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Temi dell'attività parlamentare

Politica economica e finanza pubblica
Politiche di coesione territoriale
Il Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020

Il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) è, congiuntamente ai Fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell'articolo 119, comma 5, della Costituzione italiana e dell'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.  

 
Finalità del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione
  • 2 risorse web
14/02/2018

Nel Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) - disciplinato dal D.Lgs. n. 88 del 2011 che ha così ridenominato il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) - sono iscritte le risorse finanziarie aggiuntive nazionali, destinate a finalità di riequilibrio economico e sociale, nonché a incentivi e investimenti pubblici.

Il requisito dell'aggiuntività è espressamente precisato dalla disciplina istitutiva del Fondo, laddove si dispone (articolo 2 del D.Lgs. n. 88/2011) che le risorse non possono essere sostitutive di spese ordinarie del bilancio dello Stato e degli enti decentrati, in coerenza con l'analogo criterio dell'addizionalità previsto per i fondi strutturali dell'Unione europea.

Il Fondo per lo sviluppo e la coesione è pertanto finalizzato a dare unità programmatica e finanziaria all'insieme degli interventi aggiuntivi a finanziamento nazionale, che sono rivolti al riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese. Il Fondo ha carattere pluriennale, in coerenza con l'articolazione temporale della programmazione dei Fondi strutturali dell'Unione europea, garantendo l'unitarietà e la complementarietà delle procedure di attivazione delle relative risorse con quelle previste per i fondi comunitari. L'intervento del Fondo è destinato al finanziamento di progetti strategici, sia di carattere infrastrutturale sia di carattere immateriale, di rilievo nazionale, interregionale e regionale, aventi natura di grandi progetti o di investimenti articolati in singoli interventi tra loro funzionalmente connessi.

Per quanto concerne l'utilizzo delle risorse del Fondo, la normativa attribuisce al CIPE il compito di ripartire, con proprie deliberazioni, la dotazione del Fondo tra gli interventi in esso compresi.

Documenti e risorse WEB
 
Le disponibilità in bilancio
  • 4 dossier
14/02/2018

Nel bilancio di previsione per il triennio 2018-2020 (legge n. 205/2017 e relativo D.M. Economia 28 dicembre 2017 di ripartizione delle dotazioni dei singoli programmi di spesa in capitoli), il capitolo 8000 dello stato di previsione del Ministero dell'economia, su cui sono iscritte le risorse del Fondo sviluppo e coesione, presenta una dotazione complessiva pari a 4.879 milioni di euro per il 2018, 5.727,8 milioni per il 2019 e di 6.049,8 milioni per il 2020, pressoché interamente destinate agli interventi rientranti nel nuovo ciclo di programmazione 2014-2020, ad eccezione di 670 milioni relativi al 2019 che riguardano il precedente ciclo di programmazione FSC 2007-2013 e della quota di risorse (517 milioni per il 2018 e 514,3 milioni per il 2019) destinate alla realizzazione degli interventi di riqualificazione urbana, una parte delle quali provenienti dal Fondo per il finanziamento degli investimenti e per lo sviluppo infrastrutturale (art. 1, co. 140, legge n. 232/2016).

 Nella Tabella che segue sono esposte le risorse del Fondo sviluppo e coesione per il triennio 2018-2020, con indicazione, nell'ultima colonna, dell'importo complessivo dell'autorizzazione di spesa che sarà iscritto in bilancio per gli anni 2021 e successivi.

Nel complesso, si tratta di circa 48 miliardi di euro:

Dossier
 
Le risorse per il ciclo di programmazione 2014-2020
14/02/2018

Per il ciclo di programmazione 2014-2020, la dotazione aggiuntiva del Fondo per lo sviluppo e la coesione è stata autorizzata dall'articolo 1, comma 6, della legge di stabilità 2014 (legge n. 147/2013) nella misura complessiva di 54.810 milioni.

La norma ne ha disposto l'iscrizione in bilancio nel limite dell'80 per cento (43.848 milioni), secondo la seguente articolazione annuale: 50 milioni per il 2014, 500 milioni per il 2015, 1.000 milioni per l'anno 2016; per gli anni successivi la determinazione della quota annuale è stata demandata alle successive leggi di stabilità e di bilancio.

