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La dimensione economica del superbonus
informazioni aggiornate a mercoledì, 29 maggio 2024

L'articolo 119 del decreto legge n.34 del 2020 (cd. decreto Rilancio) ha introdotto una detrazione pari al 110% delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica e di misure antisismiche sugli edifici (cd superbonus). La disciplina è stata più volte modificata, in particolare, rimodulando l'importo della misura, con scadenze differenziate, in base al soggetto beneficiario.

In sintesi, per gli interventi effettuati, il beneficio spetta nella misura del 90% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023, nella misura ridotta al 70% per le spese sostenute nel 2024 e in quella ulteriormente ridotta al 65% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2025. La detrazione era ripartita dagli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo, in quattro quote annuali di pari importo per la parte di spesa sostenuta dal 1°gennaio 2022 ed è ora ripartita in dieci quote annuali di pari importo per le spese sostenute direttamente a partire dal periodo d'imposta 2024 (articolo 4-bis del decreto legge 39 del 2024), salvo il caso di crediti fiscali ceduti per il quale rimane la ripartizione in quattro anni.

 

Per una ricostruzione normativa della misura si rinvia alla lettura del dossier Il superbonus edilizia al 110 per cento - aggiornamento al decreto legge n. 39 del 2024.Si segnala altresì il dossier sull'aggiornamento dell'impatto del Superbonus (a cura dell'Osservatorio sulla finanza pubblica della Camera dei deputati) che fornisce elementi informativi in merito agli impatti del  superbonus (e del cosiddetto bonus facciate) sul quadro di finanza pubblica alla luce delle principali modifiche apportate alla disciplina del superbonus in sede di conversione parlamentare del DL 39/2024. Il dossier evidenzia altresì alcuni aspetti inerenti ai profili di classificazione contabile del superbonus.

 

L'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile-ENEA con cadenza mensile, pubblica i dati nazionali e regionali, relativi all'utilizzo del superbonus.

In base agli ultimi dati disponibili al 30 aprile 2024, erano in corso 495.469 interventi edilizi incentivati, per circa 117,5 miliardi di investimenti ammessi a detrazione.

 

Fonte: elaborazioni su dati ENEA al 30 aprile 2024

 

Dalla ripartizione degli interventi in base alla tipologia degli edifici interessati emerge che sono 133.212 i lavori condominiali avviati (93,8% già ultimati), che rappresentano il 66,6% del totale degli investimenti, mentre i lavori negli edifici unifamiliari e nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti sono rispettivamente 244.924 (98,3% già realizzati), che rappresentano il 23,7% del totale investimenti e 117.325 (98,2% realizzati che rappresentano il 9,6% degli investimenti)

Secondo i dati ISTAT il numero di edifici residenziali in Italia è di 12.187. 698 e di questi i condomini, secondo le stime più diffuse, sono circa 1,2 milioni (in cui vivono 14 milioni di persone). Pertanto, la misura ha avuto un impatto su poco più dell'11 per cento del totale condomini italiani e su poco più del 4 per cento del totale degli edifici residenziali censiti in Italia.

 

Fonte: elaborazioni su dati ENEA al 30 aprile 22024

 

 

I dati in termini assoluti degli investimenti impegnati, ripartiti per tipologia degli edifici, sono esposti nel grafico seguente.

 

Fonte: elaborazione su dati ENEA al 30 aprile 2024

 

L'investimento medio risulta così ripartito:

  • condomini 592.751,83€;
  • edifici unifamiliari 117.180,69€;
  • unità immobiliari funzionalmente indipendenti 98.282,45€,
  • castelli 242.212,39€.

 

L'ENEA ha altresì preso in considerazione nel suo Rapporto annuale efficienza energetica 2023 anche l'impatto dei lavori previsti dalla disciplina del superbonus sul fronte dei prezzi degli immobili (secondo dati forniti Federazione italiana agenti immobiliari professionali). Nel Rapporto si osserva che il settore delle costruzioni – in particolare delle ristrutturazioni edilizie - è stato fortemente influenzato dalle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni green ed antisismiche degli edifici, una buona parte del panel (57%) ritiene che questo strumento abbia avuto un'influenza non trascurabile sul mercato immobiliare 2022, sebbene quasi un quarto degli intervistati abbia dichiarato, al contrario, che queste misure non hanno avuto impatti rilevanti.

