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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 343 di martedì 2 dicembre 2014

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 16.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 29 novembre 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bellanova, Mariastella Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Casero, Castiglione, Catania, Cecconi, Centemero, Cicchitto, Cimbro, Costa, D'Uva, De Girolamo, De Micheli, Del Basso De Caro, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Fava, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Galati, Garavini, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Kronbichler, La Russa, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Mannino, Martelli, Mattiello, Merlo, Orlando, Palma, Pes, Pisicchio, Pistelli, Portas, Quartapelle Procopio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Santerini, Scalfarotto, Scopelliti, Scotto, Spadoni, Speranza, Tabacci, Taglialatela, Tofalo, Velo, Vignali, Vignaroli, Villecco Calipari, Vitelli, Zaratti e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 2276, 2279 e 2577.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati all'esame dei disegni di legge di ratifica all'ordine del giorno è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

Discussione del disegno di legge: S. 1241 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Turchia sulla lotta ai reati gravi, in particolare contro il terrorismo e la criminalità organizzata, fatto a Roma l'8 maggio 2012 (Approvato dal Senato) (A.C. 2276) (ore 16,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Turchia sulla Pag. 2lotta ai reati gravi, in particolare contro il terrorismo e la criminalità organizzata, fatto a Roma l'8 maggio 2012.
  Avverto che è stata presentata la questione sospensiva Palazzotto e Scotto n. 1, che, non essendo stata preannunciata in Conferenza dei presidenti di gruppo, sarà esaminata e posta in votazione prima di passare all'esame degli articoli del provvedimento.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2276)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Informo che il presidente del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la Commissione III (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Avverto inoltre che, con lettera del 1o dicembre scorso, il presidente della Commissione affari esteri ha comunicato che il relatore Andrea Manciulli ha rinunciato al suo mandato e che le funzioni di relatore verranno svolte dal deputato Vincenzo Amendola.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Amendola.

  VINCENZO AMENDOLA, Relatore. Signor Presidente, l'accordo al nostro esame è inteso a rafforzare l'impegno dei due Paesi e a intensificare la collaborazione e il reciproco scambio di informazioni, esperienze e prassi al fine di prevenire e combattere i reati gravi, la criminalità organizzata e il terrorismo. L'intesa si pone l'obiettivo di creare uno strumento giuridico per meglio regolamentare la collaborazione operativa, intensificando i rapporti tra gli omologhi organismi dei due Paesi e ricalca nel contenuto altre intese della stessa natura, come quello siglato con gli Stati Uniti, la cui autorizzazione alla ratifica recentemente è intervenuta con la legge n. 99 del 2014.
  L'accordo fissa, in primo luogo, l'obbligo alla cooperazione bilaterale, in conformità alle rispettive legislazioni nazionali e ai trattati internazionali vigenti (articolo 1); individua poi i settori nei quali la cooperazione si renderà operativa, ossia nella prevenzione e nella lotta alla criminalità organizzata transnazionale, compreso il riciclaggio del denaro, il cyber crime e il traffico di oggetti d'arte, produzione illecita e traffico di stupefacenti, sostanze psicotrope e di precursori chimici, tratta di esseri umani e traffico di migranti, terrorismo e relative attività di finanziamento. L'elencazione non ha il carattere dell'esaustività, ma costituisce solo una mera indicazione dei fenomeni attraverso i quali si manifesta generalmente l'agire della criminalità organizzata (articolo 2).
  L'intesa definisce inoltre le forme attraverso le quali verrà attuata la cooperazione bilaterale, quali lo scambio e l'analisi delle informazioni sulle organizzazioni criminali, sul modus operandi, sulle strutture e sui contatti, l'adozione delle misure necessarie a coordinare l'attuazione di operazioni congiunte di speciali tecniche investigative, le misure per prevenire e combattere la produzione illecita e il traffico di stupefacenti, di sostanze psicotrope e di precursori chimici, lo scambio di informazioni di carattere operativo per l'identificazione e la localizzazione di persone, oggetti e denaro, riferibili ai reati previsti dall'intesa, l'esecuzione delle richieste di assistenza.
  L'articolo 6 individua quali sono le autorità preposte all'applicazione dell'accordo: per la parte italiana, il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno, per la parte turca il Ministero dell'interno.
  Sono altresì disciplinate: l'effettuazione di riunioni e di consultazioni al fine di agevolare l'esecuzione e l'osservanza dell'Accordo (articolo 7), le modalità di composizioni delle eventuali controversie (articolo 8), le modalità di ripartizione tra i due Paesi degli oneri finanziari derivanti dall'attuazione dell'Accordo stesso (articolo 10). Per quanto riguarda tali oneri, Pag. 3come precisato all'articolo 3 del disegno di legge di ratifica, essi sono determinati in 72.482 euro per l'anno 2014, in 66.947 euro per l'anno 2015 e in 72.482 euro a decorrere dall'anno 2016.
  Sollecito una conclusione dell'iter di approvazione del provvedimento, già adottato dall'altro ramo del Parlamento, in considerazione della rilevanza delle nostre relazioni politiche, economiche e commerciali con la Turchia e, più in generale, del rilevantissimo ruolo di stabilizzazione degli equilibri strategico-militari svolto da Ankara nel quadrante del Mediterraneo e del Medio Oriente, in ragione della sua convinta adesione all'Alleanza atlantica. È un iter che già nell'altro ramo del Parlamento ha visto, anche attraverso l'approvazione di ordini del giorno, una discussione approfondita, anche sui processi interni al Paese in discussione per quanto riguarda la lotta al terrorismo.
  Sul testo in esame hanno già formulato pareri le Commissioni affari costituzionali, giustizia e bilancio.

