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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 35 di Martedì 7 novembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zampa Sandra , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SALUTE PSICOFISICA DEI MINORI

Audizione della dottoressa Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP).
Zampa Sandra , Presidente ... 2 
Dalla Ragione Laura , psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP) ... 2 
Zampa Sandra , Presidente ... 4 
Dalla Ragione Laura , psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP) ... 4 
Zampa Sandra , Presidente ... 5 
Dalla Ragione Laura , psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP) ... 5 
Zampa Sandra , Presidente ... 5 
Dalla Ragione Laura , psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP) ... 5 
Prina Francesco (PD)  ... 5 
Dalla Ragione Laura , psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP) ... 5 
Blundo Rosetta Enza  ... 5 
Dalla Ragione Laura , psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP) ... 5 
Zampa Sandra , Presidente ... 6 
Mattesini Donella  ... 6 
Blundo Rosetta Enza  ... 6 
Dalla Ragione Laura , psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP) ... 6 
Blundo Rosetta Enza  ... 6 
Dalla Ragione Laura , psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP) ... 7 
Blundo Rosetta Enza  ... 7 
D'Incecco Vittoria (PD)  ... 7 
Prina Francesco (PD)  ... 7 
Valdinosi Mara  ... 8 
Zampa Sandra , Presidente ... 8 
Dalla Ragione Laura , psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP) ... 8 
Prina Francesco (PD)  ... 9 
Dalla Ragione Laura , psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP) ... 9 
Blundo Rosetta Enza  ... 10 
Dalla Ragione Laura , psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP) ... 10 
Blundo Rosetta Enza  ... 10 
Dalla Ragione Laura , psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP) ... 10 
Zampa Sandra , Presidente ... 11 

ALLEGATO 1: Slide sui disturbi del comportamento alimentare dell'infanzia e preadolescenza ... 12 

ALLEGATO 2: Testo integrale dell'intervento della dottoressa Laura Dalla Ragione ... 51

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
SANDRA ZAMPA

  La seduta comincia alle 14.10.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Audizione della dottoressa Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla tutela della salute psicofisica dei minori, l'audizione della dottoressa Laura Dalla Ragione, che ringrazio molto per essere qui con noi oggi.
  Laura Dalla Ragione è una psichiatra e psicoterapeuta, dirige la Rete disturbi comportamento alimentare dell'Azienda sanitaria 1 dell'Umbria, è direttrice del numero verde SOS della Presidenza del Consiglio dei ministri, ed è presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso. A lei potremo rivolgerci anche noi alla fine di quest'audizione.
  Do la parola a lei, dottoressa, e di nuovo le rivolgo un ringraziamento per essere qui. Le chiederei, se possibile, di restare nei quindici minuti, in modo che i colleghi possano rivolgere delle domande. A lei la parola.

