XVII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 640 di mercoledì 22 giugno 2016
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
GIANNI MELILLA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Artini, Bergamini, Bratti, Bueno, Capelli, Catania, Dambruoso, Dellai, Epifani, Ferranti, Gregorio Fontana, Formisano, Garofani, Locatelli, Losacco, Mazziotti Di Celso, Monchiero, Pes, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Sanga, Schullian, Scotto e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centodiciotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,38).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.
La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10.
Seguito della discussione della proposta di legge: Boccia ed altri: Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, concernenti il contenuto della legge di bilancio, in attuazione dell'articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (A.C. 3828-A); e delle abbinate proposte di legge: Boccia ed altri; Marcon ed altri (A.C. 2648-2897).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 3828-A: Boccia ed altri: Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, concernenti il contenuto della legge di bilancio, in attuazione dell'articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243; e delle abbinate proposte di legge nn. 2648-2897: Boccia ed altri; Marcon ed altri.
Ricordo che nella seduta del 21 giugno si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunciato.
(Esame degli articoli – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge.
La I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A), che è in distribuzione.
Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 2.100, 2.101 e 9.100, che sono in distribuzione e con riferimento ai quali risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.
(Esame dell'articolo 1 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
FRANCESCO BOCCIA, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti Caso 1.50, Marcon 1.51, Melilla 1.3, Marcon 1.4, Caso 1.52 e 1.53, Alberto Giorgetti 1.54 e Marcon 1.9, c’è un invito al ritiro; sull'emendamento Marchi 1.70 il parere è favorevole; sugli emendamenti Cariello 1.11, Caso 1.12 e 1.13, Cariello 1.14, Caso 1.17, 1.60, 1.27, 1.26, 1.29 e 1.36, e Cariello 1.32 c’è un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Intende che se non c’è l'accoglimento all'invito al ritiro, il parere è contrario ?
FRANCESCO BOCCIA, Relatore per la maggioranza. Esatto, è corretto.
PRESIDENTE. Sta bene. Il relatore di minoranza ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti Caso 1.50, Marcon 1.51, Melilla 1.3, Marcon 1.4, Caso 1.52 e 1.53 il parere è favorevole; sull'emendamento Alberto Giorgetti 1.54 il parere è contrario; sull'emendamento Marcon 1.9 il parere è favorevole; sull'emendamento Marchi 1.70 ci rimettiamo all'Assemblea; sugli emendamenti Cariello 1.11, Caso 1.12 e 1.13, Cariello 1.14, Caso 1.17, 1.60, 1.27, 1.26, 1.29 e 1.36, e Cariello 1.32, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo ?
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Caso 1.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. Questo emendamento interviene su una delle questioni più rilevanti che abbiamo affrontato con questa legge di contabilità, e cioè quello relativo agli strumenti di informazione e di controllo a disposizione del Parlamento. Credo ci sia preliminarmente da far presente e da rilevare il valore complessivo di questo provvedimento che stiamo affrontando. Lo abbiamo fatto ieri nella discussione generale, ma credo sia importante risottolinearlo anche in questa occasione. Con questa legge e con quella che attualmente è all'esame del Senato sul pareggio di bilancio di regioni e comuni e che comporta, come impegno del Governo, la conseguente modifica della legge n. 243, noi completiamo un percorso che abbiamo avviato nella precedente legislatura con le modifiche dell'articolo 81 della Costituzione.
Certamente su questo ci soffermeremo, penso, in diversi momenti nel corso dell'esame del provvedimento, a cui è seguita la legge rinforzata, la n. 243 del 2012, di attuazione dell'articolo 81 e ora completiamo Pag. 3questo percorso: siamo nelle fasi finali, dopo aver anche avuto all'esame, in queste settimane, due decreti legislativi del Governo, siamo nella fase delle modifiche della legge di contabilità. Questo, però, non è un provvedimento separato dal contesto che ho prima richiamato: è un provvedimento, appunto, di attuazione di questa norma.
Credo sia importante sottolineare, proprio perché esaminiamo un provvedimento su come si deve fare il bilancio, sul contenuto della legge di bilancio e, quindi, in sostanza, sulle regole, che c’è stato un lavoro, intanto, in sede parlamentare, perché questa è una proposta di legge che nasce all'interno del Parlamento, che ha visto il contributo rilevante del Governo, ma che è di iniziativa parlamentare e che ha visto, fin dal momento della sua presentazione, un ampio coinvolgimento dei gruppi parlamentari sia di maggioranza che di opposizione: prima, con l'indagine conoscitiva, le varie audizioni che abbiamo fatto e, poi, con la proposta di legge. Basta guardare le firme: quella del presidente della Commissione bilancio come primo firmatario, l'onorevole Boccia, i capigruppo di maggioranza, diversi capigruppo di opposizione. Quindi, un ampio coinvolgimento che si è visto anche nella discussione in Commissione e, poi, nel voto sul mandato al relatore, nel dibattito di ieri.
Tra le questioni che abbiamo affrontato ci sono quelle relative agli strumenti di informazione e il Governo ha fatto rilevare come, da questo punto di vista, la trasparenza sia uno degli elementi fondamentali di questo provvedimento e anche una delle questioni su cui il Governo sta lavorando per fare in modo che non solo sia a disposizione del Parlamento, ma sia a disposizione dei cittadini nel loro complesso. Quindi, ci si sta muovendo in questa direzione. Noi riteniamo che quanto scritto nel provvedimento, all'articolo 1, su questo punto sia ampiamente condivisibile e vada nella direzione giusta della trasparenza, degli strumenti a disposizione del Parlamento per svolgere pienamente la sua funzione come Parlamento nel suo complesso e anche come singoli parlamentari.
Quindi, per questo motivo, concordiamo su questo emendamento e sugli altri sull'invito al ritiro, perché riteniamo che si stia già andando nella direzione giusta e non ci sia bisogno di ulteriori specificazioni, come quelle che vengono proposte nei diversi emendamenti all'articolo 1.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Sinistra Italiana, perché questo emendamento del collega Caso va nel senso di dare in modo più chiaro e diretto il potere di informazione per i parlamentari e, quindi, di controllo da parte del Parlamento sulle manovre di bilancio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 1.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Colleghi, vi pregherei di accelerare. Tancredi. Colleghi, è il primo voto, poi andiamo più veloci. Bonafede, Venittelli. Altri ? Non vedo mani alzate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 328
Votanti 325
Astenuti 3
Maggioranza 163
Hanno votato sì 80
Hanno votato no 245.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Pag. 4(Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo all'emendamento Marcon 1.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Questo emendamento vuole mettere in risalto, tra le amministrazioni pubbliche, quella della Presidenza del Consiglio dei ministri per motivi, credo, comprensibili a tutti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 1.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Pastorelli. Abbiamo votato tutti ? Luigi Gallo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 339
Votanti 337
Astenuti 2
Maggioranza 169
Hanno votato sì 82
Hanno votato no 255.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo all'emendamento Melilla 1.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Questo emendamento per rendere ancora più chiara ed incisiva la funzione dei parlamentari nel controllo dei conti pubblici.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Melilla 1.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Catania, Arlotti, Russo, Zan, Greco, D'Incà.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 348
Votanti 346
Astenuti 2
Maggioranza 174
Hanno votato sì 83
Hanno votato no 263.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 1.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Adornato, Baruffi. Ci siamo ? Abbiamo votato tutti ? Verini, Piras, Ferraresi. Ci siamo ? Carfagna, Lauricella, Rostellato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 359
Votanti 358
Astenuti 1
Maggioranza 180
Hanno votato sì 88
Hanno votato no 270.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Le deputate Piccione e D'Incecco hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).
Pag. 5 Passiamo alla votazione dell'emendamento Caso 1.52.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Con questi due emendamenti a mia firma, l'1.52 e l'1.53 parliamo della pubblicazione sul sito web per quanto riguarda il bilancio dello Stato; sicuramente è un passo in avanti in cui definiamo alcuni standard che devono essere rispettati appunto nella creazione di questo sito. Noi abbiamo inserito con il nostro emendamento dei riferimenti normativi, ma quei riferimenti normativi non bastano; esistono alcuni siti, come per esempio il sito dati camera.it che è stato fatto sulla base di quegli articoli di quella norma a cui facciamo riferimento ma che non hanno un'altra caratteristica, che è quella dell'usabilità del sito web. L'usabilità significa appunto che un utente di medio livello sia in grado di ricercare all'interno del sito le cose che sta ricercando. Se andate a dare un'occhiata appunto al sito dati camera.it vi potrete rendere conto che, nonostante sia stato creato utilizzando i parametri riferiti, che già sono all'interno di questa legge, quel sito è difficilmente usabile, per cui noi invece chiediamo di utilizzare degli standard internazionali di usabilità che sono presenti nella maggior parte dei siti che vengono utilizzati dalle pubbliche amministrazioni anche per il sito del bilancio. La possibilità per i cittadini di leggere il bilancio dello Stato in modo chiaro secondo noi è una prerogativa che dovremmo portare avanti tutti insieme. Speriamo in un ripensamento del Governo e della maggioranza su questi due emendamenti e speriamo che appunto siano votati favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 1.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Capelli, Piccoli Nardelli, Villarosa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 369
Votanti 367
Astenuti 2
Maggioranza 184
Hanno votato sì 94
Hanno votato no 273.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Caso 1.53.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Intervengo sullo stesso tema per affermare la nostra volontà di rendere sempre più leggibili i bilanci e i conti pubblici. Il tema da noi posto è un tema che attiene a degli standard internazionali, che ci dicono come questi dati debbano essere messi a disposizione dei cittadini, per un semplice motivo.
Io pongo una questione: quanti in quest'Aula, anche parlamentari, hanno la consapevolezza, la possibilità e la capacità di leggere i bilanci dello Stato e i conti pubblici ? Immaginate, se noi addetti ai lavori riscontriamo delle difficoltà, quanto i cittadini all'esterno, inconsapevoli delle dinamiche parlamentari e della modalità con cui questi dati vengono aggregati, quanta difficoltà possano riscontrare nell'usabilità di questi dati. Quindi dire ai cittadini e affermare che questo Parlamento e l'intero Stato debbano essere sempre più trasparenti passa appunto da alcuni dati e dall'informazione che questi dati devono trasmettere. Il nostro obiettivo resta quello di aumentare la capacità di leggibilità di tutti i dati afferenti alla finanza pubblica; ecco perché facciamo riferimento a questi standard che, a differenza di quanto ci ha detto il Pag. 6Governo, in parte non sono ancora ben esplicitati nelle regole e negli articoli indicati nella norma, quindi a nostro avviso questo emendamento avrebbe aumentato senz'altro la capacità di ogni cittadino di leggere i bilanci dello Stato. Quindi invitiamo veramente l'Aula a fare una riflessione su questo tema e di votare favorevolmente su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Presidente, noi abbiamo sostenuto gli emendamenti del gruppo 5 Stelle, che abbiamo votato precedentemente sul discorso della trasparenza e sosteniamo anche questo. Noi, al di là della specificità dell'emendamento e del tecnicismo, crediamo altresì che la trasparenza e il fatto che i cittadini possano leggere in tutta libertà e in tutta semplicità, comprendendone l'effettivo valore, i dati del bilancio dello Stato possa costituire un limite allo spreco delle risorse e allo spreco di denaro pubblico. Per cui, il fatto che si punti sulla trasparenza e sulla semplificazione deve essere anche per noi un principio di responsabilità e un valore aggiunto a tutela dei soldi pubblici.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 1.53, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fabbri, Venittelli, Ginoble.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 382
Votanti 380
Astenuti 2
Maggioranza 191
Hanno votato sì 100
Hanno votato no 280.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Alberto Giorgetti 1.54.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Ho presentato questo emendamento perché questo provvedimento credo sia caratterizzato da una grande volontà di migliorare i meccanismi di funzionamento della finanza pubblica, dei processi decisionali che il Parlamento assume in materia ovviamente il bilancio dello Stato, ma è anche improntato all'insegna di un realismo rispetto ai tempi e ovviamente alle necessarie procedure che devono essere portate avanti per poter ottenere un risultato che sia rispettoso, sia ovviamente dei limiti temporali posti dalla normativa, sia dell'attendibilità stessa di questo provvedimento. Ed è chiaro che la novità significativa di avere comunque una previsione di bilancio che nello stesso documento anche i meccanismi che portano ad avere le variazioni sul bilancio stesso necessitano, in particolar modo sugli effetti rispetto alle scelte che vengono compiute nel documento di bilancio in una dinamica pluriennale, di tempi tecnici che mettano le strutture delle amministrazioni e del Ministero dell'Economia e delle Finanze, in particolar modo della Ragioneria generale, nelle condizioni di avere tempi che sono stati valutati anche dai tecnici come eccessivamente ristretti.
Allora, dico al Governo che penso che su questo argomento possa eventualmente fare una riflessione o rivedere la posizione, perché a nostro modo di vedere l'obiettivo del 20 ottobre è difficile da raggiungere per poter presentare tutti i documenti previsti dalle modifiche normative che stiamo discutendo e dibattendo in quest'Aula. Pertanto, la proposta di slittare Pag. 7di due giorni non è certamente un vezzo di carattere parlamentare, ma è un elemento di sostanza rispetto all'obiettivo di avere, in quelle date, un provvedimento che sia completo e che ci sia la possibilità, così come è stato ricordato da molti colleghi che mi hanno preceduto, di avere tutti gli elementi per poter cominciare un processo di valutazione che sia del livello che viene immaginato attraverso queste modifiche normative.
Quindi, si tratta di una modifica tecnica che sarebbe importante riuscire a fare già in questo ramo del Parlamento per poter avere un processo anche normativo che sia pienamente compiuto ed efficace dal punto di vista della presentazione dei documenti nel rispetto dei tempi, perché non vorremmo trovarci poi nell'imbarazzo di dover vedere che alla prima prova concreta sull'efficienza del nuovo meccanismo ci troveremo a dover avere un documento che magari non arriva nei tempi previsti, denunciando e dimostrando da subito una difficoltà di funzionamento che rischia, ovviamente, di andare a minare anche la credibilità dell'importante processo che stiamo governando.
Quindi, veramente la richiesta è di una riflessione ulteriore da parte della maggioranza su questo emendamento, per risolvere un problema operativo che tutti sanno informalmente essere davvero presente ed esistente rispetti ai tempi che abbiamo immaginato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. È indubbio che l'emendamento che ha presentato l'onorevole Giorgetti presenta vari aspetti di ragionevolezza e anche di condivisibilità. D'altra parte, lo stesso Viceministro ha sottolineato, anche questa mattina nel Comitato dei nove, una problematicità a rispettare i tempi del 20 ottobre dal punto di vista tecnico. Infatti, siamo consapevoli di ciò che comporta prevedere già nella proposta di legge, nella seconda parte, sul bilancio, tutte le conseguenze della prima – e ricordo che possono essere diverse le questioni su cui interviene il Consiglio dei Ministri nell'esame della proposta che gli viene presentata dal Ministro dell'economia e delle finanze – e, quindi, c’è bisogno, ovviamente, di un tempo tecnico per presentare gli atti al Parlamento. Dunque, questa questione per certi versi è condivisibile ed è stata oggetto di lunga riflessione, sebbene vi fossero anche proposte che andavano nel senso di restringere notevolmente questi tempi.
Nel Comitato dei nove questa mattina abbiamo ritenuto che fosse da mantenere la data del 20 ottobre perché c’è una valutazione da fare anche sul lavoro parlamentare. Io l'ho detto ieri: credo che questo provvedimento potrà espletare tutti gli effetti quando avremo il superamento del bicameralismo paritario, ma fin quando c’è – e per questa legislatura comunque c’è – l'esame da parte delle due Camere, che si avvia già il 20 ottobre con tutte le audizioni che ci sono da fare e così via, credo che già questo sia abbastanza problematico. C’è il rischio che si arrivi al voto finale non come siamo riusciti a fare in questi anni, entro il 24 dicembre, ma magari tra il 25 e il 31 dicembre e se c’è qualche problema tecnico magari si rischia l'esercizio provvisorio.
Quindi, credo che vada valutata attentamente questa questione, dato che c’è l'esigenza, anche per le posizioni emerse dai vari gruppi, di avere un punto di compromesso e credo che la data del 20 lo possa essere; dall'altra parte, vi è l'esigenza di considerare il tempo che deve avere a disposizione il Parlamento, le due Camere, per esaminare compiutamente il disegno di legge di bilancio. Quindi, per questo motivo condivido la posizione, che è stata espressa in questa sede dal relatore e dal Governo, di invito al ritiro o, altrimenti, di voto contrario.
Aggiungo che presenteremo anche un ordine del giorno per invitare il Governo a fare la seduta del Consiglio dei ministri non all'ultimo minuto, cioè il 14 ottobre, per deliberare il documento, che comunque va mandato in Europa il 15 e contestualmente anche questo alle Camere, ma Pag. 8almeno entro il 12 ottobre, in modo da considerare anche gli aspetti di carattere tecnico di predisposizione dei documenti ed avere uno spazio di tempo maggiore. Credo che il primo anno occorra fare questo: uno sforzo congiunto da parte di tutti, da parte del Governo, del Consiglio dei ministri, della Ragioneria e anche da parte del Parlamento, per cercare di corrispondere pienamente ai tempi che ci siamo dati con questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Dobbiamo mettere in chiaro intanto l'origine di questa richiesta, perché dall'intervento del collega Giorgetti si è quasi inteso che fosse una volontà della sua forza politica quella di voler introdurre questo. Per carità, ogni deputato ha questa volontà, ma mi rendo conto che la situazione si è ribaltata perché in Commissione è stato il Governo a suggerire questa soluzione, cioè quella di guadagnare più tempo nel trasmettere alle Camere e nel deliberare in maniera formale il disegno di legge di bilancio adducendo delle motivazioni puramente tecniche, ovvero il tempo necessario alla Ragioneria generale dello Stato per poter tramutare in variazioni, nella seconda sezione del disegno di legge di bilancio, quelli che sono gli interventi formalmente decisi nella prima sezione.
Ma c’è da affermare e da informare l'Aula sul fatto che l'intera Commissione, a seguito di un'indagine conoscitiva, ha richiesto e volutamente imposto in questo provvedimento una data più corta, più vicina al 15 ottobre, che è la data in cui il Governo trasmette alla Commissione europea – e quello è un punto fermo – il contenuto del documento programmatico di bilancio. Quindi, da quella data – dal 15 ottobre – al 20 ottobre ci sono cinque giorni per lavorare su tutte le variazioni della seconda sezione del disegno di legge di bilancio. A nostro avviso il 20 ottobre – e in questo sono d'accordo con il collega Marchi – è già una data limite per cominciare il lavoro parlamentare di modifica del disegno di legge di bilancio; piuttosto, chiederei al Governo di anticipare la fase di deliberazione, cioè il Consiglio dei ministri che delibererà almeno il documento programmatico di bilancio e, quindi, la prima sezione con gli elementi fondamentali da comunicare all'Unione europea e alle Camere, e di anticipare quella data così recuperando quel tempo necessario ai tecnici per lavorare nella fase di preparazione del documento, perché ricordiamo che la Nota di aggiornamento al DEF è stata anticipata dal 30 settembre al 27 settembre e, quindi, si sono già recuperati tre giorni a fine settembre. Questo lavoro di spostamento indietro nel tempo a noi risulta favorevole e, come dire, anche utile per poi guadagnare tutto il tempo di revisione della legge nella fase parlamentare di discussione, che quella è utile per l'approfondimento appunto degli elementi contenuti nel disegno di legge di bilancio. Quindi, siamo fortemente contrari sull'emendamento del collega Giorgetti e riteniamo che la Commissione e l'Aula debbano insistere nella linea di mantenere ferma questa data, il 20 ottobre.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Presidente, io non credo che questo sia un punto in cui ci si debba dividere per gruppi o politicamente. È chiaro che l'infittirsi degli adempimenti della sessione di bilancio ha costretto... e lo vediamo anche, lo abbiamo visto negli anni scorsi, su come siano stretti anche i lavori parlamentari. E capisco anche la preoccupazione dell'onorevole Marchi e dell'onorevole Cariello riguardo all'eccessiva compressione del lavoro parlamentare; però qui c’è una richiesta precisa, che ha delle ragioni molto tecniche e di qualità del lavoro, credo, anche delle strutture che poi mettono a disposizione i documenti con cui lavoriamo, che ci chiedono di portare avanti i tempi semplicemente Pag. 9di due giorni, che per loro probabilmente sono moltissimi, per la Ragioneria e per la struttura del MEF: non credo che questo cambierebbe molto per il lavoro parlamentare, che è sì compresso nella persistenza del bicameralismo, come quest'anno necessariamente sarà. È chiaro che, insomma, questo è ancora più un problema di organizzazione dei tempi di lavoro parlamentare, però nel bilanciamento delle due esigenze credo di dover dare maggiore importanza alla prima, e perciò noi voteremo favorevolmente a questo emendamento proposto dal collega Giorgetti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Signor Presidente, noi voteremo contro questo emendamento: avevamo in Commissione presentato addirittura degli emendamenti che accorciavano maggiormente i tempi di presentazione della legge di bilancio alle Camere. Io penso che se il Parlamento deve avere attenzione e comprensione dei tecnici, anche i tecnici devono avere comprensione ed attenzione verso il lavoro parlamentare; e come ricordavano anche gli onorevoli Marchi e Cariello, già il lavoro parlamentare, così come è organizzato rispetto alla legge di stabilità oggi, e domani alla legge di bilancio, rischia di essere molto compresso e molto difficile da portare avanti, visti i tempi che ci diamo. Penso che il 20 ottobre sia una data sicuramente realistica, che il Governo può prendere in considerazione. In Commissione abbiamo votato unitariamente, in pratica, un emendamento che andava in quella direzione, infatti nel testo c’è il termine del 20 ottobre; per cui noi sosteniamo fortemente il mantenimento di questa disposizione, e siamo contrari ad un allungamento dei tempi, che significa mettere il Parlamento nelle condizioni di lavorare peggio e senza l'adeguata serenità per affrontare una materia così complessa com’è la legge di bilancio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Alberto Giorgetti 1.54, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sandra Savino, Ruocco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 401
Votanti 383
Astenuti 18
Maggioranza 192
Hanno votato sì 49
Hanno votato no 334.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marcon 1.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Signor Presidente, con questo emendamento, che può sembrare anomalo ma è un emendamento che ha un suo senso, noi proviamo a ridurre l'asimmetria informativa, per usare una terminologia cara agli economisti, tra il Parlamento ed il Governo.
Cosa succede ogni anno ? Succede che viene approvata la legge di stabilità, domani la legge di bilancio, in Consiglio dei ministri, passano numerosi giorni prima che il testo arrivi in Parlamento; e in questi numerosi giorni il Governo fa la sua comunicazione politica sulle misure che sono state discusse in Consiglio dei ministri, che il Parlamento ancora non conosce, e su misure sulle quali il Governo, sia questo Governo sia un futuro Governo diverso da questo, fa un'azione legittima di propaganda e di marketing. Siccome non è pensabile che un provvedimento così importante, e le informazioni contenute in esso, siano legati all'utilizzo che si può fare rispetto alla comunicazione politica da parte di chi detiene le informazioni, Pag. 10cosa che il Parlamento non è in grado di fare, perché ovviamente non è in grado di approfondire non avendo il testo, noi proponiamo con questo emendamento di evitare che si faccia divulgazione, e quindi anche comunicazione politica, sui contenuti che sono elaborati e sono dentro la legge di bilancio, fino a che la legge di bilancio non viene trasmessa alle Camere. Quindi in questo modo si mantiene un giusto atteggiamento di rispetto verso il Parlamento, che ancora non conosce i contenuti della legge di bilancio, e si evita che sui contenuti della legge di bilancio, delle cui misure principali il Governo è ovviamente a conoscenza, si faccia un'azione che – lo ripeto – è asimmetrica rispetto all'informazione che il Parlamento non ha e il Governo invece ha. Quindi noi proponiamo di prevedere che non ci sia divulgazione di contenuti, finché il Parlamento non viene a conoscenza del testo della legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 1.9, con parere contrario della Commissione e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Gioia, Schullian, Sarti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 409
Votanti 407
Astenuti 2
Maggioranza 204
Hanno votato sì 117
Hanno votato no 290.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 1.70, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Richetti, Piepoli, Tancredi, Lauricella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 409
Votanti 345
Astenuti 64
Maggioranza 173
Hanno votato sì 341
Hanno votato no 4.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cariello 1.11, con parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gregori, Montroni, Basso, Marantelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 405
Votanti 400
Astenuti 5
Maggioranza 201
Hanno votato sì 107
Hanno votato no 293.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Caso 1.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi proviamo a dare una manovra di più ampio respiro al DEF. In particolar modo cerchiamo di portare il periodo di riferimento del DEF dal triennio al quinquennio. Riteniamo, Pag. 11infatti, che per la politica sia necessario oggi avere una visione di più ampio respiro. Troppo spesso le politiche che vengono fatte dai Governi mirano troppo al breve periodo e dimenticano, invece, il lungo periodo. Con una serie di emendamenti noi chiediamo di stabilire il periodo di riferimento del DEF in cinque anni e non più in tre e di inserire tra le sezioni della parte riguardante gli obiettivi da raggiungere anche una sezione che riguardi il ventennio successivo o i quindici o i vent'anni successivi. Questo perché il male della politica è stato proprio guardare al breve periodo. Se invece la politica riuscisse finalmente a distaccarsi da valutazioni di breve periodo e vantaggi di breve periodo e, invece, iniziasse a guardare ad una strategia di più alto livello e quindi poi calasse i piani di tre o cinque anni all'interno di una strategia di più ampio respiro, forse potremmo avere una politica diversa, potremmo capire come mai in una strategia di vent'anni si può decidere di superare le fonti fossili, potremmo capire allora che provvedimenti invece di breve periodo che continuano a incentivare le fonti fossili sono forse un nonsense. In questo caso, invece, noi chiediamo al Governo di poter finalmente guardare con un'ottica futura perché magari forse è quello che più interessa ai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Presidente, noi voteremo contrari a questi emendamenti che fanno riferimento ad una programmazione del DEF dai cinque anni in su. I motivi sono due. Il primo è che, credo, la situazione economica fluttuante – chiamiamola così – durerà per molto tempo e fare delle previsioni dal punto di vista economico effettive ed efficaci non sarà assolutamente facile tant’è che ce lo dimostrano i dati degli ultimi due DEF e delle conseguenti Note di aggiornamento. Inoltre crediamo altresì che una strategia pluriennale dal punto di vista politico, economico e finanziario stia alla caratura del politico o dei politici che ci governano. Pertanto la reputiamo una cosa assolutamente naturale: se oggi non c’è non dipende dal fatto che non sta scritto ma dipende dal fatto che qualcuno non è in grado di fare una programmazione pluriennale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Noi voteremo anche contro questo emendamento per un motivo molto semplice: il mondo è in evoluzione dal punto di vista della finanza commerciale e quant'altro ad horas. Immaginiamo che non hanno retto i piani quinquennali di Breznev che sono stati un fallimento mondiale e di un mondo di tanti anni fa. Immaginiamoci se possiamo fare piani oltre il quinquennio: onestamente non è condivisibile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 1.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Grassi... Amoddio... Di Lello... Civati... Frusone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 415
Votanti 414
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato sì 100
Hanno votato no 314.
La Camera respinge (Vedi votazioni).Pag. 12
Passiamo alla votazione dell'emendamento Caso 1.13. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Vorrei spiegare all'Aula le motivazioni di questo emendamento che sopprime due lettere del comma 6, la lettera a) e la lettera b), due lettere che per noi sono l'anello di congiunzione tra la legge di contabilità n. 196 e la legge rinforzata n. 243 e chiariamo una volta per tutte quanto questa proposta di legge ora si pone come attuazione definitiva dei principi dettati dalla legge rinforzata. Come ha affermato anche il collega Marchi nel suo intervento introduttivo sul primo emendamento della seduta odierna, questa è da considerarsi a tutti gli effetti una proposta di legge di attuazione del processo di riforma costituzionale introdotto con la legge n. 1 del 2012 che revisionava l'articolo 81 e poi con la legge rinforzata n. 243. Quindi per noi è fondamentale affermare la contrarietà a questo legame stretto, a questa congiunzione che viene fatta tra la legge che definisce i criteri e le modalità con cui costruire il disegno di legge di bilancio e la legge che ne detta invece gli obiettivi principali e i vincoli a cui siamo sottoposti per via dell'adesione a trattati sovranazionali. Questa congiunzione a nostro avviso poteva anche essere tenuta fuori da questo processo di intervento sulla legge di contabilità, invece la maggioranza, il presentatore della proposta ha voluto fortemente vincolare i due percorsi quando ormai – c’è da dirlo – il pareggio di bilancio non è ancora mai stato raggiunto ed è stato puntualmente rinviato in avanti nel tempo. Quindi riteniamo ancora una volta ai fatti fallimentare l'adesione ad una regola che praticamente è irraggiungibile e che, invece, il Governo spinge affinché le amministrazioni locali applichino fino in fondo, determinando lo sfascio e ormai la deroga a tutta una serie di servizi primari per i cittadini a livello locale. Quindi è una regola che non funziona, una regola che non ha senso legare alla legge di contabilità che detta i criteri con cui redigere una legge. A nostro avviso, se fossero cancellate queste due lettere a) e b) del comma 6, la proposta di legge assumerebbe un aspetto anche migliore, un aspetto anche condivisibile da parte del nostro gruppo. Quindi riaffermiamo questa nostra volontà a sopprimere queste due lettere e poniamo il Governo nella condizione di rivedere anche il proprio parere su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. È sufficiente, credo, rifarsi al titolo di questa proposta di legge: Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, concernenti il contenuto della legge di bilancio, in attuazione dell'articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243. Cioè noi stiamo facendo un adeguamento della legge di contabilità alla legge rinforzata di attuazione dell'articolo 81: il processo è questo. Non è che possiamo nasconderlo o far finta che sia un'altra cosa. Dopodiché si tratta, dentro questo confine e questo limite, di cercare di determinare le regole più condivisibili da parte di tutti ed è quello che si è cercato di fare, ma non crediamo che si possa eliminare il riferimento alla legge n. 243 e agli obiettivi che contiene in riferimento all'articolo 81 della Costituzione e anche al contesto europeo. Lo dicevo anche ieri sera: da questo punto di vista un conto è lavorare per cambiare le politiche europee, per fare in modo che non siano solo austerità, ma siano più indirizzate agli investimenti, al lavoro, all'occupazione, alla crescita e anche lavorare per modificare le modalità con cui si attuano certe regole. Ad esempio, se si modifica il nostro metodo di calcolo dell’output gap con un altro metodo di calcolo, il nostro Paese potrebbe già essere in pareggio strutturale di bilancio. Quindi, non è così irraggiungibile. Con il metodo che c’è attualmente, che è diverso da quello dell'OCSE, invece, non ci siamo nel pareggio strutturale di bilancio; quindi ci Pag. 13sono manovre da fare per raggiungerlo. Quindi, lavorare, come sta facendo il Governo ai vari livelli, per cambiare le politiche europee credo che sia un obiettivo da perseguire, pienamente condivisibile. Le critiche alle politiche tutte basate sull'austerità le abbiamo fatte in diverse occasioni.
Altra cosa è non rispettare le regole che ci sono. Certo, interpretarle nel modo più flessibile possibile è un conto, ma, fin quando non cambiano, sono quelle. Quindi, noi crediamo anche che l'articolo 81, per come l'abbiamo scritto, cioè non il pareggio di bilancio in senso stretto, ma l'equilibrio tra entrate e spese, tenendo conto del ciclo economico, sia una modalità che ha, anche al proprio interno, la sufficiente flessibilità. L'esempio che veniva riportato lo dimostra, cioè il fatto che si sia potuto, con decisione del Parlamento, spostare in avanti gli obiettivi di raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio di tre anni. L'abbiamo fatto spostando di un anno alla volta, in momenti diversi e successivi. L'Unione europea, da questo punto di vista, alla fine ha condiviso le scelte che hanno fatto il Parlamento italiano e il Governo italiano. Quindi, credo che ci siano i sufficienti elementi di flessibilità. Comunque, al limite, se si vuole cambiare l'articolo 81 della Costituzione, si fa un'operazione per cambiare l'articolo 81 della Costituzione. Questa è una legge ordinaria, che non può che essere di attuazione sia dell'articolo 81 che della legge rinforzata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Per essere chiari, l'inserimento all'interno della nostra Costituzione – una Costituzione propositiva e che guarda al futuro, con tante parti non ancora attuate della Costituzione, voluta dai padri costituenti – di un riferimento contabile annuale, poi leggermente attenuato, è stato uno dei più grandi errori di questo secolo, fatto da questo Parlamento. Per questo, veder riportare all'interno della legge di contabilità questo riferimento – cosa che non era poi segnata all'interno della delega che veniva fatta –, per noi è un motivo sufficiente per dire «no», per dire che il MoVimento 5 Stelle, quando ci sarà la presenza del pareggio di bilancio, di questa norma oscena...
PRESIDENTE. Concluda.
VINCENZO CASO. ... non l'appoggerà mai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo emendamento. Pensiamo che le argomentazioni che ha usato l'onorevole Cariello siano convincenti. D'altronde, il nostro gruppo, a suo tempo, ha presentato una proposta di legge, qui in Parlamento, qui alla Camera, per l'abrogazione di quelle parti della legge n. 243 che attuano il pareggio di bilancio. Abbiamo anche appoggiato la raccolta di firme per una proposta di legge d'iniziativa popolare che andava nella stessa direzione. Quindi, noi siamo pienamente d'accordo. Pensiamo che sia stata una forzatura inserire il riferimento relativo a questa parte della legge n. 243 in questa legge. Pensavamo che, essendo questo disegno di legge un disegno di legge unitario, sarebbe stato meglio trovare una sintesi tra le varie posizioni e forse sarebbe stato meglio non sottolineare questo aspetto, che ovviamente è un aspetto che è presente in una legge dello Stato, ma che potevamo espungere in occasione dell'approvazione di un nuovo testo e, da questo punto di vista, potevamo raccogliere un risultato più unitario con la partecipazione anche di altre forze dell'opposizione. Per questi motivi noi voteremo a favore dell'emendamento Cariello.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 14
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 1.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Adornato, Malisani, Fedi, Di Benedetto, Del Grosso, Bordo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 411
Votanti 407
Astenuti 4
Maggioranza 204
Hanno votato sì 114
Hanno votato no 293.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cariello 1.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Lello, Piepoli, Gutgeld, Lenzi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 409
Votanti 408
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato sì 115
Hanno votato no 293.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 1.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ruocco, Giammanco, Duranti, Piepoli, Di Gioia, Montroni, Galperti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 418
Votanti 415
Astenuti 3
Maggioranza 208
Hanno votato sì 117
Hanno votato no 298.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Caso 1.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi cerchiamo di inserire all'interno del DEF – quindi nella programmazione del DEF e non all'interno di un allegato – gli indicatori di benessere equo e sostenibile. Riteniamo che questo sia l'atto di coraggio che è mancato nella serie di emendamenti che abbiamo esaminato e approvato. Come detto, la legge di contabilità, proprio perché stabilisce le regole del gioco, non viene modificata ogni anno. Pertanto, una volta che le regole del gioco vengono modificate, dal nostro punto di vista, sarebbe stato necessario avere maggiore coraggio, quindi inserire, proprio all'interno del DEF, quindi degli obiettivi che un Governo si pone, anche gli indicatori di benessere equo e sostenibile, legandoli poi agli emendamenti successivi, che portavano gli obiettivi e non le previsioni anche ai quindici e vent'anni, in modo tale che, poi, questi indicatori di benessere avessero anche una visione più ampia e un respiro più ampio.Pag. 15
Come detto, riteniamo che, nel cercare di cambiare veramente direzione, questa sia stata una mancanza di coraggio. Il fatto che il PIL non sia più un parametro significativo è una questione che sicuramente è nata già prima della mia nascita. Chi non ricorda il famoso intervento di Bob Kennedy sul valore del PIL ? Ma dopo così tanto tempo ancora non si ha il coraggio di andare oltre questo PIL, perché poi raggiungere degli obiettivi di PIL lo si può fare, come si è detto, in diversi modi. Legarli, invece, a indicatori del benessere ci dà la sensazione di come si possano raggiungere gli stessi obiettivi di PIL in modo differente. Ci dispiace che questo coraggio non ci sia, ci auguriamo di poterlo fare invece noi al più presto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Mi preme citare in questa discussione le parole che il Ministro Padoan, nel 2012, esprimeva in merito a questi indicatori, quando era Vicepresidente dell'OCSE. Lui diceva: vi sono i costi in aumento, causati dal cambiamento climatico, che vanno affrontati. Oggi la nuova normalità di una minore crescita e stretta della finanza pubblica rende difficile assicurare welfare, a cui si aggiungono alti costi sociali. Tali costi sociali e ambientali sono del tutto nascosti all'interno del PIL, anzi il PIL da essi beneficia anche. Quindi riteniamo di inserire gli indicatori di benessere ecosostenibili non solo nella traccia del loro andamento nell'ultimo triennio, ma anche tra gli obiettivi programmatici a cui si deve vincolare il Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 1.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Grassi, Ruocco, Capelli, Scagliusi... altri ? Luciano Agostini. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 410
Votanti 408
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato sì 115
Hanno votato no 293.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Romanini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 1.27, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Arlotti... ci siamo ? No... Di Gioia, Donati... ci siamo ? L'onorevole Donati no.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 404
Votanti 402
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato sì 95
Hanno votato no 307.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 1.26, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.Pag. 16
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Ci siamo ? No... D'Attorre, Crimi, Lauricella... altri ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 417
Votanti 414
Astenuti 3
Maggioranza 208
Hanno votato sì 99
Hanno votato no 315.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 1.29, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Lo Monte... altri ? Malisani... bene, mi pare che abbiano votato tutti... Oliverio, Bolognesi... altri ?
Dichiaro chiusa la votazione. Chiedo scusa Lauricella, purtroppo...
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 413
Votanti 411
Astenuti 2
Maggioranza 206
Hanno votato sì 115
Hanno votato no 296.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 1.36, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Malisani, Di Gioia, Adornato, Impegno... altri ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 418
Votanti 402
Astenuti 16
Maggioranza 202
Hanno votato sì 102
Hanno votato no 300.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cariello 1.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Vorrei l'attenzione sia del relatore per la maggioranza, che del Governo, su questo emendamento, che, a nostro avviso, merita una riflessione. Siamo nel caso in cui il Governo, nell'immediata vicinanza della presentazione del DEF, dovesse riscontrare degli eventi eccezionali che portano alla rivisitazione del percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio termine, quello a cui la legge appunto mira. In tal caso, la revisione susseguente alla discussione in Commissione ha previsto che il Governo potesse cogliere l'occasione di presentare la relazione, prevista dall'articolo 6 della legge rinforzata, contestualmente, integrata nel DEF. Resta da stabilire la modalità con cui questa votazione, cioè la votazione con cui l'Assemblea delibererà il DEF, che sarà integrato...
PRESIDENTE. Colleghi, abbassiamo un pochino il tono della voce, per favore.
FRANCESCO CARIELLO. ...se la votazione avverrà per maggioranza assoluta, come previsto dall'articolo 6 della legge n. 243, o se avverrà con maggioranza relativa, come si vota normalmente il DEF.
Quindi la nostra proposta emendativa va nella direzione di specificare, al comma 6 dell'articolo 1, paragrafo 5-bis, che, qualora nell'imminenza della presentazione Pag. 17del DEF si dovessero verificare quegli eventi eccezionali, in tal caso la deliberazione con la quale ciascuna Camera approverà il DEF deve essere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti. Riteniamo l'emendamento in linea anche con le indicazioni dell'articolo 6 della legge n. 243, visto che ci tenete a rendere compatibile la legge di contabilità con la legge n. 243. Quindi, riteniamo che sia necessario o un chiarimento o, comunque, una riflessione sul parere del Governo su questo emendamento.
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, molto rapidamente, per dire che la ragione del parere contrario del Governo è assolutamente garantista rispetto alla funzione essenziale del Parlamento in questa procedura. Mentre è chiaro che la risoluzione approvativa del Documento di economia e finanza non presenta problemi di quorum, e così deve rimanere, invece la specificità assoluta della votazione con la quale il Parlamento, in entrambi i rami del Parlamento, autorizza il Governo, in considerazione di eventi eccezionali, a non rispettare l'obiettivo di medio termine, a spostarlo nel tempo oppure a non rispettarlo o modificarlo, è garantita soltanto dal fatto che si faccia una votazione a parte sulla relazione presentata dal Governo e che, quindi, anche quando questa relazione è presentata assieme al Documento di economia e finanza, tuttavia la votazione sulla relazione che contiene l'autorizzazione del Parlamento verso il Governo ad agire nella direzione richiesta deve essere approvata con la maggioranza assoluta dei membri e non può in nessun caso confondersi con la votazione del Documento di economia e finanza. Quindi, se l'obiettivo dei proponenti dell'emendamento è questo io confermo la richiesta di ritiro, perché il voto favorevole su questo emendamento introdurrebbe un equivoco, laddove di equivoci non ce ne devono essere. Se c’è autorizzazione, da votare a maggioranza assoluta alla Camera e al Senato, a non rispettare l'obiettivo di medio termine in funzione di eventi eccezionali, quella votazione deve essere specifica ed autonoma rispetto a quella sul Documento di economia e finanza.
