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Resoconti delle Giunte e Commissioni

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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 novembre 2015
548.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul trasferimento e la messa in comune dei contributi al Fondo di risoluzione unico, con Allegati, fatto a Bruxelles il 21 maggio 2014, con processo verbale di rettifica, fatto a Bruxelles il 22 aprile 2015.
(C. 3449 Governo, approvato dal Senato).

PARERE APPROVATO

  Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,
   esaminato il testo del disegno di legge C. 3449 Governo, approvato dal Senato, recante «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul trasferimento e la messa in comune dei contributi al Fondo di risoluzione unico, con Allegati, fatto a Bruxelles il 21 maggio 2014, con processo verbale di rettifica, fatto a Bruxelles il 22 aprile 2015»;
   considerato che l'articolo 117, secondo comma, lettera a), della Costituzione, riserva la materia «politica estera e rapporti internazionali dello Stato» alla competenza legislativa esclusiva dello Stato;
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

Pag. 27

ALLEGATO 2

5-07094 Nuti ed altri: Sullo scioglimento del comune di Nola per infiltrazione mafiosa.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli deputati,
  con l'interrogazione iscritta all'ordine del giorno, l'onorevole Nuti, unitamente ad altri deputati, richiama l'attenzione su alcune irregolarità che si sarebbero verificate nella gestione amministrativa del Comune di Nola, con particolare riferimento agli affidamenti di taluni servizi affidati a società che sarebbero collegate con la criminalità organizzata. Chiede, quindi, al Ministro dell'interno se non sussistano i presupposti per l'avvio delle procedure di scioglimento degli organi elettivi del Comune previsto dall'articolo 143 del testo unico sugli enti locali.
  Premetto che la Prefettura di Napoli svolge un attento monitoraggio sugli enti locali della provincia, allo scopo di acquisire tutti i possibili segnali di tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata e di fenomeni corruttivi.
  Tale attività viene effettuata in modo mirato, anche sulla base degli esposti o delle denunce che segnalano situazioni di irregolarità o di illiceità, indirizzando gli accertamenti verso i settori più sensibili a forme di infiltrazione o di condizionamento, come quelli degli appalti, dei contratti pubblici e dell'edilizia.
  In questi ambiti la Prefettura, anche ai fini di prevenzione antimafia, presta particolare attenzione all'amministrazione comunale di Nola, sia perché l'organo consiliare dell'ente locale in passato è stato sciolto due volte (nei 1993 e nel 1996), sia perché recentemente si sono verificati taluni episodi che hanno coinvolto esponenti dell'apparato politico amministrativo dell'ente.
  Quanto al primo settore evidenziato nell'interrogazione, quello della gestione delle aree comunali adibite a parcheggio a pagamento, risulta che soggetti afferenti al sodalizio criminale del clan camorristico Russo, operanti nell'ambito del Comune di Nola, abbiano posto in essere un'attività di carattere estorsivo ai danni dell'impresa Terzo Millennio, aggiudicataria del servizio per il triennio 2005-2007.
  Le indagini che ne sono scaturite hanno portato alla condanna di 4 appartenenti al citato sodalizio criminale, per reati di tentata estorsione e illecita concorrenza.
  La vicenda non ha, tuttavia, evidenziato oggettivi indizi a carico di amministratori o funzionari dell'ente locale.
  Sempre nell'ambito del settore dei parcheggi, risulta che la società «A.M. Parking s.r.l.», affidataria del servizio negli anni 2012-2014, sia stata sottoposta a sequestro preventivo nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'emissione di un'ordinanza cautelare in carcere di 68 soggetti affiliati o contigui al clan Contini.
  Per quanto riguarda il settore dei trasporti scolastici, come riportato nella stessa interrogazione, la società School bus Service s.r.l., soggetto gestore del servizio, risulta essere stata destinataria, in data 8 gennaio 2014, di un provvedimento interdittivo antimafia, annullato poi, dal TAR Campania il 4 agosto 2014.
  Si informa che il 24 novembre 2014 la Prefettura, alla luce di ulteriori elementi di valutazione, ha emesso analoga misura interdittiva avverso la quale la società ha presentato istanza cautelare, respinta dal TAR Campania nell'anno in corso.
  Per quel che concerne la gestione finanziaria del Comune, si rappresenta che la Corte dei Conti, all'esito dei chiarimenti Pag. 28forniti dall'organo di revisione e dal responsabile del servizio finanziario del Comune sui rendiconto 2010 e sul bilancio di previsione 2011, non ha rilevato particolari criticità nella gestione finanziaria, pur invitando l'ente a una più attenta programmazione.
  In merito all'arresto di tre dipendenti addetti all'ufficio ragioneria del Comune per distrazione fraudolenta di somme comunali e alla connessa condanna di due di essi, non si può che confermare quanto riferito nell'interrogazione.
  Infine, con riferimento all'arresto, avvenuto il 31 marzo di quest'anno, dell'assessore all'urbanistica del Comune Gianpaolo De Angelis insieme ad altre 8 persone, di cui 6 appartenenti al clan «Fabbrocino», si comunica che il signor De Angelis è stato sospeso di diritto dalla carica elettiva ai sensi del decreto legislativo n. 235 del 2012.
  Tale vicenda è stata oggetto di approfondimento nel corso di una riunione tecnica di coordinamento presso la Prefettura di Napoli, nel corso della quale i vertici delle Forze di Polizia hanno evidenziato che l'attività di indagine sul conto dell'assessore riguardava la sua attività imprenditoriale e non l'esercizio della funzione politico-amministrativa, escludendo qualsiasi riferimento alla gestione dell'ente.
  Questa la ricostruzione dei fatti, che ritengo evidenzi l'attenzione con cui la Prefettura di Napoli monitora l'operato dell'amministrazione comunale di Nola al fine di accertare eventuali fenomeni di compromissione della libera determinazione degli organi politico-amministrativi e di conseguente pregiudizio del buon andamento della pubblica amministrazione, onde promuovere – se del caso – l'esercizio dei poteri di accesso presso l'ente.

