XVII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 539 di venerdì 18 dicembre 2015
Pag. 1PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
La seduta comincia alle 9,05.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baldelli, Bonafede, Crippa, De Menech, Galati, Guerra, Lauricella, Piepoli e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente novantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Discussione della mozione Crippa ed altri n. 1-01082 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti della Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi (ore 9,11).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Crippa ed altri n. 1-01082 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti della Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi (Vedi l'allegato A – Mozione).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione della mozione è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 16 dicembre 2015.
(Discussione sulle linee generali)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali della mozione presentata.
È iscritto a parlare il deputato Davide Crippa, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-01082. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Siamo qui oggi per raccontare una storia: la storia dell'ennesimo conflitto di interessi, targato Governo Renzi. Come tutte le storie anche questa ha un inizio, e il suo inizio è a gennaio 2015, quando, con il decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, si va a modificare la normativa di riferimento delle banche popolari. In particolar modo, l'articolo 1 del citato decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, ha introdotto nuovi limiti dimensionali per le banche popolari, disponendone la trasformazione in Spa in alcune condizioni economiche.Pag. 2
Tali disposizioni interessano anche la Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, di cui lei, Ministro Boschi, deteneva azioni, come indicato nella sua dichiarazione patrimoniale pubblicata sul sito del Consiglio dei ministri. A peggiorare la situazione arriva il coinvolgimento della santa famiglia Boschi di Arezzo: suo padre, Pierluigi Boschi, suo fratello, Emanuele Boschi, e sua cognata hanno avuto rapporti professionali di dipendenza con la suddetta banca. Suo padre è stato consigliere di amministrazione e fino a febbraio 2015, dopo il favore di trasformazione in Spa, anche vicepresidente del medesimo consiglio di amministrazione. Insomma, una bella banca di famiglia.
Banca Etruria viene commissariata a febbraio 2015 per un buco di 3 miliardi di euro, sei volte il suo patrimonio netto, ma le obbligazioni subordinate vengono ancora vendute agli ignari e incolpevoli risparmiatori. Bankitalia, constatando le forti criticità crescenti e una situazione disastrosa, commina multe per 2,5 milioni di euro al CDA della banca. Suo padre viene multato per 144 mila euro, per diverse irregolarità individuate dalla vigilanza. Un gran bel quadro insomma, che però ha il privilegio di identificare appieno il contesto di gravissimo e palese conflitto di interessi che si districa intorno alla Ministra Boschi e alla sua famiglia.
L'approvazione del decreto-legge precedentemente citato è stata preceduta da rilevanti speculazioni finanziarie, relative agli istituti di credito interessati dal medesimo provvedimento. In particolar modo, il Presidente della Consob, in sede di audizione parlamentare, ha riferito di negoziazioni che hanno assunto complessivamente volumi nell'ordine di 10 milioni di euro. La banca è in crisi, ma molti di colpo si mettono a comprare azioni, convinti che da marzo quelle azioni varranno molto di più. Perché ? Non è dato sapere, ma forse è dato supporre.
Da fonti di stampa risulterebbe, poi, una possibile diffusione di informazioni privilegiate prima del Consiglio dei ministri del 20 gennaio 2015. Sembrerebbe che il volume delle negoziazioni sia aumentato fin dal 3 gennaio del medesimo anno. Le quotazioni delle azioni hanno registrato incrementi pari ad un minimo dell'8 per cento per UBI Banca, fino a un massimo – guarda caso ! – del 57 per cento proprio per la Banca popolare dell'Etruria e del Lazio. Sarà un caso ?
L'ipotesi di una possibile speculazione finanziaria di investitori sulle banche popolari, così da fare man bassa di azioni ha portato anche all'apertura di fascicoli da parte della procura della Repubblica di Roma.
Secondo un'altra inchiesta della Guardia di finanza, la Romed, società finanziaria di cui De Benedetti è proprietario – ahimè, il solito De Benedetti ! –, nel medesimo periodo ha operato in modo massiccio sui titoli di quattro banche popolari, investendo tra i 5 e i 6 milioni di euro con una plusvalenza finale di 600 mila euro. Secondo registrazioni telefoniche riportate dalla stampa, l'ingegnere sosterrebbe di essere stato informato, tra gli altri, anche da ambienti vicini a Bankitalia in periodo antecedente all'emanazione del decreto-legge. Secondo Il Sole 24 Ore del 12 febbraio 2015, le informazioni riguardanti il decreto-legge sarebbero trapelate – e cito – prima dell'effettiva emanazione del provvedimento in ambienti finanziari, al punto che intermediari con base a Londra, per conto di altri clienti, avrebbero provveduto all'acquisto di azioni di vari istituti. Tra questi c’è anche il Fondo speculativo Algebris, fondato da Davide Serra, imprenditore vicino al Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, secondo quanto riportato dalla stampa.
Passiamo ora al secondo nodo della vicenda: domenica 22 novembre, il Governo Renzi fa approvare dalla sua maggioranza il cosiddetto decreto «salva banche», un atto che ha posto di fatto quattro banche locali – Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di risparmio di Chieti e Cassa di risparmio di Ferrara – in liquidazione coatta amministrativa, che, per chi non dovesse essere avvezzo alla materia, è una procedura simile a quella fallimentare, ma svolta da un istituto amministrativo e non da un tribunale. Il Pag. 3salvataggio dei quattro istituti di credito ha comportato la perdita del risparmio di 130 mila clienti, di cui 12 mila gli obbligazionisti più deboli, con il tragico epilogo di un suicidio. Il pregiudizio deriva dalla sottoscrizione di strumenti finanziari rischiosi, non adeguati a pensionati, famiglie, piccoli risparmiatori, che venivano di fatto venduti allo sportello con una scioltezza allarmante.
Ministro Boschi, questo quadro è sempre più drammatico. Prendiamo atto che lei rivendica la propria assenza al Consiglio dei ministri del 22 novembre, ma siamo convinti che gli italiani non siano un popolo di stupidi e capiscano che lei era a conoscenza di quanto sarebbe ed è stato approvato in quella data (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Si immagini che, se esiste un ordine del giorno per la convocazione dell'assemblea condominiale, figurarsi per il Consiglio dei ministri !
Qui si inserisce il terzo punto fondamentale: visto che lei rivendica la sua assenza in quella sede, manifestando di fatto la tesi del conflitto di interessi tra la sua funzione pubblica e i suoi interessi privati, come mai era presente al Consiglio dei ministri del 10 settembre 2015 ? Le ricordo, come riportato dalla stampa, che il 10 settembre 2015 dal Consiglio dei ministri fu recepita la direttiva sul bail-in, che prevede un salvacondotto per gli amministratori delle banche, oggetto di procedura di risoluzione. Spieghiamo meglio: gli azionisti truffati non potranno rivalersi legalmente direttamente sugli amministratori; prima si poteva, dopo la modifica non si può più. Stiamo mica parlando di un salvacondotto per il babbo ? Sembra proprio così.
La direttiva europea non prevedeva in alcun passaggio che l'azione di responsabilità fosse prerogativa dei commissari, come invece ha stabilito il suo Governo, Ministra Boschi. L'Europa in questo caso raccomandava di non far venir meno i diritti di rivalsa sanciti dai rispettivi ordinamenti civili e penali. Sembra chiaro che i cittadini truffati da Banca Etruria non potranno rivalersi direttamente sugli amministratori e, quindi, su suo padre !
Lei – vista la sanzione emanata da Bankitalia a suo padre, ricordo, per: violazioni delle disposizioni sulla governance, carenze dell'organizzazione e nei controlli interni, carenze nella gestione e nel controllo del credito, carenze nei controlli, violazioni in materia di trasparenza, omesse ed inesatte segnalazioni agli organi di vigilanza – ha forse preferito correre ai ripari e proteggere la famiglia, prima che i risparmiatori, i pensionati e i correntisti ? I fatti citati e la loro concatenazione temporale gettano una pesante ombra sulla sua figura di Ministro e sulla sua funzione istituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Con riguardo alla cura degli interessi pubblici e al principio generale di assoluta imparzialità, suo padre, se ha sbagliato come vicepresidente, deve pagare per dare giustizia ai cittadini, non essere da lei o dal suo Governo esonerato da questa responsabilità. La necessità di tutelare il risparmio in tutte le sue forme come previsto dalla Costituzione, non tutelare il suo risparmio personale o familiare.
Visto quanto sopra descritto, a nostro giudizio, anche la più remota possibilità di commistione tra l'incarico di Governo della Ministra Boschi e gli interessi economici e finanziari del titolare dei più prossimi parenti e di conoscenti, non può non essere presa in considerazione.
Sarebbe onesto che lei, Ministra, faccia un bel passo indietro. Esprimiamo pertanto la nostra sfiducia alla Ministra per le riforme costituzionali e la impegniamo a rassegnare immediatamente le dimissioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Andrea De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA. Presidente, colleghi, il Partito Democratico respinge con grande convinzione la mozione di sfiducia al Ministro Maria Elena Boschi presentata questa mattina. Lo facciamo certo per ragioni di merito su cui poi interverrò, ma Pag. 4prima di tutto denunciandone la strumentalità e, in tanti dei suoi sostenitori dentro e fuori il Parlamento, la faziosità.
La mozione di sfiducia ad un Ministro della Repubblica è un atto significativo che deve essere fondato su fatti e circostanze che poi magari si possono condividere o meno sul piano del giudizio politico; qui siamo davanti, invece, ad una mozione di sfiducia del tutto infondata nel merito e sostenuta da una vera e propria campagna di delegittimazione che usa argomenti spesso discutibili e persino sessisti contro un esponente delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); per vederlo basta stare pochi minuti sui social network.
Per questo, per prima cosa, voglio esprimere solidarietà e vicinanza, umana prima ancora che politica, a Maria Elena Boschi da parte di tutto il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Solidarietà di tutti i democratici e le democratiche per le modalità e gli argomenti della campagna in atto contro di lei e sostegno convinto per il suo lavoro serio, appassionato e determinato in un ruolo di Governo così importante e significativo.
Voglio dire a chi ha presentato la mozione di sfiducia – tramite la Presidenza, ovviamente – che così non si fa altro che delegittimare il dibattito democratico tra posizioni legittimamente diverse, anche sul tema certo delicato ed importante delle norme sul sistema bancario, riducendolo ad un'inaccettabile aggressione alle persone che sostituisce il confronto di idee.
Quando nel dibattito parlamentare, come a volte è accaduto, non si è determinati di fronte a situazioni con queste caratteristiche, magari in buona fede o per realpolitik, si commette sempre un errore, sul piano della credibilità delle istituzioni e dello sviluppo del libero dibattito democratico.
Nel merito della vicenda si può essere molto rapidi, perché il merito, se lo si guarda oggettivamente, è piuttosto chiaro. In primo luogo, votando a favore della mozione di sfiducia si attribuirebbe al Ministro Maria Elena Boschi qualche forma di omissione o comportamento scorretto, ma non vi è traccia di niente di tutto questo; poi, non vi è alcuna traccia di favoritismo verso qualcuno, mentre Pier Luigi Boschi ha dovuto pagare una multa di più di 140 mila euro, le azioni di Banca Etruria di proprietà della famiglia sono state azzerate, la banca è stata commissariata.
Dico, certo, che vi è il tema della normativa sul sistema bancario ed anche la preoccupazione di tanti cittadini, così come le situazioni di difficoltà di correntisti di istituti di credito come Banca Etruria. Oggettivamente si tratta di temi che non c'entrano nulla con la mozione di sfiducia di oggi, infatti il Ministro Boschi si occupa nel Governo, con grande capacità, di tutt'altre materie; non si è mai occupata di queste vicende (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma ritengo giusto fare anche su questo alcune sottolineature e alcune valutazioni, visto che quelle preoccupazioni e quelle difficoltà – così come la situazione di sofferenza umana e sociale di tanti cittadini, che merita la massima attenzione, fino ad arrivare a strumentalizzare la morte di una persona – sono state utilizzate per sostenere l'attacco politico al Governo e al Ministro Boschi.
Quindi, a questo proposito, voglio sottolineare che il Governo e la maggioranza che lo sostiene sono in primo luogo intervenuti per salvare i correntisti (1 milione di cittadini) e poi 7 mila posti di lavoro, relativi ai quattro istituti bancari di cui è stato chiesto il commissariamento.
Abbiamo già detto, lo ha fatto anche il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che siamo pronti a sostenere la proposta di istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta che analizzi quanto accaduto nel sistema bancario negli ultimi anni; trasparenza e chiarezza anche nella giusta retrospettiva temporale non ci fanno certo paura, anzi le auspichiamo.
Ora bisognerebbe confrontarsi, più che su un'inutile e strumentale mozione di sfiducia che viene presentata oggi, sul come garantire al meglio i contrattisti di Pag. 5fronte a sofferenze di istituti bancari – in questa direzione va anche l'idea di un coinvolgimento dell'Autorità nazionale anticorruzione, che ha ben operato in casi precedenti di grande rilievo, pensiamo ad Expo – e su come sostenere gli investitori più deboli economicamente e socialmente nei casi di crisi come quello in atto. Su questo, come è noto, siamo al lavoro, a partire dalla legge di stabilità.
Accanto all'azione della politica e delle istituzioni, poi, auspichiamo che le autorità preposte, a partire dalla magistratura, individuino e perseguano tutte le eventuali responsabilità su tutti i piani, nell'interesse di tutti i cittadini e dei risparmiatori e anche nell'interesse pubblico generale del Paese, sapendo tutti noi, per farci un discorso di verità, che una cosa sono i casi (certo non pochi) di risparmiatori in buona fede, che oggi sono gravemente danneggiati, e altra sono i casi di chi consapevolmente ha fatto investimenti più rischiosi di altri conoscendone le caratteristiche.
Ora, però, non tanto di sistema bancario stiamo parlando ma, come ho detto all'inizio di questo intervento, di un attacco strumentale immotivato a un Ministro che ha ben lavorato per il Paese e che va respinto con decisione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Da questo tipo di attacchi non ci facciamo spaventare. Siamo chiamati a guidare il Paese in un momento molto difficile della sua storia, fra sfide internazionali e crisi economica. Lo stiamo facendo con determinazione, con una forte azione di riforma e cambiamento, anche discutendo fra noi, a volte persino in modo aspro, ma uniti e determinati nel Partito Democratico a essere all'altezza della nostra responsabilità verso l'Italia e gli italiani. Siamo orgogliosi dei risultati che tutti insieme abbiamo raggiunto e soprattutto vediamo che finalmente vi sono primi ma importanti segnali di ripresa economica e, cosa ancora più importante, di ripresa dell'occupazione e dell'occupazione a tempo indeterminato.
Polemiche e strumentalizzazioni non ci fermeranno, non fermeranno un impegno determinato e collettivo per fare quelle riforme che il Paese attende da anni, per ridare fiducia agli italiani, per portare l'Italia fuori dalla crisi.
Nel respingere oggi la mozione di sfiducia al Ministro Boschi confermiamo il sostegno di tutto il Partito Democratico al Governo guidato da Matteo Renzi e, ancora di più, la nostra determinazione a fare fino in fondo il nostro dovere per l'Italia e per gli italiani, senza farsi sviare da strumentalizzazioni e polemiche. Noi vogliamo costruire e guardare avanti, lasciamo ad altri strumentalità e polemiche inutili. Gli italiani sanno ben giudicare cosa serve di più al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Giovanni Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Noi abbiamo iniziato l'anno in questo Parlamento discutendo il decreto-legge del Governo sulle banche popolari. Quando fu emanato dal Governo ci si chiese – già allora molti se lo chiesero – perché, per esempio, fosse stato fissato proprio in 8 miliardi di euro il livello degli attivi per cui le banche venivano coinvolte in quel decreto. Sia all'interno del mondo finanziario sia nei corridoi di questo palazzo, la motivazione che venne sempre sussurrata, se non detta apertamente, era che quel decreto doveva avere quel tipo di criterio perché si doveva tenere all'interno proprio di quel decreto la Banca Popolare dell'Etruria.
Ora, abbiamo appena chiuso l'anno, di fatto, con un altro decreto che riguarda le banche, questa volta in modo molto più doloroso – quel decreto che doveva servire a salvare le banche popolari, ricapitalizzandole, evidentemente, non ha avuto l'esito sperato –, molto più doloroso perché coinvolge migliaia di risparmiatori che hanno perso azioni, hanno perso obbligazioni e, anche in questo caso, c’è un istituto che brilla particolarmente per problemi gestionali, per carenze, per omissioni, probabilmente, anche per qualcosa di più, su cui sta indagando la magistratura e per cui già i vertici amministrativi Pag. 6sono stati condannati una volta, c’è un nuovo faro aperto da Bankitalia in questi giorni, e quell'istituto è ancora una volta la Banca Popolare dell'Etruria. Nel mezzo, in quest'anno, abbiamo avuto un decreto legislativo che interviene sulla responsabilità penale degli amministratori di società, di fatto alleggerendola e scaricando, invece, proprio sulle società il peso di quella responsabilità. Un decreto passato in sordina, su cui noi ci esprimemmo contro già allora, in primavera. Inoltre, è già stata citata, di recente, all'interno del recepimento della direttiva sulle risoluzioni bancarie, l'idea di togliere ai risparmiatori la possibilità di agire direttamente nei confronti degli amministratori.
Ora, tutte queste cose che sto dicendo, se prese singolarmente, potrebbero anche apparire scollegate, forse lo sono persino, io voglio sempre dare l'alibi della buona fede a chiunque, e tuttavia c’è un tema, c’è il tema che, direttamente o indirettamente, queste cose riguardano tutte un istituto di credito, particolarmente, oltre ad altri. E c’è un altro tema: che piaccia o non piaccia a quest'Aula, che piaccia o non piaccia al Governo, esiste un trait d'union fra questo Governo e la Banca Popolare dell'Etruria.
L'ho detto in altre occasioni, non è una colpa, è un dato di fatto; è un dato di fatto che fra gli amministratori di quella banca, in posizione apicale, ci fosse un congiunto di primo grado di un Ministro di questo Governo; è un dato di fatto che un altro congiunto di primo grado lavorasse in quell'istituto con posizione di responsabilità.
Ora, io credo che il conflitto di interessi una persona lo possa tenere su di sé, possa esistere come condizione latente; non è impossibile fare il Ministro o il deputato e avere una qualsiasi carica pubblica pure in condizioni di conflitto di interesse, ma si deve sapere una cosa, però: che possono verificarsi, anche casualmente, condizioni che quel conflitto di interessi lo fanno esplodere davanti al Parlamento, in questo caso, ma, soprattutto, davanti all'opinione pubblica. E questo, Presidente, lo riferisca al Ministro Boschi, è accaduto, in questo caso, è accaduto ed è accaduto in misura pesante.
Ora, io non sono minimamente interessato a quelli che sono i miei percorsi e i miei destini personali, figurarsi quanto posso esserlo ai destini di qualcun altro, però, credo che qui dentro, tutti noi, dobbiamo essere assolutamente interessati, sopra ogni altra cosa, alla credibilità delle istituzioni. Le istituzioni repubblicane, in questo Paese, sono già fin troppo ferite, rispetto agli occhi dei cittadini e non possiamo non porci il problema, quando è chiaro che fra i cittadini della Repubblica italiana, in questo momento, viene percepito un conflitto di interesse grande come una casa, dentro il Governo, e viene percepito su un tema essenziale, lo ripeto, essenziale per l'economia e la stabilità di questo Paese, qual è la credibilità del sistema bancario. Noi è a questo che dobbiamo dare una risposta.
Noi volevamo che il Ministro venisse in Aula a riferire, non avremmo voluto partire da una mozione di sfiducia, forse non è nemmeno l'esito più adatto e, tuttavia, il Ministro aveva il dovere di venire spontaneamente e spiegarci perché, perché questa serie di casualità, come era in grado di giustificarle, soprattutto per recuperare una credibilità davanti all'Italia. Questo non è stato fatto, lo ripeto, questo non è stato fatto.
PRESIDENTE. Concluda.
GIOVANNI PAGLIA. Il Governo si è già assunto, con il decreto-legge sulle banche, la responsabilità di minare, di rischiare di minare la fiducia nel sistema bancario italiano. La presenza del Ministro Boschi senza alcuna spiegazione, anzi, con l'atteggiamento arrogante di chi non viene a spiegare, ma dice al Governo: io ho i numeri e solo in virtù dei numeri ho il diritto di continuare a sedere in quel Governo, è inaccettabile; offende il Parlamento e io credo ponga anche molte domande all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
Pag. 7PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Andrea Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, una premessa è necessaria: è evidente che nel caso delle quattro banche ci sono stati grossi problemi sulla diffusione dei titoli, che è necessario verificare quello che succede; ci sarà un'indagine della magistratura, ci sarà una Commissione d'inchiesta che Scelta Civica ha chiesto subito. Noi vogliamo una Commissione che indaghi su quello che è accaduto, su quello che è successo nelle banche, sulla vigilanza, per potere, in generale, verificare le eventuali responsabilità e chi avrà delle responsabilità che saranno accertate, sia dalle indagini, sia dalla Commissione d'inchiesta, dovrà pagare, sia economicamente, sia penalmente, sia col proprio posto. Quindi, nessuna assoluzione preventiva e nessuno sconto.
Detto questo, questa mozione l'ha descritta benissimo l'onorevole Crippa: siamo venuti a raccontarvi una «storia», termine che, diciamo, è abbastanza appropriato. Allora, cominciamo a vedere la mozione, perché uno deve vedere quello che è stato detto. Il conflitto di interessi si può articolare in due modi: generale, l'incompatibilità, oppure sul caso specifico. Quello generale, in questo caso, è evidente che non c’è, in base alle norme vigenti, non c’è neppure sulla base delle norme che ci propongono i 5 Stelle. Noi lo stiamo discutendo il conflitto di interessi; nel disegno di legge del MoVimento 5 Stelle, ovviamente, chi è figlio di un dipendente di banca o di un dirigente di banca non è incompatibile, quindi, il MoVimento 5 Stelle sicuramente è meglio come legislatore che quando parla qui dentro.
In concreto, vediamo cosa dice la mozione, dà un quadro inquietante: il giorno in cui è stato fatto il decreto, anzi nei giorni precedenti, ci sono state fughe di notizie, ci sono state speculazioni, ci sono stati enormi aumenti dei volumi, esplosioni del prezzo, c'era Davide Serra a Londra che investiva. Ora vediamo i fatti: si dice che i volumi sono esplosi il 3 gennaio, che era sabato, era chiuso il mercato, ma questo è un dato abbastanza comico di per sé, dopodiché i volumi non sono esplosi, i volumi sono cresciuti il 19 di gennaio quando è stata annunciata, e era su tutti i giornali, la notizia. Il prezzo non è mai salito, è salito dopo. Allora, cominciamo dal fatto che le affermazioni di fatto sono tutte sbagliate, poi andiamo sulle norme, perché chiaramente il conflitto si poteva verificare sulle norme. Allora anche lì, la proposta di legge sul conflitto d'interesse dice che quando c’è un conflitto specifico la persona interessata deve astenersi dal voto e non partecipare al voto, che è quello che la Ministra Boschi ha fatto, e anche qui non si capisce perché, quando si legifera, una cosa vale, quando si parla qui dentro, ne vale un'altra. Poi veniamo al decreto, l'onorevole Crippa ha detto che è stato fatto già col decreto di attuazione del bail-in il salvacondotto per gli amministratori; bisogna leggere, bisogna studiare, le norme sulla liquidazione coatta prevedono la stessa norma da sempre (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia), c’è già, è uguale, leggetela (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), è identica, è identica quella norma, è identica, e lo dice anche il codice civile da ancora prima. Quindi non c’è il salvacondotto e queste banche sono state messe in liquidazione coatta amministrativa, quindi si applicheranno quelle norme. State raccontando ai vostri, soprattutto, ma, in generale, agli italiani, una cosa non vera, non vera ! La base di tutta questa analisi è completamente campata per aria.
Poi io direi, magari, che sarebbe il caso di descrivere i fatti in maniera un pochino più vera; è stato indicato che la Ministra è proprietaria di azioni della Banca, 1.500 azioni che valevano, credo, 500 euro e, dopo l'aumento, 900; ora, voglio dire, se gli italiani, come dite voi, non sono degli stupidi (Commenti del deputato Sibilia)... lo ha appena detto l'onorevole Crippa, un minuto fa, che era anche azionista della banca, è stato nominato, quindi se si pensa Pag. 8che un Ministro della Repubblica condizioni un decreto-legge per 300 euro, forse, qualcuno ci potrà credere, ma dubito che gli italiani siano, come avete detto, così stupidi. La realtà è che con il decreto cosiddetto Salva banche, che in realtà le banche le ha chiuse e ha mandato a casa gli amministratori, si sono tutelati i risparmiatori, tutti quelli che non avevano azioni o obbligazioni subordinate, come è giusto che fosse, perché quelli sono titoli a rischio e non deve pagare il contribuente per proteggere chi ha investito giustamente su quei titoli e normalmente. Ovviamente, se ci hanno investito pensionati e piccoli risparmiatori, ci sarà un sistema per tutelarli, ma questo è quello che succede in un sistema normale. Non che si tutelano tutti.
Due parole sugli altri partecipanti all'iniziativa: ho letto che il segretario della Lega Salvini ha detto che Renzi ha rovinato centinaia di migliaia di risparmiatori; quelli con un grosso investimento, una grossa parte sono, credo, 4 mila. Ora se questo è l'approccio ai numeri della Lega, che 4 mila diventano centinaia di migliaia, questo la dice abbastanza lunga.
L'onorevole Paglia ha detto la stessa cosa che ha detto l'onorevole Crippa sul salvacondotto e questo veramente è abbastanza stupefacente, perché – ripeto – quella norma c'era già, si applicava comunque, basta leggere il testo unico bancario. Scusatemi se insisto su questo, però credo che si debba leggere. Una nota positiva è la decisione di Forza Italia di non votare questa mozione, un po'meno per tutti quelli che sono usciti con comunicati che hanno detto cose diverse.
Quindi esprimo una conclusione che è un appello: quando scrivete le mozioni, cercate di leggere, di leggere le norme, di leggere come sono andate le azioni, di leggere quello che è accaduto e di non leggere soltanto il vostro blog (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, Forza Italia non parteciperà al voto sulla mozione di sfiducia individuale presentata contro il Ministro Boschi perché tiene una linea di coerenza. Colleghi del PD, Forza Italia non crede nella responsabilità individuale, crede nella responsabilità collegiale e proprio per questo presentiamo una mozione di sfiducia nei confronti del Governo, perché riteniamo che le questioni che sono ovviamente alla base della sfiducia nei confronti del Ministro Boschi siano questioni che interessano gli italiani, i risparmiatori nel loro complesso, le necessità di un Paese che vede oggi nel sistema bancario una situazione di grave crisi.
Detto questo, lei, Ministro Boschi, mi consenta: sicuramente la battuta sul «Berlusconi di Arezzo» poteva evitarsela. Poteva evitarsela perché ad oggi commenti relativi ai percorsi professionali, personali e politici di altri, in un'occasione di questo tipo, in particolar modo riferiti al nostro presidente, credo che siano fuori luogo. Noi speriamo, onorevole Rosato, che oggi si possa celebrare una giornata di chiarezza e che quindi il Governo e il Ministro Boschi possano utilizzare questa occasione per fare chiarezza nei confronti degli italiani. La mozione di sfiducia individuale è stata utilizzata più volte dal Partito Democratico (ricordo in particolar modo il capogruppo Franceschini nei confronti del Ministro Bondi per problemi che riguardavano i beni culturali e altri interventi), che oggi fa la morale a chi utilizza questo strumento in chiave politica; credo che certamente il PD non possa dare lezioni a nessuno su questo argomento. Voi, in passato, avete utilizzato strumenti come le mozioni di sfiducia individuali con un utilizzo politico che è stato sicuramente sconsiderato. Forza Italia, però, non cade in questo tranello. È evidente che il tema di oggi, cari colleghi, Governo, è la fiducia dei risparmiatori nel Governo, la fiducia dei risparmiatori rispetto ai presidi che voi avete attivato, che sono, a nostro modo di vedere, insufficienti e che dimostrano il fiato corto. Noi non vogliamo parlare solo Pag. 9di quello che è accaduto nella Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio e negli altri quattro istituti. Noi vogliamo parlare di quello che accadrà in futuro, perché i provvedimenti che ha attivato il Governo, che discuteremo poi nella legge di stabilità nelle prossime ore, sono insufficienti per il futuro. Che risposta diamo ai risparmiatori, agli azionisti, agli obbligazionisti, per esempio, di Veneto Banca che hanno ricevuto nelle ore scorse l'informativa di una lettera della BCE che dà un ultimatum, «o trasformazione in S.p.A. oppure risoluzione e fallimento» ? Che serenità devono avere sui loro rapporti, sui loro risparmi, sul lavoro di una vita, sulla fiducia che è stata data a questo istituto che non trova in questo momento alcun tipo di risposta nei provvedimenti che avete adottato ? Per quello che riguarda il Fondo di garanzia, sappiamo molto bene che anche gli annunci fatti dal Presidente del Consiglio, Renzi, non agevoleranno certo i risparmiatori a rivolgersi ovviamente a Cantone. Abbiamo la necessità di avere degli strumenti che siano più efficaci, facilmente raggiungibili, le camere di commercio, i territori. Noi abbiamo proposto che il Fondo di garanzia diventasse permanente, onorevole Rosato, e sicuramente la maggioranza ha detto «no».
Se è vero che ne volete discutere nella legge di stabilità, avrete l'occasione, nelle prossime ore, per cambiare questo atteggiamento. Volete rassicurare i risparmiatori per evitare la fuga dalle banche ? Avete l'occasione per farlo, per rendere permanente il Fondo di garanzia, per intervenire con strumenti diversi che riguardano, per esempio, il ricorso ad azioni warrant che diano la possibilità, per chi ci crede, di sostenere i percorsi di rilancio di questi istituti in una prospettiva futura. Una proposta strutturata che consenta, evidentemente, ai cittadini di credere ancora in un sistema bancario che in questo momento dimostra una certa debolezza.
Ma è chiaro che c’è una responsabilità e da lì la sfiducia nei confronti del Governo, sulle scelte fatte fino ad oggi da questo Esecutivo. Sono scelte incerte, scelte balorde, come quella di mettere in discussione la tenuta delle banche popolari con un radicamento storico territoriale. Adesso, Presidente, vi è l'annuncio scomposto di un'ulteriore iniziativa che riguarda la trasformazione delle banche di credito cooperativo che sono tradizionalmente strutturate sul territorio e con finalità mutualistica. È una destabilizzazione ulteriore.
Un'ultima considerazione riguarda l'Europa. Presidente, questa me la lasci esprimere. Il Presidente del Consiglio ha aperto oggi un fronte con la Merkel, annunciando che la Merkel deve in qualche modo rivedere le proprie posizioni. Ha aperto fronti che preoccupano per quello che riguarda la prospettiva delle relazioni internazionali e anche, evidentemente, un percorso di crescita e di ripresa. Allora, noi siamo qua a dire che siamo per la tutela dei risparmiatori, per tranquillizzare gli italiani; la sfiducia non è nei confronti, ovviamente, del Ministro Boschi, ma noi riteniamo che gli italiani, i risparmiatori, siano preoccupati e abbiano sfiducia in questo Governo. Il Governo deve dare risposte, deve fare chiarezza per il futuro e per l'interesse del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Scopelliti. Ne ha facoltà.
ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente. La mozione in esame oggi rappresenta il tentativo dell'opposizione di configurare un conflitto di interesse in capo al Ministro Boschi per la nota vicenda del salvataggio di quattro banche popolari effettuata dal Governo con decreto-legge 22 novembre 2015, n. 183.
Presidente, il nostro gruppo voterà contro tale mozione, ritenendola infondata nei fatti e frutto di un comportamento politico che respingiamo con la massima fermezza.
Di cosa stiamo parlando, Presidente ? I fatti sono che il 22 novembre scorso il Consiglio dei ministri vara il cosiddetto «decreto salva banche». Il Ministro Boschi abbandona la seduta e non partecipa alla Pag. 10votazione e questo suo corretto operare ha consentito la perfetta salvaguardia e imparzialità della decisione dello stesso Consiglio dei ministri, senza contare, peraltro, che, per effetto di tale decreto, le 1500 azioni di Banca Etruria possedute dal Ministro Boschi diventano carta straccia. Questi sono i fatti.
Tra l'altro, il provvedimento tanto incriminato dalle opposizioni, «il salva banche», assunto dal Governo, ha consentito allo stesso tempo di mettere al sicuro un milione di correntisti, ha permesso di salvare 7 mila posti di lavoro, ha salvaguardato gli interessi di 200 mila piccole e medie imprese e ha messo in sicurezza un patrimonio di 12 miliardi.
In più, l'Esecutivo, nella più totale trasparenza, ha assicurato il suo consenso all'istituzione di una Commissione d'inchiesta sull'intera vicenda. Il tutto dando piena attuazione all'articolo 47 della Costituzione, che tutela il risparmio. Quindi, di che cosa veramente stiamo parlando ?
Il Governo, dal canto suo, in questo caso ha operato tempestivamente, con la più assoluta trasparenza, per risolvere un caso che veramente avrebbe potuto arrecare al Paese danni ben più grandi. Noi, quindi, a questo punto, non possiamo che escludere alcuna responsabilità dell'Esecutivo e del Ministro in una vicenda in cui la trasparenza, la correttezza, l'interesse comune sono state le linee guida di un'azione che ha affrontato e risolto un grave e pericoloso problema in assoluta onestà; Presidente, noi non possiamo. Quindi, pur rispettosi del ruolo dell'opposizione, riteniamo ancora una volta infondato e pretestuoso il tentativo di delegittimare il comportamento del Ministro Boschi, a cui va la nostra assoluta fiducia e il nostro sostegno.
Questa mozione di sfiducia è un atto sbagliato e inconsistente, e come tale lo respingiamo con forza, auspicando veramente che le difficoltà interne ed internazionali, nelle quali il nostro Governo si batte per portare il Paese verso lidi più sicuri, sollecitino le nostre coscienze e la nostra politica a cimentarsi in confronti costruttivi, in pensieri e azioni sicuramente di più alto profilo (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, signori del Governo, se applicassimo «l'occhio per occhio, dente per dente», verrebbe da dire che il Governo nel suo insieme, al di là delle singole persone, questa mozione se la meriterebbe. Se la meriterebbe per le dichiarazioni giustizialiste della sinistra ai tempi del caso Cancellieri e poi del caso Lupi. Se la meriterebbe perché stavolta il Governo ha commesso un errore in più, l'errore di non spiegare e di confidare nello spegnersi del caso. Soprattutto, se la meriterebbe per aver accettato che l'Europa bocciasse come aiuto di Stato – e non era un aiuto di Stato – la soluzione più limpida e strutturale che era stata proposta alla recente crisi bancaria.
Noi Conservatori e Riformisti, in epoca non sospetta, quando si discusse del bail-in, facemmo tre cose. Primo, indicammo la superficialità con cui si affrontava il problema, lo dicemmo qui: ma come perdiamo mesi interi a parlare di Italicum, invece su un tema decisivo per i cittadini ce la sbrighiamo in un pomeriggio. Sia chiaro noi, in una logica liberale, non siamo per il salvataggio di Stato a spese dei contribuenti con il bail-out, ma credevamo che dovesse esserci ben altra preparazione alla nuova fase.
Secondo, chiedemmo che la Banca d'Italia venisse subito a informare tempestivamente sulle situazioni più critiche, e invece ci veniva cantata la canzone della solidità delle nostre banche.
Terzo, chiedemmo che partisse una immediata e capillare campagna di informazione a favore dei cittadini sulla RAI, sui rischi esistenti e sull'opportunità di diversificare gli investimenti. Ci si disse che forse avevamo ragione, ma che la normativa europea non si poteva più cambiare, bisognava recepirla e basta.
Noi ribadiamo quelle richieste in vista delle crisi che si annunciano per alcune Pag. 11banche del nord, e lo ripetiamo: siamo contrari a gravare sui cittadini. Come diceva la signora Thatcher: non esiste il denaro pubblico, esiste solo il denaro dei contribuenti. Lo Stato non deve avere atteggiamenti paternalistici, deve semmai favorire l'informazione finanziaria, affinché tutti possano fare scelte consapevoli, e sia consentito: non basta evocare il dottor Cantone, come se fosse una icona, per dire che le cose si sistemeranno, non sarà così.
Ciò detto, torno al punto. Se applicassimo la legge del taglione quell'atto di sfiducia il Governo, oggi il ministro, se lo meriterebbe, ma noi siamo contrari alla legge del taglione, noi non abbiamo mai creduto alle mozioni di sfiducia individuale, siamo sempre stati garantisti non a corrente alternata, ma verso tutti, amici e avversari, e soprattutto non pratichiamo il doppio standard, vecchia abitudine della sinistra, che speriamo non diventi mai un'abitudine del centrodestra: garantisti a casa propria, forcaioli a casa d'altri.
Per queste ragioni noi voteremo contro questa mozione, ma diciamo al Governo: non pensate di proseguire tra silenzi e mezze parole. Noi siamo una forza di opposizione repubblicana non demagogica, non distruttiva, ma non siamo ciechi e soprattutto non sono ciechi gli italiani che hanno visto e sapranno giudicarci tutti (Applausi dei deputati del gruppo Misto – Conservatori e Riformisti).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Davanti alla mozione di sfiducia individuale verso il ministro Boschi noi ci chiediamo che tipo di responsabilità sia evocata in questa mozione e confermiamo anche un rispetto personale verso il ministro Boschi per l'operato politico, per la sua azione politica che in questi mesi, in questi anni abbiamo potuto apprezzare.
Di che tipo di responsabilità stiamo parlando ? Se fosse una responsabilità prettamente politica il Governo dovrebbe assumerla collegialmente. Abbiamo visto però, negli ultimi giorni, il Governo operare per evitare la liquidazione delle banche in sofferenza, che sarebbe stata una soluzione ben più grave, più drastica, operare per il rafforzamento strutturale del sistema bancario, intervenire per tutelare gli altri risparmiatori, i dipendenti delle banche, il sistema nel complesso.
Certo, al Governo chiediamo conto della crisi nel senso di operare e vigilare in modo ancora più rigoroso per la trasparenza e la correttezza delle banche che hanno in mano non solo i risparmi, ma anche la vita delle persone, e per la chiarezza delle comunicazioni rivolte ai correntisti; accertare; le responsabilità dei dirigenti; in futuro prevenire segnali di rischio. Oppure cosa si chiede alla Ministra Boschi ? Conto di comportamenti che esulano dall'attività politica da censurare ? Oppure comportamenti morali, diciamo di carattere di opportunità ? Nessuna prova, elementi affastellati, confusione dei tempi.
Noi respingiamo questo tipo di strumentalizzazioni politiche, anche perché quello che interessa agli italiani è sapere che cosa si può fare per restituire credibilità al sistema del risparmio e non creare una polemica politica fine a se stessa, anche perché vorremmo spostare l'attenzione sull'Italia onesta della provincia che paga sempre.
