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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 11 aprile 2014

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'11 aprile 2014.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Brescia, Bressa, Brunetta, Caparini, Casero, Castiglione, Centemero, Cicchitto, Cirielli, Costa, Costantino, Dambruoso, De Girolamo, Del Basso de Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Epifani, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Galati, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Legnini, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Mannino, Giorgia Meloni, Merlo, Migliore, Mogherini, Nicoletti, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Porta, Ravetto, Realacci, Ricciatti, Rigoni, Rossi, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Sereni, Spadoni, Speranza, Tabacci, Taglialatela, Velo, Vito, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 10 aprile 2014 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   GULLO: «Modifica all'articolo 116 del codice civile in materia di rilascio dei documenti necessari a contrarre matrimonio tra un cittadino italiano e uno straniero» (2296);
   D'AGOSTINO: «Modifica all'articolo 3 del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106, in materia di istituzione di distretti turistici» (2297);
   VIGNALI: «Modifica all'articolo 6 del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n. 112, in materia di esenzione dall'imposta sul reddito degli utili delle banche di credito cooperativo destinati a riserve indivisibili, nonché disposizioni concernenti l'emissione di strumenti finanziari per il rafforzamento patrimoniale delle medesime banche in situazioni di crisi» (2298).
  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge BOSSA ed altri: «Modifica all'articolo 28 della legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di accesso del figlio adottato non riconosciuto alla nascita alle informazioni sulle proprie origini e sulla propria identità» (784) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Valeria Valente.

  La proposta di legge ZAMPA ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e altre disposizioni concernenti misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati» (1658) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Giuseppe Guerini.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Chiarimenti ed iniziative in relazione ai potenziali effetti abortivi delle cosiddette pillole del giorno dopo, con particolare riguardo ai farmaci Norlevo e EllaOne – 2-00500

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   è stata autorizzata la commercializzazione su tutto il territorio nazionale di farmaci per la cosiddetta contraccezione di emergenza. Nel foglietto illustrativo che accompagnava la vendita di uno di tali farmaci, il Levonorgestrel (Norlevo), il farmaco stesso era definito «contraccettivo orale di emergenza», mentre la contraccezione di emergenza veniva definita come «un metodo di emergenza che ha lo scopo di prevenire la gravidanza dopo rapporto sessuale non protetto o in caso di mancato funzionamento di un metodo anticoncezionale»; la stessa informazione è riportata sostanzialmente nel foglietto illustrativo dell'altro farmaco, EllaOne (ulpristal acetato). Norlevo, per essere efficace, può essere utilizzato fino a 72 ore (3 giorni) dopo un rapporto sessuale, cioè nel periodo in cui lo spermatozoo, ancora vitale, può dar luogo al concepimento, se si verifica l'ovulazione; per EllaOne il periodo di efficacia arriva, invece, fino a coprire 120 ore (5 giorni); nel foglietto illustrativo, a proposito del meccanismo d'azione del Norlevo, si riportava che, oltre all'azione antiovulatoria, «è probabile che siano coinvolti anche altri meccanismi come impedire l'impianto nell'utero dell'ovulo fecondato», mentre esso «non è efficace una volta che il processo di annidamento è iniziato», potendo dedursene che il farmaco può agire come antinidatorio, oltre che antiovulatorio; per quanto riguarda EllaOne, il foglietto illustrativo riporta, invece, solo che «si ritiene che EllaOne agisca bloccando l'ovulazione». Tuttavia, nel «Riassunto delle