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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 settembre 2017
880.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
Pag. 213

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 21 settembre 2017. — Presidenza del presidente Luca SANI.

  La seduta comincia alle 13.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Luca SANI, presidente, comunica che il gruppo M5S e il gruppo PD hanno chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2016.
C. 4638, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2017.
C. 4639, approvato dal Senato.

Tabella n. 12: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto degli atti in titolo.

  Luca SANI, presidente, avverte che, al termine dell'esame preliminare congiunto dei disegni di legge in oggetto, l'iter proseguirà distintamente e che l'esame si concluderà con la votazione di una relazione alla V Commissione su ciascuno dei predetti provvedimenti. Pag. 214
  Avverte inoltre che nel corso dell'esame in sede consultiva, presso le Commissioni di settore possono essere presentati emendamenti al disegno di legge di assestamento.
  Rammenta, infatti, che il disegno di legge di approvazione del rendiconto ha carattere formale e risulta sostanzialmente inemendabile, essendo ammissibili solo gli eventuali emendamenti volti ad apportare al disegno di legge modifiche di carattere meramente formale ovvero volte a correggere eventuali errori materiali.
  Ricorda che la presentazione degli emendamenti è disciplinata dalle seguenti regole, corrispondenti a quelle riferite al disegno di legge di bilancio (articolo 121 del Regolamento): nella Commissione di merito devono essere presentati gli emendamenti che recano variazioni compensative all'interno dei singoli stati di previsione ovvero delle parti degli stati di previsione di propria competenza. In via di prassi, peraltro, tali emendamenti possono essere anche presentati direttamente presso la Commissione Bilancio; possono essere presentati emendamenti che determinano variazioni nell'ambito dello stato di previsione di propria competenza o delle parti degli stati di previsione di propria competenza la cui compensazione non è effettuata all'interno degli stati di previsione o delle parti di competenza. Anche tali emendamenti, ovviamente, possono essere presentati direttamente presso la Commissione Bilancio.
  Fa poi presente che gli emendamenti approvati dalle Commissioni di settore sono allegati alle relazioni che queste trasmettono alla Commissione Bilancio e successivamente esaminati dalla Commissione Bilancio insieme alle proposte emendative presentate direttamente presso di essa.
  Gli emendamenti respinti nelle Commissioni di settore devono essere, in ogni caso, presentati anche presso la Commissione Bilancio, al fine di permetterne la ripresentazione in Assemblea.
  Tenuto conto dei tempi di esame del provvedimento (la Commissione bilancio intende concluderne l'esame nella giornata di mercoledì 27 settembre, entro le ore 15), avverte che, come stabilito nella riunione di ieri dell'Ufficio di presidenza, il termine per la presentazione di emendamenti al disegno di legge di assestamento è fissato alle ore 14 di lunedì 25 settembre, affinché la Commissione possa concludere l'esame nella giornata di martedì 26 settembre.
  Invita quindi il relatore, onorevole Cova, ad illustrare i contenuti dei provvedimenti all'esame.

