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CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 26 gennaio 2016
580.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

DL 210/2015: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative (C. 3513 Governo)

PARERE APPROVATO

  La IV Commissione (Difesa),
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2015, n. 210, recante «Proroga di termini previsti da disposizioni legislative» (C. 3513);
   rilevato che:
    l'articolo 1, comma 2, proroga al 31 dicembre 2016 le autorizzazioni alle assunzioni per l'anno 2015 previste per il comparto sicurezza-difesa e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco in deroga alle percentuali del turn over indicate dalla legislazione vigente;
    il comma 3, lettera b), del medesimo articolo 1 proroga al 31 dicembre 2016 le autorizzazioni alle assunzioni per l'anno 2014 previste per il comparto sicurezza-difesa e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco in attuazione dell'articolo 1, comma 464, della legge di stabilità 2014 (legge n. 147 del 2013);
    sempre l'articolo 1, al comma 8, interviene sull'articolo 2223 del codice dell'ordinamento militare al fine di prorogare di un anno il regime transitorio concernente il collocamento in aspettativa per riduzione quadri per i gradi di colonnello e generale dell'Arma dei carabinieri dei ruoli speciale e tecnico-logistico;
    l'articolo 4, comma 6, interviene sulla data di entrata in vigore delle nuove disposizioni concernenti le attività connesse alla bonifica da ordigni bellici inesplosi, specificando che tali disposizioni decorrono trascorsi dodici mesi – anziché sei, come inizialmente previsto – dalla data di pubblicazione del decreto del Ministro della difesa 11 maggio 2015, n. 82;
  considerato che:
    da oltre un anno la Commissione sta discutendo, in sede referente, progetti di legge in materia di riforma degli istituti della rappresentanza militare (C. 1963 e abbinati);
    tra pochi mesi verranno a scadenza i mandati degli attuali componenti degli organi di rappresentanza (Consiglio centrale interforze della rappresentanza militare e Consigli centrali, intermedi e di base dell'Esercito, della Marina militare, dell'Aeronautica militare, dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della Guardia di finanza);
    appare necessario prorogare di almeno un anno la durata degli organi anzidetti, per consentire al Parlamento di portare avanti l'iter di riforma degli istituti della rappresentanza militare ed evitare di procedere al rinnovo degli stessi organi, con il rischio che l'eventuale approvazione in via definitiva della riforma ne provochi la decadenza poco dopo l'elezione,
    esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   per le ragioni chiarite nelle premesse, appare opportuno intervenire sull'articolo 2257 del codice dell'ordinamento militare (di cui al decreto legislativo 15 marzo Pag. 432010, n. 66) per prevedere che il mandato dei componenti attualmente in carica del Consiglio centrale interforze della rappresentanza militare, nonché dei consigli centrali, intermedi e di base dell'Esercito, della Marina militare, dell'Aeronautica militare, dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della Guardia di finanza, eletti nelle categorie del personale militare in servizio permanente e volontario, sia prorogato fino al 30 maggio 2017 e che i procedimenti elettorali per il rinnovo dei consigli di rappresentanza debbano concludersi entro il 15 luglio 2017.

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ALLEGATO 2

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro globale di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica socialista del Vietnam, dall'altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2012 (C. 3460 Governo, approvato dal Senato)

PARERE APPROVATO

  La IV Commissione (Difesa),
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge C. 3460 Governo, approvato dal Senato, recante «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro globale di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica socialista del Vietnam, dall'altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2012»;
   rilevato che l'Accordo quadro è finalizzato non solo a integrare il quadro giuridico di riferimento della cooperazione bilaterale attualmente vigente, ma prevede, altresì, una parte politica comprensiva di impegni vincolanti in materia di tutela dei diritti umani;
   evidenziato che, per quanto riguarda le competenze della Commissione, rileva il titolo III (articoli 8-11) dell'Accordo, dedicato alle questioni della pace e della sicurezza e che, in particolare, l'articolo 8 impegna le Parti a cooperare nella lotta contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, mentre l'articolo 9 impegna le Parti a contrastare i traffici di armi leggere;
   considerato che, secondo quanto previsto nel titolo VIII (articolo 62), nessuna disposizione dell'Accordo potrà essere interpretata quale obbligo di una delle Parti di fornire informazioni la cui diffusione sia considerata contraria ai propri interessi di sicurezza,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 3