caratteristiche del prodotto», si riporta che l'inibizione o il ritardo dell'ovulazione sia da considerarsi il meccanismo d'azione «primario» del farmaco, lasciando intendere che possano esserci anche altri meccanismi. Tale interpretazione sembra essere avvalorata dal fatto che in altra parte dello stesso allegato I, riportando i dati preclinici di sicurezza, l'azienda produttrice riferisce testualmente che «dato il suo meccanismo d'azione, ulipristal acetato ha un effetto embrioletale in ratti, conigli e scimmie»; nella sezione «informazioni nazionali» del foglietto illustrativo del Norlevo, a proposito dei fini dei metodi contraccettivi, si riportava anche quello di prevenire «l'impianto di un ovulo fecondato», aggiungendo poco oltre che la contraccezione di emergenza agisce «bloccando l'ovulazione o impedendo rimpianto dell'ovulo» (da intendersi, ovviamente, come ovulo fecondato). Niente di quanto sopra è riportato, invece, nel foglietto illustrativo di EllaOne;
   è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 4 febbraio 2014 la revisione da parte dell'Agenzia italiana del farmaco della scheda del Norlevo, adeguandola a quello di EllaOne ed eliminando ogni riferimento a possibili effetti di tipo antinidatorio;
   con tale determinazione è stata cancellata la vecchia dicitura «il farmaco potrebbe anche prevenire l'impianto», sostituendola con «inibisce o ritarda l'ovulazione». Il farmaco è stato, dunque, tout court classificato come farmaco antiovulatorio;
   malgrado le forti pressioni in favore di tale riconoscimento, numerose sono le evidenze scientifiche sui meccanismi antinidatori delle pillole del/i giorno/i dopo;
   per brevità si rimanda a tre pubblicazioni di revisione critica apparsi su riviste internazionali:
    a) Ulipristal Acetate: Critical review about endometrial and ovulatory effects in emergency contraception. Mozzanega B., Gizzo S., Di Gangi S., Cosmi E., Nardelli GB., Reprod Sci. 2014 Jan 18;
    b) Ulipristal acetate in emergency contraception: mechanism of action. Mozzanega B., Cosmi E., Nardelli GB. Trends Pharmacol Sci. 2013 Apr;
    c) How do levonorgestrel-only emergency contraceptive pills prevent pregnancy? Some considerations. Mozzanega B., Cosmi E., Gynecol Endocrinol. 2011 Jun;
   il riconoscimento dell'effetto abortivo di un preparato farmaceutico dovrebbe attuarsi sulla base delle evidenze scientifiche e non ha nulla a che fare con le discussioni filosofiche, biotiche, ideologiche o religiose circa il valore da riconoscere alla vita umana ai primi stadi del suo sviluppo, né tocca tantomeno la questione dell'annidamento dell'embrione in utero. Esso, inoltre, non dipende dal dibattito sull'interpretazione delle leggi effettuata dalla giurisprudenza; al riguardo si deve ricordare che la stessa terminologia di preembrione proposta dalla Commissione Warnock fa riferimento a una definizione convenzionale, indipendente dal dato scientifico, ed è comunque sganciata dall'annidamento; paradossalmente, proprio da quando è possibile la fecondazione in vitro è divenuto evidente come l'annidamento in utero costituisca solo una tappa importante dello sviluppo del nuovo essere umano, senza tuttavia che essa permetta di identificare salti tali da compromettere la continuità dello sviluppo stesso, se non attraverso definizioni arbitrarie. Sono, infatti, proprio le tecniche di fecondazione in vitro a smentire l'esistenza di un cosiddetto pre-embrione, da contrapporre all'embrione umano, identificabile già dal concepimento; le conoscenze scientifiche degli ultimi decenni hanno, dunque, confermato che non esiste alcun salto nella continuità dello sviluppo dell'embrione umano; a nessuno stadio di tale sviluppo si determinano mutamenti qualitativi della natura dell'embrione umano stesso; infine, il suo patrimonio genetico è già interamente presente dopo il concepimento e tale rimarrà fino alla morte; la legge n. 40 del 2004 ha stabilito che il consenso della coppia richiedente la fecondazione in vitro non può essere revocato dopo l'avvenuta fecondazione, perché, appunto, con la fecondazione nasce una nuova vita umana; ha riconosciuto questa nuova vita «soggetto di diritto»; ha esplicitamente vietato la soppressione dell'embrione (oltre al suo congelamento), sanzionando penalmente tale condotta;