  LAURA DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP). Sono molto contenta di quest'audizione, perché è un tema che noi stiamo dibattendo, questo dei disturbi alimentari della prima infanzia, sia con le società italiane di pediatria sia con le società italiane di neuropsichiatria dell'adolescenza.
  Il problema principale, il fatto nuovo degli ultimi cinque anni, è che c'è un abbassamento dell'età di esordio dei disturbi alimentari, quindi abbiamo bambini di 8-10 anni che si ammalano di anoressia e bulimia. Questo è un fenomeno che non si verificava, se non raramente, fino a cinque anni fa, e che invece oggi vediamo con grande frequenza e ci pone grandi problemi. Ovviamente, intervenire su una bambina o su un bambino – riguarda anche i maschietti – con un problema di anoressia, quindi un grave stato di malnutrizione, ci produce poi dei grossi problemi sul piano proprio del progetto terapeutico.
  Di disturbi alimentari infantili in realtà ce ne sono diversi. Sono stati ormai classificati, ma ripeto che il fatto nuovo è che sono in grande aumento. Il cibo è diventato un nemico per gli adolescenti, ma anche per i bambini. Ed è difficile distinguere nel Pag. 3bambino piccolo, sotto i 10 anni in particolare, la patologia dalla normalità.
  Abbiamo una serie di dati che riguardano il 10 per cento, essenzialmente, della popolazione malata in questo momento in Italia, intorno ai 3 milioni di persone, quindi sono numeri importanti. Il 10 per cento è sotto i 14 anni. Stiamo parlando di una popolazione di 300.000 bambini e bambine sotto i 14 anni.
  È difficile intercettarli, perché purtroppo i pediatri non sono ancora così esperti, non immaginano che, se una bambina o un bambino non mangiano, lo facciano volontariamente perché vogliono dimagrire, quindi perché hanno già un'ossessione importante.
  Le complicanze fisiche di queste patologie sono grandi. Nel giro di sei mesi, per esempio, si instaura l'osteoporosi, anche in una bambina di 10 anni, e si blocca l'accrescimento osseo. L'intervento precoce è importantissimo. Purtroppo, ripeto che il ritardo nella diagnosi è molto frequente. Perché è difficile?
  La bambina non dice che non vuole mangiare perché vuole dimagrire. Dice, normalmente, che non ha fame, che non le va. Questo va distinto da una normale depressione o da altri tipi di disturbi.
  La ricerca multicentrica che abbiamo svolto è stata finanziata dal Ministero della salute e ci ha fatto vedere già quattro anni fa che il problema era in grande aumento. Abbiamo lavorato con strutture – poche, come poi dirò – che si occupano di disturbi sotto i 14 anni. Questa, tra l'altro, è una delle proposte, cioè si tratta di creare un osservatorio per capire che cosa sta succedendo e forse anche di rilanciare una ricerca nazionale, perché quella precedente diede dei frutti abbastanza importanti.
  Vado velocemente avanti per dire che un altro disturbo molto grave è quello della selettività dell'alimentazione.
  Questo è un disturbo che si vedeva anche prima. Il 20 per cento dei bambini ha delle restrizioni, delle selezioni, ma oggi ci sono delle strutturazioni per cui i bambini cominciano, ad esempio, a mangiare solo cose bianche, solo semiliquidi, fino a 10-12 anni, e questo è il fatto nuovo. Un 20 per cento di bambini che seleziona è abbastanza normale fino ai 4 anni, ma dopo, se il comportamento si struttura in modo rigido, vuol dire che sta succedendo qualcosa.
  In questo senso, c'è un fiorire di selettività e neofobia, nel senso che l'introduzione di cibi nuovi è molto difficile oggi per i bambini. I bambini tendono a mangiare tre, quattro, cinque alimenti, e farli cambiare è diventato complicato, anche perché c'è meno cura nell'alimentazione. I bambini spesso mangiano da soli, mangiano a scuola, e quindi poco cibo cucinato e molto già preparato. Ciò è legato, ovviamente, agli stili di vita dei genitori, e dunque è chiaro che certi comportamenti ne risultano molto favoriti.
  L'eziopatogenesi è importante perché il disturbo selettivo non trattato può determinare nell'adolescenza un'anoressia nervosa. È un altro lavoro che stiamo facendo, e la proposta è quella di pensare a una formazione per i pediatri su questo tema, perché ripeto che ancora non sono così esperti nel riconoscimento di certe patologie.