FRANCESCO CARIELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Presidente, prendo atto del chiarimento del Governo e, quindi, siamo predisposti al ritiro dell'emendamento, ma se mi permettete questa specificazione, che, comunque, la relazione integrata nel DEF fosse votata in maniera separata dal DEF stesso non si evince dal dettato normativo. Comunque, se il chiarimento del Governo fa testo, siamo predisposti al ritiro dell'emendamento perché, effettivamente, andiamo nella stessa direzione. Quindi, ritiriamo l'emendamento.
PRESIDENTE. Il chiarimento del Governo fa testo e immagino che la predisposizione diventi il ritiro. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente della Commissione, Boccia. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOCCIA. Grazie, Presidente. Penso sia necessario, Presidente, rendere edotta l'Aula di che cosa stiamo approvando votando l'articolo 1. È una riforma complessa, una riforma fatta per novelle, che mette insieme più provvedimenti ed è opportuno che i colleghi siano consapevoli che dentro l'articolo 1, intanto, modifichiamo in maniera irreversibile l'articolo 7 della legge di contabilità, che prevede il superamento della legge di stabilità e dell'incorporazione dei suoi contenuti dalla legge di bilancio. Non avremo più nel futuro prossimo, quindi a partire dalla prossima manovra, la vecchia Pag. 18legge di stabilità e il vecchio disegno di legge di bilancio: avremo un unico provvedimento normativo – appunto, la legge di bilancio –, che avrà al suo interno sia le misure legislative che i prospetti informativi e, quindi, i numeri correlati.
Arriva in Aula alla Camera anche il DPB, il Documento programmatico di bilancio, che non era stato disciplinato in precedenza, perché era stato previsto dall'Unione europea solo nel 2013 e, in questi anni, era un documento licenziato dal Consiglio dei ministri e trasmesso direttamente a Bruxelles. Arriverà in Aula e, quindi, farà corredo con tutto l'impianto della manovra.
La Nota di aggiornamento al DEF, sinora approvata il 20 settembre, sarà approvata il 27 settembre. Questa modifica di data non è casuale: è una modifica che ci consente, finalmente, di lavorare su dati definitivi. Quante volte, in quest'Aula, abbiamo fatto un dibattito sui dati non definitivi di finanza pubblica a consuntivo, che l'ISTAT era costretta a trasmettere a causa di una data così anticipata. Il 27 settembre dovrebbe consentirci di non tornare più su quei numeri, anzi, certamente, ce lo consentirà.
Con riferimento al DEF, si interviene con l'articolo 1 anche sul contenuto della seconda parte. Lo dico, signor Presidente, perché quest'Aula ha fatto spesso, in diversi provvedimenti, dibattiti sulla trasparenza delle informazioni contenute nel bilancio. In particolar modo, mi riferisco al tema derivati: non saranno più nascosti dentro gli interessi sul debito, ma ci sarà una casella apposita che consentirà a chi legge il bilancio dello Stato di capire qual è il costo dei derivati sul nostro debito.
Infine, due aspetti ai quali teniamo tutti tanto: uno è connesso all'allegato al DEF degli indicatori di benessere ecosostenibili. Questa è una battaglia fatta in Commissione bilancio e, attraverso la Commissione bilancio, in Parlamento dal collega Marcon e da tutti i colleghi del gruppo parlamentare del Partito Democratico e da tanti altri gruppi che dopo hanno sostenuto quella proposta.
Io penso che sia una rivoluzione culturale: allegare al DEF – è stato detto in precedenza, tra le righe, dai colleghi che sono intervenuti – non è abbastanza. Io penso che sia una rivoluzione, perché noi fissiamo un principio e, cioè, quello che ogni anno, dopo l'approvazione della manovra, dopo l'approvazione della legge di bilancio, torniamo in Aula ed entro il 15 febbraio ci confrontiamo, anche con posizioni legittimamente diverse, ma su indicatori riconosciuti, chiaramente riconosciuti. Sto parlando di indicatori che incidono sull'ambiente – quindi, per esempio, sul livello di CO2 –, sto parlando della qualità dei servizi pubblici – per esempio, il numero di asili nido –, sto parlando dei servizi pubblici – per esempio, la qualità stessa dei servizi pubblici – e potrei continuare.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FRANCESCO BOCCIA. Questi indicatori obbligheranno i Governi di turno dei prossimi anni – e ho finito – a valutare l'impatto del bilancio su questi indicatori. Non sarà così nel primo anno, perché sarà la prima volta che ci confronteremo, ma, certamente, dall'anno successivo, sarà evidente che l'analisi di impatto su questi indicatori consentirà al Parlamento di confrontarsi.
Concludo solo con un flash, signor Presidente. È stato detto dal relatore di minoranza e dall'onorevole Caso che era fondamentale per ragioni di trasparenza far riferimento ad alcune pratiche: mi riferisco all’International organization for standardization, cioè all'ISO 9241. Io faccio appello alla lungimiranza dei deputati, anche perché, dopo di noi, ce ne saranno sempre altri e ancora altri: fissare un codice che è oggettivamente fine a se stesso in una legge dello Stato è una cosa che, francamente, umilia la legge stessa, perché, poi, i codici cambiano e anche le regole con cui vengono definiti. Per questa ragione abbiamo detto di no a quell'emendamento, perché non aveva alcun senso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario all'articolo 1 da parte del MoVimento 5 Stelle.
Mi collego alle ultime considerazioni del collega Boccia sul fatto che i riferimenti agli standard internazionali non vadano inseriti in una legge di contabilità, in una legge dello Stato. Lo stesso approccio si è seguito in altre parti della norma, in cui si fa riferimento a dei regolamenti dell'Unione europea, che noi abbiamo chiesto anche di bypassare e di fare un riferimento generale all'ordinamento dell'Unione europea. Comunque, resta, di fatto, la nostra posizione sull'articolo 1, che è quella di dire – ve la dico in un'altra forma – alla maggioranza che non è stato fatto abbastanza per poter veramente incidere negli obiettivi programmatici dei Governi che verranno a seguire e che, quindi, il ruolo dell'opposizione è quello di partecipare alla redazione, al miglioramento delle leggi, ma di tenere sempre la barra dritta per poter porre la maggioranza in una condizione di fare sempre meglio. È questo lo spirito con cui noi sull'articolo 1 votiamo in modo contrario, seppure abbiamo condiviso l'introduzione del BES da un punto di vista informativo nei documenti di bilancio, ma non certo come vincolo programmatico al Governo.
L'unificazione delle leggi di bilancio, in realtà, è un'unificazione formale, ma la nuova legge di bilancio avrà due sezioni che, anche dalle spiegazioni avute dal Governo, avranno due momenti separati per la redazione e la deliberazione.
Aver inciso nei tempi della redazione dei vari percorsi per giungere alle legge di bilancio ci trova in una posizione favorevole, ma l'intero impianto dell'articolo 1 – lo ribadiamo – lega questa legge di contabilità alla riforma costituzionale e all'introduzione del pareggio di bilancio nel nostro ordinamento, sul quale noi siamo fortemente contrari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Il gruppo di Sinistra Italiana voterà a favore di quest'articolo. Noi stiamo introducendo, forse in maniera un po’ disattenta, una grande innovazione dal punto di vista, io direi, anche di cultura politica, con l'introduzione degli indicatori del benessere equo e solidale, su cui, peraltro, ha lavorato il meglio dell'intelligenza economica del nostro pianeta in questi ultimi anni.
Anche qui in Italia l'ISTAT e il CNEL hanno lavorato per indicare al meglio questo indicatore del BES nella misurazione della ricchezza nazionale. Io, al proposito, proprio per rendere l'idea di quello che stiamo facendo e di come dobbiamo valorizzare il nostro lavoro, vorrei citare alcune parole di un memorabile discorso di Robert Kennedy, che fu fatto nel 1968. Queste parole sono veramente profetiche: «Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow Jones, né i successi del Paese sulla base del PIL».
Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette e le ambulanze per sgomberare le nostre autostrade dalle carneficine dei finesettimana. Il PIL cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, ma il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione e della gioia dei loro momenti di svago, non comprende la bellezza della nostra poesia.
Il PIL non misura né la nostra arguzia, né il nostro coraggio, né, la nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra compassione, né la devozione al nostro Paese. Misura tutto in breve, eccetto ciò che rende veramente degna di essere vissuta la nostra vita. Per questo è importante quello che stiamo facendo.
Io vorrei ringraziare innanzitutto il collega Giulio Marcon, perché all'inizio di questa legislatura ci ha sensibilizzati tutti, innanzitutto noi del gruppo di Sinistra Pag. 20Italiana, quando abbiamo presentato una proposta di legge che è andata in questo senso e abbiamo verificato che su questa proposta c'era una larga convergenza del Parlamento, e il presidente della Commissione bilancio, Boccia, si è speso come noi perché questa innovazione venisse approvata e io di questo voglio naturalmente rendergli atto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente, proprio una battuta veloce. A parte il fatto che credo che Bob Kennedy non si sia accontentato di un allegato e di una relazione, visto che sono stato citato dal presidente Boccia, gli rispondo che le sue argomentazioni non sono valide, perché quell'emendamento era presente in due versioni, una con l'inserimento dell'attuale sistema ISO più avanzato e l'altro che prevedeva che il sito fosse fatto con gli standard più avanzati, senza riferirsi a quali fossero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Luciano Agostini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 408
Votanti 391
Astenuti 17
Maggioranza 196
Hanno votato sì 313
Hanno votato no 78.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(I deputati Ferraresi e Preziosi hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).
(Esame dell'articolo 2 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
FRANCESCO BOCCIA, Relatore per la maggioranza. Sì, Presidente. All'articolo 2 ci sono tre emendamenti della Commissione e ovviamente per i tre emendamenti...
PRESIDENTE. Sono due emendamenti.
FRANCESCO BOCCIA, Relatore per la maggioranza. Sì, scusi, sono due, uno si riferisce all'articolo 9. Su entrambi la Commissione esprime parere favorevole. Sugli emendamenti Guidesi 2.4, 2.5 e 2.6 la Commissione formula un invito al ritiro. Sull'emendamento Marchi 2.70 il parere è favorevole. Emendamento Caso 2.9: invito al ritiro, Guidesi 2.10: invito al ritiro. Emendamenti Marchi 2.71 e 2.72: parere favorevole. Emendamento Cariello 2.11: invito al ritiro; e emendamento Marchi 2.73: parere favorevole.
PRESIDENTE. Onorevole Cariello ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Presidente, sui due emendamenti della Commissione all'articolo 2 ci rimettiamo all'Aula. Emendamenti Guidesi 2.4, 2.5 e 2.6: parere contrario. Emendamenti Marchi 2.70, Caso 2.9 e Guidesi 2.10: parere favorevole. Sugli emendamenti Marchi 2.71 e 2.72 ci rimettiamo all'Aula. Emendamento Cariello 2.11: parere favorevole. Sull'emendamento Marchi 2.73 ci rimettiamo all'Aula.
Pag. 21PRESIDENTE. Il Governo ?
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Guidesi 2.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Presidente, solo per dire due cose rispetto agli emendamenti che abbiamo presentato a questo articolo: sono emendamenti che fanno riferimento al divieto di ingresso di norme che riguardano interventi localistici e microsettoriali nella legge di stabilità. Abbiamo fatto un passaggio in Commissione, dove è stato approvato un nostro emendamento sempre rispetto allo stesso tema. Noi pensiamo che comunque debba essere specificato meglio il divieto di interventi microsettoriali e localistici.
Nelle ultime due leggi di stabilità ci siamo trovati di fronte anche ad alcune proposte del Governo che riguardavano interventi settoriali di questo tipo e noi pensiamo – come già, da un lato, dice la norma – che debbano essere assolutamente esclusi. Perché siano esclusi senza alcuna interpretazione – interpretazioni che già sono state date nelle leggi di stabilità precedenti –, noi pensiamo che debba essere specificato meglio questo divieto e cogliamo l'occasione ovviamente della nuova legge di bilancio.
Credo che sia un'occasione per tutti, per evitare che, all'interno di un provvedimento importante come quello che, stiamo discutendo, possano ancora una volta rientrare provvedimenti localistici, microsettoriali o marchette di vario tipo, che consentano solo ed esclusivamente al Governo o ad alcuni proponenti parlamentari di avere poi delle «soddisfazioni elettorali» sul territorio.
Noi pensiamo che la legge di bilancio debba essere liberata da questo tipo di interventi e cogliamo questa occasione nella speranza che l'Aula non faccia seguito al parere contrario del Governo e del relatore di maggioranza, ma accolga benevolmente questa occasione. Poi, se ci sarà da discutere su fondi speciali o su una nuova «legge mancia», noi saremo disposti assolutamente a discuterne, ma al momento crediamo che questa interpretazione, che già c’è stata, debba essere assolutamente vietata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Non c’è dubbio che noi voteremo a favore di questo emendamento e anche degli altri. È vero che un emendamento proposto dal collega Guidesi in Commissione è stato approvato, e pure all'unanimità, in riferimento al fatto – che già è previsto nelle norme attuali – che, durante la legge di stabilità, non debbano essere proposti, meno che mai dal Governo, degli interventi microsettoriali, territoriali e quant'altro. Insomma, tutto il mercimonio che accade all'interno della legge di stabilità, i 5 mila emendamenti, cioè tutto quell'iter che poi bisogna ridurre, i segnalati e quant'altro che riguardano tutti questi aspetti che debbono una volta per tutte finire e concludersi. Dunque, è quanto mai opportuno quello che è stato stabilito con l'emendamento approvato dalla Commissione.
Questi ulteriori emendamenti sono più dettagliati, specificano meglio. Per questo motivo, io ritengo che bisogna votarli; ciò nonostante, è importante discutere e aprire questo dibattito all'interno degli atti parlamentari, perché l'intendimento risulti in maniera inequivocabile, perché l'ideale è arrivare al punto che il Governo, indipendentemente da qualsiasi colore sia, perché queste sono le democrazie avanzate, avanzi una proposta di legge di stabilità, di legge finanziaria e di bilancio dello Stato che poi non possa essere modificata: o è quella o è altro, e non si può aprire tutto il commercio che gli gira intorno e la riforma costituzionale proposta Pag. 22aggraverà l'attuale iter, perché vorrei vedere io quando si propongono misure di razionalizzazione, di finanza pubblica e quant'altro, nei confronti dei comuni, delle regioni, eccetera, che cosa farà l'altra Camera in termini di non approvazione e di ricatto al ribasso, perché si dovrà trattare, perché i tempi stringono, perché ci sono delle date da rispettare e, quindi, ci sarà una contrattazione sicuramente al ribasso, a danno delle tasche dei cittadini e a danno sicuramente della finanza pubblica.
Quindi, questi emendamenti specificano meglio, ma è bene che, al di là dell'approvazione o meno, visto che c’è il parere contrario da parte della maggioranza e da parte del Governo, comunque che rimanga agli atti che l'intendimento – e non solo l'intendimento, ma la via maestra – che il Parlamento descrive, delinea e che comunque è tracciato attraverso quell'emendamento già approvato, che è inserito nel testo che è arrivato all'attenzione dell'Aula, è che non debbono esserci norme microsettoriali o territoriali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Il gruppo di Sinistra Italiana voterà favorevolmente su questo emendamento. Il principio di escludere gli interventi di natura localistica e microsettoriale è un principio sacrosanto.
Purtroppo, noi dobbiamo verificare che mentre il Regolamento della Camera consente in un certo qual modo, quando gli emendamenti vengono giudicati ammissibili o meno, di poter mettere un argine, diciamo, a questa degenerazione non solo del Parlamento, ma anche del Governo, perché spesso questi interventi provengono dal Governo e non solo da singoli parlamentari, il Regolamento del Senato fa rientrare dalla finestra tanti argomenti che, invece, qui alla Camera sono giudicati inammissibili.
Ora rendere in maniera più incisiva questo principio e renderlo quindi pienamente applicato anche poi nelle decisioni del Parlamento ci sembra un fatto molto importante, così come ci sembra importante sottolineare che questo principio non trova applicazione qualora questi interventi riguardino zone determinate colpite da eventi eccezionali di natura calamitosa e sismica. È chiaro che mettere questa deroga corrisponde ad un'esigenza che noi riteniamo assolutamente giusta e condivisibile.
Quindi, voteremo a favore su questo e sugli altri emendamenti successivi dei colleghi della Lega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Presidente, anche noi ovviamente appoggiamo questo emendamento, ritenendo che già nella prassi parlamentare alla Camera ci fossero elementi per potere avere...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Giorgetti. Se per favore i deputati sotto il banco dell'onorevole Giorgetti possono... Grazie. Prego, onorevole Giorgetti.
ALBERTO GIORGETTI. Nella legge finanziaria sapevamo che già il Regolamento della Camera impediva o avrebbe dovuto porre un argine significativo agli emendamenti di natura parlamentare relativi a interventi con caratteristiche di microsettorialità e non solo microsettoriali ma anche interventi che riguardassero, più in generale, politiche economiche che non fossero di pieno interesse nazionale.
Allora, sapevamo molto bene che questo è stato un argine che ha funzionato solo parzialmente – diciamolo con chiarezza – e quasi esclusivamente nei confronti, oltre tutto, dell'attività di presentazione emendativa da parte dei colleghi deputati, cosa che al Senato, come è stato ricordato da chi mi ha preceduto, non è avvenuto.
Mi permetto anche di aggiungere che ci sono state delle valutazioni in qualche modo distoniche tra gli emendamenti presentati Pag. 23dal relatore o dai relatori e gli emendamenti governativi, e spesso, nelle fasi convulse della chiusura della legge finanziaria, prima, e di stabilità, oggi, trovavano pieno accoglimento interventi di natura microsettoriale, che sono stati via via progressivamente resi sempre più inopportuni dal punto di vista non solo del ricorso alla finanza pubblica, ma anche della palese iniquità di questi interventi.
Allora, è chiaro che questo emendamento pone un tema di miglioramento del testo che è passato in Commissione e che noi abbiamo appoggiato. Lo riconosciamo, comunque, come un elemento di valore che abbiamo acquisito e nella dichiarazione di voto sottolineeremo questo aspetto.
Resta, io credo, un argomento all'interno di questi emendamenti che non viene richiamato, al di là delle politiche che sottendono all'agibilità rispetto a interventi che riguardano le calamità naturali, ma anche le politiche, per esempio, che più in generale prevedono la piena sovranità – e, quindi, degli Stati nazionali – su alcuni temi specifici in materia di legislazione nazionale che, a mio modo di vedere, dovrebbero essere ricompresi tra gli interventi in cui è possibile immaginare anche una natura di microsettorialità. Anche questo è un elemento di richiamo.
Quindi, si tratta, da parte nostra, di ribadire l'importanza di un intervento e la validità di avere il coraggio di normare, in modo sempre più efficace, anche questo aspetto per mettersi al riparo da interpretazioni regolamentari che non hanno dato sempre una giusta copertura ovviamente alla tenuta delle leggi che abbiamo esaminato in questo ramo del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. A noi dispiace votare contro su questi emendamenti e proverò a spiegarne il motivo. Credo che nessuno possa tacciarci di essere favorevoli ad emendamenti microsettoriali o localistici, visto che durante ogni legge di stabilità abbiamo battagliato, ogni volta, per farli eliminare. Non riteniamo, però, che sia corretto quello che è stato inserito dalla Lega, cioè escludere dal divieto i casi di calamità naturali per due ordini di motivi: il primo è che nei casi di calamità naturali dovrebbe intervenire il Governo con un decreto-legge, magari utilizzando per una volta i decreti-legge così come voluti dai nostri padri costituenti e, quindi, nelle situazioni di urgenza (e quale più urgenza di una calamità naturale ?); la seconda motivazione è che non si capisce perché, in caso di eventi calamitosi oppure di zone colpite da eventi calamitosi, ci debbano essere zone a cui vengono destinati dei fondi semplicemente perché un parlamentare è di quella zona e, quindi, si ricorda di quella zona e, magari, zone che non hanno, invece, parlamentari a rappresentarle e non possono ricevere i soldi necessari per far fronte a quell'emergenza calamitosa.
Quindi, Presidente, ripeto: ci dispiace, perché noi abbiamo sempre fatto battaglie per fare eliminare questi emendamenti localistici e microsettoriali. Certo, basterebbe la volontà politica perché, così come abbiamo fatto nel tagliarci gli stipendi senza bisogno di alcuna legge, noi non abbiamo mai presentato emendamenti microsettoriali o localistici e, anzi, vi dirò anche di più e, cioè, che quella volta che è accaduto, in realtà all'insaputa della Commissione, c’è stata anche un'accesa discussione con un membro della mia parte politica che oggi, invece, siede nei banchi della maggioranza.
Per cui per noi questo è sempre stato un elemento di battaglia. Ci dispiace che la Lega abbia inserito invece questa esclusione degli eventi calamitosi, perché per noi quelli vanno trattati, appunto, o con un decreto-legge o in modo uniforme, con una legge quadro con dei criteri, in modo tale che, quando arriva un evento calamitoso, c’è già il modo in cui intervenire per Pag. 24quegli eventi, e non perché se lo ricorda un parlamentare. Questo per noi non ha molto senso !
Quindi, ripeto il nostro parere contrario, pur essendo sempre stati contro questi provvedimenti microsettoriali e localistici, e ricordando quello che anche ci ha detto la Corte dei conti in audizione, che oggi questa norma è elevata a livello quasi costituzionale, per cui...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Caso. Onorevole Guerini, gentilmente... Grazie. Prego.
VINCENZO CASO. Per cui sarà molto interessante, nel caso in cui ad esempio qualche parlamentare si faccia approvare fondi per associazioni legate alle proprie mogli, vedere altre associazioni che operano nello stesso settore: magari possono arrivare alla Corte costituzionale e permettere poi la cancellazione di quegli emendamenti. Per cui magari ci si farà un po’ più di attenzione, essendoci il pericolo che la Corte costituzionale si esprima sulla legge di bilancio in modo negativo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 2.5, con il parere contrario di entrambi i relatori e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fregolent, Malpezzi, Piepoli, Tartaglione, Gandolfi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 398
Votanti 388
Astenuti 10
Maggioranza 195
Hanno votato sì 76
Hanno votato no 312.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(I deputati Rocchi e Gnecchi hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Guidesi 2.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Presidente, alcune valutazioni sull'emendamento precedente, questo e anche quello prossimo.
Da una parte, io penso che l'obiettivo che da tutti è stato dichiarato sia espresso in termini molto precisi nel testo che è al nostro esame, in cui si dice che la prima sezione del disegno di legge di bilancio non deve contenere norme di delega di carattere ordinamentale od organizzativo, né interventi di natura localistica o microsettoriale: è quindi molto secco e netto.
L'emendamento precedente, e anche quello che stiamo per votare, in effetti invece apre un varco: non è vero che sia più preciso e limitativo, perché nel momento in cui dice «salvo il caso in cui le misure medesime risultino inserite nell'ambito di interventi generali rilevanti a livello nazionale, nonché volti alla realizzazione di interventi che interessino il territorio di più regioni la cui realizzazione sia tesa a collegare il territorio nazionale e quello di Stati esteri», esso apre il varco a mille interpretazioni, a partire dal disegno di legge del Governo e poi agli emendamenti parlamentari. Quindi a noi sembra che sia più netto e più secco il testo così come è stato approvato in Commissione.
Aggiungo che nell'emendamento successivo, questa parte è tolta; rimane un altro elemento previsto, in cui si dice addirittura che, se la Commissione individua nel testo del disegno di legge del Governo interventi di questa natura, bisogna riapprovare completamente la legge di bilancio da parte del Governo entro sette giorni, la proposta.
Questo allungherebbe i tempi di approvazione, rischia veramente di farci sforare rispetto alla possibilità di approvare il bilancio entro l'anno precedente a quello Pag. 25cui si riferisce. Credo che bastino i regolamenti parlamentari e fare quello che abbiamo fatto sempre in questi anni: lo stralcio da parte della presidenza della Commissione, e poi della Camera, di quella parte della proposta del Governo che non corrisponde eventualmente al dettato di legge.
Quindi, da questo punto di vista, io penso che il testo così com’è e i regolamenti parlamentari possano corrispondere pienamente all'esigenza che abbiamo individuato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Presidente, io ho ascoltato con attenzione la considerazione l'onorevole Marchi; devo dire che condivido solo in parte le sue riflessioni.
La questione dei sette giorni è indubbiamente un elemento di riflessione, che merita attenzione sulla tempistica; ma credo che l'emendamento proposto dal collega Guidesi sia un emendamento che, sulla questione della microsettorialità, definisce: noi la vediamo in modo esattamente opposto rispetto alle considerazioni che sono state svolte dal collega Marchi. La microsettorialità e la valutazione, così come il testo uscito dalla Commissione le tratta, sono un passo in avanti: non esiste più solo il Regolamento della Camera che dà un'interpretazione alla possibilità di esercitare un'attività emendativa, ma esiste anche una disposizione di legge, che precisa la necessità che il testo sia neutrale e non contenga interventi microsettoriali.
Resta però da definire che cosa intendiamo poi con microsettorialità, perché è evidente che avremo bisogno di un'interpretazione puntuale di ciò. Questo emendamento offre alcuni temi sulla perimetrazione dell'intervento microsettoriale, escludendo alcune materie che di per sé meritano, anche secondo le reinterpretazioni europee e le prassi consolidate, di essere considerate estranee alla microsettorialità; quindi, si tratterebbe, a mio modo di vedere, di un passo in avanti maggiore rispetto a quello che abbiamo fatto con il testo normativo, proprio perché va a definire ciò che, invece, non deve essere considerato microsettoriale ed è nella disponibilità dell'attività emendativa del Governo e del Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 2.6, con il parere contrario dei relatori e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tartaglione, D'Incà, Ruocco, Folino, Baruffi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 409
Votanti 407
Astenuti 2
Maggioranza 204
Hanno votato sì 88
Hanno votato no 319.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Covello ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 2.4, con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Saltamartini, Lo Monte, Baruffi, Luigi Gallo, Ciracì, Di Lello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 407
Votanti 404
Astenuti 3
Maggioranza 203
Hanno votato sì 85
Hanno votato no 319.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 2.70, con il parere favorevole dei relatori e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Causi, Del Grosso, Sbrollini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 407
Votanti 405
Astenuti 2
Maggioranza 203
Hanno votato sì 400
Hanno votato no 5.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Caso 2.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento cerchiamo di dare un po’ più di leggibilità alla legge di bilancio, che spesso ritorna soprattutto in seconda lettura in modo praticamente illeggibile. Chiediamo di esplicare tutte le sezioni in cui è suddiviso il bilancio, in modo tale che la leggibilità del testo sia possibile anche in fase di seconda lettura, cosa che invece solitamente non avviene.
Ci rendiamo anche conto che questo significherebbe apporre sette fiducie e non una, ma apporre la fiducia dovrebbe essere un caso eccezionale e soprattutto i maxiemendamenti, che rendono davvero illeggibile la lettura successiva del bilancio. Invece, lasciando sempre le sezioni, almeno questo consente a chi deve leggerlo di avere una visione migliore del testo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 2.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cariello... Archi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 408
Votanti 405
Astenuti 3
Maggioranza 203
Hanno votato sì 136
Hanno votato no 269.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Moretto ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 2.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fraccaro... Murer... Dallai... Baretta... Binetti... Marzano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 399
Votanti 370
Astenuti 29
Maggioranza 186
Hanno votato sì 127
Hanno votato no 243.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 2.71, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza.Pag. 27
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Polverini... Fratoianni... Capelli... Gigli... Turco... Tancredi... Onorevole Piepoli, se lei si siede, vedo se l'onorevole Gigli vota...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 410
Votanti 350
Astenuti 60
Maggioranza 176
Hanno votato sì 341
Hanno votato no 9.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 2.72, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fratoianni... Zan... Sandra Savino... Palmieri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 409
Votanti 341
Astenuti 68
Maggioranza 171
Hanno votato sì 341.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Luigi Gallo... Carloni... Lo Monte... Adornato... Di Vita... Sandra Savino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 417
Votanti 332
Astenuti 85
Maggioranza 167
Hanno votato sì 332.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cariello 2.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Archi... Luigi Gallo... Lo Monte... Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 421
Votanti 405
Astenuti 16
Maggioranza 203
Hanno votato sì 112
Hanno votato no 293.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 della Commissione, con il parere favorevole del Governo, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lo Monte... Carloni...
Dichiaro chiusa la votazione. Onorevole Giammanco, mi dispiace, sarà per la prossima.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 418
Votanti 310 Pag. 28
Astenuti 108
Maggioranza 156
Hanno votato sì 300
Hanno votato no 10.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(I deputati Oliaro e Vazio hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).
Onorevole Giorgetti, se lei mi fa la cortesia di sedersi, vedo l'onorevole Giammanco, grazie.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 2.73, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, mentre si rimette all'Aula il relatore minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Del Grosso... Carrozza... Duranti... Fabbri... Raciti... Oliaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 421
Votanti 322
Astenuti 99
Maggioranza 162
Hanno votato sì 310
Hanno votato no 12.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.
SUSANNA CENNI. Presidente, intervengo sull'articolo 2 solo per ricordare all'Aula che in esso, al comma 5, sostanzialmente era stato introdotto un tema: il bilancio di genere. Con un emendamento si interviene ulteriormente su questo tema, prevedendo l'impegno da parte del Ministero dell'economia e delle finanze a trasmettere ogni anno al Parlamento una relazione sullo stato della sperimentazione e sui risultati dell'adozione definitiva. È uno dei punti di innovazione contenuti dentro la riforma del bilancio dello Stato.
Prima il presidente Boccia è intervenuto diffusamente sulla questione del BES, che fa riferimento all'articolo 1; in questa parte si introduce il bilancio di genere. Vorrei solo precisare che questa strada, questa scelta non ci porta a confezionare cose o provvedimenti «per le donne», ma a lavorare per la rimozione delle diseguaglianze di genere, che, com’è noto, si traducono in costi sociali e in costi economici.
Sono noti a tutti i dati e le relazioni tra l'occupazione femminile e il PIL. Quindi, credo che anche per questa ragione il bilancio di genere diventi uno strumento per migliorare la performance della spesa pubblica e anche per questo il Partito Democratico voterà a favore dell'articolo 2 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Folino, Archi, Tidei, Ragosta, Vico.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 421
Votanti 331
Astenuti 90
Maggioranza 166
Hanno votato sì 329
Hanno votato no 2.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 3 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.Pag. 29
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccia. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOCCIA. Grazie, Presidente. Ovviamente, c’è il parere favorevole del relatore all'articolo 3. Sottolineo all'Aula come questo articolo consenta il superamento delle clausole di salvaguardia così come il Parlamento le ha conosciute in questi anni.
Questo articolo è anche l'articolo che sancisce in maniera irreversibile il divieto di utilizzo delle risorse che i contribuenti decidono di stanziare, in dichiarazione dei redditi, per l'8 per mille e per il 5 per mille. Anche in questo caso, c'era una proposta di legge, che è stata accorpata. Penso sia un passaggio fondamentale: le risorse dei contribuenti vanno dove decidono i contribuenti e non dove, per ragioni anche, a volte, di emergenza, si decide all'ultimo momento, per esigenze diverse di copertura.
Ci tenevo, signor Presidente, a sottolineare questo passaggio dell'articolo 3. Il fatto che non ci siano emendamenti dà il senso anche della comune visione di tutti i gruppi parlamentari sulle scelte fatte sia sulle clausole che sull'8 per mille e sul 5 per mille.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Confermo la nostra posizione favorevole a questo articolo, che supera le problematiche relative alle coperture finanziarie delle leggi. In tal senso, mi preme anche sottolineare il lavoro fatto dal MoVimento 5 Stelle nel voler ripristinare un comma che inizialmente la proposta di legge eliminava dall'articolo 10 della legge n. 196, cioè quello che prevedeva, entro il 30 giugno, il monitoraggio degli effetti finanziari delle leggi precedenti sia sulle entrate che sulle spese. Quindi, attraverso il ripristino di questo comma, è possibile, da parte del Parlamento, anche comprendere gli effetti sulla finanza pubblica di tutta una serie di provvedimenti e, quindi, avere un quadro del monitoraggio delle leggi un po’ più dettagliato.
Sulla questione delle coperture abbiamo svolto un'approfondita discussione in Commissione e la soluzione, a cui tutti i gruppi sono convenuti, è stata da noi condivisa e prevede praticamente l'intervento collegiale da parte del Governo nel ripristinare eventuali errori di previsione fatti su leggi precedentemente approvate.
Confermo anche la posizione favorevole del gruppo rispetto al non utilizzo delle risorse dell'8 per mille per altri scopi, che non siano quelli previsti dalla legge della gestione statale delle quote dell'8 per mille. Per questo ci siamo battuti in passato, anche per il ripristino degli stessi fondi. Ricordo, nello scorso anno, una nostra battaglia, anche con una risoluzione approvata in Commissione, che, però, nella legge di stabilità non ha trovato l'accoglimento del Governo, rispetto alla volontà di ripristinare tutti quei fondi utilizzati per altri scopi da parte del Governo, nella gestione statale della quota dell'8 per mille. Noi ribadiamo la necessità che quelle quote non siano utilizzate per altri scopi che non siano quelli previsti dalla legge, tra i quali noi abbiamo anche inserito una nuova categoria, che è quella dell'edilizia scolastica, che resta in piedi. Tramite quel provvedimento – voglio ricordarlo all'Aula – abbiamo reso possibile la ristrutturazione e l'adeguamento di edifici, che altrimenti non sarebbe stato possibile adeguare con altri fondi.
Ciononostante, il fondo è stato comunque depauperato da precedenti leggi. Quindi, la disponibilità finanziaria per poter intervenire ancora in tal senso non c’è. Ma ci auguriamo che, vista anche la riforma del bilancio, vista anche la l'intesa di tutti i partiti e di tutto il Parlamento nell'andare nella direzione di destinare il fondo dell'8 per mille per quelle che sono le finalità, in futuro i fondi siano veramente utilizzati anche per questa categoria, quella dell'edilizia scolastica, per il ripristino delle nostre scuole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Al di là delle modifiche di natura tecnica, questa modifica, recata dall'approvazione dell'articolo 3, è quella che impatta in maniera diretta sull'interesse dei cittadini, ossia eliminare il meccanismo delle clausole di salvaguardia, che sostanzialmente erano una bomba a orologeria per le tasche dei cittadini. Il concetto era questo: ove non si dovessero verificare alcune condizioni, veniva ad esserci, poi, l'aumento automatico di IVA o di accise e chi più ne ha, più ne metta. Questa è stata una battaglia anche dei Conservatori e Riformisti, nel senso di cercare di mettere una tutela a favore dei cittadini, in riferimento a quello che deve essere il prelievo fiscale.
Non c’è dubbio che è estremamente condivisibile anche la circostanza di vincolare il Governo e tagliare le mani al Governo e a chicchessia in riferimento a quella che è la volontà dei cittadini rispetto alla destinazione vera delle risorse dell'8 per mille, così come prevede la norma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Anche noi voteremo in modo convinto quest'articolo, non solo per lo stop alle clausole di salvaguardia, ma anche perché con questo articolo ribadiamo il divieto di usare, come fonte di copertura, le risorse che derivano dall'8 per mille e dal 5 per mille. In questo caso, per inciso, – perché si dice genericamente «otto per mille» – la realtà è un'altra: dell'8 per mille, cioè circa un miliardo e 200 milioni di euro, sappiamo tutti che solo una minima quota va allo Stato e i Governi intervenivano su quella parte che riguardava lo Stato (gli interventi sulla cultura, per esempio, oppure sulle calamità naturali), non intervenivano in modo assoluto sulla parte che riguarda le confessioni religiose.
Noi sappiamo che la spending review ha riguardato tutto in questo Paese, tranne l'8 per mille. Siamo arrivati all'assurdo che il 42 per cento dei cittadini italiani opta per una confessione religiosa, ma le confessioni religiose si prendono i soldi riferiti al 100 per cento e non alle quote effettivamente optate. Quindi, si verificava la beffa che il Governo interveniva solo sulla quota che tornava ai cittadini con interventi importanti – ripeto – sulla cultura, sulle calamità e sulla cooperazione internazionale. Quindi, ci auguriamo che con questo articolo finisca una prassi inaccettabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Presidente, rapidamente, ovviamente appoggiamo questo tipo di intervento. Ci sarebbe piaciuto che, in questa riflessione di rispetto nei confronti dei contribuenti, che condividiamo, e nella volontà di un recupero di rapporto – lo dico simpaticamente al Viceministro Morando, che ha assistito a questioni ben più importanti di questa –, il rispetto del contribuente avvenisse ovviamente non solo sul tema dell'8 per mille, per quanto importante, ma anche su altre questioni ben più rilevanti. Infatti, è evidente che, nelle modifiche adottate dalla legge di stabilità ogni anno, le vicende, le incursioni rispetto a diritti acquisiti, a rapporti che comunque dovrebbero prevedere l'intangibilità di ciò che è accaduto retroattivamente nel rapporto tra contribuente e fisco, sappiamo essere stato sistematicamente vanificato, mi permetto di dire in logica anche bipartisan, negli ultimi anni e quindi si tratta di un passetto.
Mi auguro che in sede di seconda lettura, ovviamente al Senato, ci sia anche più coraggio per riprendere alcuni temi e salvaguardare in modo molto più evidente i diritti del contribuente. Noi abbiamo votato all'epoca e varato uno statuto di difesa delle prerogative del contribuente, mi auguro che alcuni di questi principi possano essere ribaditi in modo più determinato e vigoroso all'interno di questo Pag. 31testo, che, lì sì, allora, ci sarebbe un salto di qualità anche dal punto di vista del processo normativo, perché darebbe stabilità e garanzia a tutti i cittadini su temi ben più importanti di quelli dell'8 per mille.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Molto brevemente, siamo tutti d'accordo e voteremo favorevolmente a questo articolo, che porta un'innovazione importante e rende – come che dicevo all'inizio – il Documento di finanza pubblica e di bilancio molto più compatto.
Naturalmente sono d'accordissimo sull'impedimento al Governo e al Parlamento di poter coprire provvedimenti e norme con le risorse dell'8 e del 5 per mille. Il fenomeno di cui parlava il collega Melilla è un fenomeno comune a quelle appostazioni, cioè l'utilizzo del Fondo generale da parte delle confessioni religiose.
Per quanto riguarda le clausole di salvaguardia, anche qui, questa norma insomma mette ordine a una questione che aveva avuto molto impatto sulle leggi di stabilità degli ultimi anni. Logicamente, in questo modo, i bilanci pluriennali saranno molto più leggibili si dà molta più importanza agli strumenti programmatori come quello del DEF.
È chiaro che ci togliamo un po’ di elasticità e di flessibilità nella gestione dei bilanci, questo pur lo dobbiamo sapere, perché, insomma, io non condivido questa demonizzazione delle clausole di salvaguardia. Le clausole di salvaguardia in questi anni, comunque, sono servite per chiudere i bilanci pluriennali e sono state utili per una certa flessibilità del nostro lavoro. È logico che, però, voteremo a favore dell'articolo 3, perché non c’è dubbio che c’è un'esigenza di leggibilità e di compattezza del bilancio pluriennale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Solo per una puntualizzazione veloce. Ovviamente, il mio collega Cariello si riferiva all'8 per mille di destinazione statale.
Giusto sempre per puntualizzare, durante la legge di stabilità abbiamo sempre presentato degli emendamenti per eliminare l'inoptato, proprio perché ci sembra un po’ come mettere una «x» su una scheda bianca, cosa che invece lo Stato non dovrebbe fare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Colleghi, vi pregherei di affrettarvi a raggiungere le vostre postazioni, grazie. Ci siamo ? Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 414
Votanti 410
Astenuti 4
Maggioranza 206
Hanno votato sì 409
Hanno votato no 1.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Il deputato Romanini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).
(Esame dell'articolo 4 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A).
Invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione. Prego, onorevole presidente.
FRANCESCO BOCCIA, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti Marchi 4.70 e 4.71 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Onorevole Cariello ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti Marchi 4.70 e 4.71 ci rimettiamo all'Assemblea.
PRESIDENTE. Il Governo ?
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Marchi 4.70.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 4.70, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Non vedo mani alzate... sì, Moscatt, Locatelli, Russo... onorevole Russo, provi... la vedo, onorevole Russo, provi però... se lei mi fa segno con la mano e non vota... bene... altri ? No, onorevole La Russa, mi riferivo all'onorevole Russo. Bene, ci siamo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 417
Votanti 334
Astenuti 83
Maggioranza 168
Hanno votato sì 334.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 4.71, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Io non vedo mani alzate... Gigli, Ruocco, Donati, Luigi Gallo... Donati ha votato ? Sì. Luigi Gallo ? Sì. Altri ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 412
Votanti 327
Astenuti 85
Maggioranza 164
Hanno votato sì 327.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Stiamo votando l'articolo 4. Chi non riesce a votare ? Palese... ha votato. Altri ? Magorno... bene, ci sono altri che non riescono a votare ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 412
Votanti 327
Astenuti 85
Maggioranza 164
Hanno votato sì 326
Hanno votato no 1.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Pag. 33(Esame dell'articolo 5 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Bolognesi, Palese, Del Grosso, Locatelli, Raciti... Palese ancora non riesce a votare... onorevole Palese voti, deve solo farsi coraggio... bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 416
Votanti 325
Astenuti 91
Maggioranza 163
Hanno votato sì 325.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 6 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
FRANCESCO BOCCIA, Relatore per la maggioranza. Sull'articolo aggiuntivo Marchi 6.070 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Onorevole Cariello ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Sull'articolo aggiuntivo Marchi 6.070 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo ?
