.
  La prima è quella del Padiglione zero, dove si rappresenterà la storia dell'agricoltura e dell'agroalimentare, la seconda è quella della biodiversità, la terza è quella che curiamo attraverso il protocollo d'intesa a cui faceva riferimento il commissario Lelli, la quarta è sul rapporto tra cibo e arte e la quinta è quella del children park, il parco per bambini, cioè di come introdurre i più piccoli al mondo del cibo.
  Noi siamo stati chiamati dalla società Expo a curare il future food district, che è un'area di 2.500 metri quadrati dove verranno realizzati due padiglioni e una vertical farm, che è un prototipo di vertical farm in cui mostrare come si produce in un contesto urbano, che è una realtà sempre più importante per la produzione agroalimentare perché, come sapete, ormai più della metà della popolazione mondiale vive nei centri urbani.
  L'idea, elaborata insieme allo studio Ratti incaricato di realizzare tutta l'infrastruttura con il nostro supporto, è quella di una vertical farm, una struttura che si avvale di competenze non solo agronomiche ma anche energetiche per l'efficientamento e l'uso di risorse rinnovabili, nonché di nuovi materiali e di un sistema di illuminazione led altamente innovativo, e di rappresentare questo sistema di produzione unitamente a due padiglioni.
  Uno conterrà le cucine tipiche regionali del nostro Paese, per cui i prodotti verranno direttamente trasformati, mentre il padiglione della Conad rappresenterà la grande distribuzione, quindi come questi prodotti possano essere veicolati al consumatore. Questa è la struttura fisica che bisogna realizzare e che ci preoccupa non poco, perché siete al corrente dei problemi e dei ritardi che caratterizzano le realizzazioni di questo Expo 2015.
  Abbiamo anche il compito di curare i contenuti legati al cibo del futuro, come faremo facendo riferimento a un progetto europeo appena terminato, il Food Manufuture, che guarda agli scenari del futuro modo di alimentarci. Andiamo dalla filiera cortissima alla globalizzazione totale, veicolata e guidata dalla grande distribuzione, al sistema che più si addice al nostro sistema agroalimentare, quello dell'acquisizione di materie prime per poterle trasformare grazie alla grande capacità manifatturiera, che ci permette di distinguerci nel mondo.
  Dobbiamo cercare di rappresentare questi contenuti e da qui è emersa l'idea di farlo insieme con il CNR e il CRA all'interno del Padiglione Italia, per valorizzare ulteriormente questi elementi.
  Non ci limiteremo a questo. È già stato fatto riferimento ad altre iniziative congiunte, come quella sulla dieta mediterranea, ma un'altra iniziativa che mi piace sottolineare è quella legata al contributo italiano al miglioramento genetico nel mondo, ambito in cui ci distinguiamo.Pag. 7
  Il presidente Alonzo prima citava Strampelli, un genetista che ha operato tra la fine dell'ottocento e i primi del novecento, e soprattutto durante il ventennio fascista ha garantito la prima rivoluzione del grano e ha avuto i suoi successori. Come ENEA siamo orgogliosi di averne seguito le tracce, selezionando importanti varietà di grano duro, che poi sono state commercializzate in tutto il mondo e per trentacinque anni hanno garantito all'ENEA importanti royalty su queste produzioni.
  Nell'ambito della mia unità tecnica queste attività continuano, e dal miglioramento genetico siamo arrivati oggi a trattare le scienze omiche. Attraverso una ricostruzione storica, abbiamo anche avviato un'interlocuzione con uno storico contemporaneo che ha già scritto alcuni importanti libri su Buzzati Traverso e su Lysenko, che rappresentano anche i contrasti tra la politica e la scienza in questo settore, al fine di evidenziare il contributo che l'Italia ha dato al mondo intero in termini di miglioramento genetico.
  Tutto questo riconduce ai temi tipici dell'ENEA, che mira a trattare questi argomenti in maniera trasversale. Miglioramento genetico per noi significa ottimizzazione delle risorse energetiche, naturali, ambiente in termini di sostenibilità, valutazione dell'impatto ambientale in termini di life cycle assessment.
  Si tratta quindi di un approccio di tipo non solo settoriale ma anche trasversale per uno sviluppo economico sostenibile nel nostro Paese e per i contributi che possiamo dare con gli altri enti di ricerca a questa importante manifestazione, che non dovrà essere solo fieristica, perché oggi il tema del cibo è strategico e non può essere trattato solo in termini commerciali e finanziari, come purtroppo accade.
  È un tema che in questa fase storica vede un passaggio determinante da una fase di abbondanza di cibo a una fase di scarsità, che non riguarda solo i Paesi della sfera sud del pianeta, ma comincia a interessare importanti aree dell'emisfero nord. Compensare tutto questo con il tema degli sprechi alimentari è quindi anche un dovere morale che assumiamo.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