Una parola ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, e mi dispiace che anche la Sinistra Italiana sia salita sul carro di questa polemica: è un complottismo che si nutre di disinformazione il vostro e che evoca in molti casi ombre senza mai prove, ma alla fine mina profondamente proprio la fiducia dei cittadini, perché è di fiducia che stiamo parlando. Invece, la fiducia, ve lo voglio dire, è una grande risorsa che state un po’ dilapidando, perché senza fiducia non si sviluppa l'economia, senza fiducia tra lo Stato e i cittadini, le società, diventano mafiose. È la critica politica – certamente a volte ha ragione – a causa dell'inconcludenza o dell'opportunismo dei politici, ma in questo caso questi populismi sono la dissipazione di un patrimonio, di un capitale che in Italia, come sappiamo, è già abbastanza scarso, senza costruire alternative.Pag. 12
Quindi, noi vorremmo spostare l'attenzione da questa strumentalizzazione ai risparmiatori colpiti, che devono ottenere un giusto risarcimento, e vorremmo dire agli italiani, che rispondono sempre con un'inquietudine impaziente, a queste crisi reali, terribili, drammatiche e cercano sempre un capro espiatorio: attenzione a cercare un colpevole qualsiasi, quale che sia, per rimediare ai guasti che nascono, per esempio, in questo caso, da metastasi del potere finanziario, che erode anche la capacità dello Stato di difendere i suoi cittadini, e le persone diventano irrilevanti, schiacciate in questa specie di catena di Sant'Antonio, in cui paga sempre il debole.
Quindi, noi respingiamo ogni strumentalizzazione politica e da parte del nostro gruppo la fiducia è sempre ponderata e la diamo ancora una volta non solo appunto alla persona del Ministro Boschi, che stimiamo, ma anche ad un Governo che sarà ancor di più una risorsa di rinnovamento, se riuscirà ad avere quell'ampio disegno politico che non farà pagare ai più deboli il prezzo della crescita dei pochi (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI. Grazie, Presidente. Leggendo la mozione del MoVimento 5 Stelle, si trae qualcosa di più di una impressione, quasi una certezza. A loro, dei milioni di risparmiatori che hanno visto salvati i depositi, di 7 mila dipendenti che non rischiano più il posto di lavoro, del fatto che quattro istituti bancari locali hanno adesso la possibilità e il dovere di svolgere un'azione incisiva e trasparente per il lavoro, dello sviluppo e della crescita di quei territori, a loro di queste cose, che riguardano la vita vera delle persone, sembra interessare poco o niente.
Questi risultati, come è noto sono stati ottenuti grazie al decreto del Governo, senza il quale, con il probabile fallimento delle banche, avrebbero potuto saltare risparmi e depositi, sarebbero stati minacciati questi posti di lavoro e avrebbero potuto saltare istituti che sostengono le piccole-medie imprese industriali, artigianali e agricole di quei territori e ci sarebbero stati anche pesanti rischi di contagi, ma questo nella mozione non c’è. Su questo i colleghi del MoVimento 5 Stelle volano alto, direi che sorvolano.
L'ho letta quella mozione e ho capito che interessa poco loro anche del destino di quelle migliaia di cittadini perbene che hanno perso i propri risparmi. Sono pensionati che si sono fidati della filiale sotto casa e del bancario che conoscevano fin quando era un ragazzino.
Sono piccolissimi imprenditori, quasi costretti a sottoscrivere quelle obbligazioni in cambio del prestito o del mutuo e che ora non hanno più quel valore di garanzia, mentre mantengono il debito contratto. Sono persone che, invece, a noi del PD interessano molto: sono cittadini in carne ed ossa, non quelli delle vostre consultazioni virtuali e spesso taroccate nella rete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non parlo di investitori istituzionali, di chi conosce i rischi degli investimenti: ci riferiamo a persone vere, della realtà della Toscana, del ferrarese, delle Marche e dell'Abruzzo, della mia Umbria.
Il Governo si è messo da subito al lavoro per cercare una soluzione a queste situazioni e lo ha fatto in un sentiero stretto e difficile, in mezzo ai rigidi vincoli delle regole europee; ma lo ha fatto e i primi 100 milioni del Fondo interbancario previsti dalla stabilità 2016 per risarcire coloro che si trovano in queste situazioni, che sono stati colpiti, sono un risultato di grande importanza.
Tutto sarà fatto con rigore e trasparenza; ed è di grande valore concreto e simbolico, come ha annunciato ieri il Presidente del Consiglio Renzi, la proposta di affidare all'Autorità nazionale anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, la gestione degli arbitrati. È una proposta importante, così come è importante quella di sostenere una Commissione di indagine Pag. 13parlamentare che affianchi, ovviamente senza sovrapposizioni, il lavoro della magistratura.
L'hanno detto il Presidente Renzi e il Ministro Padoan, l'hanno ripetuto i vertici del mio partito: non c’è niente da nascondere. Se c’è chi ha sbagliato, anche penalmente, sarà chiamato a pagare, come già avvenuto, con sanzioni amministrative già comminate ad amministratori passati di quegli istituti: tutti, compreso chi è stato vicepresidente per soli otto mesi, senza eccezione alcuna. E se emergeranno ulteriori responsabilità nella gestione degli istituti e nella stessa azione da parte degli organi di vigilanza, chi ha sbagliato pagherà: senza però processi sommari, senza caccia alle streghe; e sono sicuro di poter dire già adesso che, se dopo tutte le verifiche, dopo gli esiti degli arbitrati, le risorse stanziate non fossero sufficienti, non lasceremo soli questi cittadini e Governo e Parlamento faranno ancora la propria parte.
Ma ai colleghi del MoVimento 5 Stelle questo sembra non interessare: siete stati subito accecati da una logica partitica e da un obiettivo: colpire il Governo, montare inesistenti conflitti di interessi nei confronti del Ministro Boschi, per colpire, con lei, l'azione dell'Esecutivo, le riforme, lo stesso Presidente del Consiglio. Lo avete fatto con cinismo e spregiudicatezza, perché l'obiettivo era accendere il rogo, non risolvere i problemi. Persino un osservatore obiettivo, come il giornalista e storico Paolo Mieli, ha dovuto dire all'onorevole Di Maio che le sue fantasie non reggevano neanche come costruzione letteraria e come romanzo.
Certo, è stata una bella gara tra il cinismo e la spregiudicatezza dei 5 Stelle e i livelli toccati dai leghisti come Salvini e Buonanno. Tutti noi siamo stati e siamo ancora profondamente colpiti, angosciati dalla tragedia di Civitavecchia, dove il pensionato Luigino D'Angelo, ferito nel cuore e nella dignità dalla perdita dei risparmi della sua vita, ha scelto di compiere un drammatico gesto; ma non avremmo mai immaginato che si sarebbe giunti al livello di attribuire all'avversario politico la responsabilità di quel tragico gesto. Questa non è lotta politica: questa è barbarie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che viene da personaggi che rappresentano partiti, fra l'altro, che le mani in pasta con le banche le hanno messe davvero (vedi CredieuroNord) e che hanno gestito, come hanno gestito, i fondi dei finanziamenti pubblici ai partiti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Infine, nella mozione 5 Stelle ci sono due termini chiave, «ombra» e «sospetto», non c’è niente di concreto. Maria Elena Boschi, come è noto, non è mai intervenuta sulle questioni legate alle vicende bancarie quando il Consiglio dei ministri se n’è dovuto occupare; e quando se ne occupò – lo ricordo per inciso –, il Consiglio dei ministri lo fece per commissariare le banche e mandare a casa gli amministratori, tra i quali c'era, da soli otto mesi, anche Pier Luigi Boschi. Dove sta, in buona fede, il conflitto di interessi ?
Ed è davvero offensivo per qualsiasi media intelligenza il solo pensare, come sta scritto, che l'intera compagine governativa avrebbe potuto essere interagita o influenzata dal Ministro al fine di perseguire interessi personali e famigliari; Ministro che – sia detto per inciso – ha perfino perso una sia pur minima quota di risparmio personale, come altri azionisti od obbligazionisti.
Già, ma avete scritto: basta il solo sospetto. Ci dispiace per voi, ma non ve lo faremo accendere questo rogo, perché respingiamo al mittente questo attacco al Ministro; alla quale (lo ha già fatto il collega Andrea De Maria), non ne ha bisogno, ma anch'io voglio esprimere la solidarietà umana, oltre che politica, perché in questi giorni, in molti attacchi, abbiamo toccato con mano anche un sapore volgare e maschilista (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che qualifica chi lo interpreta, che evidentemente male sopporta che in molti ruoli importanti, anche nella politica e nelle istituzioni, possano esserci donne capaci e competenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).Pag. 14
E anche per questo ci stupisce e ci colpisce che un gruppo come quello di SEL abbia attaccato il proprio vagone a questo treno, che corre lungo il binario morto della speculazione, della propaganda e della cultura del sospetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Ma la verità – ed è l'ultimo concetto che voglio dire, per tornare ad un aspetto concreto del tema banche – è che chi ha scritto la mozione non sa cosa significa banca del territorio. Non si deve guardare in faccia a nessuno, lo ripetiamo: vogliamo che tutte le indagini di qualsiasi tipo e le inchieste portino due cose, verità e giustizia, accertando responsabilità di tutti, ma sapendo anche che un fascicolo aperto, un avviso di garanzia non sono una sentenza di condanna, ma semmai atti dovuti a garanzia di eventuali indagati.
Ma, detto questo, noi conosciamo le banche del territorio: sappiamo che è naturale che nei consigli di amministrazione abbiano seduto e siedano esponenti e rappresentanti di categorie produttive, di associazioni e di forze sociali. Così è avvenuto anche in quelle banche; ed è naturale che esponenti, che so, di Coldiretti o Confartigianato, di Confindustria o Confapi abbiano partecipato in prima persona agli organismi che sovrintendono alla vita di quegli istituti, al loro rapporto con il territorio. Così è stato anche ad Arezzo e per uno di questi amministratori, da sempre dirigente di un'associazione che rappresenta le imprese agricole e che è anche padre di una ragazza che diventa nel tempo esponente di Governo.
Il tema, semmai, è far sì che una gestione come quella che ha portato al dramma degli obbligazionisti non si ripeta; il tema è far sì che l'Europa consenta all'Italia di definire provvedimenti che consentano al sistema bancario italiano di far fronte anche al carico di circa 200 miliardi di sofferenze causate dalla crisi di questi anni. Il tema è quello di rendere sempre più trasparente e solido il sistema bancario del Paese, continuando su riforme di sistema, e dovremo fare anche quella che riguarda il credito cooperativo. L'Italia ha bisogno di un sistema bancario solido e trasparente, con meccanismi di vigilanza rigorosi ed efficaci.
Qualche anno fa, in presenza di una situazione del debito pubblico e dello spread davvero drammatica, i Governi non fecero come la Spagna e la Germania, che impiegarono consistenti aiuti di Stato per consolidare il sistema bancario. Non c'era altra scelta ? Fu un errore ? Può darsi. Quello che so è che certe forze di opposizione a prescindere avrebbero protestato contro eventuali interventi pubblici; ma discutere, come dicevo, per rendere più solido e trasparente il sistema bancario è un conto, anche per ridare fiducia ai cittadini che l'hanno persa, questa fiducia; altro è speculare sulle tragedie, strumentalizzare rabbia e disperazione, presentare mozioni di sfiducia ad personam, come questa contro Maria Elena Boschi è propaganda, che respingiamo con grande convinzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali della mozione.
(Intervento del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi.
MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signora Presidente, onorevoli colleghi, non è mia intenzione in questa sede esprimere valutazioni sulla campagna politica in atto contro la mia famiglia e soprattutto contro il Governo: per il rispetto che nutro nei confronti della Presidenza e di tutti i colleghi, mi limiterò ad esporre i fatti.
I provvedimenti emanati dal nostro Governo hanno in qualche modo, seppure indirettamente, favorito la mia famiglia ? Pag. 15Questa è la domanda: c’è stato del favoritismo, una corsia preferenziale, la legge non è stata applicata in modo uguale per tutti i cittadini ? Questo è il quesito che viene posto. Forse vi stupirò, ma se la risposta fosse «sì», sarei io la prima a ritenere necessarie le mie dimissioni. Ma restiamo alla verità dei fatti, perché con i «sembrerebbe» e i «pare» che ho sentito questa mattina si va poco lontano (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).
Vorrei dire a tutti coloro che hanno firmato la richiesta di dimissioni, che mi usassero la gentilezza di ascoltare i fatti che porterò in quest'Aula, perché chi ha un approccio alla realtà dei fatti privo di pregiudizi non può che arrendersi di fronte all'evidenza. Ascoltate prima di votare e ascoltate senza pregiudizio.
Vorrei innanzitutto che fossero chiari i fatti: mio padre è stato eletto membro del consiglio di amministrazione di Banca Etruria nel maggio del 2014. Ricordo che i soci di Banca Etruria, una banca popolare molto diffusa sul territorio, erano oltre 69.350. È stato poi nominato vicepresidente, uno dei vicepresidenti, non vicario e senza deleghe. Ha accettato quell'incarico convinto di poter dare una mano, di poter dare una mano in un momento in cui la banca era già in difficoltà per le gestioni precedenti e per la crisi economica.
Mio padre, come tutti gli altri membri del consiglio di amministrazione, ha perso il proprio incarico, è stato destituito con il commissariamento voluto dal nostro Governo con il decreto n. 45 del 10 febbraio del 2015, firmato dal Ministro Padoan su richiesta di Banca d'Italia. In tutta onestà voglio chiedere a quest'Aula: dov’è il favoritismo nell'aver fatto perdere a mio padre l'incarico, così come tutti gli altri consiglieri di amministrazione hanno perso il proprio incarico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?
Ma v’è di più. Mio padre, è già stato detto, è stato al pari degli altri membri del consiglio di amministrazione, dei membri del collegio sindacale, del direttore generale, sanzionato da Banca d'Italia e ha pagato una multa di 144.000 euro. Vorrei chiedere, in tutta onestà, dov’è il favoritismo nella sanzione di Banca d'Italia verso mio padre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?
Lasciatemi dire però quello che ho nel cuore. Io amo mio padre e non mi vergogno a dirlo: mio padre è una persona perbene, io sono fiera di lui (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Area Popolare (NCD-UDC)) e sono fiera di essere la prima nella famiglia Boschi ad essersi laureata e ricordo la gioia e la commozione di mio padre quando è venuto a Firenze ad assistere alla mia laurea. I miei fratelli più piccoli sono laureati uno in economia e uno in ingegneria e noi sappiamo quello che ha fatto mio padre per farci studiare, lui figlio di contadini, che per andare a scuola e diplomarsi ogni giorno faceva 5 chilometri a piedi all'andata e 5 chilometri a piedi al ritorno e 40 minuti di treno. Questa è la storia semplice, umile, ma forte, della mia famiglia, non le maldicenze che ho sentito raccontare in questi giorni, le meschinità che sono state scritte (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Area Popolare (NCD-UDC)). Io so che questo fa parte delle regole del gioco e non mi arrabbio, ma spero, se un giorno avrò la fortuna di essere madre, che i miei figli siamo orgogliosi del loro padre quanto io lo sono del mio.
Allo stesso modo, però, dico in quest'Aula che sono orgogliosa di far parte di un Governo che esprime un concetto molto semplice: chi sbaglia deve pagare, chiunque sia, senza differenze. Se mio padre ha sbagliato, deve pagare, su questo io non ho dubbi, perché nell'Italia che stiamo ricostruendo non c’è spazio per il favoritismo, non c’è spazio per i due pesi e le due misure. Ma se mio padre ha sbagliato, non lo giudica il tribunale dei talk show o di una parte delle opposizioni, che preferisce strumentalizzare la vita e a volte la morte delle persone, piuttosto che cercare di risolvere i problemi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC) e Scelta Civica per l'Italia).Pag. 16
Resta la verità dei fatti: mio padre è stato commissariato dal Governo ed è stato sanzionato da Banca d'Italia. Non c’è nessun favoritismo nella nostra Italia.
Ma la mozione si interroga su altri elementi. I firmatari della mozione si chiedono se in qualche modo i provvedimenti di questo Governo possano aver favorito me o la mia famiglia, sia con il decreto di trasformazione delle banche popolari, che si asserisce avrebbe fatto guadagnare a me e alla mia famiglia delle plusvalenze, sia con l'ultimo decreto di novembre, che avrebbe salvaguardato me e la mia famiglia più degli altri azionisti, a differenza degli altri azionisti. Anche questo non è vero. Come è noto io posseggo, o sarebbe meglio dire possedevo, 1557 azioni di Banca Etruria che ho acquistato ad un valore di poco inferiore a un euro ciascuna, quindi avevano un valore iniziale di circa 1500 euro, così forniamo anche informazioni a chi non era in grado di dare un valore a queste azioni peraltro a tutti noto; dico «possedevo» perché, come sapete dopo il decreto di questo Governo, il valore delle azioni è stato azzerato, quindi oggi equivalgono a zero e sono carta straccia, come quelle di tutti gli altri azionisti. Anche i membri della mia famiglia hanno dei piccoli pacchetti azionari in Banca Etruria. Come consente la legge non hanno fornito informazioni sui loro titoli, ma sicuramente non si offenderanno se lo farò io oggi in quest'Aula. Mio padre possiede, o meglio possedeva, 7550 azioni di Banca Etruria, mia madre 2013, mio fratello Emanuele 1847 e mio fratello Pier Francesco 347. Ad un valore inferiore a un euro ciascuna potete fare agilmente il calcolo del valore di questo pacchetto azionario. Ciò nonostante oggi vale zero, perché a seguito del decreto il valore è stato azzerato.
Ora, io trovo sinceramente molto suggestiva l'idea che, con un pacchetto di 1500 azioni un socio sui 69.350 di qualche anno fa e gli oltre 62.000 attuali soci di Banca Etruria, io fossi la proprietaria di Banca Etruria. Trovo anche molto suggestivo che la mia famiglia, cinque soci su oltre 62.000 soci (e ricordo che in una banca popolare il voto era capitario), soci come tante famiglie del territorio sono soci di quella banca, fosse proprietaria di Banca Etruria. Dire che Banca Etruria è la banca della famiglia Boschi è sicuramente funzionale ai titoli sui giornali, ma poco corrisponde alla realtà dei fatti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia-Centro Democratico).
Il provvedimento di novembre, quindi, non ha favorito la mia famiglia perché le nostre azioni sono state azzerate come quelle di tutti gli altri; ma si cerca con malizia, forse puntando un po’ anche sull'ignoranza tecnica procedurale, di provare a sostenere che sarebbe stato invece il decreto di trasformazione delle banche popolari a favorire me o la mia famiglia consentendoci di guadagnare sul plusvalore delle azioni. Allora anche qui è necessario fare un'operazione di chiarezza. Né io né membri della mia famiglia abbiamo acquistato o venduto azioni nel momento in cui io sono stata al Governo, anzi ancora prima, perché gli ultimi movimenti miei o della mia famiglia in azioni di Banca Etruria risalgono a luglio del 2013. Questo vuol dire che noi non abbiamo venduto o acquistato azioni né prima né dopo l'emanazione del decreto di febbraio, quindi nessun plusvalore può essere stato realizzato, semplicemente perché non abbiamo venduto o acquistato.
Ciò detto, siccome non voglio che ci siano dubbi in quest'Aula, proviamo a ragionare per assurdo; immaginiamo quindi che ci possa essere stata una differenza di valore e di nuovo fermiamoci ai fatti. Prima del decreto, approvato dal nostro Governo, il valore delle azioni di Banca Etruria era sceso a circa 0,3670 euro ciascuna. Questo ha comportato per me, come per gli altri azionisti, ovviamente, una minusvalenza che, nel mio caso, corrispondeva a 929 euro. A seguito del decreto le azioni delle banche popolari quotate, non soltanto quelle di Banca Etruria ma di tutte le banche quotate, hanno visto aumentare il valore dei loro titoli, comprese quelle di Banca Etruria. Pag. 17Attraverso questo rialzo dei titoli si è ridotta la minusvalenza. Cosa vuol dire ? Che attraverso questa riduzione di 369 euro della minusvalenza io, ammesso che avessi venduto le azioni, cosa che non ho fatto, ci avrei perso un po’ di meno, anziché perderci 929 euro, ce ne avrei persi 560.
Il grande conflitto di interessi di cui stiamo parlando sono 369 euro, mai realizzati perché mai ho venduto quelle azioni. Stiamo parlando al Paese di 369 euro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia-Centro Democratico) !
Analoghe considerazioni valgono per il pacchetto azionario della mia famiglia, perché non hanno venduto azioni, non hanno realizzato alcun tipo di plusvalenza, hanno semplicemente visto ridursi la minusvalenza delle loro azioni, per un importo che complessivamente sfiora ben 2.300 euro: una cifra veramente strabiliante che può far parlare di conflitto di interessi. Non vi pare di esagerare ?
Ma ci sono altre considerazioni: noi abbiamo detto che non sono state realizzate plusvalenze, che il valore delle azioni è stato azzerato, che mio padre è stato commissariato dal Governo e sanzionato da Banca d'Italia, quindi direi nessun favoritismo, nessuna corsia preferenziale.
Ma possiamo ragionare anche in termini di opportunità: voi vi ricorderete che in quest'Aula io ho difeso dei colleghi del Governo raggiunti da avvisi di garanzia e sono stata anche molto criticata dopo quel question time. Io credo, però, che, al pari delle tante riforme importanti che il nostro Governo sta portando avanti, anche aver ribaltato il principio in qualche modo del sospetto, di aver riaffermato un principio costituzionale per cui l'avviso di garanzia non è una condanna, ma è semplicemente uno strumento posto a tutela di ogni cittadino indagato, sia altrettanto significativo e altrettanto importante, anche se ora non stiamo parlando di avvisi di garanzia.
In questi giorni mi è stata anche, in qualche modo, contestata la mia posizione, espressa in una trasmissione televisiva, circa due anni fa, nei confronti dell'allora Ministro della giustizia, che a mio avviso avrebbe dovuto dimettersi perché in una intercettazione telefonica si sentiva l'allora Ministro della Giustizia esprimere solidarietà e vicinanza alla famiglia di un indagato, ritenendo che quelle indagini fossero ingiuste e che quel sistema fosse ingiusto. Ecco, io credo che da un Ministro della giustizia ci si aspetti che stia al fianco delle istituzioni e non dei parenti o degli amici. Io, come Ministro, sono sempre stata dalla parte delle istituzioni, non ho mai favorito la mia famiglia, non ho mai favorito i miei amici (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia-Centro Democratico).
Non c’è dunque conflitto d'interessi, non c’è dunque alcun favoritismo, non c’è alcuna corsia preferenziale: chi ha sbagliato paga e pagherà. Non ho tutelato la mia famiglia, questo Governo ha tutelato le istituzioni. La verità dei fatti è lì, davanti a noi, lo hanno ricordato anche prima in altri interventi: un milione di risparmiatori che, senza l'intervento del Governo, senza il decreto del Governo, avrebbe visto azzerare i propri risparmi, e 7 mila dipendenti che hanno potuto ricevere lo stipendio. Tra questi non c’è mio fratello, perché a marzo dello scorso anno si è licenziato, rinunciando al posto fisso in banca; peraltro non si è mai occupato di crediti, e si è messo in proprio. L'unico legame che ha ancora con quella banca è nell'aver conosciuto lì, ed aver sposato, una collega, e insieme a lei, come tante altre giovani coppie, avere acceso un mutuo per comprare la loro casa alle stesse condizioni che vengono applicate a tutti i dipendenti di quella banca.
Allora, giudichino i colleghi se queste informazioni sono sufficienti a ripristinare la realtà, giudichino i colleghi se io sono venuta meno ai miei doveri istituzionali o alla correttezza che mi impone il mio ruolo, giudichino i colleghi se io ho in qualche modo favorito la mia famiglia o se abbiamo tratto qualche vantaggio. Ripeto: Pag. 18mio padre è stato commissariato, sanzionato, non abbiamo avuto plusvalenze e le nostre azioni sono state azzerate.
Signora Presidente, i colleghi ovviamente sono liberi di pensare quello che vogliono, di mettermi in discussione. Peraltro, in queste settimane non sono mancate le maldicenze, le bugie, le denigrazioni, i chiacchiericci. So che fare il ministro a 34 anni e con incarichi di responsabilità può attirare invidie e maldicenze, non mi fanno paura, anche perché oggi più che mai sento l'amicizia e l'affetto di tanti colleghi, ma anche di tanti cittadini che mi incoraggiano ad andare avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia-Centro Democratico).
Senza apparire arrogante, voglio sfidare i firmatari: mi si dica se sono mai venuta meno ai miei doveri istituzionali e sarò la prima a lasciare. Mi si dica e mi si dimostri che ho in qualche modo favorito la mia famiglia e non aspetterò nemmeno l'esito del voto. Mi si dica che non sono all'altezza, se lo ritenete, ma non vi consento di mettere in discussione la mia onestà e il rispetto dei principi di legge: non ve lo consento io e non ve lo consente la realtà dei fatti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia-Centro Democratico).
Già, perché la realtà dei fatti che oggi abbiamo portato in quest'Aula è molto più forte del qualunquismo, del pressappochismo, della demagogia, di chi ci vuole dire che non siamo tutti uguali di fronte alla legge. No, cari colleghi, con il nostro Governo siamo tutti uguali davanti alla legge, e ciò è stato dimostrato da commissariamenti, sanzioni, azzeramento di azioni. Auguro, quindi, a tutti voi di giudicare i fatti per quello che sono, perché la realtà dei fatti è molto più forte di ogni strumentalizzazione.
E voglio anche dire a chi immagina, attaccando me, di indebolire il Governo: lasciate perdere, perché questo Governo è attrezzato per respingere gli attacchi, questo Governo è attrezzato per portare avanti il cambiamento, perché siamo il cambiamento di cui l'Italia ha bisogno, per cui non ci fermeranno le bugie, le maldicenze. Noi continueremo ad andare avanti senza arroganza, ma con la libertà e il coraggio di chi sa di dare veramente all'Italia una nuova opportunità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia, Per l'Italia-Centro Democratico e di deputati del gruppo Misto – Congratulazioni).
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pino Pisicchio. Ne ha facoltà.
PINO PISICCHIO. Grazie Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli Ministri, Ministra Boschi, la dottrina collega la mozione di sfiducia individuale alla verifica della sussistenza del rapporto di fiducia previsto dalla nostra Costituzione all'articolo 94 tra Parlamento e singoli Ministri, cioè tra la maggioranza e il Governo destinatario del suo consenso. Se questo rapporto dovesse spezzarsi con il venir meno della fiducia, il Ministro avrebbe l'obbligo delle dimissioni.
La storia delle mozioni di sfiducia individuale presentate dagli anni Ottanta ad oggi ha restituito al Parlamento l'effetto di una speciale eterogenesi dei fini.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, si può abbassare il tono della voce ? Si fa fatica a seguire il dibattito, grazie.
Prego, deputato Pisicchio.
PINO PISICCHIO. Ogni volta che una mozione è stata messa in campo, il Ministro investito o lo stesso Governo ne sono risultati rafforzati: una specie di vitamina. Solo in un caso, quello del Ministro Mancuso, la mozione venne accolta, ma si trattò di un interessante caso da manuale: aveva contro il suo stesso Governo, che Pag. 19non riusciva a farlo dimettere in altro modo. Le opposizioni, dunque, adottano la mozione di sfiducia legittimamente, è naturale: spesso lo fanno per manifestare la propria politica di antagonismo all'azione del Governo in modo mediaticamente visibile, a volte cercano di cogliere una frattura nella maggioranza e di allargarla, creando condizioni di crisi.
La sensazione che si ha di fronte a questa mozione, però, è che si tratti di un gesto politico fuori tempo, immaginato in un momento superato. Due giorni fa, infatti, le Camere, con un comportamento impeccabile anche se non proprio tempestivo, hanno eletto tre personalità di alto livello della Consulta, con il voto di quasi tutte le forze parlamentari significative. Quanto al merito della questione – e vado a conclusione – si muove all'interno di un'idea di fumus così etereo, che non riesce a declinarsi in un'indicazione di comportamenti rilevanti dal punto di vista di un ipotetico conflitto di interessi.
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
PINO PISICCHIO. Certo, Presidente. Che in questo Paese occorra una seria regolazione del conflitto di interessi è cosa sacrosanta, ma questo riguarda la politica e le sue scelte, non il comportamento del Ministro Boschi, chiamato in causa impropriamente in questa mozione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pia Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Noi socialisti siamo sempre stati garantisti, abbiamo sempre sostenuto che i processi vanno fatti nelle aule dei tribunali e che nessuno possa essere ritenuto colpevole fino al terzo grado di giudizio. Non solo: siamo sempre stati contro i linciaggi mediatici, le condanne emesse sulle colonne dei giornali, lo sciacallaggio volto ad eliminare un avversario o un'avversaria politica.
Nel caso della Ministra Boschi siamo addirittura al paradosso: si chiede la sfiducia non per il suo operato in questo Governo, non per azioni riprovevoli o presunti reati da lei compiuti, ma in ragione di una parentela. Si stravolge completamente il principio che la colpa è individuale e si fanno ricadere su figli o figlie le presunte colpe dei padri.
Non ci stupisce la richiesta del Movimento 5 Stelle, sappiamo bene che il loro obiettivo è quello di mandare tutti a casa a prescindere (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È nel loro DNA, lo farebbero comunque e con chiunque, lo sappiamo bene. Stupisce invece la richiesta di Forza Italia, anche se oggi la loro mozione non è in discussione, visto che sarà calendarizzata più avanti. Però, sentire il partito di Berlusconi parlare di conflitto di interessi è a dir poco paradossale.
Non vogliamo entrare nel merito della vicenda Banca Etruria, lo faranno le indagini e l'eventuale Commissione d'inchiesta, molti però hanno parlato di opportunità politica, suggerendo alla Ministra di farsi da parte, così come è stato per altri, ma soprattutto per altre esponenti di questo o del precedente Governo. Erano sbagliate queste azioni, secondo noi socialiste, che poi sono state lasciate alla coscienza e alla sensibilità personale di ciascuno. Come gruppo Socialista, quindi, ribadiamo la fiducia a questo Governo, alla Ministra Boschi, alla quale va anche la mia personale solidarietà contro gli attacchi misogini e sessisti di cui spesso è stata oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniel Alfreider. Ne ha facoltà.
DANIEL ALFREIDER. Grazie, Presidente. Noi respingiamo fortemente la mozione di sfiducia nei confronti del Ministro Boschi, che a nostro giudizio è irricevibile perché priva di legittimità, sia per il ruolo e le responsabilità di Governo del Ministro come anche per i provvedimenti di merito assunti dal Governo in materia di banche.Pag. 20
La contestazione di presunte responsabilità del Ministro sulla base di mere ipotesi delinea un quadro del tutto pregiudiziale e preconcetto, che nulla ha a che fare con la reale azione di Governo del Ministro Boschi.
Le misure adottate dal Governo con il decreto-legge a tutela dei risparmiatori e dei correntisti delle banche coinvolte e gli ulteriori provvedimenti annunciati a tutela di coloro che risultano essere stati truffati, il consenso del Presidente del Consiglio all'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta, la decisione di affidare all'ANAC, presieduta da Raffaele Cantone, gli arbitrati per gli obbligazionisti secondari colpiti dal crac, le inchieste avviate dalla magistratura inquirente e i provvedimenti già adottati dalle Autorità di vigilanza Consob e Bankitalia e dal Governo, che hanno introdotto scelte manageriali, assetti organizzativi e vincoli in totale discontinuità con il passato, dimostrano come le tesi esposte nella mozione di sfiducia non siano altro che una forzatura.
Abbiamo assistito ad un attacco privo di fondamento nel merito, in nome di un presunto conflitto di interessi che non ha alcuna ragion d'essere e politicamente strumentale, perché ha come obiettivo reale porre in discussione il ruolo e l'azione del Governo, impegnato concretamente nella soluzione del problema.
Con il nostro voto contrario di oggi difendiamo i limiti invalicabili di uno Stato di diritto e di un serio confronto politico, limiti e confronto che purtroppo si vorrebbero far dimenticare per lasciare spazio esclusivamente alla speculazione politica e personale.
Ciò detto, come SVP e come minoranze linguistiche intendiamo esprimere la nostra solidarietà umana e affermare e ribadire come il Ministro Boschi abbia sempre operato nella massima trasparenza, con il massimo rigore istituzionale e politico, con equilibrio e senza ragioni pregiudiziali del rapporto fra Governo e Parlamento. Per queste ragioni voteremo conto la mozione di sfiducia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ignazio Abrignani. Ne ha facoltà.
IGNAZIO ABRIGNANI. Gentile Presidente, onorevoli colleghi, Ministro, la mozione del MoVimento 5 Stelle di cui si sta discutendo in Aula è davvero pretestuosa. Ci sembra incomprensibile come si possano addebitare al Ministro Boschi, ancora di più dopo averla sentita oggi, alcuni accadimenti relativi a un istituto di credito, ancora di più considerando il fatto che non ci sono né avvisi di garanzia né indagini in corso che possano in qualche modo coinvolgere il Governo. La posizione di Alleanza Liberalpopolare per le Autonomie su questo punto è molto chiara, perché non si può essere garantisti a fasi alterne; e il nostro auspicio è proprio quello che prevalgano i ragionamenti seri sugli impulsi giustizialisti, che trovano purtroppo grande rappresentanza in questa assise. Altra questione è quella inerente l'accertamento della responsabilità di tutti coloro i quali hanno contribuito a portare questi istituti di credito nella grave situazione di dissesto economico in cui si trovano. Su questo punto la nostra componente vede con favore l'ipotesi di istituire una Commissione d'inchiesta che possa, nei prossimi mesi, fare chiarezza al fine di verificare se ci siano state o no violazioni delle procedure contrattuali, oltre ovviamente a inadempienze nei procedimenti di controllo. La situazione che stanno vivendo centinaia di famiglie in questo momento ci impone di assumere su questo problema un atteggiamento serio e costruttivo, con l'obiettivo di risolvere la situazione che si è creata e non cercare un pretesto per strumentalizzare il problema. Onorevoli colleghi, noi di ALA riteniamo che il ricorso a una mozione di sfiducia individuale possa applicarsi solo in caso di diretto, inequivocabile e accertato coinvolgimento di un Ministro. Oggi nessuna di queste circostanze ricorre. Quale potrebbe Pag. 21essere il conflitto di interessi, se il Governo ha addirittura proceduto a commissariare il vertice di Banca Etruria, quel vertice di cui faceva parte proprio il padre del Ministro ? Il padre della Boschi non è indagato e, anche se lo fosse, parliamo di una persona e del suo lavoro; qual è invece l'accusa al Governo ? Quale l'accusa al Ministro ? Anche nel caso dovessero emergere responsabilità dirette e oggettive di un familiare del Ministro, vogliamo poi ribadire che in uno Stato di diritto – e l'Italia, fino a prova contraria, è uno Stato di diritto – la responsabilità penale è personale, come del resto personale è quindi la responsabilità politica. Quella di oggi e una mozione che ha il solo scopo, secondo noi, di cavalcare il dramma di migliaia di risparmiatori italiani per ottenere qualche voto in più. È per questo che noi di ALA voteremo convintamente «no». L'attacco al Ministro è un attacco anche a chi sta portando avanti le riforme, riforme che per noi sono e saranno sempre il vero motivo di questa legislatura. Per cui, portare l'attacco a chi le ha comunque promosse e a chi le sta guidando è comunque qualcosa a cui noi non vogliamo certamente partecipare. Per cui, non vogliamo dire al Ministro, come si dice ogni tanto, «non ti curar di loro», perché bisogna sempre rispondere in maniera puntuale e precisa alle accuse, ma la nostra richiesta, caro Ministro Boschi, è che lei continui con determinazione e con forza nel suo lavoro così importante per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto – Alleanza Liberalpopolare Autonomie).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giorgia Meloni. Ne ha facoltà.
GIORGIA MELONI. La ringrazio, Presidente. Ministro Boschi, nei giorni scorsi ha dichiarato che avrebbe in quest'Aula chiarito ogni ipotesi di conflitto di interessi tra il suo ruolo di Ministro e i rapporti che lei e i suoi familiari avete con le banche interessate dal decreto del Governo: penso che sia sotto gli occhi di tutti che quei chiarimenti stamattina non sono arrivati. Penso che in cuor suo lo sappia anche lei. Potrei risponderle tante cose. Potrei, per esempio, farle notare che suo padre non è stato affatto commissariato dal Governo ma è stato commissariato da Bankitalia, perché l'atto del Governo, dopo la richiesta di Bankitalia, era un atto dovuto, ma io non parlerò, nei pochi minuti che ho, del suo conflitto di interessi, perché la verità è che non mi interessa, nella misura in cui lei è niente di più che la rotella di un ingranaggio molto più grande e molto ben oliato (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico). Quell'ingranaggio è il Governo Renzi nel suo complesso, perché il Governo Renzi è un Governo che vive di conflitti di interessi, di rapporti opachi, di logiche affaristiche. Quindi, colleghi, questa mattina noi avremmo dovuto votare e discutere una mozione di sfiducia all'intero Governo e non una mozione di sfiducia individuale al Ministro Boschi. Lo dico perché mi dispiace che i colleghi del MoVimento 5 Stelle, con il loro solito e inconcludente egoismo, si siano imposti perché si votasse una mozione individuale e non una mozione a tutto il Governo, promossa da tutte le opposizioni, come avevamo chiesto. Ci dispiace, perché le due cose non sono esattamente uguali; vedete, si promuove la mozione di sfiducia individuale a un Ministro, quando si ritiene che sia inadeguato un Ministro all'interno di un Governo che, invece, evidentemente, si ritiene adeguato e, siccome, invece, secondo noi, il conflitto di interessi è di tutto il Governo, la nuova linea politica del MoVimento 5 Stelle ci lascia un po’ perplessi, cioè il dire: la Boschi deve andare a casa, ma Renzi deve rimanere in sella. E questo repentino cambio di rotta, consentitemi colleghi, puzza un po’ di compromessino al ribasso politico se arriva nello stesso giorno nel quale il MoVimento 5 Stelle sigla con il Partito Democratico un accordo sui giudici della Corte costituzionale. Mi dispiace, ma lo devo dire, lo devo dire, perché mi pare che abbiano fatto una brutta fine anche i duri e puri dal MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale), Pag. 22dopodiché, purtroppo, non si è potuta discutere e votare una mozione di sfiducia all'intero Governo. Perché, insomma, il Ministro Boschi va a casa, però, non scomodiamo quei genuini servitori della patria, rappresentati da Matteo Renzi e dagli altri Ministri.
