XVII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 592 di giovedì 17 marzo 2016
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
GIANNI MELILLA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Boccia, Bratti, Bueno, Caparini, Catania, Cimbro, D'Incà, Dambruoso, Di Gioia, Frusone, Fusilli, Giancarlo Giorgetti, Greco, Lacquaniti, Leva, Lupi, Marazziti, Moscatt, Picchi, Piccoli Nardelli, Rampelli, Ravetto, Scagliusi, Schullian, Scotto, Tabacci, Venittelli, Vignali, Vito e Zampa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centodiciotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle 10.
La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10,05.
PRESIDENTE. Colleghi, abbiamo ripreso con qualche minuto di ritardo, perché così abbiamo evitato – spero, credo – di sospendere la seduta per risolvere dei problemi che abbiamo per l'appunto risolto nei minuti che ci hanno separato dalla ripresa.
Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Lenzi ed altri; Gadda ed altri; Galati; Mongiello ed altri; Causin ed altri; Faenzi ed altri; Sberna ed altri; Mantero ed altri; Nicchi ed altri: Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi (A.C. 1716-3057-3163-3167-3191-3196-3237-3248-3274-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1716-3057-3163-3167-3191-3196-3237-3248-3274-A: Lenzi ed altri;Pag. 2Gadda ed altri; Galati; Mongiello ed altri; Causin ed altri; Faenzi ed altri; Sberna ed altri; Mantero ed altri; Nicchi ed altri: Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi.
Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo approvato l'articolo 11.
Avverto che la Commissione ha presentato l'articolo aggiuntivo 18.0100, che è in distribuzione e con riferimento al quale consta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato al termine per la presentazione dei subemendamenti.
(Esame dell'articolo 12 – A.C. 1716-3057-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1716-3057-A ed abbinate).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Russo 12.50, mentre sull'emendamento 12.200 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo ?
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Russo 12.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. È una importante norma quella che stiamo approvando quest'oggi, ma totalmente priva di copertura. È una norma di principi, devo dire ragionevoli, con una finalità positiva, ma priva del tutto di risorse. E qui non parliamo di risorse di centinaia di milioni di euro, parliamo di piccole risorse, piccole disponibilità utili a migliorare la performance della norma, utili a migliorare la filiera, utili a migliorare sul fronte delle attività di ricerca, utili, cioè, a consentire che questa norma possa decollare, soprattutto nelle fasi iniziali, e possa esplicare al meglio le sue benefiche attività, soprattutto in ragione del fatto che siamo di fronte allo start-up di una iniziativa di grande rilievo; di grande rilievo, ma priva talmente di qualsivoglia minimo sostegno economico.
L'emendamento non sollecita a stanziare risorse da legge di stabilità: l'emendamento prova a raddoppiare...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Russo. Colleghi, possiamo gentilmente abbassare un po’ il tono della voce ? Grazie. Prego.
PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. L'emendamento prova semplicemente a raddoppiare il milione di euro a 2 milioni di euro. Quindi, siamo veramente di fronte a cifre irrisorie e il parere contrario della relatrice e del Governo mi preoccupa non poco, non per il parere in sé, ma perché misura esattamente qual è il grado reale di interesse – e il grado di interesse di un Governo si misura anche attraverso l'appostamento di risorse – del Governo rispetto a questa vicenda.
Per questa ragione, inviterei i colleghi a valutare l'opportunità di considerare di votare favorevolmente rispetto a questo emendamento, che non modifica l'assetto della norma, non stravolge il percorso normativo, prova soltanto ad immettere una iniezione di piccole, piccolissime, modeste risorse che possono essere utili al fine.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 12.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 3
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Colleghi, acceleriamo il raggiungimento delle postazioni... è il primo voto, siamo un po’ più tolleranti, ma... Palmieri... ci siamo ? Abbiamo votato tutti ? Chi altro non riesce a votare ? Lorefice... ah no, scusi, ho sbagliato io. Bene, ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 318
Votanti 315
Astenuti 3
Maggioranza 158
Hanno votato sì 98
Hanno votato no 217.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ci siamo ? Carra, Simoni, Latronico, Mucci, Binetti... Binetti ha votato ? No. Mucci ha votato ? No. Bene. Altri ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 319
Votanti 309
Astenuti 10
Maggioranza 155
Hanno votato sì 309.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate. Chiedo alla relatrice... chiedo scusa, chiedo scusa... dobbiamo prima votare l'articolo 12. Onorevole Fontana, se non ci fosse lei, il Presidente non saprebbe... !
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Piepoli, Palese, Latronico, Marcon, Carloni, Carra, Boccuzzi, D'Incecco, Vico, Ruocco, Massa, Cassano. Bene. Ruocco ha votato ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 331
Votanti 288
Astenuti 43
Maggioranza 145
Hanno votato sì 279
Hanno votato no 9.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
(Esame dell'articolo 13 – A.C. 1716-3057-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1716-3057-A ed abbinate).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Sull'emendamento Patriarca 13.50, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: al comma 1, capoverso, premettere le parole: «Gli enti pubblici, nonché», di conseguenza viene riformulato allo stesso modo l'emendamento Mantero 13.51; sull'emendamento Mantero 13.52, invece, il parere è contrario.
PRESIDENTE. A questo punto io chiederei ad entrambi i presentatori degli Pag. 4emendamenti – che diventano identici – Patriarca 13.50 e Mantero 13.51 se accettano la riformulazione. Prendo atto che la accettano.
Il Governo ?
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione degli identici emendamenti Patriarca 13.50 e Mantero 13.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Nulla in contrario a consentire che siano anche gli enti pubblici ad attivare procedure di solidarietà, ma è evidente che, quando la solidarietà è posta in essere da quel variegato mondo, vivace e vitale, dell'associazionismo, che ha tanti meriti nel nostro Paese, è un conto, ma è evidente che, quando è in capo al comune, bisogna pensare a misurare regole un po’ più stringenti sulle modalità di somministrazione. Insomma, non è che possiamo fare, dei nostri enti locali, la dependance di supermercati e luoghi della distribuzione. Dobbiamo – io inviterei i colleghi a farlo – riflettere su questo. Questa è, come dire, una norma, come spesso accade, la cui finalità è straordinariamente positiva, ma dobbiamo evitare che questo palpito straordinario, il sentimento che ha retto nel nostro Paese la solidarietà, venga sottratto a quel mondo per diventare occasione istituzionale e anche di distorsione istituzionale. Una cosa è che la filiera della solidarietà offra competenze e storia alla vera azione di recuperare i prodotti, per evitare che siano sprecati e, soprattutto, aiutare chi è indietro; altra cosa è immaginare che questo modello viene costruito attorno agli enti locali, viene costruito negli enti locali, viene sottratta quella tensione, quella passione, quella vivacità, che ha retto il mondo della solidarietà nel nostro Paese. Per questa ragione, inviterei i colleghi tutti a riflettere: guardate, non c’è una condizione di pregiudizio e comprendo anche le ragioni che spingono, non solo i presentatori, ma anche la relatrice, a provare a trovare una soluzione, ma io non so – e offro alla vostra valutazione – se questa è la strada migliore, quella cioè di sottrarre alla passione e alla solidarietà vera un pezzo di questa vivacità, provando a renderla istituzionale, a renderla burocratica, a metterla dentro i nostri comuni, con tutto quello che questo significa anche sul piano dell'allontanamento dell'azione di solidarietà rispetto al bisogno. Ma siamo proprio certi che l'ente locale deve svolgere questa funzione o non, piuttosto, deve supplire laddove questa funzione non è svolta sul piano del principio della sussidiarietà, non è svolta dal palpitante mondo dell'associazionismo ? Io inviterei a riflettere su questo, devo dire con garbo, ma vorrei che ci fosse l'attenzione dovuta, perché, se costruiamo un percorso e un'architettura che orienta la solidarietà sul fronte istituzionale e burocratico, ammazziamo quella prospettiva e quella speranza associativa, che, viceversa, ha retto nel nostro Paese, ha fatto il terzo settore grande ed è stata di grande aiuto per chi non ce la faceva.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.
MASSIMO FIORIO. Grazie Presidente. Soltanto per chiarire al collega e all'Aula che il dibattito in Commissione rispetto all'indicazione degli enti pubblici e al significato dei riferimenti agli enti pubblici è stato ampio. Per enti pubblici non si intendono soltanto gli enti locali, ma si intendono una serie di enti pubblici che hanno a che fare anche con la tipologia e le priorità che questa legge dà rispetto alle donazioni medesime. Penso al fatto che questa legge mette a disposizione o consente e facilita la possibilità di approvvigionarsi a canili o a consorzi di comuni per i canili di cibo per animali, questo rispetto alle priorità dei prodotti, così come sono «possibili» anche altri enti pubblici. Relegare quindi il tema degli enti Pag. 5pubblici agli enti locali è restrittivo. Conforto però il collega e l'Aula del dibattito attento che vi è stato in Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. In stretta sinergia con quanto diceva il collega Russo, la mia preoccupazione è che quando si fa riferimento agli enti pubblici che possono distribuire, qui parliamo ovviamente di enti di tutti i tipi e tutti i generi, diceva bene il collega Fiorio, non soltanto gli enti locali. Tuttavia, io mi chiedo che cosa può significare una distribuzione di beni e utilità con l'aria che tira in questo Paese, per esempio, in concomitanza di campagne elettorali. Voglio che questo sia ben chiaro e ben netto, noi corriamo il rischio di contrabbandare la beneficenza con benefici elettorali. Gli enti pubblici vanno esclusi, noi siamo convinti che vadano esclusi per questa ragione di igiene e di pulizia e trasparenza, soprattutto in campagna elettorale. Riflettete su questo passaggio, perché noi andiamo a legittimare un modo di agire sui micro-territori che può sicuramente dare origine ad un clientelismo pericolosissimo. Quello che noi rimproveriamo all'esterno, ce lo stiamo mettendo all'interno. Noi voteremo fermamente contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Grazie Presidente. Per ribadire la posizione che avevamo manifestato anche in Commissione: noi voteremo convintamente contro questo emendamento. Ribadisco e ricordo quello che ho già detto anche ieri, nel corso dell'esame del provvedimento: il testo base conteneva il riferimento agli enti locali. Ora, nel corso dell'esame in Commissione, il riferimento agli enti locali fra gli enti cessionari era stato eliminato e, quindi, ciò che è uscito dalla porta poi, alla fine dell'esame in Commissione, è rientrato dalla finestra, ampliando addirittura la platea e riferendosi agli enti pubblici in maniera secondo noi inappropriata. Inappropriata perché, appunto, come dicevano giustamente anche i colleghi che mi hanno preceduto nell'intervento, l'ente locale comunale non ha quale finalità quella che invece hanno le ONLUS che si occupano della solidarietà nei confronti delle fasce più deboli della popolazione e apre alla possibilità che venga istituito un sistema clientelare. Ecco, purtroppo le inchieste ci dicono che spesso poi norme non chiare permettono che magari amministratori locali inclini al malaffare possano trovare spazio anche attraverso l'applicazione di queste norme e quindi di garantirsi, in occasione magari delle campagne elettorali, come giustamente faceva notare il collega Sisto, la possibilità di raccogliere un maggiore consenso presso l'elettorato.
Quindi, noi riteniamo che o vi è un riferimento chiaro a quali sono gli enti pubblici che possono svolgere e che possono essere inseriti nell'elenco dei soggetti cessionari oppure è un errore inserire il riferimento vago a enti pubblici. Quindi, ribadisco, voteremo convintamente contro questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Le posizioni espresse dai colleghi mi sembrano chiaramente pretestuose. Saranno sicuramente le associazioni quelle che per la maggior parte riceveranno le donazioni di cibo e si occuperanno della distribuzione agli indigenti, però, precludere questa possibilità anche agli enti pubblici, ad esempio, al piccolo comune, in cui non ci fosse una associazione di avviare progetti per ricevere cibo e distribuirlo agli indigenti, oppure, pensiamo ai canili municipali, dove si può donare cibo per i cani che stanno lì, oppure un carcere, oppure una scuola che volesse avviare un progetto di donazione non va bene.
Sarà comunque, sicuramente, l'associazionismo che si occuperà principalmente Pag. 6di queste donazioni, ma il fatto di precludere completamente agli enti pubblici, al pubblico, allo Stato, che sarebbe quello che prima di tutti si deve far carico dei più poveri, degli indigenti, la possibilità di ricevere donazioni di cibo e di distribuirle agli indigenti ci sembra assolutamente un atteggiamento ottuso, quindi noi abbiamo presentato appunto emendamenti in merito e ribadiamo la nostra posizione favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente. Solo per sottolineare che il malaffare, o l'eventuale malaffare, non si elimina eliminando il pubblico, ma si potrebbe cercare di eliminare aumentando il monitoraggio e il controllo. Avremmo preferito da parte di coloro che adesso fanno questa obiezione un voto favorevole agli emendamenti dove noi chiedevamo un monitoraggio e un controllo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Patriarca 13.50 e Mantero 13.51, nel testo riformulato, con parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Archi, Palmieri, D'Ambrosio, Giuliani, Micillo, Bonafede..
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 375
Votanti 370
Astenuti 5
Maggioranza 186
Hanno votato sì 326
Hanno votato no 44.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 13.52, parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dall'Osso, Palmieri, Marzano, Carrozza, Carloni, Monchiero, Murer, Di Lello, Romano, Tripiedi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 386
Votanti 381
Astenuti 5
Maggioranza 191
Hanno votato sì 88
Hanno votato no 293.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Coccia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bolognesi, D'Ambrosio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 391
Votanti 288
Astenuti 103
Maggioranza 145
Hanno votato sì 278
Hanno votato no 10.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 14 – A.C. 1716-3057-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e dell'unica proposta emendativaPag. 7ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1716-3057-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento Mantero 14.50.