  Paolo COVA (PD), relatore, nel rinviare, per una più approfondita disamina dei contenuti del disegno di legge di rendiconto alla documentazione predisposta dagli uffici, rileva che nell'anno 2016, gli stanziamenti di spesa iniziali del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, iscritti nella legge di bilancio 2016 ammontavano, in termini di competenza a 1.229,9 milioni di euro.
  Gli stanziamenti definitivi complessivi di competenza relativi al medesimo dicastero ammontano – a consuntivo dell'anno 2016 – a 1.379,6 milioni di euro, con un aumento di circa 149,7 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali (+10,85 per cento).
  Ricorda che nell'anno 2016 le Missioni afferenti al MIPAAF erano 6 (passate a 2 nel 2017). Oltre alle due trasversali (Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche e Fondi da ripartire) ve ne erano altre quattro, peraltro allora condivise con altri Ministeri: «Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca»; «Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente»; «Ordine pubblico e sicurezza» e «Soccorso civile» (le ultime tre missioni – per quanto riguardava i programmi afferenti al MIPAAF – facevano capo al poi soppresso Corpo forestale dello Stato, assorbito per la gran parte – come noto – dal 1o gennaio 2017, nell'Arma dei carabinieri, mentre le risorse di pertinenza del MIPAAF della missione Fondi da ripartire, programma Fondi da assegnare, sono confluite, a fine 2016, nei programmi della Missione Agricoltura). Pag. 215
  Segnala che la Corte dei conti, nella sua Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2016, osserva – tra l'altro, con particolare riferimento alla missione Agricoltura – che le spese correnti risultano in flessione, mentre crescono i trasferimenti in conto capitale di quasi il 18 per cento.
  La medesima Relazione ricorda che gli obiettivi associati ai programmi sono 21, di cui 10 strategici. Lo stanziamento definitivo di competenza, pur flettendosi nel 2016 (-3,8 per cento, pari a circa –54,1 milioni di euro rispetto al 2015), risulta in lieve aumento nel triennio (+1 per cento sul 2014), riconducibile soprattutto al maggior stanziamento nelle missioni «Ordine pubblico e sicurezza», «Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente», che compensano la flessione delle altre missioni istituzionali, al netto dei servizi istituzionali e fondi da ripartire. I fondi da ripartire tornano a valori ordinari (circa 5 milioni di euro), dopo lo stanziamento di 45 milioni di euro nel 2015 per ripianare i debiti pregressi, ai sensi del decreto-legge n. 66 del 2014 (articolo 49).
  I residui accertati, al 31 dicembre 2016, ammontano a 384,4 milioni di euro (a fine esercizio 2015 ammontavano a 333,6 milioni di euro).
  Con riferimento all'analisi della gestione delle spese, la Corte dei conti osserva che la gestione di competenza pone in evidenza la contrazione in valore assoluto – oltre che dello stanziamento definitivo di competenza – degli impegni e dei pagamenti del 2016, rispettivamente a 1,23 miliardi (-0,11 miliardi rispetto al 2015) e 1,04 miliardi (-0,1 miliardi rispetto al 2015).
  La gestione evidenzia inoltre una diminuzione della capacità di impegno (89,3 per cento di impegni rispetto agli stanziamenti definitivi di competenza, mentre nel 2015 era del 94 per cento e nel 2014 del 96,5 per cento), mentre la capacità di pagamento è stabile nel triennio 2014-2016 (circa l'85 per cento di pagamenti rispetto agli stanziamenti definitivi di competenza).
  Le economie di spesa quasi raddoppiano nel triennio (da circa 29 milioni di euro del 2014 a circa 56 milioni di euro del 2016) e i residui di stanziamento (ossia stanziamenti di spese, in genere di conto capitale, che, non impegnate alla chiusura dell'esercizio, vengono tuttavia fatte transitare nel conto dei residui) sono più che doppi solo sul 2015 (da circa 41 milioni di euro del 2015 a circa 89 milioni di euro del 2016), mentre nel triennio sono quintuplicati (nel 2014 erano circa 17 milioni di euro) e sostanzialmente localizzati nella missione 9 «Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca», che assorbe quasi il 60 per cento delle risorse (circa 813 milioni di euro). Il minor utilizzo delle risorse stanziate – prosegue la Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2016 – «sale nel 2016, quindi residui (di stanziamento) ed economie (della competenza) insieme arrivano a coprire il 10,7 per cento delle assegnazioni definitive (3,5 nel 2014 e 6 nel 2015)». «La minore capacità di impegno è da ricondurre, in particolare, al programma 2 (Politiche europee ed internazionali e dello sviluppo rurale) della missione 9, che registra un calo assoluto di circa 65 milioni, mentre la quota sugli stanziamenti passa dal 97 all'84 per cento. Tra le altre missioni, «Sviluppo sostenibile e tutela del territorio» ed «Ordine pubblico e sicurezza» migliorano i pagamenti in termini assoluti...».
  La Corte dei conti – nella sua Relazione – osserva, inoltre, in relazione ai debiti fuori bilancio, che «anche nel 2016 si evidenzia la formazione di nuove situazioni debitorie, peraltro ripianate nell'esercizio, per 35,2 milioni: fra i debiti si annoverano 1,47 milioni riferiti a Speciali Ordini di Pagamento (SOP) e 30 milioni ad anticipazioni di Tesoreria, concesse ai sensi degli articolo 13 comma 215 e 15, comma 316 del DL n. 193 del 2016, convertito nella legge 1o dicembre 2016, n. 225, per l'accesso al credito delle imprese agricole (cap. 7254) le cui risorse sono totalmente confluite nei residui di stanziamento con connesse economie di cassa».Pag. 216
  Esaminando le spese per Centri di responsabilità – che, ricorda, sino a fine 2016 erano cinque e sono diventati quattro dal 2017 – si evince che le dotazioni definitive sono assegnate nel seguente ordine di rilevanza: CDR 5. Corpo forestale dello Stato che assorbe circa il 39,3 per cento delle dotazioni totali del Ministero; CDR 2. Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale, che assorbe circa il 32,3 per cento del totale; CDR 3. Dipartimento delle politiche competitive della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca, che assorbe circa il 24,4 per cento dell'intero stanziamento definitivo; CDR 4. Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, che presenta circa il 3,5 per cento delle dotazioni definitive; CDR 1. Gabinetto e uffici diretta collaborazione all'opera del Ministro che assorbe circa lo 0,5 per cento degli stanziamenti definitivi.
  L'attività del Ministero, nel 2016, risultava articolata – come anticipato – in sei missioni, con relativi 9 programmi di spesa sottesi, per uno stanziamento definitivo complessivo di competenza pari a 1.379,6 milioni di euro.
  La missione che assorbe la gran parte delle risorse del Ministero (il 58,9 per cento degli stanziamenti definitivi) è la missione 9 «Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca», che presenta nel 2016 uno stanziamento complessivo – nel bilancio dello Stato – di 973,77 milioni di euro, dei quali circa 813 milioni di euro di competenza del MIPAAF (che corrispondono a circa l'83,5 per cento degli stanziamenti dell'intera missione).
  La restante parte degli stanziamenti definitivi del bilancio dello Stato riferibili alla Missione «Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca», pari a circa 160,8 milioni di euro per il 2016, è allocata nel programma 9.3 (Sostegno al settore agricolo) dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (ove tale programma assume la numerazione 7.1), ed è relativa in particolare all'attività dell'AGEA (come noto, dal 2017, tutte le risorse della predetta missione 9, comprese quelle precedentemente allocate nello stato di previsione del MEF, sono iscritte nel solo stato di previsione del MIPAAF).
  La Relazione della Corte dei conti, in riferimento alla missione 9, rileva, tra l'altro, che, pur «non inseriti in programmi dedicati alla ricerca nello stato di previsione del Ministero, sono presenti stanziamenti dedicati proprio ad attività di ricerca. Nel 2016 le risorse assegnate sono pari a 129,6 milioni in lieve riduzione (133,5 milioni nel 2015), di cui impegnate 116,8 milioni e pagate 113,9 milioni: la quota preponderante riguarda il trasferimento al Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA, 99,1 milioni, cap. 2084)».
  Il programma «Politiche europee ed internazionali e dello sviluppo rurale», cui sono assegnate risorse pari a circa il 54,9 per cento di quelle complessive della missione 9 – come ha osservato, tra l'altro, la Corte dei conti – è dedicato in primo luogo all'attuazione della nuova Politica agricola comune 2014-2020 (PAC) per il rilancio del settore agricolo, attraverso il FEASR e il FEAGA.
  Il programma «Politiche competitive della qualità agroalimentare, della pesca, dell'ippica e mezzi tecnici di produzione» – ricorda la Relazione – si occupa delle politiche nazionali ed in particolare delle filiere di produzione, del settore della pesca e dell'ippica, e concentra il 39,2 per cento dello stanziamento della missione. Essa ha quale principale strumento di intervento il finanziamento dei «contratti di filiera», sinora messi in campo con 4 bandi, di cui solo i primi due conclusi.