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ALLEGATO 3

5-07093 Fiano e Fontanelli: Sulla situazione dell'ordine pubblico nella città di Pisa.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli deputati,
  con l'interrogazione all'ordine del giorno, gli onorevoli Fiano e Fontanelli, prendendo spunto da tre aggressioni avvenute lo scorso mese di ottobre nella città di Pisa, richiamano l'attenzione del Ministro dell'interno sul diffuso stato allarme venutosi a creare tra i cittadini. Chiedono, pertanto, il potenziamento degli organici della Polizia di Stato in servizio nel capoluogo o quanto meno una riorganizzazione degli uffici della Polizia medesima che non penalizzi i livelli di sicurezza della città.
  Mi preme innanzitutto sottolineare che la sicurezza del capoluogo costituisce una priorità per le Autorità provinciali di pubblica sicurezza e le Forze di polizia, tant’è che nello scorso mese di marzo è stato rinnovato tra la Prefettura, la Regione, la Provincia e il Comune capoluogo il «Patto per Pisa sicura», rendendolo più rispondente alle accresciute esigenze e alle specifiche problematiche che si evidenziano nel territorio pisano, che ha una dimensione urbana molto complessa e si connota per la presenza di importanti poli artistico-culturali, tecnologici, industriali e del sistema aeroportuale.
  Il «Patto per Pisa sicura» rafforza, senza dubbio, il sistema integrato di sicurezza, privilegiando sia la diffusione e l'utilizzo di strumenti tecnologici quali i sistemi di videosorveglianza, sia il miglioramento del circuito informativo e di interscambio delle informazioni tra le Forze di Polizia.
  In tale cornice, anche per far fronte all'instaurarsi di fenomeni di costume legati alla vita notturna e ad abitudini spesso connotate da episodi di inciviltà e da situazioni di degrado, è stato disposto un maggior impiego del personale sia nelle attività di prevenzione che in quelle investigative, oltreché il necessario rafforzamento dell'apparato generale di controllo del territorio mediante equipaggi automontati delle Forze territoriali e risorse esterne quali i Reparti Prevenzione Crimine.
  Nel contempo, grazie all'impiego delle Forze armate nell'ambito dell'Operazione Strade Sicure viene assicurato un servizio di vigilanza antiterrorismo a tutela degli obiettivi sensibili, compresi i principali monumenti del patrimonio artistico pisano, integrato nel più ampio contesto di controllo, senza sottrarre risorse alle «volanti» specificamente dedicate ai servizi di prevenzione generale.
  L'impegno profuso dalle Forze di polizia è attestato dai positivi risultati conseguiti, consistenti nella conclusione di importanti operazioni e nell'assicurazione alla giustizia dei responsabili di vari crimini ad elevato allarme sociale, come avvenuto per l'autore dell'aggressione ai danni della ricercatrice universitaria menzionata dagli interroganti.
  Ed è un fatto significativo che, dal confronto tra i dati relativi ai primi nove mesi dell'anno in corso e quelli dell'analogo periodo del 2014, si registri una riduzione del 7,6 per cento circa dei delitti consumati complessivamente nella città di Pisa, pur non potendosi sottacere che l'analisi di dettaglio evidenzia, per singole fattispecie criminose, una dinamica incrementale in parziale controtendenza rispetto al dato generale.Pag. 30
  Quanto alla questione dell'incremento degli organici della Polizia di Stato, oggetto di specifica sollecitazione da parte degli onorevoli interroganti, informo che, in sede di pianificazione delle assegnazioni di agenti di nuova nomina nel corrente mese di novembre, sono state assegnate 5 unità in favore dell'Ufficio Polizia di frontiera aerea di Pisa, che vanno ad aggiungersi all'unità assegnata la scorsa estate alla Squadra mobile.