  MINO TARICCO. Grazie, presidente. Ringrazio gli auditi per lo spaccato che ci hanno offerto dell'attività che stanno svolgendo in preparazione dell'Expo.
  Vorrei porre un quesito ai rappresentanti dei tre enti. Ciascuno dei vostri enti sta sviluppando una serie di tematiche molto interessanti relativamente alla tematica complessiva dell'Expo. Vorrei capire se abbiate ricevuto da parte del Ministero o del Governo l'incarico di occuparvi di alcune tematiche o delle indicazioni strategiche su eventuali attese e aspettative.
  A me pare che sulla vicenda Expo una serie di tematiche contenute nel programma di azione complessivo riguardi il tema del rapporto tra il cibo e l'ambiente, la sostenibilità e tutte le tematiche che ci avete illustrato. Non ho colto però un orizzonte strategico che il Paese si ponga all'interno di queste interessanti tematiche, un «fare cosa» o a che fine che vi sia stato prospettato.
  Vorrei quindi comprendere se vi sia stato affidato solo il compito di riflettere su queste tematiche o vi sia un orizzonte strategico.

  SILVIA BENEDETTI. Ringrazio gli auditi per i loro contributi. Sono stati fatti vari accenni a risorse genetiche, a perdita di biodiversità, a biodiversità del mais, e non so se stiate seguendo il dibattito in merito alle coltivazioni OGM in Italia e alla presenza di determinate multinazionali all'interno dell'Expo 2015.
  Visto che stiamo parlando di basi scientifiche per la protezione della biodiversità e che è già dimostrato che nei Paesi in cui si coltivano OGM la biodiversità ha avuto problemi anche in termini di scelta delle coltivazioni da parte dei coltivatori, vorrei conoscere la vostra opinione in merito e la conseguente linea di azione.Pag. 8
  Poiché si parla di miglioramento genetico, vorrei capire se in caso di creazione di varietà di grano duro si considerino anche varietà che abbiano beneficiato di questo miglioramento non attraverso la tecnologia OGM, se stiate considerando la creazione di varietà che abbiano una minore impronta idrica. Si tratta infatti di certificazioni che saranno sempre più richieste alla luce dei cambiamenti climatici in atto.

  FRANCO BORDO. Mi riaggancio alla domanda dell'onorevole Taricco, per chiedervi se la vostra attività di preparazione dell'Expo sia stata messa in relazione con altri soggetti che stanno costruendo l'evento, quali i due organismi «super partes», FAO e ONU, che abbiamo audito recentemente.
  Gli enti da voi rappresentati uscendo dall'Expo 2015 possono infatti anche giocare un ruolo in relazione ad altri soggetti e porsi come partner per creare sviluppo e valorizzazione dell'agricoltura, non soltanto nazionale ma anche di altri Paesi.

  COLOMBA MONGIELLO. Solo una domanda. Avete parlato di tutto il vostro percorso fino all'Expo, con molti riferimenti al Padiglione Italia. Vorrei chiedervi quindi come vi intersechiate come enti di ricerca con gli altri organismi internazionali per formulare alcune idee base del dibattito dell'Expo 2015.