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione dell'articolo 6, dopo il quale voteremo l'articolo aggiuntivo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Qualcuno non riesce a votare ? Chi ? Grillo... altri ? Zaratti... altri ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 424
Votanti 333
Astenuti 91
Maggioranza 167
Hanno votato sì 332
Hanno votato no 1.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Marchi 6.070, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare oltre all'onorevole Palese ? Colonnese, Grassi, Duranti, Tidei... Colonnese ha votato ? Sì. Altri ? Non vedo altre mani alzate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 421
Votanti 410
Astenuti 11
Maggioranza 206
Hanno votato sì 410.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Il deputato Lorefice ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).
(Esame dell'articolo 7 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Ruocco, Lo Monte... ci siamo ? Donati... bene, altri ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 422
Votanti 333
Astenuti 89
Maggioranza 167
Hanno votato sì 331
Hanno votato no 2.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(La deputata Nesci ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi).
(Esame dell'articolo 8 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lo Monte, Fabbri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 419
Votanti 328
Astenuti 91
Maggioranza 165
Hanno votato sì 327
Hanno votato no 1.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 9 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
FRANCESCO BOCCIA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 9.100 della Commissione e Marchi 9.70.
PRESIDENTE. Onorevole Cariello ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento 9.100 della Commissione ed esprimo parere favorevole sull'emendamento Marchi 9.70.
PRESIDENTE. Il Governo ?
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Parere conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.100 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.Pag. 35
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Palese, Impegno, Carrozza, Nesci, Schirò, Ragosta, Laforgia, Saltamartini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 424
Votanti 331
Astenuti 93
Maggioranza 166
Hanno votato sì 330
Hanno votato no 1.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 9.70, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malisani, Carfagna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 415
Votanti 403
Astenuti 12
Maggioranza 202
Hanno votato sì 402
Hanno votato no 1.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carfagna, Fraccaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 413
Votanti 330
Astenuti 83
Maggioranza 166
Hanno votato sì 329
Hanno votato no 1.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 10 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gregori, D'Attorre, Borghi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 411
Votanti 318
Astenuti 93
Maggioranza 160
Hanno votato sì 317
Hanno votato no 1.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 11 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Matarrelli, Lodolini, Giammanco, Moscatt...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 410
Votanti 322 Pag. 36
Astenuti 88
Maggioranza 162
Hanno votato sì 321
Hanno votato no 1.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 12 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Benedetto, Marcon, Bargero, Micillo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 420
Votanti 325
Astenuti 95
Maggioranza 163
Hanno votato sì 324
Hanno votato no 1.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 13 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
FRANCESCO BOCCIA, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Marcon 13.50.
PRESIDENTE. Onorevole Cariello ?
FRANCESCO CARIELLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo ?
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Parere conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Marcon 13.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Grazie, signor Presidente. Vorrei sottolineare la particolarità di questo emendamento, che propone sostanzialmente di integrare il comitato per gli indicatori di benessere equo e sostenibile con i rappresentanti di organizzazioni della società civile. Mi rendo conto delle obiezioni, delle perplessità, però vorrei ricordare che nelle altre esperienze, l'esperienza dell'OCSE, l'esperienza della Commissione europea, e qui viene citata l'esperienza di ISTAT e CNEL quando hanno costituito il comitato di indirizzo per la delineazione e per la selezione degli indicatori di benessere, le organizzazioni della società civile sono state coinvolte. Quindi, ci sono dei precedenti, anche di carattere istituzionale, che hanno volutamente e intenzionalmente deciso di coinvolgere le organizzazioni della società civile.
Questa non è semplicemente una decisione legata alla valorizzazione, in base al principio di sussidiarietà, delle organizzazioni che nella società civile si organizzano per realizzare quegli obiettivi che queste politiche che noi decidiamo con la legge di bilancio dovrebbero attuare, ma si tratta di una scelta di qualità rispetto alla selezione degli indicatori, perché, siccome non tutto può essere deciso con il meccanismo top-down, bisogna trovare delle forme di consultazione, e anche di proposta, che coinvolgano, appunto, le organizzazioni della società civile, coloro che del benessere hanno, ovviamente, la percezione più genuina, che è legata, ovviamente, alle condizioni di vita, materiali, sociali ed ambientali.Pag. 37
Ricordo che – anche perché è un'esperienza che ho fatto personalmente – quando ISTAT e CNEL hanno costituito il comitato di indirizzo che poi ha selezionato gli indicatori del benessere equo e sostenibile, erano ben otto le organizzazioni presenti in quel comitato di indirizzo. ISTAT e CNEL trovarono i criteri per individuare quelle istituzioni ed organizzazioni della società civile che poi parteciparono a quel lavoro, che è un lavoro che è durato più di tre anni. Quindi, riteniamo importante che si sia costituito un comitato per la scelta degli indicatori di benessere. È importante che, ovviamente, ci siano le istituzioni, MEF, Banca d'Italia, l'ISTAT, che ci siano esperti, però pensiamo che sia importante che questo comitato debba essere integrato con rappresentanti delle organizzazioni della società civile.
Siccome già è stato fatto a livello europeo e anche a livello dell'OCSE, è stato fatto in Italia con l'esperienza di ISTAT e CNEL, noi invitiamo il Governo e la maggioranza a prendere in considerazione questo aspetto, perché si tratta, come si suole dire, di un aspetto qualificante dell'esistenza e del lavoro di questo comitato. Indichiamo anche una strada, che è quella che è stata scelta dall'ISTAT e dal CNEL quando è stato costituito il comitato di indirizzo. Quindi, insomma, rinnoviamo la nostra richiesta di approvazione di questo emendamento, trovando anche le soluzioni più adeguate, al di là di questo emendamento, per dare rappresentanza alle esperienze e alle proposte che vengono dalla società civile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 13.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Toninelli, Pellegrino, Zoggia, Tidei, Pilozzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 415
Votanti 411
Astenuti 4
Maggioranza 206
Hanno votato sì 118
Hanno votato no 293.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Romanini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Stumpo, Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 415
Votanti 400
Astenuti 15
Maggioranza 201
Hanno votato sì 387
Hanno votato no 13.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Il deputato Romanini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).
(Esame dell'articolo 14 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Grassi, Fragomeli, Micillo, Ciprini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 413
Votanti 332
Astenuti 81
Maggioranza 167
Hanno votato sì 326
Hanno votato no 6.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame dell'articolo 15 – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Giammanco, Invernizzi, Pilozzi, Moscatt, Pilozzi, Gitti, Di Benedetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 422
Votanti 333
Astenuti 89
Maggioranza 167
Hanno votato sì 329
Hanno votato no 4.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3828-A).
Nessuno chiedendo di intervenire per l'illustrazione degli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Presidente, sull'ordine del giorno Marzano n. 9/3828-A/1 il parere è favorevole perché c’è scritto nel testo che impegna il Governo a valutare la possibilità, oltre che l'opportunità, perché qui ci sono problemi tecnici particolarmente rilevanti a valutare l'effetto di anno in anno di indicatori che sono di natura pluriennale.
PRESIDENTE. Aspetti, onorevole Viceministro, sugli ordini del giorno su cui c’è un parere favorevole, andiamo direttamente con un «sì» o con un «no»; laddove ci sono delle riformulazioni andiamo più a fondo.
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Io sono d'accordo, però ogni tanto bisogna anche spiegare qualcosa, le ragioni di un parere, perché non si può sempre andare velocemente.
PRESIDENTE. Assolutamente sì.
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Sugli ordini del giorno Marcon n. 9/3828-A/2 e Melilla n. 9/3828-A/3 il parere è favorevole. Ordine del giorno Scotto n. 9/3828-A/4: parere contrario. Ordine del giorno Paglia n. 9/3828-A/5: favorevole. Ordine del giorno Fratoianni n. 9/3828-A/6: contrario. Ordini del giorno Gregorio Fontana n. 9/3828-A/7 e Coppola n. 9/3828-A/8: parere favorevole. Sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/3828-A/9 il parere sarebbe favorevole, se si accettasse di togliere nella parte dispositiva di impegno al Governo le parole da: «al fine» fino a «economico-finanziaria», quindi il testo della parte impegnativa diventerebbe secondo il Governo, e quindi il parere sarebbe favorevole, il seguente: «impegna il Governo ad inserire la previsione dell'applicazione sistemica dell'individuazione dei fabbisogni standard (...)».
Ordini del giorno Busin n. 9/3828-A/10, Simonetti n. 9/3828-A/11, Molteni n. 9/3828-A/12: parere contrario. Ordine Pag. 39del giorno Marchi n. 9/3828-A/13: parere favorevole perché – mi consenta solo un secondo – introduce la data del 12 ottobre per la riunione del Consiglio dei ministri per l'approvazione della legge di bilancio e il Governo è favorevole perché questo aiuta a risolvere in parte il problema di cui abbiamo lungamente discusso in Commissione a proposito della data di presentazione del testo alle Camere.
Ordine del giorno Invernizzi n. 9/3828-A/14: se i proponenti eliminano la parte analitica dei presupposti, il Governo sarebbe d'accordo ad accettare la parte impegnativa, eliminando però, per la ragione che ho appena detto, le ultime parole della parte impegnativa, cioè l'inciso: «come specificato in premessa». Quindi con questa riformulazione il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il parere sull'ordine del giorno Brescia n. 9/3828-A/15 ?
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Presidente, il parere sull'ordine del giorno Brescia n. 9/3828-A-15 non lo vedo, non mi è stato consegnato.
PRESIDENTE. Allora, intanto andiamo avanti.
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Ordine del giorno Matarrelli n. 9/3828-A/16: parere favorevole se i proponenti, nella parte illustrativa delle premesse, tolgono l'ultima parola. Prima dell'impegno al Governo si dice che sino ad ora quell'operazione era realizzata surrettiziamente: non era realizzata surrettiziamente, era realizzata con due strumenti diversi. Quindi, soppressa quella parola, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il parere sull'ordine del giorno Brescia n. 9/3828-A/15, che le è stato appena consegnato ?
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Per quanto riguarda la premessa, non riesco a leggerla in questi tempi, per la parte dispositiva direi che l'impegno si può accettare, quindi il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Quindi, Viceministro, l'ordine del giorno è riformulato nel senso di eliminare la premessa e lasciare soltanto l'impegno ?
ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Ordine del giorno Marzano n. 9/3828-A/1, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno Marcon n. 9/3828-A/2, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno Melilla n. 9/3828-A/3, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno Scotto n. 9/3828-A/4, parere contrario: lo mettiamo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scotto n. 9/3828-A/4, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ruocco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 249.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Ordine del giorno Paglia n. 9/3828-A/5, parere favorevole: va bene.
Ordine del giorno Fratoianni n. 9/3828-A/6, parere contrario: lo mettiamo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fratoianni n. 9/3828-A/6, con il parere contrario del Governo.Pag. 40
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lattuca, Di Vita, Sorial.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 417
Votanti 415
Astenuti 2
Maggioranza 208
Hanno votato sì 157
Hanno votato no 258.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/3828-A/7, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno Coppola n. 9/3828-A/8, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno Guidesi n. 9/3828-A/9, c’è una proposta di riformulazione: va bene. Ordine del giorno Busin n. 9/3828-A/10, parere contrario: lo mettiamo ai voti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busin n. 9/3828-A/10, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Marzano, Carrozza, Magorno.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 417
Votanti 330
Astenuti 87
Maggioranza 166
Hanno votato sì 72
Hanno votato no 258.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/3828-A/11, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non riesce a votare ? Tartaglione. Altri ? Ci siamo ? Mi pare che abbiano votato tutti. Ancora no: onorevole Gelmini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 423
Votanti 389
Astenuti 34
Maggioranza 195
Hanno votato sì 57
Hanno votato no 332.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Catanoso ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molteni n. 9/3828-A/12, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ci siamo ? Qualcuno non riesce a votare ? Non vedo mani alzate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 412
Votanti 376
Astenuti 36
Maggioranza 189
Hanno votato sì 59
Hanno votato no 317.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marchi n. 9/3828-A/13, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Invernizzi Pag. 41n. 9/3828-A/14, Brescia n. 9/3828-A/15 e Matarrelli n. 9/3828-A/16, accettati dal Governo, purché riformulati.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente...
PRESIDENTE. Attenda, onorevole Palese. Colleghi, vi pregherei, come di consueto: se dovete uscire fatelo in silenzio, in maniera che chi deve parlare possa farlo.
ROCCO PALESE. Così non si può parlare, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Palese, facciamo fatica a intenderci: stavo dicendo esattamente di uscire in silenzio, per fare in modo che lei possa parlare. Gentilmente, colleghi: abbassiamo il tono della voce ! Grazie. Provi, onorevole Palese.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. La norma in questione è stata da me sottoscritta e chiaramente voteremo a favore per un motivo molto semplice: affronta delle modificazioni dal punto di vista dell'iter procedimentale ma soprattutto nel merito, perché in maniera fondamentale i punti salienti che interessano soprattutto i cittadini ma interessano anche una politica diversa della gestione delle risorse pubbliche si basano su questi aspetti: in primo luogo, finalmente questa norma sopprime il meccanismo della possibilità, che finora c’è stato, relativa al problema delle norme di salvaguardia. Le norme di salvaguardia non erano nient'altro che delle bombe ad orologeria nei confronti delle tasche dei cittadini e nel caso in cui non si realizzavano le situazioni – rispetto alla situazione dell'entrata o a quanto previsto – scattava in via automatica la possibilità di aumenti stratosferici di IVA e di aumenti stratosferici di altro tipo di accise e gabelle, ma con una consistenza di miliardi e miliardi di euro.
Si inserisce anche un ulteriore accorgimento su cui regge, dal punto di vista tecnico, l'eliminazione delle norme di salvaguardia, quale quello di allineare, nella storia repubblicana e nei bilanci pubblici, l'obbligo dell'allineamento di quanto previsto nei capitoli di competenza con la cassa. È un accorgimento tecnico, di natura tecnica e di difficile comprensione per chi non è addetto ai lavori, ma anche questa è una riforma epocale nel contesto della finanza pubblica e dei bilanci pubblici.
Così come è stato precedentemente sottolineato, vengono eliminate le norme microsettoriali e localistiche, cioè le norme che in pratica consentivano di fare un'enorme polverizzazione delle risorse e distribuzione di tanti piccoli emendamenti che venivano approvati con le leggi di stabilità e, soprattutto, che erano di natura clientelare e di scarso interesse.
Nel contesto del debito pubblico si divide la possibilità di avere un capitolo che riguarda gli interessi per il debito pubblico e l'altro, invece, relativo ai derivati, il tutto con più trasparenza.
Sul problema dell'8 per mille, anche in questo caso le risorse sono totalmente vincolate, senza possibilità per i Governi di utilizzarle per altre questioni. Sulla situazione della trasparenza c’è la verifica che riguarda soprattutto la pubblicazione dei dati e in più vi è un'altra innovazione, cioè la verifica delle politiche di bilancio attraverso la comparazione con lo stato di benessere dei cittadini attraverso l'individuazione degli standard.
PRESIDENTE. Concluda.
ROCCO PALESE. Questi sono motivi sufficienti per far sì che questa proposta di legge di modifica riceva il nostro favore, perché ci sono alcune che sono delle nostre battaglie storiche che riguardano Pag. 42soprattutto le norme di salvaguardia e riguardano soprattutto la possibilità di non aumentare le...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, farò una breve dichiarazione di voto a favore di questo provvedimento per conto del gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico. È una legge importante, quella di bilancio, anche se non fa rumore, non divide gli animi e, quindi, non conquisterà né i titoli dei giornali né quelli dei telegiornali e neppure della rete. Un grazie va al presidente Boccia e al Viceministro Morando per l'azione che hanno condotto con una sintonia apprezzabile e, più in generale, per il metodo adottato di un confronto utile e costruttivo in sede parlamentare.
Il risultato positivo è di tutti, anche di chi non vota una legge che è stata condivisa nei diversi passaggi, e mi auguro che con questa legge finiscano anche le polemiche sull'articolo 81 della Costituzione, il cosiddetto «pareggio di bilancio». Quella norma costituzionale non impedisce – non impediva e non impedisce, certo – né l'azione politica né la flessibilità del bilancio: avere i conti in ordine è il presupposto di un Paese serio, al di là dei vincoli europei o delle norme costituzionali. La legge di contabilità, la legge di bilancio che approviamo, è lo strumento attuativo dell'articolo 81 della Costituzione.
I punti qualificanti, che vado a richiamare per capitoli, sono: semplificazione della sessione di bilancio in una visione unitaria; trasparenza, leggibilità, programmazione e flessibilità. Nel concreto vi sono alcune indicazioni che sono state richiamate: superamento delle rigide norme di salvaguardia attraverso una loro migliore definizione (non è che scompaiono: devono essere meglio definite, come avviene con questo dettato legislativo); rispetto delle scelte dei contribuenti sull'8 per mille o sul 5 o sul 2 per mille, stabilendo che questi fondi non possono essere utilizzati per esigenze di finanza straordinaria; valorizzazione degli indicatori di benessere per valutare l'impatto della manovra sulle condizioni sociali del Paese e anche questo mi sembra un elemento molto importante, perché non basta il PIL ma bisogna capire anche qual è l'impatto delle manovre economiche che si susseguono nel tempo; da ultimo, la messa all'indice delle misure localistiche e microsettoriali.
Mi auguro davvero che con queste indicazioni di fondo si ponga fine ad una procedura che non era certo encomiabile per l'attività del Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Sarò molto breve, in considerazione del fatto che il lavoro è stato un lavoro di discussione e credo che abbia effettivamente coinvolto tutti. È stato anche un lavoro capillare ed un lavoro di confronto.
Come è stato detto precedentemente, questa legge non farà rumore, ma è una legge sostanzialmente obbligata: è obbligata per semplificare e io credo che tutti noi dobbiamo anche ragionare in un'ottica non di chi governa adesso, ma anche di chi potrà governare, in funzione di avere le migliori regole e le migliori norme che consentano una gestione più efficace.
Tuttavia, io credo che si poteva fare qualcosina in più. Sicuramente sì, rispetto soprattutto alla trasparenza – ne abbiamo parlato durante il confronto che c’è stato sugli emendamenti e soprattutto su quelli proposti dal MoVimento 5 Stelle – e si poteva fare qualcosa in più soprattutto rispetto anche ad una certificazione più chiara del divieto dell'ingresso di norme microsettoriali e localistici.
Noi pensiamo altresì che vi siano ampi spazi di miglioramento rispetto alla gestione del bilancio, non solo dal punto di vista delle regole e non solo dal punto di vista della trasparenza, ma anche e soprattutto Pag. 43rispetto a quello che oramai è diventato ineludibile quanto alla spending review, rispetto quindi all'applicazione dei costi standard, rispetto alle tante discussioni che in quest'Aula si continuano a fare senza vederne però seguito. E anche rispetto magari alla strategia pluriennale, che non può e non deve essere assolutamente certificata dalle regole, ma deve essere un progetto politico ed economico che questo Governo non ci sembra avere.
Noi ci asterremo rispetto a questa legge. Abbiamo partecipato ai lavori ed abbiamo cercato di migliorarla; pensiamo che può ulteriormente essere migliorata, la reputiamo però altresì sicuramente un passo in avanti rispetto a quello che c’è adesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rabino. Ne ha facoltà.
MARIANO RABINO. Presidente, Scelta Civica si esprimerà a favore di questo provvedimento, volto essenzialmente alla semplificazione della legge di bilancio e alla cessazione del cosiddetto decreto mancia (chiamiamolo con il suo nome), in quanto assorbirà il contenuto dell'attuale legge di stabilità, recando esclusivamente le misure tese a realizzare gli obiettivi di finanza pubblica indicati e i documenti programmatici di bilancio, vale a dire il Documento di economia e finanza e la relativa nota di aggiornamento.
Come ha avuto modo di precisare ieri esaustivamente in Aula il Viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando, che ringraziamo al pari del presidente Boccia, la proposta che stiamo per votare realizza tre obiettivi fondamentali: fare della decisione di bilancio un fatto unitario rispetto all'attuale disegno di legge di stabilità; dare rilievo nella programmazione di finanza pubblica alla traduzione contabile non solo dell'innovazione legislativa, ma anche al mutamento dei comportamenti e delle prassi amministrative; definire una migliore soluzione in tema di clausole di salvaguardia, che hanno il pregio dell'assoluta automaticità, ma il difetto di dover essere esigibili immediatamente, dall'atto dell'aumento delle entrate.
Il percorso di semplificazione, come è noto, ha avuto inizio sin dal dicembre 2012, con quel provvedimento, la legge rinforzata n. 243 del 2012, che recava disposizioni volte a dare attuazione al principio dell'equilibrio tra entrate e spese del bilancio delle pubbliche amministrazioni e della sostenibilità del debito pubblico; nello specifico – lo ricordiamo tutti – l'articolo 15 della suddetta legge n. 243 elenca e definisce gli elementi essenziali che dovevano caratterizzare il contenuto della nuova norma. In conformità a quanto previsto da quell'articolo, la nuova normativa espone le previsioni di entrata e di spesa sia in termini di competenza che in termini di cassa, sulla base del criterio della legislazione corrente e di eventuali proposte di rimodulazione.
Occorre evidenziare altresì le rilevanti novità che il progetto di legge in esame presenta, specie con riferimento ai tempi di presentazione di documenti che caratterizzano la sessione di bilancio: il termine per la presentazione della nota di aggiornamento del DEF viene posticipato al 27 settembre, mentre per la presentazione dello stesso alle Camere è previsto il termine del 20 ottobre.
Vengono poi ampliati i contenuti del DEF, con il consolidamento della disciplina da seguire nel caso in cui, per eventi eccezionali, il Governo intenda discostarsi dall'obiettivo programmatico o aggiornare il relativo piano di rientro, allegandone obbligatoriamente la relativa relazione. Dovrà inoltre essere allegata al DEF e presentata entro il 15 febbraio di ciascun anno alle competenti Commissioni parlamentari una relazione recante l'andamento nell'ultimo triennio degli indicatori di benessere equo e sostenibile adottati a livello internazionale, nonché una previsione relativa alla loro evoluzione, anche sulla base delle misure previste per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica.
Anche la nota di aggiornamento risulterà avere un contenuto più ricco di informazioni: Pag. 44si prevede, infatti, che la stessa dettagli e più significativi ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica, con una seppur riassuntiva illustrazione degli effetti finanziari attesi dalla manovra stessa in termini di entrata e di spesa.
Per quanto attiene alla copertura finanziaria, risulta di grande rilevanza l'eliminazione delle disposizioni relative alle clausole di salvaguardia e il divieto dell'utilizzo delle risorse dell'8 e del 5 per mille quali fonti di copertura.
Nell'eventualità di una necessaria compensazione degli oneri che eccedono le previsioni di spesa, è prevista una procedura che introduce una disciplina uniforme, da applicarsi in tutti i casi in cui l'andamento delle spese non risulti in linea con le previsioni: in questa specifica circostanza, qualora stiano per verificarsi degli scostamenti, il Ministero dell'economia e delle finanze, in attesa di misure correttive, provvede per l'esercizio in corso alla riduzione degli stanziamenti iscritti nello stato del Ministero competente.
Concludendo, il testo che ci apprestiamo a votare rappresenta un fondamentale strumento di politica di programmazione finanziaria e soprattutto di semplificazione, che consentirà di predisporre un insieme di norme che assicureranno l'equilibrio del bilancio e l'utilizzo efficiente delle risorse pubbliche, garantendo quella necessaria trasparenza da inquadrarsi nelle scelte compiute. Per queste ragioni, Scelta Civica voterà a favore del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.
PAOLO TANCREDI. Presidente e colleghi, la proposta oggetto di esame costituisce l'applicazione dell'articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, nel quale era previsto che con successivo provvedimento si sarebbero evidenziati gli elementi essenziali della nuova legge di bilancio. Tale legge, una volta approvata, avrà un contenuto profondamente diverso dall'attuale legge di contabilità, che fa riferimento alla natura formale del bilancio conseguente al previgente terzo comma dell'articolo 81 della Costituzione, a norma del quale con la legge di bilancio non si potevano stabilire nuovi tributi e nuove spese. Con la mancata riproposizione di tale norma nel nuovo testo dell'articolo 81, introdotto dalla legge costituzionale n. 1 del 2012, si è ora determinato il passaggio da una concezione formale ad una concezione sostanziale della legge di bilancio.
La legge di bilancio, quindi, può diventare una legge impositiva. La legge di bilancio, oltre alle poste contabili, potrà anche contenere disposizioni che integrano o modificano la legislazione di entrata o di spesa, incorporando in tal modo gli attuali contenuti della legge di stabilità.
L'innovazione comporta significative conseguenze sul piano dei contenuti di tale legge, consentendo il passaggio dal consolidato schema normativo della manovra annuale di finanza pubblica, fondato sulla predisposizione di due distinti provvedimenti, ad uno schema radicalmente diverso, che vedrà la presentazione di un unico provvedimento costituito dalla legge di bilancio: quindi, una lettura più compatta ed efficiente.
L'integrazione tra i due precedenti disegni di legge costituisce quindi il principale obiettivo della proposta di legge, che contestualmente opera anche numerosi ulteriori interventi volti all'aggiornamento delle regole contabili previste dalla legge di contabilità attuale.
In un quadro più generale, ci troviamo di fronte ad un complessivo progetto di riforma del bilancio dello Stato, che è completato da altri tre provvedimenti: in particolare, la delega sul completamento della struttura del bilancio ex articolo 40 della legge di contabilità, su cui abbiamo espresso il parere nel febbraio 2015, i cui contenuti sono stati trasfusi nel decreto legislativo n. 90; la delega sul potenziamento della funzione di bilancio di cassa in attuazione dell'articolo 42 della legge di contabilità (decreto legislativo n. 93 del 12 maggio 2016); il disegno di legge in corso di esame al Senato, con il quale si modificano Pag. 45gli equilibri dei bilanci per regioni ed enti locali, il cui esame va di pari passo con il provvedimento in esame.
Il citato disegno di legge rende coerente la disciplina dei vincoli di finanza pubblica per gli enti territoriali con le nuove regole contabili, rafforzando il ruolo delle regioni quali cabina di regia nell'ambito del territorio di riferimento. Va osservato, sotto questo aspetto, il rafforzamento delle capacità gestionali delle risorse delle regioni, che controbilancia la riduzione dei poteri regionali su determinate materie, operate con la riforma costituzionale: avremo una gestione più efficiente delle risorse a livello locale, che terrà conto delle singole specificità. Inoltre, mediante un rafforzamento dei patti regionalizzati, si aggiungerà l'obiettivo di favorire gli investimenti sul territorio, sia attraverso il ricorso al debito, sia mediante l'utilizzo degli avanzi di amministrazione. Insomma, la riduzione delle materie di competenza regionale con la riforma costituzionale viene compensata con un maggior potere economico delle regioni negli ambiti di competenza.
Per tornare al testo in esame, una prima osservazione che sottopongo all'esame dell'Assemblea riguarda la riduzione dei tempi di esame: la sensazione di questi ultimi anni, dopo il 2009, è che la discussione della manovra economica per l'anno successivo sia costantemente un po’ affogata dalla ristrettezza dei tempi. Un tempo, la sessione di bilancio iniziava il 1o ottobre, oggi inizia il 15; il testo in esame sposta ancora in avanti i termini per la presentazione dei documenti contabili.
Nel convulso svolgersi delle vicende politico-economiche di questi anni, la previsione che se la nota di aggiornamento del DEF conferma le previsioni del DEF di aprile il bilancio per l'anno successivo può essere presentato assieme alla nota, appare di problematica attuazione: mentre i tempi di esame del DEF ad aprile...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Tancredi. Potreste gentilmente trasferirvi... Vi ringrazio. Prego, onorevole Tancredi.
PAOLO TANCREDI. La ringrazio, Presidente. I tempi di esame del DEF ad aprile sono condizionati dalla UE. Gli impegni con la UE previsti per la manovra autunnale si limitano alla presentazione entro il 15 ottobre. Quindi forse sarebbe opportuno rivalutare lo spostamento. Abbiamo votato emendamenti quindi su questo argomento. Nella sua audizione, peraltro, l'Istat ha segnalato che già nel 2014 e nel 2015 la diffusione dei conti economici nazionali – prodotto interno lordo e indebitamento netto –, di solito prevista nella prima settimana di ottobre, è stata anticipata di oltre una settimana. Tale anticipazione è stata ora resa permanente. Anche nel 2016 la diffusione di questi dati avverrà il 23 settembre.
Questo è un punto fondamentale, perché il Governo e il Parlamento abbiano, nella stesura della manovra di bilancio, notizie essenziali a supporto del lavoro. Di pregio la previsione che, in caso di scostamenti dagli obiettivi programmatici dovuti ad eventi eccezionali che si verificano nell'imminenza della presentazione del DEF, la rimodulazione del piano di rientro possa essere presentata come annesso al DEF stesso per la conseguente deliberazione parlamentare.
Quanto agli indicatori di benessere equo e sostenibile, BES, si costituisce un apposito comitato presso l'Istat. Anche qui si tratta di scelte che sono demandate al Governo, ma la norma proposta prevede che, in apposito allegato al DEF, andranno riportati gli andamenti nell'ultimo triennio degli indicatori di benessere equo e sostenibile e che, con apposita relazione, deve essere evidenziata l'evoluzione dell'andamento e gli indicatori BES sulla base degli effetti determinati dalla legge di bilancio per il triennio in corso.
Quanto alla struttura della nuova legge di bilancio, il testo in esame prevede che il disegno di legge di bilancio sia triennale e articolato in due sezioni. Una prima sezione contiene esclusivamente le misure volte a realizzare gli obiettivi programmatici di finanza pubblica e, di conseguenza, Pag. 46riprende i contenuti della vecchia legge di stabilità. Tralascio di elencarli nel dettaglio.
Qui viene introdotta una preziosa clausola di salvaguardia, consistente nel fatto che le nuove o maggiori spese disposte dalla prima sezione non possono concorrere a determinare tassi di evoluzione delle spese complessive incompatibili con gli obiettivi di finanza pubblica determinati nel DEF, come risultante dalle conseguenti deliberazioni parlamentari. Durante l'esame degli emendamenti abbiamo parlato diffusamente di questo aspetto: è chiaro che si dà una maggiore forza agli strumenti di programmazione.
La seconda sezione contiene le previsioni di entrata e di spesa espresse in termini di competenza e cassa, formate sulla base della legislazione vigente, tenuto conto, tuttavia, dell'aggiornamento delle previsioni relative alle spese per oneri inderogabili per la copertura del fabbisogno nonché delle rimodulazioni proposte per i fattori legislativi.
Una qualche perplessità deriva, invece, dalla soppressione della scheda illustrativa di ogni programma e delle leggi che lo finanziano, con l'indicazione dei corrispettivi stanziamenti del bilancio triennale. È chiaro che si è privilegiata l'agilità dello strumento legislativo.
Rilevanti invece le modifiche all'articolo 23 della legge di contabilità, che aumentano la flessibilità della seconda sezione del disegno di legge di bilancio. Si elimina il vincolo della compensatività all'interno di una stessa missione e si consente che, all'interno di ciascuno stato di previsione, possano essere effettuate la rimodulazione in via compensativa delle dotazioni finanziarie relative ai fattori legislativi e la riprogrammazione, per un periodo temporale anche pluriennale, degli stanziamenti di parte corrente e in conto capitale previsti a legislazione vigente, ma limitatamente alle sole spese di fattore legislativo.
L'articolo 3 riguarda la copertura finanziaria delle leggi e, come dicevo, si eliminano le clausole di salvaguardie e si vieta l'utilizzo delle risorse dell'8 per mille e del 5 per mille quali fonti di copertura. Quanto alla prima ipotesi, in alternativa alle clausole si prevede la riduzione degli stanziamenti iscritti in uno stato di previsione del Ministero competente con esclusione degli oneri inderogabili. Rammento che già la legge n. 243 contiene una causa che prevede il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni, che sono altrettanto obbligatori, non a debito, ma tramite l'introduzione di un ulteriore prelievo fiscale. Sarebbe ora che questo Parlamento decidesse una volta per tutte che le spese inderogabili, tra le quali quelle del welfare, non sono così inderogabili e che il welfare non è una variabile indipendente dal PIL, ma una sua variabile dipendente.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Malpezzi, non è carino che ascoltiamo la sua conversazione.
PAOLO TANCREDI. Su questo aspetto, infine, rilevo una curiosità, cioè che la legge sulle unioni civili, che a regime prevedeva una spesa di 22 milioni, negli anni a seguire, nel 2025, avrà un costo maggiore. Ma la legge sulle unioni civili ha già una clausola di salvaguardia.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO TANCREDI. Sto finendo, Presidente. Una clausola di salvaguardia che ricalca, in realtà, quanto è previsto dal provvedimento.
Di rilievo, infine, la maggiore flessibilità introdotta per l'assestamento, nel quale possono essere proposte variazioni compensative tra le dotazioni finanziarie per l'esercizio in corso.
Importante è anche la norma per la reiscrizione nel bilancio dello Stato dei residui passivi; ed infine rilevanti sono sia la previsione dell'emanazione di un testo unico delle norme di contabilità, alcune delle quali risalgono addirittura al 1924, sia la norma destinata al contenimento delle gestioni statali operanti al di fuori del bilancio dello Stato.
Sotto questo aspetto, è previsto un monitoraggio delle gestioni da parte delle Pag. 47amministrazioni, che deve essere trasmesso entro il 31 gennaio di ogni anno, sulle giacenze al 31 dicembre. Per assicurare tali obblighi di trasmissione, si dispone che il mancato adempimento nei termini rileva ai fini della responsabilità...
PRESIDENTE. Deve concludere.
PAOLO TANCREDI. Presidente, comunque considerata l'importanza della legge, dichiaro il voto favorevole di Area Popolare (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Signor Presidente, noi del gruppo di Sinistra Italiana voteremo a favore della proposta di legge oggi in discussione. Si tratta, infatti, di una proposta largamente condivisa tra forze di maggioranza e di opposizione per cambiare le regole del gioco nell'approvazione del bilancio dello Stato. È una proposta che, a nostro giudizio, rende più trasparente il processo, più efficace l'approvazione delle norme, più corretto il rapporto tra Esecutivo e Parlamento.
Anzitutto vorremmo dire questo: è stato seguito un metodo, come ricordavo ieri, apprezzabile nella costruzione del dialogo tra Governo e opposizione, maggioranza e minoranza del Parlamento. Tutto in una posizione di reciproco ascolto quanto mai utile, quando si tratta...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Marcon. Onorevole Rubinato... Onorevole Rubinato... Onorevole Rubinato, stiamo sentendo tutto, grazie.
GIULIO MARCON. Dicevo tutto avvenuto in una posizione di reciproco ascolto, che è molto positivo quando si tratta di disegnare comuni regole del gioco. Ringrazio il presidente Boccia, ma anche il Viceministro Morando, per il lavoro che hanno fatto: sarebbe stato utile che questo lavoro così costruttivo fosse stato fatto anche per la Costituzione. Purtroppo, invece, è stato seguito in quel caso il metodo del diktat e delle imposizioni.
Ovviamente non tutto ci convince di questa proposta di legge, ma essa è largamente positiva e noi abbiamo indicato sette punti positivi. Il primo è una semplificazione della sessione di bilancio: si concentra tutto il processo di approvazione del bilancio dello Stato in una unica legge, si supera la separazione tra legge di bilancio e legge di stabilità, quest'ultima incorporata nella legge di bilancio. Questo semplifica e rende più trasparente tutto il processo.
Secondo: si migliorano diversi aspetti funzionali e gestionali. Ne cito due in particolare: il potenziamento del bilancio di cassa, perché lo si allinea meglio con la competenza, rendendolo più razionale e vicino alla realtà della dinamica dei conti pubblici. Inoltre, come abbiamo visto prima, si evitano finalmente interventi microsettoriali e localistici.
Terzo: vi è un maggiore accesso ai dati, anche ai software utilizzati per la gestione dei dati da parte del Governo ai fini della delineazione della manovra di finanza pubblica. Tutto questo è positivo perché renderà meno esoterico il processo di approvazione del bilancio e potremo avere piena conoscenza anche, come veniva ricordato, dei derivati in pancia nel bilancio dello Stato.
Quarto: vengono superate le norme di salvaguardia, che in questi anni sono state una sorta di spada di Damocle sulle leggi di stabilità e questo è un aspetto positivo ed evita il ricorso a spericolate misure in extremis.
Quinto: il Parlamento viene coinvolto sin dall'inizio, anche se in modo ancora parziale. Il Documento programmatico di bilancio approvato dal Consiglio dei ministri viene inviato contestualmente a Bruxelles e al Parlamento e questo permette una responsabilizzazione maggiore delle Camere e anche il rispetto di una pari dignità con la Commissione europea, che negli ultimi anni non sempre c’è stato.
Sesto punto: viene per la prima volta esclusa la possibilità di utilizzare i fondi Pag. 48dell'8 per mille e del 5 per mille per esigenze straordinarie di finanza pubblica. Vorrei ricordare che prima SEL e poi il gruppo di Sinistra Italiana hanno presentato mozioni e interrogazioni su questo punto. Anche interventi militari sono stati finanziati con l'8 per mille. Si ripristina così un meccanismo di correttezza istituzionale e noi lo apprezziamo molto.
Per ultimo, la proposta di legge introduce l'utilizzo degli indicatori di benessere ecosostenibile, i BES, nella valutazione e nell'orientamento delle scelte e delle politiche di bilancio. Si tratta di una cosa molto importante che, insieme al bilancio di genere, va valorizzata, perché è un elemento significativo di innovazione e di discontinuità. Il presidente Boccia ha usato l'espressione «rivoluzione», che è un'espressione molto impegnativa nella concezione e nella filosofia del bilancio dello Stato e, più in generale, delle politiche pubbliche. Ne parlerò meglio nella parte finale del mio intervento.
Vorrei segnalare, però, due aspetti critici, il primo, in riferimento alla legge n. 243 e al raggiungimento dell'obiettivo di medio termine; ci si dice inevitabile, ma diciamo che forse, come ricordavo prima, essendo questa una proposta di legge, frutto di un lavoro comune tra maggioranza e opposizione, sarebbe stato meglio – non era necessario a nostro giudizio – espungere questo principio dalla legge oggi in discussione.
Io ricordo che il nostro gruppo è da sempre contrario al principio del pareggio di bilancio. Abbiamo presentato una proposta di legge, a suo tempo la firmò l'onorevole Boccadutri. Penso che quella proposta di legge sia ancora in vita. Poi, abbiamo raccolto le firme per una proposta di legge di iniziativa popolare sull'articolo 81 e poi sulla legge n. 243. Ci rendiamo conto ovviamente che è un dispositivo normativo esistente, al quale ovviamente dobbiamo fare riferimento, ma pensiamo che sarebbe stato possibile evitare, invece, il riferimento in questa legge, anche se – ripeto – poi non influisce su tutte le altre misure migliorative contenute nel progetto di legge.
Il secondo punto riguarda una certa asimmetria, tuttora esistente, nei rapporti tra Parlamento ed Esecutivo. La presentazione della legge di bilancio nella sua interezza e della seconda parte entro il 20 ottobre è ancora un elemento che a noi fa riflettere. Noi ovviamente abbiamo votato a favore anche della modifica del testo iniziale, in cui si è previsto di mettere un termine, il 20 ottobre, per la trasmissione al Parlamento del disegno di legge. Però, riteniamo ci sia ancora un'asimmetria di tempi tra l'approvazione in Consiglio dei ministri e poi il passaggio in Parlamento. C’è un problema tecnico, ma i problemi tecnici bisogna risolverli e noi, come Parlamento, ce ne facciamo carico, ma penso che anche i tecnici devono farsi carico della correttezza del lavoro parlamentare. Quindi, noi ribadiamo questo punto come un punto qualificante.