Allora, risolviamo la pratica: il gruppo di Fratelli d'Italia voterà la sfiducia al Ministro Boschi, perché il Ministro Boschi, purtroppo, ha un conflitto d'interessi grosso come una casa, ma la nostra sfiducia è, prima di tutto e su tutto, all'intero Governo Renzi che è un Governo che ha dimostrato di essere poco di più di un vergognoso comitato d'affari che sta lì a difendere interessi particolarissimi dei propri amici e parenti e che sta lì a difendere gli interessi delle banche e delle lobby, da sempre ! E per primi e più di tutti, noi di Fratelli d'Italia, in questi anni, abbiamo cercato di accendere i riflettori su questo tema, perché, vedete signori, è ormai talmente palese che da quando la democrazia italiana è stata commissariata, da quando gli italiani non sono più liberi di scegliersi i propri Governi, l'Italia è stata consegnata, di fatto, nelle mani dei lobbisti e degli affaristi, cosa che è ormai sotto gli occhi di tutti. È la regola della democrazia: se hai un Governo che viene messo lì dal popolo, quel Governo risponde al popolo e farà gli interessi del popolo, ma se hai un Governo che finisce lì attraverso manovre di palazzo, con l'aiuto degli speculatori e degli interessi della grande finanza, quel Governo farà gli interessi degli speculatori e della grande finanza. Lo andiamo dicendo da tempo e esattamente così è andata a finire; il Governo Renzi è solo il punto più basso di questo disegno, perché il Governo Renzi non è solo un Governo servo dei tecnocrati di Bruxelles, che fa gli interessi, come dicevamo, della grande finanza, è anche il comitato d'affari casereccio del cosiddetto «giglio magico». E se molti di questi scandali, consentitemi, così, una nota di autocelebrazione, sono venuti alla luce è grazie al coraggio, alla determinazione dei consiglieri di Fratelli d'Italia alla regione Toscana e al comune di Firenze che ne hanno denunciati molti, spesso, devo dire, con una certa, scarsa attenzione da parte dei media nazionali cosa che risulta un po’ incomprensibile, diciamo così... Intrecci societari che collegano i familiari del Premier con gli amministratori delle banche fallite, prestiti mai restituiti, garantiti con i soldi pubblici, affari immobiliari con il comune di Firenze, la lista sarebbe lunga. Solo qualche giorno fa ricordiamo il geniale emendamento del Partito Democratico per esentare l'aeroporto di Firenze da qualunque vincolo paesaggistico e chiaramente il fatto che a capo dell'aeroporto di Firenze ci sia Marco Carrai, cioè lo stesso Marco Carrai che pagava l'affitto della casa dell'allora sindaco di Firenze all'insaputa del sindaco di Firenze, è assolutamente un caso, anche questo, Ministro Boschi.
Il decreto «Salva banche» va inquadrato esattamente in questo contesto. Lo scandalo delle banche popolari è una specie di bignami del renzismo, mette insieme perfettamente la difesa e gli interessi delle banche con gli interessi personali degli amici e dei parenti del Presidente del Consiglio e del Governo. Forse, se non fosse stato per le manifestazioni, se non fosse stato per le tragiche notizie di cronaca che hanno coinvolto, in particolare, uno dei risparmiatori truffati, anche questa volta sarebbe passato tutto sotto silenzio, come è stato per le altre volte, come è stato per i condoni fiscali milionari agli istituti di credito, come è stato per le defiscalizzazioni per miliardi di euro, come è stato per la svendita di Bankitalia; come è stato per le operazioni con le quali amici del Governo avrebbero avuto facilitazioni, grazie ai decreti del Governo stesso.
Stavolta qualcosa è andato storto, stavolta siete stati presi, si direbbe, con le dita nella marmellata; stavolta è stato chiaro a tutti che, dall'inizio, il decreto «Salva banche» – e questo è il tema politico, Ministro Boschi, che lei fa finta di non comprendere in quest'Aula, al di là delle emozioni e degli affetti – è stato congegnato, dall'inizio, in maniera lucida per fare tre cose: per far pagare ai risparmiatori Pag. 23che erano innocenti il fallimento delle banche, per salvare i truffatori incapaci, che hanno fatto fallire quelle banche, e per costruire un meccanismo in forza del quale il sistema bancario, non solo non pagherà nulla, ma potrebbe, guardate un po’, colleghi, finire per guadagnarci, col vostro decreto. Ci può spiegare, Ministro Boschi, visto che ci ha spiegato tante cose, perché, nel momento in cui facevate pagare il fallimento delle banche ai risparmiatori, non avete anche previsto che eventuali guadagni che dovessero arrivare dalle banche nuove di zecca che avete messo sul mercato, ripulite dalle sofferenze, andassero ai risparmiatori e non a quel sistema bancario che ha consentito che venissero truffati ? Era molto difficile prevedere anche la possibilità per i risparmiatori di guadagnare dalle nuove banche che avete prodotto con i vostri decreti ?
È solo una delle 500 mila domande che potremmo fare, però non è neanche questa la cosa più grave, e mi consenta, Ministro, quando la sento ripetere più di una volta: chi sbaglia, paga, lì, veramente, mi imbarazzo per lei, perché la cosa più drammatica che avete fatto con questo decreto è scudare civilmente e penalmente gli amministratori di quelle banche fallite, è impedire che i risparmiatori potessero rivalersi su chi aveva fatto fallire quelle banche e ha truffato i loro soldi, buttando nel cestino i risparmi di una vita. Non mi venga a dire che i risparmiatori potranno parlare, potranno occuparsi di fare degli arbitrati, perché, se gli arbitri li nominate sempre voi, fate ridere parecchio ! E non venite a dirci che lo prevede l'Europa, perché, una volta tanto, l'Europa aveva detto una cosa sensata e cioè aveva previsto esattamente il contrario, aveva previsto agevolazioni per potersi rivalere sugli amministratori delle banche truffate. Lo scudo che voi avete messo nel decreto è una scelta di questo Governo ed è la prova di un conflitto di interessi, perché tra gli scudati, che a lei piaccia o no, c’è anche suo padre ! Allora questo è il punto del quale noi vogliamo parlare, motivo per il quale, Ministro, e chiudo, io prima di indignarmi perché tra gli amministratori fallimentari delle banche potrebbe esserci e c’è qualche parente del Governo, quello di cui mi indigno davvero è che voi tutti abbiate votato una norma che ha salvato dei truffatori ed è questo il motivo per il quale penso che dobbiate tutti andare a casa.
Quindi, noi votiamo la sfiducia al Ministro Boschi, ma la votiamo nell'attesa di poter votare a testa alta una sfiducia a tutto il Governo, perché questo Governo è un Governo amico di chi truffa la gente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signora Presidente, signora Ministro, sono personalmente contrario alle mozioni di sfiducia individuali; se c’è una responsabilità politica questa è del Governo nella sua collegialità. La sfiducia rivolta al Ministro Boschi è palesemente strumentale, tra l'altro rilevo che il suo discorso di oggi è stato oggettivamente ineccepibile. Sul piano istituzionale con riferimento al tema delle banche molto prima di lei ci sono il Presidente del Consiglio e il Ministro dell'economia e delle finanze. Questo mio giudizio non può essere inficiato da rapporti di parentela. Tra l'altro, a proposito di conflitti di interesse, alla guida del Paese in questi ultimi lustri c’è stato a lungo Silvio Berlusconi e non Piersilvio. Per queste ragioni voteremo contro la mozione di sfiducia, ma vediamo un po’ chi l'avanza e chi la sostiene. Sul MoVimento 5 Stelle sospendo il giudizio, ci vedremo alla prova dei fatti; per ora su molti argomenti dicono tutto e il contrario di tutto, mossi da un presunto interesse elettorale. Ma Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, i pretoriani di Fazio, Governatore a vita, a difesa dei risparmiatori, che ci fanno ? Questo no, questo è davvero troppo ! I bond argentini, la Cirio Parmalat, la Popolare di Lodi e Credieuronord con il coinvolgimento come azionisti degli agricoltori delle quote latte in Pag. 24nero – qui scatta la legge del contrappasso – che sono stati mobilitati per sostenere le azioni della Credieuronord e hanno perso tutto. Il Governo fa sempre tutto bene ? No, ma evitare il fallimento delle quattro banche è stato positivo e giusto l'intervento del 22 novembre. Una banca può fallire, ma è meglio evitarlo, la Lehman Brothers insegna qualcosa, dovrebbe insegnare qualcosa. Difendere il sistema bancario e isolare i banchieri corrotti e incapaci questo è l'imperativo.
Caso mai qualche inadeguatezza e superficialità c’è stata all'inizio dell'anno. Si potrebbe dire che l'intero Governo sia stato poco accorto e vediamo il perché. Il 24 gennaio 2015 con il decreto-legge n. 3, era un sabato, il Governo approva misure urgenti per il sistema bancario e introduce il superamento del voto capitario e la trasformazione in Spa, entro diciotto mesi, delle banche popolari; riforma da me condivisa e auspicata da lungo tempo. Credo che però i giorni successivi abbiano aperto un varco di punti interrogativi che sarebbe stato meglio sciogliere in anticipo. Nella settimana di borsa precedente l'uscita del decreto, tra il 19 e il 23 gennaio, ci sono stati movimenti sulle popolari che sono andati dal 21 per cento del Banco Popolare, al 15 dell'UBI, al 24 della Popolare dell'Emilia, al 21 della Popolare di Milano, al 65 per cento della Popolare dell'Etruria. La Consob ha detto che ci sono stati movimenti strani, ma la Consob non doveva indagare in questi mesi che cosa è venuto fuori dall'idea di questi movimenti strani ? Qui c’è un primo rilievo che non può non essere fatto sul ruolo e sulle funzioni delle autorità indipendenti, su questa speculazione evidentissima sulla banca che aveva i conti in difficoltà. Però il punto dove sta, Ministro Boschi ? Che l'11 febbraio 2015, cioè solo diciotto giorni dopo, il Ministero dell'economia con decreto n. 45 dispone, su proposta della Banca d'Italia, lo scioglimento degli organi di amministrazione e di controllo della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio e colloca la banca in amministrazione straordinaria, contestualmente la Consob sospende il titolo della Popolare dell'Etruria, perché si constatano gravi perdite sul patrimonio. L'ispezione era stata avviata a novembre del 2014 della vigilanza di Banca d'Italia, ma già nel 2013 c'era stata una prima ispezione che aveva indotto Banca d'Italia a chiedere alla Popolare dell'Etruria di trovarsi un partner di elevato standing, in altri termini di farsi comprare. Presumo che il Governo, se fosse stato adeguatamente informato o si fosse fatto adeguatamente informare, avrebbe evitato di inserire anche la Banca dell'Etruria nel decreto-legge del gennaio 2015. Questo è il punto e questo è l'elemento di superficialità che, se debbo attribuirlo, lo attribuisco all'intero Governo perché, come è noto, i decreti-legge non sanano i bilanci. Cosa si evince da questo contesto e il ministro Boschi non c'entra nulla. Può anche andare bene Cantone per l'arbitrato, anche se aggiungo che Cantone non può fare tutto. Su Consob e Banca d'Italia, se esse hanno evidenziato scollamenti nella loro azione, allora occorre intervenire su quel punto per rendere più efficaci i controlli e in Europa occorre completare l'unione bancaria con l'introduzione della garanzia europea dei depositi. Questo è quello che si deve fare in maniera concreta se vogliamo dare continuità all'azione importante che si tenta di fare con il decreto del 22 novembre, per dare ristoro a coloro, visti caso per caso, che sono stati chiaramente raggirati.
Quindi, e concludo, facciamo al più presto questa Commissione parlamentare che sia di inchiesta, ma con poteri veri, per completare l'azione legislativa già avviata da questo Parlamento nel 2004-2005 che purtroppo non ha dato i risultati attesi e sperati. Questa è la posizione di serietà. Il fatto di coinvolgere il Ministro Boschi è così strumentale che solleva un atteggiamento di grande fastidio. La nostra fiducia nei suoi confronti è totale, ma è un fuori luogo: il discorso della fiducia riguarda il Governo nel suo insieme (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico e di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Presidente, Ministro, noi non siamo intervenuti in discussione sulla mozione di sfiducia perché questa non è la nostra mozione di sfiducia. La nostra mozione di sfiducia è quella che ha firmato tutto il centrodestra perché noi riteniamo responsabili della questione banche e di quello che sta succedendo tutto il Governo, perché tutto il Governo ha firmato e vagliato i decreti che sono stati in discussione in Parlamento e che sono oggi in discussione sugli organi di stampa. Riteniamo responsabile tutto il Governo di alcuni favoritismi fatti ad una parte della finanza e di alcuni favoritismi fatti a Banca Etruria, la «banca del Giglio magico», Ministro Boschi. Vi riteniamo responsabili perché voi avete fatto dei provvedimenti dove quella banca, la «banca del Giglio magico», è sempre stata inserita. Tra questi, il provvedimento sulle banche popolari in cui voi avete inserito il limite di 8 miliardi di attivo, esattamente quello che sarebbe servito a Banca Etruria per rientrare in quel decreto. Il provvedimento «salva banche» e il recepimento della normativa dell'Unione europea, Ministro (poi lei dovrà ancora dirci se ha partecipato a quel Consiglio dei Ministri o no), sposta l'azione di rivalsa dei singoli risparmiatori sui commissari, sui nuovi commissari. Il diritto di rivalsa di gente che oggi ha il portafoglio vuoto è stato completamente cancellato. A quelle persone si sono tolti i soldi con le truffe ed oggi voi togliete loro anche un diritto di giustizia che credo debbano assolutamente avere. Questo è il recepimento della direttiva dell'Unione europea, Ministro. Non avete utilizzato il Fondo interbancario di tutela dei depositi e avete detto che non si poteva utilizzare, ma la Commissione europea e Bankitalia ci hanno detto una cosa estremamente diversa. Avete sbagliato e ve ne siete accorti troppo dopo. Avete sbagliato dando una priorità che era quella del salvataggio di una banca rispetto alla salvaguardia di tutti i risparmiatori. Oggi ancora, in quest'Aula, dopo le parole del Presidente del Consiglio, ci raccontate che è stato il vostro Governo a commissariare Banca Etruria. Da un Ministro per le riforme e da un Presidente del Consiglio ci si aspetta che almeno si dica la verità. Il potere dalla Banca d'Italia non è ancora nelle mani del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) ! Quella banca è stata commissariata su indicazione della Banca d'Italia, questa è la verità.
Avete votato in Consiglio dei ministri il decreto sulle banche popolari cinque giorni dopo l'annuncio del Presidente del Consiglio a tutto il mondo che avrebbe fatto quel decreto. Quell'annuncio ha provocato un inferno borsistico dove qualcuno ha guadagnato in quattro giorni 10 milioni di euro. Noi vogliamo sapere chi è quel qualcuno e abbiamo il diritto assoluto di saperlo ! Ci sono ricostruzioni giornalistiche, ad oggi mai smentite, che quella banca, la Banca Etruria, era al servizio con crediti su investimenti di alcuni familiari del Governo: la «banca del Giglio magico».
Lei, Ministro, oggi si dimentica di tutti questi passaggi, ma noi se le diciamo e se vi diciamo che la responsabilità è di tutto il Governo, e non di un singolo ministro, e se c’è differenza tra la mozione nostra e quella presentata oggi dal MoVimento 5 Stelle dobbiamo assolutamente motivare la sfiducia nei suoi confronti, perché noi voteremo quella sfiducia.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 11).
GUIDO GUIDESI. Intanto, Ministro e Presidente, consentitemi di dire al collega Verini di leggersi tutta la storia che ha citato sull'istituto di credito: nessuno di quei risparmiatori è finito sul lastrico come oggi finiscono sul lastrico i risparmiatori di questa banca (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) !
Voi siete i maestri delle mozioni di sfiducia personali: oggi non potete dire ad Pag. 26altri che strumentalizzano con mozioni di sfiducia personali, voi avete insegnato a tutto il Parlamento nella storia come si fanno e si scrivono le mozioni di sfiducia personali. Ministro, lei il conflitto di interessi non lo deve giustificare, non va attestato che lei ha un conflitto di interessi, lei lo ha già certificato con l'assenza nei Consigli dei ministri dove si è trattato dei decreti che riguardano queste banche e questa banca ! Lei il conflitto di interessi l'ha certificato lì, e poi oggi come in questi giorni ci venite a dire che non ci sono due pesi e due misure ! Ci venite a dire che la legge è uguale per tutti, ma voi siete arrivate qui partendo dalle manifestazioni della Leopolda, dove avete detto a tutto l'arco parlamentare e a tutta la politica che voi sareste stati gli integerrimi, coloro i quali sono al di sopra di tutto, coloro i quali non hanno i conflitti di interessi, coloro i quali faranno rispettare l'etica e la moralità della politica; lo avete fatto con arroganza e supponenza e continuate a farlo, nonostante oggi i fatti, Ministro, ci dicano qualcosa di diverso, e noi oggi votiamo la sfiducia nei suoi confronti per questo motivo. Non si può insegnare a parole l'etica e la moralità in politica e nelle istituzioni, quando quelle parole vengono pronunciate su richieste di dimissioni per ministri, Cancellieri, De Girolamo e Lupi, che non mi risulta, Ministro, lei abbia mai difeso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Allora, se vuole attenersi a quelle parole, a quelle dichiarazioni, a quegli inviti alle dimissioni, oggi lei non dovrebbe essere in quest'Aula, ma si sarebbe già dovuta, coerentemente con quello che ha sempre detto, dimettersi il giorno prima o qualche giorno fa !
Buon lavoro Ministro, oggi riceverà ancora una volta la fiducia di questa Aula, ma mi creda: non sarà né una sua vittoria né una vittoria del Partito Democratico, che oggi, ancora una volta, dimostra la sua completa incoerenza con la storia, ma soprattutto dimostra che tra quello che ci dite e quello che fate c’è di mezzo un oceano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, io partirei subito dalla questione, richiamata anche dal collega Guidesi, relativa alla mozione di sfiducia individuale. Si tratta di un istituto che non è previsto dalla nostra Carta costituzionale, ma che è entrato nella prassi della Camera sino ad essere recepito nell'articolo 115 del Regolamento. Pur convenendo che l'espressione della fiducia o della sfiducia ad essa speculare, sia un atto di assoluta discrezionalità politica, non di meno la logica vorrebbe che la sfiducia verso un singolo componente del Governo si fondasse sulla contestazione di fatti correlati all'esercizio delle sue funzioni o, al limite, di comportamenti attinenti alla sua sfera personale.
Nulla di tutto questo viene contestato a Maria Elena Boschi, Ministro per i rapporti con il Parlamento e per le riforme costituzionali; a lei viene contestato un ipotetico conflitto di interesse correlato alla vicenda delle quattro banche popolari, oggetto di un intervento urgente del Governo attraverso il decreto legge n. 183, successivamente inglobato nella legge di stabilità, attualmente all'esame di questa Camera. Decreto volto a salvaguardare l'operatività di quelle banche e, quindi, a tutelare i dipendenti, i correntisti e tutti gli operatori economici che, con esse, avevano e hanno dei rapporti. Un decreto che noi consideriamo assolutamente utile e che avremmo sostenuto con forza se fosse arrivato all'esame del Parlamento come atto singolo, ma che sosterremo con forza ovviamente all'interno della finanziaria.
Per tornare al conflitto di interessi, questo deriverebbe dalla circostanza che il padre del Ministro ha esercitato per pochi mesi la funzione di vicepresidente del consiglio di amministrazione di una di queste banche e che gli atti compiuti in tale veste sono al vaglio della competente Pag. 27autorità di vigilanza e della magistratura. Come già ricordava prima il collega Mazziotti Di Celso, il decreto non modifica le procedure per l'accertamento delle responsabilità degli amministratori, cui si applicano le leggi vigenti da sempre e che non era davvero il caso di cambiare per questa circostanza.
Quanto alla dimensione economica da cui deriverebbe questo conflitto, io mi permetto di complimentarmi personalmente con lei, signor Ministro, per la serenità e la solidità con la quale ha riferito a quest'Aula l'entità delle azioni possedute da lei e dalla sua famiglia, non si tratta di un dato secondario. Un conflitto di interessi si nutre anche di numeri e chi non vedeva i miliardi non riesco a capire perché debba vedere le singole cifre senza zeri accanto.
Ora, io credo che i dati riferiti questa mattina e che nessuno ha contestato, perché sono oggettivamente incontestabili, non dovrebbero consentire neanche al più fanatico populista di ipotizzare un conflitto di interessi. Del resto, né dalle copiose cronache giornalistiche di questi giorni, né dalle premesse della mozione di sfiducia, emerge alcun atto concreto che possa rientrare nella responsabilità pubblica o privata del Ministro tale da motivare un giudizio negativo sul suo operato e sulla sua persona.
Per respingere questa mozione, palesemente pretestuosa, non è neppure il caso di proclamarsi garantisti. Qui, oggi, non ci sono posizioni personali da tutelare con gli strumenti della garanzia che il nostro ordinamento pone a tutela dei singoli, qui basta una serena attitudine a giudicare fatti e persone in un contesto di verità. Non è dunque per il rispetto che portiamo a lei, signor Ministro, ma per quello che portiamo a noi stessi che oggi, noi parlamentari di Scelta Civica, esprimiamo su questa mozione un convinto e fermissimo «no» (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, colleghi parlamentari, la mozione di sfiducia individuale che è stata presentata – lo diciamo: subito voteremo contro la mozione di sfiducia personale che è stata presentata e ancora di più convintamente contro dopo aver sentito il suo intervento – ci permette, partendo anche dal suo intervento, di fare alcune considerazioni che potrebbero essere molto utili all'interno del conflitto e del confronto politico che avviene nel nostro Paese.
La prima è una considerazione di merito. Lei ha già, ovviamente, risposto puntualmente, ma a me preme recuperare la sintesi delle motivazioni e comprendere come la strumentalità delle mozioni di sfiducia, e della mozione di sfiducia che è stata presentata, riduce anche il valore dello strumento. È talmente evidente e talmente palese la strumentalità, la vuotezza delle considerazioni che sono state esposte che, forse, anziché perderci troppo tempo, vale la pena sintetizzarlo in tre motivi, che possano rimanere nella memoria di tutti e possano far capire come non fare clamorosamente questi errori. Il primo, lei lo ha citato in maniera molto chiara: il commissariamento operato da questo Governo non ha favorito alcuno, neanche le persone che a lei sono legate.
Il secondo, ancora più importante. Il decreto-legge salva-banche che abbiamo presentato e poi messo nella legge di stabilità ha sì favorito qualcuno: 1 milione di correntisti, 3,4 miliardi di euro di risparmi, 7.200 lavoratori !
Il terzo, ed è la questione politica a cui tutti noi dovremmo fare riferimento, che forse avrebbe evitato qualsiasi mozione di sfiducia individuale o mozione di sfiducia contro il Governo, che ovviamente sono assolutamente legittime: immediatamente dopo i fatti, a fronte della richiesta da parte dell'opposizione di una Commissione d'inchiesta, dieci secondi dopo l'intera maggioranza ha detto «sì» alla Commissione d'inchiesta (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)). Questo è il dato politico più rilevante, di cui un Parlamento e il confronto tra forze politiche Pag. 28legittimamente diverse, di chi sta in maggioranza e di chi sta all'opposizione, dovrebbero tener conto, dovrebbero far riferimento, valorizzando l'uso e la funzione di questa istituzione ! Cosa, più di una Commissione di inchiesta parlamentare, può ridare il ruolo ad un Parlamento e riportare all'accertamento delle responsabilità non penali, ma politiche, che possono esserci ?
Questi tre punti rispondono in maniera convinta al perché noi come Area Popolare voteremo contro la mozione di sfiducia; e facciamo un appello perché non si ripetano errori come quelli che si stanno facendo, perché sviliscono il ruolo delle istituzioni e gli strumenti che le istituzioni e l'istituzione parlamentare si danno.
Però, ci sono altre due considerazioni che voglio fare, che lei ha toccato nel suo intervento, e che forse possono aiutarci: il tempo può darci ragione nel fare e nel non dimenticare queste considerazioni. La prima lei l'ha toccata in un passaggio, ma troppo spesso noi ci dimentichiamo di questo: chi giudica ? Lei ha detto: chi giudica quando e se hai sbagliato ? Sono i talk show, sono le intercettazioni che vengono pubblicate, sono la gogna mediatica o il dibattito mediatico legittimo a cui si assiste nei giorni in cui accadono questi fatti, o c’è un giudizio oggettivo a cui tutti noi dobbiamo riferirci ? Quante storie in questo Paese, quanti fatti di questo Paese che riguardano cittadini comuni, ma anche cittadini che hanno responsabilità politiche, hanno fatto capire che se si va dietro la notizia, la gogna mediatica, le pubblicazioni delle intercettazioni, l'avviso di garanzia che dovrebbe essere una tutela, si sminuiscono e si riducono non solo le libertà individuali, ma la forza politica e la democrazia di un Paese ! Cito, solo nell'ultimo mese e mezzo, i fatti che sono accaduti e che dovrebbero farci riflettere: Penati, Errani, Paolo Ligresti, il caso Mannino, il caso Fitto, il caso Vendola, il caso Azzolini, e mettiamo tutti i puntini che possono proseguire e che ci fanno suonare un campanello d'allarme alla nostra memoria e alla nostra responsabilità politica. Io credo che troppo spesso ci indigniamo quando accadono questi fatti e ce ne dimentichiamo per sottoporre questi fatti all'uso strumentale della nostra legittima battaglia politica: non facciamo un favore alla politica, non facciamo un favore alle istituzioni, non facciamo un favore e non diamo un aiuto alla democrazia di questo Paese e al legittimo confronto anche duro tra maggioranza e opposizione. La nostra storia, la storia di Area Popolare e la storia di ognuno di noi, la storia delle persone e dei gruppi parlamentari che sono rappresentati in questo Parlamento è la storia di chi si batte per una politica con la «P» maiuscola e per delle istituzioni, che sono la sintesi e la garanzia di un Paese, tanto più il Paese vuole essere unito e vuole guardare al futuro.
La seconda considerazione, che però è conseguente a questa prima, che lei ovviamente ha toccato nel suo intervento, ma che sottostà al dibattito di tutti questi giorni: il confronto politico, l'uso politico, il confronto legittimo e politico tra maggioranza e opposizione, come lo salvaguardiamo, come lo rendiamo dignitoso ? È evidente anche nel suo caso ! Io domando a chiunque ci ascolti, ai colleghi parlamentari, ma anche a chi ci ascolta seguendo i nostri lavori: può il senso di giustizia di un Paese come il nostro ridursi a tanto ? Può il concetto di responsabilità personale, sancito dalla nostra Costituzione, essere così svillaneggiato ? Può la lotta politica abbassarsi a questo livello ?
Si vuole attaccare la Ministra Boschi ? La si attacchi fino in fondo, perché ha sbagliato la riforma costituzionale, perché sta lavorando male, perché sta portando avanti in questo Governo provvedimenti che non sono e non si ritengono giusti; ma non si usi o non si festeggi e non si prenda l'appiglio ad un particolare per pensare che questo sarà il modo con cui si distrugge l'avversario politico. Perché non si è distrutto l'avversario politico: si sono create le condizioni perché anche tu, magari fra sei mesi, fra sei anni, fra dieci anni, sarai distrutto allo stesso modo e si è abbassato il confronto politico nel nostro Pag. 29Paese. Si è tolta la totale dignità al confronto delle istituzioni. È talmente evidente in questo caso !
Ma la colpa può essere che Pier Luigi Boschi sia papà di Maria Elena Boschi o che Maria Elena Boschi sia la figlia di Pier Luigi Boschi ? Ma è possibile che la responsabilità personale non sia garantita fino alla fine, fino a che non ci siano fatti concreti che evidenziano responsabilità ? Allora, se qualcuno ha sbagliato, ne risponde; ma siccome, a questo momento, non ci sono fatti che provino mancanze, la discussione che noi stiamo facendo è un paradosso: o meglio, è un elemento che ci può aiutare, forse, a non commettere più questi errori, a non fare questi clamorosi autogol.
Non voglio neanche – e lo dico perché in questi giorni sui giornali è emersa questa domanda – sottrarmi alla considerazione: ma che differenza c’è tra il caso della Ministra Boschi e il mio caso ? Perché io mi sono dimesso e la Ministra Boschi non si è dimessa ? Io credo che ci sia un dato comune tra i due casi: non avevo fatto assolutamente nulla io, non ha fatto assolutamente nulla la Ministra Boschi (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)) !
Per quanto riguarda il mio caso personale, l'ho detto nel discorso che ho fatto in quel marzo a questo Parlamento, chi vuole vada a rileggersi gli atti: è stata una considerazione assolutamente personale riguardo alla mia concezione di politica, alla mia concezione di responsabilità e al fatto che non si rinuncia, anche se si fa politica, ad essere persone ! Per me la famiglia, i rapporti, sono una cosa importante e questo è quello che io voglio ribadire sempre; il resto è ovviamente legato alla legittima assunzione di responsabilità personale. Anche perché, lo dico per chi mi conosce: se il Presidente del Consiglio avesse chiesto le mie dimissioni a fronte di una cosa che non avevo assolutamente commesso, quello sarebbe stato un motivo per cui non mi sarei dimesso. Quindi...
PRESIDENTE. Concluda.
MAURIZIO LUPI. Concludendo... Grazie, Presidente, perché mi ha richiamato. Questa mozione è costruita sul nulla. Noi non vediamo ragioni per cui la Ministra Boschi dovrebbe dimettersi. Non vedo argomenti in questa mozione di sfiducia. Vedo solo il fatto positivo di aver salvato i conti di molti italiani, vedo la volontà di cercare la responsabilità di quanto successo, vedo l'impegno con cui si sta operando per una riforma del credito – e lo ricordo alla maggioranza – che non sia calata dall'alto, e quindi per un'effettiva tutela del risparmio.
Per tutti questi motivi il gruppo di Area Popolare voterà «no» alla richiesta di sfiducia (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, se la Ministra Maria Elena Boschi e il Governo avessero avuto la sensibilità istituzionale o se avessero semplicemente ritenuto giusto rispondere alle sollecitazioni da più giorni pervenute e da più parti, non soltanto in questo Parlamento, sulle accuse mosse sull'intera vicenda, l'opportunità di questa mozione poteva essere valutata in maniera molto più serena sulla base di tali comunicazioni.
Vede, signora Ministra, l'accusa di opacità, prima ancora che nel merito, si rivela nelle reazioni, dalle reazioni; e le reazioni sono state di chi immagina di portare via il pallone, dicendo: ho i numeri dalla mia parte.
Cara Ministra Boschi, prima ancora dei numeri ci vuole la politica, ci vogliono delle risposte politiche a questioni rilevantissime.
Il collega Verini ha detto che Sinistra Italiana si aggancia al vagone della cultura del sospetto. Vede, collega Verini, questa non è la nostra mozione di sfiducia, ma agganciarci al vagone del Governo, questo non lo consentiremo mai, soprattutto nel momento in cui questo Governo ha prodotto delle scelte lesive per molti risparmiatori Pag. 30e ha prodotto scelte sbagliate (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà – Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico) sul terreno del lavoro e dell'economia. E quel vagone (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico), onorevole Verini, è il vagone che non ci consente oggi di fare una discussione serena.
Ma anche dal discorso della Ministra, e non entro nel merito delle questioni che lei ha sollevato, verso cui ho grande rispetto, c’è una questione referendaria e noi ai referendum ci siamo sempre sottratti. Vede, uno dei pilastri del sistema economico italiano si basa su un rapporto di fiducia tra sistema bancario, da una parte, e risparmiatori e aziende, dall'altra. Su tale rapporto non vi può essere nessuna ombra di conflitto di interessi, in special modo se tale conflitto riguarda la politica, i partiti, il Governo, che in tale rapporto deve avere la massima e rigorosa terzietà.
Il conflitto d'interessi, si badi, non si dimostra necessariamente con atti; esso è fondato laddove anche sia solo potenziale e lo vorrei dire con grande pacatezza ai colleghi e anche alla Ministra. Vede, Ministra, una legge sul conflitto di interessi in questo Paese è urgente e necessaria, l'abbiamo messa in cima al programma elettorale di Italia Bene Comune; non è possibile che da due anni e mezzo essa esce ed entra dal Comitato dei nove della Commissione affari costituzionali e non ha mai un esito in questo Parlamento. Non vi è alcun dubbio, nessuno può negarlo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà), basta la cronaca degli ultimi eventi. Alcune delle cose che ha detto l'onorevole Tabacci andrebbero analizzate con cura e dovrebbero essere materia di riflessione anche di chi non voterà questa mozione di sfiducia.
C’è stato un corto circuito tra i controllori e i controllati che non può essere occultato dallo stato di emergenza con cui alcuni provvedimenti sono stati presi. La Banca d'Italia ha fatto tutto quello che poteva ? Nonostante questo, oggi scopriamo dalla cronaca dei giornali che sono ben due anni che Bankitalia aveva detto che quella banca aveva problemi.
La Consob ha fatto tutto quello che poteva ? Nel 2011 la Consob, presieduta da Giuseppe Vegas, deliberava la possibilità di escludere dai prospetti informativi i prodotti finanziari rischiosi attraverso scenari probabilistici dei rischi. Perché su questo terreno non si è intervenuti ?
E i collegi sindacali hanno fatto tutto ciò che potevano ? I prospetti informativi delle quattro banche coinvolte nella vicenda davano conto già di rilevanti carenze.
Se la risposta a queste domande è negativa ed è difficile immaginarne altre in senso opposto, ci troveremmo di fronte a gravi omissioni, che hanno leso i diritti di tanti risparmiatori, che hanno visto abusata la propria fiducia e il risparmio di una vita di lavoro.
Anche questo dovremmo cominciare a raccontare e dovremmo raccontare tutta la verità. È stata Bankitalia a commissariare Banca Etruria e il Governo ha dovuto semplicemente prenderne atto. Non è stato un gesto che nasce esclusivamente dalle sue scelte. Così come credo che forse sarebbe utile, per togliere qualsiasi ombra anche rispetto a probabili conflitti di interessi, dire una parola di più su quel tema, quel nodo che non viene mai affrontato.
C’è o non c’è uno scudo per gli amministratori ? E se c’è, Ministra Boschi, caro Governo, probabilmente andrebbe tolto ora, per eliminare ogni zona d'ombra.
Ma torna anche il tema di una riforma più complessiva, quella del sistema del credito. Anche in questo caso avete parlato per mesi di riforme. C’è una riforma che andrebbe fatta e che, in qualche modo, andrebbe incontro a un principio liberale, prima ancora che a un'idea progressista: separare le banche d'affari dalle banche di risparmio. Questo è il grande tema che attraversa oggi la riforma del capitalismo finanziario in questo Paese.
Signora Presidente, signora Ministra, non possiamo permetterci il lusso di rinviare Pag. 31ancora uno stringente impianto di limitazione del conflitto d'interesse in ogni aspetto dell'attività istituzionale.
Se in Italia avessimo una destra liberale questo sarebbe il suo vessillo. Purtroppo non abbiamo né una destra liberale né un partito democratico che dentro di sé assume questo principio fondamentale. Lo facciamo noi e lo porteremo avanti, perché, se in Italia avessimo un Governo che non fa dell'occupazione del potere la sua cifra distintiva, questo sarebbe un tratto visibile della sua cultura e della sua prassi. Noi voteremo la mozione di sfiducia anche per questo, perché pensiamo che questo Governo non abbia offerto né risposte chiare ai risparmiatori né risposte chiare ai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Roberto Occhiuto. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, il Governo Renzi merita di andare a casa. Per questo abbiamo depositato, unitamente alle altre forze politiche di centrodestra, una mozione di sfiducia, a tutto il Governo, però, e non solo al Ministro Boschi né soltanto per la questione dei risparmiatori truffati dalle banche, oggetto del decreto del 22 novembre scorso, sulla quale riteniamo ci sia una pesantissima responsabilità del Ministro Boschi, ma anche del Presidente Renzi e del suo Esecutivo. È una questione che riteniamo gravissima, perché ha costretto sul lastrico migliaia di famiglie, ma che non è l'unica ragione per la quale pensiamo che il Governo debba meritare la sfiducia.
Vorremmo che il Governo fosse sfiduciato per ragioni politiche, per ragioni di morale politica, senza scivolare nell'attacco personale a questo o a quel Ministro. Infatti, l'attacco personale rappresenta una pratica mai appartenuta alla tradizione di Forza Italia e dei veri moderati italiani, non perché ci abbia convinto lei, Ministro Boschi, con l'emozione degli affetti, che rispettiamo, con l'indicazione dei numeri delle sue azioni nella Banca Etruria. Dovremmo evidenziare che in altre occasioni, in altre stagioni, altri Ministri si sono dimessi per molto meno. Vogliamo parlare di Josefa Idem ? Vogliamo parlare del presidente Lupi, per il quale il Presidente del Consiglio ebbe a dire che si trattava di una ragione di opportunità il fatto che restasse o non restasse al Governo ? Vogliamo parlare della De Girolamo, rispetto alla quale Renzi, quando non era ancora Presidente del Consiglio, disse che era una questione di stile ?
Il Governo Renzi merita la sfiducia perché è nato da un colpo di palazzo, perché non è stato scelto attraverso il voto degli italiani, ma attraverso le votazioni interne di un'organizzazione, quella del Partito Democratico. È un Governo che sta realizzando un programma che non è quello sul quale votarono gli italiani. Vorrei sommessamente ricordarlo anche al Presidente del Consiglio, che spesso si richiama agli impegni che lui avrebbe contratto con gli italiani, soprattutto quando si tratta di riformare la Carta costituzionale o la legge elettorale secondo le sue convenienze politiche. Il programma sul quale gli elettori – anche quelli di sinistra, anche i vostri elettori – votarono era quello di Bersani, non era quello di Renzi. Il Governo attuale merita la sfiducia perché, come abbiamo ricordato spesso, si basa su una maggioranza abusiva di 130 deputati, espressione di una legge elettorale incostituzionale. Il Governo Renzi merita la sfiducia perché è l'ennesimo Governo nato sull'onda di Governi senza alcuna connessione col voto degli italiani.
C’è poi una ragione fortissima, una ragione in più per chiedere la sfiducia al Parlamento: questo è un Governo che ha deluso gli italiani, perché è incapace di garantire il loro diritto alla sicurezza, sul piano del contrasto al terrorismo internazionale, a causa delle incertezze, della mancanza di coraggio del Presidente Renzi, nelle scelte di politica estera; sul piano della sicurezza economica, con una legge di stabilità fatta in deficit e che Pag. 32determinerà un aumento ulteriore di tasse per gli italiani; sul piano, ora, della sicurezza del risparmio: le famiglie in questi ultimi anni hanno retto grazie ai risparmi, mentre le misure infelici degli ultimi Governi non eletti rendevano ancora più dura la crisi globale. Ora questa certezza è messa radicalmente in dubbio dagli ultimi avvenimenti dei quali il Governo è stato maldestro protagonista.
I risparmiatori derubati sono finiti sul lastrico per l'incompetenza del Governo, ammessa d'altra parte anche dal Ministro Padoan, quando ha dichiarato la necessità di interventi umanitari per questi risparmiatori. Ma quali interventi umanitari ? Quali arbitri e quali arbitrati ? Tutti quelli che hanno visto i propri risparmi azzerati dalla sera alla mattina per il dilettantismo del Governo, che questa situazione avrebbe dovuto prevedere prima del decreto, hanno il sacrosanto diritto di essere risarciti al 100 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ! Altro che Cantone ! Che facciamo ? Questi risparmiatori, che hanno visto azzerati i loro risparmi, li facciamo convocare dall'Autorità anticorruzione, magari con una lettera dei Carabinieri, e che se ne fa della vigilanza della Banca d'Italia, che c'entra Cantone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ?