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ALLEGATO 4

5-07095 Gelmini e Ravetto: Sull'impiego delle Forze dell'Esercito nella regione Lombardia.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli deputati,
  l'interrogazione dell'onorevole Gelmini verte sul mantenimento a Milano di tutto o parte del contingente dei militari impiegati per presidiare i siti di Expo 2015. Si tratta di un tema di notevole rilevanza, al quale il Ministero dell'interno ha prestato la dovuta attenzione, compatibilmente con le esigenze di sicurezza delle altre aree del territorio nazionale esposte alla minaccia di atti terroristici.
  La sicurezza del sito Expo e di altri luoghi correlati all'evento ha comportato l'impiego di un contingente straordinario di 1.855 militari delle Forze Armate fino al 1o novembre scorso.
  Dopo tale data, al fine di mantenere l'efficacia dei dispositivi vigilanza ai siti ed obiettivi sensibili cittadini, il Capo della Polizia ha attivato la procedura di rimodulazione del Piano nazionale di impiego dei militari delle Forze armate dell'Operazione Strade Sicure.
  È stata disposta, quindi, a decorrere dal 2 novembre, l'assegnazione al Prefetto di Milano di 200 militari in aggiunta ai 438 già presenti nella provincia, per complessive 638 unità da adibire ai servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili.
  Tengo a sottolineare che si tratta di un contingente superiore di ben 300 unità a quello assegnato al territorio provinciale nell'anno 2014.
  Ritengo inoltre significativo rilevare che, al termine dell'evento espositivo, l'organico effettivo della Questura di Milano risulta superiore di circa 50 unità rispetto al periodo anteriore all'evento. Le unità aggiuntive sono attivamente impiegate nei servizi di controllo del territorio e di vigilanza.
  Riferisco, inoltre, per completezza di informazione, che, a fonte dei fatti accaduti a Parigi, vi è stata una immediata attivazione del sistema di sicurezza a livello provinciale. La Prefettura ha riunito il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, al quale sono seguite nei giorni successivi una serie di riunioni tecniche di coordinamento delle Forze di polizia per la definizione delle strategie da adottare.
  È stato deciso un innalzamento ai massimi livelli del sistema di sicurezza generale nonché il rafforzamento delle misure di vigilanza verso tutti gli obiettivi sensibili sul territorio provinciale, contestualmente all'incremento delle attività coordinate di controllo del territorio con la predisposizione di frequenti posti di blocco.
  In particolare, è stato stabilito di sensibilizzare al massimo le misure di vigilanza presso gli obiettivi consolari, gli aeroporti, le stazioni ferroviarie e metropolitane ed ogni altro obiettivo ritenuto a rischio compresi – ovviamente – quelli riconducibili alla Francia e agli interessi ebraici. Inoltre, è stato elevato il livello di vigilanza in occasione di particolari eventi di carattere religioso, sportivo, musicale e di intrattenimento connotati da un significativo afflusso di persone, nonché presso i ristoranti Kosher.
  Concludo, rassicurando che il Ministero dell'interno, nelle sue espressioni politiche e nelle sue componenti amministrative e operative centrali e territoriali, mantiene una vigile attenzione sulla situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica a Milano e provincia, pronto a cogliere segnali premonitori e accadimenti, che rendano necessaria l'adozione di ulteriori misure di prevenzione.