Torno – concludo – a una delle principali innovazioni di questa proposta di legge: l'introduzione degli indicatori di benessere, sia nella fase di elaborazione e definizione del DEF che nella relazione che il Governo, dopo l'approvazione della legge di bilancio, deve presentare alle Camere per valutare l'evoluzione degli indicatori e l'impatto delle misure su di essi. Ricordo che il nostro gruppo parlamentare, un anno e mezzo fa, si è fatto promotore di una proposta di legge, sottoscritta pressoché da tutti i gruppi politici (52 deputati), che proponeva proprio l'introduzione degli indicatori di benessere. La proposta poi è stata abbinata al disegno di legge oggi in discussione e nei suoi contenuti è stata, di fatto, recepita da alcuni articoli del disegno di legge che oggi noi discutiamo. Il senso di questa proposta, sulla base del lavoro fatto in Italia dall'ISTAT e dal CNEL, con il benessere equo e sostenibile, e nel mondo dalla Commissione europea, dall'OCSE, da Paesi come la Francia, che l'anno scorso ha approvato una legge che va in questa direzione, il Canada e l'Australia, è di andare oltre il feticcio del PIL e di affiancare gli indicatori macroeconomici con indicatori di qualità sociale, sostenibilità ambientale e di genere. Per mettere a suo Pag. 49agio il nostro Viceministro, non citerò Latouche o Illich, citerò Enrico Berlinguer – magari non proprio ci va a nozze, ma insomma –, che, al congresso della FGCI, nel 1983, affermava che il capitalismo – noi potremo usare l'espressione «l'economia» –, per sua natura, conosce solo compatibilità e rapporti quantitativi tra indici astratti. Berlinguer si interrogava sulla qualità dello sviluppo, su cosa produrre e cosa consumare. Lo diceva Berlinguer e non Latouche. Vorrei ricordare che gli indicatori del BES – altro elemento importante –, quelli individuati dall'ISTAT e dal CNEL, cui fa riferimento la legge, sono indicatori che sono stati costruiti sulla base di un lavoro congiunto di anni, di organizzazioni della società civile. In quel caso, sono state coinvolte; purtroppo in questo disegno di legge non vengono coinvolte le organizzazioni che ricordo: il Forum del terzo settore, i sindacati, Sbilanciamoci, Legambiente, WWF, ARCI, varie associazioni del mondo dei consumatori. Anche l'OCSE e la Commissione europea hanno coinvolto le organizzazioni non governative nel lavoro sugli indicatori di benessere.
Vede, signor Viceministro, non si tratta di un'esigenza puramente conoscitiva o scientifica, ma di uno strumento di politica pubblica che risponde a due obiettivi: la valutazione dell'impatto delle politiche pubbliche sul benessere della comunità e l'utilizzo degli indicatori per orientare le scelte che il legislatore fa. Si tratta di scelte che, rispetto agli indicatori introdotti in questa legge, rispondono a degli obiettivi molto concreti: le politiche di bilancio creano o no occupazione buona e stabile ? Aumentano o no i servizi di welfare e fanno diminuire la povertà ? Fanno crescere o fanno diminuire le emissioni di CO2 ? Aumentano o no l'accesso delle donne al mercato del lavoro ?
La novità rilevantissima di questa legge è che il DEF e la legge di bilancio dovranno misurare questi aspetti e dovranno considerarli dei parametri per le politiche e le misure scelte per la valutazione del loro impatto, al pari delle politiche per la riduzione del rapporto deficit-PIL e per la riduzione del debito.
Concludo. Noi vigileremo che questo venga fatto, che sia un aspetto strutturale della nuova legge e non sia semplicemente un gadget gradevole della finanza pubblica. Faremo di tutto perché questa norma venga rispettata. Per parafrasare Giorgio La Pira: questa norma serve per riportare in pareggio non gli indici astratti di cui parlava Berlinguer, ma per riportare in pareggio la vita delle persone, in pareggio con il lavoro, i diritti, il benessere, la speranza in un futuro degno di essere vissuto. Ecco perché, nonostante alcuni limiti, voteremo questa legge e pensiamo che può essere un contributo importante per la trasparenza, l'efficacia e il raggiungimento degli obiettivi di una sana politica di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Forza Italia voterà a favore di questo testo, avendo partecipato in modo propositivo e – riteniamo – anche in modo efficace a questa modifica della legge di contabilità, che trova una nuova rigenerazione, una nuova vita all'interno di quello che è un percorso più ampio delle dinamiche di finanza pubblica, che era giusto adeguare e aggiornare. Lo abbiamo fatto in una logica di collaborazione con tutte le forze politiche, nella misura in cui era accaduto nel 2009, per ricordare a me stesso e a tanti amici che sono qui, i colleghi ovviamente dal mio capogruppo, onorevole Brunetta, al senatore Morando e ad altri che l'hanno vissuta, quella fase in cui si era lavorato sulla legge n. 296 del 2009, con una presenza attiva dell'allora senatore Vegas, per la costruzione di una legge di contabilità che avesse caratteristiche che potessero interpretare al meglio il ruolo di soggetto decisore, Governo o Parlamento, nelle dinamiche di funzionamento Pag. 50del bilancio dello Stato e nel rapporto non solo con le forze politiche e con i parlamentari, ma con tutti i soggetti attivi della società e in una logica di trasparenza con i cittadini.
Io credo che il passaggio che noi insieme abbiamo condiviso, in vari aspetti di questo testo, sia un passaggio che porta degli elementi di miglioramento sostanziale. Noi crediamo che il miglioramento sostanziale non riguardi solo l'efficacia e il funzionamento di una legge di stabilità che trova finalmente un unico contenitore per poter misurare e ovviamente per poter discutere degli effetti delle scelte di politica tributaria, fiscale, piuttosto che di politica di spesa pubblica, ma che trova anche, nella sua parte, nella sezione seconda, quelli che sono gli affetti trasferiti immediatamente nel bilancio dello Stato. È un tema che giustamente è sempre rimasto un po’ ai margini del dibattito politico. Noi ci siamo confrontati duramente sulla legge finanziaria, sulla legge di stabilità, ma spesso il bilancio dello Stato, i suoi aggregati, le dinamiche... Pensate solo all'aspetto del contenimento della spesa: ogni anno una battaglia rispetto ai cosiddetti tagli e mai nessuno, nell'immaginario collettivo del nostro Paese, fa riferimento al fatto che siano scelte che vanno comunque a contenere gli aumenti di spesa. Quindi, sono dinamiche che hanno anche, a mio modo di vedere e a nostro modo di vedere, provocato dei dibattiti nel Paese che spesso erano fuorvianti rispetto a ciò che si andava a discutere e a modificare realmente in Parlamento.
Con questo provvedimento noi andiamo a lavorare su due decreti legislativi che vengono dalla storia della legge n. 296 del 2009 e delle relative attuazioni, in parte completando alcuni di questi decreti con alcune leggere modifiche, in parte recependo una serie di questioni che sono state all'agenda del nostro dibattito e, soprattutto, sono anche questioni che riguardano l'interesse nel rapporto con l'Europa e con le dinamiche di trasparenza che riguardano la vita del nostro Paese rispetto agli obiettivi di convergenza. Dico questo perché la legge di contabilità si collega all'articolo 81 ovviamente. È un'emanazione, è il braccio operativo dell'articolo 81 della Costituzione, ma è evidente che, all'interno della legge di stabilità, sono progressivamente apparse delle dinamiche, che riguardano ovviamente il controllo della spesa pubblica, dal superamento, come facciamo ora, del Patto di stabilità, al ribadire con chiarezza quello che è l'obiettivo del pareggio strutturale, tutti i temi che sono evidentemente legati a una qualità della legislazione e delle leggi di contabilità dello Stato che non possono appartenere ad una parte, devono appartenere a un valore, a un fattore comune, in cui oggi si trova un Governo a dover prendere delle scelte all'interno di quelle dinamiche, domani si troverà un Governo di segno magari opposto a dover avere, però, una continuità di regole che consentano di vedere qual è la progressione di un Paese verso quelle che sono le dinamiche, che, da una parte, vengono assegnate dagli obiettivi europei e, dall'altro, si vuol dare la comunità nazionale e politica rispetto a quelli che sono i temi forti del Paese.
E dico che attraverso questa legge, al di là dei tecnicismi, che sono stati importanti, ricordati, ci sono degli elementi forti anche dal punto vista politico: il fatto di poter vedere con chiarezza qual è l'effetto sul bilancio dello Stato di una scelta che riguarda la legge annuale di stabilità, cioè capire subito, nel rapporto con l'elettorato, con i cittadini e per i cittadini, una intelligibilità con i dati disponibili, non solo per i parlamentari, ma per i corpi intermedi e per tutti coloro che vorranno, evidentemente, avere dalle fonti gli elementi di valutazione per poter valutare le scelte di politica economica, fiscale, di quelle che sono le dinamiche connesse alle valutazioni del decisore politico. Questo è un elemento fortissimo in cui si potranno finalmente vedere quali sono anche le differenze tra le scelte che adotterà un Governo, le valutazioni che si faranno in Parlamento e gli effetti complessivi.
Con riferimento agli elementi che sono stati ricordati, io capisco il richiamo all'appartenenza politica, ma è sotto gli Pag. 51occhi di tutti che, sia la vicenda legata all'impatto e quindi al bilancio di genere, sia la questione degli indicatori comunque di benessere, sono due elementi che appartengono ormai alla comunità internazionale, che non erano ancora entrati nel dominio, nelle procedure di contabilità del bilancio nazionale, e rappresentano un passo in avanti significativo per poter valutare meglio quelli che sono gli aspetti di beneficio nei confronti ovviamente dei nostri cittadini, ma anche di una equità complessiva, che attiene non solo a un principio universale, ma anche al merito. Infatti, è evidente che i provvedimenti devono avere la capacità di riuscire a ottenere dei risultati, perché la spinta progressiva che noi abbiamo deciso di portare avanti in un rapporto di dialogo da avere con l'opposizione nel 2009 era questa, quella di immaginare una legge di contabilità che, alla luce delle dinamiche di controllo della spesa pubblica, riuscisse progressivamente a darci gli strumenti per governare la spesa, renderla più efficiente, renderla più trasparente e legarla agli obiettivi.
Noi, con questi passaggi, rendiamo più chiari gli obiettivi, rendiamo più chiari ai cittadini gli effetti sugli aggregati, che evidentemente vanno a toccare e fanno parte delle scelte che la politica decide di mettere in atto. Manca un passaggio, a mio avviso rilevante, perché qui noi andiamo a sostituire progressivamente le clausole di salvaguardia – che vanno a recuperare risorse dalla fiscalità generale, piuttosto che dalle accise, e quindi sono andate sempre nel segno di un appesantimento delle tasche del cittadino –, si va a immaginare un meccanismo operativo che consentirà di agire sul versante della spesa. Questo è molto importante, perché significa non caricare più, sia di negatività, ovviamente, la domanda interna e quello che è il contribuente, ma anche dare certezze sul versante internazionale e responsabilità al Governo.
Quindi, Presidente, anche sull'aspetto delle clausole di salvaguardia, così come nella logica del rispetto del contribuente e delle sue prerogative sulla salvaguardia dell'8 per mille, ci aspettiamo che al Senato ci siano altri interventi, dei compiti per casa, mi consenta, Viceministro Morando...
PRESIDENTE. Deve concludere.
ALBERTO GIORGETTI. Chiudo Presidente. ...se si riuscisse ad aggiungere qualche presidio in più nei confronti del contribuente, credo che avremmo fatto un'opera che, a prescindere dal segno e dal colore politico, resterà per poter meglio governare le dinamiche di spesa del nostro Paese ed aiutare il nostro Paese a una ripresa più forte rispetto a quella che viviamo oggi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.
FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Oggi farò una dichiarazione di voto che non entrerà tecnicamente nel provvedimento, perché è stato abbastanza discusso, direi, nella fase di votazioni dei vari articoli e degli emendamenti e anche nella fase di discussione in Commissione, ma oggi mi preme sottolineare e rispondere anche a chi, nella fase di discussione generale, parlo dei colleghi della maggioranza, hanno fatto riferimento ad un approccio collaborativo del MoVimento 5 Stelle come ad una sorta di mediazione che deve poi tramutarsi in un voto, non dico favorevole, ma forse loro intendevano, diciamo, di astensione nei confronti della loro proposta di legge.
Bene, io voglio chiarire: la nostra collaborazione è una collaborazione che mira al miglioramento delle proposte di legge, una collaborazione che fa parte del metodo 5 Stelle, affinché si adottino le migliori misure possibile nelle condizioni attuali, ma il voto finale su un provvedimento è ben altra cosa, è un qualcosa che attiene alla visione politica di ciascun gruppo.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 13,33)
FRANCESCO CARIELLO. Chiedere o pensare che il MoVimento 5 Stelle possa, a seguito di una collaborazione su un provvedimento, poi poter addirittura sposare delle ideologiche politiche o delle posizioni di chiara indicazione politica, questo è sbagliato. Noi lo vogliamo riaffermare in questa fase e su questo provvedimento, perché è un provvedimento che va a completare la legge di riforma costituzionale che introduce un nuovo principio nella nostra Costituzione: il principio del pareggio di bilancio, che, in alcune e anzi in diverse leggi di stabilità approvate, ha addirittura prevaricato i principi dell'istruzione, della salute dei cittadini, tutti principi costituzionali che sono stati messi in secondo ordine rispetto al rispetto delle regole sottoscritte con i Paesi membri dell'Unione europea.
Noi, questo approccio, non lo condividiamo e non ci sentiamo di tradire i nostri elettori, perché ci hanno chiesto di rappresentarli in questa maniera in questo Parlamento, e quindi da qui scaturisce il nostro voto contrario al provvedimento. Spero di aver chiarito una volta per tutte questo, sia con i colleghi della Commissione bilancio, sia con il presidente, con il quale c’è un dialogo continuo in Commissione, c’è un approccio collaborativo, ma sempre mirato al miglioramento delle leggi e non certo ad una trattativa politica: il do ut des non fa parte del nostro agire politico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Il provvedimento in esame entra a completare e a riaffermare una volta per tutte quanto il Governo Monti ha strappato al Parlamento, perché una riforma costituzionale ad opera del Governo Monti è stata possibile con l'appoggio di quasi tutte le forze politiche. Questo ha permesso a quella riforma di non passare nemmeno dal dover interpellare i cittadini, come si sta facendo invece quest'anno, e questo perché ? Perché in quel momento il debito è diventato il cappio al collo del nostro Paese, è diventato la leva per strappare una riforma costituzionale, cioè la troika – oggi non la si chiama più così, ma in realtà è ancora tale – è venuta ad imporre la sovranità nel nostro Paese, un asservimento totale della nostra politica ai diktat europei. E poi che cosa si fa ? I Governi successivi vanno a chiedere flessibilità. Signori, ma chi ha già supinamente accettato quelle regole non può porsi, oggi, nella condizione di chiedere flessibilità. È impensabile !
Con questo provvedimento si va a dare una cornice anche ai nostri documenti di contabilità, una cornice che va principalmente a vincolare, una volta per tutte, tutti i nostri provvedimenti di bilancio a quel vincolo europeo, cioè all'ottenimento di un obiettivo di pareggio strutturale di bilancio. Un obiettivo che, francamente, oggettivamente, non è stato ancora mai raggiunto, sin dal momento in cui lo avete accettato. L'anno successivo è stato rinviato. Da quando si è insediata questa legislatura, abbiamo ogni anno, puntualmente, votato il rinvio e lo spostamento in avanti di quel pareggio strutturale. Quindi, una regola che praticamente non funziona la applicate e la imponete alle regioni e agli enti locali, perché questa è la verità.
Il vero risanamento del debito lo state facendo tagliando semplicemente a regioni e enti locali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), cioè a quegli enti che forniscono i servizi più vicini ai cittadini, quando, invece, il debito delle amministrazioni centrali è sempre cresciuto e si chiede al Parlamento, puntualmente, di rinviare il pareggio strutturale di bilancio in avanti. Quindi, una chiara regola che non funziona oggi la andiamo anche ad inserire nella nostra legge di contabilità. Noi abbiamo chiesto questo in Commissione, anche: tenete fuori il vincolo dalla modalità con cui dobbiamo redigere il nostro bilancio.
Ci dobbiamo intendere, dobbiamo partecipare alla redazione e alla modalità, aumentandone la trasparenza, aumentandone la leggibilità, aumentandone anche il controllo da parte del Parlamento e il monitoraggio, che sono valori in cui noi crediamo e ai quali abbiamo partecipato, Pag. 53per poter effettivamente rendere questa legge efficace. Ma, se avessimo tenuto fuori quel vincolo anche da questa legge, molto probabilmente la posizione del MoVimento 5 Stelle sarebbe cambiata.
Ma questo non è stato possibile, perché ci avete detto «no, non possiamo non completare quel processo di riforma». Ve ne assumete la responsabilità, ma noi a questo non partecipiamo per coerenza politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi vogliamo dire questo anche a tutto il mondo che ci osserva, perché, con questo ultimo miglio nel processo di adeguamento della nostra legislazione di bilancio, voi state mandando anche un segnale a tutte le istituzioni mondiali ed europee per dire che il nostro Paese è ben allineato a quanto sottoscritto in quei trattati.
Bene, la nostra posizione serve anche a questo, a dire a quelle stesse istituzioni che l'Italia non è tutta come quella rappresentata dalla maggioranza. L'Italia ha anche una visione diversa e il nostro Paese, in questa ultima tornata elettorale, ma anche alle scorse elezioni europee, ha dato un consistente appoggio alla nostra forza politica, che chiedeva come primo punto la cancellazione del fiscal compact, che è l'origine di queste regole e di questi vincoli che oggi vi portano a concludere con questa legge l'inserimento del pareggio di bilancio nelle nostre leggi di contabilità. Noi crediamo che le politiche di austerity derivanti appunto dalla firma del Patto di stabilità e crescita, con il conseguente fiscal compact, con i vari regolamenti denominati Six Pack, Two Pack, con il braccio preventivo e il braccio correttivo – le avete inventate tutte con i vostri colleghi all'Unione europea –, che questi trattati stiano strangolando le economie del nostro Paese e di tutti gli Stati membri, perché anche chi vanta una pseudocrescita, in fin dei conti, non sta crescendo, perché nel nuovo calcolo del PIL, che a voi piace tanto, in realtà ci sono e hanno introdotto ormai tutte quelle economie illecite che quelle realmente stanno determinando quel più 1 per cento, quel più 1,5 per cento in media che i Paesi europei stanno dimostrando.
Ma sono numeri, sono numeri che oggi voi andate a chiedere ai ragazzi. Io mi rivolgo a quei ragazzi che oggi hanno dovuto svolgere il tema economico, ai quali si chiedeva: il PIL è la misura di tutto ?
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO CARIELLO. Bene, la risposta a questa domanda è «no», il PIL non misura il benessere dei cittadini; il PIL, anzi, include anche tutti quegli elementi che al benessere dei cittadini non guardano e lo danneggiano. Ecco perché abbiamo partecipato e abbiamo votato favorevolmente anche all'articolo 13, che prevede l'introduzione di una relazione con tutti gli indicatori di benessere equo e sostenibile nel computo degli indicatori economici del nostro Paese. Ma anche in questo abbiamo proposto che quegli indicatori fossero inclusi negli obiettivi programmatici del Governo, che vincolassero i Governi al raggiungimento di un reale benessere equo e sostenibile, e qui la porta si è chiusa.
Una relazione la si può leggere anche andando sul sito dell'ISTAT e leggere qual è lo stato degli indicatori di benessere equo e sostenibile. Includerli nel DEF senza vincolare il Governo al raggiungimento di un chiaro obiettivo non serve a nulla, e quindi è una ulteriore sconfitta del Parlamento. Ma tengo a precisare due cose che abbiamo voluto fermamente.
PRESIDENTE. Deve concludere, deputato, deve concludere.
FRANCESCO CARIELLO. Sì, trenta secondi, Presidente.
PRESIDENTE. Di meno; concluda, è già fuori.
FRANCESCO CARIELLO. Abbiamo voluto esprimere con chiarezza quella che è la parte di derivati inclusa nel computo Pag. 54degli interessi del nostro Paese, per raggiungere una maggiore chiarezza verso i cittadini, e la presentazione del documento programmatico di bilancio alle Camere contestualmente a quello che viene presentato alla Commissione europea, perché riteniamo questo Parlamento sovrano, e non deve essere secondo a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maino Marchi. Ne ha facoltà.
MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. Con questa legge e con quella ora all'esame del Senato – poi arriverà qui alla Camera – sul pareggio di bilancio di regioni e comuni, con conseguente modifica della legge n. 243, completiamo un percorso avviato nel 2012 con le modifiche all'articolo 81 della Costituzione, poi proseguito con la legge rinforzata n. 243 di attuazione dell'articolo 81, e si conclude con le modifiche conseguenti alla legge di contabilità, prima due decreti legislativi e ora con questa legge sul contenuto della legge di bilancio. È importante, innanzitutto, che vi sia stata un'ampia condivisione dei gruppi parlamentari, trattandosi di questione relativa alle regole; condivisione e coinvolgimento in tutte le fasi, dall'indagine conoscitiva fino alla discussione in Aula.
È la dimostrazione che sulle regole questa maggioranza è disponibile al più ampio confronto e a convergenze significative; quando non si ha questo esito, molte volte non dipende da noi. Poi, ognuno può collaborare come crede e, magari, anche votare contro; resta il fatto che il dialogo vero c’è stato e noi lo abbiamo ricercato. Il MoVimento 5 Stelle ha espresso una contrarietà, per i richiami l'articolo 81 della Costituzione, alla legge n. 243. Questa legge è in loro attuazione, non può che richiamarle e richiamare il quadro europeo. Si tende a dare una connotazione negativa al cosiddetto pareggio di bilancio di cui all'articolo 81 della Costituzione; si dice che imbriglia la politica, che non ha più spazio per fare scelte per lo sviluppo, la crescita, il lavoro e l'equità.
L'articolo 81 non prevede un pareggio in senso stretto, ma l'equilibrio tra entrate e spese, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Su questo punto vorrei fare alcune considerazioni: in primo luogo, per un Paese con un alto rapporto tra debito e PIL, come il nostro, è d'obbligo, di fatto, avere serietà dei conti, un'azione per l'equilibrio di bilancio, altrimenti si rischia il default, al di là delle regole europee e delle norme costituzionali. Secondo, quella norma costituzionale non impedisce né la flessibilità né l'azione politica: con il Governo Renzi abbiamo spostato, con tre provvedimenti distinti, il pareggio strutturale di bilancio di tre anni, dal 2016 al 2019, seguendo le norme dell'articolo 81 e senza che l'Unione Europea ce l'abbia impedito.
Terzo, il problema vero è cambiare le politiche europee: meno austerità, più sviluppo, più occupazione, più integrazione europea. Ebbene, chi oggi, in Europa, più del Governo italiano, parlando di Governi, sta ponendo questo tema ? Flessibilità, migranti, politiche di cooperazione per lo sviluppo, modalità di calcolo dell’output gap. Se cambia, come lo fa l'OCSE e come l'Italia ha chiesto, insieme ad altri Paesi, l'Italia è già oggi in pareggio strutturale di bilancio. Quindi, l'obiettivo di medio termine non è vero che sia irraggiungibile. Altre strade, come quelle che ho sentito qui oggi delineare dal MoVimento 5 Stelle producono sostanzialmente che cosa ? Un debito senza limiti, ci portano fuori dall'euro e ci portano al fallimento di questo Paese. È bene che i cittadini lo sappiano che quello è lo sbocco verso cui ci portano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Tutti questi temi, insieme alla ripresa del sogno europeo, sono temi posti dal Governo italiano e su cui abbiamo già ottenuto e conseguito risultati. Vengo alla legge al nostro esame, che ha un primo rilevante elemento da sottolineare: il passaggio da due leggi, quella di stabilità e quella di bilancio, ad una sola, la legge di stabilità che le incorpora entrambe. Pag. 55Non è solo una questione formale, ha conseguenze sui documenti da presentare ed esaminare, sulla tempistica, ma soprattutto sull'obiettivo di fondo, fare esaminare e intervenire il Parlamento sul complesso delle entrate e delle spese, mentre finora è avvenuto solo sui contenuti della legge di stabilità, quindi comunque su aspetti marginali, almeno quantitativamente. Questa è la vera revisione della spesa, non solo un intervento tecnico, ma quel piano industriale della pubblica amministrazione a base zero, di cui da tempo parliamo. E poi interventi per spendere meglio, non solo per tagliare e basta, e questo vale anche per le entrate. È una riforma che ritengo abbia bisogno di un'altra riforma per funzionare: il superamento del bicameralismo paritario, come prevede la riforma costituzionale che il Parlamento ha approvato; solo così ci sarà il tempo per coinvolgere davvero tutte le Commissioni e cambiare il modo di lavorare del Parlamento.
Insieme a questa si sono introdotte diverse novità sulla trasparenza, ad esempio sulla quota di interessi che proviene dai derivati finanziari, sulla maggiore severità nell'impedire norme microsettoriali localistiche, sul superamento del Patto di stabilità interno (lo prevede la legge n. 243, in questa legge ripresa). Come realizzare il pareggio di bilancio, che sostituisce il vecchio Patto di stabilità, lo stabiliremo con le modifiche alla legge n. 243 in discussione al Senato. L'impossibilità di utilizzare l'8 per mille e il 5 per mille per altri fini è uno sbocco da tempo ricercato, sottolineo però, su una questione sollevata dal MoVimento 5 Stelle nel dibattito, che per l'edilizia scolastica non sarà comunque sufficiente, anche se non distribuissimo nulla per le altre quattro finalità dell'8 per mille dello Stato: occorrono comunque provvedimenti e misure ad hoc per l'edilizia scolastica. Poi il superamento delle clausole di salvaguardia, obiettivo condivisibile per non avere coperture finanziarie parallele, per evitare meccanismi automatici di aumento della pressione fiscale e per intervenire in caso di sforamenti sul complesso delle spese o di un Ministero o dello Stato. Le modalità con cui abbiamo previsto di intervenire permettono di evitare qualsivoglia rischio di sospensione di diritti soggettivi con atti amministrativi. È evidente in tutto questo impianto il collegamento e la coerenza con le regole e le procedure europee – non può che essere così –: questa non può essere la sede né per cambiare le regole, né per cambiare le politiche europee, ma in altre sedi lo stiamo facendo. Due aspetti conclusivi: abbiamo rafforzato la parte del bilancio di genere, utile per contrastare le disuguaglianze e le discriminazioni di genere, questione che ha implicazioni anche economiche e per lo sviluppo, come la questione dell'occupazione femminile. Infine, la novità degli indicatori di benessere equo e sostenibile: forse non è un caso che proprio oggi, tra le prove della maturità, ci sia anche un tema quale: «Il PIL è la misura di tutto» ? Sappiamo che non è così. Ebbene, quindi che il DEF si debba occupare di questi indicatori e poi a febbraio una relazione al Parlamento del Ministro dell'Economia e Finanze, che si coinvolga l'Istat con un apposito comitato. Più informazioni quindi, ma soprattutto: non solo il PIL come indicatore e misuratore di tutte le cose. Abbiamo ripreso una proposta di legge del collega Marcon, ma anche un importante lavoro fatto nella precedente legislatura, richiesto, proposto e continuamente sollecitato dall'onorevole Massimo Vannucci, a cui vorrei dedicare l'approdo di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il ruolo di questa novità potrà aumentare dopo la prima fase, soprattutto se a livello mondiale ed europeo vi sarà l'assunzione di questi indicatori come elementi essenziali e determinanti per le politiche economiche. Difficile si possa fare in un Paese solo.
Quindi, Presidente, il gruppo del Partito Democratico esprime voto favorevole – ringraziando il Governo, il presidente della Commissione, l'intera Commissione e gli uffici per il lavoro svolto – su un buon provvedimento, anche se non c’è la programmazione quinquennale e ventennale come richiesto dal MoVimento 5 Stelle. Ma anche l'Unione Sovietica non c’è più e non Pag. 56possiamo rifarla con la legge di contabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
FRANCESCO BOCCIA, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOCCIA, Relatore per la maggioranza. Grazie Signora Presidente, semplicemente per ringraziare davvero, per il lavoro lungo e complesso, tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e di opposizione, e per dare atto al Viceministro Morando di aver avuto la pazienza e la disponibilità per un confronto che non è mai stato semplice. Ci sono stati momenti in cui le posizioni si sono divaricate tanto, non solo tra i gruppi parlamentari, ma anche tra gli stessi gruppi e il Governo e momenti in cui queste distanze si sono riavvicinate. Per questo, penso sia doveroso un ringraziamento a tutti coloro che in questo anno, sin dall'indagine conoscitiva fino ad oggi, hanno messo impegno in questa riforma – che ci auguriamo possa consentire al Parlamento di lavorare meglio e più semplicemente nei prossimi anni – che speriamo possa vedere la luce in questo ramo del Parlamento. Ora ci auguriamo che lo stesso accada al Senato.
Mi consenta poi, anche se non è rituale, di ringraziare davvero in maniera forte e sentita gli uffici della Commissione bilancio, guidati dal dottor Somma, perché non è stato semplice fare una riforma per novelle, perché anche questo abbiamo fatto. Lo abbiamo fatto con il supporto del servizio Bilancio, degli Uffici del Segretario generale e ovviamente del servizio Studi che spesso noi mettiamo sotto pressione, ma facciamo di tutto per far sì che da questi uomini e queste donne vengano fuori poi i risultati del nostro lavoro nel miglior modo possibile.
PRESIDENTE. Grazie Presidente. Mi unisco a lei in questi ringraziamenti.
(Coordinamento formale – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3828-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 3828-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Duranti, Ventricelli, Tancredi, Dall'Osso, Chimienti, Benamati, Iori, Busto, Altieri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, concernenti il contenuto della legge di bilancio, in attuazione dell'articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243»:
Presenti 400
Votanti 375
Astenuti 25
Maggioranza 188
Hanno votato sì 304
Hanno votato no 71
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Il deputato Busto ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario – il deputato Pilozzi ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).
Dichiaro pertanto assorbite le proposte di legge nn. 2648 e 2897.
Pag. 57In ricordo della deputata britannica Jo Cox (ore 13,57).
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea ed il rappresentante del Governo). Care colleghe e cari colleghi, come sapete lo scorso 16 giugno la deputata laburista Jo Cox è stata barbaramente uccisa a Birstall, in Inghilterra, mentre onorava l'antica tradizione parlamentare britannica di incontrare gli elettori per poi trasmettere le loro istanze al Parlamento. Jo Cox avrebbe compiuto proprio oggi 42 anni.
L'intenzione del suo assassino, in base alle prime risultanze delle indagini, era quella di colpire una parlamentare fortemente impegnata in campagne per temi quale la pace, il rispetto dei diritti umani, la causa dei rifugiati, la causa dei migranti, la parità di genere, l'inclusione sociale e, soprattutto, l'integrazione europea. Questo brutale omicidio, pertanto, è anche un attacco ai principi fondamentali della democrazia rappresentativa e della società aperta, alla volontà di dare voce ai cittadini e a confrontarsi con essi per sviluppare un dibattito effettivo sulle questioni decisive del nostro tempo.
Con la morte di Jo Cox noi parlamentari, in Italia e in Europa, perdiamo una collega appassionata, la cui dedizione al proprio mandato e il rifiuto di ogni forma di odio e di violenza nell'azione politica sarà esempio per tutti noi. Per onorare la sua memoria ritengo sarebbe un fatto significativo dedicare a lei – a lei ! – la Commissione di studio sull'intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio istituita qui alla Camera lo scorso 10 maggio, con la presenza dei rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari e di esperti esterni. È quanto proporrò alla prossima riunione della Commissione, che si terrà il 4 luglio.
Ho già fatto pervenire allo Speaker della Camera dei comuni, John Bercow, e al leader del Partito laburista, Jeremy Corbyn, le condoglianze mie e dell'intera Camera dei deputati. Invito ora l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Applausi).
Do ora la parola a tutti gli iscritti a parlare per la commemorazione della deputata laburista.
Ha chiesto di parlare la deputata Irene Tinagli. Ne ha facoltà.
IRENE TINAGLI. Signora Presidente, oggi Jo Cox avrebbe compiuto 42 anni e li avrebbe probabilmente celebrati insieme a suo marito e ai suoi bambini. Invece, siamo qui a commemorare la sua barbara uccisione. Jo Cox è rimasta vittima di un clima di odio e di tensione politica che ha innescato delle reazioni fuori controllo, proprio lei, proprio lei che si è sempre battuta per eliminare le divisioni, per una politica basata sul dialogo e sulla tolleranza. Jo non ha mai – mai ! – denigrato idee diverse dalla sua, né si è mai lasciata andare ad attacchi personali.
Lei amava capire le ragioni degli altri, comprenderle e magari confutarle, ma sulla base di argomentazioni serie, di proposte, di soluzioni innovative. Ascolto, comprensione, soluzioni: questa era l'anima di tutto il suo impegno politico e questo dovrebbe essere quello che ogni politico porta avanti ogni giorno nel suo impegno. Eppure l'odio l'ha travolta e anche per questo, per il suo impegno, per il suo modo di fare politica, siamo tutti sconvolti. Ma non basta piangere, non basta addolorarsi; bisogna che tutti noi, tutte le persone che fanno politica, si interroghino e riflettano sul modo, sulla deriva che ha preso la politica oggi, sul peso e sulle conseguenze delle nostre parole, sulle nostre responsabilità. È troppo facile scaricare tutto sullo squilibrato di turno, troppo comodo; ricordiamoci che le mine vaganti esplodono quando qualche irresponsabile dà fuoco alla miccia e da questa consapevolezza è nata una dichiarazione sottoscritta da circa 1.500 parlamentari in tutto il mondo con la quale si ribadisce l'impegno ad unirci per abbattere l'ondata di odio e di paura che alimenta divisioni ed estremismi, che avvelena il dibattito e a non dimenticare mai, come disse Jo, che noi siamo molto Pag. 58più uniti e abbiamo molte più cose in comune di quanto siano quelle che ci dividono. Quindi, io ringrazio tutti i colleghi che hanno sottoscritto tale dichiarazione e mi auguro che questo impegno ci accompagni sempre.
Se mi permette, signora Presidente, vorrei concludere con un pensiero per Brendan, il marito di Jo, un uomo forte e determinato che ha condiviso con lei tante battaglie, e soprattutto per i suoi bambini, Lejla e Cuillin: siate forti e siate orgogliosi, perché la vostra mamma ha combattuto anche per voi, perché voleva consegnarvi un mondo migliore e questa è la forma di amore più bella e più nobile e cercheremo tutti, insieme a voi, di onorarla e ricordarla sempre (Applausi).
PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Tinagli. Condivido questa sua emozione.
Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Scagliusi. Ne ha facoltà.
EMANUELE SCAGLIUSI. Grazie, Presidente. Esprimiamo solidarietà per la perdita della giovane parlamentare inglese Jo Cox. Il nostro pensiero oggi va innanzitutto ai suoi due figli piccoli e al marito. La deputata è stata barbaramente uccisa nella sua città, mentre svolgeva attività politica tra i suoi concittadini ed elettori per la campagna referendaria. Un gesto orribile e da condannare fermamente contro le istituzioni e la democrazia non solo del Regno Unito ma di qualsiasi Paese. Ricordiamo, infatti, l'impegno della deputata in favore del rispetto dei diritti umani e della democrazia nella sua massima espressione, il referendum.
Al di là delle varie posizioni nel merito, la condanna di questi gesti atroci deve essere unanime e travalicare ogni confine geografico, politico e ideologico (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Elio Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Grazie, signora Presidente. Io credo che il modo migliore per ricordare la memoria di Jo Cox sia parlare di quello che lei faceva e di quello che lei ha sempre fatto nella sua vita, cioè di politica. Era una professionista della politica. Jo Cox, terminati gli studi, è stata assistente parlamentare prima per un parlamentare laburista al Parlamento nazionale britannico e dopo per un parlamentare laburista al Parlamento europeo e, da poco più di un anno, era stata eletta in un collegio laburista. Avrebbe avuto sicuramente una brillante carriera politica, perché lei era una delle migliori leve della politica inglese ed europea. Si era recentemente battuta per la partecipazione della Gran Bretagna alla missione militare in Siria e uno dei suoi più recenti interventi era stato proprio quello. Tale partecipazione, come sappiamo, era stata anche contestata all'interno del partito laburista.
È morta sul campo di battaglia della politica, di quell'attività tipica dell'Inghilterra, ma tipica di tutto il mondo, del rapporto con gli elettori che è un'attività indispensabile, necessaria e che caratterizza la democrazia dagli altri regimi. Non solo il sistema di elezione caratterizza la democrazia dagli altri regimi politici, ma c’è anche il contatto diretto con gli elettori, l'approcciabilità del politico e dell'eletto da parte degli elettori, che è una tradizione tutta britannica e che ciascuno di noi pratica, signora Presidente, quando non siamo qui in Aula a fare l'altra parte del nostro lavoro. Questa è la nostra attività, questa parte di rapporto con gli elettori è la parte che ha portato alla morte di Jo Cox: come si è detto in Inghilterra, è morta sul campo, è morta sul fronte. Naturalmente madre, moglie, ma politica, e vorrei che qui fosse ricordata ed esaltata, perché questa attività comporta dei rischi.
C’è un paragone, un parallelo terribile con la morte e l'assassinio di Anna Lindh tre giorni prima del referendum in Svezia sull'euro, sull'ingresso della Svezia nell'euro. Anna Lindh aveva fatto la stessa carriera, tutta piena di politica, era già giunta ad essere Ministro degli esteri; ebbe il suo culmine – lo ricordiamo perché la commemorammo qui, Presidente – quando guidò il primo semestre europeo a guida della Svezia, con dei risultati eccellenti. Pag. 59Quindi noi onoriamo oggi Jo Cox, morta sul campo di battaglia della politica (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giovanna Martelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNA MARTELLI. Signora Presidente, il gruppo di Sinistra Italiana in segno di lutto, come il Parlamento britannico, terrà sui propri banchi una rosa bianca.
Per Jo Cox la politica era una cosa seria: Jo aveva scelto di non dividere... Scusate, ma è un'emozione ! Jo aveva scelto non di vivere di politica, ma vivere con la politica, per la politica, senza risparmiarsi: una scelta di vita continua, necessaria. «Era da tempo che non avevamo una parlamentare che si interessasse di Birstall», racconta una donna parlando di Jo. Jo, figlia di un operaio e di una segretaria, che finisce i suoi studi nel 1995, l'anno dell'accordo di Dayton, la fine della guerra dei Balcani: 700 mila sfollati, 50 mila donne violentate nei campi di sterminio, di stupro. Ci narra Jo, sulla sua vita all'Università di Cambridge: «Lì ho capito che conta dove nasci, che conta come parli, che conta chi conosci»; la sua diversità, le sue umili origini diventano rivendicazione, impegno sociale, politico: in Afghanistan, Rwanda, Uganda, in prima linea con gli ultimi, a fianco delle donne e dei loro corpi, che nelle carestie e nelle guerre per il dominio e la sopraffazione diventano campi di battaglia. Jo, una donna non violenta, libera, che costruiva ponti per incontrare l'altro, che credeva nella concretezza dell'utopia, che diceva «no» alla guerra, alle disuguaglianze, all'ingiustizia sociale, agli estremismi, con coraggio, coerenza, controcorrente, fino all'ultimo giorno.
Buon compleanno Jo, noi continueremo a lottare per ciò che è giusto, facendo nostro il tuo motto, con quello spirito critico che non vuole essere messo in una categoria (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Cicchitto. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente, io credo che dovremmo fare una riflessione sulle due manifestazioni di solidarietà che abbiamo celebrato alla Camera: ieri per i morti e feriti di Orlando, uccisi da quello che lei ha definito «un folle estremista ispirato da fonti islamiche», e oggi l'assassinio della parlamentare inglese Cox, uccisa da un folle estremista di razza bianca ispirato dal nazismo. Ecco, questi due estremi ci danno la perfetta sensazione che guai a noi se ideologizziamo quello che avviene, se non facciamo i conti col fatto che in tutte le comunità esiste il meglio e il peggio che si può esprimere; guai a noi se da un delitto ricaviamo la conseguenza di una definizione generale, per cui tutti i musulmani sono estremisti, e allora si dovrebbe dire che tutti coloro che sono di razza bianca sono dei terroristi.
È evidente che questo è assurdo, e rispetto a tale assurdità noi dobbiamo andare oltre e guardare il bene e il male, al di là e al di fuori di schematismi ideologici che purtroppo non fanno i conti con una realtà assai drammatica.
Vorrei riportare qui, per dare il senso di chi era Jo Cox, un brano del suo discorso di presentazione al Parlamento inglese del suo collegio: «Il Collegio di Batley e Spen è un'unione di cittadini e villaggi dello Yorkshire tipicamente indipendenti, pragmatici ed orgogliosi. Le nostre comunità sono state profondamente irrorate dall'immigrazione, quella dei cattolici irlandesi o quella dei musulmani dall'India o dal Pakistan, che vengono soprattutto dal Kashmir; e mentre celebriamo la nostra diversità, ciò che mi sorprende ogni volta di più quando viaggio in giro per il collegio elettorale è il fatto che siamo molto più uniti ed abbiamo molto più in comune l'uno con l'altra rispetto alle cose che ci dividono. La mia circoscrizione anche la casa dei Fox's Biscuits e della Lion Confectionery: sono perciò sicura che lei, signor Presidente, non penserà che sia una mia indulgenza se descrivo Batley e Spen come una circoscrizione con un cuore industriale inserito nel paesaggio ricco e piacevole dello Pag. 60Yorkshire». Ecco, l'onorevole Elio Vito ha ricordato poco fa che Jo Cox è stata uccisa mentre svolgeva la sua attività di parlamentare fra la gente del suo collegio, e che nel contempo l'onorevole Cox interveniva sulla vicenda internazionale e ha portato avanti una linea di solidarietà rispetto alla Siria, sostenendo anche l'intervento inglese in quella località: quindi era una persona ricca nella articolazione di pensiero,...
