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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 52 di Mercoledì 4 maggio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Pagano Alessandro , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANAGRAFE TRIBUTARIA NELLA PROSPETTIVA DI UNA RAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE DATI PUBBLICHE IN MATERIA ECONOMICA E FINANZIARIA. POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL SISTEMA NEL CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE

Audizione del presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, dottor Gerardo Longobardi.
Pagano Alessandro , Presidente ... 3 ,
Longobardi Gerardo , presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ... 3 ,
Mandolesi Luigi , consigliere nazionale delegato all'area fiscalità ... 6 ,
Longobardi Gerardo , presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ... 6 ,
Pagano Alessandro , Presidente ... 7 ,
Mandolesi Luigi , consigliere nazionale delegato all'area fiscalità ... 8 ,
Pagano Alessandro (AP)  ... 9 ,
Longobardi Gerardo , presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ... 9 ,
Pagano Alessandro , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ALESSANDRO PAGANO

  La seduta comincia alle 8.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, dottor Gerardo Longobardi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, il dottor Gerardo Longobardi che, anche a nome dei colleghi, ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  Sono presenti anche il dottor Luigi Mandolesi, consigliere nazionale delegato all'area fiscalità, e il dottor Pasquale Saggese, ricercatore della fondazione nazionale commercialisti.
  L'audizione si inquadra nell'ambito dell'indagine conoscitiva su «L'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale».
  Si tratta di un tema molto dibattuto su cui abbiamo svolto audizioni da parecchio tempo e su cui abbiamo fatto un convegno, come lei ben sa, presidente, perché era presente, e pertanto ci interessa sentire le ultime novità che sicuramente il consiglio nazionale dei commercialisti ci vorrà trasmettere.
  Do la parola al dottor Longobardi con riserva per me e per i colleghi di rivolgergli, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimento.

  GERARDO LONGOBARDI, presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Ringrazio la Commissione per aver dato la possibilità al consiglio nazionale che ho l'onore di rappresentare, insieme al consigliere delegato alla fiscalità, Luigi Mandolesi, e al ricercatore della fondazione nazionale dei commercialisti, Pasquale Saggese, di essere ascoltato in questa audizione.
  L'audizione odierna si svolge su tre temi.
  Il primo riguarda le procedure di trasmissione dei dati necessari all'Agenzia delle entrate per la redazione del Modello 730 precompilato e le eventuali criticità. Il secondo concerne il funzionamento della procedura della fatturazione elettronica, con particolare riferimento ai rapporti B2B, business to business. Il terzo riguarda le misure di contrasto all'evasione, in particolare dell'Iva, anche alla luce delle osservazioni recentemente formulate dal direttore dell'Agenzia, la dottoressa Rossella Orlandi, nel corso dell'audizione tenuta presso questa onorevole Commissione parlamentare lo scorso 20 gennaio.
  Del primo punto all'ordine del giorno potremmo dire che si tratta di cosa già realizzata. Ci auguriamo che questi due anni di sperimentazione del Modello 730 precompilato possano, una volta che andremo a regime dal prossimo anno, fare tesoro di alcune criticità emerse, fermo restando che, però, come consiglio nazionale Pag. 4 siamo pienamente sulla linea della condivisione di quanto ha portato il Parlamento a emanare il provvedimento sul Modello 730 precompilato perché riteniamo che le semplificazioni siano nel cuore della nostra professione.
  Le semplificazioni però non sempre sono a costo zero, tanto che abbiamo rilevato che nel Modello 730 precompilato sono stati introdotti nuovi obblighi a carico dei contribuenti e in particolare di chi li rappresenta, e sono stati previsti provvedimenti sanzionatori in caso di errori e omissioni nella trasmissione telematica dei dati. Tutto questo ha comportato sicuramente difficoltà per chi è il terminale, propositivo e positivo, nella presentazione del Modello 730 precompilato.
  Una cosa ci preme sottolineare: bisognerebbe puntare su due elementi fondanti e fondamentali per il futuro. Innanzitutto, dovremmo prevedere la non sanzionabilità di alcuni errori e omissioni, soprattutto nella fase sperimentale, quindi non sanzionabilità anche delle trasmissioni fatte per l'attuale 730, come diremo più avanti.
