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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 maggio 2015
439.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-03176 L'Abbate: Apertura della Cittadella dell'economia di Capitanata.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In premessa, appare necessario chiarire che le due interrogazioni presentate dall'onorevole interrogante, quella in titolo e la n. 5/01687, seppur apparentemente inerenti entrambe il «Polo integrato per lo sviluppo economico» di Foggia, pongono differenti quesiti.
  L'interrogazione n. 5/01687, richiamata nell'ultimo Atto presentato dall'onorevole, infatti, mirava prevalentemente a conoscere «i motivi per i quali il “Polo integrato per lo sviluppo economico” e l'annessa «Cittadella dell'economia» a più di tre anni dall'inizio dei lavori, non abbiano ancora aperto i battenti» e a quel quesito il Vice Ministro pro-tempore del Ministero dello sviluppo economico, ha fornito risposta, richiamando gli elementi resi non solo dagli Uffici competenti del Ministero dello sviluppo economico, ma anche quelli provenienti dal Patto Territoriale e dalla Camera di Commercio di Foggia, come è facile evincere dalla risposta stessa.
  È stato, così, chiarito che «Il MISE, con proprio decreto del 22 settembre del 2006 ha approvato la realizzazione del complesso immobiliare, destinato ad ospitare il Centro Servizi del Distretto Agroalimentare del Tavoliere (DAT), con sede in Foggia, nonché per la ristrutturazione dei complessi immobiliari, già ubicati in Cerignola e San Severo, destinati ad ospitare i Centri Servizi dell'analogo distretto e per l'esecuzione di connessi interventi, volti a rendere fruibili i detti compendi, per un importo complessivo di euro 3.251.170,56».
  Inoltre, in quella sede è stato precisato che gli investimenti agevolati dal MISE erano stati interamente completati e che, mentre i lotti siti nei Comuni di Cerignola e di San Severo erano anche funzionanti, l'edificio del Comune di Foggia, destinato al CNR, seppur completato non era ancora funzionante a causa della mancanza dei necessari arredi.
  È stato riferito, infine, per completare il riscontro ai quesiti posti allora dall'Onorevole Interrogante, che «per quanto riguarda i riferimenti alla ditta DEMA Impianti S.r.l., non risulta che l'impresa abbia eseguito lavori nell'ambito del PIT 1 – Tavoliere – e, pertanto, non risultano esserci crediti da parte dell'impresa né nei confronti dell'Amministrazione appaltante, Provincia di Foggia, che nei confronti di questo Ministero dello sviluppo economico».
  Con l'interrogazione n. 5-03176, invece, con riferimento esclusivamente ai SAL (Stato di avanzamento lavori) ed alle perizie di variante sulla «Cittadella dell'Economia di Capitanata» sottoscritti dal CAT e dal committente CCIAA di Foggia, è stato chiesto «se, alla data del 31 ottobre 2013 i lavori impiantistici e strutturali siano stati ultimati, visto che gli stessi sono stati certificati dall'ente essere già al 95,06 per cento alla data del 19 dicembre 2012 e quali società, in questo caso, abbiano certificato gli impianti realizzati dalle società DEMA e TECNOELETTRA; se i Ministri interrogati siano a conoscenza della fase di stallo creatasi dal mancato rilascio delle certificazioni delle società che hanno eseguito i lavori ... e come intendano adoperarsi per garantire l'apertura della Nuova Cittadella dell'Economia alla luce dei finanziamenti statali dedicati a tale opera».
  Al riguardo, le imprese richiamate in detta interrogazione, sebbene abbiano realizzato Pag. 162lavori nell'ambito della Cittadella dell'Economia di Capitanata, non hanno compiuto alcun intervento diretto o indiretto per la realizzazione del Centro Servizi del Distretto Agroalimentare del Tavoliere (DAT) finanziato dal MISE.