MATTEO MANTERO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Presidente, ritiriamo l'emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malisani, Dallai, Lo Monte, Spessotto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 391
Votanti 347
Astenuti 44
Maggioranza 174
Hanno votato sì 343
Hanno votato no 4.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 15 – A.C. 1716-3057-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1716-3057-A ed abbinate).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Presidente, Sull'emendamento Rondini 15.52 il parere è contrario. Sull'emendamento Nicchi 15.50 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «Al comma 1, lettera b), capoverso 1-bis, primo periodo, dopo le parole: Con decreto del Ministro della salute, aggiungere le seguenti: da emanarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione».
Sull'emendamento Rondini 15.51 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «Al comma 1, lettera b), capoverso 1-bis, terzo periodo, dopo la parola: bisognosi aggiungere le seguenti: dietro presentazione di prescrizione medica ove necessaria». Sull'articolo aggiuntivo Nicchi 15.050 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo ?
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice, comprese le riformulazioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 15.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Romele, Palese, Bolognesi, Monchiero, Agostini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 392
Votanti 321
Astenuti 71
Maggioranza 161
Hanno votato sì 11
Hanno votato no 310.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 15.50.Pag. 8
Chiedo alla presentatrice se accetti la riformulazione proposta dalla relatrice.
MARISA NICCHI. Presidente, accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 15.50, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Silvia Giordano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 393
Votanti 390
Astenuti 3
Maggioranza 196
Hanno votato sì 371
Hanno votato no 19.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 15.51.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 15.51, così come riformulato dalla relatrice, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Baradello, Stella Bianchi, Sandra Savino, D'Ambrosio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 387
Votanti 384
Astenuti 3
Maggioranza 193
Hanno votato sì 384.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Toninelli, Battelli, Nesci.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 400
Votanti 299
Astenuti 101
Maggioranza 150
Hanno votato sì 290
Hanno votato no 9.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Nicchi 15.050.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.
MARISA NICCHI. Presidente, la proposta emendativa prevede di istituire i centri di recupero e di raccolta, esperienze che già molti comuni associati fanno. Quindi, sarebbe stato molto importante recepire e dare un quadro legislativo ad una buona pratica che molti comuni insieme hanno attivato. Serve per la raccolta degli alimenti ceduti. Sono centri di raccolta che possono essere utilizzati anche per il riutilizzo, il riuso dei prodotti e anche per individuare i processi di preparazione di questi, come era previsto all'articolo 180-bis del codice ambientale, articolo che aspetta ancora da dieci anni i decreti ministeriali di attuazione. Quindi, pensiamo che questa sia una buona pratica a cui dare un riferimento legislativo, ma anche questa è un'occasione persa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pag. 9Nicchi 15.050, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Magorno, Malpezzi, Placido.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 397
Votanti 388
Astenuti 9
Maggioranza 195
Hanno votato sì 92
Hanno votato no 296.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 16 – A.C. 1716-3057-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1716-3057-A ed abbinate).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Presidente, sull'emendamento 16.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento il parere è favorevole. Sull'emendamento Lupi 16.51 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Per le cessioni di beni alimentari facilmente deperibili si è esonerati dall'obbligo di comunicazione». Presidente, chiedo l'accantonamento degli emendamenti Lupi 16.53 e Capone 16.54.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Di Vita 16.55.
PRESIDENTE. È accantonato anche questo, onorevole Gadda, perché incide sulla stessa parte della legge.
MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lupi 16.56, purché venga apportata la seguente riformulazione: «Al comma 5, lettera b), capoverso comma 4, dopo le parole: “documenti di trasporto” aggiungere le seguenti: “o di documenti equipollenti”».
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Silvia Giordano 16.57, mentre chiede di accantonare l'emendamento Patriarca 16.59. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Lorefice 16.60.
PRESIDENTE. È accantonato anche questo, onorevole Gadda, perché ovviamente è lo stesso riferimento.
MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Sì. L'emendamento Lupi 16.61 dovrebbe essere stato ritirato.
PRESIDENTE. No, non è ritirato.
MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La Commissione esprime, allora, parere contrario su di esso.
PRESIDENTE. Il Governo ?
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Sta bene. Direi allora intanto di procedere, e poi quando arriviamo agli accantonati... Ce lo deve dire la relatrice.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Borghi, Micillo, Cozzolino, Lorefice, Grillo...Pag. 10
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 404
Votanti 331
Astenuti 73
Maggioranza 166
Hanno votato sì 326
Hanno votato no 5.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lupi 16.51 accettano la riformulazione proposta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lupi 16.51, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fratoianni, Fraccaro, Bonafede, Centemero...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 405
Votanti 398
Astenuti 7
Maggioranza 200
Hanno votato sì 309
Hanno votato no 89.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Mi pare di capire che, intanto, per i prossimi, possiamo sciogliere la riserva degli accantonati, quindi abbiamo gli emendamenti Lupi 16.53 e Capone 16.54.
Avverto che l'emendamento Capone 16.54 è stato ritirato.
MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lupi 16.53, purché venga apportata la seguente riformulazione: «Al comma 5, lettera a), sostituire il numero 2) con il seguente: le parole: “alle ONLUS” sono sostituite dalle seguenti: “agli enti pubblici, alle ONLUS e agli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche, e che, in attuazione del principio di sussidiarietà, in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale, anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale, nonché attraverso forme di mutualità”».
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Di Vita 16.55.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Patriarca 16.59, purché venga apportata la seguente riformulazione: «al comma 6, lettera b), dopo le parole: “sono inserite le seguenti” aggiungere le seguenti: “, agli enti pubblici nonché”».
La Commissione esprime infine parere contrario sull'emendamento Lorefice 16.60.
PRESIDENTE. Il Governo ?
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
ANDREA CAUSIN. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA CAUSIN. Signor Presidente, ritiriamo l'emendamento Lupi 16.61.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Lupi 16.53.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lupi 16,53, nel testo riformulato, Pag. 11con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fabbri, Tripiedi, Sbrollini, Carrozza...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 407
Votanti 403
Astenuti 4
Maggioranza 202
Hanno votato sì 402
Hanno votato no 1.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Ricordo che l'emendamento Capone 16.54 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 16.55, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 412
Votanti 407
Astenuti 5
Maggioranza 204
Hanno votato sì 95
Hanno votato no 312.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Lupi 16.56.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lupi 16.56, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
De Rosa, Malpezzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 409
Votanti 406
Astenuti 3
Maggioranza 204
Hanno votato sì 401
Hanno votato no 5.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 16.57, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Capone, Bindi, Terzoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 412
Votanti 400
Astenuti 12
Maggioranza 201
Hanno votato sì 98
Hanno votato no 302.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Patriarca 16.59.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Patriarca 16.59, come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Pilozzi, Tripiedi, Peluffo, Di Salvo, Meloni...Pag. 12
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 408
Votanti 405
Astenuti 3
Maggioranza 203
Hanno votato sì 357
Hanno votato no 48.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 16.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Vignaroli, Vazio, Carella, Zoggia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 410
Votanti 407
Astenuti 3
Maggioranza 204
Hanno votato sì 97
Hanno votato no 310.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Fauttilli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Palese, Di Vita, Cozzolino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 418
Votanti 303
Astenuti 115
Maggioranza 152
Hanno votato sì 295
Hanno votato no 8.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito a votare a favore).
(Esame dell'articolo 17 – A.C. 1716-3057-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1716-3057-A ed abbinate).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Sugli emendamenti Russo 17.50 e 17.51 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo ?
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Russo 17.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. L'articolo 17 si riferisce alla riduzione della tariffa relativa alla tassa sui rifiuti. Devo dire che non poteva accadere diversamente, nel senso che se un esercizio commerciale produce meno rifiuti è evidente che avrà, di fatto, una riduzione sulla TARSU. Io provo ad introdurre un elemento di vantaggio per i comuni, teso a moltiplicare il coefficiente di vantaggio per l'utente-esercizio commerciale.Pag. 13
Provo a spiegarmi meglio. È evidente che, se il comune non si perita di andare a verificare quanto accade e, quindi, se non misura, se non certifica e se non prova a valorizzare l'azione positiva degli esercizi commerciali che cedono dei prodotti ai fini della solidarietà, al massimo può giungere da parte del comune un'azione tesa, con un coefficiente così come è previsto dalla norma, a ridurre la TARSU. Ma il comune quale vantaggio ha rispetto a questa iniziativa ? Io provo a sollecitare, a stimolare anche il desiderio da parte del comune a che il comune stesso possa migliorare i risultati degli esercizi commerciali, delle attività produttive e di quanti sono interessati alla filiera del riuso e provo a farlo su un parametro – che spesso i comuni sono costretti a sforare – che è il parametro misurato nell'eccedenza del limite di spesa annuale per il personale comunale. Insomma, volevo provare a mettere in campo un'iniziativa che avrebbe determinato che maggiore è la quantità di prodotto che viene destinato alle filiere del riuso, alle filiere della solidarietà, maggiore è il meccanismo di sconto sulla tariffazione dei rifiuti e maggiore sarebbe stato il vantaggio per il comune, in modo tale da poter utilizzare quello sconto in chiave positiva sull'opportunità del personale, senza ulteriori oneri, senza aggravi particolari, ma inducendo in chiave positiva, sollecitando senza divieti, senza sanzioni, senza obblighi, provando a stimolare e a sollecitare il desiderio dei comuni di esercitarsi a migliorare la performance di questa norma, ad aumentare la quantità del prodotto che può essere utilizzato, a ridurre la TARSU per quegli esercizi commerciali e, in più, ad avere anche la possibilità, per quello sforamento, di utilizzare quella quota parte.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 17.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Giorgis, Toninelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 404
Votanti 333
Astenuti 71
Maggioranza 167
Hanno votato sì 72
Hanno votato no 261.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Russo 17.51, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, intervengo per fare mio anche questo emendamento; chiedo di poterlo sottoscrivere e ribadisco come il meccanismo invocato dal collega Russo sia assolutamente corretto. La virtuosità non deve essere soltanto percepibile dal punto di vista di quello che il comune pone in essere, ma anche dai benefici che può trarre da questa attività. Mi sembra che, correttamente, venga invocato, da parte di Forza Italia, il voto favorevole su questo emendamento; sono meccanismi virtuosi che andrebbero perseguiti con maggiore qualità. Ecco perché noi riteniamo che, seppur lodevole la finalità di questo provvedimento, si poteva davvero fare di più e molto di più.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 17.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul Pag. 14quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Marco Di Stefano, Giammanco, Pannarale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 407
Votanti 335
Astenuti 72
Maggioranza 168
Hanno votato sì 69
Hanno votato no 266.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Matarrelli, Zoggia, Fiorio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 412
Votanti 365
Astenuti 47
Maggioranza 183
Hanno votato sì 359
Hanno votato no 6.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(I deputati Zan e Pilozzi hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).
(Esame dell'articolo 18 – A.C. 1716-3057-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1716-3057-A ed abbinate).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sul suo emendamento 18.100 soppressivo dell'articolo 18 e vorrei, se possibile, darne la motivazione.
PRESIDENTE. Prego.
MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. È in corso di riordino il processo della normativa in materia di appalti, quindi, pur condividendo il contenuto dell'intero articolo 18, abbiamo reputato opportuno, essendo imminente la modifica del codice degli appalti, non inserire nel provvedimento una normativa che agli atti risulta già vecchia. La Commissione esprime parere favorevole sul suo articolo aggiuntivo 18.0100, mentre esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Nicchi 18.050, Grillo 18.051 e Mantero 18.052.
PRESIDENTE. Il Governo ?
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Conforme ai pareri della relatrice.
PRESIDENTE. Colleghi intendiamoci, adesso siccome c’è un emendamento soppressivo dell'articolo 18, noi votiamo il mantenimento dell'articolo 18.
Il relatore e il Governo sono contrari al mantenimento dell'articolo 18 e, quindi, lo mettiamo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Battelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 408
Votanti 365
Astenuti 43
Maggioranza 183
Hanno votato sì 96
Hanno votato no 269.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Pag. 15 Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18.0100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Palma, Carloni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 413
Votanti 398
Astenuti 15
Maggioranza 200
Hanno votato sì 392
Hanno votato no 6.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Nicchi 18.050.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.
MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Velocemente: noi chiediamo con questo articolo aggiuntivo, nell'ambito delle gare di appalto per la ristorazione collettiva e la fornitura di derrate alimentari, di prevedere, tra i tanti criteri, l'obbligo di assegnare punteggi premianti all'offerente che si impegna a recuperare il cibo non somministrato e destinato alle ONLUS.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Nicchi 18.050, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tancredi, D'Ambrosio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 417
Votanti 406
Astenuti 11
Maggioranza 204
Hanno votato sì 129
Hanno votato no 277
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Grillo 18.051.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. La Commissione europea ha invitato gli Stati membri a valutare eventuali modifiche alle regole che disciplinano gli appalti pubblici per i servizi di ristorazione e di ospitalità alberghiera, in modo da privilegiare in sede di aggiudicazione, a parità di altre condizioni, quelle imprese che garantiscono la ridistribuzione gratuita presso le categorie di cittadini senza potere di acquisto dei prodotti non somministrati, invenduti, e che promuovono azioni concrete per la riduzione a monte degli sprechi, ad esempio, accordando la preferenza ai prodotti agricoli e alimentari prodotti il più vicino possibile al luogo di consumo. Quindi, questo articolo aggiuntivo non fa altro che rispondere alle sollecitazioni della Commissione europea.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Grillo 18.051, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Totaro, Sandra Savino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 411
Votanti 407
Astenuti 4
Maggioranza 204
Hanno votato sì 131
Hanno votato no 276
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pag. 16Mantero 18.052, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Luigi Gallo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 415
Votanti 411
Astenuti 4
Maggioranza 206
Hanno votato sì 136
Hanno votato no 275
La Camera respinge (Vedi votazioni).
EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Chiedo una pausa di cinque minuti per valutare gli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Onorevole Cozzolino, io non ho problemi, è del tutto evidente che adesso il tempo per presentare gli ordini del giorno è scaduto, quindi i cinque minuti sono per valutare quelli che sono stati presentati nei termini del Regolamento.