  Abbiamo una mappa con la distribuzione dei servizi italiani. C'è il sito del Ministero della salute. Sembrano tanti, questi servizi, ma non lo sono. Soprattutto, la maggior parte delle strutture non accoglie bambini sotto i 14 anni. Le strutture riabilitative che accolgono i pazienti sotto i 14 anni sono quattro. La maggior parte accoglie solo adolescenti sopra i 16 anni.
  La nostra rete di servizi è abbastanza completa, ma purtroppo in moltissime regioni – torno indietro – e anzi nella metà delle regioni italiane non ci sono reti complete. In alcune, come la Sardegna, il Molise, non c'è nulla, ma anche in Puglia. Il sud è veramente in questo momento un grosso problema, tant'è che c'è una migrazione verso il nord e verso il centro, e questo espone le famiglie a grossi stress, perché cominciano a fare 7-800 chilometri per far curare i loro bambini. Questo è sicuramente un elemento importante.
  Vi mostro l'eziopatogenesi per farvi capire che anche qui bisognerebbe impostare delle campagne di prevenzione. Al di là dei Pag. 4fattori di rischio oggettivi (la genetica, sicuramente fattori familiari, come genitori, molti, con tendenza a un certo tipo di alimentazione fitness, ma anche caratteristiche personologiche dei bambini che possono predisporre), ci sono alcuni fattori patologici che possono favorire, come il diabete di tipo 1 e la celiachia. Chiaramente, infatti, questi abituano il bambino a selezionare. Sicuramente, nei pazienti con diabete o celiachia è più favorito il disturbo alimentare.
  Quello che voglio dire, però, è che i fattori di rischio importanti sono in realtà quelli culturali. Il modello della magrezza è diventato un fattore importantissimo.
  Teniamo conto che c'è una serie di studi, fatti tra l'altro proprio con dei cartoon che anche noi utilizziamo, in cui giudizi stereotipati rispetto alle forme corporee compaiono intorno a cinque anni. I bambini già identificano la figura magra come quella migliore, come quella più buona, come quella più intelligente, già a cinque anni. Capite che è difficile poi da adulti, adolescenti, modificarla.
  Tra l'altro, questo determina un altro fatto importante: l'aumento dell'obesità infantile. L'Italia è il primo Paese in Europa per l'obesità infantile. Abbiamo superato la Grecia e la Spagna, ci sono regioni, come la Campania, la Puglia, la Basilicata, che hanno il 35 per cento di obesità infantile. Questo che cosa determina?
  Essendoci questa forte idealizzazione del corpo magro, il bambino grasso viene bullizzato sempre, massacrato nelle scuole. Una delle caratteristiche del bullismo nelle scuole oggi è quella relativa al peso. Il bambino o la bambina sovrappeso o obesa viene bullizzata sempre. Tutte le nostre pazienti ce lo raccontano, ce lo riferiscono.
  Vedete che qui c'è un test molto carino, fatto con Mickey Mouse: l'immagine grassa è scelta come amico solo dal 16 per cento dei bambini; l'immagine magra dal 40 per cento. Qui stiamo parlando di bambini intorno ai cinque anni. Già a quell'età c'è una caratterizzazione.
  Queste, per esempio, sono evidenze che ci fanno capire che è necessario intervenire molto precocemente su questi giudizi stereotipati già con campagne di prevenzione. Noi le stavamo facendo fino a poco tempo fa nelle scuole superiori, ma vanno fatte prima, perché tutto il modello culturale si struttura molto prima. Questo è importante, proprio perché c'è un aumento dell'obesità, dell'insoddisfazione corporea. Questo determina un lavoro importante da fare sia sui disturbi alimentari sia sull'obesità. Le campagne di prevenzione oggi vengono immaginate come fatte insieme.
  Un altro elemento importante è che nei bambini di quella fascia di età il disturbo alimentare si instaura anche come evento post-traumatico. Abbiamo visto anche in Umbria e nelle Marche, come in Abruzzo, nel 1997, dopo il terremoto, un aumento di disturbi alimentari. In questo momento, il disturbo alimentare si manifesta anche proprio come disturbo post-traumatico da stress.
  È una variazione rispetto alla patologia adolescenziale infantile di 10-15 anni fa, che poteva manifestare allora un disturbo depressivo, mentre oggi si manifesta più facilmente, soprattutto se la bambina è femmina, come disturbo alimentare.
  L'indicazione è quella di intervenire precocemente con campagne di prevenzione e migliorare i servizi per l'infanzia e la preadolescenza che si ammalano di queste patologie.