  Le realizzazioni agevolate dal MISE che sono, lo ricordiamo:
   la costruzione del complesso immobiliare, destinato ad ospitare il Centro Servizi del Distretto Agroalimentare del Tavoliere (DAT), con sede in Foggia;
   la ristrutturazione dei complessi immobiliari, già ubicati in Cerignola e San Severo, destinati ad ospitare i Centri Servizi dell'analogo distretto;

  sono diverse e nulla hanno a che vedere con quelle relative alla costruzione degli immobili da adibire a sede della CCIAA di Foggia, per cui hanno prestato la loro attività le imprese DEMA E TECNOELETTRA.
  Pertanto, alla luce di tutto quanto sopra esposto, in riferimento alla sopraindicata interrogazione n. 5/03176, non si possono fornire elementi utili, poiché essa verte sui lavori svolti per la costruzione degli immobili da destinare a sede della CCIAA di Foggia a cui il Ministero dello sviluppo economico non ha né direttamente né indirettamente partecipato e, peraltro, come è noto, la stessa Camera di commercio aveva dichiarato la totale estraneità nella precedente risposta fornita.
  Con riguardo al più generale quesito concernente l'operatività della «Nuova Cittadella dell'economia», per quanto di competenza del Ministero si ribadisce che il MISE ha finanziato la costruzione del complesso immobiliare, destinato ad ospitare il Centro Servizi del Distretto Agroalimentare del Tavoliere (DAT) con decreto del 22/09/2006 n. PT 5858, per un importo pari ad euro 3.251.170,55 di cui euro 3.122.554,32 con fondi ministeriali ed euro 128.616,23 con fondi di bilancio dell'Amministrazione provinciale di Foggia. La realizzazione del Centro Servizi ha prodotto economie per un importo pari ad euro 560.327,07.
  Con deliberazione commissariale del 7 novembre 2013, la gestione del Centro Servizi è stata affidata al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e con successiva deliberazione commissariale del 5 giugno 2014 è stato approvato il progetto preliminare che prevede l'adeguamento della struttura sia dal punto di vista impiantistico che per la dotazione di strumentazioni scientifiche necessarie al CNR per svolgervi attività finalizzate al rilancio ed allo studio della qualità alimentare, basate su competenze integrate dei ricercatori di vari istituti, tutti aventi sede in Puglia.
  Il 2 luglio 2014 è stata richiesta al Ministero dello sviluppo economico la completa disponibilità delle somme rinvenienti dalle più sopra cennate economie ottenute dalla costruzione del Centro Servizi (euro 560.327,07) e di lì a poco il Ministero ha autorizzato l'utilizzo di dette risorse per le finalità rappresentate dalla Provincia di Foggia.
  In data 21 gennaio 2015 è’ stata, quindi, siglata, tra il Comune di Foggia ed il CNR, una specifica Convenzione per la costruzione dell'Unità di Ricerca dell'Istituto di Biometereologia (IBIMET) del CNR presso il Centro Servizi del Distretto Agroalimentare del Tavoliere (DAT).
  È in corso di approvazione il progetto esecutivo relativo al citato intervento che prevede, tra le somme a disposizione, i lavori di messa in sicurezza e videosorveglianza che sono stati stralciati dallo stesso e già affidati, data l'urgenza di mettere in sicurezza la struttura. Urgenza conseguente al verificarsi di atti vandalici che hanno gravemente danneggiato, tra gli altri, l'impianto ascensore e l'impianto d'illuminazione interno ed esterno.
  Il Comune di Foggia, con fondi comunali di bilancio, ha provveduto ad affidare a ditte qualificate il ripristino degli impianti citati, attivando, contestualmente, un servizio di guardiania nella struttura.
  La Provincia di Foggia si è recentemente impegnata ad avviare i lavori relativi alla struttura dell'Unità di Ricerca entro e non oltre il prossimo mese di giugno ed a farla entrare in funzione entro la fine di questo anno.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-03919 Catalano: Disciplina relativa alla gestione dei dati raccolti dalle «scatole nere» installate sui veicoli.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Riguardo ai quesiti evidenziati nell'atto in titolo, segnalo che le problematiche sottese alla mancata adozione dei provvedimenti in parola non appaiono, del tutto, superate, per le seguenti ragioni.