  In secondo luogo, sarebbe opportuno un riconoscimento, visto che finalmente si è realizzato questo «mantra» che stiamo recitando da molti anni, vale a dire che l'amministrazione finanziaria oggi è sicuramente la più adeguata e la più informatizzata al mondo, e che è così grazie, in particolare, all'attività dei professionisti, in primis dei commercialisti, che lo hanno fatto a costo zero per l'Erario. Sarebbe opportuno prevedere, in sede legislativa, l'introduzione di un credito d'imposta per l'acquisto delle attrezzature informatiche e dei software necessari per gli adempimenti dei nuovi obblighi o di obblighi ulteriori: sarebbe veramente un segnale di grande apertura.
  Veniamo alle criticità oppure agli elementi che dovrebbero essere rivisti e rivisitati dal legislatore, dal prossimo anno. Quest'anno, in sede di nuova applicazione e di estensione a nuovi adempimenti, sono stati richiesti obblighi a carico di nuovi soggetti rispetto a quelli precedenti. In particolare, mi riferisco a medici, odontoiatri, aziende sanitarie locali ospedaliere, ma anche a banche e uffici postali, con riferimento ai cosiddetti bonifici parlanti, per quanto riguarda le ristrutturazioni edilizie, nonché alle università statali e non, per quanto riguarda gli oneri deducibili conseguenti alla scolarizzazione degli studenti o degli universitari, e infine ai soggetti che hanno emesso fatture relative a spese funebri perché anche queste costituiscono oneri deducibili dalla dichiarazione dei redditi.
  Il primo elemento, in particolare per quanto riguarda i medici, con cui si è tenuto in questa sede un incontro molto particolare, è che gli adempimenti dei medici, la maggior parte delle volte, si sono spostati sui professionisti che li seguono. La prima criticità che abbiamo rilevato è nell'utilizzo dei dati relativi alle spese sanitarie, con particolare riferimento alla distruzione del cosiddetto contenitore dei dati, in conseguenza degli obblighi derivanti dalla privacy. Va evidenziato che la ricevuta di invio dei dati che il sistema sanitario rilascia non è «parlante» e dunque non indica i codici fiscali dei contribuenti, dei pazienti, che erano nel contenitore. In tal senso, il medico non ha la possibilità di conservare una prova della correttezza della trasmissione del suo operato, ma può solamente dimostrare che ha inviato il contenitore che poi è stato distrutto.
  La proposta che avanziamo è di dare la possibilità di conservare il contenitore, ai sensi della normativa sulla privacy, almeno fino alla scadenza dei termini di decadenza a disposizione dell'Agenzia delle entrate per effettuare i controlli sui dati delle spese sanitarie. Questo metterebbe al sicuro i medici e tutto il settore sanitario, ovviando alla difficoltà di documentare cosa c'era nel contenitore.
  Altra criticità riguarda le associazioni professionali tra medici, le quali, pur essendo soggetti d'imposta fiscali, non sono incluse tra i soggetti abilitati all'effettuazione dell'invio al Sistema tessera sanitaria. Esigenze di semplificazione richiederebbero che anche questi soggetti, essendo tenuti a emettere fatture e ricevute fiscali, Pag. 5fossero da annoverare tra i soggetti abilitati alla trasmissione dei dati.
  Da ultimo, avevamo proposto in questa sede, per quanto riguarda l'accreditamento dei professionisti incaricati di effettuare gli adempimenti per conto dei medici, l'inversione dell'accreditamento, utilizzando il sistema Entratel. Il meccanismo di accreditamento attualmente in uso, prevede che sia il medico a conferire la delega al professionista, quindi sostanzialmente è il medico che accredita il professionista. La nostra proposta, invece, era di invertire il meccanismo, vale a dire, usando il metodo Entratel, si permetterebbe al professionista delegato di effettuare l'accreditamento del soggetto delegante.