  Per quanto concerne il programma «Vigilanza, prevenzione e repressione frodi nel settore agricolo, agroalimentare, agroindustriale e forestale», nel Rendiconto generale dello Stato del 2016 risultano assegnati allo stesso 47,8 milioni di euro di stanziamenti definitivi in conto competenza, pari a circa il 5,9 per cento degli stanziamenti complessivi della missione 9. La sua attuazione è demandata – come noto – al Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e Pag. 217repressione frodi dei prodotti agroalimentari «ICQRF». Ricorda che nella Relazione sul Rendiconto dello Stato del 2015 si affermava che tale Ispettorato era «qualificato dall'Amministrazione come il più importante organo di controllo dell'agroalimentare italiano di qualità e uno dei maggiori a livello mondiale».
  Le attività di competenza delle tre missioni: «Ordine pubblico e sicurezza», «Soccorso civile» e «Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente», ognuna con un solo programma di competenza del Ministero, a tutto il 2016, come rileva Relazione della Corte dei conti, sono essenzialmente svolte dal Corpo forestale dello Stato.
  Nei tre programmi suddetti – prosegue la Relazione – nel complesso, proprio lo stanziamento per redditi rappresenta la quota maggiore, pari a 490,2 milioni, che assorbe l'88,4 per cento delle risorse della categoria economica I del Ministero (87,3 per cento nel 2015). La spesa per consumi intermedi del CFS (C.d.R. 5), per le tre missioni di competenza, è stata pari a circa 41,5 milioni, il 3,9 per cento in più rispetto al 2015 (39,9 milioni). La Relazione si sofferma sulla situazione al 31 dicembre del patrimonio immobiliare del Corpo forestale, che comprende 1.964 immobili, in riferimento ai quali si evidenzia la necessità di acquisire la modalità di utilizzo o la destinazione nell'attuazione della riforma in atto.
  Per quanto concerne la missione 32 «Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche», questa si suddivide – nell'ambito dello stato di previsione del MIPAAF – nei due programmi 32.2 «Indirizzo politico» e 32.3 «Servizi e affari generali per le amministrazioni pubbliche». Il primo di questi due programmi (che assume la numerazione 5.1 all'interno dello stato di previsione del MIPAAF), presentava – in base al Rendiconto – una previsione iniziale, per il 2016, in termini di competenza, di circa 7,2 milioni di euro: lo stanziamento definitivo di competenza si attesta a circa 7,3 milioni di euro. Il secondo programma (che assume la numerazione 5.2 all'interno dello stato di previsione del MIPAAF), presentava una previsione iniziale di competenza di circa 11,6 milioni di euro che, alla fine dell'esercizio finanziario 2016, si è definita in circa 12,9 milioni di euro.
  Per quanto riguarda la Missione 33 «Fondi da ripartire», questa presenta il solo programma 33.1 «Fondi da assegnare» (che assume la numerazione 6.1 nello stato di previsione del MIPAAF), con uno stanziamento iniziale di competenza di circa 37 milioni di euro, che si è rideterminato, al termine dell'esercizio finanziario 2016, in 5 milioni di euro.
  Segnala poi che nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2016 si osserva infine che le funzioni istituzionali intestate al Ministero delle politiche agricole e forestali riguardano la realizzazione di adeguate ed efficaci politiche di indirizzo e di coordinamento, in coerenza con quelle dell'Unione europea, attraverso il dialogo istituzionale, nel rispetto delle autonomie regionali, ma anche favorendo la partecipazione delle organizzazioni di categoria di riferimento. Il Ministero opera il raccordo fra le politiche agricole dell'Unione europea e le competenze ai vari livelli di governo nazionale.
  Fino a tutto il 2016, alle dipendenze funzionali del Ministro ha operato il Corpo forestale dello Stato, soppresso con il decreto legislativo n. 177 del 2016, in attuazione della legge di delega n. 124 del 2015 sul riordino delle forze di polizia. Per molte funzioni, il Ministero si avvale di enti vigilati: l'AGEA per l'erogazione di aiuti, contributi ai produttori e premi, finanziati dal FEAGA e dal FEASR; il CREA per la ricerca agraria; l'ISMEA per i servizi informativi, assicurativi e finanziari, e garanzia creditizia in agricoltura; l'Ente Nazionale Risi; l'UNIRELAB, nell'ambito della medicina forense veterinaria e nel contrasto del doping nell'ippica. La Relazione aggiunge che i dati economici, a livello internazionale, evidenziano una situazione di generale instabilità, con ripercussioni anche nel settore agricolo nazionale, in particolare quello lattiero-caseario. Si è dovuto, peraltro, far fronte agli effetti dell’«embargo russo» sui prodotti Pag. 218alimentari europei. Il quadro economico, come rappresentato nel Documento di Economia e Finanza 2016, ha evidenziato tuttavia in Italia la crescita del Pil, riconducibile ad aumenti in volume nell'agricoltura, silvicoltura e pesca (+3,8 per cento), ma, al contempo nei Rapporti internazionali di luglio 2016 – Il Rapporto OECD-FAO «Agricultural Outlook 2016-2025» ed il rapporto «Short Term Outlook for EU arable crops, dairy and meat markets» della Commissione europea, si è osservato che le agricolture mondiali sono state caratterizzate da una forte caduta dei prezzi dei prodotti agricoli e zootecnici.
  Sottolinea che la Relazione evidenzia che: «La complessità del sistema, non immune da criticità settoriali e di ampio raggio, atteso anche il numero rilevante degli attori istituzionali coinvolti, di recente è stata incisa dalla legge di delega del 28 luglio 2016, n. 154 ... Le priorità politiche, presentate nella direttiva 2016 del Ministro, sono una conferma del percorso iniziato nel 2014: permane prioritaria l'esigenza di accelerare la realizzazione di politiche di bilancio, combinando azioni di razionalizzazione della spesa con obiettivi di crescita e di sviluppo nei settori di rilevanza strategica dell'agricoltura, dell'ippica e della pesca. Anche gli obiettivi strategici sono poliedrici e riguardano, fra l'altro, la revisione di medio termine della Politica agricola comune 2014-2020 (PAC), gli investimenti in infrastrutture irrigue e l'attività di supervisione degli Organismi pagatori ed AGEA... L'andamento gestionale evidenzia una generalizzata situazione di affanno».
  Rileva che la Relazione si sofferma poi su problematiche specifiche che hanno richiamato l'attenzione della Corte dei conti già nelle precedenti analisi, quali la soppressione della gestione commissariale dell'ex AGENSUD, la soppressione della gestione commissariale ex Assi, nonché il cosiddetto recupero delle quote latte.
  Con riferimento alla ex gestione commissariale AGENSUD, la Relazione evidenzia che ancorché la Relazione finanziaria del Commissario ad acta ex AGENSUD abbia chiuso formalmente, il 21 dicembre 2016, le questioni sono ancora aperte su diverse tipologie di interventi. L'esposizione totale derivante dalla gestione al 31 dicembre 2016, alla quale il Ministero dovrebbe far fronte, riguarda situazioni debitorie, certe o presunte, per circa 265 milioni. A ciò si affiancano crediti di incerta esigibilità per circa 44 milioni, correlati a contenzioso relativo a oltre 20 anni di attività. Su tali crediti non sono neppure chiare, al momento, le modalità con cui il Ministero potrebbe intervenire.
  Con riguardo alla Gestione ex ASSI, relativa al settore dell'ippica, in attuazione del decreto-legge n. 95 del 2012, il dirigente, delegato per garantire la continuità dei rapporti sino al trasferimento delle funzioni, delle risorse umane, strumentali e finanziarie al MIPAAF, e per le scommesse sulle corse dei cavalli all'Agenzia delle dogane e dei monopoli, ha terminato l'incarico il 30 giugno 2016. La delega aveva contemplato sia le operazioni di pagamento della soppressa gestione, con un piano di rientro triennale per lo smaltimento dei residui passivi accumulati al 31 dicembre 2012, sia il ripianamento dei debiti residui dell'ex ASSI, sia infine lo svolgimento delle attività di ordinaria amministrazione. Le risultanze finanziarie della gestione stralcio, riferite al 31 dicembre 2016, indicano una consistenza di cassa finale pari a 19,057 milioni, data da una situazione di cassa iniziale di 37,26 milioni, da entrate per 31,4 milioni ed uscite per 49,6 milioni. Quota parte della cassa è accantonata per circa 2 milioni, per procedure fallimentari degli ippodromi. Secondo le informazioni rese, il piano di rientro triennale per i cc.dd. «debiti ippici», risulta liquidato al 98 per cento, invece per i debiti residui dell'ex ASSI risultanti al 31 dicembre 2012, pari a 206,7 milioni, al 31 dicembre 2016 vi sono ancora da erogare 5,9 milioni (pari al 3 per cento). Oltre le predette situazioni debitorie, sono sorti ulteriori debiti per 6,15 milioni, riferibili agli anni 2013, 2014 e 2015, per premi, corrispettivi alle corse e contenzioso legale.Pag. 219
