Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti delle Giunte e Commissioni

Vai all'elenco delle sedute >>

CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 novembre 2013
121.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-01011 Duranti: Sull'inquinamento acustico presso l'Aeroporto militare di Grottaglie.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In premessa alla questione affrontata con l'atto in esame, mi preme sottolineare innanzitutto l'importanza fondamentale che riveste per il personale delle Forze armate l'acquisizione di adeguati livelli di addestramento, al fine sia di poter assolvere al meglio i compiti istituzionali, sia per consentire al personale stesso di operare nelle condizioni di maggior sicurezza possibile.
  Ciò vale, evidentemente, anche per il personale della Marina Militare che svolge la prevista attività di volo presso il citato Aeroporto di Grottaglie, ai fini del mantenimento delle necessarie capacità operative richieste in relazione ai compiti istituzionali assegnati.
  Nel merito, si premette che i profili di volo da parte di tutti i velivoli in ingresso ed in uscita dall'aeroporto di Grottaglie, divenuto scalo civile dal 1964, sono monitorati dalla torre di controllo, gestita dal personale dell'ENAV (Ente Nazionale Assistenza al Volo) e seguono precise e inderogabili regole in materia di quote, distanze e velocità, dipendenti anche dalle condizioni meteorologiche, che sono pubblicate sui documenti aeronautici.
  Per quanto riguarda più strettamente il traffico militare, l'Aeroporto di Grottaglie è impiegato ordinariamente dai velivoli Harrier II del «Gruppo Aerei Imbarcati» della Marina Militare (GRUPAER), di stanza presso la locale Stazione Aeromobili.
  Nell'evidenziare come non risulti siano mai state segnalate condizioni non aderenti alla normativa in vigore in tema di emissioni acustiche, si illustrano alcuni degli aspetti che connotano l'impiego di tali velivoli e che concorrono, tra l'altro, a mitigare il più possibile il relativo impatto nelle aree interessate.
  In primo luogo, preme far notare che gli Harrier utilizzano la pista civile solo per decolli e atterraggi, «sostano» nelle «zone parcheggi» ubicate nel comprensorio militare adiacente alla citata pista ma svolgono tutte le attività addestrative in volo in aree dedicate, rigorosamente disciplinate sotto il profilo aeronautico e lontane dalla suddetta pista e dai centri abitati.
  Peraltro, per motivi tecnici, gli Harrier impiegano molto raramente la testata pista a sud dell'aeroporto, atterrando a distanze longitudinali e laterali ben superiori a quelle minime previste dalla normativa vigente (oltre i 4,5 km).
  Le quote dei profili di volo degli Harrier non sono mai inferiori ai 1000 piedi (300 mt), con un'eccezione della fase immediatamente successiva al decollo o immediatamente precedente l'atterraggio: tali fasi, comunque, si svolgono in aree aeroportuali ben separate da quelle urbane e dal citato comune di Carosino, il quale si trova comunque alla distanza di 3.2 km dal primo punto di atterraggio degli aerei, spostato lateralmente di 700 mt rispetto alla mezzeria della pista e mai interessato dal sorvolo di aerei a bassa quota.
  Secondo una procedura operativa standard della Marina Militare, infatti, il sorvolo sul comune di Carosino è autorizzato solo a quote superiori ai 1500 piedi (460 metri).
  Per quanto concerne più nel dettaglio l'attività di volo effettuata recentemente Pag. 67da tali velivoli, precisando fin da subito che la stessa non è in alcun modo correlata ad interventi cosiddetti «fuori area» ed in particolare connessa con la crisi siriana, passo ad illustrare alcuni specifici elementi informativi, così come sono stati indicati dal competente organo tecnico operativo militare della Marina Militare.
  Di norma l'attività di volo viene svolta solo nei giorni che vanno dal lunedì al giovedì, entro le ore 16:00 da settembre a giugno ed entro le ore 14:00 nei mesi estivi.