Non è eversivo, oggi, ignorare che c’è un'istituzione che ha il diritto e il dovere di vigilare sulle banche. Aggiungete pasticci a pasticci. Avreste potuto far ricorso al Fondo interbancario alimentato dalle banche e in questo modo non ci sarebbe stato alcun peso, alcun effetto, né per i correntisti, né per gli azionisti, né per gli obbligazionisti. E non venite a dirci che l'Europa non avrebbe consentito questo, perché non è vero, ma anche perché questi ultimi Governi non eletti – è soprattutto quello che state sostenendo – sono nati proprio sul falso presupposto che avrebbero potuto far ottenere al nostro Paese più considerazione da parte dell'Europa. Non venite a dirci che l'Europa lo avrebbe vietato, perché non è vero, ma soprattutto perché sarebbe stato vostro dovere ricordare ai partner europei, se solo ne aveste avuto il coraggio e l'autorevolezza, che negli ultimissimi mesi, addirittura fino all'ottobre scorso, la Commissione europea ha adottato ben 450 decisioni di autorizzazioni di aiuti pubblici nazionali a favore delle banche: lo ha fatto in Germania, in Francia, in Portogallo, in Irlanda e in Spagna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente); non lo ha fatto in Italia perché non siete stati capaci di contare in Europa !
Il Governo Renzi, quindi, merita tutta la nostra sfiducia. È la stessa sfiducia che ha il popolo italiano, dopo che per ragioni oscure, in un quadro di conflitti di interesse palesi, l'Esecutivo ha distrutto la fiducia degli italiani nelle banche e nel sistema del risparmio. Voteremo, dunque, la mozione di sfiducia a Renzi e al suo Governo, quella che abbiamo depositato, ma non parteciperemo al voto sulla sfiducia individuale. Non appartiene alla nostra storia la sfiducia individuale, non ci è mai appartenuta e non possiamo smentire ciò che Forza Italia è sempre stata, per un mero calcolo elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente), sin dal 1995, quando fu sottoposto a linciaggio in Aula il Ministro della giustizia, Filippo Mancuso: non era un Ministro del Governo Berlusconi, per il quale fu chiesto il processo in quest'Aula per il sol fatto che non era gradito all'allora Presidente Scàlfaro.
Noi non partecipammo a quella votazione, così come non parteciperemo a questa votazione. Anche dopo di allora, la formazione politica guidata da Silvio Berlusconi ha sempre contestato questa pratica. La sinistra, invece, ha sempre proposto e votato mozioni di sfiducia individuali, ma noi non siamo come la sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) e giudichiamo davvero insopportabile questo odioso doppiopesismo. La sinistra, sempre pronta in passato a promuovere e a votare mozioni di questa Pag. 33specie, quando era all'opposizione, è indignata oggi che subisce ciò che ha sempre praticato. È un doppiopesismo odioso ! Noi non siamo come voi ! Il partito guidato da Berlusconi non è come il partito guidato da Renzi.
Un esempio: Renzi, proprio l'altro ieri, ha utilizzato il pretesto di una contesa in Aula con il capogruppo di Forza Italia, per accordarsi con il MoVimento 5 Stelle per l'elezione dei giudici della Corte costituzionale: è un pretesto, è evidente, perché se non fosse così, sarebbe di una gravità enorme utilizzare il più alto organismo di garanzia costituzionale per fare un dispettuccio politico, e dimostrerebbe che chi guida il Governo non ha alcun rispetto delle istituzioni e, anzi, se ne serve per ritorsioni politiche. Ecco perché siamo diversi: perché oggi, nonostante ciò che è successo l'altro ieri, noi non utilizziamo quest'Aula per dispetti o ritorsioni. Siamo stati contrari alle sfiducie individuali in passato e lo siamo oggi: c’è più coraggio, c’è più linearità nella nostra scelta. Usciamo dall'Aula, anche perché i numeri rendono assolutamente inutile questa sfiducia individuale.
Concludo, Presidente, dicendo che anche sul conflitto di interesse c’è un odioso doppiopesismo da parte della sinistra. Quante volte lo avete agitato nei confronti di Berlusconi ? Con quanto rigore la sinistra lo ha fatto negli anni passati ? Eppure gli interessi di Berlusconi, che è stato un grande imprenditore, erano assolutamente conosciuti agli italiani, e la circostanza che li conoscessero rendeva assolutamente trasparente la sua presenza in politica...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ROBERTO OCCHIUTO. ... come 220 milioni di voti negli anni hanno dimostrato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente). Ora vi stracciate le vesti perché qualcun altro vi chiede chiarezza, vi chiede – come abbiamo fatto noi chiedendo una Commissione d'inchiesta – di fare trasparenza sui conflitti di interesse del Governo, che il Governo non ha dichiarato con evidenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente – Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Battista.
Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
ALESSANDRO DI BATTISTA. Ancora non ho iniziato a parlare e già contestano, questi del Partito Democratico...
PRESIDENTE. No, no, non c’è nessuna contestazione. Prego.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Ministro Boschi, buongiorno. Per iniziare le esprimo la totale indignazione, come portavoce, di un popolo intero rispetto alle menzogne che il vostro Governo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...
PRESIDENTE. Colleghi, mettiamoci d'accordo... prima mettiamoci d'accordo !
ALESSANDRO DI BATTISTA. ... ha dichiarato negli ultimi mesi rispetto a provvedimenti infami che hanno mandato sulla strada migliaia di cittadini risparmiatori, e non speculatori finanziari, per colpa e responsabilità vostra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! È mio dovere esprimerle la totale indignazione.
Lei è venuta qui e ci ha fatto un bel discorso, pieno anche di pietismo e compassione, raccontandoci anche del passato di alcuni componenti della sua famiglia. Non abbiamo visto, né da parte sua, né da parte degli esponenti del Partito Democratico, lo stesso pietismo e compassione, ripeto, nei confronti di migliaia di cittadini truffati dal decreto «salva banche» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
In questo palazzo dell'ipocrisia, voi vi lamentate se una forza di opposizione presenta una mozione di sfiducia nei confronti di un Ministro: questo perché pensavate, Pag. 34prima che entrasse il MoVimento 5 Stelle, di essere totalmente immuni da qualsiasi critica che questo Palazzo fosse chiuso ai cittadini.
Il MoVimento 5 Stelle ha presentato una mozione di sfiducia e soltanto questo è riuscito a costringere il Ministro Boschi a venire qui in Aula, e a parlare e a fornire spiegazioni di fronte al Parlamento, quindi di fronte alla nazione intera, perché lei pensava che sarebbero bastate quattro frasi in croce dette durante la presentazione del libro di Vespa. Ecco, questo non funziona in una Repubblica democratica: lei viene in Aula e parla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Proverete – e avete già provato – a buttarla su cavilli, contro cavilli, articoli, valore azionario di 1.500-2.000 azioni, ma pensate veramente che il punto sia il valore di queste 4, 5, 1.000, 3.000 azioni ? Il punto è semplice e la domanda che tutti gli italiani si devono fare è la seguente: il Governo Renzi, ancor prima il Governo Letta, in questa legislatura ha o meno favorito gli interessi del mondo delle banche ? La risposta evidentemente è sì ! Lo fece, la prima volta, il Governo Letta, con un infame decreto su IMU e Banca d'Italia che ha dato quattrini nostri a una serie di banche private che detengono pacchetti azionari di Banca d'Italia e che molto probabilmente compreranno queste nuove banche, tra cui nuova Banca Etruria, che sono state ripulite e rese dei veri e propri gioiellini e verranno comprate molto probabilmente da Intesa San Paolo e UniCredit, che vennero favorite dal quel decreto infame grazie alla compiacenza della Presidente Boldrini con quella «ghigliottina» incostituzionale assolutamente assurda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo fu il primo decreto, poi c’è stato il decreto sulle banche popolari, che evidentemente ha aumentato in qualche giorno, in qualche settimana, il valore di quelle azioni, il cui valore stava tracollando anche durante gli anni in cui nel consiglio d'amministrazione vi era il dottor Pier Luigi Boschi. Considerate che le azioni di Banca Etruria valevano, nel 2011, anno in cui entra il dottor Boschi all'interno del consiglio di amministrazione, 8 euro cadauna; nel 2014, dopo le ispezioni di Banca d'Italia, che hanno poi portato alla multa nei confronti del dottor Boschi, il valore era diventato di 1 euro e, caso strano, nonostante queste indagini e nonostante il tracollo del valore azionario, il dottor Boschi venne nominato vicepresidente soltanto un mese dopo che la figlia, il Ministro Boschi, divenne Ministro della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Pensate di prendere in giro un Paese intero con i vostri cavilli, le vostre balle, i vostri doppi pesi, i doppiogiochismi ? Pensate di prendere in giro il popolo ? Qua il popolo è rappresentato, non lo prendete in giro più da quando c’è il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi !
ALESSANDRO DI BATTISTA. Successivamente, altri provvedimenti sono stati presi dal Governo Renzi che hanno favorito le banche. Certamente tutto il Governo Renzi – su questo siamo d'accordo – è in conflitto di interesse con il mondo bancario, ma in realtà tutti i Parlamentari della Repubblica lo sono, perché cosa è diventato oggi un partito politico ? Un partito politico e una banca sono la stessa cosa: gestiscono in nostri soldi e lo fanno in maniera poco trasparente. Perché ? Perché Bankitalia non controlla, perché ovviamente è controllata dalle banche private, e i vostri bilanci non sono controllati perché piazzate delle leggi indegne, come la «legge Boccadutri», per non far controllare i soldi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Questo va detto: partiti e banche sono la stessa cosa ! E come le banche piazzano titoli tossici, anche i partiti politici, a cominciare dal PD, che è una banca, piazza provvedimenti tossici, come il Jobs Act e lo «sblocca Italia» (Commenti Pag. 35dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Colleghi ! Onorevole Di Battista, si rivolga alla Presidenza.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Prendete in giro i cittadini utilizzando la compiacenza di una parte di stampa, che non ha minimamente buttato fango sul Ministro Boschi. Minimamente ! Se, anziché la Boschi, vi fossero state, in epoca berlusconiana, la Polverini, la Gelmini e la Carfagna, sarebbero insorti tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e della deputata Polverini). Oggi, per la questione della Boschi, parla soltanto un intellettuale, Saviano, e voi rispondete a Saviano dicendo che il motivo perché ha sollevato il problema è per vendere più libri: ipocriti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Onorevole Di Battista, si rivolga alla Presidenza.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Il Ministro Boschi ha un conflitto grande non come una casa, come una banca; una banca tutelata, una banca sulla quale è intervenuto questo Governo. E lei – anche se non soltanto lei – è chiaramente un punto di intermediazione tra il Governo Renzi e una banca che è riconducibile alla sua famiglia: vicepresidente suo padre, fratello dirigente e impiegato e lei piccolissima azionista. Non ci interessa il quantitativo, ci interessa la problematica politica, perché, Ministro Boschi, un Ministro della Repubblica deve essere al di sopra di ogni sospetto, e lei non è al di sopra di ogni sospetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore !
ALESSANDRO DI BATTISTA. Questo è il rispetto democratico di questa pseudosinistra che si sente migliore di tutti i cittadini.
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate parlare l'onorevole Di Battista e l'onorevole Di Battista si rivolga alla Presidenza.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Perché quando c’è qui un cittadino che vi solleva la questione, tra l'altro senza mancare di rispetto, facendo un attacco politico, questa roba vi fa impazzire. Incredibile, non c'erano abituati. Non eravate abituati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il Premier Renzi, oltre a doverci fornire (chiamate Nardella) le spese pazze del comune di Firenze, deve fornirci i verbali per capire se lei fosse o meno presente, non soltanto nei Consigli dei ministri che hanno approvato provvedimenti riguardanti le banche, ma anche nelle riunioni preparatorie, perché è durante le riunioni preparatorie che si crea e si disegna il provvedimento, non soltanto in fase di votazione (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Colleghi, fate silenzio !
ALESSANDRO DI BATTISTA. Nell'attesa che il Presidente Renzi ci fornisca i verbali desecretandoli, le dico, Ministro Boschi, che il fatto che lei – pare ! – non fosse presente, anziché proteggerla dal conflitto di interessi avvalora la sussistenza del conflitto di interessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), nonostante oggi ci sia una legge ridicola come la «legge Frattini». E voi del PD, quando c'era Berlusconi, ridevate del fatto che Berlusconi usciva dal Consiglio dicendo: è una buffonata la legge. La «legge Frattini» non esiste, infatti il vostro Presidente del Consiglio prese i voti dicendo che in cento giorni avrebbe risolto il conflitto d'interessi: balla, falsità ! Siete passati dal conflitto di interessi in cento giorni a cento conflitti di interesse al giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ora, e concludo, Ministro, le dico che non so quello che succederà. Chiaramente la mozione verrà bocciata, ma qui c’è una maggioranza abusiva e incostituzionale per via di un premio abusivo e incostituzionale Pag. 36della legge elettorale. Dire che verrà bocciata e rafforzerà a me non interessa, il mio dovere di opposizione è portare il caso in Aula insieme ai miei colleghi e dare anche subito delle soluzioni. Non si risolveranno e non ci sarà la possibilità di nuovi casi fino a che non verranno separate le banche commerciali dalle banche di investimento e fino a che Banca d'Italia non tornerà una banca controllata dai cittadini, dal pubblico e dalla nazione italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Le dico che sappiamo che la mozione verrà bocciata, però non sappiamo se il caso si ingrosserà nei prossimi giorni. Se si dovesse ingrossare e dovessero sorgere nuovi elementi – se sono penali se ne occuperà la magistratura, qui ci si occupa di politica –, evidentemente potrebbe succedere che il Premier Renzi stesso chiederà di sacrificare il Ministro Boschi, perché, occhio, il Premier Renzi non difende il Ministro Boschi, difende se stesso, ed è capace di tutto pur di mantenere il potere. Se questo dovesse succedere, se da qui a qualche settimana, per via di nuovi elementi o per via di una crescita di consapevolezza dell'opinione pubblica, che voi tutti avete sempre ostacolato ma che finalmente un movimento cerca di supportare, il Ministro Boschi dovesse fare un passo indietro, anche lei si farà una domanda che si fanno tanti cittadini: ma se al posto di «Boschi» mi fossi chiamata «banca», mi avrebbero salvato ? Certamente sì (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Voteremo «sì» a questa mozione ! Boschi dimettiti, e viva l'Italia, nonostante questa oscena ipocrisia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni – Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ettore Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Grazie, Presidente. Colleghi, quello che si sta per chiudere è forse uno degli anni più produttivi per quest'Aula: abbiamo svolto alcune centinaia di sedute, approvato provvedimenti decisivi per l'economia, per la cultura, le istituzioni, per il Paese. Lo abbiamo fatto in circostanze diverse e con discussioni più o meno vivaci, che costituiscono l'anima del nostro confronto democratico. Quando, però, si arriva a dover discutere delle persone, il clima inevitabilmente cambia e il confronto diventa scontro, tanto più in questa occasione. Molti dei provvedimenti esaminati da quest'Aula hanno avuto da protagonista la Ministra Boschi, di cui oggi si chiedono inspiegabilmente e ingiustamente le dimissioni. Penso alla legge elettorale, alle riforme istituzionali, materie di scontro, ma su cui l'onorevole Boschi ha dimostrato le sue capacità di ascolto, di sintesi, di onestà intellettuale, che tutti i gruppi hanno potuto riconoscere, pur nella diversità delle posizioni politiche.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 11,50).
ETTORE ROSATO. Anche per questo, stupisce la decisione del MoVimento 5 Stelle di presentare la mozione di sfiducia individuale. Stupisce che si prenda come pretesto un provvedimento del Governo che è stato varato solo ed esclusivamente, evidentemente, per interesse collettivo, che non usa soldi pubblici e che agisce in un settore, quello bancario, dove da anni nessun Governo ha mai messo mano con tanta determinazione ed efficacia. Lo ha già fatto molto puntualmente la Ministra stessa, tanto che suggerirei veramente, in coscienza, di ritirare la mozione di sfiducia che è stata presentata.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Come no !
ETTORE ROSATO. Ma voglio contribuire anch'io a sgombrare subito il campo dalle insinuazioni e dai veleni: non c’è stato nessun comportamento scorretto o poco trasparente del Ministro Boschi, in particolare sulla vicenda del salvataggio Pag. 37della Banca dell'Etruria. È stato così fin dal primo decreto-legge, quello del 24 gennaio 2015, che ha avviato la riforma delle banche popolari, come da molti anni ci chiedevano tutte le autorità di vigilanza del settore, Banca d'Italia, Consob, Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Dopo la nuova regolamentazione dell'attività bancaria, con cui la comunità internazionale ha risposto alla crisi del 2008, dovevamo agire con urgenza per incrementare il grado di stabilità complessiva dell'intero sistema creditizio nazionale. Lo abbiamo fatto. Insinuare, oggi, il sospetto, come è scritto nelle mozioni di cui discutiamo, che quel decreto-legge fosse privo dei requisiti di necessità e urgenza non sta in piedi; vuol dire negare quello che è successo nel mondo dopo la più grave crisi finanziaria che ricordiamo.
Ancor meno credibile, anche se più velenosa, è l'insinuazione secondo la quale risulterebbe una possibile diffusione di informazioni privilegiate prima del Consiglio dei ministri del 20 gennaio 2015. Qui, siamo al ridicolo: non c'era bisogno di nessuna fonte privilegiata dall'interno del Governo per sapere cosa stava per accadere e, quindi, per avviare una possibile speculazione finanziaria sui mercati. Leggo testualmente da la Repubblica del 3 gennaio 2015: «Di riforma delle banche popolari negli ambienti finanziari si sente parlare da svariati lustri, ma mai nessuno è riuscito a bonificare la palude. Questa volta, però, sono in molti a scommettere che qualcosa si farà, se non altro, perché la congiuntura lo impone». Insomma bastava leggere i giornali per scommettere su un intervento del Governo, non ci voleva nessuna indiscrezione.
Non regge neppure il sospetto riguardo al requisito dimensionale individuato nel decreto-legge della riforma delle Popolari, cioè gli otto miliardi. Cosa avrebbero detto oggi i firmatari della mozione di sfiducia se il Governo avesse lasciato fuori dalla norma la Banca dell'Etruria ? Qui non c’è stato nessun intervento del Governo o del Ministro Boschi per agevolare, in qualsiasi modo, gli speculatori, anzi, è stato tutto fatto al di là e al di sopra di ogni sospetto, così come lo è stato il comportamento di tutto il Governo. Intanto, il Ministro correttamente non ha partecipato alle riunioni del Consiglio dei ministri in cui si è deciso il provvedimento. Lo riconoscono anche i firmatari delle mozioni, anche se non lo ritengono sufficiente a fugare i dubbi. Sono costretti, intanto, a contestare il merito del provvedimento e questo supera, a parer nostro, ogni fantasia.
Permettetemi di ricordare che questo decreto ha consentito di mettere al sicuro risparmi per oltre un milione di correntisti, per un controvalore di circa 12 miliardi di euro e di mantenere posti di lavoro per 7000 dipendenti e per altre 1000 persone dell'indotto. Resta pesante la sorte toccata ad alcuni risparmiatori che avevano acquistato i bond subordinati. La legge di stabilità si occupa efficacemente anche di loro, senza mettere risorse pubbliche. Questo Governo non lascia solo nessuno. L'alternativa al salvataggio sarebbe stata la liquidazione delle banche, con conseguenze disastrose per tutto il sistema creditizio e l'economia nazionale. È questo che si voleva ? Mi auguro di no, ma ad ascoltare quello che dicevano i colleghi del MoVimento 5 Stelle, mi sembra veramente che ci avrebbero goduto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); e noi potevamo forse fare diversamente ? Potevamo far finta di nulla e lasciare che fosse il mercato a regolamentare le cose ? Potevamo forse fare ricorso al Fondo interbancario di tutela dei depositi, ma questo è stato precluso dagli uffici della Commissione europea.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Falso !
ETTORE ROSATO. Non lo ha detto il Ministro Boschi, lo ha detto nelle sedi istituzionali il Ministro Padoan, l'ha detto la Banca d'Italia, l'ha detto il presidente dell'ABI, lo hanno riportato tutti i giornali, così come i giornali hanno anche riportato, e ai colleghi della Lega lo dico, che nel 2014 hanno fatto un voto distratto sulla direttiva che riguarda i salvataggi bancari, un voto di astensione, perché Pag. 38naturalmente pensavano ad altro e oggi ci vengono a ricordare cosa avremmo dovuto fare noi !
Non per nulla, comunque, il Presidente del Consiglio e i gruppi del PD hanno spinto per una Commissione d'inchiesta parlamentare, per far chiarezza sulle vicende bancarie degli ultimi dieci anni. È bene farlo anche con altri gruppi di opposizione, siamo qui per fare chiarezza nell'interesse collettivo, dopo emergeranno le vere responsabilità.
Dunque, il sospetto è che si voglia adottare un pretestuoso conflitto di interessi, solo per speculare politicamente su una vicenda che ha avuto anche risvolti tragici.
Come spesso accade da parte del MoVimento 5 Stelle, la soluzione ai problemi degli italiani non gli interessa minimamente, l'importante è alzare polveroni, seminare allarmi, senza una vera soluzione, senza una proposta concreta e, purtroppo, oggi, li vediamo, li ascoltiamo anche inseguiti e rincorsi da una sinistra minoritaria, imbarazzata, che parla addirittura di conflitto di interessi potenziale. Ci dispiace, perché di voi abbiamo sempre apprezzato il rispetto delle regole, abbiamo sempre apprezzato il rigore; oggi, avete perso anche questo punto di riferimento, che è sempre stato un punto di unione nei rapporti tra di noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Questa volta, poi, il caso si presta, attaccare una donna, una giovane donna, seria, preparata e brillante che viene dallo studio e dalle professioni (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), insomma da quella parte più vivace della società, da cui il PD ha portato tanti in Parlamento in questa legislatura, una persona stimata nel Paese e apprezzata all'estero, insomma un esponente di quella nuova classe dirigente che, non senza fatica, sta cercando di cambiare il Paese e la politica, esempio di chi vuole che si affermino merito e competenze, che non urla in quest'Aula, che spiega le cose, che fa valere le sue ragioni, come ha fatto anche oggi, e che difende le sue posizioni con rettitudine. Maria Elena Boschi è una di noi, una che crede nel PD e che lavora per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Attaccate un avversario che temete non con argomenti politici o di merito, ma facendo appello a un complottismo alimentato dalla pancia sofferente del Paese e arrancando dietro a mezze notizie e incrollabili certezze. Mettete in scena un processo nutrito da indiscrezioni, da sentiti dire e mai da fatti, nella convinzione di essere investiti direttamente dal popolo della carica degli effettivi, veri e unici interpreti del sentire del bene comune, ma non è così (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
E non contenti, in barba a secoli di storia e di diritto, pretendereste, qualora fosse mai accertata una responsabilità del padre, che a pagare le conseguenze fosse la figlia, la cui unica colpa sarebbe di appartenere a un Governo che ha agito nell'interesse collettivo.
Diciamo le cose come stanno, l'obiettivo non è un Ministro, l'obiettivo è il Governo (Applausi polemici del deputato Brunetta), quel Governo che sta cambiando davvero l'Italia, facendo quelle cose che avreste dovuto fare voi, che dovevate cambiare tutto, a Roma, come a Livorno, come a Civitavecchia, come a Bagheria, e alla fine avete scoperto che è meglio promettere, è meglio l'esibizione teatrale del conflitto, sono meglio gli urli e quella furia innovatrice piuttosto che fare davvero le cose (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Ora alzate il livello dello scontro, perché troppe cose buone questo Governo porta a casa e su questo non siete capaci di misurarvi e usate il conflitto d'interessi, un tema tanto delicato nelle moderne democrazie, per un populismo facilone, ben sapendo che non esiste, perché questo Governo non ha mai fatto leggi ad personam o fornito aiuto agli amici degli amici. Anzi, perché conosciamo i limiti di questa legge che fu fatta da una parte per salvarne uno solo, oggi c’è una proposta di legge in Commissione che sta completando il suo iter e questa proposta di legge è quella del Partito Democratico. E il compito Pag. 39che spetta a una forza di Governo credibile e responsabile è avanzare proposte e trasformarle in legge.
PRESIDENTE. Concluda.
ETTORE ROSATO. È quello che abbiamo fatto in questi anni di lavoro, su imprese, lavoro e famiglie e quello che continueremo a fare; ma la verità è più forte delle vostre bugie e questa indegna caciara vi si ritorcerà contro.
Lo dico a Nostradamus, lo dico all'uomo del dialogo con l'ISIS: siete incapaci di governare, siete incapaci di affrontare anche un solo problema.
PRESIDENTE. Concluda.
ETTORE ROSATO. Respingeremo questa mozione che vi tornerà indietro come un boomerang (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo atteso per capire quali sarebbero state le vostre proposte per affrontare il problema che il Governo ha risolto e non causato...
LUCA FRUSONE. Tempo !
PRESIDENTE. Concluda, deputato Rosato, per favore, concluda !
ETTORE ROSATO. Abbiamo sentito solo l'eco delle vostre sceneggiate, sappiamo che non sarete mai in grado di governare, adesso sappiamo che non sarete mai in grado neanche di fare opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Per l'Italia-Centro Democratico e di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Artini. Ne ha facoltà.
MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. Così come convintamente ho, e abbiamo, sempre votato «no» alla fiducia a questo Governo, ci apprestiamo, e mi appresto, a votare «sì» alla mozione contro il Ministro Boschi. Questa sfiducia non è solamente verso la Ministra, ma è verso tutto l'intero Governo. È una sfiducia politica, perché questo modo di governare dà adito sempre a un costante e mai risolto conflitto d'interessi latente.
La Ministra, questa mattina, ha portato, magari tardivamente, in questo palcoscenico mediatico che qualcuno gli ha creato, dati e dettagli che, come ha detto la stessa Ministra, devono essere vagliati anch'essi dalla magistratura. Lei, però, non ha affrontato, Ministro, e questa è una mancanza grave, il suo coinvolgimento in tutti gli atti parlamentari e di Governo rispetto a quella che è stata la risultante di questi testi dei decreti e della legge di stabilità in merito alla parte del salvataggio delle banche. Di certo, ed è noto dagli atti, questo Governo ha salvaguardato tutte le responsabilità degli amministratori di tutte le banche in questione, compresi gli amministratori pregressi.
Vorrei fare un appunto sulla mancata condivisione da parte di chi ha presentato questa mozione, perché per certi versi si potrebbe rivelare un autogol. Quindi, evito di fare questo passaggio per non dare spunto alla maggioranza. Votando favorevolmente questa mozione di sfiducia chiediamo al Governo, anche e durante la fase di stabilità, di ripristinare la possibilità per quei risparmiatori di rivalersi sugli amministratori e soprattutto a chi ha i numeri e le risorse di fare veramente opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazione)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sulla mozione Crippa ed altri n. 1-01082, presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti Pag. 40della Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi.
Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
(Segue il sorteggio).
La chiama inizierà dall'onorevole Borletti Dell'Acqua.
Avverto che, con riferimento alle richieste di anticipazione del voto, variamente motivate in relazione ad esigenze di natura istituzionale e a motivi personali, la Presidenza, come in precedenti analoghe occasioni, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, ne accoglierà un numero pari ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.
Faccio presente che i gruppi hanno già fatto pervenire alla Presidenza le relative indicazioni.
Ricordo che l'oggetto della deliberazione della Camera è la mozione di sfiducia nei confronti della Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, pertanto chi intende esprimere un voto di fiducia nei confronti della Ministra deve votare «no», mentre chi intende esprimere un voto di sfiducia deve votare «sì».
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Per favore, colleghi, potete liberare il passaggio per consentire un ordinato svolgimento dei lavori, grazie.
(Segue la chiama – Al momento della chiama della deputata Maria Elena Boschi, applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
CARLO SIBILIA. È un conflitto di interessi !
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 12,50)
(Segue la chiama).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione, per appello nominale, sulla mozione Crippa ed altri n. 1-01082, presentata, a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti della Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi:
Presenti e votanti 502
Maggioranza 252
Hanno votato sì 129
Hanno votato no 373.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Hanno risposto sì:
Agostinelli Donatella
Airaudo Giorgio
Alberti Ferdinando
Allasia Stefano
Amoddio Sofia
Artini Massimo
Attaguile Angelo
Baldassarre Marco
Battelli Sergio
Benedetti Silvia
Bernini Paolo
Bianchi Nicola
Bordo Franco
Borghesi Stefano
Bossi Umberto
Brescia Giuseppe
Brugnerotto Marco
Brunetta Renato
Busin Filippo
Businarolo Francesca
Busto Mirko
Caparini Davide
Cariello Francesco
Carinelli Paola
Cecconi Andrea
Chimienti Silvia
Ciprini Tiziana
Cirielli EdmondoPag. 41
Civati Giuseppe
Colletti Andrea
Colonnese Vega
Cominardi Claudio
Corda Emanuela
Costantino Celeste
Cozzolino Emanuele
Crippa Davide
Daga Federica
D'Ambrosio Giuseppe
D'Attorre Alfredo
Da Villa Marco
Del Grosso Daniele
Della Valle Ivan
Dell'Orco Michele
De Lorenzis Diego
De Rosa Massimo Felice
Di Battista Alessandro
Di Benedetto Chiara
Dieni Federica
Di Maio Luigi
D'Incà Federico
Di Stefano Manlio
D'Uva Francesco
Farina Daniele
Fassina Stefano
Fedriga Massimiliano
Ferraresi Vittorio
Fico Roberto
Folino Vincenzo
Fraccaro Riccardo
Frusone Luca
Gagnarli Chiara
Gallinella Filippo
Gallo Luigi
Giordano Silvia
Giorgetti Giancarlo
Grande Marta
Gregori Monica
Grillo Giulia
Guidesi Guido
Iannuzzi Cristian
Kronbichler Florian
L'Abbate Giuseppe
La Russa Ignazio
Librandi Gianfranco
Liuzzi Mirella
Lombardi Roberta
Lorefice Marialucia
Lupo Loredana
Maestri Andrea
Mannino Claudia
Mantero Matteo
Marcon Giulio
Marzana Maria
Melilla Gianni
Meloni Giorgia
Micillo Salvatore
Molteni Nicola
Nesci Dalila
Nicchi Marisa
Nuti Riccardo
Paglia Giovanni
Palazzotto Erasmo
Parentela Paolo
Pellegrino Serena
Pesco Daniele
Petraroli Cosimo
Pili Mauro
Pini Gianluca
Piras Michele
Pisano Girolamo
Placido Antonio
Prodani Aris
Quaranta Stefano
Rampelli Fabio
Ricciatti Lara
Rizzetto Walter
Romano Paolo Nicolò
Rondini Marco
Ruocco Carla
Saltamartini Barbara
Sarti Giulia
Scagliusi Emanuele
Scotto Arturo
Segoni Samuele
Sibilia Carlo
Simonetti Roberto
Spadoni Maria Edera
Spessotto Arianna
Terzoni Patrizia
Tofalo Angelo
Totaro Achille
Tripiedi Davide
Turco Tancredi
Vacca Gianluca
Vallascas Andrea
Villarosa Alessio
Zaccagnini Adriano
Zaratti Filiberto
Zolezzi Alberto
Hanno risposto no:
Abrignani IgnazioPag. 42
Adornato Ferdinando
Agostini Luciano
Agostini Roberta
Aiello Ferdinando
Albanella Luisella
Albini Tea
Alfano Angelino
Alfano Gioacchino
Alfreider Daniel
Alli Paolo
Altieri Trifone
Amato Maria
Amendola Vincenzo
Amici Sesa
Antezza Maria
Anzaldi Michele
Argentin Ileana
Arlotti Tiziano
Ascani Anna
Baradello Maurizio
Baretta Pier Paolo
Bargero Cristina
Baruffi Davide
Basso Lorenzo
Battaglia Demetrio
Becattini Lorenzo
Bellanova Teresa
Benamati Gianluca
Beni Paolo
Bergonzi Marco
Berlinghieri Marina
Bernardo Maurizio
Berretta Giuseppe
Bersani Pier Luigi
Bianchi Dorina
Bianchi Stella
Bindi Rosy
Binetti Paola
Bini Caterina
Biondelli Franca
Blazina Tamara
Bobba Luigi
Boccadutri Sergio
Bocci Gianpiero
Boccia Francesco
Boccuzzi Antonio
Boldrini Paola
Bolognesi Paolo
Bonaccorsi Lorenza
Bonifazi Francesco
Bonomo Francesca
Bordo Michele
Borghi Enrico
Borletti Dell'Acqua Buitoni
Ilaria Carla Anna
Boschi Maria Elena
Bosco Antonino
Bossa Luisa
Braga Chiara
Brandolin Giorgio
Bratti Alessandro
Bressa Gianclaudio
Bruno Bossio Vincenza
Bueno Renata
Burtone Giovanni Mario Salvino
Buttiglione Rocco
Calabrò Raffaele
Camani Vanessa
Campana Micaela
Cani Emanuele
Capelli Roberto
Capezzone Daniele
Capodicasa Angelo
Capone Salvatore
Capozzolo Sabrina
Capua Ilaria
Carbone Ernesto
Cardinale Daniela
Carella Renzo
Carloni Anna Maria
Carnevali Elena
Carocci Mara
Carra Marco
Carrescia Piergiorgio
Carrozza Maria Chiara
Caruso Mario
Casati Ezio Primo
Casellato Floriana
Casero Luigi
Cassano Franco
Castricone Antonio
Catalano Ivan
Catania Mario
Causi Marco
Cenni Susanna
Censore Bruno
Cera Angelo
Cesaro Antimo
Chaouki Khalid
Chiarelli Gianfranco Giovanni
Cicchitto Fabrizio
Ciracì Nicola
Coccia Laura
Colaninno MatteoPag. 43
Cominelli Miriam
Coppola Paolo
Corsaro Massimo Enrico
Coscia Maria
Costa Enrico
Cova Paolo
Covello Stefania
Crimì Filippo
Crivellari Diego
Culotta Magda
Cuomo Antonio
Cuperlo Giovanni
Currò Tommaso
D'Agostino Angelo Antonio
D'Alessandro Luca
D'Alia Gianpiero
Dallai Luigi
Dal Moro Gian Pietro
Damiano Cesare
D'Arienzo Vincenzo
Del Basso De Caro Umberto
Dellai Lorenzo
Dell'Aringa Carlo
De Maria Andrea
De Menech Roger
De Micheli Paola
Di Gioia Lello
Di Lello Marco
Di Maio Marco
D'Incecco Vittoria
Di Salvo Titti
Distaso Antonio
Di Stefano Marco
Donati Marco
D'Ottavio Umberto
Epifani Ettore Guglielmo
Ermini David
Fabbri Marilena
Faenzi Monica
Falcone Giovanni
Famiglietti Luigi
Fanucci Edoardo
Faraone Davide
Farina Gianni
Fauttilli Federico
Fedi Marco
Ferranti Donatella
Ferrari Alan
Ferro Andrea
Fiano Emanuele
Fiorio Massimo
Fioroni Giuseppe
Fitzgerald Nissoli Fucsia
Fontana Cinzia Maria
Fontanelli Paolo
Formisano Aniello
Fossati Filippo
Fragomeli Gian Mario
Franceschini Dario
Fregolent Silvia
Fucci Benedetto Francesco
Fusilli Gianluca
Gadda Maria Chiara
Galgano Adriana
Galli Giampaolo
Galperti Guido
Gandolfi Paolo
Garavini Laura
Garofalo Vincenzo
Garofani Francesco Saverio
Gasparini Daniela Matilde Maria
Gebhard Renate
Gelli Federico
Ghizzoni Manuela
Giachetti Roberto
Giacobbe Anna
Giacomelli Antonello
Ginato Federico
Ginefra Dario
Ginoble Tommaso
Giorgis Andrea
Gitti Gregorio
Giuliani Fabrizia
Giulietti Giampiero
Gnecchi Marialuisa
Grassi Gero
Greco Maria Gaetana
Gribaudo Chiara
Guerini Giuseppe
Guerini Lorenzo
Guerra Mauro
Gutgeld Itzhak Yoram
Iacono Maria
Iannuzzi Tino
Impegno Leonardo
Incerti Antonella
Iori Vanna
Lacquaniti Luigi
Laforgia Francesco
La Marca Francesca
Lattuca Enzo
Lauricella Giuseppe
Lavagno Fabio
Lenzi DonataPag. 44
Leva Danilo
Locatelli Pia Elda
Lodolini Emanuele
Lorenzin Beatrice
Losacco Alberto
Lotti Luca
Lupi Maurizio
Madia Maria Anna
Maestri Patrizia
Magorno Ernesto
Malisani Gianna
Malpezzi Simona Flavia
Manciulli Andrea
Manfredi Massimiliano
Manzi Irene
Marantelli Daniele
Marazziti Mario
Marchetti Marco
Marchi Maino
Marguerettaz Rudi Franco
Mariani Raffaella
Mariano Elisa
Marotta Antonio
Marrocu Siro
Marroni Umberto
Martella Andrea
Martino Pierdomenico
Marzano Michela
Massa Federico
Mattiello Davide
Mauri Matteo
Mazziotti Di Celso Andrea
Mazzoli Alessandro
Melilli Fabio
Meloni Marco
Meta Michele Pompeo
Miccoli Marco
Migliore Gennaro
Minnucci Emiliano
Miotto Anna Margherita
Misiani Antonio
Misuraca Dore
Mognato Michele
Molea Bruno
Monaco Francesco
Monchiero Giovanni
Mongiello Colomba
Montroni Daniele
Morani Alessia
Morassut Roberto
Moretto Sara
Moscatt Antonino
Mottola Giovanni Carlo Francesco
Mura Romina
Murer Delia
Naccarato Alessandro
Nardi Martina
Narduolo Giulia
Nesi Edoardo
Nicoletti Michele
Oliverio Nicodemo Nazzareno
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Pagani Alberto
Pagano Alessandro
Palese Rocco
Palladino Giovanni
Palma Giovanna
Paris Valentina
Parisi Massimo
Parrini Dario
Pastorelli Oreste
Patriarca Edoardo
Pelillo Michele
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Pes Caterina
Petrini Paolo
Piazzoni Ileana Cathia
Piccione Teresa
Piccoli Nardelli Flavia
Piccolo Giorgio
Piccolo Salvatore
Piepoli Gaetano
Pilozzi Nazzareno
Pini Giuditta
Pisicchio Pino
Pizzolante Sergio
Pollastrini Barbara
Porta Fabio
Portas Giacomo Antonio
Preziosi Ernesto
Prina Francesco
Quartapelle Procopio Lia
Rabino Mariano
Raciti Fausto
Ragosta Michele
Rampi Roberto
Realacci Ermete
Ribaudo Francesco
Richetti Matteo
Rigoni Andrea
Rocchi Maria Grazia
Romanini Giuseppe
Romano AndreaPag. 45
Romano Francesco Saverio
Rosato Ettore
Rossi Domenico
Rossi Paolo
Rossomando Anna
Rostan Michela
Rostellato Gessica
Rotta Alessia
Rubinato Simonetta
Rughetti Angelo
Sammarco Gianfranco
Sanga Giovanni
Sanna Francesco
Sanna Giovanna
Santerini Milena
Sbrollini Daniela
Scalfarotto Ivan
Scanu Gian Piero
Schirò Gea
Schullian Manfred
Scopelliti Rosanna
Scuvera Chiara
Senaldi Angelo
Sereni Marina
Sgambato Camilla
Simoni Elisa
Sottanelli Giulio Cesare
Speranza Roberto
Stumpo Nicola
Tabacci Bruno
Tacconi Alessio
Tancredi Paolo
Taranto Luigi
Taricco Mino
Tartaglione Assunta
Tentori Veronica
Terrosi Alessandra
Tidei Marietta
Tinagli Irene
Tullo Mario
Vaccaro Guglielmo
Valente Valeria
Valiante Simone
Vargiu Pierpaolo
Vazio Franco
Vecchio Andrea
Velo Silvia
Venittelli Laura
Ventricelli Liliana
Verini Walter
Vezzali Maria Valentina
Vico Ludovico
Vignali Raffaello
Villecco Calipari Rosa Maria
Zampa Sandra
Zan Alessandro
Zanetti Enrico
Zanin Giorgio
Zappulla Giuseppe
Zardini Diego
Zoggia Davide
Sono in missione:
Baldelli Simone
Bonafede Alfonso
Brambilla Michela Vittoria
Castiglione Giuseppe
Cimbro Eleonora
Dadone Fabiana
Dambruoso Stefano
Fontana Gregorio
Galati Giuseppe
Gentiloni Silveri Paolo
Gozi Sandro
Merlo Ricardo Antonio
Ravetto Laura
Sani Luca
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15, per la commemorazione dell'onorevole Armando Cossutta. I lavori proseguiranno con il seguito dell'esame dei disegni di leggi di bilancio e stabilità.