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ALLEGATO 5

5-07096 Invernizzi: Sulle procedure di autenticazione in materia elettorale ai sensi dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 132 del 1993.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli deputati,
  con l'interrogazione all'ordine del giorno, l'onorevole Invernizzi lamenta un vuoto normativo in merito ai soggetti legittimati ad autenticare la documentazione in materia elettorale.
  In relazione a ciò, chiede al Ministro dell'interno se intenda emanare una circolare interpretativa che, da un lato, autorizzi i consiglieri delle città metropolitane ad effettuare le autenticazioni in materia elettorale al pari dei consiglieri provinciali; dall'altro, autorizzi anche i segretari comunali delle amministrazioni non interessate dalle competizioni elettorali a certificare l'autenticità dei documenti ai sensi dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 132 del 1993.
  Premetto che l'individuazione delle categorie di soggetti ai quali, nell'ambito territoriale della carica o dell'ufficio rispettivamente ricoperto, viene conferita la capacità di attribuire pubblica fede in ordine alla autentica delle sottoscrizioni delle liste di candidati e delle dichiarazioni di accettazione delle candidature è stata sempre ritenuta dalla giurisprudenza come tassativa.
  Tale individuazione non sembra prestarsi, quindi, ad interpretazioni estensive in virtù di procedimenti analogici o sistematici.
  Per quanto detto, rappresento – e con questo rispondo alla prima questione sollevata dall'onorevole interrogante – che i consiglieri delle città metropolitane di cui alla legge n. 56 del 2014, non possano effettuare le autenticazioni in parola, in assenza di un intervento normativo che a ciò li abiliti espressamente.
  Resta inteso che il consigliere metropolitano, in quanto titolare di una carica elettiva (come sindaco o consigliere) di un comune della città metropolitana, potrà autenticare le sottoscrizioni di liste e le dichiarazioni di accettazione di candidature all'interno del territorio del comune e con riferimento ad elezioni che si svolgono nell'ambito del comune medesimo.
  In tal senso, infatti, vi è un consolidato orientamento della giurisprudenza del Consiglio di Stato, confermato anche di recente.
  Con riferimento all'altra questione posta dall'onorevole Invernizzi, rilevo come dal tenore letterale dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 132 del 1993 non possa che evincersi che le dichiarazioni sottoscritte dai presidenti o segretari nazionali dei partiti o gruppi politici di autorizzazione ad usare la denominazione e il simbolo del proprio partito debbano essere prodotte a mezzo di mandato autenticato da notaio e che, in mancanza di ulteriori previsioni normative, anche le copie conformi di tali dichiarazioni autenticate debbano essere rilasciate dal notaio.