  Vado velocemente per non rubare altro tempo e arrivare alla questione pesante e importante relativa al sistema sanzionatorio, dove si prevede la possibilità non applicazione delle sanzioni nel caso in cui la trasmissione dei dati venga effettuata entro i cinque giorni: non si puniscono dunque i piccoli ritardi negli adempimenti. Tra l'altro, sono previste delle sanzioni per le quali non c'è il cumulo, per cui, se non erro, si applicano sanzioni di 100 euro per ogni comunicazione. La legge di stabilità del 2016 ha introdotto un provvedimento che prevede che, per le trasmissioni da effettuare nell'anno 2015 e relative all'anno 2014, cioè quelle che abbiamo fatto lo scorso anno, non applichino sanzioni nei casi di lieve tardività o di errata trasmissione dei dati, se l'errore non determina un'indebita fruizione di detrazioni o deduzioni. L'Agenzia delle entrate ha commentato la norma dicendo che la non applicazione delle sanzioni si applica solo con riferimento al primo anno in cui è stato introdotto l'obbligo, il che vale a dire che, se l'obbligo è stato introdotto nel 2014, non si sanziona quello che è stato trasmesso nel 2015, e, se l'obbligo è stato introdotto nel 2015, non si sanziona quello che è stato trasmesso nel 2016. Sinceramente questo concatenamento così stretto, soprattutto sul presupposto che ci sia la sperimentalità del 730, non ci convince molto. Il nostro parere è che la norma dovrebbe essere modificata, nel senso di prevedere, in ogni caso, un'espressa previsione normativa che preveda comunque la non sanzionabilità, indipendentemente da questo concatenamento, anno dopo anno, delle questioni, soprattutto quando si tratti di errori banali e che comportano esclusivamente delle sanzioni di carattere formale, non sostanziale.
  Per quanto riguarda la Certificazione unica, sosteniamo che, per non tenere i termini troppo stretti, il termine del 7 marzo per l'invio della Certificazione unica, dovrebbe quantomeno slittare al 15 marzo. Mi riferisco al termine per la trasmissione telematica delle nuove certificazioni. Correlativamente, dovrebbe slittare al 25 aprile il termine per la messa a disposizione, da parte dell'Agenzia, del Modello 730 precompilato.
  Sulla fatturazione elettronica, anche qui, c'è buona volontà da parte della professione che rappresentiamo. Crediamo sicuramente nell'impianto della fatturazione elettronica. Abbiamo le nostre considerazioni che sono state ampiamente riportate e che riproduciamo anche in parte nel nostro documento.
  Con particolare riferimento a qualche criticità, per alcuni suggerimenti vi rimando alla fine della pagina 11 del nostro documento che abbiamo presentato. Riteniamo che il principale disincentivo alla diffusione della fatturazione elettronica sia rappresentato dalla gravosità della conservazione, cioè il vulnus di tutta la procedura è nella conservazione.
  In merito alle proposte, posso dirvi che le abbiamo fatte e che continuiamo a farle perché è indispensabile che sia chiaro che siamo sulla linea della norma.
  Riguardo alle fatture elettroniche, la conservazione deve essere riservata a tutti i soggetti, indipendentemente dalle dimensioni e dal fatto che i soggetti siano riferibili a Unioncamere o ad altri. Si potrebbe stabilire, per esempio, che i dati relativi alla fattura elettronica siano acquisiti dal sistema di interscambio, oltre che semplicemente veicolati alla controparte, in modo da renderli disponibili agli organi della pubblica amministrazione competenti. Lo dico perché, se così si facesse, non ci sarebbe Pag. 6 neppure bisogno di chiedere, da parte dell'amministrazione finanziaria, documentazione al contribuente perché l'amministrazione finanziaria già la possiede nel sistema di interscambio, per cui varrebbe la norma del principio sancito dallo statuto dei diritti del contribuenti, in base a cui al contribuente non possono essere richiesti i documenti e le informazioni già in possesso dell'amministrazione finanziaria.
  Per semplificare l'adempimento, una proposta alternativa sulla fatturazione elettronica con particolare riferimento alla conservazione, è che le fatture elettroniche siano conservate digitalmente tramite l'apposizione della firma digitale a marcatura temporale, in conformità a quanto previsto dalle normative vigenti in materia di rilevanza giuridica dei documenti informatici.