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'istituto tecnologico «Maiorana» di Milazzo, in provincia di Messina, che stanno assistendo ai nostri lavori dalla tribuna.
  Prendo atto che il rappresentante del Governo rinuncia ad intervenire.
  È iscritto a parlare l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, il relatore ha ben esposto i contenuti di questo Accordo, per cui mi limiterò a qualche considerazione di carattere politico.
  La Turchia è un Paese che svolge un ruolo importante nella stabilizzazione di tutta l'area del Medio Oriente. Si tratta di un'area che è attraversata da situazioni di conflitto, dal califfato a quanto avviene in Siria, e pertanto questa ratifica giunge in un momento quanto mai importante e, quindi, è opportuno fare presto ed approvarla quanto prima.
  Che dire ? Lo scambio di informazioni non solo per la lotta al terrorismo ma anche per la lotta al crimine organizzato, ivi comprese la lotta al traffico di stupefacenti e al traffico di esseri umani, sono tutte cose che vedono l'Italia da sempre impegnata. L'Italia ha anche una discreta esperienza, soprattutto nella lotta contro il crimine transnazionale. Quindi, lo scambio di informazioni, lo scambio di best practice tra i due Paesi non può fare altro che migliorare la capacità, da parte turca, di fronteggiare tutte le minacce che provengono dall'area circostante, ricordando come il califfato, Daesh, è proprio ai confini con la Turchia e come, dall'altra parte, questa ratifica può anche mettere l'Italia in una condizione di maggiore sicurezza, perché lo scambio di informazioni può far sì che possano essere prevenute situazioni di pericolo per il nostro territorio nazionale.
  Quindi, non possiamo altro che essere favorevoli. Al di là del fatto che la questione sospensiva sarà trattata separatamente, ci pare che sia proprio il contrario e cioè che dobbiamo essere rapidi nell'approvazione, perché l'Accordo stesso reca già – chiamiamola così – una clausola di salvaguardia, per il fatto che laddove le leggi nazionali non siano conformi o siano in contrasto con quelle dell'altro Paese, prevalgono, per quanto ci riguarda, le leggi italiane. Quindi, sulla questione sospensiva proposta da SEL noi dovremmo essere contrari.
  Per questo, già preannunzio che Forza Italia è favorevole alla ratifica di questo Accordo.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 2276)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo si riservano di intervenire successivamente.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