Allora, se non ci sono obiezioni, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 11,15.
La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,15.
(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1716-3057-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1716-3057-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Presidente, vado per numero di ordine del giorno ?
PRESIDENTE. Vuole che glieli legga io e lei mi dice il parere ?
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. No, no, va bene. Sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/1716-3057-A/1, il Governo esprime parere favorevole, come anche sull'ordine del giorno Burtone n. 9/1716-3057-A/2.
Sull'ordine del giorno Cimbro n. 9/1716-3057-A/ 3, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato, inserendo, nell’incipit, le parole: «a valutare l'opportunità di».
Sull'ordine del giorno Carra n. 9/1716-3057-A/ 4, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato, inserendo, nell’incipit, dopo le parole: «sulla base del provvedimento in esame e sulla base del PANGPP,», le parole: «a valutare la possibilità di» redigere un quadro, e così via.
Sui successivi ordini del giorno Giulietti n. 9/1716-3057-A/5, Faenzi n. 9/1716-3057-A/6, Nastri n. 9/1716-3057-A/7, Riccardo Gallo n. 9/1716-3057-A/8, Coppola n. 9/1716-3057-A/9, Gadda n. 9/1716-3057-A/10, Marzano n. 9/1716-3057-A/11, Scuvera n. 9/1716-3057-A/12 e Vargiu n. 9/1716-3057-A/13, il Governo esprime parere favorevole.
Sull'ordine del giorno Vazio n. 9/1716-3057-A/14, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato, inserendo, nell’incipit, le parole: «a valutare l'opportunità di».
Sull'ordine del giorno Marcon n. 9/1716-3057-A/15, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato, inserendo, nell’incipit, le parole: «a valutare la possibilità di».
Sull'ordine del giorno Binetti n. 9/1716-3057-A/16, il Governo esprime parere Pag. 17favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato, inserendo, nell’incipit, le parole: «a valutare la possibilità di».
Sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/1716-3057-A/17, il Governo esprime parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 18, a firma dell'onorevole Piccoli Nardelli...
PRESIDENTE. No, è a prima firma dell'onorevole Dallai.
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Chiedo scusa. Sull'ordine del giorno Dallai n. 9/1716-3057-A/18, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato, inserendo, nell’incipit, le parole: «a valutare la possibilità di».
Sull'ordine del giorno Gregori n. 9/1716-3057-A/19, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato, inserendo, nell’incipit, le parole: «a valutare la possibilità di».
Sui successivi ordini del giorno Matarrelli n. 9/1716-3057-A/20, Brignone n. 9/1716-3057-A/21, Baldassarre n. 9/1716-3057-A/22, Artini n. 9/1716-3057-A/23, Segoni n. 9/1716-3057-A/24, Bechis n. 9/1716-3057-A/25, Turco n. 9/1716-3057-A/26, il Governo esprime parere favorevole.
Sull'ordine del giorno Santerini n. 9/1716-3057-A/27, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato, inserendo le parole: «a valutare l'opportunità di».
Sull'ordine del giorno Rondini n. 9/1716-3057-A/28, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato, inserendo, nell’incipit, le parole: «a valutare la possibilità di» prevedere di emanare un provvedimento, e così via.
Sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/1716-3057-A/29, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato. C’è una riformulazione un po'più articolata, che è la seguente: «a prevedere che anche il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto con il Ministero dalla salute, sia attribuita la competenza», e così via.
Sull'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1716-3057-A/30, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato in questo senso: «a valutare l'opportunità di adottare opportune iniziative volte a favorire un'educazione alimentare con un equilibrato consumo di alimenti di origine animale».
Sull'ordine del giorno Mantero n. 9/1716-3057-A/31, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato in questo senso: «a valutare l'opportunità di attivarsi a livello comunitario» – perché è quello lo scenario nel quale queste iniziative sono possibili – «affinché sia resa obbligatoria l'indicazione del contenuto di olio di palma».
Sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/1716-3057-A/32, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato, inserendo le parole: «a valutare l'opportunità di» attivarsi affinché sia inibita e vietata, e così via.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Gregorio Fontana n. 9/1716-3057-A/1 e Burtone n. 9/1716-3057-A/2, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Cimbro n. 9/1716-3057-A/3 e Carra n. 9/1716-3057-A/4, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Giulietti n. 9/1716-3057-A/5, Faenzi n. 9/1716-3057-A/6, Nastri n. 9/1716-3057-A/7, Riccardo Gallo n. 9/1716-3057-A/8, Coppola n. 9/1716-3057-A/9 e Gadda n. 9/1716-3057-A/10, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
MATTEO MANTERO. Chiedo di parlare.
Pag. 18PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno Gadda n. 9/1716-3057-A/10.
PRESIDENTE. Sta bene. È sottoscritto anche dall'onorevole Mantero.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Marzano n. 9/1716-3057-A/11, Scuvera n. 9/1716-3057-A/12 e Vargiu n. 9/1716-3057-A/13, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Vazio n. 9/1716-3057-A/14, Marcon n. 9/1716-3057-A/15 e Binetti n. 9/1716-3057-A/16, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Nicchi n. 9/1716-3057-A/17, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/1716-3057-A/17, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Cristian Iannuzzi, D'Incecco, Berlinghieri. Onorevole De Girolamo, sollecitiamo la presenza della postazione. Sto aspettando, onorevole Polverini, non si preoccupi. Ci siamo ? Grande. Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 378
Votanti 310
Astenuti 68
Maggioranza 156
Hanno votato sì 26
Hanno votato no 284.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Vico ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Dallai n. 9/1716-3057-A/18 e Gregori n. 9/1716-3057-A/19, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Matarrelli n. 9/1716-3057-A/20, Brignone n. 9/1716-3057-A/21, Baldassarre n. 9/1716-3057-A/22, Artini n. 9/1716-3057-A/23, Segoni n. 9/1716-3057-A/24, Bechis n. 9/1716-3057-A/25 e Turco n. 9/1716-3057-A/26, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Santerini n. 9/1716-3057-A/27, Rondini n. 9/1716-3057-A/28 e Guidesi n. 9/1716-3057-A/29, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulati.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1716-3057-A/30, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
CRISTIAN IANNUZZI. Presidente, il combinato disposto tra «a valutare l'opportunità» e «l'equilibrato consumo di prodotti animali», secondo me, rende troppo blando l'ordine del giorno, quindi chiederei al Governo se fosse possibile eliminare l'uno o l'altro, magari lasciare l'ordine del giorno così com’è e inserire soltanto la parola «equilibrato», al posto della parola «ridotto», altrimenti insisto affinché sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Il Governo intende intervenire ?
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Nel senso di togliere «a valutare l'opportunità» ? Non ho capito la proposta.
Pag. 19CRISTIAN IANNUZZI. Proponevo, eventualmente, di non inserire le parole: «a valutare l'opportunità», però di cambiare la parola «ridotto» con la parola «equilibrato», come ha suggerito il Governo.
PRESIDENTE. Prego, signor sottosegretario.
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Quindi sarebbe: «ad adottare opportune iniziative per favorire un equilibrato consumo (...)», cioè senza inserire le parole «a valutare la possibilità».
PRESIDENTE. Bene. Questa è la riformulazione del Governo, prendo dunque atto che così riformulato va bene.
Onorevole Rondini, c’è qualcosa che è successo ? Siamo andati troppo veloci, mi sa.
MARCO RONDINI. Sì, Presidente. Volevo semplicemente riascoltare qual era la riformulazione dell'ordine del giorno...
PRESIDENTE. E allora chiediamo al Governo se può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/1716-3057-A/28. ... ah, chiedeva quella dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/1716-3057-A/29 ? Mi scusi. Signor sottosegretario, stiamo parlando dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/1716-3057-A/29.
VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Sì, nell'ordine del giorno Guidesi n. 9/1716-3057-A/29 si dava un'esclusiva competenza al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali su materie di sensibilizzazione e anche in materia di educazione alimentare, che è una competenza, ovviamente, anche del Ministro della salute.
Quindi, la riformulazione è: «prevedere che anche al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto col Ministero della salute, siano attribuite competenze nella promozione, presso le istituzioni scolastiche (...)» e via discorrendo.
PRESIDENTE. Va bene ? Benissimo, confermiamo allora la precedente impressione.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Mantero n. 9/1716-3057-A/31, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
SILVIA GIORDANO. Presidente, mi scusi, ma devo fare una domanda al sottosegretario. Sottosegretario, l'ultima parte è scritta sul sito dell'Istituto superiore di sanità, cioè l'ha dichiarato proprio l'Istituto superiore di sanità. La pericolosità per la salute in caso di assunzione eccessiva è un'idea che ci è venuta da lì, è un vostro organo ! Posso capire il quantitativo, anche perché devo dire che in parte già lo fanno, però, ad attivarsi affinché sia resa obbligatoria l'indicazione del contenuto di olio di palma e indicare, così, la pericolosità per la salute in caso di assunzione eccessiva, è una cosa che avete detto voi, cioè è una contraddizione che non mi aspettavo, onestamente. Un vostro organo dichiara che l'uso eccessivo procura problemi alla salute, in particolare per quanto riguarda i problemi cardiovascolari, e poi qui, in Aula, il rappresentante del Governo e del Ministero della salute dice che così non va bene e non va bene indicarlo. Fate un po’ pace tra di voi, perché così è difficile lavorare, onestamente.
PRESIDENTE. Raggiunto questo obiettivo della pace, bisogna capire se lei accetta la riformulazione o meno.
SILVIA GIORDANO. Pensavo fosse evidente ! Assolutamente non accettiamo la riformulazione e insistiamo affinché sia messo in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mantero n. 9/1716-3057-A/31, con il parere contrario del Governo.Pag. 20
Di Vita, Silvia Giordano, Oliaro. Ci siamo ? C’è qualcuno che non riesce a votare ? Prego, onorevole Terzoni, però si approssimi alla sua postazione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 391
Votanti 387
Astenuti 4
Maggioranza 194
Hanno votato sì 105
Hanno votato no 282.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/1716-3057-A/32, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1716-3057-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli. Ne ha facoltà.
ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, quella degli sprechi alimentari è una questione che riguarda in modo diretto la stessa sostenibilità del nostro modello di produzione agroalimentare, così come la tenuta del tessuto sociale del nostro Paese. Basti pensare...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Pastorelli. Cominciamo a intenderci, colleghi, il Governo deve stare ad ascoltare chi interviene, quindi non va disturbato, grazie.
Prego, onorevole Pastorelli.
ORESTE PASTORELLI. Posso ricominciare o continuo ?
PRESIDENTE. Deve proseguire, onorevole Pastorelli.
ORESTE PASTORELLI. Ok, grazie. Lo sperpero alimentare costa all'Italia 12,5 miliardi di euro tra consumo, ristorazione e distribuzione commerciale. La crisi economica, che tutti conosciamo e che ha colpito, in questi tre anni, le fasce più deboli della popolazione, deve essere arginata e combattuta, anche contrastando questo fenomeno e valorizzando al massimo alimenti e prodotti anche perfettamente consumabili. Gli sprechi in questione altro non sono che una distorsione del nostro sistema produttivo. Tale difetto, però, può essere corretto e trasformarsi in un formidabile strumento di solidarietà nelle mani di chi, da sempre, si è occupato dei più deboli.
In questa proposta di legge, che i Socialisti sostengono con forza, vi sono, infatti, i diversi enti di sostegno sociale, veri protagonisti di questa battaglia di civiltà. Fornire a tali soggetti un sistema di regole chiare per la distribuzione delle eccedenze alimentari era un atto tanto dovuto, quanto urgente. Non solo, vanno accolte...
PRESIDENTE. Deve concludere.
ORESTE PASTORELLI. Eh sì, ma...
PRESIDENTE. Onorevole Pastorelli, è...
ORESTE PASTORELLI. Ho tre minuti, Presidente.
PRESIDENTE. E lei li ha consumati onorevole Pastorelli, se poi ne passano altri, non ha più neanche i venti secondi che rimangono, purtroppo.
Pag. 21 ORESTE PASTORELLI. Non solo, vanno accolte con estremo favore anche le disposizioni riguardanti la promozione di progetti educativi e di sensibilizzazione delle nuove generazioni circa il valore sociale ed ambientale degli elementi.
Quindi, rispetto alla presente proposta di legge, la quale rappresenta una risposta forte e concreta al problema degli sprechi alimentari, esprimo il convinto voto favorevole della componente Socialista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galati. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE GALATI. Grazie, Presidente. L'approdo in quest'Aula del testo unificato delle proposte di legge, una delle quali di mia iniziativa e anche della collega Faenzi, in materia di contrasto allo spreco alimentare e farmaceutico, rappresenta un momento di civiltà e anche il primo passo per quella che auspichiamo possa essere la prima fase di un processo normativo più ampio, diretto all'obiettivo della correzione e della progressiva eliminazione delle distorsioni del sistema economico e produttivo.
Solo pochi giorni fa, l'Istat ha divulgato i risultati della nuova indagine sulle spese per consumi in Italia, evidenziando come, tra il 2012 e il 2014, in Italia siano 1 milione e 470 mila le famiglie che vivono in condizioni di povertà. D'altra parte, per come si evidenziano i dati relativi agli sprechi, secondo Last Minute Market, società spin-off dell'Università degli studi di Bologna, che coordina l'attività di ricerca sull'Osservatorio permanente sugli sprechi alimentari, il fenomeno in Italia riguarda 5 milioni di tonnellate di prodotti, pari a 8 miliardi di euro e quasi mezzo punto di PIL. Contraddizioni inaccettabili, soprattutto alla luce della grave crisi che ha interessato l'economia nazionale dal 2009 e, soprattutto, per le condizioni di grave sofferenza nelle quali versano milioni di cittadini italiani. Anche come ha ricordato più volte Papa Francesco, il persistere di questi squilibri è una situazione grave e configura una questione che non è soltanto economica, ma anche etica e antropologica.