  Nel mese di agosto, GRUPAER ha effettuato solo 8 ore di volo totali, per un numero complessivo di 11 voli svolti in 4 giorni, mentre nel mese di settembre, sono state effettuate circa 35 ore di volo, distribuite in complessivi 27 voli svolti in 7 giorni.
  Infine pare opportuno evidenziare che le attività svolte dai velivoli Harrier, nel corrente anno sono inferiori a quelle degli anni precedenti e che l'insieme dei voli civili e militari sull'Aeroporto di Grottaglie è comunque estremamente limitato rispetto ad altri aeroporti civili.

Pag. 68

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01129 Artini: Sul contratto di fornitura siglato tra la Marina militare italiana e la società «Eudaimon».
Interrogazione n. 5-01130 Valente Valeria: Sul contratto di fornitura siglato tra la Marina militare italiana e la società «Eudaimon».

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Marina Militare ha da sempre posto particolare attenzione alle esigenze del proprio personale.
  Tuttavia, in funzione dell'odierna congiuntura economica – che come noto ha anche determinato il blocco stipendiale per i dipendenti della Pubblica Amministrazione – nonché della sensibile diminuzione del potere d'acquisto, non è possibile prevedere interventi efficaci in materia di benessere ricorrendo esclusivamente alle ordinarie risorse interne (Organismi di Protezione Sociale, Circoli di Forza Armata, Istituto Andrea Doria eccetera) ovvero alle ulteriori iniziative già intraprese (creazione di asili nido e promozione di convenzioni a livello locale e nazionale).
  In tale contesto è stato ritenuto necessario provvedere ad un ulteriore sforzo per il sostegno del personale con il ricorso ad una società esterna, specializzata nel campo del welfare aziendale, che potesse analizzare la situazione in atto e formulare delle proposte per un progetto di iniziative integrate di sostegno, con un apprezzabile rapporto di costo-efficacia.
  Infatti, le politiche per il welfare aziendale e la conciliazione vita-lavoro sono un fattore di innovazione dei modelli sociali, economici e culturali.
  Esse forniscono strumenti che, supportando le esigenze della vita privata e rendendo compatibili sfera lavorativa e sfera familiare, consentono a ciascun individuo di vivere meglio e di risolvere serenamente i molteplici impegni generati da società complesse.
  In questa logica, anche le amministrazioni pubbliche devono essere consapevoli del nuovo ruolo di sostegno ed integrazione del sistema statale di welfare cui sono chiamate.
  Ruolo che, se ben gestito, può rappresentare un'opportunità e un fattore di innovazione in chiave di relazioni ed incentivazione del personale.
  In ragione di tali considerazioni, è stato avviato uno studio preliminare, teso ad individuare delle soluzioni innovative che potessero, in qualche misura, alleggerire il disagio del personale legato alla stessa condizione militare (continui trasferimenti, difficoltà inerenti la cura della prole per i militari-genitori, distanza geografica dai propri collaterali).
  Per quanto riguarda il quesito specifico rivolto dall'interrogante e relativo ai «contenuti dell'accordo contrattuale sottoscritto o in via di sottoscrizione con la società Eudaimon», si rende noto che alla Società è stato affidato uno studio composto di 2 fasi.
  Nella 1a Fase è prevista:
   l'analisi del personale appartenente alla Forza armata (suddiviso per fasce di età, reddito, composizione nucleo familiare, distanza residenza luogo di lavoro);
   l'analisi delle iniziative già presenti e delle opportunità di servizio, sia interne che sul territorio;Pag. 69
   la valutazione del grado di copertura delle esigenze previste da parte dei servizi/iniziative attuali ed evidenza delle aree di criticità/intervento;
   l'analisi delle opportunità fiscali connesse con l'erogazione dei servizi;
   il posizionamento delle iniziative e del sistema di welfare della Marina Militare rispetto alle esigenze previste dei collaboratori.

  L’output di questa prima fase è la definizione di una griglia di azioni e servizi potenzialmente interessanti per la Forza armata ed i propri dipendenti.