  PRESIDENTE. La ringrazio molto, dottoressa, anche per la capacità di trasmetterci un forte messaggio in così poco tempo.
  Colpiscono molto, questi dati, soprattutto per l'abbassamento dell'età. In effetti, se un comportamento si instaura a cinque anni, diventa ben difficile immaginare di correggerlo e di combatterlo.
  Forse potrebbe essere utile una parola in più proprio sul modello veicolato dalla madre, dalla televisione.

  LAURA DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare Pag. 5 e del peso (SIRIDAP). Noi avevamo fatto, nel 2014, una campagna col Ministero della salute proprio sulla prevenzione che riguardava quattro aree. Questi messaggi vengono veicolati, infatti, in quattro aree principali.
  La prima è la famiglia, ovviamente; la seconda è la scuola; la terza è la diet industry.

  PRESIDENTE. In che senso la scuola, nel senso degli insegnanti? Non credo.

  LAURA DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP). A scuola vengono veicolati nel gruppo dei pari. Le faccio un esempio.
  Il bambino obeso o grasso viene deriso, bullizzato, e non vengono ripresi i compagni che lo fanno. Questo è il problema generale del bullismo, ma in particolare per questo c'è proprio una forma di tolleranza, perché evidentemente si pensa che non sia così grave.

  PRESIDENTE. Delle scuole elementari ricordo un libro, per me infatti indimenticabile, sulla storia di Ciccio Pappo, uno che diventava grasso, a cui saltavano i bottoni della giacchetta. L'idea era che comunque sul grasso si fanno delle battute, così come anche su uno eccessivamente magro, ma in particolare sul grasso.
  È cambiato qualcosa, nel senso che è molto peggio?

  LAURA DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP). È molto peggio. Rispetto alla battuta al ragazzino cicciottello che veniva deriso con la battuta simpatica, oggi c'è proprio una fortissima irrisione, svalutazione, con anche una forte aggressività.
  A parte lo sviluppo del bullismo, che rappresenta un grande problema – tutte le storie delle nostre pazienti riferiscono una storia di bullismo – sicuramente c'è una maggiore enfasi su quest'aspetto. L'obesità oggi è un disvalore, in un certo senso è considerata una colpa, non una patologia, e l'espressione «sei ciccione» non viene considerata neanche un'offesa, non viene ripresa. Per chi lo è, però, è invece un momento di grossissima sofferenza.

  FRANCESCO PRINA. Qual è il quarto ambito?

  LAURA DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP). Sport. In realtà, sono cinque: sport, famiglia, scuola, mondo delle diete-diet industry, mass media.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Mass media?

  LAURA DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP). Sì, sono cinque le aree che sono state già abbastanza investigate.
  Il mondo della scuola in questo momento è coinvolto nelle campagne di prevenzione, perché i messaggi passano molto attraverso il gruppo dei pari. La scuola è, dopo la famiglia, la principale agenzia, la principale matrice delle idee dei ragazzi.
  Per il mondo dello sport il discorso è uguale. Volevamo coinvolgere anche il Coni su questo, perché in effetti il mondo dello sport è un grosso terreno di coltura per i Pag. 6disturbi alimentari. Ci sono sport che predispongono moltissimo, in cui viene chiesta la magrezza. Il mondo delle palestre è un terreno altrettanto minato. Anche quello andrebbe un po’ controllato, normato. Si tratterebbe di fare anche un lavoro di informazione a tutti coloro che hanno rapporti con i ragazzi.
  Sulla diet industry non c'è bisogno che vi dica che è difficile governare la marea di disinformazione presente. Arrivano informazioni di tutti i tipi, che andrebbero regolate in qualche modo. Purtroppo, non lo sono in questo momento. Senz'altro anche quello è un terreno propizio.

  PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  DONELLA MATTESINI. Ringrazio anch'io la dottoressa per la sua sintesi e la capacità di darci queste informazioni, anche profondamente emozionanti. Sappiamo che si impara con le emozioni, e lei ha avuto questa grande capacità, ma è andata così in fretta che io mi sono dimenticata una cosa, l'esperienza dell'Umbria. L'abbiamo chiamata anche perché voi avete diversi centri residenziali. Vorrei capire meglio quali sono.
  Soprattutto, giustamente lei ci ha raccontato di questi cinque ambiti, che sono fondamentali per l'intervento, ma le domando: i professionisti e i luoghi deputati, ad esempio, al sostegno alla famiglia, alla maternità, alla paternità, ci sono o non ci sono? Quali sono i vostri rapporti, in questo caso con i pediatri di base o con quello che rimane dei consultori?
  Continuiamo a fare delle cose, infatti, ma poi spesso capita, anche dalla mia esperienza toscana, che siano una somma di iniziative molto scollegate tra loro. Se sono da collegare i cinque ambiti, questo vale tanto più con chi ha il ruolo istituzionale di dover leggere, programmare e sostenere. Le chiedo se questo è un problema che lei ha individuato e, eventualmente, come l'avete risolto.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Anch'io ringrazio per quest'audizione e per quest'illustrazione che ci ha fatto veramente ampia di una problematica così delicata.
  Io sono consapevole del fatto che i disturbi alimentari sono anche una conseguenza di traumi. Io provengo dall'Abruzzo e ho vissuto in pieno il terremoto dell'Aquila.