   del resto la Corte europea di giustizia ha sentenziato, nella controversia Greenpeace vs. Bruestle, che il nuovo essere umano incomincia dal concepimento, cioè dalla penetrazione del gamete maschile nell'ovulo femminile;
   non dovrebbe dunque, a parere degli interpellanti, essere qualitativamente distinto l'effetto di un farmaco che induca chimicamente l'aborto dell'embrione prima dell'annidamento ed uno in grado di farlo dopo l'annidamento stesso –:
   se ritenga opportuno che le cosiddette pillole del/dei giorno/i dopo possano essere definite semplicemente sostanze ad azione contraccettiva o se piuttosto non debba esserne riconosciuto e segnalato al consumatore anche l'effetto (almeno potenziale) di tipo abortivo attraverso l'ostacolo all'annidamento, quando l'azione farmacologica si produca dopo l'avvenuto concepimento;
   sulla base di quali nuove evidenze scientifiche l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) abbia provveduto a modificare il foglietto illustrativo di Norlevo e da chi sia stata avanzata la richiesta di modifica;
   se la passiva accettazione da parte dell'Agenzia italiana del farmaco della modifica proposta dall'Agenzia europea per i medicinali sia rispettosa delle prerogative nazionali garantite dalla direttiva europea 83/2001, che consente di non registrare farmaci abortivi in contrasto con le leggi italiane, e se tale decisione non sia, altresì, in contrasto con la direttiva 2005/29/CE, relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno.
(2-00500) «Gigli, Dellai».


Chiarimenti ed iniziative di competenza alla luce di una recente inchiesta relativa ad un traffico internazionale di virus – 2-00494

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   il settimanale l'Espresso in edicola da venerdì 4 aprile 2014 rende nota l'esistenza di una inchiesta, definita choc, dei carabinieri dei nuclei antisofisticazione e della procura di Roma, in relazione alla vicenda del virus dell'aviaria e ad un traffico internazionale di virus;
   dall'inchiesta dei nuclei antisofisticazione sembrerebbe che virus dell'aviaria siano stati spediti dall'estero in Italia in plichi anonimi, senza alcuna autorizzazione e in violazione di tutte le norme sulla sicurezza vigenti;
   il sospetto avanzato dagli investigatori dei nuclei antisofisticazione è che ci sia stato un business delle epidemie che viene attuato attraverso una cinica strategia commerciale;
   la strategia commerciale si sarebbe basata sulla diffusione di notizie amplificate sul pericolo di diffusione e i rischi per l'uomo derivanti dall'aviaria, che avrebbero spinto le autorità sanitarie ad adottare provvedimenti d'urgenza;
   i provvedimenti di urgenza si sarebbero trasformati in un affare da centinaia di milioni di euro per le industrie farmaceutiche;
   sembrerebbe, a detta degli inquirenti, che si sia verificato anche un caso di diffusione dell'influenza tra il pollame del Nord Italia direttamente legata alle attività illecite di alcuni manager;
   l'indagine ricostruisce i retroscena sullo sfruttamento dell'allarme per l'aviaria nel nostro Paese, che nel 2005 portò il Governo Berlusconi ad acquistare farmaci per 50 milioni di euro, rimasti inutilizzati, senza alcun approfondimento e con gravissime carenze nei controlli e nell'attendibilità delle informazioni e delle fonti;
   l'inchiesta, in realtà, è stata aperta dagli investigatori americani, che hanno ottenuto le confessioni di Paolo Candoli, manager della filiale italiana di Merial, sui ceppi patogeni di aviaria spediti illegalmente a casa sua in Italia e poi venduti ad aziende statunitensi. Nel 2005 la Homeland security Usa ha trasmesso i documenti ai carabinieri del nucleo antisofisticazione, che già si erano occupati a Bologna di un'organizzazione criminale dedita al traffico di virus ed alla produzione clandestina di vaccini;
   la nuova inchiesta dell'Arma dei carabinieri si è allargata, seguendo le intercettazioni disposte dai magistrati di Roma. Paolo Candoli nella capitale sa come muoversi: sponsorizza convegni medici organizzati da professori universitari, regala viaggi e distribuisce consulenze ben pagate e questo gli permette di avere «corsie preferenziali» al Ministero della salute per ottenere autorizzazioni, riesce a far cambiare parere alla commissione consultiva del farmaco veterinario per mettere in commercio prodotti della Merial;