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Discussione del disegno di legge: S. 1243 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica alla Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati uniti messicani per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, dell'8 luglio 1991, fatto a Città del Messico il 23 giugno 2011 (Approvato dal Senato) (A.C. 2279) (ore 16,15).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2279, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica alla Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati uniti messicani per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, dell'8 luglio 1991, fatto a Città del Messico il 23 giugno 2011.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2279)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Informo che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire la relatrice, onorevole Fucsia Fitzgerald Nissoli.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI, Relatore. Signor Presidente, colleghi deputati, il disegno di legge in esame reca la ratifica del Protocollo di modifica della Convenzione del luglio 1991 tra l'Italia e il Messico, finalizzata ad evitare doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e a prevenire le evasioni fiscali. Ricordo innanzitutto che il procedimento di ratifica era stato già avviato sul finire della scorsa legislatura alla Camera, ma non si è concluso per la fine della legislatura stessa.
  Il Protocollo si compone di tre paragrafi che emendano la Convenzione fiscale italo-messicana del 1991. In particolare, il paragrafo a) modifica l'articolo 3 della Convenzione, introducendo un'innovazione di carattere meramente formale relativa alla nuova denominazione dell'autorità competente per l'Italia, ovvero il Ministero dell'economia e delle finanze; il paragrafo b), che costituisce la novità più rilevante del provvedimento, dispone la sostituzione dell'articolo 25 della Convenzione del 1991 inerente allo scambio di informazioni tra le parti, prevedendo una più ampia cooperazione tra le amministrazioni dei due Paesi, che include tra le altre cose l'inopponibilità del segreto bancario, il rafforzamento della cooperazione nella lotta all'evasione e l'adesione agli standard dell'OCSE in materia. La modifica, nel definire una nuova base giuridica finalizzata all'intensificazione della cooperazione amministrativa, è finalizzata altresì al consolidamento di quegli elementi utili ad includere il Messico nelle future white list dei Paesi aventi un regime fiscale conforme agli standard di legalità e trasparenza adottati dall'Unione europea. Il paragrafo c) del Protocollo in esame, infine, stabilisce che l'entrata in vigore di tali norme avverrà trenta giorni dopo la data di ricevimento dell'ultima delle notifiche, con le quali gli Stati contraenti si informeranno reciprocamente del completamento delle procedure interne previste dai rispettivi ordinamenti. La relazione tecnica al provvedimento precisa che, dalle modifiche apportate dal Protocollo in esame, non solo non discendono effetti diretti negativi per l'erario italiano, ma si attendono invece delle ricadute positive, peraltro non quantificabili in termini di aumento del gettito fiscale, in ragione della più efficace azione antielusiva e antievasione derivante dalle misure introdotte.
  L'analisi della compatibilità dell'intervento non segnala criticità di ordine costituzionale né di contrasto con le normative comunitarie ed internazionali. L'accordo Pag. 5consentirà di perfezionare la cornice giuridica di supporto ad un sistema di relazioni economico-commerciali bilaterali che è sensibilmente cresciuto negli ultimi anni, anche se le potenzialità restano ancora notevolissime. L'interscambio commerciale bilaterale è infatti superiore a quello che l'Italia ha con qualsiasi altro Paese latinoamericano.
  Il Messico sta attraversando una fase congiunturale favorevole e si propone con sempre maggior successo come nuova imponente piattaforma manifatturiera anche per il mercato nordamericano. Alla base di questa evoluzione positiva ci sono le opportunità offerte dalle politiche economiche del Messico, in particolare il livello di apertura economica e la legislazione in materia di investimenti esteri diretti.
  Il disegno di legge di ratifica già approvato dal Senato consta di tre articoli che ineriscono rispettivamente all'autorizzazione alla ratifica del Protocollo stesso, al suo ordine di esecuzione e all'entrata in vigore. Sul testo in esame sono stati espressi i pareri favorevoli delle Commissioni affari costituzionali, giustizia, bilancio e finanze.
  Concludo, auspicando una celere adozione del provvedimento per dare continuità ad una significativa e stimolante ripresa di attenzione da parte del nostro Parlamento nei riguardi delle economie dei Paesi dell'America latina e caraibica, che ha portato, pochi giorni fa, all'istituzionalizzazione, con cadenza biennale, della Conferenza Italia, America latina e Caraibi nell'ambito della recentissima legge n. 173 del 2014, finalizzata a garantire il sostegno finanziario dell'Italia a due importanti banche multilaterali, quali la Banca di sviluppo dei Caraibi e la Banca interamericana di sviluppo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo della discussione.
  È iscritto a parlare l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Signor Presidente, ho poco da aggiungere all'esauriente relazione della nostra relatrice su questo provvedimento, che continua quella che è una prassi che in Commissione affari esteri abbiamo avviato all'inizio soprattutto di sfoltire la cosiddetta black list di Paesi con cui non vi erano accordi riguardo al segreto bancario e la cooperazione nella lotta all'evasione. Quindi, con questa ratifica con un Paese fondamentale, non solo primo per interscambio, come citava la relatrice, per il nostro Paese, vista anche una visita dell'allora Primo Ministro Letta in questa legislatura, noi chiudiamo, nei rapporti con il Messico, questa pagina, aprendone un'altra, con una cooperazione per quanto riguarda il segreto bancario, ripeto, e la lotta all'evasione fiscale, secondo i parametri dell'OCSE e secondo il quadro descritto all'articolo 117 della Costituzione.
  Il Messico, che è un Paese descritto anche per la sua congiuntura economica favorevole, descritto anche, ultimamente, per fatti relativi a rischi che, ovviamente, si sono prodotti in quel Paese – penso, soprattutto, a delle evenienze e a degli atti relativi alla criminalità organizzata –, comunque è uno dei partner rilevanti con cui l'Italia, con questa ratifica, continua a stringere rapporti di amicizia e di comune lavoro.
  Questo atto, proprio per chi è colpito dagli eventi che hanno attraversato e che attraversano questo Paese, dà una luce in più e, soprattutto, maggiore chiarezza per quanto riguarda relazioni relative alla materia fiscale e alla materia, soprattutto, della lotta all'evasione o di traffici illeciti. Quindi, anche noi, come gruppo del Partito Democratico, sosteniamo questa ratifica, che ha una rilevanza nel processo avviato dalla Commissione affari esteri di ratifica di pendenti protocolli che non sono mai stati attuati e anche di utilizzo di nuovi strumenti per far sì che vi sia sempre più chiarezza nella gestione internazionale e nella lotta all'evasione.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

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  GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, l'ottima relazione del relatore lascia solo qualche considerazione aggiuntiva sul fatto che, come ha ben ricordato anche l'onorevole Amendola, la Commissione affari esteri è da tempo impegnata nella ratifica del maggior numero di protocolli bilaterali sulle doppie imposizioni e in materia fiscale in generale. Questo fa sì che il nostro Paese si stia attrezzando sempre in modo migliore per affrontare non solo la parte ordinaria di tassazione, tutta quella legale, ma per andare anche a incidere in tutte quelle aree di evasione ed elusione fiscale, quell'area grigia che l'eliminazione del segreto bancario potrebbe fare emergere.
  Il Messico è un altro anello che si aggiunge a questa catena. Bene ha detto Amendola: il Messico è attualmente sconvolto da situazioni relative al narcotraffico, che destabilizzano molto il Paese. Poiché, come ha detto il relatore, l'interscambio commerciale tra i nostri Paesi è estremamente elevato, questo strumento non può fare altro che migliorare la possibilità per le nostre imprese e per i nostri traffici legali di potersi rafforzare e avere un quadro normativo più chiaro. Dall'altro lato, diventa un impedimento per l'elusione e l'evasione fiscale, e quindi uno strumento di lotta in più contro il crimine organizzato e il narcotraffico. Per questo, il gruppo di Forza Italia non può che essere favorevole all'approvazione di questa ratifica.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 2279)

  PRESIDENTE. Prendo atto che la relatrice e il rappresentante del Governo non intendono replicare.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America finalizzato a migliorare la compliance fiscale internazionale e ad applicare la normativa F.A.T.C.A. (Foreign Account Tax Compliance Act), con Allegati, fatto a Roma il 10 gennaio 2014, nonché disposizioni concernenti gli adempimenti delle istituzioni finanziarie italiane ai fini dell'attuazione dello scambio automatico di informazioni derivanti dal predetto Accordo e da accordi tra l'Italia e altri Stati esteri (A.C. 2577) (ore 16,22).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2577: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America finalizzato a migliorare la compliance fiscale internazionale e ad applicare la normativa F.A.T.C.A. (Foreign Account Tax Compliance Act), con Allegati, fatto a Roma il 10 gennaio 2014, nonché disposizioni concernenti gli adempimenti delle istituzioni finanziarie italiane ai fini dell'attuazione dello scambio automatico di informazioni derivanti dal predetto Accordo e da accordi tra l'Italia e altri Stati esteri.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2577)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che le Commissioni Affari esteri e Finanze si intendono autorizzate a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore per la Commissione Affari esteri, onorevole Amendola.