Quindi, il contrasto a questi sprechi alimentari rappresenta una delle sfide più importanti al fine di uno sviluppo equo e sostenibile, e anche, soprattutto, alle cause fondamentali di questo problema, che sono anche la povertà, la privazione di autorità, che ostacolano l'accesso ai cibi nutrienti. A ciò si aggiungono anche il costante degrado territoriale e l'inquinamento ambientale.
Quindi, finalmente c’è l'opportunità oggi di avviare un processo normativo cruciale per dotare l'ordinamento di regole, strumenti e meccanismi, che attivano prassi virtuose e far sì anche che la dimensione economica e quella ecologica vadano di pari passo. L'Italia, quindi, potrà in questo modo compiere un passo importante verso la ristrutturazione e ridefinizione di un sistema economico e produttivo che corrisponda al criterio della sostenibilità ambientale e istituzionalizzando quel principio di responsabilità sociale, avvicinando economia e società. Con queste motivazioni il gruppo ALA convintamente voterà a favore.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 11,35)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. La proposta di legge ci pone davanti ad un problema che è stato discusso in Aula per due giorni e anche nelle Commissioni, raggruppando più proposte di legge su un problema importante: quello degli sprechi alimentari.
Noi abbiamo diverse fattispecie, abbiamo gli sprechi domestici giornalieri, la parte che riguarda quelli commerciali; si pensi, molte volte, quante tonnellate di frutta, in particolare pesche, arance, eccetera, vengono distrutte per mantenere il prezzo di mercato. Sprechi di prodotti di giornata, perché vanno in scadenza, perché Pag. 22rimangono invenduti, come pane e latte; sprechi da mancato raccolto, anche in questo caso per situazioni di altissimi costi, soprattutto per mancanza di mercato e per altissimi costi di manodopera nell'agricoltura.
Vi sono, poi, anche delle pessime programmazioni in riferimento alle scadenze, spesso e ben volentieri nella grande distribuzione, ma spesso e ben volentieri, questo si riscontra soprattutto nelle regioni del sud, nel contesto cioè dei dispositivi medici e dei farmaci, e questo è veramente gravissimo.
Si tenta, attraverso questa legge, di mettere ordine. Noi abbiamo un sistema di solidarietà rispetto al concetto e alla cultura della beneficenza in riferimento a ciò che grosso modo funziona. Io mi auguro che questa legge non complichi, io mi auguro che questa legge non complichi l'attuale sistema, perché io, da questo punto di vista, non sono profondamente convinto. Secondo me i tentativi di sanzionare alcune situazioni, come proponevano alcuni emendamenti, e anche le sanzioni che ci sono, si sono dimostrati sempre poco efficaci.
Ciò che, invece, è importante è che vi sia una cultura in riferimento a questo: un piano di prevenzione vero rispetto a stili di vita e di benessere, che va soprattutto attuato attraverso due dimensioni: una di natura scolastica e l'altra, soprattutto, del personale socio-sanitario, ma anche della grande distribuzione. Così, forse, riusciremo ad ottenere dei risultati veri, non dei risultati che riguardano sempre una contrapposizione. Cercare cioè di riparare i danni a una cultura, a una civiltà di società iper-consumistica. I danni sono davanti agli occhi di tutti.
Ritengo che questi siano gli aspetti salienti. Siccome, poi, soprattutto sulla situazione che riguarda i farmaci, si poteva fare molto di più – non è molto chiara la maniera, il modo e la disciplina con cui si dovrebbe far fronte – noi riteniamo per questi motivi di non votare questa proposta di legge, pur ritenendo necessario un riordino e pur necessaria una regolamentazione, ma di astenerci (Applausi dei deputati del gruppo Misto – Conservatori e Riformisti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giovanna Petrenga. Ne ha facoltà.
GIOVANNA PETRENGA. Grazie, Presidente. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, i dati della povertà in Italia disegnano un quadro allarmante, nel quale, purtroppo, le persone e le famiglie costrette a rinunciare a generi anche di prima necessità sono milioni.
A fronte di queste situazioni di bisogno è da anni che si chiede al legislatore l'elaborazione di un quadro regolamentare chiaro ed omogeneo, con riferimento alla possibilità di recuperare i cibi invenduti e destinarli, attraverso l'impegno delle associazioni di beneficenza, alle fasce più bisognose della nostra popolazione.
Erano infatti necessari, come ribadito anche dal documento messo a punto dal Ministero dell'ambiente, in occasione della seconda giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, il 5 febbraio 2015, adeguamenti delle vigenti norme, sia in materia igienico-sanitaria sia con riferimento alla creazione di procedure standardizzate per la cessione dei cibi, sia ancora con riferimento all'appesantimento burocratico, derivante dagli adempimenti di natura fiscale.
Inoltre, occorreva intervenire, rispetto all'assenza di incentivi per i soggetti donatori, volti a compensare i maggiori oneri derivanti dalla gestione degli invenduti e, infine, rispetto alla ristrettezza della platea dei possibili beneficiari. Molti di questi interventi sono contenuti nella proposta di legge che ci troviamo oggi ad approvare e vogliamo esprimere apprezzamento per l'impegno che è stato profuso rispetto a questo testo, sia sotto il profilo della completezza dei contenuti, sia rispetto ai tempi nei quali è stato esaminato. Il provvedimento infatti, come dicevo, persegue un intento lodevole e se anche nell'applicazione pratica, come certamente sarà, Pag. 23rivelerà delle lacune era assolutamente necessario intervenire.
Solo con riferimento agli sprechi alimentari in campo domestico il rapporto 2013 sullo spreco domestico ha dimostrato che ogni famiglia italiana butta in media circa 200 grammi di cibo alla settimana e, secondo i monitoraggi effettuati dalle associazioni del settore, in un anno si potrebbero recuperare in Italia più di un milione di tonnellate di derrate che rimangono sui campi, oltre 2 milioni di tonnellate di cibo dall'industria agroalimentare e più di 300.000 tonnellate che avanzano dalla filiera della distribuzione. Nel mondo, ogni anno si sprecano oltre un miliardo di tonnellate di cibo, pari a un terzo della produzione mondiale, e la FAO ha già definito questo fenomeno una nuova emergenza. Questi numeri rendono ancora più evidente, laddove ce ne fosse bisogno, quanto l'intervento legislativo che rendesse più praticabile il recupero e ridestinazione dei beni alimentari, che sul nostro territorio nazionale altrimenti finirebbero sprecati, fosse necessario.
Molto rimane ancora da fare, soprattutto sul piano culturale e su quello dell'educazione, per far prendere coscienza del valore del cibo e insegnare a ridurre gli sprechi. Questo provvedimento costituisce un contributo importante attraverso il quale si potranno aiutare moltissime persone e famiglie che versano in uno stato di difficoltà economica. È per questi motivi che Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale esprime un voto favorevole su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mario Sberna. Ne ha facoltà.
MARIO SBERNA. La ringrazio, signora Presidente. Anche lei come me, per il suo passato e per il mio passato, saluterà davvero volentieri questa legge che sta dalla parte dei poveri. Finalmente abbiamo una legge che dà una giustizia oltre alla questione dello spreco alimentare, proprio una giustizia nella distribuzione a coloro ai quali è stato portato via per un sistema di mercato che davvero dovrebbe farci riflettere tutti. Io mi permetto di leggere un incipit di un grande documento che, scritto molto tempo fa, ci dice qual è la situazione di oggi. I portentosi progressi delle arti e i nuovi metodi dell'industria; le mutate relazioni tra padroni e operai; l'essersi accumulata la ricchezza in poche mani e largamente estesa la povertà. Tutto questo è una questione difficile e pericolosa. Difficile, perché è ardua cosa segnare i precisi confini nelle relazioni tra proprietari e proletari, tra capitale e lavoro. Pericolosa, perché uomini turbolenti e astuti si sforzano ovunque di falsare i giudizi e volgere la questione stessa a perturbamento dei popoli. Comunque sia, è chiaro come sia di estrema necessità venire in aiuto, senza indugio e con opportuni provvedimenti, ai proletari, che per la maggior parte si trovano in assai misere condizioni, indegne dell'uomo. Avvenne che, poco a poco, gli operai rimanessero soli e indifesi in balia della cupidigia dei padroni e di una sfrenata concorrenza. Accrebbe il male un'usura divoratrice a causa di ingordi speculatori.
Si aggiunga il monopolio della produzione e del commercio, tanto che un piccolissimo numero di straricchi hanno imposto alla moltitudine dei proletari un giogo poco meno che servile. Ecco, questo testo, che sembrerebbe scritto da Marx o da Engels, in realtà è l’incipit dell'Enciclica Rerum Novarum, del 15 maggio 1891; un'Enciclica che chiedeva di stare dalla parte dei poveri. Sappiamo oggi, secondo i dati dell'ISTAT, che la povertà delle famiglie – consentitemi di ricordarlo per l'ennesima volta –, in particolare delle famiglie numerose, le famiglie con figli, è cresciuta in maniera esponenziale. Ormai abbiamo veramente troppa gente che va a cercare nei cassonetti qualcosa per sopravvivere. Assistiamo, da un lato, al progressivo diffondersi e radicarsi del diritto al cibo, con la consapevolezza di essere un bene comune fondamentale della vita, dall'altro, appunto, all'assolutizzazione dalle regole del mercato, a una cultura dello scarto e dello spreco, che nel caso del cibo Pag. 24ha proporzioni davvero inaccettabili. Lo spreco del cibo è l'aspetto più tangibile di un modo di produrre, distribuire, vendere e consumare che non funziona! Si verifica il paradosso che, a fronte di una produzione alimentare che sarebbe sufficiente a sfamare 12 miliardi di esseri umani (sul pianeta siamo in 7 miliardi), quasi 800 milioni di queste persone soffrono di fame e malnutrizione. Dobbiamo tutti dunque fare la nostra parte, perché evidentemente la realizzazione del bene comune richiede l'apporto di ciascuno secondo modalità di collaborazione. La collaborazione è proprio alla base di un nuovo modello di economia e di impresa che non vive solo di mercato. È quello che affermano tutte quelle buone pratiche messe in atto dal mondo della cooperazione e dell'associazionismo cattolico, che si sono sviluppate nei territori regionali per il recupero e il riutilizzo di prodotti alimentari e che hanno consentito di far fronte a una progressiva richiesta di aiuto di cittadini in condizioni di grave disagio economico. Questa legge ne sottolinea la bellezza, vuole favorire il recupero e prova a raddoppiare la donazione delle eccedenze. Molti enti, associazioni, organizzazioni non lucrative e di utilità sociale si impegnano quotidianamente per cercare di ridurre lo spreco alimentare, per recuperare e riutilizzare l'eccedenza, ed esiste una grande e piccola distribuzione sensibile. C’è un germe di quella cultura che chiedeva Leone XIII nella Rerum Novarum che interroga profondamente il modello produttivo che governa il nostro sistema occidentale. In questa rete ci sono cooperative sociali – ne cito una perché sono dipendente in aspettativa di questa cooperativa – come la Cauto, acronimo di «cantiere autolimitazione», il che vuol dire che la gente che ha scelto quella cooperativa ha scelto la sobrietà, la condivisione e la solidarietà. La collega Maria Chiara Gadda gentilmente è venuta anche a visitarla e ha visto quel che facciamo: la selezione dei prodotti, la dispensa sociale, la distribuzione alle persone che più ne hanno bisogno. Così sono le parrocchie, infiniti piccolissimi enti, le Caritas. Alla Stazione Termini, tutte le sere c’è qualcuno che porta da mangiare a rifugiati e profughi disperati che lì dormono nella polvere, per terra. Ieri toccava all'Ordine di Malta, ma ogni sera c’è qualcuno che serve e che restituisce un minimo di dignità a chi la dignità questo sistema economico l'ha rubata. È necessario dunque interrogarci sull'opportunità di passare a un modello di economia circolare, le cui ricadute sociali, tra l'altro, sarebbero enormi, basti pensare agli studi che affermano che riducendo i rifiuti alimentari aumenterebbe il tasso di occupazione e certamente, a grande beneficio per l'ambiente, si ridurrebbero gli stessi. Trasformare l'eccedenza, il superfluo, cioè quello che sta sopra il piatto, come insegnava Giovanni Paolo II. Ciò che fino ad oggi è considerato rifiuto, trasformarlo in risorsa; ciò consente di arrivare a molte persone, a molti poveri, agli esclusi, ai «sotterranei» della storia, persone altrimenti escluse dalla redistribuzione; fare anche passi avanti nella costruzione della civiltà dell'amore e della solidarietà sociale, introducendo il valore del dono a fondamento di questo nuovo modello di economia che questa legge cerca di disegnare. Se muore una persona non fa notizia, se tanti bambini non hanno da mangiare non fa notizia, se le famiglie con figli diventano sempre più povere al punto da non poter dar da mangiare ai loro figli non fa notizia, parrebbe normale: non può essere così, non possiamo abituarci al superfluo e allo spreco, ma soprattutto non possiamo abituarci e sottoscrivere una logica del dominio, di manipolazione, di non rispetto del creato, delle persone, dell'umanità, una logica di egoismo e di scarto.
Questa proposta di legge, noi, come gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico – la solidarietà ce l'ha anche nel nome –, l'appoggiamo con convinzione, la votiamo con convinzione, perché siamo convinti che è davvero un primo, importante passo per stare finalmente dalla parte dei poveri (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Presidente, l'ISTAT ci ha trasmesso un quadro della situazione che vive la nostra comunità a tinte fosche: nel 2014, 1.470.000 famiglie residenti in Italia, il 5,7 per cento del totale, si trovano in condizioni di povertà assoluta; si tratta di 4.102.000 individui.
Livelli elevati di povertà assoluta si osservano anche per le famiglie numerose – soprattutto per le famiglie numerose – e sono 1.045.000 i minori coinvolti. Il numero di minori poveri assoluti risulta quasi il doppio rispetto a quello stimato nel 2011, quando erano 523 mila.