PRESIDENTE. Ha concluso, deputato.
FABRIZIO CICCHITTO. ...di cultura e di azione alla quale noi dobbiamo inchinarci e ricordarla come una vittima della inciviltà che percorre tutto il mondo, espressione della civiltà ad essa contrapposta (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bruno Molea. Ne ha facoltà.
BRUNO MOLEA. Signora Presidente, Jo Cox, giovane deputata del Parlamento britannico e presidente della rete delle donne laburista, è stata barbaramente uccisa la scorsa settimana. È assurdo che ancora oggi si debba pagare con la vita le proprie idee e l'impegno per il bene comune !
L'omicidio di Jo Cox è un fatto orribile, che va condannato non solo per la sua brutalità ma per quello che significa: morire per il servizio reso alla collettività è tremendo, e deve mettere in grande allarme le istituzioni. A mio nome personale e del gruppo parlamentare di Scelta Civica, esprimo ferma condanna per i terribili fatti avvenuti nel nord dell'Inghilterra in vista del referendum britannico sull'Europa. La deputata laburista ha dovuto pagare con la vita le sue posizioni contro la Brexit, e questo, nel mondo democratico costruito con fatica e con il sacrificio della vita dei nostri nonni, è inconcepibile: in un momento tanto delicato, che una persona debba lasciare marito e figli e pagare con la sua vita la difesa del valore dell'Europa unita, è un pensiero che non può lasciarci pace, e per questo va condannato con fermezza e durezza chi uccide sventolando il vessillo del nazionalismo esacerbato e violento.
La nostra storia conosce bene tali nefandezze e derive: per questo stigmatizziamo e fermiamo noi per primi l'ondata d'odio che rischia di ammorbare l'intera Europa. Il valore della condivisione, dell'unione, sia più forte di qualsiasi interesse di campanile, e che il sacrificio di quella donna non passi inosservato. Alla famiglia della deputata il cordoglio del gruppo parlamentare di Scelta Civica (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.
BARBARA SALTAMARTINI. Presidente, a nome del gruppo della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini voglio esprimere il nostro grande cordoglio e la vicinanza alla famiglia della deputata Joanne Cox, che è stata barbaramente uccisa mentre esprimeva il suo pensiero, mentre svolgeva la sua missione, una missione che adorava e alla quale ha dedicato la sua vita. Questo è un fatto gravissimo, un fatto grave che deve far riflettere: ovviamente il pensiero va a tutti quegli uomini e a tutte quelle donne che sul campo hanno perso la loro vita, vittime di efferati crimini e violenze. Quando accadono queste cose occorre riflettere, perché una cosa del genere è inevitabile che ponga un drammatico freno a quella che è la democrazia; e quindi, in tal senso, noi siamo vicini anche alla nazione britannica che ha subito questo lutto e che, domani, sarà impegnata in un civile e democratico confronto e di certo non meritava questa pagina drammatica nella sua storia. Ed è per questo che il mio pensiero, anche come donna, va una donna che è stata impegnata in politica e che in essa ha messo passione. Morire per le proprie idee non è una cosa bella, però sono convinta che combattere e continuare a combattere per le proprie idee sia la nostra grande missione: in questo sicuramente siamo vicini anche all'impegno di Jo Cox, anche laddove non ne abbiamo condiviso alcune battaglie (Applausi).
Pag. 61PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Santerini. Ne ha facoltà.
MILENA SANTERINI. Grazie, signora Presidente. Jo Cox rappresentava molte delle cose per cui vale la pena di fare politica e sono particolarmente felice che venga intitolata a lei la Commissione contro l'intolleranza e l'odio della Camera. Non voglio parlare dell'odio che l'ha uccisa ma di come viveva: viveva di una politica di ascolto, di incontro con la gente, si vede dai suoi tweett, incontri con le scuole, con le persone, con le chiese e lei stessa era stata attivista per i diritti umani con Oxfam, con Crisis Action in luoghi anche molto difficili come l'Afghanistan. I suoi colleghi dicono che la spingeva l'urgenza, l'inquietudine di mettere fine ai problemi dei più poveri del mondo: quella stessa urgenza che aveva messo nella lotta contro la Brexit. Pensava che sono più le cose che abbiamo in comune di quelle che ci dividono: è un metodo saggio, profondamente politico, che porta ad affrontare i conflitti cercando la pace senza partigianerie o interessi personali. Pensava che bisogna difendere l'Europa, non solo perché culla di valori universali ma concretamente per quello che rappresenta oggi: un luogo in cui il rispetto dei diritti umani è importante, quando le logiche economiche non prendono il sopravvento; un posto dove trovano asilo i rifugiati che fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla miseria. È l'Europa migliore quella che difendiamo non solo dalla Brexit ma da noi stessi, dal nostro impulso autodistruttivo quando non ci rendiamo conto della ricchezza dell'eredità che abbiamo ricevuto dalle macerie della seconda guerra mondiale e della Shoah. Jo Cox pensava che gli immigrati non sono altro da noi ma cittadini dello stesso mondo verso cui non avere né paura né disprezzo. Credeva che la parola «multiculturale» non è un insulto ma la condizione quotidiana di una società complicata, fatta di uomini e donne, vecchi e giovani, poveri e ricchi e di lingua e provenienza diversa. Lottava contro le discriminazioni non in modo selettivo, come chi fa ad esempio chi difende gli uni contro gli altri. Per questo per lottare contro l'odio oggi non abbiamo bisogno di retoriche o di leggi punitive ma di donne come lei (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Esprimo il più profondo cordoglio per la morte della deputata che proprio oggi avrebbe compiuto, come prima ha detto, quarantadue anni, quindi un cordoglio profondo anche nei confronti dei colleghi, oltre che del marito e dei figli. Presidente, vorrei ricordare questa deputata con un'immagine che è diventata abbastanza famosa nei media in questi giorni: questa deputata che, su di un gommone, assieme ai figli e al marito sventolava la sua idea rispetto al referendum che si terrà fra poche ore in Inghilterra. Quindi, Presidente, penso che in questo caso tutta la politica abbia fallito: non soltanto la politica inglese ma tutta la politica della Unione europea ha evidentemente fallito rispetto a questo tema. La sua morte, Presidente, corrisponde di fatto alla progressiva agonia della cultura politica sempre più spesso in preda a tendenze demagogiche e populiste che galleggiano in una crisi che oramai sembra essere assolutamente infinita. Tutta l'Europa, Presidente, con la morte di questa deputata ma non solo, secondo me, ha fallito palesandosi in una ideologia anti-sistema che dovrebbe essere realizzarsi attraverso il dibattito anche forte, anche importante ma che non dovrebbe mai scadere nella violenza. Questa Europa poteva essere un bel concetto ma così gestita, secondo noi e secondo me, non ha più ragione di esistere. La politica, Presidente, deve ritornare ad essere uno strumento per mediare con autorevolezza, per dialogare in modo forte ma senza eccessi di questo tipo, per abiurare di fatto odio, violenza, intolleranza e ferocia.
Dovrebbe chiaramente essere un aspetto speculare della società ma molto spesso anche in questo caso questo specchio della società, ovvero la politica, non Pag. 62fa una grande figura. Serve quindi, Presidente, secondo noi imparare ed imparare ancora molto e purtroppo il sacrificio di una giovane donna, di una mamma e di una deputata purtroppo – lo rinnovo – può insegnarci qualcosa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora, Presidente. Ferma condanna per il tragico omicidio della deputata parlamentare Jo Cox, vittima dell'odio, di egoismi, di estremismi. Responsabili, signora Presidente, sono molti: tutti quelli che alimentano continuamente odio, egoismi, intolleranza. Quarantadue anni: era nata nel 1974, quando l'Europa era in gestazione, in cammino. Non nascondiamoci: è stata vittima di un referendum assurdo, antipolitico, dannoso, violento. Lei ha fatto benissimo, signor Presidente, ha tutta la mia condivisione nell'intitolare a Jo Cox la Commissione sull'intolleranza e l'odio e ognuno dovrebbe farsi giornalmente, ora per ora, l'esame di coscienza per quello che si alimenta perché noi rivestiamo un ruolo non comune. Questi fatti sono il frutto, la risultanza dell'odio che si semina e delle risse continue che il mondo politico-istituzionale nel suo complesso, non solo nel nostro Paese, giornalmente alimenta. Al marito e ai figli va tutta la nostra solidarietà e tutto il nostro cordoglio. È il grande sogno dell'Europa che viene continuamente messo in discussione. Penso che ogni grande realizzazione, purtroppo, è quasi sempre preceduta da elementi tragici e la migliore cosa per poter ricordare Jo Cox, non c’è dubbio, che è una «stravittoria» del referendum per la permanenza dell'Europa e la costruzione di quel sogno dell'Europa grande di De Gasperi, di Delors, di Mitterrand, di Kohl e così via, perché quello è l'esempio, quella è la strada maestra e le grandi cose, i grandi sogni sicuramente saranno dall'alto del cielo accompagnati da Jo Cox (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Beatrice Brignone. Ne ha facoltà.
BEATRICE BRIGNONE. Grazie, Presidente. Ci stringiamo nel dolore per l'uccisione di una persona giusta, di una donna che viveva l'impegno politico per migliorare il mondo, per denunciarne le ingiustizie, per sostenere popoli oppressi, per difenderne i diritti con un'attenzione costante e globale ai poveri, alle donne, allo sviluppo e all'integrazione europea. Una donna che nel suo impegno incoraggiava altre donne a entrare in politica, a farsi coinvolgere nel pubblico. Jo Cox ha portato lo sguardo femminile del mondo in politica, contrastando la visione muscolare, bellica, affaristica, settaria per realizzarne una che fosse più inclusiva, accogliente, giusta, umana. Si è battuta per i figli di tutti fino all'ultimo. Nel suo ultimo post del 14 giugno scorso, accende un faro sulla disperata condizione dei bambini in Yemen, rivolgendo un durissimo appello al Governo inglese e chiedendo di bloccare la vendita di armi all'Arabia Saudita, di reinserire i sauditi – scrive – dove dovrebbero stare cioè nella list of shame, la lista della vergogna, e di lavorare con la comunità internazionale per avviare un'inchiesta indipendente su presunte violazioni del diritto internazionale umanitario. Stasera – conclude scrivendo – i bambini in Yemen andranno a dormire con la paura del presente, sperando in un futuro migliore. Questi bambini hanno un disperato bisogno che il Governo inglese compia queste tre azioni: non possiamo continuare a deluderli. Credo che il modo migliore per onorare Jo Cox sia portarne avanti le battaglie con lo stesso spirito globale. Come deputati di Alternativa Libera-Possibile facciamo nostre le sue parole rinnovandole e rivolgendole anche al Governo italiano (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Monica Faenzi. Ne ha facoltà.
MONICA FAENZI. Grazie, Presidente. Jo Cox, ancor prima e ancor più che una deputata, era una donna, moglie e madre di due figli, una donna che, nel corso della sua purtroppo breve vita, è riuscita a conciliare l'impegno civico, il volontariato, Pag. 63l'attivismo politico, l'impegno parlamentare con quello familiare. Mi piace pensare che la sua attenzione nei confronti dei fragili e degli ultimi fosse la proiezione di una sensibilità – non me ne vogliano i colleghi – tipica delle donne. Cox avrebbe compiuto oggi gli anni, ma purtroppo non potrà festeggiare il suo quarantaduesimo compleanno, perché la mano omicida di uno squilibrato ha posto fine alla sua giovane vita. Ribadisco: la mano di uno squilibrato. E lo ribadisco non per minimizzare le simpatie politiche dell'omicida, ma perché ritengo che chiunque conduca una battaglia politica animato solo ed esclusivamente dall'odio, chiunque rifiuti il confronto, preferendogli la violenza sino alle sue forme più estreme, sia un individuo privo di equilibrio, un disadattato che trova nell'estremismo l'unica via per sfogare le proprie frustrazioni. E purtroppo le cronache degli ultimi tempi ci ricordano che la cattiva pianta ha attecchito e sta crescendo a dismisura un po’ ovunque: le stragi perpetrate da integralisti islamici, gli omicidi di matrice neonazista, le violenze omofobiche. Sono fenomeni di diversa natura, ma con un medesimo comune denominatore: l'intolleranza, che trova terreno fertile nel disagio sociale derivato dalla crisi economica e da fenomeni sociali mai governati, soprattutto a livello europeo. E non è, purtroppo, un caso che l'uccisione di Jo Cox sia avvenuta a pochi giorni dal referendum sulla Brexit. «Prima la Gran Bretagna», così si è presentato l'omicida dopo aver colpito la deputata attiva nel comitato per la permanenza. Da questo tragico evento tutte le istituzioni, da quelle europee a quelle nazionali, devono trarre stimolo per migliorare il loro operato, nell'ottica di rispondere alle esigenze dei cittadini e cercare di soddisfare la loro domanda di sicurezza e tenuta economica (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pia Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Il brutale assassinio della deputata laburista Jo Cox è un altro terribile segnale per l'Europa. Anche la Gran Bretagna, patria della democrazia, una delle più solide democrazie nel mondo, subisce le conseguenze dell'accendersi di pericolosi nazionalismi che alimentano odio e violenza. Sappiamo che il confronto politico, anche acceso, fa parte della normale dialettica, ma quando i toni si esasperano e le parole si caricano di violenza, c’è sempre qualche esaltato – e, come ha detto il collega Cicchitto, gli esaltati si trovano in tutti i fondamentalismi, di qualsiasi colore – c’è sempre qualche esaltato che trasforma le parole in azioni.
Non è la prima volta che esponenti di partiti fratelli al nostro (i laburisti, i socialisti) pagano con la vita per le loro idee, a partire dall'omicidio del Primo Ministro svedese Olof Palme, trent'anni fa, fino a quello della Ministra degli esteri svedese Anna Lindh, nel 2003, fino alla strage di Utøya nel 2011, dove morirono 77 giovani socialisti e socialiste.
Come ha scritto Emanuele Macaluso dopo la morte di Jo Cox, uno dei meriti dell'europeismo e dell'internazionalismo socialista è stato quello di avere contrastato con i fatti il morbo del nazionalismo e del razzismo. Ora la malattia sembra tornare in Europa; lo abbiamo visto in Francia, lo abbiamo visto in Austria e lo vediamo in Italia, dove Matteo Salvini non perde occasione per accendere gli animi contro migranti e contro l'Europa.
NICOLA MOLTENI. Ma cosa c'entra !
PIA ELDA LOCATELLI. Le parole di odio pronunciate per raccogliere consensi, oggi vengono amplificate dai social network. La facilità della comunicazione e l'anonimato favoriscono la diffusione, alimentandoli, di odio e di violenza. Si parla alla pancia e si annebbia la ragione: clima ideale per gli imprenditori dell'odio, come dice Luca Caracciolo, fino a quando qualcuno non si limita più alle parole e comincia a sparare. La giovane e battagliera deputata laburista, impegnata a sostenere la permanenza della Gran Bretagna nella UE e da sempre in prima linea contro razzismo e nazionalismo, è stata Pag. 64vittima di questo clima infuocato. L'assassino di Jo Cox non è solo l'uomo che l'ha uccisa, ma tutti coloro che, con le loro parole di odio e violenza, lo hanno armato. Naturalmente, signora Presidente, sono d'accordo con la sua proposta di dedicare la Commissione contro l'intolleranza a Jo Cox.
PRESIDENTE. Concludiamo, con questo intervento, la commemorazione della deputata laburista Jo Cox. Adesso, colleghi, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, cui seguirà, alle ore 16,15, la commemorazione del deputato Buonanno.
La seduta, sospesa alle 14,30, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione, la Ministra della salute, il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro dell'economia e delle finanze.
(Tempi di adozione del provvedimento annunciato dalla Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione, volto a stabilizzare il personale precario del settore educativo e scolastico – n. 3-02329)
PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02329, concernente i tempi di adozione del provvedimento annunciato dalla Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione, volto a stabilizzare il personale precario del settore educativo e scolastico (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
FABIO RAMPELLI. Ministro, molte famiglie hanno scoperto di recente che, sia gli studenti più adulti, sia i bambini fino a 6 anni, sono seguiti da educatori precari, senza quindi la garanzia della continuità e della conseguente qualità del servizio. Fratelli d'Italia si augura che lei stia per varare a giorni, come annunciato, la stabilizzazione di tali professionalità negli enti locali, svuotando tutte le graduatorie, consentendo nei tre anni di confermare la continuità del lavoro e del servizio alle famiglie.
In città complesse dai numeri giganteschi come Roma, che non possono essere liquidate con due battute renziane, l'ex commissario aveva deliberato un piano straordinario, ma insufficiente a garantire la riapertura a causa dello scoglio del blocco del turnover. Noi dalla campagna elettorale non abbiamo cambiato idea e siamo qui a incalzarla. Lei ?
PRESIDENTE. La Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ha facoltà di rispondere.
MARIA ANNA MADIA, Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. Deputato Rampelli, lei scopre di recente un problema che da mesi il Governo sta affrontando, che si è assunto la responsabilità di risolvere, come più volte ho detto agli incontri con le rappresentanti e i rappresentanti dei nidi e delle materne. Abbiamo fatto in modo che gli enti locali abbiano la possibilità di risolvere questo problema e lo abbiamo fatto, abbiamo risolto il problema, prima della data nella quale lei ha depositato questo question time perché con un provvedimento d'urgenza assunto dal Governo il 20 giugno abbiamo dato la possibilità agli enti locali di fare dei piani di assunzione straordinaria su base triennale. Questo per far sì che il prossimo anno scolastico abbia un avvio regolare e, Pag. 65soprattutto, che si possano assicurare i livelli formativi che servono. La risposta è una risposta ai bisogni prima di tutto delle famiglie che nei nidi e nei nidi efficienti hanno un presidio necessario proprio per la loro vita quotidiana e per il sostegno dei loro bambini. Ma è una risposta, quella che si trova nella norma appunto approvata dal Consiglio dei ministri, che serve anche a valorizzare le tante, tantissime professionalità che si sono create in questi anni e che sono state vittime di un cattivo reclutamento degli enti locali perché sono state contrattualizzate con contratti a tempi determinati.
Io credo che questa risposta sia la risposta seria e concreta che il Governo si era impegnato a dare e che ha dato ed è l'esempio, com’è doveroso che sia, della collaborazione istituzionale che ci deve essere con gli altri livelli di governo.
PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di replicare.
FABIO RAMPELLI. Ministro, intanto mi corre l'obbligo di precisare che non è affatto vero che ci siamo occupati di questa materia soltanto di recente. Lei è distratta o semplicemente poco informata. Infatti, sulla materia sono mesi e anni che ci battiamo per tentare di stabilizzare, in questo campo e in altri campi, un precariato diffuso che lo Stato ha utilizzato impropriamente, a proprio uso e consumo, senza poi avere la capacità, anzi in alcuni casi, come nella storia triste della legge n. 107, la volontà di remunerare e di risarcire.
Il precariato ha servito lo Stato, ha servito le famiglie italiane e in quanto tale oggi dovrebbe essere messo nelle condizioni di un processo di stabilizzazione.
Ci fa piacere e noi sapevamo di questo provvedimento e l'abbiamo portato qui in Aula appunto per fare in modo che se ne potesse parlare a viso aperto e in diretta televisiva. Quindi, se le cose che lei ha dichiarato avverranno, noi saremo i primi a gioirne.
Certamente, siamo un po’ perplessi in ordine al fatto che lei in campagna elettorale si sia ricordata, diciamo così, di propagare il verbo e, quindi, anche di indurre a fare campagna elettorale invece che assolvere a delle funzioni istituzionali così come dovrebbe fare un Ministro della Repubblica italiana.
Ma, ciononostante, la cosa importante che ci preme è capire quando e se le cose che lei ha detto saranno formalizzate e concretizzate perché dietro queste esigenze, come lei per taluni aspetti ha precisato e sottolineato, ci sono intanto i bisogni delle famiglie, secondariamente ci sono i bisogni delle insegnanti e delle educatrici e soprattutto, prima fra tutte, c’è l'esigenza da parte dei bambini di essere assistiti e di essere formati.
(Iniziative volte a garantire un equo, uniforme e immediato accesso alle terapie innovative – n. 3-02330)
PRESIDENTE. Il deputato Calabrò ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02330, concernente iniziative volte a garantire un equo, uniforme e immediato accesso alle terapie innovative (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
RAFFAELE CALABRÒ. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, lei sa bene come nella legge di stabilità del 2014 grazie al suo intervento sono stati messi a disposizione 500 milioni di euro per il 2015 e 500 per il 2016 per farmaci innovativi per l'epatite C. Credo che di questo la ringrazi tutto il Paese perché credo che sia una grande lotta quella per sradicare l'epatite C. Come recentemente ha anche affermato, bisogna puntare sui farmaci innovativi rinnovando il fondo, ben sapendo come l'AIFA ha determinato da poco ben 25 nuovi farmaci che entreranno probabilmente in tempi brevi nell'uso corrente e quindi bisogna preoccuparsi su come andare incontro a questo, soprattutto perché sono farmaci oncologici. Un'ultima aggiunta: la legge di stabilità 2015 prevede che ci siano una serie di criteri che vengano rappresentati dal Ministero Pag. 66su chi sono i pazienti che ne devono fare uso, quale sarà la modalità di pagamento e quant'altro. La richiesta è di comprendere quanto prima e in tempi rapidi quale può essere la soluzione per tutto questo.
PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.
BEATRICE LORENZIN, Ministra della salute. Grazie. Ringrazio l'onorevole Calabrò per aver voluto richiamare l'attenzione su un tema che è non soltanto di fondamentale importanza, ma anche di stretta attualità in tutta Europa ed è quello proprio di come rendere sostenibile l'introduzione e l'accesso ai nostri cittadini, in Italia e nel resto del continente, di farmaci che hanno un altissimo tasso di innovazione e una grande capacità terapeutica, ma che sono molto costosi. A tal proposito va ricordato che il servizio sanitario italiano è l'unico sistema al mondo veramente universalistico. Si fa carico dei tre quarti della spesa globale per l'acquisto di medicinali, garantendo ai suoi cittadini un ventaglio di trattamenti che vanno dai farmaci equivalenti a basso costo a quelli altamente innovativi quali sono, per esempio, gli anticorpi monoclonali o le terapie geniche. Un livello di prestazioni che solo un sistema interamente pubblico come quello italiano è in grado di assicurare riuscendo laddove altri Paesi, in cui l'assistenza sanitaria è affidata a sistemi privati o misti, hanno fallito o sono destinati a fallire, dato l'impatto di queste nuove terapie. Tale livello di prestazioni e in particolare l'accesso alle terapie innovative deve essere garantito anche per i prossimi anni ed è questa la mia ferma intenzione: proporre la conferma nella prossima legge di stabilità del Fondo per i farmaci innovativi prevedendone, ove siano possibili, le opportune coperture finanziarie e l'esenzione anche ai medicinali oncologici. È tuttavia evidente che l'aumento esponenziale della spesa farmaceutica, che è dovuta non solo all'introduzione di farmaci innovativi, ma anche all'invecchiamento progressivo della popolazione e, quindi, a un inevitabile aumento della cronicità e ad un aumento anche della spesa farmaceutica, richiede una rivisitazione della governance del settore del farmaco. Di questo tema si sta occupando ormai da alcuni mesi un apposito tavolo costituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e che vede la partecipazione di tutti gli interlocutori istituzionali: il Ministero della salute, il Ministero dell'economia e delle finanze, l'Agenzia italiana del farmaco e le regioni. Nello stesso tempo occorre che nel medio e lungo periodo la gestione dei farmaci innovativi abbandoni i caratteri dell'emergenza e assuma una cornice strutturata che attraverso un nuovo rapporto con il mondo dell'industria farmaceutica trasformi il modo stesso di pensare ai farmaci innovativi non più come una mera spesa, bensì come a un investimento in termini di ricerca e innovazione per la salute dei nostri cittadini. Per fare questo noi stiamo immaginando nuovi modelli organizzativi; stiamo immaginando anche un sistema che si basa sui registri. Sui registri noi siamo tra i Paesi più avanzati in Europa. Poter verificare esattamente che cos’è l'innovazione e quando è innovazione e garantire su questo anche nuovi modelli di pagamento e di remunerazione. Ovviamente è una sfida che noi non solo pensiamo di vincere, ma che stiamo costruendo passo per passo e che ha già visto su questo terreno confrontarsi e confrontarci su tutte le tematiche aperte. Ma l'unico obiettivo è quello di continuare a garantire nel prossimo futuro l'accesso a questi nuovi farmaci ad alta valenza terapeutica ai nostri cittadini, primo tra tutti quello dell'epatite C, con l'intenzione ferma di eradicare la malattia nei prossimi anni.
PRESIDENTE. Il collega Calabrò ha facoltà di replicare.
RAFFAELE CALABRÒ. Signor Ministro, è con soddisfazione che sentiamo che verrà confermato il fondo per i farmaci innovativi nella prossima legge di stabilità. Mi preoccupa un minimo la frase che dice: Pag. 67«ove possibile, anche farmaci oncologici». Io credo che dobbiamo andare oltre. Sappiamo bene come molti farmaci oncologici fino ad oggi sono stati utilizzati per uso compassionevole. Oggi non possono essere più utilizzati per uso compassionevole e troviamo molti pazienti che, ad oggi, li hanno utilizzati, ma devono smettere la loro terapia perché non sono più in grado di mantenere questa terapia. È importantissimo, se si riesce a fare in tempi molto brevi, quello che lei prevede, cioè il nuovo sistema di governo della spesa farmaceutica: un nuovo rapporto con l'industria farmaceutica che possa guardare ai registi, ma anche a forme diverse di pagamento, a partire dal payment by results o quant'altro possa essere immaginato, e che sia un rapporto diverso tra industria e farmaco. Questo, signor Ministro, è urgente e credo che abbiamo bisogno che i criteri che, al tavolo tecnico che è stato impostato, il Ministero deve tirar fuori vengano quanto prima alla luce, non solo per gli oncologi, ma anche per le ipercolesterolemie e quant'altro.
(Iniziative volte a garantire pienamente il diritto alla salute dei cittadini, anche dotando il Servizio sanitario nazionale di risorse congrue – n. 3-02331)
PRESIDENTE. La deputata Monica Gregori ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scotto ed altri n. 3-02331 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria. Ha un minuto.
MONICA GREGORI. Grazie, Presidente. Signora Ministra, la crisi economica non è finita. Il peso dei costi che le famiglie devono sostenere nella sanità per le cure e per la prevenzione diventano sempre più gravosi. Dal rapporto del Censis emerge che oggi sono 11 milioni le persone che non accedono alle cure. Non accedono perché ci sono lunghe liste d'attesa oppure perché il privato ha dei costi troppo elevati.
Dinanzi a questo, lei fece una dichiarazione, dicendo che si doveva difendere l'aumento previsto del Fondo sanitario per il 2017-2018. Disse anche: «Deve essere chiaro a tutti che non si possono fare le nozze con i fichi secchi».
I Governi, sino ad oggi, non hanno difeso il diritto alla salute; hanno sostanzialmente messo dinanzi bilanci e conti economici, togliendo il diritto alla salute. La legge di stabilità ha tagliato di 5 miliardi il patto firmato con le regioni.
Vorremmo capire se questo Governo vuole farla finita di guardare ai bilanci e di guardare alle questioni economiche e garantire il diritto alla salute, quindi stanziare dei fondi veri e propri per garantire le cure a tutte le persone e, quindi, ripartire, intanto, dal Patto per la salute 2014-2016.
PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.
BEATRICE LORENZIN, Ministra della salute. Ringrazio gli interroganti per aver posta la questione, sulla quale, però, per rispondere in modo completo ci vorrebbero non tre minuti, ma probabilmente trenta. Cercherò di riassumere in modo sintetico quella che è l'intenzione del Governo.
Innanzitutto, non ci sono stati più tagli lineari dal 2013 a oggi. Io ricordo che, quando sono stata nominata Ministro, erano previsti 2 miliardi di decurtazione dal fondo sui ticket, cosa rispetto alla quale ci siamo opposti. Da quel momento c’è stato un aumento progressivo del fondo non adeguato rispetto alle previsioni, ma l'aumento c’è stato, oltre al fatto della rinuncia delle regioni, nella scorsa legge di stabilità – non questa, ma quella precedente – dei 2 miliardi, che erano passati proprio dal CDM per altri motivi ed altre questioni, per cui poi siamo dovuti ricorrere all'intesa.
Questo per dire che, in realtà, c’è una ferma intenzione, da parte mia, come Ministro della salute, di mantenere il fondo sostenibile. Per farlo bisogna procedere su due aspetti.Pag. 68
Il primo è sicuramente quello di eliminare gli sprechi dal fondo sanitario, quindi rendere più uniformi le attività e le azioni di monitoraggio, di controllo e di erogazione dei servizi e dei LEA nelle regioni, motivo per il quale noi stiamo aspettando che vengano licenziati definitivamente i nuovi LEA e il nomenclatore, per cui noi abbiamo stanziato 800 milioni.
Lo dico per chi ci segue da casa, i LEA sono le terapie innovative. Pensiamo a tutti i malati di malattie rare. Si tratta di servizi che oggi non vengono erogati in alcune parti d'Italia. Soprattutto, si tratta di applicare e monitorare l'applicazione delle norme che abbiamo qui attuato per quanto riguarda le centrali uniche d'acquisto, il sistema di risparmio e di reinvestimento nei sistemi sanitari, le nuove governance, quindi i nuovi modelli di selezione dei direttori generali amministrativi sanitari, l'individuazione di responsabilità in modo molto chiaro e, soprattutto, una riorganizzazione del sistema, che era prevista dal Patto della salute e che oggi, a parte l'articolo 22, che spero di chiudere, sull'accesso alla formazione nelle prossime settimane in Conferenza Stato-regioni, abbiamo di fatto attuato, ma che oggi deve vivere tra i cittadini, soprattutto per risolvere anche il problema delle liste d'attesa, a cui si collegano alcune delle tematiche che sono state da lei sollevate.
Per fare questo ci vuole sicuramente anche un fondo adeguato. È mia opinione che la previsione fatta in legge di stabilità debba essere mantenuta e, come ho più volte detto, secondo me l'utilizzazione di queste risorse ha oggi due priorità. Una è quella del finanziamento del fondo degli innovativi, di cui si è appena parlato, e, quindi, l'accesso ai nuovi farmaci per le persone, non solo per l'epatite C, ma anche per gli oncologici ad alto tasso di innovazione.
La seconda è cominciare a risolvere il tema del personale del sistema sanitario (stabilizzazione dei precari, blocco del turnover), per garantire i fabbisogni necessari a ripristinare, in alcuni territori, un normale funzionamento del sistema, così come abbiamo chiesto nella legge di stabilità, approvata qui a dicembre, e siamo in attesa dalle regioni dell'indicazione dei fabbisogni, per poter costruire insieme a loro e autorizzarle alle nuove assunzioni.
PRESIDENTE. Il deputato Arturo Scotto ha facoltà di replicare.
ARTURO SCOTTO. Signora Ministra, l'insoddisfazione della risposta è legata a un fatto: il rapporto con la realtà. Lei è venuta qui a fare un programma di lungo periodo, nel momento in cui, nel corso degli ultimi due anni, tutti gli annunci che avevate fatto non sono stati mantenuti. Basta guardare le risorse, che poi ci conducono esattamente a questo dato choc degli 11 milioni di cittadini italiani che non si curano più, dato in costante aumento.
Lei aveva detto che nell'accordo 2014-2016 per il Patto per la salute ci sarebbero stati 115 miliardi. Nella legge di stabilità varata lo scorso anno ce n'erano 111: mancano 4 miliardi di euro all'appello. Questo in che cosa si traduce ? Liste d'attese interminabili, fondi insufficienti per l'epatite C, taglio dei posti letto, chiusura degli ospedali, in nome di una razionalizzazione che punisce i cittadini. Era previsto questo finanziamento ed erano previsti – lei lo ha detto – lo sblocco del turnover e il rinnovo dei contratti. Si tratta di due questioni ancora lasciate in maniera marginale a un tempo che si consuma.
Questo Governo fatica a capire che il problema della ripresa del Paese non è il pessimismo, non sono i gufi, non sono i rosiconi. State sommando a scelte scellerate sui diritti, lavoro e pensioni, il più gigantesco arretramento dei servizi pubblici della storia repubblicana. Il problema della ripresa ha un sostantivo e un aggettivo, lo dice oggi Romano Prodi: diseguaglianza sociale. La sanità è il primo servizio pubblico, insieme alla scuola, che serve a riequilibrare le diseguaglianze. Lo cominciano a capire in tutto il mondo, persino negli Stati Uniti d'America, voi lo avete dimenticato e lo avete cancellato.
(Misure a favore dei consumatori che abbiano subito pratiche commerciali ritenute scorrette da parte di aziende che operano nel settore dell'energia – n. 3-02332)
PRESIDENTE. Il deputato Simone Baldelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02332, concernente misure a favore dei consumatori che abbiano subito pratiche commerciali ritenute scorrette da parte di aziende che operano nel settore dell'energia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
SIMONE BALDELLI. La ringrazio, Presidente Di Maio. Quattordici milioni e mezzo è la cifra che l'Autorità antitrust ha condannato a pagare le società elettriche, le quali hanno costretto consumatori e cittadini al pagamento, pena la minaccia del distacco della luce, di conguagli pluriennali, spesso basati su consumi presunti, spesso ignorando i consumi reali o le autoletture e a tutta una quantità di altre pratiche scorrette.
Su questo tema, per primi in Parlamento, abbiamo sollevato una questione attraverso interrogazioni, attraverso una mozione approvata all'unanimità a ottobre dell'anno scorso, che prevedeva la moratoria su cui il Governo ha fatto finta di nulla, ma soprattutto prevedeva che, qualora ci fosse stata la condanna da parte dell'Antitrust, questi cittadini fossero garantiti nel non dover pagare queste cifre e fossero restituite loro le cifre pagate nel frattempo.
Abbiamo presentato una proposta di legge, sono passati otto mesi, il Governo si decida a fare qualcosa, anche a fare un decreto. Noi siamo disponibili a votarlo. Fate qualcosa, perché nel frattempo ci sono famiglie in ginocchio, che sono in difficoltà perché pagano per queste pratiche giudicate scorrette dall'Autorità antitrust.
PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere.
CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Ricordo in primo luogo che, laddove siano accertate pratiche commerciali scorrette o la mancata adozione di misure che attengono all'impatto delle cosiddette maxi bollette, l'Autorità garante per la concorrenza e per il mercato e l'Autorità per l'energia provvedono a erogare le corrispondenti sanzioni, come citato e come è accaduto nei casi inseriti nell'interrogazione.
Il quadro normativo e regolatorio esistente fornisce già svariati strumenti a tutela del consumatore, nei casi di specie, a non effettuare il pagamento o a ottenere il rimborso di quanto già versato, ma non dovuto. Disposizioni in materia di reclami e procedure di conciliazione sono previste dal quadro regolatorio vigente e potrebbero essere messe in atto anche in questi casi. Ulteriori misure, in particolare in relazione alla promozione delle autoletture per prevenire fatturazioni scorrette, sono attualmente oggetto di consultazione aperte dell'Autorità per l'energia, alle quali faranno seguito nelle prossime settimane i relativi provvedimenti.
Inoltre, come ricordato anche dall'onorevole interrogante, presso il Ministero dello sviluppo economico, si sono svolti i lavori del tavolo maxibollette, con la partecipazione delle autorità competenti e delle principali organizzazioni, degli operatori delle piccole e medie imprese e del Consiglio nazionale di consumatori e utenti. In esito a tale tavolo, è stata proposta una serie di misure che troveranno attuazione nelle prossime settimane.
In particolare, è stata prevista l'adozione di modifiche normative finalizzate a rendere più stringenti gli obblighi di fatturazione, sulla base dei dati di consumo effettivo, anche attraverso una regolazione più stringente per quanto concerne la disciplina degli indennizzi a favore dei consumatori e l'utilizzo delle autoletture. Sullo stesso tema è stato acquisito l'impegno degli operatori a stimolare il ricorso a tale pratica in caso di indisponibilità del dato di misura reale.Pag. 70
Il rafforzamento delle tutele dei consumatori rientra poi tra le priorità del Governo in funzione dell'obiettivo della completa liberalizzazione dei mercati retail dell'energia elettrica e del gas, perseguito dal DDL concorrenza, già approvato dalla Camera e attualmente in discussione al Senato. In un apposito emendamento presentato dai relatori e già approvato al DDL concorrenza saranno previsti obblighi di rateizzazione a favore dei clienti finali nel caso di maxi bollette derivanti da ritardi non imputabili al cliente, con forme di corresponsabilizzazione dei distributori.
PRESIDENTE. Il deputato Baldelli ha facoltà di replicare.
SIMONE BALDELLI. La ringrazio, Presidente Di Maio. Lo leggo, perché così il Ministro ne prende contezza; questo è il testo della mozione, approvata con il parere favorevole del Governo: «ad intervenire, per quanto di competenza, anche eventualmente a livello legislativo, stabilendo che, nel caso in cui le autorità competenti ravvisino comportamenti illegittimi da parte dei gestori di servizi» – e questo è il caso – «i consumatori coinvolti non siano obbligati al pagamento dei conguagli considerati errati o delle fatture basate su consumi stimati, per le quali il cliente abbia già comunicato i dati sull'autolettura, o questi siano stati teleletti, ovvero ricevano tempestivamente il rimborso delle somme eventualmente già versate, ma non dovute».
Questa non è la rateizzazione che è nel «DDL concorrenza», che marcisce al Senato ormai da mesi, e della rateizzazione non ci facciamo niente: se questi soldi non devono essere pagati, non devono essere pagati e dovete fare una norma per stabilirlo.
L'autorità, l'Antitrust – perché quella dell'energia e del gas non fa niente su questo, ma dorme – ha fatto una multa ai gestori, alle società elettriche.
Io non vorrei che questa multa le società elettriche la facessero pagare in maniera subdola infilandola nelle bollette dei consumatori. Allora, dobbiamo essere chiari. Dovete fare una norma che tutela i consumatori perché le autorità possono fare le multe alle società elettriche, ma non possono tutelare in via diretta i consumatori. Quello è compito del Governo: vi siete presi un impegno; altro che tavoli al Ministero, tavoli di chiacchiere ! Gli impegni si mantengono. Questo Parlamento lo ha votato all'unanimità, maggioranza e opposizione. Era un'iniziativa nostra, dell'opposizione, a cui hanno aderito i colleghi del MoVimento 5 Stelle, di SEL, di tutti gli altri gruppi, è stata votata. Questi impegni li dovete mantenere perché le famiglie nel frattempo pagano e non pagano con le vostre chiacchiere, pagano con i soldi dei loro stipendi e hanno difficoltà serie ad arrivare alla fine del mese.
(Chiarimenti in merito alla vicenda della nomina del nuovo collegio dei revisori dei conti presso l'Automobile Club di Sassari, anche in relazione alla richiesta di sostituzione del revisore indicato dal Ministero dell'economia e delle finanze – n. 3-02333)
PRESIDENTE. Il deputato Capelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02333, concernente chiarimenti in merito alla vicenda della nomina del nuovo collegio dei revisori dei conti presso l'Automobile Club di Sassari, anche in relazione alla richiesta di sostituzione del revisore indicato dal Ministero dell'economia e delle finanze (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
ROBERTO CAPELLI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, è l'occasione per richiamare l'attenzione del Governo su un ente pubblico non economico, come l'Automobile Club d'Italia, un ente importante con un fatturato di circa 320-330 milioni di euro, un ente elefantiaco che si dirama in tutto il territorio nazionale. Nel caso specifico, c’è stato un commissariamento, inopportuno dal mio punto di vista, che con decreto ministeriale il Ministro del Pag. 71turismo, delle attività culturali e dei beni culturali ha provveduto a commissariare nonostante diverse sentenze TAR che non indicavano questa via. Comunque questo è un fatto.
Nello specifico, richiamo la sua attenzione sulla richiesta di approvazione del bilancio, portata all'attenzione dell'Assemblea il 14 giugno del 2016 dall'attuale commissario, bilancio che non si è potuto approvare in quanto mancante la relazione del consiglio dei revisori dei conti, ad avviso del commissario da ritenersi decaduto, a seguito della fine di quell'esercizio.
Ora risulterebbe anche che il commissario da lei nominato, nelle vesti di Ministro dello sviluppo, dell'economia e delle finanze, come da statuto, abbia fatto richiesta di essere sostituito. Per quanto mi riguarda, viste le normative del codice civile, ritengo che lo stesso collegio dei revisori...
PRESIDENTE. Collega, deve concludere.
ROBERTO CAPELLI.... non si è riunito fino alla nomina del nuovo collegio dei revisori.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, Presidente. I revisori dei conti dell'Automobile Club di Sassari elettivi risultano decaduti per compiuto mandato quadriennale decorsi anche i quarantacinque giorni di prorogatio.
Inoltre, con comunicazione inviata al Dipartimento della Ragioneria generale il revisore dell'Automobile Club di Sassari, nominato dal Ministero dell'economia e delle finanze, ha chiesto l'immediata revoca dell'incarico assegnato, pertanto il collegio non risulta attualmente ricomposto.