  La disciplina che ha proposto la regolazione e l'utilizzo della telematica assicurativa abbinata all'offerta di polizza Rc auto, sebbene rispondesse, all'inizio del percorso di modifica della normativa in questione, alle esigenze di settore e ancora, tutt'oggi, rappresenti un valido contributo alla lotta alle frodi in fase di liquidazione dei sinistri ed individuazione delle responsabilità, nel tempo ha mostrato talune criticità in fase applicativa e di stesura dei provvedimenti attuativi.
  In particolare, la prima problematica, cui è parso opportuno trovare soluzioni di tipo legislativo prima ancora che tecnico-amministrativo, ha riguardato i vincoli di offerta di queste specifiche polizze per le quali si è ritenuto che il legislatore avrebbe potuto chiarire la facoltatività della stessa (sostanzialmente condivisa da tutte le istituzioni), in funzione delle diverse esigenze di lotta alle frodi presenti in particolari aree del territorio nazionale.
  Un secondo elemento di criticità, inoltre, è stato rappresentato dall'utilizzo a fini processuali (in termini di validità della prova in giudizio) delle rilevazioni in caso di sinistro, criticità connesse anche ai vincoli della privacy e all'applicazione di specifiche normative che permettevano l'interruzione immediata, da parte dell'assicurato, del sistema di verifica delle condizioni degli eventuali sinistri, permettendo così, da una parte, il vantaggio economico immediato connesso agli sconti di polizza e, dall'altro, la possibilità di interrompere le rilevazioni in qualunque momento, anche in occasione di sinistri, favorendo comportamenti opportunistici e possibili frodi in fase di ricostruzione degli eventi incidentali.
  A questi, come ad altri aspetti di minor rilievo operativo, il Governo ha inteso porre rimedio con la proposta, in parte qua, di alcune delle norme contenute nell'articolo 8 del Decreto Legge n. 145 del 2013, poi non adottate in quanto cassate a seguito dello stralcio dell'intero articolo (di contenuto, evidentemente, più ampio e complesso), avvenuto in fase di conversione in Legge n. 9 del 2014.
  Le citate proposte di modifica normativa, ritenute funzionali all'adozione dei rimanenti provvedimenti amministrativi – per ragioni di chiarezza e di trasparenza –, sono così confluite prima nel del disegno di legge AC 2126, poi sono state riproposte con la recente segnalazione Antitrust ai fini dell'adozione della «Legge annuale per la concorrenza» e ripresentate nel disegno di legge per la concorrenza, approvato di recente dal Consiglio dei Ministri e tutt'ora in fase di adozione.
  Ciò premesso, si evidenzia come l'opportunità di un chiarimento normativo relativo almeno agli aspetti connessi alla portata obbligatoria o meno dell'offerta sul mercato dei prodotti per la telematica assicurativa, riveste preliminare carattere di importanza rispetto alla disciplina attuativa, come segnalato, del resto, dall'AGCM e, in più occasioni, dal mercato (imprese di assicurazione e fornitori dei servizi di telematica), non solo ai fini dell'adozione dei provvedimenti amministrativi Pag. 164oggetto delle richieste dell'onorevole interrogante, ma anche avuto riguardo agli ulteriori provvedimenti che il mercato assicurativo attende, tra cui, quello recante il cosiddetto schema di contratto base Rc auto (obbligatoriamente offerto da tutte le imprese via web), per il quale anche il Consiglio di Stato in sede consultiva sulla proposta di provvedimento, ha chiesto, in via interlocutoria, di chiarire definitivamente la portata della clausola di offerta delle cosiddette scatole nere, avuto riguardo alla rilevanza dell'obbligatorietà (contrattuale) o facoltatività della stessa, a chiarimento dei contenuti – in quel caso – del citato contratto base assicurativo.
  Per ciò che riguarda il disegno di legge «Legge annuale sulla concorrenza» citato in precedenza, è stato presentato alla Camera dei Deputati il 3 aprile u.s. (A.C. n. 3012).