  PRESIDENTE. Do la parola agli auditi per la replica.

  FRANCESCO LORETO, Direttore del dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). Vorrei rispondere seguendo l'ordine dei quesiti posti. La prima domanda è se questa attività ci sia stata commissionata con una strategia. Per quanto riguarda il CNR, non è stata commissionata con una strategia dal padiglione Italia e dalla regione Lombardia.
  La regione Lombardia è stata più strategica perché ha dichiarato l'intento di premiare le eccellenze, e l'idea di fondo è premiare le eccellenze nel settore bio-agroalimentare all'interno del padiglione della regione Lombardia e del padiglione Italia. Gli eventi che abbiamo strutturato hanno quindi questa missione.
  Ovviamente, dipende molto dall'ente, in quanto si realizza una ricerca eccellente nel settore delle energie o della biodiversità, piuttosto che delle filiere agricole, ed è particolarmente virtuoso il fatto che gli enti abbiano sentito l'esigenza di consultarsi e di mettere a punto una serie di iniziative comuni e complementari.
  Le iniziative che noi proponiamo, anche se realizzate su padiglioni diversi, noi particolarmente sul padiglione Italia, ENEA particolarmente sul food district, sono frutto di una virtuosa sinergia, che si è estesa anche ad altri enti, non necessariamente italiani.
  Con la FAO abbiamo realizzato un paio dei ventiquattro eventi, tra cui l'importante Dall'aiuto alimentare al land grabbing. Quello che noi percepiamo come tale, infatti, non viene percepito in questo modo dalle popolazioni locali, quindi bisogna studiare le basi sociali e politiche di questo fenomeno, come cambiare la percezione delle persone o valutare se il fenomeno sia governabile e quali siano le conseguenze. Su questo la FAO e l'ONU sono state particolarmente recettive, per cui queste attività verranno realizzate insieme a loro.
  Accanto a FAO e ONU è stato citato anche il Joint research center dell'Unione europea. Abbiamo collaborazioni con parecchi Paesi e quindi con loro istituzioni quali l'Istituto Weizmann in Israele, la Max Planck Society in Germania, l'INRA in Francia, e stiamo collaborando in attività di sviluppo e di presentazione di queste attività di ricerca nell'ambito dell'Expo.
  Il problema degli OGM è molto sentito soprattutto a livello politico. Il CNR ha realizzato parecchi eventi in passato e continuerà a realizzarli, per far dialogare le persone che hanno una percezione negativa nei confronti degli OGM con coloro che invece li sostengono, nella convinzione che presto il problema verrà superato Pag. 9perché non ci sarà più bisogno degli OGM. La nostra capacità di osservazione del genoma (parlo soprattutto di piante in quanto sono un biologo vegetale, ambito in cui gli OGM sono particolarmente sentiti, molto più che per gli animali) è tale che ormai possiamo semplicemente lavorare sui genomi delle piante o degli animali così come sono. Non abbiamo più bisogno di inserire un gene foreign, straniero, per far sì che la pianta produca di più o resista di più a determinate malattie: basta semplicemente fare quello che viene fatto con il breeding, la selettocoltura tradizionale, però in maniera molto più veloce perché così le piante possono resistere meglio a cambiamenti ambientali anch'essi molto più veloci del passato, quindi è quasi necessario farlo perché le piante resistano e non si perda inutilmente biodiversità. Questo però senza utilizzare un vero e proprio OGM, quindi una tecnologia che preveda l'inserzione di un gene estraneo al patrimonio genetico della pianta o dell'animale.
  Come ho già più volte dichiarato a titolo personale, quindi, si tratta di un problema già superato dal punto di vista scientifico. Mi pare di avere risposto a tutto.

