Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 2
INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PROSTITUZIONE MINORILE
Esame dello schema di documento conclusivo.
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 2 ,
Bertorotta Ornella ... 2 ,
Mattesini Donella ... 5 ,
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 8 ,
D'Incecco Vittoria (PD) ... 9 ,
Padua Venera ... 9 ,
Silvestro Annalisa ... 10 ,
Razzi Antonio ... 10 ,
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 10
(La seduta termina alle 14.30) ... 10
ALLEGATO: Documento conclusivo approvato dalla Commissione ... 11
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA
La seduta comincia alle 13.50.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
Esame dello schema di documento conclusivo.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla prostituzione minorile, l'esame dello schema di documento conclusivo.
Ricordo che il documento in esame rielabora e conclude il lavoro svolto dalla Commissione a partire dal 4 marzo 2014, che si è sostanziato nello svolgimento di circa diciotto audizioni che hanno riguardato sia soggetti istituzionali sia rappresentanti del mondo dell'associazionismo e del volontariato.
Il testo proposto dalle relatrici, le senatrici Mattesini e Bertorotta, conclusioni comprese, vi è stato trasmesso. Si tratta di un lavoro sicuramente importante, per il quale, a nome di tutta la Commissione, voglio ringraziare le relatrici. Il testo è stato inviato ai componenti della Commissione al fine di raccogliere ulteriori eventuali proposte di integrazione e modifica, che comunque ad oggi non sono pervenute.
Lasciatemi dire che credo che questo nostro lavoro rappresenti davvero uno strumento di conoscenza, che poniamo al servizio dell'opinione pubblica e del Paese.
Prima di cedere la parola per l'illustrazione e per il dibattito alle relatrici, ricordo che ovviamente c'è ancora spazio per eventuali correzioni o integrazioni, anche in extremis.
Ringrazio tutti coloro che, a vario titolo, hanno reso possibile il completamento di quest'indagine importante, innanzitutto le relatrici, ma anche i colleghi, gli auditi e gli Uffici, che sono oggettivamente sotto pressione anche per l'attività di altre Commissioni.
Do la parola alle relatrici per l'illustrazione del documento.
ORNELLA BERTOROTTA. Ringrazio la presidente e i colleghi qui presenti. Questa indagine conoscitiva è stata molto ricca di audizioni. Abbiamo ascoltato vari soggetti e istituzioni che lavorano in questo settore.
La prostituzione minorile è un fenomeno notevolmente in crescita, per cui è necessario aggiornare la legislazione e tracciare delle linee che possano far sì che i dati sul fenomeno vengano incrociati e si possa intervenire in modo da agire principalmente sulla prevenzione.
Abbiamo svolto circa diciotto audizioni, dal Ministro della Giustizia al sottosegretario Ferri, da varie associazioni alla Polizia postale. Pertanto, il quadro è abbastanza completo.
Vorrei partire dalla caratterizzazione di questo fenomeno. Possiamo distinguere tre linee principali. La prima concerne la prostituzione minorile che origina all'interno delle famiglie fragili, con storie di vita familiare Pag. 3 difficili e contesti familiari gravemente disagiati, in special modo sotto il profilo economico, ove spesso è la stessa famiglia ad instradare il o la minore verso la prostituzione.
Accanto a queste realtà familiari se ne collocano altre che sono caratterizzate, invece, da famiglie che spesso finiscono per veicolare messaggi distorti, legati per lo più all'apparire, quindi alla povertà valoriale, contribuendo alla normalizzazione di alcune condotte dei minori contraddistinte da un interesse insano nei confronti del denaro.
A tal riguardo la Commissione sottolinea come i nuovi social network spesso svolgano un ruolo determinante in relazione all'adescamento.
C'è, infine, un terzo tipo di prostituzione che è legato ai flussi migratori, ovvero la prostituzione da tratta, che riguarda in particolar modo i minori stranieri non accompagnati, che vengono portati in Italia con il solo scopo di istradarli alla prostituzione.
Con riferimento a quest'ultimo tipo di prostituzione la Commissione sottolinea la necessità di potenziare l'accesso gratuito a terapie e percorsi di ausilio psicologico per le ragazze soggette a protezione sociale, che consenta loro di rielaborare e superare l'esperienza vissuta.
Inoltre, la Commissione sottolinea che non si possa assolutamente ritenere che ci sia una prostituzione minorile voluta, accettata dai minorenni. Spesso si dice che i ragazzi sono consenzienti e, quindi, il reato si riduce di importanza. Anche quando sembra che queste persone siano consenzienti e disponibili, in realtà, non si può non parlare di abuso, trattandosi comunque di minori.