Ai sensi del secondo comma dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 giugno 2011, qualora entro 45 giorni dalla scadenza non si provveda alla sostituzione dei collegi – cito – «l'amministrazione vigilante nomina in via straordinaria nei successivi trenta giorni un collegio di tre componenti in possesso dei requisiti prescritti». Decorso il predetto termine di 30 giorni, il Ministero dell'economia e delle finanze provvede alla nomina di un collegio straordinario, costituito da propri funzionari. Si è, quindi, provveduto a predisporre uno schema di decreto per la costituzione del collegio straordinario, al fine di assicurare la piena funzionalità dell'organo di controllo. Il collegio straordinario cesserà le funzioni con l'insediamento del collegio ordinario, una volta ultimate le procedure elettive. Con decreto da me già firmato si è provveduto a nominare il componente effettivo e supplente, in rappresentanza di questo Dicastero, al fine di ricomporre il collegio ordinario.
Per quanto concerne invece le ulteriori osservazioni formulate, si solleciterà l'Automobile Club d'Italia a modificare l'articolo 56 dello statuto, al fine di allineare le scadenze dei revisori elettivi rispetto a quelli di nomina ministeriale e di favorire un corretto monitoraggio delle scadenze dell'organo stesso da parte dei Ministeri vigilanti.
PRESIDENTE. Il deputato Capelli ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROBERTO CAPELLI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, io credo che la sua risposta faccia chiarezza in modo definitivo su questa vicenda e auspico che il bilancio dell'ACI di Sassari possa essere preso in esame dall'assemblea quanto prima, una volta ricostituito, appunto, il collegio dei revisori, come lei ben ha indicato.
Vorrei cogliere, però, l'attenzione e porre alla sua attenzione la situazione generale dell'Automobile Club d'Italia, per quanto di sua competenza. Tra le altre cose, vorrei segnalarle che nel bilancio si evidenziano diverse parti che non rispondono alle indicazioni di legge quali, per Pag. 72esempio, quella dei compensi agli organi di amministrazione.
Risulta dalla stessa relazione della Corte dei conti in sede di controllo – il riferimento è al 2013 in quanto per il 2014 non abbiamo ancora questo atto a disposizione – che per buona parte – e, in particolare, la presidenza dell'Automobile Club d'Italia – si sfora abbondantemente quanto previsto per legge per quanto riguarda le retribuzioni e i compensi dei manager pubblici.
È una verifica importante che le chiedo di portare avanti quanto prima, anche perché nella condizione attuale, sia di spending review ma soprattutto di rispetto delle normative che quest'Aula e il Governo portano avanti, non mi sembra di poter riscontrare un allineamento di questo elefantiaco ente pubblico economico alle normative dettate dal Governo stesso. Una società articolata in una miriade di società controllate meriterebbe una maggiore attenzione da parte del Governo e degli organi ispettivi di questo Parlamento.
(Misure a favore dei contribuenti decaduti dai piani di rateizzazione – n. 3-02334)
PRESIDENTE. Il deputato Emanuele Prataviera ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02334, concernente misure a favore dei contribuenti decaduti dai piani di rateizzazione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Ministro, parliamo di Equitalia e degli effetti che si stanno manifestando, come devastanti, del decreto legislativo n. 159 del 2015, il cosiddetto decreto «riscossione».
Le chiedo quali iniziative intende adottare il Governo per trovare una soluzione più consona alla grave situazione economica delle imprese e dei contribuenti debitori e anche quali soluzioni più semplici si intendono adottare, che non allunghino ancora di più lo spazio che c’è oggi tra il cittadino e lo Stato e che non strozzino di fatto molte imprese, molte aziende ma anche molte famiglie nostre concittadine.
Peraltro, questa è anche una posizione che è in linea con la risoluzione approvata qualche settimana fa, il 24 maggio scorso, per concedere nuovi piani di rateizzazione da parte della commissione.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Questo Governo è più volte intervenuto, negli ultimi anni, con iniziative normative volte a prevedere in favore dei contribuenti decaduti la possibilità di essere ammessi al beneficio della rateizzazione dei debiti iscritti a ruolo.
Dai dati di Equitalia emerge che in termini di importi le percentuali di decadenza dai piani di dilazione concessi a seguito delle precedenti riammissioni al beneficio sono: 87 per cento per le dilazioni concesse nella seconda metà del 2014; 65 per cento per quelle concesse nella prima metà del 2015; 45 per cento per le dilazioni concesse alla fine del 2015.
In termini di numero dei piani interessati da decadenza rispetto al numero di quelli concessi, le percentuali mostrano un andamento analogo e sono uguali al 77 per cento, al 45 per cento e al 20 per cento nei tre periodi che ho menzionato.
Il tasso di decadenza si è ridotto, quindi, e questa riduzione si spiega tenuto conto che le precedenti norme prevedevano la perdita del beneficio nell'ipotesi di mancato pagamento in due rate. L'applicazione, nei casi di riammissione, delle regole che attualmente disciplinano la rateizzazione consentono, viceversa, ai debitori interessati di assolvere il debito iscritto a ruolo fruendo del più ampio margine di tolleranza di cinque rate, scadute le quali si decade.
È opportuno evidenziare, in ogni caso, che ai fini della riammissione al beneficio in argomento è necessario prevedere un termine per la presentazione dell'istanza finalizzata alla riammissione per evitare Pag. 73comportamenti che potrebbero rallentare l'azione cautelare o esecutiva avviata.
PRESIDENTE. Il deputato Emanuele Prataviera ha facoltà di replicare.
EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Ministro, non è solo necessario, ma è indispensabile, cambiare le regole sia dell'accertamento sia della riscossione. Quindi, la sua risposta merita anche un'analisi della realtà e la realtà racconta che sempre più aziende con questo sistema stanno fallendo e questo non aiuta sicuramente né l'economia né lo Stato a poter incassare ciò che è dovuto. Io non voglio assolutamente difendere i truffatori, i cosiddetti «evasori», ma non voglio assolutamente nemmeno accettare e, anzi, vorrei lottare contro un sistema e contro uno Stato che si manifestano ostili e che allontanano sempre di più il cittadino da chi, invece, lo dovrebbe aiutare e tutelare.
Quello che vorrei descrivere è un caso vero, relativo proprio a quello che stiamo vivendo. Un artigiano subappaltatore, al quale viene eseguito un accertamento da parametri, quindi di fatto provato solo da indizi fittizi inventati dal MEF, ha subìto una notifica di ruoli per 40 mila euro, per circa 40 mila euro, e ha iniziato a pagare. Però, la crisi non gli ha permesso di lavorare e, quindi, non ha potuto onorare le scadenze verso Equitalia. Ora ha un DURC negativo per mancati contributi INPS dovuti e accertamento parametrico e l'impresa per la quale lavora non gli paga più le fatture. Equitalia ha notificato il fermo dell'auto e così lo Stato gli ha tolto anche la dignità di portare la propria figlia a scuola e, se ne avesse la necessità, anche la possibilità di recarsi all'ospedale. E così ci sono migliaia di artigiani e di piccoli imprenditori nel nostro Paese.
Ora, quello che mi chiedo è: volete iniziare a cambiare questo sistema ? Le proposte sono tante e sono state depositate. Io, ad esempio, ne ho depositata una, che è la proposta di legge per la fattura fiscalmente nulla.
Iniziate a valutare quelle che sono le proposte, ma soprattutto a fare i conti con quella che è una realtà che non riesce più a tirare avanti la carretta.
(Iniziative volte a calmierare il prezzo del carburante – n. 3-02335)
PRESIDENTE. La deputata Galgano ha facoltà, per un minuto, di illustrare l'interrogazione Galgano ed altri n. 3-02335, concernente iniziative volte a calmierare il prezzo del carburante (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Buongiorno, Ministro Padoan. La nostra interrogazione riguarda il prezzo dei carburanti, che in Italia è tra i più alti in Europa – e non solo – e, nonostante vi sia stata una significativa riduzione del prezzo del petrolio, esso non è diminuito, ma, anzi, è aumentato e questa situazione è totalmente da imputare al peso delle tasse, all'aumento delle tasse, che rappresentano ben il 70 per cento del prezzo. E non solo: c’è l'assurdità del fatto che paghiamo l'IVA sulle accise, ovvero tasse su tasse. Questo danneggia la competitività delle aziende e crea un costo ingiusto per i cittadini, che spesso non possono contare su un sistema di trasporti efficiente.
Quindi, le chiediamo cosa il Governo intenda fare per ridurre le tasse e, soprattutto, per togliere questa mostruosità di tasse pagate su tasse.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Come è noto, la componente tributaria costituita da accisa e IVA nonché, per la benzina, anche dall'imposta regionale, ove istituita, concorre alla formazione del prezzo dei carburanti, insieme al costo industriale. Ma il prezzo dei prodotti in argomento non è, come in passato, un prezzo amministrato; tale prezzo è determinato dalle compagnie petrolifere nell'ambito delle dinamiche di mercato.Pag. 74
In questo contesto, una riduzione dell'accisa sui carburanti potrebbe non comportare necessariamente un'automatica riduzione del prezzo degli stessi, così come un aumento dall'accisa stessa non necessariamente comporta un incremento del prezzo finale di vendita. D'altro canto, la volontà del legislatore è orientata a non dare corso ad aumenti di accisa sui carburanti.
Ricordo che è stata prevista l'abrogazione della disposizione che demandava l'individuazione della misura di un aumento per il 2015 dell'aliquota di accisa sulla benzina, sulla benzina con piombo e sul gasolio usato come carburante ad un provvedimento del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli da adottare entro il 31 dicembre 2014. Di conseguenza, venute a scadenza il 31 dicembre 2014 le maggiori aliquote previste a decorrere dal 1o marzo del medesimo anno, sono tornate in vigore, dal 1o gennaio 2015, le minori aliquote di accisa pari: per la benzina a euro 728,40 per mille litri; per il gasolio a euro 617,40 per mille litri, previste in precedenza.
Riguardo, infine, alla circostanza del documento in cui l'interrogante fa notare l'inclusione delle accise nella base imponibile IVA, ricordo che il diritto comunitario – articolo 78 della direttiva n. 2006/112 della Commissione – prevede espressamente che la base imponibile su cui calcolare l'IVA debba obbligatoriamente includere le imposte, i dazi, le tasse e i prelievi, ad eccezione della stessa IVA, includendo quindi anche le accise. Data l'armonizzazione comunitaria in materia, risulta impossibile introdurre disposizioni difformi nell'ambito dell'ordinamento nazionale, in quanto ne potrebbe derivare l'avvio da parte della Commissione di una procedura di infrazione a carico dell'Italia.
PRESIDENTE. La deputata Adriana Galgano ha facoltà di replicare.
ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, Ministro, grazie della sua risposta, per la quale dichiaro tutta la mia insoddisfazione. D'altra parte, non è che non me l'aspettassi, perché la mia interrogazione è solo l'ultima di una serie che in più deputati abbiamo presentato, e noi la preghiamo di prendere atto che c’è la volontà politica di una parte del Parlamento di ottenere la riduzione delle tasse sulla benzina. Le sue risposte non sono coerenti con il quadro comunitario, perché, se gli altri Paesi in Europa come noi riescono ad avere prezzi più bassi, è giocoforza che possiamo ottenerlo anche noi.
Per quanto riguarda le regole comunitarie, io non mi aspetto che mi vengano proposte come le tavole del giudizio: ci sono tante cose che non funzionano in Europa; in questo momento stiamo affrontando l'esito incerto di un referendum che potrebbe comprometterne l'esistenza. È chiaro che questa regola, di tasse pagate su tasse, è un assurdo ed io mi aspetto che il Governo, insieme a tante altre cose che non funzionano, ponga questo aspetto nel confronto con l'Europa.
(Iniziative per prevedere esenzioni dal pagamento del canone Rai a favore dei portatori di handicap di cui all'articolo 3 della legge n. 104 del 1992 – n. 3-02336)
PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fedriga ed altri n. 3-02336, concernente iniziative per prevedere esenzioni dal pagamento del canone RAI a favore dei portatori di handicap di cui all'articolo 3 della legge n. 104 del 1992 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.
STEFANO BORGHESI. Presidente, Ministro, crediamo che i portatori di handicap indicati dalla legge n. 104 del 1992 debbano essere oggetto di maggiori attenzioni ed agevolazioni fiscali: crediamo che sia doveroso pensare a misure normative e sviluppare progetti a sostegno delle persone diversamente abili, con l'obiettivo di migliorare il più possibile la loro qualità di vita.Pag. 75
Per le persone con grave disabilità, la televisione rappresenta spesso il principale mezzo di informazione e di compagnia: l'apparecchio televisivo, infatti, è uno strumento tecnologico in grado di facilitare le comunicazioni con il mondo esterno ed è anche uno strumento ricreativo.
Le chiediamo, quindi, se il Governo non intenda prevedere specifiche esenzioni dal pagamento del canone RAI per le famiglie dei portatori di handicap indicati dalla legge n. 104 del 1992.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Presidente, la richiesta deve essere valutata alla luce del quadro complessivo della nuova disciplina di riscossione del canone RAI, ricordato che il decreto attuativo dell'articolo 1, comma 154, dalla legge n. 208 del 2015, che ha previsto l'inserimento del pagamento del canone RAI nella bolletta elettrica, non pare essere lo strumento normativo adeguato per prevedere l'esenzione dal pagamento del canone per determinate categorie di soggetti.
A conferma di tale impostazione, si ricorda che nel decreto ministeriale n. 94 del 13 maggio 2016 sono previste solo modalità attraverso le quali si vuole evitare il pagamento plurimo del canone da parte di soggetti intestatari di più utenze elettriche, in ossequio al principio per cui il canone si paga una sola volta, e il pagamento del canone da parte di soggetti che, sebbene siano intestatari di una utenza elettrica, abbiano trasmesso nei termini previsti la dichiarazione di non detenere apparecchi televisivi.
Resta quindi ferma l'opportunità di procedere all'analisi per la predisposizione degli strumenti normativi più idonei a tutelare le categorie socialmente svantaggiate: in particolare, recuperi di evasione sul pagamento del canone potrebbero essere destinati al sostegno di tali categorie.
PRESIDENTE. Il collega Borghesi ha facoltà di replicare.
STEFANO BORGHESI. Presidente, Ministro, siamo assolutamente insoddisfatti, perché il suo richiamo ai decreti attuativi dal nostro punto di vista non sta in piedi: almeno per soggetti così svantaggiati, prevedere un'abolizione del canone RAI ci sembrava assolutamente il minimo.
Il canone televisivo, poi, voglio ricordare che è un'imposta ingiusta, iniqua sulla detenzione di apparecchi radiotelevisivi e che l'imponibilità dipende solo dalla detenzione dell'apparecchio stesso, indipendentemente dall'effettivo utilizzo, dall'effettiva ricezione dei programmi RAI o dalla mancanza di interesse a riceverne.
Questa imposta, a nostro modo di vedere, dovrebbe essere abolita per tutti e non solo per questi soggetti svantaggiati: è un residuo di un'epoca che non esiste più, di un'epoca in cui possedere un televisore era un privilegio. Oggi abbiamo computer, smartphone, tablet, e la tecnologia, che ha fatto passi da gigante, è alla portata di tutti: quindi ci chiediamo che senso ha mantenere un tale balzello.
Oggi non abbiamo più il monopolio della TV di Stato, ma siamo costretti a pagare un'imposta anche se si sceglie di non vedere i programmi RAI. Nei pochi Paesi europei in cui vi è ancora il canone per la TV pubblica sono stati imposti pesanti limiti alla pubblicità e alla BBC addirittura è proibita.
Il canone, dal nostro punto di vista, impedisce il libero diritto di scelta e crea storture alla libera concorrenza del mercato. Se decido di usufruire di un servizio, lo pago, se decido di non usufruirne, non lo pago: questo è un concetto semplice e banale, che viene stravolto con questo vergognoso balzello.
Il canone RAI è una delle tante vergognose anomalie italiane, che andrebbe cancellato; stendiamo poi un velo pietoso sulle nuove modalità di pagamento introdotte da questo Governo, che hanno finito per complicare ulteriormente la vita ai cittadini: quindi, oltre al danno, si è aggiunta anche la beffa.
Quindi, Ministro, ci riteniamo assolutamente insoddisfatti, in quanto ci aspettavamo che – ripeto – almeno per questi Pag. 76soggetti svantaggiati vi fossero delle esenzioni, che a nostro modo di vedere sarebbero state doverose.
(Iniziative relative agli obiettivi di rilancio della crescita e dell'occupazione a livello europeo – n. 3-02337)
PRESIDENTE. La deputata Silvia Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione Marchi ed altri n. 3-02337, concernente iniziative relative agli obiettivi di rilancio della crescita e dell'occupazione a livello europeo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.
SILVIA FREGOLENT. Presidente, illustre Ministro, domani gli elettori britannici sono chiamati ad esprimersi sulla possibilità che il loro Paese continui a far parte dell'Unione europea. A 24 ore dalla consultazione popolare, l'esito è ancora incerto: un'incertezza su cui sarebbe opportuno riflettere, che testimonia gli errori commessi in questi anni dalla stessa Unione europea, dove il rigore dei conti l'inflessibilità di politiche basate esclusivamente sui numeri hanno fatto dimenticare i principi fondanti dell'Europa unita, come la solidarietà fra i popoli, il rispetto della dignità umana, della libertà e della democrazia, e il suo obiettivo comune, di integrazione e di sviluppo economico, sociale ed occupazionale.
È quindi fondamentale che il Governo, in relazione all'esito del referendum, che noi chiaramente auspichiamo confermi la presenza della Gran Bretagna nell'Unione europea, sia pronto a mettere in campo strumenti ed iniziative incisive per rafforzare gli obiettivi di rilancio della crescita e dell'occupazione a livello comunitario; come, al tempo stesso, le chiediamo se il Governo abbia già pensato ad azioni per contrastare possibili effetti negativi causati dall'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, concordo sulla gravità della possibile uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. Ci sono numerose analisi dell'impatto: alcune danno situazioni nelle quali sarebbe la Gran Bretagna a subire, soprattutto nel medio periodo, i danni più rilevanti.
Detto questo, concordo assolutamente con la necessità che in Europa ci sia il rilancio di una strategia complessiva a favore della crescita e dell'occupazione. Il Governo italiano è da tempo impegnato su questo fronte e in varie istanze formali ed informali dell'Unione europea e a livello bilaterale ha rilanciato la necessità di una strategia in questo senso, che è stata sintetizzata in un documento del Ministero dell'economia e delle finanze distribuito qualche mese fa.
Approfitto di questa opportunità per ricordare alcuni aspetti che sono particolarmente rilevanti quali cardini di una strategia per il rilancio della crescita e dell'occupazione: il Piano Junker, che è indirizzato a stimolare gli investimenti privati con un sostegno della mano pubblica volta a riempire un gap di rischio che gli investimenti privati altrimenti non vorrebbero prendere in considerazione. Gli investimenti costituiscono la priorità assoluta: sostengono, come è noto, la domanda nel breve termine e l'offerta nel medio termine. Devono essere potenziati: il Piano Junker ha delle potenzialità che vanno sfruttate meglio ed è da considerare la possibilità di estendere nel tempo, ma anche geograficamente, tale strumento.
Un secondo elemento riguarda il rafforzamento del mercato interno, che è naturalmente una strategia che da tempo l'Unione europea ha inserito, ma che va sfruttato al meglio e che, a nostro avviso, rimane una potenzialità di crescita, tramite l'integrazione, estremamente importante. In particolare, ritengo che si debba lavorare per un mercato interno dell'innovazione, in cui i vari elementi e segmenti di una politica in questo senso possono essere portati ad operare insieme.Pag. 77
Infine, l'Italia ha posto sul tappeto la proposta di uno schema di assicurazione contro la disoccupazione ciclica, che potrebbe consolidare sia la crescita nel medio termine sia mitigare le necessità di aggiustamento nel caso soprattutto di un'unione monetaria dove, a causa dell'assenza di un tasso di cambio, i costi di aggiustamento, come l'esperienza ci dimostra, sono particolarmente pesanti sul mercato del lavoro.
L'insieme di queste misure, ma anche molte altre, dovrebbe essere preso insieme come strategia complessiva, a maggior ragione nell'eventualità, che io certamente non mi auguro, di un'uscita dalla Gran Bretagna dall'Unione europea.
PRESIDENTE. Il deputato Giampaolo Galli, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
GIAMPAOLO GALLI. Apprezziamo e condividiamo le sue considerazioni e cogliamo l'occasione per sottolineare due punti in particolare. Uno, la vicenda recente del referendum britannico dimostra che la retorica nazionalista che si incentra sulla distinzione fra ciò che sta dentro e ciò che sta fuori i confini può portare, come è successo nei giorni scorsi, ad un imbarbarimento della vita civile, oltre che a difficoltà nei rapporti internazionali.
Nella storia della costruzione europea vi è l'idea opposta, cioè l'idea che la sovranità possa essere condivisa e credo che sia importante ribadire questo concetto. Il gruppo del Partito Democratico è sempre stato a favore di una maggiore integrazione europea. Questa è necessaria di per sé e per dare solidità all'euro, in particolare in questa circostanza. Questa è la scelta, peraltro, che è stata fatta dal Governo italiano nel documento che lei ha or ora citato. L'agenda, contenuta in quel documento, rimane a nostro avviso del tutto valida e assolutamente attuale.
Il secondo punto è che anche nell'ipotesi migliore che vinca il «no» alla Brexit dovremo fare i conti con un Regno Unito che rimane nell'Unione, ma che ha negoziato eccezioni e limiti alla cessione di sovranità, che, invece, è il risvolto necessario del rafforzamento dell'integrazione. Una maggiore integrazione potrà dunque riguardare essenzialmente i Paesi che fanno parte dell'euro, come già prefigurato nel cosiddetto rapporto dei cinque Presidenti, ma ciò è possibile, come già lei ha ricordato in parte, se prevarranno comportamenti più cooperativi da parte di tutti e se verranno tolte dal tavolo in tutti i Paesi, almeno da parte delle principali forze politiche, proposte di uscire non solo dall'Unione europea, ma dall'euro, o di fare referendum per l'uscita dall'euro.
Per quello che ci riguarda, quale che sia l'esito del referendum britannico, noi lavoreremo a sostegno del Governo per un nuovo corso in Europa.
(Orientamenti del Governo in ordine all'ipotesi di riconsiderare la recente nomina del generale Toschi al vertice della Guardia di finanza – n. 3-02338)
PRESIDENTE. La deputata Grillo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Pesco ed altri n. 3-02338, concernente orientamenti del Governo in ordine all'ipotesi di riconsiderare la recente nomina del generale Toschi al vertice della Guardia di finanza (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.
GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. Questa interrogazione riguarda la nomina del comandante della Guardia di finanza perché, vede, Ministro, il 18 giugno 2016, anche se eravamo in piena campagna elettorale, non è sfuggito a noi, come non è sfuggito alla maggior parte dell'opinione pubblica, un articolo pubblicato su il Fatto Quotidiano, che riporta le gravi vicende che riguardano il fratello del comandante della Guardia di finanza.
In particolare, Andrea Toschi, fratello proprio del comandante della Guardia di finanza, è stato arrestato nel 2014 con Aldo Magnoni per associazione a delinquere ed accusato dal giudice per le indagini preliminari di avere sfruttato la Pag. 78propria rete di relazioni esterne per agevolare la realizzazione di operazioni illecite e conseguire guadagni, il Fatto Quotidiano riporta inoltre che Giorgio Toschi, attuale comandante della Guardia di finanza, avrebbe incontrato Andrea Camporese, che risulta essere sotto processo per il crack del gruppo Sopaf, legato all'Inpgi, Istituto nazionale di previdenza giornalisti. Sempre da quest'articolo, inoltre, si evincerebbe che ci sarebbero state delle resistenze da parte del Presidente della Repubblica a questa nomina.
Quindi, vogliamo capire se avevate valutato tutti questi aspetti e se queste resistenze potevano essere in qualche modo legate anche a questo fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.
PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Il comandante generale, generale di corpo d'armata Giorgio Toschi, nel corso della sua carriera militare, dopo aver comandato vari reparti operativi della Guardia di finanza, ha ricoperto tra gli altri i seguenti importanti incarichi: presso il comando generale, capo della segreteria dell'ufficio del comandante in seconda del corpo; capo del quinto reparto relazioni esterne e comunicazione; portavoce del comandante generale; comando dei reparti speciali della Guardia di finanza; ispettore per gli istituti di istruzione del corpo. Al momento dalla nomina a comandante generale, peraltro, il generale Toschi era il generale di corpo d'armata con maggiore anzianità di servizio e in tale qualità rivestiva la carica di comandante in seconda del corpo. Alla luce del prestigioso curriculum professionale del generale Toschi pertanto non c’è alcuna ragione che induca la riconsiderazione della nomina quale comandante generale, preso atto peraltro del non coinvolgimento del medesimo nella vicenda segnalata.
PRESIDENTE. Il deputato Pesco ha facoltà di replicare.
DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Per averci dato il curriculum del comandante Toschi: forse potevamo trovarlo anche su Wikipedia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Caro Ministro Padoan, la sua risposta non solo ci lascia insoddisfatti ma del tutto basiti e indignati. Ministro Padoan, forse non si è accorto che i cittadini italiani in queste elezioni amministrative, da Torino alla Sicilia, passando per Roma, hanno scelto l'onestà, la trasparenza, la partecipazione, l'impegno e la determinazione al posto di slogan seguiti puntualmente da promesse disattese e soprattutto da una regolarissima continuità con le peggiori abitudini della solita vecchia politica, regolata dai rapporti con gli amici degli amici, le lobby, la connivenza, soprattutto gli intrecci con chi decide all'interno della pubblica amministrazione e soprattutto con chi controlla. Questo vuol dire una cosa sola: è ora che anche voi cambiate per davvero. Ieri ci sono stati nuovi arresti relativi agli appalti dei campi nomadi del comune di Roma e oggi nuovi indagati dell'ambito dell'inchiesta mafia capitale nel CARA di Mineo. La situazione non solo è critica ma è drammatica visto che notizie come queste si susseguono di giorno in giorno e, in questa situazione, cosa si inventa il Presidente del Consiglio dei ministri ? Forse nomina al comando della Guardia di finanza una persona al di sopra di ogni sospetto, una persona per la quale si potrebbe mettere la mano sul fuoco ? Purtroppo no, visto che ha scelto come comandante della Gdf proprio Giorgio Toschi. E noi, signor Ministro, le mani sul fuoco in questo caso non ce le mettiamo perché vogliamo tenerle al sicuro e soprattutto pulite a differenza di qualcuno di molto vicino al comandante e mi riferisco ad Andrea Toschi, fratello del comandante, che sembra proprio che le mani ce le avesse in pasta tant’è che è stato rinviato a giudizio nell'ambito del processo perché accusato dal gip di aver sfruttato la propria rete di relazioni Pag. 79esterne per agevolare le realizzazioni di opere illecite e conseguire i relativi guadagni. A riportarlo il Fatto Quotidiano, l'unico giornale che, anche durante le elezioni, ha riportato all'attenzione dei cittadini le vicende di Andrea Toschi che già nel 2011 scriveva le testuali parole a dei colleghi: «(...) proprio ieri ho avuto la notizia che il mio fratellone con greca e stelle d'argento verrà a Roma a comandare quanto di più importante e utile per noi. Ti dico solo che tutti gli organi di vigilanza, gli istituzionali, il gotha romano faranno la fila per essere da lui ricevuti e invitati». Certo forse, secondo il Governo Renzi, queste persone non hanno sbagliato una mossa...
PRESIDENTE. Deve concludere.
DANIELE PESCO. Secondo i cittadini italiani, invece, ne hanno sbagliate tante. Vi prego, per l'onore della Guardia di finanza, cerchi di fare in modo che il comandante Toschi si dimetta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 16,15 per lo svolgimento della commemorazione del deputato e collega Gianluca Buonanno.
Al termine avrà luogo il seguito dell'esame della Relazione sulla contraffazione nel settore della mozzarella di bufala campana.
La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,20.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Artini, Bueno, Capelli, Catania, D'Ambrosio, Dambruoso, Di Gioia, Fico, Fontanelli, Garofani, La Russa, Locatelli, Manciulli, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Rosato, Sanga, Schullian e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente 118, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
In ricordo dell'onorevole Gianluca Buonanno.
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Colleghi e colleghe, vorrei un attimo di attenzione. Prego di prendere posto. Care colleghe e cari colleghi, come sapete lo scorso 5 giugno è venuto a mancare, all'età di cinquant'anni, per un tragico incidente, Gianluca Buonanno, membro della Camera dei deputati nella XVI legislatura e nella XVII, la nostra legislatura, fino al 25 giugno 2014.
In tale data era infatti cessato dal mandato, avendo optato per la carica di parlamentare europeo, cui era stato eletto nel maggio dello stesso anno nella circoscrizione dell'Italia nord-occidentale, ricevendo un largo suffragio.
Al Parlamento europeo era componente della Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e della delegazione dell'Assemblea parlamentare paritetica Africa-Caraibi-Pacifico-Unione europea.
Alla Camera dei deputati era invece stato membro della Commissione trasporti nella passata legislatura e cultura in quella in corso.
Esponente politico di rilievo della Lega Nord, Gianluca Buonanno fu eletto sindaco in diversi comuni: fu sindaco del comune di Serravalle Sesia, nel 1993-1997, di Varallo nel 2002-2007 e infine di Borgosesia nel 2014.
La prematura scomparsa di Gianluca Buonanno ha drammaticamente interrotto Pag. 80un percorso umano e politico in pieno svolgimento.
Il suo impegno nelle istituzioni locali, nazionali ed europee, caratterizzato da posizioni coerentemente sostenute anche ricorrendo a modalità non convenzionali di manifestazione del proprio pensiero, è stato animato da una forte passione politica, da un profondo radicamento nel territorio e da un intenso, intenso rapporto con i cittadini.
Ho già fatto pervenire ai familiari, che vedo qui e che saluto, l'espressione della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Applausi).
Vi ringrazio e ora darò la parola ai colleghi deputati ed alle colleghe deputate iscritte a parlare per la commemorazione del deputato Gianluca Buonanno.
Ha chiesto di parlare il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Innanzitutto vogliamo ringraziare i numerosi colleghi che hanno dato il loro cordoglio nel momento dell'avvenimento, a partire dalla Presidenza, dal Presidente del Consiglio Renzi e da tanti di voi, che avete chiamato chi conoscevate di più all'interno del gruppo della Lega.
Questo testimonia quanto Gianluca fosse un personaggio importante, un personaggio politico veramente importante.
Noi vogliamo ricordarlo non solo per quello che lo avete visto lavorare a livello parlamentare, quello che avete visto sui media, ma per quello che ha fatto sul territorio da sindaco.
Lei giustamente ha già ricordato che è stato ininterrottamente sindaco in tre comuni diversi nella stessa vallata per 23 anni; io penso che sia l'unico personaggio politico nazionale che è riuscito a farsi eleggere in tre comuni diversi per 23 anni consecutivamente e questo è riuscito a farlo per il suo modo di interpretare la politica, l'amministrazione: mettere la persona al centro dell'azione amministrativa.
I suoi concittadini erano orgogliosi di averlo come sindaco, perché si sentivano protetti, vedevano in lui il futuro, in lui vedevano una persona che poteva risolvere i problemi, dai più grandi ai più piccoli. Lui, con il suo metodo particolare, anche nella vicinanza alle persone, per esempio aveva istituito l'Assessorato alle piccole cose: sembra una sciocchezza, ma invece significa quanto lui volesse penetrare nel piccolo, per risolvere i problemi delle persone che si avvicinavano a lui; si avvicinavano a lui 24 ore al giorno, aveva il suo numero di telefono stampato sui 6x3 in ogni parte della sua valle e forse anche per questo il tragico evento è accaduto: perché lui non delegava; lui rispondeva al telefono a tutti e riceveva tutti, a prescindere dal colore della pelle e a prescindere dallo stato sociale.
Lui risolveva i problemi di tutti ed aiutava anche personalmente tutti ad una condizione: che chi riceveva l'aiuto fosse riconoscente nella comunità da cui riceveva l'aiuto; non verso di lui, la riconoscenza verso il sindaco o verso Gianluca Buonanno, ma verso il comune che dava a loro aiuto attraverso le imposte che gli altri pagavano in funzione dell'aiuto dato.
E quindi lui al massimo litigava se questi non rispettavano la comunità, se non rispettavano e non si comportavano in maniera civile nei confronti di chi effettivamente li ha accolti con spirito di collaborazione.
Vedete, tutti i cittadini della sua valle e non solo, perché la Valsesia è incastonata fra l'alto novarese ed il biellese, tutti l'avrebbero voluto come sindaco, tutti i cittadini: io vivo in quelle parti lì e tutti avrebbero voluto Gianluca Buonanno sindaco, proprio perché ha dimostrato sul campo quanto fosse bravo ad interpretare quella politica che molte volte qui non si vede; qui non si vede perché qui è molto più talvolta un teatro, mentre sul territorio c’è la concretezza, c’è la praticità, c’è veramente la prima linea, la trincea nella quale lui, con dignità, con orgoglio e con grande capacità, riusciva a dare delle risposte a tutti.Pag. 81
Io voglio chiudere sostanzialmente con quello che lui ha coniato come motto e che è stato il modello della sua vita, che è la Valsesia, la sua valle, qui fuori ed all'inizio della scorsa legislatura; con il motto: «viva la Valsesia !», urlandolo dietro ad una diretta televisiva al commento delle elezioni.
Quindi io chiedo a tutti di ricordarci di questa valle, soprattutto noi della Lega e quindi ringrazio la famiglia. Viva la Valsesia sempre (Applausi) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Grazie, Presidente. Naturalmente con cordoglio ci uniamo a questo ricordo di Gianluca Buonanno, con cui abbiamo condiviso momenti in quest'Aula, momenti difficili, momenti complicati, momenti di scontro, momenti di discussione, ma di Gianluca abbiamo sempre il ricordo di tutti noi: un ricordo di una persona vera, una persona sincera, una persona con l'animo popolare, proprio con l'attaccamento anche alla sua terra, alle sue amministrazioni, ai suoi comuni, come il collega Simonetti adesso ci ricordava.
Abbiamo anche criticato i suoi comportamenti, i suoi eccessi, ma li abbiamo sempre considerati all'interno di quel suo gusto eccessivo per la provocazione, ma un gusto che era una vena autentica di autoironia, non solo di ironia e del suo essere un rappresentante del territorio fatto così, così voleva rappresentare la sua gente, con la sua semplicità, ma anche con la sua forza e con la sua passione per la politica. Chi di noi potrà dimenticare anche i gesti irriverenti che ha fatto in quest'Aula ! Lo ricorderemo anche nei momenti di maggior scontro con noi, ma anche per quella vena vera che noi riconosciamo in chi sa fare politica per passione, sa fare politica con impegno, sa fare politica anche mettendoci la sua faccia e la sua forza. Poi, naturalmente, sono certo che gli farebbe piacere sapere che da parte anche di chi si è scontrato di più nella sua terra, dove egli amministrava, dove egli faceva il sindaco, dove egli faceva la sua campagna elettorale, c’è sempre stato un grande rispetto da parte dei suoi colleghi, anche quelli del Partito Democratico. Per questo noi vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza al suo partito, alla Lega, un partito a cui era legato veramente affettivamente, che ha contribuito a costruire nel corso della sua lunga militanza politica, ricordando che noi siamo stati avversari, mai nemici.
Questo credo sia un messaggio che la politica debba insegnare: avversari anche duri, ma mai nemici, perché, se c’è un messaggio che la politica deve lasciarci, è questo, che io credo noi dobbiamo rappresentare. Naturalmente, la nostra vicinanza anche alla famiglia, perché Gianluca era anche un padre e un marito, oltre che un rappresentante politico, e noi ci uniamo al dolore dei suoi cari (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Laura Castelli. Ne ha facoltà.
LAURA CASTELLI. Presidente, poche parole, perché non possiamo che riconoscere la sua passione politica e anche, come è già stato detto, il suo modo colorito di rappresentare i cittadini che lo avevano messo nelle istituzioni. Nonostante le divergenze note, politiche, del MoVimento 5 Stelle con molte posizioni che egli spesso ha preso negli anni in cui è stato nelle istituzioni, non possiamo che unirci con quest'Aula e con la famiglia al suo ricordo (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Renato Brunetta. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Grazie, signora Presidente. Un ricordo personale: Gianluca Buonanno, mio amico, persona dolce, gentile, perbene, un uomo politico amato dalla gente. Ricordo una data, il 18 aprile del 2009: in quel giorno sono diventato suo concittadino a Varallo Sesia, mi conferì la cittadinanza onoraria. E ricordo con dolcezza quelle ore che abbiamo Pag. 82passato insieme nel suo ufficio, per strada, con la gente, anche perché stavamo dalla stessa parte, dalla parte della gente. Io allora combattevo una battaglia per far funzionare la pubblica amministrazione ed egli faceva la stessa cosa nel suo comune, a Varallo Sesia, in cui era amato, amatissimo. Ricordo anche la sagoma con la sua faccia, vestita da vigile urbano, che metteva nei punti pericolosi della viabilità per indurre gli automobilisti a rallentare. E mi ricordo anche che gli dissi: «ma hai fatto la sagoma un po’ più slanciata ?» Glielo dissi io a lui, e si mise a ridere: effettivamente, la sagoma era un po’ più slanciata di quanto lui non fosse slanciato.
Ecco, ricordo questo con dolcezza e conservo le pantofole che mi regalò in quell'occasione, le scapin, pantofole povere, povere come la valle, fatte di corda e di stoffa riciclata. Ciao, Gianluca (Applausi) !
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Brunetta, anche per questa nota personale, questo ricordo.
Ha chiesto di parlare il deputato Gianni Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Siamo vicini al dolore che ha colpito la famiglia di Gianluca Buonanno, alla sua comunità politica, la Lega Nord, alla popolazione del comune che amministrava, a tutte le persone e ai suoi amici che con lui condividevano un progetto di vita e politico.
Siamo stati su due fronti diversi, sarebbe infantile negarlo, e forse a lui non piacerebbe neanche una manifestazione di ipocrisia, ma, dinanzi a questa tragedia umana, quelle sue manifestazioni vanno lette in una luce diversa e, soprattutto, nella malinconia che la sua scomparsa provoca in ognuno di noi.
Vogliamo pensare, e ne siamo convinti, che ad animare quelle sue uscite, tra virgolette – un commentatore direbbe politicamente scorrette –, sia stata una grande passione per la politica e la coerenza intransigente con le sue idee.
E noi, come scrisse Gramsci, non amiamo gli indifferenti, non ci piacciono gli indifferenti; preferiamo avere a che fare con persone che si battono per le proprie idee, anche se noi non le condividiamo e sono, magari, alternative alle nostre.
Un abbraccio forte e sincero ai suoi familiari e a Matteo Salvini, per la comunità politica in cui Gianluca ha militato con passione, serietà e coerenza (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Causin. Ne ha facoltà.
ANDREA CAUSIN. Grazie, signora Presidente. A nome personale e del gruppo di Area Popolare desidero far giungere il cordoglio alla famiglia dell'onorevole Gianluca Buonanno e ai colleghi della Lega Nord.
La notizia improvvisa della morte di Gianluca personalmente mi ha colto impreparato e anche incredulo. Anche se la nostra è stata semplicemente una frequentazione di colleghi d'Aula, è giusto oggi ricordare l'uomo, è giusto ricordare il parlamentare, ma, soprattutto, l'amministratore locale che così tanto ha saputo darsi da fare per la propria comunità.
Gianluca in quest'Aula non è stato uno dei tanti, non si è limitato a svolgere un compito. In modo spesso originale e, a volte, anche sopra le righe, come hanno ricordato alcuni colleghi, ha saputo portare avanti delle battaglie autentiche e ha anche saputo farsi ascoltare. Si potevano non condividere i contenuti che proponeva, ma non si poteva rimanere indifferenti alla passione e alla tenacia con cui ha saputo stare in quest'Aula.
L'eredità politica che lascia è una passione civile autentica, una passione di cui tutti dobbiamo avere un grande rispetto. Grazie, Gianluca, per l'esempio e per la tua testimonianza (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rabino. Ne ha facoltà.
MARIANO RABINO. Grazie, Presidente. Gianluca Buonanno da quasi quindici anni era diventato emblema di un leghismo ruspante, schierato contro il cosiddetto Pag. 83buonismo. Aveva acquistato popolarità sventolando, proprio in quest'Aula, nel febbraio 2014, un paio di manette al termine della dichiarazione di voto sul disegno di legge relativo alle carceri. I suoi interventi in Aula, con tanto di show annesso, erano diventati il suo marchio di fabbrica. Durante la sua carriera politica, aveva più volte espresso opinioni contrarie al sentire comune: pensiamo ai temi dell'omosessualità, della comunità rom.
Per queste sue posizioni, definite estremiste dagli avversari politici, ha ricevuto più volte minacce, a volte anche attacchi violenti. Non gli faceva di certo difetto il coraggio: lo sanno coloro, io tra questi, che ogni tanto lo hanno incrociato anche in dibattiti televisivi. L'europarlamentare che ha perso la vita in un incidente automobilistico lungo la Pedemontana era così: per gli amici uno che parlava come il popolo, per gli avversari un provocatore.