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  VINCENZO AMENDOLA, Relatore per la III Commissione. Signor Presidente, dopo l'attento esame dell'accordo, in sede referente, svolto dalle Commissioni III e VI, credo sia opportuno soffermarsi sinteticamente, in questa sede, per i profili che competono al mio mandato di relatore per la Commissione affari esteri, sui contenuti della normativa statunitense FATCA, entrata in vigore il 1o luglio di quest'anno, che prevede l'identificazione dei soggetti statunitensi titolari di conti presso intermediari finanziari esteri e la successiva segnalazione all'autorità locale. La normativa FATCA, fortemente voluta dall'amministrazione Obama, è stata varata dagli USA per contrastare l'evasione fiscale da parte dei propri contribuenti che utilizzano veicoli esteri per gli investimenti delle somme distratte dal fisco locale, prevede che gli intermediari finanziari stranieri, banche, assicurazione vita, società di gestione del risparmio, società di intermediazione mobiliare e broker, identifichino e segnalino alle autorità fiscali i propri clienti aventi residenza fiscale statunitense a partire dal 1o luglio 2014. La rilevanza dell'accordo risiede proprio nel fatto che la piattaforma normativa e tecnologica FATCA, strutturata sullo scambio reciproco e automatico delle informazioni tra le amministrazioni finanziarie dei Paesi aderenti, è destinata a fungere da architrave delle nuove regole per lo scambio multilaterale dei dati volute in sede OCSE, e a quelle promosse in sede di Unione europea, che estenderanno, di fatto, a partire dal luglio 2015 l'obbligo di identificazione e segnalazione di tutta la clientela con residenza fiscale estera, alle rispettive autorità di competenza. In tale contesto, ricordo che i Governi degli Stati Uniti, da un lato, e di alcuni grandi Paesi dell'Unione europea, tra cui la Francia, la Germania, la Spagna, il Regno Unito e l'Italia, dall'altro, i cosiddetti FATCA partner, abbiano espresso l'intenzione di anticipare la messa in opera degli strumenti multilaterali appena richiamati, adottando intese bilaterali che rendono più agevole l'attuazione del quadro normativo FATCA.
  Il Regno Unito ha per primo firmato un accordo bilaterale con gli Stati Uniti, in data 14 settembre 2012. Anche Danimarca, Messico, Spagna, Lussemburgo, Germania, Francia e Irlanda, tra gli altri, hanno firmato l'accordo, secondo lo stesso modello adottato dal Governo britannico. Il 10 gennaio scorso, è stato, infine, concluso l'accordo tra il Governo italiano e quello degli Stati Uniti. A livello comunitario, a riprova di un approccio fortemente condiviso dai principali Paesi dell'Unione – la Francia, la Germania, la Spagna, il Regno Unito e l'Italia – abbiamo formalmente comunicato al Commissario europeo alla fiscalità, il 9 aprile 2013, di voler realizzare uno strumento pilota di scambio automatico multilaterale di informazione, avente le medesime caratteristiche del modello concordato con gli Stati Uniti.
  Venendo, quindi, nello specifico, ai profili di interesse della Commissione affari esteri, l'accordo, che consta di dieci articoli e due allegati, persegue l'obiettivo di fornire agli intermediari finanziari un quadro normativo completo, circa gli adempimenti che questi dovranno assolvere a seguito della pattuazione Italia-Stati Uniti, anche nell'ottica di garantire una disciplina sistematica della materia che consenta di conseguire sinergie applicative. Tra gli articoli più salienti, ricordo che l'articolo 2 fissa gli obblighi in materia di ottenimento e scambio di informazioni relative a conti oggetto di comunicazione. Gli elementi informativi da comunicare sono, con riferimento al 2014, il nome, l'indirizzo e il codice fiscale statunitense, di ciascun soggetto statunitense titolare di conto, e del numero di conto, gli identificativi della istituzione finanziaria italiana che effettua la comunicazione, il saldo e il valore del conto. Nel 2015, si aggiungeranno i dati relativi all'importo del totale lordo degli interessi, dei dividendi o di altri redditi generati in relazione alle attività detenute dal conto. A decorrere dal 2016, si aggiungeranno, per i conti di custodia, gli introiti lordi derivanti dalla vendita o dal riscatto dei beni patrimoniali pagati o accrediti sul conto.Pag. 8
  L'articolo 3 dell'Accordo stabilisce tempi e modalità dello scambio di informazioni tra i due Paesi firmatari. Per quanto attiene all'articolo 4, mi preme sottolineare come esso disciplini l'applicazione della normativa FATCA alle istituzioni finanziarie italiane. In relazione all'articolo 5, ricordo che esso definisce le procedure da applicare in caso di mancato rispetto. L'articolo 6, invece, è finalizzato all'impegno dei due Stati a intensificare l'efficacia dello scambio delle informazioni e la trasparenza fiscale. Rilevo, altresì, che l'articolo 7 assicura all'Italia ogni migliore trattamento contenuto in un accordo di applicazione.
  Prima di passare la parola al collega Sanga – chiedo scusa, Presidente – mi permetto di raccomandare una rapida approvazione del disegno di legge di ratifica, poiché l'Accordo risponde pienamente all'esigenza di rafforzare, in tempi di crisi economica globale, gli strumenti di lotta all'evasione fiscale a livello internazionale, nella consapevolezza, consolidatasi con l'esperienza di questi anni, che le manovre antielusive poste in essere dai singoli Stati, rischiano di generare asimmetrie e confusione, allontanando gli investimenti all'estero, con scarsi risultati da un punto di vista pratico in termini di gettito.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore per la VI Commissione (finanze), onorevole Sanga.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, il provvedimento in esame, il FATCA, Foreign Account Tax Compliance Act, si inserisce in un contesto internazionale in continua evoluzione. Riguarda lo scambio automatico e reciproco di informazioni e dati bancari e finanziari tra gli Stati Uniti e l'Italia. E bisogna riconoscere agli USA e al loro Presidente di avere avuto in questi anni un ruolo decisivo nell'avviare una grande operazione di trasparenza, rispetto alle movimentazioni finanziarie internazionali, con immediato ed efficace riflesso sul piano fiscale.