  Agli articoli 3, 5, 8 e 9 con i quali, tra l'altro, si novella anche il Codice delle assicurazioni private, viene disciplinata e meglio regolata, a fini contrattuali (per il riconoscimento di uno sconto a vantaggio dei consumatori) e di utilizzo probatorio, rispetto a quanto era già stato previsto dal decreto-legge n. 1 del 2012, l'offerta espressamente facoltativa delle cosiddette scatole nere abbinate ai contratti Rc auto.
  Nella relazione al provvedimento, in particolare, è espressamente previsto che l'articolo 8, in relazione alle cosiddette «scatole nere» nonché agli ulteriori strumenti ad esse equiparabili, allo scopo di chiarirne il ruolo anche ai fini della definizione dell'eventuale contenzioso che potrebbe derivare dai sinistri stradali, ne precisi l'efficacia probatoria nei procedimenti civili in relazione ai fatti cui esse si riferiscono, salvo che la parte contro la quale sono state prodotte dimostri il loro mancato funzionamento o la loro manomissione.
  L'interoperabilità e la portabilità sono garantite dai provider di telematica assicurativa, i cui dati identificativi sono comunicati all'IVASS. È previsto, ancora, che i dati sull'attività del veicolo siano gestiti in sicurezza dai medesimi operatori sulla base dello standard tecnologico comune indicato dai previsti provvedimenti ministeriali e che la determinazione delle modalità per assicurare l'interoperabilità e la portabilità delle scatole nere sia rimessa a un successivo provvedimento dell'IVASS, adottato di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con il Garante per la protezione dei dati personali. Sono indicati la modalità di trattamento dei dati in conformità al Codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo n. 196 del 2003, nonché il divieto di utilizzare le informazioni oltre i limiti previsti dalla legge. È fatto divieto all'assicurato di disinstallare, manomettere o comunque rendere non funzionante il dispositivo installato, pena la mancata riduzione del premio assicurativo per la durata residua del contratto. Sono fatte salve le eventuali sanzioni penali.
  Ciò detto confermo che, anche alla luce dell'intervento normativo sopra sintetizzato, l'iter di adozione dei decreti ministeriali ivi previsti, non mutati quanto al contenuto prescrittivo, potrà riprendere all'esito dell'approvazione della novella legislativa attualmente in discussione e recata dal disegno di legge sulla concorrenza attualmente in discussione in Parlamento.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-04043 Ricciatti: Corretto utilizzo del marchio Made in Italy da parte delle aziende italiane.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'atto in questione viene chiesto di conoscere, se e quali iniziative il Governo adotta, o intenda adottare, per monitorare il corretto utilizzo del marchio Made in Italy da parte delle aziende.
  Preliminarmente osservo che i fatti contestati e riportati, ove accertati, appaiono censurabili sotto il profilo della responsabilità sociale d'impresa e ricordo che gli stessi Governi si sono impegnati a promuovere una condotta imprenditoriale responsabile, al fine di dare attuazione delle Linee Guida OCSE.
  Tuttavia il rispetto delle raccomandazioni contenuto nelle Linee Guida OCSE, resta volontario da parte delle imprese e non giuridicamente vincolante.
  In secondo luogo, evidenzio che la tutela del «made in Italy» costituisce un costante impegno del Ministero dello Sviluppo Economico, che segue attentamente e propositivamente i lavori comunitari per la definizione di nuove regole per la tutela dell'origine dei prodotti.
  In particolare, come più volte riferito, per quanto riguarda gli interventi normativi di modifica delle disposizioni riguardanti l'indicazione di origine dei prodotti a tutela del made in Italy, è stata già avanzata la proposta di inserire, all'articolo 7 della proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti di consumo, l'obbligo di indicazione di origine (cd. Made in) per tutti i prodotti. La proposta di Regolamento è attualmente all'esame del Consiglio dell'Unione europea e al momento è oggetto di richiesta di stralcio da parte di alcuni Paesi del Nord Europa, in quanto risulterebbe mancante la valutazione di impatto per l'adozione del citato articolo 7.
  Sotto la Presidenza italiana è stato convocato il Gruppo di lavoro Consumatori, che ha convenuto, per dare risposta alla richiesta unanime dei membri del medesimo Gruppo, di acquisire nuovi elementi di analisi utili a facilitare la prosecuzione dei lavori a livello tecnico.
