Organo inesistente

XVII LEGISLATURA
 

CAMERA DEI DEPUTATI


   N. 2685


PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
RIZZETTO, CURRÒ, PRODANI, ROSTELLATO, BALDASSARRE, TURCO, BARBANTI, MUCCI, BECHIS
Abrogazione della legge 11 giugno 1974, n. 252, recante regolarizzazione della posizione assicurativa dei dipendenti dei partiti politici, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di tutela e rappresentanza della cooperazione
Presentata il 24 ottobre 2014


      

torna su
Onorevoli Colleghi! È fatto notorio che la legge 11 giugno 1974, n. 252 – cosiddetta «legge Mosca» – ha concesso il riconoscimento di un regime contributivo agevolato a persone che hanno prestato attività lavorativa alle dipendenze di partiti politici, sindacati, istituti di patronato e associazioni del movimento cooperativo e ha rappresentato un palese caso di conflitto di interessi poiché è stata proposta dall'onorevole Giovanni Mosca, sindacalista della CGIL, per favorire partiti e sindacati. E invero, la legge Mosca, a causa degli inadeguati criteri ivi previsti per l'attribuzione del contributo previdenziale, ha determinato una moltitudine di procedimenti giudiziari poiché ha permesso il riconoscimento di anni di «falsa» attività lavorativa a molti di coloro che ne hanno beneficiato. Tali contenziosi hanno coinvolto un centinaio di procure della Repubblica – tra le quali quella presso il tribunale di Grosseto interessata da un procedimento con novantasette indagati – e si sono conclusi con la condanna per truffa e falso ideologico di soggetti che hanno avuto accesso al trattamento pensionistico disposto dalla legge Mosca. Il caso più clamoroso è il processo istruito contro centoundici lavoratori fittizi di PCI, DC, CISL e Lega Coop, accusati di aver usufruito della pensione garantita dalla legge Mosca senza aver mai prestato attività lavorativa, rispettivamente, presso partiti, sindacati e cooperative. Nel tempo prorogata, fino al marzo del 1980, la legge ha consentito a 35.564 persone (dati dell'Istituto nazionale di statistica – INPS) di beneficiare di pensioni agevolate e di godere del riscatto a basso costo degli anni trascorsi nel partito politico o nel sindacato, prevedendo, irragionevolmente, quale requisito sufficiente per l'attribuzione dei contributi, la mera dichiarazione del rappresentante del partito o del sindacato per attestare l'avvenuta prestazione lavorativa. È stato stimato che il costo di questi benefìci previdenziali per l'erario dello Stato ha superato i 25.000 miliardi di lire, ossia 12,5 miliardi di euro, sottraendo dunque all'INPS i contributi versati ai fini pensionistici da coloro che realmente avevano prestato attività lavorativa. È ormai un fatto acquisito alle conoscenze della collettività, tale da apparire incontestabile, che pur essendo nota l'illegittimità di molti dei diritti previdenziali conseguiti attraverso la legge Mosca, nel tempo la classe politica si è resa, immotivatamente, passiva dinanzi ad ogni proposta volta a fare chiarezza sulla vicenda e a riparare i danni causati al patrimonio pubblico. Infatti, i vari Governi che si sono succeduti non hanno mai fornito il dovuto riscontro ai numerosi atti di sindacato ispettivo presentati sulla questione, né è stato dato seguito ai progetti di legge per istituire una Commissione parlamentare di inchiesta al fine di valutare l'effettiva esistenza dei requisiti di quanti sono riusciti, con irragionevole facilità, a ottenere importanti riconoscimenti previdenziali. Ad oggi, la legge Mosca non risulta abrogata e appare idonea a produrre tuttora effetti nei confronti dei lavoratori che abbiano fatto domanda di regolarizzazione entro il termine fissato da ultimo dalla legge n. 648 del 1979 e non abbiano ancora avuto accesso al pensionamento; è chiaro che si tratterebbe, verosimilmente, di una platea molto limitata, considerando che dall'entrata in vigore della legge sono trascorsi quaranta anni e che i soggetti in attività all'epoca hanno potuto accedere al pensionamento con requisiti contributivi e anagrafici ben inferiori a quelli attualmente vigenti. Ebbene, la presente proposta di legge si prefigge l'obiettivo di ottenere la formale abrogazione della legge Mosca, al di là degli effetti che potrebbe continuare ad avere laddove vi fossero soggetti che non abbiano ancora avuto accesso al pensionamento ivi previsto. La legge Mosca, a causa dei criteri irragionevoli adottati per l'accesso ai benefìci previdenziali, si è rivelata uno strumento che ha privilegiato ingiustamente e in assenza di un fondamento costituzionale una determinata classe di persone. Pertanto, si ribadisce, a prescindere dalla cogenza o no della legge Mosca, che ovvie ragioni di opportunità richiedono che si proceda alla sua abrogazione, poiché una legge che nel tempo si riveli illegittima non può e non deve restare vigente nel nostro ordinamento. Ciò anche considerando che il grave danno provocato all'erario dello Stato dalla moltitudine di illegittime pensioni ottenute in base alla stessa è un fatto acquisito e consolidato dall'opinione pubblica, tanto da rendere tristemente nota tale legge come «legge truffa». L'indubbia sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni che caratterizza i nostri tempi è anche conseguenza di vicende come quella determinata dalla legge Mosca, che hanno messo in rilievo come il potere legislativo, che dovrebbe garantire l'imparzialità delle leggi e della loro applicazione, possa emettere dei provvedimenti utilizzati per ottenere ingiusti privilegi che contribuiscono a determinare la disuguaglianza sociale in danno del bene comune. Va da sé che la formale abrogazione della legge rappresenterebbe un giusto e opportuno provvedimento che attribuirebbe agli occhi dei cittadini maggiore credibilità alla classe politica, che ha il dovere di prefiggersi quale unico obiettivo la cura del bene comune, anche in conformità all'articolo 54 della Carta costituzionale che sancisce al secondo comma che «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore».
torna su
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.

      1. La legge 11 giugno 1974, n. 252, in materia di regolarizzazione della posizione assicurativa dei dipendenti dei partiti politici, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di tutela e rappresentanza della cooperazione, è abrogata.

Per tornare alla pagina di provenienza azionare il tasto BACK del browser