Indagine conoscitiva sulla sicurezza e la difesa nello spazio cibernetico

PROGRAMMA

  La globalizzazione – il fenomeno forse più significativo del nostro tempo – è stata resa possibile anche e soprattutto dalla creazione dello spazio cibernetico, ossia della ramificatissima rete di collegamenti e di infrastrutture informatici che mette in contatto tra loro un crescente numero di esseri umani e permette di attivare e controllare a distanza macchine e apparati in tutto il mondo.
  In quanto luogo di interazioni umane, lo spazio cibernetico si presta a veicolare anche le interazioni a carattere ostile (truffa, spionaggio, bullismo, diffamazione, danneggiamento, etc.). Azioni offensive nello spazio cibernetico, come nello spazio fisico, possono essere compiute da individui isolati come pure da gruppi o da organizzazioni di qualsiasi tipo, compresi gli Stati. Analogamente, obiettivi delle azioni offensive possono essere sia gli individui sia le organizzazioni, compresi gli Stati.
  L'azione offensiva può essere minacciata o realizzata da uno Stato contro uno Stato per uno qualsiasi degli scopi tradizionalmente perseguiti con il ricorso alla guerra e allo strumento militare. Quando l'attacco è portato attraverso lo spazio cibernetico, si parla di «guerra cibernetica» (cyber-warfare) e correlativamente di «difesa cibernetica» (cyber-defence).
  La guerra e la difesa cibernetiche sono ad oggi, a parte alcune avvisaglie, uno scenario soltanto possibile, al pari della guerra nucleare. Come tuttavia evidenziato da un numero crescente di analisi strategiche, lo spazio cibernetico è il nuovo fondamentale campo di battaglia e di competizione geopolitica dell'umanità. Le prossime guerre tra gli Stati non saranno certamente condotte soltanto con i tradizionali strumenti di offesa e di difesa via terra, mare e aria, ma saranno accompagnate e probabilmente iniziate con attacchi perpetrati attraverso lo spazio cibernetico, i quali sono suscettibili di infliggere al nemico danni gravissimi, con effetti sulla società che gli esperti considerano paragonabili a quelli di un conflitto combattuto con armi convenzionali.
  È noto agli analisti che alcuni Stati stanno da tempo sviluppando, nell'ambito delle rispettive Forze armate o di strutture parastatali, la propria capacità di offensiva cibernetica, in una logica – è da sperare – di mera deterrenza. Diversi Governi si sono dotati delle capacità necessarie per penetrare le reti nazionali degli altri Stati (in uso sia alle autorità pubbliche sia ai privati) a fini di spionaggio o per mappare i sistemi potenzialmente oggetto di un futuro attacco. È altresì concreto il rischio che alcuni Paesi mobilitino la propria industria nazionale al fine di alterare componenti hardware da essa prodotte e vendute all'estero, acquisendo così la capacità di superare in maniera pressoché irrilevabile ogni difesa posta in essere dall'utilizzatore dell'assetto finito.
  Nel contempo, nello spazio cibernetico operano attori – innanzitutto le organizzazioni terroristiche – che, pur senza essere Stati, sono in grado di minacciare seriamente la sicurezza degli Stati e di intere comunità nazionali. Infatti la tecnologia, e ancor più la tecnologia informatica, rende oggi possibile a un numero limitato di persone con adeguate conoscenze specialistiche di arrecare ad ampie Pag. 46comunità – potenzialmente anche all'intera comunità di uno Stato – danni enormi agendo da grande distanza e in totale anonimato. L'asimmetricità è una caratteristica saliente della minaccia cibernetica.
  La difesa delle reti implica lo sviluppo di un'efficiente e continua capacità di monitoraggio e di analisi degli attacchi. I pericoli esistenti nello spazio cibernetico sono straordinariamente vari, in quanto straordinariamente varie sono la tipologia di attori che operano in tale spazio e le attività umane che vi si svolgono. Per questa ragione, l'ordinamento non affida a un soggetto esclusivo la responsabilità della protezione dello spazio cibernetico nazionale, ma la ripartisce tra più soggetti istituzionali, secondo i rispettivi ambiti di competenza, concentrando tuttavia le funzioni di indirizzo politico e di coordinamento strategico in un unico organismo (che oggi – sulla base della direttiva di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 gennaio 2013, recante indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionale – è individuato nel Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica) e delineando nell'insieme un'architettura che mette a sistema i molteplici attori che operano nel campo della sicurezza dello spazio cibernetico.