Pag. 33

ALLEGATO 6

5-07097 Pinna e Galgano: Sul contrasto a fenomeni di criminalità organizzata in Umbria.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli deputati,
  con l'interrogazione all'ordine del giorno, gli onorevoli Pinna e Gàlgano, nel richiamare la vicenda del giornalista Michele Inserra che, nel mese di marzo 2015, ha subito minacce ed intimidazioni a Temi in relazione a un'inchiesta da lui condotta sulla ’ndrangheta in Umbria, chiedono l'adozione di tempestive ed efficaci iniziative volte ad evitare l'infiltrazione della criminalità organizzata in quella regione.
  Voglio subito informare che, a seguito delle predette minacce, i Prefetti di Reggio Calabria e Napoli hanno disposto l'attivazione nei riguardi del signor Inserra di un servizio di vigilanza generica radiocollegata rispettivamente presso la sua abitazione calabrese e quella campana dei suoi familiari.
  Quanto alla situazione della sicurezza nel territorio umbro, rilevo innanzitutto che le indagini e le operazioni di polizia giudiziaria svolte nel corso degli anni hanno consentito di delineare uno scenario di presenze nella regione e di cointeressenze fra soggetti malavitosi collegati con i contesti criminali d'origine, specie calabresi e campani, che cercano di integrarsi nel tessuto sociale per reinvestire proventi illeciti attraverso l'acquisto di beni immobili, esercizi commerciali e attività rurali.
  Risulta inoltre rilevante la presenza della criminalità di matrice straniera che si manifesta nella commissione di un'ampia gamma di delitti in particolare nei settori degli stupefacenti, dello sfruttamento della prostituzione, delle rapine e dei furti.
  Le attività investigative confermano, in taluni casi, la saldatura dei gruppi delinquenziali locali con sodalizi riconducibili alla criminalità organizzata di tipo mafioso e compagini di matrice etnica, in particolare albanesi, maghrebini, nigeriani e sudamericani.
  Lo scenario appena delineato riguarda in particolar modo la provincia di Perugia. In quella di Temi non sono state rilevate, al momento, consorterie strutturate di particolare pericolosità sociale ed operanti sul territorio secondo le metodologie tipiche delle associazioni mafiose.
  Voglio assicurare che in tale contesto sono state adottate diverse iniziative di prevenzione e contrasto delle varie forme di illegalità.
  La Direzione investigativa antimafia di Roma, che estende la sua competenza territoriale in Umbria, svolge una costante attività di monitoraggio per prevenire le infiltrazioni mafiose negli appalti dei lavori pubblici.
  L'attività di prevenzione delle Forze di polizia può inoltre giovarsi dell'uso del patrimonio informativo del progetto Ma.Cr.O. che, attraverso una mappatura informatizzata su base nazionale dei sodalizi criminali, consente il censimento delle organizzazioni di tipo mafioso, italiane e straniere, delle quali siano state individuate la denominazione, l'area d'influenza, le attività e i soggetti collegati.
  Nella regione Umbria il progetto è stato avviato due anni fa, con la costituzione dei gruppo provinciale interforze presso la Prefettura di Perugia, ed è proseguito nel Pag. 34mese di marzo deil'anno scorso con l'istituzione del gruppo interforze di Terni.
  Alle iniziative illustrate si aggiunge un articolato progetto denominato «GRIFO» che vede impegnati la Questura di Perugia e uffici del Dipartimento della pubblica sicurezza nel contrasto dello spaccio diffuso di sostanze stupefacenti e dei reati in genere connessi alla presenza di stranieri irregolari.
  Nell'ambito delle azioni dei pubblici poteri, mi preme segnalare le iniziative della Prefettura di Perugia volte alla creazione di stabili sedi di raccordo e vicinanza tra i livelli istituzionali e la società civile.
  La Prefettura ha avviato specifici contatti con la Regione e gli enti locali pervenendo alla stipula di patti di legalità volti all'innalzamento del livello di cautela antimafia nel settore dei contratti e subcontratti relativi a lavori, servizi e forniture. Mi riferisco in particolare al protocollo siglato quest'anno con il Comune capoluogo e quelli di Foligno e Magione.
  Sempre in tema di legalità nei pubblici appalti, la Prefettura ha adottato dal 2014 ad oggi 12 provvedimenti interdittivi antimafia nei confronti di società riconosciute a rischio di infiltrazione mafiosa da parte di ’ndrangheta e Cosa Nostra.
  Segnalo, in particolare, il provvedimento interdittivo relativo a un'importante realtà industriale del posto, GESENU Spa, e nei riguardi di due società partecipate dalla stessa, disponendone la gestione straordinaria ai sensi dell'articolo 32 del decreto-legge n. 90 del 2014.
  Il quadro degli interventi che ho appena delineato testimonia dell'attenzione prestata dalle istituzioni al mantenimento di elevati livelli di sicurezza pubblica nella regione.
  È un fatto significativo, in proposito, che il confronto tra i dati relativi ai primi nove mesi dell'anno in corso e quelli dell'analogo periodo del 2014 evidenzi una riduzione del 13 per cento circa dei delitti consumati complessivamente nella regione, pur non potendosi sottacere che l'analisi di dettaglio rivela, per alcune fattispecie criminose, una dinamica incrementale in parziale controtendenza rispetto al dato generale.
  Concludendo, posso senz'altro assicurare che le attività di prevenzione e contrasto di ogni forma di illegalità proseguiranno con il massimo impegno per salvaguardare i cittadini umbri e il loro territorio da ogni tentativo di infiltrazione da parte delle organizzazioni criminali.