A tal riguardo si sottolinea come le minorenni e i minorenni divengano tutti fungibili, deprivati della loro soggettività e strumenti finalizzati a soddisfare i bisogni di clienti affetti da evidenti forme di devianza sessuale.
La Commissione apprezza lo sforzo delle forze dell'ordine, che, come testimoniano diversi episodi di cronaca dell'ultimo biennio, hanno contrastato diversi giri di prostituzione.
Si ritiene di dover sottolineare l'esistenza e il potenziamento nel campo di un fenomeno ancora sottovalutato e poco stimato quale quello della prostituzione maschile.
La Commissione ritiene auspicabile la promozione di campagne di informazione sulla contraccezione. Torniamo a questo tema, che sembra vecchio, ma non deve essere abbandonato, visto che al consenso da parte di molti minorenni ad offrire prestazioni anche senza assumere adeguate precauzioni, consegue il rischio di un nuovo incremento del contagio delle malattie.
Riteniamo necessario intensificare il sistema di monitoraggio e di reporting a livello nazionale in capo all'osservatorio costituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, affinché, oltre ad elaborare il Piano nazionale per la prevenzione ed il contrasto dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori, gestisca anche la banca dati all'interno della quale debbono confluire tutte le notizie raccolte, al fine di acquisire informazioni costantemente aggiornate, data la continua evoluzione del fenomeno in oggetto.
La Commissione raccomanda che tale monitoraggio si svolga in collaborazione con le associazioni attive, con le forze dell'ordine, con le strutture scolastiche e sociosanitarie, nonché con le reti di genitori sensibili alle problematiche dell'infanzia e dell'adolescenza.
Si auspica anche la promozione di campagne informative volte alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica sullo strumento della denuncia.
Su questo punto la Commissione sollecita l'approvazione del Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori, predisposto per gli anni 2015-2017 dall'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Infatti, questo Piano non è stato ancora pubblicato, nonostante siamo già nel 2016. Pag. 4
La Commissione osserva che il nostro ordinamento si è andato dotando man mano di numerosi e incisivi strumenti, soprattutto del diritto penale. Si evidenzia come particolarmente significative siano le disposizioni introdotte dalla legge n. 172 del 1° ottobre 2012 di ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa siglata a Lanzarote.
A questo proposito la predetta legge ha modificato gli articoli 600-bis e 600-quinquies del Codice penale, inasprendo le pene.
Tuttavia, non mancano alcune criticità. Per esempio, mentre rimane espressamente escluso il ricorso al patteggiamento allargato sia per lo sfruttatore che per il cliente, il patteggiamento semplice, che non comporta la condanna alle spese processuali, non rimane escluso nei casi in cui ad essere punito sia il cliente, stante la previsione della pena della reclusione da un minimo di un anno ad un massimo di sei.
Si raccomanda l'elaborazione e l'adozione di progetti e l'implementazione dei metodi per migliorare le strategie di rieducazione dell'autore del reato.
Un ulteriore elemento di riflessione è la difficoltà emersa in sede processuale in merito al massiccio utilizzo della scusante dell'ignoranza dell'età della persona. Sappiamo che c'è già un tavolo di discussione presso il ministero e che si devono affinare le tecniche per riconoscere l'età di questi minori. In ogni caso, il fatto di avere un dubbio sulla minore o maggiore età del soggetto non deve costituire un modo per alleviare la pena.
La Commissione ritiene, in conclusione, che per stroncare il fenomeno della prostituzione minorile occorra procedere lungo tre vie direttive: il contrasto, la prevenzione e il sostegno.
Appaiono, infatti, di importanza strategica la creazione e lo sviluppo di veri e propri luoghi di ascolto, da mettere al servizio di adolescenti, famiglie, scuole e realtà educative.
A tal riguardo si propone un potenziamento del servizio dei consultori familiari. L'ascolto non dovrebbe essere limitato, secondo noi, ai soggetti vittime di eventuali reati, ma dovrebbe essere esteso anche ai genitori ed ai compagni di scuola, nonché ai docenti, che spesso sono i primi che, conoscendo i ragazzi e vivendo con loro ogni giorno, hanno la possibilità di evincere che c'è qualche problema. In tal modo si può intervenire in tempo.