  Fa presente che la Corte si è soffermata, infine, sul cosiddetto recupero delle quote latte, oggetto di osservazioni critiche nelle sue precedenti relazioni, relative alla modalità di gestione degli interventi di recupero delle somme pagate dallo Stato, ai ritardi nei recuperi stessi ed alle responsabilità dei molteplici soggetti istituzionali operanti nel settore. «La legge n. 119 del 2003, come noto, ripartisce le competenze tra il MIPAAF (in qualità di coordinatore), le Regioni/PPAA (quali gestori operativi a regime) e l'AGEA (quale agente di calcolo e imputazione del prelievo supplementare in caso di superamento quote) alla quale la legge n. 33 del 2009 ha attribuito il compito di riscuotere gli importi dovuti. Per la riscossione mediante ruolo dei debiti relativi in materia di prelievo supplementare latte, AGEA si avvale di Equitalia servizi S.p.A. o della Guardia di Finanza; la seconda convenzione con detti soggetti è stata sottoscritta da AGEA nel gennaio 2017, anche sulla base del parere dell'Avvocatura generale, redatto in occasione della precedente convenzione. L'onere per l'Italia, a titolo di «prelievo supplementare quote latte», quale riflesso immediato degli esuberi produttivi accertati nelle campagne lattiero-casearie dal 1995-1996 al 2008-2009, è stato quantificato a fine 2013 in 2.537 milioni, già versati alla Commissione europea. A questo va aggiunto il prelievo dovuto per la campagna 2014/2015 pari a 31 milioni.
  Il prelievo per tutte le campagne eccedentarie dovuto all'UE, e già corrisposto, ammonta a 2.568 milioni, di cui 2.245 milioni imputato ai produttori eccedentari, sui quali avrebbe dovuto gravare l'intero onere del prelievo supplementare. Al febbraio 2017, risultano versati soltanto 357 milioni, in parte perché i provvedimenti di prelievo sono oggetto di contenzioso. La quota oggetto di rateizzazione (ex leggi 30 maggio 2003, n. 119 e 9 aprile 2009, n. 33) è di 407 milioni. Pertanto restano da riscuotere ancora 1.481 milioni. Parte è in riscossione attraverso compensazione con i premi, ovvero attraverso l'attivazione dell'iscrizione a ruolo. È evidente la difficoltà di recupero di quanto ancora dovuto, su cui potrà ulteriormente incidere l'eventuale esito negativo del contenzioso pendente, che presumibilmente sarà concluso nel 2018, per i riflessi su tutto il carico a ruolo».
  Per quanto concerne il disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato, ricorda che il provvedimento consente un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente. Il disegno di legge di assestamento del bilancio per l'esercizio 2017 riflette la struttura del bilancio dello Stato organizzato – secondo la legge n. 196/2009 – in missioni e programmi, che costituiscono, a decorrere dal 2011, le unità di voto.
  Avverte che la relazione in esame si sofferma, come di consueto, sulle sole parti del disegno di legge di assestamento 2017 di interesse della XIII Commissione Agricoltura.
  Si tratta dell'intero stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Tabella 12), così come approvato dal Senato in prima lettura (AS 2875), che non ha apportato modifiche alla parte del disegno di legge relativa al MIPAAF.
  Ricorda che, come noto, da quest'anno, il programma 9.3 Sostegno al settore agricolo della Missione 9 Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca, sino al 2016 allocato nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, è stato soppresso, e le relative risorse (destinate all'AGEA) sono confluite nel programma «Politiche competitive, della qualità agroalimentare, della pesca, dell'ippica e mezzi tecnici di produzione» (9.6) della medesima missione Agricoltura, iscritte nello stato di previsione del MIPAAF (cap. 1525).
  Evidenzia, inoltre, che in base alla riorganizzazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, determinata dall'assorbimento, a partire dal Pag. 2201o gennaio 2017, del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri e, per talune funzioni, in altre amministrazioni dello Stato, nella legge di bilancio 2017 e nel disegno di legge di assestamento 2017, per quanto concerne lo stato di previsione della spesa del MIPAAF, i centri di responsabilità sono quattro: Gabinetto e uffici di diretta collaborazione all'opera del Ministro; Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale; Dipartimento delle politiche competitive della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca; Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF).
  Osserva che la nota integrativa al Rendiconto generale dello Stato per l'anno 2016, riferita al MIPAAF, ricorda – tra l'altro – che, nell'ambito dell'assorbimento del Corpo forestale dello Stato in altre amministrazioni statali, al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sono rimaste attribuite le seguenti attività che, fino allo scorso anno, erano di competenza del Corpo forestale (ai sensi dell'articolo 11 del suddetto decreto legislativo n. 177 del 2016): a) rappresentanza e tutela degli interessi forestali nazionali in sede europea e internazionale e raccordo con le politiche forestali regionali; b) certificazione in materia di commercio internazionale e di detenzione di esemplari di fauna e di flora minacciati di estinzione, di cui all'articolo 8-quinquies, comma 3-quinquies, della legge 7 febbraio 1992, n. 150, tramite le unità specializzate dell'Arma dei carabinieri; c) tenuta dell'elenco degli alberi monumentali e rilascio del parere di cui all'articolo 7, commi 2 e 4, della legge 14 gennaio 2013, n. 10.
  Fa presente che, a tal fine, con decreto ministeriale n. 18723 del 23 dicembre 2016 – prosegue la nota integrativa – è «stato disposto l'inquadramento nel ruolo Agricoltura di 46 unità di personale, di cui 7 dirigenti, del Corpo forestale dello Stato».
  Le missioni iscritte nello stato di previsione del MIPAAF, dal corrente anno, sono dunque 2, alle quali sono sottesi 5 programmi di spesa. Si evidenzia che, come per lo scorso anno, la realizzazione di ciascun programma di spesa è affidata, nell'esercizio finanziario 2017, ad un unico Centro di Responsabilità amministrativa.
  Sottolinea che per l'anno 2017, gli stanziamenti di spesa iniziali di competenza relativi allo stato di previsione della spesa del MIPAAF iscritti a legge di bilancio 2017 (legge n. 232 del 2016) ammontano a circa 865,2 milioni di euro. Gli stanziamenti assestati di competenza relativi al medesimo Ministero ammontano a 903,5 milioni di euro con una variazione in aumento di 38,3 milioni di euro (+4,4 per cento).
  Gli stanziamenti di cassa iscritti a legge di bilancio 2017 ammontano invece a 884,7 milioni di euro e quelli assestati ammontano a 1.013 milioni, con un aumento di 128,3 milioni di euro (+14,5 per cento).
  I residui, con il disegno di legge di assestamento, vengono allineati a quelli risultanti al 31 dicembre 2016 dal Rendiconto generale dello Stato, tenuto conto delle eventuali variazioni compensative intervenute nel conto dei residui medesimi in relazione all'attuazione di particolari disposizioni legislative, e passano da 168,5 milioni di euro presunti a 400,1 milioni di euro accertati, con un incremento di circa 231,6 milioni di euro (+137,4 per cento).
  Secondo quanto risulta dalla Nota illustrativa allo stato di previsione del MIPAAF contenuta nel disegno di legge di assestamento 2017 (Tabella 12), l'incremento delle previsioni iniziali è ascrivibile ad un duplice ordine di fattori. Il primo è connesso a variazioni per atto amministrativo, che nel periodo gennaio-maggio 2017 sono state già introdotte in bilancio in forza di atti amministrativi, e che assommano, complessivamente, a 21,6 milioni di euro in conto competenza e a 51,6 milioni di euro in conto cassa.
  L'altro ordine di variazione è connesso a proposte di variazioni (in aumento) avanzate con il disegno di legge di assestamento Pag. 221pari, complessivamente, a circa 16,7 milioni di euro in termini di competenza e a circa 76,7 milioni di euro in termini di cassa e – come anticipato – a circa 231,6 milioni di euro in termini di residui.
  In particolare, come già accennato, le variazioni ai residui sono finalizzate ad allineare i dati a quelli risultanti al 31 dicembre 2016 dal Rendiconto generale dello Stato, tenuto conto delle eventuali variazioni compensative intervenute nel conto dei residui medesimi in relazione all'attuazione di particolari disposizioni legislative.
  Le variazioni alla competenza e alla cassa sono connesse alle esigenze emerse dall'effettivo svolgimento della gestione, tenuto altresì conto della situazione della finanza pubblica, mentre le modifiche alle autorizzazioni di cassa sono dovute alla necessità di assestare le autorizzazioni stesse in relazione sia alla maggiore consistenza dei residui, sia alle variazioni proposte per la competenza, tenuto conto, peraltro, delle concrete capacità operative dell'Amministrazione.
  In conclusione, invita i colleghi a fargli pervenire eventuali osservazioni.