   tra i referenti più stretti di Paolo Candoli, da quanto si apprende dall'articolo de l'Espresso risulta Ilaria Capua, virologa di fama internazionale, attualmente deputato di Scelta Civica e vice presidente della Commissione cultura, scienza e istruzione alla Camera dei deputati;
   fino all'elezione alla Camera dei deputati, Ilaria Capua era responsabile del dipartimento di scienze biomediche comparate dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, con sede a Padova. Il risultato degli accertamenti del nucleo antisofisticazione ha portato il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, a ipotizzare reati gravissimi. La Capua e alcuni funzionari dell'Istituto zooprofilattico sperimentale sono stati iscritti nel registro degli indagati per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all'abuso di ufficio e, inoltre, per il traffico illecito di virus. Stessa contestazione per tre manager della Merial. Anche il marito della Capua, ex manager della Fort dodge animal di Aprilia, attiva nella produzione veterinaria, è indagato insieme ad altre 38 persone;
   nell'elenco degli indagati figurano, a detta de l'Espresso, tre scienziati al vertice dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Padova, funzionari e direttori generali del Ministero della salute, alcuni componenti della Commissione consultiva del farmaco veterinario e sembrerebbe coinvolta anche Rita Pasquarelli, direttore generale dell'Unione nazionale avicoltura. I fatti risalgono a sette anni fa, ma molti degli indagati lavorano ancora nello stesso istituto;
   sempre stando a quanto scritto nell'articolo de l'Espresso, sembrerebbe che alcuni dei manager al telefono si vantavano dei metodi usati per trasferire i virus clandestinamente in tutto il mondo; dalla Francia al Brasile, nascondendoli in pacchi anonimi o tra gli abiti delle valigie. «Abbiamo fatto cose turche», dicono. Secondo gli investigatori del nucleo antisofisticazione, anche la Capua e l'Istituto zooprofilattico sono coinvolti nel traffico illegale: la scienziata sarebbe stata pagata per fornire agenti patogeni;
   sembrerebbe che in una conversazione registrata sia la stessa virologa a farne esplicito riferimento, sostenendo di aver ceduto ceppi virali in favore di un veterinario americano. Contattata da l’Espresso, Ilaria Capua respinge tutte le accuse: conferma di conoscere Candoli ma spiega «di non aver mai venduto ceppi virali. Sono dipendente di un ente pubblico e non vendo nulla personalmente»;
   ancora una volta emergono gravissime lacune da parte del Ministero della salute e ancora una volta inchieste portano ad inscrivere nel registro degli indagati, in questo caso in seguito ad una indagine dei carabinieri del nucleo antisofisticazione, funzionari del Ministero della salute, componenti della Commissione consultiva del farmaco veterinario, funzionari dell'Istituto zooprofilattico sperimentale –:
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza dei fatti illustrati in premessa e dell'indagine dei carabinieri dei nuclei antisofisticazione, che ha portato la procura di Roma ad iscrivere nel registro degli indagati 38 persone, alcune delle quali funzionari del Ministero della salute;
   se risulti agli atti sulla base di quali dati scientifici e di quali informazioni nel 2005 il Ministro della salute pro tempore decise di procedere all'acquisto di 50 milioni di farmaci che sono rimasti oltretutto inutilizzati;
   quali iniziative intenda intraprendere, per le parti di propria competenza, per accertare quanto accaduto, per individuare le responsabilità e avviare le eventuali azioni di risarcimento al servizio sanitario nazionale da parte delle aziende farmaceutiche, dato che nel 2005 furono acquistati 50 milioni di euro di farmaci a tutt'oggi mai utilizzati mediante, stante l'inchiesta dei nuclei antisofisticazione di Roma, una strategia «business delle epidemie» attuata attraverso una cinica strategia commerciale.