La restante quota del 20 per cento (10.962 milioni) è stata iscritta in bilancio, con riferimento agli anni 2020 e successivi, con la legge di bilancio 2017-2019 (legge n. 232/2016).

Rispetto a tale importo complessivamente autorizzato, nel corso degli anni sono tuttavia intervenute disposizioni che ne hanno utilizzato le risorse a copertura di oneri da esse stesse recati (per oltre 5 miliardi).

Si è trattato, nello specifico delle seguenti norme:
  • l'articolo 22-bis del D.L. n. 66 del 2014, che ha ridotto il FSC di 75 milioni per il 2015 e di 100 milioni per il 2016, a copertura degli oneri connessi agli interventi in favore delle zone franche urbane individuate dalla delibera CIPE n. 14/2009, ricadenti nelle regioni non comprese nell'obiettivo "Convergenza" e della zona franca del comune di Lampedusa;
  • l'articolo 18 del D.L. n. 91 del 2014, che ha ridotto il FSC 2014-2020 di 204 milioni nel 2016, 408 milioni nel 2017, 408 milioni nel 2018 e 204 milioni per il 2019, a copertura degli oneri per il credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi;
  • l'articolo 19 del D.L. n. 91 del 2014, che ha ridotto il FSC 2014-2020 di 27,3 milioni nel 2015, 55 milioni nel 2016, 85,3 milioni nel 2017 e 112,3 milioni nel 2018, a copertura parziale degli oneri derivanti dalla modifica alla disciplina dell'ACE (aiuto crescita economica);
  • l'articolo 3, comma 4, del D.L. n. 133 del 2014, che ha posto parte della copertura degli oneri dell'incremento della dotazione del Fondo sblocca cantieri (51,2 milioni per il 2015, 155,8 milioni per il 2016, 925 milioni per il 2017 e 1.918 milioni per il 2018) a valere sulla quota nazionale del FSC 2014-2020;
  • la legge di stabilità per il 2015 (legge n. 190/2014), che in Tabella E ha apportato una riduzione di 40 milioni per il 2015 del FSC 2014-2020, quale copertura del reintegro parziale delle risorse destinate alle zone franche urbane per il 2015.
  • l'articolo 14, comma 5, della legge n. 124/2015, che ha ridotto il Fondo di 2 milioni per il 2015 e di 5 milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017 a copertura degli oneri relativi al rifinanziamento del fondo per l'organizzazione e il funzionamento di servizi socio-educativi per la prima infanzia destinati ai minori di età fino a 36 mesi, presso enti e reparti del Ministero della difesa;
  • sebbene non disposta con norma di legge va infine considerata la riduzione di 351 milioni di euro del FSC 2014-2020, quale copertura della quota parte della riduzione delle risorse della programmazione 2007-2013 disposta dalla legge di stabilità 2015 in Tabella E per 463,7 milioni per il 2015, in quanto è successivamente risultato che parte di esse (351 milioni) non risultavano disponibili (in quanto già impegnate per specifici interventi), come indicato nella premessa della delibera n. 25 del 2016:
  • la legge di stabilità 2016 (legge n. 208/2015), che ha disposto, in Tabella E, una utilizzazione degli stanziamenti del Fondo, di complessivi 367 milioni per il 2016, 382 milioni per il 2017 e il 2018 e di 367 milioni per il 2019, correlata, per 367 milioni per ciascuno degli anni dal 2016 al 2019, per la copertura degli oneri recati dai commi da 98 a 108 della medesima legge di stabilità che hanno introdotto il credito d'imposta per il Mezzogiorno, e per ulteriori 15 milioni per il 2017 e 2018 a parziale copertura finanziaria degli oneri recati dalle misure in tema di sicurezza nazionale;
  • il D.L. n. 191 del 2015 (c.d. decreto ILVA), con l'utilizzo di 300 milioni di euro (100 milioni per il 2016 e 200 milioni nel 2017) delle risorse del FSC 2014-2020, a copertura degli oneri connessi all'autorizzazione concessa ai commissari del Gruppo ILVA Spa a contrarre finanziamenti statali.