La Commissione suggerisce altresì la promozione di una campagna di informazione sul gratuito patrocinio, affinché le persone offese possano ottenere la miglior difesa possibile.
Tra gli elementi che, secondo noi, sono particolarmente importanti c'è la prostituzione che si consuma sul web. La Commissione ritiene di evidenziare l'importanza dell'attivazione di profili-esca, sperimentata in passato dall'ospedale Fatebenefratelli di Milano, mediante i quali potrebbero essere facilmente intercettati i minori che si propongono per prestazioni sessuali, ma anche gli adulti che li adescano e conseguentemente ne abusano.
Un altro elemento è l'erogazione di moduli formativi e co-formativi al proprio personale da parte dei ministeri competenti (Giustizia, Interno, Salute, Istruzione, Lavoro e politiche sociali), al fine di garantire l'acquisizione delle necessarie tecniche di identificazione dei minori che si prostituiscono e dei gruppi sociali a rischio.
La Commissione invita a valutare la proposta di inserire delle discipline di psicologia dello sviluppo e dell'età evolutiva fra le materie oggetto delle prove scritte e orali per poter accedere ai concorsi per l'assunzione nelle forze dell'ordine, per la nomina o la conferma a giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni, nonché per la nomina del giudice minorile, così come per accedere a concorsi, a posti e a cattedre per il personale docente e a concorsi per gli assistenti sociali e per l'attribuzione di incarico libero-professionale di psicologo-psicoterapeuta per le strutture complesse di neuropsichiatria infantile.
Infine, la Commissione rileva l'esigenza non più rinviabile di istituire delle strutture di accoglienza. Appare opportuno dotare la magistratura minorile del potere ispettivo nelle comunità di accoglienza, non solo ai fini dell'adottabilità dei minori presenti, Pag. 5 ma anche al fine di verificare il rispetto degli standard minimi (sanitari, edilizi, educativi e di sicurezza).
Passerei ora la parola alla senatrice Mattesini, che ringrazio per lo spirito collaborativo con cui abbiamo svolto insieme questo lavoro. Sicuramente avrà ulteriori aspetti della bozza di documento in esame su cui soffermarsi
DONELLA MATTESINI. Ringrazio la presidente ed i colleghi per la presenza, la senatrice Bertorotta per l'illustrazione generale che ha fatto e per la sua collaborazione nel lavoro, che è stato particolarmente complesso, e gli Uffici per il loro operato.
Tengo a sottolineare innanzitutto che già durante la scorsa legislatura era stata svolta un'indagine conoscitiva sulla prostituzione minorile. Trovo che rispetto alla scorsa legislatura, forse perché il tema è emerso ancora di più in tutta la sua complessità, è stato possibile fare audizioni e, quindi, anche conclusioni molto più dettagliate e articolate e proposte abbastanza precise, che dovrebbero trovare rapidamente in Parlamento le risposte che meritano.
Nella relazione sottolineiamo che questo è un tema complesso e articolato, che va trattato con una metodologia che dovrebbe essere sempre utilizzata ma che lo è poco, cioè in modo integrato e complessivo. Infatti, possiamo e dobbiamo affrontare questo tema solo considerando nel contempo la prevenzione, la repressione, l'accoglienza, la presa in carico e la cura delle persone che si trovano in questa situazione.
Naturalmente, come scriviamo nella relazione, questo vuol dire che serve in primo luogo un lavoro sinergico tra tutte le istituzioni e tra tutte le professioni interessate, ovvero un lavoro integrato a livello istituzionale ed a livello professionale.
Le istituzioni interessate a livello nazionale nonché a livello locale sono esattamente i ministeri, perché c'è un tema che riguarda la scuola, quindi il Ministero dell'Istruzione, c'è il tema delle politiche sociali, che coinvolge il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, e c'è la repressione, che chiama in causa il Ministero degli Interni, ma anche quello della Giustizia.
Ciò naturalmente vuol dire che, a cascata, noi dobbiamo fare la stessa cosa nei territori. Per esempio, l'auspicio è che a livello territoriale, oltre che a livello nazionale, ci siano protocolli di intesa e un lavoro comune che possano tradurre le indicazioni in operatività, così come è avvenuto per la questione della lotta alla violenza di genere. Questo deve essere realizzato a livello nazionale e anche a livello locale.
Peraltro, queste cose vanno fatte contemporaneamente, perché bisogna lavorare allo stesso tempo sulla prevenzione e sugli altri aspetti prima richiamati. La prevenzione infatti vuol dire mille cose. Per esempio, come scriviamo nella relazione, vuol dire un grosso sostegno, in primo luogo di carattere culturale, alla genitorialità.