  Filippo GALLINELLA (M5S) chiede al relatore di fornire alla Commissione maggiori informazioni relativamente a tre questioni.
  Con riferimento ad una notizia appresa dalle agenzie di stampa di un'indagine in corso della Guardia di finanza sulle collaborazioni esterne attivate dal MIPAAF, chiede di conoscere a quanto ammontino le spese sostenute dal Ministero per tali collaborazioni.
  In secondo luogo, reputa opportuno disporre di maggiori elementi informativi in merito alla ex gestione commissariale AGENSUD, sulla quale la Relazione della Corte dei conti ha evidenziato che alcune questioni sono ancora aperte su diverse tipologie di interventi.
  In terzo luogo, in relazione alla questione del recupero delle quote latte, ritiene opportuno – a fronte di quasi un miliardo e mezzo di euro che lo Stato deve ancora riscuotere e del pesante onere già pagato dall'Italia per il prelievo supplementare – conoscere quali siano i soggetti responsabili dei maggiori sforamenti delle quote al fine di sapere se tali somme siano o meno effettivamente recuperabili.

  Colomba MONGIELLO (PD) interviene per sollecitare la Commissione a svolgere un maggiore approfondimento della vicenda relativa ad AGENSUD, considerato che, a quanto le risulta, le risorse stanziate con alcuni fondi non sono state ancora impiegate e vi sono progetti finanziati a metà, nonostante la stessa Commissione Agricoltura abbia approvato risoluzioni che impegnavano il Governo in tale direzione. Cita, a titolo di esempio, il caso del Consorzio di bonifica de La Capitanata al quale spettano risorse per realizzare opere infrastrutturali e che è ancora in attesa di ricevere la tranche definitiva.