Per quanto concerne il profilo dei poveri assoluti, il cambiamento più evidente ha riguardato la crescente vulnerabilità dei minori, legata alle difficoltà dei giovani non solo nel sud della penisola ma anche al centro-nord, nel sostenere il peso economico della prima fase del ciclo di vita familiare a seguito della scarsa e precaria domanda di lavoro.
Altri dati ci riferiscono di 50 mila persone che si trovano senza fissa dimora, quindi con evidenti problemi di approvvigionamento anche per gli alimentari. Il 42 per cento di queste 50 mila persone sono cittadini italiani.
Aggiungiamoci, poi, che la riduzione dei trasferimenti statali ai comuni ha fatto sì che molti enti locali non potessero più intervenire, come facevano in passato, per garantire sostegno in questo momento di crisi, soprattutto alle fasce più deboli della nostra popolazione.
Ancora, stando a dei dati che ci sono stati forniti da Coldiretti, sappiamo che sono aumentati gli italiani che non riescono a nutrirsi in modo adeguato per mancanza di risorse economiche: sono 11 milioni quelli che non possono permettersi un pasto proteico almeno ogni due giorni; in sei anni dall'inizio della crisi sono più che raddoppiati. A certificarlo, come dicevo, è stata un'analisi puntuale della Coldiretti.
L'aspetto più drammatico di questa situazione, però – segnala l'indagine –, è che sono 4.100.000 i poveri che nel 2013 sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per mangiare; tra questi si contava, allora, quasi mezzo milione di bambini con meno di cinque anni e circa 600 mila erano gli anziani over 65 che hanno dovuto ricorrere ad aiuti alimentari.
In particolare – segnalava la Coldiretti con questa indagine –, sono 400 mila le persone che hanno beneficiato dei servizi mensa, mentre sono ben 3.800.000 i poveri che nel 2013 hanno avuto assistenza attraverso i pacchi alimentari, che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri.
Nuovi poveri sono i pensionati, i disoccupati, le famiglie con bambini, i quali per vergogna prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti in mensa.
Il calo dei consumi, che registra un dato che non si riscontrava da trent'anni, riguarda in particolare il consumo di ortofrutta: tali consumi, nel 2014, sono crollati ad un quantitativo pari a meno di 400 grammi per persona, la quota minima raccomandata anche dal consiglio dell'Organizzazione mondiale della sanità. Sei italiani su dieci risparmiano sulla spesa, stando ai dati dell'ISTAT e stando anche ai dati elaborati da Coldiretti.
Sei italiani su dieci hanno ridotto gli acquisti alimentari, per un totale di 15 milioni di famiglie costrette a tirare ulteriormente la cinghia, in particolare negli ultimi due anni; e molti italiani, a causa della crisi, hanno rinunciato anche a curarsi, molti italiani hanno rinunciato anche all'acquisto di farmaci.
Alla luce di questi dati, la domanda che ci siamo posti per valutare l'intenzione di voto era se questo provvedimento andava incontro e dava delle risposte alla fascia più debole della nostra popolazione, ed andava in qualche modo ad agevolare la donazione delle eccedenze alimentari per incontrare le esigenze, come dicevo, della fascia più debole della nostra popolazione.
La risposta è in parte sì, in particolare riferendoci alla buona volontà che ha Pag. 26animato chi ha predisposto il testo: l'obiettivo di questa norma, riteniamo, era quello di favorire l'uso consapevole delle risorse ed il recupero dei prodotti ancora inutilizzati da parte delle associazioni di volontariato, sburocratizzando le procedure per la raccolta e la donazione, non solo di cibo, ma ahinoi anche di farmaci (e poi sul punto tornerò); andando così incontro alle associazioni di volontariato, che raccolgono le eccedenze alimentari, e poi risolvono magari i problemi degli indigenti in questo Paese.
Il testo prevede norme sulla sicurezza alimentare, e anche disposizioni di tipo fiscale per evitare l'evasione, o forme di mercato nero; inoltre, si prevede la distribuzione dei beni alimentari confiscati, cosa che già avviene oggi, ma soltanto a discrezione dei magistrati.
Ancora, è prevista, nel testo di cui concludiamo oggi l'esame, la possibilità che le associazioni di volontariato si accordino con l'imprenditore agricolo per recuperare i prodotti che rimangono a terra durante la raccolta. Verrà garantito, infine, alle attività commerciali e produttive uno sconto...
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, potete... Sta parlando ! Grazie.
MARCO RONDINI. ... sulla tassa dei rifiuti proporzionale agli alimenti donati.
Ora, oltre alla Francia, anche il nostro Paese avrà la sua norma sullo spreco alimentare; ma c’è una novità rispetto alla legge francese: la norma che stiamo per approvare prevede anche il recupero dei farmaci.
A nostro avviso, come ho fatto notare anche nel corso della discussione in Aula del provvedimento, inserire in una proposta come questa, animata anche da buone intenzioni, una questione come quella della raccolta e donazione dei farmaci, è assolutamente inappropriato; e, sebbene la questione vada normata, noi riteniamo che non dovesse trovare spazio all'interno di questo provvedimento, che doveva invece concentrarsi sulla donazione delle eccedenze alimentari.
Sarebbe stata necessaria – torno a dire – una norma ad hoc che si occupasse del problema appieno, in quanto sono diversi i profili che vanno disciplinati: non ci si può limitare, invece, come avviene nel presente testo, a prevedere solo disposizioni dirette ad incentivare la donazione alle ONLUS di medicinali non utilizzati, per consentire a queste la distribuzione dei medicinali direttamente ai soggetti indigenti.
Tra l'altro, val la pena sottolineare che, nel testo del quale concludiamo oggi l'esame, la questione della donazione dei farmaci è trattata con un solo articolo, che, fra l'altro, è stato inserito attraverso un emendamento nel corso dell'esame del provvedimento in Commissione: a dimostrazione della poca attenzione che è stata dedicata alla questione; che, torno a dire, è questione che va sicuramente risolta, ma andava risolta in un provvedimento ad hoc.
Noi riteniamo che sia un fatto incontestabile, la necessità di prevedere forme di contenimento della spesa farmaceutica anche attraverso pratiche di donazione di medicinali che non sono più utilizzati dal circuito commerciale, ma che in piena sicurezza possono essere redistribuiti. Questa forma è sicuramente da incentivare, ma torno a dire che, a nostro avviso, ciò va fatto con una norma dedicata a tale scopo: con una norma ad hoc si potrebbero, ad esempio, prevedere anche disposizioni volte a disciplinare in modo compiuto quali siano le funzioni che le ONLUS devono svolgere in questo ambito.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARCO RONDINI. Per concludere, se è vero che il provvedimento è animato, come dicevo, da buoni propositi, al netto delle criticità che abbiamo sottolineato, rimane il fatto che oggi si è costretti ad intervenire per approntare un sistema del quale fanno parte anche i vari provvedimenti relativi all'inclusione sociale, alla lotta alla povertà, nel tentativo di tamponare una situazione di grave marginalità sociale, di cui voi e questo Governo portate in parte Pag. 27la responsabilità morale. L'inclusione sociale deve partire dal rilancio dell'economia attraverso strumenti di detassazione, di abbassamento delle imposte sulle imprese. Questo provvedimento, come quelli sull'inclusione sociale e la lotta alla povertà, dovevano trovare il loro spazio naturale all'interno di un contesto composto da leggi tese al rilancio dell'occupazione, che però voi non siete in grado di approntare; e lo dimostrano i dati relativi al tasso di disoccupazione, in particolare giovanile.
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
MARCO RONDINI. E ribadisco, la vera inclusione sociale si ottiene attraverso il lavoro, cosa che invece voi vi siete assolutamente dimenticati. Per questo annuncio che la Lega, al netto dei buoni propositi che hanno animato il provvedimento, si asterrà su di esso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mario Catania. Ne ha facoltà.
MARIO CATANIA. Presidente, il provvedimento che ci accingiamo ad approvare oggi è particolarmente importante, perché tocca due tematiche che per ragioni diverse e con accentuazioni diverse sono assai gravi. Da un lato abbiamo un grande fenomeno nel nostro Paese, come in tutti gli altri Paesi dell'Occidente, di sprechi alimentari, vale a dire di prodotti alimentari che a vari stadi della filiera vengono accantonati, non vengono posti a disposizione del consumatore finale, vengono avviati in varie forme alla distruzione o addirittura al non raccolto; è un fenomeno che tocca la produzione, sia quella delle imprese agricole che delle imprese industriali, tocca la distribuzione, tocca anche il comportamento delle stesse famiglie: c’è un forte spreco di prodotti alimentari, dovuto anche al comportamento dei nuclei familiari. Tutto ciò è ovviamente assai grave, perché ha una ricaduta economica negativa sul sistema, su tutto il funzionamento della filiera; ed ha anche una intonazione etica deprecabile, perché tradisce un atteggiamento e un comportamento, in particolare da parte dei consumatori, che non è certo auspicabile.
A fronte di tutto ciò – ed è un fenomeno, ripeto, di dimensioni rilevanti – abbiamo nel nostro Paese, ma purtroppo la situazione è pari anche negli altri Paesi occidentali, una fascia della popolazione che versa in condizioni di povertà assoluta. Come ricordavano alcuni interventi che mi hanno preceduto, il numero degli indigenti assoluti nel nostro Paese è aumentato sensibilmente negli ultimi dieci anni: ha raggiunto il livello (questo, secondo le stime) di 4 – 4 milioni e mezzo di unità nel nostro Paese, costituite non solo da immigrati, che molto spesso per ragioni comprensibili versano in condizioni estremamente difficili, ma anche da italiani, di nuovi poveri, come si dice, di famiglie che sono per via della crisi economica dell'ultimo decennio scivolate verso uno stadio di povertà assoluta.
Di fronte a queste due fenomenologie, che si sono accentuate recentemente ma che non sono nate ieri o l'altro ieri, c’è comunque un'importante attività svolta da alcuni decenni, in particolare dalle organizzazioni caritative: abbiamo attive in Italia (per tradizione, ripeto, pluridecennale) organizzazioni quali il Banco alimentare, la Caritas e molte altre, che svolgono un importante lavoro di raccordo tra il recupero degli sprechi alimentari e le esigenze dei poveri assoluti, degli indigenti assoluti. In virtù di tale encomiabile attività delle organizzazioni caritative, una parte del fenomeno dell'indigenza assoluta ha trovato una risposta, sia pure parziale, sia pure minimale, e una parte degli sprechi alimentari ha trovato finalmente una sua collocazione.
Di fronte a tutto ciò, il legislatore non è stato inerte, nel 2003 c’è stata già una prima normativa importante, la legge cosiddetta del buon samaritano che dava un primo quadro giuridico al fenomeno; il legislatore c’è tornato, ancora, nel 2012, con un intervento d'urgenza del Governo Pag. 28Monti che curai personalmente quale Ministro dell'agricoltura di quel Governo, un intervento che istituiva anche il fondo, che oggi andiamo a rifinanziare, per gli indigenti, per la corresponsione di prodotti alimentari agli indigenti e che istituiva quel tavolo di coordinamento anch'esso ripreso dal testo normativo che oggi stiamo per varare. Ebbene, che cosa dà in più la proposta di legge di oggi che, lo devo dire sinceramente, è molto ben redatta e questo va a merito della relatrice, la collega Gadda, e di tutti quelli che ci hanno lavorato ? Beh, il testo di oggi sposta in avanti ed è particolarmente utile perché dà una sistemazione normativa organica a tutti gli aspetti del fenomeno e presenta anche degli elementi di novità non trascurabili, come l'allargamento ai prodotti farmaceutici della copertura normativa assicurata per gli sprechi alimentari.
Detto questo, noi dobbiamo avere la consapevolezza che questa legge, da sola, pur essendo estremamente utile, non potrà risolvere, di per sé, i problemi che abbiamo di fronte, noi avremo sempre bisogno di continuare a lavorare per mettere sempre di più in sintonia, da un lato, l'attività delle organizzazioni caritative e, dall'altro, la disponibilità di sprechi alimentari, soprattutto le disponibilità che si creano allo stadio della distribuzione che è lo stadio in cui più semplicemente è recuperabile l'eccedenza alimentare destinata a essere sprecata o distrutta. Quindi, occorre lavorare ancora e per lavorare ancora bisogna farlo con impegno, affidando al Governo l'incarico, che è insito nella stessa attività del tavolo di coordinamento, di stimolare con continuità tutti i comportamenti più virtuosi presenti. Noi, oggi, abbiamo, come ho detto già ripetutamente, un'importante attività delle organizzazioni caritative che però è più presente al Centro Nord del Paese ed è meno presente nelle regioni meridionali, dove dobbiamo impegnarci affinché le organizzazioni caritative e il volontariato trovino sempre maggior spazio e dobbiamo naturalmente stimolare anche i comportamenti virtuosi della grande distribuzione; in parte già ci sono, in parte, lo ripeto, già da alcuni decenni alcune catene della grande distribuzione, alcuni punti vendita si sono correttamente segnalati per la loro disponibilità nei confronti delle organizzazioni caritative. Dobbiamo fare ancora di più. Naturalmente, in tutto questo quadro, è opportuno, anche, che gli enti locali continuino, nei limiti del possibile, tutta l'attività che già svolgono su questa materia, ma, a titolo personale, io credo che al di là di posizionamenti ideologici la risposta di fondo, la risposta importante, la risposta veramente risolutiva potrà venire soprattutto dal rapporto tra il volontariato, tra le organizzazioni caritative e la grande distribuzione, agevolata, lo ripeto, dalla mano pubblica, che deve creare il quadro giusto, come facciamo oggi con questa legge, piuttosto che non dagli enti locali, i quali possono fare, sì, le stesse cose, forse a volte anche meglio, ma con dei costi infinitamente superiori a quelli posti in essere dalle organizzazioni caritative. Con questo mi accingo a concludere, non senza aver rilevato che sarà forse utile tornare a riflettere nei prossimi mesi, non troppo in là, non voglio dire nei prossimi anni, sarebbe meglio farlo prima, su eventuali interventi, anche di carattere fiscale, diretti a migliorare la virtuosità dei comportamenti di tutte le parti; interventi diretti soprattutto a far sì che la grande distribuzione possa trovare la giusta soddisfazione per tutto quello che fa e che farà in termini di messa a disposizione dei prodotti eccedentari, delle eccedenze alimentari in favore delle organizzazioni caritative. Per tutto questo, naturalmente, noi voteremo a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Causin. Ne ha facoltà.