  GIUSEPPE ALONZO, Presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA). Vorrei iniziare da una constatazione. Questa illustre Commissione ha voluto sentire tre enti di ricerca che lavorano nel campo dell'agricoltura, chi più, chi meno, chi in toto, e vengono individuati come la componente scientifica che rappresenterà l'Italia e soprattutto la ricerca italiana in un evento che ci prefiguriamo di spessore mondiale.
  Credo che gli enti di ricerca non abbiano avuto con precisione degli obiettivi, ma hanno parlato tanto, si sono confrontati e hanno ragionevolmente deciso di offrire agli scienziati provenienti da tanti Paesi un fronte unico della ricerca italiana. La ricerca italiana si muove come un unico organismo, può avere delle sfaccettature, in quanto c’è chi si occupa di più di energie rinnovabili, chi di risparmio energetico, chi di breeding o di genetica, però questo è il panorama.
  Lo abbiamo fatto in maniera molto consapevole, alla luce di un'unica considerazione: non si tratta di una fiera di paese, come diceva il dottor Iannetta, né di mostrare quanto siamo bravi a cucinare o a fabbricare prodotti per l'agroalimentare, ma si tratta di una riflessione che deve portare alla luce i gravi problemi verso cui la comunità mondiale sta correndo velocemente.
  I problemi devono essere messi sul tavolo, ci deve essere una riflessione e anche il conforto di un dibattito serio. Manca la terra e chi ne ha la possibilità oggi sta comprando terra, perché sa che domani le produzioni si faranno sul suolo. Noi abbiamo ancora in predicato una legge che voleva proteggere il suolo da un eccessivo depauperamento. Dovremmo fare presto, perché il suolo è il substrato di elezione, e questo sicuramente è un aspetto importante.
  Per quanto riguarda le attività fatte di concerto con altri enti, ho già detto che faremo dei convegni internazionali che evidenzino la stretta interconnessione degli ambiti di ricerca tra l'Italia e altri Paesi. Abbiamo una forte partnership con il Canada, che nel campo dell'agricoltura e dell'alimentazione ha problemi simili ai nostri, abbiamo una forte partnership con Israele, Paese che ha dedicato un'intensa attività di ricerca all'agricoltura, riuscendo a mettere a frutto terreni desertici, irrigandoli.
  Abbiamo un rapporto istituzionale con la FAO e l'ONU. Alla FAO abbiamo presentato una nostra idea di cereali poliennali. Oggi sappiamo infatti che il grano si pianta, si fa maturare, si raccoglie e poi si deve nuovamente arare e seminare. Avere un cereale che possa essere piantato, ma non abbia bisogno di essere ripiantato, perché si taglia e l'anno dopo ributta, è un risparmio energetico, è un risparmio di input chimici, è un risparmio notevole.
  Questa ricerca è stata presentata proprio in sede FAO, perché i diretti interessati di questo tipo di attività sono i Paesi Pag. 10emergenti, laddove c’è necessità di avere l’input minimo nei confronti del suolo e la massima resa di prodotto.
  Mi associo a quanto è stato detto sugli OGM, problema forse superato che non vorrei fosse un problema di bandiera, senza mai domandarsi cosa siano e perché qualcuno li abbia fatti. Il problema è praticamente superato, con un piccolo vulnus: l'Italia ha venti Facoltà di Agraria, ma non ha un corso di breeder, nessuna Facoltà di Agraria prevede un corso per insegnare come fare il breeding delle piante.
  Noi siamo quindi nelle condizioni di chi sa dove sta andando la cultura, dove sta andando la scienza, ma non si attrezza per essere, se non il primo dalla classe, almeno in grado di seguire i fenomeni in rapido cambiamento.
  Il problema OGM ha quindi diverse sfaccettature. Tralasciando il fatto che oggi con il breeding si fa tutto, l'Italia ha commesso un grave errore non consentendo la ricerca, perché si può decidere di non produrre (posso essere d'accordo) e di mantenere un'immagine, ma il fatto che qui tre enti di ricerca non facciano più ricerca sugli OGM e che a noi sia stato incendiato un laboratorio, che non siamo stati in grado di ricostruire, solo perché qualcuno ha ipotizzato che lì dentro si facessero OGM non è degno di un Paese civile.
  Se ho risposto a tutto, credo di potermi fermare qui.