 

La legge di bilancio per il 2018-2020 (legge n. 205/2017) ha disposto, con la Sezione II:

  • una riprogrammazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione relative al ciclo di programmazione 2014-2020, attraverso una anticipazione di 1 miliardo al 2018, di 1,5 miliardi al 2019 e di 1,2 miliardi al 2020, con conseguente riduzione delle risorse previste per il 2021 e annualità seguenti;
  • un rifinanziamento di 5 miliardi per il 2021 e annualità seguenti

Inoltre, con la Sezione I, la legge di bilancio dispone:

  • al comma 892 dell'art. 1, una riduzione di 200 milioni per il 2018 e di 100 milioni per il 2019 delle risorse del Fondo sviluppo e coesione del ciclo 2014-2020 per il rifinanziamento del credito di imposta per l'acquisto di nuovi beni strumentali destinati a strutture produttive nelle regioni del Mezzogiorno, istituito dalla legge di stabilità 2016 (art. 1, commi 98-108, legge n. 208/2015) per il periodo dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2019;
  • al comma 725, la riduzione delle risorse del Fondo di 58 milioni per il 2018 - incrementandole al contempo di 50 milioni per il 2021 e di 8 milioni per il 2022 - a copertura degli oneri derivanti dal disposto del medesimo comma 725 che, modificando l'autorizzazione pluriennale di spesa disposta dall'articolo 16-bis del D.L. n. 91/2017 in favore della società concessionaria Strada dei Parchi S.p.A per gli interventi di ripristino e messa in sicurezza sulla tratta autostradale A24 e A25 in conseguenza degli eventi sismici del 2009, del 2016 e del 2017 che hanno colpito l'Abruzzo e il Lazio (50 milioni per ciascuno degli anni dal 2021 al 2025), ne anticipa l'utilizzo di 58 milioni di euro per il 2018, con corrispondente riduzione di 50 milioni per il 2021 e di 8 milioni per il 2022.

 

Pertanto, nel bilancio per il 2018-2019, le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2014-2020 risultano determinate in complessivi 46,2 miliardi di euro:

Si ricorda che nell'ambito della dotazione del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, vi è una quota parte di risorse destinata al finanziamento del Programma straordinario per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie, ai sensi dell'art. 1, comma 141, della legge di bilancio per il 2017 (legge n. 232/2016).

Tale norma ha espressamente disposto una assegnazione di risorse del FSC 2014-2020 per il completamento del finanziamento (senza determinarne l'importo) dei progetti selezionati nell'ambito del suddetto Programma, già previsto e finanziato dall'art. 1, commi 974-978, della legge n. 208/2015. In attuazione di tale disposizione, il CIPE ha assegnato al "Programma straordinario periferie" l'importo complessivo di 761,3 milioni (di cui 260 milioni di euro per il 2017, 247 milioni del 2018 e 254,3 milioni del 2019), ripartite per 603,9 milioni in favore delle città e dei comuni del Mezzogiorno e per 157,4 milioni in favore del Centro Nord (CIPE n. 3/2017 e n. 72/2017).

A tali risorse si sono poi aggiunte quelle assegnate in sede di ripartizione del Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale – istituito, si rammenta, dell'art. 1, co. 140, della legge di bilancio 2017 con un dotazione di risorse di oltre 47 miliardi per il periodo dal 2017 al 2032 – che ha assegnato al Programma periferie 800 milioni di euro (di cui 270 milioni per ciascuno degli anni 2017 e 2018 e 260 milioni per il 2019), che sono state a tal fine trasferite sul Fondo per lo sviluppo e la coesione (D.P.C.M. 29 maggio 2017).

 
Procedure per la programmazione delle risorse da parte del CIPE
14/02/2018

Per quanto concerne la programmazione delle risorse per il ciclo 2014-2020, la legge di stabilità per il 2015 (art. 1, commi 703-706, legge n. 190/2014) ha impostato un nuovo quadro di governance istituzionale per le politiche di coesione, con l'introduzione di nuove procedure di programmazione e gestione delle risorse nazionali assegnate al Fondo per il ciclo 2014-2020, riservando alla Presidenza del Consiglio (c.d. "Autorità politica per la coesione") il compito di indicare le linee strategiche per l'impiego del Fondo, da realizzare in forma integrata con le risorse europee per lo sviluppo regionale.