ANDREA CAUSIN. Presidente, onorevoli colleghi, il testo di legge che ci accingiamo ad approvare unifica sei iniziative, tra cui quella del sottoscritto, e rappresenta un segno di attenzione importante Pag. 29del Parlamento italiano rispetto alla necessità di un sempre maggiore e consapevole uso delle risorse. La crisi economica che ha colpito l'Italia e l'Europa dal 2007 ha, infatti, incrementato la disparità tra le persone, come hanno ricordato molti interventi di colleghi che mi hanno preceduto. Sarebbe, tuttavia, un esercizio troppo lungo elencare i numeri della povertà ed affidare a delle cifre fredde la situazione economica, drammatica in cui versano tantissime persone nel nostro Paese e sarebbe, anche, ingiusto, perché, dietro ai numeri, ci sono anche oggi, anche in questo momento, mentre discutiamo in Parlamento, persone e famiglie che non riescono ad acquistare prodotti alimentari, indumenti di vestiario essenziali e anche, purtroppo, i farmaci. Eppure, l'Italia è un Paese industriale, è una potenza leader nel settore agricolo, nel settore tessile e anche in quello della farmaceutica; è un Paese in cui la produzione e il consumo, nonostante la crisi, rimangono ad un livello altissimo, è un Paese in cui salta all'occhio il contrasto tra le condizioni di povertà e di indigenza di una parte ancora troppo grande della popolazione e dall'altra parte la capacità di produzione con la conseguente quantità di spreco che, negli ultimi anni, è stata monitorata da autorevoli ed importanti osservatori ed istituti di ricerca. Tanto per avere un ordine di misura, solo per quanto riguarda la spesa alimentare, si stima che nel nostro Paese lo spreco si aggira intorno ai 9 miliardi di euro annui, senza contare come, nell'esperienza quotidiana domestica, anche nelle nostre case e nella catena della produzione industriale sia una consuetudine che enormi quantità di farmaci e di vestiario siano spesso destinati a diventare un rifiuto, pur essendo dal punto di vista sostanziale ancora utilizzabili. La legge che stiamo per approvare non ha assolutamente l'ambizione di risolvere il problema della povertà, perché sarebbe velleitario pensare che una norma possa, in qualche modo, modificare le abitudini di una popolazione e la cultura di un popolo, ma certamente questa legge, e gli strumenti che in essa sono previsti, vuole rappresentare un modo per sostenere chi già opera per ridurre lo spazio drammatico che esiste tra la povertà e lo spreco, uno spazio che, per certi versi, nelle società moderne deve dare scandalo. Proprio per questo la legge va nella direzione di ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, di trasformazione e di distribuzione dei prodotti alimentari, farmaceutici e di finalità sociale, nella direzione di favorire la donazione e il recupero delle eccedenze alimentari, dei farmaci e dell'abbigliamento e nella direzione di contribuire alla limitazione degli impatti negativi sull'ambiente e sull'utilizzo delle risorse naturali. Chi, in questi anni, ha prestato attenzione al tema sa che oggi non stiamo inventando nulla in Parlamento, perché, per fortuna, come sempre accade in Italia, le persone e le associazioni hanno avuto la capacità di riconoscere i problemi e di organizzare le risposte molto prima dello Stato. Ciò è accaduto sia per costruire sedi di solidarietà capaci di intervenire nelle aree di povertà presenti in Italia, sia attraverso donazioni di alimenti, farmaci e vestiario nella straordinaria rete della cooperazione internazionale che è orgoglio della presenza italiana in molti Paesi poveri e nei Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, c'era l'esigenza di una normativa organica che riconoscesse e sostenesse il valore di queste attività, mettendo in campo alcuni strumenti utili per promuovere questo lavoro silenzioso e straordinario che ha bisogno di un sempre maggiore sostegno e impulso. Per questa ragione il gruppo di Area Popolare voterà a favore del provvedimento nella certezza che ciò contribuirà a ridurre la distanza scandalosa che oggi esiste tra la povertà e lo spreco, in Italia, in Europa e nel mondo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Marisa Nicchi. Ne ha facoltà.
MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Siamo avvolti in un insopportabile paradosso: da una parte, uno spreco di cibo senza fine e, dall'altra, un aumento della Pag. 30povertà alimentare quantitativa e qualitativa. Questa tendenza grava sul clima, sulle risorse idriche, sul suolo, sulla biodiversità, sulle risorse naturali, con una inutile e insostenibile pressione. Siamo di fronte ad un imperativo ambientale e a uno di natura sociale ed etica: impedire che un'enormità di cibo venga sprecata, contrastare la privazione alimentare che persiste, anzi cresce.
In base agli ultimi dati Eurostat, nel 2013 gli italiani che dichiaravano di non riuscire a permettersi un pasto con carne o pesce o equivalente vegetariano, ogni due giorni, erano intorno al 13 per cento della popolazione residente. Negli ultimi quattro anni si è assistito ad una crescita impressionante di questo indicatore che resta per il nostro Paese migliore solo alla Grecia e ai Paesi dell'Est. Secondo le stime recenti, le persone incapaci di rispondere alle proprie necessità alimentari sono circa 5 milioni e mezzo, di cui 1.300.000 minorenni, la fascia più esposta, appunto, quella dei bambini, degli adolescenti e anche di chi vive nelle regioni meridionali. Ma è da segnalare anche che persino nella opulenta Lombardia aumenta l'incidenza di bambini che non possono ricevere un'alimentazione sufficiente.
La proposta di legge che stiamo votando per noi ha un duplice obiettivo: ridurre, azzerare gli sprechi, e incentivare e semplificare il processo di donazione, a partire da quello degli alimenti.
Nonostante alcune debolezze, poi lo dirò, è un primo provvedimento che affronta in modo organico ed articolato il problema dello spreco alimentare e, quindi, è una iniziativa positiva a cui noi abbiamo partecipato con una nostra proposta di legge, che ha allargato anche ad altri beni la possibilità di incentivare la donazione, per fini di solidarietà sociale. Direi, dopo la discussione, che è anche un provvedimento apripista di altri successivi che hanno fatto irruzione nella nostra discussione e che devono, per noi, di sicuro, diventare delle priorità e che attengono al rapporto tra cibo, salute e ambiente, che attengono alla promozione e all'educazione della buona alimentazione in un Paese, i dati lo confermano, l'Italia, in cui sta aumentando il numero degli obesi, soprattutto della fascia degli adolescenti, rendendo il nostro Paese simile agli Stati Uniti d'America su questo piano. In un Paese, lo dicono i dati, che ha il primato europeo di morti per l'inquinamento.
Lo spreco alimentare mondiale vale circa un miliardo di dollari, una cifra vertiginosa che sale a 2.600 miliardi se si considerano i costi nascosti legati all'uso dell'acqua e all'impatto ambientale generale. Un recente rapporto della FAO sull'impronta ecologica degli sprechi alimentari ha evidenziato che ogni anno il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera un volume di acqua pari a un flusso annuo di un fiume come il Volga. Ha evidenziato che lo spreco alimentare utilizza ogni anno quasi il 30 per cento della superficie agricola mondiale e che è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. Nella sola Unione europea si sprecano circa 90 milioni di tonnellate di cibo. Non sono dati caduti dal cielo, frutto della natura. Qui viene chiamata in causa la volontà umana, soprattutto la responsabilità politica. Il 55 per cento degli sprechi di alimenti sarebbe ancora idoneo per il consumo umano.
Nel nostro Paese, la Fondazione per la sussidiarietà e il Politecnico di Milano hanno calcolato che lo spreco alimentare ammonta a circa 6 milioni di tonnellate, che il cibo sprecato è di 108 chilogrammi pro capite e che ogni anno 450 euro vengono buttati via da una famiglia media. La parte invece di cibo recuperato e donato alle Food Bank o agli enti Onlus rappresenta poco più del 6 per cento.
Secondo Last Minute Market, in un anno, si potrebbero recuperare in Italia 1,2 milioni di tonnellate di derrate alimentari che rimangono sui campi, altri 2 milioni di tonnellate di cibo che provengono dall'industria agroalimentare e più di 300 mila tonnellate che provengono dalla distribuzione.
Se i prodotti ritirati dagli scaffali non finiscono nelle pattumiere, non finiscono a contribuire a questo enorme spreco, il Pag. 31merito è anche delle organizzazioni non lucrative, delle ONLUS, come il Banco alimentare, delle reti antispreco, che perseguono, insieme ad altri soggetti, obiettivi fondamentali. Penso a quello di Last Minute Market, allo spin-off dell'Università di Bologna che promuove, da oltre dieci anni, il recupero di prossimità, supportando gli enti locali e le imprese nell'attivazione di progetti di recupero degli alimenti invenduti.
È stata stilata una carta, la Carta per una rete contro lo spreco, a cui hanno aderito 700 sindaci italiani. Lo voglio ricordare per dare onore a queste pratiche e anche per ricordare sommessamente che non tutto nasce e muore con l'Expo di Milano rispetto a questi temi, anzi con le contraddizioni di quell'evento.
Se si intende pianificare un'azione pubblica contro lo spreco, in primo luogo dobbiamo prevenire. Ce lo ricorda Andrea Segrè, presidente del Comitato tecnico scientifico per l'implementazione e lo sviluppo del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti: il migliore rifiuto e, per analogia, il migliore spreco è quello che non si produce. Ma dobbiamo aggiungere – e questo è un punto dolente del provvedimento – che senza risorse adeguate, gli obiettivi rischiano di rimanere sulla carta. Dobbiamo ipotizzare – e noi su questo abbiamo presentato delle proposte che vorremmo ulteriormente discutere – forme di finanziamento ad hoc, attraverso un piccolo prelievo dentro la tariffa dei rifiuti applicata dei comuni.
Noi avremmo voluto un testo più incisivo, che, insieme ad un complesso di misure tese ad incentivare, a convincere, verso comportamenti virtuosi l'insieme dei soggetti coinvolti, indicasse anche alcune scelte più vincolanti. Avremmo voluto non solo tanti «possono», ma alcuni selezionati «devono», sulla falsariga della recente legge francese approvata in questi mesi. Come in Francia, si sarebbe potuto introdurre alcuni obblighi per la grande distribuzione, dando il tempo ad essa di organizzarsi. Noi consideriamo queste delle occasioni perse.
Apprezziamo, comunque, altre misure che avranno, invece, un effetto positivo, pratico, immediato, per l'attuazione della legge: le semplificazioni burocratiche, l'estensione delle agevolazioni della legge cosiddetta del «buon samaritano» anche ad altri beni, le agevolazioni fiscali, a cui abbiamo anche contribuito con alcuni nostri emendamenti, che sono stati discussi e parzialmente accolti.
Insomma, noi abbiamo vissuto una discussione in Commissione, da cui non possiamo che non trarre un giudizio più soddisfatto, perché il testo è stato arricchito dal lavoro di Commissione. Questa è una legge che interviene concretamente su un aspetto dolente della vita di milioni di cittadini; parla del diritto al cibo e alla tutela delle risorse ambientali. Noi di Sinistra Italiana siamo consapevoli che il fuoco della questione non è dividere l'eccedenza, non è dividere ciò che eccede, ma di non produrre eccedenze inutili e dannose, e riequilibrare tra diseguali. Per noi vuol dire andare alla radice della diseguaglianza globale, che sta raggiungendo valori estremi mai toccati prima. Come dice Oxfam questo è «un povero mondo di pochi ricchi». L'1 per cento della popolazione è più ricco e possiede le risorse per il resto del mondo.
Non si può vincere la sfida dell'ingiustizia e della povertà finché non si pone rimedio alla diseguaglianza, finché non si afferma una giustizia sociale che incorpori il diritto delle generazioni future a godere delle stesse risorse naturali e ambientali delle generazioni precedenti.
Il Parlamento ha lavorato in questa cornice e sta per approvare una legge a cui hanno contribuito le opposizioni. È una legge del Parlamento italiano e Sinistra Italiana per questo voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giammanco. Ne ha facoltà.
GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie, Presidente. Forza Italia da tempi non Pag. 32sospetti è impegnata in prima linea nella lotta agli sprechi alimentari. È dovere di tutti noi donare ai bisognosi almeno i più elementari mezzi di sussistenza. Gettare cibo ancora commestibile è un insulto agli oltre 10 milioni di poveri del nostro Paese e questa convinzione ha guidato il nostro agire politico fin dal 2003, quando con il Governo Berlusconi venne approvata la legge n. 155, la cosiddetta «legge del buon samaritano» che, da oltre dieci anni, consente di effettuare donazioni di alimenti a chi è più sfortunato.
In quegli anni la nostra legge si configurò come tra le prime normative in Europa sul tema e ha consentito, in un decennio, di recuperare oltre 2 milioni e 600 mila porzioni di piatti pronti, quasi 800 mila chili di pane e quasi 900 mila chili di frutta. Ma vi è ancora un enorme potenziale di eccedenza che ad oggi non viene donato a food bank o a enti caritatevoli, se si osservano i dati dello spreco alimentare in Italia.