  GIOVANNI LELLI, Commissario dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Solo due battute, per confermare che non abbiamo avuto alcun indirizzo dalla parte politica che ci vigila. La cosa non meraviglia, perché normalmente nel nostro Paese le politiche per l'energia, l'industria, l'agricoltura, la ricerca e sviluppo non vengono messe su carta in maniera chiara o non si parlano fra loro, e in questo caso, laddove si parla di concorrenzialità nell'uso del territorio, un dialogo tra politica dell'energia e politica dell'agricoltura e della ricerca conseguente, sarebbe stato utile.
  Non è però un problema, perché lo abbiamo superato. Nella mia breve introduzione avrete notato che ho dichiarato di esserci ispirati a Horizon 2020. Fortunatamente, nell'Unione europea si sintetizzano linee di indirizzo che è molto saggio perseguire, e soprattutto c’è il dialogo continuo fra noi addetti ai lavori. Quello che andremo a fare nell'Expo 2015 è quindi frutto di un'ottimizzazione delle due cose.
  Prima di passare la parola al dottor Iannetta, vorrei ricordare che parteciperemo al bando Feeding knowledge per l'Expo 2015 con la FAO, per incrementare le buone pratiche per i Paesi in via di sviluppo. Senza soluzione di continuità rispetto a quello che normalmente facciamo anche con l'aiuto del Ministero degli esteri, la nostra collaborazione con gli organismi internazionali si svilupperà anche per l'Expo 2015.

  MASSIMO IANNETTA, Responsabile dell'Unità tecnica sviluppo sostenibile ed innovazione del sistema agro-industriale (UTAGRI) dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). È stato detto un po’ tutto, e anche sulla parte OGM non aggiungo altro.
  Per quanto riguarda gli aspetti internazionali, ho tenuto a precisare che il nostro coinvolgimento per quanto concerne i contenuti e la realizzazione del future food district è orizzontale rispetto ai temi dell'Expo, non è nell'ambito del Padiglione Italia, dove svilupperemo alcune cose: il distretto del cibo del futuro è un distretto che la società Expo a livello internazionale ha individuato come uno dei cinque temi da sviluppare a livello internazionale. In questo contesto si colloca la nostra attività.
  Altre iniziative sono realizzate con la FAO, come appena descritto, e la stessa cosa con il JRC, con cui stiamo cercando di condividere una serie di iniziative che fanno riferimento a questa loro mostra del Pag. 11grano all'interno del padiglione Europa, ma anche a tutta una serie di temi legati alla valutazione di impatto ambientale dei sistemi agroalimentari attraverso la metodologia del life cycle assessment, che è uno strumento potente e importante, che consente di valutare i punti critici su cui efficientare il sistema della filiera agroalimentare in termini di risorse, e le migliori soluzioni tecnologiche per ottimizzare il processo.

  FRANCESCO LORETO, Direttore del dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). Vorrei rispondere a un ultimo quesito sempre relativo agli OGM, però sull'acqua. Noi seguiamo questo specifico punto, da soli abbiamo già due eventi in calendario, uno sulla desertificazione, tema molto importante e vasto, l'altro sull'uso sostenibile delle risorse energetiche e soprattutto idriche.
  Ancora una volta riteniamo che questo tema vada affrontato non con la tecnologia OGM, ma attraverso un uso integrato di tecnologie, che comprende anche tecnologie chimiche, i polimeri, che nel suolo riescono a trattenere l'acqua e quindi a cederla più lentamente.
  Questa è una cosa particolarmente importante, particolarmente hi-tech, quindi ci fa piacere mostrarla all'Expo. È una cosa su cui stiamo collaborando anche a livello internazionale per esempio con gli Emirati Arabi, però ovviamente questo non riguarda la tecnologia OGM.