In particolare, la nuova disciplina prevede:

  • l'impiego della dotazione finanziaria del Fondo Sviluppo e Coesione per obiettivi strategici relativi ad aree tematiche nazionali in linea con la programmazione dei Fondi strutturali e di Investimento europei, individuate dall'Autorità politica per la coesione;
  • la definizione di specifici piani operativi per ciascuna area tematica nazionale da parte della nuova Cabina di regia, istituita con D.P.C.M. 25 febbraio 2016, composta da rappresentanti delle amministrazioni centrali e regionali, da predisporre in linea con il principio introdotto dalla legge di stabilità 2014 (art. 1, co. 6) che riserva l'impiego delle risorse del FSC per un importo non inferiore all'80 per cento per interventi nelle regioni del Sud;
  • la successiva ripartizione, mediante delibera del CIPE, della dotazione finanziaria complessiva del FSC tra le aree tematiche nazionali.

 Nelle more dell'adozione delle suddette deliberazioni, è stata data facoltà al CIPE di provvedere alla definizione e approvazione, su proposta dall'Autorità politica per la coesione, di un piano stralcio per la realizzazione di interventi di immediato avvio dei lavori (ai sensi della lettera d) dell'art. 1, comma 703, della legge 190/2014).

 

Rispetto al cronoprogramma inizialmente fissato dal comma 703 della legge n. 190/2014 - che prevedeva si potesse arrivare alla ripartizione delle risorse del Fondo già entro aprile 2015 - l'individuazione delle "aree tematiche nazionali" e la conseguente ripartizione delle risorse della dotazione finanziaria del FSC tra le suddette aree (anche considerando che la Cabina di regia è stata istituita con quasi un anno di ritardo) è avvenuta il 10 agosto 2016 con le delibere del CIPE n. 25 (Individuazione aree tematiche nazionali e obiettivi strategici - programmazione per 15,2 miliardi) e n. 26 (Piano per il Mezzogiorno. Assegnazione risorse per circa 13,4 miliardi).

Fino a tale data, si è proceduto come previsto dal comma 703, lettera d), della legge 190/2014, con l'approvazione, su proposta dall'Autorità politica per la coesione, di un piano stralcio per la realizzazione di interventi di immediato avvio dei lavori, ovvero, ai sensi della lettera e) del medesimo comma 730, con l'assegnazione definitiva da parte del CIPE, su proposta dell'Autorità politica per la coesione, dei fondi destinati agli interventi già approvati con delibera del CIPE in via programmatica. 

Quanto alla gestione delle risorse, con la legge di stabilità per il 2015 sono state introdotte disposizioni di semplificazione, volte a consentire la gestione delle risorse del FSC attraverso una apposita contabilità speciale presso il Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche nazionali, che si aggiunge alle altre contabilità speciali attraverso le quali il Fondo medesimo gestisce anche le risorse dei Fondi strutturali (sia quelle nazionali di cofinanziamento sia quelle dell'Unione europea). Il Ministero dell'economia assegna le risorse trasferite alla suddetta contabilità in favore delle amministrazioni responsabili dell'attuazione degli interventi approvati dal CIPE, secondo l'articolazione temporale indicata dalle relative delibere, e provvede a effettuare i pagamenti a valere sulle medesime risorse in favore delle suddette amministrazioni sulla base delle richieste presentate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, in qualità di Autorità politica per la coesione.

E' prevista, infine, la presentazione al CIPE da parte dell'Autorità, entro il 10 settembre di ogni anno, di una relazione sullo stato di avanzamento degli interventi della programmazione 2014-2020 ai fini della definizione della Nota di aggiornamento del DEF e della legge di bilancio.

 
L'individuazione delle aree tematiche
14/02/2018

Con la delibera n. 25 del 10 agosto 2016 il CIPE ha provveduto all'individuazione delle aree tematiche e al riparto tra le stesse delle risorse disponibili del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, quantificate in 38,7 miliardi di euro – rispetto alla dotazione iniziale iscritta in bilancio di 43,8 miliardi – così ridimensionate a seguito delle riduzioni operate ex lege negli anni 2014-2015 (5,1 miliardi), di cui si è detto prima, come indicato nella tabella seguente:

L'importo è stato ripartito tra le due macroaree territoriali secondo la chiave di riparto 80%-20% (con applicazione di alcuni correttivi necessari per tenere conto di esigenze compensative nei riguardi di alcune regioni), prevedendo per il Mezzogiorno 31.299,6 milioni, e per il Centro-nord 7.416,5 milioni di euro.