  Infine, riteniamo che il miglior incentivo alla diffusione dello strumento della fatturazione elettronica possa essere quello di dare delle utilità ai contribuenti che la usano. Il solco è stato tracciato, in particolare dal legislatore, quindi avete sicuramente fatto, a nostro avviso, un ottimo lavoro, prevedendo una serie di eliminazioni di obblighi (comunicazione dello spesometro, operazioni «black list», contratti di leasing, contratti stipulati con gli operatori commerciali che svolgono attività di locazione e noleggio). Debbo dire che siamo andati molto avanti, quindi chi utilizza oggi facoltativamente e chi utilizzerà, dal 2017, facoltativamente appunto la fatturazione elettronica avrà una serie di incentivi a farlo, in ordine a minori adempimenti.
  C'è una richiesta che facciamo e che riteniamo sia assumibile, in relazione alla natura della fatturazione elettronica: per i soggetti che garantiscono la tracciabilità dei pagamenti, mediante fatturazione elettronica, si potrebbe prevedere che venga esclusa la possibilità, da parte del Fisco, di eseguire accertamenti analitico-induttivi sulla base di presunzioni semplici. Indubbiamente le operazioni sono tutte tracciabili: per i soggetti che si avvalgano della fatturazione elettronica, a maggior ragione, si potrebbe prevedere l'esclusione dall'accertamento più invasivo esistente; ciò, per soggetti che tengono e mantengono la contabilità, potrebbe sicuramente essere un ulteriore incentivo.
  Un'altra ipotesi è prevedere, in particolare per i soggetti che fanno fatturazione elettronica, la facoltà della disapplicazione del reverse charge, previsto dall'articolo 17 del DPR 633.

  LUIGI MANDOLESI, consigliere nazionale delegato all'area fiscalità. C'è una volontà di rendere questo adempimento da facoltativo a obbligatorio. Riteniamo che a questa iniziativa sia contraria l'Europa e che, in un Paese liberale, non si debba andare avanti con obblighi di legge, ma con l'incentivazione, per il mondo delle piccole imprese e del lavoro autonomo, a ritenere conveniente l'utilizzo del mezzo, per cui noi, come rappresentanti della professione, ribadiamo che abbiamo apprezzato che questa norma, dal primo gennaio 2017, dia una facoltà, ma non vorremmo un pressing che, da facoltà, la faccia diventare obbligo.

  GERARDO LONGOBARDI, presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. L'ultimo punto riguarda quali considerazioni la nostra professione faccia in riferimento alle misure di contrasto all'evasione dell'Iva, ma in generale alle misure di contrasto all'evasione, anche alla luce delle osservazioni fatte dal direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, nel corso dell'audizione tenuta in Commissione lo scorso 20 gennaio. Come professione, ribadiamo quanto abbiamo già rappresentato più volte pubblicamente, vale a dire che condividiamo il nuovo approccio del legislatore definito, dallo stesso direttore dell'Agenzia, «cambia-verso». Questo approccio privilegia in modo adeguato la cosiddetta tax compliance, ovvero l'adempimento spontaneo. Riteniamo che questo nuovo atteggiamento del Fisco, predisposto alla trasparenza e al dialogo, sia premiante. Ci auguriamo, anche qui, che alla teoria seguano i fatti. Ci auguriamo che veramente questo atteggiamento di apertura venga poi calato dal centro alle periferie, dove anche noi facciamo tax compliance nei confronti dei Pag. 7nostri colleghi. Diciamo sempre di provare a mettersi dall'altra parte del tavolo e vedere quali difficoltà può avere l'amministrazione finanziaria, ma chiediamo anche noi una reciprocità, quindi una grande attenzione e una capacità di ascolto. Non a caso siamo esseri umani che hanno una bocca e due orecchie, per cui bisogna ascoltare il doppio di quanto si parla. In questo caso, crediamo che esempi del nuovo corso possano essere rinvenuti nelle comunicazioni di anomalia derivanti dall'utilizzo della base dati dello spesometro, volte a sollecitare il ravvedimento operoso del contribuente, e nel nuovo regime di adempimento collaborativo, la cosiddetta «cooperative compliance» per i grandi contribuenti, nonché nei nuovi accordi sul ruling internazionale.
  La questione, però, capiamo essere estremamente delicata e complessa. In virtù della complessità e della delicatezza della questione che riguarda il sistema dell'accertamento dell'evasione e delle modalità con cui operare, siamo profondamente convinti che possa essere opportuno effettuare un approfondimento di natura tecnica che non richiede certamente un tempo immediato, ma un po’ di tempo. Ci rendiamo pienamente disponibili, qualora la Commissione, che oggi ci ospita e che ringraziamo ancora, decidesse di prevedere una seduta, con riferimento a questo argomento che è sensibile e che forse merita un approfondimento utile per tutto il Paese.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Longobardi, perché i suoi sono sempre spunti interessanti.