  LAURA DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP). Sì. Lì ci fu proprio un picco epidemiologico.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Esatto. Sono un'insegnante di scuola primaria, quindi l'abbiamo proprio vissuto direttamente all'interno delle nostre scuole al rientro, dopo l'evento tragico del 2009.
  Io mi sono fatta promotrice anche per la legge n. 107 del 2015 (la cosiddetta Buona Scuola) del discorso dell'educazione all'alimentazione all'interno della scuola primaria. Facemmo un progetto proprio per tamponare ciò che stava accadendo: chiedo anche a lei quanto possa essere importante dare un'educazione all'alimentazione proprio in maniera strutturata e ben fatta all'interno delle scuole, in modo da poter indicare ai bambini anche gli aspetti importanti dell'alimentarsi bene e che cosa comporta una cattiva alimentazione.
  In quel senso, va recuperato il discorso che lei richiamava della colpa. Ricordo che con quel progetto avevamo anche tamponato la situazione della denigrazione. A quel punto, non c'era una colpa, ma semplicemente una cattiva abitudine. Bisognerebbe spostare un po’ l'asse sulla giusta modalità di alimentarsi e sulle cattive abitudini.
  Un altro aspetto mi interessa approfondire. Non so se abbia avuto anche modo di fare studi su questo, e cioè sui bambini istituzionalizzati.
  Quanto nei bambini istituzionalizzati si verifica una reazione di tipo alimentare? A volte, ci vengono anche segnalati: non mangiano Pag. 7 più, si chiudono e non vogliono più essere neanche avvicinati.
  Alimentarci è sicuramente un'esigenza fisica, ma molto passa a livello emotivo. Vorrei capire anche in quel senso come si potrebbe intervenire.
  Inoltre, mi interessa quello che ha detto riguardo allo sport.
  Effettivamente, abbiamo anche dei fondi stanziati per il Coni nella legge di bilancio. Raccolgo con molto piacere il suo appello.

  LAURA DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP). Sono due o tre anni che ci penso.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Noi abbiamo una grande influenza come mondo della scuola nel recuperare, nell'indirizzare, nel favorire, ma credo che il mondo dello sport non sia da meno, e anzi forse in alcuni casi lo sia di più, anche perché acquisisce un'autorevolezza che li proietta molto più direttamente verso il loro futuro, la loro autostima, il sentirsi competenti e così via, e si assoggettano completamente agli allenatori, agli istruttori, alle insegnanti di danza o altro.
  Anche questo forse è un campo in cui davvero si dovrebbero mettere dei paletti, dare delle indicazioni, delle norme. Potrebbe darci un'idea anche su che cosa sarebbe utile.

  VITTORIA D'INCECCO. Dottoressa, buongiorno e grazie mille per la semplicità con cui ha illustrato la relazione.
  Io sono un medico e, nonostante i miei 36 anni di attività di medico, tra l'altro di base – entro nelle case e conosco le realtà proprio più vere delle famiglie – ogni volta che sento persone come lei, che hanno la percezione vera di quello che accade a questi pazienti, mi spavento un po’ e mi chiedo da dove possiamo ricominciare.
  Come lei ben diceva, bisognerebbe ricominciare dalla ricostruzione vera delle famiglie. Purtroppo, non c'è più una casa in cui una famiglia si riunisca a pranzo e a cena. La mamma va in palestra, il padre ha una riunione. I ragazzi non hanno più punti di riferimento, e quindi gli esempi non ci sono più e non riescono più a capire quale sia la regola.
  Il rispetto e l'educazione che prima si insegnavano adesso sono un po’ elastici, per non dire altro, anche nelle scuole. I ragazzi non hanno più per gli insegnanti il rispetto e l'educazione che avevano prima, non seguono i loro consigli, e anzi a volte fanno esattamente il contrario. È un impegno grande, quindi, che coinvolge tutti, non solo le istituzioni. Credo che ognuno di noi nel proprio piccolo dovrebbe fare qualcosa.
  Nello specifico, le chiedo: quali servizi sono dedicati all'accompagnamento dei bambini dai 4 anni e fino a quale età? Com'è l'approccio, la presa in carico, fino alla soluzione o al miglioramento? Che cosa possiamo fare per il sud? Voi avete questa rete, ma si potrebbe pensare di fare qualche altra cosa?