  In coerenza e continuità con le azioni richieste dalla Presidenza italiana, la Commissione europea ha, subito, dato avvio ad uno studio di analisi d'impatto dell'articolo 7. I passaggi obbligati ed incomprimibili in termini temporali sono in consultazione degli stakeholder dei settori interessati ai quali è stato inviato un «Questionnaire – Study: INDICATION OF ORIGIN».
  Il Ministero dello sviluppo economico quale autorità nazionale di vigilanza del mercato nonché, punto di contatto per il coordinamento dei dati richiesti nel citato «questionario», ha avviato tutte le possibili iniziative, coordinandosi con le associazioni di categoria e tutti gli operatori economici del settore, al fine di fornire alla Commissione gli elementi utili richiesti per agevolare l'adozione del regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti, comprensivo della norma in oggetto quale ulteriore requisito di tracciabilità che riguarda sia il prodotto sia il produttore.
  Al momento non sono ancora pervenuti aggiornamenti sull'analisi d'impatto dell'articolo 7 inserito nella citata proposta di Pag. 166Regolamento. La relazione sugli esiti della consultazione, infatti, non è stata ancora resa pubblica.
  In conclusione, ritengo che l'adozione del Regolamento UE sulla sicurezza dei prodotti, con particolare riferimento all'articolo 7, consentirà di fornire una base giuridica armonizzata alle disposizioni di cui all'articolo 4 commi 49 ss. della Legge n. 350/2003.
  Il Ministero dello sviluppo economico ha sempre sostenuto tale orientamento nella convinzione che l'indicazione di origine obbligatoria sia un tema cruciale per la sicurezza dei prodotti e per il corretto funzionamento del mercato interno, andando a colmare un vuoto legislativo a livello europeo.
  Infatti, l'indicazione del Paese di origine contribuisce a:
   migliorare la tracciabilità del prodotto a beneficio delle autorità di sorveglianza del mercato;
   rafforzare la fiducia dei consumatori nei confronti del mercato interno;
   favorire il contrasto alle false indicazioni;
   rafforzare la competitività delle produzioni europee;
   stabilire regole condivise e parità di condizioni tra gli operatori economici europei e non europei (level playing field), nel rispetto degli accordi WTO.

  L'indicazione di origine riveste, inoltre, una valenza economica per la competitività dei prodotti europei che saranno chiaramente identificabili sui mercati – sia interno che esteri – e potranno essere scelti più agevolmente dai consumatori.
  Sul piano specifico della lotta al fenomeno della contraffazione segno che presso il Ministero dello sviluppo economico è stato costituito il CNAC (Consiglio Nazionale Anticontraffazione), che riunisce tutti gli operatori del sistema anticontraffazione italiano.
  Il Consiglio, istituito con la legge 23 luglio 2009 n. 99, operativo dal 2011, è l'organismo interministeriale con funzioni di indirizzo, impulso e coordinamento strategico delle iniziative intraprese da ogni amministrazione in materia di lotta alla contraffazione. Vi partecipano undici Ministeri – Sviluppo Economico, Economia e Finanze, Affari Esteri, Difesa, Politiche Agricole, Interno, Giustizia, Beni e Attività Culturali, Lavoro e Politiche Sociali, Salute e Funzione Pubblica – e l'ANCI, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.
  Il Consiglio ha predisposto un piano nazionale anticontraffazione e indicato gli indirizzi per orientare e migliorare anche l'azione delle amministrazioni. Il Piano ha individuato sei ambiti prioritari in materia di lotta alla contraffazione: comunicazione, informazione e formazione destinate ai consumatori; rafforzamento dei presidi territoriali; lotta alla contraffazione via internet; formazione alle imprese in tutela della proprietà industriale; tutela del made in Italy dai fenomeni di usurpazione all'estero.
  In particolare, sotto quest'ultimo profilo, sulla base di alcune proposte avanzate dal Consiglio Nazionale Anticontraffazione, è stato formalizzato uno schema di DPCM d'attuazione dell'articolo 5, comma 1, lett. e) del decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43 per la tutela dei segni distintivi collegati all’ Esposizione Universale.