 

I 38,7 miliardi risultano sostanzialmente così programmati dal CIPE, come riportato nelle medesima delibera n. 25/2016 :

  1. per circa 10 miliardi di euro mediante Piani stralcio, approvati nel corso degli anni 2014-2016, ai sensi della procedura prevista dalla lettera d) dell'art. 1, comma 703, della legge n. 190/2014 (per circa 6,2 miliardi) ovvero mediante preallocazioni disposte per legge (per circa 2,,6 miliardi);
  2. per circa 15,2 miliardi assegnati ai singoli Piani Operativi come individuati nell'ambito di ciascuna area tematica, secondo la programmazione disposta con la delibera n. 25/2016;
  3. per circa 13,4 miliardi destinati ai Patti per il Sud (delibera n. 26/2016).

 

Si rammenta che a tali importi vanno aggiunti gli ulteriori 10.962 milioni, che sono stati iscritti in bilancio per il 2020 e annualità successive con la legge di bilancio per il 2017 (legge n. 232/2016) , quale iscrizione a bilancio della quota del 20 per cento delle risorse già autorizzate per il ciclo di programmazione 2014-2020 dalla legge n. 147/2013 (stabilità 2014), che era stata tenuta in sospeso dalla medesima disposizione, fino all'esito di una apposita verifica di metà periodo.

 
a) Il Piano stralcio
14/02/2018

Nelle more dell'adozione della delibera di ripartizione per aree tematiche, nel periodo dal 2014 al 2016, il CIPE ha approvato diverse assegnazioni riconducibili al "Piano stralcio" previsto dalla lettera d) dell'art. 1, comma 703, della legge n. 190/2014, per un importo complessivo di 6,2 miliardi.

In esso rientrano gli interventi previsti dalle seguenti delibere del CIPE:
  • Del. 30 ottobre 2014, n. 40, di finanziamento parziale del recupero ambientale nell'area di crisi industriale complessa di Trieste (15,4 milioni);
  • Del. 10 novembre 2014, n. 47, relativa alla bonifica dell'area industriale di Piombino (50 milioni);
  • Del. 20 febbraio 2015, n. 32: 450 milioni per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico immediatamente cantierabili e prioritari per livello di rischio, a cui vanno aggiunti ulteriori 100 milioni assegnati al Ministero dell'ambiente per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico;
  • Del. 20 febbraio 2015, n. 33: 450 milioni per i contratti di sviluppo;
  • Del. 6 agosto 2015, n. 65: 3,5 miliardi per il piano "Banda ultra larga", di cui 2,2 miliardi ripartiti per specifiche annualità;
  • Del. 6 agosto 2015, n. 73: 60 milioni per la riqualificazione e decoro degli edifici scolastici statali;
  • Del. 23 dicembre 2015, n. 98: 11 milioni per il programma del MIBACT «Sensi Contemporanei: lo sviluppo dell'industria audiovisiva»;
  • Del. 1° maggio 2016, n. 1: 500 milioni di finanziamento parziale degli investimenti del Programma Nazionale per la Ricerca (ad essi vanno aggiunti 1.928,6 milioni a carico del bilancio del MIUR e del PON Ricerca);
  • Del. 1° maggio 2016, n. 3: 1 miliardo per il Piano "Turismo e cultura";
  • Del. 1° maggio 2016, n. 4: 40 milioni per il rifinanziamento dell'autoimpiego nelle regioni del Sud;
  • Del. 1° maggio 2016, n. 5: 50 milioni per la realizzazione della darsena Europa per il rilancio competitivo dell'area costiera livornese.

 

Le preallocazioni disposte per legge ammontano a 2.598 milioni.