La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15,05.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
Missioni.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Artini, Baretta, Bellanova, Bernardo, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Pag. 46Bueno, Caparini, Capelli, Casero, Catania, Cicchitto, Cirielli, Costa, Crippa, D'Alia, Damiano, De Menech, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Fontanelli, Fraccaro, Franceschini, Garofani, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Guerra, La Russa, Lauricella, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Mazziotti Di Celso, Meta, Migliore, Orlando, Piccoli Nardelli, Piepoli, Gianluca Pini, Pisicchio, Portas, Rampelli, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali, Zanetti, sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
In ricordo dell'onorevole Armando Cossutta (ore 15,06).
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi e colleghe, come sapete lo scorso 14 dicembre è venuto a mancare Armando Cossutta. Fu senatore dalla sesta alla undicesima legislatura e nella quindicesima legislatura; deputato dalla dodicesima alla quattordicesima legislatura; parlamentare europeo dal 1999 al 2004. Esponente della Resistenza antifascista, vicepresidente dell'Associazione nazionale partigiani, autorevole dirigente del Partito Comunista Italiano, di Rifondazione Comunista e del Partito dei Comunisti Italiani.
Nella sua attività parlamentare, così come nel ruolo di dirigente del partito, Cossutta ha attraversato da protagonista fasi cruciali e delicate della storia politica e istituzionale del nostro Paese. Lo ha fatto con quel senso della disciplina e dell'onore che è richiamato dall'articolo 54 della nostra Costituzione. Lo ha fatto coniugando la coerenza delle proprie convinzioni con la libertà di giudizio e la disponibilità al confronto. Fu un uomo di parte, certamente, e fu anche animatore di un confronto non facile nel suo stesso partito, ma dimostrò, al tempo stesso, curiosità intellettuale e capacità di dialogo anche con chi era portatore di idee politiche molto distanti dalle sue.
Con Armando Cossutta scompare una personalità di primo piano dell'Italia repubblicana, un uomo onesto, un uomo rigoroso, la cui biografia politica e umana è stata sempre ispirata a valori e riferimenti ideali, vissuti con intensità e con passione.
Desidero esprimere ai familiari, che sono qui presenti nelle tribune, i sentimenti della vicinanza e del cordoglio, mio e di tutta la Camera dei deputati. Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Applausi).
Vi ringrazio, adesso sono iscritti a parlare diversi colleghi.
Ha facoltà di parlare il collega Arturo Scotto. Prego, ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Grazie signora Presidente. A poche settimane di distanza questo Parlamento commemora, dopo Pietro Ingrao, un'altra straordinaria personalità della Repubblica italiana, Armando Cossutta. Cossutta a diciassette anni sceglie la Resistenza e si iscrive al PCI ancora clandestino. Partigiano nelle Brigate Garibaldi arrestato dai nazisti e detenuto nel carcere di San Vittore, nella sua amata Milano. Sono gli anni in cui a Sesto San Giovanni la FIOM-CGIL impedisce eroicamente ai nazifascisti di distruggere grandi fabbriche strategiche come la Falck, la Breda e la Pirelli. Sesto fu il luogo in cui cominciò la sua formazione di dirigente e militante comunista e quel legame indissolubile col mondo del lavoro, la vera, autentica radice della sua identità politica, che accompagnerà in tutta la sua vicenda umana, Armando Cossutta, in Parlamento, nella segreteria del PCI, nel no deciso alla svolta e nella fondazione di Rifondazione Comunista, fino alla rottura con quel partito Pag. 47che generò la nascita del governo D'Alema, il primo nella storia del Paese guidato da un ex dirigente comunista.
Cossutta fu una personalità complessa, non condivise la definizione di Berlinguer secondo cui si era esaurita la spinta propulsiva della Rivoluzione d'ottobre, strappò, ma rimase fedele alla sua comunità politica anche quando in seguito essa si ruppe. Lo piangiamo perché nella fecondità e nell'originalità del comunismo italiano c'erano le tracce fondative della democrazia di questo Paese. La memoria è materia da maneggiare con cura, Signora Presidente, ci sono culture politiche che hanno consentito a questo Paese di essere libero, di organizzare la partecipazione attraverso i partiti e i sindacati, di evitare lo scivolamento in una guerra civile strisciante. Tuteliamo questo patrimonio, è la migliore chiave per continuare a capire e scoprire il mondo grande e terribile (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e del Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pollastrini. Ne ha facoltà.
BARBARA POLLASTRINI. Grazie signora Presidente. Come ricordare in pochi secondi una personalità che ha attraversato un lungo arco di storia ? Forse, mi sono detta, con le parole di protagonisti della sua stessa generazione, a testimonianza di contrasti duri, che lei prima, con gentilezza, ha definito contrasti non facili, e pure di un legame umano, di un rispetto, perché si riconosceva nell'altro e nell'altra una passione vera. Luciana Castellina ieri ha detto di Cossutta: carissimo avversario, compagno di speranze. Lei, che, con altri del Manifesto, fu espulsa dal Pci anche per la volontà di quel dirigente all'epoca molto potente.
O la testimonianza, ancora di ieri, del Presidente Napolitano: «Armando – scriveva Napolitano ieri – lasciò la guida della federazione di Milano e io di quella di Napoli nello stesso periodo, e a Roma, insieme, affrontammo prove complesse: la repressione di Praga e la condanna del PCI, uniti, perché Cossutta non fu mai un massimalista o un estremista». Parole vere ! E, infatti, in tempi recenti, mettendo innanzi il Paese e l'unità del centrosinistra, Cossutta ha scelto di sostenere il Governo dell'Ulivo, in rottura con il nuovo gruppo a cui apparteneva.
E, allora, di quella fotografia collettiva quale altro scatto rubare, signora Presidente, nel secondo che mi rimane ? Forse il volto – lo diceva prima Arturo Scotto – del liceale diciassettenne arrestato dai fascisti e detenuto a San Vittore. Era un ragazzo quando entrava nelle Brigate Garibaldi e poi nella Milano liberata diventava, egli, leader delle fabbriche di Sesto e di Niguarda. Tanti operai come lui credevano che di là ci fosse qualcosa a sostegno di un'utopia che aveva aiutato nei momenti bui. Eppure, in lui ha convissuto, con quello, anche la spinta a innovare, perché Cossutta è potuto essere, con Rossanda, Quercioli e altri della mia città, nella loro epoca, il capo del rinnovamento contro chi non apprezzava e non voleva il Togliatti del dopoguerra.
È una storia complessa, molto complessa, e io non ho neppure un secondo per concluderla, ma per dire che è una storia densa come la storia dell'epopea che ha attraversato la democrazia del nostro Paese e forse, anche per questo, quell'uomo non ha mai potuto recidere il legame con il Partito Comunista italiano, con quel nome e con la svolta. Iniziò anche per lui un'altra storia. Lo fece per tanti di noi, lo fece per lui.
E però – e concludo – voglio ricordare qui come tutti assieme, sempre ad ogni 25 aprile, dietro lo striscione dell'ANPI ci si ritrova a Milano, lui con la sua Emi, un amore della vita, tutti lì, loro, noi, i ragazzi dopo di noi, tutti a dire che le storie, se nascono da valori buoni, si possono rigenerare nel flusso delle generazioni. Ora riposerà al Verano, accanto a Luigi Longo (era un suo desiderio).
A un altro protagonista della Repubblica che ci lascia, ai suoi figli Anna, Dario e Maura, ai suoi nipoti adoratissimi, vorrei rivolgere il mio abbraccio affettuoso e, soprattutto, esprimere il cordoglio sincero, Pag. 48davvero sincero, di tutto il gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà – Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Come lei ha ricordato, il 14 dicembre si è spento Armando Cossutta. Filosovietico del Partito Comunista italiano, ne è stato una delle colonne negli anni in cui il rapporto con Mosca era più forte. Ha partecipato alla Resistenza nelle Brigate Garibaldi. Nel dopoguerra diviene dirigente del partito. Fu segretario del Partito Comunista italiano milanese e lombardo, per entrare poi in Parlamento nel 1972, restandovi fino al 2006.
Nel 1981 si oppose strenuamente alla linea revisionista del segretario Berlinguer, il quale aveva affermato che la spinta propulsiva della Rivoluzione d'ottobre si era esaurita, tentando di sganciare il Partito Comunista italiano dai suoi rapporti storici con i regimi comunisti del blocco sovietico.
Negli anni della svolta della Bolognina fu tra i principali animatori della lotta contro la liquidazione del patrimonio storico e politico del Partito Comunista italiano, fondando, nel 1991, il partito dalla Rifondazione Comunista e, nel 1998, il Partito dei Comunisti italiani.
Fu un uomo coerente alle proprie idee o, meglio, ad un'idea, fedele a se stesso, ai suoi sentimenti e alle sue illusioni. Da posizioni diverse è giusto tributare un omaggio non tanto all'idea che ha servito, ma ad un uomo che ha fatto della coerenza la cifra della sua esistenza.
Chiedo dunque, per parte mia, di fare ai suoi familiari le condoglianze mie e di tutto il gruppo della Lega Nord e Autonomie (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini, Partito Democratico e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Cicchitto. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, devo confessare che non ho condiviso quasi per nulla le posizioni ideologiche e politiche di Armando Cossutta. Però, gli devo qui l'onore delle armi per alcune ragioni di fondo: in primo luogo, perché era una persona seria e, con l'aria che tira, quella è una merce rara; in secondo luogo, perché credeva fino in fondo alle sue idee e, nello stesso tempo, aveva la capacità politica e umana di colloquiare con gli altri; in terzo luogo, perché, avendo io scritto un libro sull'uso politico della giustizia, mi mandò una lettera nella quale su Bettino Craxi diceva di riconoscere la profondità del suo impegno politico e ne rifiutava, fino in fondo, la demonizzazione.
Quindi, vi devo dire francamente che fra un ex comunista, che cerca di rifarsi una verginità con il giustizialismo, e un comunista garantista preferisco un comunista garantista. Un saluto alla sua famiglia (Applausi dei deputati dei gruppi Area Popolare (NCD-UDC), Partito Democratico e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marta Grande. Ne ha facoltà.
MARTA GRANDE. Grazie, Presidente. Ricordare e raccontare la vita di Armando Cossutta, comprendere le ragioni delle sue scelte, ragionare ed approfondire i dettagli della sua opera politica significherebbe oggi compiere uno sforzo a dir poco faticoso.
Cossutta potrebbe essere eletto a simbolo autentico di una politica contraddistinta da una natura bizantina, elaborata, mutevole, la politica di un Paese che, tra arresti e riprese, accelerazioni improvvise, pause forzate e protagonisti anonimi, nonostante tutto riusciva a marciare spedito, trainato da una locomotiva di valori e di idee che i padri della patria avevano con tanta abilità saputo costruire e che oggi, chissà se e quanto inconsapevolmente, la Pag. 49nostra sempre più claudicante democrazia sta smantellando con caparbio, costante cinismo.
Fu partigiano, Armando, e comunista fino alla fine dei suoi giorni, orgogliosamente, con sobrietà, con la capacità tutta novecentesca di rimanere attuale sempre e comunque, dote indiscussa che faceva dei protagonisti del secolo scorso degli autentici artisti della dialettica politica.
Non seppe – o, forse, sarebbe più corretto dire: «non volle» – rinunciare alla sua ortodossia ideologica, neanche quando Berlinguer si smarcò definitivamente dall'influenza sovietica, spingendosi fino al punto di definire conclusa la spinta propulsiva della Rivoluzione d'ottobre. Egli dissentì, in quella come in altre circostanze del suo ricco e complesso percorso politico, e proprio quel dissenso, meglio di qualsiasi altro concetto, può rappresentare la sintesi della sua personalità, l'essere un tutt'uno coi suoi principi di uomo e di comunista, drastico, indomabile, intransigente fino all'inverosimile.
Anche in seguito, negli anni della Seconda Repubblica, il suo cammino fu segnato da prese di posizione coraggiose, battaglie più o meno condivise, storie di scissioni e percorsi estremi costantemente in salita. È rimasto così fino all'ultimo respiro, ostinatamente scomodo per tutti, anche e soprattutto per i suoi stessi compagni di partito.
Armando Cossutta fu un uomo del suo tempo e fu, parafrasando un immane verso ungarettiano, il «frutto di innumerevoli contrasti d'innesti», abile ed indomabile veterano di una tradizione che non possiamo e non dobbiamo disperdere, soprattutto perché condiziona, più o meno direttamente, le fasi politiche dei nostri giorni, perché in questo Paese le storie di ieri non sono mai un capitolo chiuso.
Che la terra ti sia lieve, Armando (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pia Elda Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Con Armando Cossutta se ne va un pezzo della storia del nostro Paese, uno dei grandi esponenti del Partito Comunista, un uomo politico serio e appassionato che fece della politica e della sua appartenenza al Partito Comunista una ragione di vita.
Le distanze fra le idee e il credo di Cossutta e quello dei socialisti sono state enormi. Filosovietico fino alla fine, anche quando furono evidenti gli errori e pure i crimini del comunismo, fu un avversario da contrastare, ma anche da rispettare. Infatti, c'era un tempo – lo dico ad alcune giovani forze arrivate da poco alla politica – in cui si poteva essere avversari usando armi politiche e non le indagini della magistratura, gli insulti e le speculazioni, anche mediatiche.
Fu uno dei pochi, a proposito della violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, nata nel 1974 e abrogata quasi dopo vent'anni, con il referendum del 1993, a parlare della necessità, appunto, di un'operazione verità, affermando che tale violazione si era verificata da parte di quasi tutti i partiti politici e a partire dai più grandi, per la mancata iscrizione a bilancio di somme di provenienza sia straniera che italiana. Lui, comunista, ammise di fatto quello che i socialisti dicevano da anni. Ma sui famosi rubli provenienti da Mosca l'allora magistratura non volle mai indagare fino in fondo.
Ancora una volta, noi socialisti riconosciamo la sua coerenza e salutiamo l'avversario con stima e rispetto (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI) e Partito Democratico).
PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Locatelli. Si è così conclusa la commemorazione dell'onorevole Armando Cossutta.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,25).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono Pag. 50da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle 15,50.
La seduta, sospesa alle 15,25, è ripresa alle 16.
Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.
PRESIDENTE. Comunico che in data 16 dicembre 2015 il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale la senatrice Erica D'Adda in sostituzione della senatrice Maria Grazia Gatti, dimissionaria.
Su un lutto della deputata Paola Pinna.
PRESIDENTE. Comunico che la collega Paola Pinna è stata colpita da un grave lutto: la perdita della madre. Alla collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2112 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 (Approvato dal Senato) (A.C. 3445-A) e relativa Nota di variazioni (A.C. 3445-bis) (ore 16,02).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3445-A: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 (e relativa Nota di variazioni).
Ricordo che, come già comunicato questa mattina ai gruppi, il termine per la presentazione degli ordini del giorno al disegno di legge di bilancio e al disegno di legge di stabilità 2016 è fissato per oggi alle 17,30.
Per il seguito della discussione del disegno di legge di bilancio ai relatori di minoranza è stato assegnato un tempo complessivo pari a 20 minuti, così ripartiti: deputato Francesco Cariello, MoVimento 5 Stelle, 10 minuti; deputata Renata Polverini, Forza Italia-PdL, 6 minuti; deputato Gianni Melilla, SI-SEL, 4 minuti.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione generale congiunta dei disegni di legge di stabilità e di bilancio e i relatori per la maggioranza e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.
(Esame degli articoli – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di bilancio e della relativa Nota di variazioni.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), che è in distribuzione.
Ricordo che, una volta concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti, l'esame degli ordini del giorno e la votazione finale del disegno di legge di bilancio avranno luogo, ai sensi dell'articolo 123, comma 3, del Regolamento, dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge di stabilità e della seconda Nota di variazioni, che dovrà essere presentata dal Governo.
GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Presidente, riguardo alla scadenza del termine per la presentazione Pag. 51degli ordini del giorno, le chiedo di rinviare quella scadenza perché, al momento, il testo della legge di stabilità non è pronto, poiché il Governo ha annunciato che presenterà emendamenti. Aggiungo che le chiedo anche la garanzia, come ci è stata data a parole dal Governo, che quegli emendamenti non inficino le coperture e, quindi, la stesura dal punto di vista economico e del bilancio della legge di stabilità. Infatti, altrimenti si apre una procedura regolamentare estremamente diversa.
Le chiedo, altresì, di posticipare la scadenza del termine per la presentazione per gli ordini del giorno a quando tutti i deputati saranno in grado di vedere il testo definitivo.
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo alle considerazioni svolte dal collega Guidesi.
Quindi, chiediamo che ci sia uno slittamento della presentazione degli ordini del giorno, in attesa di avere una definizione più completa del testo. Le chiediamo anche questo, Presidente, perché, anche nella logica del contingentamento degli emendamenti al nostro esame, sappiamo che l’iter della legge di stabilità e di bilancio, affrontato in Commissione, ha avuto quest'anno un elemento innovativo che noi abbiamo giudicato in modo negativo, sia per prassi che per merito, che è stato quello di cambiare i saldi in corso d'opera. Quindi, evidentemente anche la discussione sugli emendamenti che avremmo dovuto presentare in Aula avrebbe meritato tempistiche diverse e la possibilità da parte dell'opposizione, in particolar modo, di veder presentato un numero più importante di emendamenti, alla luce di un cambiamento significativo che, per la prima volta, accade negli ultimi anni e che, da questo punto di vista, imponeva a nostro modo di vedere un dibattito anche più esteso.
Ora, considerando che ci siamo adeguati al numero di emendamenti previsti dal contingentamento, chiediamo che almeno sugli ordini del giorno ci sia la possibilità di vedere quale sarà l'azione della maggioranza e del Governo rispetto al testo che è uscito dalla Commissione.
PRESIDENTE. Per rispondere ai deputati Guidesi e Giorgetti, prendo atto della loro richiesta e diciamo che il termine per la presentazione degli ordini del giorno può essere rinviato non appena avremo il quadro degli emendamenti e sicuramente può essere esteso nel tempo, anche di un'ora. Quindi, prima facciamo in modo di avere il quadro completo degli emendamenti.
DANIELE DEL GROSSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su cosa ?
DANIELE DEL GROSSO. Grazie, Presidente. Sempre sul termine per la presentazione degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANIELE DEL GROSSO. Presidente, riteniamo che sia inaccettabile limitare anche il tempo di presentazione degli ordini del giorno. Chiediamo assolutamente che sia rispettata la prassi e quindi di poter presentare gli ordini del giorno fino all'ultimo minuto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Lei sa che, sulla legge di stabilità, la prassi è che ci sia un termine per la presentazione degli ordini del giorno, per cui – come dicevo – adesso aspettiamo il quadro completo degli emendamenti e poi ho già detto che, con tutta la flessibilità del caso, stabiliremo il termine per la presentazione degli ordini del giorno.
Pag. 52(Esame dell'articolo 1 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'annessa Tabella 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 e sull'annessa Tabella 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Brunetta, Folino, Capozzolo, Di Battista...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 412
Votanti 404
Astenuti 8
Maggioranza 203
Hanno votato sì 274
Hanno votato no 130.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 2 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'annessa Tabella 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Duranti Tab. 2.1 e Tab. 2.2 e Faenzi Tab. 2.3 e Tab. 2.4.
PRESIDENTE. Invito anche i relatori di minoranza, in sequenza, ad esprimere i pareri sugli emendamenti all'articolo 2 e all'annessa Tabella 2.
Prego, onorevole Polverini.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento Duranti Tab. 2.1.
PRESIDENTE. Cariello ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Presidente, sull'emendamento Duranti Tab. 2.1 mi rimetto all'Assemblea.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. I pareri sull'emendamento Duranti Tab. 2.2 ?
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Parere contrario.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Presidente, sull'emendamento Duranti Tab. 2.2 mi rimetto all'Assemblea.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. I pareri sull'emendamento Faenzi Tab. 2.3 ?
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Parere favorevole.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Presidente, mi scusi. Devo modificare il parere sull'emendamento Duranti Tab. 2.2. Ritiro l'emendamento Duranti Tab. 2.2.
PRESIDENTE. Sta bene.
Il suo parere sull'emendamento Faenzi Tab. 2.3 ?
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Parere contrario.
PRESIDENTE. I pareri sull'emendamento Faenzi Tab. 2.4 ?
Pag. 53RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Parere favorevole.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Il parere del Governo ?
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore di maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti Tab. 2.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza per il gruppo di Forza Italia-Il Popolo della libertà, il parere favorevole del relatore di minoranza per il gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e sul quale il relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ruocco, Locatelli, Speranza, Turco, Mannino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 423
Votanti 421
Astenuti 2
Maggioranza 211
Hanno votato sì 87
Hanno votato no 334.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, lo dico con un sorriso: dai tabulati e da un'agenzia ANSA emerge che io avrei votato «sì» alla sfiducia al Governo e siccome non ho votato assolutamente né sì né no, non ero presente in Aula, è un errore materiale. Per cui informo l'Aula che gli uffici correggessero e che facessero una comunicazione. Mi scuso se ho interrotto i lavori, però mi sembrava talmente rilevante la cosa.
PRESIDENTE. Sì, grazie per averlo fatto presente, onorevole Brunetta, provvederemo subito.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi Tab. 2.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle e con il parere contrario del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bossa, Greco, Fanucci, Fusilli, Brunetta, Locatelli, Santerini, Bossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 427
Votanti 423
Astenuti 4
Maggioranza 212
Hanno votato sì 118
Hanno votato no 305.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Amendola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi Tab. 2.4, con il parere Pag. 54contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Scusate colleghi, c'era la deputata Faenzi che aveva alzato la mano, io non l'avevo vista. Siccome è il suo emendamento, immagino che voglia parlare e dunque revoco la votazione in corso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.
MONICA FAENZI. Signora Presidente, in realtà è mio anche l'emendamento successivo, di fatto dello stesso tenore, perché noi con questi emendamenti chiediamo di ripristinare i fondi destinati all'ippica nella Tabella 12 dello stanziamento di previsione del bilancio del Ministero dell'agricoltura che di fatto sono stati tagliati, cioè le previsioni originarie relative praticamente al 2015 sono state significativamente ridotte.
Mi riferisco nello specifico al capitolo 2.295, che riguarda le spese per interventi nel settore ippico, il cui montepremi al traguardo di tutte le corse disputate in Italia passa da 102,4 milioni di euro del 2015 ai 90,5 milioni di euro del 2016, quindi si registra praticamente una decurtazione di 11,9 milioni di euro, così come per il successivo capitolo, il 2.296, che contiene tutte le spese relative alla gestione, alla vigilanza, al controllo delle corse, i giudici di gara, i controlli antidoping, che passa da 87 milioni del 2015 ai 79,5 milioni del 2016.
Ora, siccome ritengo che già il taglio che era stato fatto sul bilancio di previsione fosse abbastanza inspiegabile, risulta ancor più inspiegabile il fatto che sia stato dato parere contrario ad un emendamento che altro non voleva se non ripristinare i fondi originari in un settore, guardate, che vede coinvolti moltissimi attori e che è anche uno dei settori importanti del mondo agricolo, ma che soprattutto, purtroppo, ha un problema.
Ossia quello che c’è stato un grande ritardo per responsabilità politica anche nella revisione della governance, che il settore aspettava da tempo ma che per responsabilità nostra di fatto non è avvenuto. Quindi io chiedo al Governo di ripensare su questo emendamento affinché si faccia l'ultimo tentativo per rilanciare quello che, a mio parere, anche relativamente all'indotto, risulta davvero un settore strategico per l'Italia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi Tab. 2.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fabbri, Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 439
Votanti 437
Astenuti 2
Maggioranza 219
Hanno votato sì 148
Hanno votato no 289.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 e sull'annessa Tabella 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bossa, Greco, De Lorenzis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 438
Votanti 428
Astenuti 10
Maggioranza 215
Hanno votato sì 290
Hanno votato no 138.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Pag. 55(Esame dell'articolo 3 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'annessa Tabella 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 e sull'annessa Tabella 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Archi, Turco, Del Grosso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 442
Votanti 433
Astenuti 9
Maggioranza 217
Hanno votato sì 289
Hanno votato no 144.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 4 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'annessa Tabella 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 e sull'annessa Tabella 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Palese, De Rosa, Sereni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 442
Votanti 434
Astenuti 8
Maggioranza 218
Hanno votato sì 289
Hanno votato no 145.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 5 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'annessa Tabella 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 e sull'annessa Tabella 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Lello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 436
Votanti 428
Astenuti 8
Maggioranza 215
Hanno votato sì 285
Hanno votato no 143.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 6 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'annessa Tabella 6 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6 e sull'annessa Tabella 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bossa, Nardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 443
Votanti 435
Astenuti 8
Maggioranza 218
Hanno votato sì 293
Hanno votato no 142.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Pag. 56(Esame dell'articolo 7 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'annessa Tabella 7 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7 e sull'annessa Tabella 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 444
Votanti 435
Astenuti 9
Maggioranza 218
Hanno votato sì 291
Hanno votato no 144.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 8 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'annessa Tabella 8 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8 e sull'annessa Tabella 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Archi, Pilozzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 447
Votanti 437
Astenuti 10
Maggioranza 219
Hanno votato sì 293
Hanno votato no 144.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 9 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 con l'annessa tabella 9 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9 e sull'annessa Tabella 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fusilli, Del Grosso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 446
Votanti 436
Astenuti 10
Maggioranza 219
Hanno votato sì 293
Hanno votato no 143.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 10 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e dell'annessa Tabella 10 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10 e sull'annessa Tabella 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Totaro, Vico, Ghizzoni, Placido, Pilozzi, Kronbichler, Sandra Savino, Liuzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 447
Votanti 438
Astenuti 9
Maggioranza 220
Hanno votato sì 294
Hanno votato no 144.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Pag. 57(Esame dell'articolo 11 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 con l'annessa Tabella 11 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11 e sull'annessa Tabella 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fabbri, Iacono, La Marca, Monchiero, Simoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 453
Votanti 444
Astenuti 9
Maggioranza 223
Hanno votato sì 297
Hanno votato no 147.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 12 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e dell'annessa tabella 12 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12 e sull'annessa Tabella 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Burtone, Castricone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 448
Votanti 439
Astenuti 9
Maggioranza 220
Hanno votato sì 296
Hanno votato no 143.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 13 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e dell'annessa tabella 13 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13 e sull'annessa Tabella 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fregolent, Dieni, Vezzali...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 449
Votanti 441
Astenuti 8
Maggioranza 221
Hanno votato sì 297
Hanno votato no 144.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 14 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 con l'annessa Tabella 14 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14 e sull'annessa Tabella 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Vezzali, Bossa, Pilozzi, Donati, Marazziti, Maria Stella Bianchi, Tidei, De Girolamo. Bene, mi pare che tutti abbiano votato.Pag. 58
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 448
Votanti 440
Astenuti 8
Maggioranza 221
Hanno votato sì 296
Hanno votato no 144.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 15 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Maria Stella Bianchi ha votato. Covello ha votato. Pagani, Paris. Chi altro ? Ci siamo ? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 450
Votanti 441
Astenuti 9
Maggioranza 221
Hanno votato sì 295
Hanno votato no 146.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 16 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16, con l'annesso quadro generale riassuntivo (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, con l'annesso quadro generale riassuntivo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bossa, Massa, Carnevali. Hanno votato. Tripiedi. Ha votato anche lui. Cominardi. Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 453
Votanti 444
Astenuti 9
Maggioranza 223
Hanno votato sì 296
Hanno votato no 148.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 17 – A.C. 3445-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A – A.C. 3445-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lainati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 452
Votanti 443
Astenuti 9
Maggioranza 222
Hanno votato sì 298
Hanno votato no 145.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Colleghi, essendosi concluso l'esame degli articoli del disegno di legge di bilancio, interrompiamo l'esame del provvedimento. Come già ricordato, infatti, ai sensi dell'articolo Pag. 59123, comma 3, del Regolamento, l'esame degli ordini del giorno e la votazione finale avranno luogo dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge di stabilità e della seconda Nota di variazioni che dovrà essere presentata dal Governo.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2111 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016) (Approvato dal Senato) (A.C. 3444-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3444-A: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016).
Per il seguito della discussione di tale provvedimento, ai relatori di minoranza è stato assegnato un tempo complessivo pari a 40 minuti, così ripartiti: deputato Francesco Cariello: 20 minuti; deputata Renata Polverini: 12 minuti; deputato Gianni Melilla: 8 minuti.
(Esame dell'articolo unico – A.C. 3444-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3444-A).
Avverto che nel fascicolo non sono pubblicate le proposte emendative corrispondenti ad emendamenti già dichiarati inammissibili, ritirati e decaduti per assenza del presentatore in Commissione. Non sono, altresì, pubblicati gli emendamenti presentati direttamente in Assemblea non riferiti alle parti del testo modificato in sede referente.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere sul testo del provvedimento e sugli emendamenti allo stesso riferiti (Vedi l'allegato A – A.C. 3444-A) e che tale parere è in distribuzione.
Avverto che fuori dalla seduta gli emendamenti Sammarco 1.47 e Marchi 1.72 sono stati ritirati dai presentatori.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazione per principi o riassuntive ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. Constatando il testo di un unico articolo, composto da una pluralità di commi, al fine di consentire una più ampia votazione delle questioni poste dal provvedimento, la Presidenza ha ritenuto di ammettere alla discussione ed al voto un numero maggiore di emendamenti, pari al triplo di quelli che sarebbero consentiti. A tal fine, i gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia, Sinistra Italiana, Area Popolare, Lega Nord e Autonomie, Scelta Civica per l'Italia, Per l'Italia, Fratelli d'Italia, il gruppo Misto e le componenti politiche di Alternativa Libera, Alleanza Liberalpopolare Autonomie, Conservatori e Riformisti, USEI e Partito Socialista Italiano sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione. Il fascicolo degli emendamenti è stato quindi suddiviso in due sezioni: la prima comprendente gli emendamenti segnalati per la votazione dei gruppi e la seconda con quelli non segnalati. Questi ultimi, quindi, non saranno esaminati dall'Assemblea.
Avverto che l'emendamento 1.2145 deve intendersi a prima firma Furnari e non a prima firma Labriola. Inoltre, tale emendamento, attualmente collocato a pagina 922 del fascicolo tra gli emendamenti non segnalati per la votazione, risulta invece segnalato e sarà posto in votazione dopo l'emendamento Molteni 1.107 a pagina 103 del fascicolo.
Avverto, inoltre, che per un mero errore materiale non compare nel fascicolo l'emendamento Zampa 1.130. Tale proposta emendativa sarà posta in votazione dopo l'emendamento Sberna 1.52 a pagina 74 del fascicolo.Pag. 60
Avverto, infine, che, sempre per un errore materiale, il gruppo MoVimento 5 Stelle ha segnalato per la votazione l'emendamento Terzoni 1.80 a pagina 89 del fascicolo in luogo dell'emendamento Mannino 1.1638 a pagina 716 del fascicolo. La Presidenza, in via del tutto eccezionale, consente il cambio di segnalazione. L'emendamento Mannino 1.1638 sarà quindi posto in votazione dopo l'emendamento De Rosa 1.83 a pagina 90 del fascicolo.
Prima di dare la parola sul complesso degli emendamenti, ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI. Presidente, semplicemente una piccola accortezza. Sono stati stampati non so quanti fascicoli di circa mille pagine, per poi però dire che ce ne servono solo le prime 107. Forse in futuro converrebbe fare un fascicolo solo con i segnalati e, eventualmente, se alcuni non segnalati vengono riammessi o cambiati, si unisce un'unica pagina in modo da risparmiare le risorse e anche un po’ di ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Misto e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Deputato Bragantini, mi sembra un'ottima osservazione quella che è stata da lei fatta e ci impegniamo come Presidenza ad andare in questa direzione, che semplificherebbe il lavoro per tutti, oltre a salvare la carta, la ringrazio. Allora c'era il presidente Palese che voleva intervenire, su che cosa ?
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente, in merito a quello che poco fa ha detto il collega Bragantini; è anche responsabilità dei gruppi perché la Conferenza dei presidenti aveva già stabilito...
PRESIDENTE. È vero.
ROCCO PALESE. ... contestualmente di fornire il numero di quanti per ogni gruppo erano assegnati tra i segnalati, visto che era contingentato, e contestualmente di trasmettere sì gli emendamenti entro le ore che adesso non mi ricordo, ma solo di quelli segnalati. Certo se hanno trasmesso tutto, sono i gruppi che debbono autodisciplinarsi.
PRESIDENTE. Giustamente, ma questo va in quella direzione, credo che arriveremo presto ad accordarci su questo.
Va bene, allora passiamo al complesso degli emendamenti, su cui ha chiesto di parlare la deputata Mariastella Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Grazie, Presidente, la legge di stabilità, così come pensata dal Governo e pur con le molte modifiche apportate, risulta profondamente inadeguata. Non contiene nulla di innovativo e di coraggioso tale da rappresentare un'opportunità di rilancio per il Paese. È una legge di stabilità in continuità con la peggiore tradizione della Prima Repubblica, non fa altro che aumentare la spesa in modo indiscriminato con tanti microinterventi privi di una visione d'insieme. L'unico dato certo è che a pagare il prezzo saranno le giovani generazioni e appaiono lontani i tempi in cui il Governo, subito dopo la presentazione del DEF, quasi festeggiava la fine della crisi e l'imbocco della via della crescita. Ebbene, nonostante dati macro economici importanti, penso alla caduta del prezzo del petrolio, penso al cambio favorevole euro-dollaro, al quantitative easing, l'Italia, come dimostrano non solo i dati certificati dagli organismi europei, ma come dimostra anche l'Istat, non riesce ad agganciare la crescita e a quasi due anni dall'insediamento del Governo Renzi, possiamo trarre un primo bilancio. La finta abolizione delle province, le riforme costituzionali autoreferenziali, il Jobs Act, la riforma Madia, risultano provvedimenti di gran lunga inadeguati a riformare in profondità il Paese e soprattutto a modificare in maniera strutturale quei dati. Penso alla disoccupazione giovanile quasi al 40 per cento, alla riduzione della burocrazia e della pressione fiscale che in genere fotografano Pag. 61lo stato di salute di un Paese. Se a segnali contraddittori e di scarsa ripresa si uniscono il rischio terrorismo, le difficoltà nella politica internazionale ed effetti ancora deboli del quantitative easing sulla ripresa dell'inflazione, si capisce perché tutti gli osservatori abbiano ritoccato al ribasso le previsioni per il PIL italiano non solo nel 2015 ma anche nel 2016.
E allora in questa situazione la legge di stabilità fa esattamente il contrario di ciò che andava fatto: è, come è stato sottolineato più volte, una manovra in deficit e proprio per questo incapace di tagliare la spesa e quindi di accompagnarsi ad un adeguato investimento serio per il futuro del Paese. Questa non è una manovra che verrà ricordata per la capacità di rilanciare il Paese, ma sarà la manovra che salva le banche e penalizza i risparmiatori, una manovra che nel complesso incrementa dal 2,2 al 2,4 il deficit 2016 e che non ha ancora avuto il verdetto da Bruxelles e quindi non è detto che siano autorizzate in toto le diverse clausole di flessibilità chieste dal Governo.
Innanzitutto sono molti gli errori commessi, ma il primo fra tutti è che l'impresa ancora una volta è vista come un limone da spremere e l'aver posticipato di un anno il taglio dell'Ires è un segnale chiaro ed è un grave errore. Tale disposizione, che era contenuta nel DEF, era attesa da anni; e una riduzione della tassazione sui redditi delle imprese avrebbe sostenuto la crescita e attirato investimenti stranieri e invece siamo ancora qui alla politica dell'annuncio alla quale poi non seguono mai i fatti. Non si operano i significativi tagli previsti dalla spending review.
Non si operano tagli al cattivo debito pubblico, non si ha il coraggio di intervenire drasticamente sulle partecipate, ma si decide di caricare di tasse le generazioni del futuro, cercando di comprare il consenso dei diciottenni con 500 euro. Siamo di fronte sempre agli stessi errori che ricadono poi sulla pelle dei cittadini; siamo di fronte sempre alle stesse modalità: annunci e promesse roboanti e risultati scarsi, se non nulli.
Vorrei ora affrontare anche una questione di metodo nel confronto con il Governo per illustrare il pensiero e l'azione di Forza Italia in generale come forza moderata e riformista ma anche dire come abbiamo affrontato, con serietà, un tema delicato e importante come quello della legge di stabilità.
Voglio ricordare come tutto il centrodestra abbia lavorato sul provvedimento in esame con pieno spirito collaborativo ed un ringraziamento va sicuramente ai colleghi della Commissione bilancio che hanno lavorato giorno e notte, portando avanti i nostri preziosi emendamenti ed è francamente incomprensibile l'atteggiamento di chiusura e di arroganza di un Governo che non è legittimato dal voto degli italiani e che ha reso il confronto politico sterile ed inutile, bocciando tutte le proposte dell'opposizione di centrodestra e il nostro pacchetto di emendamenti rappresenta un chiaro progetto politico alternativo a questa maggioranza. Le nostre proposte, dal quoziente familiare alle pensioni minime, alla volontà di ritoccare la legge Fornero con coperture serie, nonché la determinazione nell'implementare i fondi da destinare al comparto della sicurezza e la volontà di rafforzare la no tax area, erano tutti provvedimenti e proposte non dettate dall'ideologia ma dalla volontà di contribuire a risollevare le condizioni in cui versa questo Paese. Invece, qual è la risposta di un Governo, come quello di Renzi ? Quella di dare 500 euro ai diciottenni; ebbene, se non vogliamo chiamarla la solita mancia certo non è annoverabile tra gli investimenti strutturali e di largo respiro di cui avremmo bisogno. Sicuramente andare a teatro, al cinema, acquistare un libro, visitare una mostra sono cose interessanti su cui tutti siamo d'accordo, sono forse anche stimolanti per i nostri giovani, ma nulla hanno a che vedere con le risposte serie e profonde che ci si aspetterebbe da un Governo, che si trova a gestire una disoccupazione giovanile pari al 40 per cento. Approvare una manovra in deficit significa invece che saranno proprio quegli stessi ragazzi, assieme alle generazioni nate negli anni Pag. 62Ottanta e Novanta, a trovarsi un debito sempre più pesante sulle spalle ed una pensione sempre più scarsa.