  Inoltre, è stata inserita nello schema di DDL, «PMI» una norma per incentivare l'adozione dei marchi collettivi di fonte privata gestiti in forma consortile o equivalente con lo scopo di valorizzare e rendere riconoscibile l'eccellenza dei prodotti italiani sui mercati esteri. Nel medesimo provvedimento, è stato altresì inserito un ulteriore intervento normativo al fine di rendere effettiva l'applicazione delle sanzioni nei confronti degli acquirenti consapevoli di prodotti contraffatti.
  Evidenzio, inoltre, che il 25 novembre scorso nell'ambito della riunione dei Consigli Nazionali Anticontraffazione CNAC EUMED è stato firmato un nuovo documento d'intesa, la «Carta di Roma per il rafforzamento della lotta alla contraffazione» che mira al rafforzamento, nell'ambito Pag. 167di ciascun Paese, del coordinamento tra autorità pubbliche e private.
  Ciò avverrà rafforzando la collaborazione internazionale nel campo:
   dei diritti di proprietà intellettuale, al fine di rafforzare la capacità, la tempestività e l'efficacia delle autorità;
   della lotta alla contraffazione on line, per ottenere informazioni su questo fenomeno in rapida e continua evoluzione;
   della comunicazione/informazione/educazione, rivolta ai consumatori, ai produttori ed alle istituzioni, al fine di aumentare la consapevolezza dei problemi collegati alla contraffazione;
   della formazione del personale, che si occupa della lotta alla contraffazione;
   delle strutture legislative ed istituzionali, per la promozione di scambi di conoscenze e informazioni sul sistema legale nazionale, sui rispettivi Piani Nazionali Anti-Contraffazione e le relative attuazioni.

  Per raggiungere tutti gli obiettivi prefissati nella «Dichiarazione di Roma». I Paesi partecipanti hanno concordato di creare una Rete di Comitati Nazionali Anticontraffazione (Rete CNAC EUMED). Hanno inoltre concordato di identificare in ogni Paese un «focal point» che faccia da facilitatore nei confronti delle proprie autorità nazionali nel caso giunga ad esso, da parte delle autorità di altri Paesi Firmatari, la segnalazione di casi di contraffazione per la risoluzione dei quali è necessario il coinvolgimento delle autorità nazionali.
  Segnalo ancora che con un'apposita convenzione il Ministero ha affidato all'ICE-Agenzia la costituzione di quattro desk per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale e di assistenza per gli ostacoli al commercio.
  I desk sono entrati in funzione, a maggio dello scorso anno, presso gli Uffici dell'ICE-Agenzia di Pechino, Mosca, Istanbul e New York.
  Le sedi sono state individuate sulla base della rilevanza commerciale del mercato e della diffusione del fenomeno della contraffazione, oltreché della particolare difficoltà di accesso al mercato stesso. Il personale incaricato ha il compito di prestare assistenza ad aziende e associazioni italiane sulle problematiche e criticità specifiche sia della contraffazione che della tutela dei marchi.
  È stato realizzato anche un sito web www.accessoalmercato.ice.it che, oltre a fornire materiale, news e guide sulle specifiche tematiche nei singoli Paesi, permette alle aziende di inviare quesiti direttamente agli esperti dei desk.
  In aggiunta e nel quadro delle sue attività istituzionali il Ministero ha avviato, dallo scorso anno, in collaborazione con UNIONCAMERE, un altro progetto, complementare a quello sopra enunciato, volto a fornire, con l'ausilio di suoi funzionari qualificati, un servizio di informazione, supporto e orientamento alle imprese italiane all'estero in materia di tutela della proprietà industriale e lotta alla contraffazione. Tale servizio verrà fornito, per il momento, nei paesi Brasile (San Paolo) e Marocco (Casablanca), che sono considerati mercati di prioritario e prevalente intervento a sostegno del nostro sistema imprenditoriale, con il supporto della rete delle Camere di commercio italiane all'estero.