  La 2a Fase consiste, invece, in un'indagine diretta sui bisogni e sulle aspettative del personale che lavora in ambito Forza armata, attraverso forum di discussione tra piccoli gruppi di persone, presso le principali basi della Marina Militare.
  I risultati che emergeranno saranno elaborati statisticamente e qualitativamente dalla Società e sottoposti ad ulteriori approfondimenti.
  La presentazione dell'iniziativa al COCER Marina, avvenuta il 19 settembre u.s., rientra fra le attività sollecitate dallo stesso COCER con la delibera n. 48, in data 2 maggio 2013.
  In particolare, il COCER sollecitava l'adozione di una policy di Forza armata che, potenziando e riqualificando il personale degli elementi di organizzazione dedicati al settore, definisse gli aspetti tecnico-amministrativi per la ricerca di partner commerciali e la stipula di convenzioni in determinati settori.
  La successiva delibera n. 67, in data 26 settembre 2013, dello stesso COCER, a maggioranza, ha espresso soddisfazione per l'attenzione dimostrata sulla problematica del benessere.
  Le politiche per il welfare aziendale e la conciliazione vita-lavoro sono un fattore di innovazione dei modelli sociali, economici e culturali.
  Esse forniscono strumenti che, supportando le esigenze della vita privata e rendendo compatibili sfera lavorativa e sfera familiare, consentono a ciascun individuo di vivere meglio e di risolvere serenamente i molteplici impegni generati da società complesse.
  In questa logica, anche le amministrazioni pubbliche devono essere consapevoli del nuovo ruolo di sostegno ed integrazione del sistema statale di welfare cui sono chiamate.
  Ruolo che, se ben gestito, può rappresentare un'opportunità e un fattore di innovazione in chiave di relazioni ed incentivazione del personale.
  In merito all'incarico affidato alla Società EUDAIMON, la fase preliminare di studio è stata affidata ad un «comitato di progetto» e prevede il coinvolgimento di tutte le categorie di personale, degli uffici «Benessere Assistenza Rappresentanza Militare» (BARM) e delle Rappresentanze Militari (COBAR e COIR, a livello periferico; COCER, a livello Centrale).
  Lo studio in questione è teso ad individuare soluzioni innovative che possano, in qualche misura, alleggerire il disagio del personale legato alla stessa condizione militare (continui trasferimenti, difficoltà inerenti la cura della prole per i militari-genitori, distanza geografica dai propri collaterali).
  Obiettivo primario è la creazione di forme di supporto alle famiglie capaci di andare a contrastare indirettamente la svalutazione monetaria, attraverso sconti nell'acquisto di beni, indagini sui bisogni dei dipendenti e azioni volte ad attivazione di servizi di conciliazione tra vita operativa e familiare.
  I risultati che emergeranno dallo studio saranno elaborati statisticamente e qualitativamente dalla Società e sottoposti e discussi con il Comitato di progetto.
  In merito all'asserzione in base alla quale «i compiti affidati alla EUDAIMON sono gli stessi che il nuovo codice dell'ordinamento e TUOM affida agli uffici benessere della Forza armata e alle rappresentanze militari», l'articolo 1833 del decreto legislativo n. 66 del 2010, inserito nel Libro sesto, Titolo VI, in materia di assistenza morale, benessere e protezione sociale, prevede, testualmente, che, «Per l'esercizio delle attività connesse con gli Pag. 70interventi di protezione sociale, il Ministero della Difesa provvede mediante affidamento in concessione alle organizzazioni costituite tra il personale dipendente..., oppure a enti e terzi, con procedure negoziali semplificate...».
  Pertanto, come già esplicitato in premessa, alla società EUDAIMON, nell'attualità, è stato solo commissionato uno studio e non l'affidamento della tutela del benessere del personale della Difesa.
  Sulla base della proposta commerciale presentata da quest'ultima, gli oneri finanziari previsti sono i seguenti:
   Fase 1 – Analisi: euro 11.200;
   Fase 2 – Indagine diretta: euro 16.800.