  FRANCESCO PRINA. Le domande potrebbero essere davvero molte. Grazie, innanzitutto, per l'esposizione.
  Cominciamo dalle diete. Esistono infinite diete, ormai: una legislazione che imbrigli questa possibilità infinita di proporre diete esiste, non esiste? Si può dire tutto e il contrario di tutto sulle diete, ormai, si può veicolarle attraverso i media, attraverso modelli comunicativi in un modo infinito e incontrollato. Anche da questo punto di vista, io penso che dobbiamo porre attenzione.
  Gli alimenti cucinati e gli alimenti già preparati: delle famigerate merendine contengono una grande percentuale di alcol. Io sono in Commissione Agricoltura e ci siamo occupati anche un po’ di questo. Sappiamo tutti che nell'infanzia queste merendine sono molto diffuse, mentre è poco diffusa un'alimentazione di tipo naturale, per esempio la frutta, nelle scuole, ma ci sono i distributori automatici di merendine. Magari Pag. 8 mettiamoci anche da questo punto di vista un po’ di testa e un po’ di legge.
  Il modello culturale è quello di una vita sedentaria, dei videogiochi, del pc e altro per i nostri ragazzi. Il cortile ormai è sostituito da questo tipo di attività, che prevalgono, e da tantissimo altro, ma ho capito dalla sua esposizione che poi ci sono dei casi estremamente difficili, la bulimia, l'anoressia e così via. Come intervenire? Questa è una problematica che ci interpella.
  Questa distinzione tra nord e sud è dovuta alla rete sanitaria diversificata o a una diversa cultura delle famiglie, della scuola? Vorrei capire se la prevenzione attraversa le reti sanitarie deficitarie del sud rispetto a quelle del nord.

  MARA VALDINOSI. Avrei tantissime domande, ma naturalmente mi devo limitare.
  Sono molto convinta, insieme alla dottoressa Dalla Ragione, che la questione principale di rischio sia quella culturale. Da questo punto di vista, vorrei chiederle che cosa pensa della legislazione recente della Francia, che ha previsto di delimitare fortemente anche il modello culturale che deriva dalle sfilate di moda, dalle modelle, del fatto di limitare l'età e la magrezza eccessiva delle modelle, dei modelli, o di chi comunque è punto di riferimento anche estetico per le ragazze e i ragazzi.
  Vorrei anche chiederle se ci può segnalare qualche buona e positiva pratica sul tema prevenzione nelle scuole. Credo che sia una questione molto rilevante.
  Avremmo bisogno di capire meglio. Prevenzione può voler dire molte cose. Può voler dire fare un incontro, ma io penso che non possa essere sufficiente. Credo che ci debbano essere molti contenuti attorno alla questione della prevenzione nelle scuole, tra le altre cose, ad esempio, la diffusione maggiore della distribuzione della frutta, che è pure un esperimento che è stato avviato, che si sta facendo, al posto delle merendine.
  Come mamma, ad esempio, sono stata molto colpita quando mio figlio era piccolino e guardavamo insieme i cartoni: nelle trasmissioni per i bambini l'industria della dieta colpisce molto forte, gli intervalli pubblicitari sono quasi tutti dedicati alla vendita, alla promozione di questo tipo di alimentazione. Penso che su questo dovremmo fare un ragionamento insieme ai mass media e ai grandi diffusori della televisione, a partire dalla Rai.
  Vorrei anche segnalare che è vero che c'è un grossissimo deficit al sud, ma anche al nord, dal mio punto di vista. Io vengo da una regione molto avanzata, l'Emilia-Romagna, sicuramente sul piano della sanità appunto avanzata, ma so che, per quanto riguarda i disturbi del comportamento alimentare, anche nelle regioni del nord, nelle regioni avanzate, bisogna fare dei passi in avanti. Sottolineerei quest'aspetto.

  PRESIDENTE. Do la parola alla dottoressa Dalla Ragione per la replica.