  Le Forze armate italiane sono consapevoli del pericolo e – al pari delle Forze di Polizia, degli organismi di informazione per la sicurezza (DIS, AISE, AISI) e degli altri soggetti istituzionali cui l'ordinamento affida compiti in questo campo – si sono attivate per sviluppare, in piena armonia con la strategia nazionale sulla protezione informatica (di cui al «Quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico»), il sistema di difesa contro gli attacchi di natura cibernetica che dovessero eccedere le capacità predisposte dalle agenzie civili.
  Rispetto alla serietà e gravità degli scenari che emergono nelle analisi internazionali e nazionali, la riflessione sul tema appare in Italia ancora troppo circoscritta all'ambito specialistico. È invece necessario che anche la società civile e la classe politica che ne è espressione acquistino consapevolezza di tali scenari, in modo da avere chiara cognizione dell'evoluzione delle prospettive di rischio. Per approfondire la conoscenza delle questioni sopra accennate e capire meglio come la deterrenza basata sul potenziale di attacco cibernetico stia cambiando gli scenari della geopolitica internazionale, quali siano le nuove minacce per la sicurezza dello Stato e quali, correlativamente, le nuove esigenze per la sua difesa, appare quanto mai opportuno svolgere un'indagine conoscitiva.
  L'indagine si incentrerà sugli specifici profili di interesse della Commissione Difesa, fermo restando che, per far emergere più chiaramente il ruolo che le Forze armate svolgono oggi e quello che dovranno svolgere in futuro in questo campo, essa dovrà tenere conto del ruolo svolto dagli altri soggetti che operano nel complessivo sistema di protezione dello spazio cibernetico nazionale, acquisendo, dove possibile, anche il contributo di conoscenza che può venire dall'apporto di inquadramento concettuale, di informazione e di esperienza di soggetti istituzionali che, pur esterni al sistema della difesa in senso stretto, operino comunque in campi di attività riconducibili al tema di cui si parla.
  L'attività di indagine si articolerà principalmente in audizioni di soggetti competenti e qualificati rispetto al tema e, ove necessario, in sopralluoghi o visite di studio al di fuori della sede parlamentare (per i quali sarà di volta in volta chiesta l'autorizzazione della Presidente della Camera) e si concluderà entro l'anno 2016.
  In particolare, la Commissione, al fine di acquisire elementi di conoscenza pertinenti all'oggetto dell'indagine e al proprio ambito di competenza, procederà all'audizione dei seguenti soggetti:
   1) Ministro della difesa, Ministro dell'interno e rappresentanti di altri dicasteri aventi competenze nelle materie oggetto dell'indagine conoscitiva;
   2) Consigliere militare del Presidente del Consiglio dei ministri e/o rappresentanti Pag. 47del Nucleo per la sicurezza cibernetica istituito presso l'Ufficio del medesimo Consigliere;
   3) Vertici delle Forze armate (Capo di Stato maggiore della difesa, Capi di Stato maggiore delle singole Forze armate, Segretario generale della difesa e Direttore nazionale degli armamenti, ufficiali con incarichi direttivi in unità specializzate);
   4) Autorità per le garanzie nelle comunicazioni;
   5) Dirigenti di altre pubbliche amministrazioni e organismi dello Stato operanti nelle materie oggetto dell'indagine conoscitiva;
   6) Osservatorio permanente per la sicurezza e la tutela delle reti e delle comunicazioni costituito nell'ambito del Ministero dello sviluppo economico;
   7) Agenzia per l'Italia digitale (CERT-PA);
   8) Rappresentanti di istituti ed enti di ricerca (come IAI, CESI), docenti universitari ed altri esperti;
   9) Esponenti di imprese operanti nel settore della sicurezza e della difesa cibernetiche;
   10) Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza;
   11) Parlamentari delle Commissioni del Parlamento europeo competenti in materia;
   12) Rappresentanti delle agenzie dell'Unione europea competenti nella materia, e in particolare ENISA; EDA; EC3; CERT-EU.