  Siamo di fronte ad un passaggio epocale, destinato a segnare in modo straordinariamente positivo i rapporti tra gli Stati e le istituzioni finanziarie e bancarie, favorendo un cambiamento radicale nei rapporti tra fisco e contribuenti e, quindi, tra Stato e cittadini. Da un lato la globalizzazione e l'intreccio sempre più frequente di relazioni industriali, economiche e finanziarie; dall'altro lato la crisi e la recessione che hanno colpito anche i Paesi più ricchi del mondo, con riduzione delle risorse disponibili e diminuzione delle entrate; dall'altro ancora gli strumenti sempre più raffinati della tecnologia, l'evoluzione della rete telematica e digitale, ma aggiungerei un'ulteriore e nuova consapevolezza dei cittadini rispetto alle rilevanti questioni della fiscalità e dell'evasione internazionale.
  Tutto questo, signor Presidente, sta portando la storia in una direzione diversa rispetto alle vicende di un passato anche recente. Il contrasto all'evasione fiscale internazionale, all'opacità di quelli che abbiamo sempre definito paradisi fiscali, diventa ormai un tutt'uno con la lotta alla grande criminalità organizzata, anzi sostiene e rafforza questa battaglia.
  Vorrei precisare che quest'Accordo, che appunto denominiamo FATCA, è un accordo bilaterale e viene stipulato in questo caso, appunto, tra USA e Italia, e comunque tra gli USA e un altro Paese. L'Italia ha firmato il FATCA il 10 gennaio 2014 e il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo Italia-Usa il 30 giugno 2014, che il Parlamento si trova ora a ratificare.
  Gli Stati che aderiscono al FATCA e agli strumenti internazionali predisposti dall'OCSE sono sempre più numerosi. Per chi detiene illegalmente all'estero beni o capitali, trovare aree al sicuro del segreto bancario sarà sempre più difficile. Questi temi del resto hanno costituito i punti chiave del G20 dei ministri delle finanze, svoltosi in Australia a settembre. In quella sede vi è stata l'approvazione dello standard di scambio multilaterale e automatico dei dati, cosiddetto Common Reporting Standard (CRS), e proprio il CRS costituisce l'evoluzione naturale della normativa statunitense FATCA, che funge da sostegno Pag. 9basilare a queste nuove regole per lo scambio multilaterale dei dati, volute dall'OCSE e sostenute anche dall'Unione europea.
  Come si è già detto, la Gran Bretagna è stato il primo Paese a firmare il modello di regole conseguenti al FATCA, già operativo dal 14 settembre 2012, a cui sono seguiti poi altri Paesi dell'Unione europea e anche altri esteri di grande rilevanza sul piano di internazionale.
  Mi limito soltanto ad una considerazione finale. La ratifica, come già in precedenza si diceva, viene un poco in ritardo, Presidente. Il FATCA prevede da parte degli user che le disposizioni siano concretamente operative dal 1o luglio 2014, come atto unilaterale, compresa l'applicazione della ritenuta alla fonte del 30 per cento sui pagamenti di fonte statunitense.
  Il Ministero dell'economia e delle finanze ha pubblicato una bozza di decreto ministeriale sul sito per consentire alle banche e alle istituzioni finanziarie di operare già nel periodo in corso in conformità all'Accordo siglato e ancora da ratificare. Quindi, c’è un percorso già avviato che richiede anche a noi al più presto di ratificare con urgenza questo Trattato.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
  È iscritto a parlare l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Signor Presidente, FATCA, lo abbiamo già sentito, è l'acronimo di Foreign Account Tax Compliance Act, una legge entrata in vigore negli Stati Uniti il 18 marzo 2010. Il nome della legge di per sé è autoesplicativo. L'amministrazione statunitense ha l'obiettivo di rendere trasparenti e tracciabili le ricchezze finanziarie detenute all'estero da cittadini ed entità USA, in modo da ridurre l'evasione fiscale correlata ai movimenti internazionali dei capitali. Gli Stati Uniti, insomma, con l'approvazione di quella legge e con le iniziative ad essa conseguenti, in particolare nei confronti delle banche svizzere, hanno aperto un fronte di grandissimo rilievo storico e politico: la lotta al segreto bancario.
  A quattro anni e mezzo di distanza, oggi possiamo affermare che quella battaglia sta per essere vinta e che il segreto bancario sta per essere superato nella maggior parte dei Paesi del mondo, compresa la Svizzera. Si tratta di un aspetto fondamentale in quella che viene comunemente chiamata nuova regolazione della globalizzazione, cioè il tentativo della comunità internazionale di dotarsi di istituti multilaterali che consentano la riduzione degli effetti negativi indotti dalla globalizzazione e dalla libertà di movimento dei capitali.
  Infatti, mentre FATCA procedeva per la sua strada, con gli Stati Uniti impegnati a stipulare accordi con tutti i Paesi, compreso quello con l'Italia – entrato in vigore a partire dal 1o luglio 2014 e che garantisce, tra l'altro, la reciprocità, quindi scambio di informazioni non solo dall'Italia verso gli USA, ma anche dagli USA verso l'Italia –, gli stessi Stati Uniti, insieme ai 5 grandi Paesi dell'Unione europea (Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito), hanno ampliato l'iniziativa alle istituzioni multilaterali, a partire dal G20, dal Global Forum e dall'OCSE, con l'obiettivo di introdurre a livello globale uno standard di scambio di informazioni bancarie e finanziarie valido per tutte le giurisdizioni fiscali.