  LAURA DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP). Relativamente alla prima domanda, sul rapporto tra la rete e i servizi specialistici, se ho ben capito, sicuramente la rete comprende diversi livelli di assistenza.
  Quello ambulatoriale è il livello basico, ma alla fine anche quello principale. Fortunatamente, non tutti hanno bisogno di ricovero.
  Poi c'è il livello semiresidenziale, un livello di intervento un po’ più intensivo, che per esempio prevede un'assistenza, ma le ragazze e i ragazzi poi tornano a dormire a casa.
  C'è l'ospedalizzazione per il cosiddetto ricovero salvavita. Esiste la necessità, in alcuni momenti, del ricovero perché la bambina, il ragazzino o la donna – possono essere anche adulte – presentano una grave malnutrizione.
  Poi ci sono le strutture riabilitative, come la residenza Palazzo Francisci o il centro DAI (disturbi da alimentazione incontrollata), in questo caso strutture in cui si fa riabilitazione, quindi extraospedaliere. Pag. 9
  Tutte queste strutture si incastrano con il territorio, senza il quale sarebbero come cattedrali nel deserto. È evidente che la diagnosi precoce poi viene garantita dagli stakeholder, cioè da chi per primo intercetta le persone che hanno questo problema, i ginecologi, i pediatri, i consultori. L'amenorrea, ad esempio, è uno dei primi sintomi, e arriva al consultorio, al ginecologo, al medico di base. Sicuramente, tutti questi aspetti sono quelli che ci garantiscono la diagnosi precoce e la tempestività dell'intervento.
  Tra l'altro, la prognosi è collegata direttamente alla precocità dell'intervento. Tutta la letteratura ci dice che, se si interviene nel primo anno di storia della malattia, per la guarigione oggi siamo confortati da ottimi risultati. Arriviamo, però, troppo tardi. Questo è un dato importante.
  Rispondo all'ultima domanda, che si aggancia a questo, e di cui altre persone hanno domandato.
  La carenza è sulla rete sanitaria, punto. Teniamo conto che il disturbo alimentare è un'epidemia sociale, scoppiata in Italia alla fine degli anni Novanta. Noi abbiamo i dati dell'Osservatorio, e alla fine degli anni Novanta scoppia l'epidemia, che comincia a riguardare il 10 per cento della popolazione femminile tra 12 e 25 anni. Questi sono dati del Ministero della salute.
  Stiamo parlando di una popolazione che progressivamente poi si è allargata alle fasce infantili, ai maschi, alle persone più adulte. Oggi, sono 3 milioni le persone ammalate.

  FRANCESCO PRINA. A che percentuale corrisponde?