Le nostre proposte erano invece di un utilizzo diverso dei 290 milioni di euro che il Governo ha deciso di dedicare al bonus, proposte che andavano nella direzione di affermare un principio di premialità, di rifinanziare quel fondo per il merito che è stato sostanzialmente azzerato o di dare risorse agli istituti di valutazione della scuola, dell'università e della ricerca che non possono essere detestati o zittiti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) solo perché i risultati che danno sono risultati allarmanti all'interno dal rapporto Ocse. Allora, pensare di liquidare il tema gigantesco del capitale umano con la solita pioggia di assunzioni e l'allargamento della pianta organica, senza attenzione all'efficienza, alla premialità, al merito, alla qualità, alla progettualità, è una risposta classica di una sinistra vecchia che non ha nulla di blairiano e di riformista; la strategia del bonus poi continua perché è già servita a comprare consenso elettorale per le europee del 2014; siamo al bonus per i giovani e poi agli 80 euro per le forze dell'ordine, che, però, ricordo, si tratta di una misura che non è né pensionabile, né liquidabile, né strutturabile e che rappresenta solo la volontà di eludere il tema vero che è stato posto anche dalla Corte costituzionale, ossia il rinnovo del contratto delle forze dell'ordine. Quello era il modo per dare risposta adeguata ad un comparto che, dopo i tragici fatti di Parigi, a maggior ragione, ha bisogno di segnali forti e concreti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
E anche in tema di sicurezza Forza Italia ha cercato di dare il proprio contributo, ma così non è andata.
E veniamo al tema sul quale questo disegno di legge di stabilità verrà ricordato. Mi riferisco al tema del «salva banche». Tale provvedimento ha dato il via libera al salvataggio di quattro istituti di credito, scaricando però i costi dell'operazione sugli azionisti e sugli obbligazionisti. Questa scelta dell'Esecutivo ha comportato l'impossibilità di discutere in modo approfondito il contenuto di questo decreto, come invece la situazione avrebbe consigliato di fare dovendosi anticipare l'applicazione delle nuove regole sul bail-in.
Noi come Forza Italia, ma in generale tutte le opposizioni, fin dalla discussione di luglio dicevamo che bisognava farsi sentire in Europa, che il bail-in andava cambiato, che non andava approvato l'articolo 8 che inseriva nel nostro ordinamento la possibilità per le banche in crisi di procedere a prelievi forzosi sui depositi dei loro clienti. E, invece, ancora una volta si è piegata la testa di fronte alle richieste dell'Europa e oggi ci troviamo nell'incapacità del Governo di dare risposte a quelle persone che hanno accumulato i loro risparmi depositandoli in banca e che ora rischiano di averli persi per sempre.
E, allora, l'Esecutivo era chiamato a rispondere in maniera seria, dando risposte definitive a quelle famiglie. A nostro avviso, il Fondo di solidarietà, dotato di 100 milioni di euro, è totalmente inadeguato a sanare le tante ingiustizie e scorrettezza messe in atto da queste banche e dai loro amministratori. Per questo abbiamo chiesto una Commissione d'inchiesta. Non ci siamo abbandonati alla demagogia, ma la chiarezza su questo punto il Governo la deve innanzitutto agli italiani e la deve anche, come ha sottolineato in un suo intervento il Presidente Berlusconi, a quegli obbligazionisti subordinati delle quattro banche fallite, per le quali il Governo non sta dando alcuna risposta.
E non voglio tralasciare anche il tema del Mezzogiorno, sul quale sono state dette tante parole ma, alla prova dei fatti, ancora una volta le risposte sono veramente poca cosa. Quelle risorse sono state poi destinate ad altri impieghi, ad altri utilizzi, con il risultato di un'assenza di una previsione di un programma e di una pianificazione di rilancio del Mezzogiorno.
Però, nonostante l'atteggiamento assolutamente negativo tenuto in Commissione dalla maggioranza, oggi in quest'Aula Pag. 63siamo ancora in tempo per una discussione proficua nel merito. Ci dichiariamo pronti al dibattito, con la speranza di trovare almeno in Aula un comportamento diverso. Vedremo se il Governo dimostrerà di voler bene al Paese o, ancora una volta, dimostrerà di usare il Paese come una vetrina per l'ennesimo selfie di gruppo, un selfie che oramai fa sbadigliare gli italiani e che rischia di essere l'immagine, ormai sbiadita, di un Governo davvero inconcludente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente – Congratulazioni).
PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Gelmini.
Allora, se nessun altro chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del disegno di legge, invito il relatore ad esprimere i pareri. Il relatore di maggioranza dovrebbe iniziare ad esprimere i pareri.
Nel frattempo, vi do notizia che il Governo ha presentato gli emendamenti 1.4000, 1.4001, 1.4002, 1.4003, 1.4004, 1.4005, 1.4006, 1.4007, 1.4008, 1.4009, 1.4010, 1.4011, 1.4012, 1.4013, 1.4014, 1.4015, 1.4016, 1.4017, 1.4018, 1.4019, 1.4020, 1.4021, 1.4022, 1.4023, 1.4024, 1.4025, 1.4026, Tab. B.100, Tab. C.100 e Tab. E.100, che sono in distribuzione.
In riferimento a tali emendamenti, avverto che il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 19 di oggi, venerdì 18 dicembre.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Complessivamente mi sembra di comprendere che siano più di 20 emendamenti. Il problema è comprendere se questo Governo pensa di prendere in giro tutta l'Aula parlamentare, arrivando alle cinque del pomeriggio del giorno utile per votare e nemmeno degnarsi di presentare questi emendamenti, nonostante ci sia stato un tempo fissato per le opposizioni per presentare gli emendamenti ieri entro un'ora ben stabilita (alle 13). Il Governo ha la faccia tosta di decidere di venire in Aula e, esattamente 26 ore dopo rispetto alla scadenza fissata per gli altri gruppi parlamentari, presenta nuovi emendamenti in Aula.
Io ritengo questa situazione inaccettabile. Due ore di tempo, Presidente, sono un termine assolutamente sbagliato, perché le ricordo che i deputati della Commissione bilancio sono qui, in Aula, e non possono neanche avere il tempo di leggerli, perché uno è il relatore di minoranza. Di che cosa stiamo parlando ?
O in questo momento lei sospende la seduta e dà tempo fino a domani per presentare i subemendamenti o, altrimenti, il MoVimento 5 Stelle in questo momento dichiara che farà di tutto per trascinarvi qui fino al panettone, a Natale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché questo tipo di sistema non è accettabile all'interno di un'Aula parlamentare. Il Governo deve assumersi la responsabilità. Se ci sono modifiche, come ritenete, di tabelle, a un certo punto ci dovete dare il tempo congruo per poterle leggere e per subemendare.
A questo punto, Presidente, le chiedo innanzitutto: la sospensione dei lavori, per leggere gli emendamenti e per capire di cosa stiamo parlando; un tempo adeguato, domani, per presentare i subemendamenti. Inoltre, credo che sarebbe stato opportuno per il Governo presentare questi emendamenti, magari, nel Comitato dei nove.
Magari si poteva, a questo punto, trattare e riportare all'interno della Commissione questo punto, arrivare qui e fare questa manfrina di fare finta di votare gli emendamenti, che hanno tutti ricevuto parere contrario, ma almeno da un punto di vista umano, per i deputati che sono qui da più di una settimana e mezza a fare una legge di stabilità di notte, per 40 ore di fila, evitare che arrivasse il Governo, dopo una pausa, a dirci: «No, ci siamo sbagliati. Abbiamo dato troppe marchette Pag. 64e dobbiamo per forza contingentare i soldi che abbiamo erogato» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
È una vergogna ! Noi non ci stiamo e glielo stiamo annunciando in maniera magari un po’ agitata, ma sicuramente potremmo agitarci anche di più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Grazie, signora Presidente. Avevo già preannunciato, esattamente nel Comitato dei nove, che si tratta di emendamenti numerosi perché abbiamo effettuato interventi di correzione tecnica del testo. Tutti i deputati sanno che la Commissione ha svolto un'attività emendativa molto diffusa e nel testo ci sono correzioni tecniche da operare. Queste si potevano operare presentando un unico emendamento di correzioni tecniche. Tuttavia, abbiamo visto che, presentandone uno solo, questo avrebbe avuto significativi effetti preclusivi rispetto agli emendamenti presentati dall'opposizione e dai deputati più in generale.
Per questa ragione li abbiamo presentati uno per uno, il che determina il numero di cui stiamo parlando. Tuttavia, si tratta di emendamenti che non contengono alcuna scelta politica e l'esame nel Comitato dei nove sarà in grado di appurare la fondatezza o meno di quello che sto dicendo.
Quelli che hanno rilievo meramente tecnico, volti a fare in modo che si correggano errori soprattutto sul versante della corretta copertura sotto il profilo contabile, sono emendamenti necessari per fare in modo che l'Aula alla fine voti un disegno di legge di stabilità perfettamente corrispondente alle regole della legge di contabilità ed è chiaro che, nel presentare una così vasta messe di modificazioni, ci sono stati errori tecnici che sono stati corretti.
Il Governo fin dall'inizio si impegna ad accondiscendere ad una decisione del Comitato dei nove, che, ove trovi emendamenti del Governo che hanno rilievo politico, cioè che cambiano le scelte politiche compiute nella Commissione, il Governo li ritirerà. Ma credo che non se ne troverà nemmeno uno con questa caratteristica.
Questa è la ragione per la quale abbiamo presentato più emendamenti e non uno solo di correzione tecnica del testo. Questa è la ragione per la quale, più in generale, abbiamo chiesto che già nel Comitato dei nove ci fosse una riunione – immagino più o meno a questo punto della nostra discussione – per fare in modo che questo carattere di questi emendamenti potesse emergere pienamente.
PRESIDENTE. La ringrazio, Viceministro Morando, per questo chiarimento.
Ha chiesto di parlare il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Intervengo sullo stesso argomento, Presidente, evidentemente. Prendo atto del fatto che c’è un trattamento diverso tra lo strumento emendativo per l'Aula utilizzato dai gruppi e quello utilizzato dal Governo. Cioè, i gruppi han dovuto fare tutto entro ieri alle 13; il Governo oggi viene qua e ci dice che il testo uscito dalla Commissione non è tecnicamente compatibile con la votazione in Aula.
Dal punto di vista tecnico, Presidente, sarebbe interessante capire qual è l'interpretazione della parola «tecnico». Infatti, se noi stiamo parlando di una revisione e di una rivalutazione delle coperture rispetto al testo uscito dalla Commissione, noi ci stiamo dicendo che le votazioni avvenute in Commissione non sono compatibili con i Regolamenti parlamentari, cioè noi abbiamo votato qualcosa che non è compatibile con la normativa della legge di stabilità. Noi abbiamo votato qualcosa che non aveva le coperture necessarie. Un conto è parlare di una correzione formale del testo, che consegua ad una stampa non conforme a ciò che è stato votato in Commissione – stiamo parlando di virgole, Pag. 65di doppi o di errori ortografici –, un conto è parlare di errori tecnici.
Allora, io le chiedo, a nome del gruppo della Lega, di sospendere la seduta, di avere la possibilità – perché ancora non l'abbiamo avuta – di valutare gli emendamenti presentati dal Governo e, se gli emendamenti presentati dal Governo saranno correzioni ortografiche formali del testo, allora noi possiamo essere d'accordo sul termine per la presentazione dei subemendamenti. Se, invece, le correzioni emendative del Governo prevedono variazioni dal punto di vista di tabelle o di copertura, noi le chiediamo che la scadenza per la presentazione dei subemendamenti venga spostata nella giornata di domani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Noi siamo dell'idea che gli emendamenti del Governo devono essere valutati con una particolare attenzione. Infatti, vede, Presidente, le tempistiche che vengono a noi assegnate sono tempistiche che in questo momento riteniamo troppo restrittive rispetto anche alle prassi con cui abbiamo affrontato questa legge di stabilità.
Io non metto in dubbio, Presidente, la buona volontà e la buona fede del Viceministro Morando nella comunicazione ai gruppi rispetto agli emendamenti che il Governo ha proposto. Resta il fatto che noi, non avendo ancora visto questi emendamenti e non avendoli potuti affrontare, abbiamo bisogno di fare alcune verifiche.
Infatti, vede, Presidente, io vorrei ricollegarmi, sempre sul tema dell'ordine dei lavori, a ciò che è accaduto ieri e a ciò che è accaduto nei giorni scorsi... Chiederei al collega, Palese, bontà sua...
PRESIDENTE. Sì, lei ha ragione, ma stiamo cercando di consultarci anche noi. Prego, onorevole Giorgetti.
ALBERTO GIORGETTI. Io attendo, Presidente. Ci mancherebbe, capisco...
PRESIDENTE. Prego, prego.
ALBERTO GIORGETTI. Ieri sera abbiamo approvato un errata corrige significativo, corposo, che prevedeva – così è stato spiegato in Aula – alcune correzioni del testo dovute a problemi di ordine tecnico, che si sono verificati durante i lavori della Commissione, relativamente a non corrette verbalizzazioni di ciò che è accaduto, a dimenticanze o – diciamo così – a poste che erano state discusse in modo corretto, ma poi riportate sul testo in modo inadeguato, impreciso.
Vede, però, Presidente, anche in quell’errata corrige ci sono stati dei passaggi che hanno sostituito delle coperture nel corso dell'anno, rese permanenti, cioè questioni che sono sostanziali.
Allora, io non metto in dubbio quella che è la buona fede del Governo nella presentazione degli emendamenti, ma noi abbiamo bisogno di tempo proprio per poter capire se quegli emendamenti intervengano in modo significativo, per esempio, sulle coperture che ha citato lo stesso Viceministro Morando. Infatti, il tema delle coperture è un passaggio fondamentale della legge di stabilità. Lo sa il Viceministro Morando e lo sa lei, Presidente, che sostanzialmente la legge di stabilità si costruisce attorno alla compatibilità o meno, alla tenuta o meno, delle coperture che si vanno a individuare rispetto alla volontà politica.
Io riprendo – lo farò, se me ne darà la possibilità compatibilmente con i tempi – un tema che continuerò a sostenere in quest'Aula come un mantra nei prossimi giorni: in linea puramente teorica, il Governo, quando cambia i saldi in Commissione, con un emendamento in cui si va ad adottare una scelta legata alla flessibilità dell'interpretazione dei conti pubblici e, quindi, l'obiettivo del deficit, rimette in valutazione automatica gli emendamenti che sono stati presentati con dei saldi diversi.
Presidente, in linea teorica, lei – tramite gli uffici – avrebbe dovuto rivalutare tutti gli emendamenti che sono stati presentati in Commissione con dei saldi all'inizio Pag. 66della legge di stabilità e rivedere le valutazioni sui singoli emendamenti rispetto alle coperture alla luce delle modifiche dei saldi. Immagino che questo non sarà stato fatto, perché sarebbe stata una prassi innovativa a fronte di un elemento nuovo e innovativo.
Quindi, Presidente, io la richiamerei a un'attenzione particolare alle questioni che pongono ovviamente le opposizioni in modo unitario rispetto ai temi delle procedure delle prossime ore per l'analisi degli emendamenti. Infatti, ci troviamo già in un contesto in cui evidenziamo una serie di forzature, che vorremmo evidentemente evitare per il buon prosieguo dei lavori nelle prossime ore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Presidente, io vorrei chiedere al Viceministro Morando perché, visto che ci siamo visti poco tempo fa nel Comitato dei nove, non siamo stati informati della presentazione di questi venti emendamenti.
Ovviamente, noi ci fidiamo del Viceministro, ma il problema è che noi dobbiamo verificare che in questi emendamenti ci siano le condizioni per poter procedere in modo ordinato e coerente con il lavoro che abbiamo fatto rispetto al testo che abbiamo in discussione. Infatti, dobbiamo verificare che siano effettivamente emendamenti di carattere tecnico e che non vadano ad incidere sia su quegli aspetti relativi alla copertura finanziaria sia sugli aspetti di merito, che evidentemente costringerebbero, in modo coerente con il lavoro che abbiamo fatto in questi giorni, tutte le forze parlamentari e i deputati a presentare dei subemendamenti, se si tratta di emendamenti che vanno a incidere nel merito, sui contenuti e sulle coperture della legge di stabilità.
Riteniamo che, nella correttezza del rapporto tra maggioranza e opposizione, tra maggioranza e minoranza, si debba dare tempo all'opposizione e, comunque, al Parlamento di verificare il contenuto di questi venti emendamenti ed eventualmente stabilire i termini per la loro emendabilità rispetto a quanto previsto dagli stessi.
Quindi, anche noi chiediamo una sospensione per poter esaminare il testo di questi emendamenti.
FRANCESCO BOCCIA, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOCCIA, Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Io proporrei, per far proseguire i lavori dell'Aula in maniera diciamo ordinata, in modo da consentire a tutti i colleghi di entrare nel merito delle singole proposte emendative, intanto di chiedere ai relatori di maggioranza e di minoranza di esprimere i pareri sugli emendamenti segnalati dai gruppi e poi, a mio avviso, si potrebbe iniziare a votare fino all'emendamento 1.20, perché non ci sono modifiche né in corso, né per le proposte che il Governo ha fatto, e poi è oggettiva la necessità di sospendere.
Penso che ci sia anche bisogno – mi permetto di segnalarglielo – di un termine un po’ più ampio che potrà valutare lei in funzione delle esigenze dei gruppi. A quel punto, noi dovremo convocare comunque il Comitato dei nove per fare le valutazioni sulle proposte che il Governo ha fatto; insomma, per le vie brevi, penso che la Presidente con i capigruppo potranno valutare quali siano i tempi migliori per tornare in Aula.
Noi avremmo bisogno comunque di un paio d'ore di lavoro, non meno. Poi stabilite voi quali sono, con i gruppi, i tempi necessari per valutare ed emendare le proposte del Governo.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Signora Presidente, volevo comprendere la proposta del collega Pag. 67Boccia: non ho compreso la scadenza del termine per la presentazione dei subemendamenti.
PRESIDENTE. Prego, presidente Boccia.
FRANCESCO BOCCIA, Presidente della V Commissione. Onorevole Crippa, non l'ho posta. Ho chiesto alla Presidente di valutare un allungamento dei tempi in funzione delle esigenze dei gruppi.
La mia proposta è di dare i pareri ora, di chiedere a tutti i relatori di dare i pareri ora e di votare fino all'emendamento 1.20 perché non cambia nulla, nel senso che non si affrontano materie oggetto degli emendamenti presentati dal Governo.
A quel punto, è necessaria una sospensione, perché il Comitato dei nove deve riunirsi e ho chiesto alla Presidente di valutare la possibilità di allungare i termini, che penso siano stati proposti semplicemente per consuetudine e prassi. Due ore forse sarebbero necessarie, però, se dovessero servire due ore e mezza o tre ore, sarà la stessa cosa – insomma, non sono in grado di valutarlo, valutatelo voi, lo valuterà la Presidente con i presidenti dei gruppi per le vie brevi –, ma la mia esigenza è di andare in Comitato dei nove dopo essere arrivati all'1.20; successivamente abbiano bisogno di un paio d'ore di lavoro in Comitato dei nove per le valutazioni e le proposte del Governo.
ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Presidente, solo per capire, sono già stati posti al vaglio dell'ammissibilità questi emendamenti ? Li consideriamo ammissibili ? Perché io volevo segnalare, prima di un'eventuale ammissibilità, che a una prima lettura, molte questioni ordinamentali sono qui inserite. Quindi, volevo capire se dobbiamo già considerarli ammessi, oppure no.
PRESIDENTE. È in corso il vaglio di ammissibilità, perché chiaramente ci sono dei tempi tecnici anche su questo.
Allora, colleghi, il termine per la presentazione dei subemendamenti, che avevamo fissato alle 19, può essere esteso alle 20: è nella facoltà del Presidente poterlo fare, per tre ore. Quindi, io questo posso farlo e credo che anche la proposta del presidente Boccia vada incontro all'ordinato andamento dei nostri lavori, perché fino all'1.20 noi non abbiamo intoppi lungo la strada, nel senso che non ci sono emendamenti.
Per cui, noi potremmo prima chiedere tutti i pareri e poi votare fino all'emendamento 1.20. Alle 20, noi chiuderemmo i nostri lavori e quindi poi riprenderemo domani.
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Mi scusi, Presidente, ma mi sembrava che la proposta del collega Boccia lasciasse aperta la scadenza del termine per i subemendamenti a una Capigruppo che dovremo fare, non alle ore 20. Per cui, Presidente, se alle ore 20, come lei ha appena comunicato, concluderemo i nostri lavori, di fatto, impedisce ai deputati di poter approfondire nel merito gli emendamenti del Governo, perché siamo qui a votare altri emendamenti che ogni Commissione deve valutare e discutere in Aula contestualmente. Non c’è una tempistica opportuna, per cui è possibile prendere questi emendamenti e il relatore della Commissione bilancio o sta qui a darci i pareri, oppure si mette in disparte. Quindi, c’è un problema oggettivo.
Le dico inoltre anche questo: non essendoci ancora un criterio di ammissibilità, io darei un ampio margine di tempo, perché non è possibile che, se voi giustamente non avete avuto il modo di valutare l'ammissibilità, non possa essere data una scadenza di due ore e mezza se addirittura voi non avete ancora vagliato l'ammissibilità. Io, come minimo, direi di fare con calma e di lasciare – visto che Pag. 68comunque la votazione di questi subemendamenti non sarebbe oggi, se non ho capito male, ma domani – almeno un tempo molto più ampio rispetto a quello delle ore 20.
GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Presidente, solo per dirle che, se il vaglio di ammissibilità funziona regolarmente, di questi ventisei emendamenti ne rimangono due e, se ne rimangono due, a noi il tempo per i subemendamenti alle ore 20 potrebbe andare anche bene. Allora, se la cosa funziona come dovrebbe funzionare, noi attendiamo il vaglio di ammissibilità, se saranno due – come credo – le procedure che si determineranno, a quel punto, noi fissiamo la scadenza dei subemendamenti. Se, invece, le procedure non funzionano, allora mi sembra che il termine delle ore 20 non vada proprio bene.
PRESIDENTE. A questo punto, colleghi, io mi sento di accogliere la richiesta che è stata avanzata di fare una sospensione di trentacinque minuti, cioè di sospendere fino alle ore 18, per poi ritrovarci in Aula e continuare i nostri lavori. Sospendo pertanto la seduta.
La seduta, sospesa alle 17,25, è ripresa alle 18,35.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI
PRESIDENTE. C’è una breve comunicazione della Presidenza: gli uffici che stanno esaminando gli emendamenti presentati dal Governo nel pomeriggio hanno bisogno ancora di un po’ di tempo per valutare l'ammissibilità. Quindi sospendo nuovamente la seduta, che riprenderà alle ore 19.
La seduta, sospesa alle 18,36, è ripresa alle 19,20.
PRESIDENTE. La Presidenza ha valutato ammissibili gli emendamenti presentati dal Governo, ciò sia sotto il profilo del rispetto dei limiti di contenuto del disegno di legge di stabilità, poiché si tratta di emendamenti modificativi di disposizioni già contenute nel testo e che dunque non introducono materie ulteriori, sia sul piano della loro compensatività.
Per quanto riguarda l'emendamento 1.4020 del Governo si fa presente che la proposta interviene sul primo periodo del comma 471-ter, sostituendo le parole «pubblici a tempo determinato» con le seguenti: «pubblici a tempo indeterminato». Poiché le parole da sostituire ricorrono due volte all'interno del primo periodo, la proposta può considerarsi ammissibile nel presupposto che la modifica riguardi la disposizione che prevede di utilizzare le graduatorie dei concorsi pubblici banditi dall'ISPRA.
Per quanto riguarda l'emendamento 1.4023 del Governo, la proposta si può considerare ammissibile nel presupposto che la riduzione del Fondo ISPE di cui al comma 369 recepisca non soltanto la riduzione di spesa prevista dalla prima parte dell'emendamento ma tenga anche conto degli effetti di tutti gli emendamenti approvati dalla V Commissione, come si deduce dalla relazione tecnica allegata al medesimo emendamento del Governo.
Per quanto riguarda l'emendamento 1.4024 del Governo, la proposta è ammissibile nel presupposto che le maggiori entrate per 12 milioni che l'emendamento ascrive al comma 545 debbano ritenersi aggiuntive rispetto a quelle pari a 34 milioni annui già imputate ai commi 545 e 547 nel testo trasmesso dal Senato. Per quanto riguarda l'emendamento 1.4026 la proposta è ammissibile nel presupposto che la copertura dei 10,5 milioni di spesa debba intendersi già compresa nel testo ai commi 548-quinquies e nell'ultimo periodo del comma 548-septies, come approvati dalla V Commissione.
Non si hanno rilievi da formulare con riguardo alle seguenti proposte emendative: 1.4000, 1.4001, 1.4002, 1.4003, 1.4004, 1.4005, 1.4006, 1.4007, 1.4008, 1.4009, Pag. 691.4010, 1.4011, 1.4012, 1.4013, 1.4014, 1.4015, 1.4016, 1.4017, 1.4018, 1.4019, 1.4021, 1.4022, 1.4025, Tab. B.100, Tab. C.100 e Tab. E.100 del Governo, che sono pertanto da considerarsi ammissibili. Chiedo al rappresentante del Governo se, con riferimento agli emendamenti 1.4020, 1.4023, 1.4024 e 1.4026, confermi le valutazioni e le interpretazioni della Presidenza.
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signora Presidente, il Governo conferma in tutti e quattro i casi il presupposto di cui allo speech che lei ha appena letto, nel senso che in tutti e quattro i casi la norma proposta... mi riferisco in particolare al primo, dove l'equivoco poteva essere alimentato dal fatto che in quel periodo l'espressione «pubblico a tempo determinato» compare due volte.
È del tutto evidente che la proposta emendativa, collocata laddove compare la prima volta, sarebbe stata addirittura un'assurdità, perché il testo avrebbe detto: «assunzioni a tempo indeterminato per tre mesi»; quindi un vero e proprio assurdo logico. Invece si deve riferire alla seconda volta in cui in quel periodo si usa quest'espressione, laddove si fa riferimento esattamente alle graduatorie dei concorsi pubblici banditi dall'ISPRA per personale a tempo indeterminato. Quindi con questa ulteriore precisazione negli altri tre casi è del tutto evidente che è come da presupposto di cui alla nota della Presidenza e, quindi, credo di potere confermare tutte le ipotesi che qui sono contenute nei presupposti.
PRESIDENTE. Grazie, Viceministro Morando. Il termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti del Governo è fissato per questa sera alle ore 22. Secondo le intese con i gruppi il termine per la presentazione degli ordini del giorno è differito a domani, sabato 19 dicembre, alle ore 11.
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Presidente, non è bastato il suk indecente in Commissione, dove abbiamo visto di tutto. La pregherei di un po’ di attenzione, la ringrazio. Non è bastato il suk indecente in Commissione: cinque giorni di ritardo, accampamenti di lobbisti (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), cambio di saldi, asimmetria comportamentale tra maggioranza e opposizione. Adesso il suk indecente è anche in Aula. Non si vedevano queste cose dalla Prima Repubblica, signora Presidente. Io queste cose in Aula le devo dire e continuerò a dirle. Rimarremo qui giorno e notte per dirle, perché parleremo al Paese. Io voglio solo dire a Governo e maggioranza: vergogna (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
PRESIDENTE. Scusate colleghi, abbiamo appena ripreso i lavori.
Invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative segnalate per la votazione.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Le chiama lei, Presidente ?
PRESIDENTE. Se ha un giudizio, per così dire, riassuntivo, lo faccia pure, altrimenti le chiamo io.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. No, Presidente, perché ce ne sono alcune che abbiamo ripescato e i relatori non hanno i numeri delle proposte emendative ripescate. Questo è il tema.
PRESIDENTE. Aspetti un attimo allora, aspetti che vedo con gli uffici se abbiamo anche noi questi ripescati o provi lei, Pag. 70onorevole Melilli, perché io credo di avere soli i segnalati. Provi a chiamarli lei.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Va bene, Presidente. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Caso 1.1, Pastorelli 1.2, Brunetta 1.3, Fraccaro 1.4, Borghese 1.5, Pagano 1.6, Capezzone 1.7, Crippa 1.8, Roccella 1.9, Busin 1.11, Altieri 1.12, Baldelli 1.113, Cominardi 1.13 e Tripiedi 1.14.
Arriviamo quindi a pagina 45. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Pesco 1.15, Nicchi 1.16, Cecconi 1.17, Zolezzi 1.18, Galgano 1.19, Alberto Giorgetti 1.20, Cariello 1.21, Pisano 1.22, Prestigiacomo 1.23, Russo 1.24, Prestigiacomo 1.25, Mucci 1.114 e Capelli 1.26.
La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Marco Di Stefano 1.28.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Matteo Bragantini 1.111 e Fico 1.112.
L'emendamento Sammarco 1.29 mi risulta ritirato.
PRESIDENTE. All'onorevole Melilli l'emendamento Sammarco 1.29 risulta ritirato, a noi no.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Lo domanderemo all'onorevole Sammarco.
PRESIDENTE. Lo verificheremo, intanto andiamo avanti.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. In ogni caso il parere della Commissione sull'emendamento Sammarco 1.29 è contrario.
La Commissione esprime parere altresì contrario sugli emendamenti Brunetta 1.30, Vaccaro 1.116, Vacca 1.31 e Capua 1.32.
L'emendamento Capodicasa 1.33 è accantonato.
Parere contrario sugli emendamenti Rizzetto 1.34, Pisicchio 1.117, Palese 1.35, Folino 1.36, Baldassarre 1.37, Manlio Di Stefano 1.38, Marcon 1.39, Pagano 1.40, Matteo Bragantini 1.41, Simonetti 1.43, Polverini 1.44, Brunetta 1.45 e Abrignani 1.46.
L'emendamento Sammarco 1.47, anche in questo caso, mi risulta ritirato.
PRESIDENTE. Quest'emendamento risulta anche a noi ritirato. L'altro no, quindi poi verificheremo.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Sorial 1.48, Fratoianni 1.49, Pagano 1.115, Locatelli 1.50, Andrea Maestri 1.51 e Sberna 1.52.
PRESIDENTE. Mi scusi, io ho l'emendamento Zampa 1.130, aggiunto rispetto al fascicolo, uno di quelli recuperati che abbiamo letto all'inizio.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Parere favorevole sull'emendamento Zampa 1.130.
L'emendamento Fiorio 1.53 è accantonato, ci sarà una riformulazione.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Rampelli 1.54, Santerini 1.55, Vito 1.57, Gianluca Pini 1.58 e Daga 1.60.
Parere favorevole sugli emendamenti Marchi 1.61 e Minnucci 1.62.
Sull'emendamento Calabrò 1.64, se vuole, posso indicare subito la riformulazione.
PRESIDENTE. Sì.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Invece di aggiungere le seguenti parole: «professionale e tecnico-amministrativo»; aggiungere: le parole «tecnico-professionale», perché le parole: «medico e infermieristico» restano.
PRESIDENTE. Quindi con la riformulazione il parere sull'emendamento Calabrò 1.64 è favorevole.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Naturalmente. La Commissione Pag. 71esprime parere contrario sull'emendamento Grillo 1.65 e parere favorevole sull'emendamento Miotto 1.66.
La Commissione esprime invece parere contrario sugli emendamenti Rampelli 1.67, Prodani 1.68, Vaccaro 1.69 e Pili 1.70.
L'emendamento Marchi 1.72 è stato ritirato.
Il parere è contrario sull'emendamento Pastorelli 1.73, mentre l'emendamento De Lorenzis 1.74 è accantonato.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Capone 1.75, Misuraca 1.76 e Vallascas 1.77.
Parere contrario sugli emendamenti Franco Bordo 1.78, Matteo Bragantini 1.79 e Terzoni 1.80.
PRESIDENTE. No, questo non è più segnalato perché è stato cambiato.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Quello che è stato sostituito, ha ragione, Presidente. Parere contrario sugli emendamenti Baldelli 1.81, Prataviera 1.82 e De Rosa 1.83.
PRESIDENTE. Un attimo, qui abbiamo l'emendamento Mannino 1.1638 che sta a pagina 716 e che non era evidentemente stato segnalato prima. Non era stato segnalato inizialmente ed è stato recuperato.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Mi chiedono i colleghi di accantonarlo perché non l'abbiamo esaminato.
PRESIDENTE. Quindi lo accantoniamo, per il momento.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario sugli emendamenti Cristian Iannuzzi 1.84, Colletti 1.85, Nicchi 1.86, Barbanti 1.87, Galgano 1.88, Labriola 1.89, Villarosa 1.90, Pesco 1.91, Paglia 1.92, Brunetta 1.93, Pastorino 1.94, Guidesi 1.95, Paglia 1.96, Brunetta 1.97, Busin 1.98, Gregorio Fontana 1.99, Ruocco 1.100 e Gallinella 1.101. L'emendamento Sammarco 1.103 ancora mi risulta ritirato, ma è sempre Sammarco e, quindi, non so se a lei risulta.
PRESIDENTE. A noi non risulta, però vediamo.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario sull'emendamento Binetti 1.104. Sull'emendamento Faenzi 1.105...
PRESIDENTE. Questo è ritirato.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario sugli emendamenti Rampelli 1.71, Tofalo 1.106 e Molteni 1.107.
PRESIDENTE. Un momento perché dopo l'emendamento Molteni 1.107 ce n’è un altro recuperato, ossia Furnari 1.2145, a pagina 922.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Accantoniamo anche questo. Parere contrario sugli emendamenti Gelmini 1.108, Luigi Gallo 1.109 e Librandi 1.110. L'emendamento Galgano Tab. A.1 è ritirato.
PRESIDENTE. A noi non risulta ritirato, a meno che l'onorevole Galgano lo confermi. No, quindi mi dia il parere, onorevole Melilli.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Contrario. Parere favorevole sull'emendamento Fedi Tab. A.2. Presidente, le chiederei una correzione perché abbiamo accantonato l'emendamento De Lorenzis 1.74 e accantoniamo anche l'emendamento Capone 1.75 perché parliamo della stessa materia.
PRESIDENTE. Abbiamo accantonato, allora, gli emendamenti De Lorenzis 1.74 e Capone 1.75, giusto ?
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Perfetto.
Pag. 72PRESIDENTE. Va bene. Sentiamo gli altri relatori. Io li chiamerei a questo punto e date tutti i pareri. Emendamento Caso 1.1 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Pastorelli 1.2 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Brunetta 1.3 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Contrario.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Fraccaro 1.4 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Borghese 1.5 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Pagano 1.6 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Capezzone 1.7 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Crippa 1.8 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Roccella 1.9 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
Pag. 73RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Busin 1.11 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Altieri 1.12 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Baldelli 1.113 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Contrario.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Cominardi 1.13 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Tripiedi 1.14 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Pesco 1.15 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Nicchi 1.16 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Cecconi 1.17 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
Pag. 74PRESIDENTE. Emendamento Zolezzi 1.18 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Galgano 1.19 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Alberto Giorgetti 1.20 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Cariello 1.21 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Pisano 1.22 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Prestigiacomo 1.23 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Contrario.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Russo 1.24 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Prestigiacomo 1.25 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Mucci 1.114 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
Pag. 75RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento Capelli 1.26 è ritirato. Emendamento Marco Di Stefano 1.28 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Contrario.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Matteo Bragantini 1.111 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Fico 1.112 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Circa l'emendamento Sammarco 1.29, io non ho chiaro se è stato ritirato o no.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Prego.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. L'emendamento Fico 1.112 dovrebbe risultare ritirato e sostituito con un altro che è stato comunicato.
PRESIDENTE. Allora, a noi non risulta ritirato. In ogni caso, adesso verifichiamo semmai con il suo gruppo. È probabile che sia stata cambiata una segnalazione. Dopo facciamo una verifica. Invece, come aveva detto il collega Melilla, tutti gli emendamenti a firma Sammarco sono ritirati e, quindi, anche l'emendamento 1.29. Sull'emendamento Fico 1.112, intanto andiamo avanti e poi vediamo.
Emendamento Brunetta 1.30 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Vaccaro 1.116.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Vacca 1.31 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Ci rimettiamo all'aula.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
Pag. 76PRESIDENTE. Emendamento Capua 1.32 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Per quanto riguarda l'emendamento Capodicasa 1.33, il relatore di maggioranza ha chiesto di accantonarlo; non so se volete comunque esprimere il parere...
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Rizzetto 1.34 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Pisicchio 1.117 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Contrario.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Palese 1.35 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Folino 1.36 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Baldassarre 1.37 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Manlio Di Stefano 1.38 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Marcon 1.39 ?
Pag. 77FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Pagano 1.40 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Matteo Bragantini 1.41 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Simonetti 1.43 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Polverini 1.44 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Brunetta 1.45 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Abrignani 1.46 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Sorial 1.48 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Fratoianni 1.49 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
Pag. 78GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Pagano 1.115 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Contrario.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Locatelli 1.50 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Contrario.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Andrea Maestri 1.51 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Sberna 1.52 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Contrario.
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Presidente, mi scusi.
PRESIDENTE. Aspetti. Facciamo finire...
FABIO MELILLI, Relatore per la maggioranza. Chiederei di accantonarlo, se fosse ancora possibile.
PRESIDENTE. Il parere del relatore per la maggioranza è cambiato e chiede di accantonarlo, però se volete esprimere il parere lo potete fare, ovviamente. L'onorevole Cariello ha già detto che è contrario. Gli altri relatori ?
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento Zampa 1.130 era stato ripescato tra i segnalati, su cui il relatore di maggioranza ha espresso un parere favorevole.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento Fiorio 1.53 è stato accantonato dal relatore per la maggioranza ma se voi volete esprimervi...
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Rampelli 1.54 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
Pag. 79GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Santerini 1.55 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Vito 1.57 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. A pagina 78, emendamento Gianluca Pini 1.58 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Identici emendamenti Costantino 1.59 e Daga 1.60 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole. È stato già comunicato che questo emendamento è stato ritirato.
PRESIDENTE. È stato ritirato il Daga 1.60 ? Va bene. Tuttavia resta l'identico emendamento Costantino 1.59.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Marchi 1.61 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Minnucci 1.62 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Calabrò 1.64: il relatore per la maggioranza ha espresso parere favorevole purché l'emendamento sia riformulato.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole alla riformulazione.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Grillo 1.65 ?