  Infine, nell'ambito del Piano Straordinario 2015 per il Made in Italy il Ministero ha stanziato circa 30 milioni di euro destinati a campagne di comunicazione e azioni di promozione per contrastare il fenomeno dell’«italian sounding» partendo dal Nord America, puntando dunque, attraverso l'ICE-Agenzia, alla valorizzazione delle produzioni di eccellenza – in particolare agricole e agroalimentari – ed alla tutela all'estero dei marchi e delle certificazioni di qualità e di origine delle imprese e dei prodotti.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-04326 Scagliusi: Iniziative conseguenti ad un'eventuale interruzione di rifornimento di gas libico all'Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Circa il primo quesito, si fa presente che la possibilità di riduzioni delle forniture di gas dalla Libia non destano, attualmente, preoccupazioni significative.
  Infatti le contrazioni di flusso dalla Libia, iniziate verso la metà di dicembre 2014, non hanno subito ulteriori riduzioni, essendosi stabilizzate, anche se in minor volume, a gennaio 2015. Nei primi undici mesi del 2014 il volume di gas importato dalla Libia è ammontato a circa 6 miliardi di metri cubi, con un incremento del 15,7 per cento sul medesimo periodo del 2013, e con quota di circa l'11,8 per cento sul totale importato, a conferma di una attuale tendenziale stabilità dell'import di questa commodity, nonostante le crisi sistemiche del Paese.
  L'eventuale riduzione di flusso dalla Libia può essere compensata da un maggiore utilizzo delle altre fonti di approvvigionamento (Russia, Norvegia ed Olanda). Nel caso essa avvenisse durante la stagione invernale potrebbe essere compensata anche da un maggior prelievo da stoccaggi, che potrebbero presentare problemi in caso di concomitante punta eccezionale di erogazione, conseguente a un picco di freddo.
  Premesso quanto sopra, la situazione italiana resta comunque condizionata anche dalla instabilità della situazione russo-ucraina che potrebbe portare in futuro a nuove riduzioni dell'import. Pertanto, dovrebbe anche ipotizzarsi in tale scenario la necessità di ricorrere a nuovi flussi di Gas Naturale Liquefatto (GNL) verso i terminali di rigassificazione italiani o del Nord Europa, e ciò dipende da due variabili interconnesse: la domanda mondiale ed il prezzo.
  Le attività intraprese Ministero dello Sviluppo Economico, con effetto medio termine, sono le seguenti:
   a) diversificare le fonti e le rotte del gas, a mezzo di gasdotti e rigassificatori GNL;
   b) promuovere ulteriormente l'efficienza energetica;
   c) implementare le infrastrutture di interconnessioni in Europa;
   d) rendere più liquido ed accessibile il mercato di GNL con nuovi fornitori (USA e Canada quando sarà possibile), modernizzando le infrastrutture già esistenti nonché costruendo nuovi rigassificatori;
   e) sviluppare una politica di ricerca e sfruttamento nel Mediterraneo orientale e del Nord Africa sia per il petrolio che per il gas;
   f) incrementare la produzione domestica sia di petrolio che di gas in modo sicuro per l'ambiente, come da implementazione della Direttiva 2013/30/EU sulla Sicurezza delle operazioni offshore.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-04537 Capone: Rischi connessi alla presenza di ordigni inesplosi nel mare Adriatico in riferimento alle attività di trivellazione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In base a uno studio eseguito dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), è nota la presenza di numerosissimi ordigni bellici inesplosi, caricati anche con aggressivi chimici, distribuiti in svariate aree di fondale marino in Adriatico, la cui esplosione accidentale potrebbe causare danni diretti agli organismi marini o provocare la fuoriuscita incontrollabile di prodotti petroliferi dai pozzi in via di perforazione.
  La presenza di tali ordigni, quindi, comporta rischi diversi per tutte le attività ivi svolte. Tuttavia, i rischi più elevati sono connessi alle attività che non prevedono una indagine preventiva (survey) come avviene per la pesca, poiché per la posa in opera di cavi o condotte o piattaforme, sono previste specifiche attività preventive di indagine sui fondali.