Pag. 35

ALLEGATO 7

5-07098 Plangger ed altri: Sulle problematiche relative al sistema di accoglienza dei migranti della regione Valle D'Aosta.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli deputati,
  con l'interrogazione all'ordine del giorno l'Onorevole Plangger, unitamente ad altri deputati, chiede al Ministro dell'interno di rivedere la decisione di adibire a hub regionale la struttura denominata «Ex Hotel Lanterna», situata nel comune valdostano di Saint Pierre, ritenendola inadatta all'accoglienza dei migranti.
  Effettivamente, nell'ambito della pianificazione volta ad assicurare un'equilibrata distribuzione dei richiedenti asilo su tutto il territorio nazionale, questa Amministrazione ha individuato l'immobile in argomento quale centro governativo di accoglienza da attivare in attuazione delle decisioni adottate nell'ambito dell'Agenda europea sulla migrazione. Ragion per cui esso è stato correttamente riportato nella roadmap presentata dall'Italia all'Unione europea per l'accoglienza dei migranti.
  Occorre tener presente che la struttura di Saint Pierre è di proprietà della Riserva Fondo Lire U.N.R.R.A, gestita dal Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno.
  La sua destinazione all'accoglienza dei migranti è pienamente conforme alla normativa vigente – cioè al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 755 del 1994 – che individua le modalità per il perseguimento dei fini della predetta Riserva.
  La struttura era da tempo inutilizzata e presentava, in ogni caso, assoluta necessità di rilevanti interventi di manutenzione straordinaria per evitarne il degrado.
  Di conseguenza, l'Amministrazione dell'interno ha incaricato dell'esecuzione dei relativi lavori il competente Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche che, in qualità di stazione appaltante, ha elaborato il progetto esecutivo al fine di avviare celermente le procedure di gara per l'aggiudicazione delle opere.
  Preciso che il progetto esecutivo prevede la realizzazione dell'intervento in tre fasi successive, la prima delle quali si stima possa essere attuata entro il primo semestre 2016. Le relative risorse sono disponibili nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio.
  Per quanto concerne il contenzioso in essere con la regione Valle d'Aosta, la sentenza di primo grado pronunciata dal Tribunale di Torino in data 29 settembre 2014 è stata impugnata dal Ministero presso la Corte d'Appello. Nelle more della pronuncia definitiva, il Ministero dell'interno rimane l'unico ente titolare della gestione dell'immobile.
  Voglio infine evidenziare, che, nelle diverse occasioni di confronto sui temi dell'accoglienza dei migranti, la Regione Valle D'Aosta non ha proposto soluzioni alternative a quelle indicate dall'Amministrazione dell'interno.