Il sostegno alla genitorialità, peraltro, è stato un tema fondamentale anche del nuovo Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, perché abbiamo a che fare con famiglie sempre più distratte da tante problematiche, ma anche con famiglie che, nonostante abbiano un'attenzione nei confronti dei figli adolescenti e bambini, si trovano spesso senza gli strumenti conoscitivi e di capacità relazionale.
Per esempio, come ci hanno riferito ripetutamente e in modo molto dettagliato la Polizia postale e lo stesso Sottosegretario alla Giustizia, il web è utilizzato quale strumento di adescamento maggiore. I genitori quanto conoscono il web? Quanto sanno accompagnare i figli nell'uso corretto del web?
Noi abbiamo davvero bisogno di un sostegno alla genitorialità, inteso come sostegno alla conoscenza dell'uso di alcuni strumenti, ma anche come sostegno per saper trovare le modalità relazionali, in primo luogo di ascolto, ma anche di interlocuzione con i figli. Non possiamo lasciare soli questi genitori.
Questo, in fase di prevenzione, vale per tutti i vari aspetti, anche per il cyberbullismo. Pag. 6 Si tratta di un rafforzamento della genitorialità, che naturalmente vuol dire essere capaci di capire in tempo, ma anche accogliere il problema quando emerge.
Nel contempo, ciò vuol dire poter sostenere i genitori e non solo loro. Infatti, abbiamo sottolineato che, in tema di prostituzione minorile, sempre più spesso coloro che sfruttano sono altri minori.
Noi abbiamo il dovere di organizzare servizi e attività, in modo tale che ci siano l'accompagnamento psicologico e l'accoglienza di entrambi. Abbiamo bisogno davvero di fare questo, non affidandolo soltanto alla rete dei servizi sociali laddove ci sono (qualche volta, purtroppo, non ci sono), ma facendone parte attiva anche la famiglia.
Infatti, questo problema si supera se c'è una famiglia in grado di essere coinvolta e di essere accompagnata. Penso alla fatica di un genitore nel confrontarsi con un problema di questo tipo.
C'è un tema di carattere culturale, che passa in primo luogo attraverso la formazione e il sostegno alle famiglie, ma anche attraverso un processo culturale che noi dobbiamo riattivare.
Il tema della sessualità, del rapporto con il proprio corpo, della libertà di se stessi è scomparso dal dibattito politico e dall'attività istituzionale. Non si parla più di sessualità. Stanno morendo, laddove esistono, i consultori, che erano i luoghi fondamentali che accoglievano tutta la famiglia, minori e genitori.
Abbiamo bisogno che la politica si riappropri di questi temi e che le istituzioni li riportino all'interno della propria attività, perché dobbiamo lavorare su questo.
Infatti, esiste anche una «prostituzione» legata ad una serie di disvalori nelle famiglie stesse. Ci sono stati raccontati sia dalla stampa che nelle audizioni casi sporadici di famiglie che accompagnano, sostengono e spingono i propri figli alla prostituzione. Ci hanno raccontato episodi, abbastanza pesanti, di spesa portata in casa in cambio di favori sessuali. L'attività di sostegno alle famiglie va anche in questo senso.
C'è anche una prostituzione che nasce in famiglie apparentemente attente all'educazione ed all'accudimento dei figli. Questa apparenza si sgretola perché in realtà c'è un valore importante dato ai soldi, che vengono prima di tutto, ed al possesso, tant'è che ci sono tantissimi ragazzine e ragazzini, come ci hanno raccontato e come abbiamo letto sulla stampa, che mostrano un interesse insano nei confronti del denaro, al punto da avere una percezione deformata dello scambio di prestazioni sessuali con i soldi.
Questo naturalmente è un tema importante, che peraltro segnala l'esigenza che la prevenzione si accompagni ad un lavoro di promozione valoriale della scelta libera su se stessi e di una concezione del proprio corpo, di cui ognuno dispone, ma deve poterne disporre in modo libero e consapevole, non attraverso un humus culturale che spesso porta a questi episodi.
Sempre in termini di valori, ci sono stati processi e c'è anche un atteggiamento morboso da parte della stampa quando affronta questo tema. Sto pensando ai talk show della domenica pomeriggio e ad altre trasmissioni, dove si raccontano situazioni terrificanti, come avviene per molte altre cose, con l'atteggiamento di chi vuole indagare, di chi non ha rispetto, di chi cerca la notizia.