Di lui, che aveva da poco compiuto cinquant'anni, spesi a urlare slogan che, dobbiamo dirlo, ritenevamo agghiaccianti, a difendere idee che consideravamo indifendibili, a portare avanti battaglie che non meritavano un solo combattimento, le cronache si occuparono più volte, l'ultima volta nell'aprile scorso, quando il tribunale di Milano lo aveva anche condannato per alcune dichiarazioni non proprio edificanti contro i rom.
L'esponente del Carroccio, spesso, è stato anche una figura ingombrante per i vertici del suo stesso movimento, costretti, a volte, a rimediare proprio a uscite come queste.
Sempre in TV quest'anno aveva promosso un'iniziativa paradossale, in diretta, per sostenere un'iniziativa presa come sindaco per incentivare la difesa personale, all'Europarlamento aveva sfoggiato una maglietta irriverente nei confronti di Angela Merkel.
Il sindaco sceriffo era una figura controversa, abbastanza autonoma nella Lega dove è sempre stato portavoce delle proprie battaglie, più che referente di una particolare corrente politica. Tutte questioni che il caso, l'improvviso decesso ha di colpo archiviato, facendo rigorosamente e doverosamente spazio al lutto. Non esiste una sola vita che quando finisce non debba essere pianta e rimpianta, nessuna.
Gianluca – tutto si può dire – era una persona leale, coraggiosa, impavida, concreta, onesta, generosa, sempre tra la sua gente, da sindaco e parlamentare, ma, soprattutto, era un uomo libero, esattamente come chiunque altro, di pensarla come voleva. La gioia sbandierata di coloro che ne ridono la morte è stato ed è un fatto gravissimo...
PRESIDENTE. Concluda.
MARIANO RABINO. Anzi, essendo la maggior parte di costoro, e mi avvio alla conclusione, uomini e donne che si dichiarano pacifisti, contrari alla pena di morte, a favore dei diritti degli immigrati e degli omosessuali, tutta questa soddisfazione per la scomparsa sfortunata di quest'uomo di cui si sentivano e si sentono migliori, dovrebbe farli riflettere un bel po’.
Condoglianze vivissime alla famiglia, ai parenti, alla sua comunità civica e alla sua comunità politica, la Lega Nord.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maurizio Baradello. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BARADELLO. Grazie, Presidente. «Non è importante che pensiamo le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino, ma è invece straordinariamente importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la salvezza dell'uomo e del mondo, tutti abbiano il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l'uno all'altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo». Questo diceva Aldo Moro in uno dei suoi più celebri discorsi.
Gianluca Buonanno, non si può dire che abbia interpretato l'equilibrio di questo pensiero di Moro, ha certamente interpretato Pag. 84posizioni e pensieri a volte estremi, di una parte di popolazione, della sua popolazione su alcuni temi, alcuni citati: l'immigrazione, l'omosessualità, i rom; ha usato strumenti comunicativi diretti, a volte esagerati, ha usato toni e parole anche pesanti, a volte offensivi, era il suo modo di evidenziare posizioni che volevano richiamarsi alla tradizione o alla difesa della cultura di un particolare territorio. Ha certamente saputo comunicare il suo pensiero; il consenso che ha ottenuto in ogni consultazione elettorale era il segno che quanto voleva dire lo diceva con parole e toni che raggiungevano l'obiettivo.
L'impegno nel suo comune, nei suoi comuni, la riqualificazione del centro di Varallo, lo sviluppo turistico del Sacro Monte, così come la presenza in quest'Aula con un alto numero di presenze proprio alle sedute sono il segno di una passione vera per la vita politica, una vita vissuta sempre in velocità e intensamente, forse troppo.
Da frequentatore della Valsesia ho visto, vedo, tutte le volte, la sagoma che ricordava il collega Brunetta del vigile che invita a rallentare; ecco, credo che quella sia un'immagine che resterà in molti, insieme agli episodi che conosciamo della sua vita politica; quell'invito a rallentare che ci porta a riflettere sulla nostra temporaneità.
Ringraziamo per quanto di buono ha fatto e per quanto di buono ci ha spinto a fare proprio perché non condividevamo le stesse sue idee. Umanamente e cristianamente, il nostro cordoglio, il cordoglio del gruppo di Democrazia Solidale-Centro Democratico va alla famiglia e ai figli, in particolare (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ignazio La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. Credo di essere il parlamentare che ha conosciuto per primo – tra quelli che sono oggi in quest'Aula – Gianluca Buonanno, perché, forse molti non lo sanno, ma la sua carriera politica comincia nel 1990 come consigliere del Movimento Sociale Italiano e la prima volta che viene eletto sindaco – ed è lì, che io sappia, che ha messo la famosa sagoma dei vigili urbani – è stato a Serravalle Sesia; io andavo ad Alagna, chi è della Valsesia sa dov’è, dove ho casa, e mi fermavo spesso a parlare con lui quand'era sindaco di Serravalle, siamo rimasti sempre amici. Mi permetto di dire che anche oggi, ricordandolo, con molta cortesia da parte di tutti, forse ancora si ha una visione non completa di quello che era Gianluca. Gianluca, sappiatelo, fu il primo a istituire il registro delle unioni civili in un paese della Valsesia, della provincia di Vercelli; questo vi stupisce, perché una cosa era il suo atteggiamento, a volte per sostenere certe posizioni, un'altra cosa era il suo modo di interpretare il ruolo di rappresentante delle istituzioni; in una società in cui tutto è spettacolo aveva capito che, per dare forza alle sue idee, doveva per forza di cose, se voleva che passasse il messaggio, spettacolarizzarle, ma non era mai in ricerca di visibilità fine a se stessa. Quando si crocifisse in déshabillé, diciamo così, davanti alla regione Piemonte per protestare contro la situazione, contro le tasse, contro qualcosa, non era ancora parlamentare. Quindi è stata una carriera politica molto coerente. La cosa incredibile – e io l'ho toccata con mano – era che facevano veramente a gara per averlo come sindaco. Per chi non conosce la Valsesia, Serravalle è il paesino più piccolo, quello più grande è Varallo, poi Borgosesia; lui passava, finito il mandato, da un paese all'altro, ma non perché era lui a proporsi, perché erano gli altri che gli chiedevano: per piacere vieni tu a fare il sindaco. Passò alla Lega per una serie di incomprensioni con alcuni dirigenti di Alleanza Nazionale, di cui era stato esponente, inventandosi, prima, un partito, prima di passare alla Lega, non ricordo come si chiamasse, si presentò alle elezioni provinciali con quel suo partito...
STEFANO ALLASIA. «Controcorrente» !
IGNAZIO LA RUSSA. Ecco, Controcorrente si chiamava, ed ebbe un successo Pag. 85incredibile, da solo, con un partito inventato in poco più di sei mesi.
Noi lo abbiamo conosciuto nella parte finale della sua carriera politica in quest'Aula, ne abbiamo visto, forse, solo l'aspetto spettacolare. Chi lo ha conosciuto, prima di tutto come uomo, come militante, come appassionato della politica – e uno che era militante del Movimento Sociale Italiano negli anni Ottanta non poteva che far politica per passione, non poteva neanche sperare nella spettacolarizzazione per avere visibilità – beh, noi lo rimpiangiamo per come era veramente. Io sono sicuro che anche il suo modo di uscire di scena tragico, drammatico, doloroso, in qualche modo appartiene al suo personaggio. Sono sicuro che in Paradiso o, non so, nel Walhalla, non so dove lui desiderasse andare, lui sarà arrivato e se ha visto qualcosa che non va bene, avrà messo la sagoma di Dio perché tutti filino dritto (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, è veramente un momento molto triste per quest'Aula commemorare la tragica ed improvvisa scomparsa di un collega, Gianluca Buonanno. Noi abbiamo avuto modo di conoscere Gianluca Buonanno, qui in Aula, era vicino a noi, una persona amica, buona, generosa, comunque autentica. Spesso il suo modo di interpretare era legato a gesti eclatanti e un po’ esuberanti, ma, attenzione, questi gesti erano sempre legati ai bisogni reali della gente, della sua gente, come amava dire lui. Legato in maniera viscerale, così come è emerso da chi lo ha conosciuto prima e meglio di me, al suo territorio; ciò gli consentiva di avere un grande consenso, come quello di essere sindaco e amministratore di ben tre comuni diversi, un record, penso, mondiale. Dopo essere stato in quest'Aula per quasi un anno e mezzo fu eletto al Parlamento europeo, anche qui con grande consenso, e dove, anche a Bruxelles e a Strasburgo, è stato artefice di un'azione e di un impegno politico passionale a difesa del nostro Paese e del suo territorio.
Esprimiamo profondo rammarico per la perdita di un amico e ci associamo a lei, Presidente, per esprimere il nostro cordoglio e le più sentite condoglianze agli esponenti del suo partito, del suo gruppo e soprattutto dei suoi familiari (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ignazio Abrignani. Ne ha facoltà.
IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, cari colleghi, oggi siamo qui tristemente a ricordare Gianluca Buonanno, eurodeputato, oltretutto già mio collega nella scorsa legislatura in questo Parlamento. Di lui ho un ricordo forte e vivo, dovuto alla sua enorme passione per la politica, una passione che gli ha consentito di amministrare negli anni, come sindaco, tre comuni, e di avere un rapporto con il proprio territorio molto saldo, confermato, peraltro, ad ogni tornata elettorale alla quale ha partecipato, non ultima l'elezione al Parlamento europeo di due anni fa.
A dimostrazione di questo, anche gli attestati di affetto di centinaia di cittadini, che in questi giorni hanno dimostrato il profondo legame che nella sua vita ha saputo instaurare con quelle realtà e anche con chi non ha condiviso le sue battaglie, le sue posizioni politiche, che non ha mancato di riconoscere il sentimento di stima per un avversario che ha sempre fatto politica con entusiasmo. Un collega che nella sua carriera istituzionale non ha mancato di gesti a volte molto forti, ma che denotavano la sua spiccata personalità ed un indiscutibile carisma nel portare avanti le idee di cui era fermamente convinto e per il quale ha costruito la sua intensa attività politica. Colpi di teatro, a volte anche discutibili, messi in atto perché intelligentemente Gianluca, prima di altri, aveva compreso che così si conquista più facilmente l'attenzione dei media; un'attività però – questo dobbiamo riconoscerlo tutti – sempre coerente e in linea con i principi del movimento di cui faceva parte, ma nello stesso tempo autonomi all'interno di quel contesto, proprio Pag. 86a rimarcare la sua pura onestà intellettuale.
Alla sua famiglia e ai colleghi della Lega vanno le mie e del mio gruppo più sentite condoglianze, per una persona che ha sempre dimostrato un forte attaccamento al territorio e grande determinazione nel portare avanti le sue idee. A Gianluca, che spesso ho incrociato in dibattiti televisivi, va il mio indelebile ricordo, per un parlamentare che ha saputo rimarcare le proprie idee con un atteggiamento sempre coerente. Ciao, Gianluca (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI. Presidente, intanto, a nome del gruppo FARE !, volevo portare la nostra vicinanza alla famiglia. Gianluca, come fratello dello stesso movimento, l'ho conosciuto bene otto anni fa, quando ci siamo trovati qui alla Camera. Gianluca era una persona buona, perché anche le sue provocazioni, molto dure, molto irriverenti, le faceva sempre col sorriso, verso tutti, e non aveva acredine verso nessuno, perché lui credeva nella politica, perché lui, come molti di noi, credeva che la politica è una cosa che deve risolvere i problemi dei cittadini. L'ha dimostrato da amministratore locale, da sindaco, da assessore provinciale, da parlamentare, da eurodeputato. Era una persona fuori dalle righe, ma era veramente una persona che ha messo il cuore al servizio di tutti i cittadini. Ed è per questo che lo ricordiamo. Lo ricordiamo con affetto anche personalmente, ovviamente, perché l'abbiamo conosciuto da più tempo, e speriamo veramente che lassù in paradiso non faccia diventare troppo matto San Pietro, ma so che se anche lo fa, lo fa con il sorriso, perché lui crede che il sorriso e anche le irriverenze e le provocazioni servano per arrivare a dei risultati o per far sorridere la gente. E quando si fa sorridere la gente o si risolvono i problemi della gente, vuol dire essere una persona da ammirare. Ciao, Gianluca (Applausi).
Seguito della discussione della relazione sulla contraffazione nel settore della mozzarella di bufala campana, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo (Doc. XXII-bis, n. 5) (ore 16,55).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca... togliete quei cartelli dalla tribuna, per favore... il seguito della discussione della relazione sulla contraffazione nel settore della mozzarella di bufala campana, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo (Doc. XXII-bis, n. 5).
Avverto che alla componente politica del gruppo Misto-Movimento PPA-Moderati, costituitasi dopo la pubblicazione del contingentamento, sarà attribuito, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto sulla relazione in esame, un tempo pari a 2 minuti.
Ricordo che nella seduta del 23 maggio si è conclusa la discussione e sono state presentate le risoluzioni Russo e Catania n. 6-00246 e Ciracì e Palese n. 6-00247.
Avverto che la risoluzione Paolo Russo e Catania n. 6-00246 è stata sottoscritta dalle deputate Susanna Cenni e Colomba Mongiello, nonché dal deputato Angelo Senaldi.
(Parere del Governo – Doc. XXII-bis, n. 5)
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle risoluzioni presentate.
GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Presidente, sulla risoluzione Russo, Catania, Cenni, Garofalo, Fantinati ed altri n. 6-00246 c’è un parere favorevole previa riformulazione. Se l'onorevole Russo conosce già la riformulazione, la possiamo dare per acquisita; Pag. 87quindi, c’è un parere favorevole con la riformulazione di cui è già a conoscenza.
PRESIDENTE. Sì, però deve leggere le riformulazioni.
GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Sì, Presidente. Al terzo capoverso emergerebbero criticità nel rispetto del disciplinare della mozzarella di bufala campana DOP nonché imitazione di indebiti utilizzi della denominazione medesima; quindi, sostituire il terzo capoverso con il seguente: «la successione di normative che hanno prima introdotto il principio della separazione degli stabilimenti per la lavorazione della mozzarella di bufala da quelli per la lavorazione di latte non bufalino, per poi abrogarlo, adottando la sola separazione dei locali e la tracciabilità delle lavorazioni, ha determinato talune difficoltà».
In luogo del capoverso che inizia con le parole «elementi di perplessità riguardano», il seguente: «il sistema di controllo previsto dai regolamenti comunitari n. 882/2004 e n. 1151/2012 stabilisce che la verifica del rispetto dei requisiti del disciplinare venga effettuata dall'organismo di controllo indicato nel disciplinare di produzione sulla base di un apposito piano di controllo specifico per ogni denominazione, con la possibilità di prevedere in taluni casi un piano di controllo rafforzato in funzione dell'affidabilità dell'operatore sottoposto al controllo».
In luogo del capoverso che inizia con le parole «la mozzarella è un alimento richiesto tutto l'anno», il seguente: «la mozzarella di bufala campana DOP è un alimento richiesto tutto l'anno ma con picchi costanti nei mesi estivi, e a tal fine è stata attuata una razionalizzazione dei parti, per evitare un'alta concentrazione della produzione di latte nei mesi invernali; ciò induce ad utilizzare pratiche vietate al disciplinare al fine di evitare che si superi il vincolo delle sessanta ore dalla mungitura per l'impiego del latte bufalino ai fini della preparazione della mozzarella».
Sul capoverso che inizia con le parole «deve pertanto essere affrontato», il parere è contrario, perché il disciplinare è stato definito dai produttori; eventuali modifiche dovranno essere valutate nel rispetto delle normative europee in materia di DOP e IGP.
Il capoverso che inizia con le parole «un altro fenomeno di particolare gravità» va sostituito con il seguente: «un altro fenomeno di particolare gravità, specie sui mercati esteri, è rappresentato dalla messa in circolazione di confezioni di mozzarella di bufala campana DOP che recano indicazioni false o fallaci sull'origine, ovvero evocando un'erronea origine italiana, cosiddetto italian sounding, attraverso l'apposizione di simboli o confezionamenti che richiamano la qualità tradizionale della mozzarella di bufala campana DOP venduta a prezzi concorrenziali, che causa danni economici rilevanti ai produttori che operano onestamente».
Il capoverso che inizia con le parole «occorre pertanto definire un modello di sviluppo» va corretto nel seguente modo: «occorre pertanto valutare un modello di sviluppo per il settore verso la dimensione produttiva e qualitativa delle aziende del settore, al fine sia di preservarne il carattere di artigianalità, sia di conciliare le esigenze di espansione della quantità prodotta, particolarmente verso i ricchi mercati internazionali, con quelle di agevolare un'attività orientata alla qualità legata al territorio». Il capoverso che fa propria la relazione sulla contraffazione va così modificato: «nonostante il sistema di cooperazione previsto dal Regolamento n. 1151 del 2012 e gli accordi commerciali conclusi dall'Unione europea con i Paesi terzi continuano a verificarsi fenomeni di imitazione ed evocazione della DOP, sia in ambito europeo che nei Paesi terzi».
Tutto ciò premesso, il primo capoverso che impegna il Governo «a migliorare, rendendo effettiva (...)» va riformulato nel seguente modo: «a continuare a garantire un efficace sistema di controllo attraverso il potenziamento del piano di controllo Pag. 88previsto agli articoli 36 e seguenti del regolamento n. 1151 del 2012, presso gli operatori della filiera, sulla base di una specifica analisi del rischio relativa a tale denominazione contenuta nella documentazione di sistema per l'autorizzazione dell'organismo di controllo. L'autorità competente per l'approvazione del piano di controllo, vigilando sulla corretta applicazione del piano medesimo, verifica l'eventuale necessità di aggiornare l'applicazione delle analisi del rischio sulla base dell'esito dei controlli».
La lettera b) «introdurre un sistema di controlli più efficaci (...)» va così riformulata: «monitorare la piattaforma informatizzata nel comparto, acquisendo tutti i dati in possesso degli operatori del sistema di produzione, diffusione e commercializzazione del prodotto e favorire gli incroci dei dati tra le forze di polizia per l'attività di verifica e di controllo, valorizzando inoltre le migliori esperienze di verifica tecnica maturate in materia, quali quelle sviluppate dall'Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno».
Sulla lettera c) «potenziare la piattaforma informatizzata (...)» il parere è contrario. Il parere è contrario pure sulle lettere d), e), f) e g).
Il parere sulla lettera h) è favorevole previa la seguente riformulazione «a valutare ogni iniziativa per il rafforzamento dell'apparato sanzionatorio». Il parere è contrario sulle lettere i) e l).
Per quanto riguarda la risoluzione Ciracì e Palese n. 6-00247, il parere è favorevole sul primo capoverso con la seguente riformulazione: sostituire le parole «ad adottare ogni iniziativa formale» con le seguenti: «a promuovere ogni strumento utile a contrastare il fenomeno della contraffazione non solo in Italia, ma anche in sede europea, per un corretto controllo del sistema» e sul secondo capoverso con la seguente riformulazione: sostituire le parole «ad una revisione complessiva della normativa (...)» con le seguenti: « a valutare ogni iniziativa per il rafforzamento dell'apparato sanzionatorio».
(Dichiarazioni di voto – Doc. XXII-bis, n. 5)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.
ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, i diversi fenomeni di alterazione illustrati nella relazione della Commissione anticontraffazione non solo minano la potenzialità commerciale della mozzarella di bufala campana, ma rappresentano una minaccia alla salute dei consumatori. Le tecniche di contraffazione sono parecchie e molto pericolose, dall'impiego del latte in polvere, all'emissione sui mercati di prodotti con simboli atti a richiamare in modo fraudolento un'origine italiana del tutto inesistente. Si registrano poi prassi ancora più dannose, come le vaccinazioni a cui vengono sottoposti alcuni capi di bestiame solo per occultare la presenza di malattie infettive durante i controlli sanitari. Occorre, dunque, rivedere il quadro delle regole al fine di contrastare efficacemente questa prassi.
Prima di tutto, vanno migliorati sistemi di tracciabilità delle materie prime, attraverso precisi obblighi di informazione nelle etichette e la previsione di sanzioni adeguate in case di violazione.
Altro punto da affrontare è il carattere artigianale dell'intera filiera. Dobbiamo far sì che anche i piccoli produttori possono competere nei mercati attuali e ciò può essere possibile solo attraverso la previsione di protocolli produttivi adeguati anche ad imprese di piccole dimensioni.
Ebbene, la presente relazione rappresenta un documento condivisibile poiché propone un complesso di valide misure per risolvere le criticità del comparto. Esprimo, quindi, il voto favorevole della componente socialista al provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Innanzitutto vorrei ringraziare la Commissione per il lavoro che è stato svolto durante questo periodo, una Commissione d'inchiesta sulla contraffazione alimentare e un lavoro che hanno portato oggi alla discussione in quest'Aula di questa relazione. Un lavoro corposo che, se pure interessa un comparto dedicato alla produzione della mozzarella di bufala, ci dà anche la possibilità di riflettere sulla situazione dell'intero settore lattiero-caseario, in quanto le problematiche, certamente diversificate rispetto a quelle che sono le zone geografiche in corrispondenza dell'area dove vengono prodotti i formaggi, sono comunque problematiche comuni e sollecitano interventi puntuali e urgenti a supporto dei prodotti e del consumatore.
La relazione in discussione quest'oggi mette in evidenza la tendenza produttiva del settore per quanto riguarda le principali produzioni ed evidenzia come la mozzarella di bufala negli ultimi anni abbia consolidato un trend di crescita, sia sotto l'aspetto della quantità del prodotto immesso sul mercato nazionale ed estero, ma soprattutto anche per quanto riguarda la qualità dello stesso, attestandosi saldamente nella top ten, nei primi dieci formaggi prodotti in Italia, nonostante l'evidente stagionalità della produzione il cui consumo, come sappiamo, avviene nella stagione più alta, quindi quella che va da maggio a settembre. Intanto c’è un dato importante: nel quadriennio 2010-2013 la produzione, come certificata, è stata di circa 37 mila tonnellate. Se questi dati possono essere considerati positivi, e di fatto lo sono, vi sono però purtroppo tutta una serie di problematiche legate alla filiera della produzione che ci obbligano ad una severa riflessione e di conseguenza ad assumere urgenti e mirate iniziative.
La questione più grave riguarda sicuramente la sperequazione in atto nella distribuzione del reddito lungo tutta la filiera produttiva. Gli allevatori sono sempre più schiacciati, purtroppo, mentre gli industriali, come si suol dire, ingrassano. Gli allevatori di fatto, a fronte dei propri sacrifici, si vedono costretti ad accettare da gruppi industriali ben noti prezzi alla produzione che sono inferiori ai costi. È una situazione quindi che vede anche in prima linea lo sforzo da parte della Coldiretti che non ha potuto che costatare che oggi agli allevatori italiani il latte viene pagato meno di vent'anni fa.
Ma vorrei anche porre l'accento sul problema dell'uso delle materie prime straniere o di prodotti congelati per produzioni di mozzarelle o altri formaggi e sulla relativa mancanza di indicazione in etichetta dell'origine, nonché sul problema – lo ripeto – della scarsa remunerazione agli allevatori che porta migliaia di stalle a chiudere la loro attività nel nostro Paese. Come già è stato ricordato, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri, mentre la metà delle mozzarelle prodotte sono fatte con latte o cagliate provenienti dall'estero e nessuno lo sa perché purtroppo non è obbligatorio riportarlo nell'etichetta. Questi lavorati vengono in Italia, nel nostro Paese, soprattutto dall'est Europa, per essere trasformati in mozzarelle, in formaggi e in latte italiani, all'insaputa dei consumatori. Quindi questo è un dato che ci deve far preoccupare, perché oltre ad ingannare i consumatori si mette in campo una concorrenza sleale nei confronti di quei tanti produttori nostrani che utilizzano esclusivamente latte fresco. Gli italiani, come molte indagini e sondaggi hanno evidenziato, hanno dimostrato che vogliono conoscere sempre l'origine delle materie prime che vengono impiegate nei prodotti lattiero-caseari soprattutto e sono addirittura disposti a pagare cifre anche più alte, a spendere di più, l'importante è che abbiano la certezza dell'origine e della provenienza italiana del produttore. I risultati della consultazione non lasciano dubbi o equivoci su cosa vogliono i nostri cittadini, di conseguenza chiedono l'impegno diretto concreto e serio da parte delle istituzioni a introdurre l'etichetta, dove Pag. 90ancora manca, l'indicazione d'origine per quanto riguarda sia formaggi che il latte, fino a quelli a lunga conservazione. Noi riteniamo che sia una richiesta non solo giusta e legittima, ma assolutamente necessaria, in quanto è indispensabile sostenere il prodotto italiano di qualità e dare garanzie al consumatore sulla trasparenza della filiera e sulla qualità del prodotto. Oggi in realtà senza questo obbligo non sappiamo con quale latte vengono prodotti le mozzarelle ed i formaggi che mangiamo. Per garantire dunque al consumatore un prodotto di qualità, ma soprattutto un prodotto made in Italy, è necessaria una corretta e completa informazione proprio sulla provenienza della materia prima che viene utilizzata. Trasparenza e chiarezza sono quindi indispensabili anche per far fronte a questo momento di profonda crisi che sta attraversando il comparto della zootecnia da latte.
Dobbiamo infatti sottolineare come negli ultimi tempi e soprattutto nell'ultimo anno, ripeto, hanno chiuso la propria attività circa 1.500 stalle, delle quali la maggioranza in montagna, proprio per effetto del crollo del prezzo pagato agli allevatori, che è sceso addirittura al di sotto dei costi di alimentazione del bestiame, su valori di ben 15 anni fa. Oggi il prezzo del latte fresco si moltiplica più di quattro volte dalla stalla allo scaffale, il prezzo del latte alla stalla sta letteralmente crollando da 43 centesimi al 2 marzo 2014 agli attuali 33. Oggi gli allevatori – questo è un dato che fa riflettere – devono vendere circa tre litri di latte per potersi bere un caffè, quattro litri per un pacchetto di caramelle, quasi quindici litri di latte per un pacchetto di sigarette. Quindi a rischio c’è anche la produzione di eccellenza in quanto più della metà del latte prodotto viene destinato per 14 formaggi italiani a denominazione di origine protetta, quindi un primato sicuramente a livello europeo. Sappiamo benissimo che le sigle DOP e IGP identificano un Paese, una regione, una località nei quali il prodotto ha la sua origine e questo è anche il caso della mozzarella di bufala campana, però non sempre il disciplinare di produzione contiene l'obbligo per i produttori di indicare la provenienza delle materie utilizzate. Quindi, per salvaguardare l'intero patrimonio culturale, economico e identitario, anche affinché questo non vada perduto per colpa di una crisi che, ripeto, sta mettendo a rischio il futuro delle imprese del settore lattiero-caseario, è indispensabile rendere obbligatoria nel disciplinare di produzione l'indicazione della provenienza della materia prima con la quale è fatto il prodotto, al fine proprio di tutelare il nostro made in Italy ed il legame indissolubile con il territorio d'origine, anche a tutela del consumatore. Ad aggravare la situazione si aggiunge anche la questione legata alla disdetta dei contratti da parte della multinazionale del latte francese Lactalis, principale gruppo lattiero europeo, proprietario, come sappiamo, nel nostro Paese di marchi quali Invernizzi, Locatelli e Galbani. Il mercato del latte si trova dunque a sottostare a questo operatore straniero che impone unilateralmente agli allevatori le proprie condizioni. Le disdette contrattuali hanno provocato il mancato ritiro del latte presso gli allevatori, causando lo spreco di migliaia di tonnellate di latte, basti pensare che sono stati purtroppo costretti a buttarlo. Quindi è indispensabile per la sopravvivenza di un comparto così importante mettere in atto azioni forti e concrete atte a consentire agli allevatori di avere un'equa remunerazione e un giusto prezzo. Noi della Lega continueremo a batterci per la difesa del nostro territorio, ma soprattutto del latte e dei prodotti di eccellenza. È per questo che voteremo favorevolmente alle risoluzioni presentate, in quanto in esse sono contenuti impegni, per noi importanti, per la difesa non solo della mozzarella di bufala campana...
PRESIDENTE. Concluda, deputata.
GIUSEPPINA CASTIELLO. ... ma soprattutto dell'intero comparto e degli allevatori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catania. Ne ha facoltà.
Pag. 91 MARIO CATANIA. Signora Presidente, come già ho avuto modo di sottolineare nel corso della discussione generale, la Commissione di inchiesta sulla contraffazione ha ritenuto non a caso di fare un approfondimento specifico sul tema della mozzarella di bufala campana. Questo prodotto è un simbolo dell'agroalimentare italiano, con grandissime potenzialità di mercato sia in Italia che all'estero. È unanimemente considerato un'eccellenza ed è soprattutto, aggiungo, uno dei prodotti più importanti in una zona del Paese e delle regioni interessate dal disciplinare dove la situazione economica è particolarmente difficile e problematica e dove una realtà produttiva come questa assume un rilievo ancora maggiore. Perché la contraffazione ? Perché in effetti il prodotto, in passato soprattutto, si è contraddistinto come vittima di fenomeni contraffattivi di varia matrice, il più importante dei quali, in un passato ormai largamente superato, era l'utilizzo di latte vaccino in miscelazione al latte di bufala nella preparazione del prodotto, illecito che snaturava le caratteristiche del prodotto stesso e costituiva oggettivamente un danno per il consumatore ma anche per i produttori onesti.
Oggi le problematiche sono diverse, questo tipo di contraffazione io credo che sia largamente superato, esistono semmai tematiche diverse che è bene però seguire con la massima attenzione. Noi dobbiamo far tutto affinché il prodotto mozzarella di bufala campana DOP, riconosciuto dall'Unione europea, e DOP, ripeto, tra i più importanti del nostro sistema produttivo, sia tutelato e sia garantito per i consumatori in modo da assicurarne anche un'ulteriore crescente successo su tutti i mercati. Abbiamo registrato nell'attività di inchiesta della Commissione diverse problematiche che sono state correttamente messe in luce nella relazione già presentata a quest'Aula e già adottata da quest'Aula, che aveva come primo relatore il collega Russo, che ringrazio vivamente, come anche colgo l'occasione per ringraziare il lavoro degli uffici, tutto lo staff della Camera che segue l'attività della Commissione, che è stato anche in questa occasione particolarmente prezioso. Siamo convinti che vada seguita l'evoluzione di questo prodotto, che ne vadano accompagnati gli snodi e le criticità in modo da garantire oggi ma anche in futuro una sempre più corretta lavorazione del prodotto e una tutela assoluta del consumatore e delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garofalo. Ne ha facoltà.
VINCENZO GAROFALO. Signora Presidente, il gruppo parlamentare Area Popolare voterà a favore della risoluzione presentata in merito alla relazione sulla contraffazione nel settore della mozzarella di bufala campana, approvata all'unanimità dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo nella seduta del 23 settembre 2015. Il settore della produzione della mozzarella di bufala costituisce un importante punto di riferimento per lo sviluppo della nostra economia agricola, soprattutto in regioni del nostro Paese come la Campania. La mozzarella di bufala è infatti uno dei prodotti di eccellenza della nostra gastronomia, il più importante marchio a denominazione di origine protetta del centro-sud d'Italia, una filiera di produzione che va favorita e tutelata e che determina centinaia di milioni di euro di fatturato. Il prodotto è inoltre riconosciuto ed esportato in tutto il mondo e soprattutto commercializzato in Francia, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Svizzera e Giappone. Molte nostre aziende infatti sono cresciute in termini esponenziali e si sono aperte a nuovi mercati rendendo necessario, come vedremo in seguito, un intervento compatto a difesa delle produzioni certificate che rappresentano l'eccellenza del made in Italy a tavola. La Commissione ha svolto pertanto un lavoro utile, rilevando le problematiche Pag. 92inerenti a tutte le fasi della produzione di questo prodotto ed evidenziando i possibili rimedi contro la sua contraffazione e contro le frodi. Occorre rilevare innanzitutto come la prospettiva di crescita per questo settore sia notevole e come infatti risulti opportuno conciliare le esigenze della sua espansione al fine di favorire l’export con quella di agevolare un'attività orientata alla qualità che in ogni caso dovrebbe avere il carattere dell'artigianalità. A questo punto è necessario fare riferimento alla relazione della Commissione, che evidenzia le problematiche più importanti del settore e propone una serie di rimedi per avere un prodotto di qualità e salvaguardare al contempo i produttori onesti. In primo luogo occorre sottolineare alcune soluzioni proposte dalla Commissione relative al carattere di stagionalità della mozzarella di bufala, infatti il disciplinare della mozzarella di bufala campana DOP esclude l'impiego di latte congelato utilizzato pertanto per produrre prodotti diversi come la ricotta a prezzi notevolmente contenuti. È quindi necessario consentire un'appropriata politica di destagionalizzazione della lattazione delle bufale, onde aumentare la produzione di latte nel periodo di maggiore domanda del mercato e non avere eccedenze invernali da congelare. Occorre inoltre adottare una tutela piena nelle diverse fasi di produzione e di commercializzazione affinché il prodotto finito possa essere destinato ai consumatori con tutte le peculiarità e le tipicità che caratterizzano questa eccellenza agroalimentare, conosciuta, come detto, in tutto il mondo. In tale contesto, va sottolineata innanzitutto l'importanza della tracciabilità del prodotto, indispensabile questa tracciabilità, per pervenire ad un prodotto originale e di qualità, anche perché questo rappresenta una forma di tutela sia per il consumatore finale sia per coloro che producono la mozzarella di bufala in modo onesto, seguendo le specifiche norme poste alla sua tutela. Ciò a vantaggio di questi produttori, che sono la maggioranza nel nostro Paese e che vanno pertanto tutelati, perché offrono un prodotto sano, ricco di proprietà.
Appare pertanto indispensabile operare per fare conoscere ai consumatori del prodotto i rischi per la salute che possono derivare dall'impiego del latte o della cagliata non in possesso dei requisiti richiesti dalla legge per il confezionamento del prodotto e derivanti da frodi alimentari o da fenomeni di contraffazione.
La protezione del consumatore, infatti, rappresenta un punto qualificante del documento redatto dalla Commissione. Vanno quindi favorite campagne di comunicazione che rilevino i rischi della commercializzazione della mozzarella di bufala di basso prezzo e di bassa qualità, che finiscono per danneggiare sia i consumatori sia quei produttori che utilizzano invece al meglio e nel rispetto delle norme vigenti tutti gli ingredienti necessari alla produzione di questo alimento.
Si è ampliato a dismisura, infatti, un fenomeno di particolare gravità, diffuso specie nei mercati esteri, fenomeno che si basa sulla commercializzazione di confezioni di mozzarella recanti indicazioni false o fallaci in merito alla sua origine, anche attraverso l'apposizione di simboli o confezionamenti che richiamano, senza averne le caratteristiche, la qualità della mozzarella italiana. Questi prodotti inoltre sono venduti a prezzi molto bassi, arrecando ulteriori danni anche di carattere economico ovviamente e favorendo azioni di concorrenza sleale.
Sempre nell'ottica di favorire il consumatore, è necessario per configurare un'etichetta chiara e riconoscibile, proprio perché chi acquista possa essere messo in condizioni di scegliere, con tutti gli opportuni riferimenti, la vera mozzarella di bufala.
Questa precisa indicazione avrebbe senza dubbio effetti utili sui prodotti DOP e soprattutto per gli allevatori italiani, visto che il nostro latte è in competizione sul mercato con il latte fresco, congelato e in polvere proveniente da tutto il mondo a prezzi molto bassi.Pag. 93
È necessario quindi adottare iniziative dirette ad istruire il consumatore, anche attraverso campagne di stampa e di sensibilizzazione mirate, proprio perché non cada nell'errore di utilizzare prodotti di scarsa qualità.
È utile inoltre ricordare l'importanza dell'implementazione dei sistemi di controllo. Occorre pertanto valutare bene l'introduzione di un sistema di controllo ancora più efficace ed efficiente, che elimini anche possibili conflitti di interesse.
È necessario altresì favorire lo sviluppo di questo settore di produzione, che deve in ogni caso conservare il carattere dell'artigianalità che ha portato al riconoscimento europeo del prodotto.
È quindi indispensabile intervenire al fine di salvaguardare i piccoli produttori di mozzarella di bufala, operatori che più subiscono la crisi economica e sociale che ha colpito il nostro Paese, subendo inoltre la concorrenza dei caseifici industriali.
Altra problematica da affrontare e da risolvere è quella relativa al necessario equilibrio che vi deve essere tra la produzione casearia e gli allevatori, ove la mancanza di una giusta remunerazione per gli allevatori potrebbe comportare una riduzione notevole della produzione di latte italiano e l'importazione di latte estero a basso costo.
Occorre pertanto adottare tutte le misure elencate nella relazione della Commissione, che costituisce un punto di riferimento significativo per la tutela di questo prodotto.
Se dunque le misure che abbiamo elencato saranno applicate con la massima serietà, ci troveremo di fronte ad uno sviluppo sostenibile di questo settore, salvaguardando anche i piccoli produttori, che offrono un prodotto artigianale di qualità, legato alla tipicità del territorio.
L'importanza di avere nel nostro Paese prodotti DOP come la mozzarella di bufala campana costituisce senza ombra di dubbio grande importanza per l'economia e l’export delle nostre aziende, che stanno superando un difficile momento, dovuto ad una crisi economica e sociale senza precedenti.
L'esportazione di prodotti agroalimentari di qualità come la mozzarella di bufala ha consentito alle nostre aziende di rimanere sul mercato ed ha anche sostenuto il nostro Paese in un momento estremamente difficile per l'economia italiana.
Solo adottando le misure che abbiamo elencato, dunque, si potranno tutelare i nostri prodotti anche fuori dei confini nazionali, dove il mercato cresce ma offre spesso prodotti contraffatti, che mettono in serio pericolo i nostri prodotti, certamente dotati di una qualità superiore.
Per tutti questi motivi, ribadiamo il voto favorevole del gruppo di Area Popolare alla risoluzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.
FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. La scelta della Commissione di approfondire il tema relativo alla contraffazione nel settore della mozzarella di bufala trae spunto dalle caratteristiche di eccellenza di tale prodotto della filiera lattiero-casearia italiana, che trova nella storia agroalimentare nazionale il suo più alto riconoscimento.
Un lavoro secolare, che ha fondato la sua solidità sulla passione, la competenza, l'ingegno di agricoltori ed allevatori, ha saputo conservare intatto il valore di una tradizione culturale: tutti questi elementi si ritrovano nella mozzarella, alimento orgoglio del made in Italy nel mondo.
L'intero comparto lattiero-caseario è stato colpito negli anni da vicende serie e preoccupanti, che hanno visto particolarmente coinvolti e danneggiati i produttori della mozzarella di bufala campana DOP.
Negli ultimi anni si sono verificati molti casi di contraffazione, che hanno compromesso la qualità della mozzarella attraverso l'impiego di cagliate congelate provenienti dall'estero, con l'obiettivo di poter differire nel tempo l'uso del latte nel processo di elaborazione della mozzarella, arrecando un grave nocumento ai consumatori e a chi produce onestamente e in qualità.Pag. 94
Ad essere interessati da comportamenti fraudolenti sono le mozzarelle tout court, tanto bovine che bufaline, in troppe occasioni immesse sul mercato con segni, simboli diretti a richiamare l'attenzione del consumatore sull'origine italiana o sul carattere fresco dei prodotti tipici della tradizione italiana, ottenuti invece con l'utilizzo di latte estero congelato.
Si pensi al caso della mozzarella blu, che ha portato al sequestro di 70.000 mozzarelle realizzate da una società tedesca e vendute con nomi propriamente italiani, che presentavano una particolare colorazione, dovuta alla presenza di un batterio nell'acqua di refrigerazione, a dimostrazione che si trattava di prodotti realizzati con latte congelato.
A tali episodi si sono aggiunti fatti ancora più preoccupanti, direttamente coinvolgenti la salute delle persone e degli animali: ad esempio, nel 2013 la procura antimafia di Napoli ha avviato un'inchiesta che ha visto coinvolti 114 indagati, sono stati richiesti 87 arresti ed il sequestro di 34 opifici per frode ed altri reati nella vendita; i NAS dal 2006 al 2010 hanno accertato che molti caseifici del circuito della mozzarella DOP utilizzavano latte proveniente da aree DOP, ma un latte congelato e tenuto in deposito in apposite celle frigo industriali, al fine di far fronte alla maggior richiesta di mozzarella nei mesi primaverili ed estivi, in violazione del disciplinare di produzione, che prevede l'uso di latte fresco entro 60 ore dalla mungitura.
Altro fenomeno contraffattivo di particolare dannosità è rappresentato dalla messa in circolazione di confezioni di mozzarelle che violano i marchi DOP o recano indicazioni false e fallaci sull'origine, sfruttandone la qualità, l'apprezzamento e la notorietà commerciale, ma vendendole a prezzi ribassati. In questo caso si parla di agropirateria.