Nel 2016 la lotta agli sprechi alimentari dovrà essere una priorità dell'agenda politica, tanto a livello nazionale quanto comunitario. È dovere di chi ha responsabilità di governo nel mondo trovare soluzioni affinché sia garantito a tutti l'accesso al cibo. Stridente è, infatti, il contrasto tra il miliardo di persone che non hanno da mangiare e i numeri spaventosi sullo spreco alimentare nei Paesi occidentali. Sono due fronti sui quali dobbiamo intervenire in modo deciso, tanto sul profilo normativo quanto sotto quello culturale. La «legge del buon samaritano» ancora oggi è un esempio da seguire; abbiamo semplificato un processo che ha consentito agli enti caritativi di recuperare cibo perfettamente commestibile e fatto in modo che pasti caldi raggiungessero chi ha fame, invece di finire in discarica. Come diceva Madre Teresa di Calcutta, «ciò che mi scandalizza non è che esistono poveri e ricchi, ma che esista lo spreco».
La proposta di legge che ci approssimiamo a votare, quindi, va senza dubbio nella direzione giusta, nel solco che abbiamo già tracciato tempo fa con quella legge, ma è innegabile che si sarebbe potuto fare un salto di qualità. Si poteva e si doveva fare di più, innanzitutto sul piano delle risorse, aspetto sul quale si sono soffermati anche alcuni emendamenti di Forza Italia. Le risorse per finanziare i fondi necessari per attuare i lodevoli propositi alla base di questa legge, infatti, ci appaiono insufficienti: si sarebbero dovuti offrire maggiori incentivi per spingere a donare.
Oltre a ciò, è lecito domandarsi se oggi possa bastare prevedere che tutte le misure volte a favorire il recupero degli alimenti, ai fini della donazione delle loro eccedenze per solidarietà, siano solo ed esclusivamente su base volontaria, senza alcun dovere, seppur minimo, nei confronti degli operatori del settore alimentare.
Forza Italia, quindi, sostiene il merito di questo provvedimento e ne condivide in modo convinto lo spirito, ma avrebbe voluto una normativa più coraggiosa, dalle coperture economiche adeguate, in modo da dare un concreto segnale di solidarietà ai 5 milioni e mezzo di italiani, tra cui oltre un milione di minorenni, che soffrono per la povertà alimentare. Ma non crediamo che questa sia la legge che potrà dare il via a quella rivoluzione, anche culturale, necessaria a contrastare uno spreco di cibo che ogni anno nel mondo costa mille miliardi di euro (sono dati della FAO). Queste misure non bastano a dare una risposta ai 4 milioni di italiani che, loro malgrado, sono costretti a ricevere aiuti alimentari da parrocchie, mense e strutture caritative. Salvare il cibo invenduto dalla pattumiera, mentre la crisi pesa sempre più sulle tasche degli italiani, meritava uno sforzo maggiore e, soprattutto, maggiori incentivi per indurre gli operatori del settore alimentare a donare.
Per questi motivi Forza Italia si asterrà dal votare questo provvedimento, pur – ripeto – condividendone i buoni propositi. Dobbiamo continuare a lavorare per affermare un modello che incentivi il recupero, la donazione e la costruzione di rapporti forti tra gli enti caritativi e il mondo della produzione e della distribuzione alimentare. Fermare lo spreco è un Pag. 33dovere tassativo; donare deve diventare più semplice e conveniente che sprecare.
Ci auguriamo che nel passaggio al Senato il testo possa essere migliorato e reso più efficace, affinché si possa affermare concretamente il diritto al cibo come diritto universale, per contribuire a raggiungere l'obiettivo «fame zero» nel 2030, sancito dalla Carta di Milano e dai nuovi obiettivi del Millennio dell'ONU, anche perché esistono altri fattori da tenere a mente: la ricaduta ambientale degli sprechi alimentari è enorme. Innanzitutto, ridurre gli sprechi alimentari fa l'interesse dell'ambiente, perché diminuisce il volume dei rifiuti; poi, combattere lo spreco alimentare è importante anche per contenere l'impatto sulla biodiversità che la produzione massiva ha a livello globale; infatti, gli effetti negativi dell'espansione agricola e delle coltivazioni estensive sono tali sulla frammentazione degli habitat e sulla perdita di biodiversità che appare veramente inconcepibile e inaccettabile che una parte rilevante di quanto prodotto venga gettata. Combattere gli sprechi fa, inoltre, l'interesse delle aziende, per le quali lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti sono sicuramente un costo. Per cui, ribadendo il nostro voto di astensione, ci auguriamo che questa proposta di legge al suo passaggio al Senato venga potenziata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Durante la discussione di questa proposta sono stati citati molti numeri relativi allo spreco di cibo e di risorse. Io non li voglio ripetere, ma voglio citare un dato che credo nessuno abbia detto: al mondo si possono contare circa 580 milioni di persone che soffrono la fame, 475 milioni di persone obese e circa un miliardo di persone sovrappeso. Ci stiamo letteralmente mangiando il cibo di altri, perché molto spesso il cibo che noi mangiamo e che troviamo nei supermercati viene prodotto nei Paesi più poveri del mondo che l'industria alimentare costringe alle monocolture, mettendo in seria crisi la sussistenza di intere popolazioni, portando a deforestazione e portando alla perdita di biodiversità. Noi mangiamo tanto da starne male, da mettere in serio pericolo la nostra salute.
Questa proposta di legge interviene nel tentativo di compensare in qualche modo questo gap enorme, facilitando la donazione di cibo, aumentando la platea delle associazioni che potranno donare e dando agevolazioni a chi dona. Le agevolazioni, però, sono poi lasciate in carico ai comuni, con uno sconto sulla tassa sui rifiuti e, quindi, di fatto questa proposta viene fatta con pochissime risorse. La proposta è migliorata rispetto al testo originale in Commissione e diamo atto alla relatrice di aver recepito diversi nostri spunti quali, ad esempio, l'inclusione degli enti pubblici tra gli enti che possono ricevere donazioni e il fatto che le eccedenze alimentari, che non possono essere donate né al consumo umano né al consumo animale, possono essere compostate, ma esclusivamente con metodo anaerobico, che era una cosa che noi avevamo chiesto con forza; vi è, poi, la pubblicità dei lavori del tavolo tramite Internet e altri spunti. L'intento della legge è encomiabile e permetterà di aumentare, speriamo in maniera considerevole, la quantità di cibo donato agli indigenti e di ridurre così i rifiuti.
In Italia ogni anno buttiamo via 6 milioni di tonnellate di cibo, che sono circa il 17,4 per cento del consumo e il 3 per cento del PIL: 12 miliardi di euro che letteralmente buttiamo nella spazzatura. Questa proposta, però, interviene esclusivamente sul recupero della grande distribuzione e in parte sul settore primario, ovvero la produzione principalmente sulle eccedenze agricole, ma non interviene invece per nulla nell'ultimo anello della filiera, ovvero il cibo sprecato dal consumatore finale, che da solo vale quasi la metà del cibo che buttiamo ogni anno, ovvero circa 2,5 milioni di tonnellate l'anno.Pag. 34
Non interviene per nulla nella prevenzione, sul contrasto alla sovrapproduzione di cibo, sulla pressione che l'industria alimentare esercita nelle nostre scelte, attraverso una pubblicità incontrollata e non regolata, che crea veri e propri bisogni indotti, convincendoci che abbiamo bisogno di più cibo di quello che, in realtà, ci necessita, e convincendoci a comprare una quantità sempre maggiore di cibo e di sempre più scarsa qualità. Poi, se il cibo si consuma o si butta, in realtà, poco importa, l'importante è che si venda. Lo spreco alimentare, infatti, non è solo il cibo che scade sugli scaffali e che viene gettato dai supermercati. Per combattere lo spreco alimentare, è importante ridurre, appunto, questi 2,5 milioni di tonnellate che buttiamo nelle nostre case, proprio perché magari siamo condizionati dall'acquisto, dalla pubblicità, da un incessante marketing di nuovi prodotti, dalle promozioni tipo il «tre per due» dei supermercati.
Per questo, noi abbiamo proposto emendamenti che vietassero la pubblicità spazzatura durante le trasmissioni rivolte ai minori e ai ragazzi durante l'orario dei pasti, come fanno già tantissimi altri Paesi europei. Siamo tra gli unici Paesi europei a non avere una regolamentazione di questo tipo. Sappiamo che i bambini, i minori, sono un veicolo; l'industria alimentare sa che i nostri ragazzi sono molto influenzabili e utilizza personaggi dello sport, cartoni animati o personaggi rassicuranti come mamme e nonni per invogliare i bambini a chiederci cibo, perché, se sono interessati, i bambini sono in grado di influenzare con forza gli acquisti delle famiglie.
L'Italia ha il triste primato, in Europa, dei bambini obesi e sovrappeso, i soli costi sanitari e sociali legati al sovrappeso, all'obesità e alle malattie conseguenti sono circa 6 miliardi di euro e gli esperti dicono che la prossima sarà la prima generazione con aspettative di vita minori rispetto alla precedente, questo proprio a causa della scarsa qualità del cibo che diamo i nostri figli. Lo spreco si combatte anche incentivando l'utilizzo di prodotti biologici, via filiera corta, che porta all'eliminazione degli scarti e residui collegati all'uso del packaging necessario per la filiera lunga, un minore uso di prodotti chimici, in quanto molte produzioni derivano dall'agricoltura biologica e dalla filiera integrata, un minor consumo di carburante per il trasporto di merci e, quindi, un minore inquinamento ambientale, e la conseguente riduzione del consumo di energia. Contrastare lo spreco alimentare significa anche educare ad un differente rapporto con il cibo, improntato a una dieta equilibrata, a un'adeguata informazione sul consumo critico e di qualità, a partire dal momento della formazione nelle scuole di ogni ordine e grado. Combattere lo spreco vuol dire disincentivare l'uso di alimenti che hanno un impatto devastante sull'ambiente e sulla salute, come l'olio di palma, abusato nell'industria alimentare proprio perché molto economico.
Purtroppo, questi stimoli non sono stati raccolti dalla maggioranza, perché non c’è una vera intenzione di affrontare in maniera radicale il problema dello spreco di cibo e di risorse. Questo perché, come ho detto prima, lo spreco alimentare vale il 3 per cento del PIL e, finché si perseguirà la logica della crescita fine a se stessa e non legata al miglioramento del benessere, il problema non verrà mai eradicato. Questo gap enorme tra chi muore di fame e chi si ammala per il troppo cibo non verrà mai colmato. Che il cibo si consumi o si butti in realtà non importa, che le persone si ammalino in realtà non importa, l'importante è che cresca il PIL, l'importante è che la proposta di legge non venga appesantita come ci siamo sentiti ripetere come un mantra in Commissione, l'importante è che alla fine Renzi possa fare un tweet dicendo: stop allo spreco alimentare, è la volta buona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Questi temi, invece, andrebbero affrontati in fretta e in maniera radicale e per questo noi prepareremo una proposta di legge e invitiamo i colleghi – che in questi giorni ci hanno detto: condividiamo gli intenti, siamo d'accordo con voi, ma non è questo il momento – ad appoggiare Pag. 35questa proposta quando la presenteremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Fiorio. Ne ha facoltà.
MASSIMO FIORIO. Grazie, Presidente. Ascoltando gli interventi che mi hanno preceduto, non posso non rilevare che il provvedimento che stiamo per approvare è un provvedimento coraggioso. In primo luogo è coraggioso perché ha la consapevolezza, al di là della ricchezza e della sua articolazione, che è una norma che non basta a se stessa, ma che è il primo capitolo di un lungo racconto in cui gli autori devono essere i tanti componenti della società. In questo senso, chi dice che di più andava fatto, forse ha anche ragione, ma il grande merito del lavoro condotto nella Commissione competente, che ha coinvolto tutte le forze politiche e ha visto un grande lavoro della relatrice, sta anche nel fatto di non essersi paralizzati di fronte alla mole di dati, numeri e cifre, che, se certamente consegnano un quadro del fenomeno così complesso e articolato, dall'altro rischiano di inibire l'iniziativa politica.
In secondo luogo, questa legge ha il coraggio di rispondere alla grande sollecitazione che è venuta da Expo: «nutrire il pianeta, energia per la vita». L'esposizione mondiale aveva al centro il tema del cibo e della sostenibilità ambientale e sociale della produzione alimentare. Non poteva essere altrimenti. Il tema dello spreco ha percorso Expo in molte forme, anzi in qualche modo quella questione è diventata il tema ineludibile della manifestazione, quella che ha investito le coscienze di milioni di visitatori e che riguarda il cuore stesso del nostro sistema produttivo e del cibo in primis. Lo spreco, per come lo stiamo conoscendo dalla sua enormità spaventosa, sempre più al centro degli interessi e del dibattito dell'opinione pubblica, appare, per dirla in termini psicanalitici, il «rimosso» del nostro sistema produttivo. Lo spreco, prima ancora di essere un fenomeno fisico e materiale, è l'interrogativo che riguarda quanto, se ancora e se solo possiamo considerare e misurare un prodotto del fabbisogno umano, come il cibo, per quanto costa anziché per quanto vale. Se dietro a un fattore vitale come il cibo non si vede altro che il prezzo che lo tiene sul mercato, non solo l'economia e il territorio che ci sono alle spalle scompaiono, ma anche la sua ragion d'essere non potrà che rimanere il fattore competitivo di una convenienza tutta giocata al ribasso del prezzo e della maggiore produttività.
L'illusione di un mondo in cui quello che si produce viene consumato si è trasformata nella consapevolezza amara e crescente che quello che si produce non basta per soddisfare i bisogni di tutti, anche di coloro che il mercato ha messo fuori gioco e che non raggiunge. Questa legge ha il merito di guardare il cuore nero del modello produttivo occidentale e globale, non di trovare una soluzione, ma di trovare una cassetta di attrezzi e di strumenti per costruire un futuro più sostenibile ambientalmente e socialmente. Il coraggio, ancora una volta, è di aver guardato a quella dimensione della donazione, che è un ambito in cui le cose che produciamo e coltiviamo trovano la loro ragion d'essere, al di là ed oltre il loro valore mercantile.