La delibera n. 25/2017 indica le seguenti:
  • 800 milioni al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, territori colpiti da eventi calamitosi verificatisi dal 2009, zone della regione Sardegna alluvionate nel mese di novembre 2013 (legge di stabilità 2014, art. 1, co. 53, 120, 121 e 124;
  • 1.498 milioni utilizzati dalla Tabella E della legge di stabilità 2016 a copertura degli oneri per il credito d'imposta per il Mezzogiorno e per sicurezza nazionale;
  • 300 milioni a copertura degli oneri connessi alla cessione a terzi dei complessi aziendali del Gruppo ILVA (D.L. 191/2015, art. 1, co. 6-quinquies).
 
b) I Piani Operativi
14/02/2018

Al netto delle assegnazioni già disposte dal CIPE mediante il predetto "Piano stralcio" ovvero mediante preallocazioni disposte per via legislativa - che nel complesso, come detto nel § precedente, hanno assorbito oltre 10 miliardi di euro –  e a quelle contestualmente assegnate ai Piani per il Sud con delibera n. 26/2016 (13,4 miliardi), la delibera 10 agosto 2016, n. 25 destina 15,2 miliardi ai Piani operativi afferenti le aree tematiche come di seguito esposto:

Le risorse destinate ai Piani operativi sono state finalizzate ai seguenti settori di intervento di ciascuna area tematica, come esposti nelle tabelle 1, 2, 3.a e 3.b allegate alla delibera stessa. La delibera n. 25 prevede inoltre che i Piani operativi siano progressivamente definiti dalla Cabina di regia, sulla base di proposte presentate dalla Autorità politica per la coesione.

 

Alla effettiva assegnazione delle risorse ai singoli Piani operativi il CIPE ha provveduto con le successive delibere da 52 a 55 del 1° dicembre 2016.

 
c) I Patti per il Sud
  • 4 risorse web
14/02/2018

Con la delibera 10 agosto 2016, n. 26 il CIPE ha assegnato, a valere sulle risorse FSC 2014-2020 allocate per area tematica, 13.412 milioni alle regioni e alle città metropolitane del Mezzogiorno per l'attuazione di interventi da realizzarsi mediante appositi Accordi interistituzionali denominati «Patti per il sud».

 

Il c.d. Masterplan per il Mezzogiorno, adottato nel novembre 2015, il Governo ha definito gli obiettivi, le modalità e gli strumenti per una politica per il Mezzogiorno, da realizzare attraverso uno strumento di cooperazione territoriale interistituzionale: i Patti per il Sud.
Con i Patti per il Sud - firmati dal Presidente del Consiglio o dall'autorità delegata per la coesione e dal Presidente della regione o sindaco della città metropolitana - le Amministrazioni interessate hanno definito le linee strategiche per lo sviluppo del proprio territorio; effettuato una ricognizione degli strumenti e delle risorse a disposizione; individuato gli interventi prioritari da realizzare; definito il costo e le risorse ad esso destinate; indicato la governance del processo.
A tal fine, il singolo patto considera il complesso delle risorse disponibili, provenienti dai PON e POR dei Fondi strutturali (FESR e FSE) 2007-2013, dal Fondo Sviluppo e Coesione per la programmazione 2007-2013, nonché dai PON e POR dei Fondi strutturali (FESR e FSE) 2014-2020, dai fondi di cofinanziamento regionale e dal Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, oltre a eventuali finanziamenti specifici.

 

I 15 Patti per il Sud - uno per ognuna delle 8 Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) e uno per ognuna delle 7 Città Metropolitane (Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Catania, Cagliari e Messina) – sono stati sottoscritti nel periodo aprile-novembre 2016.

 

Per le Regioni Abruzzo, Molise e Puglia l'assegnazione finanziaria sopra indicata comprende rispettivamente, per 0,674 milioni di euro (Regione Abruzzo), 9,55 milioni di euro (Regione Molise) e 57,728 milioni di euro (Regione Puglia) la copertura del fabbisogno finanziario degli interventi ancora da completare alla data del 31 dicembre 2015, relativi alla programmazione 2007-2013, interventi che sono conseguentemente inseriti nell'ambito del patto per il sud relativo a ciascuna regione.

 

Ai fini della ricognizione e dell'aggiornamento sull'andamento dei patti per il sud stipulati dal governo con le regioni del mezzogiorno e con le città metropolitane, si veda il Rapporto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, aggiornato al 13 dicembre 2016.

I primi dati di monitoraggio sono stati forniti il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno a maggio 2017.

Documenti e risorse WEB