     

In termini geografici, la regione con più lavori avviati la regione con più lavori avviati è la Lombardia (77.992 edifici per un totale di oltre 21,8 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione), seguita dal Veneto (59.588 interventi e 10,9 miliardi di euro d'investimenti) e dalla Emilia-Romagna (44.364 interventi già avviati e 11,3 miliardi di euro di investimenti).

In particolare la ripartizione del totale degli investimenti ammessi a detrazione tra le varie regioni è rappresentata nel grafico seguente.

 

Fonte: elaborazione su dati ENEA al 30 aprile 2024

 

L'articolo 121 sempre del decreto Rilancio (comma 1, lettere a) e b)) stabilisce inoltre che i soggetti che sostengono le spese per alcuni specifici interventi edilizi (incluso il superbonus), possono optare, in luogo dell'utilizzo diretto della detrazione spettante, alternativamente:

  • per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto anticipato dal fornitore di beni e servizi relativi agli interventi agevolati (il fornitore recupera il contributo anticipato sotto forma di credito d'imposta di importo pari alla detrazione spettante);
  • per la cessione di un credito d'imposta corrispondente alla detrazione spettante.

 

Per una ricostruzione normativa della misura della cessione del credito si rinvia alla lettura della scheda dell'articolo 1 in esame nonché al dossier Le agevolazioni fiscali per gli interventi edilizi realizzato dal Servizio studi della Camera dei deputati.

 

Circa la dimensione economica dell'utilizzo di tale misura, il Governo in una risposta a una interrogazione in VI Commissione alla Camera, il 9 aprile 2024, rilevava che l'ammontare dei crediti relativi ai bonus edilizi oggetto di cessione e sconto in fattura, rilevati a partire dal 15 ottobre 2020 al 4 aprile 2024, è pari complessivamente a circa 219 miliardi di euro, di cui 160,3 miliardi per il super-ecobonus e super- sisma bonus e 58,7 miliardi per gli altri bonus previsti. Di tale importo sono stati fruiti dai cessionari, in compensazione tramite modello F24, un totale di 41,8 miliardi, di cui sono stati compensati 20,8 miliardi nell'anno 2023.

 

L'articolo 2 del decreto legge n.11 del 2023 ha previsto che, a decorrere dal 17 febbraio 2023 in relazione agli interventi previsti all'articolo 121 non è più consentito l'esercizio di tali opzioni.

Nel corso dell'audizione svoltasi il 2 febbraio 2023 presso la VI Commissione - finanze e tesoro del Senato, il Direttore generale delle finanze-MEF ha spiegato le ragioni dell'intervento, rappresentando che nell'aggiornamento delle previsioni tendenziali di finanza pubblica incluse nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, la stima del superbonus e degli altri bonus edilizi è stata aumentata a circa 110 miliardi di euro con uno scostamento complessivo di 37,75 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali sull'intero orizzonte temporale; in particolare, le previsioni nei tendenziali di bilancio relative al superbonus 110% si attestano a 61,2 miliardi e quelle del bonus facciate a 19 miliardi.

 

Fonte: elaborazione su dati della Memoria Dipartimento delle Finanze nell'ambito dell'Indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti di imposta.

 

Successivamente, il decreto legge 39 del 2024, articolo 4-bis, ha stabilito inoltre che, a decorrere dall'entrata in vigore del decreto medesimo, non è in ogni caso consentito l'esercizio dell'opzione per la cessione del credito d'imposta (articolo 121, comma 1, lettera b), del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34) in relazione alle rate residue non ancora fruite delle detrazioni derivanti dalle spese per gli interventi rientranti nella disciplina del superbonus.

 

In merito all'impatto economico del superbonus sul PIL nazionale sono stati realizzati diversi studi, in particolare di centri di ricerca privati e associazioni di categoria, tuttavia come rilevato dall'Ufficio parlamentare di bilancio nella memoria presentata al Senato, il 3 marzo 2023, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti d'imposta, "tali analisi sono complesse e fortemente influenzate dalle ipotesi di riferimento adottate". A titolo di esempio qui, comunque, si riportano le conclusioni presentate.