Noi abbiamo bisogno che questo atteggiamento cambi. Abbiamo bisogno anche di un'alleanza con i mezzi di comunicazione, che devono riportare il minore ad essere centrale come soggetto di diritto e soggetto da rispettare e non da buttare in pasto ai media. Non mi riferisco al fatto che si scriva nome e cognome, come a volte capita, ma al fatto che il tema della prostituzione minorile deve essere affrontato in modo diverso.
Sto pensando a quanto è complicato, non solo per la stampa, ma anche per alcuni atteggiamenti che si sono rivelati dentro ai tribunali, come diceva la senatrice Bertorotta. Mi riferisco al modo in cui si rappresentano soprattutto le ragazzine, che magari dimostrano più anni di quelli che hanno. Questo fatto viene quasi percepito e rappresentato come se stesse a significare che le minori sono consenzienti. Un minore non deve mai essere considerato consenziente, perché è sempre una persona che ha bisogno di essere Pag. 7accompagnata e probabilmente deve ancora sviluppare il senso pieno del sé.
Per questo è importante, come diceva la senatrice Bertorotta, che nel documento rivediamo anche la questione del patteggiamento. Il patteggiamento, che non è ammesso per alcune tipologie ma è ammesso per altre, e la riduzione delle pene sono sempre basati sul fatto che la difesa di chi ha promosso la prostituzione o del cliente è quella di dire: «In fondo, lei era consapevole».
Il caso eclatante che ha portato a questo tipo di atteggiamento è stato quello delle ragazzine di Roma che si prostituivano, che erano consapevoli, che erano contente e che si sono anche arrabbiate quando sono state scoperte. Questo è diventato un elemento di giudizio su quelle ragazzine.
Nessuno ha riflettuto sul fatto che sono minorenni, che sono ragazzine, che crescono, in modo incolpevole, in un contesto culturale che le spinge esattamente ad avere quel rapporto insano tra il proprio corpo e la prostituzione. C'è un lavoro di grande impegno dal punto di vista culturale.
Inoltre, occorre considerare la prostituzione in tutta la sua complessità. Mi riferisco al tipo di famiglie di cui si diceva, alla questione dell'uso del web, alla prostituzione dei minori maschi, alla tratta dei minori, su cui noi dovremmo riflettere. Si sa che i minori non accompagnati in gran parte finiscono in questo tipo di percorso.
Lo diciamo in modo molto forte. Nelle conclusioni ringraziamo le forze dell'ordine, perché c'è sicuramente una diffusione di altro tipo, ma c'è una regia del mondo della criminalità organizzata, che ci sta facendo affari sopra. Dobbiamo denunciarlo e avere anche la capacità, nel percorso successivo, di intervenire efficacemente.
C'è un'altra questione importante di cui parlava la senatrice Bertorotta e che condivido pienamente. Questo tema farà parte anche dell'altra indagine conoscitiva che abbiamo avviato. Mi riferisco alla questione della salute dei minori. In gran parte queste ragazzine e questi ragazzini, anche perché hanno più soldi e non sanno neanche cosa voglia dire avere un rapporto sessuale protetto, sono lasciati a se stessi, nel senso che non c'è uso del profilattico. È emerso che tra questi ragazzini e ragazzine c'è un contagio abbastanza consistente.
Peraltro, l'età della prostituzione si abbassa sempre più, perché l'adescamento sul web provoca anche questo. Abbiamo ragazzini di dieci o dodici anni con malattie sessualmente trasmissibili. Questo non è possibile.
In questo caso parliamo di uno spaccato di società particolarmente disastrato, ma il tema delle malattie sessualmente trasmissibili riguarda tutto il mondo adolescenziale. Come abbiamo proposto nell'altra indagine conoscitiva, noi crediamo che uno degli impegni di prevenzione, ma anche di accoglienza, sia quello di potenziare una campagna di informazione permanente, con il rafforzamento dell'attività dei consultori, sulla questione della difesa del proprio corpo.
Infatti, in quell'uso consapevole, di cui si parlava poc'anzi, di una sessualità libera, c'è anche il tema di una sessualità che non faccia ammalare, soprattutto quando è legata a ragazzini e ragazzine di questa età e con queste difficoltà.