  Il Ministero dell'ambiente ha destinato la somma di 5 milioni di euro per la bonifica da residuati bellici delle aeree portuali del basso Adriatico previa caratterizzazione.
  Ad oggi la bonifica da ordigni in mare può essere eseguita esclusivamente dal Nucleo SDAI (Servizio Difesa Antimezzi Insidiosi) della Marina Militare.
  Inoltre, il Ministero dello sviluppo economico, titolato al rilascio delle autorizzazioni per la ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare, in data 30 gennaio 2014 ha siglato un accordo di cooperazione con la Marina Militare finalizzato, tra l'altro, alla sorveglianza e al controllo degli impianti nonché alla condivisione delle informazioni dell'Istituto Idrografico della Marina Militare che riporta dettagliatamente sulle proprie pubblicazioni nautiche le aree dei mari nazionali in cui vi è la presenza di ordigni inesplosi, indicando le prescrizioni cui l'utenza deve attenersi ai fini della sicurezza in navigazione.
  Anche il Governo Croato, a quanto consta, autorizza le attività di ricerca e prospezione di idrocarburi previa adeguata attività di survey.
  In ultimo, si rappresenta che i protocolli comuni europei sono già stati previsti dalle normative europee del settore (direttiva 92/91 CE, recepita con decreto legislativo 624/1996 e Direttiva UE 30/2013 in corso di recepimento). In base allo schema di recepimento della nuova direttiva faranno parte dell'Autorità competente in materia di sicurezza la Marina Militare e le Capitanerie di Porto.
  La questione sarà comunque posta all'attenzione nell'ambito dei dialoghi con i Paesi rivieraschi adriatici.

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ALLEGATO 6

Interrogazione n. 5-05137 Vico: Prospettive produttive e occupazionali del gruppo Pirelli in seguito all'accordo con China National Chemical.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Vorrei fare presente che l'ingresso nel capitale sociale della Pirelli da parte della China National Chemical Corporation è un'operazione che riguarda un'azienda privata e quindi il Governo non ha titolo ad intervenire, anche se ha seguito la vicenda ed è informato di quanto avvenuto.
  Il Governo considera condivisibile qualunque operazione che miri a consolidare e a rendere ancora più competitive le eccellenze industriali nazionali, tenendo conto che il mondo è cambiato e lo scenario di competizione globale richiede dimensioni e capacità di stare sui mercati diverse rispetto a quelle dei decenni precedenti.
  Nell'ambito anche della Commissione mista Italia-Cina che si è tenuta lo scorso 19 marzo il Governo italiano e quello cinese si sono comunque espressi in termini positivi anche sui reciproci investimenti, evidenziando in particolare anche la positiva ricaduta che questi possono avere in termini occupazionali e di crescita economica.
  Il Governo in generale, è molto attento e presta la massima attenzione al fatto che comunque da queste operazioni, come esito finale, non sia messa a repentaglio o a rischio il patrimonio tecnologico, prima di tutto, il know how e naturalmente anche l'occupazione in Italia, ciò sarà certamente anche per gruppo di cui si discute.
  Se parliamo del caso specifico aggiungo che, gli accordi che sono stati previsti anche dai patti parasociali conclusi fra China National Chemical e il partner Pirelli, garantiscono la permanenza in Italia del centro di ricerche e sviluppo e dell’headquarter, quindi del centro di controllo del gruppo milanese, per il cui trasferimento, infatti, servirebbero maggioranze particolarmente rafforzate, pari al 90 per cento per cento in assemblea. Nello stesso senso si colloca anche la previsione che, il trasferimento a terzi della proprietà intellettuale di Pirelli, sia deliberato sempre con le maggioranze che ho già indicato.
  Si condivide pertanto il fatto che ci debba essere un'attenzione rispetto al mantenimento del know-how, delle competenze e delle eccellenze, naturalmente anche dei livelli occupazionali in Italia, dall'altra parte operazioni di questo genere servono a fortificare dei campioni nazionali in un mercato che certamente nel frattempo negli ultimi anni si è modificato.