 

Secondo le conclusioni di uno studio della Svimez presentato il 16 aprile 2024 alla Commissione Finanze e tesoro del Senato della Repubblica, nel 2021-2024, il superbonus ha contribuito all'espansione degli investimenti privati in costruzioni per il 40,2 e il 37,1 per cento rispettivamente nel Centro-Nord e nel Mezzogiorno. La misura, in base alle valutazioni della Svimez, ha generato 3,8 punti percentuali di PIL nel Centro-Nord nell'arco dell'intero periodo e 2,9 nel Mezzogiorno (3,6 la media nazionale). L'impatto espansivo sul Pil del Mezzogiorno si è rivelato, dunque, significativo in entrambe le macro-aree. La misura ha contribuito per circa un quarto della crescita del periodo 2021-2024 nel Mezzogiorno (+11,7 per cento). Nel Centro-Nord, il contributo del superbonus alla crescita del periodo (+13,4 per cento) si è spinto anche oltre raggiungendo il 28 per cento.

 

In precedenza, il 16 marzo 2023-audizione presso la V Commissione della Camera dei deputati (Bilancio, Tesoro e programmazione), l'Ufficio parlamentare di bilancio segnalava che secondo gli ultimi dati di contabilità nazionale, che potranno comunque essere rivisti dall'Istat, nello scorso biennio il settore delle costruzioni è cresciuto a ritmi marcati, superiori a quelli registrati nei maggiori paesi europei. Tuttavia, l'espansione dell'attività edile in Italia è ascrivibile solo in parte agli investimenti in abitazioni, in quanto è risultata pronunciata anche l'accumulazione di costruzioni non residenziali e in opere pubbliche, che non hanno beneficiato degli incentivi. In termini annuali, gli investimenti in abitazioni hanno registrato una crescita decisamente marcata nel 2021, quando il ricorso al superbonus era contenuto, mentre hanno rallentato nel 2022, quando il ricorso all'incentivo è stato massiccio. Secondo gli ultimi dati di contabilità nazionale, preliminari e soggetti a revisioni, gli investimenti residenziali sono cresciuti di circa 43 miliardi nel biennio 2021-22. Tale valore è elevato nel confronto storico, ma comunque inferiore al valore dell'insieme delle agevolazioni edilizie erogate nel periodo, in particolare, il superbonus, il bonus facciate e l'incentivo alle ristrutturazioni edilizie. Questo potrebbe segnalare uno spiazzamento che l'investimento in efficientamento energetico (agevolato) ha operato rispetto alle altre spese (non incentivate) sulle abitazioni nel biennio scorso; parte di questi investimenti spiazzati potrà essere recuperata nei prossimi trimestri, con il venire meno dello stimolo relativo ai lavori finanziati da agevolazioni. Secondo i dati di contabilità nazionale il contributo degli investimenti in costruzioni residenziali alla crescita del PIL nel biennio scorso è stato di due punti percentuali.

 

Sempre nel corso delle audizioni svoltesi presso la V Commissione della Camera dei deputati (il 24 maggio 2023), l'ISTAT ha evidenziato che sulla base di una simulazione basata sul profilo degli investimenti addizionali in costruzioni (+18,6 miliardi nel 2021 e +32,0 miliardi nel 2022 rispetto allo scenario controfattuale di assenza di incentivi), nel biennio 2021-2022, in termini di scostamenti percentuali (cumulati) rispetto allo scenario base di assenza di incentivi, la crescita aggiuntiva in termini reali attribuibile alle spese riferite al Superbonus 110% e al Bonus facciate oscillerebbe tra 1,4 e 2,6 punti (a seconda che l'analisi sia basata sulle tavole input-output o sulla base del modello Memo-It).

In sintesi, a differenza delle tavole input-output, che offrono una rappresentazione statica delle relazioni tra i settori del sistema produttivo, il modello MeMo-It dell'Istat descrive il funzionamento del sistema economico attraverso i comportamenti nel tempo (scelte di consumo, risparmio, fissazione dei prezzi, ecc.) degli operatori del sistema economico (famiglie, imprese, amministrazioni pubbliche e resto del mondo). Si ricorda, inoltre, che in base ai dati presentati dal MEF, il costo della misura bonus facciate ammonta a oltre 19 miliardi, a fronte di previsioni iniziali di circa 5,9 miliardi.

