Camera dei deputati

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Il suffragio universale

Il suffragio universale maschile fu introdotto con la legge del 30 giugno 1912, n. 666. L'elettorato attivo fu esteso a tutti i cittadini maschi di età superiore ai 30 anni senza alcun requisito di censo né di istruzione, restando ferme per i maggiorenni di età inferiore ai 30 anni le condizioni di censo o di prestazione del servizio militare o il possesso di titoli di studio già richiesti in precedenza.
Il corpo elettorale passò da 3.300.000 a 8.443.205, di cui 2.500.000 analfabeti, pari al 23,2% della popolazione. Non si attuò invece la revisione dei collegi elettorali in base ai censimenti.
La Camera respinse con votazione per appello nominale la concessione del voto alle donne (209 contrari, 48 a favore e 6 astenuti).
Nelle immagini alcuni ordini del giorno autografi presentati durante il dibattito in aula sul disegno di legge relativo all'estensione del suffragio. [ASCD, DPLIC, vol. 905, fasc. 907]

Turati Macaggi Cornaggia Cornaggia
Ordine Ordine Ordine Ordine

Nel clima culturale del primo Novecento, in cui la fiducia nel progresso tecnico e scientifico attribuisce agli inventori il compito di risolvere ogni problema, anche la Commissione parlamentare che esamina il disegno di legge sull'allargamento del suffragio dedica attenzione a decine di inventori di "votometri" e "votografi", precursori del voto elettronico.

Il votometro Trespioli [ASCD, DPLIC, vol. 905, fasc. 907]

Documento

Al termine del primo conflitto mondiale la legge 16 dicembre 1918, n. 1985, ampliò il suffragio estendendolo a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto il 21° anno di età e, prescindendo dai limiti di età, a tutti coloro che avessero prestato servizio nell'esercito mobilitato.
L'idea di una riforma del sistema elettorale in senso proporzionale acquistò sempre maggiori consensi nel paese nel dopoguerra. Protagoniste di questa tendenza furono le forze politiche d'ispirazione socialista e cattolica, organizzate in partiti di massa, le quali aspiravano ad offrire una più estesa rappresentanza a quelle classi sociali che maggiormente avevano sopportato il peso della guerra. Il 9 agosto 1918 la Camera votò a scrutinio segreto la nuova legge elettorale con 224 voti a favore e 63 contrari. Alla votazione finale non presero parte gli ex Presidenti del Consiglio Giovanni Giolitti ed Antonio Salandra. Con la legge 15 agosto 1919, n. 1401, fu introdotto il sistema proporzionale. Base dei collegi divennero le province, ma con riguardo anche alla popolazione in modo tale che ad ogni collegio corrispondessero almeno 10 eletti.

Elenchi degli iscritti a parlare.[ASCD, DPLIC, vol. 961, fasc.1065]

Elenco Elenco