  Tale impegno finanziario troverebbe copertura nell'ambito delle risorse attualmente disponibili per il benessere del personale, generando al contempo possibili economie derivanti dal reindirizzamento della gestione del welfare verso un settore di grande attualità, come quello della scontistica per gruppi d'acquisto.
  Con riferimento, invece, ai possibili ambiti di applicazione dell'iniziativa, lo studio nasce per valutare le agevolazioni per il personale militare, in ragione delle particolarità d'impiego; dopo lo studio di fattibilità saranno sentiti i sindacati per valutare l'opportunità di estendere eventuali iniziative anche al personale civile.
  Per quel che riguarda, più specificamente, il personale della Guardia costiera, dopo lo studio di fattibilità sarà valutata la possibilità di coinvolgere anche tale personale.
  Con riferimento, in ultimo, alle informazioni da rendere alle rappresentanze militari, come già evidenziato in premessa, il COCER è stato reso partecipe del progetto e ne ha apprezzato l'iniziativa.

Pag. 71

ALLEGATO 3

Sulla missione svolta a Bruxelles dal 4 al 5 novembre 2013 in occasione della Riunione organizzata dalla Commissione Affari esteri e dalla Sottocommissione Sicurezza e Difesa del Parlamento europeo su «Il futuro della difesa europea in vista del prossimo Consiglio europeo di dicembre».

COMUNICAZIONI

  Una delegazione delle Commissioni affari esteri e difesa, guidata dal presidente della IV Commissione, onorevole Elio Vito, e composta dall'on. Andrea Manciulli (PD) in rappresentanza della III Commissione, si è recata in missione a Bruxelles dal 4 al 5 novembre 2013 per prendere parte alla Riunione indetta dalla Commissione Affari esteri e dalla Sottocommissione Sicurezza e Difesa del Parlamento europeo su «Il futuro della difesa europea in vista del prossimo Consiglio europeo di dicembre». Alla missione ha partecipato anche una delegazione del Senato composta dal presidente della 4a Commissione Difesa, senatore Nicola Latorre e dal senatore Roberto Giuseppe Guido Cociancich.
  La missione ha avuto luogo a seguito di un invito da parte del presidente della Commissione affari esteri del Parlamento europeo, onorevole Elmar Brok, e del presidente del Sottocomitato sulla Sicurezza e Difesa dello stesso Parlamento europeo, onorevole Arnaud Danjean, in cui è emersa la connessione tra la riunione e la Conferenza sulla PESC-PSDC svolta a Vilnius nello scorso mese di settembre e che ha evidenziato come obiettivo l'approfondimento della riflessione sul contesto geo-politico ed economico della difesa europea e sul mantenimento di un livello adeguato di investimento nel settore. L'invito ha ulteriormente motivato l'opportunità di un evento interparlamentare mirato al tema della difesa europea in considerazione di talune preoccupazioni derivanti da tagli ai bilanci nazionali per la difesa, che avvengono in modo non coordinato, e dalle crescenti lacune in termini capacitivi riguardanti sia la NATO che l'UE e gli Stati membri. Inoltre, alla luce di taluni modelli positivi di cooperazione bilaterale e di cooperazione tra gruppi ristretti di Paesi in tema di difesa, la riunione ha inteso dimostrare il contributo che i parlamentari degli Stati membri vogliono assicurare al Consiglio europeo di dicembre nell'intento di valorizzare questo momento politico di particolare rilievo strategico.
  Il programma della Riunione ha previsto gli interventi anche del vicesegretario generale del Servizio per l'azione esterna (SEAE), Maciej Popowski, della direttrice dell'Agenzia europea della difesa, Claude-France Arnauld, e del direttore dell'Istituto europeo per studi sulla sicurezza, Antonio Missiroli.