 

Sull'impatto della misura sull'economia nazionale si è espresso anche il Governo nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza-NADEF 2023. Nella NADEF si rappresenta che ai costi delle due misure del superbonus 110 e del bonus facciate, oggetto di significative revisioni al rialzo (nel 2022, ad esempio, la stima dei costi è stata rivista al rialzo dal 2,6 al 2,8 per cento del PIL), si contrappongono impatti positivi, ma di difficile quantificazione sul PIL. Per quanto riguarda la finanza pubblica, si ritiene comunque che lo stimolo esercitato dai provvedimenti sull'attività economica e sul gettito fiscale non sia stato sufficiente a compensarne i costi.

 

Circa la quantificazione economica del fenomeno, comunque rilevante, delle frodi fiscali riscontrate nell'utilizzo dei vari bonus edilizi, l'Agenzia delle entrate, nel corso della audizione svoltasi il 16 aprile 2024 presso la 6a commissione Finanze e Tesoro del Senato ha reso noto che nel settore dei bonus edilizi l'Agenzia delle entrate insieme alla Gdf ha intercettato truffe per circa 15 miliardi di euro. Di questi, grazie ai controlli preventivi, 6,3 miliardi di euro sono stati individuati e scartati prima che si realizzassero le frodi; 8,6 miliardi sono invece stati oggetto di decreti di sequestro da parte dell'Autorità giudiziaria.  In precedenza nel corso dell'audizione tenutasi alla VI Commissione finanze della Camera dei deputati il 2 marzo 2023, l'Agenzia delle entrate aveva segnalato la ripartizione in percentuale delle irregolarità tra le varie tipologie di bonus è rappresentata dal grafico seguente.

 

Fonte: elaborazione su dati presentati memoria Agenzia delle entrate nel corso dell'audizione svoltasi nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 889, di conversione in legge del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11.

L'articolo 119 del decreto legge n.34 del 2020 (cd. decreto Rilancio) ha introdotto una detrazione pari al 110% delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica e di misure antisismiche sugli edifici (cd superbonus). La disciplina è stata più volte modificata, in particolare, rimodulando l'importo della misura, con scadenze differenziate, in base al soggetto beneficiario.

In sintesi, per gli interventi effettuati, il beneficio spetta nella misura del 90% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023, nella misura ridotta al 70% per le spese sostenute nel 2024 e in quella ulteriormente ridotta al 65% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2025. La detrazione era ripartita dagli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo, in quattro quote annuali di pari importo per la parte di spesa sostenuta dal 1°gennaio 2022 ed è ora ripartita in dieci quote annuali di pari importo per le spese sostenute direttamente a partire dal periodo d'imposta 2024 (articolo 4-bis del decreto legge 39 del 2024), salvo il caso di crediti fiscali ceduti per il quale rimane la ripartizione in quattro anni.

 

Per una ricostruzione normativa della misura si rinvia alla lettura del dossier Il superbonus edilizia al 110 per cento - aggiornamento al decreto legge n. 39 del 2024.Si segnala altresì il dossier sull'aggiornamento dell'impatto del Superbonus (a cura dell'Osservatorio sulla finanza pubblica della Camera dei deputati) che fornisce elementi informativi in merito agli impatti del  superbonus (e del cosiddetto bonus facciate) sul quadro di finanza pubblica alla luce delle principali modifiche apportate alla disciplina del superbonus in sede di conversione parlamentare del DL 39/2024. Il dossier evidenzia altresì alcuni aspetti inerenti ai profili di classificazione contabile del superbonus.

 

L'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile-ENEA con cadenza mensile, pubblica i dati nazionali e regionali, relativi all'utilizzo del superbonus.

In base agli ultimi dati disponibili al 30 aprile 2024, erano in corso 495.469 interventi edilizi incentivati, per circa 117,5 miliardi di investimenti ammessi a detrazione.