  Paolo COVA (PD) in relazione all'indagine della Guardia di finanza avente ad oggetto le collaborazioni esterne attivate dal MIPAAF, cui ha fatto riferimento il collega Gallinella, fa presente che tale indagine si riferisce alle consulenza riferite agli anni 2004-2013. Fa rilevare quindi che, attraverso l'esame del Rendiconto, all'attenzione della Commissione vi sono le modalità di gestione delle risorse assegnate al Ministero riferite al solo esercizio finanziario 2016.
  Sul tema del recupero delle quote latte, osserva che la questione è stata oggetto di osservazioni critiche da parte della Corte dei conti anche nelle sue precedenti relazioni. Evidenzia comunque le notevoli criticità tuttora connesse al recupero delle somme pagate dallo Stato, sulle quali, come rilevato dalla Corte dei conti, potrà incidere l'eventuale esito negativo del contenzioso pendente in ambito europeo. Ritiene che si tratti di una vicenda molto complessa per la quale occorre distinguere caso per caso.

  Luca SANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Pag. 222

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2016-2017.
C. 4620 Governo, approvato dal Senato.

(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
Doc. LXXXVII n. 5.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto degli atti in titolo.

  Luca SANI, presidente, avverte che l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo, si svolge secondo le procedure dettate dall'articolo 126-ter, comma 1, del Regolamento (per il «disegno di legge comunitaria»), in base alle quali le Commissioni in sede consultiva esaminano le parti di competenza del disegno di legge di delegazione europea e deliberano una relazione sul disegno di legge, nominando altresì un relatore, che può partecipare alle sedute della XIV Commissione. Sulla relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (esaminata congiuntamente in base al parere della Giunta per il Regolamento del 14 luglio 2010) le Commissioni dovranno invece esprimere un parere.
  Avverte inoltre che la relazione ed il parere approvati sono trasmessi alla XIV Commissione; le eventuali relazioni di minoranza sono altresì trasmesse alla XIV Commissione, dove possono essere illustrate da uno dei proponenti.
  Ricorda che l'articolo 126-ter, comma 5, del Regolamento, prevede che le Commissioni di settore possano esaminare ed approvare emendamenti al disegno di legge, per le parti di competenza.
  Gli emendamenti approvati dalle Commissioni di settore sono trasmessi alla XIV Commissione, che, peraltro, potrà respingerli solo per motivi di compatibilità con la normativa europea o per esigenze di coordinamento generale.
   La facoltà per le Commissioni di settore di esaminare e votare emendamenti è sottoposta ad una precisa disciplina, in base alla quale possono ritenersi ricevibili solo gli emendamenti il cui contenuto sia riconducibile alle materie di competenza specifica di ciascuna Commissione di settore. Nel caso in cui membri della Commissione intendano proporre emendamenti che interessano gli ambiti di competenza di altre Commissioni, tali emendamenti dovranno essere presentati presso la Commissione specificamente competente.
  In secondo luogo, per quanto riguarda l'ammissibilità, l'articolo 126-ter, comma 4, del Regolamento stabilisce che, fermi i criteri generali di ammissibilità previsti dall'articolo 89, i presidenti delle Commissioni competenti per materia e il presidente della Commissione Politiche dell'Unione europea dichiarano inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che riguardino materie estranee all'oggetto proprio del disegno di legge, come definito dalla legislazione vigente (articolo 30 della legge n. 234 del 2012).
  In ogni caso, i deputati hanno facoltà di presentare emendamenti direttamente presso la XIV Commissione, entro i termini dalla stessa stabiliti.
  Gli emendamenti respinti dalle Commissioni di settore non potranno essere presentati presso la XIV Commissione, che li considererà irricevibili. Gli emendamenti respinti dalle Commissioni potranno, peraltro, essere ripresentati in Assemblea.
  Per prassi consolidata, gli emendamenti presentati direttamente alla XIV Commissione sono trasmessi alle Commissioni di settore competenti per materia, ai fini dell'espressione del parere, che assume una peculiare valenza procedurale.
  A tale parere, infatti, si riconosce efficacia vincolante per la XIV Commissione. L'espressione di un parere favorevole, ancorché con condizioni o osservazioni, equivarrà pertanto a un'assunzione dell'emendamento da parte della Commissione, assimilabile alla diretta approvazione di cui all'articolo 126-ter, comma 5, del Regolamento. Tali emendamenti potranno essere respinti dalla XIV Commissione solo qualora siano considerati contrastanti con la Pag. 223normativa europea o per esigenze di coordinamento generale. Viceversa, un parere contrario della Commissione in sede consultiva su tali emendamenti avrà l'effetto di precludere l'ulteriore esame degli stessi presso la XIV Commissione.
  Per quanto riguarda la tempistica per l'esame dei provvedimenti, avverte che, stante la necessità che la Commissione concluda l'esame di competenza entro la giornata di martedì 26 settembre, come stabilito nella riunione dell'Ufficio di Presidenza di ieri, il termine per la presentazione di emendamenti è fissato a lunedì 25 settembre alle ore 14.
  Cede quindi la parola alla relatrice, onorevole Venittelli, per la relazione introduttiva.