Pag. 80FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Miotto 1.66 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Rampelli 1.67 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Prodani 1.68 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Vaccaro 1.69 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Pili 1.70 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Marchi 1.72 è stato ritirato. Emendamento Pastorelli 1.73 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Il relatore di maggioranza ha chiesto di accantonare l'emendamento De Lorenzis 1.74 ma se voi volete, potete già esprimere il parere.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Anche l'emendamento Capone 1.75 è stato accantonato dal relatore per la maggioranza.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Presidente, chiedo di apporre Pag. 81la mia sottoscrizione all'emendamento De Lorenzis 1.74 ed esprimo parere favorevole sull'emendamento Capone 1.75.
PRESIDENTE. Sta bene.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Misuraca 1.76 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Contrario.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Vallascas 1.77 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Franco Bordo 1.78 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Matteo Bragantini 1.79 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento Terzoni 1.80 non è più segnalato ed è stato sostituito. Emendamento Baldelli 1.81 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Prataviera 1.82 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 1.83 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Il relatore per la maggioranza ha chiesto di accantonare, perché non era stato esaminato, l'emendamento Mannino 1.1638. Tuttavia se i relatori di minoranza sono pronti, possono esprimere il parere.
Pag. 82FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Di che stiamo parlando ?
PRESIDENTE. Dell'emendamento Mannino 1.1638.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Questo lo vediamo dopo.
PRESIDENTE. Anche il deputato Melilla si esprimerà in seguito ?
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Non abbiamo i pareri, se ci dice a quale pagina è riportato magari poi lo vediamo.
PRESIDENTE. È riportato a pagina 716. Potete esprimere il parere in seguito, è la stessa cosa.
Emendamento Cristian Iannuzzi 1.84 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Colletti 1.85 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Nicchi 1.86 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Barbanti 1.87.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Galgano 1.88.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Labriola 1.89.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Villarosa 1.90.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
Pag. 83GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Pesco 1.91.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Paglia 1.92.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Brunetta 1.93.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento Pastorino 1.94.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Guidesi 1.95.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Paglia 1.96.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Brunetta 1.97.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Busin 1.98.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Gregorio Fontana 1.99.
Pag. 84FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Ruocco 1.100.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento Gallinella 1.101.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento Sammarco 1.103 è ritirato.
Emendamento Binetti 1.104.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Presidente, ci avete detto che è stato ritirato.
PRESIDENTE. No, è ritirato l'emendamento precedente, Sammarco 1.103. L'emendamento Binetti 1.104 non è stato ritirato. A noi non risulta ritirato l'emendamento Binetti 1.104.
Onorevole Binetti, il suo emendamento 1.104 è ritirato ?
PAOLA BINETTI. No, Presidente.
PRESIDENTE. Quindi, qual è il parere sull'emendamento Binetti 1.104 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento successivo, Faenzi 1.105, è ritirato.
Qual è il parere sull'emendamento Rampelli 1.71 ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Tofalo 1.106.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Contrario.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Molteni 1.107.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
Pag. 85PRESIDENTE. Ora abbiamo un altro emendamento di quelli «ripescati». Si tratta dell'emendamento Labriola 1.2145.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Esprimo il parere dopo.
PRESIDENTE. Voi non potete esprimere il parere. Va bene; ci ritorniamo dopo.
PRESIDENTE. Gelmini 1.108.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Contrario.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Luigi Gallo 1.109.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Librandi 1.110.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Contrario.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Galgano Tab. A.1.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Fedi Tab. A.2.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Favorevole.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Favorevole.
PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, intervengo solo per una precisazione. L'emendamento Gallinella 1.101, a pagina 101 del fascicolo, nella parte dispositiva sostanzialmente è simile all'emendamento Fiorio 1.53, che abbiamo accantonato (poi, la parte relativa alla copertura è diversa). Ma entrambi parlano del Fondo indigenti.
Quindi proporrei, per correttezza, di accantonare anche l'emendamento Gallinella 1.101.
PRESIDENTE. Va bene. Adesso avete espresso i pareri, però quando ci arriveremo magari ci ricordiamo che è collegato all'emendamento Fiorio 1.53.
Qual è il parere del Governo ?
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze.
Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 86
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 1.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Archi, Fusilli, Gandolfi. Ancora Fusilli, Bossa, Ferranti, Vignali. Ci siamo ? Arriva Dorina Bianchi e poi chiudiamo la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 431
Votanti 429
Astenuti 2
Maggioranza 215
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 307).
Passiamo all'emendamento Pastorelli 1.2.
ORESTE PASTORELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Voglio ritirare i miei emendamenti 1.2 e 1.73, avendo presentato ordini del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 1.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle, con il parere favorevole della relatrice di minoranza del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, mentre il relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimetta all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fanucci, Bossa, Ravetto. Ci siamo ? Migliore, che ha votato. Chimienti ha votato. Ora mi pare che tutti abbiano votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 403
Astenuti 35
Maggioranza 202
Hanno votato sì 38
Hanno votato no 365).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 1.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Stella Bianchi, Zan, Ravetto (non ce l'ho con lei), Sandra Savino, Binetti. Sandra Savino non riesce a votare; ora sì. Binetti, De Lorenzis, Massa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 431
Astenuti 7
Maggioranza 216
Hanno votato sì 131
Hanno votato no 300).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghese 1.5, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente; il relatore del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula, mentre Pag. 87il relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà esprime parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ci siamo ? No. Stella Bianchi, Amendola, Molea, Colletti, Famiglietti. Amendola ha votato ? Famiglietti sì, Colletti sì, Molea pure, Amendola anche. Ce n’è un altro: De Lorenzis.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 355
Astenuti 75
Maggioranza 178
Hanno votato sì 34
Hanno votato no 321).
(I deputati Porta e Gianni Farina hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto di astensione).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pagano 1.6, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza di Forza Italia, con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e sul quale il relatore di minoranza di Sinistra Italiana si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cinzia Fontana, Marilena Fabbri, Palma, Colletti, Stella Bianchi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 412
Astenuti 26
Maggioranza 207
Hanno votato sì 76
Hanno votato no 336).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 1.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Intervengo per un solo minuto, ma davvero, per chiedere un momento di attenzione. La nostra tesi la conoscete; vale rispetto alle forze di maggioranza e vale rispetto alle forze di opposizione. Anche nelle parti in cui la legge di stabilità proposta dal Governo va in direzione positiva, a nostro avviso, il rischio è che il dosaggio sia troppo basso rispetto al necessario: troppo pochi i tagli di tasse, troppo pochi i tagli di spesa. Si rischia di ripetere l'errore che fu commesso anche dai Governi di questa parte politica: non sfruttare circostanze, magari positive, per avere tassi di crescita sostenuti.
Noi proponiamo, dunque, un emendamento per un taglio shock della pressione fiscale, in questo caso per tagliare tutta la tassazione immobiliare sulle imprese (capannoni, negozi, botteghe artigiane, studi professionali), ovviamente intervenendo con corrispondenti tagli alla spesa pubblica: meno tasse, meno spesa. L'emendamento è ammissibile. Questo dimostra che lo si può fare. A questo punto è un fatto di volontà politica volerlo o non volerlo fare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 1.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 88
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 431
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato sì 137
Hanno votato no 294).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Crippa 1.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Intervengo brevemente, Presidente. Questo emendamento è stato prima accantonato, poi respinto in Commissione e credo che sia uno dei pochi emendamenti, all'interno della legge di stabilità, che avrebbe portato risorse anziché chiederne. Si tratta dell'IMU sulle piattaforme petrolifere. È una diatriba aperta ormai da diversi anni, tant’è che – cito testualmente – nell'accordo che fu siglato da Ministero dello sviluppo economico, Ministero dell'ambiente e regione Sicilia, a Gela, fu dichiarato di risolvere la questione dei crediti pregressi riferiti alle piattaforme petrolifere antistanti in mare. Parliamo anche di comuni marchigiani e abruzzesi: sono anni che hanno aperto cause con queste società petrolifere per il mancato pagamento.
Il tutto si deve risolvere da un punto di vista amministrativo, ma soprattutto normativo. Con questo emendamento andavamo a porre fine a questa lunga diatriba, che riguarda più di 106 piattaforme petrolifere sparse su tutti i nostri mari.
Da un articolo de L'Espresso si stima complessivamente (tra multe, ovviamente, e crediti maturati nel corso del tempo) 2 miliardi di euro di IMU non pagata, riferita alle piattaforme petrolifere. Questa soluzione non è piaciuta al Governo. Loro ci hanno indirizzato verso un orientamento di un ordine del giorno che prevedeva il rialzo delle royalty, ma per noi ciò è tipicamente un voto di scambio territoriale per riuscire a far accettare le trivellazioni nei comuni che le devono ospitare.
Quindi, siamo assolutamente contrari a quel tipo di approccio. Noi chiedevamo, invece, che, se sono, come voi le avete considerate, fondamentali per le attività produttive del Paese, non noi, debbano almeno pagare le stesse tasse che tutte le altre attività imprenditoriali operative su terraferma devono pagare. Quindi, il paradosso è che il panettiere per la sua attività produttiva paga IMU ed ex ICI, l'attività di perforazione petrolifera in mare no. Questo tipo di situazione, per noi, è inaccettabile quindi abbiamo ripresentato l'emendamento in Aula e lo ripresenteremo ogni qual volta possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 1.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Capelli, Stumpo, Locatelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 433
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato sì 125
Hanno votato no 308).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Roccella 1.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente. Questa è una legge in cui c’è scarsa attenzione alla riduzione e alla razionalizzazione Pag. 89della spesa. Quindi, il timore che abbiamo è che poi ci siano successivi interventi di inasprimento della pressione fiscale.
Allora, visto che ci sono – e lo sappiamo dai dati – fasce deboli della popolazione italiana che rinunciano a curarsi, che non accedono alle cure o rimandano le cure, perché anche il modesto contributo del ticket – poi non sempre così modesto – è troppo per il bilancio familiare, per il bilancio personale, mi sembra che dare un messaggio rassicurante, in cui diciamo semplicemente che non ci saranno aumenti del ticket, possa essere, se non altro, una rassicurazione. Non dico tanto, ma mi sembra che già sia possibile e, fra l'altro, non si chiede spesa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. L'emendamento Roccella ha una sua logica, che, però, stride con la logica dei tagli alle regioni da parte dello Stato centrale. O l'onorevole Roccella presenta anche un emendamento soppressivo dei tagli alle regioni, in modo tale che queste abbiano la possibilità di chiudere i loro bilanci, o, altrimenti, diventa un emendamento prettamente demagogico, mentre non è demagogico, purtroppo, il taglio che i territori subiscono dalle politiche di questa maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Roccella 1.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza di Forza Italia e Sinistra Italiana e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gregori, Tartaglione, Tripiedi, Occhiuto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 396
Astenuti 42
Maggioranza 199
Hanno votato sì 99
Hanno votato no 297).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 1.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Questo è uno dei tanti emendamenti che noi avevamo già presentato in Commissione. L'emendamento serve a cancellare gli oneri e le commissioni dei pagamenti elettronici, in questo caso stiamo parlando di POS, quindi di bancomat. Perché abbiamo presentato emendamenti di questo tipo ? Perché, se da parte del Governo e della maggioranza c’è un incentivo all'utilizzo della moneta elettronica e dei pagamenti informatici, allora a quel punto questo incentivo può essere aumentato dal punto di vista delle operazioni solo ed esclusivamente se si cancellano le commissioni.
Se voi incentivate i pagamenti elettronici, ma mantenete le commissioni bancarie – come state facendo – per quelle operazioni, state solo ed esclusivamente aumentando il gettito delle banche.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza per il MoVimento 5 Stelle e per Forza Italia-Il Popolo della Libertà e sul quale il relatore di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si è rimesso all'Assemblea.Pag. 90
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fanucci, Taricco, Nardi, Capua, Giorgio Piccolo, Nicchi, Marotta, Frusone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 431
Astenuti 7
Maggioranza 216
Hanno votato sì 133
Hanno votato no 298).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Altieri 1.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, di nuovo, molto brevemente. Ci abbiamo provato prima sulla questione della tassazione immobiliare delle imprese; riproviamo ora sul versante dei redditi delle imprese e dell'IRES, sempre nella logica taglio di tasse, accompagnato da corrispondenti tagli di spesa.
Io penso che l'ossessione di tutti, del Governo, qui così autorevolmente rappresentato, delle opposizioni e di chiunque abbia ragionevolezza, dovrebbe essere quella di abbattere il total tax rate delle imprese in Italia. Non cito quello che è noto a tutti (ricerca della Banca mondiale) – per l'Italia, total tax rate molto sopra il 60, per Francia e Spagna sotto il 60, per Germania sotto il 50, per Inghilterra 32-33, per la fascia balcanica 20 e qualcosa – ma, o noi diamo una botta forte, in senso positivo, alla tassazione delle imprese, oppure le prospettive di ripresa saranno deboli e flebili.
Ecco, noi offriamo anche questo emendamento come contributo – mi rivolgo al Viceministro Morando, che so sensibile al tema – al taglio di tasse o al taglio di spesa; o c’è davvero una spinta forte in questa direzione, altrimenti il timore è che anche nelle parti in cui la legge di stabilità vorrebbe andare nella direzione giusta, lo fa in modo omeopatico con dosaggi troppo piccoli e la terapia rischia di non funzionare e rischiamo di rimanere inchiodati allo zero virgola.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Altieri 1.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bossa, Fanucci, Giorgio Piccolo, Cozzolino, Cristian Iannuzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 437
Votanti 434
Astenuti 3
Maggioranza 218
Hanno votato sì 140
Hanno votato no 294).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Baldelli 1.113.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. L'emendamento tocca un tema molto rilevante e delicato, che è quello della sicurezza, Presidente. Se si guardano le statistiche sui furti in appartamento, colleghi, in questo Paese, si tratta di dati oggettivamente inquietanti. Sta prendendo corpo un dibattito legittimo, con grandi differenze tra centrodestra e centrosinistra, su quali debbano essere i confini del concetto di legittima difesa. Sta emergendo ed è emerso anche nel corso dell'esame in Commissione sulla legge di stabilità, Presidente, un confronto su quanto avremmo potuto fare di più in tema di sicurezza e di sostegno alle Forze dell'ordine, a partire Pag. 91dal rinnovo del contratto nazionale delle Forze dell'ordine e di sicurezza e su questo ci siamo divisi e ci siamo confrontati.
Noi rimaniamo della nostra posizione: avremmo potuto e dovuto fare di più. Ma credo, Presidente, che ci siano poi elementi che debbano essere condivisi e io su questo aspetto richiamo l'attenzione di tutti i colleghi. Io non credo di poter convincere i colleghi del MoVimento 5 Stelle, che considerano la porta blindata un bene di lusso, però il parere pur favorevole che ci ha dato l'onorevole Polverini, in qualità di relatore di minoranza di tutto il centrodestra in quest'Aula, su questo emendamento credo e spero che possa indurre i colleghi a una riflessione su due temi, in particolare sulla possibilità dell'introduzione di detrazioni per la vigilanza privata e sull'innalzamento delle detrazioni fiscali per gli strumenti di sicurezza.
Presidente, colleghi, le idee belle sono fatte per essere copiate, diceva qualcuno. Ci sono due modi per copiare le idee. Uno: copiandole materialmente, come ha fatto il Governo con la possibilità di introdurre le detrazioni per gli istituti di vigilanza rispetto alle abitazioni e ai condomini. È una buona idea che il centrodestra ha portato avanti, in primis Forza Italia, e il Governo l'ha copiata, a nostro avviso male, mettendoci pochi soldi, ma ha riconosciuto e l'ha riconosciuto anche il relatore Tancredi che era un'idea del centrodestra ed era una buona idea.
Poi, c’è un altro modo: quello di copiarle a chiacchiere. Io voglio offrire ai colleghi del PD due buone ragioni per sostenere questo emendamento. Cito la prima, Presidente Sereni, 10 dicembre 2015: «Stiamo studiando dei meccanismi molto semplici di defiscalizzazione per chi vuole prendere una porta blindata perché è giusto che chi vuole sentirsi più sicuro possa farlo»; così il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in conferenza stampa. Un'altra buona ragione, 13 dicembre, Leopolda, Matteo Renzi: «Metteremo soldi per chi vuole sentirsi più sicuro, magari comprandosi semplicemente una porta blindata. Stiamo studiando la forma. Magari la deducibilità». Lo ha detto il Premier, Matteo Renzi, parlando alla Leopolda.
Ora, io credo che la Leopolda possa essere considerata una sorta di fabbrica delle idee. Insomma, non è che poi prendete le nostre idee e soprattutto le idee, quando dite che siete d'accordo, cercate di metterle in pratica.
Questo emendamento stabilisce questo principio: deducibilità, che adesso è al 50 per cento, al 100 per cento per tutti coloro che spendano nella sicurezza della propria abitazione. Io credo che sia una cosa di buonsenso e mi auguro che il PD sia conseguente con le parole, non solo del Presidente del Consiglio, ma anche del suo capo di partito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.
IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, concordando sul merito dell'emendamento, al di là anche di ciò che ha detto adesso il collega Baldelli, vorrei sottoscrivere l'emendamento anche a nome degli altri colleghi del gruppo Alleanza Liberalpopolare Autonomie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baldelli 1.113, con il parere contrario della Commissione e del Governo e dei relatori di minoranza per il MoVimento 5 Stelle e per Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà ed il parere favorevole della relatrice di minoranza per Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Colletti.
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 92
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 435
Votanti 433
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato sì 53
Hanno votato no 380).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cominardi 1.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento si vuole, quanto meno, mettere una piccola pezza alla sciagurata manovra Fornero. Cosa riguarda ? Riguarda i cosiddetti lavoratori precoci, anche se la trovo una definizione odiosa, perché non sono lavoratori precoci. È questa normativa assurda che li rende tali. Si tratta di dar la possibilità a lavoratori che hanno lavorato per ben quarant'anni della loro vita di poter raggiungere i requisiti per percepire la pensione.
A volte si parla di emendamenti di buonsenso, qua si va oltre il buonsenso. È la logica, siccome già siamo verso un sistema contributivo puro, cioè il ragionamento è: tanto verso, tanto ricevo. Se dobbiamo considerare anche per quanto tempo un lavoratore ha messo dei contributi nelle casse dell'INPS, qui viene più che ovvio il fatto di considerare non solo l'età anagrafica ma considerare in particolare l'età contributiva. Pensiamo al lavoratore che entra nel mercato del lavoro a vent'anni, fa quarant'anni di lavoro, quindi secondo questo emendamento a sessant'anni potrebbe poter andare in pensione. Per quarant'anni ha versato, tenendo in considerazione la speranza di vita di questo Paese, se è fortunato riuscirà a percepire solo per metà dei contributi versati dal punto di vista degli anni. Quindi, se seguiamo questa logica del contributivo, la logica di dire tanto ho versato, tanto mi viene dato, questo è un ragionamento lineare. Poi dobbiamo considerare un'altra cosa, che quando è entrata in vigore la legge Fornero non ha minimamente preso in esame determinati lavori, cioè i lavori faticosi, i lavori cosiddetti usuranti. Tra l'altro esiste una categoria che però esclude una miriade di tanti lavori che sono altrettanto usuranti ma non vengono minimamente considerati, non esistono. Pensiamo al muratore, per esempio, pensiamo al camionista, pensiamo a tante tipologie di professione che, secondo degli studi, questa è una speranza di vita estremamente ridotta per esempio alla speranza di vita che ha un dirigente di banca, visto che siamo nel periodo in cui è giusto ricordare anche questi personaggi, o il politico, che magari la pensione la matura dopo cinque anni «di lavoro», tra virgolette, definiamolo così. Quindi io vorrei capire anche dai rappresentanti del Governo che ho qui dinanzi a me le ragioni, le motivazioni per le quali non si vuole mettere quanto meno una pezza; qua non si parla di abrogare, anche se noi abbiamo fatto proposta anche in questo senso di abrogare tutta la riforma Fornero, stiamo chiedendo semplicemente di dare giustizia a questi lavoratori che lavorano per quarant'anni, sembra il minimo. Quindi vi prego, non fate come avete fatto in Commissione, evitate di dire che queste tematiche non andrebbero discusse in legge di stabilità ma discusse in un altro contesto e vi prego di non parlare del problema di andare a recuperare le risorse, perché è evidente a tutti come i soldi per le banche si trovano sempre, come i soldi per finanziare delle assurde grandi opere ci sono sempre, quando si tratta invece di andare incontro ai diritti – che dovrebbero essere considerati diritti acquisiti, purtroppo non lo sono – si guarda sempre da un'altra parte e c’è anche un costo sociale legato a questi mancati pensionamenti, un costo sociale perché molti di questi non riescono più nemmeno a lavorare, invecchiano precocemente, intasano il sistema sanitario pubblico e non consentono il turnover, quindi Pag. 93il fatto che dei giovani possano reinserirsi nel mondo del lavoro. Chiedo cortesemente al Governo di esprimersi in merito.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 1.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Binetti, Frusone, Sandra Savino, Sannicandro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 428
Astenuti 2
Maggioranza 215
Hanno votato sì 134
Hanno votato no 294).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tripiedi 1.14. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.
DAVIDE TRIPIEDI. Signora Presidente, con questo semplice emendamento chiediamo al Governo e al Partito Democratico di restituire i soldi che hanno rubato a quei lavoratori che svolgono attività usuranti e sono quei lavoratori che lavorano in miniera, o in catena di montaggio. Io sono imbarazzato a difendere un decreto che ha fatto il presidente Damiano, presidente della Commissione lavoro, e non si sente una parola da parte dei componenti della Commissione lavoro, perché voi dovete capire che se hanno rinnovato la cassa integrazione in deroga lo hanno fatto con i soldi che avrebbero potuto utilizzare per mandare in pensione questi lavoratori. Oggi siamo imbarazzati, i soldi non li dovete prendere da chi veramente fa fatica a lavorare. Ma noi non ci stupiamo più perché chi non ha mai lavorato nella vita non può capire certe cose, quindi per favore date un voto favorevole a questo emendamento e cercate di trovare i soldi altrove, non da chi è già debole. Per favore, ve lo chiedo, rispettate chi nella vita fa un lavoro veramente faticoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà per un minuto.
CLAUDIO COMINARDI. Signora Presidente, questo emendamento è fondamentale. Per quale ragione ? Perché qua si mette in discussione anche quella che è la prerogativa parlamentare. Perché dico questo ? Perché mesi fa si è votata in Commissione lavoro una risoluzione che impegnava il Governo a utilizzare quelle risorse di quel fondo non solo per le categorie usuranti che ora vengono contemplate in quel fondo ma anche per i lavoratori edili. Quindi c'era l'impegno dell'intera Commissione, tutti l'hanno votata, il PD, NCD, tutti l'hanno votata questa risoluzione. E il Governo cosa fa ? Il contrario. Forse quei soldi erano destinati per quella cosa lì, li ruba una volta che noi abbiamo individuato che quel fondo era sottoutilizzato, cioè noi abbiamo inconsapevolmente fatto il lavoro del Governo. Vi dovreste vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Placido. Ne ha facoltà.
ANTONIO PLACIDO. Signora Presidente, solo per dire che il collega Cominardi ha ricordato una circostanza che corrisponde alla realtà: in Commissione e non moltissimo tempo fa, in maniera pressoché unanime, maggioranza e opposizione hanno ritenuto di dovere approvare una risoluzione che andasse nella direzione del riconoscimento pieno dei diritti delle persone che hanno lavorato in determinati Pag. 94settori. Ferma rimanendo la necessità di integrare in maniera opportuna la classificazione attualmente vigente di lavoro usurante, non c’è dubbio che la materia cui l'emendamento si riferisce è una materia lungamente dibattuta e largamente condivisa. Io troverei auspicabile, se non altro in omaggio ad un principio di onestà intellettuale minima – che non guasterebbe di questi tempi – che qualcuno dei colleghi della maggioranza trovasse il modo e l'occasione per recuperare la sostanza dei temi a cui l'emendamento si riferisce. Noi, per parte nostra, lo sosterremo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà. Ha un minuto.
LUIGI GALLO. Signora Presidente, ma in questa Camera il Presidente della Camera interviene per il rispetto delle esigenze della maggioranza solo quando c’è da votare una riforma costituzionale di notte, quando c’è da mettere la ghigliottina ?
Quando c’è da preservare il lavoro parlamentare, che facciamo tutti i giorni nelle Commissioni e in Aula, cosa dice la Presidenza della Camera ? Vuole fare un monito al Governo ? Altrimenti qui veramente non ha alcun senso lavorare più all'interno delle Commissioni. Produciamo atti, produciamo risoluzioni, impegniamo il Governo con delle mozioni: ditelo che l'80 per cento del lavoro che facciamo qui deve essere cestinato ! È solo, per così dire, uno show che mettiamo agli atti con un resoconto provvisorio, un resoconto sommario che non serve a nulla. Allora mi aspetto che la Presidenza difenda il lavoro e gli atti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tripiedi 1.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tartaglione, Bolognesi, Lainati, Ferraresi, Amendola, Parisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 426
Votanti 424
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato sì 135
Hanno votato no 289).
(Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario)
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.15
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.
DANIELE PESCO. Grazie Presidente. In questi tre anni non abbiamo fatto molta fatica a capire che le priorità tra i partiti della maggioranza e il MoVimento 5 Stelle sono veramente diverse. Fin da quando siamo arrivati in Parlamento abbiamo iniziato a dedicarci a un progetto importante, che ci ha portato via sicuramente molto tempo. Questo progetto si chiama reddito di cittadinanza ed è un progetto che serve (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È un progetto che serve a dare una mano a tutti i cittadini, ma soprattutto a quei cittadini che non ce la fanno, che non riescono ad arrivare alla fine del mese. È un concetto banale, molto semplice, però estremamente importante per fare in modo che il nostro Paese veramente riesca a migliorare. Infatti, fino a quando avremo gran parte della cittadinanza e dei cittadini che fanno veramente fatica ad arrivare a fine mese e che non trovano un posto di lavoro, sicuramente Pag. 95staremo sempre in difficoltà e avremo un Paese sempre in difficoltà.
Quindi andrebbe fatto al posto di agevolare l'evasione fiscale, come ha fatto questo Governo, al posto di fare gli aiuti alle multinazionali e alle banche – tant’è che siete andati a prendere anche i soldi nelle tasche dei cittadini per aiutare le banche e avete concesso molti sconti fiscali –, al posto di depenalizzare i reati penali anche fiscali, al posto di ingrassare i conti delle banche con i famosi derivati. Colleghi, rendiamoci bene conto di una cosa sul debito pubblico, sul fatto che gli interessi del debito pubblico continuano a scendere eppure continuiamo a spendere la stessa cifra di interessi. Vuol dire che da una parte stiamo spendendo molti soldi con i derivati, i derivati che servono per ingrassare i conti delle banche. Pensateci a questo. Ebbene, al posto di fare tutte queste cose, cari colleghi, noi penseremmo di fare il reddito di cittadinanza e ve lo abbiamo proposto già diverse volte. Sarebbe una misura utile, ma soprattutto basata su tre pilastri fondamentali: l'integrazione del reddito, i controlli e la creazione di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tre cose veramente semplici ma che si potrebbero realizzare con l'impegno di tutti, ma soprattutto di voi, colleghi, che dovreste veramente capire che è essenziale fare questa manovra per la tutta la nazione. Riusciremmo veramente a dare una risposta concreta al nostro Paese.
Partiamo dalla prima, dall'integrazione del reddito. La soglia del rischio di povertà è fissata per il 2014 – andranno aggiornati i dati appena avremo le stime – a 15.600 euro. Ebbene, il 50 per cento della popolazione non riesce neanche a arrivare a sei decimi di questo valore, ovvero a 9.360 euro che, diviso per dodici mensilità, fa 780 euro. Ma 780 euro non vuol dire che daremmo questa somma a tutti: noi a tutti daremmo l'integrazione del reddito per raggiungere questa somma. E con questa somma veramente le persone sarebbero messe nella condizione giusta per riuscire a cercarsi un posto di lavoro con serenità, per dedicarsi alla formazione, per dedicarsi alla riqualificazione professionale, per dedicarsi alla propria famiglia, ma soprattutto per essere sereni.
È una cosa che probabilmente voi purtroppo non riuscite a capire, perché noi con questa manovra, con 17 miliardi, riusciremmo a dare una risposta a tutte queste persone. Prima cosa: integrazione del reddito.
La seconda cosa, non meno importante, sono i controlli, perché logicamente non possiamo dare soldi così, senza controlli. È importante. Il fenomeno dei furbetti ce l'abbiamo in Italia e, quindi, siamo sicuri che una misura del genere, senza gli adeguati controlli, potrebbe essere un buco nell'acqua. Per questo abbiamo istituito il reato di falso nel reddito di cittadinanza, perché le persone vanno responsabilizzate, perché se una persona accetta di avere il reddito di cittadinanza deve sapere che deve comunicare le cose giuste all'Agenzia delle entrate, che deve comunicare il giusto reddito che percepisce, prima di percepire il reddito di cittadinanza. Quindi è fondamentale. Per poi non parlare di tutti gli altri controlli messi in atto grazie alla struttura informativa centralizzata. Tutte le banche dati che abbiamo in Italia basta unirle, per riuscire a creare una vera maglia e una vera rete di controlli contro le persone che potrebbero approfittare di questo.
Ma la cosa più importante, colleghi, è la creazione del lavoro, attraverso i centri per l'impiego, che voi mi sembra abbiate dimenticato, e attraverso la riqualificazione. Abbiamo previsto le giuste coperture anche per la riqualificazione dei centri per l'impiego. Potremmo veramente trasformare questi centri in fabbriche del lavoro, centri dove le persone si possono incontrare, possono condividere le proprie esperienze, la propria formazione e la propria qualificazione per riuscire a creare nuove imprese, attraverso persone giuste che magari possono dargli una mano, attraverso dei tutor, degli imprenditori. I fondi, i fondi europei, facciamoli utilizzare ai centri per l'impiego, diamogli Pag. 96la possibilità di utilizzarli e creiamo nuovi posti di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non ci vuole tanto, colleghi, non ci vuole nulla, basta riflettere. Leggetevi, magari durante le vacanze, le dieci pagine che abbiamo aggiunto sul reddito. Magari, veramente, potrebbero esservi utile per aprire un po’ la mente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.
LARA RICCIATTI. Signora Presidente, era l'estate del 2011 quando un gruppo di persone, i ragazzi e le ragazze di Tilt, scelsero di invadere le piazze e le università con dei banchetti per raccogliere delle firme a sostegno di un'idea che avevano, un'idea forte, un'idea granitica, un'idea concreta, che era quella del reddito minimo garantito. Così lo chiamammo all'epoca. Raccogliemmo tante firme a sostegno della nostra proposta, perché ritenevamo all'epoca e lo riteniamo tuttora – tant’è che il gruppo di Sinistra Italiana voterà l'emendamento dei colleghi del MoVimento 5 Stelle – che andasse data una risposta politica. A chi ? A quella classe dirigente che in quegli anni preferiva additare le giovani generazioni come i bamboccioni dell'ultima ora, come coloro che avrebbero vissuto a casa dei genitori, alle spalle e alle spese dei genitori fino a quarant'anni. Poi gli insulti ai giovani e alle giovani generazioni si sono succeduti anche col passare dei Governi. Siamo passati all'appello e all'incoraggiamento a non essere così schizzinosi, a non essere così chiusi.
Ma la risposta che le ragazze e i ragazzi di Tilt hanno voluto dare è stata una risposta politica, pensando a un altro stile di vita. Infatti, care colleghe e cari colleghi, la nostra idea iniziale era quella di cercare di ridare speranza a una generazione alla quale avevano tolto il diritto al futuro, avevano tolto il diritto all'emancipazione. Era anche un modo per chiedere ai giovani, che una volta laureati se ne andavano dall'Italia, di non andare via dall'Italia e di provare a restare qua, insieme a tutte le altre persone, più o meno grandi, per provare a costruire il futuro. Col passare del tempo ci siamo resi conto che il reddito minimo garantito serviva anche a coprire un'ennesima urgenza, che poi i Governi hanno causato. Si trattava di provare a garantire un minimo di dignità a tutti quegli esodati, una parola molto brutta scritta nei dizionari dei Governi passati, una responsabilità che ancora non si è voluta colmare. Quindi, con l'idea del reddito minimo garantito, si provava a garantire alle persone un diritto costituzionalmente garantito, che era il diritto ad avere una vita dignitosa, combattendo anche i pregiudizi che si avevano sui giovani. Abbiamo raccolto firme, abbiamo fermato persone ai nostri banchetti, che ci dicevano che era l'ennesimo éscamotage di una generazione che non aveva voglia di andare a lavorare e non aveva voglia di emanciparsi, mentre invece era il disperato appello di una generazione che chiedeva di potere riprendere il proprio futuro. Per la vita di un ventenne, quando provi ad affacciarti al mondo del lavoro, la tua vita lavorativa puzza di stantio, perché puzza di precariato, perché puzza di un'assenza di diritti, che di fatto negli anni si tramuta con assenza di futuro.
Sul reddito minimo garantito, giochiamo e giocate tutte e tutti a fare un po’ più o un po’ meno gli europeisti. E, guardate, ce lo chiede l'Europa di approvare questo emendamento, care colleghe e cari colleghi del Governo, perché il reddito minimo garantito è finanziato in tutta Europa da una fiscalità generale. Quindi, non venite a dirci che voi respingerete questo emendamento solo ed esclusivamente perché non ci sono i soldi. Infatti, è sufficiente e sarebbe sufficiente rispondere a un criterio molto semplice: si redistribuisce il reddito facendo in modo che chi ha troppo possa farsi carico anche di chi non ha niente. Per questo il mantra che non ci sono le risorse, permettetemi di dirvelo, è una sciocchezza. Dove prendere Pag. 97le risorse, viceversa, sarebbe una scelta politica. Certo è che non ci aspettiamo e abbiamo smesso di aspettarci da questo Governo delle scelte così rivoluzionarie, però voi tutte e tutti che, soprattutto durante il periodo di Natale fate tanto appello a Papa Francesco, provate ad ascoltare e a interpretare in chiave laica quello che lui vi sta dicendo da mesi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO COMINARDI. Presidente, io faccio appello ora agli economisti qui presenti in Aula o ai banchi del Governo perché il reddito di cittadinanza, secondo anche dei premi Nobel, è un volano per l'economia. È un volano perché attiva quelli che sono i moltiplicatori keynesiani. A livello macroeconomico, si crea tutto un consumo e un consumo poi che risulta anche sicuramente più etico e perché ? Perché va in quelle fasce di reddito che andrebbero a spendere i soldi per dei beni primari, beni essenziali. Siccome la politica italiana si ispira ultimamente a quella americana, allora io vi chiedo, cortesemente, di vedere che anche in America ultimamente qualcosa si sta muovendo. L'ex Ministro dell'amministrazione Clinton, Robert Reich, ha fatto un documentario dal titolo «Inequality for All» che spiega come l'economia si ferma nel momento in cui masse di denaro rimangono ferme nelle mani dell'1 per cento.
PRESIDENTE. Grazie.
CLAUDIO COMINARDI. Economisti, parlate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Presidente, noi abbiamo una classe politica che ha tolto il futuro ai giovani e agli italiani. Siete riusciti a costruire una società che non riesce neanche a salvare i bambini. Il 13,3 per cento dei minori vive in una condizione di deprivazione materiale. Siamo al ventitreesimo posto su ventinove nell'area OCSE. Sapete che cosa significa deprivazione materiale ? Significa che tredici bambini e ragazzi su cento la mattina si alzano e non potranno fare colazione, pranzo e cena, ma salteranno un pasto; significa che dormono su un divano di un soggiorno-cucina affollato da tutti gli altri componenti della famiglia; che non hanno soldi per i libri, per un gioco; che non hanno la possibilità di avere delle risorse per fare una vita dignitosa. Bene, ci vogliono 15 miliardi di euro e voi in questa legge di stabilità decidete di stanziare 380 milioni di euro...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Luigi Gallo.
LUIGI GALLO. ... ma per fare i consumatori, non per dare dignità ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.
RICCARDO NUTI. Grazie Presidente. Questo Governo e questa maggioranza si ostinano a non voler approvare il reddito di cittadinanza. Ma vorrei ricordare una cosa: il reddito di cittadinanza permette di aumentare le pensioni minime; permette di portare le pensioni minime da circa 500 euro a 780 euro a persona. Voi dovete rispondere come fa un pensionato a vivere con 500 euro al mese nel 2015. Il reddito di cittadinanza esiste in tutta Europa; solamente in Italia e in Grecia non esiste. E voi ancora vi ostinate a fare delle misure contro la povertà che sono ridicole rispetto a quella che è la misura del reddito di cittadinanza. Ed in ultimo, cosa fa il reddito di cittadinanza, oltre tutte le cose positive che sono state dette dai miei colleghi ? Combatte ed elimina le clientele. Pag. 98Ed è proprio qui il nodo. Voi avete e noi come Paese abbiamo migliaia di precari che costantemente minacciano le nostre amministrazioni locali e regionali.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Nuti.
RICCARDO NUTI. Potete farlo e liberarvi di queste clientele votando il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Presidente, io volevo porre una questione riguardo al reddito di cittadinanza perché, a mio avviso, qui la questione non è più una questione di obiettivi che si vogliono raggiungere o una questione di vantaggi che ci sono per noi su questo provvedimento o meno e nemmeno di coperture. Ma qui il problema è di come intendiamo rispondere ad un'esigenza che ormai è chiara di tutti i cittadini in tutte le regioni. E vediamo anche vostri governatori di regioni che ormai a questa esigenza e a questa richiesta dei cittadini rispondono con forme più o meno equivalenti anche alla nostra proposta. E, quindi, qui dobbiamo chiederci quanto tempo ancora dobbiamo far passare fin quando i vari governatori prenderanno provvedimenti in questo senso. E, poi, lo Stato centrale si troverà a riordinare e a riorganizzare diverse forme di sostegno alla povertà nelle diverse regioni. Quindi, tanto vale che il Parlamento affronti la situazione in maniera...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cariello.
FRANCESCO CARIELLO. ... unica a livello di Stato centrale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.