 

Fonte: elaborazioni su dati ENEA al 30 aprile 2024

 

Dalla ripartizione degli interventi in base alla tipologia degli edifici interessati emerge che sono 133.212 i lavori condominiali avviati (93,8% già ultimati), che rappresentano il 66,6% del totale degli investimenti, mentre i lavori negli edifici unifamiliari e nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti sono rispettivamente 244.924 (98,3% già realizzati), che rappresentano il 23,7% del totale investimenti e 117.325 (98,2% realizzati che rappresentano il 9,6% degli investimenti)

Secondo i dati ISTAT il numero di edifici residenziali in Italia è di 12.187. 698 e di questi i condomini, secondo le stime più diffuse, sono circa 1,2 milioni (in cui vivono 14 milioni di persone). Pertanto, la misura ha avuto un impatto su poco più dell'11 per cento del totale condomini italiani e su poco più del 4 per cento del totale degli edifici residenziali censiti in Italia.

 

Fonte: elaborazioni su dati ENEA al 30 aprile 22024

 

 

I dati in termini assoluti degli investimenti impegnati, ripartiti per tipologia degli edifici, sono esposti nel grafico seguente.

 

Fonte: elaborazione su dati ENEA al 30 aprile 2024

 

L'investimento medio risulta così ripartito:

  • condomini 592.751,83€;
  • edifici unifamiliari 117.180,69€;
  • unità immobiliari funzionalmente indipendenti 98.282,45€,
  • castelli 242.212,39€.

 

L'ENEA ha altresì preso in considerazione nel suo Rapporto annuale efficienza energetica 2023 anche l'impatto dei lavori previsti dalla disciplina del superbonus sul fronte dei prezzi degli immobili (secondo dati forniti Federazione italiana agenti immobiliari professionali). Nel Rapporto si osserva che il settore delle costruzioni – in particolare delle ristrutturazioni edilizie - è stato fortemente influenzato dalle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni green ed antisismiche degli edifici, una buona parte del panel (57%) ritiene che questo strumento abbia avuto un'influenza non trascurabile sul mercato immobiliare 2022, sebbene quasi un quarto degli intervistati abbia dichiarato, al contrario, che queste misure non hanno avuto impatti rilevanti.

     

In termini geografici, la regione con più lavori avviati la regione con più lavori avviati è la Lombardia (77.992 edifici per un totale di oltre 21,8 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione), seguita dal Veneto (59.588 interventi e 10,9 miliardi di euro d'investimenti) e dalla Emilia-Romagna (44.364 interventi già avviati e 11,3 miliardi di euro di investimenti).

In particolare la ripartizione del totale degli investimenti ammessi a detrazione tra le varie regioni è rappresentata nel grafico seguente.

 

Fonte: elaborazione su dati ENEA al 30 aprile 2024

 

L'articolo 121 sempre del decreto Rilancio (comma 1, lettere a) e b)) stabilisce inoltre che i soggetti che sostengono le spese per alcuni specifici interventi edilizi (incluso il superbonus), possono optare, in luogo dell'utilizzo diretto della detrazione spettante, alternativamente:

  • per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto anticipato dal fornitore di beni e servizi relativi agli interventi agevolati (il fornitore recupera il contributo anticipato sotto forma di credito d'imposta di importo pari alla detrazione spettante);
  • per la cessione di un credito d'imposta corrispondente alla detrazione spettante.

 

Per una ricostruzione normativa della misura della cessione del credito si rinvia alla lettura della scheda dell'articolo 1 in esame nonché al dossier Le agevolazioni fiscali per gli interventi edilizi realizzato dal Servizio studi della Camera dei deputati.

 

Circa la dimensione economica dell'utilizzo di tale misura, il Governo in una risposta a una interrogazione in VI Commissione alla Camera, il 9 aprile 2024, rilevava che l'ammontare dei crediti relativi ai bonus edilizi oggetto di cessione e sconto in fattura, rilevati a partire dal 15 ottobre 2020 al 4 aprile 2024, è pari complessivamente a circa 219 miliardi di euro, di cui 160,3 miliardi per il super-ecobonus e super- sisma bonus e 58,7 miliardi per gli altri bonus previsti. Di tale importo sono stati fruiti dai cessionari, in compensazione tramite modello F24, un totale di 41,8 miliardi, di cui sono stati compensati 20,8 miliardi nell'anno 2023.