  Laura VENITTELLI (PD), relatrice, fa presente che il disegno di legge di delegazione europea 2016-2017 si compone di 15 articoli, che recano disposizioni di delega riguardanti il recepimento di 29 direttive europee, nonché l'adeguamento della normativa nazionale a 8 regolamenti europei e alle disposizioni dell'Accordo su un tribunale unificato dei brevetti.
  Fa presente che l'articolo 1, comma 1, reca la delega al Governo per l'attuazione delle direttive elencate nell'allegato A, che elenca ventotto direttive da recepire con decreto legislativo, il cui testo deve essere preliminarmente sottoposto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari per l'espressione di un parere. Segnala che, per quanto riguarda i termini, le procedure, i princìpi e i criteri direttivi della delega, il citato comma 1 rinvia alle disposizioni previste dagli articoli 31 e 32 della legge 24 dicembre 2012, n. 234.
  L'articolato contiene inoltre principi e criteri direttivi specifici per l'esercizio della delega relativa a 6 direttive europee, di cui 5 inserite nell'allegato A.
  Osserva quindi che tra le direttive elencate nell'allegato A, solo due investono, sia pure marginalmente, profili di competenza della Commissione Agricoltura.
  In primo luogo, segnala la direttiva (UE) 2015/1794 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 ottobre 2015 (allegato A, n. 1), per quanto riguarda i marittimi, che ha novellato diverse direttive relative a tutele lavoristiche, in particolare sopprimendo esclusioni e deroghe – rispetto all'ambito di applicazione delle medesime norme – che erano ammesse per alcune categorie di lavoratori marittimi. Evidenzia che da tali esclusioni e deroghe derivava – a giudizio delle istituzioni dell'Unione – una «disparità di trattamento per la medesima categoria di lavoratori da parte di diversi Stati membri».
  Segnala che l'articolo 6 della direttiva (UE) 2015/1794 stabilisce che l'attuazione della stessa non può, in ogni caso, giustificare «una riduzione del livello generale di protezione delle persone cui si applica la presente direttiva già assicurato negli Stati membri» ai sensi delle direttive modificate. Il termine per il recepimento della direttiva in esame è fissato dall'articolo 8 al 10 ottobre 2017.
  In secondo luogo, rileva che la direttiva (UE) 2016/943 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2016 (allegato A, n. 13) sulla protezione del know-how riservato e delle informazioni commerciali riservate, detta un quadro giuridico comune per la protezione dei segreti commerciali contro l'acquisizione, l'utilizzo e la divulgazione illeciti.
  Rileva che la necessità dell'adozione di regole comuni deriva dal livello non omogeneo della protezione assicurata nel settore del segreto commerciale dai vari Stati membri, che provoca una frammentazione del mercato interno ed indebolisce l'effetto deterrente delle norme di tutela. Infatti, nonostante l'accordo TRIPS sulla proprietà intellettuale (Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Right), concluso nel quadro dell'organizzazione mondiale sul commercio – di cui è parte l'Unione europea e che contiene anche la protezione dei segreti commerciali – non tutti gli Stati membri hanno adottato definizioni nazionali dei segreti commerciali o dell'acquisizione, utilizzo o divulgazione illeciti di un segreto commerciale.
  La direttiva ritiene che detta definizione dovrebbe pertanto essere costruita in modo da comprendere il know-how, le Pag. 224informazioni commerciali e le informazioni tecnologiche quando esiste un legittimo interesse a mantenere la riservatezza nonché una legittima aspettativa circa la tutela di tale riservatezza.
  Ricorda che in Italia, il segreto industriale è in particolare protetto dal Codice della proprietà industriale (decreto legislativo n. 30 del 2015). L'articolo 98 del Codice prevede la tutela delle informazioni aziendali e delle esperienze tecnico-industriali, comprese quelle commerciali, soggette al legittimo controllo del detentore, ove tali informazioni rivestano determinati requisiti.
  Costituiscono altresì oggetto di protezione i dati relativi a prove o altri dati segreti, la cui elaborazione comporti un considerevole impegno ed alla cui presentazione sia subordinata l'autorizzazione dell'immissione in commercio di prodotti chimici, farmaceutici o agricoli implicanti l'uso di nuove sostanze chimiche.
  Osserva, infine, che il termine di recepimento della direttiva da parte degli Stati membri è stabilito al 9 giugno 2018.
  Passando all'illustrazione della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2016, osservo che il documento in esame, con riferimento specifico all'agricoltura, rileva che il 2016 è stato caratterizzato dall'implementazione a livello nazionale della PAC 2014-2020 e da incisive situazioni di crisi in molti settori agricoli nazionali ed internazionali, in particolare quello lattiero-caseario, aggravate negli ultimi mesi dell'anno 2016 dagli eventi sismici che hanno colpito l'Italia centrale.
  A livello internazionale, viene evidenziato il lavoro svolto nelle riunioni preparatorie del G20 dei deputies agricoli afferenti la riunione Ministeriale svoltasi a Berlino il 22 gennaio 2017.
  A livello europeo, è stato assicurato il coordinamento dei negoziati per la riforma di medio termine del corrente Quadro finanziario e pluriennale 2014-2020 e del cosiddetto regolamento omnibus (COM (2016)605 final), ad esso correlato, nel quale sono previste, tra l'altro, anche talune modifiche ai regolamenti base della PAC.
  Rimarca che, come affermato nella relazione, il Governo, al fine di fronteggiare la crisi di mercato di taluni settori, è stato autorizzato ad adottare misure straordinarie, attuate attraverso un pacchetto di provvedimenti per un valore di diverse centinaia di milioni di euro, messi a disposizione degli Stati membri. Il massimo impegno è stato anche assicurato per fare in modo che gli agricoltori colpiti dagli eventi sismici di agosto e ottobre 2016 beneficiassero, quanto prima, degli anticipi dei premi PAC nonché della liquidazione dei premi dello sviluppo rurale, al fine di contrastare l'abbandono delle attività agricole. Il Governo ha inoltre partecipato ai negoziati per la semplificazione di alcuni strumenti di intervento sui mercati agricoli.
  Osserva che tali negoziati hanno riguardato in particolare: nel settore ortofrutticolo, la riforma delle norme sulle organizzazioni di produttori e loro associazioni, nell'ambito della relativa OCM con salvaguardia delle peculiarità nazionali, nonché per gli aspetti legati alla commercializzazione; nel settore vitivinicolo, la modifica della disciplina relativa ai piani nazionali di sostegno e per l'attuazione della riforma sempre in ambito OCM; per i programmi «Frutta, verdura e latte nelle scuole» (la cui disciplina è stata unificata) l'adozione di nuove regole; per il settore bieticolo-saccarifero, la regolamentazione nel periodo post-quote; nel settore oleicolo, partecipazione ai lavori per l'aggiornamento sui metodi di analisi per la definizione dei parametri per la qualità e la genuinità degli oli, in sede UE e COI. Nel comparto zootecnico, con apposito provvedimento è stato confermato il sostegno accoppiato della PAC per le vacche delle 5 razze italiane da carne, iscritte ai Libri genealogici e facenti parte di allevamenti che aderiscono a piani di gestione della razza finalizzati al risanamento dal virus IBR, estendendo tale misura alla razza Piemontese.Pag. 225
  Sempre in ambito europeo, per gli aspetti fitosanitari, sottolinea che è proseguita l'attività per la revisione della proposta del regolamento relativo alle misure di protezione contro gli organismi nocivi delle piante che ha portato alla pubblicazione del regolamento (UE) n. 2016 del 2031, recante nuovo regime fitosanitario che si applicherà a decorrere dal 14 dicembre 2019, nonché per la proposta di nuovo regolamento relativo ai controlli ufficiali.
  Nel settore dei fertilizzanti, è iniziata la discussione presso il Consiglio dell'Unione europea della proposta di regolamento UE COM(2016) 157, che stabilisce norme relative alla messa a disposizione sul mercato di prodotti fertilizzanti recanti la marcatura CE.
  In ordine all'avvio della procedura d'infrazione, concernente le misure di protezione contro la diffusione del batterio Xylella fastidiosa, per presunta violazione del dovere di leale cooperazione, con particolare riferimento alla mancata eradicazione degli alberi infetti nei 20 km nella zona di contenimento e ai ritardi nell'effettuazione del monitoraggio nelle aree interessate, la relazione ci riferisce che la regione Puglia ha provveduto a incrementare le attività di monitoraggio delle aree demarcate. Le azioni messe in atto da tale regione sono state considerate soddisfacenti e in linea con le disposizioni dell'Unione dalla Commissione europea a conclusione di un audit condotto nel mese di novembre 2016.