  Assente per motivi di salute il presidente Brok, la relazione di apertura del presidente Danjean ha inquadrato il nuovo scenario di sicurezza che caratterizza la regione del Mediterraneo, ha dato conto della tendenza all'incremento di operazioni militari internazionali a fronte di una domanda alla generica riduzione della spesa militare, avviata con la fine della guerra fredda. Danjean ha segnalato che si assiste, cioè, ad un aumento della domanda di intervento internazionale a fronte di una preoccupante riduzione degli investimenti, che rischia di tradursi innanzitutto in un abbassamento degli standard di sicurezza a tutela dei nostri militari. A Pag. 72ciò si aggiunge l'impatto della crisi finanziaria e l'emergere di difficoltà nell'attuazione delle norme contenute nel Trattato di Lisbona sul versante del coordinamento e della attuazione del vincolo di solidarietà tra Stati. Danjean ha sottolineato che i pericoli crescenti richiedono il mantenimento di un certo grado capacitivo e scelte coraggiose da parte dei Capi di Stato e di Governo che a dicembre convergeranno a Bruxelles per assumere decisioni di valore strategico. Ha anche segnalato un'attenzione rafforzata da parte dei Parlamenti nazionali e dell'opinione pubblica sulle operazioni e sulle missioni europee, sottolineando l'esigenza che i Parlamenti nazionali valorizzino maggiormente, anche mediante visite e sopralluoghi, ogni sforzo che l'Europa compie per il mantenimento della pace e della sicurezza ed esercitino tutta la pressione possibile affinché il Consiglio europeo deliberi in termini concreti.
  Il successivo intervento dell'Ambasciatore Popowski ha segnalato come il tema di fondo sia rappresentato dalla questione della sovranità nazionale. Ha anche preannunciato il rapporto che il presidente Brok licenzierà a breve sul tema della politica di sicurezza e difesa comune, alla quale l'anno 2013 è stato interamente dedicato. Ha quindi espresso alcune valutazioni sul Rapporto Ashton e sulla relativa fase di follow up, che avrà luogo nel 2014. Nello specifico dei temi della difesa, ha sottolineato che occorre convincere le opinioni pubbliche europee che la difesa non rappresenta un lusso e che l'obiettivo del Consiglio europeo consiste nel promuovere lo sviluppo delle capacità e la gestione del declino finanziario. Occorre anche sfruttare al massimo il potenziale industriale che ha un volume di affari enorme e, in generale, sviluppare una nuova strategia di sicurezza che assicuri alla difesa il mantenimento di un ruolo prioritario rispetto alle altre politiche. In vista infine del vertice ministeriale che avrà luogo nei giorni 18 e 19 novembre sul tema della gestione dei nuovi confini dell'Europa, ha auspicato una maggiore assunzione di responsabilità da parte degli Stati membri sui temi sollevati.
  Il successivo intervento della direttrice Arnauld ha, a sua volta, enfatizzato il ruolo della cooperazione tra Stati membri e le potenzialità contenute nei Trattati. Ha evidenziato come l'opzione relativa all'uso della forza abbia fondamento concreto anche nella prevenzione dei conflitti. L'Unione europea deve, infatti, essere forte sul piano decisionale per dare sostegno all'azione svolta dalle altre organizzazioni regionali e deve rappresentare essa stessa un «produttore» di sicurezza. Quanto al contributo dell'EDA alla difesa europea, ha descritto i programmi concreti sul rifornimento in volo, su cui occorre che gli Stati membri acquisiscano competenze più forti, e ha al riguardo citato l'importante patrimonio rappresentato dal know how dell'Italia. Ha descritto quale obiettivo quello di una flotta europea di aerei multifunzione in grado di assolvere adeguatamente a compiti di natura militare ed umanitaria. Un ulteriore programma fondamentale è rappresentato da un sistema aereo pilotato a distanza e dai droni, per i quali sarà opportuno elaborare un quadro normativo che ne consenta l'utilizzo sullo spazio europeo e anche in questo caso in un'ottica di multifunzionalità. Ha evidenziato come anche la flotta europea rappresenti un obiettivo di lungo termine e ha evocato il tema della cyber defence con i relativi profili di formazione e addestramento, di ricerca e protezione dei quartieri generali europei, in stretta collaborazione con la NATO, segnalando la leadership che l'Estonia detiene nel settore. Sul ruolo degli Stati membri ha sottolineato l'esigenza che si verifichi l'attuazione dei singoli programmi, richiamando il codice di condotta che i ministri della difesa hanno siglato sui programmi di cooperazione. Ha quindi sottolineato la necessità di meglio definire i profili di natura fiscale e finanziaria, gli aspetti di comunicazione esterna e la necessità di imprimere indirizzi univoci al SEAE e all'EDA, massimizzando le relative sinergie. Nell'evidenziare, infine, la perdita del Pag. 73primato tecnologico che l'Europa deteneva, ha evidenziato l'urgenza di dare tutto il sostegno possibile alle tecnologie dual use e all'ambito «ricerca e sviluppo», avendo in mente il ruolo significativo giocato su tale terreno dalle piccole e medie imprese.