 

L'articolo 2 del decreto legge n.11 del 2023 ha previsto che, a decorrere dal 17 febbraio 2023 in relazione agli interventi previsti all'articolo 121 non è più consentito l'esercizio di tali opzioni.

Nel corso dell'audizione svoltasi il 2 febbraio 2023 presso la VI Commissione - finanze e tesoro del Senato, il Direttore generale delle finanze-MEF ha spiegato le ragioni dell'intervento, rappresentando che nell'aggiornamento delle previsioni tendenziali di finanza pubblica incluse nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, la stima del superbonus e degli altri bonus edilizi è stata aumentata a circa 110 miliardi di euro con uno scostamento complessivo di 37,75 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali sull'intero orizzonte temporale; in particolare, le previsioni nei tendenziali di bilancio relative al superbonus 110% si attestano a 61,2 miliardi e quelle del bonus facciate a 19 miliardi.

 

Fonte: elaborazione su dati della Memoria Dipartimento delle Finanze nell'ambito dell'Indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti di imposta.

 

Successivamente, il decreto legge 39 del 2024, articolo 4-bis, ha stabilito inoltre che, a decorrere dall'entrata in vigore del decreto medesimo, non è in ogni caso consentito l'esercizio dell'opzione per la cessione del credito d'imposta (articolo 121, comma 1, lettera b), del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34) in relazione alle rate residue non ancora fruite delle detrazioni derivanti dalle spese per gli interventi rientranti nella disciplina del superbonus.

 

In merito all'impatto economico del superbonus sul PIL nazionale sono stati realizzati diversi studi, in particolare di centri di ricerca privati e associazioni di categoria, tuttavia come rilevato dall'Ufficio parlamentare di bilancio nella memoria presentata al Senato, il 3 marzo 2023, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti d'imposta, "tali analisi sono complesse e fortemente influenzate dalle ipotesi di riferimento adottate". A titolo di esempio qui, comunque, si riportano le conclusioni presentate.

 

Secondo le conclusioni di uno studio della Svimez presentato il 16 aprile 2024 alla Commissione Finanze e tesoro del Senato della Repubblica, nel 2021-2024, il superbonus ha contribuito all'espansione degli investimenti privati in costruzioni per il 40,2 e il 37,1 per cento rispettivamente nel Centro-Nord e nel Mezzogiorno. La misura, in base alle valutazioni della Svimez, ha generato 3,8 punti percentuali di PIL nel Centro-Nord nell'arco dell'intero periodo e 2,9 nel Mezzogiorno (3,6 la media nazionale). L'impatto espansivo sul Pil del Mezzogiorno si è rivelato, dunque, significativo in entrambe le macro-aree. La misura ha contribuito per circa un quarto della crescita del periodo 2021-2024 nel Mezzogiorno (+11,7 per cento). Nel Centro-Nord, il contributo del superbonus alla crescita del periodo (+13,4 per cento) si è spinto anche oltre raggiungendo il 28 per cento.

 

In precedenza, il 16 marzo 2023-audizione presso la V Commissione della Camera dei deputati (Bilancio, Tesoro e programmazione), l'Ufficio parlamentare di bilancio segnalava che secondo gli ultimi dati di contabilità nazionale, che potranno comunque essere rivisti dall'Istat, nello scorso biennio il settore delle costruzioni è cresciuto a ritmi marcati, superiori a quelli registrati nei maggiori paesi europei. Tuttavia, l'espansione dell'attività edile in Italia è ascrivibile solo in parte agli investimenti in abitazioni, in quanto è risultata pronunciata anche l'accumulazione di costruzioni non residenziali e in opere pubbliche, che non hanno beneficiato degli incentivi. In termini annuali, gli investimenti in abitazioni hanno registrato una crescita decisamente marcata nel 2021, quando il ricorso al superbonus era contenuto, mentre hanno rallentato nel 2022, quando il ricorso all'incentivo è stato massiccio. Secondo gli ultimi dati di contabilità nazionale, preliminari e soggetti a revisioni, gli investimenti residenziali sono cresciuti di circa 43 miliardi nel biennio 2021-22. Tale valore è elevato nel confronto storico, ma comunque inferiore al valore dell'insieme delle agevolazioni edilizie erogate nel periodo, in particolare, il superbonus, il bonus facciate e l'incentivo alle ristrutturazioni edilizie. Questo potrebbe segnalare uno spiazzamento che l'investimento in efficientamento energetico (agevolato) ha operato rispetto alle altre spese (non incentivate) sulle abitazioni nel biennio scorso; parte di questi investimenti spiazzati potrà essere recuperata nei prossimi trimestri, con il venire meno dello stimolo relativo ai lavori finanziati da agevolazioni. Secondo i dati di contabilità nazionale il contributo degli investimenti in costruzioni residenziali alla crescita del PIL nel biennio scorso è stato di due punti percentuali.