Inoltre, c'è il tema della possibile modifica del Codice penale, inasprendo le pene, ma anche prevedendo il superamento del patteggiamento, proprio per la ragione da cui origina, che è quella di denigrare e di rappresentare i giovani, soprattutto le ragazzine, come consapevoli, con tutto quello che ciò comporta anche in termini di percezione di se stessi da parte di questi ultimi e di danno dal punto di vista della costruzione del sé. Questo è un punto fondamentale.
Altrettanto fondamentale è il tema del sostegno. Una volta che questo fatto viene conosciuto ci deve essere quel percorso integrato di cui si diceva, senza interruzioni tra la prima accoglienza, l’iter giudiziario e il dopo. Ci deve essere una filiera di sostegno, per cui la presa in carico da parte degli assistenti sociali e degli psicologi deve essere costante prima, durante e dopo il processo.
Spesso dopo il processo i ragazzini, in particolare quelli non accompagnati, vanno in comunità e altre volte tornano in famiglia. Che siano in comunità o in famiglia, deve esserci un accompagnamento psicologico che non lasci soli le famiglie e i ragazzi. Pag. 8
Siccome stiamo svolgendo anche un'indagine conoscitiva sui minori fuori famiglia, appare necessario un ragionamento nazionale che ristabilisca criteri diversi, come del resto aveva già proposto il Garante per l'infanzia.
Ci sono anche leggi già presentate in Parlamento. Sto pensando a quella depositata alla Camera da parte dell'onorevole Antezza. Noi dobbiamo sostenerle, perché c'è la necessità di trovare criteri, anche sul personale e sulle modalità, affinché le comunità siano il più possibile, non soltanto luoghi d'accoglienza, ma anche luoghi nei quali ognuno trovi una risposta personalizzata rispetto al proprio problema.
Ci sarebbero tante cose da dire, ma rischierei di dilungarmi troppo. In conclusione, è stato un lavoro importante. Penso che se tutti i gruppi parlamentari, ognuno per proprio conto, decidessero di darvi seguito, dopo l'iniziativa di presentazione nei territori, anche con un'attività all'interno del Parlamento, faremmo una cosa utile. Infatti, parlando in questo caso di prostituzione minorile, per essere capaci di fare prevenzione e poi repressione e accoglienza, tocchiamo una serie di mondi, che sono quelli che peraltro si lambiscono sempre quando parliamo di minori.
Penso che questo sia un lavoro importante, che può davvero aiutare tutti a fare un passo in avanti rispetto al silenzio che c'è intorno a questo tema. Quando non c'è silenzio, c'è un atteggiamento morboso da parte dei mezzi di comunicazione e delle persone.
Questo è un tema che riguarda soprattutto la responsabilità di noi adulti. Penso che noi, proprio perché siamo parlamentari e siamo adulti, abbiamo in primo luogo il dovere di far sì che su questi temi si lavori in modo continuativo, non soltanto perché abbiamo svolto l'indagine conoscitiva.
PRESIDENTE. Grazie. Credo che appaia evidente a tutti che il documento sul quale le nostre colleghe hanno lavorato sia ricco di spunti e di testimonianze e non nasconda l'opportunità di comprendere il fenomeno entro un modello interpretativo unitario.
Nel nostro Paese, come abbiamo visto, in condizioni e per motivi diversi, si prostituiscono minori sia italiani che immigrati, rom e stranieri non accompagnati, tanto maschi quanto femmine. Anche per questo, non è facile dare delle cifre, ma l'impressione quasi unanime degli auditi è, come avete letto, di una netta crescita, soprattutto in alcuni territori.
Di fronte a questa complessità, occorre una strategia diversificata e integrata, che, oltre a prevedere adeguamenti del sistema repressivo, punti soprattutto su strumenti di prevenzione e di sostegno alle vittime, come abbiamo sentito.
Di suggerire una molteplicità e varietà di risposte si è fatto carico il documento approntato dalle senatrici Bertorotta e Mattesini, che hanno utilmente raccolto le sollecitazioni provenienti in particolare dal mondo del volontariato.
Tra gli interventi di prevenzione e sostegno suggeriti, come abbiamo detto, vi sono i corsi di formazione per sviluppare la genitorialità responsabile, iniziative di formazione che passino attraverso la scuola, misure finalizzate alla tutela dei minori sul web, una campagna sul gratuito patrocinio per garantire alle persone offese la miglior difesa possibile, l'incremento delle aule protette e specifiche disposizioni processuali che consentano di assumere la testimonianza del minore, sempre in modalità protetta, anche durante le indagini preliminari, oltre al potenziamento delle strutture di protezione e di tutela sul territorio.