(2-00494) «Lorefice, Grillo, Silvia Giordano, Baroni, Di Benedetto, Cecconi, Dall'Osso, Di Vita, Mantero, Nuti».


Iniziative volte alla fissazione della data di svolgimento delle elezioni del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili – 2-00491

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   con decreto dell'11 dicembre 2012 il Ministero della giustizia disponeva:
    a) lo scioglimento del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili;
    b) la revoca in autotutela degli atti relativi all'indizione delle elezioni del 15 ottobre 2012;
    c) la fissazione della nuova data del 20 febbraio 2013 per la ripetizione delle votazioni;
    d) la nomina del commissario straordinario;
   tale provvedimento veniva impugnato dinanzi al tribunale amministrativo regionale del Lazio - sezione di Roma dall'allora candidato presidente Claudio Siciliotti e dagli altri 15 dei 27 candidati componenti la lista «Vivere la professione»;
   con ordinanze cautelari nn. 735 e 736 datate 8 febbraio 2013, il tribunale amministrativo regionale del Lazio - Roma, sezione III, respingeva l'istanza cautelare spiegata dai ricorrenti all'uopo, evidenziando che «le (...) statuizioni (di scioglimento del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e di rinnovo delle votazione per le elezioni del Consiglio nazionale)» contenute nel provvedimento impugnato «risultano ampiamente e congruamente motivate, in punto di fatto e di diritto, e tali da sorreggere i presupposti delle statuizioni stesse», cosicché all'esito delle ordinanze del tribunale amministrativo regionale non vi erano impedimenti allo svolgimento delle elezioni;
   in data 21 gennaio 2013 venivano depositate presso il Ministero della giustizia le seguenti liste:
    a) lista contraddistinta dal motto «Vivere la professione», capeggiata dal candidato presidente Massimo Miani, collegata ai sensi dell'articolo 68, comma 18, del decreto legislativo 28 giugno 2005, n. 139, con la lista contraddistinta dal motto «Lista Unitaria Ragionieri», capeggiata dal candidato vicepresidente Raffaele Marcello;
    b) lista contraddistinta dal motto «Insieme per la professione: la forza dell'identità», capeggiata dal candidato presidente Gerardo Longobardi, collegata ai sensi dell'articolo 68, comma 18, del decreto legislativo 28 giugno 2005 n. 139, con la lista contraddistinta dal motto «Insieme per la Professione l'orgoglio del Commercialista», capeggiata dal candidato vicepresidente Davide Di Russo;
   tutte le predette liste venivano ammesse alla procedura elettorale, ai sensi dell'articolo 69 del decreto legislativo 28 giugno 2005, n. 139, con provvedimento del direttore generale della giustizia civile del 13 febbraio 2013;
   le ordinanze cautelari nn. 735 e 736 del tribunale amministrativo regionale del Lazio - sezione di Roma venivano successivamente impugnate dinnanzi al Consiglio di Stato, il quale con ordinanze cautelari nn. 840 e 841 datate 13 marzo 2013, sospendeva l'efficacia delle ordinanze «limitatamente all'indizione delle nuove elezioni (...) mentre gli atti impugnati dovranno restare pienamente efficaci nella parte relativa allo scioglimento del Consiglio nazionale ed alla nomina di un commissario straordinario»;
   con sentenze nn. 6540 e 6543 del 2 luglio 2013 il tribunale amministrativo regionale del Lazio - sezione di Roma respingeva i ricorsi promossi dai membri della lista «Vivere la Professione» capeggiata dal dottor Claudio Siciliotti, così confermando la piena legittimità dei provvedimenti impugnati;
   le richiamate sentenze di primo grado venivano, infine, impugnate dinanzi al Consiglio di Stato, il quale, da ultimo, con sentenza n. 278 del 21 gennaio 2014, previa riunione dei giudizi, respingeva gli appelli;
   copia conforme all'originale della citata sentenza del Consiglio di Stato veniva notificata alle parti del giudizio in data 28 gennaio 2014;