FRANCESCO D'UVA. Presidente, che si chiami reddito di cittadinanza, reddito minimo garantito, reddito di dignità ha poca importanza. So soltanto che, in base a come viene chiamato, a volte la maggioranza è favorevole o è contraria. Ad esempio, ci sono degli esponenti del Partito Democratico in alcune regioni che l'hanno portato avanti. L'altra volta ho sentito il presidente di una regione a un seminario organizzato dal Ministero dell'interno – parlo di Emiliano della Puglia – che lo voleva istituire. So che Libera ovviamente è con noi in questa battaglia e siamo assieme per il reddito minimo garantito. Ecco, io mi chiedo questo: com’è possibile che, quando una cosa la propone il MoVimento 5 Stelle, ce la bocciate e quando, invece, dovete riempirvi la bocca nei vari eventi siete pronti a dire sì, sì perfetto, il reddito lo vogliamo ? Ma se lo volete – e voglio proprio vedere se lo volete davvero – votate favorevolmente a questo emendamento. È importante. Questo combatte le mafie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed evita le clientele e restituisce la libertà ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente. Reduce dalla Cop21 di Parigi, l'Italia ha sottoscritto un accordo che dice chiaro: noi dobbiamo andare in una direzione. Ma questa direzione il Governo non la sta prendendo perché vi dico subito che ci sono 14,7 miliardi di euro ogni anno in Italia per incentivare le fonti fossili. Io penso che la copertura ci possa essere a questo punto per poter invece incentivare chi ha davvero bisogno. Infatti, io temo che i signori delle fossili, se non avessero questi sussidi, sarebbero dei clochard, con tutto il rispetto per i clochard (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
Pag. 99PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Grazie Presidente, solo per sottolineare che ci sono diversi disegni di legge che giacciono in questo Parlamento per il reddito di cittadinanza. Uno dei primi atti che io ho sottoscritto insieme al mio gruppo appena entrato in questo Parlamento era la legge sul reddito di cittadinanza. Altre ne sono state depositate anche da colleghi della maggioranza. Questa è una proposta oggettiva che oggi si può applicare. E il reddito di cittadinanza è oggi uno strumento di civiltà davanti all'imbarbarimento della nostra società. Adesso scegliete pure la formula che preferite, ma è uno strumento indifferibile. Ci troviamo in una condizione in cui il contrasto alla povertà deve diventare una delle priorità della politica. E mi sembra che da questo punto di vista le ricette di questo Governo non si pongono il tema della povertà o troppo spesso si pongono il problema dei ricchi e mai quello dei poveri. Ed è un tema che riguarda anche una generazione, la mia. E concludo, Presidente, dicendo che c’è una generazione che ha conosciuto la barbarie della precarietà a cui avete spiegato che era invece la flessibilità...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palazzotto.
ERASMO PALAZZOTTO. ... e che senza questo reddito rimarrà ricattabile a vita (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.
COSIMO PETRAROLI. Grazie Presidente. L'Unione europea in più occasioni ha ribadito la necessità di questa forma di tutela e soprattutto dell'integrazione sociale. La prima volta è stata nel 1992 con l'atto n. 441 del Consiglio europeo che ha raccomandato agli Stati membri di riconoscere il diritto basilare di ogni persona di disporre di risorse sufficienti per vivere in modo dignitoso.
Stesso concetto poi ribadito il 17 dicembre del 1999, sempre dal Consiglio europeo. Poi il 3 marzo 2010 interviene la Commissione europea, in una comunicazione intitolata «Europa 2020», che indica tra gli obiettivi da raggiungere proprio la coesione sociale e territoriale attraverso strumenti di questo tipo.
Otto mesi più tardi interviene anche il Parlamento europeo, con la risoluzione del 20 ottobre 2010. Insomma, l'Europa ci obbliga, in tutti i sensi, ad adottare misure di questo tipo. Pensando che il bilancio dello Stato è all'incirca di 800 miliardi annui, il reddito di cittadinanza includerebbe soltanto dell'1 o 2 per cento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI. C’è il segretario regionale del PD umbro che ha definito la nostra proposta di reddito di cittadinanza come mancetta esigua e inutile, mistificando la realtà, perché la stessa Istat ha riconosciuto che la nostra proposta è quella più completa e incisiva per contrastare la povertà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), è una vera e propria manovra economica; mentre quella del PD è stata bollata come blanda, perché sposterebbe solo una piccola percentuale di famiglie da una condizione di povertà e di ristrettezza economica a una meno grave.
Quindi, ancora una volta il PD si configura come il partito dell'acqua fresca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lenzi. Ne ha facoltà.
Pag. 100 DONATA LENZI. Grazie, Presidente; negli ultimi dieci anni questa è la legge di stabilità che stanzia più risorse per la lotta alla povertà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ci sono 600 milioni di euro quest'anno che si vanno ad aggiungere a risorse già presenti, superiori ai 200 milioni. Quindi arriviamo agli 800 milioni e c’è un miliardo stanziato per il 2017 all'interno di un piano nazionale di lotta alla povertà. Quindi, non è un'iniziativa spot ma un'iniziativa che si inserisce in una programmazione pluriennale, che mira e si dà l'obiettivo di consolidarla in un livello essenziale di assistenza.
Nel contempo vi ricordo, colleghi, che è incardinata al Senato, nella Commissione lavoro, la proposta di legge sul reddito minimo. Quindi non facciamo finta che quello che avviene nell'altro ramo del Parlamento non esista. Ci sono iniziative delle regioni importanti.
La programmazione che qui viene fatta di riordino di tutte le indennità mira anche a coinvolgere le regioni per un'unica grande programmazione. È vero che è diversa l'impostazione noi ci rivolgiamo, in primo luogo, alla povertà delle famiglie e delle famiglie con minori. Lo facciamo perché quest'Aula del Parlamento ha votato all'unanimità una mozione che ha detto: al primo posto, c’è la povertà minorile. Quindi, di conseguenza, il Governo ha messo al primo posto la lotta alla povertà minorile e si occupa delle famiglie in condizione di povertà che hanno bambini e, in questa legge di stabilità, con un emendamento, dei disabili all'interno del nucleo familiare. È un primo passo significativo per un modello di reddito minimo che va a sostegno delle famiglie, non del singolo, che ha costi significativi, che andranno crescendo negli anni, ma non si pone demagogicamente un obiettivo che costa più di 14 miliardi e che alla fine rischia di essere semplicemente una battaglia elettorale non realizzabile, non coperta, non concreta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, siamo stanchi della vostra retorica. Ci sono persone, migliaia di persone, che muoiono e non muoiono per una fatalità, non muoiono per vecchiaia: muoiono perché voi li uccidete ! Gli uccidete la speranza, gli uccidete la dignità !
Noi non abbiamo bisogno, Presidente, della carità e dell'elemosina: abbiamo bisogno di una misura assolutamente irrinunciabile e non si può più aspettare per questo, Presidente. Quello che il Governo sta facendo in questa sede è esattamente quello che ha detto la collega: un provvedimento spot soltanto per fare elemosina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente; vorrei dire alla collega del PD che ha parlato poc'anzi che, se la proposta si è arenata in Senato, certo non è colpa della minoranza, che ne ha richiesto la calendarizzazione, ma del Partito Democratico che di fatto non sa che pesci pigliare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) sul quel merito.
Vorrei dire alla collega, sempre tramite lei, Presidente, che 600 milioni contro 17 miliardi mi sembra veramente un paragone che non sta in piedi; poi sono 14,7. Il concetto alla base è che fondamentalmente stiamo parlando di due questioni completamente diverse: voi continuate a dare una sussistenza, noi cerchiamo di far cambiare marcia a questo Paese. Ma non lo facciamo solo noi: l'ha fatto mezza Europa ! Anzi, manchiamo solo noi e pochi altri Paesi in Europa, che non hanno adottato questo tipo di sistema.
E, poi – vi spiego questo e concludo –, non è che non sia coperto, altrimenti l'emendamento sarebbe stato inammissibile. Pag. 101È completamente coperto e la parte economica lo giustifica nella sua esistenza in quest'Aula. Quindi, evitiamo di dire falsità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
LUCA PASTORINO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà per tre minuti.
LUCA PASTORINO. Sarò molto più breve, nel senso che il mio intervento è solo per annunciare la sottoscrizione di questo emendamento da parte di tutti i componenti della componente Alternativa Libera Possibile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore Cinquestelle e SI-SEL, mentre si rimette all'Aula la relatrice Polverini.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Aspettiamo i colleghi che prendono posto. Giuditta Pini ha votato; Sberna è in arrivo, Causi anche, Bolognesi pure; Battaglia. Bolognesi sta votando; Battaglia ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 406
Votanti 386
Astenuti 20
Maggioranza 194
Hanno votato sì 96
Hanno votato no 290).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 1.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gregori. Ne ha facoltà.
MONICA GREGORI. Grazie, Presidente. Allora, questo Governo si definisce il Governo della semplificazione, il Governo del fare, il Governo del popolo, il Governo che va contro i tagli. Allora, forse, nel testo uscito dalla Commissione c’è stata una distrazione involontaria che avete avuto, perché, se così non fosse, significherebbe che tutti gli spot che lanciate al popolo non sono assolutamente veri. Perché ? Intanto non si riesce a capire per quale motivo questo Governo prenda tutto questo tempo per l'attuazione della normativa europea per l'assunzione di medici e infermieri e per la stabilizzazione dei precari.
Allora, intanto la direttiva europea dovrebbe essere applicata già da gennaio 2016. Con tutto l'iter che viene previsto in questo testo sostanzialmente si arriva a gennaio 2018. Non riusciamo a comprendere questa cosa. Allora, se siete il Governo della semplificazione e il Governo del fare, perché avete messo tutto questo passaggio, che sostanzialmente complica l'assunzione di personale sanitario nel sistema nazionale e non dà sostanzialmente il servizio che dovrebbe essere dato ?
Quindi, non si capisce dove sia la semplificazione o forse dovremmo pensare che, con tutto questo tempo che vi prendete, volete fare ulteriori tagli, perché quello che voi dite, e cioè il fatto che non fate i tagli, è assolutamente falso, perché è scritto anche nel testo che vengono ridotti i posti letto proprio per i famosi piani di rientro. Infatti, dobbiamo anche ricordare a chi ci ascolta da casa che, purtroppo, il Ministero della salute è comandato dal MEF, quindi le decisioni sostanzialmente sono prese dal Ministero dell'economia e delle finanze, senza considerare assolutamente il diritto alla salute.
Allora, quindi, il Governo del popolo: tagliate i servizi e venite meno a quello che è il dettato costituzionale, cioè l'articolo 32; non fate assunzioni, nascondendovi dietro il dito del fabbisogno, il quale già era conosciuto prima dei tagli e, quindi, figuriamoci adesso; infine, costringete medici Pag. 102e infermieri a lavorare con turni massacranti, dando un servizio scadente e, quindi, sostanzialmente tirate anche fuori i cittadini dal Servizio sanitario nazionale perché, se io riduco il servizio, il cittadino che guadagna 1.000 euro e ha bisogno di una visita specialistica non può andare da un privato, perché la linea del Governo è questa, cioè ridurre i servizi del pubblico per andare ad agevolare il privato.
Cosa fa Sinistra Italiana con questo emendamento ? Sostanzialmente toglie tutta la parte burocratica e dà una risposta immediata, chiedendo di mettere 500 milioni immediatamente prendendoli dalle banche e dalle assicurazioni e, ovviamente, di procedere a tutto questo iter ed attuare immediatamente la normativa europea.
Per noi è assurdo il fatto che il Governo abbia dato un parere negativo, quando proprio noi lo aiutiamo a far vedere un vulnus che forse non è stato ben visto in Commissione. Ma sappiamo che il vostro parere deriva anche da una linea politica ben definita, di certo una linea che non è di sinistra, non con il popolo, ma una linea che va tutta a destra, con i poteri forti. Non è un caso che il popolo vi sta abbandonando (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 1.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gregori, Cinzia Maria Fontana, Covello. Mazziotti Di Celso è in arrivo. Quelli in arrivo non li chiamiamo; vediamo se arrivano nel frattempo. Molea in arrivo. Forza, colleghi ! Casati.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 407
Astenuti 5
Maggioranza 204
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 286).
(Il deputato Ferrari ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cecconi 1.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cecconi. Ne ha facoltà.
ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. L'emendamento che è stato presentato dai relatori al disegno di legge di stabilità per andare a sanare questa questione del personale sanitario, ovviamente in deficit ormai da tanti anni, ha veramente dell'incredibile. Ma ha veramente dell'incredibile quello che è avvenuto nei giorni immediatamente successivi, perché voi, nel disegno di legge di stabilità, per l'assunzione del personale sanitario non avete messo neanche un euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e il giorno dopo il Ministro Lorenzin si è presentata alla stampa dicendo che, per assumere il personale sanitario a sufficienza, al fine di andare a colmare le necessità immediate dei nostri ospedali e delle nostre strutture sanitarie, servirebbero 360 milioni.
Oggi il sottosegretario per la salute è andato in Commissione affari sociali a smentire quello che il Ministro, il giorno prima, aveva detto, dicendo che i soldi si troveranno magicamente da una riorganizzazione delle strutture sanitarie nel nostro Paese e, quando voi del PD parlate di riorganizzazione del servizio sanitario, vuol dire che voi il Servizio sanitario lo tagliate o, meglio, tagliate i servizi dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), il che vuol dire meno posti letto, meno ospedali, meno visite per i nostri cittadini. È solo così che voi siete capaci di trovare i soldi ! Pag. 103
Noi con questo emendamento, così come con l'emendamento che aveva presentato SEL prima di noi, chiediamo semplicemente di aumentare dell'1 per cento la tassazione sugli istituti bancari per trovare i 300 milioni necessari, per quest'anno, per assumere il personale sanitario.
È da due anni e mezzo che sono qui dentro e che sento il Ministro della salute millantare o vaneggiare, che forse è il sostantivo più giusto, che riorganizzerà il sistema sanitario, che farà i nuovi LEA, che attuerà i risparmi all'interno del Servizio sanitario nazionale. Non ha fatto assolutamente nulla e l'emendamento che è stato portato al disegno di legge di stabilità dice esattamente le stesse cose vane e vaneggianti che il Ministro ci racconta da due anni e mezzo.
Quindi, non possiamo credere assolutamente alle vostre menzogne e vi chiediamo semplicemente di dare una risposta ai medici, agli infermieri ma, soprattutto, ai cittadini, che vanno nei nostri ospedali, e di metterci quei minimi quattrini necessari per farli sopravvivere e per permettere di dare i servizi necessari per garantire una sanità equa e giusta perlomeno in tutto il territorio nazionale, perché con il vostro emendamento quello che succederà è che le regioni del nord, che sono più ricche e hanno più spazi, assumeranno personale sanitario in deroga; le regioni del sud, che sono in piano di rientro, seppure siano nella possibilità di assumere, però non hanno i soldi per assumere questo personale.
E, allora, mi dite, se non ci mettete un quattrino, come devono fare queste regioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Devono chiudere questi ospedali per cercare di garantire i loro servizi ? Le persone si assumono solo con i soldi e non con le chiacchiere e voi avete fatto solo chiacchiere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATA POLVERINI, Relatrice di minoranza. Presidente, cambio il parere: ci rimettiamo all'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 1.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, mentre si rimette all'Aula la relatrice Polverini.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bossa, Alberti, Pisano, Dorina Bianchi, Frusone. Ancora Pisano e Dorina Bianchi. Matteo Bragantini ha votato. Palma, Colaninno. Palma ha votato ? Sì. Colaninno ha votato. Non vedo altri.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 384
Astenuti 30
Maggioranza 193
Hanno votato sì 92
Hanno votato no 292).
(Il deputato Preziosi ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 1.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Voglio avvertirla, Presidente, che lei a casa sua ha mezza tonnellata di amianto e, quindi, deve stare attenta, perché in Italia ci sono 40 milioni di tonnellate di materiale contenente amianto e, quindi, ognuno di noi ne ha, più o meno, mezza tonnellata di competenza propria, più 100 chili di amianto già in polvere. Quindi, è una cosa che riguarda tutti.Pag. 104
L'altra cosa sorprendente è che questo emendamento porterebbe nelle casse dello Stato circa 300 milioni di euro. Quindi, la copertura assegnata è solamente formale, perché, aumentando di circa dieci volte la bonifica e lo smaltimento di amianto, rispetto alle 400 mila tonnellate smaltite l'anno scorso, queste potrebbero aumentare notevolmente, velocizzando queste procedure di bonifica, che sono troppo lente e che sono rallentate anche dai costi. Sono rallentate dai costi e dalle ecomafie, perché bonificare 40 milioni di tonnellate di materiale contenente amianto significa, a livello di PIL, una previsione di 40 miliardi di euro, ma alle ecomafie conviene fare il turismo e, quindi, invece che portare in un sito a maggiore sicurezza, lo lasciano in una spiaggia. Poi, lo ritrovo l'anno dopo e lo risposto, perché costa circa mille euro a tonnellata smaltire l'amianto.
Quindi, se votate contro quest'emendamento, votate a favore delle ecomafie e votate, soprattutto, per fare in modo che ci siano altre vittime. Quest'anno addirittura il rapporto del registro mesoteliomi non è stato neanche presentato pubblicamente per quanto era terrificante. Le morti all'anno per il solo mesotelioma sono aumentate da 1.400, dieci anni fa, a 1.524 quest'anno. Sono state documentate 63 morti nel comparto della scuola e dell'istruzione e 250 perfino nel comparto delle banche, a cui dovreste tenere particolarmente.
Le morti totali sono state circa 5 mila quest'anno; quindi, se non si bonifica e se non si riduce il rischio d'amianto, se non si mette in sicurezza, si rischia di avere ancora più decessi, prolungare il raggiungimento del picco. Non ve ne frega niente dell'amianto, è inutile che andate in via Molise, davanti al Ministero, quando ci sono i parenti delle vittime. Abbiamo la cava di Orune, in Sardegna, dove si è estratto amianto fino a questa estate, almeno. Quindi si è estratto amianto e si è commercializzato, almeno in Lazio e in Emilia Romagna, in prodotti contenenti porcellana. Si è importata amianto dall'India e dalla Cina.
Cerchiamo di cambiare rotta e davvero cambiate anche il parere su questo emendamento, che – ripeto – porterà soldi nelle casse dello Stato, porterà salute e giustizia per le vittime (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE TRIPIEDI. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento Zolezzi 1.18, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tartaglione, Stumpo, Paris, Tidei, Malpezzi, Covello, Amendola, Ferranti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 408
Votanti 403
Astenuti 5
Maggioranza 202
Hanno votato sì 112
Hanno votato no 291).
Passiamo all'emendamento Galgano 1.19.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Sottosegretari, la produttività è un elemento fondamentale per il benessere di un Paese e l'ISTAT ha certificato che, a differenza degli altri Paesi europei e dell'OCSE, da vent'anni la produttività in Italia è in calo. Per questo abbiamo presentato questo emendamento, che amplia la possibilità per le imprese di avere Pag. 105ammortamenti accelerati per l'investimento in software per l'incremento della produttività.
Siamo preoccupati e delusi dal fatto che il Governo non abbia tenuto in debito conto l'importanza di questo emendamento. Comunque, lo ritiriamo e presenteremo un ordine del giorno, chiedendo al Governo di considerarlo con l'attenzione che merita, perché siamo nel 2015 e la produttività oggi è fatta molto più dall'intelligenza informatica che dai beni strumentali (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Alberto Giorgetti 1.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Intervengo rapidamente. Con questo emendamento interveniamo su una delle questioni fiscali che ha caratterizzato il dibattito di questa legge di stabilità. L'emendamento cerca di potenziare un intervento, con il cosiddetto «super ammortamento». Ricordava il Viceministro Morando una legge finanziaria del 2006 dove avevamo, all'epoca, costruito un meccanismo di valorizzazione dei distretti produttivi, che prevedeva, nella logica della razionalizzazione, dell'organizzazione delle filiere e, quindi, degli accordi di filiera all'interno dei distretti, la possibilità di avvalersi di forme di agevolazioni fiscali nel distretto, in particolar modo l'applicazione di un'IRES unitaria, interventi che ricordassero gli accordi fiscali con gli enti locali privilegiati, con le agenzie delle entrate delle regioni di riferimento. Noi riteniamo che quell'esperienza sia stata, comunque, un'esperienza importante e interessante per dire che oggi dobbiamo cercare di razionalizzare gli interventi anche di «premialità fiscale» in quelle zone dove si è dimostrato di credere profondamente nell'innovazione, nel percorso di crescita delle aziende, nella riorganizzazione delle filiere, che crediamo essere stato particolarmente virtuoso.
Proprio per questo la nostra proposta era quella di lavorare per un miglioramento ulteriore dello strumento in queste aree territoriali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alberto Giorgetti 1.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cinzia Fontana, Palma, Sanga, Ferranti, Rabino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 412
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 289).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cariello 1.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Vorrei illustrare il mio emendamento. Il nostro emendamento si rivolge, intanto, alle micro e piccole imprese che sono l'ossatura dell'economia, soprattutto al Mezzogiorno. Poi vorrei rappresentare quella che è la nostra proposta alternativa, viste le risorse messe a disposizione dal Governo. Con le stesse risorse – tant’è che l'emendamento è stato accolto come ammissibile alla legge di stabilità – noi intendevamo dare alle micro imprese del sud quella linfa necessaria a ripartire in un momento in cui la domanda è completamente ferma.
Infatti, questa è un'alternativa alla vostra visione di credito d'imposta. Oggi gli imprenditori ci dicono che non hanno Pag. 106nemmeno quei soldi per poter investire, non hanno nemmeno la liquidità necessaria per pagare i propri dipendenti, le tasse che sovrastano la propria impresa. Quindi, stiamo parlando di una situazione in cui l'imprenditore deve scegliere se investire o assicurare il minimo necessario per la sopravvivenza della propria impresa.
Il nostro emendamento andava nella direzione di utilizzare quelle risorse per eliminare la tassa delle tasse, l'IRAP, e per eliminare l'IMU sui capannoni, che sono altrettanto dei beni strumentali. Quindi, voi chiedete all'imprenditore di investire nell'acquisto di nuovi beni strumentali, ma oggigiorno glieli stiamo tassando. Quindi, tanto vale che l'imprenditore prenda quei soldi e immediatamente fa cassa con quelle tasse che oggi gli diciamo di non pagare. Quindi, eliminiamo questa tassa sui capannoni, che sono dei beni strumentali produttivi per le aziende, e incentiviamo quelle aziende che non utilizzano questi fattori produttivi, che sono inutilizzati, a riattivarli, togliendogli questa tassa.
Questa è la nostra visione per utilizzare dei fondi che, tra l'altro, denunciamo essere già stanziati su altre tipologie di progetti. Ricordiamo che si utilizza il Fondo FESR 2014-2020. Quindi, con questa possibilità, realmente auspichiamo un rilancio dello sviluppo delle micro e piccole imprese del Mezzogiorno. Con questa forma noi realmente adottiamo una politica d'urgenza, perché il malato oggi va al pronto soccorso e sta perdendo sangue, dobbiamo innanzitutto salvarlo da questo punto di vista.
Voi pensate a lungo termine in questo momento, con un credito di imposta, che chissà quando incasserà l'imprenditore, perché deve fare prima l'investimento, deve avere degli utili e su quegli utili poi eventualmente fare credito d'imposta. Noi chiediamo che queste risorse siano immediatamente messe a disposizione dell'imprenditore e con questo emendamento noi veramente apriamo una riflessione con il Governo, con una visione alternativa a quella che è stata la loro misura più importante. Ci si aspettava un masterplan per il Sud; alla fine è emerso un semplice credito d'imposta. A nostro avviso si sta pensando solo alle grandi imprese perché qui chi ha la reale possibilità di investire – parlo del sud – sono solo i grandi investitori, le grandi imprese.
Sono loro che verranno a investire. E si lascia sempre da parte quello che è il 90 per cento del tessuto economico del Mezzogiorno, che sono le micro e piccole imprese.
La nostra misura guardava a quel tessuto economico, non alle grandi imprese. Quindi, veramente auspichiamo una riflessione su questo ordine del giorno e magari un voto favorevole da parte della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Viceministro Morando. Ne ha facoltà.
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Grazie, signora Presidente. Volevo semplicemente ricordare che il credito d'imposta introdotto durante la discussione della Commissione bilancio nella legge di stabilità è un credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno che si fa valere semplicemente compilando l'F24, quindi non è affatto vero quello che è appena stato detto e cioè che, per poter adire al credito di imposta, bisogna avere un'impresa che faccia utili. L'F24 contiene tributi, contributi ed è esattamente su tutto quell'insieme di tributi e contributi che si può far valere. Quindi, l'argomento che è stato appena sviluppato non ha alcun fondamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cariello 1.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Marazziti, D'Uva, Sarti, Del Grosso...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 107
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 406
Votanti 401
Astenuti 5
Maggioranza 201
Hanno votato sì 116
Hanno votato no 285).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pisano 1.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.
GIROLAMO PISANO. Grazie, Presidente. Io vorrei l'attenzione del Viceministro Morando e del sottosegretario Baretta.
Nel provvedimento, avete inserito, insieme alla maggioranza, la possibilità per le imprese del Mezzogiorno di fruire di un allungamento dei termini per la detrazione dei costi del lavoro sulla trasformazione dei contratti a tempo determinato.
Ora, il problema, nel momento in cui l'impresa è in sofferenza, non è quello di trasformare dei contratti a tempo determinato, ammesso che ne abbia ancora, o di assumere nuove persone. Il problema è che questa impresa non ha più un mercato di riferimento, non ha più la competitività necessaria per avere quel mercato di riferimento e quindi il problema nasce da un meccanismo di economia depressa, che nel Mezzogiorno già esiste. E questa cosa ce l'hanno ampiamente detta sia l'Istat, sia la Svimez, sia tantissimi altri enti di studio.
Quindi, noi dobbiamo cercare di far guadagnare competitività all'impresa con dei meccanismi che siano immediatamente fruibili ed era questa l'intenzione che esponeva anche il mio collega Cariello.
Nel momento in cui noi, con strumenti come gli 80 euro o la defiscalizzazione dei costi dei dipendenti, non interveniamo sui costi correnti e quindi non su costi eventuali che dovessimo avere se assumiamo nuove persone, non riusciamo a sbloccare questo meccanismo.
L'unico modo per sbloccare questo meccanismo è prendere quei soldi e sfruttarli, invece, in qualcosa di immediatamente fruibile e questo è il motivo per cui non è necessario e non è opportuno attendere che ci sia prima un investimento per poter usufruire di quel finanziamento e quindi di quel credito d'imposta.
Allo stesso modo, l'emendamento che ho presentato a mia prima firma cerca di deviare quelle risorse su un'altra questione, che è quella del gap di competitività creata dal costo del finanziamento. Come sapete bene, nel Mezzogiorno, nelle regioni depresse, il costo del denaro che le banche e le istituzioni finanziarie danno alle imprese è più elevato di quello delle regioni settentrionali, così come è più elevato in Italia rispetto alla Germania o a altre nazioni dell'Unione europea. Per sbloccare questo meccanismo, noi potremmo consentire alle imprese di dedurre dall'imponibile IRES interessi passivi maggiori di quelli che oggi sono consentiti, ossia quelli necessariamente dati dalla compensazione con gli interessi attivi oppure soltanto al 30 per cento del margine operativo lordo.
Questa è la legge attuale. Noi proponiamo di usare quei soldi per aumentare questa percentuale, dal 30 al 70 per cento. In poche parole, cerchiamo di abbattere il costo del finanziamento che le imprese del Mezzogiorno devono oggi sostenere, che non solo è superiore alla media nazionale, ma è anche inserito in un contesto di costi che sono già un gap rispetto a quelli del centro-nord, cioè noi abbiamo paradossalmente le imprese del Mezzogiorno che vivono in un contesto economicamente depresso e che sopportano un carico fiscale, un carico tributario e un'inefficienza dei servizi che vanno a impattare direttamente sulla competitività di queste imprese. Quindi, voi state facendo un'operazione che non avrà effetto sulle imprese del Mezzogiorno.
Noi vi chiediamo, attraverso questo emendamento, invece, di spostare gli stessi soldi su un'operazione che avrà un effetto immediato e che andrà a stringere quel Pag. 108gap di competitività che c’è nelle imprese del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pisano 1.22, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Palma.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 389
Astenuti 10
Maggioranza 195
Hanno votato sì 114
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prestigiacomo 1.23, con il parere contrario della Commissione e del Governo, dei relatori di minoranza per il MoVimento 5 Stelle e per Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà ed il parere favorevole della relatrice di minoranza per Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lainati, Pilozzi, Caruso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 400
Votanti 388
Astenuti 12
Maggioranza 195
Hanno votato sì 26
Hanno votato no 362).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 1.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo e del relatore di minoranza per Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà ed il parere favorevole dei relatori di minoranza per il MoVimento 5 Stelle e per Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Marazziti, Paris.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 398
Votanti 392
Astenuti 6
Maggioranza 197
Hanno votato sì 90
Hanno votato no 302).
Dovremmo ora passare all'emendamento 1.4000 del Governo, con riferimento al quale il termine per la presentazione dei subemendamenti scade alle ore 22 della giornata odierna.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Signora Presidente, devo modificare il parere su due emendamenti; lo faccio subito. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cristian Iannuzzi 1.84 e Galgano 1.88.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA, Relatore di minoranza. Signora Presidente, soltanto per Pag. 109modificare il parere sull'emendamento Prestigiacomo 1.25 da favorevole a contrario.
PRESIDENTE. Sta bene.
Interrompiamo quindi a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle 9,30.
Rettifica dell'esito della votazione sulla mozione Crippa ed altri n. 1-01082.
PRESIDENTE. Avverto che, sentiti i segretari di Presidenza che hanno proceduto alla registrazione del voto in occasione dell'appello nominale sulla mozione di sfiducia individuale nei confronti della Ministra Boschi, risulta che, per un mero errore materiale, il deputato Brunetta è stato registrato come partecipante alla votazione e come favorevole alla mozione di sfiducia. In realtà il deputato Brunetta non ha partecipato al voto e, pertanto, ci scusiamo con lui per l'errore commesso.
Conseguentemente il risultato della votazione per appello nominale deve intendersi così rettificato:
Presenti e votanti 501
Maggioranza 251
Hanno votato sì 128
Hanno votato no 373.
La Camera respinge.
Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 21,35).
SILVIA CHIMIENTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Scusate colleghi, se riuscite a tenere un po’ basso il volume, così i colleghi che debbono parlare lo possono fare tranquillamente.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Intervengo per sollecitare la risposta alla mia interrogazione n. 5-07033, depositata il 18 novembre scorso, che riguarda la situazione scandalosa dei ritardi nei pagamenti degli stipendi dei supplenti della scuola italiana. Decine di migliaia di docenti precari stanno lavorando gratis da mesi, restando in attesa del pagamento della retribuzione dallo scorso settembre.
Oggi è il 18 dicembre e questi lavoratori continuano ad ascoltare le rassicurazioni del Governo sull'imminente emissione straordinaria a copertura di quanto dovuto, ma, a tutt'oggi, non hanno ricevuto un euro.
Presidente, io vorrei vedere chi frequenta ogni giorno questo Palazzo trascorrere le festività natalizie senza un euro in tasca, senza ricevere lo stipendio da mesi. Vorrei vedere i ministri, i sottosegretari e i burocrati del MEF subire l'umiliazione di chiedere prestiti ai sindacati per potere pagare le spese necessarie per recarsi sul posto di lavoro oppure l'umiliazione di recarsi alla mensa della Caritas per procurarsi un pasto caldo. Dopo settimane, dopo mesi, di promesse e di rimpalli di responsabilità tra il MIUR e il MEF, si continua a negare a queste persone il compenso a cui hanno diritto per il lavoro che svolgono, ledendo un loro diritto imprescindibile da oltre quattro mesi.
Ogni giorno io e i miei colleghi della Commissione cultura riceviamo centinaia di suppliche, di disperate richieste di aiuto, da parte di persone che sono allo stremo, che non sono più in grado di mantenere se stessi e la propria famiglia, che non possono più onorare scadenze importanti e che rischiano di andare incontro a sanzioni e a multe per responsabilità che non dipendono da loro.
L'inefficienza del sistema informatico del MIUR, il cosiddetto Sidi, non può più essere una scusa plausibile per questi ingiustificabili e inaccettabili ritardi, che stanno mettendo in serissima difficoltà migliaia di insegnanti con le loro famiglie. A tutt'oggi, nonostante le continue rassicurazioni, la promessa di un'emissione straordinaria per lo scorso 16 novembre, oltre un mese fa...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Chimienti...
SILVIA CHIMIENTI. Scusi, mi avvio alla conclusione. Si continuano a penalizzare i più deboli, i lavoratori precari, che quotidianamente consentono che le scuole italiane vadano avanti ogni giorno.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Chimienti, abbiamo capito.
SILVIA CHIMIENTI. Allora chiediamo, per favore, che il Governo intervenga immediatamente affinché possano avere un Natale sereno anche queste persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
SOFIA AMODDIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SOFIA AMODDIO. Grazie, Presidente, tengo molto a sottolineare un errore che è accaduto stamattina. Intervengo per dire che stamattina ho sbagliato ad esprimere il mio voto, relativamente alla sfiducia all'onorevole Maria Elena Boschi. Erroneamente ho dichiarato di votare «sì» alla sfiducia, mentre era mia esclusiva intenzione votare «no» alla sfiducia.
Ho seguito il caso, come tutti noi, e sottolineo in maniera certa che non ho mai avuto dubbi in ordine all'assenza totale del conflitto di interessi nell'operato della Ministra Boschi. Quindi, il mio è stato un banale, ma grave, errore, dovuto semplicemente a stanchezza. Intendevo votare «no» alla sfiducia e lo voglio dire chiaramente in quest'Aula.
GIANFRANCO LIBRANDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Credo per lo stesso motivo. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO LIBRANDI. Grazie, Presidente, intervengo solo per precisare che, durante la votazione di stamane alla mozione di sfiducia nei confronti della Ministra Boschi, ho votato sfiducia «sì», anziché sfiducia «no». Quindi il mio voto è sfiducia «no».
MASSIMO PARISI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO PARISI. Grazie, Presidente, ho chiesto la parola in quest'Aula a fine seduta per ricordare una persona, un personaggio che oggi è venuto a mancare a Firenze, un protagonista della cultura popolare fiorentina.
È morto oggi a 77 anni, a Firenze, Riccardo Marasco, che è stato un pezzo della storia della cultura popolare, in particolar modo, musicale fiorentina, cantautore e menestrello, vernacoliere fiorentino; è stato considerato giustamente l'erede di un altro grande personaggio, che è Odoardo Spadaro, e ne è stato anche uno straordinario interprete.
Nel giorno della sua scomparsa, mi piace ricordare qui in questa Aula quante volte sia stato capace di far sorridere i fiorentini, e non solo i fiorentini, anche di fronte a fatti tragici, come per esempio, l'alluvione di Firenze del novembre 1966.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Parisi.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Sabato 19 dicembre 2015, alle 9,30:
1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 2111 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016) (Approvato dal Senato) (C. 3444-A).
— Relatori: Melilli e Tancredi, per la maggioranza; Polverini, Cariello e Melilla, di minoranza.
2. – Seconda nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018.
3. – Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 2112 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 (Approvato dal Senato) (C. 3445-A).
Prima nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 (C. 3445-bis).
— Relatori: Melilli e Tancredi, per la maggioranza; Polverini, Cariello e Melilla, di minoranza.
La seduta termina alle 21,40.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Ddl 3445-A – articolo 1 | 412 | 404 | 8 | 203 | 274 | 130 | 77 | Appr. |
2 | Nom. | Tab. 2.1 | 423 | 421 | 2 | 211 | 87 | 334 | 76 | Resp. |
3 | Nom. | Tab. 2.3 | 427 | 423 | 4 | 212 | 118 | 305 | 75 | Resp. |
4 | Nom. | Tab. 2.4 | 439 | 437 | 2 | 219 | 148 | 289 | 70 | Resp. |
5 | Nom. | articolo 2 | 438 | 428 | 10 | 215 | 290 | 138 | 69 | Appr. |
6 | Nom. | articolo 3 | 442 | 433 | 9 | 217 | 289 | 144 | 68 | Appr. |
7 | Nom. | articolo 4 | 442 | 434 | 8 | 218 | 289 | 145 | 68 | Appr. |
8 | Nom. | articolo 5 | 436 | 428 | 8 | 215 | 285 | 143 | 68 | Appr. |
9 | Nom. | articolo 6 | 443 | 435 | 8 | 218 | 293 | 142 | 67 | Appr. |
10 | Nom. | articolo 7 | 444 | 435 | 9 | 218 | 291 | 144 | 67 | Appr. |
11 | Nom. | articolo 8 | 447 | 437 | 10 | 219 | 293 | 144 | 67 | Appr. |
12 | Nom. | articolo 9 | 446 | 436 | 10 | 219 | 293 | 143 | 67 | Appr. |
13 | Nom. | articolo 10 | 447 | 438 | 9 | 220 | 294 | 144 | 67 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | articolo 11 | 453 | 444 | 9 | 223 | 297 | 147 | 66 | Appr. |
15 | Nom. | articolo 12 | 448 | 439 | 9 | 220 | 296 | 143 | 65 | Appr. |
16 | Nom. | articolo 13 | 449 | 441 | 8 | 221 | 297 | 144 | 66 | Appr. |
17 | Nom. | articolo 14 | 448 | 440 | 8 | 221 | 296 | 144 | 65 | Appr. |
18 | Nom. | articolo 15 | 450 | 441 | 9 | 221 | 295 | 146 | 65 | Appr. |
19 | Nom. | articolo 16 | 453 | 444 | 9 | 223 | 296 | 148 | 65 | Appr. |
20 | Nom. | articolo 17 | 452 | 443 | 9 | 222 | 298 | 145 | 65 | Appr. |
21 | Nom. | Ddl 3444-A – em. 1.1 | 431 | 429 | 2 | 215 | 122 | 307 | 54 | Resp. |
22 | Nom. | em. 1.3 | 438 | 403 | 35 | 202 | 38 | 365 | 54 | Resp. |
23 | Nom. | em. 1.4 | 438 | 431 | 7 | 216 | 131 | 300 | 54 | Resp. |
24 | Nom. | em. 1.5 | 430 | 355 | 75 | 178 | 34 | 321 | 54 | Resp. |
25 | Nom. | em. 1.6 | 438 | 412 | 26 | 207 | 76 | 336 | 54 | Resp. |
26 | Nom. | em. 1.7 | 434 | 431 | 3 | 216 | 137 | 294 | 54 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 1.8 | 435 | 433 | 2 | 217 | 125 | 308 | 54 | Resp. |
28 | Nom. | em. 1.9 | 438 | 396 | 42 | 199 | 99 | 297 | 54 | Resp. |
29 | Nom. | em. 1.11 | 438 | 431 | 7 | 216 | 133 | 298 | 54 | Resp. |
30 | Nom. | em. 1.12 | 437 | 434 | 3 | 218 | 140 | 294 | 54 | Resp. |
31 | Nom. | em. 1.113 | 435 | 433 | 2 | 217 | 53 | 380 | 53 | Resp. |
32 | Nom. | em. 1.13 | 430 | 428 | 2 | 215 | 134 | 294 | 51 | Resp. |
33 | Nom. | em. 1.14 | 426 | 424 | 2 | 213 | 135 | 289 | 51 | Resp. |
34 | Nom. | em. 1.15 | 406 | 386 | 20 | 194 | 96 | 290 | 52 | Resp. |
35 | Nom. | em. 1.16 | 412 | 407 | 5 | 204 | 121 | 286 | 52 | Resp. |
36 | Nom. | em. 1.17 | 414 | 384 | 30 | 193 | 92 | 292 | 52 | Resp. |
37 | Nom. | em. 1.18 | 408 | 403 | 5 | 202 | 112 | 291 | 52 | Resp. |
38 | Nom. | em. 1.20 | 413 | 412 | 1 | 207 | 123 | 289 | 52 | Resp. |
39 | Nom. | em. 1.21 | 406 | 401 | 5 | 201 | 116 | 285 | 52 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 42) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 1.22 | 399 | 389 | 10 | 195 | 114 | 275 | 52 | Resp. |
41 | Nom. | em. 1.23 | 400 | 388 | 12 | 195 | 26 | 362 | 52 | Resp. |
42 | Nom. | em. 1.24 | 398 | 392 | 6 | 197 | 90 | 302 | 52 | Resp. |