Condivido la valutazione positiva sui numerosi e incisivi strumenti di cui si è dotato il nostro ordinamento penale per reprimere e in parte prevenire i gravi reati connessi all'abuso sui minori, peraltro senza trascurare il profilo dell'assistenza alle vittime.
Condivido, inoltre, la segnalazione sugli effetti negativi del patteggiamento semplice applicato al cliente di prostitute o prostituti minorenni. Anche se ritengo difficile eliminare questa criticità senza alterare l'equilibrio del sistema: occorre assolutamente intervenire su questo fronte.
Dalla lettura del documento esce rafforzata nel complesso l'impressione che, per contrastare efficacemente la piaga della prostituzione minorile, si debba esercitare il massimo sforzo essenzialmente sul fronte della prevenzione, del sostegno alle vittime e Pag. 9alle loro famiglie e della protezione dei minori come restituzione di opportunità di vita, che la crudeltà e l'indifferenza degli sfruttatori avevano negato.
Per tutti questi motivi, annuncio il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia e invito i colleghi che volessero fare dichiarazioni di voto a intervenire.
Ricordo che le senatrici Filippin, Ferrara e Albano hanno già dichiarato il loro voto favorevole, anche se ora hanno dovuto assentarsi.
VITTORIA D'INCECCO. Condivido integralmente la relazione fatta dalla nostra capogruppo, la senatrice Mattesini, ma anche quella fatta dalla sua correlatrice, perché mi sembra che abbiano lavorato all'unisono. Di fronte ad un tema come questo, che ci parla di una piaga sociale, non si può non essere d'accordo sugli interventi che si vanno a coordinare e a preparare.
Credo che, come diceva giustamente la senatrice Mattesini, ci sia bisogno di un'azione integrata e multidisciplinare. Le varie istituzioni devono essere dei nodi di rete che si uniscono, quando si riesce a capire dove sta il disagio e qual è la causa. Anche gli insegnanti, i genitori, le forze di polizia e tutti gli altri soggetti, ognuno nel suo ruolo e per le proprie specificità, possono giungere ad un punto di raccordo per trovare delle soluzioni giuste, che sono quelle che voi avete già indicato nel documento e che il Partito democratico sicuramente condivide.
Pertanto, annuncio il voto favorevole del Partito democratico.
VENERA PADUA. La mia non è una dichiarazione di voto, perché la nostra capogruppo si è già espressa. Vorrei soltanto ringraziare anch'io tutta la Commissione ed in particolar modo le relatrici per aver acceso alcune luci.
Speriamo che resti viva e che aumenti sempre di più la luce accesa dalla discussione e dall'impegno serio che questa Commissione ha portato avanti, perché è nel buio di tutti i giorni che si annida il dramma della prostituzione minorile. Tutti noi, operatori e operatrici che lavoriamo nell'ambito sociale, sanitario o educativo nella quotidianità, spesso abbiamo avuto il sentore che troppo debole è la risposta di noi cittadini. Dunque, è bene che si accendano i riflettori.
Si faccia luce davvero, perché nessuno ha il coraggio di alzare la voce. Abbiamo prima di tutto il dovere di denunciare e poi di vedere se veramente il sospetto corrisponde a verità o meno. Occorre incoraggiare i cittadini ad essere cittadini. Diciamolo.
Ha detto bene la nostra capogruppo: abbiamo il dovere che deriva dalla responsabilità di essere adulti, noi a maggior ragione perché siamo qua e abbiamo l'onore di vivere questo momento in questa istituzione.
Come ho affermato più volte in questa Commissione, credo che sia assolutamente importante potenziare i consultori. Questo è già stato detto e scritto, ed anche la Ministra della salute in altra occasione l'ha riportato, ma non mi stanco di ripeterlo: il nostro Paese ha una struttura molto preziosa, i consultori, che hanno una diffusione capillare in tutto il territorio nazionale, ma vanno potenziati. Inoltre, vanno sostituiti i colleghi che vanno in pensione, mentre ora ciò non avviene.
Se non vogliamo che questa risulti una magnifica accensione di luce e poi non se ne parli più – e noi non lo vogliamo – dobbiamo chiedere con forza che il lavoro consultoriale venga potenziato.
Il consultorio serve al piccolo che nasce e che può essere accompagnato in un percorso di crescita; serve alla donna, al papà e alla coppia che può fare il corso prematrimoniale; serve durante l'accompagnamento in gravidanza e dopo. Serve a dare questo sostegno alla genitorialità che altrimenti non si saprebbe dove andare a prendere.