  Nella successiva fase di dibattito sono emersi, su sollecitazione delle delegazioni presenti (Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Croazia, Italia, Ungheria, Polonia e Portogallo) e di taluni europarlamentari, i punti critici o di snodo politico per il futuro della difesa europea.
  Per la delegazione italiana è intervenuto il presidente Vito che ha sottolineato l'importanza del ruolo dei Parlamenti, di quelli nazionali e di quello europeo, presso l'opinione pubblica, ai fini di una maggiore trasparenza e democraticità delle decisioni in materia di politica estera e di difesa. Ha anche sottolineato che non vi può essere una difesa europea senza un'unione politica e che in un'Europa unita sul piano politico l'industria europea ha maggiori possibilità di affermarsi come risultato spontaneo di una sinergia continentale. Per il Consiglio di dicembre ha evidenziato che i Parlamenti sono chiamati a deliberare con lungimiranza in tema di utilizzo delle risorse finanziarie e di sviluppo delle capacità, sia sul piano militare che su quello civile, e che l'obiettivo è di fatto il reperimento delle risorse necessarie a garantire una capacità di risposta rapida da parte dell'Unione. Si deve procedere sul terreno della condivisione delle risorse ed occorre rafforzare il ruolo dell'Agenzia europea per la difesa. Ha quindi auspicato che la Riunione, operando sul piano metodologico, offra un sostegno ai Parlamenti chiamati ad elaborare atti di indirizzo ai propri Governi per orientare le decisioni del Consiglio europeo. Nel segnalare, infine, il dibattito in corso presso il Parlamento italiano sui temi della difesa e della sicurezza e la responsabilità che l'Italia si assumerà nel 2014 sul processo attuativo del Consiglio europeo, il presidente Vito ha auspicato l'elaborazione di una comune strategia di comunicazione ai cittadini, che dia enfasi alla dimensione civile della PSDC e in generale alle strutture preposte alla prevenzione delle crisi.
  In ulteriori interventi (Polonia) sono state segnalate le carenze nel Rapporto Ashton ai fini di una visione condivisa e di lungo termine sulla PSDC, che sia basata su una politica estera integrata e coerente ed inclusiva degli interessi di sicurezza di tutti gli Stati membri. È emersa l'esigenza di un approccio onnicomprensivo, fondato su strumenti di natura politica ed economia, oltre che militare, per garantire interventi ampi ed efficaci. In tal senso occorre rafforzare il processo di integrazione ai vari livelli mediante il ricorso a strumenti come la smart defence e il pooling and sharing, come pure i Battlegroups. La delegazione polacca ha avanzato, su iniziativa del vicepresidente della Commissione difesa del Senato nonché ex ministro della difesa, Bogdan Klich, una proposta per la individuazione di un centro operativo che rappresenti un primo passo nella direzione di un quartiere generale europeo ed ha enfatizzato l'esigenza di una volontà politica comune, che vada oltre le singole operazioni o missioni.