  Questo standard ha visto la luce il 13 febbraio 2014 e si chiama CRS (Common Reporting Standard). Il modello nato per consentire a qualunque Paese di scambiare informazioni in automatico con gli Stati Uniti (FATCA) si è così convertito in un modello che permette a tutti i Paesi aderenti di scambiare automaticamente informazioni fra di loro.
  La firma dell'Accordo multilaterale è avvenuta a Berlino, in occasione della riunione annuale plenaria del Global Forum, il 29 ottobre 2014. Il G20 di Brisbane, il 15 e 16 novembre 2014, ha adottato il Common Reporting Standard.Pag. 10
  La Presidenza italiana del semestre europeo ha accelerato l'adozione del modello di scambio di informazioni fra i Paesi dell'Unione, ottenendo il via libera in occasione della riunione Ecofin del 14 ottobre. Tutti i Paesi europei sono impegnati ad adeguare le loro normative interne entro il 31 dicembre 2015 e ad applicare la nuova direttiva sullo scambio di informazioni a partire dal 1o gennaio 2016. La sola Austria ha chiesto e ottenuto un anno di tempo in più.
  Insomma, sia pure con grande fatica e lentezza, la pressione dell'amministrazione Obama, alleata per l'occasione con i 5 grandi Paesi europei, anche loro una volta tanto uniti e non divisi, come invece avviene purtroppo su altri terreni di discussione delle politiche economiche, e questa iniziativa stanno facendo crollare il segreto bancario.
  A Berlino cinquantuno Paesi hanno sottoscritto l'Accordo per avviare lo scambio di informazioni nel 2017, mentre altri trentacinque Paesi lo avvieranno nel 2018. Il 19 novembre il Common Reporting Standard è stato firmato dalla Svizzera, con l'impegno ad adottarlo a partire dal 2018. Questa è una notizia importante per i tanti italiani che hanno collocato in Svizzera disponibilità finanziarie. Per offrire loro un percorso legale di emersione, è in discussione al Senato la legge sulla voluntary disclosure, già approvata dalla Camera, che potrebbe essere la base di un accordo bilaterale fra il nostro Paese e la Confederazione elvetica per anticipare l'entrata in vigore dello scambio di informazioni e favorire una transizione ordinata al nuovo regime.
  Com’è noto, la globalizzazione comporta benefici, ma anche costi. Lo sregolato e convulso sviluppo dei mercati finanziari è stata una delle cause della grande recessione. La fine del segreto bancario è un mattone importante, decisivo di una nuova regolazione internazionale, non solo a fini antievasione, ma anche per ridurre la concorrenza fiscale fra gli Stati e i movimenti di capitale che tendono ad occultare la provenienza dei fondi. È stato fondamentale il ruolo esercitato dagli Stati Uniti di Obama, ma altrettanto importante il ruolo dei cinque grandi Paesi europei e in particolare dell'Italia, sia prima, che durante il semestre di Presidenza dell'Unione, con buona pace per chi si ostina a non riconoscere gli importanti risultati che l'Italia sta raggiungendo nelle sedi europee e internazionali.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, qualche breve considerazione sul fatto che il FATCA è l'esempio di come si dovrebbe combattere l'evasione fiscale internazionale. Quindi, è un buon esempio che gli Stati Uniti hanno dato a tutti gli altri Paesi del G20. Infatti, hanno imposto a tutti i partner del G20 e agli altri Paesi che via via aderiranno il fatto che le istituzioni finanziarie devono dichiarare se i cittadini americani intrattengono rapporti con le istituzioni finanziarie del Paese con il quale è stato ratificato l'accordo. È un esempio che anche in Europa si dovrebbe seguire. Il modello americano è sicuramente più efficace perché è seriale ed è un accordo globale, anche se poi deve essere declinato su base bilaterale. Credo che l'Italia dovrebbe ben seguire questo sistema. Com’è noto, siamo un Paese che ha un'elevata quantità di risorse finanziarie detenute all'estero e non ancora perfettamente tracciate per cui, per esempio, l'accordo con la Svizzera, attualmente in discussione al Senato, va proprio in questa direzione, ossia quella di cercare di fare emergere le disponibilità finanziarie detenute da cittadini italiani all'estero. Dovremmo seguire meglio l'esempio dato dagli Stati Uniti con il FATCA e cercare di replicare con tutte le amministrazioni con cui intratteniamo rapporti finanziari uno scambio di informazioni rafforzato che va ben al di là di quanto previsto dai buoni ed efficaci trattati bilaterali sulle doppie imposizioni. Il FATCA fa qualcosa di più e, allora, forse dovrebbe essere uno strumento che dovremmo prendere a modello e replicare in futuro negli accordi bilaterali relativi alle tasse.Pag. 11