  Vorrei porre qualche domanda. La prima è sul tema delle semplificazioni. Sappiamo bene che ci sono state delle polemiche. Addirittura una nota trasmissione televisiva ne ha fatto un servizio, come al solito molto colorito, com'è tipico di Striscia la Notizia. La polemica era legata all'accertamento dei valori immobiliari e tutto quello che ne consegue. Tra l'altro, c'è stata una coda, nel senso che il direttore dell'Agenzia ha dichiarato che sta valutando se sia il caso di avviare azioni legali nei confronti della trasmissione. A noi questi aspetti interessano poco, però è chiaro che quella è diventata una notizia. In merito, qualche percezione qua e là c'era già stata da parte nostra, cioè che certamente non tutto fosse rose e fiori. Naturalmente all'interno di questo equilibrio che vi contraddistingue, il vostro parere risulta estremamente prezioso, per cui vi chiediamo, se fosse possibile, di esprimerlo.
  La seconda domanda riguarda invece i commercialisti in quanto tali, che sono la colonna portante del nostro sistema tributario. Come lei ha detto giustamente, è bello che il sistema tributario fiscale italiano sia tra i migliori del mondo, in termini di efficienza complessiva, di qualità dei verificatori e, in generale, delle strutture del sistema informatico. Certo, è tutto bello, però, se non ci fossero i commercialisti che, di fatto, sono i vasi capillari che arrivano dappertutto e che svolgono un lavoro straordinario, ci sarebbe – penso – la rivoluzione fiscale perché il contribuente non potrebbe mai andare dietro a tutti questi adempimenti. Questo non accadrebbe mai perché è impossibile, quindi è chiaro che il ruolo dei commercialisti, in questo sistema, è più che straordinario e importante. Lo dico anche per enfatizzarlo adeguatamente.
  È chiaro che si tratta di costi che si scaricano nei confronti del contribuente (costi indiretti) e che, secondo il mio modesto parere, dovrebbero essere assolutamente oggetto di valutazione da parte del mondo che gravita attorno ai tributi. Questa anagrafe tributaria sicuramente, oggi, solleva per la prima volta quest'aspetto, cioè che i contribuenti hanno un costo invisibile che si somma alle tasse e alle imposte che pagano e che i commercialisti svolgono un ruolo fondamentale. Traggo spunto dalle cose che dice per esaltare tutto ciò.
  Passando alla domanda, vorrei dire che il futuro si chiama «scontrini elettronici». Questi arriveranno direttamente nei megacentri dell'Agenzia. Inoltre, il B2B, inteso come azienda privata-pubblica amministrazione – do per scontato quello tra pubblica amministrazione e pubblica amministrazione – sarà ulteriormente superato Pag. 8 dalla fase successiva, cioè dal rapporto che vedrà privato e privato, quindi questi rapporti saranno tutti con fattura elettronica. Ovviamente, la quasi totalità dei contribuenti avrà questo flusso elettronico contabile che qualche cosa significherà. Secondo me, questo flusso elettronico contabile significherà una semplificazione da un punto di vista della lettura dei dati, anche dei documenti finali (bilanci), quindi, di fatto, anche un riposizionamento dei dottori commercialisti, con la premessa che ho fatto prima, cioè delle arterie e delle vene capillari del sistema italiano. Come avete immaginato la vostra professione, alla luce anche di questo? Lo chiedo perché è un dato che interessa la professione, quindi è parzialmente d'interesse di questa Commissione, perché il punto di vista dei commercialisti è importante per voi e lo è parzialmente per noi. Tuttavia, per i riflessi che ho detto prima, tale dato è importantissimo. Mi piacerebbe sentire come immaginate questa vostra idea futura, per voi e per il Paese.

  LUIGI MANDOLESI, consigliere nazionale delegato all'area fiscalità. Per quanto riguarda la vexata quaestio tra Striscia la Notizia e l'Agenzia delle entrate, io, avendo rapporti, non dico quotidiani, ma quasi, con l'Agenzia delle entrate, ho sentito le lamentazioni da parte dell'Agenzia. Questo mi ha spinto a vedere la trasmissione.