   alla luce delle pronunce rese dal giudice amministrativo, è stata confermata la piena ed incontrovertibile legittimità ed efficacia del decreto del Ministero della giustizia datato 11 dicembre 2012;
   il decreto del Ministero della giustizia datato 11 dicembre 2012, valido ed efficace, tra l'altro, dispone espressamente che:
    a) «le votazioni per l'elezione del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili già svolte il 15 ottobre (...) saranno ripetute»;
    b) la rinnovazione del procedimento prevedeva solo «la conseguente riapertura dei termini per la presentazione delle liste elettorali»;
   la corretta esecuzione della sentenza n. 278 del 2014 Consiglio di Stato, che ha espressamente «ordina(to) che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa», rende, dunque, necessaria la sollecita conclusione dell’iter procedimentale mediante indicazione da parte del Ministero della giustizia della nuova data di celebrazione delle elezioni;
   nessun rinvio di elezioni è prospettabile, neanche in considerazione del fatto che nelle more del giudizio amministrativo è entrata in vigore la riforma dell'organizzazione dei tribunali, introdotta con il decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155;
   il decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, invero, non dispone un'implicita soppressione degli ordini territoriali istituiti ai sensi dell'articolo 7 del decreto legislativo n. 139 del 2005, in quanto una simile interpretazione sarebbe preclusa, da un lato, dalla riserva di legge ex articolo 97 della Costituzione relativa alle modalità di istituzione, modifica e soppressione degli enti pubblici; dall'altro, dal rapporto di specialità sussistente tra le previsioni del decreto legislativo n. 139 del 2005 e quelle del decreto legislativo n. 155 del 2012;
   peraltro, l'ipotesi del rinvio per effetto dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 155 del 2012 non potrebbe certo giustificarsi, neanche richiamando il principio del tempus regit actum. È noto, infatti, che le sopravvenienze di fatto o di diritto possono incidere sul procedimento in itinere solo se le nuove circostanze attengono a fasi non ancora concluse (si confronti ex multis Consiglio di Stato sez. III, 25 maggio 2012, n. 3095, a tenore del quale «il principio “tempus regit actum” esplica la propria efficacia allorché il rapporto cui l'atto inerisce sia irretrattabilmente definito e, conseguentemente, diventi insensibile ai successivi mutamenti della normativa di riferimento»);
   tutte le liste presentate il 21 gennaio 2013 sono state ritirate dai relativi candidati;
   l'effetto conformativo del giudicato delle sentenze rese dal giudice amministrativo, sub specie di obbligo di immediata indizione delle elezioni, deve ritenersi ancor più stringente, se solo si considera che gli oltre 115 mila commercialisti italiani sono privi di organi di governo democraticamente eletti da oltre un anno e ciò sta causando loro notevole difficoltà e nocumento;
   il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili andrà a scadere il 31 dicembre 2016 a norma di legge –:
   quale utile ed immediato intervento il Ministro interpellato intenda porre in essere al fine di individuare la nuova data per lo svolgimento della consultazione elettorale e ridare una governance ordinaria alla categoria dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, categoria da lungo tempo commissariata.
(2-00491) «Censore, Chaouki, Pollastrini, Culotta, Covello, Argentin, Fregolent, Aiello, Borghese, D'Attorre, Zoggia, Epifani, Civati, Martella, Ribaudo, Gasparini, Leva, Fioroni, Barbanti, Albanella, Ragosta, Pellegrino, Gnecchi, Causin, Vecchio, Lorenzo Guerini, Ferro, Folino, Franco Bordo, Bonavitacola, Colaninno, Berretta, Giorgis, Bruno».