  LAURA DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP). Il 10 per cento nella popolazione femminile tra 12 e 25 anni, ma teniamo conto che è un numero sottostimato, perché qui abbiamo le bambine di 8 anni che si ammalano e le persone che si ammalano anche a 30 anni, è cambiato molto.
  La carenza di strutture si accompagna a un'omogeneità dal punto di vista epidemiologico, cioè non c'è distinzione tra una regione e l'altra. Lo stesso numero, la stessa percentuale che è in Campania, è anche in Sicilia, in Lombardia, in Veneto. È uguale. A fare la differenza sono le strutture, che in alcune regioni ci sono e in altre no.
  È vero che non si tratta solo del sud. Il Lazio, ad esempio: Roma non ha una struttura, e sono 4 milioni di abitanti. Le ragazze di Roma vengono a ricoverarsi a Todi, e questa è un'assurdità. Non c'è a Roma una struttura riabilitativa. Ci sono le cliniche psichiatriche, ci sono gli ospedali salvavita e gli ambulatori, pochissimi, pubblici, tre in una città di 4 milioni di abitanti. Stiamo parlando di una discrepanza di assistenza enorme. Il Piemonte, per esempio, non ha una rete completa di assistenza. L'Emilia-Romagna adesso ha recuperato abbastanza, quindi ha quasi una rete completa, ma ripeto che c'è stato un aumento rapidissimo.
  Questo disturbo in dieci anni è aumentato del 300 per cento. Non si è mai vista una patologia psichiatrica aumentare così. La depressione negli anni Ottanta è aumentata, ha avuto un picco, poi si è fermata. Oggi abbiamo la stessa percentuale di depressione che avevamo negli anni Ottanta. Per questi disturbi alimentari non è così. Le proiezioni che abbiamo visto dell'Organizzazione mondiale della sanità ci dicono che i prossimi cinque anni continuerà ad aumentare, perché i fattori di rischio purtroppo sono tantissimi e noi possiamo intervenire molto poco in questo momento.
  Le campagne di prevenzione a cui lei si riferiva sono molto delicate. In realtà, la prevenzione in questi disturbi non è l'informazione. Ad andare nelle scuole a parlare di anoressia e bulimia, si può essere certi che l'anno dopo ci saranno più casi. Quando si comincia a spiegare alle ragazze che ci si può abbuffare e vomitare, l'anno dopo hanno imparato tutti. Non significa assolutamente parlare di questo, esattamente Pag. 10 come nelle tossicodipendenze, nell'alcolismo.
  Significa lavorare sui fattori protettivi: sana alimentazione e stili di vita, modelli culturali, modelli di bellezza, alfabetizzazione emotiva.
  Il problema è che i ragazzi hanno una sorta di analfabetismo dal punto di vista emotivo. Se sono annoiati, se sono arrabbiati, mangiano, come bevono, come hanno altre dipendenze. Per proteggerli, in questo momento le campagne (non solo in Italia, ma in Canada, in Inghilterra, dove il problema è sorto molto prima) sono tutte incentrate sui fattori protettivi.
  Il discorso di intervenire sui modelli culturali funziona, certo. La Francia è intervenuta su una cosa che anche in Italia tentammo di fare, senza successo. Nel 2012, mi pare, ci fu la proposta di intervenire sulle case di moda, ma fu totalmente bocciata. Nessuna casa di moda, nessuna marchio accettò questo discorso, ma alcune misure, come il certificato medico delle modelle, si potrebbero chiedere, perché molte di queste ragazze sono malate, non c'è niente da fare. Si potrebbe chiedere di non far sfilare ragazze di 13 anni, si potrebbe chiedere un certificato medico, esattamente come si chiede in palestra. Senz'altro, questo funziona. Giudico l'educazione alimentare positiva, nel senso che sicuramente è un fattore protettivo.
  Sul discorso dell'alimentazione circolano, come diceva lei giustamente, moltissime bufale. Su questo si può intervenire poco, relativamente. Ho visto, l'altra sera, il dottor Lemme in televisione e sono inorridita. Il dottor Lemme è un dietologo, un farmacista, che propaganda una dieta per la quale non bisogna fare attività fisica, ma mangiare di tutto e di più. Va, però, in televisione, e comunque si trasmettono messaggi molto negativi.
  Potremmo prevedere una normativa perlomeno per i canali pubblici della televisione, ma è difficile bloccare quest'informazione. Si riesce più a lavorare dando ai ragazzi e alle ragazze, agli insegnanti e alle famiglie una sana informazione.
  Quanto al rapporto con lo sport, quello secondo me può essere un buon canale. Il Coni andrebbe coinvolto. Noi l'abbiamo fatto a livello regionale, ma andrebbe fatto anche a livello centrale.
  Purtroppo, nel Coni non rientra la danza, altro grande problema, che è fuori da tutte le federazioni. Non si capisce perché, ma chiunque può aprire una scuola di danza. La danza, tra l'altro, è uno degli sport più a rischio. Come ci hanno detto, il 60 per cento delle ballerine professioniste è in amenorrea, sottopeso e da triade dell'atleta (mancanza di energia, per disturbi alimentari o eccessivo sforzo fisico; amenorrea; osteoporosi). Sono tutte ragazze con uno squilibrio dal punto di vista medico. Questo è un dato statistico, ma lì non possiamo intervenire, unico Paese in Europa in cui c'è uno sport così diffuso non normato da nessuna federazione.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Al disegno di legge sullo spettacolo dal vivo, che dovrebbe essere concluso alla Camera – dopo l'approvazione del Senato – è stato approvato un emendamento che norma per lo meno la certificazione di queste scuole di danza, che avevo presentato, al fine di verificarne la qualità.

  LAURA DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare e del peso (SIRIDAP). Non hanno neanche bisogno del certificato medico.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Esatto, ma alcune scuole devono essere certificate. Nel momento in cui andiamo a certificare le scuole, possiamo anche richiedere, appunto per certificarle, determinati standard.

  LAURA DALLA RAGIONE, psichiatra e psicoterapeuta, Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl 1 dell'Umbria, Direttrice del numero verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente della Società italiana riabilitazione disturbi del comportamento alimentare Pag. 11 e del peso (SIRIDAP). Secondo me, sì. Potrebbe essere, questo, già un limite che si pone.
  Mi pare di aver risposto a tutto.

  PRESIDENTE. Se non ci sono ulteriori domande o richieste di intervento, non ci resta che ringraziarla molto.
  Il testo della dottoressa, che è a nostra disposizione, è molto ricco, molto articolato, perciò vi verrà inviato.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.50.

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ALLEGATO 1

Slide sui disturbi del comportamento alimentare
dell'infanzia e preadolescenza

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ALLEGATO 2

Testo integrale dell'intervento della dottoressa Laura
Dalla Ragione

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