Guardare alla donazione – ed è bello averlo inserito nel titolo – come ambito relazionale che permette di superare i paradossi del nostro vivere, non significa affidarsi alla beneficenza benevola, significa riconoscere la forza eversiva di un atto, che pone la gratuità al centro della relazione umana. Il dono è affermare, contro la necessità, che gli uomini sono capaci di azioni gratuite. Da questo punto di vista, il provvedimento prende in esame e mette mano a una serie di semplificazioni che rendono complicato donare, sul fronte delle comunicazioni da fornire, dei chiarimenti su una serie di indicazioni sulle etichette dei prodotti, che sembrano pensati solo per vivere sugli scaffali dei supermercati, ma soprattutto sul fronte dell'ampliamento della platea di coloro che operano nella donazione.Pag. 36
È a quel mondo di associazionismo e di enti del terzo settore che guarda la legge, in un'ottica di rispetto e di riconoscimento, per un ambito umano così ricco e articolato che non ha senso imbrigliare con vincoli e paletti. Abbiamo vissuto una società che era legata alla dimensione del dono e a quella del regalo, scambiato e ricambiato. Abbiamo vissuto in una società e cultura che ha relegato e ha fatto fuori, eliminato, sorpassato, tutte quelle culture, che, nella gratuità, nel dono, nella solidarietà e, dunque, nella gestione e limitazione dello spreco, hanno costruito una comunità. Penso a quelle culture contadine e all'agricoltura più in generale, relegata per anni a una sorta di settore produttivo povero e marginale. Non è un caso che questa legge guardi a quella dimensione in modo decisivo.
Il provvedimento, molto articolato, non si tira indietro dall'affrontare anche altri settori del fabbisogno primario. Penso al tema dei farmaci e a quello degli abiti, affronta le varie fasi della produzione, della trasformazione, della distribuzione e del consumo di cibo. Vorrei citare, a titolo di esempio, la possibilità di recuperare prodotti agricoli direttamente in campo da parte di associazioni del terzo settore, che, altrimenti, andrebbero perduti. È una pratica che era da sempre in uso nelle campagne. Chi ha esperienza della vita delle aziende agricole ricorda che, in passato, la solidarietà di consentire a chi era in stato di bisogno di accedere ai propri campi era una pratica abituale. L'agricoltura – abbiamo dimenticato – ha sempre avuto una vocazione solidale, che le consentiva non solo di produrre beni, ma di rispondere anche a bisogni sociali.
Da questo punto di vista crediamo importante anche il riconoscimento del tavolo di coordinamento che ha sede presso il MIPAF. Finora quel tavolo ha gestito risorse statali e comunitarie per favorire progetti di distribuzione di derrate agli indigenti. Questo tavolo ha gestito spesso iniziative di sostegno a comparti in crisi, trasformando quel sostegno in occasioni di solidarietà concrete. Ora quel tavolo è incrementato di componenti della rappresentanza della filiera produttiva, da rappresentanti delle associazioni, della solidarietà e dalle istituzioni.
Certo questo modo di lavorare rimanda a una concezione di impresa e dell'economia che il pensiero economico predominante aveva messo da parte, e che ha molto a che fare con la nostra storia e con la nostra cultura, penso ad Antonio Genovesi, che da una cattedra di economia civile rispondeva ad Adam Smith, che in quegli anni pubblicava le sue opere. Il mercato ha una dimensione mutualistica e comunitaria che la concezione di homo oeconomicus concentrato sull'egoismo produttivo non basta a spiegare. Figli di quell'idea di economia civile sono anche la nostra cooperazione, i distretti del made in Italy, la buona agricoltura. A quell'idea di sinergia tra istituzioni e società civile e impresa, che ora qualcuno chiama economia circolare, guarda a questo provvedimento.
È dunque con grande soddisfazione che il gruppo del Partito Democratico affronta questo passaggio, rivendicando il molto lavoro condotto, fuori e dentro il Parlamento, sottolineando anche il fatto che questa legge è profondamente diversa da quella francese, evocata in questa discussione. Ci permettiamo di dire che, anziché una scelta paternalistica di uno Stato che sanziona e prescrive, noi preferiamo un'impostazione che promuove, tutela e riconosce il già tanto che avviene in questo settore. D'altra parte, ci permettiamo di dire, che obbligare a un atto gratuito è una contraddizione in termini. Un grande pensatore del nostro tempo, Jacques Derrida, in uno splendido libro intitolato Donare il tempo, scriveva che donare significa aprire un tempo nuovo. Noi non sappiamo se questa legge aprirà tempi nuovi, siamo sicuri che questa legge è in sintonia con tempi nuovi.
Voglio ringraziare tutti i colleghi per il lavoro condotto, naturalmente a partire dal Partito Democratico, e soprattutto il grande lavoro della relatrice (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Grazie, Presidente. Io dichiaro che mi asterrò dal votare questo provvedimento perché è il classico esempio in cui dobbiamo dire grazie all'esistenza di un altro ramo del Parlamento; perché certamente questa legge ha degli spunti interessanti, tant’è che io in molti articoli ho votato favorevolmente, però da un certo punto di vista crea delle condizioni di complicazione complessiva.
È una classica legge che complica agli uomini di buona volontà la vita, a coloro che vorrebbero evitare il prossimo e che invece si troverebbero a essere con difficoltà tipiche di una burocratizzazione. I processi della burocratizzazione sono in questo Paese nefasti, io penso che qualche passaggio eccessivo in tal senso in questa legge c’è e io desidero rimarcarlo. La carità non può essere legata a tutto questo ! Avere obblighi, prevedere sanzioni, che forse da un certo punto di vista scoraggeranno coloro che vogliono aiutare mi pare di potere dire che possa essere un orizzonte prossimo su cui tutti dovremmo riflettere. Sicuramente rifletterà il Senato quando dovrà approvare in seconda lettura questa legge.
Quindi, al di là del fatto della solidarietà, taluni ne hanno parlato anche in termini pelosi, mi sembra di potere dire che gli sprechi che ci sono e sono elevati in questa nazione continueranno ad essere tali e alti, perché certamente questa legge non aiuterà a ridimensionarli. Quindi l'auspicio che nel secondo round parlamentare ci possa essere quel miglioramento che sicuramente è a portata di mano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Questa legge contro gli sprechi alimentari è un buon provvedimento e una buona iniziativa per costruire una società meno consumistica. Efficientamento e ottimizzazione delle risorse disponibili sono necessità del nostro tempo. Questa è buona politica, una politica che è capace di formare con consapevolezza i cittadini ad essere risparmiatori di risorse naturali ed energetiche, dando strumenti per redistribuire il surplus, a partire dal cibo e dai beni di prima necessità; è necessario ricostruire un senso di solidarietà dopo la crisi finanziaria, economica ed eco-sociale, come fondamento per una società che torni a reinvestire su se stessa e sulle proprie capacità auto-regolatrici. Per questo il mio voto è convintamente favorevole.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di intervenire la relatrice, onorevole Gadda, per un ringraziamento. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Grazie, signora Presidente. Vorrei esprimere un sincero ringraziamento al Governo e ai Ministeri che hanno seguito da vicino questo provvedimento. In particolare ringrazio anche il sottosegretario Vito De Filippo, il Ministro Martina, il Ministro Galletti e la Ministra Boschi. Un altro ringraziamento è doveroso al Presidente della Commissione XII, Mario Marazziti, e a tutti i colleghi di tutti i gruppi politici, perché questo risultato è frutto del lavoro positivo di tutti. Gli ultimi ringraziamenti doverosi vanno agli uffici, per il lavoro attento e scrupoloso che è stato svolto, in questi mesi, e l'ultimo ringraziamento davvero deve essere rivolto agli enti caritativi e alle imprese di tutta la filiera economica, che hanno seguito il provvedimento studiandolo e seguendolo passo dopo passo in tutto l'iter parlamentare. Questa legge riconosce una realtà che è già nel nostro Paese e oggi proviamo a fare un passo in avanti, grazie (Applausi).
(Coordinamento formale – A.C. 1716-3057-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1716-3057-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 1716-3057-3163-3167-3191-3196-3237-3248-3274-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Milanato, Fossati.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi» (1716-3057-3163-3167-3191-3196-3237-3248-3274-A):
Presenti 383
Votanti 277
Astenuti 106
Maggioranza 139
Hanno votato sì 277.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(I deputati Di Salvo e Dell'Aringa hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).
Sull'ordine dei lavori (ore 12,53).
DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Presidente, ventidue anni fa accadeva la strage dovuta all'esplosione del pozzo di petrolio di Trecate, in provincia di Novara. A distanza di 22 anni oggi nessuno risulta colpevole per quel disastro ambientale. Ci furono campi e indennizzi da parte dell'allora ENI per gli agricoltori e per tutta la popolazione locale, ma nessun responsabile è stato in qualche modo incolpato di quel gesto.
Questa è una condizione che viene segnalata ancora oggi sui giornali, riferita a delle dichiarazioni anche di carabinieri che allora indagarono su questo fatto. Credo non sia ammissibile arrivare a ventidue anni di distanza e non aver nessun colpevole per quell'atto, che di fatto ha causato un danno ambientale e anche un danno di produttività a quei territori, che producevano anche eccellenze agroalimentari. Credo sia importante ricordare questi eventi, ancor di più alla luce del referendum che ci sarà il 17 aprile, visto che ormai tutti stanno proponendo astensionismi vari, mentre noi vorremmo portare la voce chiara e netta che le trivellazioni hanno già fatto disastri in Italia in passato; testimonianze territoriali ce ne sono. Quando qualcuno vuole interfacciarsi nel merito per capire cosa hanno portato quei disastri ambientali, ovviamente basta andare a ricercare all'interno degli articoli di giornale e dei servizi dell'epoca. Questa condizione non può oggi essere lasciata andare, è un'impunità totale.
Quindi, chiediamo che venga di nuovo fatta chiarezza su questi disastri ambientali e che nessun colpevole venga lasciato impunito, come accade in ogni caso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Venerdì 18 marzo 2016, alle 9,30:
Svolgimento di interpellanze urgenti.
La seduta termina alle 12,55.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | T.U. pdl 1716 e ab.-A - em. 12.50 | 318 | 315 | 3 | 158 | 98 | 217 | 113 | Resp. |
2 | Nom. | em. 12.200 | 319 | 309 | 10 | 155 | 309 | 113 | Appr. | |
3 | Nom. | articolo 12 | 331 | 288 | 43 | 145 | 279 | 9 | 112 | Appr. |
4 | Nom. | em. 13.50, 13.51 rif. | 375 | 370 | 5 | 186 | 326 | 44 | 110 | Appr. |
5 | Nom. | em. 13.52 | 386 | 381 | 5 | 191 | 88 | 293 | 110 | Resp. |
6 | Nom. | articolo 13 | 391 | 288 | 103 | 145 | 278 | 10 | 110 | Appr. |
7 | Nom. | articolo 14 | 391 | 347 | 44 | 174 | 343 | 4 | 110 | Appr. |
8 | Nom. | em. 15.52 | 392 | 321 | 71 | 161 | 11 | 310 | 110 | Resp. |
9 | Nom. | em. 15.50 rif. | 393 | 390 | 3 | 196 | 371 | 19 | 110 | Appr. |
10 | Nom. | em. 15.51 rif. | 387 | 384 | 3 | 193 | 384 | 110 | Appr. | |
11 | Nom. | articolo 15 | 400 | 299 | 101 | 150 | 290 | 9 | 110 | Appr. |
12 | Nom. | articolo agg. 15.050 | 397 | 388 | 9 | 195 | 92 | 296 | 110 | Resp. |
13 | Nom. | em. 16.200 | 404 | 331 | 73 | 166 | 326 | 5 | 110 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 15.51 rif. | 405 | 398 | 7 | 200 | 309 | 89 | 110 | Appr. |
15 | Nom. | em. 16.53 rif. | 407 | 403 | 4 | 202 | 402 | 1 | 109 | Appr. |
16 | Nom. | em. 16.55 | 412 | 407 | 5 | 204 | 95 | 312 | 109 | Resp. |
17 | Nom. | em. 16.56 rif. | 409 | 406 | 3 | 204 | 401 | 5 | 109 | Appr. |
18 | Nom. | em. 16.57 | 412 | 400 | 12 | 201 | 98 | 302 | 109 | Resp. |
19 | Nom. | em. 16.59 rif. | 408 | 405 | 3 | 203 | 357 | 48 | 109 | Appr. |
20 | Nom. | em. 16.60 | 410 | 407 | 3 | 204 | 97 | 310 | 109 | Resp. |
21 | Nom. | articolo 16 | 418 | 303 | 115 | 152 | 295 | 8 | 109 | Appr. |
22 | Nom. | em. 17.50 | 404 | 333 | 71 | 167 | 72 | 261 | 108 | Resp. |
23 | Nom. | em. 17.51 | 407 | 335 | 72 | 168 | 69 | 266 | 107 | Resp. |
24 | Nom. | articolo 17 | 412 | 365 | 47 | 183 | 359 | 6 | 107 | Appr. |
25 | Nom. | mantenimento articolo 18 | 408 | 365 | 43 | 183 | 96 | 269 | 107 | Resp. |
26 | Nom. | articolo agg. 18.0100 | 413 | 398 | 15 | 200 | 392 | 6 | 107 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 32) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | articolo agg. 18.050 | 417 | 406 | 11 | 204 | 129 | 277 | 107 | Resp. |
28 | Nom. | articolo agg. 18.051 | 411 | 407 | 4 | 204 | 131 | 276 | 107 | Resp. |
29 | Nom. | articolo agg. 18.052 | 415 | 411 | 4 | 206 | 136 | 275 | 107 | Resp. |
30 | Nom. | odg 9/1716 e abb.-A/17 | 378 | 310 | 68 | 156 | 26 | 284 | 107 | Resp. |
31 | Nom. | odg 9/1716 e abb.-A/31 | 391 | 387 | 4 | 194 | 105 | 282 | 107 | Resp. |
32 | Nom. | T.U. pdl 1716 e ab.-A -voto finale | 383 | 277 | 106 | 139 | 277 | 104 | Appr. |