  GIUSEPPE ALONZO, Presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA). Sempre riguardo all'acqua vorrei aggiungere che in Israele utilizzano una tecnica per la riduzione del consumo di acqua: irrigano le radici da un lato della pianta, mentre dall'altra le radici sono nel terreno secco. Le piante chiudono gli stomi, che sono quelle bocchette da cui esce il vapore acqueo, perché pensano di non avere acqua abbastanza, ma dall'altra recuperano tutta l'acqua necessaria.
  Quando hanno finito di irrigare da un lato, lasciano che il terreno vada nuovamente in aridità e dopo irrigano dall'altra parte. La conseguenza è che la pianta ha sempre tutta l'acqua che serve, ma pensa sempre di essere assetata, quindi non apre gli stomi e non consuma acqua. In questo modo risparmiano il 50 per cento d'acqua. Non c’è bisogno di OGM, qualche volta basta usare la testa !

  SILVIA BENEDETTI. La ricerca è assolutamente fondamentale in tutti i casi, perché con la ricerca si riesce anche a pianificare quella che può essere una scelta politica, sia essa in ambito di economia o di agricoltura.
  Il Governo indonesiano ha commissionato una ricerca per vedere se le mante rendessero di più da vive, quindi avesse senso fare una riserva naturale per le mante e avere tutto un indotto legato al turismo subacqueo, oppure rendessero di più come cibo sul mercato. Hanno verificato che conviene di più conservarle e hanno scelto quella direzione.
  La ricerca indubbiamente ha questo merito: offre dati tangibili su cui poter effettuare scelte di buonsenso. A parte questo, vorrei capire cosa abbia impedito di fare ricerca in ambito OGM in Italia. Essendo alla mia prima legislatura, non ho modo di sapere da cosa sia derivato questo indirizzo politico.

  STEFANO BISOFFI, Direttore centrale per le attività scientifiche del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA). Una risposta flash. Nessuna legislazione ha impedito di fare ricerca, ma di fatto si sono seccati i finanziamenti, oltretutto con i divieti, che perdurano tuttora, di fare sperimentazione in campo, per cui si è fatta solo sperimentazione in ambiente confinato. Se però non si possono mettere in campo le piante che si producono, la ricerca è inutile.
  Mi era piaciuto un altro collegamento alla biodiversità. C’è stata una forte perdita di biodiversità con l'evoluzione dell'agricoltura. Non è imputabile agli OGM, che forse in alcuni casi possono aggravarla, ma è l'agricoltura moderna che ha portato a una riduzione di biodiversità.Pag. 12
  La invito magari ad accettare un invito dell'onorevole Taricco a visitare il Museo della Frutta a Torino, dove ci sono più di 1.500 varietà di frutta, prevalentemente pere e mele in modelli, che rappresentano l'agricoltura del nord Italia, del Piemonte in particolare, della metà dell'Ottocento. La quasi totalità di queste è ormai persa, perché ovviamente prevalgono le varietà più utili dal punto di vista industriale. Nel caso delle mele, ad esempio, la Golden, che si può conservare da un anno all'altro, ha quasi soppiantato la maggior parte delle altre varietà, quindi non sono gli OGM in sé, è l'agricoltura moderna.
  Gli enti di ricerca sono i primi che si rendono conto del rischio di perdita di biodiversità, e CNR, CRA e altri enti di ricerca sono in prima fila nella conservazione della biodiversità.

  GIOVANNI LELLI, Commissario dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Noi abbiamo fatto appena in tempo a costruire una serra a chiusura ermetica per la coltivazione degli OGM, che evidentemente è rimasta vuota.

  PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi anche per la documentazione consegnata, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegati), e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.15.

Pag. 13

ALLEGATO 1

Pag. 14

Pag. 15

Pag. 16

Pag. 17

Pag. 18

Pag. 19

Pag. 20

Pag. 21

Pag. 22

Pag. 23

Pag. 24

Pag. 25

Pag. 26

ALLEGATO 2

Pag. 27

Pag. 28

Pag. 29

Pag. 30

Pag. 31

Pag. 32

Pag. 33

Pag. 34

Pag. 35

Pag. 36

Pag. 37

Pag. 38

Pag. 39