  Per i programmi relativi all'internazionalizzazione dei progetti nazionali di ricerca e sperimentazione nei settori agricolo, agroalimentare e forestale, nell'anno 2016 è proseguita la partecipazione allo SCAR, principale organismo di supporto alla Commissione europea nella predisposizione delle strategie e di coordinamento per la ricerca agricola europea nell'ambito Horizon 2020.
  Con riferimento alla semplificazione dei pagamenti diretti, richiesta dal Consiglio dei ministri agricoli, anche su sollecitazione del Governo italiano, nel 2016 l'attività si è concentrata sulle modifiche ai regolamenti delegati e di esecuzione.
  Sottolinea che sul piano nazionale, le principali azioni hanno riguardato, oltre alla citata implementazione delle misure di sostegno decise a livello europeo (in particolare per il settore lattiero, ovicaprino e suinicolo), l'attuazione dei programmi di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti nonché l'applicazione, a regime, della nuova regolamentazione relativa alla certificazione dei conti degli organismi pagatori. È stato, inoltre, valutato l'impatto della riforma PAC a livello nazionale, proponendo alcune modifiche per il regime di aiuto accoppiato, anche a seguito di criticità segnalate dalla Commissione europea, mediante un'analisi di impatto sui vari settori, aumentando le risorse finanziarie per particolari comparti in difficoltà e semplificando i requisiti di accesso.
  Inoltre, altri significativi interventi hanno riguardato i settori vitivinicolo, oleicolo, zootecnico, risicolo e in ambito OGM.
  Rileva che nell'ambito dello sviluppo rurale, l'attività si è concentrata sul supporto alle autorità di gestione regionali nella fase di avvio dei Programmi di sviluppo rurale della nuova programmazione 2014-2020 nonché sulla attuazione dei programmi gestiti a livello centrale.
  È stata seguita, inoltre, l'evoluzione del processo di modifica del quadro regolamentare dell'Unione europea, intervenendo sulla citata proposta «omnibus» sugli aspetti relativi allo sviluppo rurale ((COM (2016)605) final), con proposte tese a facilitare l'uso della consulenza aziendale e delle risorse per catastrofi naturali.
  Il Governo ha svolto attività di tutela e protezione delle indicazioni geografiche associate a prodotti agroalimentari, ai vini e agli spiriti sia a livello nazionale che internazionale.
  Sono proseguite, anche nel 2016, le trattative relative alla revisione del regolamento di base in materia di agricoltura biologica, sul quale non è ancora stato possibile raggiungere un accordo definitivo tra Consiglio e Parlamento europeo. In tale contesto, l'Italia ha mantenuto ferma la propria posizione incentrata sulla difesa dei principi fondamentali dell'agricoltura Pag. 226biologica e sulla tutela dei consumatori, opponendosi, tra l'altro, all'introduzione della produzione fuori suolo e di nuove deroghe per i prodotti importati da paesi terzi.
  Evidenzia che con riferimento al regolamento (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, è stato adottato il decreto interministeriale concernente l'indicazione in etichetta dell'origine della materia prima per il latte ed i prodotti lattiero-caseari: si tratta di una disciplina sperimentale dell'etichettatura del latte e dei prodotti lattiero caseari, applicabile solo sul territorio nazionale ed in via temporanea (fino al 31 marzo 2019), con la quale il Governo ha recepito le richieste dei consumatori italiani a fornire loro un quadro informativo più completo sugli alimenti.
  Segnala che con un altro decreto si è provveduto a definire i criteri e le modalità di ripartizione delle risorse del Fondo di cui al decreto-legge n. 113 del 2016 (articolo 23-bis), istituito al fine di superare l'emergenza del mercato del frumento e di migliorare la qualità dei prodotti lattiero-caseari, attraverso un'alimentazione del bestiame basata su cereali – volto a favorire la qualità e la competitività delle produzioni delle imprese agricole cerealicole e dell'intero comparto cerealicolo.
  In materia di agro-energie, è proseguito l'impegno del Governo per l'incremento dell'efficienza energetica nel settore primario e per la diffusione e razionalizzazione delle fonti agricole rinnovabili, teso alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, secondo gli obiettivi stabiliti dalla Direttiva sulle fonti rinnovabili n. 28/2009 e dal «Pacchetto clima – energia 2030». In tale contesto è stato emanato il decreto interministeriale 23 giugno 2016, recante «Incentivazione dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico», che aggiorna i meccanismi d'incentivazione degli impianti a fonti rinnovabili, diversi dal fotovoltaico sino al 31 dicembre 2016.
  Sul fronte dei controlli ufficiali, nel 2016, è proseguita la verifica della conformità dei prodotti alimentari e dei mezzi tecnici di produzione, svolte dall'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi.
  Ricorda che lo scorso anno è stato anche approvato il decreto legislativo n. 103 del 2016 contenente disposizioni sanzionatorie relative all'olio d'oliva e all'olio di sansa d'oliva.
  Sul fronte della semplificazione, si segnala l'entrata in funzione dei registri informatizzati del settore vitivinicolo.
  Osserva che, con riferimento specifico alla pesca, la relazione consuntiva in esame rileva che l'azione del Governo nel corso dell'anno 2016 si è svolta coerentemente con le priorità indicate nella relazione programmatica.
  Sono state implementate le azioni tese a rispettare gli impegni prefissati nell'ambito della politica comune della pesca, di cui al regolamento (UE) n. 1380/2013 e, per quanto riguarda, nello specifico, l'obbligo di dichiarazione e sbarco delle catture di specie ittiche soggette a limiti di cattura, ovvero soggette a taglie minime (si veda l'allegato III del regolamento (CE) n. 1967/2006) si è contribuito all'elaborazione delle Raccomandazioni congiunte sui piani di gestione degli scarti per le specie che definiscono le tipologie di pesca, in collaborazione con i Paesi dell'Unione europea con i quali la risorsa ittica è condivisa, nei vari contesti internazionali tra i quali, in primis, il MEDAC (Mediterranean Advisory Council).
  Per quanto concerne il Programma operativo (PO) del FEAMP 2014-2020, sono stati predisposti gli strumenti propedeutici alla sua attuazione.
  Nel corso del 2016, inoltre, sono state poste in essere attività strumentali all'ottimale gestione degli adempimenti di chiusura della programmazione relativa al Fondo europeo per la pesca (FEP) per il periodo 2007-2013.
  Si è provveduto, altresì, a definire la proroga annuale, al 31 dicembre 2016, del precedente Programma triennale della pesca e dell'acquacoltura 2013-2015, come Pag. 227stabilito dall'articolo 1, comma 490 della legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità 2016), anche al fine di garantire la continuità delle misure attivate e di realizzare le azioni previste a sostegno del settore. Al contempo, è stata ultimata la predisposizione del nuovo documento programmatico nazionale per il settore pesca ed acquacoltura 2017-2019.
  Nel quadro del contrasto alla pesca illegale, con la legge n. 154 del 2016 (articolo 39), cosiddetto collegato agricolo, sono state introdotte importanti modifiche al regime sanzionatorio in materia di violazioni della normativa vigente che disciplina la pesca marittima: oltre ad introdurre le sanzioni per il mancato rispetto delle nuove regole della politica comune della pesca, tra le quali il sopra menzionato obbligo di sbarco, si è inteso modulare alcune sanzioni per determinate infrazioni gravi, secondo criteri di efficacia, proporzionalità e dissuasività, richiesti dalla normativa europea e, in particolare, dai regolamenti (CE) n. 1224/2009 e (UE) n. 404/2011.

  Luca SANI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.10.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Giovedì 21 settembre 2017. — Presidenza del presidente Luca SANI.

  La seduta comincia alle 14.10.

Indagine conoscitiva sulle assicurazioni contro le avversità atmosferiche.
Audizione di rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.
(Svolgimento e conclusione).

  Luca SANI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  Carlo HAUSMANN, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca della Regione Lazio, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono quindi, formulando osservazioni e ponendo quesiti, i deputati Massimo FIORIO (PD), Filippo GALLINELLA (M5S), Colomba MONGIELLO (PD) e Alessandra TERROSI (PD).

  Carlo HAUSMANN, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca della Regione Lazio, interviene in replica.

  Luca SANI, presidente, dichiara quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.40.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.