  Quanto al FATCA in sé, al di là di alcune considerazioni che sono state ben sottolineate dalla Commissione XIV sul rischio di discriminazione da parte di cittadini comunitari rispetto a cittadini italiani, credo che sia un Accordo complessivamente che condividiamo e che auspichiamo sia rapidamente ratificato con tutti i caveats che ci sono sui ritardi dell'entrata in vigore del FATCA stesso. Come gruppo di Forza Italia, quindi, non possiamo che ribadire il nostro essere favorevoli a questo provvedimento e auspicarne una rapida approvazione.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, sì, è una vera innovazione a livello internazionale contro l'evasione fiscale. Questa innovazione si chiama F.A.T.C.A. e si tratta praticamente di un Accordo che stiamo ratificando tra Italia e Stati Uniti. Se si fa qualcosa contro l'evasione fiscale, il MoVimento 5 Stelle non può che essere d'accordo, ma ci rende perplessi il seguente aspetto: in pratica il nostro Stato sta facendo qualcosa di effettivo e di reale contro l'evasione fiscale solo se dall'altra parte c’è qualcosa o qualcuno che ci minaccia. In questo caso abbiamo una ritenuta del 30 per cento sui capitali provenienti dagli Stati Uniti che verrà applicata se non viene attuato questo Accordo. E questa previsione ci lascia molto perplessi: vuol dire che abbiamo uno Stato che in realtà non sta facendo molto contro l'evasione fiscale e attua strumenti solo se effettivamente vi è una vera minaccia. E questa minaccia c’è ed è concreta e a noi questo aspetto non piace moltissimo, perché non ci piace dover ratificare degli Accordi bilaterali se, dall'altra parte, vi è quasi una volontà unilaterale di farci pagare delle sanzioni, anche pesanti. Però si fa di tutto contro l'evasione fiscale e, quindi, da questo punto di vista non possiamo che essere tranquilli.
   Signor Presidente, volevo aggiungere qualcosa su questa ratifica. Tale ratifica è stata siglata da altri Stati e forse, invece, conveniva fare in modo che venisse ampliata la rosa dei Paesi e magari ampliata anche all'Unione europea. Purtroppo questo non è stato fatto e questi Accordi si stanno attuando Stato per Stato. Così – lo dice bene la scheda informativa al Trattato stesso – questo Trattato viene attuato in un contesto più ampio riferito alle doppie imposizioni ovvero al fatto che i cittadini statunitensi e i cittadini italiani non corrono il rischio di pagare due volte la stessa tassa sullo stesso reddito. Ebbene, anche in questo siamo soddisfatti. Purtroppo però all'estero ma anche in Italia ci sono organizzazioni, società che sono molto abili ad utilizzare questi Trattati sulle doppie imposizioni per riuscire ad evadere il fisco oppure per riuscire veramente a procurarsi dei guadagni molto facili contro il nostro erario. Non bisogna andare troppo lontano per trovare il caso di tre banche d'affari molto importanti quali Lehman Brothers, Goldman Sachs e J. P. Morgan. Ebbene queste tre banche d'affari nei lontani anni (non troppo lontani) dal 1999 al 2003, in pratica sfruttando in modo ottimo per le loro tasche gli Accordi sulle doppie imposizioni riuscivano a trasferire prima all'estero e poi a far ritornare in Italia dei dividendi. Su questi dividendi, una volta all'estero, i creditori riuscivano a farsi pagare crediti di imposta dalla nostra nazione e poi questi pacchetti azionari tornavano in Italia belli, lindi, puliti e in pratica sono arrivate alla nostra Agenzia delle entrate moltissime richieste di rimborso false. Ripeto «false» perché quei crediti d'imposta non andavano richiesti. Ebbene, è stato scoperto dalla procura di Pescara un giro d'affari di 4 miliardi e 300 milioni, un affare scandaloso. Questo da parte delle più grandi banche d'affari con le quali il nostro Stato comunque ha rapporti commerciali perché ci aiutano a piazzare i nostri titoli di Stato. Praticamente queste banche riuscivano a sfruttare quasi alla luce del sole le doppie imposizioni. Questo cosa vuol dire ? Vuol dire che dobbiamo stare molto attenti, Pag. 12perché i Trattati sulle doppie imposizioni probabilmente non bastano: ci vuole qualcosa di più, ci vogliono regole ferree contro l'evasione fiscale e purtroppo, invece, stiamo facendo qualcosa contro l'evasione fiscale solo se abbiamo dall'altra parte uno Stato che ci minaccia con ritenute del 30 per cento sui capitali provenienti dall'estero. E questo non ci sta bene: noi vorremmo veramente uno Stato che si impegnasse contro l'evasione fiscale. Non come sta facendo l'attuale Governo che, a quanto pare, da indiscrezioni di stampa, sembra che nell'attuazione della delega fiscale intenda stabilire una maggiorazione delle soglie per la responsabilità penale per le dichiarazioni fraudolente. Sono strumenti che, secondo noi, vanno contro una vera lotta all'evasione fiscale. Ora il MoVimento 5 Stelle è dalla parte dei cittadini, è dalla parte dei contribuenti, anche dei contribuenti che non riescono a pagare le tasse, tuttavia le dichiarazioni dei redditi vanno fatte in modo corretto perché, legalmente parlando, dobbiamo essere tutti a posto.
  Ebbene, purtroppo, invece, cosa vuole fare il Governo ? Vuole aumentare le soglie di rilevanza penale. Questa cosa a noi non piace, ma non piace neanche alla Guardia di finanza, che ce l'ha detto in Commissione, abbiamo fatto un'audizione apposta sull'evasione fiscale: anche la Guardia di finanza ci ha detto di non toccare i regimi sanzionatori, di responsabilità.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DANIELE PESCO. Noi siamo per denunciare queste cose, perché vogliamo che lo Stato si impegni veramente contro l'evasione fiscale. Sempre da indiscrezioni di stampa, sembra che anche per le false fatture sotto i mille euro non si abbia responsabilità penale per certe condotte. È come rubare una mela: sappiamo tutti che se rubiamo una mela possiamo andare in carcere, se, invece, uno commette un'evasione fiscale alla luce del sole di mille euro non andrà in carcere. Questo a noi non piace. Per certe condotte, bisogna mantenere i regimi sanzionatori ed i regimi di responsabilità penale esistenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche dei relatori e del Governo – A.C. 2577)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore Amendola, il relatore Sanga ed il rappresentante del Governo si riservano di intervenire nel prosieguo del dibattito.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere (ore 16,49).

  PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, il deputato Ernesto Carbone, in sostituzione del deputato Davide Faraone, entrato a far parte del Governo.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 3 dicembre 2014, alle 11:

  (ore 11 e ore 16)

  1. – Seguito della discussione delle mozioni Paolo Nicolò Romano ed altri n. 1-00515, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00657, Caparini ed altri n. 1-00658, Bergamini e Palese n. 1-00663, Quaranta ed altri n. 1-00664 e Bruno Bossio ed altri Pag. 13n. 1-00678 concernenti iniziative volte alla separazione societaria della infrastruttura della rete di telecomunicazione e alla definizione del relativo modello di governance.

  2. – Seguito della discussione delle mozioni Di Gioia, Morassut, Di Salvo ed altri n. 1-00602, Prataviera ed altri n. 1-00639 e Ciprini ed altri n. 1-00650 concernenti iniziative per l'impiego di parte del risparmio previdenziale per interventi a sostegno dell'economia.

  3. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   FERRANTI ed altri: Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visita a persone affette da handicap in situazione di gravità (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (C. 631-C).
  — Relatori: Rossomando e Sarro.

  4. – Seguito della discussione delle mozioni Caparini ed altri n. 1-00592, Vargiu ed altri n. 1-00668, Brunetta e Palese n. 1-00672, Fratoianni ed altri n. 1-00674 e Garofalo ed altri n. 1-00679 in materia di esenzione dal pagamento e di disdetta del canone Rai.

  5. – Seguito della discussione della Relazione sul semestre di presidenza italiana dell'Unione europea e sulla lotta alla criminalità mafiosa su base europea ed extraeuropea, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere (Doc. XXIII, n. 2).

  6. – Seguito della discussione dei disegni di legge:
   S. 1241 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Turchia sulla lotta ai reati gravi, in particolare contro il terrorismo e la criminalità organizzata, fatto a Roma l'8 maggio 2012 (Approvato dal Senato) (previo esame e votazione della questione sospensiva presentata) (C. 2276).
  — Relatore: Amendola.

  S. 1243 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica alla Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati uniti messicani per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, dell'8 luglio 1991, fatto a Città del Messico il 23 giugno 2011 (Approvato del Senato) (C. 2279).
  — Relatore: Fitzgerald Nissoli.

  Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America finalizzato a migliorare la compliance fiscale internazionale e ad applicare la normativa F.A.T.C.A. (Foreign Account Tax Compliance Act), con Allegati, fatto a Roma il 10 gennaio 2014, nonché disposizioni concernenti gli adempimenti delle istituzioni finanziarie italiane ai fini dell'attuazione dello scambio automatico di informazioni derivanti dal predetto Accordo e da accordi tra l'Italia e altri Stati esteri (C. 2577).
  — Relatori: Amendola, per la III Commissione; Sanga, per la VI Commissione.

  7. – Seguito della discussione delle mozioni Nicoletti ed altri n. 1-00603, Santerini ed altri n. 1-00604, Manlio Di Stefano ed altri n. 1-00605, Palazzotto ed altri n. 1-00616, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00617, Matteo Bragantini ed altri n. 1-00618, Brunetta ed altri n. 1-00619 e Rampelli ed altri n. 1-00654 concernenti iniziative in materia di diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, con particolare Pag. 14riferimento alla revisione del regolamento dell'Unione europea noto come «Dublino III».

  8. – Discussione delle mozioni De Girolamo ed altri n. 1-00653 e Scotto ed altri n. 1-00680 concernenti interventi a favore del Mezzogiorno.

  (ore 15)

  9. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 16,50.

ERRATA CORRIGE

  Nel resoconto stenografico della seduta del 30 novembre 2014:
   a pagina 1, prima colonna, dodicesima riga, il nome «Boccia» si intende soppresso.