  Spunti interessanti sono emersi anche nell'intervento della delegazione portoghese che ha evidenziato come vi sia oggi grande visibilità per le decisioni fondamentali assunte dall'Eurogruppo ma non anche per quelle assunte sul terreno della difesa europea. I delegati portoghesi hanno inoltre rimarcato l'approccio ambiguo e ancora poco coordinato che l'Europa ha nei confronti delle crisi, come il più recente caso di Lampedusa ha evidenziato. Atteso che sul terreno della difesa europea ci sono «due Europe» il prossimo Alto Rappresentante dovrà sviluppare strumenti ad hoc per far progredire il bilancio europeo della difesa. La delegazione francese ha ulteriormente enfatizzato come l'Europa non abbia saputo cogliere l'opportunità delle nuove crisi per unire gli sforzi sul piano della difesa e come gli Stati membri preferiscano ridurre le forze armate in luogo di rafforzare la difesa europea pur di non sacrificare quote della propria sovranità nazionale. Pag. 74Non esistendo difesa senza una struttura statuale, il delegato francese, senatore Robert Del Picchia, ha quindi proposto la costituzione di un «Eurogruppo della difesa» che operi a maggioranza, come avviene in materia monetaria o nel consesso Schengen.
  Il dottor Missiroli, a chiusura del dibattito, ha rilevato come la scelta di rischio del presidente Van Rompuy relativa alla promozione di un Consiglio europeo sulla difesa potrà dirsi di successo solo di fronte a dati concreti circa un avanzamento verso la difesa europea. Ha, quindi, rilevato che, se vi è convergenza e consenso tra i Parlamenti nazionali nell'analisi complessiva della situazione, manca invece una disponibilità all'integrazione ed occorre maggior realismo e consapevolezza sui temi delle risorse e del rapporto con i cittadini. Di fronte alla percezione sulle nuove fonti di insicurezza, cui si può far fronte solo con lo strumento militare, manca disponibilità da parte dei Parlamenti ad assumere conseguenti decisioni sul terreno del finanziamento, le reazioni sono emotive e i cittadini restano esclusi dal dibattito reale.
  La direttrice Arnauld ha quindi richiamato uno studio condotto dall'EDA sulle scelte europee di mezzi aerei, nell'intento di dare risposta alle delegazioni che hanno sollevato rilievi critici sui temi dell'F35 sui profili di onerosità finanziaria (Belgio). Ha quindi evidenziato quale maggiore novità della politica di sicurezza e di difesa comune la costituzione di gruppi ristretti di Paesi, assegnatari di singoli progetti e affidati alla guida di Paesi di medie dimensioni in qualità di capofila.
  A margine della Riunione la delegazione ha incontrato la Direttrice dell'Agenzia europea di difesa, nella sua sede a Bruxelles, approfondendo temi di specifico interesse italiano a partire dalla priorità rappresentata dal Mediterraneo, su cui il presidente Latorre ha prospettato l'opportunità di dare luogo a forme di cooperazione rafforzata, dando atto al ruolo crescente che la EDA è chiamata a svolgere malgrado la scarsità di risorse finanziarie disponibili. Il presidente Vito ha a sua volta evidenziato che il Consiglio di dicembre rappresenta un'opportunità per spiegare alle opinioni pubbliche europee come la spesa per la difesa abbia ritorni anche di tipo civile, ai fini del superamento della crisi: la promozione della difesa europea dipende dalla capacità di evidenziare i vantaggi che da essa derivano ad altri settori. L'onorevole Manciulli ha evidenziato le nuove dinamiche in atto dell'area del Mediterraneo e del Sahara, che rappresentano le nuove frontiere della sicurezza europea. Il senatore Cociancich ha posto il tema dello sviluppo di un sistema di intelligence sotteso alla difesa europea.