Tutti noi ci rendiamo conto della fragilità dei genitori di oggi e della difficoltà che c'è adesso; non è semplice. I genitori sono lasciati soli, per cui non ci dobbiamo scandalizzare del fatto che non ascoltino i figli; magari li sentono, ma non li ascoltano. Non voglio demonizzare nessuno. Se osservate qualunque scena anche tra di noi, vi rendete conto che a volte ci parliamo, mentre ognuno utilizza degli strumenti digitali, per cui non ci si ascolta. I genitori sono diseducati all'ascolto. Noi dobbiamo fare un lavoro molto prezioso. Sembra semplice e forse banale, Pag. 10 ma non è così. È da lì che bisogna cominciare: il sostegno alla genitorialità.
Continuo a dirlo, ed ho presentato anche un disegno di legge in questo senso, perché credo che il primo passo sia il potenziamento dei consultori.
Il secondo passo è l'accompagnamento dei minori che vengono riconosciuti e magari allontanati dalla famiglia, che a volte non ha il coraggio di guardare e cercare, perché spesso non si ha il coraggio di vedere. I minori vengono allontanati, ma da lì in poi come sono accompagnati? Chi segue davvero questi bambini?
Abbiamo letto quello che avete scritto nella relazione: spesso sono gli stessi minori a portarne altri alla prostituzione, perché quelli sono i loro modelli educativi, non ne conoscono altri.
Dunque, non si può soltanto allontanare questi minori e lasciarli lì, ma occorre accompagnarli in un percorso di consapevolezza e di elaborazione di quella che è la violenza più grave e più bieca che si possa esercitare.
Questo fenomeno non riguarda soltanto alcune fasce sociali, come abbiamo visto anche nella relazione sulla povertà, ma riguarda tante famiglie che non vogliono vedere, tante famiglie in cui questo ormai non viene vissuto come disvalore, in una pseudo-consapevolezza di libertà che in realtà non è tale.
Di conseguenza, il nostro compito è molto importante. Vi prego – lo dico innanzitutto a me stessa – di far sì che di questo si parli e che si facciano delle scelte consequenziali. Se ne parliamo soltanto tra di noi, abbiamo fatto un buon lavoro e finisce lì. Se, invece, vogliamo che ciò produca delle azioni positive, bisogna portarlo all'esterno, parlarne e fare le scelte necessarie perché ciò diventi realtà.
Vi ringrazio e vi chiedo scusa perché devo andare via.
ANNALISA SILVESTRO. Presidente, vorrei annunciare il mio voto favorevole e ringraziare per l'ottimo lavoro. Devo lasciarvi, perché devo raggiungere un'altra Commissione.
ANTONIO RAZZI. Presidente, lei ha già annunciato il voto favorevole del gruppo di Forza Italia. Faccio i complimenti alle due relatrici. Vorrei ricordare che l'anno scorso ho presentato un'interrogazione al ministro Orlando, proprio per dirgli che sono contrario al patteggiamento per chi va con i minori, perché occorre salvaguardare questi ultimi.
PRESIDENTE. Non essendoci altri interventi, passiamo alla votazione dello schema di documento conclusivo in oggetto, ovviamente con l'auspicio che sia approvato all'unanimità, tenuto conto dell'impegno profuso dalle nostre due relatrici, che ringrazio a nome di tutta la Commissione.
Vorrei evidenziare come, in un momento in cui la politica viene tanto criticata per quanto è rissosa, rumorosa, litigiosa e inconcludente – non so più quali aggettivi utilizzare tra quelli che ci suggeriscono i giornali – la nostra Commissione ancora una volta ha dimostrato come per noi, al di là delle rispettabili posizioni di parte o di partito, prima di tutto venga, come deve essere, il tema di cui ci occupiamo.
Lavoriamo sempre in completa armonia e unanimità, perché abbiamo un solo obiettivo, che non è il nostro, di parte, ma è quello di cercare di garantire un contributo positivo ai più deboli tra i deboli, ovvero i bambini.
Pongo in votazione lo schema di documento conclusivo.
(È approvato all'unanimità dei presenti).
Nel ricordare, infine, che gli atti dell'indagine conoscitiva saranno presentati il 19 luglio prossimo, dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14.30.
ALLEGATO
Indagine conoscitiva sulla prostituzione minorile.
DOCUMENTO CONCLUSIVO APPROVATO DALLA COMMISSIONE
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