  Striscia la Notizia ha iniziato facendo dei servizi sull'accertamento sistematico dei terreni, specialmente agricoli, da parte dell'Agenzia delle entrate e intervistando i contribuenti che si sentivano, da questa attività accertativa dell'Agenzia, come se fossero stati rapinati. Voi capite, poi, le modalità giornalistiche per fare notizia e, logicamente, questa situazione di disagio incontrata dai contribuenti – quelli intervistati erano modesti e non ricchi contribuenti – che magari avevano comprato un piccolo terreno agricolo e che vedevano arrivare degli accertamenti. È andata avanti questa sequela di servizi di Striscia la Notizia che ho cercato di seguire e che avevano sicuramente un taglio molto aggressivo nei confronti dell'Agenzia. Sappiamo che il sistema ha questi accertamenti che, com'è nella pratica, spesso vengono fatti anche in maniera immotivata e per i quali ci dovrebbe essere la tutela davanti alle commissioni tributarie. Questo comporta per il contribuente, o almeno per quelli modesti, ulteriori costi, per dover affrontare un contenzioso.
  Secondo me, la situazione sta assumendo aspetti veramente preoccupanti perché di fronte ai comunicati stampa fatti dall'Agenzia delle entrate – anche questi, secondo me, aggressivi nei confronti di Striscia la Notizia – oramai si è creato un problema: Striscia la Notizia sta andando avanti in maniera sempre più aggressiva e, all'Agenzia delle Entrate, siamo arrivati al punto che ci sono dichiarazioni di eventuali denunce penali.
  Arrivando ai fatti, sicuramente l'attività fatta dall'Agenzia di accertare, in base all'imposta di registro, è di per sé legittima. La legge prevede che, per tutti gli atti di acquisto di terreni o di immobili, se soggetti a imposte di registro, l'amministrazione abbia un tempo per valutare se il prezzo pattuito sia in relazione ai valori di mercato. Purtroppo, l'imposta del registro ha una caratteristica che non abbiamo mai condiviso, cioè non tassa il valore negoziale, ma il valore venale, quindi il valore di comune mercato. Nelle situazioni in cui sia possibile applicare i parametri catastali, cioè di una vendita tra privati, questo problema è stato risolto dal punto di vista legislativo perché il riferimento del valore da tassare è il parametro catastale. Laddove però il parametro catastale non si applica c'è sempre questa diatriba. Sicuramente da parte dell'amministrazione c'è una volontà di pensare valori spesso con accertamenti non motivati e incredibili. Questo può creare il fatto che i contribuenti – parlo di quelli più modesti che magari hanno acquistato piccoli terreni con i pochi risparmi e che devono affrontare un contenzioso tributario lungo e oneroso – si sentano vessati da parte dell'Agenzia.
  Questo è un problema che, come ha detto anche il presidente Longobardi, riguarda il rapporto fisco-contribuente che Pag. 9in Italia è sempre stato molto aggressivo per tutte e due le parti.
  C'è la volontà di aprire un nuovo rapporto per determinare la giusta tassazione di tutte le operazioni da parte del Parlamento e del Governo e credo anche da parte dell'Agenzia, che trova però difficoltà, praticamente, a indirizzare questo nuovo rapporto a tutta la periferia. D'altra parte, il rapporto fra il burocrate dell'amministrazione finanziaria e il cittadino modesto è sempre stato un rapporto non in linea con un Paese moderno, per cui, come sempre, la verità è nel mezzo, cioè Striscia la Notizia, secondo me, sta esagerando nel tipo di atteggiamento e nel dire che si tratti di rapine. L'amministrazione finanziaria deve difendere i propri dipendenti, però dovrebbe pure dare istruzioni e verificare se effettivamente nei casi denunciati esistesse una volontà di esasperare il rapporto fisco-contribuente, quindi cercare di ritornare a un sistema di normali rapporti tra cittadino e Stato. Come rappresentanti del popolo sapete che è una situazione che dovrà fare grandi passi avanti perché il rapporto fra burocrate e cittadino dipende molto da fattori culturali.