  A tali quesiti Arnauld ha risposto evidenziando la necessità che l'Unione europea e i singoli Stati membri trattino il tema della difesa europea con regolarità, anche oltre l'evento di dicembre e con la stessa concretezza con cui affrontano i temi economici. A suo avviso occorre attirare l'attenzione generale sulla capacità di realizzare i programmi a livello europeo e sullo sviluppo di pratiche cooperative nell'interesse dell'industria, della ricerca e dello sviluppo. Ha rinnovato l'accento alla priorità legata al cosiddetto dual use, che caratterizza ogni programma di difesa con l'unica eccezione del rifornimento in volo. Da questo punto di vista il Consiglio europeo deve fare convergere tutti gli strumenti nel sostegno a questa realtà, a partire dal programma Horizon 2020, dai fondi strutturali, dagli interventi della BEI, e dal ruolo delle piccole e medie imprese, senza trascurare il settore energetico. Arnauld ha espresso un riconoscimento al ruolo propositivo svolto dal Parlamento europeo a paragone di una certa linea di resistenza mantenuta dai singoli Governi. Ha anche espresso soddisfazione per il contributo significativo assicurato dall'Italia all'EDA, preannunciando l'apertura di una struttura interna all'EDA dedicata al rapporto con i ministeri dei singoli Paesi. Sul tema dell'emergenza migratoria nel Mediterraneo ha espresso come indirizzo quello di dare priorità allo sviluppo di capacità proporzionate al tipo di minaccia e che in questo caso attiene ad obiettivi di Pag. 75sorveglianza, capacità marittima e rapido intervento umanitario. Quanto alla direzione complessiva che l'Unione europea dovrebbe imboccare sui temi della difesa, la direttrice dell'EDA ha precisato che la responsabilità del suo istituto attiene al sostegno di tutto ciò che può essere fatto in comune nell'intento di realizzare uno strumento che abbia i requisiti di efficacia di un ipotetico «esercito europeo». È anche intervenuta sul tema dell’intelligence, proponendo una collaborazione soprattutto tra Italia e Francia nello sviluppo di droni. Un suo rilevante riferimento ha riguardo il tema del metodo deliberativo dell'Unione europea, sottolineando che l'Agenzia, almeno in termini teorici, non è vincolata nel suo operare alla regola dell'unanimità, lasciando così prospettare ipotesi di cooperazioni rafforzate tra i maggiori Paesi membri, dei quali ha auspicato un ruolo di promozione più forte. Ha, infatti, auspicato un'assunzione di maggiori responsabilità da parte di Germania, Francia e Italia rispetto ai programmi europei.
  La delegazione ha anche incontrato il Rappresentante permanente d'Italia presso la NATO, Ambasciatore Gabriele Checchia, con cui ha affrontato gli snodi del negoziato in atto per la definizione delle conclusioni del Consiglio europeo di dicembre. Nel corso dell'incontro sono state analizzate le analogie tra UE e NATO quanto a carenze capacitive riguardanti in particolare il rifornimento in volo e l’intelligence ed è anche emersa l'esigenza di avvicinare i percorsi di finanziamento dei programmi. L'incontro si è caratterizzato per un approfondimento specifico sul delicato tema della sicurezza informatica, da cui è emerso il ruolo significativo assunto dalla azienda SELEX, aggiudicataria di una commessa per la gestione dei siti NATO. Il settore in questione tocca il delicato tema della solidarietà tra Paesi membri e fa venire in rilievo la riottosità di taluni Paesi, tra cui spiccano USA e Regno Unito, non del tutto disponibili ad una condivisione dei propri vantaggi comparativi. L'incontro si è concluso con un focus dedicato alla preparazione delle conclusioni del Consiglio di dicembre. Su tale questione è emersa l'esigenza che il testo delle conclusioni descriva in modo compiuto il tipo di minacce asimmetriche ed imprevedibili cui l'Europa deve far fronte e le relative conseguenze sul piano operativo. Occorre che il Mediterraneo si distingua come priorità condivisa, nella consapevolezza del riorientamento dell'agenda USA di politica estera e sicurezza e della necessità di scongiurare che il deserto del Sahara si trasformi in un nuovo Afghanistan.