 

Sempre nel corso delle audizioni svoltesi presso la V Commissione della Camera dei deputati (il 24 maggio 2023), l'ISTAT ha evidenziato che sulla base di una simulazione basata sul profilo degli investimenti addizionali in costruzioni (+18,6 miliardi nel 2021 e +32,0 miliardi nel 2022 rispetto allo scenario controfattuale di assenza di incentivi), nel biennio 2021-2022, in termini di scostamenti percentuali (cumulati) rispetto allo scenario base di assenza di incentivi, la crescita aggiuntiva in termini reali attribuibile alle spese riferite al Superbonus 110% e al Bonus facciate oscillerebbe tra 1,4 e 2,6 punti (a seconda che l'analisi sia basata sulle tavole input-output o sulla base del modello Memo-It).

In sintesi, a differenza delle tavole input-output, che offrono una rappresentazione statica delle relazioni tra i settori del sistema produttivo, il modello MeMo-It dell'Istat descrive il funzionamento del sistema economico attraverso i comportamenti nel tempo (scelte di consumo, risparmio, fissazione dei prezzi, ecc.) degli operatori del sistema economico (famiglie, imprese, amministrazioni pubbliche e resto del mondo). Si ricorda, inoltre, che in base ai dati presentati dal MEF, il costo della misura bonus facciate ammonta a oltre 19 miliardi, a fronte di previsioni iniziali di circa 5,9 miliardi.

 

Sull'impatto della misura sull'economia nazionale si è espresso anche il Governo nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza-NADEF 2023. Nella NADEF si rappresenta che ai costi delle due misure del superbonus 110 e del bonus facciate, oggetto di significative revisioni al rialzo (nel 2022, ad esempio, la stima dei costi è stata rivista al rialzo dal 2,6 al 2,8 per cento del PIL), si contrappongono impatti positivi, ma di difficile quantificazione sul PIL. Per quanto riguarda la finanza pubblica, si ritiene comunque che lo stimolo esercitato dai provvedimenti sull'attività economica e sul gettito fiscale non sia stato sufficiente a compensarne i costi.

 

Circa la quantificazione economica del fenomeno, comunque rilevante, delle frodi fiscali riscontrate nell'utilizzo dei vari bonus edilizi, l'Agenzia delle entrate, nel corso della audizione svoltasi il 16 aprile 2024 presso la 6a commissione Finanze e Tesoro del Senato ha reso noto che nel settore dei bonus edilizi l'Agenzia delle entrate insieme alla Gdf ha intercettato truffe per circa 15 miliardi di euro. Di questi, grazie ai controlli preventivi, 6,3 miliardi di euro sono stati individuati e scartati prima che si realizzassero le frodi; 8,6 miliardi sono invece stati oggetto di decreti di sequestro da parte dell'Autorità giudiziaria.  In precedenza nel corso dell'audizione tenutasi alla VI Commissione finanze della Camera dei deputati il 2 marzo 2023, l'Agenzia delle entrate aveva segnalato la ripartizione in percentuale delle irregolarità tra le varie tipologie di bonus è rappresentata dal grafico seguente.

 

Fonte: elaborazione su dati presentati memoria Agenzia delle entrate nel corso dell'audizione svoltasi nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 889, di conversione in legge del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11.