Altro fenomeno frequente di contraffazione, essenzialmente all'estero, è rappresentato dalle pratiche del cosiddetto Italian sounding, con il quale si indicano le pratiche di produzione e commercializzazione di prodotti contenenti una falsa evocazione dell'italianità del prodotto, senza tuttavia realizzare una fraudolenta utilizzazione o falsificazione di segni distintivi di prodotti di aziende italiane, ma utilizzando nomi, simboli, colori, imitazioni, denominazioni geografiche, utilizzo di immagini, etichette che evocano l'italianità dei luoghi di origine della materia prima, della ricetta, del processo di produzione, ma che sono comunque idonei a far ritenere erroneamente ai consumatori un'origine italiana del prodotto, che invece non lo è.
Le indagini eseguite dai NAS di Napoli, denominate Somatos e Oro bianco, coordinate dalla Direzione antimafia di Napoli, hanno poi permesso di riscontrare in 47 aziende zootecniche bufaline l'utilizzo sugli animali di ormoni della crescita vietati dalla legge, importati illegalmente dalla Corea e dalla Svizzera, per favorire l'aumento fraudolento della lattazione ed un largo impiego di terapie farmacologiche, con uso di antibiotici ed altri farmaci veterinari di provenienza illecita, senza rispettare i previsti tempi di sospensione.
In estrema sintesi, la relazione richiama il Governo, il Parlamento, le amministrazioni, anche quelle locali, ad operare in maniera sinergica, ognuna per le parti di propria competenza, sulla base delle seguenti proposte. Una soluzione relativa al carattere di stagionalità della mozzarella di bufala. Questo è un fatto molto importante; infatti, il fabbisogno di latte dei mesi estivi, legato alla richiesta straordinaria di mozzarella, spinge i produttori, se lo vogliono, a rifornirsi della materia prima anche attraverso forme illecite, importando latte o cagliate dall'estero a prezzi irrisori, utilizzando latte congelato durante l'inverno. Potrebbe allora essere consentita un'appropriata politica di destagionalizzazione della lattazione delle bufale onde aumentare la produzione di latte nel periodo di maggiore domanda del mercato e non avere eccedenze invernali da congelare.
Una piena applicazione dei sistemi di tracciabilità. In modo particolare, il nostro gruppo è sensibile a questo tema. Da quanto emerso nell'inchiesta, occorre migliorare, rendendo effettiva e assoluta, la Pag. 95performance della tracciabilità, passando dalle forme volontarie a quelle obbligatorie, prevedendo adeguate sanzioni fin da subito. Pochi ancora sono gli incroci dei dati tra le forze di polizia per le conseguenti attività di verifica e di controllo, indispensabili ai fini di un corretto sistema, sia premiale che sanzionatorio. Inoltre, una tutela della denominazione d'origine e dell'indicazione di provenienza geografica. La continua messa in circolazione di confezioni di mozzarella con indicazioni false e fallaci sull'origine che vivono i marchi ovvero evocano un'erronea origine, richiamando simboli italiani, per cui un prodotto viene venduto a prezzi molte volte ribassati, non solo lede l'immagine del nostro Paese, ma causa danni economici rilevanti ai produttori che operano onestamente.
È indispensabile, in sede di tutela penale, operare una razionalizzazione dell'apparato sanzionatorio, anche nel senso di prevedere sanzioni interdittive delle autorizzazioni all'esercizio, anche temporaneo, di attività di impresa per le aziende che operano illegalmente, per tutelare proprio le imprese che operano invece onestamente, ampliando anche le misure di carattere preventivo, secondo le linee guida indicate nella relazione che oggi siamo chiamati a discutere e, possibilmente, ad approvare. Infatti, sulla base di queste considerazioni, il gruppo di Sinistra Italiana esprime il suo voto favorevole e chiede al Parlamento di approvare la relazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Intanto, ringrazio la Commissione anticontraffazione, che ha voluto affrontare questa tematica: non è assolutamente usuale. Parliamo della terza DOP italiana, della prima del Mezzogiorno; parliamo di un prodotto che non solo ha una straordinaria capacità evocativa di territori, non solo è un biglietto da visita importante nei mercati internazionali, ma rappresenta un elemento importante dal punto di vista valoriale, dal punto di vista del modello di prospettiva agricola del nostro Paese. Rappresenta, cioè, non soltanto i 600 milioni di fatturato, e questo già dovrebbe dirla lunga per le attenzioni necessarie ad una filiera così delicata, che risiede in un'area ad alta criticità e che pur misura straordinari successi di mercato in Italia e all'estero, nonostante non sempre sia protetta sui mercati internazionali da quell’italian sounding che tanti danni fa al prodotto nazionale e tanti danni fa anche a questo prodotto.
Ma rappresenta un altro elemento, forse un PIL più importante: quello valoriale, quello territoriale, quello che interpreta un modello di agricoltura legato ai territori, capace di sentire la storia, la vivacità, le passioni, gli interessi di un territorio, farne prodotto e far sì che quel prodotto, attraverso la capacità evocativa, attraverso l’appeal, rappresenti un elemento centrale dal punto di vista colturale e culturale.
Attraverso la risoluzione presentata, devo dire anche utilmente e significativamente rimaneggiata dal Governo, che ha dedicato un'attenzione davvero speciale, oserei dire unica, a questa materia – immagino e sono certo che medesima attenzione sarà dedicata sul fronte della tutela e della valorizzazione del prodotto, e non solo sullo scritto, che mi pare sia stata particolare – abbiamo provato a lavorare su questo fronte, partendo da alcuni punti cardine, da alcuni punti fermi: implementare l'azione di controllo, consentire alle forze dell'ordine maggiore certezza e al sistema dei controlli maggiore certezza nelle attività di controllo, dalla stalla al consumatore, provare a mettere in campo una procedura di tracciabilità assoluta, che garantisca il consumatore in quella opportunità che è unica, il desiderio, cioè, di scegliere e ottenere esattamente ciò che vuole.
Ma questo è possibile ottenerlo soltanto attraverso una chiara, inequivoca, facilmente leggibile etichettatura. Sono sollecitazioni Pag. 96tutte dentro la risoluzione e sono sollecitazioni tutte che vanno in una medesima direzione: quella di preservare, cioè, il carattere di artigianalità di questo prodotto – d'altronde, la DOP di per sé rappresenta questo carattere di artigianalità –, ma intanto non chiudersi ai nuovi mercati, intanto non chiudere la prospettiva di questo straordinario prodotto, capace di vincere, con la sua capacità evocativa, le sfide dei mercati. Qual è l'agricoltura che noi vogliamo leggere attraverso questo prodotto e questa filiera ? Un'agricoltura legata al territorio, capace di far consumare quel prodotto sul territorio, quindi capace di essere anche attrattiva dal punto di vista turistico, enogastronomico, ma anche capace di far giungere quei prodotti a migliaia di chilometri di distanza, in condizioni di salubrità, in condizioni di qualità e, soprattutto, in condizioni di competitività sui mercati.
Su questo fronte abbiamo provato a ragionare con tutti i gruppi e devo dire l'apprezzamento a tutti i gruppi che hanno contribuito, ognuno da par suo, perché si giungesse ad un testo unitario e a un testo che sollecita non soltanto l'attenzione alla filiera mozzarella di bufala campana DOP, ma a questo modello di sviluppo, a questo modello di sviluppo agricolo. Per questa ragione, ho motivo di ringraziare i colleghi della Commissione e il Parlamento, che hanno voluto offrire una pagina particolare. Non è usuale che il Parlamento si occupi della mozzarella di bufala campana DOP: è la prima volta che lo fa con tanta solennità, evidentemente perché si è compreso che, accanto alle grandi questioni normative del sistema del nostro Paese, occorre la concretezza rispetto a questioni che riguardano la vita di chi si alza ogni mattina alle quattro del mattino, anche nei giorni festivi, e garantisce che quel prodotto, quel prodotto di alta gamma, di alta qualità, continui a giungere per essere lavorato nei caseifici e continui, poi, a giungere sulle nostre tavole per essere gustato e per essere apprezzato.
È quell'agricoltura positiva a cui noi facciamo riferimento, ma è anche quell'agricoltura che continua a generare nuovo lavoro, sviluppo, occupazione, e anche una condizione etica, una condizione morale, che indica come sia possibile lavorare nel rispetto e nella tutela dell'ambiente con una condizione di sostenibilità ambientale alta, ma guardando anche all'utile ed al profitto che deriva dal mercato. Ho per questo ragione di ritenere che il mio gruppo voterà con piacere a favore della risoluzione presentata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Filippo Gallinella. Ne ha facoltà.
FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente. La mozzarella di bufala campana DOP – è già stato detto – è la terza DOP legata al settore lattiero-caseario più importante, ma, differentemente dal Grana Padano o dal Parmigiano Reggiano, è un prodotto fresco, e la freschezza, appunto, la lavorazione del latte entro le 60 ore, ci apre scenari di difficoltà di gestione importanti che bisogna affrontare sia dal punto di vista della logistica, che dal punto di vista della distribuzione e dal punto di vista della lavorazione, perché, ad esempio, è stato detto, il latte ha una produzione che è piuttosto costante, al di là dei mesi invernali, però, i consumi principali si fanno nel momento estivo, ovviamente. Si tratta di un latte che ha un valore importante, perché si parla di 1,60 euro al litro, contro, magari, i 40 centesimi, qualche volta, del latte vaccino, ma anche meno, quindi è chiaro che chi vuole fare il furbo, miscelando il latte, lo fa per un interesse proprio dal punto di vista economico, anche se oggi tramite i controlli, anche per piccole percentuali di latte non idoneo al circuito DOP per la mozzarella di bufala, si può intervenire. Da qui la richiesta e la spiegazione all'interno della relazione del fatto che non bisogna abbassare, mai, la guardia sui controlli, le risorse necessarie a tutelare il settore vanno mantenute, se non aumentate, visto che il mercato, fortunatamente, è in crescita, almeno così i dati ci mostrano negli ultimi anni, e anche i furbi sono in crescita, per questo bisogna essere attenti e precisi.Pag. 97
Il marchio ricorda nel mondo, appunto, l'artigianalità e l'italianità e su questo noi non dobbiamo mai abbassare la guardia e dobbiamo difenderci, anche, da trattati internazionali come il TTIP che rischiano di omogeneizzare i prodotti. Su questo il nostro gruppo è piuttosto critico, però, al di là di questo aspetto, la mozzarella di bufala è un prodotto che va tutelato. La relazione, appunto, descrive in maniera puntuale quali sono quegli indirizzi che il Governo dovrebbe intraprendere, anche se, diciamo, il lavoro di limatura è stato forse un po’ troppo profondo, e a questo punto aggiungo solo, prima di concludere, Presidente, che i consorzi fanno un'azione importante nella difesa del prodotto; per questo le risorse destinate a tutti i comparti, compreso quello della mozzarella di bufala, e il sostegno alla lotta giuridica contro la contraffazione e le frodi non soltanto in sede nazionale, ma anche internazionale non devono essere abbassati. Il nostro gruppo ha sottoscritto la risoluzione, voterà favorevolmente, con l'auspicio della più ampia tutela del made in Italy, dell'artigianalità e della non omologazione con prodotti dei numeri, perché l'Italia è forte perché è artigianale, con numeri anche piccoli, e noi dobbiamo puntare su questo, perché, con la stessa quantità di lavoro, valorizzare un prodotto permette a tutta la filiera – produzione, grande distribuzione, piccoli o medi commercianti – di poter ricavare reddito, in un mondo che, ahimè, la globalizzazione ha reso competitivo in maniera scorretta e rischia purtroppo di far chiudere aziende e, quindi, di far perdere quelle tipicità che sono caratteristica essenziale dell'Italia. Su questo il MoVimento 5 Stelle continuerà la battaglia anche in altre sedi, perché la tutela del made in Italy e dell'artigianalità dell'Italia è la forza dell'Italia. Per questo voteremo favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Colomba Mongiello. Ne ha facoltà.
COLOMBA MONGIELLO. Signora Presidente, colleghi deputati, la scelta della Commissione d'inchiesta sul fenomeno della contraffazione, di esaminare approfonditamente il settore della mozzarella di bufala, dopo il voto unanime dell'Aula sulla filiera dell'olio d'oliva, trae spunto dalle sue caratteristiche di eccellenza e dal riconoscimento giustamente assegnatogli nella storia agroalimentare nazionale.
PRESIDENTE. Colleghi, si può abbassare il tono della voce, per favore ? Per favore, se è possibile continuare...
Prego, deputata.
COLOMBA MONGIELLO. Questo prodotto è il frutto di un lavoro secolare, fondato sulla passione, la competenza, l'ingegno di agricoltori e allevatori. È soprattutto grazie a loro che si è conservato intatto il valore di un alimento orgoglio del made in Italy nel mondo. La mozzarella di bufala è acquistata dal 52 per cento delle famiglie italiane e il suo valore di mercato in Italia, dove si vende il 73 per cento della produzione, supera il miliardo di euro. Voglio ricordare ai colleghi che la mozzarella di bufala è il formaggio più venduto al mondo, con un incremento, quest'anno, del 4,7 per cento del valore dell’export dell'agroalimentare. Il prodotto è però caratterizzato da una tendenziale stagionalità, con picchi produttivi nei mesi estivi.
Viceversa, la produzione del latte di bufala si concentra nei mesi invernali e primaverili, facendo emergere il problema dell'uso di materia prima straniera o di prodotto congelato nella preparazione della mozzarella, in violazione del disciplinare di produzione. Altra evidenza emersa nel corso delle audizioni è che, a fronte dell'aumento della produzione di mozzarella, il prezzo del latte di bufala alla stalla è diminuito; il latte di bufala, nel 2015, è stato pagato allo stesso prezzo del 1992, quando i costi di produzione erano circa un terzo rispetto a quelli odierni. Esiste un'evidente sperequazione nella distribuzione del reddito lungo la filiera; gli allevatori alimentano i fatturati crescenti dei grandi caseifici industriali, il Pag. 98successo commerciale della mozzarella determina anche il moltiplicarsi dei contratti con gli allevatori disdettati da caseifici, indebolendo il sistema allevatoriale. Se questa tendenza continuasse si favorirebbe, inevitabilmente, la costituzione di megaziende agricole con stalle annesse alle filiere industriali. La DOP Mozzarella di Bufala Campana beneficia in ambito UE della protezione garantita dall'articolo 13 del regolamento (UE) n. 1151/2012 con particolare riferimento all'istituto dell'evocazione. Il doppio piano di tutele garantito dall'inserimento dell'abbreviazione «DOP» per la mozzarella di bufala e «STG» per la mozzarella con latte vaccino nell'etichettatura delle produzioni conformi ai rispettivi disciplinari non è valso, purtroppo, ad impedire la continuità di un uso distorto dell'indicazione merceologica «mozzarella». È evidente a tutti che la diffusione di un prodotto che millanta il credito che la mozzarella di bufala sia DOP o STG, surrogando, invece, l'utilizzo di materie non sempre adeguate, spesso in stato di congelazione, danneggi gravemente le imprese costrette a subire concorrenza sleale in termini di costi di produzione sul mercato. La corretta tracciabilità del latte di bufala, sia esso proveniente dall'area DOP sia da altre aree per il prodotto non DOP può costituire un serio argine al fenomeno della contraffazione, scelta rafforzata dalla decisione del Governo di procedere rapidamente all'etichettatura di latte e formaggi. Etichettare, tracciare garantisce i consumatori sulla salubrità di ciò che mangiano, così come offre ai produttori di latte cagliato un'opportunità di valorizzare la materia prima nel ciclo industriale. Nel libero mercato – lo dico sempre – ciascuno è libero di acquistare ciò che vuole, al prezzo che ritiene più conveniente, a nessuno, però, deve essere consentito di ingannare gli acquirenti con etichette che spacciano per made in Italy una mozzarella di bufala ottenuta da cagliate rumene, tedesche e così via.
La decisione del Governo indica con chiarezza che l'Italia intende tutelare il proprio patrimonio agricolo e agroalimentare, una ricchezza economica e un presidio di salubrità che altri, di interessi, stanno provando ad impoverire. Tant’è vero che in Commissione abbiamo preso atto dell'incremento dei casi di contraffazione determinati dall'impiego di cagliate congelate o provenienti dall'estero, recando un grave danno ai consumatori e a chi produce onestamente e in qualità. La causa del fenomeno è da individuare nel basso costo della cagliata di importazione, tanto basso da far ritenere che il prodotto sia ottenuto, non con latte fresco, bensì in polvere; andrebbe perciò indicata tra gli ingredienti la cagliata utilizzata per la produzione di mozzarella, in modo da configurare un'etichetta trasparente per il consumatore che dovrebbe essere messo in condizione di scegliere e non dovrebbe trovare sempre e solo un'etichetta generica che indichi: latte, sale e caglio. Durante le audizioni è stata avanzata la proposta di definire un'appropriata politica di destagionalizzazione della lattazione delle bufale, in modo tale da aumentare la produzione di latte nel periodo di maggiore domanda del mercato, vale a dire l'estate, e da non avere eccedenze invernali da congelare. Anche a tale scopo sarebbe opportuno che sia portato a conclusione, una volta per tutte, il dibattito tra gli operatori del settore e le istituzioni, sulle modifiche del disciplinare di preparazione della mozzarella di bufala, in particolare sul vincolo delle sessanta ore dalla mungitura per l'impiego del latte bufalino ai fini della preparazione della mozzarella.
Altro fenomeno contraffattivo che voglio far presente all'Aula è rappresentato dalla messa in circolazione, in Italia e all'estero, di confezioni di mozzarella che violano i marchi DOP e recano indicazioni false o fallaci sull'origine, richiamando in maniera evocativa i simboli italiani e la qualità tradizionale della mozzarella italiana, sfruttandone la qualità, l'apprezzamento, la notorietà commerciale, ma vendendola a prezzi ribassati.
Meno rischioso sotto il profilo sanitario ma ugualmente dannoso economicamente è l’italian sounding, con cui si indicano le pratiche di produzione e commercializzazione Pag. 99di prodotti contenenti una falsa evocazione dell'italianità senza però scadere nella frode vera e propria, come quella prodotta negli Stati Uniti, vale a dire: con il latte del Wisconsin è commercializzata mozzarella di bufala campana. Anche per arginare questo fenomeno occorre garantire agli operatori del settore e alle istituzioni chiamate ad effettuare i controlli l'immediata conoscenza del numero dei caseifici operanti in regime di DOP, del numero degli allevatori aderenti, di quanta produzione di latte bufalino sia tracciato fuori e dentro l'area DOP, per determinare con sicurezza la reale capacità produttiva del settore.
Andrebbe inoltre potenziata la piattaforma informatizzata, acquisendo tutti i dati in possesso degli stakeholders che partecipano al sistema di produzione, diffusione e degustazione del prodotto. In sede di tutela penale è indispensabile operare una razionalizzazione dell'apparato sanzionatorio, prevedendo sanzioni interdittive delle autorizzazioni all'esercizio dell'attività di impresa per le aziende che operano illegalmente, ampliando le misure di carattere preventivo, così come si è fatto nella legge «salva olio» con le intercettazioni e l'associazione a delinquere. E al fine di garantire l'eccellenza della mozzarella di bufala campana, due principi: il primo, preservarne il carattere di artigianalità; il secondo, scegliere un modello di sviluppo razionale per la filiera di mozzarella di bufala campana DOP.
La sfida è, quindi, conciliare le esigenze di espansione della quantità prodotta con la produzione orientata alla qualità, proponendo un modello di territorio che si affaccia e si apprezza sui mercati internazionali per l'autenticità di un'agricoltura basata sul rapporto con il territorio, il lavoro generazionale dell'uomo che coltiva questa tradizione secolare. Per questo esprimo a nome del Partito Democratico il voto favorevole alla relazione della Commissione anticontraffazione e alla risoluzione di Paolo Russo ed altri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Monica Faenzi. Ne ha facoltà.
MONICA FAENZI. Presidente, volevo soltanto annunciare il voto favorevole di ALA e chiedere di poter consegnare la mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Giovanna Petrenga. Ne ha facoltà.
GIOVANNA PETRENGA. Presidente, intervengo anch'io per, innanzitutto, ringraziare la Commissione per l'ottimo lavoro svolto e per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia.
Presidente, chiedo di poter consegnare il testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Russo, Catania, Cenni, Garofalo, Fantinati ed altri n. 6-00246, su cui il Governo ha espresso parere favorevole subordinatamente ad una proposta di riformulazione accettata dal presentatore. Si intende, sempre con l'assenso del presentatore, che le parti su cui il rappresentante del Governo ha espresso parere contrario sono espunte dal testo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Marroni, Abrignani, Bonafede, Crippa, Civati, Ginoble, Farina, Misuraca, Gitti, Censore, Petraroli.Pag. 100
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 387
Votanti 385
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato sì 385.
La Camera approva (Vedi votazioni).
Avverto che, a seguito dell'approvazione della risoluzione Russo, Catania, Cenni, Garofalo, Fantinati ed altri n. 6-00246 nel testo riformulato, risulta assorbito il secondo capoverso degli impegni della risoluzione Ciracì e Palese n. 6-00247, come riformulata dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, per le parti non assorbite, sulla risoluzione Ciracì e Palese n. 6-00247, su cui il Governo ha espresso parere favorevole subordinatamente ad una proposta di riformulazione accettata dal presentatore.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Gioia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 382
Votanti 379
Astenuti 3
Maggioranza 190
Hanno votato sì 304
Hanno votato no 75.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(La deputata Albanella ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).
Trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge.
PRESIDENTE. Comunico che la VII Commissione (Cultura) ha chiesto, con le prescritte condizioni, a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento, il trasferimento alla sede legislativa della seguente proposta di legge:
Carocci ed altri: «Modifica al decreto legislativo 10 aprile 1948, n. 421, ratificato, con modificazioni, con legge 5 marzo 1957, n. 104, riguardante la destinazione e l'alienabilità dell'ex collegio di Villa Lomellini, assegnato in proprietà al comune di Santa Margherita Ligure» (2572) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).
La Presidenza, acquisito l'assenso di tutti i gruppi, derogando al termine di cui al comma 1 dell'articolo 92 del Regolamento, ne propone l'assegnazione in sede legislativa alla VII Commissione (Cultura).
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito (Così rimane stabilito).
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame delle mozioni concernenti iniziative volte a favorire l'accesso agli studi universitari è rinviato alla prossima settimana, e sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta di martedì 28 giugno, dopo il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli interventi degli investitori in banche in liquidazione.
Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori (ore 18).
COSIMO LATRONICO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COSIMO LATRONICO. Signora Presidente, suo tramite vorrei richiamare l'attenzione del Governo per rispondere a una serie di atti di sindacato ispettivo, per intervenire, senza indugiare, sull'operato della società SOGIN, un'agenzia che opera nel settore nucleare, e sulle sue società Pag. 101controllate, che soffrono una paralisi operativa a causa di un conflitto ormai pubblico che oppone il presidente, l'amministratore delegato e il consiglio d'amministrazione.
Nell'ottobre del 2015, l'amministratore delegato mise a disposizione il suo mandato in una lettera inviata al Ministero vigilante, cioè al MEF. Poco dopo, il consiglio d'amministrazione revocò gran parte delle deleghe all'amministratore delegato. Le attività sono, attualmente, sostanzialmente bloccate, sia quelle che riguardano la decommission, che quelle che riguardano le attività legate al sito unico nucleare nazionale.
Tutto questo, signor Presidente, ha una ripercussione negativa in un settore delicatissimo, quello nucleare. La paralisi di un progetto industriale e ambientale ha conseguenze rilevanti sul piano occupazionale, sul piano della sicurezza del nostro Paese, e ci espone ad una sanzione per l'infrazione di norme europee, a causa del mancato adempimento nella realizzazione del sito unico nazionale.
Confido nella sua iniziativa perché il Governo, rispondendo agli atti di sindacato ispettivo, si adoperi e venga a riferire all'Aula.
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Presidente, nell'ultimo numero de l'Espresso vi è un ampio servizio denominato «Casta per sempre». È un servizio che, se non lo avete letto, vi invito, cari colleghi deputati, ad andare a leggerlo, e su cui, purtroppo, non vi è stata nessuna replica da parte dell'ufficio stampa della Camera e del Senato.
In particolare, vi è un'ampia rassegna dedicata all'assistenza sanitaria integrativa. Si evidenziano una serie di prestazione discutibili di chirurgia plastica, di depresso-terapia, di trattamenti shiatsu, al fine di scatenare una reazione popolare nei confronti di questi privilegiati, i deputati e i senatori. Naturalmente il giornalista evita di parlare quello che prevede l'assistenza sanitaria integrativa per i giornalisti.
La realtà è molto diversa: i deputati versano, e questo lo vorrei dire a l'Espresso, visto che nessuno l'ha fatto, 524,66 centesimi di euro al mese, pari a 6.270 euro l'anno. In cambio di questi circa 6.300 euro all'anno, tanti deputati, io tra questi, ne ricevono in cambio alcune centinaia per alcune prestazioni sanitarie. Con questo versamento, di questa entità, qualunque assicurazione privata darebbe rendimenti molto più alti, e infatti la Camera, avendo studiato il suo bilancio, ci guadagna da questo fondo per l'assistenza sanitaria integrativa.
Mi chiedo: primo, onde evitare strumentalizzazioni, perché i questori non tolgono dal prontuario delle prestazioni quelle un po’ più discutibili di chirurgia plastica o prestazioni che potrebbero benissimo essere evitate. Secondo, perché non si abolisce; sarebbe meglio abolirlo. L'unica obiezione a questa abolizione è che, siccome io voglio far risparmiare la Camera, accetto il fatto di partecipare a questo fondo. La Camera, in tre anni, ha fatto risparmiare 223 milioni di euro al bilancio dello Stato. In tre anni ha restituito 50 milioni ad anno: 150 milioni. In più ci sono i risparmi di 10 milioni nel 2013, di 28,3 milioni nel 2014, di 34,7 milioni nel 2015, che, sommati ai 150 milioni, fanno 223 milioni di euro, e quest'anno faremmo la stessa cosa.
Allora io mi chiedo: ma perché non si ha il coraggio, da parte della Camera e del Senato, di rispondere colpo su colpo a questi attacchi vergognosi all'istituzione parlamentare (Applausi) ?
GIULIA DI VITA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIULIA DI VITA. Grazie Presidente. Salvatore Crispi è stato per Palermo, e la Sicilia intera, un solido e illuminante punto di riferimento per i diritti delle persone disabili. La sua scomparsa, esattamente un anno fa, ci ha lasciato come Pag. 102orfani. Salvatore, presidente del coordinamento H Asso-Sicilia, infatti, aveva la rara dote, tra le altre, di saper fare rete e unire diverse realtà associative e cittadine verso un unico obiettivo. Questo ha permesso, a chi vive la disabilità in Sicilia, di potere dialogare con le istituzioni e fare sentire la propria voce.
Tra i risultati più importanti, ricordo l'approvazione nel 2006, nella regione siciliana, del piano triennale per le persone disabili, purtroppo ancora inattuato, dopo ben dieci anni, e per il quale abbiamo presentato una mozione all'assemblea regionale siciliana a firma Giorgio Ciaccio. Anche la nostra attività, qui in Parlamento, si è ispirata alle sue battaglie a favore di chi in condizioni già difficili sta peggio degli altri, come per esempio, la revisione del calcolo dell'ISEE, il contrasto ai falsi invalidi, l'applicazione della legge quadro n. 328 del 2000, tuttora inattuata, l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza. Pensiamo infatti che il miglior modo per onorare la memoria di chi ha fatto della propria vita quasi una missione sia fare in modo che quei sogni possano finalmente diventare realtà. Grazie Salvatore, è un onore a portare avanti le tue idee (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Venerdì 24 giugno 2016, alle 9,30:
Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
S. 2362 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, recante disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione (Approvato dal Senato) (C. 3892).
La seduta termina alle 18,10.
TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO DELLE DEPUTATE MONICA FAENZI E GIOVANNA PETRENGA (DOC. XXII-bis, N. 5)
MONICA FAENZI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi ! Dalla relazione finale della Commissione parlamentare d'inchiesta, che ha approfondito una serie di aspetti relativi alla contraffazione nel settore della mozzarella di bufala, emerge ancora una volta l'esigenza di potenziare i sistemi di difesa e di protezione, in favore di un prodotto d'eccellenza del panorama nazionale agroalimentare, che troppo spesso viene posto in vendita nei mercati nazionali ed internazionali, ma che in realtà, nulla a che fare, con la realtà produttiva nazionale, autenticamente legata al made in Italy.
Dal documento della Commissione anticontraffazione, che tutti i gruppi hanno votato all'unanimità, si evince infatti la necessità di garantire nei confronti del sistema sano della filiera, barriere di tutela per questo prodotto lattiero-caseario, che trova nella storia agroalimentare nazionale, il suo più adeguato riconoscimento, le cui infiltrazioni della criminalità organizzata, sono particolarmente diffuse e pervasive in tutta la filiera.
Non vi è dubbio che negli ultimi anni, siano state adottate nuove norme più stringenti e rigorose, a partire dal sistema della tracciabilità, nei confronti delle aziende zootecniche, attraverso il decreto attuativo del settembre 2014, introdotto al fine di realizzare un sistema che possa aiutare, tutelare e valorizzare l'intero comparto.
Ciononostante, permangono ancora diversi aspetti critici legati alle frodi della filiera della mozzarella di bufala campana, che specie nel periodo estivo, attraverso la Pag. 103grande distribuzione che movimenta il 50 per cento della produzione, si rinviene, attraverso un forte aumento della domanda del mercato.
Aggiungo inoltre, come la crisi economica e le problematiche relative alla «terra dei fuochi», hanno indebolito in Campania molti allevamenti zootecnici, alimentando le attività e le pratiche illecite da parte delle organizzazioni malavitose, utilizzando il congelamento del latte in maniera prolungata, oppure attraverso le frodi relative a prodotti mischiati con latte non DOP, con latte vaccino o addirittura con un altro tipo di latte.
Pertanto colleghi, occorre insistere e incrementare ancora di più, gli ambiti d'intervento, assicurando maggiore coerenza alla tutela delle frodi nei riguardi della filiera della mozzarella di bufala campana DOP, anche attraverso l'estensione dei casi di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, quale strumento di prevenzione contro la commissione di reati alimentari.
Le risoluzioni presentate, in particolare quella dei colleghi Russo e Catania, alla luce dei dati e delle informazioni raccolte nel corso dell'attività svolta dalla Commissione, in ci è emerso un quadro d'assieme sufficientemente chiaro sul fenomeno della contraffazione sul tema specifico relativo alla mozzarella di bufala e delle sue patologie, indicano una direzione condivisibile sulle misure da intraprendere.
Il Gruppo Alleanza liberalpopolare voterà quindi, certamente a favore delle risoluzioni presentate, nella convinzione della necessità di far entrare a pieno regime il sistema normativo della tracciabilità, passando dalle forme volontarie a quelle obbligatorie, anche prevedendo adeguate sanzioni fin da subito.
GIOVANNA PETRENGA. Signor Presidente, onorevoli Colleghi, la Commissione sulla contraffazione ci ha presentato un ottimo approfondimento sulle criticità emerse con riferimento al settore della mozzarella di bufala campana, tale produzione, che rappresenta un'eccellenza nazionale, è un marchio identificativo dei nostri prodotti gastronomici, conosciuto in tutto il mondo.
La mozzarella italiana è uno dei prodotti più imitati a livello internazionale, e in Italia la sua produzione è rigorosamente regolamentata, soprattutto distinguendo quella «semplice» da quella a denominazione origine protetta (DOP).
La necessità di tutelare le produzioni nazionali in ambito agroalimentare ha importanti risvolti anche in tema tutela della salute dei consumatori e di protezione della nostra filiera produttiva agricola, che si è dimostrata capace di mantenere una elevata commerciabilità anche in momenti di crisi economica.
Come risulta dalla Relazione, infatti, la mozzarella di bufala negli ultimi anni ha «dato un buon impulso al mercato, rappresentando l'alternativa più importante alla mozzarella vaccina tradizionale, sia per il suo valore alimentare, in quanto il latte fresco di bufala è molto più ricco in proteine, sia per la dinamica positiva della produzione e commercializzazione del segmento».
Purtroppo, gli avvenimenti degli ultimi anni, che hanno portato, tra l'altro, i nuclei antisofisticazione dei Carabinieri a scoprire sistematiche violazioni delle norme che regolano la produzione delle mozzarelle di bufala DOP, e a dover effettuare il sequestro di alcuni caseifici, dimostrano come sia importante mantenere sempre alta l'attenzione sul tema delle contraffazioni e degli illeciti nel settore alimentare. L'impiego di materiali scadenti o di terapie farmacologiche illecite, la violazione delle indicazioni geografiche tutelate e delle denominazioni d'origine, il mancato rispetto dei controlli, sono solo alcune delle problematiche che affliggono il settore e che mettono a rischio l'immagine di un prodotto che viene consumato dalla quasi totalità degli italiani.
La presente Relazione ci offre alcune utili linee d'intervento per realizzare quella che viene definita «un'adeguata architettura di base del sistema pubblico di supporto alle attività di allevamento, Pag. 104produzione e commercializzazione», con l'obiettivo di preservare l'eccellenza della mozzarella.
Riteniamo certamente condivisibili tali linee d'azione, come anche gli impegni contenuti nella Risoluzione di approvazione del documento in esame. Auspichiamo però un coinvolgimento attivo di tutti gli attori istituzionali preposti alla loro realizzazione affinché si possa tutelare il settore in modo efficace. Non abbiamo, infatti, sin qui visto un particolare attivismo del Governo, né rispetto alla protezione del nostro settore produttivo agroalimentare, né con riferimento alla difesa dei nostri prodotti d'eccellenza a livello internazionale. Noi, invece, riteniamo che quello della produzione agroalimentare sia un settore strategico della nostra economia e che sia necessario il massimo impegno in ambito nazionale e in ambito internazionale, e soprattutto comunitario, per preservarlo dagli abusi e dagli illeciti. Speriamo che questo documento possa dare impulso a tali attività e pertanto voteremo a favore della risoluzione.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Pdl 3828-A ed abb. - em. 1.50 | 328 | 325 | 3 | 163 | 80 | 245 | 109 | Resp. |
2 | Nom. | em. 1.51 | 339 | 337 | 2 | 169 | 82 | 255 | 107 | Resp. |
3 | Nom. | em. 1.3 | 348 | 346 | 2 | 174 | 83 | 263 | 107 | Resp. |
4 | Nom. | em. 1.4 | 359 | 358 | 1 | 180 | 88 | 270 | 107 | Resp. |
5 | Nom. | em. 1.52 | 369 | 367 | 2 | 184 | 94 | 273 | 106 | Resp. |
6 | Nom. | em. 1.53 | 382 | 380 | 2 | 191 | 100 | 280 | 106 | Resp. |
7 | Nom. | em. 1.54 | 401 | 383 | 18 | 192 | 49 | 334 | 106 | Resp. |
8 | Nom. | em. 1.9 | 409 | 407 | 2 | 204 | 117 | 290 | 106 | Resp. |
9 | Nom. | em. 1.70 | 409 | 345 | 64 | 173 | 341 | 4 | 106 | Appr. |
10 | Nom. | em. 1.11 | 405 | 400 | 5 | 201 | 107 | 293 | 106 | Resp. |
11 | Nom. | em. 1.12 | 415 | 414 | 1 | 208 | 100 | 314 | 106 | Resp. |
12 | Nom. | em. 1.13 | 411 | 407 | 4 | 204 | 114 | 293 | 106 | Resp. |
13 | Nom. | em. 1.14 | 409 | 408 | 1 | 205 | 115 | 293 | 106 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 1.17 | 418 | 415 | 3 | 208 | 117 | 298 | 106 | Resp. |
15 | Nom. | em. 1.60 | 410 | 408 | 2 | 205 | 115 | 293 | 106 | Resp. |
16 | Nom. | em. 1.27 | 404 | 402 | 2 | 202 | 95 | 307 | 106 | Resp. |
17 | Nom. | em. 1.26 | 417 | 414 | 3 | 208 | 99 | 315 | 106 | Resp. |
18 | Nom. | em. 1.29 | 413 | 411 | 2 | 206 | 115 | 296 | 106 | Resp. |
19 | Nom. | em. 1.36 | 418 | 402 | 16 | 202 | 102 | 300 | 106 | Resp. |
20 | Nom. | articolo 1 | 408 | 391 | 17 | 196 | 313 | 78 | 106 | Appr. |
21 | Nom. | em. 2.5 | 398 | 388 | 10 | 195 | 76 | 312 | 106 | Resp. |
22 | Nom. | em. 2.6 | 409 | 407 | 2 | 204 | 88 | 319 | 106 | Resp. |
23 | Nom. | em. 2.4 | 407 | 404 | 3 | 203 | 85 | 319 | 106 | Resp. |
24 | Nom. | em. 2.70 | 407 | 405 | 2 | 203 | 400 | 5 | 106 | Appr. |
25 | Nom. | em. 2.9 | 408 | 405 | 3 | 203 | 136 | 269 | 106 | Resp. |
26 | Nom. | em. 2.10 | 399 | 370 | 29 | 186 | 127 | 243 | 106 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 2.71 | 410 | 350 | 60 | 176 | 341 | 9 | 106 | Appr. |
28 | Nom. | em. 2.72 | 409 | 341 | 68 | 171 | 341 | 106 | Appr. | |
29 | Nom. | em. 2.100 | 417 | 332 | 85 | 167 | 332 | 106 | Appr. | |
30 | Nom. | em. 2.11 | 421 | 405 | 16 | 203 | 112 | 293 | 106 | Resp. |
31 | Nom. | em. 2.101 | 418 | 310 | 108 | 156 | 300 | 10 | 105 | Appr. |
32 | Nom. | em. 2.73 | 421 | 322 | 99 | 162 | 310 | 12 | 104 | Appr. |
33 | Nom. | articolo 2 | 421 | 331 | 90 | 166 | 329 | 2 | 104 | Appr. |
34 | Nom. | articolo 3 | 414 | 410 | 4 | 206 | 409 | 1 | 102 | Appr. |
35 | Nom. | em. 4.70 | 417 | 334 | 83 | 168 | 334 | 102 | Appr. | |
36 | Nom. | em. 4.71 | 412 | 327 | 85 | 164 | 327 | 101 | Appr. | |
37 | Nom. | articolo 4 | 412 | 327 | 85 | 164 | 326 | 1 | 101 | Appr. |
38 | Nom. | articolo 5 | 416 | 325 | 91 | 163 | 325 | 101 | Appr. | |
39 | Nom. | articolo 6 | 424 | 333 | 91 | 167 | 332 | 1 | 101 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | articolo agg. 6.070 | 421 | 410 | 11 | 206 | 410 | 101 | Appr. | |
41 | Nom. | articolo 7 | 422 | 333 | 89 | 167 | 331 | 2 | 101 | Appr. |
42 | Nom. | articolo 8 | 419 | 328 | 91 | 165 | 327 | 1 | 101 | Appr. |
43 | Nom. | em. 9.100 | 424 | 331 | 93 | 166 | 330 | 1 | 101 | Appr. |
44 | Nom. | em. 9.70 | 415 | 403 | 12 | 202 | 402 | 1 | 101 | Appr. |
45 | Nom. | articolo 9 | 413 | 330 | 83 | 166 | 329 | 1 | 101 | Appr. |
46 | Nom. | articolo 10 | 411 | 318 | 93 | 160 | 317 | 1 | 101 | Appr. |
47 | Nom. | articolo 11 | 410 | 322 | 88 | 162 | 321 | 1 | 101 | Appr. |
48 | Nom. | articolo 12 | 420 | 325 | 95 | 163 | 324 | 1 | 101 | Appr. |
49 | Nom. | em. 13.50 | 415 | 411 | 4 | 206 | 118 | 293 | 101 | Resp. |
50 | Nom. | articolo 13 | 415 | 400 | 15 | 201 | 387 | 13 | 101 | Appr. |
51 | Nom. | articolo 14 | 413 | 332 | 81 | 167 | 326 | 6 | 101 | Appr. |
52 | Nom. | articolo 15 | 422 | 333 | 89 | 167 | 329 | 4 | 101 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 60) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | odg 9/3828-A ed abb./4 | 405 | 405 | 203 | 156 | 249 | 101 | Resp. | |
54 | Nom. | odg 9/3828-A ed abb./6 | 417 | 415 | 2 | 208 | 157 | 258 | 101 | Resp. |
55 | Nom. | odg 9/3828-A ed abb./10 | 417 | 330 | 87 | 166 | 72 | 258 | 101 | Resp. |
56 | Nom. | odg 9/3828-A ed abb./11 | 423 | 389 | 34 | 195 | 57 | 332 | 101 | Resp. |
57 | Nom. | odg 9/3828-A ed abb./12 | 412 | 376 | 36 | 189 | 59 | 317 | 101 | Resp. |
58 | Nom. | Pdl 3828-A ed abb. - voto finale | 400 | 375 | 25 | 188 | 304 | 71 | 96 | Appr. |
59 | Nom. | Doc. XXII-bis, n.5 - ris 6-246 rif | 387 | 385 | 2 | 193 | 385 | 100 | Appr. | |
60 | Nom. | Doc. XXII-bis, n.5 - ris 6-247 rif | 382 | 379 | 3 | 190 | 304 | 75 | 100 | Appr. |