  ALESSANDRO PAGANO. Una risposta molto diplomatica.

  GERARDO LONGOBARDI, presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Dopotutto il problema delle compravendite immobiliari è stato risolto, come diceva il dottor Mandolesi, con riferimento a quelle ipotesi in cui si applicano i valori catastali, per cui ci sono dei moltiplicatori e non si sfugge. Fuori da questi, esiste la discrasia tra prezzo e valore, cioè non c'è mai coincidenza tra prezzo e valore. Evidentemente, quando uno, per esempio, ha fatto un buon affare, pagando a un prezzo contenuto una cosa che vale di più, la discrasia porta ad avere una tassazione con imposta principale di prezzo, ma poi un'eventuale possibile accertamento sulla base del maggior valore rispetto al prezzo. In merito, il legislatore dovrebbe intervenire prevedendo che anche questa discrasia venga colmata da dei parametri, anche con riferimento alle compravendite immobiliari relative a terreni più o meno edificabili. Oggi questa norma non c'è, quindi teniamoci questo contenzioso che esiste da sempre o comunque, senza andare troppo indietro nel tempo, dall'introduzione della riforma tributaria del 1973, per cui non è un fatto di oggi; non esisteva neppure Striscia la Notizia all'epoca.
  Per quanto riguarda l'altra domanda che è fortemente stimolante per tutti quanti noi, posso dirvi che la nostra professione è preparata. Fortunatamente, stiamo avendo dei riconoscimenti, come professione, appunto per aver contribuito, come lei ha detto Presidente, a dare una nuova veste e una nuova figura all'amministrazione finanziaria, informatizzandola al massimo. Gli oneri saranno notevoli, ma dovranno essere gradatamente introdotti, come intelligentemente si è fatto e come previsto non solamente dal legislatore italiano, ma anche dal legislatore europeo, per la fatturazione elettronica, che, al momento, dal primo gennaio 2017 sarà una facoltà e non un obbligo: all'obbiettivo dunque bisognerà arrivare con una certa attenzione, permettendo a tutti i soggetti coinvolti nell'operazione di potersi adeguare e di poter entrare a regime.
  Non credo personalmente e mi assumo pienamente la responsabilità di quello che dico, che, premendo il famoso pulsante, avremo, domani, una dichiarazione dei redditi precompilata di un'impresa individuale e di un'impresa collettiva, in forma di società di capitali o di società personale. Non lo credo, nel senso che comunque ci sarà sempre e sarà necessaria un'attività di portage da parte dei professionisti abilitati. Inoltre, lasciatemi dire – anche qui, me ne assumo la responsabilità – che esistono professionisti e professionisti, quindi credo che quelli regolamentati, in questo caso, assicurino un'affidabilità che altri dovranno comunque assicurare. Noi la garantiamo, come commercialisti, perché abbiamo un percorso formativo importante e abbiamo un obbligo formativo, previsto normativamente, e sanzionato come violazione deontologica. Abbiamo anche un rinnovato Pag. 10 codice deontologico, entrato in vigore lo scorso primo marzo. Tale codice fa capire perfettamente che il commercialista, tutte le volte che agisce, lo deve fare nell'interesse pubblico e che, quando dovrebbe operare con finalità diverse rispetto all'agire pubblico, debba rinunciare all'incarico. Stiamo facendo, come dicevo prima, attività di compliance e siamo molto attenti ai valori e della responsabilità della professione. Responsabilità della professione significa preparazione professionale e attenzione all'etica, alla deontologia e ai comportamenti, quindi crediamo che comunque, domani, il professionista verrà sempre chiamato e che verrà chiamato in una veste diversa e di un approccio moderno.
  Credo che, a questo punto, la tecnologia, se bene utilizzata e incentivata, possa essere un vantaggio per i professionisti, cioè possa sgravarli di alcuni problemi. Dire «più problemi ci sono e più si lavora» è una follia perché, se ci sono problemi in più, si lavora anche di più e si monetizza meno. Questo accade perché quegli adempimenti vengono considerati come oneri dai contribuenti tutti, quindi non possono essere minimamente monetizzati dal professionista. In tal senso, ben venga l'informatizzazione e la fatturazione elettronica, nei limiti che abbiamo rappresentato.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Longobardi e i suoi collaboratori e dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.20.