Intendimenti del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo in merito all'adeguamento del cosiddetto equo compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi – 2-00495

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, per sapere – premesso che:
   la copia privata è il compenso che si applica, tramite una royalty, sui supporti vergini fonografici o audiovisivi in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d'autore; il compenso è corrisposto alla Siae, la quale provvede a ripartirlo al netto delle spese anche tramite le associazioni di categoria; a dicembre 2013 la Società degli autori ed editori ha presentato una proposta di revisione degli importi dovuti per l'equo compenso per copia privata, prevedendo un cospicuo rialzo rispetto alle tariffe indicate dall'ultimo decreto di adeguamento adottato sulla materia, ossia il decreto ministeriale del 30 dicembre 2009;
   nel mese di gennaio 2014, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo pro tempore Massimo Bray ha commissionato un'indagine ad hoc sulle abitudini dei consumatori per verificare se le cosiddette copie private di opere musicali e cinematografiche siano davvero cresciute negli ultimi tre anni, nonché l'entità di tale crescita, nell'ottica di garantire l'effettiva coerenza della revisione dei compensi in oggetto; recentemente, 500 nomi illustri del mondo dello spettacolo, nonché beneficiari diretti dei proventi da equo compenso per copia privata, hanno sottoscritto e presentato al Ministro interpellato una petizione per chiedere l'approvazione con la massima urgenza dell'adeguamento dell'equo compenso per copia privata;
   primarie associazioni di consumatori hanno già avuto modo di contestare nel merito, nel metodo e nel quantum la legittimità, nonché l'opportunità delle richieste di aggiornamento tariffario provenienti dalla Siae, anche e soprattutto per il fatto che l'equo compenso per copia privata esatto dai produttori e distributori di dispositivi elettronici finisce con l'essere riaddebitato ai consumatori finali, peraltro senza che questo sia evidenziato nello scontrino;
   nel dicembre 2013, presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo sono state depositate oltre 10.000 firme di persone che hanno sottoscritto la petizione lanciata da Altroconsumo, con la quale si chiedeva al Ministro pro tempore Massimo Bray di non aumentare l'equo compenso, le cui adesioni hanno ad oggi superato quota 14.500; secondo quanto riportato dall'esperto di impatti della regolamentazione Diego Menegon, «la cosa meno opportuna che potrebbe fare il nuovo Ministro è quello di partire dalla bozza proposta a dicembre dalla Siae: bozza che risente di un ovvio conflitto di interessi. Semmai sarà bene dar seguito alle intenzioni enunciate dall'allora Ministro Bray di svolgere preliminarmente un'analisi di mercato per avere una stima più precisa di quanto, in effetti, i supporti a cui si applica l'equo compenso siano impiegati per creare copie private di opere tutelate dalla Siae»;
   il compenso per copia privata appare ben poco equo nella sua indiscriminata applicazione a chi non utilizza i telefonini e computer per ascoltare e memorizzare film e canzoni, una sua accettazione non può implicare la previsione di importi completamente sconnessi dall'evoluzione tecnologica e degli stili di consumo, che oggi giustificherebbero, anziché un aumento, una riduzione delle tariffe vigenti;
   a quanto si apprende, il Ministro interpellato, sulla base delle richieste presentate dalla Siae, intende approvare il decreto con la massima urgenza, senza attendere l'esito dell'indagine commissionata dal suo predecessore –:
   se il Ministro interpellato non ritenga doveroso rendere pubblici gli esiti della suddetta indagine ad hoc sulle abitudini dei consumatori commissionata dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo pro tempore Bray, al fine di verificare se le cosiddette copie private di opere musicali e cinematografiche siano davvero cresciute negli ultimi tre anni, tanto da legittimare addirittura un aumento del cosiddetto equo compenso del 500 per cento come richiesto dalla Siae;
   se il Ministro interpellato intenda approvare il decreto di adeguamento dell'equo compenso per copia privata, senza prima aver completato l’iter istruttorio deciso dal suo predecessore e volto ad appurare le reali dinamiche quantitative del mercato.

(2-00495) «Quintarelli, Andrea Romano, Bargero, Bonaccorsi, Catalano, Coppola, Marco Di Maio, Gadda, Tinagli, Peluffo, Palmieri».